Con il Patrocinio di International University of Languages and Media Sala Verdi del Conservatorio - Via Conservatorio, 12 - Milano Lunedì, 20 Aprile 2015 - ore 21.00 Serie «FESTIVAL OMAGGIO A MILANO» 2015 Presidenza Lettone del Consiglio dell’Unione Europea PROGRAMMA CULTURALE «LA LETTONIA CONDUCE IL SEMESTRE DI PRESIDENZA DELL’UNIONE EUROPEA NELLA PRIMA METÀ DEL 2015. SI TRATTA DI UN’OPPORTUNITÀ DI GRANDE RESPONSABILITÀ PER OGNI STATO MEMBRO PER CONTRIBUIRE NON SOLO ALL’AGENDA POLITICA, MA ANCHE A QUELLA DIPLOMATICA E CULTURALE NEL MODO PIÙ AMPIO E ACCURATO. IL PROGRAMMA CULTURALE DELLA PRESIDENZA LETTONE È LA PIÙ GRANDE PRESENTAZIONE, SU SCALA MONDIALE, DELLA CULTURA LETTONE A PARTIRE DALLA RITROVATA INDIPENDENZA DELLA REPUBBLICA DI LETTONIA E COMPRENDE 200 EVENTI TRA CUI ALMENO 50 CONCERTI, 30 MOSTRE, OPERE, BALLETTI, TEATRO, ESIBIZIONI DI DANZA CONTEMPORANEA, FESTIVAL CINTEMATOGRAFICI - IN LETTONIA E IN ALTRI 11 PAESI NEL MONDO». KREMERATA BALTICA Violinista GIDON KREMER Programma «CONFRONTATIONS WITH TWO WORLDS» GEORGS PELECIS «Flowering Jasmine» per violino, vibrafono e archi Gidon Kremer violino; Andrei Pushkarev vibrafono; Kremerata Baltica PHILIP GLASS Violin Concerto No.2 «The American Four Seasons»* Gidon Kremer violino solista; Kremerata Baltica; Jonas Mekas Progetto video I. Prologue; II. Movement I; III. Song No.1; IV. Movement II; V. Song No.2; VI. Movement III; VII. Song No.3; VIII Movement IV *Durante il brano di P.Glass verrà proiettato un video contente filmati di: Jonas Mekas (1922), regista, poeta e artista di origini lituane che è stato spesso definito il “padre del cinema d’avanguardia Americano”, Rimas Sakalauskas (1985), video-artista lituano dell’ultima generazione, Adam Magyar (1972), fotografo ungherese residente a Berlino e Pingo van der Brinkloev, video artista danese. «Confrontations with two Worlds» Progetto video elaborato da Gidon Kremer, Maxim Kantor (pittore e scrittore) e la Kremerata Baltica su musiche di MODEST MUSSORGSKY Quadri di un’Esposizione (versione per archi di J.Cohen) Si ringrazia KREMERATA BALTICA - Fondata nel 1997 da Kremer con l’obiettivo di trasmettere la sua esperienza musicale a giovani artisti dei Paesi baltici e allo stesso tempo di promuovere e ispirare nuova vita musicale indipendente di quei Paesi. La Kremerata si propone di realizzare e proporre un’attività musicale innovativa e intensa in varie formazioni e, grazie al supporto degli sponsor, è in grado di tenere numerosi concerti ogni anno in Lituania, Lettonia ed Estonia. I musicisti vengono attentamente selezionati. La Kremerata Baltica tiene circa sessanta concerti l’anno e a molti di questi partecipa lo stesso Kremer, con cui si collabora da molti anni al Festival di Musica da Camera di Lockenhaus, oltre a essere invitata, essendo ormai conosciuta a livello mondiale in tutta Europa (Festival di Dresda, Rheingau, Schleswig-Holstein, Montpellier e Verbier, Festival della Primavera di Praga, a Salisburgo e ai BBC Proms di Londra). In tournée è apparsa con Norman, Maisenberg, Geringas, Pergamenschikow, Grindenko, Rattle, Eschenbach, Nagano, Sondeckis, Boreyko e Ashkenazy. Dagli incontri musicali in occasione dei concerti a Lockenhaus sono scaturiti importanti progetti in collaborazione con Anderszewski, Kissin e H.Schiff che hanno dato grande impulso alla crescita del Gruppo. L’Orchestra è molto impegnata sul fronte della musica contemporanea, accanto a prime esecuzioni o a commissioni richieste a Pärt, Kancheli, Vasks, Desyatnikov e Raskatov, esegue opere di Schnittke, Gubaidulina, Enesco e Piazzolla... Ha registrato musiche di Piazzolla, le «Otto Stagioni», che contiene le Stagioni di Vivaldi e di Piazzolla e «Tracing Astor», omaggio al compositore argentino. Hanno fatto seguito: «Silencio», accostamento di opere di Pärt, Glass e Martynow; «After Mozart», retrospettiva del compositore considerato dal punto di vista del ventunesimo secolo e nel 2005 un CD contenente il Quartetto in sol maggiore di Schubert orchestrato dalla Kremerata. La Kremerata è stata innumerevoli volte ospite di Serate Musicali. Violini Dzeraldas Bidva** Madara Petersone* Dainius Peseckas Agata Daraskaite Aliona Rakitzkaja Yolanda Bruno Skaiste Diksaityte Andrei Valigura* Dainius Puodziukas* Marie Helen Rannat Lina Marija Domarkaite Migle Serapinaite Ulijona Pugaciukaite Viole Santa Vizine* Zita Zemovica Vidas Vekerotas Ingars Girnis Violoncelli Giedre Dirvanauskaite* Peteris Cirksis Peteris Sokolovskis Janis Rinkulis Percussioni Andrei Pushkarev* Pavel Bialiayeu ** Spalla * Prime Parti Contrabbassi Iurii Gavryliuk* Anton Zhukov GIDON KREMER - Nato a Riga, inizia lo studio del violino a quattro anni con il padre e il nonno e a sette anni è ammesso alla Scuola Musicale di Riga. A sedici anni vince il primo premio della Repubblica Lettone e due anni più tardi è allievo di David Oistrakh al Conservatorio di Mosca. Laureato nel 1967 al Concorso Regina Elisabetta di Bruxelles, è primo premio al Concorso Internazionale Paganini di Genova e al Ciaikovski di Mosca nel 1970. Ha suonato con le maggiori orchestre d'Europa e d'America, collaborando con Abbado, Barenboim, Bernstein, Eschenbach, Gergiev, Giulini, Harnoncourt, von Karajan, Maazel, Mehta, Muti, Rattle, Sinopoli, Temirkanov. Il suo repertorio affianca a opere per violino di epoca classica e romantica anche musica di autori del ventesimo secolo. Ambasciatore della musica contemporanea, si deve spesso a Kremer l'introduzione al grande pubblico di autori quali Adams, Auerbach, Desyatnikov, Gubaidulina, Kancheli, Nono, Piazzolla, Pärt, Raskatov, Reimann, Schnittke, Silvestrov, Vasks e Wustin. Ha inciso più di cento album, molti dei quali gli sono valsi premi e riconoscimenti internazionali. Nel 2002 il CD con la Kremerata Baltica «After Mozart» è stato premiato con il Grammy e con il premio tedesco ECHO. Nel 1981 ha fondato a Lockenhaus in Austria il suo Festival di musica da camera. È stato il direttore artistico del Festival di Gstaad sostituendo il suo fondatore Menuhin. Nel 1997 ha dato vita alla Kremerata Baltica Chamber Orchestra per promuovere il talento di giovani musicisti provenienti dalle tre Repubbliche baltiche. Dal 2002 al 2006 è stato direttore artistico del Festival a Basilea «Le Museiques». Kremer suona un Nicola Amati del 1641. É autore di tre libri pubblicati in Germania che narrano la sua ricerca artistica. Appare per le Serate Musicali dal 1978. Si raccomanda di spegnere i telefoni cellulari. È vietato registrare senza l’autorizzazione dell’Artista e dell’Organizzazione. MAXIM KANTOR - Nato a Mosca nel 1957, ma cresciuto in vari Paesi europei, in una famiglia che dalla Russia si era trasferita in Argentina all’inizio del XX secolo, per poi tornare in Patria, è un artista di multiforme ingegno, scrittore, pittore, saggista. Nel 1977 fondò il gruppo underground Casa Rossa, organizzando molte mostre di un solo giorno, di cui la più famosa fu nel 1982 all’Istituto di Filosofia. Può essere definito «l’artista del realismo esistenziale«, sostenendo che i suoi modelli filosofici sono Sartre, Camus, Beckett e Hemingway. Kantor però non è mai entrato in alcuna corrente, ha sempre mantenuto una posizione indipendente, battendosi soprattutto per i diritti umani contro ogni totalitarismo, impegnandosi a sostenere gli ideali dell’umanesimo. Questi temi si ritrovano in grandi cicli di dipinti e opere grafiche (in pittura dichiara di dover molto a Mantegna, Michelangelo. Goya e Petrov Vodkin): dal 2001 ha realizzato tre monumentali raccolte di incisioni e stampe intitolate Wastland.Atlas, Metroplis.Atlas e Vulcanus.Atlas. Nel 1997 ha rappresentato la Federazione Russa alla Biennale veneziana. Sue opere sono esposte nella Cattedrale di Bruxelles, nella Chiesa St.Merry di Parigi, in molte collezioni private, in musei pubblici in Russia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Panama, Australia. Kantor è anche scrittore di romanzi, di biografie (Kleist, Robin Hood, sta lavorando su Faust), di pièces teatrali allestite in molti teatri russi. Nel 2014 ha realizzato un’opera satirica con le marionette e quest’anno debutterà con una nuova commedia e la fondazione di un teatro stabile itinerante di marionette. Collabora con riviste e università in Europa e USA; nel 2015 è ospite della Nôtre Dame University dell’Indiana dove dipinge e tiene lezioni sullo stato dell’arte e della democrazia in Russia, dopo aver iniziato a Oxford una serie di conferenze, in concomitanza con una sua mostra. GEORGS PELECIS (1947) - «Flowering Jasmine» per violino, vibrafono e archi (2007) Composto nel 2007 Flowering Jasmin è un delicatissimo quadretto degno di illustrare il pascoliano Gelsomino notturno. Nella musica di Pelecis, studioso di Ockeghem e Palestrina, la polifonia è uno strumento compositivo essenziale, costitutivo. Proponiamo qui un interessante esercizio al gentile ascoltatore: cercare di intuire, con un ascolto concentrato, come Pelecis «sente» la polifonia; nel senso di cercare di immaginare se il blu o il rosso, che vede Pelecis, sia uguale al blu o al rosso che vediamo noi. I risultati possono essere sorprendenti. L’indipendenza, la personalità delle singole linee e il loro rapporto dialettico – caratteristiche fondanti del linguaggio polifonico – non ha alcuna importanza nella sua musica. Come nei primi fiamminghi, la polifonia in Pelecis è il tessuto linfatico e circolatorio del suono; è la vita brulicante di un tessuto che si immagina teso, unitario, come il telone del firmamento sopra le teste nelle miniature antiche. E in quanto tale è atemporale, non scandisce, è di fatto anch’essa «un timbro». In questo modo, dentro la polifonia può riemergere il motivo; il «tema», che Pelecis utilizza senza remore. La nudità del tema semplicemente organizzato e variato è estrema nella sua musica pianistica, in brani per esempio come Jaungada Musik, dove il pianoforte è il «grado zero» della ricerca timbrica. Qui invece avremo il colore ricco del vibrafono e quello fantastico del violino a sedurre le nostre orecchie. «Il mio linguaggio musicale è senza dubbio influenzato da ciò che ho imparato e amato della musica del passato, quelle espressioni di melodia, ritmo e armonia che dall’Ars Nova del Trecento, attraverso la musica italiana, tedesca, francese e inglese dal rinascimento in poi giungono fino ai nostri giorni. Anche il folklore contribuisce alla mia comprensione della musica. Non c’è nulla di ‘stilizzato’ o di ‘polistilistico’ nella mia musica. ‘Antico’ e ‘contemporaneo’ non sono in contrapposizione. Non è mia intenzione stilizzare la musica antica, ma semplicemente di dare vita alla musica come principio di eufonia. In questo sono – credo – contemporaneo. La parola ‘ideale’ è forse troppo pretenziosa. Può essere più semplice parlare dei sentimenti di gioia e soddisfazione che può dare la musica. Ho titolato ‘Tutta la famiglia canta’ la mia raccolta di canzoni, per esprimere il senso di gioia del fare musica insieme. I miei compositori contemporanei preferiti sono Arvo Pärt, Vladimir Martynov, Alexander Gugel... Sento anche un’affinità col minimalismo e lo stile ripetitivo, Sento anche un’affinità col minimalismo e lo stile ripetitivo, particolarmente nella musica di Steve Reich. Tuttavia, sono confuso da una concezione superficiale della bellezza musicale, e disturbato dalla dimensione pagana e dalla persistenza narcotico-schizofrenica del materiale musicale, che sono caratteristici del minimalismo». Georgs Pelecis PHILIP GLASS (1937) - Violin Concerto No.2 «The American Four Seasons» Risposta americana a «L’Estate» di Vivaldi, il Concerto n.2 «The American four Seasons» di Philip Glass, è un brano per violino e archi in quattro movimenti volutamente senza titoli, in modo da essere interpretati – secondo le parole dello stesso Glass – ognuno come la stagione «giusta». Infatti a differenza di Vivaldi, da cui prende ispirazione, Glass non caratterizza in modo definito le sue stagioni: si tratta per lo più di suggestioni di tempi e di luoghi diversi (sembra che abbia indicato la città di San Diego come luogo d’ispirazione, dato che là le stagioni non sono ben definite). Il Concerto mantiene la stessa orchestrazione vivaldiana sostituendo solamente il cembalo con un sintetizzatore. Le «Quattro Stagioni americane» sono state dedicate al violinista Robert McDuffy, che ha contri- buito alla loro stesura insieme all’autore e che le ha eseguite in prima esecuzione mondiale a Toronto nel 2009, portandole poi nel 2010 in tournèe negli USA con diverse orchestre sinfoniche. Nello stesso anno McDuffy le ha tenute a battesimo a Roma, nella Prima italiana, in occasione del Rome Chamber Music Festival e in diverse città europee. Il brano, questa sera, è accompagnato da un video realizzato da Jonas Mekas (1922), un cineasta, poeta e artista di origine lituana, che spesso è stato definito «il padrino del cinema di avanguardia americano», da Rimas Sakalauskas (1958), appartenente alla più giovane generazione di artisti lituani, da Adam Magyar, una figura di spicco nel mondo dell’arte e da Pingo van der Brinkloev, un artista digitale danese. MODEST MUSORGSKIJ (1839-1881) - Quadri di un’esposizione (alla memoria di Viktor Hartmann) Confrontations between two Worlds Il nuovo progetto della Kremerata Baltica «Confronti fra due mondi» si riferisce contemporaneamente sia alla musica che al’arte visiva. Il punto focale è la collaborazione creata tra Gidon Kremer e la Kremerata Baltica con un grande pittore, scrittore e filosofo russo, Maxim Kantor, che propone al pubblico una straordinaria esecuzione di musica classica unita a una visualizzazione, non necessariamente classica. Con il sostegno della Kremerata Baltica, sia Kremer che Kantor vedono in questa «joint venture» la possibilità di parlare non solo un linguaggio speciale e molto emozionante, che unisce musica e arte visiva, ma soprattutto la possibilità di riflettere sulla nostra epoca e sui nostri comportamenti sociali. Il mondo di oggi, i problemi del confronto contemporaneo fra popoli con diversi valori etici sono «il tema» del progetto. La musica di un grande compositore come Mussorgski è stata scelta per creare questa differente «Quadri di una esposizione (contemporanea)», un’esperienza unica. Kremer, la Kremerata Baltica e Maxim Kantor vi vogliono parlare mediante forme d’arte diverse. Combinare un’arte che si sviluppa nel tempo con un’arte che invece è al di fuori dei parametri temporali (abbiamo la percezione istantanea della pittura, mentre un brano musicale deve essere ascoltato dall’inizio alla fine) è un sfida insolita per un artista. Tuttavia abbiamo iniziato questo esperimento, non solo perché crediamo, come Goethe, Rimbaud e Kandinsky, che ogni suono corrisponda a un determinato colore, non solo perché siamo d’accordo con Platone che tutte le realizzazioni dello spirito abbiano un’origine comune, ma anche perché l’attuale situazione mondiale necessita di unità. Infatti, quando la minaccia all’umanesimo diventa troppo ovvia, sembra necessario mostrare l’unità di linguaggi differenti, la solidarietà di campi diversi, per il bene del singolo. Le tecniche e gli strumenti possono essere diversi, ma il suono dell’arco e il colpo del pennello esprimono una cosa sola, il dolore per ciò che accade. Ma noi parliamo del nostro dolore attuale, delle nuove immagini di essere dove non c’è più spazio per le impressioni. Così questo progetto ci è apparso come un simbolo di resistenza e unità, come una dichiarazione congiunta degli artisti. Materiale visivo e dipinti di Maxim Kantor I Quadri di un’esposizione, uno dei più originali capolavori della letteratura musicale del secolo scorso, furono terminati il 22 giugno del 1874. Il motivo che ne determinò la creazione fu, come è spiegato in una annotazione posta sulla prima pagina dell’edizione originale, la mostra di acquarelli e disegni del pittore Victor Hartmann, scomparso nel 1874 e ottimo amico del musicista. È una serie di dieci pezzi, ognuno dei quali porta il titolo originale del quadro che lo ha ispirato, preceduto da una introduzione detta «Passeggiata», che si ripete spesso fra l’uno e l’altro episodio con variazioni di tonalità e mutamenti di colorito armonico. Con questi interludi l’autore ha voluto descrivere se stesso mentre si aggira nelle sale dell’esposizione; ora lentamente e quasi assorto, ora frettoloso perché attratto da un quadro che suscita maggiormente il suo interesse, talvolta rallentando l’andatura con il pensiero mesto rivolto all’amico morto. La varietà e la ricchezza timbrica di quest’opera pianistica, che, vivo Musorgskij, rimase completamente ignorata (fu pubblicata nel 1886, cinque anni dopo la sua morte, nella revisione di RimskijKorsakov), hanno convinto diversi musicisti a trascriverla per orchestra; tra essi si ricordano Walter Goehr, Leopold Stokowski e Maurice Ravel, che nel 1923 elaborò una magistrale e popolarissima versione strumentale sulla primitiva stesura pianistica di Musorgskij. I «quadri» si susseguono nell’ordine seguente: Passeggiata (Allegro giusto, nel modo rustico, senza allegrezza, ma poco sostenuto) - 1) Gnomus (Vivo - Poco meno mosso, pesante - Vivo) descrive un nano dalle gambe storte che allunga goffamente i passi: l’andatura grottesca è sottolineata efficacemente con movimenti ora striscianti, ora saltellanti - Passeggiata (Moderato, comodo assai e con delicatezza) - 2) Il vecchio castello (Andante, molto cantabile e con dolore) di stile medioevale davanti al quale un trovatore intona una canzone molto triste - Passeggiata (Moderato non tanto, pesante) - 3) Tuileries (Allegretto non troppo, capriccioso): un viale del giardino delle Tuileries a Parigi animato da un gruppo di bambini con le loro governanti. È una pittura musicale delicatamente fresca, tra il gioioso rincorrersi dei ragazzi e gli affettuosi richiami delle balie 4) Bydlo (Sempre moderato, pesante) è un carro polacco dalle ruote enormi trainato dai buoi. I bassi sottolineano con fragore il procedere del pesante veicolo, mentre un tema di canzone popolare intonato dal guidatore del carro si espande gagliardamente nell’aria - Passeggiata (Tranquillo) - 5) Balletto di pulcini nei loro gusci (Vivo, leggero): grazioso scherzo di elegante fattura - 6) Samuel Goldenberg e Schmuyle (Andante) è una divertente caricatura su due ebrei polacchi, l’uno ricco e l’altro povero. Due melodie ebraiche si rispondono e si scontrano fra di loro: la prima grave e solenne, l’altra vivace, saltellante e supplichevole raffigurano plasticamente i due personaggi, dei quali uno dall’aspetto massiccio, procede con lentezza come un grosso cane di razza, mentre l’altro, dal corpo esile, si muove e si nasconde come un cagnolino, senza perdere mai di vista il primo. In questa pagina si rivela l’abilità cagnolino, senza perdere mai di vista il primo. In questa pagina si rivela l’abilità di Musorgskij nel rendere con pochi tratti la psicologia umana attraverso l’essenzialità del discorso sonoro. A questo punto viene accennato di nuovo il tema della «Passeggiata», ma spesso è omesso dagli esecutori e dai trascrittori - 7) Il mercato di Limoges (Allegretto vivo, sempre scherzando) rappresenta il frizzante cicaleccio delle donne che chiacchierano animatamente sulla piazza - 8) Catacombe ovvero Sepulcrum romanum (Largo - Andante non troppo con lamento): qui Hartmann aveva disegnato se stesso intento a visitare l’interno delle catacombe di Parigi alla luce d’una lanterna. Nel manoscritto originale Musorgskij scrisse sopra l’Andante: «Cum mortuis in lingua mortua» e poi in russo: «Lo spirito creatore del morto Hartmann mi guida verso i crani e li interroga; i crani si illuminano internamente di un dolce chiarore». Una successione di accordi, ora pianissimi ora fortissimi, si sviluppa su una derivazione ritmica della frase della «Passeggiata» - 9) La capanna di Baba-Yaga (Allegro con brio, feroce - Andante mosso - Allegro molto): è un quadro di straordinario splendore ritmico e descrittivo con un orologio da piazza a forma di capanna, abitazione della popolare strega della leggenda russa Baba-Yaga, poggiante su zampe di gallina - 10) La grande porta di Kiev (Maestoso. Con ricchezza) rievoca con accordi solenni e maestosi (solo due brevi incisi pensosi sull’amico scomparso) l’ingresso dell’antica fortezza slava della capitale ucraina, Kiev, con le sue imponenti torri e le pesanti campane di bronzo suonate a distesa. PROSSIMI CONCERTI ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio - Via Conservatorio, 12 - Milano) Lunedì 27 aprile 2015 (Valido per Serie A+F; F; COMBINATA 2; F2; ORFEO 2) Pianista YEVGENY SUDBIN F.J. HAYDN: Sonata per pianoforte in si minore Hob.XVI/32 - L.v. BEETHOVEN: Sei Bagatelle op.126 A. SCRIABIN: Sonata n. 5 in fa maggiore op.53; Mazurca in mi minore op.25 n.3; Sonata n.9 in fa op.68 «Messa nera» - C. SAINT-SAËNS: Danse Macabre (arr. Sudbin) ■ ■■ Lunedì 4 maggio 2015 (Valido per Serie A+F; F; COMBINATA 1; F1; ORFEO 1) ORCHESTRA DEL CONSERVATORIO DI PARMA - Direttore ELISEO CASTRIGNANÒ Pianista ROBERTO CAPPELLO e un racconto di LUCA SCARLINI su Gershwin e l’America musicale G. GERSHWIN: Concerto in fa magg. per pf. e orch.; Un Americano a Parigi, per orch.; Rapsodia in blu per pf e orch. ■ ■■ Lunedì 11 maggio 2015 (Valido per Serie A+F; F; COMBINATA 1; F1; ORFEO 1) «Galà in onore del flautista Sir JAMES GALWAY» SIR JAMES GALWAY, LADY JEANNE GALWAY E THE GALWAY CHAMBER PLAYERS W. A. MOZART: Quartetto in re maggiore K.285 (fluto, violino, viola, cello) - L.v. BEETHOVEN: Serenata in re maggiore op. 25 (flauto, violino, viola) - F.J. HAYDN: London Trio n.1 in do maggiore, Hob. IV:1 (flauti e cello con Lady Galway) - W.A. MOZART: Quartetto K. 285b (flauto, violino viola, cello) ■ ■■ Mercoledì 29 aprile - ore 19 - Soc.del Giardino Incontro con Francesco Micheli - Conduce Enrico Girardi ■ ■■ Gli Amici propongono. Sabato 9 maggio, Omaggio a Sviatoslav Richter al Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera. Visita al complesso e concerto della pianista Elisabeth Leonskaja. INFORMIAMO CHE ALLA BIGLIETTERIA SERALE DEL CONSERVATORIO SONO DISPONIBILI, PER IL PUBBLICO DI «SERATE MUSICALI», I BUONI SOSTA PER IL PARCHEGGIO DI VIA MASCAGNI. Amici Serate Musicali Presidente Onorario Hans Fazzari *** Soci Fondatori Carla Biancardi Franco Cesa Bianchi Giuseppe Ferreri Emilia Lodigiani Enrico Lodigiani Luisa Longhi Stefania Montani Gianfelice Rocca Luca Valtolina Amici Benemeriti Alvise Braga Illa Fondazione Rocca Ulla Gass Thierry le Tourneur d’Ison Erika Rottensteiner Società del Giardino ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE MUSICALI» Amici Giovanni Astrua Testori Valeria Bonfante Isabella Bossi Fedrigotti Roberto Fedi Ugo Friedmann Camilla Guarneri Vincenzo Jorio Lucia Lodigiani Mario Lodigiani Paolo Lodigiani Maria Candida Morosini Rainera e Mario Morpurgo G.B. Origoni Della Croce Adriana Ragazzi Ferrari Giovanna e Antonio Riva Alessandro Silva Maria Giacinta Tolluto Maria Luisa Vaccari Marco Valtolina Beatrice Wehrlin Soci Antonio Belloni Carla Beretta Ricci Umberto Bertelè Elisabetta Biancardi Mimma Bianchi Maria Brambilla Marmont Carlo e Angela Candiani Giancarlo Cason Nicoletta Colombo Egle Da Prat Piero De Martini Maya Eisner Federico ed Elisabetta Falck Silvana Fassati Carlo e Anna Ferrari Giuliana File Finzi Bianca e Roberto Gabei Matilde Garelli Felicia Giagnotti Giuseppe Gislon Maria Clotilde Gislon Maria Luisa Motolese Eugenia Godani Ferruccio Hurle Giuliana e Vittorio Leoni Maurizia Leto di Priolo Giuseppe Lipari Gabriella Magistretti Eva Malchiodi Giuseppina Maternini Lucia ed Enrico Morbelli Stefano Pessina Francesca Peterlongo Denise Petriccione Giuseppe Pezzoli Gian Pietro Pini Giustiniana Schweinberger Antonietta Scroce Paola e Angelo Sganzerla Maria Luisa Sotgiu Giuseppe Tedone Adelia Torti Graziella Villa Giuseppe Volonterio «SERATE MUSICALI» AMICI STORICI Cecilia Falck Gianfelice Rocca Vera e Fernanda Giulini Fondazione Rocca Emilia Lodigiani Carlo Sangalli Mediaset Maria Grazia Mazzocchi Giuseppe Barbiano di Belgiojoso Fondazione Cariplo Conservatorio G. Verdi - Milano Luigi Venegoni Ugo Carnevali Francesca Colombo Giuseppe Ferreri Roberto De Silva Stefania Montani Banca Popolare di Milano Roberto Formigoni Cristina Muti Camera di Commercio di Gaetano Galeone Simonetta Puccini Milano Società del Giardino Rosanna Sangalli Publitalia Gianni Letta Elisso Virsaladze Mario Lodigiani Juana Zayas *** Roberto Mazzotta Flavia De Zigno Francesco Micheli Bianca Hoepli Diana Bracco Arnoldo Mosca Mondadori Silvio Garattini Martha Argerich Robert Parienti Marina Berlusconi Paolo Pillitteri Fulvio Pravadelli Quirino Principe Fedele Confalonieri Carlo Maria Badini Alberto Falck Oscar Luigi Scalfaro Giovanni Spadolini Leonardo Mondadori Giuseppe Lodigiani Giancarlo Dal Verme Tino Buazzelli Peter Ustinov Franco Ferrara Franco Mannino Carlo Zecchi Shura Cherkassky