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n
e
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a
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r
dive u t i l i
ò
le mani nell’
acqua
cosia 2
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oci
piccolo quaderno
di documentazione
Le mani nell’acqua
Acquadueò
Diversamente utili
Cosiamoci
piccolo quaderno di documentazione dei percorsi di Educazione
Ambientale su acqua e rifiuti - primavera 2004
libretto + CD
Coordinamento di redazione Veronica Gugnali - Anima Mundi
Progetto e realizzazione grafica Silvia Carraro - Anima Mundi
Testi Veronica Gugnali - Chiara Uslenghi - Gabriele Via per Anima Mundi
Disegni bambini delle scuole che hanno aderito al progetto
Fotografie Giacomo De Paoli - Veronica Gugnali - Chiara Uslenghi - Gabriele
Via per Anima Mundi
Registrazioni e rielaborazioni musicali Giacomo De Paoli per Anima Mundi
Stampato da Scriba - Forlì, in 130 copie nel Settembre 2004 su carta ecologica
Fedrigoni Freelife Vellum White
ISBN 88-86627-19-X
H
Questo piccolo quaderno vuole
raccontare le esperienze del
progetto di Educazione Ambientale
che Hera Rimini s.r.l. ha intrapreso
con le scuole materne ed elementari
presenti nel territorio della Provincia
di Rimini. È un’impronta leggera,
fatta di piccoli e millimetrici segni e
disegni, parole ed emozioni dei bambini
era
incontrati nel corso del progetto. L’Educazione Ambientale vuole
camminare così, con lievi e dolci passi verso quei cambiamenti
che conducono ad un vivere consapevole e sostenibile ad un
mondo dove la qualità reale della vita sostiene, equamente, il
percorso di ognuno.
I temi del risparmio idrico e della raccolta differenziata occupano
da anni uno spazio significativo nella valigia dell’Educazione
Ambientale perché indissolubilmente legati agli stili di vita, ai
nostri comportamenti quotidiani che globalmente e localmente
influenzano l’equilibrio ecologico del Pianeta. Stili di vita che per
molti uomini e donne si misurano nel saper coniugare gli aspetti
economico-finanziari con la ricerca di una migliore qualità della
vita e dell’ambiente. È un compito ormai inderogabile, che ha il
sapore della sfida per chi, come il gruppo Hera, intende misurarsi
con uno stile di gestione dei servizi che viene da lontano e che
porta con sé un modo di essere presente sul territorio tipico delle
realtà più attente alle ricadute sociali e ambientali.
È con questo spirito di servizio al territorio che Hera continua
ad essere presente fattivamente anche nel mondo della scuola,
con crescente attenzione, consapevolezza e competenza e
con l’obiettivo di rendere le scuole protagoniste dei processi
di cittadinanza attiva che ci accompagneranno verso un futuro
migliore.
Ci auguriamo che questa documentazione possa render conto
dell’intenso lavoro svolto con entusiasmo, impegno e pazienza
dagli insegnanti, dai bambini, dagli educatori del Centro di
Educazione Ambientale Anima Mundi e da tutti coloro che hanno
contribuito in qualche modo alla realizzazione del progetto.
Nell’impossibilità di elencare tutti i nominativi delle persone
a diverso livello coinvolte, cogliamo l’occasione di questa
presentazione per esprimere comunque sentitamente a tutti il
nostro più vivo e sincero ringraziamento per il lavoro svolto e i
nostri complimenti per la qualità del lavoro espressa in modo così
vivace, originale, creativo e responsabile.
Mario Masi
Presidente Hera Rimini s.r.l
ilprogetto
Se dovessimo riassumere in due parole i percorsi di educazione
ambientale qui documentati potremmo dire: lungo il sentiero
della sostenibilità.
Ma cosa significa oggi sostenibilità?
Partiamo da una definizione, quella di sviluppo sostenibile:
“Lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo che risponde ai bisogni
del presente, senza compromettere la capacità delle future
generazioni di soddisfare i loro bisogni” (commissione Brundtland,
ONU 1987)
La sostenibilità è quindi profondamente intrecciata con i nostri
bisogni. Essa auspica un cambiamento, una trasformazione delle
idee, della mentalità, della concezione del mondo, del paradigma
che sta dietro al nostro modo di vita. Tuttavia il primo passo da
compiere è quello della concretezza, del toccare con mano, del
valore dell’esperienza, ed è un passo che ci aiuta fin da subito a
riflettere e a ripensare il nostro rapporto con le risorse, con ciò che
utilizziamo quotidianamente. Ecco quindi la scelta di lavorare su
due temi, quello dell’acqua e quello dei rifiuti, che sono al tempo
stesso metafora della nostra società “decadente”, ma anche del
cambiamento e della flessibilità necessari per affrontare la sfida
della complessità.
Il rifiuto come scarto, come superfluo ma anche come materia da
trasformare, assemblare e reinventare. L’acqua che inonda, che
travolge, che distrugge. L’acqua che nel suo agire si adatta e si
sottomette al resto, che ha pazienza, che rende puro e liscio, che
è vita.
Al centro del progetto quindi la relazione con le risorse in rapporto
ai bisogni con un’attenzione particolare al concetto di limite visto
con lo sguardo della sobrietà felice.
Il progetto si è articolato in quattro percorsi pensati come linee
guida generali:
v Le mani nell’acqua - Percorso per le scuole materne alla
scoperta della risorsa acqua.
v Acquadueò - Percorso per le scuole elementari alla scoperta
della risorsa acqua.
v Cosiamoci - Percorso per le scuole materne sulla riduzione e
sulla raccolta differenziata dei rifiuti.
v Diversamente utili - Percorso per le scuole elementari sulla
riduzione e sulla raccolta differenziata dei rifiuti.
Per i percorsi sull’acqua i macroobiettivi si sono diretti verso un:
v Aumento della percezione del valore, biologico e culturale,
della risorsa acqua.
v Aumento del senso di responsabilità circa atteggiamenti e
stili di vita che possano basarsi su consumi idrici procapite
decrescenti.
v Coinvolgimento dell’Istituto scolastico e delle famiglie nel
percorso di sensibilizzazione.
Per i percorsi sui rifiuti i macroobiettivi si sono diretti verso un:
v Aumento delle conoscenze legate al ciclo di vita degli oggetti
di uso quotidiano e non
v Aumento del senso di responsabilità circa atteggiamenti e stili
di vita che possano basarsi su una riduzione dell’usa-e-getta e
su scelte attive di riutilizzo e riciclaggio
v Aumento della creatività e della capacità di autoprodurre
giocattoli ed oggetti di uso comune
v Coinvolgimento dell’Istituto scolastico e delle famiglie nel
percorso di sensibilizzazione
Gli obiettivi e i contenuti specifici di ogni singolo percorso sono
stati individuati e costruiti attraverso una progettazione diretta
con gli insegnanti che tenesse in considerazione i bisogni, le
esigenze delle classi e delle sezioni coinvolte al fine di consentire
una sinergia e una buona integrazione della loro programmazione
con il progetto proposto.
ò
acqua2
le mani nell’
“Se t’avviene di trattar delle acque
consulta prima l’esperienza, e poi la ragione”
Leonardo da Vinci
L’acqua è elemento fondante e primordiale della vita sulla Terra.
A pensarci bene tutto ciò che facciamo è collegato con l’acqua.
Da lei dipendono quasi tutte le nostre azioni. Ci formiamo e
nasciamo dall’acqua, il nostro corpo è costituito per il 65% di
acqua, e tutte le forme di vita dipendono da lei.
Per questo è necessario preservarne la sua integrità dato che la
qualità della nostra vita è direttamente connessa alla qualità della
nostra acqua. L’acqua è movimento e coinvolge in modo globale
la nostra sensorialità: occhi, orecchie, bocca, pelle.
Conoscete la favola delle due goccioline d’acqua?
Sabrina e Giannino erano due goccioline d’acqua nate da poco
che abitavano nei pressi della foce di un fiume. Fino a quel
momento la loro vita era trascorsa fra bagni, giochi in acqua e
corse fra le onde e non si immaginavano certo che, da lì a poco,
le loro giornate sarebbero cambiate… Una bella mattina di sole,
infatti, i genitori delle due goccioline annunciarono che era giunto
il momento di partire per il loro primo viaggio.
Gocciolina Sabrina, che era tra i due la più curiosa, accolse la
notizia con gran entusiasmo. A lei piacevano le novità e non
vedeva l’ora di incontrare nuovi amici e conoscere nuovi luoghi.
Gocciolino Giannino, invece, aveva una natura un po’ paurosa
e abitudinaria e la notizia lo scoraggiò non poco: “Ma, ma, ma
vuoi dire che dobbiamo lasciare la nostra casetta? Io sono molto
affezionato al nostro mare e al nostro fiume.. E poi ho una gran
paura di volare”. “Dai Giannino, sei sempre il solito guastafeste!
Ma non staremo via mica tutta la vita!! È un viaggio, vedrai che
quando ritorneremo avrai un sacco di cose da raccontare ai nostri
amici pesci!”. E così dopo i consueti consigli di mamma e papà i
due partirono...
Fu molto facile imparare a volare perché il sole caldo dell’estate
le fece volare nel cielo in un batter d’occhio e le fece diventare
leggere leggere talmente leggere fino a diventare vapore.. “Uh!!!
Come sono leggera, sto volandoooooo! Non mi sento più la testa!!
E dov’è finita la mia pancia???”. Così volando arrivarono su di una
nuvola bianca e soffice e da lassù si gustarono una splendida vista
sulla terra. Mentre se ne stavano lì a godersi il panorama, arrivò un
forte vento che spinse la nuvola sopra la cima di un’alta montagna
in mezzo ad altre nuvole sue amiche e cugine, alcune grigie, altre
nere.
Gocciolina Sabrina e gocciolino Giannino non si erano mai divertiti
tanto: passavano da una nuvola all’altra, giravano e trotterellavano
lasciandosi trasportare dal vento. Ridevano, cantavano, sembrava
un sogno... Ma ad un certo punto quelle nuvole cominciarono ad
oscurare il cielo e scese un gran freddo e non si sentivano più i
caldi raggi del sole. Man mano che il freddo si faceva più intenso
Sabrina e Giannino cominciarono a diventare sempre più pesanti,
pesanti, talmente pesanti che la nuvola non riuscì più a trattenerle
e due si ritrovarono a rotolare verso la terra. “Aiutooooo!!!!
Stiamo precipitando!!!!!” gridava il povero Giannino. “Lasciati
andareeeeee!!!!” rispondeva ridendo Sabrina.
Giannino era atterrato su una grossa foglia di un vecchio albero
frondoso e pensava tra sé: “E adesso? Dove sono finito? Meglio
chiudere gli occhi e aspettare l’arrivo di Sabrina”. Sabrina nel
frattempo continuava a precipitare, era caduta dentro alla fessura
di una pietra e stava rotolando giù giù sempre più giù in mezzo
alle rocce nelle profondità della terra. “Ehi! Ma dove sono finita??
E perché non si vede niente? Chi ha rubato il sole?” pensò Sabrina
percorsa per la prima volta da un brivido di paura… Intanto la
pioggia e tante altre goccioline continuavano a cadere, il livello
dell’acqua nel buco nero continuava a salire e uno spiraglio di luce
faceva capolino..
In un momento Sabrina si sentì scaraventata in superficie dalla forza
dell’acqua: era la sorgente di un limpido ruscello!! “Uh! Come mi
sento fresca e pulita!!... Ma lassù c’è Giannino!, Ehi! Giannino,
Iuhuhuhuhuh!!! Sono qua nel ruscello, salta dai!”.
Giannino non se lo fece ripetere una seconda volta e si unì con
un gran sorriso a Sabrina. Ritrovatisi, i due proseguirono nel loro
viaggio saltando e rotolando tra una cascatella e l’altra. Ad una
plom!!
sblup!
pluf!!
sosta per riprendere fiato dal tanto giocare conobbero un animale
dal lungo muso e dalla coda pelosa: era un cavallo con una gran
sete.
bruu!!
Sabrina capì subito che se non avessero reagito prontamente si
sarebbero ritrovate ben presto nella pancia dell’animale e senza
aspettare un minuto di più esordì: “Buongiorno Signor Cavallo! La
vedo molto assetato oggi e a ragione, visto che fa un gran caldo,
ma la prego di aspettare l’arrivo dell’acqua piovana che è molto
ricca di sali minerali e porta una gran energia! Se accetta, io e il
mio compagno di viaggio Gocciolino Giannino le faremo un bel
servigio! Una bella pulizia a quel suo pelo impolverato!!!”
Il cavallo non ci pensò due volte, da tempo non riceveva le
cure del suo stalliere e si lasciò cullare dal massaggio delle due
goccioline, si specchiò e si rimirò pulito nell’acqua del ruscello.
Sabrina e Giannino lo salutarono e ripresero la via dell’acqua.
Dopo tanto peregrinare il ruscello dapprima diventò un torrente e
in seguito un fiume fino a che Sabrina scorse una riga all’orizzonte:
“Giannino!!! Il mare, il mare. Siamo a casa! Senti l’odore e il sapore
salmastro e che brezza tra le onde!!” Si, erano a casa. Che meraviglia
nuotare in quella distesa infinita! E che gioia nel ritrovare gli amici
pesci! Finiti i tanti festeggiamenti Giannino e Sabrina si fermarono
a riposare un
poco
lungo
la riva della
spiaggia, ma
ecco che il
sole,
tutto
sorridente, col
suo
calore,
ancora
le
scaldò e il loro
viaggio infinito
nuovamente
ricominciò!!
Acqua e suoni
Quanti suoni si nascondono dentro ad una gocciolina d’acqua?
L’acqua è antica e piena di segreti e sorprese. Come l’acqua,
la musica è universale. Metafora l’una dell’altra, acqua e musica
sono linguaggi fluidi, flessibili e adattabili.
Con vari strumenti e materiali possiamo riprodurre il viaggio
sonoro dell’acqua, evocare i suoni della natura ma anche inventare
nuove sonorità.
Se versiamo diverse quantità d’acqua in alcuni bicchieri o
bottigliette di vetro possiamo improvvisare un concerto a tavola!!
Bolle e bollicine soffiate
con una cannuccia su una
forchetta creano i canti dei
nostri amici alati!
Anche
strumenti
più
“tradizionali” se messi
in relazione con l’acqua
inventano
nuove
sinfonie!!! Puoi farlo con il
triangolo, con i piatti, con
le campane, ma anche
con conchiglie, zucche e..
con quasi tutto quello che
ti viene in mente!!
Acqua e colori
Come faremmo a mescolare i colori senz’acqua? Grazie alle
sue proprietà di solubilità, l’acqua ci permette di creare infinite
gradazioni di colore e di esprimere il nostro estro artistico!!!
E tantissime sono le tecniche pittoriche che utilizzano l’acqua.
Con un piccolo esperimento possiamo renderci conto di questo
legame fra acqua e colori.
Ingredienti:
v acqua
v sole
v spruzzino (per intenderci quello che le mamme usano per
le piante)
Con il sole alle spalle nebulizzare l’acqua contenuta nello
spruzzino. Un magnifico arcobaleno apparirà davanti a te…
Dopo
averne
osservato bene i
colori proviamo a
rappresentarlo
con
le tempere, con i
pastelli o con i colori
alimentari.
Acqua è vita
Prendiamoci un po’ di tempo
per ascoltare e sentire la sete
e immaginiamo di trovarci in
un mondo senz’acqua. Quale
paesaggio comparirebbe davanti a
noi? Come diventerebbe la terra?
E la nostra città? E la nostra scuola?
Tutto ciò che ci circonda ci parla
direttamente o indirettamente di
acqua. La relazione fra vita e acqua
è un legame viscerale, ancestrale e
fondante.
Quando abbiamo sete possiamo sperimentare direttamente
sulla nostra pelle quale
valore possono avere
poche gocce d’acqua e
diventare per noi la cosa
più importante…
Ma allora a quante cose
serve l’acqua?
Con l’acqua io...
E l’acqua può anche...
pesco
gioco
mi disseto
mi lavo
nuoto
dipingo
produco energia
irrigo
mi specchio
spengo il fuoco
faccio esperimenti
mi rilasso
penso
navigo
pulisco
cucino
cresco e vivo
trasporto merci
mi mantengo in forma e
in salute
v rendo sano il mio corpo
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
v
trascinare via
straripare
far naufragare
annoiare
allagare
affogare
inondare
spaventarmi e mettermi in
pericolo
prosciugarsi e creare
siccità
far prendere la scossa
far nascere dei poeti
creare diamanti di rugiada
Se fossi un animale che vive nell’acqua sarei...
I mari, i fiumi, gli oceani oltre a
rappresentare
la
nostra
risorsa
d’acqua costituiscono lo spazio vitale
di moltissime forme di vita. Tantissimi
sono gli animali (e le piante) che hanno
un legame preferenziale con l’acqua e
che adattandosi ad essa nei modi più
differenti costituiscono il patrimonio
della biodiversità. La biodiversità
presente negli ecosistemi ci rammenta
anche la nostra preziosa diversità.
La goccia più preziosa
Racconto tradizionale africano
C’era una volta una
nuvola.
Avanzava lentamente:
era piccola, poco più
grande di un batuffolo
di cotone. All’interno
c’erano tre gocce di
pioggia che stavano
aspettando il momento
giusto per buttarsi giù.
La prima a farsi scivolare
dalla nuvola fu una
gocciolona grande e grossa. Vide uno scoglio e decise di andare
ad abbronzarsi al sole. Fatto sta che, poco dopo, cominciò a
sudare e all’improvviso scomparve. Di lei non restò più nulla,
nemmeno il segno sulla roccia.
La seconda vedendo l’oceano, pensò: “Qui non mancherà la
compagnia!” e si lasciò cadere. Per qualche tempo passò le sue
giornate ridendo, scherzando, ballando insieme alle compagne.
Ma un giorno un’onda l’afferrò con decisione e la mandò a
ruzzolare sulla spiaggia. La spiaggia assorbì la goccia e di lei non
restò più nulla, nemmeno un’impronta.
Sulla nuvola, intanto, l’ultima goccia, la più piccola e timida,
aspettava il momento opportuno per scendere sulla terra. Aveva
deciso: “Mi spingerò più a Nord, il vento mi trasformerà in fiocco
di neve e farò felici i bambini”. All’improvviso, in un campo arso
dal sole, vide una pianticella quasi appassita. Questo la rattristò
e la commosse. E così decise: si lasciò scivolare dalla nuvoletta e
cadde sulla piantina. La piantina si ridestò dicendo: “Che fresca
carezza! Chi sei?” “Sono una piccola goccia e sono scesa per
aiutarti” rispose, poi scomparve nel terreno, fino alle radici. Subito
un fremito percorse tutta la pianticella ed un fiorellino sbocciò,
profumando l’aria.
Non me ne lavo le mani!
Facciamo una prima indagine sui nostri consumi di acqua partendo
da una semplice azione quotidiana:
.
Lo sai che se chiudi il rubinetto mentre ti insaponi consumi circa
1/3 dell’acqua che lasciandolo aperto? Lo puoi sperimentare
raccogliendo l’acqua consumata in due differenti secchi e ti
accorgerai della differenza!! Prova a farlo anche mentre ti lavi i
denti o fai la doccia, il risultato è assicurato! La presenza dell’acqua
sulla Terra dipende anche da noi e un’attenzione ai nostri consumi,
oltre a contribuire alla sua salvaguardia, ci fa risparmiare anche
nella bolletta!!
lavarsi le mani
utili
i
c
o
m
Cosia
Dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fiori
Fabrizio De Andrè
Prove di fantasia
Esploriamo il nostro immaginario e le nostre rappresentazioni
della parola “rifiuto”:
v
v
v
v
v
v
Un rifiuto fa schifo!
È qualcosa che non serve più
Puzza!!!
È qualcosa che non ti interessa
Non ti va più bene!
Non lo vuoi più, è per questo che lo butti!
Tutte cose verissime.
Ma fermiamoci per un momento ad esaminare più da vicino un
rifiuto un po’ particolare: un contenitore di cartone.
“Secondo voi, che cosa conteneva? E soprattutto, guardandolo,
cosa vi sembra?”.
L’imballaggio passa di mano in mano. I bambini lo osservano.
A nessuno viene in mente nulla finché qualcuno esclama:
“Qui ci sono delle panchine!”.
Al nuovo punto di osservazione seguono altri sguardi:
v A me sembra un castello!
v Potrebbe essere un ospedale con questa specie di croce sul
tetto!
v Qui ci sono dei passaggi segreti!
Poi un’immagine che tutti condividiamo: un meraviglioso
paesaggio arabo, con case di fango e terra; con cupole e finestre
squadrate. Sembra appena uscito dalla bocca di Sherazade o da
uno dei quattro vangeli!
Ma cosa è veramente quell’involucro? Che tipo di funzione ha,
aveva? Nessuno ci ha ancora pensato. Sveliamo il mistero:
“È l’imballaggio di un phon! Qualcosa che sarebbe stato buttato
via, se non ci fossimo soffermati a guardarlo da altre angolazioni
e punti di vista. Non trovate che sia qualcosa di estremamente
bello? Eppure sarebbe a tutti gli effetti un rifiuto, anche se ora
come ora l’abbiamo trasformato in qualcosa d’altro. Qualcosa che
per noi ha un altro valore”.
La scala della biodegradabilità
…Così da uno sgabuzzino ho preso una vecchia scala di legno e
l’ho messa in piedi aperta sulla cattedra. E su quella scala abbiamo
disposto le materie in ordine alla loro biodegradabilità…
A volte gli oggetti possono rivelare le più svariate possibilità e
aiutarci ad inventare nuovi modi di visualizzazione dei concetti
per farli entrare concretamente dentro lo spazio vissuto. Già un
disegno, che pure si svolge sul piano, entra immediatamente nella
coscienza come nessuna terzina di Dante saprà fare se non a costo
di studio, ripetizione, analisi, comparazione, vocazione. Figurarsi
un corpo vero e proprio, o un corpo noto alla quotidianità del
luogo, tradotto per l’occasione in simbolo di altre significazioni.
Chissà se da quella mattina di maggio quella scala non sia
diventata qualcosa di più che una triste scala di sgabuzzino? In
fondo io, biondo e gagliardo, ero solo di passaggio per poche
leggere o leggendarie ore, ma la scala vegliava anche di notte
quei luoghi, da prima che quei bambini facessero il loro ingresso
nel mondo della scuola…
(Dal diario di un educatore in cammino)
Da rifiuto a materia
Una volta compreso che il rifiuto consiste in
una forma di pregiudizio legato ad una serie di
comportamenti seriali legati a qualche forma
di consumo, ecco che il vasto orizzonte della
raccolta differenziata della materia si è aperto
alle nostre coscienze.
Una delle caratteristiche più evidenti e
repellenti del rifiuto, nella collezione di
esperienze emerse, è il fatto che
. Bene, ad un esame minimamente
approfondito della questione, riflettendo
appunto sulle esperienze, abbiamo potuto vedere che la puzza è
il risultato del processo di decomposizione inesorabile e sollecita
della sostanza organica.
La sostanza organica occuperà poi una intera giornata di lavoro,
ma qui la vediamo nel suo prendere parte come rifiuto. Non si
tratta solo dell’avanzo dei cibi. Cioè del piatto di purea non finito o
delle foglie del cavolo mondate o delle bucce di patata. Possiamo
scoprire una grande quantità di sostanza organica ancora attaccata
agli imballaggi che vengono buttati. Le scatolette di tonno con il
loro olio residuo con cascami di tonno; il cartone del latte con
quelle sbrodolature; il bicchierino dello yogurt; eccetera.
Ecco che da questa analisi assai semplice abbiamo pensato
puzza
il rifiuto
all’importanza di lavare gli imballaggi per conferire materie
pulite. Poiché correggendo il nostro punto di vista maleducato
dal consumismo, potremo facilmente comprendere che si tratta
di materie; ed anche materie di valore, materie e oggetti prodotti
in quelle materie, che noi non
saremmo mai riusciti a produrre da
soli. Una semplice bottiglia di PET
in cui si tiene il tè per la merenda
è in realtà un progetto che ha
richiesto almeno un ingegnere,
il lavoro di tanti lavoratori:
dall’estrazione delle materie prime
fino all’acquisto del prodotto tè
che risponde al mio bisogno di
dissetarmi piacevolmente. Forse
quella bottiglia non la userò
più e la conferirò per la raccolta
differenziata. Occorre però che
io sia consapevole di conferire
la materia PET e che lo faccia al
meglio: i rifiuti non saranno puzzolenti, il processo di riciclaggio
avrà meno sprechi, ed io aumenterò sostanzialmente la mia
consapevolezza, il mio coinvolgimento da cittadino.
Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma
Per la sostanza organica siamo usciti in giardino, ad osservare
il prato e gli alberi, le foglie, l’ombra, e da questo sistema
davanti agli occhi abbiamo iniziato a raccontare il rapporto fra
piante (i vegetali) e animali. La fotosintesi e il ciclo dell’azoto, la
sua necessità per le piante e la sua mobilità nel terreno. Nella
terra mondo vegetale e mondo animale ritornano ad essere un
tutt’uno: le piante hanno nutrito gli animali che adesso nutrono le
piante che nutriranno altri animali…
È questo ciclo vitale
antico come il mondo
che fa si che ogni
cosa vissuta possa
ritornare a vivere.
La parola “letame”
ad esempio, che nel
nostro immaginario
sociale
richiama
allo sporco e al
sudiciume,
deriva
dal latino “laetare”
col significato di
rendere rigoglioso
e fertile ed è legata
letizia
anche all’aggettivo “laetus”,
. È la letizia del donarsi, del
mettersi in comunione con il mondo. E allora come ogni cosa
vissuta si trasforma in humus così anche un’esperienza dolorosa,
una sconfitta, un rifiuto se elaborati e trasformati diventano
nutrimento per la nostra anima.
Ecco, quindi, come una agricoltura intensiva che fa uso di concimi
chimici contribuisca ad aumentare l’azoto nei corsi d’acqua e
quindi nel mare e come ciò dipenda anche dal fatto che la sostanza
organica scartata non rientra nel ciclo di produzione agricola ma
venga appunto rifiutata e persa diventando il primo problema
domestico (puzza, percolato, appiccicume ecc) che ci fa dire che la
spazzatura fa schifo… così con una mano danneggiamo la fertilità
del pianeta e con l’altra, facendo il bagno nell’adriatico, togliamo
le alghe dalle nostre caviglie lamentandoci delle condizioni del
mare!
p
i rotagonisti
COMUNE
Bellaria
Cattolica
Cattolica
NOME
SCUOLA
Scuola
Elementare
G. Pascoli
Scuola
Elementare
Repubblica
Scuola
Elementare
Carpignola
INSEGNANTI
TEMA
CLASSI O
SEZIONI
4°, 5°
P. Berardi
C. Emaldi
S. Zaccarelli
Acquadueò
B. Belemmi
C. Giunta
E. Martina
E. Casadei
G. Lorenzi
M. Pagnini
S. Carnevali
S. Del Prete
R. Mariani
Acquadueò
1°A
1°B
1°C
B. Bedetti
L. Muraccini
Acquadueò
1°B
Scuola
dell’Infanzia
paritaria S.
Giovanni
Bosco
G. Cavallucci
L. Mentani
L. Boggian
S. Catena
Le mani
nell’acqua
Coccinelle,
Girasoli
grandi,
Girasoli
mezzani
Mondaino
Scuola
Elementare
Mondaino
M. G. Nanni
M. L.Tonni
Acquadueò
3°, 4°
Monte-
Scuola
Elementare
Croce
S. Imola
3°
Scuola
Elementare
Trebbio
L. Galanti
Diversamente
utili
Acquadueò
Scuola
dell’Infanzia
Trebbio
A. Pellegrino
A. M. Vecchietti
D. Filippucci
V. Morri
Le mani
nell’acqua
Piccoli,
mista
Scuola
Elementare
Marino
Moretti
I. Bonanni
Diversamente
utili
4°
Misano
Adriatico
colombo
Montegridolfo
Montegridolfo
Poggio Berni
2°, 3°
Poggio Berni
Scuola
dell’Infanzia
Peter Pan
A. Bindi
M. G. Carloni
M. Farabegoli
W. Paglierani
Le mani
nell’acqua
Piccoli,
Mista
Riccione
Scuola
Elementare
Riccione
Ovest
C. Pecci
P. Mazzoni
Diversamente
utili
2°, 4°
Rimini
Scuola
Elementare
paritaria
Maestre Pie
D. Bodellini
D. Morri
2°B, 3°A
Rimini
Scuola
M. Bosi
dell’Infanzia S. Cesarini
La
Resurrezione
Diversamente
utili
Acquadueò
Le mani
nell’acqua
Rimini
Scuola
dell’Infanzia
la Rondine
Le mani
nell’acqua
Blu, Rossa,
Verde
A. Fabbri
D. Turrini
E. Dulikova
M. Poggiali
M. G. Genestreti
M. Cecchini
M. Ginestreti
Gialla
Rimini
Scuola
dell’Infanzia
Via delle
officine
B. Giannini
G. Righetti
R. Melucci
Le mani
nell’acqua
Mista
Rimini
Scuola
dell’Infanzia
Viserba
A. Bedognè
C. Alessandri
D. Donati
I. Bernabei
L. Moretti
P. Fidanzia
S. Casale
Le mani
nell’acqua
Rossa,
Verde,
Azzurra
Saludecio
Scuola
Elementare
Semprini
A. D’alò
C. Del Baldo
Diversamente
utili
Acquadueò
Acquadueò
1°, 2°, 5°
Acquadueò
3°A, 3°B
Santarcangelo Scuola
Elementare
M. Pascucci
Santarcangelo Scuola
Elementare
S. Vito
A. Muccillo
C. Rinaldi
L. Melucci
A. Sacchini
P. Paganelli
S. Ginghini
1°C, 1°D,
1°E
Santarcangelo Scuola
C. Maraldi
Le mani
nell’acqua
Soli
L. Ioli
M. C. Rifimini
M. De Nicolò
Le mani
nell’acqua
Le mani
nell’acqua
Blu, Gialla,
Rossa
piccoli
Diversamente
utili
Diversamente
utili
2°
dell’Infanzia
Don G.
Marconi
Santarcangelo Scuola
dell’Infanzia
Il Drago
Santarcangelo Scuola
dell’Infanzia
Il Pollicino
C. Raconi
D. Pasolini
M. Conti
S. Ricci
Torriana
Scuola
Elementare
G. Turci
M. Castellani
Verucchio
Scuola
Elementare
G. Rodari
A. Procucci
E. Bollini
P. Raganini
Tigri,
Scoiattoli
1°C, 1°D
Anima Mundi è una piccola cooperativa che si occupa
dal 1994 di educazione, formazione e comunicazione alla
sostenibilità in Emilia-Romagna, Italia e all’estero.
Formata da un gruppo di professionisti, competenti e
fortemente motivati, da sempre ha scelto la linea della
qualità, della ricerca e dell’innovazione.
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