MARIA GIOVANNA SANNA
SORELLE
“Gavino caro, sono appena le due e già ti scrivo……”
“Tesoro mio, è passato ora il fattorino e mi ha portato il tuo espresso….”
Ho in mano delle lettere scritte su carta celestina, sono logorate dal tempo, le buste mezze rotte, la
scrittura in penna stilografica in alcuni punti sbiadita è diventata una macchia blu grigiastra…
Sono datate agosto 1950.
Le ho trovate in un cassetto nell’anta destra dell’armadio dei miei genitori, legate con un nastrino di raso
anch’esso logorato dal tempo, sfilacciato nei bordi e scolorito.
Nel cassetto riposavano insieme a dei libri, un “canzoniere” che mio padre conservava gelosamente…… mi
fermo….
Canticchio…
”Quand’ero piccolina la vecchia zia Evelina per fargli un bell’inchino mi dava mezza lira…..e sul cavallo a
dondolo cantavo una canzon…… ci ci che bè uè uè uè….”
Sorrido, quante volte con mia sorella ho canticchiato le vecchie canzoni di quel libretto! Le conoscevamo
tutte!
Nel cassetto c’erano anche dei calendarietti profumati al talco legati con delle nappine di raso colorate,
nelle pagine erano ritratte “le veline” degli anni ‘50, cioè delle ragazze più o meno succinte, che i barbieri a
Natale regalavano ai clienti, poi ancora, un calendario disegnato su cartoncino da mio padre per mia madre
anno 1948.
Quanta malinconia mi assale!
Mi sembra quasi di sentire il sussurro delle nottate in cui con mia sorella e mia cugina giocavamo senza farci
sentire “dai grandi”, dovevamo dormire, invece continuavamo a giocare, ridere, chiacchierare fitte
fitte,senza farci mai scoprire.
Più grandi passavamo le nottate ascoltando i dischi dei nostri cantanti preferiti e parlando dei ragazzi che ci
interessavano….
Quante nottate ho passato piangendo per quel mio primo amore… e lei a consolarmi…
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Sento ancora un sussurro e un pianto, esco dalla mia stanza, è un’allucinazione dovuta ai miei ricordi, arrivo
in corridoio, no, non è fantasia, qualcuno piange, e…. qualcuno consola….
Ascolto meglio, sono due ragazze, le mie due ragazze, sorrido, la storia si ripete, anche oggi due sorelle si
sorreggono a vicenda e una consola l’altra.
Piano piano ritorno in camera, riprendo le lettere, leggo l’ultima… quella che mia cugina ci ha consegnato
da poco, dopo la morte di mia zia, è di mia madre ma non è una lettera d’amore per mio padre, è
indirizzata alla sorella, datata 1974, parla della sua malattia, il nodulo al seno, la sua speranza nella
guarigione, le chiede di occuparsi di noi e le parla delle nostre reazioni davanti alla sua malattia.
Ancora due sorelle legate da un “segreto”, ancora una racconta i suoi problemi e l’altra la consola e l’aiuta
in un momento difficile.
Asciugo una lacrima, in tutti questi anni non avevo mai saputo che lei fosse a conoscenza della gravità del
suo male.
Penso a quanta ipocrisia dovuta al grande amore che ci legava, una gara fra lei che nascondeva il suo sapere
e noi che facevamo finta non fosse nulla di preoccupante…. una semplice pleurite…
Piego la lettera, la metto nella sua busta logora, sospiro…. quanto mi manca!!!
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di Maria Giovanna Sanna