PROGE T TO
CULTUR ALE
2015-2016
L’albero del bene e del male
CENTR O
ASTERIA
PROGE T TO
CULTUR ALE
2015-2016
Da quest’anno il LIBRETTO è scaricabile
e visibile online con questo qrcode.
Il Centro Asteria ha rinnovato il proprio
SITO INTERNET con una nuova veste
grafica all’indirizzo:
www.centroasteria.it
Inoltre abbiamo dato vita a una nuova
rubrica: “LE MININTERVISTE”.
Approfondimenti e pareri di relatori,
attori, docenti e studenti sono stati
registrati e pubblicati sui social.
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è possibile utilizzare il qrcode a lato.
L’albero del bene e del male
Ognuno di noi è albero del bene e del male.
Tu, io, quanti sentono il fascino del bene e sperimentano fragilità di fronte alle
pressioni del male.
Tutti cerchiamo e pensiamo di fare bene, intravedendo forse un miraggio di
felicità ma, alla fine dei conti, quanti frutti risultano amari, per noi, per chi vive
vicino o anche lontano da noi!
Cosa è questo fenomeno inquietante dell’umanità?
Che va certo, con il bene, ad arricchire la vita e la storia, ma che versa nel fiume
dell’umanità dolore e amarezza, a volte molto gravi! E, forse, nel nome di una falsa
libertà o di una insensata felicità.
Come imprimere, al divenire umano e al suo cammino, superamenti irreversibili
verso la pienezza dell’ umanesimo?
Come dare alla nostra vita l’orientamento decisivo verso il bene, così che i frutti
del vivere e dell’operare siano gustosi e buoni? Frutti di onestà, di convivenza
fraterna, di amore duraturo; frutti di buona economia, di buona politica, di
buone leggi, di accoglienza solidale; frutti di rispetto, di fiducia, di misericordia e
perdono, di ricerca del bene comune, nella vera libertà?
Come valorizzare la vita che ci è donata, resistendo al male che è dentro e fuori
di noi e mantenerle dignità e bellezza?
Sono le molte domande, o forse un’unica domanda, che intendiamo rivolgere ai
nostri esperti e autori, perché ci aiutino a riflettere e a dialogare, a risollevarci da
qualche eredità del passato, a sanare ferite aperte; perché ci aiutino a mettere in
circolo energie nuove verso il superamento dell’attuale crisi in cui ci ha insabbiato
l’avidità dello stare bene, facendoci forse dimenticare il valore di vivere bene.
Con decreto ex l’art 5 Direttiva 90/2003 RU 7216 del 7 luglio 2011
il Centro Culturale Asteria è stato riconosciuto dal MIUR come
soggetto accreditato per la Formazione del personale della
scuola. Pertanto la partecipazione a un minimo di 6 eventi o ai
Corsi di aggiornamento gode di riconoscimento ministeriale ai
fini della formazione in servizio ed i docenti che intendono
parteciparvi possono usufruire dell’esonero dal servizio alle
consuete condizioni.
Molti prima di noi hanno sostenuto con forza e lucidità il bene, anche in momenti
oscuri, e fondato la loro vita , come dice Mario Luzi, sui suoi “fondamenti invisibili”.
Anche a noi è chiesto di non sottrarci alla lotta tra il bene e il male, perché una
domanda preme sulla nostra esistenza.
“vita fedele alla vita,
tutto questo che le è cresciuto in seno
dove va, mi chiedo,
discende o sale a sbalzi verso il suo principio...
sebbene non importi, sebbene sia la nostra vita e basta”
(Mario Luzi, Vita fedele alla vita, in Su fondamenti invisibili).
SGUARDI SULLA SCIENZA
I CONFINI DI BABELE: LA RELAZIONE
TRA LINGUAGGIO E CERVELLO
La data sarà confermata a settembre
Presentazione di Andrea Moro
pag. 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
BIG BANG
L’INIZIO E LA FINE NELLE STELLE
30 novembre 2015, lunedì ore 10:00
Spettacolo teatrale di Lucilla Giagnoni
pag. 5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
QUALE BENE DALLA SCIENZA?
25 febbraio 2016,
giovedì ore 9:00 e ore 11:00
Presentazione di Marco Bersanelli
pag. 6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
E DISSERO: “NO”
L’altra quotidianità all’ombra della
svastica e del fascio littorio.
26 gennaio 2016, martedì ore 10:00
Incontro con Andrea Bienati
pag. 14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
LA BANALITÀ DEL MALE
27 gennaio 2016, mercoledì ore 10:00
e ore 15:30, di e con Paola Bigatto
pag. 16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
LA MASSERIA DELLE ALLODOLE
28 gennaio 2016, giovedì ore 10:00
e ore 15:30
Proiezione del film e incontro con la
scrittrice Antonia Arslan
pag. 18 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
OLTRE IL MURO DEL SILENZIO
3 febbraio 2016, mercoledì ore 10:00
Incontro con Vera Vigevani Jarach
PAROLE E CANTI DALLE TRINCEE
4 novembre 2015, mercoledì ore 10:00 pag. 20 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Coro Aspis Intervento di Andrea Bienati
pag. 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . MEMORIOSO
Breve guida alla memoria del bene
7 marzo 2016, lunedì ore 10:00
SREBRENICA
11 Dicembre 2015, venerdì ore 10:00 Spettacolo teatrale con
Massimiliano Speziani
Spettacolo teatrale con
pag. 22 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Roberta Biagiarelli
pag. 10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
L’UOMO CHE VERRÀ
7 aprile 2016, giovedì ore 10:00
SULTANA RAZON VERONESI:
PARLA UNA TESTIMONE
e ore 15:30
13 gennaio 2016, mercoledì ore 10:00 Proiezione del film e incontro con
Incontro con Sultana Razon
Giorgio Diritti
pag. 12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 24 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
MEMORIE DELLA STORIA
LA LUCE DELLE PAROLE
L’AMORE NON È GIUSTO
Un viaggio nella poesia sulle tracce
delle questioni d’amore...
13 novembre 2015, venerdì ore 10:00
Incontro con Davide Rondoni
pag. 26 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
VERGINE MADRE
15 dicembre 2015, martedì ore 10:00
Spettacolo teatrale di Lucilla Giagnoni
pag. 27 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
PENSIERO E VITA
APOLOGIA DI SOCRATE di Platone
16 novembre 2015, lunedì ore 10:00
Spettacolo teatrale Comp.C.Rivolta
pag. 28 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Mons. Francesco Fumagalli,
Yahya Pallavicini
pag. 34 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
ECCE HOMO
3 marzo 2016, giovedì ore 10:00
Spettacolo teatrale di Lucilla Giagnoni
pag. 36 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA
IDEOLOGIA ECONOMIA E CAPACITÀ
DI DISTINGUERE IL BENE DAL MALE
2 febbraio 2016, martedì ore 10:00
Incontro con Stefano Zamagni
pag. 37 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
GIUSTIZIA E RICONCILIAZIONE
22 febbraio 2016, lunedì ore 10:00
Incontro con Franco Bonisoli e
Agnese Moro
pag. 38 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
EROS PHILIA E AGAPE
4 dicembre 2015, venerdì ore 10:00 OLIVETTI CAMILLO ALLE RADICI DI
UN SOGNO
Relazione di Giuseppe Girgenti
pag. 30 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 aprile 2016, lunedì ore 10:00
Spettacolo teatrale con Laura Curino
pag. 40 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
FEDRO di Platone
12 febbraio 2016, venerdì ore 10:00,
Spettacolo teatrale Comp.C.Rivolta
pag. 31 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
SIMPOSIO di Platone
14 marzo 2016, lunedì ore 10:00
Spettacolo teatrale Comp. C.Rivolta
pag. 32 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
IL DESIDERIO DELL’ASSOLUTO
DIO È VERAMENTE MISERICORDIOSO?
LO CHIEDIAMO ALL’EBRAISMO, AL
CRISTIANESIMO E A L’ISLAM
25 novembre 2015, mercoledì ore 10:00
Incontro con Rav Alfonso Arbib,
PERDONARE NON E’ FAR FINTA CHE…
19 aprile 2016, martedì ore 10:00
Incontro con Rita Borsellino
pag. 42 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
REGOLAMENTO E
SCHEDA DI PRENOTAZIONE
pag. 44 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
I Pomeriggi di Asteria
ESSERE O NON ESSERE - pag.48
D(i)RITTI AL CENTRO - pag.52
MILANO ARTE - pag.54
LA CATTEDRA DEI GIOVANI - pag.56
S G UARD I SU L L A S C IE NZ A
S G UARDI SULLA S CI ENZA
I CONFINI DI BABELE: LA RELAZIONE TRA
LINGUAGGIO E CERVELLO
BIG BANG
L’INIZIO E LA FINE NELLE STELLE
La data è confermata a settembre: telefonare alla segreteria
30 novembre 2015, lunedì ore 10:00,
sono previste repliche
................... ................................................. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Presentazione multimediale di
Andrea Moro
Neurolinguista, Direttore Centro di ricerca Ne.T.S.
della Scuola Superiore Universitaria
ad Ordinamento Speciale IUSS di Pavia
4
Di cosa è fatta una lingua umana? In prima approssimazione possiamo dire
che ogni lingua è fatta di un insieme di parole e di sequenze che le combinano: non tutte le sequenze sono ammissibili. Da dove vengono le regole?
Dipendono dal significato? Sono una costruzione arbitraria e convenzionale?
Perché alcuni tipi di regole non si trovano mai nelle lingue umane? Verificando,
con tecniche di neuroimmagine, l’effetto dell’acquisizione di grammatiche
artificiali che violano i principi generali comuni a tutte le lingue, è stato infatti
possibile fornire dati molto forti a favore di una spiegazione di tipo neurobiologico sull’assenza di intere classi di grammatiche potenzialmente concepibili, suggerendo che “i confini di Babele” non solo esistono, ma sono inscritti
nella nostra carne. Ma una lingua è anche un fenomeno fisico, fatto di onde:
fuori di noi sono onde d’aria (il suono) dentro di noi sono onde elettriche (l’attività dei neuroni). Quale relazione c’è tra queste due famiglie di onde? Esiste
un modo per esplorare il codice di trasmissione dell’informazione dei neuroni?
Esaminando dati di tipo neurofisiologico si è visto che i due mondi sono molto
più simili di quanto si possa immaginare e che per la prima volta si aprono
possibilità di indagare il contenuto del linguaggio direttamente dalla misurazione delle attività del cervello.
STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
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Spettacolo teatrale di e con
Lucilla Giagnoni
Musiche originali di Paolo Pizzimenti
Big Bang: una affascinante ricerca sugli “INIZI” , a partire dall’ultima parola
della Commedia: “STELLE”.
L’eterna domanda dell’individuo di fronte all’infinità, al mistero
dell’universo, su, su, a ritroso, fino al momento dell’inizio: perché nella
scoperta di come tutto potrebbe essere iniziato si potrebbero trovare
indizi su come eventualmente finirà.
Le risposte che Lucilla cerca sono quelle della nostra tradizione biblica, in
particolare dei brani della Genesi che narrano la creazione; sono quelle della
poesia e del teatro, seguendo la visionarietà metafisica di Dante e la concretezza delle passioni umane in Shakespeare; infine quelle della scienza
attraverso soprattutto la figura di Einstein che, in sé, compendia le ricerche
della fisica sull’infinitamente grande (relatività) e sull’ infinitamente piccolo
(meccanica quantistica).
Nel percorso teatrale, l’intreccio tra i vari linguaggi e le loro risposte evidenzia
la lotta millenaria, fra la luce e le tenebre, fra il bene e il male, la vita e la
morte.
Il fascino di quel primo attimo dell’Universo e il Mistero che lo avvolge ci
conducono, attraverso le svolte della vita e della storia, dal silenzio e dal buio
primordiali, a cogliere lo struggente desiderio della nostra Radice: che non
conosciamo, ma che esiste e si irradia su noi, parte dell’infinito, come luce di
una gioia infinita.
Non è illusione.
Possiamo sperare e, nella fiducia, affidarci. “Sia la luce” e la luce fu.
STUDENTI e RIDOTTO: € 12,00 - INTERO: € 16,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
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S G UARD I SU L L A S C IE NZ A
QUALE BENE DALLA SCIENZA?
25 febbraio 2016, giovedì ore 9:00 e ore 11:00
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Presentazione multimediale di
Marco Bersanelli
docente di Astronomia e Astrofisica presso
l’Università degli Studi di Milano
responsabile scientifico della missione spaziale PLANCK
presidente dell’Associazione Euresis
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La ricerca scientifica viene talvolta percepita come un processo di conoscenza
meccanico e autosufficiente il quale, via via che progredisce, tende a sbriciolare la realtà allontanandola inesorabilmente da ogni senso di bellezza e
di mistero. Una volta che qualche cosa viene “spiegata” in termini di leggi
fisiche, si pensa, entra a far parte di un gigantesco meccanismo senza senso
e senza vita.
Ma per il ricercatore che vive in prima persona l’esperienza scientifica, la
ricerca ha caratteristiche assai diverse. Come hanno osservato tanti fra i più
grandi scienziati, le domande scientifiche nascono da un senso profondo
di meraviglia per la realtà e dal presentimento di un ordine nascosto in
essa. Con le parole di Albert Einstein, «l’uomo per il quale non è più famigliare
il sentimento del mistero, che ha perso la facoltà di meravigliarsi e di sentirsi
umile davanti alla creazione è come un uomo morto, o almeno cieco».
Indagare la natura, quindi, significa anzitutto accogliere un “dato”, osservare
STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
e interrogare qualche cosa di reale che ci precede. Il cammino della scienza
è un’avventura di obbedienza alla realtà, la quale spesso ci sorprende dimostrandosi più ricca ed elegante di quanto ci eravamo immaginati. Come dimostrano i più recenti studi di fisica delle particelle elementari e di cosmologia, oggi più che mai l’universo ci appare ad un tempo semplice e misterioso.
Il fatto che la scienza ci permette di cogliere l’ordine della natura, grazie al
linguaggio della matematica, non comporta affatto uno svuotamento della
dimensione misteriosa della realtà, al contrario ne è forse l’aspetto più acuto.
Chi siamo infatti noi uomini, quasi grani di polvere nella vastità impensabile
del cosmo, per avere il privilegio di poter leggere l’ordine della natura fino
alle sue estreme dimensioni, nell’infinitamente piccolo e nell’infinitamente
grande? Come scrisse il premio Nobel Paul Wigner, «il fatto miracoloso che
il linguaggio della matematica sia appropriato per la formulazione delle leggi
della fisica è un regalo meraviglioso che noi non comprendiamo né meritiamo».
Il progresso della scienza ci introduce anche a nuove e sempre più ardite
possibilità di intervento e di utilizzo della natura, con grandi possibilità a beneficio dell’uomo, ma anche di potenziale danno e pericolo per la natura,
mettendo così drammaticamente in primo piano la nostra responsabilità
nei confronti del mondo che ci è stato dato per vivere.
Quale atteggiamento ci permette di usare le conoscenze scientifiche per il
bene comune? Qual è il bene che ci può venire dalla scienza?
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M E M O RIE D E L L A S TOR IA
PAROLE E CANTI DALLE TRINCEE
La Prima Guerra Mondiale nella “storia del quotidiano”
4 novembre 2015, mercoledì ore 10:00
.................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Con il Coro Aspis
direttore
Gianni Filippini
letture e suggestioni socio-storiche proposte da
Andrea Bienati
docente di Storia e Didattica della Shoah presso
l’Istituto Superiore delle Scienze Religiose
docente di Giustizia Riparativa presso
l’Università degli Studi di Milano
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In Germania si diceva che gli anni delle trincee avevano creato la Kameradschaft, che aveva reso tutti partecipi di un grande progetto, senza
distinzione di classi sociali. La guerra sembrava avere realizzato un modello
al valore dimostrato. Nelle “Terre di Polonia” il tuonare dei cannoni aveva
accompagnato la speranza di vedere rinascere uno Stato libero e sovrano,
che potesse dare spazio al sentimento nazionale che la Russia zarista, la
Prussia e l’Impero austroungarico avevano più volte cercato di fiaccare, se
STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: €8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
non annientare. In Italia l’eco delle parole di Gabriele D’Annunzio e degli
interventisti avevano incendiato gli animi soprattutto dei giovani, che si
sentivano chiamati a ultimare il sogno del Risorgimento. I non interventisti,
d’altra parte, sembravano ispirarsi a valori d’internazionalismo e pacifismo, incapaci di vincere la realpolitik. Si potrebbe dire che un’intera futura
classe politica che avrebbe deciso le sorti della Seconda guerra mondiale
aveva combattuto dai banchi parlamentari o nelle trincee nel conflitto del
1914-1918.
Retorica, sogni, emozioni, paure erano il ritmo dato ai proiettili di una
guerra di logoramento, dove il fante in trincea diventava il nuovo eroe
sporco, le gesta del quale sostituivano nell’immaginario collettivo i miti
greci e i canti dei bardi. “Roccia”, “baluardo”, “speranza”, “carne da macello”, il
fante della “comunità di pari” era comunque agli ordini dei superiori, spesso
visti lontani dai problemi quotidiani del tempo di pace. Questo appare
ancora più evidente nella memorialistica nata dai reduci. Le canzoni nate
da quest’esperienza, i racconti di autori come Ernst Wiechert, Erich Maria
Remarque, dei volontari della Legia, di Emilio Lussu, di Guillaume Apollinaire, le autobiografie dei graduati dell’esercito sabaudo, gli articoli della
stampa e le odi dannunziane rappresentano alcune delle fonti per ricostruire
il mosaico socio-culturale della Prima Guerra Mondiale.
Alla riscoperta degli sguardi sulla storia quotidiana del tempo, in una lezione
di Storia “audiovisiva”, le canzoni del Coro Aspis di Milano e gli interventi
dello studioso di socio-storia Andrea Bienati ci accompagnano in una sorta
di “lessico ragionato” della quotidianità della Prima Guerra Mondiale, tra
musica, analisi sociologica e riscoperta di una “Storia” fatta di “storie”.
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M E M O RIE D E L L A S TO R IA
SREBRENICA
11 Dicembre 2015, venerdì ore 10:00,
sono previste repliche
................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Spettacolo teatrale con
Roberta Biagiarelli
«È per questo che abbiamo voluto raccontare l’assedio e la caduta di Srebrenica.
“Io sono nata in un paese davanti al mare…”, una donna torna bambina
scrutando l’orizzonte. “Cosa c’è dall’altra parte?” si chiede. Una domanda
semplice, ma scopriamo che certe domande non ce le facciamo mai.
O almeno, quella domanda non ce la siamo fatta, quando la risposta era
una, e semplice: dall’altra parte del mare c’è una terra e una guerra.
Regia di
Simona Gonella
interviene
Amir Kupric
testimone bosniaco
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20° anniversario del genocidio di Srebrenica, piccola cittadina della
Bosnia-Erzegovina.
Intorno al 9 luglio 1995 l’armata serbo bosniaca attacca la Zona Protetta di
Srebrenica e il territorio circostante. L’offensiva si protrae fino all’11 luglio
1995, giorno in cui le unità serbo bosniache entrano in Srebrenica. Seguono
stupri, mutilazioni, esecuzioni di civili, sepolture di vivi. Ma il massacro di
9.000 civili di quella metà di luglio del 1995 è solo l’epilogo di una storia
iniziata tre anni prima, una storia di assedio. Dicono: chi è sopravvissuto a
Srebrenica non può dire di avere sentimenti in corpo, e chi non l’ha conosciuta non può dire di aver visto la guerra in Bosnia.
STUDENTI e RIDOTTO: € 10,00 - INTERO: € 12,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
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Un’attrice sola sul palco per più di un’ora diventa narratrice e protagonista di
una storia dove la ragion di stato e gli interessi di politica internazionale
hanno giocato a Risiko con la vita di decine di migliaia di persone.
Questo spettacolo/ testimonianza ricorda le vittime e punta il dito sui
carnefici: aggressori e aggrediti. Ci siamo chieste spesso, procedendo in
questo lavoro, se non fosse un progetto fin troppo ambizioso voler riempire
di senso parole come assedio o massacro, voler colmare la distanza tra
l’una e l’altra parte del mare. La risposta non l’abbiamo ancora trovata.
Oggi raccontare questa storia è sempre più difficile. Le parole rischiano
di semplificare la complessità di ciò che è accaduto, di offendere il dolore
di molti e questo non è nelle nostre intenzioni. Semplicemente abbiamo
tentato di dare una voce agli eventi, di infilare tra le tante cose dette e
taciute il nostro sguardo.»
M E M O RIE D E L L A S TO R IA
SULTANA RAZON VERONESI:
PARLA UNA TESTIMONE
13 gennaio 2016, mercoledì ore 10:00
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Incontro con
Sultana Razon
sopravvissuta al campo di concentramento
di Bergen Belsen
Con l’uscita delle leggi razziali iniziavamo ad avvertire l’ostilità, se ne parlava
in casa, ma non avevo molto sentore, sentivo che c’era trambusto in casa, i
pianti di mia mamma, discussioni perché mio padre avrebbe voluto andare
via dall’Italia, e lì erano iniziate le opposizioni della mamma che non voleva
muoversi, pensava che fosse tutto una cosa passeggera. Non siamo partiti per
aspettare l’evolversi delle cose. Finché ci si è resi conto che forse era meglio
se fossimo partiti ... (Sultana Razon in I bambini italiani nella Shoah di Sara
Valentina Di Palma).
Moderatore
Andrea Bienati
docente di Storia e Didattica della Shoah,
delle Deportazioni e dei Crimini contro l’Umanità presso
l’Istituto Superiore delle Scienze Religiose
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Come vincere il male quando è terribile come quello che ha raggiunto, così
presto e così atrocemente, Sultana?
Nata da famiglia ebrea ad Instanbul nel 1932 e trasferita con la famiglia in
Italia, inizia prestisssimo, come ci racconta, una storia di sofferenza.
“I primi ricordi che ho sono i bauli, che mia mamma riempiva, ancora nel ’36 e
’37, per andare in America, perché mio papà aveva un sacco di fratelli a Cuba,
in Messico… questo è il primo ricordo che ho. I bauli son sempre rimasti in
corridoio, sempre pieni, mai spediti, perché poi non siamo partiti.
STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
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In effetti a undici anni entrava nel campo di concentramenento di Bergen
Belsen, dopo essere già passata per i campi di Ferramonti e di Fossoli.
Quando esce dal lager porta in cuore il desiderio fisso come un chiodo di
avere una Fiat 600, e coltiva la determinazione di laurearsi in medicina con
la specializzazione in pediatria, per poter sollevare tanti bambini dalla sofferenza. Sistemata alla bell’e meglio a Milano, studia giorno e notte, superando
povertà, malattia, perfino la perdita di un rene, per raggiungere il suo intento, e lo raggiunge. Per più di quarant’ anni lavorerà come medico pediatra,
senza trascurare i suoi sei figli avuti dal matrimonio con Umberto Veronesi.
Con loro non parlerà della sua dolorosa storia per non turbarli, ma scriverà
per smentire i negazionisti e concorrere, con la testimonianza, a impedire
che l’umanità giunga ancora a simili follie.
M E M O RIE D E L L A S TO R IA
E DISSERO: “NO”
L’altra quotidianità all’ombra
della svastica e del fascio littorio
26 gennaio 2016, martedì ore 10:00
.................. ................................................. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Incontro con
Andrea Bienati
docente di Storia e Didattica della Shoah,
delle Deportazioni e dei Crimini contro l’Umanità presso
l’Istituto Superiore delle Scienze Religiose
Una riflessione sull’intreccio tra micro e macro storia con letture teatrali di
contesto, per ricostruire il “valore dei No” all’interno di regimi politici totalitari.
Un momento di Memoria per parlare dell’uomo di sempre.
14
“Ci deve essere un demonio in me, dentro ogni uomo (...) Forse il fanatismo
di massa può spiegare qualcosa, oppure l’ambizione. Provi a immaginare:
ero diventato ministro a trent’anni, andavo in giro in limousine, ero servito e
riverito… e Hitler coltivava questo mio demonio”. Così, a Norimberga, il giurista Hans Frank spiegava allo psicologo Martin Gilbert la propria adesione al
nazionalsocialismo e il lento sprofondare nella sua politica dell’odio.
La storia del Terzo Reich e degli Stati suoi alleati spesso porta a riflettere
sui carnefici: “uomini comuni”, “volonterosi”, “criminali moderni”. Si parla poco
della più diffusa “zona grigia”, che attendeva lo scorrere degli eventi lasciandosi
STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
vivere per convenienza, connivenza o paura. La Resistenza al nazionalsocialismo e al fascismo spesso è menzionata per gli atti eclatanti politici o di
armi, eppure vi fu anche “un’altra resistenza”, che coinvolse molte persone
nella quotidianità del “no” al compromesso con il regime politico al potere.
Un vescovo, un pastore protestante, gli operai di una fabbrica tedesca, i giovani del ghetto di Varsavia, educatori e combattenti nella rivolta, i movimenti
giovanili spontanei, i soldati internati che “non optarono” per continuare a
combattere a fianco dell’ex alleato tedesco, un poeta yiddish che cantava il
massacro del suo popolo, uno storico che volle registrare la quotidianità del
ghetto, le operaie milanesi che parteciparono agli scioperi del 1944, i falsari
delle carte di lavoro, chi scelse di tornare nell’Europa dell’Asse per combattere
gli sterminatori e salvare il proprio popolo, una ragazza che partecipò alla
progettazione della rivolta dei Birkenau nel 1944: sono alcune delle tante
sfaccettature del “no” alla politica della Germania nazionalsocialista, dell’Italia
fascista e degli altri Stati dell’Asse.
Nomi, volti e vite “dell’altra resistenza”, attuata da civili di ogni età, soldati,
prelati e deportati che vengono ricordati in una lezione di socio-storia
accompagnata da letture sceniche di documenti dell’epoca e memorie,
in un percorso che nella quotidianità del tempo farà emergere il peso e
il valore delle scelte di coloro che difesero il rispetto dell’Uomo, alla luce di
una fede religiosa o politica. Ogni resistente raccontato nel nostro incontro
ha indicato con la propria vita un modo di opporsi al crescendo d’ingiustizie
che portò allo svilimento “dell’altro” a “diverso”, in una quotidianità costellata
da propaganda, legge politica, culto del leader e punizione dei dissidenti.
Dall’inchiostro di leggi e della propaganda, per qualcuno, non fu automatico
che dovesse sgorgare il sangue delle vittime. Chi è allora “il buon cittadino”?
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M E M O RIE D E L L A S TO R IA
M EM OR IE D EL L A S TOR IA
LA BANALITÀ DEL MALE
Adattamento dal saggio di Hannah Arendt
27 gennaio 2016, mercoledì ore 10:00 e ore 15:30,
sono previste repliche
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di e con
Paola Bigatto
Presentazione di
Giuseppe Mari
docente di Pedagogia Generale presso
la Facoltà di Scienze della formazione
dell’Università Cattolica di Milano
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11 aprile 1961: in un’aula del Tribunale di Gerusalemme ha inizio il processo
a Otto Adolf Eichmann, il tenente colonnello delle SS che durante il nazismo
si occupò dell’organizzazione logistica dello sterminio.
Hannah Arendt segue le centoquattordici udienze del processo come
inviata del “The New Yorker”, e nel 1963 dà alle stampe La banalità del male,
dove raccoglie e rielabora gli articoli scritti per la rivista. Questo saggio
suscitò enormi polemiche, sia per alcuni contenuti scomodi, tra cui la
critica alla conduzione stessa del processo, sia per il tono e il linguaggio
usato dalla filosofa, spesso duro, sarcastico, pieno di passionalità e, a tratti, oscuro.
STUDENTI e RIDOTTO: € 10,00 - INTERO: € 12,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
Sulla scorta di queste caratteristiche, l’attrice Paola Bigatto immagina che
Arendt, professoressa di filosofia politica all’università di Chicago, nell’autunno
del 1963, provocata dalle polemiche che la hanno investita, improvvisi
una lezione inconsueta ricca di riflessioni filosofiche e contenuti storici:
la nascita del Nazismo, le modalità dell’Olocausto, i processi di Norimberga ...
e, soprattutto, l’esempio morale offerto da Arendt osservatrice: un modello
di lucidità critica, di implacabilità nel cercare una dolorosa oggettività e
nel sottolineare duramente le verità scomode, le responsabilità di tutti
coloro che, protetti dall’alibi dell’obbedienza, hanno di fatto appoggiato
la scelta dello sterminio.
La lezione-spettacolo si conclude significativamente con la storia di
Anton Schmidt, un semplice caporale dell’esercito tedesco che sfugge al
meccanismo del male banale e, trasgredendo agli ordini criminali, presta
aiuto agli ebrei: il suo esempio e il suo sacrificio dimostrano che la capacità
di giudizio, unico antidoto al male banale, derivi dalla capacità di pensare:
la riflessione e la formazione di una coscienza etica amplificano la percezione della nostra libertà e della nostra possibilità di attuare il bene.
« E la questione della colpevolezza o innocenza individuale, il problema di
pronunziare una sentenza giusta tanto per l’imputato quanto per la vittima,
sono le sole cose che contano in un tribunale penale. Il processo Eichmann
non è stato un’eccezione, per quanto la Corte si sia trovata di fronte a un
crimine non considerato dai codici e da un criminale di tipo sconosciutosconosciuto almeno fino ai tempi del processo di Norimberga. Il mio libro
cerca soltanto di esaminare fino a che punto la Corte di Gerusalemme è
riuscita a soddisfare la sete di giustizia dell’umanità.»
(Hannah Arendt, La banalità del male)
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M E M O RIE D E L L A S TO R IA
LA MASSERIA DELLE ALLODOLE
28 gennaio 2016, giovedì ore 10:00 e ore15:30
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Proiezione del film di
Paolo e Vittorio Taviani
Incontro con
Antonia Arslan
scrittrice
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24 aprile 1915. Nonostante il genocidio del popolo armeno per mano dei
Turchi sia avvenuto a più riprese, prima, durante, e dopo la Prima Guerra
Mondiale, questa è la data in cui si è soliti commemorare l’immane tragedia.
Il 24 aprile 1915 è infatti la data in cui i Giovani Turchi,con il tacito consenso
di quella parte della società che scelse di appoggiarli o di coprirli, posero
in atto, attraverso l’arresto e la conseguente eliminazione dell’élite armena
di Costantinopoli, la prima fase di quello sterminio pianificato e successivamente realizzato in modo sistematico, agghiacciante, con un ricorso alla
violenza che assunse punte di crudeltà e di efferatezza inaudite.
La masseria delle allodole, libro di Antonia Arslan, è la storia di quattro bambini
che a causa dello sterminio, sono dovuti fuggire dal proprio paese e sbarcare a Venezia. È una commistione fra Oriente ed Occidente, tra Armenia e
Veneto, dove si incrociano le storie di cugini italiani ed armeni sopravvissuti
alla deportazione. È grazie a questo lungo rapporto tra il Veneto e l’Armenia
che il giovane Yerwant, nonno di Antonia Arslan, riuscì a convincere il padre
di mandarlo a studiare al liceo Armeno di Venezia.
“È una decisione scientifica del Male in cui i singoli elementi di un
piano diabolico vengono posti in essere”, commenta Antonia Arslan.
“Per quanto orribile sia l’ampiezza del male, c’è sempre qualcuno che
si schiera dalla parte del bene, come i tre disperati che interferiranno
sulla macchina del male per salvare i quattro bambini e farli arrivare
in Italia. Non c’è una sola parola d’odio verso il popolo turco in questo
libro perché anch’esso è stato maltrattato e continua ad esserlo oggi.”
STUDENTI e RIDOTTO: € 5,00 - INTERO: € 7,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
Il genocidio degli Armeni è un dramma con cui due grandi maestri del
cinema italiano, i fratelli Taviani, hanno voluto confrontarsi. L’adattamento
cinematografico del libro è il punto di partenza per poi immaginare le
reazioni dei personaggi, le singole storie che possono anche culminare in
una riflessione dedicata all’amore, come nella scena conclusiva del processo.
“Quella del popolo Armeno è una tragedia che credevamo di conoscere”
affermano i due fratelli Taviani “mentre invece non è così. Inoltre eravamo
alla ricerca di un modo per parlare di tragedie molto simili, che sono accadute
di recente o sono tuttora in corso nei Balcani, in Africa, o altrove. Orrori con i
quali ci stiamo abituando, purtroppo, a convivere.”
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M E M O RIE D E L L A S TO R IA
OLTRE IL MURO DEL SILENZIO
3 febbraio 2016, mercoledì ore 10:00
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Incontro con
Vera Vigevani Jarach
testimone della tragedia dei desaparecidos
due volte perseguitata da dittature
fondatrice delle ‘Madres de Plaza de Mayo’
Mi chiamo Vera e ho due storie: mio nonno fu ucciso ad Auschwitz, mia
figlia morì su un volo della morte in Argentina. Per entrambi non c’è tomba.
Vera Vigevani Jarach ha 87 anni ed è una donna che combatte tutti i giorni
e non ha nessuna voglia di smettere. È una delle “madri di Plaza de Mayo”,
che da quasi 40 anni combatte perché quel che è stata l’Argentina della
dittatura militare non venga dimenticato.
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Nata a Milano nel 1928, aveva solo dieci anni quando la sua famiglia decise
di lasciare l’Italia delle leggi razziali per emigrare in Argentina.
A Buenos Aires Vera cresce, studia, si sposa con Giorgio Jarach, lavora come
corrispondente dell’Ansa ed ha una figlia, Franca. Sfuggita alla persecuzione
fascista, Vera, negli anni ’70, non riesce a sfuggire ad un’altra persecuzione,
quella dei militari argentini: il 26 giugno del 1976 Franca viene rapita; da
quel giorno di lei non si avranno più tracce, è scomparsa nel nulla, forse
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rinchiusa in un campo di concentramento, forse uccisa poco dopo, forse
gettata in mare dopo essere stata uccisa. Un abisso di “forse” contro cui Vera
comincia a lottare giorno dopo giorno.
Sin dagli inizi, entra a far parte dell’associazione delle “madri di Plaza de
Mayo” e, come tante altre madri, cerca la verità sulla sorte della propria figlia.
Per Vera la ricerca della verità si trasforma ben presto in una incessante
testimonianza.
Racconta ovunque la sua storia, perché tutti sappiano quel che è accaduto a
lei e alle tante madri che da un giorno all’altro hanno visto svanire nel nulla
i loro figli.
Per questa battaglia, in nome della verità e della memoria, nel dicembre
del 2011 Vera Vigevani è stata insignita della più alta onorificenza milanese,
l’Ambrogino d’Oro.
Un riconoscimento alla sua quotidiana battaglia contro il dolore, e per la
memoria di tutti coloro che, sottratti con la violenza alle loro famiglie e alla
vita, non sono più tornati. Vera ha anche testimoniato ai processi di Roma a
carico dei militari argentini per crimini contro l’umanità: raccontare,
testimoniare, condividere la propria storia è il modo che ha trovato per
continuare a far vivere Franca e far emergere dal fango del male la forza del
bene e della vita.
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M E M O RIE D E L L A S TO R IA
M EM OR IE D EL L A S TOR IA
IL MEMORIOSO
Breve guida alla memoria del bene
7 marzo 2016, lunedì ore 10:00
sono previste repliche
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Spettacolo teatrale con
Massimiliano Speziani
Regia di
Paola Bigatto
storie di uomini giusti dai libri di
Gabriele Nissim
Il tribunale del bene e La bontà insensata
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Presentazione di
Luciano Eusebi
docente di Diritto penale presso la Facoltà di
Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano
“Giudicare personalmente”, ossia formulare un giudizio nato dalla profondità
del proprio pensare: questa, secondo Hannah Arendt, l’azione di coloro che,
in tempi bui, sono riusciti a stare lontani dal male banale, quello senza sadismo, malvagità o patologia, ma originato da una comoda obbedienza a
un’ideologia. Molti di questi Giusti sono stati protagonisti di azioni di aiuto
ad altri esseri umani e anche se, salvando un solo uomo dalla morte, non
hanno certo rovesciato la Storia, hanno però consentito, come una piccola
fiamma nel buio, che non si perdesse la fiducia nell’uomo. È proprio la
piccolezza di questa luce, tanto flebile rispetto alle tenebre che l’attorniano, a dimostrarci che il bene è sempre possibile, che l’uomo può sempre
dire un sì o un no. Così come il male non viene compiuto necessariamente
da uomini malvagi, perversi o sadici, così il bene non è compiuto solo da
santi, eroi o uomini perfetti, come dimostra il più celebre esempio di uomo
giusto, Oskar Schindler, un faccendiere dominato da ogni sorta di vizio, che
STUDENTI e RIDOTTO: € 10,00 - INTERO: € 12,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
ha salvato più di mille ebrei.
Ma la memoria del bene non riguarda solo la Shoah e gli eventi legati
all’antisemitismo nel XX secolo: riguarda l’azione dei Giusti in tutti i momenti oscuri della Storia, sempre esposta all’emergere di ideologie totalitarie.
Un uomo dedicò la vita al ricordo del bene: si tratta di Moshe Bejski, per anni
presidente della Commissione dei Giusti presso il Memoriale di Yad Vashem
a Gerusalemme.
Questo paradossale tribunale si pone l’obiettivo di rintracciare tutti quegli
uomini che hanno rischiato la vita per aiutare gli ebrei durante la persecuzione nazista, e di ricordarli per sempre con un albero nel giardino
del Memoriale stesso. Gabriele Nissim ne Il tribunale del bene ha raccontato
la storia di Bejski, uno dei salvati attraverso la celebre lista di Schindler,
mettendo in risalto il suo appassionato e incessante lavoro, il suo continuo
interrogarsi sulle caratteristiche che fanno di un’azione, l’azione di un
uomo giusto.
Dopo anni di repliche della lezione–spettacolo La banalità del male, Paola
Bigatto ha proseguito la sua riflessione sulla libertà dell’uomo, proponendo
a Massimiliano Speziani un lavoro a quattro mani, in sodalizio con Gariwo:
questa associazione ha promosso presso il Parlamento europeo l’istituzione
della Giornata europea dei Giusti per tutti i genocidi: la data prescelta
– il 6 marzo – ricorda Moshe Bejski, scomparso il 6 marzo 2007.
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M E M O RIE D E L L A S TO R IA
L’UOMO CHE VERRÀ
7 aprile 2016, giovedì ore 10:00 replica ore 15:30
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Proiezione del film di
Giorgio Diritti
Incontro con
Giorgio Diritti
regista, produttore, sceneggiatore
fatti di Marzabotto significa mantenere vive e vigili le coscienze degli uomini
e anche educare le presenti e le future generazioni, affinché un domani
un’altra ideologia non trasformi il senso della vita annientando le coscienze.
Un’occasione per rilanciare la necessità di dialogo e comprensione; una
voce data agli innocenti cui hanno rubato la vita, ai martiri dei conflitti che
da allora si sono susseguiti fino ad oggi, perché dal loro sacrificio ogni uomo
si senta responsabile e si attivi per il miglioramento della società e in ognuno nasca un forte bisogno di pace.
un film sulle vicende di Monte Sole
e la strage di Marzabotto
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L’uomo che verrà vuol essere un film sulla guerra vista dal basso, dalla parte
di chi la subisce e si trova, suo malgrado, coinvolto nei grandi eventi della
Storia che sembrano dimenticare le vite degli uomini.
Dalla ricostruzione delle vicende emerge, come protagonista, una comunità
che, al di là degli episodi legati alle formazioni partigiane, oppone allo
strapotere nazista una resistenza che: “... è innanzitutto un atteggiamento
morale, una rivolta interiore contro ogni prevaricazione, ogni violenza eretta
a sistema, ogni sopruso, ogni ingiustizia, ogni ricatto. È tenace affermazione
dei diritti dell’uomo, di ogni uomo, volontà di pace nella libertà; testimonianza di solidarietà umana al di sopra di ogni discriminazione; sfida dell’amore
all’odio, della fede alla disperazione, della vita alla morte”. (Giuseppe Dossetti
nell’introduzione al libro Le querce di Monte Sole di Luciano Gherardi.)
Gli eventi narrati vogliono essere testimonianza di grandissimo valore morale;
ci consegnano, per immagini, la sintesi del desiderio e del bisogno di solidarietà nelle convivenze umane, ci restituiscono il senso delle cose che
contano, ridanno valore ad una stretta di mano, ad uno sguardo, ad una
preghiera, al cibo, all’amore. E tutto questo schiacciato, represso, ma anche valorizzato nella contrapposizione alla crudeltà delle SS. Ciò che hanno
perpetrato i tedeschi è frutto indiscutibilmente di freddezza, raziocinio e di
una precisa “educazione”. L’educazione è significativamente alla base dell’agire
dell’uomo e nello sviluppo della società civile. Portare quindi in un film i
STUDENTI e RIDOTTO: € 5,00 - INTERO: € 7,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
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LA
L U C E D E L L E P AR OL E
L’AMORE NON È GIUSTO
Un viaggio nella poesia sulle tracce
delle questioni d’amore...
13 novembre 2015, venerdì ore 10:00
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Incontro con
Davide Rondoni
poeta e direttore del Centro di poesia contemporanea
dell’Università di Bologna
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La poesia dà voce a un rapporto “caldo”, affettivo con il reale ed è continuo
inseguimento delle sue forme e del suo mistero. La poesia d’amore, nelle sue
più alte espressioni, è un viaggio di conoscenza, di tremore e di stupore. I poeti
di ogni tempo, scrivendo d’amore, dagli antichi ai contemporanei hanno
cercato di conoscere, di entrare in contatto di più con il mistero di se stessi,
dell’altro e del mondo. Le questioni d’amore che ci toccano, esaltano, affliggono
tutti i giorni, forse possono esser comprese meglio, e lette in una prospettiva
più ampia e profonda, ricorrendo alla migliore poesia, piuttosto che alle
chiacchiere televisive che infestano e banalizzano tutto.
La “non giustizia” d’amore, il suo essere “forte come la morte” come dice il Cantico
dei Cantici, ci introducono a comprendere qualcosa che riguarda l’universo
(interiore ed esteriore) e ciò che lo muove.
Un percorso di letture brevemente commentate, tra cui testi di Montale,
Ungaretti, Pasolini e Luzi. Come un diario personale, un viaggio che ciascuno
poi può compiere a modo proprio.
LA
L UCE DELLE P AR OLE
VERGINE MADRE
15 dicembre 2015, martedì ore 10:00
sono previste repliche
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Spettacolo teatrale di e con
Lucilla Giagnoni
Musiche originali di Paolo Pizzimenti
“È la Commedia Umana di Dante quella che ascoltiamo: sembra comporre il
disegno di una famiglia e accompagnarci lungo le sei tappe di un pellegrinaggio
nel mezzo del cammin di nostra vita: il viaggio che inizia, la donna Francesca,
l’uomo Ulisse, il padre Ugolino, l’adolescente Piccarda, la Madre nella figura
sublime della Vergine Madre.
Sono parole incantatorie, quelle della Divina Commedia, parole taumaturgiche, rituali. Eternamente ripetute come le preghiere.
Dalla lettura dei canti scaturiscono storie. Il lato oscuro di Ulisse, l’aspetto
meraviglioso e terribile del padre, la santità dei bambini, la lussuria delle
donne, la grandezza della madre... un percorso ricco, sorprendente e, soprattutto, confortante.
Come la preghiera. La poesia e l’arte sono una tregua per gli affanni degli uomini.
A cantare e raccontare storie è una donna. Perché più spesso sono le donne
a pronunciare, senza mediazioni, il desiderio di pace. E perché sicuramente
l’anima ha una voce femminile. Da piccola sognavo di diventare santa. Ma non
santa martire, perché il martirio di fatto non mi convinceva del tutto, semplicemente santa. Non sono diventata santa: ho fatto l’attrice.
Per diventare santi bisogna pregare. Però raccontare storie è un po’ come pregare.
Come ci insegna Italo Calvino ne Le città invisibili è cercare in mezzo all’inferno
ciò che non è inferno e farlo durare, e dargli spazio. In questi ultimi tempi si
può dire che sto pregando tanto”. (Lucilla Giagnoni)
Durante lo spettacolo si percorreranno i seguenti passi danteschi:
Inf. I, 1-136; V, 70-142; XXVI, 85-142; XXXIII, 1-145; Par. III, 37-108; XXXIII, 1-145)
STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
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P E N SIE R O E V I TA
APOLOGIA DI SOCRATE
di Platone
16 novembre 2015, lunedì ore 10:00
sono previste repliche
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Spettacolo teatrale della Compagnia Carlo Rivolta con
Luciano Bertoli
Regia di
Nuvola de Capua
Socrate, per una congiura politica, è accusato di corrompere i giovani e di
non credere in quegli dei in cui crede la Città, introducendo nuove divinità.
Per questo è condannato a morte.
Agli accusatori Socrate rivolge un ultimo e definitivo messaggio: “se credete
col condannare a morte uomini, di impedire a qualcuno di rimproverarvi
perché non vivete in modo retto , voi non pensate bene; ad un uomo buono
infatti non può capitare nessun male, né in vita né in morte.”
Il Bene è la vera dimensione dell’Assoluto.»
(Da Introduzione, Apologia di Socrate di Platone, a cura di Giovanni Reale)
Una cultura, una tradizione, un linguaggio, un’epoca diversi dall’oggi, ma
al centro sempre l’uomo che si interroga e che cerca di solidificare la
propria identità di persona nella consapevolezza del proprio tempo.
Presentazione di
Giuseppe Girgenti
docente di filosofia presso l’Università San Raffaele di Milano
28
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Non è la formalità dei discorsi ben costruiti che il sapiente cerca, ma piuttosto la Verità che si trova nella ricerca umile, paziente, dialogica del
Bene e della Giustizia. Aldilà di ogni personale tornaconto.
Questa è stata la tensione di Socrate in tutta la sua vita, questa è anche la
sua scelta di fronte alla morte, ingiusta, per testimoniare una vita vissuta
secondo giustizia.
« L’evento cui si riferisce l’Apologia - uno dei dialoghi della giovinezza di
Platone - è il processo stesso intentato contro Socrate nel 399 a.C. in
Atene, sotto l’accusa di Meleto.
L’azione rappresentata nel corso dello scritto è appunto la grande difesa
del filosofo al processo, attraverso tre discorsi.
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P E N SIE R O E V I TA
P ENSI ER O E V ITA
EROS PHILIA E AGAPE
FEDRO
di Platone
4 dicembre 2015, venerdì ore 10:00
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12 febbraio 2016, venerdì ore 10:00, sono previste repliche
Relazione di
Giuseppe Girgenti
docente di filosofia presso l’Università San Raffaele di Milano
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Lettura scenica
Davide Grioni
Versione scenica e Regia di Nuvola de Capua
Il pensiero greco ci ha consegnato meravigliose riflessioni sull’amore e
sull’amicizia.
Platone ha sviluppato la sua teoria dell’eros soprattutto nel Simposio e nel
Fedro (i due dialoghi rappresentati, in questa stagione del Centro Asteria,
dalla Compagnia di Carlo Rivolta), e ha immaginato l’amore come un “dèmone mediatore” tra l’umano e il divino che consente all’anima di ascendere a
gradi di bellezza sempre più elevati, da quella sensibile a quella intellegibile,
fino all’Idea del Bello in sé, che coincide con il Bene.
Aristotele ha ereditato dal maestro la concezione secondo la quale il Principio
Primo, il Dio Motore Immobile, muove come l’amato muove l’amante, ma
ha ulteriormente analizzato le varie forme di amicizia concessa al genere
umano: quella basata esclusivamente sul piacere, quella basata sulla comune
utilità e quella più elevata basata sul bene, propria dei filosofi.
Il messaggio biblico ed evangelico ha introdotto un concetto di amore
“donativo” - agape, caritas - sconosciuto al mondo greco, perché si tratta
anzitutto dell’amore che Dio prova per gli uomini, e solo in un secondo
momento dell’amore che gli uomini, sull’esempio di Dio, devono al loro
prossimo.
La grande questione attuale riguarda la possibile conciliazione delle tre
diverse forme di amore, l’eros, la philia e l’agape, in un mondo che ha smarrito il loro senso profondo, avendo ridotto l’amore alla sessualità, l’amicizia
all’utilità e la carità all’elemosina.
STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
Spettacolo teatrale della Compagnia Carlo Rivolta con
Davide Grioni e Luciano Bertoli
Presentazione di Giuseppe Girgenti
docente di filosofia presso l’Università San Raffaele di Milano
Socrate e il giovane Fedro si ritrovano a passeggiare lungo le acque del fiume
Ilisso e si fermano all’ombra di un frondoso platano per leggere un discorso di
Lisia sull’amore; la tesi del retore greco è quanto mai provocatoria: è meglio
concedere i propri favori a chi non è innamorato, piuttosto che a colui che è
sinceramente innamorato, perché l’amore è una sorta di malattia dell’anima
ed è meglio tenersi alla larga dagli amanti come da un morbo.
Socrate prova a riformulare il discorso di Lisia, prima sul piano formalmente
retorico e poi anche modificandone il contenuto filosofico; il discorso sull’eros
lo porta così a ragionare sulla bellezza (l’unica idea visibile anche con gli occhi
del corpo, manifestazione sensibile dell’idea del Bene), poi sulla composizione della psyche - un’anima razionale paragonata ad un auriga che deve fare i
conti con le sue passioni, paragonate a due cavalli che tirano la biga - infine sul
mondo delle idee in generale - l’Iperuranio, la Pianura della Verità - e sui destini
escatologici delle anime nell’aldilà.
Nell’Iperuranio, come sue due colonne - afferma Socrate - la Bellezza immacolata svetta accanto alla Temperanza, quella virtù dell’anima che sa indirizzare le
passioni del desiderio del Bello verso la retta via del Vero e del Bene. L’eros
platonico dunque è sì una “follia”, ma una “divina follia”, che se ben guidata può
far rinascere le ali all’anima per farla volare sino in Cielo e oltre il Cielo e liberarla
così dal destino delle cicliche reincarnazioni.
Così come il vero amore è soprattutto amore per l’anima e non tanto per il
corpo, in modo analogo la vera filosofia è soprattutto “scrivere nell’anima”, nel
dialogo e nella paideia, e non tanto scrivere solo nei rotoli di carta come fanno
i retori. L’oralità dialogica è superiore alla scrittura.
Il messaggio finale di Socrate e Fedro è una preghiera a Pan, il dio dei boschi,
la più bella preghiera filosofica che il mondo precristiano ci abbia lasciato.
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P E N SIE R O E V I TA
SIMPOSIO
di Platone
14 marzo 2016, lunedì ore 10:00
sono previste repliche
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Spettacolo teatrale della Compagnia Carlo Rivolta con
Davide Grioni
Regia di
Nuvola de Capua
Presentazione di
Giuseppe Girgenti
docente di filosofia presso l’Università San Raffaele di Milano
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“Per l’uomo moderno riesce assai difficile capire il significato di un simposio
in senso greco classico [ ... ]: si parlava di temi importanti e in particolare di
alcune tematiche di fondo e dei valori della vita. I simposi acquistavano, in
questo modo, un valore educativo grandissimo, e si imponevano come un
mezzo di comunicazione di idee morali assai efficace e fecondo”.
(Giovanni Reale, introduzione al Simposio).
Con il suo Simposio, Platone sembra segnalare, nella discussione del grande
tema dell’Eros, anche l’importante dimensione della convivialità, che noi
abbiamo perduto.
Platone, dunque, immagina che in un convito per festeggiare Agatone,
vincitore di un agone poetico, vari personaggi presentino il loro pensiero
sull’amore. Si parla di eros celeste e di eros terrestre, di omosessualità, di
speculazioni filosofiche e scientifiche.
L’amore è proprio della natura umana ed è pure dimensione cosmica.
È una chiamata divina e, attraverso la generazione del corpo e dello
spirito, realizza la perennità del vivere e dell’amare terrestre e celeste.
I vari personaggi ne verificano le varie problematiche nei miti, nelle
esperienze storiche, nella penetrazione della mente e nella intuizione
contemplativa.
STUDENTI e RIDOTTO: € 15,00 - INTERO: € 18,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
Nel proprio intervento, Socrate, il più autorevole tra i convitati, dice di
attingere alla sapienza della sacerdotessa Diotima di Mantinea.
L’esperienza dell’amore sale come per gradi: attrazione della bellezza del
corpo e fruizione della bellezza da cui nasce virtù, scoperta della bellezza
superiore delle anime e desiderio di farle crescere in virtù, espressione di
misura e virtù nelle leggi e nelle attività, contemplazione del bello che
attira l’uomo, visione mistica del bello e del buono che realizzano nell’uomo
la felicità.
È difficile salire questa scala, ma è illuminante e dà gioia. Introduce nei
silenzi mistici. Raggiunge l’altro in una comunicazione alta e misteriosa.
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IL
D E SID E RIO D E L L’ A SSO LU TO
DIO È VERAMENTE MISERICORDIOSO?
LO CHIEDIAMO ALL’EBRAISMO,
AL CRISTIANESIMO E A L’ISLAM
25 novembre 2015, mercoledì ore 10:00
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Incontro con
Rav Alfonso Arbib
Mons. Francesco Fumagalli
Yahya Pallavicini
Moderatrice
Chiara Ferrero
presidente dell’Interreligious Studies Academy
tutti avvenimenti che non implicano necessariamente un ritiro di Dio,
bensì spronano l’uomo a guardare più in alto, per un cambiamento reale,
prima di tutto interiore. Le religioni che si rifanno al monoteismo di Abramo
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rispondono a questo interrogativo attraverso la ricerca dei segni di Dio
nel mondo, negli uomini e nelle donne. Distinguere il bene dal male è un
atto che ogni religioso è tenuto a compiere ma fallisce inevitabilmente se
lo interpreta per se stesso, prescindendo dal proprio Signore.
L’interrogativo retorico traduce il diffuso sentimento nei confronti della
giustizia e della “pace in terra”. L’uomo, infatti, tende a misurare la misericordia divina secondo i propri parametri, spesso con una logica di causaeffetto. Il dolore, le ingiustizie, le guerre, le persecuzioni di popoli sono
STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
Per la prima volta il Centro Asteria propone un incontro interreligioso
tra rappresentanti dell’Ebraismo, del Cristianesimo e dell’Islam di Milano,
che si confronteranno sulla misericordia come attributo divino.
Rav Alfonso Arbib, rabbino capo, Mons. Francesco Fumagalli, vice prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, e l’Imam Yahya Pallavicini,
moschea al-Wahid.
35
IL
D E SID E RIO D E L L’ A SSOLU TO
ECCE HOMO
3 marzo 2016, giovedì ore 10:00
sono previste repliche
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Spettacolo teatrale di e con Lucilla Giagnoni
Musiche di Paolo Pizzimenti
Collaborazione al testo Maria Rosa Pantè
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E DUC AZI ONE ALLA C I T TADI NANZA
IDEOLOGIA ECONOMIA
E CAPACITÀ DI DISTINGUERE
IL BENE DAL MALE
2 febbraio 2016, martedì ore 10:00
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Incontro con
Stefano Zamagni
docente ordinario di Economia Politica
presso l’Università di Bologna
Quale messaggio in uno spettacolo così sorprendente come questo che
ci presentano Lucilla e i suoi collaboratori?
“Ecco l’Uomo!” è la frase che viene attribuita a Pilato quando mostra alla
folla assatanata un Uomo (per alcuni il Messia, per altri un impostore)
flagellato, torturato, ridotto al livello più infimo dell’essere umano: uno
straccio di sangue e carne con in testa una corona di spine, mascherato
per burla da Re del Mondo.
« Da più di quindici anni, in particolare con i miei spettacoli Vergine madre,
Big bang e Apocalisse, sono concentrata ad interpretare i testi sacri in stretto
dialogo con la poesia e la scienza, senza mai rinunciare alla specificità
o alla forza delle rappresentazioni che ciascun linguaggio porta con sé,
godendo della grande sapienza dell’Umano.
Alla fine di questo percorso, però, mi è rimasta una domanda: se dicessimo
oggi “Ecco l’Uomo”, che cosa vedremmo? l’Homo oeconomicus?
E poi tante altre: chi è l’Homo sapiens? Che significa, veramente, “Essere
Uomini”?
Negli ultimi secoli l’Uomo ha costruito di sé l’immagine di un Re da cui
dipende il destino del mondo e delle sue creature. Ma, forse, la nostra è
una favola: la favola di un Re caduto dal trono.
“C’era una volta un Re”…. No. “C’era una volta un pezzo di legno”. C’è molta
sapienza a incominciare un racconto con un umile pezzo di legno. Che sia
la fiaba di un pezzo di legno che vuole diventare a tutti i costi un Uomo, a
spiegare finalmente il senso di questo nome?
Il lavoro intreccia tre modalità di racconto sull’Uomo: quello scientifico
della paleoantropologia, con le ultime scoperte sulle origini e sull’evoluzione dell’Uomo; quello della fiaba di Pinocchio di Collodi; quello del
Vangelo: “Eu angellion”, dal greco, Buona Notizia.»
(Lucilla Giagnoni)
La virtù che consente di cogliere in modo chiaro il significato delle situazioni esistenziali con le rispettive esigenze e di decifrare le opportunità e
la congruità delle risposte si chiama prudenza. Prudente è, dunque, chi
sa vedere le cose come davvero sono, senza preconcetti. E agisce di conseguenza. Manca di prudenza, invece, chi per paura chiude gli occhi di
fronte alla realtà. La dote più interessante della prudenza è saper vedere
le cose, le situazioni come sono, non come le fa sembrare la paura o come
le deforma l’interesse proprio. Il contrario di chi è fanatico e non vuole le
sfumature: o tutto o niente. Il contrario cioè di chi ragiona ideologicamente e filtra tutti i colori attraverso la lente delle sue idee preconcette.
Prudente è, dunque, chi non si fa ingannare dalle apparenze, perché, da
umile, sa accettare il consiglio degli altri.
L’altra preziosa dote della prudenza è saper distinguere tra chi è credibile
e merita fiducia e chi, invece, inganna e illude. Pinocchio non sarebbe stato
ingannato dal Gatto e dalla Volpe se non gli avesse fatto difetto la prudenza. Lo consiglia addirittura il Vangelo: “Siate prudenti come i serpenti,
semplici come le colombe”. (Mt. 10, 16).
Una terza bella dote della prudenza è l’arte di riconoscere i tempi, quei
tempi di cui parla il saggio Qohelet: “C’è un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante… un tempo per tacere e un tempo per parlare”
(Qo. 3, 2-7). Prudente, allora, è chi non corre quando è il momento di tirare
il freno o frena quando, invece, torna utile correre.
Queste riflessioni saranno declinate su esempi concreti tratti dalla realtà
contemporanea.
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E D U C AZ IO N E AL L A C IT TAD IN ANZ A
GIUSTIZIA E RICONCILIAZIONE
22 febbraio 2016, lunedì ore 10:00
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Incontro con
Franco Bonisoli
e Agnese Moro
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Cosa succede alle persone quando le loro vite sono toccate dalla violenza?
La violenza ferisce solo chi la subisce o anche coloro che ne sono responsabili?
Le condanne dei tribunali e le pene inflitte bastano a dare giustizia alle vittime?
È possibile perdonare gli altri e se stessi?
E perdonare significa cancellare e dimenticare?
Chi ha fatto azioni terribili può cambiare?
Che cosa significa riparare?
E che cosa è la misericordia?
È possibile incontrare chi ti ha fatto del male o coloro ai quali hai fatto del
male? E quale è l’effetto che simili incontri producono? Chi può favorirli?
È attorno a domande come queste che Agnese Moro e Franco Bonisoli dialogheranno con i giovani. Divisi e resi nemici dalla stagione della lotta armata,
Franco e Agnese si sono poi incontrati nella comune speranza che le ferite
possano essere curate e che la vita possa “ricrescere buona”.
Una speranza condivisa da tanti, in aree del mondo che hanno vissuto terribili
STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
conflitti e che devono fare oggi i conti con difficili convivenze.
« Non ci sono scorciatoie per riconciliare gli individui e le comunità che hanno
attraversato un ciclo di violenza. Non è solo tra le parti in conflitto, deve anche
includere tutti i segmenti della società. Non è solo la guarigione delle ferite
delle vittime e dei carnefici, si tratta di creare spazio per mettere in discussione
gli atteggiamenti, i pregiudizi e gli stereotipi negativi che tutti sviluppiamo
verso “il nemico”. (…) Il giorno che le comunità interessate saranno in grado di
prendersi per mano, riconoscersi e perdonarsi a vicenda, quello sarà il giorno in
cui la società potrà mettere da parte il passato e vivere nel presente per avere
un futuro migliore. » (Dishani Jayaweera, direttrice del Centro per la Pace e la
Riconciliazione, Sry Lanka)
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E D U C AZ IO N E AL L A C IT TAD IN ANZ A
OLIVETTI CAMILLO
ALLE RADICI DI UN SOGNO
11 aprile 2016, lunedì ore 10:00
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Spettacolo teatrale con
Laura Curino
Regia di
Gabriele Vacis
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più di fabbriche belle, di città a misura d’uomo, di rispetto del territorio, di
tecnologia al servizio del benessere?
Chi si ricordava di un luogo dove pittori, artisti, poeti dirigevano un’azienda? Chi citava più un uomo, Adriano Olivetti, che aveva chiamato Le
Corbusier per creare le case per gli operai, che costruiva fabbriche fra gli
alberi, che aveva inventato l’urbanistica, il design, la psicologia del lavoro?
Dov’era la sua casa editrice che, dopo la guerra, pubblicò i testi di filosofia,
psicologia, sociologia, architettura, fino ad allora proibiti dal fascismo? Chi
aveva inventato la fabbrica che diventò la dimostrazione vivente, sana,
solida e redditizia del fatto che il lavoro in fabbrica può non essere
sinonimo di alienazione, inquinamento, malattia?
Il mio lavoro su Olivetti è un tentativo di rispondere a queste domande,
sollecitare la memoria. Olivetti è la storia di Camillo, il pioniere, l’inventore, l’anticonformista capriccioso e geniale che fonda, agli inizi del Novecento, la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere.
Con l’aiuto di biografie, interviste, testi letterari (indispensabile mi è stata l’arguta descrizione che di lui fa Natalia Ginzburg in Lessico Famigliare)
ne ho ricostruito la vita, le figure che gli ruotano attorno, l’ambiente e le
imprese.
Ho poi affidato le voci narranti a due personaggi fondamentali della sua
storia: la madre, Elvira Sacerdoti, e la moglie, Luisa Revel.
Queste due donne, provenienti entrambe da una cultura di minoranza
(ebrea la prima, valdese la seconda) sono state le protagoniste silenziose
della formazione e della realizzazione del sogno olivettiano. Mi è sembrato giusto riportare la loro voce in primo piano, paradigma delle tante voci
femminili che in quegli anni hanno costruito nell’ombra.
È il racconto epico di un’avventura e, in quanto tale avvincente, pieno di
colpi di scena, di prove da superare, di lotte, di amori, di eroi.
La cosa più straordinaria è che è… tutto vero.»
Cosa c’è oggi al centro del lavoro? La produzione? Il profitto? Il potere?
E se ci fosse la persona?
«Quando Gabriele Vacis cominciò a parlare di un testo sugli Olivetti» ci
dice la Curino «cominciavano i tempi duri per Ivrea. I problemi di occupazione hanno incupito il volto della città che è stata la culla di un sogno
urbanistico, industriale, culturale, civile, unico in tutta l’Europa. L’alluvione
le ha anche smangiato a forza le rive della non più così cerulea Dora.
Il ricordo di quello che la città era stata era come rimosso, dimenticato.
E, del resto, la dimenticanza sembrava caduta in tutta Italia: chi parlava
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E D U C AZ IO N E AL L A C IT TAD IN ANZ A
PERDONARE NON È FAR FINTA CHE…
19 aprile 2016, martedì ore 10:00
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Incontro con
Rita Borsellino
sorella del Magistrato ucciso nella strage di via D’Amelio nel 1992
Presentazione di
Bartolomeo Sorge
teologo e politologo
direttore emerito della rivista “Aggiornamenti Sociali”
E DUC AZI ONE ALLA C I T TADI NANZA
mi aveva fatto. Pensavo che il fatto di non conoscere il volto di quelle
persone fosse la causa di ciò.
E quando l’anno successivo fu catturato Totò Riina, il capo dei capi, e potei
vederne le immagini trasmesse dai telegiornali, ancora una volta mi interrogai senza sapermi dare risposta. Fu mia madre, che a 85 anni aveva visto
morire il figlio amatissimo e aveva vissuto l’esperienza terribile dell’esplosione, che sussurrò alle mie spalle “che pena mi fa quell’uomo”.
Mia madre aveva capito e provava pena per un uomo che si era abbrutito
tanto da rischiare di spegnere la scintilla divina che come ogni uomo aveva
dentro. Perdonare, allora, non significa far finta che non sia successo nulla.
Nessuno può chiedere questo. Significa volere fortemente giustizia, non
vendetta. Far sì che chi ha sbagliato prenda coscienza del male fatto e sentirsi disposti ad accompagnare in questo difficile percorso chi ti ha fatto
del male. Operare in modo che non si ricreino le condizioni per cui altri
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Rita Borsellino, dopo averci raccontato tutti i percorsi mimetici della criminalità organizzata, dopo averci parlato del suo impegno come parlamentare
europeo perché si combattesse in tutta Europa la mafia, ci mette a parte
del suo cammino più impegnativo e più profondo, dopo l’assassinio di suo
fratello Paolo: perdonare.
« “Cosa vuol dire perdono? Ho dovuto misurarmi con questa domanda terribile
subito dopo la morte di Paolo. Mentre mi aggiravo tra le macerie della mia
casa e dei miei affetti, un giornalista impietoso mi chiese: “Lei perdona gli
assassini di suo fratello?”. Mi turbò profondamente quella domanda, mi
obbligò a riflettere. Era difficile per me in quel momento anche soltanto
prendere coscienza di ciò che stavo vivendo. Mi interrogai sui miei sentimenti e ringraziai Dio di non provare odio nei confronti di chi tanto male
STUDENTI e RIDOTTO: € 6,00 - INTERO: € 8,00 - DOCENTI ACCOMPAGNATORI: GRATUITO
possano scegliere di intraprendere strade sbagliate. Accompagnare chi per
condizioni sociali, economiche, familiari, può più facilmente incorrere nella
tentazione di scegliere scorciatoie pericolose. Condividere, insomma, un
cammino comune con la consapevolezza che ognuno ha qualcosa da dare
e da ricevere.
Lo faceva (anche) Paolo quando si trovava a interrogare uomini che si erano macchiati di delitti anche gravi, talvolta suoi ex compagni di gioco nel
quartiere povero e degradato dove eravamo cresciuti. Noi in una condizione
di privilegio perché figli del farmacista, loro figli di pescatori o di povera
gente. “Quando”, si chiedeva Paolo, “avevano preso una strada sbagliata e
nessuno se ne era accorto?»
REGOLAMENTO
La partecipazione agli eventi avviene secondo
le modalità previste dal regolamento qui riportato.
....................................................................... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1 . PRENOTAZIONI
2 . BIGLIETTO
- scelta dell’evento (sono previste ulteriori repliche aggiuntive a quella riportata in calendario)
Il costo del biglietto è indicato alla pagina relativa ad ogni singolo evento.
È previsto l’ingresso gratuito per un insegnante ogni 15 ragazzi e per tutti i
ragazzi diversamente abili. In caso di assenza gli studenti prenotati sono tenuti
comunque al pagamento del biglietto.
................ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
- opzione telefonica: per riservare i
posti è obbligatoria una prima opzione
telefonica contattando direttamente il
Centro al numero 02.8460919
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- invio scheda di prenotazione: entro una settimana bisogna confermare
l’opzione telefonica inviando la scheda
di prenotazione compilabile on line
sul sito www.centroasteria.it. La stessa
scheda è riportata nell’ultima pagina del
libretto per chi preferisse inviarla via fax.
L’invio della scheda di prenotazione impegna al pagamento della somma corrispondente ivi indicata. Non saranno
ritenute valide le schede incomplete e
quelle non precedute da opzione telefonica.
N.B. Qualora la Sua scheda di prenotazione NON risultasse già registrata allo
scadere della settimana, il programma
di gestione delle prenotazioni invierà in
automatico un promemoria. A 15 giorni
dall’opzione telefonica (o da altra data
concordata preventivamente col Centro
Asteria) il sistema è programmato per
l’invio di un avviso con il quale l’opzione
viene congelata in attesa di conferma.
Per tutte le opzioni congelate non è
garantita la disponibilità dei posti nella
data/replica indicata in prima battutacon l’opzione telefonica.
3 . PAGAMENTO
- tempistica: la somma relativa al totale
dei posti prenotati va corrisposta entro 30 giorni dalla data di svolgimento
dell’evento. Qualora tra la prenotazione
e l’evento non intercorressero 30 giorni,
la scadenza di pagamento verrà concordata col Centro al momento dell’opzione telefonica.
Nel caso il regolamento interno alla
scuola non consentisse il rispetto dei
termini previsti dal presente regolamento, la scuola è tenuta a prendere
specifici accordi con l’amministrazione
del Centro:
[email protected]
tel. 02.8460919 (orario: 8:30 - 12:30 dal
lunedì al venerdì).
- modalità: il pagamento può essere effettuato nei seguenti modi
1) In contanti recandosi alla reception
del Centro Asteria in piazza Carrara 17.1
Milano (orario: 9:00 - 18:00 dal lunedì al
venerdì).
2) Tramite vaglia postale ordinario
intestato a:
ISTITUTO SUORE SANTA DOROTEA
DI CEMMO - CENTRO ASTERIA
P.zza Carrara 17.1 - 20141 Milano
3) Tramite bonifico bancario intestato a:
ISTITUTO SUORE SANTA DOROTEA
DI CEMMO - CENTRO ASTERIA
P.zza Carrara 17.1 - 20141 Milano
Coordinate bancarie:
Banca Popolare di Milano
Ag. 20 - Via Montegani.
C/C
44850 ABI 5584 CAB 01620 CIN H
IBAN
IT95H0558401620000000044850
È obbligatorio indicare nella causale il
numero della prenotazione comunicato
al momento dell’opzione telefonica.
...................................................
4 . INVIO COPIA
AVVENUTO PAGAMENTO
A completamento della procedura è
necessario inviare tramite fax o mail, la
copia dell’avvenuto pagamento completa di causale.
...................................................
5 . DISDETTE
In caso di disdette entro 30 giorni dalla
data dell’evento, sarà addebitata una
penale pari al 50% della somma totale
dovuta per i posti prenotati. Sotto tale
termine sarà addebitata l’intera somma.
. . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6 . VARIAZIONI
DI PROGRAMMAZIONE
Il Centro Asteria si riserva il diritto di
cambiare il luogo, l’orario e/o la data
degli eventi, ed eventualmente, per
cause di forza maggiore, di annullare
l’evento stesso, informando in tempo
utile i docenti.
..................................................
7 . PUNTUALITÀ
Per il buono svolgimento del programma, è necessario arrivare 15 minuti prima dell’orario di inizio. In caso di ritardo
si prega di informare il Centro.
..................................................
8 . INFORMAZIONE
Durante gli eventi il Centro si riserva di
effettuare foto e/o riprese che potranno essere valorizzate e pubblicate su
eventuale materiale informativo e/o sui
social network del Centro.
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COME RAGGIUNGERCI
• mezzi di trasporto pubblico
locale: 95, 15, 3 e
metropolitana linea verde
per chi viene da fuori città
• pullman: tangenziale ovest
uscita Assago Milano Fiori
(5 minuti)
• treno: tutte le stazioni ferroviarie milanesi sono collegate
direttamente al Centro dalla
metropolitana linea Verde,
fermate Abbiategrasso o
Famagosta (10 minuti a piedi)
SCHEDA DI PRENOTAZIONE
Cognome
Nome
I POMERIGGI DI ASTERIA
Via
CAP
Città Tel
Prov
Cell
mail
docente di
c/o la scuola
Via
CAP
Città Tel
Prov
Fax
mail
PRENOTAZIONE POSTI
N° posti studenti
al costo unitario di €
N° posti studenti disabili, biglietto omaggio
N° posti per docenti, biglietto omaggio ogni 15 studenti
Per la rappresentazione/evento (indicare il titolo)
Che avrà luogo il giorno
alle ore
Somma complessiva a pagare €
Indicare la modalità di pagamento
Contanti
Vaglia
Bonifico
Tipologia di documento di ricevuta
Ricevuta
Fattura Fattura elettronica
Eventuali note
Data
Firma docente
CENTRO ASTERIA - Piazza Carrara 17.1 - 20141 Milano - Tel. 02-8460919
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Ai sensi dell’articolo 13 del d.lgs. 196/03 la informiamo che i suoi dati saranno trattati da ISSDOCE
Centro Asteria, in qualità di Titolare , ai soli fini di gestire la sua partecipazione all’evento/ spettacolo,
per adempimenti contabili e fiscali e qualora fornisca il suo consenso per inviare informazioni sulle
altre iniziative del centro Asteria. I suoi dati non saranno diffusi. Le ricordiamo che potrà esercitare i
diritti di cui all’articolo 7 del Codice privacy scrivendo a [email protected].
Data
Firma docente
Desidero ricevere informazioni sulle attività del centro Asteria via e-mail
SI
NO
In compagnia di Shakespeare: cinema, teatro, poesia
“ESSERE O NON ESSERE, QUESTO È IL PROBLEMA”
“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio,
di quante non se ne sognino nei nostri sistemi filosofici.
Ma venite qui: e la grazia v’aiuti adesso”
(Amleto, atto I, scena V)
gerezza, amare o morire. Re Lear, Romeo,
Giulietta, Amleto… sono i nostri nomi,
sono noi.
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Attori, registi, artisti, scrittori, lettori, cineasti,
amanti e amatori…chi non ha trascorso
qualche ora in compagnia di Shakespeare?
Si gode della sua grandezza, della profondità di ogni pennellata di vita in una cornice
tragica con tocchi di ironia, quella che si
porta in tasca l’uomo ogni giorno, se è
veramente tale.
Shakespeare è la pietra miliare che ha segnato e continua a segnare il passo del
teatro; è colui che ha offerto una nuova
prospettiva a chi guardava i suoi spettacoli
al Globe Theatre; è l’uomo che mette a
nudo l’uomo; è l’idolo degli amori tormentati, nati sotto contraria stella; è colui che
fa sputar sentenze ai suoi personaggi, che
pesano sulla scena e sulla pagina come
macigni; è un serbatoio di caratteri e di
domande che pongono ciascuno di noi
davanti ad una scelta, ad un dilemma: giusti
o liberi, essere o non essere, colpa o leg-
Ecco: Shakespeare attuale. Dopo quattro
secoli, ma è così. Allora non c’è da stupirsi
se oggi cerchiamo Shakespeare in un film
che dichiaratamente si ispira al poeta della
compagnia dei King’s Men, o se ha tra le
scene la sua essenza che contamina, influenza, arricchisce, travolge e stravolge
l’essere umano, accompagnandolo sull’orlo
o dentro quel grande abisso della Vita.
Indoviniamo quale Shakespeare c’è…
scopriamo quale dramma sta tacitamente
sotto una serie televisiva: così, da teatrante
che valica secolo dopo secolo e arriva
fino a noi, Shakespeare diventa il miglior
sceneggiatore di Hollywood e… anche il
meno pagato!
Cercheremo di capire se i registi, da Kenneth
Branagh a Tom Stoppard, e gli autori delle serie
House of Card ed Empire hanno tradotto,
tradito o trasposto liberamente Shakespeare.
E poi, quei passi che stanno come un filo
rosso a segnare le vie del pensiero filmico
come si giocano sulla scena? Questa volta
rimaniamo in compagnia dell’Inglese in un
excursus che parte dal cinema e torna al
teatro, per fermarsi tra i versi dei Sonetti
di Shakespeare e respirare in ritmi diversi
quanto vissuto al teatro e al cinema.
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5 febbraio 2016, venerdì
8 aprile 2016, venerdì
PROVA D’AUTORE, PROVA D’ATTORE
Visione del film “Hamlet” (1996; 242’) di
Kenneth Branagh
LA PAROLA TEATRANTE
La creazione di scene e la ricreazione del
mondo nel teatro e nella poesia di Shakespeare.
Un viaggio attraverso alcune celebri interpretazioni di grandi attori del teatro italiano e un viaggio nel fascino misterioso dei
Sonetti, la grande opera d’amore.
Così la grande arte di Shakespeare diventa
La rappresentazione cinematografica classica di opere shakespeariane è una soddisfazione per gli interpreti e i registi oltre
che un piacere per gli spettatori.
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così banco di prova per tutti gli attori e invito e termine di paragone per tutti i poeti.
Mentre Shakespeare scrive si cela, dice un
critico. E se cela se stesso, cosa mostra,
cosa mette in scena?
Incontro con il poeta Davide Rondoni
e la regista attrice Paola Bigatto.
26 febbraio 2016, venerdì
TRADIZIONE, TRADUZIONE O TRADIMENTO
Visione del film “Rosencrantz e Guildenstern
sono morti” (1991; 117’) di Tom Stoppard
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Opere liberamente tratte da Shakespeare
costituiscono proprio il miglior contributo
di Shakespeare al cinema e del cinema nei
confronti di Shakespeare. Tradizioni, traduzioni, tradimenti cinematografici e seriali ci
permettono di vedere oltre la rappresentazione teatrale.
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18 marzo 2016, venerdì
VOGLIAMO RIDERE!
AMLETO PER TUTTE LE STAGIONI
Visione del film “Nel bel mezzo di un gelido
inverno” (1995; 99’) di Kenneth Branagh
Uno sberleffo irriverente: più un genere
viene messo in ridicolo, più si conferma la
sua autorevolezza; più lo si prende in giro
più gli si allunga la vita.
Gli incontri saranno tenuti da Paolo
Paggetta esperto di cinema e serie,
sia per professione sia per passione.
Il percorso ESSERE O NON ESSERE
è valido per i crediti scolastici e aggiornamento docenti.
I film saranno proiettati nella versione in italiano
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Orario
15:30 inizio proiezione film
17:30 approfondimento con l’esperto/i
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Chi ha la possibilità di vedere i film autonomamente
può partecipare solo alla seconda parte degli incontri
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Il primo incontro prevede la visione del film HAMLET che dura 4 ore,
mantenendo lo stesso orario si vedrà la seconda parte
dalle 18:30 alle 20:30 dopo l’approfondimento.
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Per chi lo desidera è previsto un aperitivo, sarà un occasione per conoscerci.
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L’incontro dell’8 aprile inizierà alle 17:00
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Quota per quattro incontri
€ 30,00 adulti - € 20,00 studenti
Quota per singolo incontro
€ 8,00 adulti - € 6,00 studenti
Per i docenti che prenotano accompagnando minimo 10 studenti
l’ingresso è gratuito
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D(i)RITTI al CENTRO
settembre-dicembre 2015
in collaborazione
con l’Associazione per i Diritti Umani
a cura di Alessandra Montesanto
Le resistenze alle guerre di ieri e di oggi
Declinare la guerra in vari modi: guerre militari e geopolitiche, guerre economiche,
guerre di lotta per una vita dignitosa.
L’Associazione per i Diritti Umani - per la prima parte della manifestazione intitolata
“D(i)RITTI al CENTRO!” - propone una rifles-
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sione sulle diverse forme di resistenza in
tempi di guerre, di ieri e di oggi, e in diverse
aree del mondo. L’intento è quello di ricordare l’importanza dei diritti umani, dei valori di
uguaglianza e libertà nel rispetto di sé e degli
altri. L’obiettivo è rimettere al centro le nostre
risorse, le nostre capacità (e la nostra volontà)
per costruire, insieme, un mondo più giusto.
8 ottobre 2015, giovedì ore 19:00
CONTINUARE A PARLARE DI MEDIORIENTE
Come sta cambiando lo scenario e quali
le conseguenze per il resto del mondo:
focus SIRIA
Presentazione del documentario Young
Syrian Lenses alla presenza dei registi
Ruben Lagattola e Filippo Biagianti e di
Monica Macchi esperta di mondo arabo.
Inaugurazione della mostra fotografica
“Volti dalla Siria”
di Salvatore Di Vinti
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22 ottobre 2015, giovedì ore 19:00
LA TUNISIA PRIMA E DOPO GLI ATTENTATI
Scritte e immagini sui muri di Tunisi
parlano di un Paese che cambia
Presentazione del saggio I muri di Tunisi,
Exòrma edizioni, alla presenza dell’autrice
Luce Lacquaniti e di Monica Macchi.
edizione del Festival del Cinema africano,
d’Asia e America latina di Milano, incontro
alla presenza dei registi Adam Selo e Antonio Benedetto.
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giovedì 19 novembre 2015, ore 19:00
LA PRIMA GUERRA MONDIALE
Gli ideali di allora, la lotta per il bene
comune. Cosa è rimasto?
Presentazione del romanzo In piedi nella
neve alla presenza dell’autrice, Nicoletta
Bortolotti.
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giovedì 3 dicembre 2015, ore 19:00
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5 novembre 2015, giovedì ore 19:00
TRA SORRISI E MALINCONIA
La resistenza attiva di un immigrato in
Italia
Documentario Sexy shopping, film vincitore
del Festival Ponti Pialesi e presentato all’ultima
COMBATTERE LE MAFIE
Combattere la mentalità del ricatto, del
sopruso e della violenza.
Presentazione del romanzo Sola con te in
un futuro aprile alla presenza dell’autrice,
Michela Gargiulo.
Il percorso D(i)RITTI al CENTRO è valido
per i crediti scolastici e aggiornamento
docenti. Partecipazione gratuita
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MILANO ARTE
Leonardo e Bramante a Milano.
Il volto del Rinascimento alla corte degli Sforza
Con l’archeologo Lodovico Zana
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È noto. Il Rinascimento ha origine nella
Firenze del primo ‘400. E da lì, non senza
una certa fatica, si diffonde nel resto d’Italia, avendo, come centri propulsivi, le varie
corti delle Signorie italiane del centro nord.
Solo più tardi si afferma anche a Milano,
dove saranno i nuovi dominatori, gli Sforza, a sfruttare le potenzialità del nascente
linguaggio artistico. Proprio Francesco
Sforza, seppur apparentemente “rozzo” militare, intuisce la strada da intraprendere e
traccia il percorso culturale che seguiranno
i suoi figli. Tra questi è Lodovico il Moro a
fare di Milano uno dei maggiori centri culturali del Rinascimento. Come? Chiamando
a sé i più grandi geni del momento, in primis Bramante, l’artista che incarna l’apice
del linguaggio architettonico classicista.
Da Urbino egli porta in Lombardia la cultura prospettica dell’Alberti e di Piero del-
la Francesca, senza però perdere di vista i
riferimenti alla tradizione artistica locale:
l’uso del cotto e l’esuberanza decorativa.
E infine Leonardo. Tra il genio fiorentino e
la città padana forse non fu subito amore
a prima vista, ma in realtà ben presto egli
scoprì che l’ambiente milanese era a lui
congeniale come nessun altro. Qui poté
dedicarsi agli studi di osservazione della natura e qui egli elaborò le principali
novità che rivoluzionarono la pittura del
tempo. Introdusse il ritratto psicologico e
sviluppò la miracolosa e inimitabile capacità di compenetrare uomo e natura tramite
raffinatissimi mezzi come lo sfumato. Tutto
ciò finì per aprire nuovi straordinari scenari
per la Storia dell’Arte. Un’eredità imperitura, una stagione culturale unica di cui la
nostra città fu protagonista e testimone.
4 - 17 - 25 ottobre 2015, domenica
Visita guidata
Santa Maria delle Grazie
Un mausoleo per Lodovico il Moro
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8 - 15 - 22 novembre 2015, domenica
Visita guidata
Il Castello Sforzesco
La reggia-fortezza dei signori di Milano
5 - 12 - 19 marzo 2016, sabato
Visita guidata
La canonica e il monastero di
Sant’Ambrogio (Università Cattolica),
San Michele sul Dosso.
L’architettura bramantesca e la committenza
religiosa.
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17 aprile 2016, domenica
Visita guidata
Crema
Una città comunale lombarda tra Milano e
Venezia.
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17 gennaio 2016, domenica
Conferenza ore 15:00
Leonardo a Milano
I dipinti di un genio, dalla Vergine delle Rocce
al Cenacolo.
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6 - 13 - 27 febbraio 2016, sabato
Visita guidata
Santa Maria presso San Satiro, Palazzo
Castani, Palazzo Isimbardi-Pozzobonelli
Alla ricerca di Bramante nel centro di Milano
ovvero come inserire il Rinascimento in un
tessuto edilizio medievale.
Quota € 9,00
comprensiva del noleggio dell’audioauricolare personale
Ritrovo sul luogo della visita
alle ore 15:00
Su prenotazione si possono organizzare
gite di classe, minimo 20 partecipanti
La partecipazione degli studenti a 3
incontri dà diritto al credito scolastico.
LA CATTEDRA DEI GIOVANI
In questi anni di attività dedicata alle scuole, nei dibattiti al termine degli
incontri abbiamo rilevato il crescente interesse degli studenti a tematiche
esistenziali quali la libertà, la coscienza, la giustizia, il bene, il male, l’amore
e il perdono.
Il coinvolgimento, anche emotivo, che l’incontro provoca nei ragazzi fa
scaturire domande e suggestioni che vanno ben oltre la didattica, e si
configurano come l’espressione di una ricerca personale desiderosa di
confronto. Non sempre, però la dimensione del dibattito a caldo offre il
giusto spazio per un ascolto e un dialogo capaci di accompagnare i ragazzi
nelle loro inquietudini.
Ispirata al dibattito che segue gli spettacoli e gli incontri per le scuole al
Centro Asteria, ecco allora La Cattedra dei Giovani, al suo terzo anno,
un’occasione dedicata ai ragazzi, per confrontarsi, riflettere e dialogare
in autonomia.
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A La Cattedra dei Giovani sono invitati
tutti gli studenti interessati a proseguire il
confronto nato dalla visione di uno spettacolo
o da un incontro: primo appuntamento
venerdì 12 febbraio 2016 alle 16:00, per
dialogare su un tema, scaturito dai diversi
dibattiti, a partire da un testo proposto
dai curatori del progetto e moderatori,
Giuseppe Girgenti, don Fabio Landi e Paola
Bigatto.
Con la partecipazione a La Cattedra dei
Giovani viene rilasciata una certificazione
valida ai fini del credito scolastico.
Per partecipare all’incontro è necessario
prenotarsi entro 24 ore prima.
La partecipazione è gratuita
Tutti gli studenti interessati sono invitati
a partecipare.
Piazza Carrara 17.1 - 20141 Milano
Tel. 02 8460919 - Fax 02 700538661
[email protected]
www.centroasteria.it
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Accreditamenti di . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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il patrocinio di. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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