106a Stagione Concertistica 15/16 Lunedì 16 Novembre ore 20:45 I Solisti Filarmonici Italiani Federico Guglielmo, Myriam Dal Don violino Alessandro Ferrari, Carlo Lazari violino Enrico Balboni, Mario Paladin viola Luigi Puxeddu, Francesco Ferrarini violoncello Ubaldo Fioravanti contrabbasso Jolanda Violante pianoforte Édouard Lalo “ PROGRAMMA Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-1847) Sestetto in re maggiore op. 110 per pianoforte, violino, due viole, violoncello e contrabbasso Allegro vivace Adagio Menuetto e Trio. Agitato Allegro vivace Pierangelo Valtinoni (1959) Ottetto concertante per quattro violini, due viole e due violoncelli PRIMA ESECUZIONE ASSOLUTA Con irruenza – allegro Adagio – Allegretto – Adagio – Più adagio Con irruenza – Allegro spiritoso – Adagio, quasi recitativo – Solenne ma con leggerezza – Più spiritoso *** Felix Mendelssohn Bartholdy Ottetto in mi bemolle maggiore op. 20 per quattro violini, due viole e due violoncelli Allegro moderato ma con fuoco Andante Scherzo. Allegro leggierissimo Presto “ I PROTAGONISTI Considerati tra le più importanti orchestre da camera del panorama internazionale, I Solisti Filarmonici Italiani raccolgono l’eredità dei Virtuosi di Roma e dei Solisti Italiani. Tutti i componenti dell’ensemble vantano una rilevante attività concertistica, suonano come “Prime Parti Soliste” nelle maggiori orchestre italiane e sono vincitori di Concorsi come il Vittorio Gui, lo Stradivari, il Viotti e l’ARD di Monaco. Forti di un vasto repertorio, I Solisti suonano prevalentemente senza direttore e – unici in Italia – si alternano i tutti i ruoli quali Solisti, Concertatori e Prime Parti. L’ensemble è ospite delle principali istituzioni concertistiche nelle Americhe, in Giappone ed Estremo Oriente, in Sud Africa, oltre che in tutta Europa. Fra le prestigiose sale da concerto dove si esibisce si possono ricordare il Concertgebouw di Amsterdam, la Philharmonie di Berlino, la Beethovenhalle di Bonn, il Musikverein di Vienna, la Salle Pleyel di Parigi, il Metropolitan e la Carnegie Hall di New York, la Suntory Hall e l’Opera City a Tokyo. Le loro esecuzioni sono state apprezzate dai critici del New York Times, Washington Post, Corriere della Sera, Suddeutsche Zeitung... che hanno sottolineato la vivacità interpretativa, il grande virtuosismo e la luminosità del suono. I Solisti Filarmonici Italiani hanno suonato e suonano frequentemente in tour anche con eminenti musicisti di tutto il mondo. Il gruppo ha effettuato numerose registrazioni per Denon Nippon Columbia, Decca, Stradivarius, CPO ed Exton. Fra i loro prossimi impegni, la registrazione dei lavori per archi di Tchaikovsky, tournée in Giappone ed Estremo Oriente, oltre a due nuovi CD per Denon e Exton. Pierangelo Valtinoni è uno dei più interessanti compositori italiani. I suoi lavori, eseguiti in 4 continenti, sono incisi per varie etichette e sono trasmessi dalle principali radio europee. Ha pubblicato per Boosey & Hawkes, Sonzogno, Carrara, Carus-Verlag, Feniarco e Cipriani. Komische Oper di Berlino, Opernhaus di Zurigo, Internationales Forum Junge Chormusik di Rotenburg-Wümme, sono solo alcuni dei prestigiosi Enti che gli hanno commissionato dei lavori. Valtinoni ha scritto 3 opere per ragazzi. Il ragazzo col violino su libretto di Roberto Piumini (Sonzogno); Pinocchio su libretto di Paolo Madron (Boosey & Hawkes), una delle opere contemporanee più rappresentate in Europa; La Regina delle nevi su libretto di Paolo Madron (Boosey & Hawkes), commissionatagli dalla Komische Oper di Berlino e rappresentata anche alla Staatsoper di Amburgo, al Conservatorio di Dresda, al Teatro dell’Opera di Umeå e al Teatro Comunale di Vicenza. Con le musiche di scena per lo spettacolo teatrale “Un teatro per Jules L’ultima rotta di Verne” di Adriano Marcolini ha vinto il premio per il miglior commento musicale al 60° Festival nazionale di arte drammatica di Pesaro. Nel 2014 ha ricevuto il Premio ASAC per la musica corale. “ NOTE AL PROGRAMMA E pensare che fino a qualche decennio fa Mendelssohn era conosciuto dal grande pubblico quasi esclusivamente per la celeberrima Marcia Nuziale tratta dal “Sogno di una notte di mezza estate”! Quanti sanno che Felix fu bambino non meno prodigio di Wolfgang (fra i 12 e i 14 anni compose le sue prime 12 sinfonie per archi) e che come Mozart visse troppo poco, appena 38 anni? Quanto sappiamo della sua attività di pianista e soprattutto di direttore d’orchestra, al Gewandhaus di Lipsia, che contribuì non poco a scoprire e valorizzare capolavori di Palestrina, Händel, Bach e Schubert? Infine, quanto conosciamo della sua vastissima produzione che comprende moltissima musica sacra, grandi composizioni profane, un’infinità di pezzi vocali e corali, musiche di scena, ouvertures, sinfonie, concerti per strumento solista e orchestra, musica da camera e brani dedicati al pianoforte? Il Teatro Comunale di Vicenza, in questa stagione musicale 2015/16, ci offre la bella opportunità di approfondire tre diversi aspetti del Mendelssohn-compositore: il camerista (con il concerto di questa sera), l’autore di sublimi sinfonie (la Scozzese e l’Italiana saranno eseguite dalla OTO rispettivamente nei concerti del 23 novembre e del 27 aprile) ed il compositore di musica vocale (nel Concerto di Natale del prossimo 21 dicembre, con tre Mottetti latini). Mendelssohn ebbe la fortuna di nascere in una agiata famiglia che incoraggiò in tutti i modi il talento musicale dei figli (oltre a Felix, anche la sorella Fanny era una promettente pianista). A partire dal 1822 la loro residenza estiva, ad esempio, per due domeniche al mese si trasformava in un prestigioso luogo di concerti dove, oltre a Felix e Fanny, erano invitati ad esibirsi i migliori strumentisti del distretto. Fra i più assidui frequentatori di queste eleganti matinée c’era spesso anche un certo signor Goethe. È per una di queste occasioni che il quindicenne Mendelssohn scrisse, nel 1824, il Sestetto in re maggiore. Quasi un concerto per pianoforte e archi – sostengono i critici – che con la sua esuberanza cristallina chiude idealmente il ciclo compositivo giovanile. Già l’Ottetto per archi – composto un anno e mezzo più tardi e considerato forse il maggior capolavoro di tutta la produzione giovanile – dimostra infatti che ci troviamo al cospetto di un Mendelssohn molto più maturo che ha imboccato la sua strada definitiva, nonostante la giovane età. L’Ottetto – eseguito per la prima volta in pubblico nel 1832 al Conservatorio Nazionale di Parigi – è quasi una sinfonia, come ebbe a sottolineare lo stesso autore nella partitura: va suonato da tutti gli strumenti nello stile di un’orchestra sinfonica. I piani e i forti vanno rispettati attentamente e sottolineati con più forza di quanto si usa in opere di questo genere. Strutturato in quattro movimenti, il corposo ed elegante lavoro solo apparentemente si attiene ai canoni classici, superandoli – in realtà – con parecchie innovazioni davvero sorprendenti per un ragazzo di nemmeno diciassette anni. Mendelssohn dedicò questo capolavoro all’amico violinista Eduard Rietz (7 anni più vecchio di lui) e non a caso i primi due movimenti sono costruiti per mettere in luce le doti virtuosistiche del Primo violino. Lo Scherzo, certamente il movimento più popolare di tutto il lavoro, è “parente” stretto dello Scherzo del Sogno di una notte di mezza estate ed è ispirato al capitolo della Notte di Valpurga del Faust di Goethe. Tra un’opera e l’altra...una pausa di riflessione di Pierangelo Valtinoni Mi piace ogni tanto avere a che fare solamente con il suono ed essere libero di costruire un edificio musicale senza alcun legame con la parola. E mi piace anche iniziare un nuovo lavoro non partendo da un progetto prestabilito, così da gestirne la forma mano a mano che i problemi si presentano. L’Ottetto concertante nasce proprio con questo spirito. Perché non scrivere un Ottetto per archi come grandi maestri del passato? Buttiamo giù le mani sulla tastiera del pianoforte e proviamoci! Ne è scaturito questo omaggio alla tradizione classica, verso la quale mi sento fortemente debitore, che ho voluto dedicare, non senza un po’ di timore reverenziale, ai prestigiosi Solisti Filarmonici Italiani i quali sono questa sera protagonisti della sua prima esecuzione. Non amo invece parlare dal punto di vista estetico della mia musica. Preferisco lasciare ad altri, se ne avranno voglia, in compito di farlo. Per cui mi limiterò solo a dare qualche informazione tecnica. Si tratta di una composizione della durata di circa ventitré minuti, divisa in più parti collegate tra loro. In essa sono evidenti quattro nuclei principali corrispondenti alla successione dei movimenti Allegro-Adagio-Scherzo-Rondò di derivazione classica. Il materiale musicale è sviluppato in modo ciclico per cui la struttura poggia su un continuo gioco di ritorni tematici e nuove invenzioni. L’aggettivo “concertante” indica che le tre prime parti, il primo violino, la prima viola e il primo violoncello, si trovano spesso a dialogare con il resto dell’ensemble. Mi auguro che questa nuova composizione incontri il favore degli esecutori e del pubblico, cosa a cui io tengo in modo particolare. Contrariamente a quanto accade spesso nel mondo della musica contemporanea, dove l’auto-referenzialità costringe la maggior parte dei compositori a svalutare l’aspetto comunicativo, se non addirittura a cancellarlo in toto, quasi fosse un peccato mortale. MERCOLEDì 2 DICEMBRE ore 20:45 IL PROSSIMO CONCERTO LOCKENHAUS ON TOUR archi e pianoforte musiche di Dvořák, Veress e Strauss Biglietti: INTERO euro 20 / RIDOTTO OVER65 euro 15 / RIDOTTO UNDER30 euro 10,60 La 106a Stagione Concertistica della Società del Quartetto è realizzata grazie a main sponsor sponsor PAOLO MARZOTTO PARTNER SUPPORTER ENTI ISTITUZIONALI Per le attività culturali SOCIO MEDIA PARTNER AIAM Associazione Italiana Attività Musicali Il servizio TAXITEATRO70 è svolto in collaborazione con COMUNE DI VICENZA Assessorato alla Comunità e alle famiglie