Sabato 28 febbraio 2015 il Giornale dell’Umbria Ammortizzatori, Damiano e Polverini in Umbria PERUGIA - Acquisire utili elementi informativi in ordine alla situazione occupazionale e all’attivazione di ammortizzatori sociali presso le realtà lavorative dell’Umbria. Con questo obiettivo lunedì alle ore 11,30, nella sala Giunta di Palazzo Donini, il presidente e la vicepresidente della Commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano (nella foto) e Renata Polverini, incontreranno, su invito della presidente della Regione, Catouscia Marini, le istituzioni locali e le forze sociali. 26 Boom degli appalti senza vero bando di gara Apre a Terni, dopo l’intesa con i 370 soci L’INAUGURAZIONE Sono quelli sotto i 40mila euro. Perugia all’86%, tempi molto più rapidi ma Cantone invita a frenare di ARMANDO ALLEGRETTI PERUGIA - Per 10 comuni capoluogo la percentuale dei lavori affidati senza bando di gara, ma con procedura negoziata (ossia chiamando un numero limitato di imprese che presentano offerte) che garantisce procedure più rapide, supera l’80%. Una scelta, beninteso, prevista dalla legge. Cifre in aumento rispetto al 2007. Le cifre, che sono stati estratti dalla Banca dati nazionale dei contratti pubblici, si riferiscono alle procedure di importo inferiore a 40mila euro, effettuate nei 20 comuni capoluogo di regione nel quadriennio 20112014. Oggetto di recente modifica da parte del Decreto sviluppo, il tema è quello relativo alla procedura di affidamento diretto. È stata infatti innalzata la soglia al di sotto della quale è consentito l’affidamento diretto di servizi e forniture, da 20mila euro a 40mila euro. Per ogni comune e per ciascuna tipologia di contratto, che siano lavori, servizi o forniture, è stata calcolata la percentuale di contratti pubblici affidati con procedura negoziata, in termini di numero e di importo, rispetto a tutti i contratti pubblici attivati nello stesso periodo. Dati che indicano, tra l’altro, un aumento rispetto alla rilevazione effettuata nel quadriennio 2007-2011. L’Anticorruzione. «In gran parte dei comuni capoluogo di regione il ricorso alla procedura negoziata quale metodo di scelta del contraente è diffuso - spiega l’Authority - tant’è che circa la metà di tali comuni nel periodo 2011-2014 ha utilizzato tale criterio per l’affidamento di più dell’80% del numero di contratti, corrispondente a più di un terzo della spesa complessiva sostenuta per l’esecuzione di lavori e l’approvvigionamento di beni e servizi». Dal monitoraggio dell’Anticorru- zione emerge che, per 10 comuni capoluogo, la quota di lavori affidati senza gara supera l’80%. Da nord a sud, stessa situazione. Qualche esempio: a Roma la percentuale è dell’86,51% sul totale delle procedure, per un 33,05% degli importi dei lavori. Poco meno a Milano, con l’83,33% dei lavori, pari però al 14,29% degli importi. Tra le altre città capoluogo va menzionata Ancona, con l’86,68% dei lavori affidati con procedura negoziata; Aosta (89,99%), Bologna (84,5%), Perugia (86,44%), Potenza (80,07%), Trento (87,17%) e Trieste (87,69%). In fondo alla classifica Palermo, con l’11,59% per il 4,29% degli importi. Il presidente Cantone. Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, commenta i dati della Banca nazionale dei contratti pubblici, che rileva come in 6 casi su 10 gli affidamenti sono diretti, senza bando di gara (come visto, nei capoluoghi di regione la media è assai più elevata). E se questo, per Cantone, «non è sintomo automaticamente di corruzione, di illecito», descrive però un quadro in cui prevalgono «procedure meno garantite, e quindi più esposte, più pericolose», il cui utilizzo, tra l’altro «è in aumento. Queste cifre continua Cantone - sono state estrapolate dai nostri uffici in collaborazione con i Comuni e sono state trasmesse alle amministrazioni perché valutino eventuali provvedimenti interni da adottare. L’elemento che complessivamente salta più all’occhio è il trend, in aumento pressoché ovunque». Questo fa riflettere sul fatto «che c’è una tendenza più marcata a non utilizzare altri strumenti previsti dal codice degli appalti, una sorta di insofferenza rispetto ad alcune procedure a favore di altre tendenzialmente meno garantite». Diritti dovuti per la musica d’ambiente, la Siae proroga il pagamento al 20 marzo PERUGIA - A un soffio dalla scadenza del 28 febbraio, la Siae ha deciso di prorogare al 20 marzo il termine per il pagamento dei diritti dovuti per la musica d’ambiente. Si potrà dunque pagare entro tale data senza penali e con il riconoscimento dello sconto riservato ai soci Confcommercio. La proroga è stata decisa per venire incontro alle esigenze delle imprese rappresentate dalle associazioni di categoria, tra cui Confcommercio. «Chi avesse ricevuto direttamente il bollettino Mav controlli con l’ufficio Confcommercio di riferimento sul territorio che lo sconto sia applicato correttamente. Una volta ottenuta la validazione dell'appartenenza a Confcommercio per il 2015, l’associato potrà presentarsi all’ufficio zonale Siae con il proprio Mav per il pagamento. della ex “Terre Umbre”, la sede della Banca di credito cooperativo TERNI - Apre questa mattina, in corso del Popolo a Terni, la sede distaccata della Banca di Credito cooperativo umbro. Quella che era la vecchia banca di Mantignana che ora assume una dimensione regionale dopo l’ingresso del cospicuo numero di soci che nel 2009, nella Conca, aveva avviato il progetto di costituire la Banca di Terni, poi evoluto nella Banca delle Terre Umbre ma arenatosi di fronte alle normative e ai parametri sempre più stringenti imposti nel corso degli ultimi anni da Bankitalia. Un’idea che però ha avuto comunque un punto di arrivo importante. «Non possiamo che essere soddisfatti - afferma Giorgio Adeodato Norcia, già presidente del comitato per la costituzione della Banca delle Terre Umbre e poi promotore dell’ingresso nella Banca di Mantignana - perché il nostro lavoro, i nostri sforzi, non sono andati persi. L’ap- prodo è stato diverso, ma l’obiettivo è raggiunto, ovvero quello di creare una banca locale che possa dare maggiore attenzione ai problemi del nostro territorio. E in questo anche la scelta della Banca di Mantignana, diventata Credito cooperativo umbro, è stata giusta, un partner sano in un momento difficile per l’economia e il mondo del credito». Sono 370 i soci che da Terni sono confluiti nella banca di Credito cooperativo umbro che il prossimo 23 maggio ha in programma un’assemblea straordinaria nella quale, oltre a una serie di modifiche allo statuto, rinnoverà anche il consiglio di amministrazione per il triennio 2015-2017, all’interno del quale potrebbe essere nominato anche un rappresentante dei soci ternani. E anche quello sarebbe un ulteriore tassello per rafforzare il legame tra la banca e il territorio. VINCENZO CARDUCCI Lavori nei Comuni, le richieste di Cna Riccioni, presidente regionale del settore costruzioni dell’associazione: «Ecco i 10 punti inviati ai sindaci. Tra questi lo stop al massimo ribasso e la semplificazione» PERUGIA - Maggior ricorso alle procedure negoziate per lavori fino a un milione di euro, semplificazione delle normative, stop al criterio del massimo ribasso. A chiederlo è Cna Costruzioni, che in una lettera inviata a tutti i Comuni umbri avanza diverse proposte, presentando un vero e proprio decalogo per facilitare l’accesso delle piccole imprese alle gare di appalto pubbliche. «È inutile farsi illusioni - afferma Mario Riccioni, presidente regionale di Cna Costruzioni - Senza un rilancio del settore delle costruzioni non ci sarà alcuna vera ripresa. Ma per ridare fiato al comparto, oggi in forte sofferenza, occorre rilanciare gli investimenti pubblici e semplificare le procedure, a cominciare da quelle per l’accesso agli appalti. E questo vale soprattutto per le piccole imprese, che pur rappresentando oltre il 70% di quelle operanti a livello regionale, e oggi devono accontentarsi delle briciole, quando ci sono. Ecco perché bisogna cambiare regole e prassi. Innanzitutto continua Riccioni - chiediamo che si ricorra maggiormente alla procedura negoziata per i lavori fino a un milione di euro, nonché alla suddivisione in lotti funzionali degli appalti superiori ai cinque milioni. Altro aspetto di vitale importanza è che si limiti l’aggiudicazione delle gare secondo il principio del massimo ribasso. L’esperienza ci ha ampiamente dimostrato che non solo non si risparmia, ma non si garantiscono nemmeno la qualità e l’effettiva realizzazione delle opere. Occorre invece adottare, specie per gli appalti più importanti, il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, prendendo in esame anche fattori di tipo qualitativo e progettuale e favorendo forme di partenariato pubblico-privato». Ecco, in sintesi, le 10 proposte di Cna Costruzioni avanzate ai Comuni: 1) procedura negoziata per l’affidamento di lavori fino a 1 milione di euro; 2) suddivisione in lotti funzionali per i lavori superiori ai 5 milioni di euro; 3) stop all’aggiudicazione delle gare con il criterio del massimo ribasso; 4) aggiudicazione delle gare con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa; 5) semplificazione e autocertificazione; 6) istituzione elenco di imprese fiduciarie da consultare e invitare alle gare con principio di rotazione; 7) introduzione di criteri reputazionali e territoriali; 8) pubblicità proporzionale all’entità dei lavori; 9) obbligo sopralluogo e presa visione documenti all’atto della formulazione dell’offerta; 10) quota di riserva (almeno il 30%) per le piccole imprese nell’affidamento dei lavori pubblici. Sabato 28 Febbraio 2015 DELL’UMBRIA 14 CORRIERE u Economia P COSTRUZIONI Cna in una lettera inviata a tutti i Comuni avanza diverse proposte per le piccole imprese CAMBIARE LE REGOLE PER L’ACCESSO AGLI APPALTI PUBBLICI A PERUGIA Maggior ricorso alle procedure negoziate per lavori fino a un milione di euro, semplificazione delle normative, stop al criterio del massimo ribasso. A chiederlo è Cna Costruzioni, che in una lettera inviata a tutti i Comuni umbri avanza diverse proposte, presentando un vero e proprio decalogo per facilitare l'accesso delle piccole imprese alle gare di appalto pubbliche. "È inutile farsi illusioni - afferma Mario Riccioni, presidente regionale di Cna Costruzioni - senza un rilancio del settore delle costruzioni non ci sarà alcuna vera ripresa. Ma per ridare fiato al comparto, oggi in forte sofferenza, occorre rilanciare gli investimenti pubblici e semplificare le procedure, a cominciare da quelle per l'accesso agli appalti. E questo vale soprattutto per le piccole imprese, che pur rappresentando oltre il 70 % di quelle operanti a livello regionale, oggi devono accontentarsi delle briciole, quando ci sono! Ecco perché bisogna cambiare regole e prassi. Innanzitutto chiediamo che si ricorra maggiormente alla procedura negoziata per i lavori fino a un milione di euro, nonché alla suddivisione in lotti funzionali degli appalti superiori ai cinque milioni. Altro aspetto di vitale importanza è Cambiare le regole e la prassi Cna scende in campo per il rilancio del settore delle costruzioni che si limiti l'aggiudicazione delle gare secondo il principio del massimo ribasso. L'esperienza ci ha ampiamente dimostrato che non solo non si risparmia, ma non si garantiscono nemmeno la qualità e l'effettiva realizzazione delle opere. Occorre invece adottare, specie per gli appalti più importanti, il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, prendendo in esame anche fattori di tipo qualitativo e progettuale e favorendo forme di partenariato pubblico-privato". "Ai Comuni chiediamo anche - aggiunge Pasquale Trottolini, responsabile della categoria - di ridurre gli oneri amministrativi, prevedendo un maggior ricorso a procedure semplificate e proporzionali all'entità dei lavori (anche per quanto riguarda la pubblicità delle gare) e incentivando l'utilizzo delle autocertificazioni, almeno nelle fasi preliminari. Sarebbe inoltre molto importante istituire un elenco di imprese fiduciarie da consultare e invitare alle gare, tenendo conto anche di criteri reputazionali legati, ad esempio, all'utilizzo di manodopera interna, alla dotazione tecnica, al rispetto delle normative sulla sicurezza e sull' ambiente, valorizzando le imprese serie e affidabili del territorio. Badando a garantire - specifica Trottolini - anche il rispetto del principio di rotazione delle imprese da invitare". "È ovvio che su alcuni punti serve una riforma nazionale - chiarisce Riccioni -, ad esempio per introdurre una quota di riserva per le piccole imprese, pari almeno al 30%, nell'affidamento dei lavori pubblici, principio sancito dalle nuove direttive comunitarie e dallo Small business act. Ma alcune cose sono attuabili già oggi da parte dei Comuni che, pur facendo i conti con i paletti del Patto di stabilità e la diminuzione delle risorse, continuano a essere un importante punto di riferimento per le nostre imprese". B PROFESSIONI Interessa i prodotti agroalimentari e l’Università dei Sapori scende in campo con un’idea PENSIONI ESPERTOIN INTERNAZIONALIZZAZIONEDIGITALE CONTROIFURTIACCREDITOSENZACOSTI SUBANCOPOSTAOLIBRETTODIRISPARMIO A PERUGIA Sarà in grado di facilitare il posizionamento strategico dei prodotti agroalimentari sui mercati internazionali, innalzando la competitività delle imprese, attraverso attività di digital commerce e digital marketing, pianificando tempi e utilizzo dei mezzi di trasporto per ottimizzare la logistica distributiva e controllare le attività dell'area di competenza. E' l' "Esperto in internazionalizzazione digitale dei prodotti agroalimentari", una nuova figura professionale, altamente qualificata ed innovativa, con un forte appeal nel mercato del lavoro, pensata dall'Università dei Sapori, struttura sempre più qualificata in ambito formativo e sensibile alle esigenze delle imprese ed alle dinamiche di mercato. Il progetto, a valere sul POR Umbria FSE 2007-2013, si rivolge a 12 disoccupati e/o inoccupati in possesso di Laurea in Scienze agrarie e forestali, Economia e Commercio e Scienze della Comunicazione e prevede un periodo di formazione interamente gratuito per i partecipanti, della durata complessiva di 300 ore ed un tirociniodi 3mesi (per360 ore), svolto in affermate aziende umbre del comparto agroalimentare, erispetto al quale verrà riconosciuta anche un'indennità di partecipazione pari a 600 euro mensili, con un impegno non superiore alle otto ore giornaliere. Più che mirato il piano formativo che è stato predisposto con l'obiettivo finale, ambizioso, ma concreto, di formare professionisti spendibili sul mercato del lavoro, sia a livello territoriale che nazionale, in grado di applicare le tecnologie digitali per favorire e facilitare la cultura dell'internazionalizzazione nelle imprese agroalimentari. Settore in crescita nei principali indicatori economici e capace di fare da volano anche per un altro as- set importante della nostra regione del nostro Paese: il turismo. Per tale ragione Università dei Sapori ha pensato ad un percorso formativo capace di coniugare gli elementi di positività presenti in questa filiera con il valore aggiunto che sarà rappresentato da nuove figure professionali e nuove funzioni specialistiche e di supporto su mercati e Paesi come Usa, Cina, Brasile o Russia, facilitando la penetrazione nei mercati esteri, sia in termine di promozione dei prodotti che di commercializzazione, in un comparto in cui la digitalizzazione rappresenta un elemento da sviluppare e cavalcare, tanto da trarre un vantaggio tangibile rispetto alle nuove direzioni di sviluppo del web (social network, miroblogging, wiki, tag, podcast). Per tutte queste ragioni, il profilo professionale in uscita avrà importanti chance occupazionali, elevando al contempo competenze già possedute dai destinatari attraverso percorsi universitari definiti come pre requisito grazie all'apporto di innovazione nel settore di riferimento. Per partecipare al percorso è necessario scaricare la domanda di partecipazione disponibile da oggi sul sito dell' Università dei Sapori (http://www.universitadeisapori. it/articoli/corso-per-esperto nellinternazionalizzazione-digit) secondo le modalità indicate nel documento che dovrà essere redatta in carta semplice ed inviata all'Università dei Sapori a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno entro e non oltre 20/03/2015. Farà fede la data ed il timbro apposti dall'Ufficio postale accettante avendo cura che risulti dal timbro anche l'ora di spedizione. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi allo 075/5729935 Fax: 075/38146 Indirizzo e-mail: [email protected] ; PEC: [email protected]. B A PERUGIA In vista del pagamento delle pensioni di lunedì prossimo, Poste Italiane ricorda a tutti i pensionati dell'Umbria (oltre 111mila al 31 dicembre 2014) che l'accredito della pensione sul libretto postale o sul conto Bancoposta consente di beneficiare di un'assicurazione contro furti e scippi grazie al servizio "pensionati e accreditati", totalmente gratuito. La somma prelevata presso gli Uffici Postali o presso gli Sportelli Automatici (sia postali che bancari) è coperta, infatti, nelle 2 ore successive, da un'assicurazione contro il furto fino a 700 euro all'anno, valida per tutte le tipologie di pensione. Nella provincia di Perugia sono già 82mila i pensionati che hanno scelto il servizio "pensionati e accreditati", oltre 29mila a Terni. I pensionati che hanno accreditato il rateo sul Libretto di Risparmio o sul Conto BancoPosta possono inoltre utilizzare le carte a loro disposizione (Carta Libretto o Postamat) presso i 109 sportelli automatici Postamat operativi sul territorio dell' Umbria (di cui 74 a Perugia e 35 a Terni) e in tutti i Postamat del territorio nazionale. Il personale di Poste Italiane è a disposizione della clientela per qualsiasi informazione e supporto. B 26 SABATO 28 FEBBRAIO 2015 IL GIORNO il Resto del Carlino LA NAZIONE LE SFIDE UMBRE PROGETTI, INIZIATIVE & BILANCI Terremoto nel mondo del credito I soci di Scs chiedono il risarcimento Caso Bps, lettera-appello al presidente Massimo Marcucci Rosanna Mazzoni · SPOLETO L’ANNUARIO Gruppo Pac 2000A-Conad, la qualità paga · PERUGIA ANCHE nell’edizione 2014 dell’Annuario economico sulle imprese umbre, redatto da «Esg 89 group», svetta primo in classifica, per fatturato, il Gruppo Pac 2000A-Conad. Ma il colosso della distribuzione compare anche al sesto posto assoluto nella classifica italiana retail delle aziende commerciali della gdo ed al 65° posto della graduatoria Mediobanca delle «Principali società italiane 2014» (pubblicato ad ottobre 2014 e riferita ai dati di bilancio 2013). All’ orizzonte ci sono nuove prospettive di sviluppo che riguardano tutte e quattro le regioni in cui opera Pac 2000A Conad (Umbria, Lazio, Campania e Calabria). Intanto, il direttore finanza e controllo Francesco Cicognola (nella foto) spiega il perché di tanto successo. «Il nostro gruppo – chiarisce il manager – ha sempre messo in atto strategie mirate per non subire i contraccolpi della crisi. La qualità dei prodotti, l’innovazione e la riorganizzazione delle reti di vendita, assecondandole ai nuovi stili di vita dei consumatori, sono le nostre carte vincenti. Abbiamo lavorato molto anche sul fronte prezzi, per andare incontro alle esigenze economiche dei nostri clienti» I NUMERI: azienda «multicanale» come la definisce Cicognola, Pac2000A Conad, due miliardi e 600 milioni di fatturato consolidato nel 2014, solo in Umbria occupa 2.725 addetti. Sono 234 i punti vendita dislocati nel nostro territorio e spaziano dal negozio di quartiere al discount, passando per l’ipermercato ( 2 Conad ipermercato, 15 Conad superstore, 57 Conad, 86 Conad city, 53 Margherita e 21 Todis). Insieme detengono il 26% della quota di mercato umbra. Cicognola fa inoltre notare che nell’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle, «il gruppo ha incrementato la rete di vendita del 7%, in un momento in cui, al contrario, si assiste al caldo generalizzato dei consumi». Silvia Angelici IL TERREMOTO nel mondo del credito umbro e nazionale cresce di intensità alla luce delle due sentenze del Consiglio di Stato che ha dato torto al Ministero dell’Economia e Finanze l’8 febbraio, accogliendo il ricorso di ex amministratori della Banca Popolare di Spoleto, e il 26 dello stesso mese per quello avanzato dall’intero ex Cda della Spoleto Credito e Servizi. Per i giudici amministrativi il Mef non doveva accettare acriticamente la proposta della Banca d’Italia di commissariare la banca spoletina e la sua controllante. Da quel commissariamento la banca a è stata venduta a Banco Desio e la Scs da socio di maggioranza è precipitata intorno al 6% di partecipazione alle quote azionarie. Un’operazione che ha comportato agli azionisti della Scs un danno economico ingentissimo. PER QUESTO i soci si stanno organizzando per chiedere il risarcimento del mal tolto. E’ già pronta una lettera per la quale si stanno raccogliendo le firme che sarà inviata all’attuale presidente della Scs in carica dall’ottobre scorso, Massimo Marcucci nella quale si chiede quali provvedimenti intende adottare per salvaguardare l’interesse dei soci. «Appare di tutta evidenza – si legge in uno stralcio della lettera – come gli incalcolabili danni arrecati ai soci della WELFARE Le proposte «MAGGIORI investimenti, superamento delle gare di appalto per l’affidamento dei servizi e riconoscimento delle cooperative di inserimento lavorativo quali soggetti attivi nelle politiche per il lavoro». Sono le proposte per il mondo del welfare avanzate da Andrea Bernardoni, presidente di Arcs Legacoop Umbria, nell’incontro «Il contributo del Terzo settore per un’economia sociale sostenibile», organizzato a Perugia. L’OBIETTIVO Giovannino Antonini, ex presidente dell’istituto di credito banca nonché, in particolare, al patrimonio della Scs depauperandolo oltre ogni misura, trovano la loro origine nell’illegittimo provvedimento di commissariamento assunto, in modo estremamente imprudente, dal Mef e dalla Banca d’Italia e tali danni debbano altresì costituire il fondamento per rivisitare in modo attento e critico l’intero operato dei Commissari nel periodo della loro gestione. Nello specifico andranno attentamente vagliati quelli che, ictu oculi, appaiono come chiari elementi tesi ad abbattere, comprimendolo significativamente, il valore della Banca». Una banca “svenduta” secondo i soci Scs che dovrà essere risarcita nella sua compagine sociale. Tutto questo si innesta nei dati del bilancio 2014 della Banca Popolare di Spoleto passa di mano al gruppo lombardo. I dati preliminari dell’esercizio 2014 (periodo agosto-dicembre) sono in rosso con una perdita netta di 33,47 milioni euro. A fine 2014 il Common Equity Tier 1 era pari all’8%, sulla base di un patrimo- nio netto di 173,2 milioni di euro. Alla stessa data gli impieghi netti alla clientela ammontavano a 2,34 miliardi di euro, n calo del 6,4 per cento. Su un quadro instabile e preoccupante si registra il lavoro di un pool di avvocati che starebbero valutando la possibilità di chiamare in causa proprio la nuova proprietà di Bps per “incauto acquisto” sapendo che erano pendenti davanti al Consiglio di Stato due procedimenti e che, alla luce delle sentenze, la prudenza avrebbe dovuto suggerire di attenderne l’esito. IL GRANDE EVENTO Norcia diventa capitale del tartufo Al via la mostra del nero pregiato · NORCIA UNA BELLA GIORNATA di sole ha tenuto a battesimo l’edizione 2015 di «Nero Norcia», la mostra-mercato del tartufo nero pregiato e dei prodotti tipici di Norcia che da più di mezzo secolo rappresenta il punto di riferimento per esperti di gastronomia, ma anche di turismo. Ieri pomeriggio il taglio del nastro (nella foto) di una edizione completamente rinnovata, impreziosita anche da un vero e proprio festival di eventi con tanto di personaggi Vip a sfilare lungo Corso Sertorio e per le vie della città. Un festival la cui direzione artistica è stata affidata allo spoletino Massimo Zamponi e che ha portato e porterà a Norcia nomi conosciuti come quelli di Simona Izzo e Ricky Tognazzi, ma anche Giancarlo Magalli e molti, molti altri. LA PRIMA GIORNATA di Nero Norcia 2015 è quindi trascorsa tra sorrisi e ammiccamenti con autorità politiche, militari e civili in prima fila. Padrone di casa indiscusso il sindaco Nicola Alemanno che in serata ha accolto tutti i suoi selezionatissimi ospiti nell’ex chiesa di San Francesco che per l’occasione da auditorium è stata trasformata in una elegantissima sala da banchetto con vista sulla pregiata Pala francescana di Jacopo Siculo. CNA COSTRUZIONI «Cambiare le regole per l’accesso agli appalti pubblici» «MAGGIOR ricorso alle procedure negoziate per lavori fino a un milione di euro, semplificazione delle normative, stop al criterio del massimo ribasso». A chiederlo è Cna Costruzioni, che in una lettera inviata a tutti i Comuni avanza diverse proposte, presentando un decalogo per facilitare l’accesso delle piccole imprese alle gare di appalto pubbliche. «È inutile farsi illusioni – afferma il presidente Mario Riccioni –, senza un rilancio del settore delle costruzioni non ci sarà alcuna vera ripresa. Ma per ridare fiato al comparto occorre rilanciare gli investimenti pubblici».