COSÌ GIRA L’UNIVERSO,
COSÌ GIRANO LE STELLE
OGNI TENTATIVO PERSO
SONO USTIONI SULLA
PELLE.
COSÌ DISSE UN
UOMO SVEGLIO CHE
INNALZANDOSI SUL
MONDO, NE DIPINSE UNO
DIVERSO.
COSÌ GIRA QUESTA TERRA
E CONFONDE LA MIA
MENTE
NON SARÀ MICA LA
PIOGGIA A FERMARE LE MIE
CORDE.
COSÌ DISSE UN UOMO
STANCO CHE NEL CUORE
DEL SUO VIAGGIO DIEDE
FIATO AL PROPRIO
ORGOGLIO.
DICEVA IO NON HO
PAURA.
IO, IO NON HO PIÙ PAURA.
DI QUEST’ACQUA CHE MI
BAGNA, DELLO SGUARDO
DI UNA DONNA E DEL
SUO CANE DA GUARDIA.
È QUESTIONE DI
EQUILIBRIO E DI COGLIERE
IL MOMENTO
MENTRE BALLO SU UNA
CORDA SCOPRO CHE
NON HO UN DIFETTO.
LO DICEVA ANCHE MIA
MAMMA CHE NEL VUOTO
SI HA PAURA FINCHÉ NON
LO SI GOVERNA.
COSÌ IO NON HO PAURA.
IO, IO NON HO PIÙ PAURA.
SONO L’ACQUA QUANDO
SCORRE, QUANDO
EVAPORA E RITORNA
NUOVAMENTE ALLA SUA
FONTE.
NON HO PIÙ PAURA.
IO, IO NON HO PIÙ PAURA.
E SE TUTTO AVESSE UN
SENSO
NON LO TROVO CON LA
MENTE
MA LO SCOPRO COL MIO
CORPO.
LASCIO CHE I MIEI SOGNI
SIANO FORTI AL POSTO
MIO OGGI LASCERÒ
TUTTO IN
DISORDINE
STRINGERÒ IL CUSCINO
COME FOSSE IL MIO
TROFEO
IN TV LA D’URSO E DUE
PALYBOY
E INTANTO FACCIO
COLAZIONE TARDI
MESCOLANDO DUE
RICORDI NELLA TAZZA DI
CAFFÈ
MENTRE SI AVVICENDANO
I BISCOTTI
COME TANTI CUORI
INFRANTI SOTTO IL SOLE
DI RAI TRE
ERA BELLA QUELLA FOTO
DEL LICEO
SENZA NÉ UN LAVORO
NÉ UNA LAUREA NEL
BUONGIORNO DELLA MIA
MATURITÀ.
LASCERÒ CHE SQUILLI
FINO ALLA SEGRETERIA
OGGI IL MIO DOVERE È
SOLO RIDERE
C’È CHI UCCIDE I SOGNI IN
NOME DELL’ECONOMIA
E PER DUE MONETE IN UN
CAVÒ
E INTANTO TRA LE
PIEGHE DEL PIGIAMA E LA
TRAPUNTA DEL DIVANO
SCOPRO LA MIA DIGNITÀ
MENTRE FUORI BUSSANO
ALLA PORTA
È LA VITA CHE PROTESTA
VUOI AMARMI OPPURE
NO?
COME VA? COME TI SENTI?
COME STAI?
SONO LA FARINA
SENZA IL LIEVITO NEL
BUONGIORNO DELLA MIA
MATURITÀ
E NON MI IMPORTA
NIENTE SE FUORI TUTTO
SCORRE
LA VITA SEMBRA SEMPLICE
SE RESTI SULLE CORDE
MA DATEMI UN BEL SOLE E
INVENTERÒ LA PRIMAVERA
DATEMI UN BEL CIELO ED
UNA LUNA TUTTA INTERA
COME VA? COME TI SENTI?
COME STAI?
SONO LA VALIGIA
SENZA IL MANICO NEL
BUONGIORNO DELLA MIA
MATURITÀ
C’ERA IL SALE A DECORARE
QUELLA CHIGLIA
NEL DONDOLIO
DECADENTE DI UNA NAVE
CHE A PENSARCI PIÙ CHE
NAVE ERA UNA BARCA
E ARRANCAVA
MESTAMENTE VERSO IL
SOLE.
UNA BAMBINA SI
SPECCHIAVA DENTRO
L’ACQUA
PER CERCARE ALMENO
L’OMBRA DI SE STESSA
NON RIUSCIVA PIÙ A
DISTINGUER NELLA MASSA
QUALE GOCCIA LEI FOSSE
IN QUELL’ABISSO.
E IN QUEL MISTO
BRULICARE DI PERSONE
SI ABBRACCIAVA UNA
SIGNORA AD UN SIGNORE
PER SENTIRE APPENA UN
PO’ PIÙ DOLCEMENTE IL
VUOTO AMARO
DEL MAI PIÙ RITORNARE.
AMORE MIO COSA POSSO
FARE? HO I SASSI NELLE
SCARPE
E DENTRO IL CUORE
QUESTO MARE MI
TORMENTA IN OGNI
NOTTE
SOGNO D’ESSER
RIMESTATA DALLE ONDE E
LA CORRENTE.
MENTRE IL PORTO STAVA
SEMPRE PIÙ DISTANTE
COME SASSI ROTOLAVANO
SUL PONTE
TRASCINATI DAL MOTORE
E LA CORRENTE
MILLE PROFUGHI IN
DIREZIONE ORIENTE.
E C’ERA UN PARROCO CHE
CONFESSAVA TUTTI
SIA PER NOIA CHE PER
FAVORE AI SANTI.
OPERAI COI
COMMERCIALISTI E
BANCHIERI INSIEME AD
ALTRI GOVERNANTI.
AMORE, DOVE ANDREMO
A FINIRE? LE MIE LACRIME
SI PERDONO NEL MARE
AL MIO RISVEGLIO SULLE
LABBRA SENTO IL SALE
E NON VEDO PIÙ LA TERRA
ALL’ORIZZONTE MA SOLO
ONDE.
DA LONTANO POI SI
PERCEPÌ UNA VOCE
MENTRE DAVANO LE
SPALLE A UNO STIVALE
DISSE VOI CHE NON AVETE
PIÙ BANDIERA
LA CERCATE IN MEZZO A
DOVE TUTTO TACE.
E LA BAMBINA SI RIVIDE
CON PIÙ ORGOGLIO
NELLO SPECCHIO DI UN
PAESE ANDATO A MALE
UN ALTRO POSTO, UN
ALTRO IMPEGNO E
MARMELLATA
SUL PANE INTEGRALE.
AMORE CHE STANOTTE
DORMIRAI IN UN LETTO DI
OSPEDALE
E NON TI MANCAN CERTO
I MIEI GUAI, COI TAGLI AL
PERSONALE.
MA CHIUDI BENE GLI
OCCHI, CHE TANTO FUORI
PIOVE E NON TI DICO IL
TRAFFICO CHE TROVI PER
LE STRADE.
IL METEO NON PROMETTE
PRIMAVERA CHE TARDA AD
ARRIVARE
LO SAI HANNO
TAGLIATO PURE QUELLA,
QUEST’ANNO NIENTE
FIORI.
PERCIÒ SORRIDI A
QUELL’INFERMIERA CHE TI
RIMBOCCA LE COPERTE
STASERA.
E MI STUPIRÒ, TI STUPIRAI
DI COME RIESCON LE
FOGLIE A CADERE,
TI STUPIRAI, MI STUPIRÒ
DI COME L’INVERNO
CONSERVI L’ESTATE.
FIRENZE NON È NIENTE
DI SPECIALE ALMENO IN
QUESTI GIORNI
È PIENA DI TURISTI PER LE
STRADE, I NEGOZI TUTTI
APERTI.
LE BIBLIOTECHE SONO
TUTTE PIENE DI STUDENTI
CHE PARLAN DI SOLDI E
VESTITI.
E MI STUPIRÒ, TI STUPIRAI
CHE CERTE FOGLIE NON
POSSON CADERE,
TI STUPIRAI, MI STUPIRÒ
DI QUELLA GENTE CHE
SI PERDE IN BICCHIERI
SVUOTATI.
AMORE FORSE QUESTA
MIA CANZONE NON È
NIENTE DI SPECIALE
E FORSE TU NEANCHE
DORMIRAI IN UN LETTO DI
OSPEDALE.
PERÒ È STATO BELLO
SENTIRTI QUI VICINA,
IN QUESTI QUATTRO
ACCORDI CHE HO MESSO
IN FILA.
DUA DUA DUA DUA DUA
DUA DUA DUA DUA…
COME FANNO MALE I
TUOI PASSI IN CORRIDOIO
FIORI APPASSITI CADUTI
NEL PETROLIO
TI AMAVO E NEANCHE TU
SAPEVI QUANTO
PIANGEVI QUELLA SERA
MENTRE IO CADEVO A
FONDO.
FIAMME CHE DIVAMPANO
DAL BICCHIERE ALLO
STOMACO
BRUCIANO LE
LACRIME CHE AFFOGO
NELL’AMARO
E UNGHIE CONSUMATE
SOPRA UN MURO
LE TUE MOVENZE COME
QUELLE DI UN ASSASSINO.
MA ERI DOLCE, PANNA
ACIDA ED ASFALTO, COME
UN VIGILE DEL CENTRO
CHE TI SEQUESTRA IL
MEZZO.
GUARDA QUANTO È
STRANA LA MIA VITA
ULTIMAMENTE
PIÙ CHE TI DISPREZZO
E PIÙ TI TROVO TRA LA
GENTE
MI DICI DI ESSER SOLO UN
ARROGANTE
PERCHÉ TI ACCUSO
DI SEGUIRMI SEMPRE E
OVUNQUE.
FATTI UN FIDANZATO
OPPURE LASCIA LA
TOSCANA
FATTI UN’ALTRA
VITA IN UNA TERRA
SCONOSCIUTA
E INVECE ANCORA
INSIEME A QUESTA FESTA
MI CHIEDI DI PARLARE
UN’ALTRA VOLTA E TI
RIPETO
CHE ERI DOLCE,
PIOGGE ACIDE SU UN
BOSCO, COME VODKA
MESCOLATA
A SEGATURA.
E FRESCA COME
IL MINESTRONE A
LUGLIO, COME TUTTO
QUELL’INGEGNO
PROFUSO NEL TRADIRMI.
MA SE TI GUARDO VEDO
ANCORA L’UNIVERSO
CHE SI ESPANDE IN UNA
SCATOLA INFINITA
E LE TUE MANI ERANO
MORBIDE
PAROLE SOLO INUTILI
QUANDO SEI IN
PARADISO, IN PARADISO.
COME PUÒ FAR MARE IL
DIVENIRE DELLE COSE
PERSINO LA FORTUNA
PUÒ NON ESSERE PALESE
FELICE È UNA PAROLA
COME ALTRE
MA UN GIORNO POTRÒ
ESSERLO COMUNQUE
SENZA DI TE
SENZA DI TE
SENZA DI TE
SENZA DI TE.
VISTO DA UNA BARCA IL
VOSTRO MONDO NON È
ALTRO CHE PARENTESI IN
MEZZO AL MARE BLU.
SFIDO LA MIA VELA
A RIGONFIARSI
NUOVAMENTE E
RIPORTARMI A CAPO
HORN.
E SALVERÒ L’ANIMA COI
SOGNI CHE FARÒ.
E LUNGO LA MINORE
RESISTENZA IO VIVRÒ MA
NON QUI,
MA NON QUI NEL
CEMENTO.
DAMMI UN PO’ DI VENTO
E IN CAMBIO AVRAI
DUEMILA MIGLIA DI
SUDORE E FRAGILITÀ.
NON SARÀ TEMPESTA
NÉ L’ECCESSO DI
STANCHEZZA AD
UCCIDERE QUESTA
LIBERTÀ.
MA VOLERÒ COME
FANNO GLI ANGELI A
SAIGON
TRA BOMBE DI LACRIME DI
SANGUE E POVERTÀ,
OPPURE QUI, FORSE QUI
TRA LE TUE MANI.
SPIAGGE CARAIBICHE
E CORRENTI
INSEGUIRANNO LA
DERIVA, OVUNQUE
PORTERÀ.
MA IO SONO FELICE
IN QUESTO PUNTO
DELL’ATLANTICO INFINITO,
OLTRE TRINIDAD.
E MORIRÒ COME FAN LE
NUVOLE NEL CIEL
DISCIOLTO DA UN SOLE
CHE PERDONA SOLO TE,
CHE SEI BELLA COME IL
MARE.
BELLA, COME IL MARE.
PORTERÒ LE LABBRA
SOPRA OGNI TUA FERITA
ABBANDONANDO
QUESTA CITTÀ.
È ORMAI L’ULTIMA VOLTA,
QUESTA È L’ULTIMA
PARTENZA E TU SARAI
CON ME.
BELLA, COME IL MARE.
PER ME, CHE HO AMATO
SOLO TE.
GOCCE DI VAPORE SULLA
STRADA DAL GRIGIO
RISALIVAN VERSO IL BLU
UN VECCHIO PEDALAVA
SENZA FRETTA
LO SGUARDO BEN
RIVOLTO VERSO SUD.
DICEVA ARRIVERÒ IN
NUOVA ZELANDA, IN
PROVINCIA DI CROTONE
O GIÙ DI LÌ
IO CREDO PIÙ NEL
VIAGGIO CHE NEL POSTO
A CUI SONO DIRETTO
LONTANO DA QUI.
MA LUNGO LA MIA
STRADA SARÒ LIBERO
AMATO DALLE DONNE E
GIGOLÒ
FEDELI IN PROCESSIONE
LO SEGUIVANO
PROFETA SENZA MACCHIA
NÉ VIRTÙ.
MA IL CUORE IN MEZZO A
QUELLO SFORZO
GINNICO GETTÒ ALLE
ORTICHE LA SUA FEDELTÀ
IN PREDA AD UN
ATTACCO CARDIACO
ESALÒ UN SOSPIRO PIENO
DI UMILTÀ
E RIPRESE LA SUA BICI
DAL SELCIATO, PUNTÒ AL
CIELO CON VELOCITÀ
CON UN BATTITO DI
CIGLIA, AL POSTO DELLE
ALI, PRESE QUOTA
LASCIANDO MERAVIGLIA.
E LUNGO QUELLA STRADA
ERA LIBERO
LA SUA CADUTA LIBERA
NEL BLU
GLIELA LESSERO NEGLI
OCCHI ANCHE I MEDICI
MENTRE CERCAVAN DI
TIRARLO GIÙ.
MA UN CUORE CHE HA
TRADITO GIÀ UNA VOLTA
COME UN’AMANTE
ANCORA TRADIRÀ
IL BATTITO RIPRESE
NORMALMENTE E COME
NIENTE FOSSE
SI SVEGLIÒ.
OH MIA CARA GINA
COSA POSSO FARE IO PER
ALLEVIARE QUALSIASI TUO
DOLORE PER FARTI
SCORDARE LA TUA
INSODDISFAZIONE.
TI PORTO AL MARE, TI
PORTO DA BERE, TI FACCIO
SENTIRE CALORE IN
QUESTE SERE
E POI TI PORTO IN AFRICA
CON UNA TELEFERICA
E LÌ POTRAI VEDERE IL SOLE
SUL DESERTO
LE CASE SENZA TETTO,
LA GENTE CHE SORRIDE
ANCHE SE HA SBAGLIATO
SMALTO
E POI TI PORTO A CASA,
UN BEL PRATO VERDE
COSÌ PUOI CAMMINARCI
SENZA IL
SOLE CHE TI MORDE E SE
TIRA VENTO FORTE MI
METTERÒ A BARRIERA
E STARÒ LÌ IMPALATO DA
MATTINA FINO A SERA.
MA SON LE 7 E 23 BARISTA
PORTAMI DA BERE
CHE NON RIESCO PIÙ A
DORMIRE, LA GOLA SECCA
E L’INSONNIA VILE
VA BEH LO SAI CHE C’È,
CHE C’È, CHE C’È, CHE C’È...
MA IO LAVORO SEMPRE E
NON CI SONO MAI
CERTO È MEGLIO UN GIRO
IN SVIZZERA CHE TIRARE
SEMPRE I BUOI
COSÌ TI PORTO A GENOVA
A VEDERE VIA DEL CAMPO
E POI UN GIRO A TRAPANI
SE AVANZA UN PO’ DI
TEMPO.
TRANQUILLA GUIDO IO,
OH MIA CARA GINA
NON SCIUPARTI QUELLE
MANI E QUELLA VISTA
SOPRAFFINA
IO CHE C’HO GLI
OCCHIALI E PURE I CALLI,
POSSO FARE COSE FOLLI
….
SCUSA HO PRESO UNA
BUCA MA GUIDO MEGLIO
SE NON PARLI.
MA SON LE 7 E 23 DI UN
VENERDÌ COME TANTI
E TU HAI FATTO LE VALIGIE,
HAI TAGLIATO TUTTI PONTI
VA BEH LO SAI CHE C’È,
CHE C’È, CHE C’È, CHE C’È...
LO SO LA PIZZERIA QUI
SOTTO CASA MIA NON
È CERTO EMOZIONANTE,
COME
ANDARE AL MAMAMIA
LA PIZZA È TROPPO
COTTA, LA SERA TROPPO
FRESCA
IO STANCO E DISTACCATO
VEDO IL MONDO IN
BIANCO E NERO
LO RICORDAVO
COLORATO E
ALL’ENNESIMA RICHIESTA,
ULTERIORE TUA PROTESTA
LANCIO IL TOVAGLIOLO
E DICO
ORA BASTA! HO
SGOBBATO COME UN
MULO E LO SAI COSA TI
DICO, GINA...........
MA VATTENE AFFANCULO!
COSÌ ALLE 7 E 23 IO
BEVO VODKA E GRAND
MARNIER
E TI SALUTO COL SORRISO
LA TUA MACCHINA
LONTANA
SULLA MIA TESTA MENO
PESO
E UN VENTO DOLCE SUL
MIO VISO, SUL MIO VISO.
I TUOI OCCHI SONO
BRIVIDI D’ESTATE SONO
PANNI STESI AL SOLE
ABBRACCIATI DA
UN CALORE INCESSANTE,
DESERTO SENZA SETE.
SEI PARTITA CON IL GELO E
CON LA NEVE
LA CITTÀ MI SEMBRA
TORBIDA ED OPACA ORA
CHE TU SEI SPARITA.
MA ADESSO IO VORREI
SOLTANTO UN GIORNO
IN PIÙ
TEMPO CHE MI SCORRI
ADDOSSO DAMMI TREGUA
ALMENO PER UN PO’.
SEMBRAVA SEMPLICE
POTEVO REAGIRE O STARE
IMMOBILE L’OSSIGENO
MANCA
IN CIMA ALL’EVEREST
COME NEL MARE BLU.
E ADESSO NIENTE, I
NOSTRI PENSIERI COME
RUGGINE,
TERRA BRUCIATA SENZA
CENERE DOVE UN FIORE
NON CRESCE PIÙ.
I TUOI OCCHI SENZA
FIATO NÉ PAROLE SONO
LACRIME VERSATE
E NON FOSSE PER LE MIE
MANI PESANTI STARESTI
ANCORA QUI.
AMORE CREDIMI
STANOTTE TI HO
SOGNATA E NON LO
FARÒ PIÙ
SARÒ IL PIÙ SEMPLICE
DEGLI UOMINI DEL
MONDO, SE MI
PERDONERAI.
MA ADESSO IO VORREI
SOLTANTO UN GIORNO
IN PIÙ
C’ERA UNA FOTO E
QUATTRO FOGLI SUL
COMÒ
C’ERA SCRITTO SULLA
CARTA SGUALCITA
“BASTA SOLO UN LIVIDO
PER NON AMARSI PIÙ”.
QUEST’ANNO BABBO
NATALE È ANDATO IN
PENSIONE
IL CONSIGLIO DEGLI
ELFI HA SCELTO DI
DELOCALIZZARE
DAL POLO AL GIAPPONE
CON SEDE FISCALE ALLE
CAYMAN, GESTITO DA
NEW YORK.
LA SLITTA TRAINATA DA
DUE MOTORI DELLA
CHRYSLER
IL VESTITO E LA BARBA
CON IL BRAND DI
GABBANA MISTO DOLCE.
E I BISCOTTI DEI BAMBINI LI
HA FATTI BANDERAS
E AL POSTO DEL LATTE UN
BICCHIERE DI COCA COLA.
E LA GENTE MI CHIEDE:
“COSA VUOI PER NATALE?”
IO RISPONDO CORTESE
“UN BONIFICO MENSILE”.
E LA BEFANA MI SORRIDE
SE NON MI ASPETTO
NIENTE
SE MI LASCIA IL CARBONE
LO RIVENDERÒ ALL’ENEL.
QUEST’ANNO A NATALE
VOLEVO DORMIRE
E INVECE HO SCRITTO
DUE RIGHE.
QUELL’ALBERO CHE BRILLA
MI ILLUMINA LA FACCIA
E COSÌ NON TEMO PIÙ IL
BUIO.
GUIDO LEGNAIOLI: testi, musiche, voce, chitarra acustica, cassa a pedale
MARTINA AGNOLETTI: voce, oboe
PATRIZIO CASTIGLIA: violino, chitarra elettrica, percussioni, arrangiamenti.
GIULIANA ANCILLOTTI: pianoforte, tastiere
ANDREA GABRIELLI: basso elettrico
Hanno inoltre collaborato al nostro progetto
MARCO SANTINI alla batteria
GIUSEPPE ALBERTI alla tromba
REGISTRAZIONE, MIXAGGIO E MASTERING A CURA DI
Alessandro Moscatelli e Matteo Guasti al Labella Studio di Montelupo F.no
www.labellastudio.it
Illustrazione e progetto grafico L:sa
SECONDO APPARTAMENTO
ci tiene a ringraziare gli amici che continuano a credere in noi senza i quali
questo progetto non avrebbe potuto prendere vita.
Grazie di cuore a: Stefano Galimberti, Elisabetta Lami, Matteo Guasti, Maria Cristina
Puccioni, Francesca Puccioni, Giuliana Corradi, Mauro Agnoletti, Ilaria Legnaioli,
Gianluca Cappuccini, Marta Checchi, Telestar.
Grazie a Lisa per dare colore al senso delle nostre canzoni.
WWW.SECONDOAPPARTAMENTO.IT
Scarica

Qui il libretto con tutti i testi!