laurea honoris causa Cerimonia di conferimento della laurea magistrale honoris causa in “Lingue e Letterature Moderne” a ROBERTO CALASSO Perugia, 5 febbraio 2013 Aula Magna - Palazzo Murena UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA 5 Motivazione 9 Formula (I parte) 15 Lectio Doctoralis 23 Formula (II parte) 33 Curriculum Vitae 4 MOTIVAZIONE della proposta di conferimento della laurea magistrale Honoris Causa in “Lingue e Letterature moderne” 5 6 Da più di trent’anni Roberto Calasso lavora a un’opera in più parti che è anche un viaggio in culture e periodi fra loro – apparentemente – lontanissimi, dall’India vedica alla Francia postrivoluzionaria, dalla Grecia arcaica alla Praga del primo Novecento. Ai sette volumi fin qui usciti di quest’opera, che Calasso considera un unico work in progress, vanno affiancati i saggi che accompagnano alcuni fra i libri più importanti della casa editrice Adelphi – Detti e Contraddetti di Karl Kraus, Memorie di un malato di nervi di Paul Schreber, L’unico e la sua proprietà di Max Stirner –, i moltissimi articoli usciti negli anni su «L’Espresso», «Panorama», «La Repubblica», «Il Corriere della Sera», e i numerosi risvolti di copertina che Calasso ha scritto negli anni, e alla fine raccolto nelle Cento lettere a uno sconosciuto, veri microsaggi essenziali per capire, oltre ai testi che introducono, l’universo letterario in costante espansione del loro autore. La prosa limpida di Calasso, che si presta in egual misura all’indagine, al racconto e alla polemica, ha nel tempo costruito un sistema letterario complesso e molto singolare, dove i confini fra narrativa e riflessione sono aboliti, e gli influssi del testo sulle immagini e delle immagini sul testo indicano, alla letteratura del nostro tempo, una strada fin qui non battuta: una strada che negli ultimi anni Calasso, trasformando libri come Le 7 Nozze di Cadmo e Armonia e La Folie Baudelaire in straordinarie partiture visive, ha cominciato a percorrere. 8 FORMULA PER IL CONFERIMENTO DELLA LAUREA HONORIS CAUSA NELL’ANTICO STUDIO GENERALE PERUGINO SECONDO IL CERIMONIALE DEL SECOLO XVI FORMULA AD CONFERENDUM DOCTORATUM HONORIS CAUSA IN ALMO STUDIO GENERALI PERUSINO AD INSTAR MORIS SAEC. XVI 9 10 Il Promotore, stando in piedi avanti al tavolo, al centro del quale siede il Rettore che ha ai lati i dottori, dice ad alta voce: «Magnifice Rector, excellentissimi Doctores! Collegium Doctorum Facultatis Humanarum Scientiarum quae ad rem publicam gerendam pertinent huius almi Studii Perusini, Nonis Februaris A.D. MMXIII, summa omnium concordia et nullo discrepante, censuit et declaravit dominum Robertum Calasso pro eius meritis, remissione privatae disputationis dignum, ad doctoratus in Lingua et litteris nostri temporis culmen ac dignitatem ipsum adsumendum et promovendum esse honoris causa. Ego Alexander Tinterri, doctor eiusdem Collegii, aliquis ex patronis, te submisse supplico, Magnifice Rector, ut licentiam ei concedas cum potestate “publicam” faciendi». «Rettore magnifico, eminentissimi dottori! Il Collegio dei dottori della Facoltà di Lettere e Filosofia di questo almo Studio perugino, nel giorno 5 del mese di febbraio 2013, all'unanimità e nessuno opponendosi, ritenne e dichiarò che Roberto Calasso, degno per i suoi meriti della remissione dell'esame privato, fosse 11 da assumere e da promuovere all'apice, all'altezza ed alla dignità del dottorato in Lingue e Letterature Moderne honoris causa. Io Alessandro Tinterri, dottore del medesimo Collegio, nella mia veste di uno dei Promotori, ti chiedo umilmente, o magnifico Rettore, di dare a lui la licenza con potestà di sostenere “la pubblica”». Il Rettore risponde: «Petitione tua audita et iudicata, doctor excellentissime, honoratissimo domino Roberto Calasso benigne et comiter licentiam permittimus et potestatem concedimus hic statim “publicam” faciendi». «Udita e giudicata la tua richiesta, o dottore eminentissimo, diamo molto volentieri licenza all'onoratissimo signor Roberto Calasso, e gli concediamo la potestà di svolgere subito qui “la pubblica”». Il laureando, che è rimasto finora in piedi qualche passo indietro al Promotore, viene fatto avvicinare al tavolo e a lui il Rettore si rivolge dicendo: «Accede itaque ad Collegium doctorum qui in munere constituti sunt et argumenta recense atque expone». «Avvicinati dunque al Collegio insediato e riferisci ed elenca i 12 punti dell'argomentazione». Il laureando espone a voce alta la sua tesi scientifica. 13 14 LECTIO DOCTORALIS 15 16 L’Università di Perugia, che mi conferisce l’onore di questa laurea, è considerata, insieme a quella di Bologna, mater legum, luogo principe della civiltà del diritto. E una delle sue glorie fu quella di aver accolto l’insegnamento di Baldo degli Ubaldi, il quale a sua volta aveva studiato a Perugia con Bartolo da Sassoferrato. Alle mie orecchie questi due nomi evocano innanzitutto certe parole che, più di una volta, ho sentito da mio padre Francesco Calasso, studioso sia di Bartolo sia di Baldo. Ed erano queste: “Il Trecento italiano ha avuto tre vette: Dante, Caterina da Siena e Bartolo da Sassoferrato”. Ma c’è anche un ricordo visivo che per me si collega a questi due nomi. Da bambino, fino ai dodici anni, usavo fare i compiti in una lunga stanza che aveva alte librerie su due pareti. Poggiavo sul tavolo il mio sussidiario e, alzando lo sguardo, vedevo libri di grande formato – erano spesso degli in-folio – sui cui dorsi si leggevano nomi misteriosi e titoli generalmente in latino. Così mi apparvero Baldus Ubaldus e Bartolus a Saxoferrato, rispettivamente nei sette volumi dei Commentaria di Baldus, stampati a Venezia nel 1577, e negli undici volumi degli Omnia Opera di Bartolus a Saxoferrato, stampati a Venezia nel 1596. Nulla sapevo di loro – e troppo poco ne so tutt’oggi. Ma quei nomi, che soltanto su quegli antichi dorsi, di pergamena o di pelle, potevo incontrare, 17 si incunearono nella mia mente, accanto ad altri non meno misteriosi: Azo, Alciatus, Accursius, Albericus de Rosate, Donellus, Cuiacius, Fulgosius, Vossius. I sentimenti del bambino verso quei testimoni muti di certi tediosi pomeriggi erano insieme di curiosità e di insofferenza. Non era facile immaginare che cosa si celasse di attraente in quelle lunghe colonne di stampa, spesso impeccabili e sempre indecifrabili. Ma oggi, a distanza di vari decenni, posso dire che molto devo a quei libri – anzi alla semplice visione di quei dorsi. Inoltre ho il sospetto che questa acuita sensibilità per i dorsi dei libri abbia avuto una parte anche nella mia attività editoriale. Ho sempre pensato che vivere circondati dai dorsi di certi libri fosse, in certi casi, poco meno importante che leggerli. Nessun grande editore, per quanto mi risulta, ha mai pubblicato libri con brutti dorsi, come se si trattasse di un punto decisivo, dove non è ammesso cedere. Se una gran parte di ciò che ho scritto è dedicata a fatti e testi apparsi in luoghi remoti e in epoche altrettanto remote e se questo mi è apparso fin dall’inizio del tutto naturale, anzi consequenziale, posso riconoscere oggi che un impulso deve essermi venuto dalla constatazione che quanto ci è più vicino e si impone ogni giorno davanti ai nostri occhi può anche essere quanto di più lontano e difficilmente accessibile, pur presentandosi nella consueta forma di parole stampate, come accadeva con gli in-folio di Baldo e di Bartolo. Un primo segno di quella inclinazione fu che, quando mi trovai a scegliere l’argomento della mia tesi di laurea, mi rivolsi senza esitare a Mario Praz, che si potrebbe definire un 18 comparatista fisiologico, a tal punto le sue indagini consistevano nell’abbandonarsi al “demone dell’analogia”, mettendo in rapporto parole, vezzi, forme, temi, ossessioni, gusti che avevano le origini più disparate e gli permettevano di attraversare diagonalmente intere civiltà letterarie e artistiche. E non è certo un caso se l’autore a cui mi dedicai fu Sir Thomas Browne, insieme scienziato e letterato, che annovera fra i suoi scritti l’esile catalogo di una biblioteca immaginaria, dal titolo Musaeum Clausum ovvero Bibliotheca Abscondita: biblioteca così nascosta da poter essere consultata soltanto in sogno. In ogni caso, un continuo gioco di rimandi e richiami fra vicino e lontano, che non è mai un gioco fra qualcosa di noto e qualcosa di ignoto ma fra due entità in linea di principio ugualmente ignote, deve essermi congeniale, se già nelle prime pagine della Rovina di Kasch, che apparve esattamente trent’anni fa, si passava dall’Ancien Régime di Talleyrand all’India dei veggenti vedici e alla Cambogia di Pol Pot. So bene che questo genere di tortuosi itinerari e azzardati accostamenti è stato fortemente avversato per tutto il Novecento, che pure è il secolo in cui questo gioco si è imposto. E anche di recente un grecista come Marcel Detienne ha dovuto ricordare che “ci saranno sempre certi storici pronti a difendere la tesi irriducibile secondo cui non si può comparare se non ciò che è comparabile”. E Detienne poi mostrava come, per alcuni di tali storici, quel “comparabile” fosse circoscritto ai confini di una storia nazionale, con il suo supposto corredo di identità. A proposito di questo punto ho dovuto riconoscere che nei miei libri si applica, se mai qualcosa si applica, il principio opposto. 19 Non solo si sottintende che tutto è comparabile, se non altro per fedeltà al “demone dell’analogia”, ma che talvolta le esperienze apparentemente più incomparabili, perché fattualmente irrelate, possono far scoccare la scintilla che illumina finalmente ciò che abbiamo sotto gli occhi e rischia di rimanere tenacemente opaco. Dal Paleolitico a oggi, Homo Sapiens ha sviluppato un variegato ventaglio di culture, ma al tempo stesso è rimasto tremendamente monotono in rapporto ai facts of life. “Nascita, e copula, e morte” diceva lo Sweeney di T.S. Eliot. Al che si possono aggiungere pochi altri dati: respirare, dormire, mangiare, bere, sognare, uccidere, evacuare. Ciascuno di questi realia è rimasto costante, anche se soggetto a un turbine di varianti. Ciascuno è una potenziale inesauribile sorgente di storie e di intuizioni. E mai questo si può verificare come nel materiale mitologico, sia greco sia indiano, a cui ho dedicato una larga parte di ciò che ho scritto. Il suo presupposto è stato enunciato nel modo più limpido non già da un antropologo degli anni di Lévi-Strauss, ma da un grande scrittore che lo precede di un secolo: Baudelaire. A proposito del Lohengrin di Wagner e del rapporto fra quella storia e il mito di Eros e Psiche, Baudelaire si era lanciato in una digressione sulle favole che non è stata eguagliata per concisione, eloquenza e giustezza: “Le nazioni e le razze si trasmettono forse certe favole, come gli uomini si legano eredità, patrimoni o segreti scientifici? Si sarebbe tentati di crederlo, a tal punto si è colpiti dalla analogia morale che contrassegna i miti e le leggende sorti in contrade diverse. Ma 20 questa spiegazione è troppo semplice per sedurre a lungo una mente filosofica. L’allegoria creata dal popolo non può essere paragonata a quelle sementi che un coltivatore comunica fraternamente a un altro che vuole acclimatarle nel suo paese. Niente di ciò che è eterno e universale ha bisogno di essere acclimatato. Quella allegoria morale di cui parlavo è come la stampigliatura divina di tutte le favole popolari… Per riprendere la nostra metafora vegetale, il mito è un albero che cresce ovunque, in ogni clima, sotto ogni sole, spontaneamente e senza piantoni. Le religioni e le poesie delle quattro parti del mondo ci forniscono a questo proposito prove sovrabbondanti. Come il peccato è ovunque, la redenzione è ovunque. Niente di più cosmopolita dell’Eterno”. Quest’ultima frase potrebbe essere l’epigrafe taciuta di tutto ciò che sono andato scrivendo. © Roberto Calasso 21 22 Terminato che egli abbia, il Rettore, ove nessuno dei dottori intenda muovere obiezioni, lo invita a ritirarsi con le parole: «Nunc recede». «Ora ritirati» Il laureando esce dalla sala, accompagnato dal bidello e, fino all'uscio, dal Promotore. Il Rettore si rivolge ai dottori con le parole: «Mittimus in suffragium ad gradum de Lingua et litteris nostri temporis conferendum domino Roberto Calasso, per fabam albam quae significat “uti rogas” et per fabam nigram quae significat “antiquo”». «Metto ai voti il conferimento del grado in Lingue e Letterature Moderne al Sig. Roberto Calasso, a mezzo di una fava bianca che significa “approvo” e di una fava nera che significa “rifiuto”». I singoli dottori gettano le fave nell'urna che è sul tavolo; dopo 23 di che il Rettore prega il più giovane dei dottori di procedere al computo dei voti: «Rationem suffragiorum subducamus». «Si proceda al computo dei voti». Quindi, volto al Promotore, il Rettore ordina: «Dominus Robertus Calasso qui licentiam obtinuit, ingrediatur». «Entri il licenziato signor Roberto Calasso». Il laureando rientra accompagnato dal bidello e dal Promotore, e si ferma in piedi davanti al tavolo avendo alla destra il Promotore e alla sinistra il bidello. Il Rettore, i dottori e tutti gli astanti si levano in piedi e il Rettore, rivolto al laureando, ad alta voce pronunzia la formula di conferimento del dottorato: «Gaudeamus, domine Roberte Calasso, quod, nullo penitus atque penitus discrepante, per omnes fabas albas es ascitus. Itaque, hodie nonis Februaris MMXIII, in munere iudicandi constituti et auctoritate tam lege quam a supremo Moderatore concessa ad 24 hoc Reipublicae officium, Nos nobis tributa Magnificus et Rector Universitatis Perusiae, dicimus, pronuntiamus, sententiamus, decernimus et declaramus te dominum Robertum Calasso, Humanarum uti meritissimum, Scientiarum quae ad in Facultate rem publicam gerendam pertinent, doctorandum et laureandum fore, et in doctorem pariter et in magistrum creandum et eligendum esse, et ad apicem seu culmen doctoratus huiusmodi adsumendum, promovendum, magistri ac doctoris dignitate laureaque decorandum, et aliorum dominorum doctorum ornatissimo atque amplissimo numero et ordini adgregandum, ita nunc graduamus, doctoramus, laureamus et adgregamus, tribuentes et concedentes, tibi domino Roberto Calasso coram nobis constituto, omnimodam licentiam, liberamque potestatem et auctoritatem cathedram sive sedem magistri seu doctoris legendi, ascendenti, eamque interpretandi, regendi, ibique glossandi, publice iudicandi et respondendi et quoscumque alios magistri et doctoris actus hic Perusiae et ubique locorum atque terrarum gerendi, faciendi committentes tuo et exercendi, excellentissimo mandantes domino et Patrono, quatenus te ducat ad recipienda omnia et singula insignia doctoratus et magisterii cum omni debita et requisita sollemnitate, ad laudem et gloriam omnipotentis Dei, ad tuique doctoris tuaeque familiae et patriae splendorem et ornamentum: quod felix faustumque sit; et ita dicimus, pronuntiamus, declaramus et mandamus». 25 «Esultiamo, o signor Roberto Calasso, nessuno in alcun modo opponendosi, per il fatto che sei stato accettato con tutte fave bianche. Pertanto, oggi giorno 5 del mese di febbraio 2013, sedendo in veste di giudice e con l'autorità attribuitaci e concessaci tanto dalla legge che dal Presidente della Repubblica per questa funzione, Noi magnifico Rettore della Università di Perugia, diciamo, pronunciamo, sentenziamo, decretiamo e dichiariamo che tu signor Roberto Calasso, come molto meritevole, sarai da graduare, da addottorare e da laureare nella Facoltà di Lettere e Filosofia, e che ti si debba creare ed eleggere parimenti dottore e maestro, assumere e promuovere all'apice e all'altezza di siffatto dottorato, e decorare della dignità e della laurea magistrale e dottorale, ed aggregare all'ornatissimo e amplissimo numero e ordine degli altri signor dottori, così ora graduiamo, dottoriamo, laureiamo e aggreghiamo, dando e concedendo a te, signor Roberto Calasso, presentatoti davanti a noi, ogni licenza e libera potestà e autorità di ascendere la cattedra o sede magistrale o dottorale, di reggerla, di leggervi pubblicamente, di interpretare, glossare, giudicare, rispondere, e di compiere, fare ed esercitare qualunque altro atto dottorale e magistrale qui a Perugia e in qualunque altro luogo e terra, dando mandato e rimettendo nella mani del tuo eccellentissimo signor Promotore di condurti a ricevere tutte le singole insegne del dottorato e del magistero con ogni debita e richiesta solennità, a lode e gloria di Dio onnipotente, a splendore ed ornamento di te dottore, della tua famiglia e della tua Patria: il che sia felice e fausto; e così diciamo, pronunciamo, dichiariamo 26 e comandiamo». Tutti applaudono; il Rettore e i dottori si siedono nuovamente e il Promotore, rivolto al Rettore, dice: «Nunc submisse supplico, Magnifice Rector, ut des et exhibeas insignia doctoratus Humanarum Scientiarum Facultatis quae ad rem publicam gerendam pertinent domino Roberto Calasso, iuxta ordinem et morem consuetum Perusinum». «Prego umilmente ora, o magnifico Rettore, che tu conceda e porga le insegne del dottorato della Facoltà di Lettere e Filosofia al signor Roberto Calasso, secondo l'ordine e il costume consueto perugino». Il Rettore risponde: «Ex tua voluntate fiat». «Sia fatto come vuoi». Il Rettore si leva in piedi, e con lui i dottori, e dice: «Ad id quod mei muneris est, nempe ad insignia tradenda nos conferemus et oramus vos excellentissimos ut nos sequamini». 27 «Per i poteri attribuitimi, ci recheremo dunque a conferire le insegne e prego voi eccellentissimi di seguirci». Il laureato, avendo alla destra il Promotore e alla sinistra il bidello, si approssima alla cattedra e lì attende. Lo seguono in corteo il Rettore e i dottori tutti, che si dispongono ai lati della cattedra stessa. Il Rettore si rivolge al laureato: «De ordine Moderatoris auctoritate ac mandato Italicae huius excellentissimi Nationis, amplissimi exinde supremi nomine Collegii ac Humanarum Scientiarum Facultatis quae ad rem publicam gerendam pertinent Doctorum et Patroni in hoc actu honorandorum, ac pariter nomine nostro: Primum, adsignamus tibi hunc locum tamquam signum cathedrae et magisterii, ut possis posthac Lingua et litteris nostri temporis omnibus pandere et interpretari». «Per ordine e mandato del Presidente della Nazione italiana, quindi in nome e per l'autorità di questo amplissimo Collegio di Dottori della Facoltà di Lettere e Filosofia e del Promotore, da onorarsi in questo atto, ed insieme a nome nostro: Innanzitutto assegnamo a te questo luogo a simbolo della cattedra e del magistero, perché tu possa d'ora in poi diffondere a tutti ed interpretare le Lingue e le Lettere Moderne». 28 Il laureato prende posto sul seggio dottorale. Il Rettore continua: «Deinde, adsignamus tibi hunc librum, primo clausum post apertum ut significet Lingua et litteris nostri temporis, etsi ea antehac non tibi admodum tota cognita fuerunt, posthac tibi magis cognita et aperta esse». «Assegnamo in secondo luogo a te questo libro, dapprima chiuso poi aperto, a significare che queste Lingue e Lettere Moderne, sebbene prima d'ora non siano state del tutto a te conosciute, d'ora in poi siano a te maggiormente note e palesi». Il laureato riceve il libro aperto dal Rettore e lo depone sulle ginocchia. Il Rettore continua: «Tertio, anulum in digitum tuum dexterae manus immittimus, ad ostendendum quod haec scientia est tibi quodam coniugii vinculo coniuncta atque copulata; et nomine posthac Linguae et litteris nostri temporis te desponsamus». «In terzo luogo infiliamo nel dito della tua mano destra l'anello, per mostrare che questa scienza è congiunta e coniugata a te con vincolo di sposa; e a nome delle Lingue e Lettere Moderne ti 29 uniamo con vincolo nuziale». Il Rettore infila l'anello nel dito anulare della mano destra del laureato. Il Rettore continua: «Quarto, osculo pacis te amplectimur, doctorum Lingua et litteris nostri ut hodie in temporis numerum adgregeris». «In quarto luogo ti abbracciamo col bacio della pace, perché oggi tu sia accolto nel numero dei dottori in Lingue e Lettere Moderne». Il Rettore abbraccia e bacia il laureato, e quindi continua: «Quinto, benedictione communimus, quam tibi paterna Deus et magistrali omnipotens, te initium sapientiae, det». «In quinto luogo fortifichiamo te con paterna e magistrale benedizione, che a te conceda Dio onnipotente, inizio della sapienza». Così dicendo, il Rettore ha posto la mano destra sulla spalla sinistra del laureato; quindi prosegue: «Ultimo, togam doctoralem tibi tribuimus». 30 «Per ultimo ti attribuiamo la toga dottorale». Il Promotore impone al laureato la toga presentatagli da un bidello e il Rettore dice ancora: «Et birretum, vel diadema hoc vel infulam hanc, quasi de sacro altari desumptam, capiti tuo imponimus ut signum coronae et diadematis, quod hodie in hoc litterario certamine strenue dimicando meruisti, quod tibi felix faustumque sit, ad multos annos, ad gloriam omnipotentis Dei, qui gloriosissimus et sapientissimus tuam illustret rationem et declaret intellectum, ut scias obscura interpretari, veritatem colere ac dicere; Deus divitias abundantes et gratiam cognoscendi in te diffundat, Deus in re dubia te ducat, te in dubitatione doceat, te sancte ad longiora per omnes tuas vias vehat, ut vehiculum, cui nihil difficile est, eo absente nihil possibile est». «E il berretto, ovvero questo diadema ovvero questa infula, come se fosse stata tratta da un sacro altare, imponiamo sul tuo capo a simbolo della corona e del diadema, che oggi hai meritato strenuamente combattendo in questa contesa letteraria, che sia per te felice e fausto, per molti anni, a gloria di Dio onnipotente, il quale gloriosissimo e sapientissimo illumini la tua ragione e rischiari l'intelletto, affinché tu sappia interpretare le cose oscure, coltivare e proferire la verità; diffonda su di te Iddio ricchezze abbondanti e la grazia del 31 conoscere, Iddio nell'incertezza ti guidi, nelle perplessità ti istruisca, santamente ti porti nei luoghi più lontani per tutte le tue vie, come mezzo a cui niente è difficile, senza il quale niente è possibile». Il laureato si inchina profondamente e dice ad alta voce: «Gratias plurimas tibi ago, Magnifice Rector, et vobis omnibus excellentissimis doctoribus meis Perusinis». «Rendo moltissime grazie a te, o magnifico Rettore, e a voi tutti eccellentissimi dottori miei perugini». Tutti insieme i dottori rispondono: «Prosit!». Applausi. 32 CURRICULUM VITAE 33 34 Roberto Calasso nasce a Firenze nel 1941. Si laurea a Roma con Mario Praz, discutendo una tesi dal titolo I geroglifici di Sir Thomas Browne. Nel 1962 entra a far parte del piccolo gruppo di persone che, insieme a Roberto Bazlen e Luciano Foà, sta elaborando il programma di una nuova casa editrice. L’anno dopo nasce Adelphi, dove Calasso opererà senza interruzione, diventando nel 1971 direttore editoriale e nel 1990 consigliere delegato. Dal 1999 è presidente e consigliere delegato della casa editrice. Sempre per Adelphi, traduce e introduce Il racconto del Pellegrino di sant’Ignazio (1966), Ecce homo di Nietzsche (1969), Detti e contraddetti di Karl Kraus (1972) e gli Aforismi di Zürau di Franz Kafka (2004). Scrive postfazioni a Wedekind (Mine-Haha), Stirner (L’unico e la sua proprietà), Schreber (Memorie di un malato di nervi). Quest’ultimo è anche il protagonista del suo primo libro, il romanzo L’impuro folle (1974). A partire dall’inizio degli anni Ottanta, Roberto Calasso si dedica a un’opera in varie parti che elaborano materie molto diverse e tutte sono strettamente connesse tra loro, mentre nessuna è assegnabile a un genere canonico. Di quest’opera sono stati pubblicati a oggi sette volumi, che formano un’insieme di oltre tremila pagine. Nell’ordine: La rovina di Kasch (1983), libro composito che ha come perno la figura di 35 Talleyrand e una teoria del sacrificio; Le nozze di Cadmo e Armonia (1988), visione della Grecia antica attraverso la narrazione dei suoi miti, nel loro intreccio con la storia, il pensiero e la letteratura; Ka (1996), libro in cui un procedimento analogo a quello delle Nozze viene applicato alla materia indiana, dai Veda al Buddha; K. (2002), sull’opera di Kafka; Il rosa Tiepolo (2006), che ha al suo centro Giambattista Tiepolo; La Folie Baudelaire (2008), intreccio di storie che si diramano da un sogno di Baudelaire; L’ardore (2010), centrato soprattutto sul mondo vedico. Nel 1991 Calasso ha riunito alcuni suoi saggi nel volume I quarantanove gradini. Altri saggi sono raccolti nel volume La follia che viene dalle Ninfe (2005). Nel 2000 è stato visiting professor a Oxford, dove ha tenuto le Weidenfeld Lectures, poi raccolte in La letteratura e gli dèi (2001). Per Le nozze di Cadmo e Armonia, tradotto in ventitré lingue, ha ricevuto nel 1991 il Prix Veillon e il Prix du Meilleur Livre Etranger, mentre nel 2012 è stato insignito del Prix Chateaubriand per La Folie Baudelaire. Per la sua opera riceve nel 1996, a Vienna, l’Europäischer Literatur Preis e il Warburg Preis nel 2007. Come editore riceve il “Reconocimiento al Mérito Editorial” a Guadalajara, nel 2004 e il “Premio Gogol’” a Roma, nel 2011. In Italia gli vengono conferiti il Premio Speciale Viareggio-Repaci e il Premio Bagutta per La letteratura e gli dèi, nel 2001. Nel 1993 viene eletto Literary Lion, a New York, nel 2000 diventa Foreign Honorary Member della American Academy of Arts and Sciences e nel 2007 viene nominato Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres e Chevalier de la Légion d’Honneur. Nel 2003, in occasione del quarantennale 36 della casa editrice, ha raccolto una parte dei 1068 risvolti di copertina di cui è autore in Cento lettere a uno sconosciuto. Nel 2008 una parte della sua tesi di laurea è apparsa come introduzione a Religio Medici di Thomas Browne, mentre il testo integrale è uscito in Messico presso Sexto Piso e Fondo de cultura económica nel 2010. I libri di Roberto Calasso sono tradotti in 25 lingue e 26 paesi. Onorificenze: Ehrenkreuz, Vienna 1981 Literary Lion, New York 1993 Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres, Paris 2007 Chevalier de la Légion d’Honneur, Paris 2007 Premi per l’opera Europäischer Literatur Preis, Vienna 1996 “Reconocimiento al Mérito Editorial” Guadalajara, 2004 Warburg Preis, Hamburg, 2007 Premio Gogol’, Roma 2011 Bibliografia I. La rovina di Kasch, Adelphi, 1983 II. Le nozze di Cadmo e Armonia, Adelphi, 1988 III. Ka, Adelphi, 1996 IV. K., Adelphi, 2002 V. Il rosa Tiepolo, Adelphi, 2006 VI. La Folie Baudelaire, Adelphi, 2008 VII. L’ardore, Adelphi 2010 37 L’impuro folle, Adelphi, 1974 I quarantanove gradini, Adelphi, 1991 La letteratura e gli dèi, Adelphi, 2001 Cento lettere a uno sconosciuto, Adelphi, 2003 La follia che viene dalle Ninfe, Adelphi, 2005 L’impuro folle Francia: Presses Universitaires de France, 1976 Gallimard, 2000 Argentina: Marymar, 1977 Germania: Suhrkamp, 1980 Messico: Sexto Piso, 2003 La rovina di Kasch Francia: Gallimard, 1987 Gallimard (Folio), 2002 Spagna: Anagrama, 1989 Anagrama (pocket ed.), 2001 Olanda: Wereldbibliotheek, 1993 USA: Harvard University Press, 1994 Harvard University Press (pocket ed.), 1996 Inghilterra: Carcanet Press, 1994 Vintage (pocket ed.), 1995 Germania: Suhrkamp, 1997 Suhrkamp (pocket ed.), 2002 Grecia: Kastaniotis, 1999 Turchia: Kultur, 2004 India: Rajkamal Prakashan (Hindi), 2011 38 Le nozze di Cadmo e Armonia Catalogna: Ediciones B, 1990 Spagna: Anagrama, 1990 Anagrama (pocket ed.), 1994 Germania: Insel, 1990 Insel (pocket ed.), 1993 Goldmann (pocket ed.), 2001 Brasile: Companhia das Letras, 1990 Danimarca: Forum, 1990 Portogallo: Cotovia, 1990 Francia: Gallimard, 1991 Gallimard (Folio), 1995 Olanda: Wereldbibliotheek, 1991 Wereldbibliotheek (pocket ed.), 1996 Grecia: Gnosis, 1991 Kastaniotis, 2005 US: Knopf, 1993 Vintage (pocket ed.), 1994 Canada: Knopf, 1993 Knopf (pocket ed.), 1994 Inghilterra: Jonathan Cape, 1993 Vintage (pocket ed.), 1994 Svezia: Brombergs Bokförlaget, 1994 Polonia: Znak, 1995 Czuły Barbarzyńka, (pocket ed.), 2010 Israele: Zmora Bitan, 1999 Corea: Dong Yeun Publishing Co., 1999 Repubblica Ceca: Mladá Fronta, 2000 39 Finlandia: Loki-Kirjat, 2001 Estonia: Varrak, 2005 Turchia: Kultur, 2005 I quarantanove gradini Spagna: Anagrama, 1994 Francia: Gallimard, 1995 Brasile: Companhia das Letras, 1997 Portogallo: Cotovia, 1998 USA: University of Minnesota Press, 2001 Inghilterra: Pimlico, 2002 Israele: Common Knowledge/Duke University, 2004 Germania: Hanser, 2005 Ka USA: Knopf, 1998 Vintage (pocket ed.), 1999 Olanda: Wereldbibliotheek, 1998 Inghilterra: Jonathan Cape, 1998 Vintage (pocket ed.), 1999 Spagna: Anagrama, 1999 Anagrama (pocket ed.), 2005 Brasile: Companhia das Letras, 1999 Germania: Suhrkamp, 1999 Suhrkamp (pocket ed.), 2006 Francia: Gallimard, 2000 Gallimard (Folio), 2006 Grecia: Kastaniotis, 2001 40 Turchia: Iletisim, 2004 Slovenia: Cankarjeva Zalozbo, 2005 India: Rajkamal Prakashan (Hindi), 2006 Rajkamal Prakashan (Hindi, pocket ed.), 2011 Polonia: Aletheia, 2008 India: DC Books (Malayalam), 2010 India: Kalachuvadu (Tamil), 2011 Estratto da Ka: Garuda (edizione illustrata per l’infanzia) India: Katha Vilasam (Hindi e inglese), 2004 La letteratura e gli dèi USA: Knopf, 2001 Vintage (pocket ed.), 2002 Olanda: Wereldbibliotheek, 2001 Inghilterra: Vintage, 2001 Francia: Gallimard, 2002 Spagna: Anagrama, 2002 Germania: Hanser, 2003 Polonia: Czuły Barbarzyńka, 2011 Portogallo: Gotica, 2003 Turchia: Kultur, 2003 Brasile: Companhia das Letras, 2004 Grecia: Kastaniotis, 2004 In traduzione India: Rajkamal Prakashan (Hindi) 41 K. US: Knopf, 2005 Vintage (pocket ed.), 2006 Spagna: Anagrama, 2005 Francia: Gallimard, 2005 Inghilterra: Jonathan Cape, 2005 Vintage (pocket ed.), 2006 Olanda: Wereldbibliotheek, 2005 Germania: Hanser, 2006 Brasile: Companhia das Letras, 2006 Repubblica Ceca: Slovart Publishing, 2008 Serbia: Arhipelag, 2010 Polonia: Czuły Barbarzyńka, 2011 Cento lettere a uno sconosciuto Germania: Hanser, 2006 Spagna: Anagrama, 2007 La follia che viene dalle Ninfe Messico: Sexto Piso, 2004 Catalogna: Quaderns Crema, 2007 Francia, Flammarion, 2012 Il rosa Tiepolo Spagna: Anagrama, 2009 Francia: Gallimard, 2009 USA: Knopf, 2009 Germania: Hanser, 2010 42 Inghilterra: Bodley Head, 2010 Olanda: Wereldbibliotheek, 2010 Croazia: Vucovic&Runjic, 2011 La Folie Baudelaire Brasile: Companhia das Letras, 2012 Francia: Gallimard, 2011 Spagna: Anagrama, 2011 Germania: Hanser, 2012 Inghilterra: Penguin, 2012 USA: Farrar Straus & Giroux, 2012 In traduzione: Olanda: Wereldbibliotheek Polonia: Swiat Literacki L’ardore In traduzione: Brasile: Companhia das Letras Francia: Gallimard Inghilterra: Penguin Spagna: Anagrama USA: Farrar Straus & Giroux I geroglifici di Sir Thomas Browne Messico: Sexto Piso e Fondo de cultura económica, 2010 43 44 Il sigillo della Bolla papale di costituzione dell'Ateneo 45 Stampato a cura dello Staff Comunicazione e Relazioni esterne dell’Università degli Studi di Perugia nel febbraio 2013 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA