Sportelli unici e strategie di
politica economica locale
A cura di Ferdinando Ferrara
Roma, 15 ottobre 2004
1
Gli effetti economici dello Sportello Unico
Introduzione
dello Sportello
Unico
Riduzione delle
barriere alla
imprenditorialità
Incremento dei
livelli di
imprenditorialità
Incremento dell’elasticità
dell’occupazione all’output
MAGGIORE CRESCITA
DELL’OCCUPAZIONE
Maggiore crescita
della produttività
totale dei fattori
Diminuzione dei
costi unitari o
introduzione di
nuovi prodotti
Maggiore crescita
dei profitti
Maggiore crescita
degli investimenti
Maggiore crescita
dei salari
Maggiore crescita
dei consumi
MAGGIORE CRESCITA
DELL’OFFERTA E DEL
VALORE AGGIUNTO
Maggiore crescita
della domanda
aggregata
2
Ita
ly
e
iu
m
Fr
an
c
Be
lg
Ja
pa
n
Fi
nl
an
d
Ge
rm
an
Sw
y
itz
er
lan
d
de
n
Sw
e
5.0
Sp
ain
ted
Ki
ng
do
m
Ca
na
d
Au a
str
ali
a
Ire
lan
Ne
d
w
Ze
Un alan
d
ite
dS
tat
es
De
nm
ar
k
No
rw
Ne
ay
th
er
lan
ds
Po
rtu
ga
l
Au
str
ia
Gr
ee
ce
Un
i
Barriere all’imprenditorialità, 1998
6.0
Barriers to competition
Regulatory and administrative opacity
4.0
Administrative burdens on startups
3.0
2.0
1.0
0.0
3
L’indicatore OCSE di Barriere
all’Imprenditorialità
Ditte Individuali
Società di capitali
Oneri su start-up
Oneri Settoriali
Barriere
all’imprenditorialità
Opacità
Amministrativa
Semplificazione
Autorizzaz. e Licenze
Barriere alla
Concorrenza
4
L’indicatore OCSE di Barriere
all’Imprenditorialità

Oneri Amministrativi sullo Start-up: aggregazione
degli indicatori di Oneri amministrativi generali sullo
start-up di imprese individuali, Oneri amministrativi
generali sullo start-up di società di capitali, Oneri
amministrativi settoriali sullo start-up di imprese.
 Opacità
Regolatoria
ed
Amministrativa;
aggregazione degli indicatori di Caratteristiche del
sistema di licenze ed autorizzazioni, Comunicazione
e semplificazione del sistema normativo;
 Barriere alla competizione; aggregazione degli
indicatori di Barriere legali all’entrata, ed Eccezioni
5
settoriali all’applicazione di leggi Antitrust.
VARIAZIONI NELLA CRESCITA DELLA MFP E
BARRIERE ALL’IMPRENDITORIALITA’
Barriers to entrepreneurship
3.0
ITA
BEL
FRA
2.5
JPN
DEU
2.0
FIN
ESP
SWE
GRC
PRT
1.5
AUT
DNK
USA
NLD
IRL
1.0
NOR
NZL
AUS
CAN
0.5
0.0
-2
-1.5
-1
-0.5
0
0.5
1
1.5
Change in average MFP growth between 1980s and 1990s
6
VARIAZIONI NELLA CRESCITA DELLA MFP E VINCOLI
AMMINISTRATIVI ALLO START UP
Change in MFP
growth corrected for
hours worked
1
Australia Finland
Ireland
Canada
Sweden
Denmark
0.5
Norway
Canada
New Zealand
0
Belgium
Germany
Italy
-0.5
Netherlands
France
Japan
-1
United Kingdom
-1.5
Spain
-2
0.0
1.0
2.0
3.0
4.0
5.0
6.0
Administrative burdens on start-ups
7
Variazione Numero procedure, Tempi e Costi
di start-up, 2002-1998
Ditta Individuale
Italia 1998
Società per azioni
Italia 2002
Italia 1998
Italia 2002
Numero di procedure
(pre & post- registrazione)
11
5
21
12
Tempi di inizio attività
(in settimane)
16
1
22
6
1150
340
7700
3516
Costi per l'effettuazione delle
procedure (in euro)
8
Variazione 1998-2002 Oneri
Componente amministrativi sullo start-up
Indicatori
dettagliati
Oneri
amministrativi
per lo start up,
Ditte individuali
Oneri
amministrativi per
lo start up,
Società di capitali
Oneri
amministrativi
settoriali
Totale
4,75
5,75
4,5
4,92
1,75
3
4,5
2,99
Pre-SUAP
Situazione 2002
9
Variazione 1998-2002
Componente Opacità Amministrativa
Indicatori dettagliati
Sistema di
autorizzazioni e
licenze
Comunicazione
e
semplificazione
di regole e
procedure
4
0,8
0
0,8
Totale
Pre- SUAP
2,56
Situazione 2002
0,36
10
Variazione 1998-2002
Indicatore Barriere all’imprenditorialità
Indicatori
Oneri
amministrativi
sullo start-up
Opacità
Amministrativa
Barriere alla
concorrenza
Totale
4,92
2,56
1,80
3,34
2,99
0,36
1,80
1,94
Pre- SUAP
Situazione 2002
11
IMPATTO DELL’INTRODUZIONE DELLO SPORTELLO UNICO
SULLO START-UP D’IMPRESA: UN’ANALISI COMUNALE
• Metodologia della misura dell’impatto: metodo quasi-sperimentale di policy
evaluation basato sul confronto del valore assunto dalla variabile obiettivo (il tasso
di start-up) prima e dopo l’introduzione dello SUAP in due campioni di comuni
differenti (criterio della doppia differenza) – un campione di verifica e un campione di
controllo
• Campione di verifica: campione di comuni che hanno tutti introdotto lo SUAP nel
1999 e caratterizzati da elevati livelli di funzionalità del medesimo
Campione di controllo: campione di comuni assolutamente omogenei a quelli del
campione di controllo per caratteristiche geografiche e socio-economiche, che non
hanno ancora proceduto all’introduzione dello SUAP
• Criterio della doppia differenza: consiste nel comparare il campione di verifica e il
campione di controllo (prima differenza) prima e dopo l’applicazione della politica
(seconda differenza) – la seconda differenza individua l’effetto netto dell’introduzione
dello SUAP depurato da ogni altra circostanza
• Significatività statistica (F-test): la differenza degli andamenti dello start-up nei due
campioni (doppia differenza) è stata analizzata con rigorose tecniche statistiche per
verificarne la significatività – il suo ordine di grandezza è tale da non poter essere
attribuito a circostanze casuali
12
Test di significatività delle differenze fra gli andamenti medi dei tassi di Start-up nei
campioni di verifica e di controllo
CAMPIONE DI VERIFICA
anni 1997-1999
anni 2000-2001
Campione di verifica: differenza dei
tassi di start-up nei due sottoperiodi
11.1818%
11.7772%
0.5955%
CAMPIONE DI CONTROLLO
anni 1997-1999
anni 2000-2001
Campione di controllo: differenza dei
tassi di start-up nei due sottoperiodi
10.1058%
9.9676%
-0.1382%
DOPPIA DIFFERENZA COME IMPATTO DELLO SUAP
Differenza fra l'andamento nei due
campioni
F-test di significatività della
differenza fra i due campioni
P-value dell'F-test
0.7337%
27.07
0.00
13
IMPATTO DELL’INTRODUZIONE DELLO SPORTELLO UNICO
SULLO START-UP D’IMPRESA: UN’ANALISI COMUNALE
Impatto sui tassi di start-up medi
dell'introduzione dello SUAP
+ 0.73%
la somma delle aree tratteggiate
rappresenta la differenza (fra
comuni con e senza SUAP) negli
andamenti medi del tasso di startup prima e dopo l'introduzione dello
SUAP, e, dunque misura l'impatto
sull'effervescenza imprenditoriale
locale di quest'ultimo
14
IMPATTO DELL’INTRODUZIONE DELLO SPORTELLO UNICO
SULLA CRESCITA ECONOMICA E SULL’OCCUPAZIONE:
UN’ANALISI REGIONALE
• L’impatto sulla crescita economica: lo SUAP e le altre politiche volte a
favorire l’imprenditorialità agiscono come stimolo alla crescita economica
attraverso l’incremento della crescita della produttività (Produttività Totale
dei Fattori), la quale può essere distribuita alla collettività o tramite una
diminuzione dei prezzi (aumento del reddito reale pro-capite) o tramite
l’aumento degli utili/dei salari – in ogni caso l’effetto netto è quello di dare
impulso alla domanda aggregata e alla produzione
• Metodologia della misura dell’impatto sulla crescita economica: è stato
analizzato separatamente l’ordine di grandezza dell’impatto della
maggiore imprenditorialità sulla crescita del valore aggiunto – la
metodologia si avvale di Regressioni con dati panel regionali. Dall’analisi
degli andamenti storici, è stata stimata la relazione lineare fra crescita del
valore aggiunto e due variabili: lo start-up d’impresa, come indice di
effervescenza imprenditoriale (flusso), e la densità imprenditoriale, come
indice di livelli di imprenditorialità raggiunti (stock) – la variabile
direttamente interessata dallo SUAP è lo start-up
15
IMPATTO DELL’INTRODUZIONE DELLO SPORTELLO UNICO
SULLA CRESCITA ECONOMICA E SULL’OCCUPAZIONE:
UN’ANALISI REGIONALE
RELAZIONE FRA IL VALORE AGGIUNTO TOTALE REGIONALE I DUE INDICI DELL’IMPRENDITORIALITA’
Variabile Dipendente: VARIAZIONE PERCENTUALE VALORE AGGiUNTO TOTALE REGIONALE
Metodo: Minimi Quadrati Ponderati
Campione: 1992 2001
Variabile
VARIAZIONE PERCENTUALE
VALORE AGGIUNTO TOTALE NAZIONALE (*)
TASSO DI DENSITA’ IMPRENDITORIALE REGIONALE
(MEDIA MOBILE A 4 TERMINI – RITARDATA DI 2 ANNI)
TASSO DI STARTUP REGIONALE
(MEDIA MOBILE A 2 TERMINI – RITARDATA DI 1 ANNO)
Coeff.
Esplicativa Media
Impatto
+1%
media
1.036
Std. Error
t-Stat.
Prob.
0.049
21.229
0.000
1.065
9.3%
0.10%
0.268
3.971
0.000
0.520
8.9%
0.05%
0.077
6.744
0.000
Statistiche Diagnostiche
R-quadro
R-quadro aggiustato
S.E. della regressione
0.689
0.650
0.013
F-statistica
Prob(F-statistica)
Durbin-Watson stat
195.734
0.000
1,95
16
IMPATTO DELL’INTRODUZIONE DELLO SPORTELLO UNICO
SULLA CRESCITA ECONOMICA E SULL’OCCUPAZIONE:
UN’ANALISI REGIONALE
• L’impatto sulla crescita dell’occupazione (2 canali distinti): lo SUAP e le altre
politiche volte a favorire l’imprenditorialità agiscono come stimolo alla crescita del
prodotto, e attraverso tale impulso all’offerta aggregata costituiscono un potente
viatico alla crescita dell’occupazione. Vi è anche un altro canale attraverso cui una
maggiore effervescenza imprenditoriale crea nuovi posti di lavoro: a causa del
maggior “dinamismo” dell’ambiente economico tende ad aumentare l’elasticità
dell’occupazione all’output
• Metodologia della misura dell’impatto sull’occupazione: è stato analizzato
separatamente l’ordine di grandezza dell’impatto della maggiore imprenditorialità
sulla crescita dell’occupazione – la metodologia si avvale di Regressioni con dati
panel regionali. Dall’analisi degli andamenti storici, è stato stimato un complesso
modello del mercato del lavoro: la relazione lineare fra crescita dell’occupazione
e start-up d’impresa, crescita delle imprese attive, tasso di flessibilità del mercato
del lavoro, variazione del valore aggiunto regionale (come incremento dell’offerta
aggregata)
17
IMPATTO DELL’INTRODUZIONE DELLO SPORTELLO UNICO
SULLA CRESCITA ECONOMICA E SULL’OCCUPAZIONE:
UN’ANALISI REGIONALE
RELAZIONE FRA OCCUPAZIONE TOTALE REGIONALE IMPRENDITORIALITA’
Variabile Dipendente: VARIAZIONE PERCENTUALE
DEGLI OCCUPATI TOTALI REGIONALI
Metodo: Minimi Quadrati Ponderati
Campione: 1993 2001
Variabile
VARIAZIONE PERCENTUALE
DEL VALORE AGGIUNTO TOTALE REGIONALE
TASSO DI FLESSIBILITA’
DEL MERCATO DEL LAVORO REGIONALE
VARIAZIONE PERCENTUALE
DELLE IMPRESE ATTIVE REGIONALI
(RITARDATA DI 1 ANNO)
TASSO DI STARTUP REGIONALE
(RITARDATO DI 1 ANNO)
TASSO DI STARTUP REGIONALE
(RITARDATO DI 2 ANNI)
IMPATTO TOTALE STARTUP
Esplica Impatto
tiva +1%
Coeff. Media media
Std. Error
t-Stat.
Prob.
0.211
0.027
7.761
0.000
0.253
0.023
10.884
0.000
0.262
0.3%
0.001%
0.051
5.131
0.000
0.317
8.9%
0.03%
0,07
2.983
0.003
0.134
0.451
8.9%
0.01%
0.072
1.853
0.066
Statistiche Diagnostiche
R-quadro
R-quadro aggiustato
S.E. della regressione
0.726
0.683
0.014
F-statistica
Prob(F-statistica)
Durbin-Watson stat
102.583
0.000
2,231
18
SINTESI DELLE ANALISI DI IMPATTO
A coronamento del percorso logico fin qui illustrato,
l’esercizio di valutazione che segue ricostruisce l’impatto
finale dell’introduzione dello SUAP sulla crescita
economica e sull’occupazione (attraverso lo stimolo
all’imprenditorialità locale) mettendo a sistema i risultati
delle due analisi parziali precedentemente mostrate
(analisi
comunale
dell’impatto
dello
SUAP
sullo start-up + analisi regionale dell’impatto
dell’imprenditorialità su crescita e occupazione)
19
SINTESI DELLE ANALISI DI IMPATTO
Impatto dell'introduzione dello SUAP sulla crescita economica e sull'occupazione IMPATTO SULLA CRESCITA
DEL VALORE AGGIUNTO
coefficiente
d'impatto dello impatto SUAP
Start-up sul
sul valore
Stima dell'impatto dell'introduzione
dello SUAP sul tasso di Start-up valore aggiunto
aggiunto
0.7337%
0.520
0.38%
IMPATTO SULLA CRESCITA
DELL'OCCUPAZIONE
coefficiente
d'impatto dello
Start-up
sull'occupazione
0.451
impatto
coefficiente
SUAP
d'impatto del
valore aggiunto sull'occusull'occupazione pazione
0.211
0.41%
20
IMPATTO DELL’INTRODUZIONE DELLO SPORTELLO
UNICO SULLA CRESCITA ECONOMICA
E SULL’OCCUPAZIONE: UN’ANALISI REGIONALE
Impatto dell'introduzione dello
SUAP sulla crescita economica
e occupazionale dell'Italia
+
0.38%
+
0.41%
le aree tratteggiate rappresentano
l'impatto sulla crescita del Valore
Aggiunto e dell'Occupazione
nazionali in caso di piena
ed efficiente implementazione
dello SUAP su tutto il territorio
21
Gli indicatori di buon governo
dell’imprenditorialità: l’idea progetto
Analizzare il “buon governo dell’imprenditorialità”
da parte delle amministrazioni locali attraverso
l’elaborazione di indicatori che siano in grado di
sintetizzare, a livello regionale:
 l’attenzione verso le esigenze e i fabbisogni del
mondo imprenditoriale;
 l’implementazione e la qualità delle politiche a
favore dell’imprenditorialità.
22
Gli indicatori di buon governo
nella letteratura economica
Un importante filone della letteratura economica tende a
enfatizzare l’impatto di differenti assetti istituzionali sulla
crescita economica e su comportamento e performance delle
imprese.
I lavori di carattere empirico il ruolo rilevante svolto da variabili
di carattere istituzionale direttamente riferibili al buon
funzionamento del settore pubblico (good government).
Good government: minore ma più efficiente burocrazia, minor
interventismo minore regolazione e minor peso del settore
pubblico in campo economico, capacità ed efficienza nella
fornitura di beni pubblici.
23
Quali indicatori di buon governo per
l’imprenditorialità?
A livello internazionale gli indicatori che misurano le
iterazioni fra pubblica amministrazione e imprese
trovano fondamento sul presupposto che un buon
governo nei confronti dell’imprenditorialità coincida con
un atteggiamento che sia il meno interventista possibile
(meno regolazione, meno procedure, meno tempi e
costi improduttivi).
Il ruolo della PA è associato alla presenza di un onere di
regolamentazione del mercato (administrative and
regulatory burdens) a carico delle imprese e, quindi, un
costo per il sistema.
24
Gli indicatori di buon governo
dell’imprenditorialità: l’idea progetto
Il non interventismo (meno “lacci” o red tape) è
solo un aspetto del buon governo.
Ulteriori aspetti di notevole rilievo riguardano:
- l’atteggiamento
e
l’attenzione
che
le
amministrazioni pongono nei confronti delle
esigenze imprenditoriali;
- la loro capacità di implementare le politiche
introdotte e di porre in essere azioni coerenti con i
fabbisogni delle imprese;
- la qualità e l’efficienza dell’intervento pubblico.
25
Gli indicatori di buon governo
dell’imprenditorialità: l’idea progetto
L’evoluzione normativa iniziata alla fine dello
scorso decennio e il nuovo Titolo V della
Costituzione rendono utile e desiderabile una
definizione a livello regionale di indicatori di
buon governo dell’imprenditorialità.
26
Gli indicatori di buon governo
dell’imprenditorialità: l’idea progetto
Caratteristiche generali degli indicatori
proposti:
1) devono essere in grado di catturare i
comportamenti pro-active a favore delle
imprese da parte delle amministrazioni
pubbliche;
2) devono avere una dimensione
territoriale (regionale).
27
Gli indicatori di buon governo
dell’imprenditorialità: l’idea progetto
Per catturare i comportamenti pro-active, il set di
indicatori elementari da individuare deve soddisfare
almeno una delle due caratteristiche:
a) devono essere in grado di individuare l’attenzione
che le P.A. locali riservano alle azioni in grado di
facilitare lo svolgimento delle attività imprenditoriali e
migliorarne la competitività;
b) devono essere in grado di misurare l’effettiva
implementazione delle funzioni attribuite alla P.A. locale
e l’efficacia e la qualità con cui esse sono svolte.
28
Gli indicatori di buon governo
dell’imprenditorialità: l’idea progetto
Classificazione
elementari:
1)
2)
3)
funzionale
degli
indicatori
Indicatori di “Attenzione Istituzionale”;
Indicatori di “Capacità Istituzionale”,
Indicatori di “Qualità”.
29
Indicatori di Attenzione
Istituzionale
Attraverso
gli
indicatori
di
attenzione
istituzionale si intende misurare la priorità e la
rilevanza, da un punto di vista normativo e/o
finanziario, che le diverse Amministrazioni locali
riservano
alle
azioni
in
favore
dell’imprenditorialità.
30
Indicatori di Attenzione Istituzionale
Per alcuni indicatori, che riguardano aspetti di tipo
amministrativo/normativo, l’attenzione istituzionale sarà
misurata attraverso il grado e la tempestività con cui le
Amministrazioni locali sono intervenute nell’introdurre
strumenti o normative in materia di attività.
Per altre tipologie di indicatori, l’attenzione istituzionale
sarà invece misurata attraverso variabili finanziarie, quali,
in particolare, l’ammontare di risorse che le
Amministrazioni locali hanno destinato per azioni in
grado di agire positivamente sulle attività imprenditoriali.
31
Indicatori di Capacità Istituzionale
Per capacità istituzionale si intende la
capacità da parte delle Amministrazioni
locali di implementare e rendere operativi
gli strumenti e le normative introdotte.
32
Indicatori di Qualità
Per qualità si intende l’efficacia con cui
sono attuate dalle Amministrazioni locali
le azioni a favore delle attività
imprenditoriali.
33
Possibili indicatori elementari per la
costruzione dell’indicatore di dettaglio
SUAP
 Indicatore di attenzione istituzionale: popolazione (o
imprese) residente in comuni in cui è stato introdotto lo
SUAP/totale popolazione regionale (Fonte: Censimento
Formez).
 Indicatore di attenzione istituzionale: Risorse regionali
per formazione personale e per attivazione- potenziamento
SUAP/Totale risorse regionali (Fonte: questionario alle
regioni).
34
Possibili indicatori elementari per la
costruzione dell’indicatore di dettaglio
SUAP

Indicatore
di
capacità
istituzionale:
popolazione (o imprese) residente in comuni
con SUAP caratterizzati da un indice di
operatività
superiore
al
xx
%/totale
popolazione regionale (Fonte: Censimento
Formez).
 Indicatore di qualità: Tempo medio regionale
per la conclusione del procedimento unico
(Fonte: Censimento Formez).
35
Lo schema piramidale degli indicatori di
buon governo dell’imprenditorialità
Buon Governo dell’Imprenditorialità
Riduzione vincoli e barriere
amministrative all’attività
imprenditoriale
Semplificazione
amministrativa
Insediamento e
regolazione
attività
produttive
Miglioramento competitività
e superamento fallimenti di
mercato
Politica
industriale
Servizi reali alle
imprese
Politiche
dell’offerta
36
Utilità degli indicatori
1. descrivere in maniera più esaustiva il differente
atteggiamento delle amministrazioni locali nei confronti del
mondo imprenditoriale;
2. mettere in risalto una importante componente di
quell’insieme di caratteristiche istituzionali di un territorio
che tendono sempre più a contraddistinguersi come
elemento rilevante nelle più recenti teorie della crescita;
3. idoneità a essere utilizzati come variabili esplicative dei
differenziati andamenti di variabili economiche regionali
particolarmente rilevanti (VA, TFP, IDE, tassi di start-up,
tassi di densità imprenditoriale).
37
Scarica

slide dipartimento per lo sviluppo delle