Libretto di campo • • • • • • • • • • • • • • • • 48 Autori vari, «…e si prese cura di lui» (Lc 10 3,4). Incontrare i giovani fino “agli estremi confini”, in Quaderni della Segreteria Generale della CEI 28(2008), p.1-, numero monografico Morelli G., Giovani, vangelo e cultura, in Segno nel Mondo 12(2008), p.40-ss. Autori vari, L’educazione alla fede delle giovani generazioni, in Orientamenti Pastorali 11(2008), p.24-ss. Autori vari, Trasmettere la fede alle nuove generazioni, in Evangelizzare 9(2008), p.533-ss. Autori vari, Perché siano ‘sentinelle del mattino’, in Presbyteri 7(2008), p.481-ss. Bissoli C., Giovani e sinodo sulla «parola di Dio». Una scheda di informazione e/o preparazione, in Note di Pastorale Giovanile 5(2008), p.30-ss. Barbetta S., La formazione cristiana dei giovani. Quadro di riferimento a partire dalle proposte CEI, AGESCI; CL/3, in Catechesi 3(2008), p.35-ss. Barbetta S., La formazione cristiana dei giovani. Quadro di riferimento a partire dalle proposte CEI, AGESCI, CL/2, in Catechesi 2(2008), p.44-ss. Barbetta S., La formazione cristiana dei giovani. Quadro di riferimento a partire dalle proposte CEI, AGESCI, CL/1, in Catechesi 1(2008), p.44-ss. Scalia F., Inviato ad paganos. Parlare di Dio ai giovani, fra pseudo atei e falsi cristiani, in La Rivista del Clero Italiano 1(2008), p.63-ss. Cugini P., Evangelizzare i giovani in un mondo che cambia: riflessioni pastorali, in Note di Pastorale Giovanile 8(2007), p.40-ss. Ghersi A., Itinerari per adolescenti e giovani, in Rivista di Pastorale Liturgica 6(2007), p.5-ss. Vela J. A., Il paradigma dell’azione pastorale nel lavoro con i giovani, in Concilium 5(2007), p.114-ss. Di Fiore C., L’evangelizzazione dei giovani nell’attuale contesto culturale, in Vivarium 3(2007), p.409-ss. Séïde M., Scoprire la bellezza della fede. Quali percorsi?, in Rivista di Scienze dell’Educazione 3(2007), p.46-ss. Monari L., «Debitori del vangelo». Trasmettere la fede alle nuove generazioni. Per continuare il cammino di riflessione e orientamento, in Orientamenti Pastorali 2(2007), p.88-ss. Posta prioritaria: giovani ed evangelizzazione in AC Una vita bella, felice, vissuta in pienezza, nell’amore per Dio e per gli altri: è questo il contenuto della posta prioritaria che vogliamo inviare a tutti i giovani e giovanissimi delle nostre parrocchie e diocesi. Come scrivere questa lettera perché arrivi al cuore dei nostri coetanei? Quali parole, strumenti, quali mezzi utilizzare perché questa Parola di speranza possa raggiungere più giovani possibile? Questo è il punto di domanda da cui inizia il campo: una domanda che desideriamo innanzitutto calare nella nostra vita. Partiremo dunque dall’ascolto della Parola, e mettendoci alla scuola di Gesù rifletteremo sulla capacità di “evangelizzare” attraverso l’incontro e le relazioni, per poi mettere a fuoco cosa significa davvero evangelizzazione. L’evangelizzazione è l’essenziale del nostro essere giovani cristiani, che vivono il cammino di fede e fanno esperienza di Chiesa nell’associazione. Desideriamo fare un po’ di chiarezza e darci alcune coordinate essenziali: i giovani sono considerati il soggetto (e l’oggetto!) principale dell’evangelizzazione, e a volte abbiamo un po’ di difficoltà a orientarci in questo grande slancio missionario della Chiesa: primo annuncio, nuova evangelizzazione, riscoperta della fede… Cosa stanno ad intendere realmente questi termini? Porci queste domande ci permetterà di confrontarci su quali passi avanti possiamo fare come responsabili dei giovani di Ac, sia nel cammino ordinario dell’associazione sia attraverso la sperimentazione di nuove forme e nuovi spazi per portare il Vangelo: territorio, parrocchia, ambienti di vita. Uno spazio particolare sarà dedicato alle grandi fragilità che i giovani oggi vivono, debolezze sociali e culturali che spesso diventano anche fragilità e paure personali ed emotive. 1 In questo percorso ci faremo aiutare dalla testimonianza luminosa di Carlo Carretto, instancabile animatore e testimone contagioso di speranza, che con il suo impegno e la sua capacità di mettere sempre al centro il Vangelo costituisce una guida per tutti i giovani di Ac. Tra gli strumenti che possiamo utilizzare in questo cammino, oltre alla proposta formativa dell’associazione, c’è la rinnovata edizione della Regola di vita spirituale dei giovani di Ac: uno strumento per suscitare delle domande in chi non frequenta il gruppo o rimane ancora “fuori dal giro”, e per accompagnare i giovani e i giovanissimi di Ac a vivere una vita “secondo lo Spirito”. • • • • • • Oltre alle persone che con la loro esperienza e amicizia ci accompagneranno in questo percorso, biblisti, docenti, laici e religiosi, incontreremo anche tanti amici dell’Ac della regione che ci ospita. A tutti un sincero “grazie”! • Pezzuto Giovanni, Gesù insegna a educare e a educarsi. Orientamenti e suggerimenti per genitori, educatori e giovani, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2007 Ruini Camillo, Rieducarsi al Cristianesimo. Il tempo che stiamo vivendo, Mondadori , Milano 2008, pp. 102 (*) Sartorio Ugo (a cura di), Annunciare il Vangelo oggi: è possibile?, Messaggero, Padova 2005, pp. 187 (*) Sigalini Domenico, Con il Vangelo in tasca. 7 percorsi di felicità, Paoline, Milano 2008 Sovernigo Giuseppe, Con Pietro al seguito di Gesù. Itinerario di formazione spirituale per giovani. 1. I passi decisivi, Dehoniane, Bologna 2009 [pubblicazione imminente] Sovernigo Giuseppe, Educare alla fede. Come elaborare un progetto, Dehoniane, Bologna 2002, pp. 384 Tettamanzi Dionigi, La bellezza della fede con i giovani in ascolto della vita, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2009, pp. 328 (*) libri posseduti dalla Biblioteca dell’AC Allora pronti per questo annuncio “prioritario”? Non resta che mettere il nome del destinatario… e partire! Emeroteca dell’Azione Cattolica Italiana Suggerimenti di lettura a cura di Petra Pallanch Buon campo! Emerografia: giovani ed evangelizzazione • GIOVEDI’ 30 LUGLIO Ore 16.00: arrivi e accoglienza • • Ore 18.30: Introduzione Ore 20.00: Cena • Ore 21.00: Celebrazione d’accoglienza • 2 Autori vari, Nuovi bisogni nuove domande. In margine a recenti ricerche sui giovani, in Note di Pastorale Giovanile 3(2009), p.25-ss. Dorofatti F., I giovani e la parola di Dio, in Orientamenti Pastorali 2(2009), p.7-ss. Matteo A., Davanti alla prima generazione incredula. L’annuncio cristiano ai giovani nel tempo della postmodernità/1, in La Rivista del Clero italiano 2(2009), p.118-ss. Pagani S., Cristianesimo germinale. Esperienza giovanile e accompagnamento alla fede, in La Rivista del Clero Italiano 1(2009), p.5ss. Autori vari, Giovani e vangelo: percorsi di evangelizzazione ed educazione, in Quaderni della Segreteria della CEI 31(2008), p.3-, numero monografico 47 Biblioteca Emeroteca dell’Azione Cattolica Italiana Suggerimenti di lettura a cura di Cinzia Lorenzi Bibliografia: l’annuncio ai giovani • • • • • • • • • • • • • • 46 Arcidiocesi di Milano, Servizio Giovani, Giovani e festa. Tra le feste e la fede dei giovani d’oggi, Centro Ambrosiano, Milano 2005 Armando Matteo, Come forestieri. Perché il Cristianesimo è divenuto estraneo agli uomini e alle donne del nostro tempo,pref. di Gianfranco Ravasi, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ) 2008, pp. 76 (*) Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, Rizzoli, Milano 2007, pp. 446 (*) Castrilli Pasquale, Missione Giovani. Idee e testimonianze per l’annuncio, Áncora, 2008, pp. 128 CEI, Educare i giovani alla fede. Orientamenti emersi dai lavori della XLV Assemblea Generale, Paoline, Milano 1999 Con i giovani sulla strada di Emmaus. Ambiti, spiritualità, modi per l’annuncio del Vangelo, Il Calamo 2007, pp. 248 Dietrich Rita, Nel mondo che faremo. I giovani e la fede, Città Nuova, Roma 2008, pp. 212 Dio, a che serve? Il Cardinal Godfried Danneels dialoga con i giovani sulla vita e sulla fede, a cura di Iny Driessen, Paoline, Milano 2004 Giamberardino Eugenio Vittorio, Vedo penso credo. Una proposta di fede per i giovani, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2008, pp. 270 Lasconi Tonino, Quando la fede si fa difficile. Domande e risposte su Dio, Gesù, la Chiesa, l’aldilà, LDC, Cascine Vica (TO) 2008, pp. 184 Maggioni Bruno, Vivaldelli Gregorio (a cura di), La Bibbia, Áncora, Milano 2009, pp. 1768 Martini Carlo Maria, Sporschill Georg, Conversazioni notturne a Gerusalemme. Sul rischio della fede, Mondadori, Milano 2008, pp. 124 (*) Martini Carlo Maria, Liberi di credere. I giovani verso una fede consapevole, In Dialogo, Milano 2009, pp. 192 Martini Carlo Maria, Tu mi scruti e mi conosci. Meditazioni bibliche per adolescenti in ricerca, Áncora, Milano 2008, pp. 112 VENERDI’ 31 LUGLIO Un incontro speciale. La giornata, partendo dalla Parola, ha l’obiettivo di porre al centro le nostre relazioni. Dalla relazione personale con Gesù, infatti, la Buona Novella entra nella nostra vita. Attraverso le relazioni che abbiamo con gli altri riceviamo e doniamo ogni giorno frammenti di Vangelo. Ore 8.00: Preghiera Ore 8.30: Colazione Ore 9.30: Apostoli perché discepoli – MONS. GUALTIERO SIGISMONDI, Vescovo di Foligno Riflessione personale Ore 12.00: Celebrazione Eucaristica Ore 13.00: Pranzo Ore 15.30: Laboratori – Le mie relazioni alla prova del Vangelo Ore 19.30: Cena Ore 21.00: Serata insieme 3 MARTEDI’ 4 AGOSTO Laboratorio Le mie relazioni alla prova del Vangelo Mi racconto… C’è un rapporto strettissimo tra vita di fede e comunicazione della fede: la prima si esprime necessariamente nella seconda e questa postula la prima. Il vissuto della fede tende alla comunicazione della fede e la comunicazione della fede aumenta lo spessore della vita di fede. Benedetto XVI Sulle orme di fratel Carlo. Per fare sintesi di quanto vissuto in questo campo, conosciamo Carlo Carretto. Ore 8.00: Celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Domenico Sigalini, assistente ecclesiastico generale dell’Azione cattolica italiana Ore 9.00: Colazione Ore 9.30: testimonianza di FRATEL ARTURO PAOLI su Carlo Carretto Risonanze Ore 11.30: Conclusioni Eccomi… Ore 12.30 Pranzo e saluti Chi sono (età-studi-lavoro-provenienza) ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… Mi piace fare… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… Non mi piace fare… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… Tre parole per descrivermi… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… 4 « Se dovessi ricominciare da capo, farei l’Azione Cattolica. Quegli anni hanno messo le basi della mia vita cristiana. L’Azione Cattolica, l’idea di un prete che non deve essere solo, l’idea dei laici che non devono essere soli, quindi l’idea della comunità cristiana, che è stata ripresa dal Concilio Vaticano II, era già in quel tempo». (Carlo Carretto, Innamorato di Dio. Autobiografia) 45 segno di cura dell’educatore verso specifici giovani e giovanissimi; come proposta di iniziare fatta a un giovanissimo o a un giovane che ancora non aderisce o non partecipa al gruppo. Queste sono solo alcune idee… Certamente la vostra fantasia saprà inventare modi e spazi sia per presentare gli Appunti, sia per condurre concretamente i giovani e i giovanissimi a scrivere la propria Regola. Dall'introduzione di “A regola d’arte. Appunti per gli educatori sulla Regola di vita”. La colonna sonora della mia vita… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… Sono insuperabile in… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… Non mi chiedete di…. ………………………………………………………………………………………………………………… CONFRONTO… ………………………………………………………………………………………………………………… • A chi e come presentare gli Appunti? Se fossi… • Definire il profilo della guida spirituale, a partire dalle diverse figure educative che accompagnano il giovane e il giovanissimo. ………………………………………………………………………………………………………………… • Come gli Appunti possono diventare uno strumento missionario? ………………………………………………………………………………………………………………… Un progetto da realizzare… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… La mia vita di fede… Quando è iniziata… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… 44 5 Chi mi ha trasmesso la fede… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… In che modo… ………………………………………………………………………………………………………………… tipica dell’Ac. È chiaro soprattutto l’orizzonte della santità a cui tutti sono chiamati, senza distinzioni. Certamente dalla lettura si può trarre l’immagine di una fede in dialogo con la vita, non astratta né isolata dalle condizioni concrete in cui un giovanissimo o un giovane vive. Per questo motivo gli appunti sono stati pensati, sin dall’inizio, anche come strumento “missionario” per giovani e giovanissimi in ricerca, e – perché no – anche per far nascere delle domande in chi, forse, non ci ha mai pensato. ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… Quali persone, oggi, alimentano il mio cammino Quando consegnare gli Appunti? Alcune idee: - all’inizio o al termine di un percorso di gruppo sul tema della Regola; - all’inizio o al termine di un’esperienza spirituale e di preghiera forte, parrocchiale o diocesana; in particolare l’orizzonte della Regola ben si sposa con l’esperienza degli esercizi spirituali, che tanti giovani di Ac svolgono nel corso dell’anno; - al termine di un’esperienza formativa esemplare, come potrebbe essere un campo scuola parrocchiale o diocesano; - in occasione della Settimana della spiritualità: può essere proposto come impegno concreto da cercare di portare avanti oltre la singola settimana, anche a un giovane che vi partecipa per la prima volta; - in un’occasione particolare della vita dei giovani, come il passaggio dei 18-20 anni, periodo in cui si fa più forte la riflessione sulla propria vocazione e si cominciano a compiere le prime importanti scelte della vita; ma anche ragazzi che entrano a 14 anni nel Settore Giovani, come piccolo segno di questo primo significativo passaggio nel loro cammino di vita e di fede; - gli Appunti possono essere consegnati anche personalmente, come ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… Quali i luoghi importanti della mia vita di fede ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… Quali episodi/fatti hanno segnato in modo determinante questo cammino… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… Tre parole per descrivere la mia esperienza di fede… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… 6 43 Gli Appunti sono uno strumento Le mie relazioni… Gli Appunti per una Regola di vita spirituale non si sostituiscono alla vita ecclesiale e associativa, al gruppo e all'accompagnamento spirituale. Sono, al contrario, uno strumento che può essere utilizzato dai giovani e dai giovanissimi solo con l'aiuto di significative figure di riferimento, come gli educatori e gli assistenti: persone che vivono o cercano di vivere secondo il Vangelo. Cristiani che pregano, condividono e testimoniano e che, con la loro amicizia, il loro ascolto e il loro gioioso esempio, generano nei giovani e nei giovanissimi che li circondano lo stesso grande desiderio di un cammino spirituale arduo, ma bello, che essi per primi compiono. «Prima sono i catechisti e poi i catechismi; anzi, prima ancora, sono le comunità ecclesiali»: il monito de Il rinnovamento della catechesi1 è oggi più che mai attuale. Le mie tante qualità e i miei pochi difetti…. Gli Appunti, allora, diventano anche uno strumento per gli educatori. Uno strumento da saper utilizzare e da saper presentare. A chi? Alla comunità, innanzitutto. È questa che si rende responsabile dell'educazione dei giovani e dei giovanissimi. Ai genitori, primi educatori e testimoni. E poi, come è naturale, ai giovani e giovanissimi stessi. ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… Cosa dicono gli altri di me… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… Mi fa arrabbiare da morire nelle persone… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… A chi dare gli appunti? E quando? Le qualità che amo di più negli altri… Gli Appunti sono uno strumento molto flessibile. Certamente vanno consegnati, personalmente, ai giovani e giovanissimi che frequentano i gruppi di Ac. È importante che l’atto della consegna degli Appunti non sia “vuoto”, formale, ma che sia debitamente preparato. Al termine di questo breve testo proponiamo una celebrazione di consegna, che tuttavia ha bisogno anch’essa di un cammino preparatorio in cui sia stato debitamente illustrato il significato della Regola e il senso degli Appunti. ………………………………………………………………………………………………………………… Ma si tratta di uno strumento che può anche essere offerto a quei giovani e giovanissimi che vogliono avviare un cammino: nella lettura degli Appunti, infatti, è facile scorgere i tratti salienti della “spiritualità laicale” ………………………………………………………………………………………………………………… 1 42 ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… Le persone importanti della mia vita sono quelle che… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… CEI, Il rinnovamento della catechesi, Libreria Editrice Vaticana, Roma 1992 7 Laboratorio 2 Una cosa che non farei mai a nessuno… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… La proposta degli appunti in diocesi ………………………………………………………………………………………………………………… In ogni rapporto di amicizia metto sempre… PER INTRODURRE… ………………………………………………………………………………………………………………… Gli appunti nel cammino ordinario dell’associazione ………………………………………………………………………………………………………………… Gli Appunti per una Regola di vita spirituale rientrano tra gli strumenti a servizio della proposta formativa che l’Associazione rivolge ai giovani e giovanissimi: si tratta di un itinerario di formazione globale, umana e cristiana. Gli Appunti si pongono a fianco di una serie di strumenti che aiutano l’educatore a vivere il proprio cammino di servizio: - il Progetto formativo Perché sia formato Cristo in voi, che in più passaggi richiama l’importanza di una Regola “laicale”; - le Linee guida per gli itinerari formativi Sentieri di speranza: in particolare, nella sezione dedicata ai giovani, “Fino in cima”, la Regola è costantemente richiamata come strumento che aiuta a fare sintesi nella vita di fede dei giovani e dei giovanissimi; - i cammini annuali per i gruppi giovani e giovanissimi, all’interno dei quali, anno per anno, c’è sempre un riferimento esplicito a far divenire “Regola” quanto in gruppo, in associazione, in parrocchia, in diocesi e a livello personale si sperimenta; - i testi personali per giovani e giovanissimi che aiutano a pregare con il vangelo dell’anno, e che arrivano a casa di ogni aderente all’inizio dell’anno associativo; - i sussidi per la preghiera nei tempi forti di Avvento-Natale, Quaresima e Pasqua, che dal 2009-2010 sono differenziati per giovanissimi e giovani. Con questi strumenti tra le mani, e con i Catechismi della CEI (Io ho scelto voi e Venite e vedrete), l’educatore può accompagnare i giovanissimi e i giovani a dare coerenza e continuità al loro cammino di vita e di fede. ………………………………………………………………………………………………………………… Tempi e luoghi per curare le relazioni… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………… 8 41 RIFLETTIAMO: Sperimentiamoci Talk show • Ho mai sentito parlare di “regola”? • Se sì, chi me l'ha proposta? Con quali modalità? • Penso che per me, in quanto giovane, una regola possa aiutarmi nella vita spirituale? Quali le potenzialità di una regola? Quali i punti più “deboli”, quali gli aspetti a cui prestare attenzione (ad esempio, la difficoltà a trovare del tempo, a organizzare il proprio tempo...)? • C'è una persona di riferimento nella mia vita spirituale, con la quale mi confronto? • Quali aspetti di una regola possono affascinare i giovani della mia età/i giovanissimi? • In quali occasioni la regola può essere proposta ai giovani/giovanissimi? Alla fine del confronto, simulare la preparazione di un incontro di gruppo (o di un’iniziativa) per giovani e/o giovanissimi nel quale presentare le Regole. Istruzioni per il gioco Vi si chiede di immaginare di essere ospiti in un famoso talk show della locale rete Televisiva “Tele Akery”, che in diretta, ogni settimana, discute di un caso/fatto di cronaca e chiede al gruppo di ospiti di esprimere un parere. Nelle pagine seguenti è illustrato il caso su cui questa settimana verterà la discussione e sul quale dovrete formulare una valutazione individuando, tra i diversi protagonisti del racconto, i soggetti che hanno maggiori o minori responsabilità rispetto all’accaduto. Si chiede di redigere una graduatoria di responsabilità dell’evento, muovendo da 1 (il più colpevole) a 9 (il meno colpevole). Avete 15 minuti di tempo per consultare individualmente la documentazione allegata e stilare una valutazione personale. In seguito il gruppo avrà 45 minuti per confrontarsi. 40 9 La Storia Mario (27 anni, ragioniere) Giovanna (22 anni, estetista) sono due giovani che s’incontrano, s’innamorano e si sposano. Dopo poco tempo, Giovanna resta incinta e nasce un bel maschietto, Paolo. La famiglia vive con alcune difficoltà economiche: gli introiti sono troppo bassi. Quando Paolo ha tre anni, a Mario viene offerta un’importante, anzi unica, opportunità lavorativa, che cambierebbe la sua carriera e la sua vita. Mario vuole accettarla e cerca di convincere Giovanna a seguirlo in Australia con il bambino ma Giovanna rifiuta decisamente: ha una buona clientela per la sua attività di estetista; è figlia unica e sua madre, Franca, vedova, sarebbe molto rattristata da questa separazione; d’altro canto la madre stessa dice di essere troppo anziana per accettare di emigrare in un contesto così lontano e diverso dal suo. E poi Giovanna ha amicizie in Italia che le costerebbe lasciare. Mario accetta comunque il lavoro e parte per l’Australia: l’accordo con Giovanna è che si faranno periodicamente visite reciproche, compatibilmente con le disponibilità di tempo e di denaro. Purtroppo, il legame non regge alla separazione: lentamente gli affetti reciproci si stemperano; è sempre un problema incontrarsi, mediamente ci riescono una volta l’anno ed in quella occasione si trovano sempre più estranei l’uno all’altro. Mario finisce per crearsi una relazione locale con Jane ed anche Giovanna trova un affetto in Giuseppe. Dopo qualche anno, quando Paolo ne ha sette, Mario e Giovanna decidono di comune accordo e senza traumi di separarsi e di avviare le pratiche per il divorzio. Mario continuerà a provvedere economicamente al mantenimento di Paolo in misura adeguata. Giovanna è molto presa: la sua attività professionale è cresciuta ed anche il nuovo rapporto affettivo richiede molto tempo e attenzione. Per questo motivo affida sempre più spesso Paolo alle cure di nonna Franca la quale, anziana, non riesce a dominare molto bene il carattere un po’ esuberante del bambino. Paolo ha ormai 11 anni; comincia ad avere problemi comportamentali a scuola e il professore Filippo ne consiglia l’affidamento ad un assistente sociale specializzato nei problemi dell’adolescenza che ne sostenga lo sviluppo psicologico. Viene 10 dell’ascolto, del dialogo con Dio; la dimensione della comunità e della condivisione, incentrata sul mistero dell’eucarestia; la dimensione della testimonianza coraggiosa e libera di una Parola di speranza in tutti gli ambiti e i luoghi che abitiamo. Vivere queste tre parole nella nostra esistenza vuole essere un primo passo semplice e concreto per camminare sulla via della santità. Quando pensiamo ai santi, ci vengono in mente persone straordinarie, modelli lontani e irraggiungibili, quasi dei supereroi. In realtà i santi sono persone normalissime, come me e te: l’unica dote da supereroi che hanno… è la straordinaria capacità di amare! È proprio questo il mandato che Benedetto XVI ha dato all’Azione Cattolica il 4 maggio 2008 in Piazza San Pietro: essere scuola di santità. Non c’è da spaventarsi se il mandato sembra troppo “alto”: abbiamo tanti giovani testimoni che ci hanno preceduto su questa strada, da Pier Giorgio Frassati ad Alberto Marvelli, ragazzi e ragazze che hanno esercitato in modo eroico la virtù dell’amore, giorno dopo giorno, in tutte le dimensioni della loro vita, in famiglia, con gli amici, verso i poveri, nell’impegno civile e sociale. Giovani che ci sono compagni di viaggio nel nostro cammino di formazione e di crescita, e che ci guidano a quella “misura alta” della nostra vita che è la santità. E proprio un’espressione di Pier Giorgio Frassati, «Verso l’alto», dà il titolo a questi Appunti. Dall'introduzione di “Verso l'alto. Appunti per una Regola di vita dei giovani di AC” 39 libera: ci guida a mettere in gioco, liberamente, la nostra intelligenza di figli di Dio e ci aiuta a trovare la nostra strada, a renderci giorno dopo giorno uomini migliori, allargando progressivamente il nostro cuore e la nostra capacità di amare fino ai confini del mondo. È questo, d’altronde, il vero significato della parola regola: deriva dal latino regula, da cui sono venuti pure il nostro regolo, righello, cioè una lista di legno che serve per fare le righe, per andare diritti. Si tratta solo di “appunti”, cioè considerazioni, consigli… per aiutarci a tenere la strada giusta! Non esiste un’unica regola, perché non esiste una sola strada: ciascuno deve trovare il suo percorso, con l’originalità e la creatività che lo contraddistingue. Ecco perché si parla di appunti: sono indicazioni e suggerimenti per aiutarti a stendere la tua personale regola di vita. Sta a te trovare il passo giusto in base alle tue forze, individuare le cose essenziali da portarti dietro senza inutili pesi, scegliere i migliori compagni di strada e trovare un angelo che ti faccia da guida nel cammino, come il giovane Tobia nella strada verso la Media (Tb 5). Gli appunti vogliono essere un aiuto a vivere una spiritualità solida e profonda: non si tratta solo di recitare le preghiere ogni tanto, ma di costruire una vita secondo lo Spirito, dove vivificare i doni che Egli ci ha dato e imparare a esercitare le virtù della fede, della speranza e dell’amore. Crescere alla scuola dello Spirito richiede, certo, molto di più di quanto possa offrire un semplice testo: esso non può sostituire l’ascolto della Parola, il rapporto con la propria guida spirituale, la ricchezza della vita di comunità. La regola vuole essere semplicemente uno strumento per accompagnarci nel nostro itinerario di formazione personale, attraverso qualche “dritta” sulla strada da percorrere. Per questo il testo è articolato intorno a tre parole, i pilastri su cui costruire la propria regola: pregare, condividere, testimoniare. Si tratta di tre verbi, per esprimere la dinamicità e la progressione: una Regola non vale per sempre ma cammina, muta con il progredire e il crescere della persona. Tre verbi da coniugare concretamente, che rappresentano tre dimensioni fondamentali della nostra vita: la dimensione orante, del silenzio, 38 scelto Guido che si incontra con il ragazzo un paio di volte alla settimana. Purtroppo, Paolo ha scelto come migliore amico Ugo, un ragazzo di un paio d’anni più grande che viene da una famiglia problematica. I servizi sociali cercano di fare del loro meglio ma Ugo manifesta una chiara tendenza a delinquere ed ha una certa influenza su Paolo. Quando Paolo ha 13 anni entra a far parte di una baby-gang capitanata da Ugo e, durante un’aggressione ad un coetaneo, lo accoltella. Questi i fatti di cronaca. Per aiutare la riflessione personale e, successivamente, la discussione in gruppo, si ricordano i protagonisti della vicenda: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Mario, il padre Giovanna, la madre Paolo, il bambino Franca, la nonna Jane, la nuova compagna del padre Giuseppe, il nuovo compagno della madre Filippo, il professore Guido, l’assistente sociale Ugo, l’amico bullo 11 Valutazione Personale Tempi: 15 minuti Valutazione di gruppo Tempi: 45 minuti 1. ______________________ 1. _______________________ 2. _______________________ 2. _______________________ 3. _____________________ 3. _______________________ 4. _______________________ 4. _______________________ 5. _______________________ 5. _______________________ 6. _______________________ 6. _______________________ 7. _______________________ 7. _______________________ 8. _______________________ 8. _______________________ 9. _______________________ 9. _______________________ volontà e pochissima intelligenza è pericolosissima è una mina vagante, uno ha una vita affettiva rigogliosissima ma non ha un minimo di intelligenza fa dei disastri. Ecco, queste tre dimensioni, che anche umanamente devo essere il più possibile integrate e determinano proprio quella che si chiama maturità della personalità, sono anche le tre dimensioni della vita secondo lo Spirito, cioè la spiritualità cristiana le deve investire se non vuole diventare spiritualismo a partire dall’intelligenza. Dall'intervento di don Erio Castellucci al seminario del Settore giovani “A Regola d'Arte”, 28-29 marzo 2009 Una regola per la vita spirituale? Ma come: non è qualcosa fuori dal mondo parlare di una regola oggi per i giovani? Le regole sono quelle che si rispettavano a scuola, o al massimo ancora nell’università o al lavoro… È difficile immaginare una regola nella nostra vita. Sempre di corsa da una parte all’altra, impegnati in diversi lavori, spesso spostandoci dalla nostra città, tra lo studio, il gruppo parrocchiale, gli amici, la famiglia, gli affetti, i viaggi… come pensare di darsi una regola in questa gran confusione? Sembra qualcosa di più adatto a una comunità di monaci, che non a giovani che vivono nel mondo. Eppure in tutto ciò che viviamo abbiamo una regola. Nello studio, nel lavoro, ma anche negli affetti e nelle amicizie, giorno dopo giorno impariamo dagli errori e dalle difficoltà: cerchiamo sempre di fare un passo avanti, dandoci delle coordinate da rispettare, tracciando un sentiero da seguire, che diventa più evidente attraverso l’esperienza stessa del cammino. Anche nella nostra vita spirituale è così: impariamo ad approfondire la nostra interiorità, acquisiamo la capacità di fare silenzio e ascoltare, accogliamo il desiderio di dialogare con Dio solo con la pratica e l’esperienza graduale e costante del rapporto con il Signore. La regola allora non è una norma che ci ingabbia, ma un cammino che ci 12 37 Laboratorio 1 Introduzione alla regola e agli appunti PER INTRODURRE… Nel cristianesimo la spiritualità non è né spiritismo né spiritualismo, ma [...] laicale per eccellenza: cioè la spiritualità è incarnata, passa attraverso le relazioni quotidiane, passa attraverso la propria storia, lo studio, il lavoro, gli amici, il ragazzo, la ragazza, la moglie, il marito, i figli, i momenti di divertimento, i momenti di impegno, anche la preghiera, ma attenzione a non requisire la parola spiritualità tutta alla preghiera. La preghiera non può essere il reparto spiritualità. La spiritualità cristiana, poiché appunto è vita secondo lo Spirito, ed è vita incarnata, deve riguardare tutto, la preghiera sarà un momento qualificante della spiritualità cristiana. La spiritualità è appunto, come dice il titolo, vita, vita concreta secondo lo Spirito […] E' proprio così: o la nostra vita secondo lo Spirito arriva ad avvolgere i legami forti e profondi della nostra vita oppure diventerà sempre un settore, la nostra vita sarà come una cassettiera, tiriamo il cassetto della famiglia, tiriamo questo, tiriamo quello del lavoro, richiudiamo questo, quello della preghierina, richiudiamo questo, quello del servizio, lo richiudiamo. Ma nella Scrittura non c’è mai scritto che dobbiamo essere una cassettiera spirituale, ma vivere secondo lo Spirito, cioè lo Spirito deve riuscire a coinvolgere tutta la nostra esistenza. La nostra esistenza concreta, corporea, è fatta di tre grandi dimensioni, tre grandi – potremo dire – capacità, qualità che noi abbiamo e che i psicologi conoscono bene perché ci lavorano sopra: l’intelligenza, la volontà, gli affetti. Ora, queste tre dimensioni della nostra personalità anche umanamente devono essere il più possibile integrate, perché altrimenti ci sono dei problemi. Se uno ha una fortissima intelligenza e pochissima forza di volontà, capisce tutto ma non fa niente, uno ha una fortissima forza di 36 “Il filo rosso delle mie relazioni” “Oltre che a raccontare Gesù, dovrò anche raccontare di me. Il mio sarà un atto di evangelizzazione quando racconterò che credo che Gesù è risorto. E se credo che egli è risorto, avrò anche da raccontare come la sua vita e la sua storia contano per me. In una parola dovrò raccontare che io credo, raccontare la storia della mia fede, raccontare che per la fede faccio certe cose, che altrimenti non farei. Ecco che allora il discorso si allarga: dal puro Vangelo al Vangelo recepito, vissuto e trasmesso. Non si annuncia il Vangelo senza raccontare di Cristo e allo stesso tempo senza raccontare di sé […], perché si sa bene che quanto racconto di me non è assoluto, è, può e deve essere un ‘discorso qualsiasi’. […]. Tutto questo può apparire una specie di caduta di livello all’interno dell’atto di evangelizzazione, (ma deve avvenire): non è forse questo un riprodursi continuo, incessante, proprio della Chiesa di Dio che si è fatto uomo, che entra da uomo nel discorso umano, egli che è il Signore? […] Così ancora una volta Dio si rivela al mondo nella sua kenosi continua”. Severino Dianich - Dare la parola al mondo: il mondo soggetto di evangelizzazione Le parole che aprono la scheda delineano il percorso che in questa prima giornata di campo abbiamo desiderato fare insieme: imparare a raccontare Gesù raccontando di noi. Con quest’ultimo momento ci prendiamo un po’ di tempo per fare sintesi del cammino fatto. La riflessione è personale. Ogni partecipante avrà una scheda in due parti: nella prima parte si invita a riflettere su “le relazioni secondo me” e “le relazioni secondo il Vangelo” per consentire di fare un confronto-sintesi sul percorso della giornata; la seconda parte è relativa all’impegno, al mandato che assumiamo di vivere le relazioni alla luce del Vangelo. 13 Le relazioni secondo me Le relazioni secondo il Vangelo accompagnare e introdurre la persona al Vangelo di Luca, seguendone la scansione domenica per domenica. Quest’anno il testo è stato realizzato in collaborazione con alcune aggregazioni laicali come l’Agesci, il CSI, le Acli, la Coldiretti, Confcooperative, la Gioc, l’Ucid e i Convegni di cultura Maria Cristina di Savoia. Ai giovanissimi viene proposto “Passo da te”: vengono presentati, con un linguaggio e una grafica a misura di adolescente, e con una scansione che richiama i passaggi della lectio divina, alcuni brani del vangelo di Luca commentati da un sacerdote e da altri giovanissimi. A fine giornata, dopo aver confrontato la mia vita di relazione con l’esemplarità che viene dal Vangelo, mi impegno a: ____________________________________________________________ ____________________________________________________________ ____________________________________________________________ ____________________________________________________________ ____________________________________________________________ ____________________________________________________________ ____________________________________________________________ ____________________________________________________________ ____________________________________________________________ ____________________________________________________________ ____________________________________________________________ 14 35 SABATO 1 AGOSTO LA PROPOSTA FORMATIVA 2009/2010 Il cammino di gruppo dei giovanissimi Il testo di gruppo per gli adolescenti (14-18 anni) si intitola “Ingresso libero”. Un percorso ad ampio raggio sul tema delicatissimo e cruciale delle relazioni, da declinare nei contesti familiari, amicali, scolastici, affettivi, del tempo libero e delle comunicazioni. Il testo non solo spinge a “riflettere sul tema”, ma a fare viva esperienza di relazioni libere e liberanti. Per l’educatore ci sono anche dossier sull’impegno a scuola, sull’educazione al servizio e sulla sfida, per i giovanissimi, di annunciare Cristo anche fuori dagli ambienti ecclesiali. Il cammino di gruppo dei giovani Il testo di gruppo per i giovani si intitola “In con tra”. Giocando con le preposizioni semplici, si snoda un percorso tra gli ambiti relazionali dei giovani: la vita di coppia, l’università, il lavoro, la città, la comunità ecclesiale… Anche in questo caso, la riflessione si accompagna all’impegno di trasformare i propri stili di vita assumendo l’altro e l’Altro come parametro essenziale. Per l’educatore sono presenti dossier sulla Dottrina sociale della Chiesa, sul tema “giovani e cultura” e sul valore del crescere nella fede insieme in un gruppo. Belli fuori. La giornata ha l’obiettivo di comprendere sino in fondo cosa intenda la Chiesa con il termine evangelizzazione, e permetterà di riflettere su quanto l’Ac fa e può fare per parlare, insieme alla comunità cristiana, a tutti i giovani negli ambienti che loro frequentano. Ore 8.00: Preghiera Ore 8.30: Colazione Ore 9.30: Le fondamenta dell’evangelizzazione – don Valentino Bulgarelli, direttore dell'ufficio Catechistico della diocesi di Bologna Dibattito Ore 12.00: Celebrazione eucaristica Ore 13.00: Pranzo Ore 15.30: Ac ed evangelizzazione. Gruppi di studio: La parrocchia, centro dell’evangelizzazione Un dvd per arricchire la proposta Ai due testi è associato un dvd con esperienze, testimonianze, contributi filmati di persone note e meno note. Quest’anno, tra i tanti: Andrea Zorzi, Simona Atzori, mons. Luigi Bettazzi… Un modo immediato per introdurre i singoli moduli o fare sintesi. Nelle cartelle interne del dvd schede, schemi di preghiera e di meditazione, contributi e documenti. Ac e primo annuncio Ac ed ambienti di vita Ore 19.30: Cena Ore 21.00: Serata insieme I testi per l’autoformazione Ai giovani e ai giovanissimi l’AC propone un testo per la lettura, la meditazione e la preghiera personale del Vangelo dell’anno liturgico. Il testo rivolto ai giovani è “Lo accolse con gioia”, che si propone di 34 15 LUNEDI’ 3 AGOSTO Gruppi di studio 1) La parrocchia, centro dell’evangelizzazione PER INTRODURRE… “La parrocchia è una determinata comunità di fedeli che viene costituita stabilmente nell'ambito di una Chiesa particolare, e la cui cura pastorale è affidata, sotto l'autorità del Vescovo diocesano, ad un parroco quale suo proprio pastore”. Codice di Diritto Canonico Can.515 “La comunione ecclesiale, pur avendo sempre una dimensione universale, trova la sua espressione più immediata e visibile nella parrocchia: essa è l'ultima localizzazione della Chiesa, è in un certo senso la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie. E' necessario che tutti riscopriamo, nella fede, il vero volto della parrocchia, ossia il «mistero» stesso della Chiesa presente e operante in essa: anche se a volte povera di persone e di mezzi, anche se altre volte dispersa su territori quanto mai vasti o quasi introvabile all'interno di popolosi e caotici quartieri moderni, la parrocchia non è principalmente una struttura, un territorio, un edificio; è piuttosto la famiglia di Dio, come una fraternità animata dallo spirito d'unità», è «una casa di famiglia, fraterna ed accogliente, è la comunità di fedeli” La proposta ordinaria dell’associazione a servizio dell’evangelizzazione. Vogliamo guardare agli strumenti ordinari con cui l’Ac da sempre evangelizza, in particolare alla proposta formativa per i gruppi giovani e giovanissimi. Ma quest’anno la proposta si arricchisce di uno strumento indispensabile, gli Appunti per una regola di vita dei giovani e dei giovanissimi. Ore 8.00: Celebrazione eucaristica presieduta da MONS. DOMENICO SORRENTINO, Vescovo di Assisi-Gualdo Tadino-Nocera umbra Ore 9.00: Colazione Ore 9.30: La proposta formativa 2009/2010 Ore 10.30: Presentazione “Appunti per una Regola di vita” Ore 11.00: Laboratori sulla Regola di vita Ore 13.00: Pranzo Ore 15.30: Uscita, cena e serata a cura della delegazione regionale Ac Umbria Christifideles Laici, 26 “Il legame con la Chiesa diocesana vive giorno per giorno nella parrocchia; in essa l’AC sperimenta la concretezza di una Chiesa da amare ogni giorno nella sua realtà positiva e nei suoi difetti; da accogliere e sostenere; da sospingere a largo e da servire con umiltà. Ma oggi non si può scegliere la parrocchia se non attraverso un lavoro formativo che sostenga il cammino della quotidianità, che insegni un amore oblativo e 16 33 Introduzione generale al tema della giornata e alla tavola rotonda Il contesto nel quale oggi anche l’Ac si trova ad operare è caratterizzato dalla dimensione della fragilità: per dirla con il sociologo Zygmunt Bauman potremmo definirlo un contesto liquido; per riprendere Papa Ratzinger è immediato qualificarlo come impregnato di relativismo; se infine volessimo dirlo in termini “evangelici” potremmo definirlo un “contesto pagano”, dove ciò che fino a poco tempo fa era “certo”, ora pare “insicuro, instabile, sfuggente”. In questa giornata vogliamo interrogarci su come l’Ac si pone nei confronti dei giovani, che in virtù di questo contesto si rivelano talvolta inquieti, precari, incerti, affannati e demoralizzati. Vogliamo chiederci inoltre in che modo l’Ac si pone nei confronti di un contesto sociale e politico per lo più instabile, individualista, inaffidabile e contradditorio. Obiettivi dei laboratori L’obiettivo generale dei laboratori “d’autore” è quello di capire in che modo si può incidere oggi nella vita dei giovani e con quali strumenti concreti l’Ac – a partire da quello che già propone – può contribuire ancora di più ad evangelizzare queste fragilità. I laboratori sono dunque lo strumento per passare alla fase della proposta e della progettualità. Cfr. materiali distribuiti durante i laboratori 32 capace di sacrificio, che sappia attraversare le situazioni di conflitto con chiarezza e amore, che faccia praticare i percorsi della comunione con le persone con cui abbiamo familiarità quotidiana, che insegni una pazienza che non spegne gli slanci e una fedeltà che non scade nella mediocrità, che insegni a osare prospettive nuove assunte per fedeltà e rifiuti ogni ripiegamento, ogni rassegnazione”. Perché sia formato cristo in voi, pag.16 “La Chiesa ha bisogno di voi, perché avete scelto il servizio alla Chiesa particolare e alla sua missione come orientamento del vostro impegno apostolico; perché avete fatto della parrocchia il luogo in cui giorno per giorno esprimere una dedizione fedele e appassionata. In questo modo continuate a tener vivo lo spirito missionario di quelle donne e uomini di Azione Cattolica che nell’umiltà e nel nascondimento hanno contribuito a rendere più vive le comunità cristiane nelle varie parti del Paese” Messaggio all’Assemblea Straordinaria dell’AC, 2003, n.5 PER APPROFONDIRE… 1. Nota Pastorale “Il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia”, 2004 (pag. 5-7, 10-11) PER RIFLETTERE… 1. Di fronte alla cosiddetta “perdita del centro e alla conseguente frammentazione della vita delle persone”, quali credi che siano i cambiamenti necessari nella parrocchia? 2. “L’esperienza associativa e l’attività apostolica dell’Azione cattolica hanno come primo impegno la presenza e il servizio nella Chiesa locale e si svolgono in costante solidarietà con le sue esigenze e con le sue scelte pastorali” (Art. 6 Statuto). Quale rapporto oggi tra AC 17 e parrocchia? Cosa lo caratterizza? Quali i punti di forza e quali quelli di debolezza? 3. Quali ritieni possano essere le migliori modalità di collaborazione tra l’associazione diocesana o parrocchiale e i Movimenti allo scopo di promuovere sempre di più e meglio la pastorale d’ambiente? 4. Le nostre associazioni parrocchiali sono capaci di essere “antenne sul territorio” per ascoltare i bisogni e le attese della gente? 5. Di quali strumenti l’AC si dota (o potrebbe dotarsi) per leggere il territorio e interloquire in maniera responsabile con gli altri soggetti che operano in esso? 6. Quale contributo dà l’AC diocesana alla formazione degli educatori nelle parrocchie, necessaria affinché esse assumano sempre di più un volto missionario? 7. Come la parrocchia è in grado di coinvolgere le figure educative presenti sul territorio? 8. La parrocchia come “casa aperta alla speranza”: prova a disegnarne una pianta indicando, accanto a ciascun ambiente, quali sono gli atteggiamenti che dovrebbero caratterizzarlo e quali invece quelli da evitare. DOMENICA 2 AGOSTO Fragilità da evangelizzare. La capacità dell’Ac di parlare al cuore dei giovani passa anche per la capacità di capirne i moti dell’anima, le difficoltà, le gioie e le paure. In particolare, ci sono alcune fragilità, di natura personale e sociale, che dobbiamo conoscere, approfondire e per le quali siamo chiamati a elaborare una proposta. Ore 8.00: Preghiera Ore 8.30: Colazione Ore 9.30: Tavola rotonda. Intervengono SILVIA LANDRA, psichiatra e Consigliere Settore Adulti di Milano, e FABIO MAZZOCCHIO, docente all’Università di Palermo, direttore dell’Istituto “V. Bachelet” Dibattito Ore 12.00: Celebrazione eucaristica Ore 13.00: Pranzo Ore 15.30: Proposte per incontrare le fragilità dei giovani. Laboratori: Evangelizzare la cultura e la comunicazione Evangelizzare le fragilità personali Evangelizzare le fragilità sociali Ore 19.30: Cena Ore 21.00: Serata insieme 18 31 2) Ac e primo annuncio SUL LAVORO - Il MLAC mette spesso a tema delle proprie attività temi di forte attualità. Provate a dare un’occhiata al loro sito e a contattare la Segreteria Nazionale per ricevere un po’ di materiale. In particolare segnaliamo i progetti: Policoro (http://www.azionecattolica.it/aci/MLAC/progetti/policoro) Iltrovalavoro (http://www.azionecattolica.it/aci/MLAC/progetti/iltrovalavoro) Comitato Etico (http://www.azionecattolica.it/aci/MLAC/progetti/com_etico) Tirocini formativi (http://www.azionecattolica.it/aci/MLAC/progetti/tirocini_formativi) Progettazione sociale (http://www.azionecattolica.it/aci/MLAC/appuntamenti/810) É in fase di ideazione anche un progetto di orientamento al lavoro per gli studenti della formazione professionale. PER INTRODURRE… Dal Catechismo della Chiesa cattolica, 27-43 IL DESIDERIO DI DIO Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell'uomo, perché l'uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l'uomo e soltanto in Dio l'uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa. Ma questo “intimo e vitale legame con Dio” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 19] può essere dimenticato, misconosciuto e perfino esplicitamente rifiutato dall'uomo. Tali atteggiamenti possono avere origini assai diverse: [Cf ibid., 19-21] la ribellione contro la presenza del male nel mondo, l'ignoranza o l'indifferenza religiosa, le preoccupazioni del mondo e delle ricchezze, [Cf Mt 13,22 ] il cattivo esempio dei credenti, le correnti di pensiero ostili alla religione, e infine la tendenza dell'uomo peccatore a nascondersi, per paura, davanti a Dio [Cf Gen 3,8-10 ] e a fuggire davanti alla sua chiamata [Cf Gn 1,3]. LE VIE PER CONOSCERE DIO Il mondo: partendo dal movimento e dal divenire, dalla contingenza, dall'ordine e dalla bellezza del mondo si può giungere a conoscere Dio come origine e fine dell'universo. L' uomo: con la sua apertura alla verità e alla bellezza, con il suo senso del bene morale, con la sua libertà e la voce della coscienza, con la sua aspirazione all'infinito e alla felicità, l'uomo si interroga sull'esistenza di Dio. In queste aperture egli percepisce segni della propria anima spirituale. “Germe dell'eternità che porta in sé, irriducibile alla sola materia”, [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 18; cf 14] la sua anima non può avere la propria origine che in Dio solo. 30 19 ambienti di vita? Pensa una strategia concreta per “pensare la formazione” dei tuoi educatori… Dal Progetto formativo “Perché sia formato Cristo in voi” Cap. 3.3 Una nuova evangelizzazione Un nuovo annuncio del Vangelo Questo tempo chiede alle comunità e ai singoli cristiani un nuovo impegno di evangelizzazione, da riscoprire nella sua forma originaria di prima proclamazione del nome di Gesù e del suo mistero, e anche come parola nuova da pronunciare sulla vita e sulla storia. Un tempo la società e la Chiesa hanno vissuto di una comune cultura, che ora non c’è più. Fino a qualche decennio fa, si poteva imparare a vivere da cristiani anche in famiglia, a scuola, nell’ambito delle comuni relazioni interpersonali o nella cultura diffusa; qui si imparava a pregare, si riconoscevano i comportamenti ispirati alla vita cristiana e i valori fondamentali del cristianesimo. Oggi questo accade più difficilmente o risulta insufficiente: essere cristiani richiede nuova consapevolezza e radicalità, e soprattutto un modo personale di porsi davanti alla fede. Ciò passa attraverso un annuncio nuovo del Vangelo a chi non crede o a chi non crede più:nuovo nelle forme, nei linguaggi, nell’evidenza data al cuore del cristianesimo, che è Gesù Cristo. La profezia della vita Evangelizzare oggi significa poter mostrare la novità del Vangelo e annunciarla prima con la vita che attraverso la parola. La novità è quella della Pasqua: essa non può venire dal mondo e trascende la storia. Vivere la Pasqua rende la Chiesa e i cristiani profeti nella società di oggi. Accoglierne la novità nella vita personale ed ecclesiale è la vera nuova evangelizzazione: accettare di parlare mostrando come l’essere cristiani rende diversi, originali e alternativi rispetto al comune modo di pensare e di vivere, senza giudizio verso nessuno e senza distanze da nessuno, cordialmente dentro la vita che fanno tutti,dentro la società,ma con lo 20 4) Conosci il MSAC e il MLAC? Sono realtà attive nella tua diocesi? Proviamo a riflettere su quale possa essere il valore aggiunto di queste esperienze targate AC all’attenzione formativa sopradetta… Pensi sia uno strumento importante per la vita associativa? 5) Prova a scommettere di far nascere il movimento in diocesi. Da che passi cominceresti… Confrontate le diverse esperienze diocesane. ALCUNI SPUNTI OPERATIVI… SULLA SCUOLA - Per proporre percorsi tematici all’interno dei gruppi parrocchiali ti proponiamo la newsletter msacchina P&D on line (iscrizioni dal sito) con invio periodico di schede per attività e approfondimenti. Inoltre ti segnaliamo il link: http://www.azionecattolica.it/settori/MSAC/sezione/PeD/Indicizza zione_delle_schede_per_tematiche in cui è possibile trovare una serie di schede con proposte operative per gruppi su diverse tematiche: ambiente, cittadinanza, stili a scuola, pace, legalità, partecipazione studentesca, legislazione scolastica, testimoni, spiritualità dello studio, ecc… - Per cominciare l’esperienza del MSAC in diocesi prendi al banco AVE il kit Un Msacco bello, contenente tante dritte per far partire il movimento in diocesi. Contatta poi l’incaricato MSAC della tua diocesi (approfitta della presenza dei msacchini al campo e poi ritrovali sul sito nazionale!) - Per progettare primi itinerari per studenti vi consigliamo la lettura del volumetto “Occhio agli studenti”, presentato al recente convegno delle Presidenze diocesane (8-10 maggio 2009). 29 di più degli studenti e dei lavoratori e dei contesti che essi vivono. L’Ac ha la chiara convinzione che scuola e lavoro sono luoghi in cui la comunità cristiana è chiamata a vivere il suo servizio di “mater et magistra”. Occorre una nuova “fantasia pastorale” che, sorretta da una profonda comunione, sappia far sperimentare tutto il coraggio della missione. Lì dove i movimenti non sono ancora costituiti o i tempi non sono ancora maturi perché si costituiscano, come anche lì dove i movimenti già ci sono, ma non possono intercettare tutti i giovani e giovanissimi, occorre non far mancare questa dimensione vocazionale dell’abitare il proprio ambiente di vita. Ma come? PER RIFLETTERE…. 1) Quali sono le “attenzioni di base” imprescindibili per la formazione del giovanissimo studente e del giovane lavoratore di Azione Cattolica (a prescindere dalla loro appartenenza ai rispettivi movimenti)? Quali contenuti formativi privilegiare, su quali dimensioni di queste situazioni esistenziali concentrarsi maggiormente? Insomma, proviamo a stendere uno schema di obiettivi “minimali” per la cura formativa di quest’attenzione… 2) Di fronte al rischio di una “chiusura” nelle mura parrocchiali, o separazione della fede dagli ambienti di vita, è possibile pensare dei percorsi specifici sulla scuola e sul lavoro all’interno dei gruppi giovanissimi o giovani parrocchiali? È possibile dedicare un approfondimento “modulare” a questi temi oppure andrebbe cercato il modo di rendere queste attenzioni “trasversali”, ma sempre pervasive della proposta formativa? Cosa credete che sia più adatto? Come attuarlo? 3) Come sensibilizzare gli educatori della tua diocesi a quest’attenzione? Come “formarli a formare” ad abitare gli 28 sguardo rivolto altrove; con una sapienza di vita diversa da quella mondana. La parola più forte e più credibile che cristiani e comunità oggi possono pronunciare è quella del paradosso cristiano, quella delle beatitudini che rovesciano i criteri di valutazione della felicità e del successo. La meraviglia che la fedeltà a tutto ciò continuerà a suscitare sarà la parola più efficace che potremo pronunciare. Questa meraviglia devono poterla sperimentare prima di tutto i piccoli, i bambini che nascono e che, all’interno delle loro famiglie e della comunità cristiana, fanno esperienza di una fede vissuta e narrata. Vedi anche Progetto Formativo “Perché sia formato Cristo in voi”, cap. 5.1 – 5.5 Itinerari Formativi “Sentieri di speranza”, cap.3, pp 170-173 PER APPROFONDIRE… Cfr articolo Davanti alla prima generazione incredula, di don Armando Matteo PER RIFLETTERE…. 1) Di fronte al rischio di una “chiusura” nelle mura parrocchiali, quali credi siano le sfide per un primo annuncio ai giovani? Quali invece le forme più adatte? 2) Quali sono secondo te le caratteristiche fondamentali che l’AC deve sempre più riscoprire per “andare verso” l’altro, per mantenere fede al suo stile missionario ed evangelizzatore (Art. 2 dello statuto)? E quali sono i limiti, in questo momento, dell’associazione? 3) «Ormai esistono a Roma, e attorno ai luoghi divenuti appuntamenti tradizionali della fede, santuari, monasteri, conventi, strutture quasi “industriali” per l’accoglienza anche semplice e a buon mercato dei pellegrini “tutto compreso”, viaggi21 lampo, dalla settimana addirittura alle “ventiquattrore”. Più difficile resta, semmai, l’antica accoglienza gratuita…» (Paolo Giuntella, Il Gomitolo dell’Alleluja, AVE, 2009, Roma). Come essere promotori di autentica accoglienza? 4) Quale ritieni siano le tappe, i passi fondamentali per l’evangelizzazione oggi? E come testimoniare il tuo incontro personale con Gesù come pre-condizione di primo annuncio per i giovani? 5) Se dovessi pensare ad un percorso di primo annuncio da proporre ai giovani o giovanissimi del tuo gruppo, come lo struttureresti? 6) La Chiesa si sta molto interrogando su queste tematiche e sulla necessità di tornare ad evangelizzare come impegno primario: quali pensi possa essere il tuo ruolo, e quello dell’associazione diocesana, e come metterlo in rete a disposizione della tua Chiesa diocesana e delle parrocchie? ALCUNI SPUNTI OPERATIVI… A fianco e dentro la formazione ordinaria, è possibile oggi per l’Ac battere alcune piste nuove per annunciare Gesù, in relazione a specifiche condizioni di vita dei giovani e dei giovanissimi. Ne riportiamo alcune per le quali già esistono sperimentazioni nelle diocesi: - itinerari per fidanzati - itinerari di impegno culturale e di approfondimento della questione antropologica - itinerari di educazione al bene comune, all’impegno civico, all’universalità, al servizio… - percorsi per 18-20enni - percorsi per giovani-adulti. Come incentivare questi itinerari? Quali caratteristiche e contenuti dare a questi “nuovi percorsi”? Come integrarli nella formazione ordinaria? Ci sono altre piste che possono rappresentare itinerari di primo annuncio? 22 lavorativa e studentesca, che va rimessa al centro dei nostri percorsi formativi. Il primo passo è cominciare a pervadere di Senso la nostra presenza nei luoghi del quotidiano. Solo infatti se impariamo ad amare, conoscere e vivere quei luoghi come luoghi della nostra santificazione, se impariamo a vederli come opportunità per realizzare il Regno di Dio sulla terra, allora possiamo cominciare a pensare alla scuola, all’Università, al luogo di lavoro come luoghi dove annunciare e vivere il Vangelo. Si tratta di scoprire che si può essere, con umiltà e coraggio, apostoli presso i coetanei, così come ci ricorda il decreto Apostolicam actuositatem (n. 13) lì dove definisce l’apostolato dei laici come “da simile a simile”. Non con formule vuote e arrugginite, ma partendo dalla condivisione dei dubbi e delle domande di senso, e da quella sete di verità che agita e accompagna il cuore delle persone. La prospettiva di un impegno comune e attivo è il “metodo” per contagiare gli altri, scommettendo sulla qualità della propria vita, sul cammino di fede già fatto e quello ancora da fare.. La domanda a questo punto sorgerà spontanea: come la nostra Associazione che è radicata nelle parrocchie può impegnarsi ad aiutare i soci ad essere “testimoni della speranza evangelica” negli ambienti di vita quotidiana? I Movimenti sono certamente lo strumento specifico attraverso i quali l’Associazione vive la propria presenza nei luoghi del quotidiano: sono gli occhi attraverso i quali impara a conoscere ed amare le varie realtà scolastiche e lavorative; le braccia attraverso le quali annunciare con l’impegno quotidiano il Regno di Dio. Msac e Mlac rappresentano uno strumento prezioso affinché i lavoratori e gli studenti possano fare esperienza di una “missionarietà” concreta, pratica, vissuta e non proclamata, capace di tradurre il messaggio evangelico nella propria vita a partire dalla scuola e dal posto di lavoro L’Ac, cui sta a cuore tessere sempre relazioni significative e feconde, può aiutare-sensibilizzare-provocare l’intera comunità cristiana ad interessarsi 27 E non c’è da attendere di essere prima “formati”, di avere prima “una fede matura”. Non si tratta solo di annuncio: gli ambienti di vita sono i luoghi in cui si gioca la nostra fedeltà a quel Sì dato al Signore, a quel “credo, aiutami nella mia incredulità”, a quel “Signore, sei tu al centro della mia vita”. La quotidianità è il luogo in cui ci giochiamo la coerenza, la salvezza, la fede…la vita, insomma. Non è un luogo facile, ma la necessità di una forte attenzione verso gli ambienti del quotidiano c’è già nell’orientamento delle Parole di Gesù nel Vangelo: Gesù pensa alla comunità in funzione della missione.. Il che vuol dire che noi stiamo insieme in quanto destinati ad essere inviati, non semplicemente per star bene insieme e tutto lo sforzo della Chiesa oggi è esattamente quello di comunicare quel Vangelo antico ma sempre nuovo pur nelle cangianti situazioni della vita e della cultura.. I cristiani di Diogneto affermano di essere “nel mondo, ma non del mondo” Questo impegno a rendere conto della speranza di Cristo risorto nei luoghi della quotidianità non deve vederci come dei nuovi Don Chisciotte che si lanciano all’avventura in una eroica impresa, ma deve divenire uno stile quotidiano che caratterizza la nostra presenza nei luoghi di lavoro e di studio. Deve diventare contenuto formativo di tutti i nostri percorsi ordinari nei gruppi parrocchiali. Non si tratta quindi necessariamente di mettere in atto il Movimento Studenti o Lavoratori in tutte le nostre realtà. Si tratta invece di far incontrare il vangelo con la vita: quella vita che gli adolescenti spendono per 5 ore al giorno, per 6 giorni a settimana per nove mesi all’anno per 5 anni, senza contare lo studio a casa, la dimensione esistenziale della ricerca del proprio progetto di vita (“cosa farò da grande?”), le esperienze di caduta, di limite, l’incontro ed il confronto con l’alterità di relazioni costruite in classe, il rapporto con la famiglia. Quella vita che i giovani trascorrono per la maggior parte della loro giornata sul posto di lavoro, messi di fronte anche a tante scelte anche etiche e di coerenza da compiere, messi di fronte alla domanda fondamentale d’identità e di futuro su se stessi, di giustizia, di cittadinanza. Se il Vangelo incontra la vita incontra proprio QUESTA vita, in primo luogo. Ed è questa attenzione fondamentale, alla dimensione 26 3) AC e ambienti di vita PER INTRODURRE… Da “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il primo decennio del 2000 L’intera società, nei suoi vari ambiti, è attraversata da un processo di cambiamenti profondi e accelerati. Diventa prioritaria, di conseguenza, una lettura attenta di tali contesti, onde poter rilanciare una pastorale d’ambiente sempre più indispensabile per compaginare la comunità battesimale, per raggiungere quanti sono in attesa dell’annuncio cristiano, per dare efficacia al contributo dei cattolici alla vita della società. Qui si inserisce l’esigenza di una sempre maggiore vitalità dell’associazionismo sociale e professionale di ispirazione cristiana, come pure, in forma diversa, dell’apporto di quanti hanno scelto di essere nel mondo testimoni del Regno negli istituti secolari o in altre forme di consacrazione personale. La pastorale d’ambiente richiederà che le parrocchie ripensino le proprie forme di presenza e di missione e il loro rapporto con il territorio, aprendosi alla collaborazione con le parrocchie confinanti e a un’azione concertata con associazioni, movimenti e gruppi che esprimono la loro carica educativa soprattutto negli ambienti. Dove questa dimensione della pastorale eccede la parrocchia, sarà fondamentale il riferimento alla Chiesa diocesana: è responsabilità e compito dei Vescovi, infatti, dare un volto autenticamente ecclesiale al generoso impegno che le varie forme di apostolato dei cristiani esprimono in seno alla loro diocesi. In questa prospettiva intendiamo sostenere con attenzione e speranza il cammino dell’Azione Cattolica, da cui, in particolare, ci attendiamo un’esemplarità formativa e un impegno che, mentre si fa sensibile alle necessità pastorali delle parrocchie, contribuisca a rinvigorire, mediante la testimonianza apostolica tipicamente laicale dei suoi aderenti, il dialogo 23 e la condivisione della speranza evangelica in tutti gli ambienti della vita quotidiana Dal Progetto Formativo “Perché sia formato Cristo in voi” Dall’introduzione: la sfida della vita quotidiana Cristiani dentro la vita Sentiamo l’esigenza di proporre il valore di una vita cristiana incarnata, legata a tutte quelle esperienze che costituiscono il tessuto naturale di un cammino cristiano: la famiglia, il lavoro, le relazioni interpersonali e sociali. Siamo consapevoli che la frammentazione, la complessità, il ritmo frenetico delle nostre occupazioni rendono difficile collegare la fede a queste situazioni di vita: potrebbe sembrare più facile o addirittura necessario separarsi da esse e vivere la fede come il luogo della tranquillità. La formazione vuole aiutare le persone a non pensare la fede come lo spazio della consolazione e la vita come quello del conflitto. Compito della formazione è aiutare a fare incontrare l’una e l’altra perché reciprocamente si illuminino. Il mistero di Dio che si fa uomo dà all’esistenza un valore inedito da scoprire a poco a poco; permette di acquisire di fronte alla vita un atteggiamento di fortezza e di fiducia. Allora saremo riconciliati con la nostra realtà quotidiana. Dal Documento Normativo del movimento lavoratori di Azione Cattolica Articolo 1 Il Movimento Lavoratori vuole dire il Vangelo dentro la vita di chi lavora e dentro le sofferenze, le umiliazioni, le noie, le attese, le delusioni di chi lo aspetta per troppo tempo e non è aiutato a costruirlo o a cercarlo con la sua creatività e capacità. Il vangelo è forza della vita, dà una capacità di incontro con la Parola viva che è Gesù, che permette di scavare più in profondità nella dignità umana e fa ritornare a camminare diritti nella vita. 24 Nello stesso tempo è centro di una comunità che esprime solidarietà e stana tutte le sue risorse, comprese quelle spirituali, per metterle a disposizione di ogni ambiente e in particolare dell’ambiente di lavoro e di ogni condizione umana. Dal Documento Normativo del movimento studenti di Azione Cattolica Articolo 1 Il Movimento Studenti di Azione Cattolica (MSAC) è l'espressione, a misura di studente, dell'attenzione missionaria dell’Azione Cattolica Italiana (ACI) agli adolescenti nella loro condizione di studenti, e della presenza organica e del servizio specifico dell'Associazione alla pastorale studentesca. Pertanto è parte integrante del Settore Giovani, nell'ambito del quale si colloca la sua specifica proposta, organizzazione e attività. PER APPROFONDIRE… Quello della pastorale d’ambiente non è un campo di formazione e di apostolato “opzionale”. Cosa sarebbe altrimenti la formazione alla pienezza di vita cristiana se non questo connubio tra fede e vita, tra l’altezza dello spirituale e l’orizzontalità del nostro quotidiano? Di che cosa discutiamo nei nostri gruppi giovani e giovanissimi se non di come testimoniarLo e condurre scelte di coerenza con la nostra vita nei luoghi che in maggior misura abitiamo? La famiglia, il lavoro, la professione, la scuola, lo studio… Non esistono geografie dell’anima per cui si può rinchiudere l’esperienza di fede alle mura parrocchiali e vivere a compartimenti stagni, convinti che il mondo sia “un’altra cosa” o una testimonianza opzionale. Come recita il progetto formativo sopracitato non si può separare l’esperienza della fede e pensarla come “luogo della tranquillità”, del ristoro, separando da essa il luogo dell’incontro, del “conflitto”. C’è da rimboccarsi le maniche, sempre. 25