Comune di Rovigo Assessorato Pari Opportunità Commissione per le Pari Opportunità CARTA SERVIZI CASA RIFUGIO CENTRO ANTIVIOLENZA DEL POLESINE LA CASA RIFUGIO Finalità La Casa Rifugio è una struttura nella quale possono trovare accoglienza temporanea donne sole o con minori, italiane comunitarie e non, che sono vittime di violenza. Nella casa rifugio la donna, in una situazione di protezione e sicurezza, può elaborare i traumi vissuti e acquisire autonomia nella gestione della propria vita quotidiana e in quella dei propri figli. Soggetti aventi diritto Le donne aventi diritto sono coloro che sono state prese in carico dall'equipe del Centro antiviolenza e sono ritenute dall'equipe in uno stato di pericolo per la propria incolumità. Nel caso in cui per la donna presa in carico vi siano progetti condivisi con altri enti e/o istituzioni (assistente sociale del comune di residenza, consultorio, educatori di struttura, o altri soggetti coinvolti), la decisione rispetto all’ingresso o alla permanenza presso la Casa rifugio è di competenza esclusiva dell’equipe del Centro antiviolenza. L’ingresso sarà subordinato ad un minimo di 2/3 colloqui con educatore, psicologo, assistente sociale, avvocato. Nel caso in cui la donna sia già seguita da un proprio legale, l’avvocato del Centro Antiviolenza, farà uno o più colloqui in compresenza con un’altra figura professionale appartenente all’equipe, al fine di una valutazione complessiva e multidisciplinare. Criteri di non idoneità per l’inserimento in casa rifugio sono: (a) donne tossicodipendenti, e alcooldipendenti; (b) donne sottoposte a provvedimenti restrittivi della libertà da scontare a domicilio; (c) donne con gravi e conclamate patologie psichiatriche; (d) donne in situazione di difficoltà abitativa unicamente riferibile ad emergenza abitativa; L’ingresso della donna non può essere subordinato alla querela o ad una eventuale collaborazione con gli organi di polizia. Ingresso L’ingresso viene deciso dall'equipe del Centro Antiviolenza ed è vincolato alla definizione di un progetto individualizzato che deve essere condiviso dalla donna e dal Centro. Al momento dell’inserimento nella struttura, la donna, eventualmente con figli/e viene presa in carico dall’equipe di lavoro della struttura, che accompagna la donna nel percorso di uscita dalla violenza e di acquisizione di autonomia. La donna, al momento dell’ingresso è tenuta alla sottoscrizione di un contratto con cui si impegna a rispettare il regolamento della casa rifugio, che stabilisce le modalità di utilizzo della casa, le regole di ammissione e di convivenza delle donne. In caso di gravi inadempienze l’equipe della Casa può decidere l’allontanamento della donna dalla struttura. Ospitalità La casa rifugio accoglie donne in temporanea difficoltà, che devono sottrarsi a situazioni di pericolo tali da richiedere l’allontanamento immediato del domicilio abituale, per poter riflettere e riprogettare la propria vita in una condizione protetta. La struttura accoglie donne maggiorenni, con le/i loro figlie/i minorenni; L’ospitalità, viene programmata con l’équipe della Centro che decide sull’ammissione, e avviene successivamente ai colloqui di cui all’art. 2 numero 3 e dopo che la donna ha accettato il progetto (art. 3.1) di autonomia e uscita dalla violenza, previa accettazione del regolamento della casa. Il tempo di permanenza nella Casa non può essere superiore ai tre mesi; in via eccezionale e per comprovate motivazioni, da valutarsi caso per caso da parte dell’équipe del Centro Antiviolenza, la permanenza potrà essere protratta per un periodo comunque non superiore a quello precedente. L'appartamento può ospitare fino a 3 nuclei familiari Al momento dell’ingresso non verranno richiesti accertamenti sanitari particolari; verranno comunque adottate le misure igieniche di prevenzione più idonee. Nel caso in cui la donna sia priva di strumenti economici adeguati il contributo per il mantenimento verrà richiesto e concordato con i servizi sociali del comune di residenza. Permanenza nella casa E’ previsto un colloquio, con cadenza settimanale, di verifica del progetto della donna ospite; i colloqui di consulenza sociale, di sostegno psicologico, le consulenze legali, saranno concordati in relazione ai singoli progetti delle donne e alle necessità. La donna ospite è vincolata alla riservatezza sulla Casa e sulle altre ospiti: la violazione della riservatezza è ragione di allontanamento dalla casa di ospitalità. Non sono ammesse visite . Ogni donna è responsabile della custodia e della cura delle/i proprie/i figlie/i, che non possono essere affidate/i ad altre ospiti. In caso di assenza per lavoro o altri motivi, la loro cura deve essere concordata con le operatrici. Per consentire una certa autonomia di movimento ad ogni donna verrà consegnata una chiave della casa, di cui è assolutamente vietata la riproduzione e la consegna, anche temporanea a terzi. Le uscite serali vanno concordati preventivamente con le operatrici; L’assenza prolungata deve essere comunicata e concordata con le operatrici, l’assenza di oltre 24 ore non concordata e non giustificata comporta l’allontanamento dalla struttura; di tale azione sarà data comunicazione ai servizi od organi eventualmente interessati. La vita all’interno della Casa (l’igiene personale e delle/i proprie/i figlie/i, la cura degli arredi, la pulizia degli ambienti individuali e comuni, la spesa, l’allestimento dei pasti) è autogestita dalle donne, che si assumono la responsabilità, per se e per le/i proprie/i figlie/i del buon andamento della convivenza e del rispetto delle regole comuni. Le pulizie degli spazi comuni avvengono per turnazione fra le donne ospiti secondo il calendario stabilito. La rottura e il deterioramento di oggetti e di arredi della Casa vanno segnalati tempestivamente alle operatrici onde consentire il loro ripristino: i danni cagionati sono a carico della donna ospite. La gestione complessiva della Casa di ospitalità è affidata all’équipe della stessa: le donne ospiti pur nell’autonomia loro riconosciuta per l’attività quotidiana devono far riferimento alle operatrici per i problemi relativi alla gestione della Casa. A tale scopo sono periodicamente convocati incontri con le donne ospiti. Ogni donna ospite è responsabile della cura e della custodia di oggetti e/o denaro personali: la Casa non assume al riguardo alcuna responsabilità. Quando la donna lascia la Casa deve riconsegnare le chiavi, pulire gli spazi individuali, gli effetti rimasti nella Casa dopo un mese di cessazione della permanenza diventano patrimonio della Casa. Per garantire a tutte le donne una serena convivenza è necessario l’impegno di ognuna al rispetto reciproco e alla solidarietà; episodi di intolleranza, aggressività o violenza possono costituire un motivo di allontanamento dalla struttura, così come la evidente non utilità per la donna stessa di permanenza nella Casa. IL CENTRO ANTIVIOLENZA Struttura e finalità L’accoglienza è finalizzata a sostenere concretamente la costruzione di un percorso autonomo di vita delle donne che ad essa si rivolgono. Essa garantisce: - ascolto telefonico (centralino); - incontri programmati di ascolto, confronto, informazione, sostegno (colloqui); – consulenze specialistiche (legale, psicologica, di orientamento e sociale.); Sono ammesse all’accoglienza tutte le donne in situazione di difficoltà e che richiedono aiuto. Nel caso di problemi specifici e diversi da quelli previsti dal regolamento, verranno indirizzate ai servizi competenti. Gli orari di apertura dovranno garantire la massima accessibilità, compatibilmente con le risorse disponibili. Accesso al servizio Le richieste di aiuto o le segnalazioni possono pervenire al centro dalla stessa donna o in caso di segnalazione dai servizi sociali, forze dell’ordine, ospedali, tuttavia è necessario che l’accesso al servizio avvenga per espressa volontà della donna stessa. È attiva una segreteria telefonica dove poter lasciare un messaggio per essere richiamate dalle operatrice del Centro Antiviolenza. È attivo, inoltre, un servizio di ascolto telefonico, gestito da volontarie del “pronto donna” con lo scopo di accoglienza telefonica ed eventuale invio alle operatrici del centro antiviolenza. Interventi di accoglienza Durante il primo colloquio L’operatrice compila una scheda standard che riporta i dati anagrafici, la situazione familiare, il motivo della richiesta e l’eventuale appuntamento concordato (legale, psicologa, assistente sociale). Condizione indispensabile per il colloquio è che venga deciso direttamente con la donna; non è prassi, quindi, fissare colloqui se la richiesta proviene da un’altra persona. I colloqui sono finalizzati ad approfondire e a definire i problemi della donna, a valutare insieme risorse e vincoli, a sostenerla nel suo percorso. L’equipe L’Equipe del centro è formata da: Una psicologa con funzioni di ascolto, consulenza, accompagnamento e sostegno psicologico; Un avvocato per consulenze legali in ambito giuridico. Una assistente sociale con funzioni di ascolto, consulenza, accompagnamento e sostegno sociale; Una educatrice con funzioni di prima accoglienza e accompagnamento durante il percorso di uscita dalla situazione di violenza. Per presa in carico si intende che la donna successivamente ad una valutazione dell’equipe ha intrapreso un percorso (sociale, psicologico e legale) e che questo percorso non è stato ultimato da più di 12 mesi. Per ogni nuova utente che accede al Centro l’operatore che effettuerà il primo colloquio dovrà, all’equipe immediatamente successiva, condividere il caso con le colleghe al fine di redigere unitamente a loro un progetto condiviso. A cura dell’equipe del Centro Antiviolenza del Polesine Gennaio 2015