PROGE T TO CULTUR ALE 2015-2016 L’albero del bene e del male CENTR O ASTERIA PROGE T TO CULTUR ALE 2015-2016 L’albero del bene e del male Ognuno di noi è albero del bene e del male. Tu, io, quanti sentono il fascino del bene e sperimentano fragilità di fronte alle pressioni del male. Tutti cerchiamo e pensiamo di fare bene, intravedendo forse un miraggio di felicità ma, alla fine dei conti, quanti frutti risultano amari, per noi, per chi vive vicino o anche lontano da noi! Cosa è questo fenomeno inquietante dell’umanità? Che va certo, con il bene, ad arricchire la vita e la storia, ma che versa nel fiume dell’umanità dolore e amarezza, a volte molto gravi! E, forse, nel nome di una falsa libertà o di una insensata felicità. Come imprimere, al divenire umano e al suo cammino, superamenti irreversibili verso la pienezza dell’ umanesimo? Come dare alla nostra vita l’orientamento decisivo verso il bene, così che i frutti del vivere e dell’operare siano gustosi e buoni? Frutti di onestà, di convivenza fraterna, di amore duraturo; frutti di buona economia, di buona politica, di buone leggi, di accoglienza solidale; frutti di rispetto, di fiducia, di misericordia e perdono, di ricerca del bene comune, nella vera libertà? Come valorizzare la vita che ci è donata, resistendo al male che è dentro e fuori di noi e mantenerle dignità e bellezza? Sono le molte domande, o forse un’unica domanda, che intendiamo rivolgere ai nostri esperti e autori, perché ci aiutino a riflettere e a dialogare, a risollevarci da qualche eredità del passato, a sanare ferite aperte; perché ci aiutino a mettere in circolo energie nuove verso il superamento dell’attuale crisi in cui ci ha insabbiato l’avidità dello stare bene, facendoci forse dimenticare il valore di vivere bene. Con decreto ex l’art 5 Direttiva 90/2003 RU 7216 del 7 luglio 2011 il Centro Culturale Asteria è stato riconosciuto dal MIUR come soggetto accreditato per la Formazione del personale della scuola. Pertanto la partecipazione a un minimo di 6 eventi o ai Corsi di aggiornamento gode di riconoscimento ministeriale ai fini della formazione in servizio ed i docenti che intendono parteciparvi possono usufruire dell’esonero dal servizio alle consuete condizioni. Molti prima di noi hanno sostenuto con forza e lucidità il bene, anche in momenti oscuri, e fondato la loro vita , come dice Mario Luzi, sui suoi “fondamenti invisibili”. Anche a noi è chiesto di non sottrarci alla lotta tra il bene e il male, perché una domanda preme sulla nostra esistenza. “vita fedele alla vita, tutto questo che le è cresciuto in seno dove va, mi chiedo, discende o sale a sbalzi verso il suo principio... sebbene non importi, sebbene sia la nostra vita e basta” (Mario Luzi, Vita fedele alla vita, in Su fondamenti invisibili). SGUARDI SULLA SCIENZA I CONFINI DI BABELE: LA RELAZIONE TRA LINGUAGGIO E CERVELLO La data sarà confermata a settembre Presentazione di Andrea Moro pag. 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . BIG BANG L’INIZIO E LA FINE NELLE STELLE 30 novembre 2015, lunedì ore 10:00 Spettacolo teatrale di Lucilla Giagnoni pag. 5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . QUALE BENE DALLA SCIENZA? 25 febbraio 2016, giovedì ore 9:00 e ore 11:00 Presentazione di Marco Bersanelli pag. 6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . E DISSERO: “NO” L’altra quotidianità all’ombra della svastica e del fascio littorio. 26 gennaio 2016, martedì ore 10:00 Incontro con Andrea Bienati pag. 14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . LA BANALITÀ DEL MALE 27 gennaio 2016, mercoledì ore 10:00 e ore 15:30, di e con Paola Bigatto pag. 16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . LA MASSERIA DELLE ALLODOLE 28 gennaio 2016, giovedì ore 10:00 e ore 15:30 Proiezione del film e incontro con la scrittrice Antonia Arslan pag. 18 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . OLTRE IL MURO DEL SILENZIO 3 febbraio 2016, mercoledì ore 10:00 Incontro con Vera Vigevani Jarach PAROLE E CANTI DALLE TRINCEE 4 novembre 2015, mercoledì ore 10:00 pag. 20 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Coro Aspis Intervento di Andrea Bienati pag. 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . MEMORIOSO Breve guida alla memoria del bene 7 marzo 2016, lunedì ore 10:00 SREBRENICA 11 Dicembre 2015, venerdì ore 10:00 Spettacolo teatrale con Massimiliano Speziani Spettacolo teatrale con pag. 22 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Roberta Biagiarelli pag. 10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L’UOMO CHE VERRÀ 7 aprile 2016, giovedì ore 10:00 SULTANA RAZON VERONESI: PARLA UNA TESTIMONE e ore 15:30 13 gennaio 2016, mercoledì ore 10:00 Proiezione del film e incontro con Incontro con Sultana Razon Giorgio Diritti pag. 12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 24 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . MEMORIE DELLA STORIA LA LUCE DELLE PAROLE L’AMORE NON È GIUSTO Un viaggio nella poesia sulle tracce delle questioni d’amore... 13 novembre 2015, venerdì ore 10:00 Incontro con Davide Rondoni pag. 26 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . VERGINE MADRE 15 dicembre 2015, martedì ore 10:00 Spettacolo teatrale di Lucilla Giagnoni pag. 27 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . PENSIERO E VITA APOLOGIA DI SOCRATE di Platone 16 novembre 2015, lunedì ore 10:00 Spettacolo teatrale Comp.C.Rivolta pag. 28 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Mons. Francesco Fumagalli, Yahya Pallavicini pag. 34 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ECCE HOMO 3 marzo 2016, giovedì ore 10:00 Spettacolo teatrale di Lucilla Giagnoni pag. 36 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA IDEOLOGIA ECONOMIA E CAPACITÀ DI DISTINGUERE IL BENE DAL MALE 2 febbraio 2016, martedì ore 10:00 Incontro con Stefano Zamagni pag. 37 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . GIUSTIZIA E RICONCILIAZIONE 22 febbraio 2016, lunedì ore 10:00 Incontro con Franco Bonisoli e Agnese Moro pag. 38 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . EROS PHILIA E AGAPE 4 dicembre 2015, venerdì ore 10:00 OLIVETTI CAMILLO ALLE RADICI DI UN SOGNO Relazione di Giuseppe Girgenti pag. 30 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 aprile 2016, lunedì ore 10:00 Spettacolo teatrale con Laura Curino pag. 40 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . FEDRO di Platone 12 febbraio 2016, venerdì ore 10:00, Spettacolo teatrale Comp.C.Rivolta pag. 31 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . SIMPOSIO di Platone 14 marzo 2016, lunedì ore 10:00 Spettacolo teatrale Comp. C.Rivolta pag. 32 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . IL DESIDERIO DELL’ASSOLUTO DIO È VERAMENTE MISERICORDIOSO? LO CHIEDIAMO ALL’EBRAISMO, AL CRISTIANESIMO E A L’ISLAM 25 novembre 2015, mercoledì ore 10:00 Incontro con Rav Alfonso Arbib, PERDONARE NON E’ FAR FINTA CHE… 19 aprile 2016, martedì ore 10:00 Incontro con Rita Borsellino pag. 42 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . REGOLAMENTO E SCHEDA DI PRENOTAZIONE pag. 44 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I Pomeriggi di Asteria ESSERE O NON ESSERE - pag.48 D(i)RITTI AL CENTRO - pag.52 MILANO ARTE - pag.54 LA CATTEDRA DEI GIOVANI - pag.56 S G UARD I SU L L A S C IE NZ A S G UARDI SULLA S CI ENZA I CONFINI DI BABELE: LA RELAZIONE TRA LINGUAGGIO E CERVELLO BIG BANG L’INIZIO E LA FINE NELLE STELLE La data è confermata a settembre: telefonare alla segreteria 30 novembre 2015, lunedì ore 10:00, sono previste repliche ................... ................................................. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Presentazione multimediale di Andrea Moro Neurolinguista, Direttore Centro di ricerca Ne.T.S. della Scuola Superiore Universitaria ad Ordinamento Speciale IUSS di Pavia 4 Di cosa è fatta una lingua umana? In prima approssimazione possiamo dire che ogni lingua è fatta di un insieme di parole e di sequenze che le combinano: non tutte le sequenze sono ammissibili. Da dove vengono le regole? Dipendono dal significato? Sono una costruzione arbitraria e convenzionale? Perché alcuni tipi di regole non si trovano mai nelle lingue umane? Verificando, con tecniche di neuroimmagine, l’effetto dell’acquisizione di grammatiche artificiali che violano i principi generali comuni a tutte le lingue, è stato infatti possibile fornire dati molto forti a favore di una spiegazione di tipo neurobiologico sull’assenza di intere classi di grammatiche potenzialmente concepibili, suggerendo che “i confini di Babele” non solo esistono, ma sono inscritti nella nostra carne. Ma una lingua è anche un fenomeno fisico, fatto di onde: fuori di noi sono onde d’aria (il suono) dentro di noi sono onde elettriche (l’attività dei neuroni). Quale relazione c’è tra queste due famiglie di onde? Esiste un modo per esplorare il codice di trasmissione dell’informazione dei neuroni? Esaminando dati di tipo neurofisiologico si è visto che i due mondi sono molto più simili di quanto si possa immaginare e che per la prima volta si aprono possibilità di indagare il contenuto del linguaggio direttamente dalla misurazione delle attività del cervello. STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO ................................................................................................... Spettacolo teatrale di e con Lucilla Giagnoni Musiche originali di Paolo Pizzimenti Big Bang: una affascinante ricerca sugli “INIZI” , a partire dall’ultima parola della Commedia: “STELLE”. L’eterna domanda dell’individuo di fronte all’infinità, al mistero dell’universo, su, su, a ritroso, fino al momento dell’inizio: perché nella scoperta di come tutto potrebbe essere iniziato si potrebbero trovare indizi su come eventualmente finirà. Le risposte che Lucilla cerca sono quelle della nostra tradizione biblica, in particolare dei brani della Genesi che narrano la creazione; sono quelle della poesia e del teatro, seguendo la visionarietà metafisica di Dante e la concretezza delle passioni umane in Shakespeare; infine quelle della scienza attraverso soprattutto la figura di Einstein che, in sé, compendia le ricerche della fisica sull’infinitamente grande (relatività) e sull’ infinitamente piccolo (meccanica quantistica). Nel percorso teatrale, l’intreccio tra i vari linguaggi e le loro risposte evidenzia la lotta millenaria, fra la luce e le tenebre, fra il bene e il male, la vita e la morte. Il fascino di quel primo attimo dell’Universo e il Mistero che lo avvolge ci conducono, attraverso le svolte della vita e della storia, dal silenzio e dal buio primordiali, a cogliere lo struggente desiderio della nostra Radice: che non conosciamo, ma che esiste e si irradia su noi, parte dell’infinito, come luce di una gioia infinita. Non è illusione. Possiamo sperare e, nella fiducia, affidarci. “Sia la luce” e la luce fu. STUDENTI e RIDOTTO: € 12,00 - INTERO: € 16,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO 5 S G UARD I SU L L A S C IE NZ A QUALE BENE DALLA SCIENZA? 25 febbraio 2016, giovedì ore 9:00 e ore 11:00 ................... ................................................. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Presentazione multimediale di Marco Bersanelli docente di Astronomia e Astrofisica presso l’Università degli Studi di Milano responsabile scientifico della missione spaziale PLANCK presidente dell’Associazione Euresis 6 La ricerca scientifica viene talvolta percepita come un processo di conoscenza meccanico e autosufficiente il quale, via via che progredisce, tende a sbriciolare la realtà allontanandola inesorabilmente da ogni senso di bellezza e di mistero. Una volta che qualche cosa viene “spiegata” in termini di leggi fisiche, si pensa, entra a far parte di un gigantesco meccanismo senza senso e senza vita. Ma per il ricercatore che vive in prima persona l’esperienza scientifica, la ricerca ha caratteristiche assai diverse. Come hanno osservato tanti fra i più grandi scienziati, le domande scientifiche nascono da un senso profondo di meraviglia per la realtà e dal presentimento di un ordine nascosto in essa. Con le parole di Albert Einstein, «l’uomo per il quale non è più famigliare il sentimento del mistero, che ha perso la facoltà di meravigliarsi e di sentirsi umile davanti alla creazione è come un uomo morto, o almeno cieco». Indagare la natura, quindi, significa anzitutto accogliere un “dato”, osservare STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO e interrogare qualche cosa di reale che ci precede. Il cammino della scienza è un’avventura di obbedienza alla realtà, la quale spesso ci sorprende dimostrandosi più ricca ed elegante di quanto ci eravamo immaginati. Come dimostrano i più recenti studi di fisica delle particelle elementari e di cosmologia, oggi più che mai l’universo ci appare ad un tempo semplice e misterioso. Il fatto che la scienza ci permette di cogliere l’ordine della natura, grazie al linguaggio della matematica, non comporta affatto uno svuotamento della dimensione misteriosa della realtà, al contrario ne è forse l’aspetto più acuto. Chi siamo infatti noi uomini, quasi grani di polvere nella vastità impensabile del cosmo, per avere il privilegio di poter leggere l’ordine della natura fino alle sue estreme dimensioni, nell’infinitamente piccolo e nell’infinitamente grande? Come scrisse il premio Nobel Paul Wigner, «il fatto miracoloso che il linguaggio della matematica sia appropriato per la formulazione delle leggi della fisica è un regalo meraviglioso che noi non comprendiamo né meritiamo». Il progresso della scienza ci introduce anche a nuove e sempre più ardite possibilità di intervento e di utilizzo della natura, con grandi possibilità a beneficio dell’uomo, ma anche di potenziale danno e pericolo per la natura, mettendo così drammaticamente in primo piano la nostra responsabilità nei confronti del mondo che ci è stato dato per vivere. Quale atteggiamento ci permette di usare le conoscenze scientifiche per il bene comune? Qual è il bene che ci può venire dalla scienza? 7 M E M O RIE D E L L A S TOR IA PAROLE E CANTI DALLE TRINCEE La Prima Guerra Mondiale nella “storia del quotidiano” 4 novembre 2015, mercoledì ore 10:00 .................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Con il Coro Aspis direttore Gianni Filippini letture e suggestioni socio-storiche proposte da Andrea Bienati docente di Storia e Didattica della Shoah presso l’Istituto Superiore delle Scienze Religiose docente di Giustizia Riparativa presso l’Università degli Studi di Milano 8 In Germania si diceva che gli anni delle trincee avevano creato la Kameradschaft, che aveva reso tutti partecipi di un grande progetto, senza distinzione di classi sociali. La guerra sembrava avere realizzato un modello al valore dimostrato. Nelle “Terre di Polonia” il tuonare dei cannoni aveva accompagnato la speranza di vedere rinascere uno Stato libero e sovrano, che potesse dare spazio al sentimento nazionale che la Russia zarista, la Prussia e l’Impero austroungarico avevano più volte cercato di fiaccare, se STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: €8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO non annientare. In Italia l’eco delle parole di Gabriele D’Annunzio e degli interventisti avevano incendiato gli animi soprattutto dei giovani, che si sentivano chiamati a ultimare il sogno del Risorgimento. I non interventisti, d’altra parte, sembravano ispirarsi a valori d’internazionalismo e pacifismo, incapaci di vincere la realpolitik. Si potrebbe dire che un’intera futura classe politica che avrebbe deciso le sorti della Seconda guerra mondiale aveva combattuto dai banchi parlamentari o nelle trincee nel conflitto del 1914-1918. Retorica, sogni, emozioni, paure erano il ritmo dato ai proiettili di una guerra di logoramento, dove il fante in trincea diventava il nuovo eroe sporco, le gesta del quale sostituivano nell’immaginario collettivo i miti greci e i canti dei bardi. “Roccia”, “baluardo”, “speranza”, “carne da macello”, il fante della “comunità di pari” era comunque agli ordini dei superiori, spesso visti lontani dai problemi quotidiani del tempo di pace. Questo appare ancora più evidente nella memorialistica nata dai reduci. Le canzoni nate da quest’esperienza, i racconti di autori come Ernst Wiechert, Erich Maria Remarque, dei volontari della Legia, di Emilio Lussu, di Guillaume Apollinaire, le autobiografie dei graduati dell’esercito sabaudo, gli articoli della stampa e le odi dannunziane rappresentano alcune delle fonti per ricostruire il mosaico socio-culturale della Prima Guerra Mondiale. Alla riscoperta degli sguardi sulla storia quotidiana del tempo, in una lezione di Storia “audiovisiva”, le canzoni del Coro Aspis di Milano e gli interventi dello studioso di socio-storia Andrea Bienati ci accompagnano in una sorta di “lessico ragionato” della quotidianità della Prima Guerra Mondiale, tra musica, analisi sociologica e riscoperta di una “Storia” fatta di “storie”. 9 M E M O RIE D E L L A S TO R IA SREBRENICA 11 Dicembre 2015, venerdì ore 10:00, sono previste repliche ................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Spettacolo teatrale con Roberta Biagiarelli «È per questo che abbiamo voluto raccontare l’assedio e la caduta di Srebrenica. “Io sono nata in un paese davanti al mare…”, una donna torna bambina scrutando l’orizzonte. “Cosa c’è dall’altra parte?” si chiede. Una domanda semplice, ma scopriamo che certe domande non ce le facciamo mai. O almeno, quella domanda non ce la siamo fatta, quando la risposta era una, e semplice: dall’altra parte del mare c’è una terra e una guerra. Regia di Simona Gonella interviene Amir Kupric testimone bosniaco 10 20° anniversario del genocidio di Srebrenica, piccola cittadina della Bosnia-Erzegovina. Intorno al 9 luglio 1995 l’armata serbo bosniaca attacca la Zona Protetta di Srebrenica e il territorio circostante. L’offensiva si protrae fino all’11 luglio 1995, giorno in cui le unità serbo bosniache entrano in Srebrenica. Seguono stupri, mutilazioni, esecuzioni di civili, sepolture di vivi. Ma il massacro di 9.000 civili di quella metà di luglio del 1995 è solo l’epilogo di una storia iniziata tre anni prima, una storia di assedio. Dicono: chi è sopravvissuto a Srebrenica non può dire di avere sentimenti in corpo, e chi non l’ha conosciuta non può dire di aver visto la guerra in Bosnia. STUDENTI e RIDOTTO: € 10,00 - INTERO: € 12,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO 11 Un’attrice sola sul palco per più di un’ora diventa narratrice e protagonista di una storia dove la ragion di stato e gli interessi di politica internazionale hanno giocato a Risiko con la vita di decine di migliaia di persone. Questo spettacolo/ testimonianza ricorda le vittime e punta il dito sui carnefici: aggressori e aggrediti. Ci siamo chieste spesso, procedendo in questo lavoro, se non fosse un progetto fin troppo ambizioso voler riempire di senso parole come assedio o massacro, voler colmare la distanza tra l’una e l’altra parte del mare. La risposta non l’abbiamo ancora trovata. Oggi raccontare questa storia è sempre più difficile. Le parole rischiano di semplificare la complessità di ciò che è accaduto, di offendere il dolore di molti e questo non è nelle nostre intenzioni. Semplicemente abbiamo tentato di dare una voce agli eventi, di infilare tra le tante cose dette e taciute il nostro sguardo.» M E M O RIE D E L L A S TO R IA SULTANA RAZON VERONESI: PARLA UNA TESTIMONE 13 gennaio 2016, mercoledì ore 10:00 ................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Incontro con Sultana Razon sopravvissuta al campo di concentramento di Bergen Belsen Con l’uscita delle leggi razziali iniziavamo ad avvertire l’ostilità, se ne parlava in casa, ma non avevo molto sentore, sentivo che c’era trambusto in casa, i pianti di mia mamma, discussioni perché mio padre avrebbe voluto andare via dall’Italia, e lì erano iniziate le opposizioni della mamma che non voleva muoversi, pensava che fosse tutto una cosa passeggera. Non siamo partiti per aspettare l’evolversi delle cose. Finché ci si è resi conto che forse era meglio se fossimo partiti ... (Sultana Razon in I bambini italiani nella Shoah di Sara Valentina Di Palma). Moderatore Andrea Bienati docente di Storia e Didattica della Shoah, delle Deportazioni e dei Crimini contro l’Umanità presso l’Istituto Superiore delle Scienze Religiose 12 Come vincere il male quando è terribile come quello che ha raggiunto, così presto e così atrocemente, Sultana? Nata da famiglia ebrea ad Instanbul nel 1932 e trasferita con la famiglia in Italia, inizia prestisssimo, come ci racconta, una storia di sofferenza. “I primi ricordi che ho sono i bauli, che mia mamma riempiva, ancora nel ’36 e ’37, per andare in America, perché mio papà aveva un sacco di fratelli a Cuba, in Messico… questo è il primo ricordo che ho. I bauli son sempre rimasti in corridoio, sempre pieni, mai spediti, perché poi non siamo partiti. STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO 13 In effetti a undici anni entrava nel campo di concentramenento di Bergen Belsen, dopo essere già passata per i campi di Ferramonti e di Fossoli. Quando esce dal lager porta in cuore il desiderio fisso come un chiodo di avere una Fiat 600, e coltiva la determinazione di laurearsi in medicina con la specializzazione in pediatria, per poter sollevare tanti bambini dalla sofferenza. Sistemata alla bell’e meglio a Milano, studia giorno e notte, superando povertà, malattia, perfino la perdita di un rene, per raggiungere il suo intento, e lo raggiunge. Per più di quarant’ anni lavorerà come medico pediatra, senza trascurare i suoi sei figli avuti dal matrimonio con Umberto Veronesi. Con loro non parlerà della sua dolorosa storia per non turbarli, ma scriverà per smentire i negazionisti e concorrere, con la testimonianza, a impedire che l’umanità giunga ancora a simili follie. M E M O RIE D E L L A S TO R IA E DISSERO: “NO” L’altra quotidianità all’ombra della svastica e del fascio littorio 26 gennaio 2016, martedì ore 10:00 .................. ................................................. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Incontro con Andrea Bienati docente di Storia e Didattica della Shoah, delle Deportazioni e dei Crimini contro l’Umanità presso l’Istituto Superiore delle Scienze Religiose Una riflessione sull’intreccio tra micro e macro storia con letture teatrali di contesto, per ricostruire il “valore dei No” all’interno di regimi politici totalitari. Un momento di Memoria per parlare dell’uomo di sempre. 14 “Ci deve essere un demonio in me, dentro ogni uomo (...) Forse il fanatismo di massa può spiegare qualcosa, oppure l’ambizione. Provi a immaginare: ero diventato ministro a trent’anni, andavo in giro in limousine, ero servito e riverito… e Hitler coltivava questo mio demonio”. Così, a Norimberga, il giurista Hans Frank spiegava allo psicologo Martin Gilbert la propria adesione al nazionalsocialismo e il lento sprofondare nella sua politica dell’odio. La storia del Terzo Reich e degli Stati suoi alleati spesso porta a riflettere sui carnefici: “uomini comuni”, “volonterosi”, “criminali moderni”. Si parla poco della più diffusa “zona grigia”, che attendeva lo scorrere degli eventi lasciandosi STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO vivere per convenienza, connivenza o paura. La Resistenza al nazionalsocialismo e al fascismo spesso è menzionata per gli atti eclatanti politici o di armi, eppure vi fu anche “un’altra resistenza”, che coinvolse molte persone nella quotidianità del “no” al compromesso con il regime politico al potere. Un vescovo, un pastore protestante, gli operai di una fabbrica tedesca, i giovani del ghetto di Varsavia, educatori e combattenti nella rivolta, i movimenti giovanili spontanei, i soldati internati che “non optarono” per continuare a combattere a fianco dell’ex alleato tedesco, un poeta yiddish che cantava il massacro del suo popolo, uno storico che volle registrare la quotidianità del ghetto, le operaie milanesi che parteciparono agli scioperi del 1944, i falsari delle carte di lavoro, chi scelse di tornare nell’Europa dell’Asse per combattere gli sterminatori e salvare il proprio popolo, una ragazza che partecipò alla progettazione della rivolta dei Birkenau nel 1944: sono alcune delle tante sfaccettature del “no” alla politica della Germania nazionalsocialista, dell’Italia fascista e degli altri Stati dell’Asse. Nomi, volti e vite “dell’altra resistenza”, attuata da civili di ogni età, soldati, prelati e deportati che vengono ricordati in una lezione di socio-storia accompagnata da letture sceniche di documenti dell’epoca e memorie, in un percorso che nella quotidianità del tempo farà emergere il peso e il valore delle scelte di coloro che difesero il rispetto dell’Uomo, alla luce di una fede religiosa o politica. Ogni resistente raccontato nel nostro incontro ha indicato con la propria vita un modo di opporsi al crescendo d’ingiustizie che portò allo svilimento “dell’altro” a “diverso”, in una quotidianità costellata da propaganda, legge politica, culto del leader e punizione dei dissidenti. Dall’inchiostro di leggi e della propaganda, per qualcuno, non fu automatico che dovesse sgorgare il sangue delle vittime. Chi è allora “il buon cittadino”? 15 M E M O RIE D E L L A S TO R IA M EM OR IE D EL L A S TOR IA LA BANALITÀ DEL MALE Adattamento dal saggio di Hannah Arendt 27 gennaio 2016, mercoledì ore 10:00 e ore 15:30, sono previste repliche ................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . di e con Paola Bigatto Presentazione di Giuseppe Mari docente di Pedagogia Generale presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica di Milano 16 11 aprile 1961: in un’aula del Tribunale di Gerusalemme ha inizio il processo a Otto Adolf Eichmann, il tenente colonnello delle SS che durante il nazismo si occupò dell’organizzazione logistica dello sterminio. Hannah Arendt segue le centoquattordici udienze del processo come inviata del “The New Yorker”, e nel 1963 dà alle stampe La banalità del male, dove raccoglie e rielabora gli articoli scritti per la rivista. Questo saggio suscitò enormi polemiche, sia per alcuni contenuti scomodi, tra cui la critica alla conduzione stessa del processo, sia per il tono e il linguaggio usato dalla filosofa, spesso duro, sarcastico, pieno di passionalità e, a tratti, oscuro. STUDENTI e RIDOTTO: € 10,00 - INTERO: € 12,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO Sulla scorta di queste caratteristiche, l’attrice Paola Bigatto immagina che Arendt, professoressa di filosofia politica all’università di Chicago, nell’autunno del 1963, provocata dalle polemiche che la hanno investita, improvvisi una lezione inconsueta ricca di riflessioni filosofiche e contenuti storici: la nascita del Nazismo, le modalità dell’Olocausto, i processi di Norimberga ... e, soprattutto, l’esempio morale offerto da Arendt osservatrice: un modello di lucidità critica, di implacabilità nel cercare una dolorosa oggettività e nel sottolineare duramente le verità scomode, le responsabilità di tutti coloro che, protetti dall’alibi dell’obbedienza, hanno di fatto appoggiato la scelta dello sterminio. La lezione-spettacolo si conclude significativamente con la storia di Anton Schmidt, un semplice caporale dell’esercito tedesco che sfugge al meccanismo del male banale e, trasgredendo agli ordini criminali, presta aiuto agli ebrei: il suo esempio e il suo sacrificio dimostrano che la capacità di giudizio, unico antidoto al male banale, derivi dalla capacità di pensare: la riflessione e la formazione di una coscienza etica amplificano la percezione della nostra libertà e della nostra possibilità di attuare il bene. « E la questione della colpevolezza o innocenza individuale, il problema di pronunziare una sentenza giusta tanto per l’imputato quanto per la vittima, sono le sole cose che contano in un tribunale penale. Il processo Eichmann non è stato un’eccezione, per quanto la Corte si sia trovata di fronte a un crimine non considerato dai codici e da un criminale di tipo sconosciutosconosciuto almeno fino ai tempi del processo di Norimberga. Il mio libro cerca soltanto di esaminare fino a che punto la Corte di Gerusalemme è riuscita a soddisfare la sete di giustizia dell’umanità.» (Hannah Arendt, La banalità del male) 17 M E M O RIE D E L L A S TO R IA LA MASSERIA DELLE ALLODOLE 28 gennaio 2016, giovedì ore 10:00 e ore15:30 ................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Proiezione del film di Paolo e Vittorio Taviani Incontro con Antonia Arslan scrittrice 18 24 aprile 1915. Nonostante il genocidio del popolo armeno per mano dei Turchi sia avvenuto a più riprese, prima, durante, e dopo la Prima Guerra Mondiale, questa è la data in cui si è soliti commemorare l’immane tragedia. Il 24 aprile 1915 è infatti la data in cui i Giovani Turchi,con il tacito consenso di quella parte della società che scelse di appoggiarli o di coprirli, posero in atto, attraverso l’arresto e la conseguente eliminazione dell’élite armena di Costantinopoli, la prima fase di quello sterminio pianificato e successivamente realizzato in modo sistematico, agghiacciante, con un ricorso alla violenza che assunse punte di crudeltà e di efferatezza inaudite. La masseria delle allodole, libro di Antonia Arslan, è la storia di quattro bambini che a causa dello sterminio, sono dovuti fuggire dal proprio paese e sbarcare a Venezia. È una commistione fra Oriente ed Occidente, tra Armenia e Veneto, dove si incrociano le storie di cugini italiani ed armeni sopravvissuti alla deportazione. È grazie a questo lungo rapporto tra il Veneto e l’Armenia che il giovane Yerwant, nonno di Antonia Arslan, riuscì a convincere il padre di mandarlo a studiare al liceo Armeno di Venezia. “È una decisione scientifica del Male in cui i singoli elementi di un piano diabolico vengono posti in essere”, commenta Antonia Arslan. “Per quanto orribile sia l’ampiezza del male, c’è sempre qualcuno che si schiera dalla parte del bene, come i tre disperati che interferiranno sulla macchina del male per salvare i quattro bambini e farli arrivare in Italia. Non c’è una sola parola d’odio verso il popolo turco in questo libro perché anch’esso è stato maltrattato e continua ad esserlo oggi.” STUDENTI e RIDOTTO: € 5,00 - INTERO: € 7,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO Il genocidio degli Armeni è un dramma con cui due grandi maestri del cinema italiano, i fratelli Taviani, hanno voluto confrontarsi. L’adattamento cinematografico del libro è il punto di partenza per poi immaginare le reazioni dei personaggi, le singole storie che possono anche culminare in una riflessione dedicata all’amore, come nella scena conclusiva del processo. “Quella del popolo Armeno è una tragedia che credevamo di conoscere” affermano i due fratelli Taviani “mentre invece non è così. Inoltre eravamo alla ricerca di un modo per parlare di tragedie molto simili, che sono accadute di recente o sono tuttora in corso nei Balcani, in Africa, o altrove. Orrori con i quali ci stiamo abituando, purtroppo, a convivere.” 19 M E M O RIE D E L L A S TO R IA OLTRE IL MURO DEL SILENZIO 3 febbraio 2016, mercoledì ore 10:00 ................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Incontro con Vera Vigevani Jarach testimone della tragedia dei desaparecidos due volte perseguitata da dittature fondatrice delle ‘Madres de Plaza de Mayo’ Mi chiamo Vera e ho due storie: mio nonno fu ucciso ad Auschwitz, mia figlia morì su un volo della morte in Argentina. Per entrambi non c’è tomba. Vera Vigevani Jarach ha 87 anni ed è una donna che combatte tutti i giorni e non ha nessuna voglia di smettere. È una delle “madri di Plaza de Mayo”, che da quasi 40 anni combatte perché quel che è stata l’Argentina della dittatura militare non venga dimenticato. 20 Nata a Milano nel 1928, aveva solo dieci anni quando la sua famiglia decise di lasciare l’Italia delle leggi razziali per emigrare in Argentina. A Buenos Aires Vera cresce, studia, si sposa con Giorgio Jarach, lavora come corrispondente dell’Ansa ed ha una figlia, Franca. Sfuggita alla persecuzione fascista, Vera, negli anni ’70, non riesce a sfuggire ad un’altra persecuzione, quella dei militari argentini: il 26 giugno del 1976 Franca viene rapita; da quel giorno di lei non si avranno più tracce, è scomparsa nel nulla, forse STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO rinchiusa in un campo di concentramento, forse uccisa poco dopo, forse gettata in mare dopo essere stata uccisa. Un abisso di “forse” contro cui Vera comincia a lottare giorno dopo giorno. Sin dagli inizi, entra a far parte dell’associazione delle “madri di Plaza de Mayo” e, come tante altre madri, cerca la verità sulla sorte della propria figlia. Per Vera la ricerca della verità si trasforma ben presto in una incessante testimonianza. Racconta ovunque la sua storia, perché tutti sappiano quel che è accaduto a lei e alle tante madri che da un giorno all’altro hanno visto svanire nel nulla i loro figli. Per questa battaglia, in nome della verità e della memoria, nel dicembre del 2011 Vera Vigevani è stata insignita della più alta onorificenza milanese, l’Ambrogino d’Oro. Un riconoscimento alla sua quotidiana battaglia contro il dolore, e per la memoria di tutti coloro che, sottratti con la violenza alle loro famiglie e alla vita, non sono più tornati. Vera ha anche testimoniato ai processi di Roma a carico dei militari argentini per crimini contro l’umanità: raccontare, testimoniare, condividere la propria storia è il modo che ha trovato per continuare a far vivere Franca e far emergere dal fango del male la forza del bene e della vita. 21 M E M O RIE D E L L A S TO R IA M EM OR IE D EL L A S TOR IA IL MEMORIOSO Breve guida alla memoria del bene 7 marzo 2016, lunedì ore 10:00 sono previste repliche ................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Spettacolo teatrale con Massimiliano Speziani Regia di Paola Bigatto storie di uomini giusti dai libri di Gabriele Nissim Il tribunale del bene e La bontà insensata 22 Presentazione di Luciano Eusebi docente di Diritto penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano “Giudicare personalmente”, ossia formulare un giudizio nato dalla profondità del proprio pensare: questa, secondo Hannah Arendt, l’azione di coloro che, in tempi bui, sono riusciti a stare lontani dal male banale, quello senza sadismo, malvagità o patologia, ma originato da una comoda obbedienza a un’ideologia. Molti di questi Giusti sono stati protagonisti di azioni di aiuto ad altri esseri umani e anche se, salvando un solo uomo dalla morte, non hanno certo rovesciato la Storia, hanno però consentito, come una piccola fiamma nel buio, che non si perdesse la fiducia nell’uomo. È proprio la piccolezza di questa luce, tanto flebile rispetto alle tenebre che l’attorniano, a dimostrarci che il bene è sempre possibile, che l’uomo può sempre dire un sì o un no. Così come il male non viene compiuto necessariamente da uomini malvagi, perversi o sadici, così il bene non è compiuto solo da santi, eroi o uomini perfetti, come dimostra il più celebre esempio di uomo giusto, Oskar Schindler, un faccendiere dominato da ogni sorta di vizio, che STUDENTI e RIDOTTO: € 10,00 - INTERO: € 12,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO ha salvato più di mille ebrei. Ma la memoria del bene non riguarda solo la Shoah e gli eventi legati all’antisemitismo nel XX secolo: riguarda l’azione dei Giusti in tutti i momenti oscuri della Storia, sempre esposta all’emergere di ideologie totalitarie. Un uomo dedicò la vita al ricordo del bene: si tratta di Moshe Bejski, per anni presidente della Commissione dei Giusti presso il Memoriale di Yad Vashem a Gerusalemme. Questo paradossale tribunale si pone l’obiettivo di rintracciare tutti quegli uomini che hanno rischiato la vita per aiutare gli ebrei durante la persecuzione nazista, e di ricordarli per sempre con un albero nel giardino del Memoriale stesso. Gabriele Nissim ne Il tribunale del bene ha raccontato la storia di Bejski, uno dei salvati attraverso la celebre lista di Schindler, mettendo in risalto il suo appassionato e incessante lavoro, il suo continuo interrogarsi sulle caratteristiche che fanno di un’azione, l’azione di un uomo giusto. Dopo anni di repliche della lezione–spettacolo La banalità del male, Paola Bigatto ha proseguito la sua riflessione sulla libertà dell’uomo, proponendo a Massimiliano Speziani un lavoro a quattro mani, in sodalizio con Gariwo: questa associazione ha promosso presso il Parlamento europeo l’istituzione della Giornata europea dei Giusti per tutti i genocidi: la data prescelta – il 6 marzo – ricorda Moshe Bejski, scomparso il 6 marzo 2007. 23 M E M O RIE D E L L A S TO R IA L’UOMO CHE VERRÀ 7 aprile 2016, giovedì ore 10:00 replica ore 15:30 ................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Proiezione del film di Giorgio Diritti Incontro con Giorgio Diritti regista, produttore, sceneggiatore fatti di Marzabotto significa mantenere vive e vigili le coscienze degli uomini e anche educare le presenti e le future generazioni, affinché un domani un’altra ideologia non trasformi il senso della vita annientando le coscienze. Un’occasione per rilanciare la necessità di dialogo e comprensione; una voce data agli innocenti cui hanno rubato la vita, ai martiri dei conflitti che da allora si sono susseguiti fino ad oggi, perché dal loro sacrificio ogni uomo si senta responsabile e si attivi per il miglioramento della società e in ognuno nasca un forte bisogno di pace. un film sulle vicende di Monte Sole e la strage di Marzabotto 24 L’uomo che verrà vuol essere un film sulla guerra vista dal basso, dalla parte di chi la subisce e si trova, suo malgrado, coinvolto nei grandi eventi della Storia che sembrano dimenticare le vite degli uomini. Dalla ricostruzione delle vicende emerge, come protagonista, una comunità che, al di là degli episodi legati alle formazioni partigiane, oppone allo strapotere nazista una resistenza che: “... è innanzitutto un atteggiamento morale, una rivolta interiore contro ogni prevaricazione, ogni violenza eretta a sistema, ogni sopruso, ogni ingiustizia, ogni ricatto. È tenace affermazione dei diritti dell’uomo, di ogni uomo, volontà di pace nella libertà; testimonianza di solidarietà umana al di sopra di ogni discriminazione; sfida dell’amore all’odio, della fede alla disperazione, della vita alla morte”. (Giuseppe Dossetti nell’introduzione al libro Le querce di Monte Sole di Luciano Gherardi.) Gli eventi narrati vogliono essere testimonianza di grandissimo valore morale; ci consegnano, per immagini, la sintesi del desiderio e del bisogno di solidarietà nelle convivenze umane, ci restituiscono il senso delle cose che contano, ridanno valore ad una stretta di mano, ad uno sguardo, ad una preghiera, al cibo, all’amore. E tutto questo schiacciato, represso, ma anche valorizzato nella contrapposizione alla crudeltà delle SS. Ciò che hanno perpetrato i tedeschi è frutto indiscutibilmente di freddezza, raziocinio e di una precisa “educazione”. L’educazione è significativamente alla base dell’agire dell’uomo e nello sviluppo della società civile. Portare quindi in un film i STUDENTI e RIDOTTO: € 5,00 - INTERO: € 7,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO 25 LA L U C E D E L L E P AR OL E L’AMORE NON È GIUSTO Un viaggio nella poesia sulle tracce delle questioni d’amore... 13 novembre 2015, venerdì ore 10:00 ................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Incontro con Davide Rondoni poeta e direttore del Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna 26 La poesia dà voce a un rapporto “caldo”, affettivo con il reale ed è continuo inseguimento delle sue forme e del suo mistero. La poesia d’amore, nelle sue più alte espressioni, è un viaggio di conoscenza, di tremore e di stupore. I poeti di ogni tempo, scrivendo d’amore, dagli antichi ai contemporanei hanno cercato di conoscere, di entrare in contatto di più con il mistero di se stessi, dell’altro e del mondo. Le questioni d’amore che ci toccano, esaltano, affliggono tutti i giorni, forse possono esser comprese meglio, e lette in una prospettiva più ampia e profonda, ricorrendo alla migliore poesia, piuttosto che alle chiacchiere televisive che infestano e banalizzano tutto. La “non giustizia” d’amore, il suo essere “forte come la morte” come dice il Cantico dei Cantici, ci introducono a comprendere qualcosa che riguarda l’universo (interiore ed esteriore) e ciò che lo muove. Un percorso di letture brevemente commentate, tra cui testi di Montale, Ungaretti, Pasolini e Luzi. Come un diario personale, un viaggio che ciascuno poi può compiere a modo proprio. LA L UCE DELLE P AR OLE VERGINE MADRE 15 dicembre 2015, martedì ore 10:00 sono previste repliche . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Spettacolo teatrale di e con Lucilla Giagnoni Musiche originali di Paolo Pizzimenti “È la Commedia Umana di Dante quella che ascoltiamo: sembra comporre il disegno di una famiglia e accompagnarci lungo le sei tappe di un pellegrinaggio nel mezzo del cammin di nostra vita: il viaggio che inizia, la donna Francesca, l’uomo Ulisse, il padre Ugolino, l’adolescente Piccarda, la Madre nella figura sublime della Vergine Madre. Sono parole incantatorie, quelle della Divina Commedia, parole taumaturgiche, rituali. Eternamente ripetute come le preghiere. Dalla lettura dei canti scaturiscono storie. Il lato oscuro di Ulisse, l’aspetto meraviglioso e terribile del padre, la santità dei bambini, la lussuria delle donne, la grandezza della madre... un percorso ricco, sorprendente e, soprattutto, confortante. Come la preghiera. La poesia e l’arte sono una tregua per gli affanni degli uomini. A cantare e raccontare storie è una donna. Perché più spesso sono le donne a pronunciare, senza mediazioni, il desiderio di pace. E perché sicuramente l’anima ha una voce femminile. Da piccola sognavo di diventare santa. Ma non santa martire, perché il martirio di fatto non mi convinceva del tutto, semplicemente santa. Non sono diventata santa: ho fatto l’attrice. Per diventare santi bisogna pregare. Però raccontare storie è un po’ come pregare. Come ci insegna Italo Calvino ne Le città invisibili è cercare in mezzo all’inferno ciò che non è inferno e farlo durare, e dargli spazio. In questi ultimi tempi si può dire che sto pregando tanto”. (Lucilla Giagnoni) Durante lo spettacolo si percorreranno i seguenti passi danteschi: Inf. I, 1-136; V, 70-142; XXVI, 85-142; XXXIII, 1-145; Par. III, 37-108; XXXIII, 1-145) STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO STUDENTI e RIDOTTO: € 12,00 - INTERO: € 16,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO 27 P E N SIE R O E V I TA APOLOGIA DI SOCRATE di Platone 16 novembre 2015, lunedì ore 10:00 sono previste repliche ................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Spettacolo teatrale della Compagnia Carlo Rivolta con Luciano Bertoli Regia di Nuvola de Capua Socrate, per una congiura politica, è accusato di corrompere i giovani e di non credere in quegli dei in cui crede la Città, introducendo nuove divinità. Per questo è condannato a morte. Agli accusatori Socrate rivolge un ultimo e definitivo messaggio: “se credete col condannare a morte uomini, di impedire a qualcuno di rimproverarvi perché non vivete in modo retto , voi non pensate bene; ad un uomo buono infatti non può capitare nessun male, né in vita né in morte.” Il Bene è la vera dimensione dell’Assoluto.» (Da Introduzione, Apologia di Socrate di Platone, a cura di Giovanni Reale) Una cultura, una tradizione, un linguaggio, un’epoca diversi dall’oggi, ma al centro sempre l’uomo che si interroga e che cerca di solidificare la propria identità di persona nella consapevolezza del proprio tempo. Presentazione di Giuseppe Girgenti docente di filosofia presso l’Università San Raffaele di Milano 28 29 Non è la formalità dei discorsi ben costruiti che il sapiente cerca, ma piuttosto la Verità che si trova nella ricerca umile, paziente, dialogica del Bene e della Giustizia. Aldilà di ogni personale tornaconto. Questa è stata la tensione di Socrate in tutta la sua vita, questa è anche la sua scelta di fronte alla morte, ingiusta, per testimoniare una vita vissuta secondo giustizia. « L’evento cui si riferisce l’Apologia - uno dei dialoghi della giovinezza di Platone - è il processo stesso intentato contro Socrate nel 399 a.C. in Atene, sotto l’accusa di Meleto. L’azione rappresentata nel corso dello scritto è appunto la grande difesa del filosofo al processo, attraverso tre discorsi. STUDENTI e RIDOTTO: € 12,00 - INTERO: € 16,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO P E N SIE R O E V I TA P ENSI ER O E V ITA EROS PHILIA E AGAPE FEDRO di Platone 4 dicembre 2015, venerdì ore 10:00 30 ................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 febbraio 2016, venerdì ore 10:00, sono previste repliche Relazione di Giuseppe Girgenti docente di filosofia presso l’Università San Raffaele di Milano . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Lettura scenica Davide Grioni Versione scenica e Regia di Nuvola de Capua Il pensiero greco ci ha consegnato meravigliose riflessioni sull’amore e sull’amicizia. Platone ha sviluppato la sua teoria dell’eros soprattutto nel Simposio e nel Fedro (i due dialoghi rappresentati, in questa stagione del Centro Asteria, dalla Compagnia di Carlo Rivolta), e ha immaginato l’amore come un “dèmone mediatore” tra l’umano e il divino che consente all’anima di ascendere a gradi di bellezza sempre più elevati, da quella sensibile a quella intellegibile, fino all’Idea del Bello in sé, che coincide con il Bene. Aristotele ha ereditato dal maestro la concezione secondo la quale il Principio Primo, il Dio Motore Immobile, muove come l’amato muove l’amante, ma ha ulteriormente analizzato le varie forme di amicizia concessa al genere umano: quella basata esclusivamente sul piacere, quella basata sulla comune utilità e quella più elevata basata sul bene, propria dei filosofi. Il messaggio biblico ed evangelico ha introdotto un concetto di amore “donativo” - agape, caritas - sconosciuto al mondo greco, perché si tratta anzitutto dell’amore che Dio prova per gli uomini, e solo in un secondo momento dell’amore che gli uomini, sull’esempio di Dio, devono al loro prossimo. La grande questione attuale riguarda la possibile conciliazione delle tre diverse forme di amore, l’eros, la philia e l’agape, in un mondo che ha smarrito il loro senso profondo, avendo ridotto l’amore alla sessualità, l’amicizia all’utilità e la carità all’elemosina. STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO Spettacolo teatrale della Compagnia Carlo Rivolta con Davide Grioni e Luciano Bertoli Presentazione di Giuseppe Girgenti docente di filosofia presso l’Università San Raffaele di Milano Socrate e il giovane Fedro si ritrovano a passeggiare lungo le acque del fiume Ilisso e si fermano all’ombra di un frondoso platano per leggere un discorso di Lisia sull’amore; la tesi del retore greco è quanto mai provocatoria: è meglio concedere i propri favori a chi non è innamorato, piuttosto che a colui che è sinceramente innamorato, perché l’amore è una sorta di malattia dell’anima ed è meglio tenersi alla larga dagli amanti come da un morbo. Socrate prova a riformulare il discorso di Lisia, prima sul piano formalmente retorico e poi anche modificandone il contenuto filosofico; il discorso sull’eros lo porta così a ragionare sulla bellezza (l’unica idea visibile anche con gli occhi del corpo, manifestazione sensibile dell’idea del Bene), poi sulla composizione della psyche - un’anima razionale paragonata ad un auriga che deve fare i conti con le sue passioni, paragonate a due cavalli che tirano la biga - infine sul mondo delle idee in generale - l’Iperuranio, la Pianura della Verità - e sui destini escatologici delle anime nell’aldilà. Nell’Iperuranio, come sue due colonne - afferma Socrate - la Bellezza immacolata svetta accanto alla Temperanza, quella virtù dell’anima che sa indirizzare le passioni del desiderio del Bello verso la retta via del Vero e del Bene. L’eros platonico dunque è sì una “follia”, ma una “divina follia”, che se ben guidata può far rinascere le ali all’anima per farla volare sino in Cielo e oltre il Cielo e liberarla così dal destino delle cicliche reincarnazioni. Così come il vero amore è soprattutto amore per l’anima e non tanto per il corpo, in modo analogo la vera filosofia è soprattutto “scrivere nell’anima”, nel dialogo e nella paideia, e non tanto scrivere solo nei rotoli di carta come fanno i retori. L’oralità dialogica è superiore alla scrittura. Il messaggio finale di Socrate e Fedro è una preghiera a Pan, il dio dei boschi, la più bella preghiera filosofica che il mondo precristiano ci abbia lasciato. STUDENTI e RIDOTTO: € 12,00 - INTERO: € 16,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO 31 P E N SIE R O E V I TA SIMPOSIO di Platone 14 marzo 2016, lunedì ore 10:00 sono previste repliche ................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Spettacolo teatrale della Compagnia Carlo Rivolta con Davide Grioni Regia di Nuvola de Capua Presentazione di Giuseppe Girgenti docente di filosofia presso l’Università San Raffaele di Milano 32 “Per l’uomo moderno riesce assai difficile capire il significato di un simposio in senso greco classico [ ... ]: si parlava di temi importanti e in particolare di alcune tematiche di fondo e dei valori della vita. I simposi acquistavano, in questo modo, un valore educativo grandissimo, e si imponevano come un mezzo di comunicazione di idee morali assai efficace e fecondo”. (Giovanni Reale, introduzione al Simposio). Con il suo Simposio, Platone sembra segnalare, nella discussione del grande tema dell’Eros, anche l’importante dimensione della convivialità, che noi abbiamo perduto. Platone, dunque, immagina che in un convito per festeggiare Agatone, vincitore di un agone poetico, vari personaggi presentino il loro pensiero sull’amore. Si parla di eros celeste e di eros terrestre, di omosessualità, di speculazioni filosofiche e scientifiche. L’amore è proprio della natura umana ed è pure dimensione cosmica. È una chiamata divina e, attraverso la generazione del corpo e dello spirito, realizza la perennità del vivere e dell’amare terrestre e celeste. I vari personaggi ne verificano le varie problematiche nei miti, nelle esperienze storiche, nella penetrazione della mente e nella intuizione contemplativa. STUDENTI e RIDOTTO: € 15,00 - INTERO: € 18,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO Nel proprio intervento, Socrate, il più autorevole tra i convitati, dice di attingere alla sapienza della sacerdotessa Diotima di Mantinea. L’esperienza dell’amore sale come per gradi: attrazione della bellezza del corpo e fruizione della bellezza da cui nasce virtù, scoperta della bellezza superiore delle anime e desiderio di farle crescere in virtù, espressione di misura e virtù nelle leggi e nelle attività, contemplazione del bello che attira l’uomo, visione mistica del bello e del buono che realizzano nell’uomo la felicità. È difficile salire questa scala, ma è illuminante e dà gioia. Introduce nei silenzi mistici. Raggiunge l’altro in una comunicazione alta e misteriosa. 33 IL D E SID E RIO D E L L’ A SSO LU TO DIO È VERAMENTE MISERICORDIOSO? LO CHIEDIAMO ALL’EBRAISMO, AL CRISTIANESIMO E A L’ISLAM 25 novembre 2015, mercoledì ore 10:00 ................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Incontro con Rav Alfonso Arbib Mons. Francesco Fumagalli Yahya Pallavicini Moderatrice Chiara Ferrero presidente dell’Interreligious Studies Academy tutti avvenimenti che non implicano necessariamente un ritiro di Dio, bensì spronano l’uomo a guardare più in alto, per un cambiamento reale, prima di tutto interiore. Le religioni che si rifanno al monoteismo di Abramo 34 rispondono a questo interrogativo attraverso la ricerca dei segni di Dio nel mondo, negli uomini e nelle donne. Distinguere il bene dal male è un atto che ogni religioso è tenuto a compiere ma fallisce inevitabilmente se lo interpreta per se stesso, prescindendo dal proprio Signore. L’interrogativo retorico traduce il diffuso sentimento nei confronti della giustizia e della “pace in terra”. L’uomo, infatti, tende a misurare la misericordia divina secondo i propri parametri, spesso con una logica di causaeffetto. Il dolore, le ingiustizie, le guerre, le persecuzioni di popoli sono STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO Per la prima volta il Centro Asteria propone un incontro interreligioso tra rappresentanti dell’Ebraismo, del Cristianesimo e dell’Islam di Milano, che si confronteranno sulla misericordia come attributo divino. Rav Alfonso Arbib, rabbino capo, Mons. Francesco Fumagalli, vice prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, e l’Imam Yahya Pallavicini, moschea al-Wahid. 35 IL D E SID E RIO D E L L’ A SSOLU TO ECCE HOMO 3 marzo 2016, giovedì ore 10:00 sono previste repliche ................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Spettacolo teatrale di e con Lucilla Giagnoni Musiche di Paolo Pizzimenti Collaborazione al testo Maria Rosa Pantè 36 E DUC AZI ONE ALLA C I T TADI NANZA IDEOLOGIA ECONOMIA E CAPACITÀ DI DISTINGUERE IL BENE DAL MALE 2 febbraio 2016, martedì ore 10:00 . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Incontro con Stefano Zamagni docente ordinario di Economia Politica presso l’Università di Bologna Quale messaggio in uno spettacolo così sorprendente come questo che ci presentano Lucilla e i suoi collaboratori? “Ecco l’Uomo!” è la frase che viene attribuita a Pilato quando mostra alla folla assatanata un Uomo (per alcuni il Messia, per altri un impostore) flagellato, torturato, ridotto al livello più infimo dell’essere umano: uno straccio di sangue e carne con in testa una corona di spine, mascherato per burla da Re del Mondo. « Da più di quindici anni, in particolare con i miei spettacoli Vergine madre, Big bang e Apocalisse, sono concentrata ad interpretare i testi sacri in stretto dialogo con la poesia e la scienza, senza mai rinunciare alla specificità o alla forza delle rappresentazioni che ciascun linguaggio porta con sé, godendo della grande sapienza dell’Umano. Alla fine di questo percorso, però, mi è rimasta una domanda: se dicessimo oggi “Ecco l’Uomo”, che cosa vedremmo? l’Homo oeconomicus? E poi tante altre: chi è l’Homo sapiens? Che significa, veramente, “Essere Uomini”? Negli ultimi secoli l’Uomo ha costruito di sé l’immagine di un Re da cui dipende il destino del mondo e delle sue creature. Ma, forse, la nostra è una favola: la favola di un Re caduto dal trono. “C’era una volta un Re”…. No. “C’era una volta un pezzo di legno”. C’è molta sapienza a incominciare un racconto con un umile pezzo di legno. Che sia la fiaba di un pezzo di legno che vuole diventare a tutti i costi un Uomo, a spiegare finalmente il senso di questo nome? Il lavoro intreccia tre modalità di racconto sull’Uomo: quello scientifico della paleoantropologia, con le ultime scoperte sulle origini e sull’evoluzione dell’Uomo; quello della fiaba di Pinocchio di Collodi; quello del Vangelo: “Eu angellion”, dal greco, Buona Notizia.» (Lucilla Giagnoni) La virtù che consente di cogliere in modo chiaro il significato delle situazioni esistenziali con le rispettive esigenze e di decifrare le opportunità e la congruità delle risposte si chiama prudenza. Prudente è, dunque, chi sa vedere le cose come davvero sono, senza preconcetti. E agisce di conseguenza. Manca di prudenza, invece, chi per paura chiude gli occhi di fronte alla realtà. La dote più interessante della prudenza è saper vedere le cose, le situazioni come sono, non come le fa sembrare la paura o come le deforma l’interesse proprio. Il contrario di chi è fanatico e non vuole le sfumature: o tutto o niente. Il contrario cioè di chi ragiona ideologicamente e filtra tutti i colori attraverso la lente delle sue idee preconcette. Prudente è, dunque, chi non si fa ingannare dalle apparenze, perché, da umile, sa accettare il consiglio degli altri. L’altra preziosa dote della prudenza è saper distinguere tra chi è credibile e merita fiducia e chi, invece, inganna e illude. Pinocchio non sarebbe stato ingannato dal Gatto e dalla Volpe se non gli avesse fatto difetto la prudenza. Lo consiglia addirittura il Vangelo: “Siate prudenti come i serpenti, semplici come le colombe”. (Mt. 10, 16). Una terza bella dote della prudenza è l’arte di riconoscere i tempi, quei tempi di cui parla il saggio Qohelet: “C’è un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante… un tempo per tacere e un tempo per parlare” (Qo. 3, 2-7). Prudente, allora, è chi non corre quando è il momento di tirare il freno o frena quando, invece, torna utile correre. Queste riflessioni saranno declinate su esempi concreti tratti dalla realtà contemporanea. STUDENTI e RIDOTTO: € 12,00 - INTERO: € 16,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO 37 E D U C AZ IO N E AL L A C IT TAD IN ANZ A GIUSTIZIA E RICONCILIAZIONE 22 febbraio 2016, lunedì ore 10:00 ................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Incontro con Franco Bonisoli e Agnese Moro 38 Cosa succede alle persone quando le loro vite sono toccate dalla violenza? La violenza ferisce solo chi la subisce o anche coloro che ne sono responsabili? Le condanne dei tribunali e le pene inflitte bastano a dare giustizia alle vittime? È possibile perdonare gli altri e se stessi? E perdonare significa cancellare e dimenticare? Chi ha fatto azioni terribili può cambiare? Che cosa significa riparare? E che cosa è la misericordia? È possibile incontrare chi ti ha fatto del male o coloro ai quali hai fatto del male? E quale è l’effetto che simili incontri producono? Chi può favorirli? È attorno a domande come queste che Agnese Moro e Franco Bonisoli dialogheranno con i giovani. Divisi e resi nemici dalla stagione della lotta armata, Franco e Agnese si sono poi incontrati nella comune speranza che le ferite possano essere curate e che la vita possa “ricrescere buona”. Una speranza condivisa da tanti, in aree del mondo che hanno vissuto terribili STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO conflitti e che devono fare oggi i conti con difficili convivenze. « Non ci sono scorciatoie per riconciliare gli individui e le comunità che hanno attraversato un ciclo di violenza. Non è solo tra le parti in conflitto, deve anche includere tutti i segmenti della società. Non è solo la guarigione delle ferite delle vittime e dei carnefici, si tratta di creare spazio per mettere in discussione gli atteggiamenti, i pregiudizi e gli stereotipi negativi che tutti sviluppiamo verso “il nemico”. (…) Il giorno che le comunità interessate saranno in grado di prendersi per mano, riconoscersi e perdonarsi a vicenda, quello sarà il giorno in cui la società potrà mettere da parte il passato e vivere nel presente per avere un futuro migliore. » (Dishani Jayaweera, direttrice del Centro per la Pace e la Riconciliazione, Sry Lanka) 39 E D U C AZ IO N E AL L A C IT TAD IN ANZ A OLIVETTI CAMILLO ALLE RADICI DI UN SOGNO 11 aprile 2016, lunedì ore 10:00 ................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Spettacolo teatrale con Laura Curino Regia di Gabriele Vacis 40 più di fabbriche belle, di città a misura d’uomo, di rispetto del territorio, di tecnologia al servizio del benessere? Chi si ricordava di un luogo dove pittori, artisti, poeti dirigevano un’azienda? Chi citava più un uomo, Adriano Olivetti, che aveva chiamato Le Corbusier per creare le case per gli operai, che costruiva fabbriche fra gli alberi, che aveva inventato l’urbanistica, il design, la psicologia del lavoro? Dov’era la sua casa editrice che, dopo la guerra, pubblicò i testi di filosofia, psicologia, sociologia, architettura, fino ad allora proibiti dal fascismo? Chi aveva inventato la fabbrica che diventò la dimostrazione vivente, sana, solida e redditizia del fatto che il lavoro in fabbrica può non essere sinonimo di alienazione, inquinamento, malattia? Il mio lavoro su Olivetti è un tentativo di rispondere a queste domande, sollecitare la memoria. Olivetti è la storia di Camillo, il pioniere, l’inventore, l’anticonformista capriccioso e geniale che fonda, agli inizi del Novecento, la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere. Con l’aiuto di biografie, interviste, testi letterari (indispensabile mi è stata l’arguta descrizione che di lui fa Natalia Ginzburg in Lessico Famigliare) ne ho ricostruito la vita, le figure che gli ruotano attorno, l’ambiente e le imprese. Ho poi affidato le voci narranti a due personaggi fondamentali della sua storia: la madre, Elvira Sacerdoti, e la moglie, Luisa Revel. Queste due donne, provenienti entrambe da una cultura di minoranza (ebrea la prima, valdese la seconda) sono state le protagoniste silenziose della formazione e della realizzazione del sogno olivettiano. Mi è sembrato giusto riportare la loro voce in primo piano, paradigma delle tante voci femminili che in quegli anni hanno costruito nell’ombra. È il racconto epico di un’avventura e, in quanto tale avvincente, pieno di colpi di scena, di prove da superare, di lotte, di amori, di eroi. La cosa più straordinaria è che è… tutto vero.» Cosa c’è oggi al centro del lavoro? La produzione? Il profitto? Il potere? E se ci fosse la persona? «Quando Gabriele Vacis cominciò a parlare di un testo sugli Olivetti» ci dice la Curino «cominciavano i tempi duri per Ivrea. I problemi di occupazione hanno incupito il volto della città che è stata la culla di un sogno urbanistico, industriale, culturale, civile, unico in tutta l’Europa. L’alluvione le ha anche smangiato a forza le rive della non più così cerulea Dora. Il ricordo di quello che la città era stata era come rimosso, dimenticato. E, del resto, la dimenticanza sembrava caduta in tutta Italia: chi parlava STUDENTI e RIDOTTO: € 12,00 - INTERO: € 16,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO 41 E D U C AZ IO N E AL L A C IT TAD IN ANZ A PERDONARE NON È FAR FINTA CHE… 19 aprile 2016, martedì ore 10:00 ................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Incontro con Rita Borsellino sorella del Magistrato ucciso nella strage di via D’Amelio nel 1992 Presentazione di Bartolomeo Sorge teologo e politologo direttore emerito della rivista “Aggiornamenti Sociali” E DUC AZI ONE ALLA C I T TADI NANZA mi aveva fatto. Pensavo che il fatto di non conoscere il volto di quelle persone fosse la causa di ciò. E quando l’anno successivo fu catturato Totò Riina, il capo dei capi, e potei vederne le immagini trasmesse dai telegiornali, ancora una volta mi interrogai senza sapermi dare risposta. Fu mia madre, che a 85 anni aveva visto morire il figlio amatissimo e aveva vissuto l’esperienza terribile dell’esplosione, che sussurrò alle mie spalle “che pena mi fa quell’uomo”. Mia madre aveva capito e provava pena per un uomo che si era abbrutito tanto da rischiare di spegnere la scintilla divina che come ogni uomo aveva dentro. Perdonare, allora, non significa far finta che non sia successo nulla. Nessuno può chiedere questo. Significa volere fortemente giustizia, non vendetta. Far sì che chi ha sbagliato prenda coscienza del male fatto e sentirsi disposti ad accompagnare in questo difficile percorso chi ti ha fatto del male. Operare in modo che non si ricreino le condizioni per cui altri 42 43 Rita Borsellino, dopo averci raccontato tutti i percorsi mimetici della criminalità organizzata, dopo averci parlato del suo impegno come parlamentare europeo perché si combattesse in tutta Europa la mafia, ci mette a parte del suo cammino più impegnativo e più profondo, dopo l’assassinio di suo fratello Paolo: perdonare. « “Cosa vuol dire perdono? Ho dovuto misurarmi con questa domanda terribile subito dopo la morte di Paolo. Mentre mi aggiravo tra le macerie della mia casa e dei miei affetti, un giornalista impietoso mi chiese: “Lei perdona gli assassini di suo fratello?”. Mi turbò profondamente quella domanda, mi obbligò a riflettere. Era difficile per me in quel momento anche soltanto prendere coscienza di ciò che stavo vivendo. Mi interrogai sui miei sentimenti e ringraziai Dio di non provare odio nei confronti di chi tanto male STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO possano scegliere di intraprendere strade sbagliate. Accompagnare chi per condizioni sociali, economiche, familiari, può più facilmente incorrere nella tentazione di scegliere scorciatoie pericolose. Condividere, insomma, un cammino comune con la consapevolezza che ognuno ha qualcosa da dare e da ricevere. Lo faceva (anche) Paolo quando si trovava a interrogare uomini che si erano macchiati di delitti anche gravi, talvolta suoi ex compagni di gioco nel quartiere povero e degradato dove eravamo cresciuti. Noi in una condizione di privilegio perché figli del farmacista, loro figli di pescatori o di povera gente. “Quando”, si chiedeva Paolo, “avevano preso una strada sbagliata e nessuno se ne era accorto?» REGOLAMENTO La partecipazione agli eventi avviene secondo le modalità previste dal regolamento qui riportato. ....................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 . PRENOTAZIONI 2 . BIGLIETTO - scelta dell’evento (sono previste ulteriori repliche aggiuntive a quella riportata in calendario) Il costo del biglietto è indicato alla pagina relativa ad ogni singolo evento. È previsto l’ingresso gratuito per un insegnante ogni 15 ragazzi e per tutti i ragazzi diversamente abili. In caso di assenza gli studenti prenotati sono tenuti comunque al pagamento del biglietto. ................ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . - opzione telefonica: per riservare i posti è obbligatoria una prima opzione telefonica contattando direttamente il Centro al numero 02.8460919 44 - invio scheda di prenotazione: entro una settimana bisogna confermare l’opzione telefonica inviando la scheda di prenotazione compilabile on line sul sito www.centroasteria.it. La stessa scheda è riportata nell’ultima pagina del libretto per chi preferisse inviarla via fax. L’invio della scheda di prenotazione impegna al pagamento della somma corrispondente ivi indicata. Non saranno ritenute valide le schede incomplete e quelle non precedute da opzione telefonica. N.B. Qualora la Sua scheda di prenotazione NON risultasse già registrata allo scadere della settimana, il programma di gestione delle prenotazioni invierà in automatico un promemoria. A 15 giorni dall’opzione telefonica (o da altra data concordata preventivamente col Centro Asteria) il sistema è programmato per l’invio di un avviso con il quale l’opzione viene congelata in attesa di conferma. Per tutte le opzioni congelate non è garantita la disponibilità dei posti nella data/replica indicata in prima battutacon l’opzione telefonica. 3 . PAGAMENTO - tempistica: la somma relativa al totale dei posti prenotati va corrisposta entro 30 giorni dalla data di svolgimento dell’evento. Qualora tra la prenotazione e l’evento non intercorressero 30 giorni, la scadenza di pagamento verrà concordata col Centro al momento dell’opzione telefonica. Nel caso il regolamento interno alla scuola non consentisse il rispetto dei termini previsti dal presente regolamento, la scuola è tenuta a prendere specifici accordi con l’amministrazione del Centro: [email protected] tel. 02.8460919 (orario: 8:30 - 12:30 dal lunedì al venerdì). - modalità: il pagamento può essere effettuato nei seguenti modi 1) In contanti recandosi alla reception del Centro Asteria in piazza Carrara 17.1 Milano (orario: 9:00 - 18:00 dal lunedì al venerdì). 2) Tramite vaglia postale ordinario intestato a: ISTITUTO SUORE SANTA DOROTEA DI CEMMO - CENTRO ASTERIA P.zza Carrara 17.1 - 20141 Milano 3) Tramite bonifico bancario intestato a: ISTITUTO SUORE SANTA DOROTEA DI CEMMO - CENTRO ASTERIA P.zza Carrara 17.1 - 20141 Milano Coordinate bancarie: Banca Popolare di Milano Ag. 20 - Via Montegani. C/C 44850 ABI 5584 CAB 01620 CIN H IBAN IT95H0558401620000000044850 È obbligatorio indicare nella causale il numero della prenotazione comunicato al momento dell’opzione telefonica. ................................................... 4 . INVIO COPIA AVVENUTO PAGAMENTO A completamento della procedura è necessario inviare tramite fax o mail, la copia dell’avvenuto pagamento completa di causale. ................................................... 5 . DISDETTE In caso di disdette entro 30 giorni dalla data dell’evento, sarà addebitata una penale pari al 50% della somma totale dovuta per i posti prenotati. Sotto tale termine sarà addebitata l’intera somma. . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 . VARIAZIONI DI PROGRAMMAZIONE Il Centro Asteria si riserva il diritto di cambiare il luogo, l’orario e/o la data degli eventi, ed eventualmente, per cause di forza maggiore, di annullare l’evento stesso, informando in tempo utile i docenti. .................................................. 7 . PUNTUALITÀ Per il buono svolgimento del programma, è necessario arrivare 15 minuti prima dell’orario di inizio. In caso di ritardo si prega di informare il Centro. .................................................. 8 . INFORMAZIONE Durante gli eventi il Centro si riserva di effettuare foto e/o riprese che potranno essere valorizzate e pubblicate su eventuale materiale informativo e/o sui social network del Centro. 45 COME RAGGIUNGERCI • mezzi di trasporto pubblico locale: 95, 15, 3 e metropolitana linea verde per chi viene da fuori città • pullman: tangenziale ovest uscita Assago Milano Fiori (5 minuti) • treno: tutte le stazioni ferroviarie milanesi sono collegate direttamente al Centro dalla metropolitana linea Verde, fermate Abbiategrasso o Famagosta (10 minuti a piedi) SCHEDA DI PRENOTAZIONE Cognome Nome I POMERIGGI DI ASTERIA Via CAP Città Tel Prov Cell mail docente di c/o la scuola Via CAP Città Tel Prov Fax mail PRENOTAZIONE POSTI N° posti studenti al costo unitario di € N° posti studenti disabili, biglietto omaggio N° posti per docenti, biglietto omaggio ogni 15 studenti Per la rappresentazione/evento (indicare il titolo) Che avrà luogo il giorno alle ore Somma complessiva a pagare € Indicare la modalità di pagamento Contanti Vaglia Bonifico Tipologia di documento di ricevuta Ricevuta Fattura Fattura elettronica Eventuali note Data Firma docente CENTRO ASTERIA - Piazza Carrara 17.1 - 20141 Milano - Tel. 02-8460919 Fax 02 700538661 - e-mail: [email protected] - www.centroasteria.org Ai sensi dell’articolo 13 del d.lgs. 196/03 la informiamo che i suoi dati saranno trattati da ISSDOCE Centro Asteria, in qualità di Titolare , ai soli fini di gestire la sua partecipazione all’evento/ spettacolo, per adempimenti contabili e fiscali e qualora fornisca il suo consenso per inviare informazioni sulle altre iniziative del centro Asteria. I suoi dati non saranno diffusi. Le ricordiamo che potrà esercitare i diritti di cui all’articolo 7 del Codice privacy scrivendo a [email protected]. Data Firma docente Desidero ricevere informazioni sulle attività del centro Asteria via e-mail SI NO In compagnia di Shakespeare: cinema, teatro, poesia “ESSERE O NON ESSERE, QUESTO È IL PROBLEMA” “Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante non se ne sognino nei nostri sistemi filosofici. Ma venite qui: e la grazia v’aiuti adesso” (Amleto, atto I, scena V) gerezza, amare o morire. Re Lear, Romeo, Giulietta, Amleto… sono i nostri nomi, sono noi. 48 Attori, registi, artisti, scrittori, lettori, cineasti, amanti e amatori…chi non ha trascorso qualche ora in compagnia di Shakespeare? Si gode della sua grandezza, della profondità di ogni pennellata di vita in una cornice tragica con tocchi di ironia, quella che si porta in tasca l’uomo ogni giorno, se è veramente tale. Shakespeare è la pietra miliare che ha segnato e continua a segnare il passo del teatro; è colui che ha offerto una nuova prospettiva a chi guardava i suoi spettacoli al Globe Theatre; è l’uomo che mette a nudo l’uomo; è l’idolo degli amori tormentati, nati sotto contraria stella; è colui che fa sputar sentenze ai suoi personaggi, che pesano sulla scena e sulla pagina come macigni; è un serbatoio di caratteri e di domande che pongono ciascuno di noi davanti ad una scelta, ad un dilemma: giusti o liberi, essere o non essere, colpa o leg- Ecco: Shakespeare attuale. Dopo quattro secoli, ma è così. Allora non c’è da stupirsi se oggi cerchiamo Shakespeare in un film che dichiaratamente si ispira al poeta della compagnia dei King’s Men, o se ha tra le scene la sua essenza che contamina, influenza, arricchisce, travolge e stravolge l’essere umano, accompagnandolo sull’orlo o dentro quel grande abisso della Vita. Indoviniamo quale Shakespeare c’è… scopriamo quale dramma sta tacitamente sotto una serie televisiva: così, da teatrante che valica secolo dopo secolo e arriva fino a noi, Shakespeare diventa il miglior sceneggiatore di Hollywood e… anche il meno pagato! Cercheremo di capire se i registi, da Kenneth Branagh a Tom Stoppard, e gli autori delle serie House of Card ed Empire hanno tradotto, tradito o trasposto liberamente Shakespeare. E poi, quei passi che stanno come un filo rosso a segnare le vie del pensiero filmico come si giocano sulla scena? Questa volta rimaniamo in compagnia dell’Inglese in un excursus che parte dal cinema e torna al teatro, per fermarsi tra i versi dei Sonetti di Shakespeare e respirare in ritmi diversi quanto vissuto al teatro e al cinema. 49 5 febbraio 2016, venerdì 8 aprile 2016, venerdì PROVA D’AUTORE, PROVA D’ATTORE Visione del film “Hamlet” (1996; 242’) di Kenneth Branagh LA PAROLA TEATRANTE La creazione di scene e la ricreazione del mondo nel teatro e nella poesia di Shakespeare. Un viaggio attraverso alcune celebri interpretazioni di grandi attori del teatro italiano e un viaggio nel fascino misterioso dei Sonetti, la grande opera d’amore. Così la grande arte di Shakespeare diventa La rappresentazione cinematografica classica di opere shakespeariane è una soddisfazione per gli interpreti e i registi oltre che un piacere per gli spettatori. ................ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . così banco di prova per tutti gli attori e invito e termine di paragone per tutti i poeti. Mentre Shakespeare scrive si cela, dice un critico. E se cela se stesso, cosa mostra, cosa mette in scena? Incontro con il poeta Davide Rondoni e la regista attrice Paola Bigatto. 26 febbraio 2016, venerdì TRADIZIONE, TRADUZIONE O TRADIMENTO Visione del film “Rosencrantz e Guildenstern sono morti” (1991; 117’) di Tom Stoppard 50 Opere liberamente tratte da Shakespeare costituiscono proprio il miglior contributo di Shakespeare al cinema e del cinema nei confronti di Shakespeare. Tradizioni, traduzioni, tradimenti cinematografici e seriali ci permettono di vedere oltre la rappresentazione teatrale. ................ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 marzo 2016, venerdì VOGLIAMO RIDERE! AMLETO PER TUTTE LE STAGIONI Visione del film “Nel bel mezzo di un gelido inverno” (1995; 99’) di Kenneth Branagh Uno sberleffo irriverente: più un genere viene messo in ridicolo, più si conferma la sua autorevolezza; più lo si prende in giro più gli si allunga la vita. Gli incontri saranno tenuti da Paolo Paggetta esperto di cinema e serie, sia per professione sia per passione. Il percorso ESSERE O NON ESSERE è valido per i crediti scolastici e aggiornamento docenti. I film saranno proiettati nella versione in italiano . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Orario 15:30 inizio proiezione film 17:30 approfondimento con l’esperto/i . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Chi ha la possibilità di vedere i film autonomamente può partecipare solo alla seconda parte degli incontri . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il primo incontro prevede la visione del film HAMLET che dura 4 ore, mantenendo lo stesso orario si vedrà la seconda parte dalle 18:30 alle 20:30 dopo l’approfondimento. ....................................................................................................................... Per chi lo desidera è previsto un aperitivo, sarà un occasione per conoscerci. ....................................................................................................................... L’incontro dell’8 aprile inizierà alle 17:00 ....................................................................................................................... Quota per quattro incontri € 30,00 adulti - € 20,00 studenti Quota per singolo incontro € 8,00 adulti - € 6,00 studenti Per i docenti che prenotano accompagnando minimo 10 studenti l’ingresso è gratuito 51 D(i)RITTI al CENTRO settembre-dicembre 2015 in collaborazione con l’Associazione per i Diritti Umani a cura di Alessandra Montesanto Le resistenze alle guerre di ieri e di oggi Declinare la guerra in vari modi: guerre militari e geopolitiche, guerre economiche, guerre di lotta per una vita dignitosa. L’Associazione per i Diritti Umani - per la prima parte della manifestazione intitolata “D(i)RITTI al CENTRO!” - propone una rifles- 52 sione sulle diverse forme di resistenza in tempi di guerre, di ieri e di oggi, e in diverse aree del mondo. L’intento è quello di ricordare l’importanza dei diritti umani, dei valori di uguaglianza e libertà nel rispetto di sé e degli altri. L’obiettivo è rimettere al centro le nostre risorse, le nostre capacità (e la nostra volontà) per costruire, insieme, un mondo più giusto. 8 ottobre 2015, giovedì ore 19:00 CONTINUARE A PARLARE DI MEDIORIENTE Come sta cambiando lo scenario e quali le conseguenze per il resto del mondo: focus SIRIA Presentazione del documentario Young Syrian Lenses alla presenza dei registi Ruben Lagattola e Filippo Biagianti e di Monica Macchi esperta di mondo arabo. Inaugurazione della mostra fotografica “Volti dalla Siria” di Salvatore Di Vinti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 ottobre 2015, giovedì ore 19:00 LA TUNISIA PRIMA E DOPO GLI ATTENTATI Scritte e immagini sui muri di Tunisi parlano di un Paese che cambia Presentazione del saggio I muri di Tunisi, Exòrma edizioni, alla presenza dell’autrice Luce Lacquaniti e di Monica Macchi. edizione del Festival del Cinema africano, d’Asia e America latina di Milano, incontro alla presenza dei registi Adam Selo e Antonio Benedetto. ......................................................... giovedì 19 novembre 2015, ore 19:00 LA PRIMA GUERRA MONDIALE Gli ideali di allora, la lotta per il bene comune. Cosa è rimasto? Presentazione del romanzo In piedi nella neve alla presenza dell’autrice, Nicoletta Bortolotti. ......................................................... giovedì 3 dicembre 2015, ore 19:00 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 novembre 2015, giovedì ore 19:00 TRA SORRISI E MALINCONIA La resistenza attiva di un immigrato in Italia Documentario Sexy shopping, film vincitore del Festival Ponti Pialesi e presentato all’ultima COMBATTERE LE MAFIE Combattere la mentalità del ricatto, del sopruso e della violenza. Presentazione del romanzo Sola con te in un futuro aprile alla presenza dell’autrice, Michela Gargiulo. Il percorso D(i)RITTI al CENTRO è valido per i crediti scolastici e aggiornamento docenti. Partecipazione gratuita 53 MILANO ARTE Leonardo e Bramante a Milano. Il volto del Rinascimento alla corte degli Sforza Con l’archeologo Lodovico Zana 54 È noto. Il Rinascimento ha origine nella Firenze del primo ‘400. E da lì, non senza una certa fatica, si diffonde nel resto d’Italia, avendo, come centri propulsivi, le varie corti delle Signorie italiane del centro nord. Solo più tardi si afferma anche a Milano, dove saranno i nuovi dominatori, gli Sforza, a sfruttare le potenzialità del nascente linguaggio artistico. Proprio Francesco Sforza, seppur apparentemente “rozzo” militare, intuisce la strada da intraprendere e traccia il percorso culturale che seguiranno i suoi figli. Tra questi è Lodovico il Moro a fare di Milano uno dei maggiori centri culturali del Rinascimento. Come? Chiamando a sé i più grandi geni del momento, in primis Bramante, l’artista che incarna l’apice del linguaggio architettonico classicista. Da Urbino egli porta in Lombardia la cultura prospettica dell’Alberti e di Piero del- la Francesca, senza però perdere di vista i riferimenti alla tradizione artistica locale: l’uso del cotto e l’esuberanza decorativa. E infine Leonardo. Tra il genio fiorentino e la città padana forse non fu subito amore a prima vista, ma in realtà ben presto egli scoprì che l’ambiente milanese era a lui congeniale come nessun altro. Qui poté dedicarsi agli studi di osservazione della natura e qui egli elaborò le principali novità che rivoluzionarono la pittura del tempo. Introdusse il ritratto psicologico e sviluppò la miracolosa e inimitabile capacità di compenetrare uomo e natura tramite raffinatissimi mezzi come lo sfumato. Tutto ciò finì per aprire nuovi straordinari scenari per la Storia dell’Arte. Un’eredità imperitura, una stagione culturale unica di cui la nostra città fu protagonista e testimone. 4 - 17 - 25 ottobre 2015, domenica Visita guidata Santa Maria delle Grazie Un mausoleo per Lodovico il Moro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 - 15 - 22 novembre 2015, domenica Visita guidata Il Castello Sforzesco La reggia-fortezza dei signori di Milano 5 - 12 - 19 marzo 2016, sabato Visita guidata La canonica e il monastero di Sant’Ambrogio (Università Cattolica), San Michele sul Dosso. L’architettura bramantesca e la committenza religiosa. ......................................................... 17 aprile 2016, domenica Visita guidata Crema Una città comunale lombarda tra Milano e Venezia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55 17 gennaio 2016, domenica Conferenza ore 15:00 Leonardo a Milano I dipinti di un genio, dalla Vergine delle Rocce al Cenacolo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 - 13 - 27 febbraio 2016, sabato Visita guidata Santa Maria presso San Satiro, Palazzo Castani, Palazzo Isimbardi-Pozzobonelli Alla ricerca di Bramante nel centro di Milano ovvero come inserire il Rinascimento in un tessuto edilizio medievale. Quota € 9,00 comprensiva del noleggio dell’audioauricolare personale Ritrovo sul luogo della visita alle ore 15:00 Su prenotazione si possono organizzare gite di classe, minimo 20 partecipanti La partecipazione degli studenti a 3 incontri dà diritto al credito scolastico. LA CATTEDRA DEI GIOVANI In questi anni di attività dedicata alle scuole, nei dibattiti al termine degli incontri abbiamo rilevato il crescente interesse degli studenti a tematiche esistenziali quali la libertà, la coscienza, la giustizia, il bene, il male, l’amore e il perdono. Il coinvolgimento, anche emotivo, che l’incontro provoca nei ragazzi fa scaturire domande e suggestioni che vanno ben oltre la didattica, e si configurano come l’espressione di una ricerca personale desiderosa di confronto. Non sempre, però la dimensione del dibattito a caldo offre il giusto spazio per un ascolto e un dialogo capaci di accompagnare i ragazzi nelle loro inquietudini. Ispirata al dibattito che segue gli spettacoli e gli incontri per le scuole al Centro Asteria, ecco allora La Cattedra dei Giovani, al suo terzo anno, un’occasione dedicata ai ragazzi, per confrontarsi, riflettere e dialogare in autonomia. 56 A La Cattedra dei Giovani sono invitati tutti gli studenti interessati a proseguire il confronto nato dalla visione di uno spettacolo o da un incontro: primo appuntamento venerdì 12 febbraio 2016 alle 16:00, per dialogare su un tema, scaturito dai diversi dibattiti, a partire da un testo proposto dai curatori del progetto e moderatori, Giuseppe Girgenti, don Fabio Landi e Paola Bigatto. Con la partecipazione a La Cattedra dei Giovani viene rilasciata una certificazione valida ai fini del credito scolastico. Per partecipare all’incontro è necessario prenotarsi entro 24 ore prima. La partecipazione è gratuita Tutti gli studenti interessati sono invitati a partecipare. Piazza Carrara 17.1 - 20141 Milano Tel. 02 8460919 - Fax 02 700538661 [email protected] centroasteria.org ............................. Accreditamenti di . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Con il patrocinio di. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .