DELEGAZIONE FAI DI MILANO
XV GIORNATA FAI DI PRIMAVERA
24 / 25 MARZO 2007
ALCUNI POLI “D’ECCELLENZA” MILANESI RILEVATI DALL’ALTO
Percorso di formazione degli Apprendisti Ciceroni
Presentazione storica della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale
I Chiostri del monastero
di San Simpliciano
La regola di San Benedetto da Norcia
e la vita quotidiana dei monaci
Nel monastero di San Simpliciano si
succedono:
• Canonici regolari (fine IV sec)
• Benedettini Cluniacensi (IX sec)
• Benedettini Cassinesi (1517)
Canonici regolari
• Sacerdoti con una regola
comune
• Intorno al 400
• Sant’Agostino
Benedettini
Cluniacensi
Cassinesi
Benedettini
• San Benedetto
• 529
• Montecassino
Cluniacensi
• Guglielmo di Macon
• 909
• Cluny
Cassinesi
• Abate Ludovico Barbo
• 1408
• Abbazia di Santa
Giustina a Padova
• 1504
• Montecassino
Benedettini
Cluniacensi
Cassinesi
529
909
1408
San Benedetto da
Norcia
Guglielmo di
Macon
Abate Ludovico
Barbo
Montecassino
Cluny
Abbazia di Santa
Giustina (Pd)
Regola di San Benedetto
Preghiera
Lavoro
manuale
Carità
Lavoro
intellettuale
Povertà
Regola
Ascolto
Silenzio
Umiltà
Obbedienza
Giornata
1. Chiesa
2. Presbiterio
3. Cappelle
4. Scala notturna
5. Porta dei morti
6. Porta dei coristi
14. Mandatum
7. Porta dei conversi
15. Lavabo
22. Refettorio dei coristi
8. Coro dei coristi
16. Armarium
23. Cucina
9. Banco degli infermi
17. Sala capitolare
24. Refettorio dei conversi
10. Coro dei conversi
18. Scala diurna
25. Ingresso
11. Nartece
19. Passaggio
26. Dispensarium
12. Sacrestia
20. Scriptorium
27. Passaggio dei conversi
13. Chiostro
21. Calefactorium
28. Latrine
Sacrestia, Sala capitolare,
Parlatorio, Stanze da lavoro,
Armaria, Scriptoria
mente
Chiesa
abbaziale
s
p
i
r
i
t
o
Cucina
CHIOSTRO
c
o
r
p
o
Dispensa
Fontana
Refettorio
Latrine
conversi
Chiostro
• E’ il cuore del monastero
• Tutti i locali del monastero
sono collegati al chiostro
Chiesa abbaziale
• Croce latina
• Abside rivolta a Oriente
• Divisa in due parti:
– Monaci
– Conversi
• 5 porte:
–
–
–
–
–
Portone principale
Porta dei morti
Porta dei monaci
Porta della sagrestia
Porta dei conversi
Sala capitolare
Nella Sala Capitolare:
• Ogni giorno i monaci si radunano per leggere
un Capitolo della Regola di San Benedetto
• I monaci confessano pubblicamente i propri
peccati e l’abate stabilisce le punizioni
• I monaci discutono le questioni interne al
monastero e prendono decisioni comunitarie
• I monaci eleggono gli abati
Cucina
• Nell’ala opposta alla chiesa
• Possono entrarci solo i cucinieri di turno quella
settimana
• Comunica attraverso due passavivande con il
refettorio dei monaci e il refettorio dei conversi
• Nella Regola sono date indicazioni precise
sull’alimentazione dei monaci
Refettorio
• E’ un ambiente vasto,
rettangolare e molto luminoso
• I monaci siedono su panche
appoggiate alle pareti
Nel refettorio:
• I monaci mangiano in silenzio
• Un monaco a turno legge passi
della Bibbia o di libri spirituali
Dormitorio
• Inizialmente i monaci dormono insieme in
un’unica sala
• Dalla metà del ‘200 i monaci avranno celle
personali
• Anche nel dormitorio i monaci devono stare in
silenzio
Scriptorium
I monaci amanuensi
copiano i codici e li
decorano con miniature
• Nello scriptorium servono:
– Scrittoi
– Leggii
– Inchiostri e calamai
– Penne, temperini e pigmenti
– Pergamene
– Tavolette di cera, bulini e punteruoli
Biblioteca
Dalla metà del ‘400
nei monasteri con intensa
attività amanuense
nascono grandi biblioteche
abbaziali
Infermeria - Erboristeria
• E’ un’ampia sala in
cui vengono accolti i
monaci malati
• Il monaco infermiere
è a capo
dell’infermeria e si
occupa degli infermi
• E’ un laboratorio
farmaceutico in cui il
monaco erborista
dosa, pesta, distilla,
mischia foglie, fiori,
radici, bacche… e
studia le loro
proprietà curative
Portineria - Foresteria
• La portineria fa da
collegamento fra clausura
e mondo esterno
• E’ affidata al monaco
portinaio che è
responsabile della
sicurezza
• Pellegrini, commercianti,
poveri, malati bussano al
monastero chiedendo da
mangiare, dormire,
lavarsi, scaldarsi, curarsi
• Ogni viandante deve
essere trattato come
Cristo
• La foresteria è affidata al
monaco foresterario o
ospitalario
Il monastero e la campagna
Ogni monastero possiede delle proprietà
circostanti che i monaci devono trasformare
per renderle coltivabili: dissodano, irrigano,
prosciugano, bonificano i terreni, scavano
canali, aprono strade, gettano ponti…
La proprietà benedettina è divisa in
due parti:
LOTTI O MANSI
GRANGIA
Dati in concessione
a famiglie di contadini,
i contadini si impegnano
a coltivarla e ricevono
un compenso in natura
Amministrata direttamente
dal monastero, la coltivano
monaci, conversi,
salariati fissi, braccianti
Le cariche
E’ il “padre” del monastero,
viene eletto dalla comunità,
da lui dipende la vita nell’abbazia
Nominato dall’abate,
aiuta il priore negli
incarichi liturgici
Abate
Priore
Viene scelto dall’abate,
è il “primo” monaco,
è responsabile
dell’ordine e della
disciplina nel monastero
Sottopriore
Decani
Sono i monaci considerati più saggi,
ad essi l’abate chiede consiglio in caso di bisogno
Cancelliere
Grangiario
Portinaio
Cellario
Cameriere
Foresterario/
Ospitalario
Erborista
Infermiere
Sacrestano
Elemosiniere
Bibliotecario
Maestro
Cantore
dei novizi
Milano e Sant’Ambrogio
Sant’Ambrogio fu vescovo di Milano tra il
374 e 395, quando Milano era ancora
capitale (286-402) dell’Impero Romano
d’Occidente.
In questo contesto Sant’Ambrogio
commissionò diverse chiese al di fuori dalle
mura della città, poste in antiche aree
cimiteriali.
Le più importanti sono:
•Sant’Ambrogio
•San Nazaro
•San Simpliciano
MILANO NEL IV SECOLO
San Simpliciano
Sant Ambrogio
San Nazaro
Sant’Ambrogio (Basilica Martyrum)
• Situata lungo la strada per
le Gallie
• Fondata da S. Ambrogio nel
379
• Ospita le spoglie dei martiri
Gervasio, Protasio e di
Ambrogio
• La chiesa fu ricostruita e
ingrandita in epoca
romanica (XI-XII Secolo).
San Nazaro (Basilica Apostolorum)
• Situata lungo la via porticata verso
Roma, l’attuale corso di Porta
Romana
• Fondata da S. Ambrogio nel 382 che
la dedicò ai SS. Apostoli
• Nel 396 accolse le Reliquie del
martire San Nazaro, da cui poi prese
il nome
• Distrutta da un incendio nel 1075, la
chiesa fu immediatamente ricostruita
secondo lo schema originario.
Le origini di San Simpliciano
• Fondato nel periodo di
grande diffusione del
monachesimo benedettino in
Italia ed Europa tra il VI ed il
IX sec.
• La struttura del monastero
non ha conservato molto
dell’originaria architettura
medievale poiché si è
ampliata nel corso dei secoli.
Età Medievale
• Le fonti attestano un’attività
di tipo prevalentemente
pastorale.
• A seguito degli scontri tra
Lega Lombarda e Federico
I Barbarossa,la chiesa
diventa un punto di
riferimento per la città…
Una leggenda racconta che …
Il giorno della vittoria della Lega
Lombarda a Legnano, data nella quale
la liturgia milanese celebra la festa dei
martiri, tre colombe bianche uscirono
dalle tombe dei martiri e si posarono sul
carroccio a Legnano, mentre il popolo
milanese pregava in San Simpliciano .
L’evento fu letto come prefigurazione
dell’imminente vittoria. E la Basilica si
conferma essere un importante punto
di riferimento a Milano.
In età moderna
• I cenobi cercano di mantenere viva la tradizione
benedettina fino all’epoca dello scoppio della
rivoluzione francese (1789).
• Dal ’400 all’800 accanto all’attività dei monasteri
si attesta la presenza di altri ordini religiosi che
operarono su più livelli.
La congregazione di Santa Giustina
• Nel 1436 i monaci di Santa Giustina entrano a
Milano.
• I monaci seguivano la regola di San Benedetto
riformata.
• Nel 1517 San Simpliciano diventa il monastero
benedettino più importante della città.
L’attività nei
monasteri
benedettini
si divide in
momenti di…
VITA ACTIVA
VITA CONTEMPLATIVA
Riguarda la pratica della
evangelizzazione: attività
pastorali nella comunità
cittadina.
Rispettando il principio la
Regola di San Benedetto
“ora et labora”, prevede dei
momenti di preghiera
comunitari o in solitudine.
Uberto di San Simpliciano
• Uberto,abate di San Simpliciano, è una figura emergente
del monachesimo lombardo.
• Egli è attivo nel monastero durante la prima metà del XII
sec.
• L’abate si impegna nel calmare le discordie nel nascente
comune milanese per invitare i cittadini alla concordia.
• Le fonti riportano il testo di un suo sermone: testimonianza
di una profonda conoscenza della Sacra Scrittura.
Dall’800…
• La prima repubblica cisalpina 1798 sopprime
tutti gli Ordini religiosi: i monaci di San
Simpliciano si rifugiano presso il monastero di
S. Salvatore di Pavia.
• Il monastero diventa luogo di sosta per le
truppe,poi ospedale ed infine caserma.
• I bombardamenti durante le due guerre
mondiali hanno causato danni immensi.
Il chiostro maggiore nel
complesso monastico di
San Simpliciano
Il chiostro e la sua funzione nella
tradizione benedettina
• Il chiostro è un cortile quadrato delimitato sui 4 lati da un portico
attorno al quale erano collocati gli ambienti destinati alla vita
quotidiana dei monaci. Il cortile era occupato da un giardino al
centro del quale si trovava un pozzo.
• Nella tradizione benedettina, e non solo, il chiostro
generalmente era situato al centro del complesso monastico e
rappresentava il luogo dove i monaci potevano dedicarsi ad
attività individuali
individuali e collettive.
collettive
Passeggio
Meditazione
Lettura
Preghiera
processioni solenni
feste annuali
I portici del chiostro non erano quindi semplici luoghi di
passaggio, ma erano il teatro della vita conventuale e per questo
strutturalmente studiati per la sosta.
Il muretto su cui poggiano le colonnine, ad esempio, serviva a
riparare dalle intemperie i monaci durante la loro permanenza
sotto il portico.
Le gallerie porticate avevano una profondità maggiore del solito
per permettere lo svolgimento delle attività collettive previste
dalla regola.
La funzione “sociale” del chiostro assume ancora più rilevanza
con la Congregazione Benedettina Cassinese di Santa Giustina,
la quale promuove aspetti di socialità all’interno della vita
monacale in luogo del tradizionale individualismo benedettino.
Il chiostro maggiore o
“chiostro delle due colonne”
• Le vicende costruttive
• La struttura
Le vicende costruttive
La realizzazione del chiostro maggiore di San Simpliciano avvenne
tra il 1555 e il 1565 ed è riconducibile ad una generale tendenza di
rinnovamento strutturale dei monasteri che appartenevano alla
Congregazione Benedettina Cassinese
Infatti, nel 1490, in occasione del capitolo (assemblea) generale, la
Congregazione stabilì che i monasteri che entravano nell’orbita
cassinese dovevano essere riedificati, cominciando dai dormitori,
per continuare col chiostro e finire con la chiesa.
La Congregazione Benedettina si formò
nel 1433, divenne Cassinese nel 1503
con l’annessione del monastero di
Montecassino. Si diffuse soprattutto in
Italia settentrionale annettendo diversi
monasteri tra cui quello di
San Simpliciano nel 1517.
• Non è possibile legare il nome di alcun architetto al chiostro
maggiore, in quanto era abitudine dei monasteri della
Congregazione affidare i progetti ai monaci con competenze
architettoniche i quali supervisionavano il lavoro del capomastro
locale.
• Ciò che rimane ai posteri sono invece i nomi degli abati
che promossero i progetti, fu l’abate Girolamo Calcini da Pavia
a dare l’avvio ai lavori della fabbrica nel 1555.
• Vennero presi in considerazione due progetti per la realizzazione
del chiostro maggiore, uno di tipo innovativo che si ispirava alle
novità architettoniche milanesi e uno di tipo tradizionale sul modello
dei chiostri medievali.
• L’ordine preferì il secondo mostrando così di voler rimanere fedele
alla tradizione, in modo tale da evitare le eventuali accuse di
mondanità che sarebbero sorte se avessero adottato la prima
soluzione.
La struttura
• pianta
• portico
• facciata
La pianta
La pianta del chiostro delle due colonne ha un impianto
quadrato con 18 campate per lato.
Campata = spazio di pavimento
delimitato da 4 colonne o da
4 pilastri che sorreggono una volta
Il portico
• La struttura del portico
rappresenta una modalità
costruttiva tipica dei chiostri
della Congregazione
Cassinese:
• si tratta infatti di un portico ad
archi in pietra che poggiano
su coppie di colonne di ordine
dorico disposte
perpendicolarmente alle
facciate del cortile, anziché
parallelamente.
Le coppie di
colonne
sono anche
dette
COLONNE
BINATE
I modelli di riferimento di
questo particolare tipo di
portico sono:
I portici dei chiostri degli antichi
monasteri medievali, come quello
duecentesco di San Paolo fuori le
mura a Roma, che furono uniti alla
Congregazione nel corso del XV
secolo.
(modello tradizionale, cioè della
tradizione architettonica monacale)
*il porticus duplex descritto da
Vitruvio come tipico dei teatri e
delle palestre alla greca.
(modello classico)
* questo confronto proviene da Cesare Cesariano (che lavora come frescante per i cassinesi nel 1508 a
Parma) nelle cui tavole, realizzate utilizzando le descrizioni di Vitruvio, sono illustrate le palestre dei greci
caratterizzate da portici ad archi poggianti su colonne raddoppiate in profondità (cioè coppie di colonne
perpendicolari alla facciata) del tutto simili a quelli dei chiostri cassinesi.
La facciata
La facciata si divide in
ordine inferiore ed
ordine superiore.
• 1) L’ordine inferiore è occupato
dal portico ad archi poggianti
su coppie di colonne (al di sopra
del quale si sviluppa una
trabeazione completa).
• 2) Tra l’ordine inferiore e quello superiore corre una fascia intonacata
(ospitante enormi triglifi volti a sostenere le lesene dell’ordine superiore
in asse con le colonnine di quello inferiore).
3)
2)
1)
La facciata
• 3) l’ordine superiore
rappresenta una novità
architettonica in quanto non
si ispira ai modelli medievali,
che la congregazione
prediligeva, bensì al loggiato
dei due chiostri
bramanteschi del monastero
di Sant’Ambrogio. Questo
particolare tipo di ordine è
detto partito architettonico
“alla romana” o “tipo
colosseo” ed è una struttura
tipica del rinascimento.
3)
2)
1)
Il giardino
Il giardino del chiostro
maggiore è l’esito del
restauro eseguito nel
dopoguerra il quale
aveva come fine:
• il completamento delle bordure di bosso (siepe tipica dei giardini dei chiostri)
che definiscono le aiuole entro cui sono stati inseriti i roseti (rosa = simbolo
della purezza di Maria),
• il recupero delle fontane nella loro funzionalità.
Questi interventi hanno avuto lo scopo quindi di riproporre la centralità
del giardino nel chiostro come luogo della meditazione per eccellenza, dove la
bellezza del giardino rispecchiava quella divina.
I confronti all’interno di
San Simpliciano
CHIOSTRO
MAGGIORE
CHIOSTRO
QUATTROCENTESCO
(prima del restauro)
A questo punto è bene
mettere a confronto il
chiostro maggiore con
quello quattrocentesco
ad esso adiacente.
I portici sono entrambi
ad archi, ma la differenza
sta nel sistema di colonne.
Infatti gli archi del chiostro
maggiore sono retti
da coppie di colonne,
mentre quelli del chiostro
quattrocentesco da colonne
singole.
I confronti con altri chiostri della
Congregazione Benedettina
Cassinese
Abbiamo affermato che la
struttura architettonica
del portico del chiostro
maggiore di San Simpliciano
è tipica della Congregazione
Benedettina Cassinese.
Vediamo ora i chiostri di alcuni
monasteri della congregazione
e mettiamoli a confronto con
quanto analizzato fino ad ora.
Prendiamo in considerazione i chiostri dei monasteri di San Faustino a
Brescia, San Giorgio Maggiore a Venezia e San Pietro e Prospero a Reggio
Emilia.
San Faustino Maggiore - Brescia
Il chiostro di San
Faustino
rappresenta il
modello a cui fa
riferimento il
chiostro maggiore
di San
Simpliciano.
Fu progettato dal
bergamasco
Andrea Moroni e
fu realizzato tra il
1520/30.
CHIOSTRO DEI
CIPRESSI
I due chiostri infatti hanno il portico uguale (ad archi
poggianti su colonne binate di ordine dorico), inoltre le
dimensioni dei due chiostri sono molto simili.
San Giorgio Maggiore – Venezia
è un vasto complesso monastico che occupa gran parte dell’isola di San Giorgio.
San Giorgio
Maggiore
Chiostro delle
due colonne
Colonne
di ordine
dorico
Colonne di ordine
ionico
Il chiostro di San Giorgio Maggiore fu
progettato da Palladio e venne realizzato
dopo la sua morte.
Analogie: portico ad archi poggianti su colonne binate
Differenze: le colonne del chiostro veneziano sono di ordine ionico
mentre quelle del chiostro maggiore sono di ordine dorico.
San Pietro e Prospero a
Reggio Emilia.
Analogie: portico ad archi poggianti su colonne binate di ordine dorico
Differenze: il chiostro di San Pietro e Prospero è molto più piccolo
Rispetto a quello delle due colonne.
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