Libretto di campo
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Autori vari, «…e si prese cura di lui» (Lc 10 3,4). Incontrare i giovani fino
“agli estremi confini”, in Quaderni della Segreteria Generale della CEI
28(2008), p.1-, numero monografico
Morelli G., Giovani, vangelo e cultura, in Segno nel Mondo 12(2008),
p.40-ss.
Autori vari, L’educazione alla fede delle giovani generazioni, in
Orientamenti Pastorali 11(2008), p.24-ss.
Autori vari, Trasmettere la fede alle nuove generazioni, in Evangelizzare
9(2008), p.533-ss.
Autori vari, Perché siano ‘sentinelle del mattino’, in Presbyteri 7(2008),
p.481-ss.
Bissoli C., Giovani e sinodo sulla «parola di Dio». Una scheda di
informazione e/o preparazione, in Note di Pastorale Giovanile 5(2008),
p.30-ss.
Barbetta S., La formazione cristiana dei giovani. Quadro di riferimento a
partire dalle proposte CEI, AGESCI; CL/3, in Catechesi 3(2008), p.35-ss.
Barbetta S., La formazione cristiana dei giovani. Quadro di riferimento a
partire dalle proposte CEI, AGESCI, CL/2, in Catechesi 2(2008), p.44-ss.
Barbetta S., La formazione cristiana dei giovani. Quadro di riferimento a
partire dalle proposte CEI, AGESCI, CL/1, in Catechesi 1(2008), p.44-ss.
Scalia F., Inviato ad paganos. Parlare di Dio ai giovani, fra pseudo atei e
falsi cristiani, in La Rivista del Clero Italiano 1(2008), p.63-ss.
Cugini P., Evangelizzare i giovani in un mondo che cambia: riflessioni
pastorali, in Note di Pastorale Giovanile 8(2007), p.40-ss.
Ghersi A., Itinerari per adolescenti e giovani, in Rivista di Pastorale
Liturgica 6(2007), p.5-ss.
Vela J. A., Il paradigma dell’azione pastorale nel lavoro con i giovani, in
Concilium 5(2007), p.114-ss.
Di Fiore C., L’evangelizzazione dei giovani nell’attuale contesto culturale,
in Vivarium 3(2007), p.409-ss.
Séïde M., Scoprire la bellezza della fede. Quali percorsi?, in Rivista di
Scienze dell’Educazione 3(2007), p.46-ss.
Monari L., «Debitori del vangelo». Trasmettere la fede alle nuove
generazioni. Per continuare il cammino di riflessione e orientamento, in
Orientamenti Pastorali 2(2007), p.88-ss.
Posta prioritaria: giovani ed
evangelizzazione in AC
Una vita bella, felice, vissuta in pienezza, nell’amore per Dio e per gli altri:
è questo il contenuto della posta prioritaria che vogliamo inviare a tutti i
giovani e giovanissimi delle nostre parrocchie e diocesi. Come scrivere
questa lettera perché arrivi al cuore dei nostri coetanei? Quali parole,
strumenti, quali mezzi utilizzare perché questa Parola di speranza possa
raggiungere più giovani possibile?
Questo è il punto di domanda da cui inizia il campo: una domanda che
desideriamo innanzitutto calare nella nostra vita. Partiremo dunque
dall’ascolto della Parola, e mettendoci alla scuola di Gesù rifletteremo
sulla capacità di “evangelizzare” attraverso l’incontro e le relazioni, per poi
mettere a fuoco cosa significa davvero evangelizzazione.
L’evangelizzazione è l’essenziale del nostro essere giovani cristiani, che
vivono il cammino di fede e fanno esperienza di Chiesa nell’associazione.
Desideriamo fare un po’ di chiarezza e darci alcune coordinate essenziali: i
giovani sono considerati il soggetto (e l’oggetto!) principale
dell’evangelizzazione, e a volte abbiamo un po’ di difficoltà a orientarci in
questo grande slancio missionario della Chiesa: primo annuncio, nuova
evangelizzazione, riscoperta della fede… Cosa stanno ad intendere
realmente questi termini?
Porci queste domande ci permetterà di confrontarci su quali passi avanti
possiamo fare come responsabili dei giovani di Ac, sia nel cammino
ordinario dell’associazione sia attraverso la sperimentazione di nuove
forme e nuovi spazi per portare il Vangelo: territorio, parrocchia, ambienti
di vita. Uno spazio particolare sarà dedicato alle grandi fragilità che i
giovani oggi vivono, debolezze sociali e culturali che spesso diventano
anche fragilità e paure personali ed emotive.
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In questo percorso ci faremo aiutare dalla testimonianza luminosa di Carlo
Carretto, instancabile animatore e testimone contagioso di speranza, che
con il suo impegno e la sua capacità di mettere sempre al centro il Vangelo
costituisce una guida per tutti i giovani di Ac.
Tra gli strumenti che possiamo utilizzare in questo cammino, oltre alla
proposta formativa dell’associazione, c’è la rinnovata edizione della
Regola di vita spirituale dei giovani di Ac: uno strumento per suscitare
delle domande in chi non frequenta il gruppo o rimane ancora “fuori dal
giro”, e per accompagnare i giovani e i giovanissimi di Ac a vivere una vita
“secondo lo Spirito”.
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Oltre alle persone che con la loro esperienza e amicizia ci
accompagneranno in questo percorso, biblisti, docenti, laici e religiosi,
incontreremo anche tanti amici dell’Ac della regione che ci ospita. A tutti
un sincero “grazie”!
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Pezzuto Giovanni, Gesù insegna a educare e a educarsi. Orientamenti e
suggerimenti per genitori, educatori e giovani, San Paolo, Cinisello
Balsamo (MI) 2007
Ruini Camillo, Rieducarsi al Cristianesimo. Il tempo che stiamo vivendo,
Mondadori , Milano 2008, pp. 102 (*)
Sartorio Ugo (a cura di), Annunciare il Vangelo oggi: è possibile?,
Messaggero, Padova 2005, pp. 187 (*)
Sigalini Domenico, Con il Vangelo in tasca. 7 percorsi di felicità, Paoline,
Milano 2008
Sovernigo Giuseppe, Con Pietro al seguito di Gesù. Itinerario di
formazione spirituale per giovani. 1. I passi decisivi, Dehoniane, Bologna
2009 [pubblicazione imminente]
Sovernigo Giuseppe, Educare alla fede. Come elaborare un progetto,
Dehoniane, Bologna 2002, pp. 384
Tettamanzi Dionigi, La bellezza della fede con i giovani in ascolto della
vita, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2009, pp. 328
(*) libri posseduti dalla Biblioteca dell’AC
Allora pronti per questo annuncio “prioritario”? Non resta che mettere il
nome del destinatario… e partire!
Emeroteca dell’Azione Cattolica Italiana
Suggerimenti di lettura a cura di Petra Pallanch
Buon campo!
Emerografia: giovani ed evangelizzazione
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GIOVEDI’ 30 LUGLIO
Ore 16.00: arrivi e accoglienza
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Ore 18.30: Introduzione
Ore 20.00: Cena
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Ore 21.00: Celebrazione d’accoglienza
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Autori vari, Nuovi bisogni nuove domande. In margine a recenti ricerche
sui giovani, in Note di Pastorale Giovanile 3(2009), p.25-ss.
Dorofatti F., I giovani e la parola di Dio, in Orientamenti Pastorali
2(2009), p.7-ss.
Matteo A., Davanti alla prima generazione incredula. L’annuncio cristiano
ai giovani nel tempo della postmodernità/1, in La Rivista del Clero
italiano 2(2009), p.118-ss.
Pagani S., Cristianesimo germinale. Esperienza giovanile e
accompagnamento alla fede, in La Rivista del Clero Italiano 1(2009), p.5ss.
Autori vari, Giovani e vangelo: percorsi di evangelizzazione ed
educazione, in Quaderni della Segreteria della CEI 31(2008), p.3-, numero
monografico
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Biblioteca Emeroteca dell’Azione Cattolica Italiana
Suggerimenti di lettura a cura di Cinzia Lorenzi
Bibliografia: l’annuncio ai giovani
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Arcidiocesi di Milano, Servizio Giovani, Giovani e festa. Tra le feste e la
fede dei giovani d’oggi, Centro Ambrosiano, Milano 2005
Armando Matteo, Come forestieri. Perché il Cristianesimo è divenuto
estraneo agli uomini e alle donne del nostro tempo,pref. di Gianfranco
Ravasi, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ) 2008, pp. 76 (*)
Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, Rizzoli, Milano 2007, pp. 446 (*)
Castrilli Pasquale, Missione Giovani. Idee e testimonianze per l’annuncio,
Áncora, 2008, pp. 128
CEI, Educare i giovani alla fede. Orientamenti emersi dai lavori della XLV
Assemblea Generale, Paoline, Milano 1999
Con i giovani sulla strada di Emmaus. Ambiti, spiritualità, modi per
l’annuncio del Vangelo, Il Calamo 2007, pp. 248
Dietrich Rita, Nel mondo che faremo. I giovani e la fede, Città Nuova,
Roma 2008, pp. 212
Dio, a che serve? Il Cardinal Godfried Danneels dialoga con i giovani sulla
vita e sulla fede, a cura di Iny Driessen, Paoline, Milano 2004
Giamberardino Eugenio Vittorio, Vedo penso credo. Una proposta di fede
per i giovani, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2008, pp. 270
Lasconi Tonino, Quando la fede si fa difficile. Domande e risposte su Dio,
Gesù, la Chiesa, l’aldilà, LDC, Cascine Vica (TO) 2008, pp. 184
Maggioni Bruno, Vivaldelli Gregorio (a cura di), La Bibbia, Áncora, Milano
2009, pp. 1768
Martini Carlo Maria, Sporschill Georg, Conversazioni notturne a
Gerusalemme. Sul rischio della fede, Mondadori, Milano 2008, pp. 124 (*)
Martini Carlo Maria, Liberi di credere. I giovani verso una fede
consapevole, In Dialogo, Milano 2009, pp. 192
Martini Carlo Maria, Tu mi scruti e mi conosci. Meditazioni bibliche per
adolescenti in ricerca, Áncora, Milano 2008, pp. 112
VENERDI’ 31 LUGLIO
Un incontro speciale. La giornata, partendo dalla Parola, ha l’obiettivo di
porre al centro le nostre relazioni. Dalla relazione personale con Gesù,
infatti, la Buona Novella entra nella nostra vita. Attraverso le relazioni che
abbiamo con gli altri riceviamo e doniamo ogni giorno frammenti di
Vangelo.
Ore 8.00: Preghiera
Ore 8.30: Colazione
Ore 9.30: Apostoli perché discepoli – MONS. GUALTIERO SIGISMONDI, Vescovo
di Foligno
Riflessione personale
Ore 12.00: Celebrazione Eucaristica
Ore 13.00: Pranzo
Ore 15.30: Laboratori – Le mie relazioni alla prova del Vangelo
Ore 19.30: Cena
Ore 21.00: Serata insieme
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MARTEDI’ 4 AGOSTO
Laboratorio
Le mie relazioni alla prova del Vangelo
Mi racconto…
C’è un rapporto strettissimo tra vita di fede e comunicazione della fede:
la prima si esprime necessariamente nella seconda e questa postula la prima.
Il vissuto della fede tende alla comunicazione della fede
e la comunicazione della fede aumenta lo spessore della vita di fede.
Benedetto XVI
Sulle orme di fratel Carlo. Per fare sintesi di quanto vissuto in questo
campo, conosciamo Carlo Carretto.
Ore 8.00: Celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Domenico Sigalini,
assistente ecclesiastico generale dell’Azione cattolica italiana
Ore 9.00: Colazione
Ore 9.30: testimonianza di FRATEL ARTURO PAOLI su Carlo Carretto
Risonanze
Ore 11.30: Conclusioni
Eccomi…
Ore 12.30 Pranzo e saluti
Chi sono (età-studi-lavoro-provenienza)
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Mi piace fare…
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Non mi piace fare…
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Tre parole per descrivermi…
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« Se dovessi ricominciare da capo,
farei l’Azione Cattolica. Quegli anni
hanno messo le basi della mia vita
cristiana. L’Azione Cattolica, l’idea di
un prete che non deve essere solo,
l’idea dei laici che non devono essere
soli, quindi l’idea della comunità
cristiana, che è stata ripresa dal
Concilio Vaticano II, era già in quel
tempo».
(Carlo Carretto, Innamorato di Dio.
Autobiografia)
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segno di cura dell’educatore verso specifici giovani e giovanissimi;
come proposta di iniziare fatta a un giovanissimo o a un giovane
che ancora non aderisce o non partecipa al gruppo.
Queste sono solo alcune idee… Certamente la vostra fantasia saprà
inventare modi e spazi sia per presentare gli Appunti, sia per condurre
concretamente i giovani e i giovanissimi a scrivere la propria Regola.
Dall'introduzione di “A regola d’arte.
Appunti per gli educatori sulla Regola di vita”.
La colonna sonora della mia vita…
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Sono insuperabile in…
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Non mi chiedete di….
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CONFRONTO…
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• A chi e come presentare gli Appunti?
Se fossi…
• Definire il profilo della guida spirituale, a partire dalle
diverse figure educative che accompagnano il giovane e il
giovanissimo.
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• Come gli Appunti possono diventare uno strumento
missionario?
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Un progetto da realizzare…
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La mia vita di fede…
Quando è iniziata…
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Chi mi ha trasmesso la fede…
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In che modo…
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tipica dell’Ac. È chiaro soprattutto l’orizzonte della santità a cui tutti sono
chiamati, senza distinzioni. Certamente dalla lettura si può trarre
l’immagine di una fede in dialogo con la vita, non astratta né isolata dalle
condizioni concrete in cui un giovanissimo o un giovane vive. Per questo
motivo gli appunti sono stati pensati, sin dall’inizio, anche come
strumento “missionario” per giovani e giovanissimi in ricerca, e – perché
no – anche per far nascere delle domande in chi, forse, non ci ha mai
pensato.
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Quali persone, oggi, alimentano il mio cammino
Quando consegnare gli Appunti?
Alcune idee:
-
all’inizio o al termine di un percorso di gruppo sul tema della
Regola;
-
all’inizio o al termine di un’esperienza spirituale e di preghiera
forte, parrocchiale o diocesana; in particolare l’orizzonte della
Regola ben si sposa con l’esperienza degli esercizi spirituali, che
tanti giovani di Ac svolgono nel corso dell’anno;
-
al termine di un’esperienza formativa esemplare, come potrebbe
essere un campo scuola parrocchiale o diocesano;
-
in occasione della Settimana della spiritualità: può essere proposto
come impegno concreto da cercare di portare avanti oltre la
singola settimana, anche a un giovane che vi partecipa per la prima
volta;
-
in un’occasione particolare della vita dei giovani, come il passaggio
dei 18-20 anni, periodo in cui si fa più forte la riflessione sulla
propria vocazione e si cominciano a compiere le prime importanti
scelte della vita; ma anche ragazzi che entrano a 14 anni nel
Settore Giovani, come piccolo segno di questo primo significativo
passaggio nel loro cammino di vita e di fede;
-
gli Appunti possono essere consegnati anche personalmente, come
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Quali i luoghi importanti della mia vita di fede
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Quali episodi/fatti hanno segnato in modo determinante questo
cammino…
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Tre parole per descrivere la mia esperienza di fede…
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Gli Appunti sono uno strumento
Le mie relazioni…
Gli Appunti per una Regola di vita spirituale non si sostituiscono alla vita
ecclesiale e associativa, al gruppo e all'accompagnamento spirituale. Sono,
al contrario, uno strumento che può essere utilizzato dai giovani e dai
giovanissimi solo con l'aiuto di significative figure di riferimento, come gli
educatori e gli assistenti: persone che vivono o cercano di vivere secondo
il Vangelo. Cristiani che pregano, condividono e testimoniano e che, con la
loro amicizia, il loro ascolto e il loro gioioso esempio, generano nei giovani
e nei giovanissimi che li circondano lo stesso grande desiderio di un
cammino spirituale arduo, ma bello, che essi per primi compiono. «Prima
sono i catechisti e poi i catechismi; anzi, prima ancora, sono le comunità
ecclesiali»: il monito de Il rinnovamento della catechesi1 è oggi più che mai
attuale.
Le mie tante qualità e i miei pochi difetti….
Gli Appunti, allora, diventano anche uno strumento per gli educatori. Uno
strumento da saper utilizzare e da saper presentare. A chi? Alla comunità,
innanzitutto. È questa che si rende responsabile dell'educazione dei
giovani e dei giovanissimi. Ai genitori, primi educatori e testimoni. E poi,
come è naturale, ai giovani e giovanissimi stessi.
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Cosa dicono gli altri di me…
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Mi fa arrabbiare da morire nelle persone…
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A chi dare gli appunti? E quando?
Le qualità che amo di più negli altri…
Gli Appunti sono uno strumento molto flessibile. Certamente vanno
consegnati, personalmente, ai giovani e giovanissimi che frequentano i
gruppi di Ac. È importante che l’atto della consegna degli Appunti non sia
“vuoto”, formale, ma che sia debitamente preparato. Al termine di questo
breve testo proponiamo una celebrazione di consegna, che tuttavia ha
bisogno anch’essa di un cammino preparatorio in cui sia stato
debitamente illustrato il significato della Regola e il senso degli Appunti.
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Ma si tratta di uno strumento che può anche essere offerto a quei giovani
e giovanissimi che vogliono avviare un cammino: nella lettura degli
Appunti, infatti, è facile scorgere i tratti salienti della “spiritualità laicale”
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Le persone importanti della mia vita sono quelle che…
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CEI, Il rinnovamento della catechesi, Libreria Editrice Vaticana, Roma 1992
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Laboratorio 2
Una cosa che non farei mai a nessuno…
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La proposta degli appunti in diocesi
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In ogni rapporto di amicizia metto sempre…
PER INTRODURRE…
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Gli appunti nel cammino ordinario dell’associazione
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Gli Appunti per una Regola di vita spirituale rientrano tra gli strumenti a
servizio della proposta formativa che l’Associazione rivolge ai giovani e
giovanissimi: si tratta di un itinerario di formazione globale, umana e
cristiana. Gli Appunti si pongono a fianco di una serie di strumenti che
aiutano l’educatore a vivere il proprio cammino di servizio:
- il Progetto formativo Perché sia formato Cristo in voi, che in più
passaggi richiama l’importanza di una Regola “laicale”;
- le Linee guida per gli itinerari formativi Sentieri di speranza: in
particolare, nella sezione dedicata ai giovani, “Fino in cima”, la
Regola è costantemente richiamata come strumento che aiuta a
fare sintesi nella vita di fede dei giovani e dei giovanissimi;
- i cammini annuali per i gruppi giovani e giovanissimi, all’interno dei
quali, anno per anno, c’è sempre un riferimento esplicito a far
divenire “Regola” quanto in gruppo, in associazione, in parrocchia,
in diocesi e a livello personale si sperimenta;
- i testi personali per giovani e giovanissimi che aiutano a pregare
con il vangelo dell’anno, e che arrivano a casa di ogni aderente
all’inizio dell’anno associativo;
- i sussidi per la preghiera nei tempi forti di Avvento-Natale,
Quaresima e Pasqua, che dal 2009-2010 sono differenziati per
giovanissimi e giovani.
Con questi strumenti tra le mani, e con i Catechismi della CEI (Io ho scelto
voi e Venite e vedrete), l’educatore può accompagnare i giovanissimi e i
giovani a dare coerenza e continuità al loro cammino di vita e di fede.
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Tempi e luoghi per curare le relazioni…
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RIFLETTIAMO:
Sperimentiamoci
Talk show
• Ho mai sentito parlare di “regola”?
• Se sì, chi me l'ha proposta? Con quali modalità?
• Penso che per me, in quanto giovane, una regola possa
aiutarmi nella vita spirituale? Quali le potenzialità di una
regola? Quali i punti più “deboli”, quali gli aspetti a cui
prestare attenzione (ad esempio, la difficoltà a trovare del
tempo, a organizzare il proprio tempo...)?
• C'è una persona di riferimento nella mia vita spirituale, con
la quale mi confronto?
• Quali aspetti di una regola possono affascinare i giovani
della mia età/i giovanissimi?
• In quali occasioni la regola può essere proposta ai
giovani/giovanissimi?
Alla fine del confronto, simulare la preparazione di un incontro di gruppo
(o di un’iniziativa) per giovani e/o giovanissimi nel quale presentare le
Regole.
Istruzioni per il gioco
Vi si chiede di immaginare di essere ospiti in un famoso talk show della
locale rete Televisiva “Tele Akery”, che in diretta, ogni settimana, discute
di un caso/fatto di cronaca e chiede al gruppo di ospiti di esprimere un
parere.
Nelle pagine seguenti è illustrato il caso su cui questa settimana verterà la
discussione e sul quale dovrete formulare una valutazione individuando,
tra i diversi protagonisti del racconto, i soggetti che hanno maggiori o
minori responsabilità rispetto all’accaduto.
Si chiede di redigere una graduatoria di responsabilità dell’evento,
muovendo da 1 (il più colpevole) a 9 (il meno colpevole).
Avete 15 minuti di tempo per consultare individualmente la
documentazione allegata e stilare una valutazione personale.
In seguito il gruppo avrà 45 minuti per confrontarsi.
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9
La Storia
Mario (27 anni, ragioniere) Giovanna (22 anni, estetista) sono due giovani
che s’incontrano, s’innamorano e si sposano. Dopo poco tempo, Giovanna
resta incinta e nasce un bel maschietto, Paolo. La famiglia vive con alcune
difficoltà economiche: gli introiti sono troppo bassi.
Quando Paolo ha tre anni, a Mario viene offerta un’importante, anzi unica,
opportunità lavorativa, che cambierebbe la sua carriera e la sua vita.
Mario vuole accettarla e cerca di convincere Giovanna a seguirlo in
Australia con il bambino ma Giovanna rifiuta decisamente: ha una buona
clientela per la sua attività di estetista; è figlia unica e sua madre, Franca,
vedova, sarebbe molto rattristata da questa separazione; d’altro canto la
madre stessa dice di essere troppo anziana per accettare di emigrare in un
contesto così lontano e diverso dal suo. E poi Giovanna ha amicizie in Italia
che le costerebbe lasciare. Mario accetta comunque il lavoro e parte per
l’Australia: l’accordo con Giovanna è che si faranno periodicamente visite
reciproche, compatibilmente con le disponibilità di tempo e di denaro.
Purtroppo, il legame non regge alla separazione: lentamente gli affetti
reciproci si stemperano; è sempre un problema incontrarsi, mediamente
ci riescono una volta l’anno ed in quella occasione si trovano sempre più
estranei l’uno all’altro. Mario finisce per crearsi una relazione locale con
Jane ed anche Giovanna trova un affetto in Giuseppe. Dopo qualche anno,
quando Paolo ne ha sette, Mario e Giovanna decidono di comune accordo
e senza traumi di separarsi e di avviare le pratiche per il divorzio. Mario
continuerà a provvedere economicamente al mantenimento di Paolo in
misura adeguata. Giovanna è molto presa: la sua attività professionale è
cresciuta ed anche il nuovo rapporto affettivo richiede molto tempo e
attenzione. Per questo motivo affida sempre più spesso Paolo alle cure di
nonna Franca la quale, anziana, non riesce a dominare molto bene il
carattere un po’ esuberante del bambino. Paolo ha ormai 11 anni;
comincia ad avere problemi comportamentali a scuola e il professore
Filippo ne consiglia l’affidamento ad un assistente sociale specializzato nei
problemi dell’adolescenza che ne sostenga lo sviluppo psicologico. Viene
10
dell’ascolto, del dialogo con Dio; la dimensione della comunità e della
condivisione, incentrata sul mistero dell’eucarestia; la dimensione della
testimonianza coraggiosa e libera di una Parola di speranza in tutti gli
ambiti e i luoghi che abitiamo.
Vivere queste tre parole nella nostra esistenza vuole essere un primo
passo semplice e concreto per camminare sulla via della santità. Quando
pensiamo ai santi, ci vengono in mente persone straordinarie, modelli
lontani e irraggiungibili, quasi dei supereroi. In realtà i santi sono persone
normalissime, come me e te: l’unica dote da supereroi che hanno… è la
straordinaria capacità di amare! È proprio questo il mandato che
Benedetto XVI ha dato all’Azione Cattolica il 4 maggio 2008 in Piazza San
Pietro: essere scuola di santità. Non c’è da spaventarsi se il mandato
sembra troppo “alto”: abbiamo tanti giovani testimoni che ci hanno
preceduto su questa strada, da Pier Giorgio Frassati ad Alberto Marvelli,
ragazzi e ragazze che hanno esercitato in modo eroico la virtù dell’amore,
giorno dopo giorno, in tutte le dimensioni della loro vita, in famiglia, con
gli amici, verso i poveri, nell’impegno civile e sociale. Giovani che ci sono
compagni di viaggio nel nostro cammino di formazione e di crescita, e che
ci guidano a quella “misura alta” della nostra vita che è la santità. E
proprio un’espressione di Pier Giorgio Frassati, «Verso l’alto», dà il titolo a
questi Appunti.
Dall'introduzione di “Verso l'alto.
Appunti per una Regola di vita dei giovani di AC”
39
libera: ci guida a mettere in gioco, liberamente, la nostra intelligenza di
figli di Dio e ci aiuta a trovare la nostra strada, a renderci giorno dopo
giorno uomini migliori, allargando progressivamente il nostro cuore e la
nostra capacità di amare fino ai confini del mondo.
È questo, d’altronde, il vero significato della parola regola: deriva dal
latino regula, da cui sono venuti pure il nostro regolo, righello, cioè una
lista di legno che serve per fare le righe, per andare diritti.
Si tratta solo di “appunti”, cioè considerazioni, consigli… per aiutarci a
tenere la strada giusta! Non esiste un’unica regola, perché non esiste una
sola strada: ciascuno deve trovare il suo percorso, con l’originalità e la
creatività che lo contraddistingue. Ecco perché si parla di appunti: sono
indicazioni e suggerimenti per aiutarti a stendere la tua personale regola
di vita. Sta a te trovare il passo giusto in base alle tue forze, individuare le
cose essenziali da portarti dietro senza inutili pesi, scegliere i migliori
compagni di strada e trovare un angelo che ti faccia da guida nel
cammino, come il giovane Tobia nella strada verso la Media (Tb 5).
Gli appunti vogliono essere un aiuto a vivere una spiritualità solida e
profonda: non si tratta solo di recitare le preghiere ogni tanto, ma di
costruire una vita secondo lo Spirito, dove vivificare i doni che Egli ci ha
dato e imparare a esercitare le virtù della fede, della speranza e
dell’amore.
Crescere alla scuola dello Spirito richiede, certo, molto di più di quanto
possa offrire un semplice testo: esso non può sostituire l’ascolto della
Parola, il rapporto con la propria guida spirituale, la ricchezza della vita di
comunità. La regola vuole essere semplicemente uno strumento per
accompagnarci nel nostro itinerario di formazione personale, attraverso
qualche “dritta” sulla strada da percorrere. Per questo il testo è articolato
intorno a tre parole, i pilastri su cui costruire la propria regola: pregare,
condividere, testimoniare. Si tratta di tre verbi, per esprimere la
dinamicità e la progressione: una Regola non vale per sempre ma
cammina, muta con il progredire e il crescere della persona. Tre verbi da
coniugare concretamente, che rappresentano tre dimensioni
fondamentali della nostra vita: la dimensione orante, del silenzio,
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scelto Guido che si incontra con il ragazzo un paio di volte alla settimana.
Purtroppo, Paolo ha scelto come migliore amico Ugo, un ragazzo di un
paio d’anni più grande che viene da una famiglia problematica. I servizi
sociali cercano di fare del loro meglio ma Ugo manifesta una chiara
tendenza a delinquere ed ha una certa influenza su Paolo. Quando Paolo
ha 13 anni entra a far parte di una baby-gang capitanata da Ugo e,
durante un’aggressione ad un coetaneo, lo accoltella.
Questi i fatti di cronaca.
Per aiutare la riflessione personale e, successivamente, la discussione in
gruppo, si ricordano i protagonisti della vicenda:
1.
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4.
5.
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8.
9.
Mario, il padre
Giovanna, la madre
Paolo, il bambino
Franca, la nonna
Jane, la nuova compagna del padre
Giuseppe, il nuovo compagno della madre
Filippo, il professore
Guido, l’assistente sociale
Ugo, l’amico bullo
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Valutazione Personale
Tempi: 15 minuti
Valutazione di gruppo
Tempi: 45 minuti
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volontà e pochissima intelligenza è pericolosissima è una mina vagante,
uno ha una vita affettiva rigogliosissima ma non ha un minimo di
intelligenza fa dei disastri. Ecco, queste tre dimensioni, che anche
umanamente devo essere il più possibile integrate e determinano proprio
quella che si chiama maturità della personalità, sono anche le tre
dimensioni della vita secondo lo Spirito, cioè la spiritualità cristiana le
deve investire se non vuole diventare spiritualismo a partire
dall’intelligenza.
Dall'intervento di don Erio Castellucci
al seminario del Settore giovani “A Regola d'Arte”, 28-29 marzo 2009
Una regola per la vita spirituale? Ma come: non è qualcosa fuori dal
mondo parlare di una regola oggi per i giovani? Le regole sono quelle che
si rispettavano a scuola, o al massimo ancora nell’università o al lavoro…
È difficile immaginare una regola nella nostra vita. Sempre di corsa da una
parte all’altra, impegnati in diversi lavori, spesso spostandoci dalla nostra
città, tra lo studio, il gruppo parrocchiale, gli amici, la famiglia, gli affetti, i
viaggi… come pensare di darsi una regola in questa gran confusione?
Sembra qualcosa di più adatto a una comunità di monaci, che non a
giovani che vivono nel mondo.
Eppure in tutto ciò che viviamo abbiamo una regola. Nello studio, nel
lavoro, ma anche negli affetti e nelle amicizie, giorno dopo giorno
impariamo dagli errori e dalle difficoltà: cerchiamo sempre di fare un
passo avanti, dandoci delle coordinate da rispettare, tracciando un
sentiero da seguire, che diventa più evidente attraverso l’esperienza
stessa del cammino. Anche nella nostra vita spirituale è così: impariamo
ad approfondire la nostra interiorità, acquisiamo la capacità di fare
silenzio e ascoltare, accogliamo il desiderio di dialogare con Dio solo con la
pratica e l’esperienza graduale e costante del rapporto con il Signore.
La regola allora non è una norma che ci ingabbia, ma un cammino che ci
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37
Laboratorio 1
Introduzione alla regola e agli appunti
PER INTRODURRE…
Nel cristianesimo la spiritualità non è né spiritismo né spiritualismo, ma
[...] laicale per eccellenza: cioè la spiritualità è incarnata, passa attraverso
le relazioni quotidiane, passa attraverso la propria storia, lo studio, il
lavoro, gli amici, il ragazzo, la ragazza, la moglie, il marito, i figli, i momenti
di divertimento, i momenti di impegno, anche la preghiera, ma attenzione
a non requisire la parola spiritualità tutta alla preghiera. La preghiera non
può essere il reparto spiritualità. La spiritualità cristiana, poiché appunto è
vita secondo lo Spirito, ed è vita incarnata, deve riguardare tutto, la
preghiera sarà un momento qualificante della spiritualità cristiana. La
spiritualità è appunto, come dice il titolo, vita, vita concreta secondo lo
Spirito […]
E' proprio così: o la nostra vita secondo lo Spirito arriva ad avvolgere i
legami forti e profondi della nostra vita oppure diventerà sempre un
settore, la nostra vita sarà come una cassettiera, tiriamo il cassetto della
famiglia, tiriamo questo, tiriamo quello del lavoro, richiudiamo questo,
quello della preghierina, richiudiamo questo, quello del servizio, lo
richiudiamo. Ma nella Scrittura non c’è mai scritto che dobbiamo essere
una cassettiera spirituale, ma vivere secondo lo Spirito, cioè lo Spirito
deve riuscire a coinvolgere tutta la nostra esistenza. La nostra esistenza
concreta, corporea, è fatta di tre grandi dimensioni, tre grandi – potremo
dire – capacità, qualità che noi abbiamo e che i psicologi conoscono bene
perché ci lavorano sopra: l’intelligenza, la volontà, gli affetti.
Ora, queste tre dimensioni della nostra personalità anche umanamente
devono essere il più possibile integrate, perché altrimenti ci sono dei
problemi. Se uno ha una fortissima intelligenza e pochissima forza di
volontà, capisce tutto ma non fa niente, uno ha una fortissima forza di
36
“Il filo rosso delle mie relazioni”
“Oltre che a raccontare Gesù, dovrò anche raccontare di
me. Il mio sarà un atto di evangelizzazione quando racconterò che
credo che Gesù è risorto. E se credo che egli è risorto, avrò anche
da raccontare come la sua vita e la sua storia contano per me. In
una parola dovrò raccontare che io credo, raccontare la storia
della mia fede, raccontare che per la fede faccio certe cose, che
altrimenti non farei. Ecco che allora il discorso si allarga: dal puro
Vangelo al Vangelo recepito, vissuto e trasmesso.
Non si annuncia il Vangelo senza raccontare di Cristo e
allo stesso tempo senza raccontare di sé […], perché si sa bene
che quanto racconto di me non è assoluto, è, può e deve essere
un ‘discorso qualsiasi’. […].
Tutto questo può apparire una specie di caduta di livello
all’interno dell’atto di evangelizzazione, (ma deve avvenire): non è
forse questo un riprodursi continuo, incessante, proprio della
Chiesa di Dio che si è fatto uomo, che entra da uomo nel discorso
umano, egli che è il Signore? […] Così ancora una volta Dio si
rivela al mondo nella sua kenosi continua”.
Severino Dianich - Dare la parola al mondo: il mondo
soggetto di evangelizzazione
Le parole che aprono la scheda delineano il percorso che in questa prima
giornata di campo abbiamo desiderato fare insieme: imparare a
raccontare Gesù raccontando di noi.
Con quest’ultimo momento ci prendiamo un po’ di tempo per fare sintesi
del cammino fatto.
La riflessione è personale. Ogni partecipante avrà una scheda in due parti:
nella prima parte si invita a riflettere su “le relazioni secondo me” e “le
relazioni secondo il Vangelo” per consentire di fare un confronto-sintesi
sul percorso della giornata; la seconda parte è relativa all’impegno, al
mandato che assumiamo di vivere le relazioni alla luce del Vangelo.
13
Le relazioni secondo me
Le relazioni secondo il
Vangelo
accompagnare e introdurre la persona al Vangelo di Luca, seguendone la
scansione domenica per domenica. Quest’anno il testo è stato realizzato
in collaborazione con alcune aggregazioni laicali come l’Agesci, il CSI, le
Acli, la Coldiretti, Confcooperative, la Gioc, l’Ucid e i Convegni di cultura
Maria Cristina di Savoia.
Ai giovanissimi viene proposto “Passo da te”: vengono presentati, con un
linguaggio e una grafica a misura di adolescente, e con una scansione che
richiama i passaggi della lectio divina, alcuni brani del vangelo di Luca
commentati da un sacerdote e da altri giovanissimi.
A fine giornata, dopo aver confrontato la mia vita di relazione con
l’esemplarità che viene dal Vangelo, mi impegno a:
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SABATO 1 AGOSTO
LA PROPOSTA FORMATIVA 2009/2010
Il cammino di gruppo dei giovanissimi
Il testo di gruppo per gli adolescenti (14-18 anni) si intitola “Ingresso
libero”. Un percorso ad ampio raggio sul tema delicatissimo e cruciale
delle relazioni, da declinare nei contesti familiari, amicali, scolastici,
affettivi, del tempo libero e delle comunicazioni. Il testo non solo spinge a
“riflettere sul tema”, ma a fare viva esperienza di relazioni libere e
liberanti. Per l’educatore ci sono anche dossier sull’impegno a scuola,
sull’educazione al servizio e sulla sfida, per i giovanissimi, di annunciare
Cristo anche fuori dagli ambienti ecclesiali.
Il cammino di gruppo dei giovani
Il testo di gruppo per i giovani si intitola “In con tra”. Giocando con le
preposizioni semplici, si snoda un percorso tra gli ambiti relazionali dei
giovani: la vita di coppia, l’università, il lavoro, la città, la comunità
ecclesiale… Anche in questo caso, la riflessione si accompagna all’impegno
di trasformare i propri stili di vita assumendo l’altro e l’Altro come
parametro essenziale. Per l’educatore sono presenti dossier sulla Dottrina
sociale della Chiesa, sul tema “giovani e cultura” e sul valore del crescere
nella fede insieme in un gruppo.
Belli fuori. La giornata ha l’obiettivo di comprendere sino in fondo cosa
intenda la Chiesa con il termine evangelizzazione, e permetterà di riflettere
su quanto l’Ac fa e può fare per parlare, insieme alla comunità cristiana, a
tutti i giovani negli ambienti che loro frequentano.
Ore 8.00: Preghiera
Ore 8.30: Colazione
Ore 9.30: Le fondamenta dell’evangelizzazione – don Valentino Bulgarelli,
direttore dell'ufficio Catechistico della diocesi di Bologna
Dibattito
Ore 12.00: Celebrazione eucaristica
Ore 13.00: Pranzo
Ore 15.30: Ac ed evangelizzazione.
Gruppi di studio:
La parrocchia, centro dell’evangelizzazione
Un dvd per arricchire la proposta
Ai due testi è associato un dvd con esperienze, testimonianze, contributi
filmati di persone note e meno note. Quest’anno, tra i tanti: Andrea Zorzi,
Simona Atzori, mons. Luigi Bettazzi… Un modo immediato per introdurre i
singoli moduli o fare sintesi. Nelle cartelle interne del dvd schede, schemi
di preghiera e di meditazione, contributi e documenti.
Ac e primo annuncio
Ac ed ambienti di vita
Ore 19.30: Cena
Ore 21.00: Serata insieme
I testi per l’autoformazione
Ai giovani e ai giovanissimi l’AC propone un testo per la lettura, la
meditazione e la preghiera personale del Vangelo dell’anno liturgico. Il
testo rivolto ai giovani è “Lo accolse con gioia”, che si propone di
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15
LUNEDI’ 3 AGOSTO
Gruppi di studio
1) La parrocchia, centro
dell’evangelizzazione
PER INTRODURRE…
“La parrocchia è una determinata comunità di fedeli che viene costituita
stabilmente nell'ambito di una Chiesa particolare, e la cui cura pastorale è
affidata, sotto l'autorità del Vescovo diocesano, ad un parroco quale suo
proprio pastore”.
Codice di Diritto Canonico Can.515
“La comunione ecclesiale, pur avendo sempre una dimensione universale,
trova la sua espressione più immediata e visibile nella parrocchia: essa è
l'ultima localizzazione della Chiesa, è in un certo senso la Chiesa stessa
che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie.
E' necessario che tutti riscopriamo, nella fede, il vero volto della
parrocchia, ossia il «mistero» stesso della Chiesa presente e operante in
essa: anche se a volte povera di persone e di mezzi, anche se altre volte
dispersa su territori quanto mai vasti o quasi introvabile all'interno di
popolosi e caotici quartieri moderni, la parrocchia non è principalmente
una struttura, un territorio, un edificio; è piuttosto la famiglia di Dio,
come una fraternità animata dallo spirito d'unità», è «una casa di famiglia,
fraterna ed accogliente, è la comunità di fedeli”
La proposta ordinaria dell’associazione a servizio dell’evangelizzazione.
Vogliamo guardare agli strumenti ordinari con cui l’Ac da sempre
evangelizza, in particolare alla proposta formativa per i gruppi giovani e
giovanissimi. Ma quest’anno la proposta si arricchisce di uno strumento
indispensabile, gli Appunti per una regola di vita dei giovani e dei
giovanissimi.
Ore 8.00: Celebrazione eucaristica presieduta da MONS. DOMENICO
SORRENTINO, Vescovo di Assisi-Gualdo Tadino-Nocera umbra
Ore 9.00: Colazione
Ore 9.30: La proposta formativa 2009/2010
Ore 10.30: Presentazione “Appunti per una Regola di vita”
Ore 11.00: Laboratori sulla Regola di vita
Ore 13.00: Pranzo
Ore 15.30: Uscita, cena e serata a cura della delegazione regionale Ac
Umbria
Christifideles Laici, 26
“Il legame con la Chiesa diocesana vive giorno per giorno nella
parrocchia; in essa l’AC sperimenta la concretezza di una Chiesa da amare
ogni giorno nella sua realtà positiva e nei suoi difetti; da accogliere e
sostenere; da sospingere a largo e da servire con umiltà. Ma oggi non si
può scegliere la parrocchia se non attraverso un lavoro formativo che
sostenga il cammino della quotidianità, che insegni un amore oblativo e
16
33
Introduzione generale al tema della giornata e alla
tavola rotonda
Il contesto nel quale oggi anche l’Ac si trova ad operare è
caratterizzato dalla dimensione della fragilità: per dirla con il
sociologo Zygmunt Bauman potremmo definirlo un contesto liquido;
per riprendere Papa Ratzinger è immediato qualificarlo come
impregnato di relativismo; se infine volessimo dirlo in termini
“evangelici” potremmo definirlo un “contesto pagano”, dove ciò che
fino a poco tempo fa era “certo”, ora pare “insicuro, instabile,
sfuggente”.
In questa giornata vogliamo interrogarci su come l’Ac si pone nei
confronti dei giovani, che in virtù di questo contesto si rivelano
talvolta inquieti, precari, incerti, affannati e demoralizzati.
Vogliamo chiederci inoltre in che modo l’Ac si pone nei confronti di
un contesto sociale e politico per lo più instabile, individualista,
inaffidabile e contradditorio.
Obiettivi dei laboratori
L’obiettivo generale dei laboratori “d’autore” è quello di capire in
che modo si può incidere oggi nella vita dei giovani e con quali
strumenti concreti l’Ac – a partire da quello che già propone – può
contribuire ancora di più ad evangelizzare queste fragilità.
I laboratori sono dunque lo strumento per passare alla fase della
proposta e della progettualità.
Cfr. materiali distribuiti durante i laboratori
32
capace di sacrificio, che sappia attraversare le situazioni di conflitto con
chiarezza e amore, che faccia praticare i percorsi della comunione con le
persone con cui abbiamo familiarità quotidiana, che insegni una pazienza
che non spegne gli slanci e una fedeltà che non scade nella mediocrità,
che insegni a osare prospettive nuove assunte per fedeltà e rifiuti ogni
ripiegamento, ogni rassegnazione”.
Perché sia formato cristo in voi, pag.16
“La Chiesa ha bisogno di voi, perché avete scelto il servizio alla Chiesa
particolare e alla sua missione come orientamento del vostro impegno
apostolico; perché avete fatto della parrocchia il luogo in cui giorno per
giorno esprimere una dedizione fedele e appassionata. In questo modo
continuate a tener vivo lo spirito missionario di quelle donne e uomini di
Azione Cattolica che nell’umiltà e nel nascondimento hanno contribuito a
rendere più vive le comunità cristiane nelle varie parti del Paese”
Messaggio all’Assemblea Straordinaria dell’AC, 2003, n.5
PER APPROFONDIRE…
1. Nota Pastorale “Il volto missionario della parrocchia in un mondo
che cambia”, 2004 (pag. 5-7, 10-11)
PER RIFLETTERE…
1. Di fronte alla cosiddetta “perdita del centro e alla conseguente
frammentazione della vita delle persone”, quali credi che siano i
cambiamenti necessari nella parrocchia?
2. “L’esperienza associativa e l’attività apostolica dell’Azione cattolica
hanno come primo impegno la presenza e il servizio nella Chiesa
locale e si svolgono in costante solidarietà con le sue esigenze e con
le sue scelte pastorali” (Art. 6 Statuto). Quale rapporto oggi tra AC
17
e parrocchia? Cosa lo caratterizza? Quali i punti di forza e quali
quelli di debolezza?
3. Quali ritieni possano essere le migliori modalità di collaborazione
tra l’associazione diocesana o parrocchiale e i Movimenti allo
scopo di promuovere sempre di più e meglio la pastorale
d’ambiente?
4. Le nostre associazioni parrocchiali sono capaci di essere “antenne
sul territorio” per ascoltare i bisogni e le attese della gente?
5. Di quali strumenti l’AC si dota (o potrebbe dotarsi) per leggere il
territorio e interloquire in maniera responsabile con gli altri
soggetti che operano in esso?
6. Quale contributo dà l’AC diocesana alla formazione degli educatori
nelle parrocchie, necessaria affinché esse assumano sempre di più
un volto missionario?
7. Come la parrocchia è in grado di coinvolgere le figure educative
presenti sul territorio?
8. La parrocchia come “casa aperta alla speranza”: prova a
disegnarne una pianta indicando, accanto a ciascun ambiente,
quali sono gli atteggiamenti che dovrebbero caratterizzarlo e quali
invece quelli da evitare.
DOMENICA 2 AGOSTO
Fragilità da evangelizzare. La capacità dell’Ac di parlare al cuore dei
giovani passa anche per la capacità di capirne i moti dell’anima, le
difficoltà, le gioie e le paure. In particolare, ci sono alcune fragilità, di
natura personale e sociale, che dobbiamo conoscere, approfondire e per le
quali siamo chiamati a elaborare una proposta.
Ore 8.00: Preghiera
Ore 8.30: Colazione
Ore 9.30: Tavola rotonda. Intervengono SILVIA LANDRA, psichiatra e
Consigliere Settore Adulti di Milano, e FABIO MAZZOCCHIO, docente
all’Università di Palermo, direttore dell’Istituto “V. Bachelet”
Dibattito
Ore 12.00: Celebrazione eucaristica
Ore 13.00: Pranzo
Ore 15.30: Proposte per incontrare le fragilità dei giovani.
Laboratori:
Evangelizzare la cultura e la comunicazione
Evangelizzare le fragilità personali
Evangelizzare le fragilità sociali
Ore 19.30: Cena
Ore 21.00: Serata insieme
18
31
2) Ac e primo annuncio
SUL LAVORO
- Il MLAC mette spesso a tema delle proprie attività temi di forte
attualità. Provate a dare un’occhiata al loro sito e a contattare la
Segreteria Nazionale per ricevere un po’ di materiale. In particolare
segnaliamo i progetti:
Policoro
(http://www.azionecattolica.it/aci/MLAC/progetti/policoro)
Iltrovalavoro
(http://www.azionecattolica.it/aci/MLAC/progetti/iltrovalavoro)
Comitato Etico
(http://www.azionecattolica.it/aci/MLAC/progetti/com_etico)
Tirocini formativi
(http://www.azionecattolica.it/aci/MLAC/progetti/tirocini_formativi)
Progettazione sociale
(http://www.azionecattolica.it/aci/MLAC/appuntamenti/810)
É in fase di ideazione anche un progetto di orientamento al lavoro
per gli studenti della formazione professionale.
PER INTRODURRE…
Dal Catechismo della Chiesa cattolica, 27-43
IL DESIDERIO DI DIO
Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell'uomo, perché l'uomo è stato
creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l'uomo e soltanto
in Dio l'uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa.
Ma questo “intimo e vitale legame con Dio” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium
et spes, 19] può essere dimenticato, misconosciuto e perfino
esplicitamente rifiutato dall'uomo. Tali atteggiamenti possono avere
origini assai diverse: [Cf ibid., 19-21] la ribellione contro la presenza del
male nel mondo, l'ignoranza o l'indifferenza religiosa, le preoccupazioni
del mondo e delle ricchezze, [Cf Mt 13,22 ] il cattivo esempio dei credenti,
le correnti di pensiero ostili alla religione, e infine la tendenza dell'uomo
peccatore a nascondersi, per paura, davanti a Dio [Cf Gen 3,8-10 ] e a
fuggire davanti alla sua chiamata [Cf Gn 1,3].
LE VIE PER CONOSCERE DIO
Il mondo: partendo dal movimento e dal divenire, dalla contingenza,
dall'ordine e dalla bellezza del mondo si può giungere a conoscere Dio
come origine e fine dell'universo.
L' uomo: con la sua apertura alla verità e alla bellezza, con il suo senso del
bene morale, con la sua libertà e la voce della coscienza, con la sua
aspirazione all'infinito e alla felicità, l'uomo si interroga sull'esistenza di
Dio. In queste aperture egli percepisce segni della propria anima
spirituale. “Germe dell'eternità che porta in sé, irriducibile alla sola
materia”, [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 18; cf 14] la sua anima
non può avere la propria origine che in Dio solo.
30
19
ambienti di vita? Pensa una strategia concreta per “pensare la
formazione” dei tuoi educatori…
Dal Progetto formativo “Perché sia formato Cristo in voi”
Cap. 3.3 Una nuova evangelizzazione
Un nuovo annuncio del Vangelo
Questo tempo chiede alle comunità e ai singoli cristiani un nuovo impegno
di evangelizzazione, da riscoprire nella sua forma originaria di prima
proclamazione del nome di Gesù e del suo mistero, e anche come parola
nuova da pronunciare sulla vita e sulla storia.
Un tempo la società e la Chiesa hanno vissuto di una comune cultura, che
ora non c’è più. Fino a qualche decennio fa, si poteva imparare a vivere da
cristiani anche in famiglia, a scuola, nell’ambito delle comuni relazioni
interpersonali o nella cultura diffusa; qui si imparava a pregare, si
riconoscevano i comportamenti ispirati alla vita cristiana e i valori
fondamentali del cristianesimo.
Oggi questo accade più difficilmente o risulta insufficiente: essere cristiani
richiede nuova consapevolezza e radicalità, e soprattutto un modo
personale di porsi davanti alla fede. Ciò passa attraverso un annuncio
nuovo del Vangelo a chi non crede o a chi non crede più:nuovo nelle
forme, nei linguaggi, nell’evidenza data al cuore del cristianesimo, che è
Gesù Cristo.
La profezia della vita
Evangelizzare oggi significa poter mostrare la novità del Vangelo e
annunciarla prima con la vita che attraverso la parola. La novità è quella
della Pasqua: essa non può venire dal mondo e trascende la storia. Vivere
la Pasqua rende la Chiesa e i cristiani profeti nella società di oggi.
Accoglierne la novità nella vita personale ed ecclesiale è la vera nuova
evangelizzazione: accettare di parlare mostrando come l’essere cristiani
rende diversi, originali e alternativi rispetto al comune modo di pensare e
di vivere, senza giudizio verso nessuno e senza distanze da nessuno,
cordialmente dentro la vita che fanno tutti,dentro la società,ma con lo
20
4) Conosci il MSAC e il MLAC? Sono realtà attive nella tua diocesi?
Proviamo a riflettere su quale possa essere il valore aggiunto di
queste esperienze targate AC all’attenzione formativa sopradetta…
Pensi sia uno strumento importante per la vita associativa?
5) Prova a scommettere di far nascere il movimento in diocesi. Da che
passi cominceresti… Confrontate le diverse esperienze diocesane.
ALCUNI SPUNTI OPERATIVI…
SULLA SCUOLA
- Per proporre percorsi tematici all’interno dei gruppi parrocchiali ti
proponiamo la newsletter msacchina P&D on line (iscrizioni dal
sito) con invio periodico di schede per attività e approfondimenti.
Inoltre ti segnaliamo il link:
http://www.azionecattolica.it/settori/MSAC/sezione/PeD/Indicizza
zione_delle_schede_per_tematiche
in cui è possibile trovare una serie di schede con proposte
operative per gruppi su diverse tematiche: ambiente, cittadinanza,
stili a scuola, pace, legalità, partecipazione studentesca,
legislazione scolastica, testimoni, spiritualità dello studio, ecc…
- Per cominciare l’esperienza del MSAC in diocesi prendi al banco
AVE il kit Un Msacco bello, contenente tante dritte per far partire il
movimento in diocesi. Contatta poi l’incaricato MSAC della tua
diocesi (approfitta della presenza dei msacchini al campo e poi
ritrovali sul sito nazionale!)
- Per progettare primi itinerari per studenti vi consigliamo la lettura
del volumetto “Occhio agli studenti”, presentato al recente
convegno delle Presidenze diocesane (8-10 maggio 2009).
29
di più degli studenti e dei lavoratori e dei contesti che essi vivono. L’Ac ha
la chiara convinzione che scuola e lavoro sono luoghi in cui la comunità
cristiana è chiamata a vivere il suo servizio di “mater et magistra”. Occorre
una nuova “fantasia pastorale” che, sorretta da una profonda comunione,
sappia far sperimentare tutto il coraggio della missione.
Lì dove i movimenti non sono ancora costituiti o i tempi non sono ancora
maturi perché si costituiscano, come anche lì dove i movimenti già ci sono,
ma non possono intercettare tutti i giovani e giovanissimi, occorre non far
mancare questa dimensione vocazionale dell’abitare il proprio ambiente
di vita. Ma come?
PER RIFLETTERE….
1) Quali sono le “attenzioni di base” imprescindibili per la formazione
del giovanissimo studente e del giovane lavoratore di Azione
Cattolica (a prescindere dalla loro appartenenza ai rispettivi
movimenti)? Quali contenuti formativi privilegiare, su quali
dimensioni di queste situazioni esistenziali concentrarsi
maggiormente? Insomma, proviamo a stendere uno schema di
obiettivi “minimali” per la cura formativa di quest’attenzione…
2) Di fronte al rischio di una “chiusura” nelle mura parrocchiali, o
separazione della fede dagli ambienti di vita, è possibile pensare
dei percorsi specifici sulla scuola e sul lavoro all’interno dei gruppi
giovanissimi o giovani parrocchiali? È possibile dedicare un
approfondimento “modulare” a questi temi oppure andrebbe
cercato il modo di rendere queste attenzioni “trasversali”, ma
sempre pervasive della proposta formativa? Cosa credete che sia
più adatto? Come attuarlo?
3) Come sensibilizzare gli educatori della tua diocesi a
quest’attenzione? Come “formarli a formare” ad abitare gli
28
sguardo rivolto altrove; con una sapienza di vita diversa da quella
mondana. La parola più forte e più credibile che cristiani e comunità oggi
possono pronunciare è quella del paradosso cristiano, quella delle
beatitudini che rovesciano i criteri di valutazione della felicità e del
successo. La meraviglia che la fedeltà a tutto ciò continuerà a suscitare
sarà la parola più efficace che potremo pronunciare. Questa meraviglia
devono poterla sperimentare prima di tutto i piccoli, i bambini che
nascono e che, all’interno delle loro famiglie e della comunità cristiana,
fanno esperienza di una fede vissuta e narrata.
Vedi anche Progetto Formativo “Perché sia formato Cristo in voi”, cap. 5.1
– 5.5
Itinerari Formativi “Sentieri di speranza”, cap.3, pp 170-173
PER APPROFONDIRE…
Cfr articolo Davanti alla prima generazione incredula, di don Armando
Matteo
PER RIFLETTERE….
1) Di fronte al rischio di una “chiusura” nelle mura parrocchiali, quali
credi siano le sfide per un primo annuncio ai giovani? Quali invece
le forme più adatte?
2) Quali sono secondo te le caratteristiche fondamentali che l’AC
deve sempre più riscoprire per “andare verso” l’altro, per
mantenere fede al suo stile missionario ed evangelizzatore (Art. 2
dello statuto)? E quali sono i limiti, in questo momento,
dell’associazione?
3) «Ormai esistono a Roma, e attorno ai luoghi divenuti
appuntamenti tradizionali della fede, santuari, monasteri,
conventi, strutture quasi “industriali” per l’accoglienza anche
semplice e a buon mercato dei pellegrini “tutto compreso”, viaggi21
lampo, dalla settimana addirittura alle “ventiquattrore”. Più
difficile resta, semmai, l’antica accoglienza gratuita…» (Paolo
Giuntella, Il Gomitolo dell’Alleluja, AVE, 2009, Roma).
Come essere promotori di autentica accoglienza?
4) Quale ritieni siano le tappe, i passi fondamentali per
l’evangelizzazione oggi? E come testimoniare il tuo incontro
personale con Gesù come pre-condizione di primo annuncio per i
giovani?
5) Se dovessi pensare ad un percorso di primo annuncio da proporre
ai giovani o giovanissimi del tuo gruppo, come lo struttureresti?
6) La Chiesa si sta molto interrogando su queste tematiche e sulla
necessità di tornare ad evangelizzare come impegno primario:
quali pensi possa essere il tuo ruolo, e quello dell’associazione
diocesana, e come metterlo in rete a disposizione della tua Chiesa
diocesana e delle parrocchie?
ALCUNI SPUNTI OPERATIVI…
A fianco e dentro la formazione ordinaria, è possibile oggi per l’Ac battere
alcune piste nuove per annunciare Gesù, in relazione a specifiche
condizioni di vita dei giovani e dei giovanissimi. Ne riportiamo alcune per
le quali già esistono sperimentazioni nelle diocesi:
- itinerari per fidanzati
- itinerari di impegno culturale e di approfondimento della
questione antropologica
- itinerari di educazione al bene comune, all’impegno civico,
all’universalità, al servizio…
- percorsi per 18-20enni
- percorsi per giovani-adulti.
Come incentivare questi itinerari? Quali caratteristiche e contenuti dare a
questi “nuovi percorsi”? Come integrarli nella formazione ordinaria? Ci
sono altre piste che possono rappresentare itinerari di primo annuncio?
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lavorativa e studentesca, che va rimessa al centro dei nostri percorsi
formativi.
Il primo passo è cominciare a pervadere di Senso la nostra presenza nei
luoghi del quotidiano. Solo infatti se impariamo ad amare, conoscere e
vivere quei luoghi come luoghi della nostra santificazione, se impariamo a
vederli come opportunità per realizzare il Regno di Dio sulla terra, allora
possiamo cominciare a pensare alla scuola, all’Università, al luogo di
lavoro come luoghi dove annunciare e vivere il Vangelo.
Si tratta di scoprire che si può essere, con umiltà e coraggio, apostoli
presso i coetanei, così come ci ricorda il decreto Apostolicam actuositatem
(n. 13) lì dove definisce l’apostolato dei laici come “da simile a simile”.
Non con formule vuote e arrugginite, ma partendo dalla condivisione dei
dubbi e delle domande di senso, e da quella sete di verità che agita e
accompagna il cuore delle persone. La prospettiva di un impegno comune
e attivo è il “metodo” per contagiare gli altri, scommettendo sulla qualità
della propria vita, sul cammino di fede già fatto e quello ancora da fare..
La domanda a questo punto sorgerà spontanea: come la nostra
Associazione che è radicata nelle parrocchie può impegnarsi ad aiutare i
soci ad essere “testimoni della speranza evangelica” negli ambienti di vita
quotidiana?
I Movimenti sono certamente lo strumento specifico attraverso i quali
l’Associazione vive la propria presenza nei luoghi del quotidiano: sono gli
occhi attraverso i quali impara a conoscere ed amare le varie realtà
scolastiche e lavorative; le braccia attraverso le quali annunciare con
l’impegno quotidiano il Regno di Dio. Msac e Mlac rappresentano uno
strumento prezioso affinché i lavoratori e gli studenti possano fare
esperienza di una “missionarietà” concreta, pratica, vissuta e non
proclamata, capace di tradurre il messaggio evangelico nella propria vita a
partire dalla scuola e dal posto di lavoro
L’Ac, cui sta a cuore tessere sempre relazioni significative e feconde, può
aiutare-sensibilizzare-provocare l’intera comunità cristiana ad interessarsi
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E non c’è da attendere di essere prima “formati”, di avere prima “una fede
matura”. Non si tratta solo di annuncio: gli ambienti di vita sono i luoghi in
cui si gioca la nostra fedeltà a quel Sì dato al Signore, a quel “credo,
aiutami nella mia incredulità”, a quel “Signore, sei tu al centro della mia
vita”. La quotidianità è il luogo in cui ci giochiamo la coerenza, la salvezza,
la fede…la vita, insomma.
Non è un luogo facile, ma la necessità di una forte attenzione verso gli
ambienti del quotidiano c’è già nell’orientamento delle Parole di Gesù nel
Vangelo: Gesù pensa alla comunità in funzione della missione.. Il che vuol
dire che noi stiamo insieme in quanto destinati ad essere inviati, non
semplicemente per star bene insieme e tutto lo sforzo della Chiesa oggi è
esattamente quello di comunicare quel Vangelo antico ma sempre nuovo
pur nelle cangianti situazioni della vita e della cultura.. I cristiani di
Diogneto affermano di essere “nel mondo, ma non del mondo”
Questo impegno a rendere conto della speranza di Cristo risorto nei luoghi
della quotidianità non deve vederci come dei nuovi Don Chisciotte che si
lanciano all’avventura in una eroica impresa, ma deve divenire uno stile
quotidiano che caratterizza la nostra presenza nei luoghi di lavoro e di
studio. Deve diventare contenuto formativo di tutti i nostri percorsi
ordinari nei gruppi parrocchiali. Non si tratta quindi necessariamente di
mettere in atto il Movimento Studenti o Lavoratori in tutte le nostre
realtà. Si tratta invece di far incontrare il vangelo con la vita: quella vita
che gli adolescenti spendono per 5 ore al giorno, per 6 giorni a settimana
per nove mesi all’anno per 5 anni, senza contare lo studio a casa, la
dimensione esistenziale della ricerca del proprio progetto di vita (“cosa
farò da grande?”), le esperienze di caduta, di limite, l’incontro ed il
confronto con l’alterità di relazioni costruite in classe, il rapporto con la
famiglia. Quella vita che i giovani trascorrono per la maggior parte della
loro giornata sul posto di lavoro, messi di fronte anche a tante scelte
anche etiche e di coerenza da compiere, messi di fronte alla domanda
fondamentale d’identità e di futuro su se stessi, di giustizia, di
cittadinanza. Se il Vangelo incontra la vita incontra proprio QUESTA vita, in
primo luogo. Ed è questa attenzione fondamentale, alla dimensione
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3) AC e ambienti di vita
PER INTRODURRE…
Da “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”
Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il primo decennio del
2000
L’intera società, nei suoi vari ambiti, è attraversata da un processo di
cambiamenti profondi e accelerati. Diventa prioritaria, di conseguenza,
una lettura attenta di tali contesti, onde poter rilanciare una pastorale
d’ambiente sempre più indispensabile per compaginare la comunità
battesimale, per raggiungere quanti sono in attesa dell’annuncio
cristiano, per dare efficacia al contributo dei cattolici alla vita della
società. Qui si inserisce l’esigenza di una sempre maggiore vitalità
dell’associazionismo sociale e professionale di ispirazione cristiana, come
pure, in forma diversa, dell’apporto di quanti hanno scelto di essere nel
mondo testimoni del Regno negli istituti secolari o in altre forme di
consacrazione personale.
La pastorale d’ambiente richiederà che le parrocchie ripensino le proprie
forme di presenza e di missione e il loro rapporto con il territorio,
aprendosi alla collaborazione con le parrocchie confinanti e a un’azione
concertata con associazioni, movimenti e gruppi che esprimono la loro
carica educativa soprattutto negli ambienti. Dove questa dimensione della
pastorale eccede la parrocchia, sarà fondamentale il riferimento alla
Chiesa diocesana: è responsabilità e compito dei Vescovi, infatti, dare un
volto autenticamente ecclesiale al generoso impegno che le varie forme di
apostolato dei cristiani esprimono in seno alla loro diocesi. In questa
prospettiva intendiamo sostenere con attenzione e speranza il cammino
dell’Azione Cattolica, da cui, in particolare, ci attendiamo un’esemplarità
formativa e un impegno che, mentre si fa sensibile alle necessità
pastorali delle parrocchie, contribuisca a rinvigorire, mediante la
testimonianza apostolica tipicamente laicale dei suoi aderenti, il dialogo
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e la condivisione della speranza evangelica in tutti gli ambienti della vita
quotidiana
Dal Progetto Formativo “Perché sia formato Cristo in voi”
Dall’introduzione: la sfida della vita quotidiana
Cristiani dentro la vita
Sentiamo l’esigenza di proporre il valore di una vita cristiana incarnata,
legata a tutte quelle esperienze che costituiscono il tessuto naturale di un
cammino cristiano: la famiglia, il lavoro, le relazioni interpersonali e
sociali. Siamo consapevoli che la frammentazione, la complessità, il ritmo
frenetico delle nostre occupazioni rendono difficile collegare la fede a
queste situazioni di vita: potrebbe sembrare più facile o addirittura
necessario separarsi da esse e vivere la fede come il luogo della
tranquillità. La formazione vuole aiutare le persone a non pensare la
fede come lo spazio della consolazione e la vita come quello del
conflitto. Compito della formazione è aiutare a fare incontrare l’una e
l’altra perché reciprocamente si illuminino. Il mistero di Dio che si fa uomo
dà all’esistenza un valore inedito da scoprire a poco a poco; permette di
acquisire di fronte alla vita un atteggiamento di fortezza e di fiducia. Allora
saremo riconciliati con la nostra realtà quotidiana.
Dal Documento Normativo del movimento lavoratori di Azione Cattolica
Articolo 1
Il Movimento Lavoratori vuole dire il Vangelo dentro la vita di chi lavora
e dentro le sofferenze, le umiliazioni, le noie, le attese, le delusioni di chi
lo aspetta per troppo tempo e non è aiutato a costruirlo o a cercarlo con la
sua creatività e capacità. Il vangelo è forza della vita, dà una capacità di
incontro con la Parola viva che è Gesù, che permette di scavare più in
profondità nella dignità umana e fa ritornare a camminare diritti nella vita.
24
Nello stesso tempo è centro di una comunità che esprime solidarietà e
stana tutte le sue risorse, comprese quelle spirituali, per metterle a
disposizione di ogni ambiente e in particolare dell’ambiente di lavoro e
di ogni condizione umana.
Dal Documento Normativo del movimento studenti di Azione Cattolica
Articolo 1
Il Movimento Studenti di Azione Cattolica (MSAC) è l'espressione, a
misura di studente, dell'attenzione missionaria dell’Azione Cattolica
Italiana (ACI) agli adolescenti nella loro condizione di studenti, e della
presenza organica e del servizio specifico dell'Associazione alla pastorale
studentesca. Pertanto è parte integrante del Settore Giovani, nell'ambito
del quale si colloca la sua specifica proposta, organizzazione e attività.
PER APPROFONDIRE…
Quello della pastorale d’ambiente non è un campo di formazione e di
apostolato “opzionale”. Cosa sarebbe altrimenti la formazione alla
pienezza di vita cristiana se non questo connubio tra fede e vita, tra
l’altezza dello spirituale e l’orizzontalità del nostro quotidiano? Di che cosa
discutiamo nei nostri gruppi giovani e giovanissimi se non di come
testimoniarLo e condurre scelte di coerenza con la nostra vita nei luoghi
che in maggior misura abitiamo? La famiglia, il lavoro, la professione, la
scuola, lo studio…
Non esistono geografie dell’anima per cui si può rinchiudere l’esperienza
di fede alle mura parrocchiali e vivere a compartimenti stagni, convinti che
il mondo sia “un’altra cosa” o una testimonianza opzionale. Come recita il
progetto formativo sopracitato non si può separare l’esperienza della fede
e pensarla come “luogo della tranquillità”, del ristoro, separando da essa il
luogo dell’incontro, del “conflitto”. C’è da rimboccarsi le maniche, sempre.
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