Registrazione n. 676 del 30.11.2001 presso il Tribunale di Milano Direttore responsabile: Luigi Perego numero 2 - giugno 2008 il novatese www.partitodemocraticonovate.it Circolo di Novate Milanese COSTANTE ATTENZIONE ALLE REALTÀ LOCALI Partire dalla concretezza dei programmi per costruire le più ampie alleanze possibili Il voto difficile del 14 aprile ci consegna una situazione dove abbiamo saputo raggiungere risultati consistenti e importanti: da lì si deve partire. Per questo occorre un lavoro di radicamento che esca dai luoghi di partito ed entri nella società. Dobbiamo proiettare fuori la nostra iniziativa: il tema è, come stiamo dentro le comunità locali, come riusciamo a costruire relazioni solide con tutto ciò che è fuori e intorno a noi si muove. Dobbiamo essere un partito di territorio, capace di mettersi in mezzo fra i problemi e le soluzioni, che accompagna il territorio nelle difficoltà delle trasformazioni che sta vivendo: capace di dare risposte concrete a problemi concreti. E’ un lavoro quotidiano e di frontiera, di costante attenzione alle realtà locali, di contatto con le realtà associative e con i bisogni dei cittadini. Non possiamo prescindere dal radicamento come scelta strategica, da una presenza vera con una politica di prossimità. Una “opposizione di governo”. Il ruolo del PD in Regione Lombardia è da tempo un ruolo di “opposizione costruttiva”. Ci sono esempi concreti. Lo Statuto regionale appena approvato è frutto del lavoro di una commissione presieduta da un nostro consigliere, il quale ha portato a termine i lavori dello Statuto ottenendo la condivisione della stragrande maggioranza delle forze politiche presenti in Consiglio. Un altro esempio è il tema del federalismo: sull’applicazione pratica della riforma costituzionale – che attribuisce maggiori competenze alla Regione – e sul federalismo fiscale non abbiamo mai fatto mancare la nostra proposta ed un atteggiamento costruttivo. Fino a condividere la proposta della Regione al Governo su questa materia. D’altra parte il federalismo è una materia che ci riguarda da vicino, che nasce dalla nostra cultura. Le alleanze in vista del 2009. L’autosufficienza è una presunzione che non appartiene al PD. Piuttosto si deve ragionare in termini di vocazione maggioritaria: cioè di aspirazione di un partito a crescere ed a rappresentare una società in termini vasti. A Novate la nostra proposta guarda alla soluzione di nodi e problemi locali, come, per esempio, l’Oasi, le politiche per l’assistenza agli anziani, i bisogni dei giovani, e delle famiglie, la scuola; opere importanti come la piscina o il Palazzetto, gli interventi a favore dello sport e delle associazioni; la valorizzazione delle attività imprenditoriali esist enti, a partire dal commercio. E poi le vicende dell’ur- “Che destino attende Polì?” I LATI OSCURI DEL BILANCIO 2007 S Stefano Tarro banistica che toccheranno la qualità della vita dei novatesi e il volto stesso di Novate. I temi sono molti ed hanno bisogno di un approccio che guardi costruttivamente al futuro. La discussione sulle alleanze deve partire da qui: dalla concretezza dei programmi, da costruire realtà per realtà. Saremo quindi chiamati a decidere il quadro delle alleanze in vista di un progetto politico definito. Questo vuol dire che non ci saranno alleanze decise al vertice a prescindere dalla concretezza delle realtà e delle situazioni specifiche. Al contrario, il PD essendo soggetto attivo delle vicende locali, deve sapersi confrontare con tutti, costruire relazioni e convergenze. C’è un punto su cui non si deve transigere: l’epoca delle alleanze uniformi da Roma a Novate in ragione del fatto che mettiamo insieme tutto ciò che è contro qualcuno è un’epoca finita. Nello stesso tempo deve essere chiaro che le alleanze non devono essere frutto di mediazioni controproducenti sui programmi. Prima bisogna mettere al centro la chiarezza della proposta politica, delle cose da fare e poi attorno ad essa si deve costruire il massimo delle alleanze e delle intese possibili. Questo è lo spirito con cui interpretiamo il nostro ruolo di opposizione oggi e con cui ci apprestiamo ad affrontare il prossimo appuntamento elettorale. Gabriele Poeta ui conti del Comune la Giunta di centro-destra pretende che i cittadini si fidino e basta. Ogni controllo è inutile, perché Silva e i suoi assessori sono brave persone e mai commetterebbero delle scorrettezze. Ma se tutto è così limpido, perché non presentare nei tempi giusti i bilanci delle aziende di cui l’Amministrazione detiene quote rilevanti? Si dice, ad esempio, che “Meridia” – la società che gestisce le mense scolastiche – s’è mangiata (scusate il bisticcio) tutto il capitale sociale. Se è vero, il Comune dovrà sborsare un po’ di soldi: ma la maggioranza continua a tacere. E le altre aziende che il Comune controlla per intero (Asscom) o al 49% (Sis – Polì) come vanno? Nulla è dato sapere. Alla fiducia – bene o mal riposta – preferiamo un’informazione chiara e tempestiva. Maurizio Lozza OASI, UN’OCCASIONE PERSA Venduta la scuola di Via Manzoni, ma l’ampliamento della Casa di riposo non si farà ST l Consiglio comunale di giovedì 12 giugno 2008 si è concluso con il definitivo abbandono, da parte della Giunta Silva, del progetto Oasi, così come è stato fino ad oggi ipotizzato. Ciò è accaduto per il mancato accreditamento regionale – fondamentale per una casa di riposo – e per la valutazione fortemente negativa espressa dalla commissione tecnica rispetto ai costi di costruzione e di gestione. Dobbiamo dire che ci dispiace che si sia perduta un’occasione per dare una risposta credibile e percorribile alla grande necessità di politiche per la popolazione anziana non autosufficiente a Novate Milanese. Ma questa è una brutta storia, cominciata molto male, perché questa Giunta ha voluto testardamente procedere in “splendida solitudine”, anziché cercare il confronto con la minoranza, che si era dichiarata interessata al progetto e disponibile a cercare soluzioni condivise. Ora vi raccontiamo sinteticamente questa storia. Per un approfondimento, rimandiamo al “Dossier Oasi” che potete trovare sul nostro sito www.partitodemocraticonovate.it. In data 26 aprile 2004, con delibera del Consiglio Comunale n. 20 approvata all’unanimità, viene costituita la Fondazione Oasi S. Giacomo - onlus, “al fine di dare assistenza, senza fini di lucro, agli anziani, in tutte le forme assistenziali, ivi compresa la costruzione e/o l’ampliamento della struttura residenziale.” Il Consiglio di amministrazione della Fondazione è composto da 5 membri, 3 nominati dal Cottolengo e 2 dal Sindaco. Il presidente viene scelto tra i componenti nominati dal Cottolengo. Per oltre tre anni, dall’aprile 2004 all’ottobre 2007, quando dell’argomento si è parlato in una commissione urbanistica, non abbiamo saputo più nulla, e oggi veniamo a sapere che in quei tre anni il Consiglio di amministrazione si è riunito 42 volte e il progetto di massima è stato rivisto ben otto volte. Uno di questi progetti presentava un costo niente meno che di € 26.628.900. Finalmente l’argomento Rsa Oasi, nell’autunno 2007, viene portato in discussione in due commissioni urbanistiche e in una conferenza dei capigruppo, per poi approdare in Consiglio comunale il 18 dicembre 2007, dove, con il solo voto contrario di Rifondazione Comunista, viene approvata la variante urbanistica per la realizzazione della nuova sede della Rsa. Asili-nido: i disagi aumentano S ulla partita degli asili-nido comunali il gruppo consiliare del Partito Democratico è più volte intervenuto, sollecitando la Giunta a organizzare il servizio in modo da soddisfare al meglio il maggior numero di richieste possibili. Ma l’Amministrazione sembra insensibile ai bisogni delle giovani coppie: invece di rendere agevole la presentazione delle domande e chiara l’informazione sull’accesso si organizzano le cose in modo tale da creare confusione e incertezza. Dei tre nidi comunali, uno è gestito direttamente (dopo una vicenda grottesca di cui abbiamo già parlato in passato) e due sono affidati all’Ascom, società per azioni di proprietà del Comune: diverse sono le forme di conduzione, ma unico è il referente, cioè il Comune. Allora perché non si crea un’unica sede per la presentazione delle domande, evitando la frammentazione e il disagio e non si forma un’unica graduatoria per accedere, assicurando così uniformità nei criteri di ammissione e semplificazione per i genitori? E perché il Comune non si fa carico di un piano di coordinamento tra i nidi pubblici e quelli privati presenti sul territorio per assicurare il maggior numero di posti possibili? I soliti misteri di cui nessuno della maggioranza vuol parlare. (m.l.) In quello stesso Consiglio comunale, immediatamente prima, con i soli voti della maggioranza e di “Aria nuova per Novate” si è deliberata anche la variante urbanistica relativa all’area ex scuola di via Manzoni e aree adiacenti. Il Partito Democratico ha votato contro questa variante urbanistica, in quanto si trattava del destino di un pezzo pregiato del territorio novatese; il PD proponeva che su questa area venisse costruita una residenza convenzionata, anche per dare opportunità abitative a giovani coppie per le quali i costi delle abitazioni a Novate sono inaccessibili. Inoltre, si sarebbero potuti reperire soldi ulteriori per attuare il progetto Oasi attingendo da entrate per oneri di urbanizzazione provenienti da vari Piani di intervento integrati e dalla ces- ST I sione di volumetria in altra zona.In questa vicenda ci sono alcuni punti fissi e ben precisi: 1) Le varianti Manzoni e Oasi sono correlate, anche se parzialmente. La maggioranza ha sostenuto che l’intervento su via Manzoni serviva a finanziare l’ampliamento dell’Oasi, ma la delibera non è così esplicita. 2) La maggioranza ha sostenuto che se non si realizza la nuova Rsa, chiude anche quella attuale, per insostenibilità dei costi di gestione di una struttura con pochi posti letto e per il venir meno dell’accreditamento. 3) L’accreditamento: ci è sempre stato detto che il problema era superabile, in quanto c’era la possibilità di un accordo con la Asl competente per un trasferimento di posti dalla Rsa “Pertini” di Garbagnate (in fase di ristrutturazione) all’Oasi S. Giacomo. Sappiamo invece che la Regione Lombardia ha bloccato Una lunga sequenza di errori della maggioranza gli accreditamenti per tutte le Rsa fino alla fine del 2009. All’interno di questo quadro, si impone una riflessione politica che ci porta a denunciare: 1) l’assoluta mancanza di coinvolgimento della minoranza su un progetto così importante. Per tanto tempo la Giunta ha taciuto le sue intenzioni su un progetto così rilevante, procedendo in navigazione solitaria, trovandosi oggi in mezzo ad una pericolosa burrasca. La minoranza ha tentato di proporre il proprio contributo, ma è rimasta del tutto inascoltata. 2) Ma ancor prima del mancato coinvolgimento della minoranza, è mancato il minimo coinvolgimento delle associazioni e della cittadinanza, che sono stati completamente ignorati. 3) Siamo di fronte ad un dato certo: l’area di via Manzoni è stata venduta ad un’immobiliare, che realizzerà appartamenti a prezzi di libero mercato, mentre invece non si farà l’ampliamento della Casa di riposo, che doveva essere finanziato con il ricavato di questa vendita. Ad essere maliziosi, si potrebbe pensare che quello che interessava maggiormente era la vendita di Via Manzoni, ma vogliamo essere buoni e diciamo che certamente c’è stata approssimazione e incapacità di gestire una situazione complessa. 4) Inoltre dobbiamo evidenziare il totale silenzio in Consiglio comunale del gruppo “Andare oltre”, che invece nei giorni passati aveva duramente denunciato, sugli organi di stampa locali, il fallimento politico di questa operazione, chiedendone conto ai responsabili. 5) Rileviamo il comportamento incauto e le dichiarazioni sconcertanti del Sindaco che, evidentemente, cerca una via d’uscita dal pasticcio in cui si è infilato, per non perdere la faccia di fronte ai cittadini ai quali ha promesso la Casa di riposo. Infatti, in una manifestazione dal chiaro sapore propagandistico pre-elettorale, presentò alla cittadinanza il plastico della futura costruzione, mostrando una eccessiva sicumera, una ostentata sicurezza che ha continuato ad esibire nel corso di questi cinque anni: basta scorrere i numeri di Informatore Municipale e leggere i suoi editoriali. Sul numero di gennaio di quest’anno scrive che “la costruzione della nuova Oasi S. Giacomo è ormai prossima” e sul numero di aprile sbandiera la “prossima attuazione” della Casa di riposo, pur sapendo quali erano gli ostacoli alla sua realizzazione. Cosa propone il Partito Democratico: 1) di procedere allo scioglimento della Fondazione Oasi S. Giacomo. E’ la conseguenza logica dell’impossibilità di realizzare l’intervento; 2) di congelare l’utilizzo dei proventi della vendita della ex scuola di via Manzoni, destinati, principalmente, alla costruzione della casa di riposo, finché non venga approvato un piano organico per il loro utilizzo; 3) di impegnare la commissione servizi sociali a discutere e definire un piano organico di interventi riguardante le problematiche della popolazione anziana. In particolare la realizzazione di un centro diurno integrato, interventi di housing sociale e il potenziamento dell’assistenza domiciliare e dei trasporti. I consiglieri comunali del PD Il futuroo inizia adess % Nome Cognome Via Cell. Mail data di nascita 2008 novate milanese 10, 11, 12, 13 LUGLIO ocratico rio provinciale del Partito Dem Elezione diretta del segreta in via Bonfanti Circolo di Novate Milanese, Seggi aperti nella sede del Negli anni 70 e 80 disegnarono il volto di Novate Q uando si costituì il Comitato promotore del Partito Democratico, tra i molti che vi aderirono, due lo fecero con particolare entusiasmo: Achille Giandrini e Mauro Scatena. Un entusiasmo dettato non dall’emotività, ma dalla consapevolezza che una società in profonda trasformazione aveva bisogno di un diverso partito riformista. Questa capacità di interpretare le possibili risposte a bisogni emergenti, anche se inespressi, è stata una peculiarità – seppur con caratteristiche diverse – del loro impegno politico. Purtroppo questi due preziosi compagni di viaggio ci hanno recentemente lasciato e noi ne abbiamo tracciato le biografie sulle pagine di “Informazioni municipali”. Voglio qui riprendere un tratto del loro impegno nell’Amministrazione locale: entrambi furono assessori all’urbanistica in momenti cruciali per lo sviluppo del nostro territorio: Giandrini, dal ’72 al ’75 seguì la complessa e articolata fase di discussione e approvazione del Piano Regolatore Generale che tracciò le linee che guidarono la trasformazione urbana negli anni seguenti. Ebbe un fiero e documentato oppositore nella figura di Gianluigi Zucca – un altro consigliere comunale di quegli anni che poco tempo fa se n’è andato – che contribuì, con le sue puntuali e propositive critiche, all’approvazione di uno strumento di pianificazione più efficace e condiviso. Scatena, dall’80 all’89 fu promotore e protagonista del cambiamento di parti significa- tive di Novate: il risanamento della corte di via Garibaldi 18 e la realizzazione di piazza della Pace, con la costruzione in entrambi i comparti di case comunali di edilizia popolare; la riqualificazione, lungo la via Repubblica, dell’area ex cinema Corso, trasformata nell’attuale piazza Pertini; l’ideazione del Piano degli insediamenti produttivi di via Vialba, con il coinvolgimento di artigiani e piccole imprese, con la ricerca di fonti innovative di finanziamento. Più delle parole, per sottolineare il loro ruolo a favore dei novatesi, restano le cose che hanno fatto e che ne testimoniano la grande sensibilità politica e la notevole capacità di governo. Gabriele Poeta 3 TRASPORTI PUBBLICI: VA TUTTO BENE? Le voci dei novatesi che li utilizzano ogni giorno. E qualche proposta, anche da chi va in bicicletta su strade pericolose Q La cintura stradale che racchiude l’abitato sembra un surrogato moderno delle mura medievali: solo che, invece di proteggerci, facilita l’invasione veicolare, rendendo difficili gli spostamenti all’interno e verso l’esterno. Chi non usa la macchina, ma utilizza l’autobus 82 deve comunque mettere in conto, specie ST ST ST uando andavamo a scuola, per individuare la posizione geografica di uno Stato o di una regione ne studiavamo i confini: per collocare Novate, in analogia, dovremmo dire che il suo territorio è delimitato a nord dalla RhoMonza, a est dalla Comasina, a sud dall’autostrada Torino-Venezia (o dalla Amoretti-Modignani), a ovest dalla Varesina. nelle ore di punta, lunghi tempi d’attesa in coda. Diversa dovrebbe essere la situa- zione per gli utenti delle Ferrovie Nord, che viaggiando sui binari non hanno l’ostacolo del traffico. Ma anche qui sembra che ci sia qualche difficoltà: abbiamo pensato di cominciare a raccogliere qualche parere in proposito, per tentare di evidenziare le criticità che rendono insoddisfacenti i servizi di trasporto pubblico. Maurizio Lozza Testimonianze Elena Raimondi studentessa universitaria “Per andare all’Università prendo ogni mattina due mezzi pubblici; dapprima il treno delle Ferrovie Nord fino a Porta Garibaldi e poi il treno delle Ferrovie dello Stato fino a Greco Pirelli , impiegando solo in andata circa 45 minuti; non poco se teniamo conto che si tratta di soli 10 km di distanza. Il costo dell’abbonamento, circa 25 euro/mese, è accettabile anche se sembra strano che da qualche anno gli studenti pagano lo stesso prezzo di altri abbonati… Il viaggio con il treno delle Ferrovie Nord è piuttosto difficile; treni verso Milano sono in costante ritardo, specialmente negli orari di punta, mentre quelli da Milano verso Novate hanno ritardi di 10 – 15 minuti praticamente sempre, indipendentemente dagli orari. Curiosamente si vede una maggiore incidenza dei ritardi nelle giornate di pioggia che franca4 mente per un treno è una coincidenza davvero strana! Un’altra stranezza è che il problema dei ritardi è peggiorato da quando sono stati introdotti i nuovi treni, che oltre tutto sono meno capienti, perciò spesso ci sono problemi di enorme sovraffollamento. E’ davvero triste che un investimento, immagino notevole, per il rinnovo dei treni anziché migliorare, ha peggiorato la condizione dei pendolari. Trattandosi di un unico mezzo di cui dispongono novatesi, penso che sia necessario agire con fermezza presso la Direzione delle Ferrovie Nord chiedendo provvedimenti immediati per far viaggiare i treni in orario. I ritardi costanti dei treni sono per me la prova di totale disinteresse verso gli utenti, possibile forse solo perché le Ferrovie Nord mantengono la posizione di “monopolio” sul nostro territorio. Penso che l’eliminazione di questo monopolio, inserendo più autobus verso Milano, potrebbe essere una strada alternativa da percorrere per migliorare la qualità di mobilità a Novate.” A cura di Kristina Lubosik Lorena Trevisan libera professionista “La linea del bus 82 è stato proprio un toccasana per il trasporto cittadino, però mi sembra una realtà funzionante solo a metà. Chi abita al di là della stazione rimane fuori da questo “privilegio” e sono sicura che molti sono tra coloro che vengono in centro con l’auto perché “troppo” lontani. Perché non allungare il giro di qualche minuto? Avrei pensato ad un percorso alternativo: dalla zona del centro commerciale Metropoli (via Bovisasca) l’82 potrebbe girare a destra, sulla via Amoretti e proseguire fino in fondo al semaforo, girare a destra e passare sul ponte sopra l’autostrada (via Vialba), entrare in Novate dalla rotonda, proseguire lungo la via Vittorio Marisa Vecchi madre di due adolescenti “I miei figli frequentano le scuole superiori e partecipano a corsi sportivi fuori dal Comune di Novate e ciò ci crea molti disaggi. Ad esempio, mio figlio frequenta il liceo ad Arese per il quale da Novate non c’e alcun collegamento diretto; per arrivare a scuola deve raggiungere la stazione di Novate (che è lontana da casa nostra) e prendere il treno delle ferrovie Nord. Poi deve scendere a Bollate per prendere un autobus per Arese. Teoricamente tre mezzi se contiamo anche il mezzo, peraltro mancante, da casa alla stazione. Un viaggio di 1 ora per percorrere 7 km! Se poi mio figlio deve fermarsi di più a scuola per recuperi o tornei sportivi, non è più possibile tornare a casa con l’autobus, perché gli autobus passano solo negli orari scolastici. E cosi, noi genitori siamo costretti ad accompagnare i ragazzi con le nostre macchine, programmando la giornata in funzione di questo “servizio”! Eppure sarebbe così facile risolvere il problema! Basterebbe prolungare di una sola fermata, fino al capolinea dell’82, il percorso dell’autobus che porta ad Arese (linea H215 dei trasporti delle Groane). Da anni, i genitori raccolgono le firme per rendere operativa tale proposta ma sempre invano. E’ davvero triste che noi novatesi siamo trattati come cittadini di serie B. Non c’e confronto per esempio con le possibilità alternative di trasporto che hanno i nostri vicini di Bollate; oltre alle ferrovie Nord dispongono di vari autobus con i quali possono raggiungere quasi tutto hinterland milanese: Arese, Garbagnate, Rho, etc. Perché a noi novatesi non è riservato lo stesso trattamento? Anche l’autobus 82 è impostato in maniera alquanto strana. Le fermate non sono “parallele” (andata e ritorno nello stesso luogo). Se si è fortunati, si è abbastanza vicini solo per andata o solo per ritorno ma a questo punto, dovendo fare a piedi 1 km per tornare a casa perché la fermata di ritorno è molto lontana, tanto vale prendere la macchina! Ecco perché a Novate non si trovano i parcheggi e ci si lamenta dell’inquinamento atmosferico! Penso che l’amministrazione locale deve migliorare la situazione: cambiare il percorso dell’82 che dovrebbe essere collegato fino a Bollate, oppure prolungare il tragitto degli autobus di cui dispongono i cittadini di Bollate, fino a Novate. Anche le piste ciclabili NovateBollate e Novate–Garbagnate potrebbero essere molto utili. Occorre poi assicurare ai novatesi la possibilità di raggiungere più facilmente gli ospedali che ci circondano ad esempio quello di Bollate, Sacco o Riguarda, per i quali è sempre necessario prendere la macchina. Del resto solo spostarsi da una parte di Novate all’altra non è possibile senza una macchina. Sarebbe quindi importante avere un pullman che percorra tutta Novate in modo di potersi spostare nella nostra città.” (k.l.) Sergio Zini e Rosanna Vallese ciclisti Ci muoviamo in Novate con la bicicletta, anche quando il tempo non è bellissimo. Siamo conten- ST Veneto, via Piave, via 4 novembre (cimitero nuovo) e ritornare sulla Bovisasca riprendendo il percorso che attualmente fa. Non si capisce poi perché la linea non è attiva anche di domenica... Per quanto riguarda i treni…; perché nel periodo estivo non c’e un collegamento diretto per Cadorna ma si deve sempre fare un cambio a Bovisa? Questo è un ulteriore disagio per noi novatesi che allunga i tempi di percorso verso Milano. Penso che il comune di Novate dovrebbe avere nel suo sito un blog, dove sia diretto e in tempo reale il confronto con cittadini sui piccoli e grandi problemi e sulle possibili risoluzioni. Chi meglio può dare consigli se non colui che sperimenta giorno per giorno un mancato servizio o può viceversa apprezzare miglioramenti se non il cittadino?” (k.l.) ti di poter muoverci in libertà e non doverci incolonnare nelle frequenti code di automobili che attraversano Novate. Ma … c’è un grande Ma. Questa nostra città è invasa dalle auto e soprattutto la mattina tra le 7 e le 9,30 è tutta una coda. In queste ore il traffico è lentissimo. Quando poi il traffico si dirada allora le auto, finalmente libere, sfrecciano a velocità pazzesche, soprattutto in Via Bollate, dove mancano i dissuasori di velocità, che invece troviamo subito dopo, nel Comune di Bollate. I poveri ciclisti come noi sono costretti a mettersi in salvo pedalando sui marciapiedi, pur sapendo che non è questa la sede da percorrere, ma se vuoi aver salva la pelle così devi fare. Quando attraversiamo il centro cittadino spesso troviamo auto parcheggiate in doppia fila, il che ci costringe a fare delle gimcane pericolose. Crediamo che solo una maggiore vigilanza e severità da parte della polizia locale possa ridurre questi comportamenti poco civili e rispettosi degli altri. Crediamo che, date le dimensioni di Novate, bisognerebbe impedire l’attraversamento della città alle auto di non residenti. Bisognerebbe anche ingrandire l’isola pedonale per facilitare la circolazione ai ciclisti , ma anche ai pedoni, alle donne con i bambini in carrozzina. Vorremmo anche proporre che siano creati dei posteggi per le biciclette in prossimità del mercato, per sapere dove legare le nostre biciclette senza infastidire gli abitanti che giustamente si lamentano perché le cancellate delle loro case vengono utilizzate come ancoraggio. A cura di Elena Balzola 5 Lunga e diritta correva la strada In Bovisasca vivono oggi circa quaranta famiglie. Traffico e inquinamento i problemi più sentiti gina Silva: i suoi genitori hanno posseduto per parecchi anni un negozio di alimentari e un’osteria lungo la Bovisasca – ‘Sbucc per i meno giovani – quando ancora lungo la strada scorreva la Garbogera e per entrare in casa si doveva attraversare un ponte di legno. In Bovisasca vivono oggi circa quaranta famiglie, figli o nipoti di quelli che per decenni hanno lavorato la terra nelle campagne modo da raddoppiarla…». Non c’è niente da fare, Bovisasca è sinonimo di strada, di rumore e inquinamento, di traffico pesante, di automobili e di camion, che scaricano e caricano nei magazzini della Polveriera o della Bovisa, e arrivano da lontano, dai paesi dell’Europa dell’Est, per poi ripartire. Lungo nastro di catrame prima ancora che quartiere, strada di passaggio da cui si lancia un’occhiata distratta verso le case sorte ai suoi margini. E poi avanti c’è il rosso al semaforo, la rotonda, il ponte, Novate. Quelli che vivono in via Bovisasca dicono «andiamo a Novate» come se vivessero al di fuori: il centro del paese è una destinazione non sempre facile da raggiungere. E dall’altra parte, lungo i campi che ancora si trovano lungo la strada, a volte puoi vedere un gregge di pecore - «non so a quanti possa capitare, affacciandosi alla finestra; certo, a volte il traffico mi fa venire voglia di andare via, ma se vivo qui è anche grazie a quel campo» racconta Ambro- circostanti, vivevano nelle grandi cascine lungo la strada e per proteggere i raccolti dalla grandine sparavano razzi verso il cielo sperando di rompere le nuvole. L’agricoltura ha ceduto il passo alle aziende, ai centri di logistica. E se un tempo si passava per questa strada con un carro per raggiungere il mercato del Verziere, quasi la metà del traffico da e verso Milano passa oggi di qui: è la questione della viabilità e dell’eccessivo traffico il problema fondamentale di questo 6 quartiere. Accanto a ciò, oggi in Bovisasca mancano un’area verde e uno spazio dove potersi incontrare; la pista ciclabile ha contribuito a rendere percorribile la strada ai ciclisti e ai pedoni – questi ultimi aumentati soprattutto da quando ha aperto il centro commerciale – ma il nodo della sicurezza lungo la strada è ancora da sciogliere: la velocità spesso elevata, la mancanza di segnalazioni agli attraversamenti pedonali e l’enorme flusso di traffico rendono poco sicura la percorribilità a piedi o in bicicletta. E se la qualità del percorso è ancora accettabile lungo la strada principale, non si può dire lo stesso per quelle adiacenti, come via IV Novembre o via Damiano Chiesa. Sembrano passati secoli da quando lungo la Bovisasca si coltivava la terra, ma sono solo trent’anni. Il traffico è aumentato esponenzialmente, ma la strada è rimasta quella di sempre. Raccontando una delle sue Città Invisibili, Italo Calvino scrisse: «Sono ore che avanzi e non ti è chiaro se già sei in mezzo alla città o ancora fuori. (…) Ogni tanto ai margini della strada un infittirsi di costruzioni, alte alte o basse basse come in un pettine sdentato, sembra indicare che di là in poi le maglie della città si restringono. (…) Così prosegui, passando da una periferia all’altra». E quando la Bovisasca diventa Milano, ormai quasi non te ne accorgi. Andrea Manzoni ST uesta strada porta dappertutto» dice la Mariuccia, che in Bovisasca c’è nata, più di settanta anni fa, e ci ha sempre vissuto. Nei giorni lavorativi, dalle sette del mattino fino alle dieci è un flusso continuo di veicoli verso Milano, che inizia appena lì in fondo, appena oltrepassato il semaforo; a sera è lo stesso, ma in senso opposto. «Se solo si potesse invertire una corsia, a seconda delle ore del giorno, in ST Q Forum dei Giovani Democratici Riuniti il 7 giugno a Novate i giovani della zona nord-ovest N onostante la pioggia battente che sembrava volesse allagare il tendone del circolo “Sempre Avanti!”, sabato 7 giugno i Giovani Democratici di Novate hanno ospitato all’interno della propria festa una trentina di ragazzi e ragazze venuti da vari comuni della zona per il primo appuntamento politico dopo la campagna elettorale della scorsa primavera. La festa era l’occasione buona per riprendere il filo del discorso interrotto a marzo: una sorta di riunione a porte aperte, un modo per allargare la partecipazione stando sul territorio e non chiusi tra quattro mura per parlare del futuro della componente giovanile del PD. I circoli giovanili, infatti, esistono già di fatto sul territorio: hanno partecipato attivamente alla campagna elettorale, hanno riempito le piazze e promosso iniziative (come quando col pulmino dei “Giovani Democratici in Tour”, il 5 e 6 aprile scorsi, hanno accompagnato i candidati a Camera e Senato in 14 comuni della zona). Una realtà, dunque. Ma non ancora ufficializzata a livello nazionale. Di questo ha parlato Andrea Pacella (giovane membro dello staff di Veltroni durante la campagna elettorale), ricordando il dibattito di qualche mese fa sull’op- portunità o meno di mantenere un’organizzazione giovanile autonoma all’interno del PD. Tutti i presenti si sono espressi a favore di questa esigenza di autonomia, che non significa separazione dal PD – nel quale anzi i giovani si impegnano più che nei partiti del passato – ma possibilità di usare linguaggi diversi, proporre parole d’ordine più sentite tra i giovani, e anche, naturalmente, creare aggregazione e socializzazione. Altri hanno ricordato come questi meccanismi hanno funzionato e funzionano soprattutto quando i Giovani Democratici si rivolgono al mondo degli studenti della scuola superiore e dell’università. Funzionano molto meno nel rapporto coi giovani che sono entrati nel mondo del lavoro. È uno dei problemi principali che abbiamo. Si è così discusso sui tempi della nascita ufficiale dei Giovani Democratici, sulle modalità di stare in rete, sul fatto che coordinamenti provinciali e congressi non sono fine a sé stessi ma servono per organizzare eventi e iniziative che i singoli circoli non riuscirebbero a realizzare autonomamente, e per far circolare idee e opinioni oltre i nostri confini, nel tentativo – di certo non facile! – di competere con le grandi agenzie di comunicazione. Ma la discussione sull’organizzazione non si è mai separata da un tentativo di leggere la società italiana e il nostro territorio – vale a dire il contesto in cui questa organizzazione è chiamata a funzionare. Alla nostra discussione è intervenuto anche Vinicio Peluffo che, chiamato qualche mese fa da Veltroni nel suo staff, è ora anche uno dei più giovani membri della Camera dei Deputati. Vinicio, che è stato per anni animatore delle organizzazioni giovanili milanesi e nazionali, ci ha parlato della situazione politica nazionale, del significato del governo-ombra (che mira a produrre un’opposizione sempre puntuale e precisa, non certo più morbida...), della capacità (e dei ritardi e degli errori) della sinistra nel capire i bisogni della società italiana. Grazie ai Giovani Democratici di Novate, dunque, anche l’iniziativa politica giovanile della nostra zona è ripresa. Il prossimo settembre sarà probabilmente il momento buono per eleggere un nuovo coordinatore/coordinatrice. E per offrire al PD le nostre proposte sulle politiche giovanili (e non solo). Be’, augurateci buon lavoro! Luca Pozzati 6-7-8 giugno 2008: GiovaniDemocraticiNovate in festa! D opo la conclusione della Festa del Partito Democratico, il 6, 7 e 8 giugno i Giovani Democratici novatesi hanno animato – con amici e simpatizzanti – la tendo-struttura del circolo “Sempre Avanti!”. La Festa dei Giovani Democratici, si è svolta tra birra, salamelle e molta pioggia … Non solo ristorante, naturalmente: venerdì sera Michele Lafortezza ci ha intrattenuto col suo “cabaret-critico”: uno show per far ridere ma anche pensare ai temi della disabilità e dell’handicap, del consumo critico, della globalizzazione. Sabato si è tenuto il “forum” dei Giovani Democratici della zona nord-ovest, con l’intervento del giovane on. Vinicio Peluffo. Domenica, il maltempo ci ha costretto ad annullare il torneo di green volley nel parco. Poco male: il divertimento non è mancato! (Sulla faticaccia organizzativa soprassediamo…). Un grande grazie a (in ordine sparso e sperando di non dimenticare nessuno): Leila, Monia, Caterina, Vera, Eleonora, Luigi, Matteo “Mala”, Lorenzo “Pex”, Lorenzo “Reggi”, Emanuele “Ghana”, Gianni, Andrea, Gaia, Margherita, Luca, Mattia, Amanda, Sara, Giulia, Bea, Valentina, Marta, Elisabetta, Mara, Giacomo, Pippo, Daniele “Spino”, Riccardo, Simone, Francesco “Gaio”, Riccardo “Malashino”, Simona. E naturalmente a Giuseppe, Gianni, Darcizio, Pietro, Antonio, Daniela, Violeta, Ernesto e tutti gli altri! (l.p.) GiovaniDemocraticiNovate 6-7-8 GIUGNO 2008 AREA CIRCOLO SEMPRE AVANTI VIA BERTOLA 11 – NOVATE MILANESE tutte le sere Venerdì 6 giugno, ore 21.30 RISTORANTE E BIRRERIA (primi, salamelle, patatine, pizzeria) “Handy…non Andy?!” TEATRO-CABARET CON MICHELE LAFORTEZZA Sabato 7 giugno, ore 17-19 FORUM GIOVANI DEMOCRATICI della zona Nord-Ovest della provincia di Milano I Giovani Democratici discutono del futuro del PD e del Paese Interviene l’on. VINICIO PELUFFO neo-eletto alla Camera dei Deputati e membro della segreteria di W. Veltroni Domenica 8 giugno, ore 16 TORNEO DI GREEN VOLLEY nel Parco Brasca (dietro il Comune) Iscrizioni presso la festa a partire da venerdì Quota simbolica di partecipazione: 5 ` a squadra I vincitori vincono una cena gratis! GiovaniDemocraticiNovate 7 NEL MONDO CRESCE LA FAME: RESPONSABILITÀ ANCHE NOSTRA L’aumento del prezzo delle materie prime crea difficoltà in molti Paesi a milioni di persone G Da: Mani Tese li ultimi anni hanno fatto registrare nel quadro economico e politico internazionale una serie di profonde trasformazioni, che, per molti aspetti, hanno messo in discussione il modello interpretativo legato alle categorie della globalizzazione. Che cosa sta cambiando? Uno dei dati di fondo per capire i cambiamenti a partire dagli anni ’90 è il sensibile rialzo dei prezzi delle materie prime, dei beni agricoli e dell’energia, fatto nuovo rispetto alla tendenza fino ad allora registrata. Infatti sino ad allora lo scenario economico mondiale era stato caratterizzato dal deterioramento delle ragioni di scambio, cioè dalla diminuzione del prezzo delle materie prime e dalla crescita del prezzo dei prodotti industriali: questo andamento a forbice dei prezzi aveva penalizzato i paesi in via di sviluppo, costretti a vendere sempre maggiori quantità delle loro materie prime per acquistare le stesse quantità di prodotti industriali). Come mai questo scenario è cambiato? Diversi fattori concorrono a difinirne i contorni: • la forte crescita della domanda dei nuovi consumatori (Cina e India su tutti) sia per sostenere la richiesta di materie prime necessaria al grande sviluppo dell’industria manifatturiera (contraddistinta da molti caratteri del tradizionale modello fordista basato su grandi impianti ad alto consumo energetico e di materie prime) sia per sostenere la nuova domanda di beni alimentari (il cittadino medio cinese consuma oggi una quantità di cereali e di prodotti animali doppia rispetto al 1980 – Cina e India fino al 2004 erano quasi autosufficienti per quanto riguarda la produzione di cereali, oggi importano grandi quantità di beni dal mercato internazionale). Questa forte richiesta di materie prime sta mettendo in luce, con una velocità impressionante, il fatto che le materie prime e i prodotti alimentari sono scarsi, non sono illimitati e quindi “devono” costare di più. • il graduale aumento dei redditi di una parte significativa della popolazione del pianeta (secondo la Banca Mondiale tra il 2006 e il 2030 il reddito dei paesi emergenti passerà dagli attuali 4800 $ - sulla base della parità del potere di acquisto – a 11.000$) e quindi il loro graduale aumento della richiesta e del consumi di beni • la crescente destinazione di raccolti per produrre biocarburanti (in Brasile la produzione di bioetanolo assorbe il 50% della canna da zucchero, negli USA il 20% del mais) • l’aumento dei volumi di merci trasportate da un capo all’altro del pianeta (materie prime e prodotti finiti) grazie all’allargarsi del numero dei consumatori e alla loro dislocazione geografica • gli scarsi investimenti nella ricerca di nuovi giacimenti petroliferi, nel miglioramento tecnologico e nella capacità di raffinazione, sino a metà degli anni ’90, da parte delle grandi compagnie petrolifere e dei grandi paesi produttori, a fronte di prezzi in discesa costante per una offerta superiore alla domanda • il peso della speculazione finanziaria sui beni naturali e le materie prime: questi beni sono trasformati in titoli finanziari rappresentati- vi del loro valore e messi in vendita sui mercati internazionali attraverso le Borse merci. Oggi i mercati finanziari scommettono con forza sui rialzi dei prezzi delle materie prime. • le politiche economiche perseguite dai paesi produttori di materie prime, beneficiarie dell’aumento dei prezzi, che cercano di impedire processi di svalutazione delle loro risorse, attraverso la formazione di nuove grandi compagnie statali e di nuovi accordi economici (per esempio tra le società petrolifere di Argentina, Brasile, Venezuela, denominata Petroamerica) Tuttavia, pur in presenza di un forte aumento del prezzo delle materie prime – soprattutto energetiche – non si sta verificando un aumento dell’inflazione dello stesso livello (basti pensare al prezzo del petrolio che oggi supera i 120$ al barile, solo un anno fa era a 60$ e quattro anni fa a 30$) Questo fatto non ci dà la chiara e immediata percezione del rischio connesso all’esauribilità di alcune materie prime ed è reso possibile dalla capacità dei nuovi produttori (Cina e India in testa) di “scaricare” tali aumenti sull’intero ciclo produttivo, e, in particolare, sulla forza lavoro. Infatti i bassi salari dei lavoratori dei nuovi paesi emergenti hanno consentito alle grandi imprese occidentali, soprattutto quelle legate alla grande distribuzione, di comperare beni a bassissimo costo e di offrirle ai consumatori occidentali, trattenendo per sé una parte significativa del vantaggio acquisito, ma scatenando tensioni tra lavoratori e produttori nazionali. Fonte: Corriere della Sera – marzo 2008 Amalia Fumagalli