Chi e’ la dott.sa Elisabetta Leonardi? La Dottoressa Leonardi - 48 anni di età - è medico: si è laureata a Firenze col Prof. Paradisi, con una specializzazione in malattie infettive, e, successivamente, in Inghiterra in malattie tropicali. Ha lavorato per circa tre anni a Careggi nel reparto del professor Berni e successivante in un ospedale inglese per altrettanto tempo. L'intenzione di lavorare come medico missionario matura molto presto: fin dagli anni dell'università durante l'estate andava in Africa nei meLa dott.sa Elisabetta Leonardi con il marito si di vacanza presso strutture missionarie. Comunque la deJonathan (a dx) e un collaboratore cisione di essere medico in situazioni di particolare disagio è maturata in Inghilterra insieme a quello che poi diventerà suo marito Jonathan Nield. Ha vagabondato incontrando all'inizio molte difficoltà in vari paesi: prima in Brasile dove già operava una zia, sorella di sua madre, Angelica: un paio d'anni a Macapà in un ospedale fondato da Marcello Candia, un grande laico italiano di cui è stata avviata causa di beatificazione. Ma Elisabetta e Jonathan si sentivano molto attratti dall'Asia: prima il Vietnam dove sono rimasti circa un anno finchè è stato possibile; poi in Cambogia, anche qui in mezzo a grandi difficoltà. In queste prime esperienze appartenevano all'associazione dei Medici senza frontiere...Dopo la Cambogia sono usciti dall'Associazione e si muovono in proprio, senza appartenenze, con la libertà di rimanere dove vogliono e quanto vogliono. Da 13 anni lavorano in Tailandia ai confini con la Birmania con partticolare attenzione ai Karen, una etnia perseguitata che vive alla macchia. Certo oggi vivono...senza protezioni. Il legame di Elisabetta con la parrocchia di San Martino è un legame nato ai tempi del Maestro Terni, un musicista amico che ci voleva bene e che veniva talvolta a fare concerti in parrocchia: Elisabetta suonava nell'orchestrra del MaestroTerni. Poi abbiamo fatto amicizia con la mamma Anna Maria Chiavacci, oggi gravemente inferma, forse la più importante Dantista italiana che è venuta a farci alcune lezioni su Dante durante l'anno santo; e con il babbo, Prof . Claudio Leonardi deceduto l'anno scorso, professore di latino medioevale all'Università e presidente della Fondazione Franceschini.Elisabetta appartiene a quella schiera di medici che lavorano in silenzio, in zone di frontiera, ostinati nel loro servizio, rifiutando le luci della ribalta, con una generosità di cui ha recentemente scritto Paolo Rumiz in un libro edito da Feltrinelli. Resoconto dell’attività della dott.sa Leonardi nel 2010 Cari Tutti, come al solito un po’ in ritardo, mi è caro mandarvi il sunto del nostro anno passato qui sul confine tailandese-birmano. La situazione per i Karen non è cambiata, e non sto a ripetervi la tragedia della loro realtà. Un lento genocidio che si sta perpretrando sotto gli occhi indifferenti della comunità internazionale. Le elezioni lo scorso novembre in Birmania sono state una farsa, i generali sono sempre al potere, e la gente continua a soffrire, a perdere tutto quello che ha, ad essere uccisa e deportata, costretta a lavori forzati e torturata. Noi, con i nostri collaboratori locali, portiamo piccolo gesti a piccola gente, cercando di far sì che qualche vita possa essere toccata da un po’ di umanità. PROGRAMMI DI ASSISTENZA SANITARIA 1. Programma di assistenza sanitaria intorno alla cittadina di Mae Sot (dal 2004) per famiglie di karen e birmani che vivono come clandestine lavoratori al- la giornata nelle campagne intorno a Mae Sot (raggio di circa 15 km). Come ormai sapete bene, questo piccolo programma aiuta circa 200 famiglie con prevenzione e terapia di malattie comuni e non (polmoniti, malaria, tbc, scabbia, ipertiroidismo, ipertensione...), e assistenza sociale. E’ mandato avanti da Aung Tu, che ormai vi lavora a tempo pieno da più di tre anni. Da novembre è stato affiancato da un aspirante lavoratore, Tò Tò, che sarà il suo aiutante e, nel caso Aung Tu decida di spostarsi a lavorare nel suo villaggio a nord, prenderà il suo posto. Il lavoro non è semplice, perché le richieste e i bisogni sono così grandi che ci si sente sempre inadeguati a portare un po’ di sollievo a una situazione di povertà estrema e sfruttamento continuo. Tutti sono indebitati, ed è quasi impossibile uscirne. Chi aiutare? Tutti hanno bisogno di mangiare meglio, di poter comprare qualche vestito, di coprirsi quando è freddo, di avere una casa almeno un po’ decente... Famiglie si separano a causa delle difficoltà estreme: c’è chi va a trovare lavoro a Bangkok e non torna mai, chi lascia due bambini ai nonni in Birmania e si avventura in Tailandia con i più piccoli al seguito, chi viene lasciata perché incinta e non c’è abbastanza da mangiare, chi viene avvertito dal padrone della terra che entro una settimana deve andarsene. Aung Tu cerca di districarsi alla meglio con le difficoltà di questa gente, che spesso sente come sue. Aiutiamo come possiamo dal punto di vista sanitario e spesso paghiamo il conto ospedaliero per procedure chirurgiche, analisi, radiografie, gessi per ossa rotte, o alter cose che da soli non possono fare. Si cerca poi di aiutare con sacchi di riso chi veramente non ce la fa, si distribuiscono coperte, “sorrisi” per i neonati, semi per chi vuole coltivarsi qualche ortaggio intorno a casa, si aiuta a rifare il tetto della casa, si comprano dei maialini per le famiglie che riescono ad allevarli. Abbiamo “perso” tre persone quest’anno: la mamma di Cherry, 23 anni, per emorragia post-partum. Se fosse arrivata prima all’ospedale, forse si sarebbe salvata... Cherry era la sua primogenita. Ora vive con la nonna e noi la aiutiamo con latte in polvere. Il padre vive in una casetta accanto e la va a trovare tutti i giorni. Ma Tha Moi, 2 anni, forse morto di meningite, ma non siamo sicuri. Ha cominciato ad avere febbre e non si è più ripreso... U Gi, 70 anni, con insufficienza cardiaca, che abbiamo seguito per due anni Abbiamo certamente anche aiutato qualcuno, come per esempio Mo Lo Naing, il bambino talassemico che seguiamo da tempo; ad agosto lo abbiamo portato all’ospedale per l’operazione di rimozione della milza e da allora la sua vita è cambiata decisamente in meglio: ha bisogno di una trasfusione ogni tre mesi invece che ogni tre settimane. Yu Za Da Na Twe, una bambina di 10 anni, magra magra, con il battito cardiaco rapidissimo e un soffio al cuore che si sentiva anche senza stetoscopio. Ma ai genitori avevano detto che aveva asma, e sono rimasti sorpresi ad apprendere la vera ragione delle condizioni della figlia. Sono riuscita ad “infilarla” in un programma che sponsorizza bambini con difetti congeniti (che ho cominciato io tanti anni fa) ed è stata operata a Chiang Mai. Mo Tha, venuto in Tailandia con una storia lunghissima di dolore addominale: si è fatta diagnosi di calcoli epatici e abbiamo potuto pagare per l’operazione. Sai Aung, che tossiva per tubercolosi e non camminava più per una gotta deformante alle ginocchia e ai piedi. E la lista completa sarebbe molto lunga. Come dicevo a Aung Tu l’altro giorno, non possiamo cambiare la drammatica situazione generale, però possiamo aiutare qualche singola persona. 2. Programma di assistenza sanitaria intorno al villaggio di Be Lu Ko (dal 2010) per famiglie di karen che vivono in 8 villaggi vicini al confine, a circa 130 km a nord di Mae Sot. Di Tu, il responsabile e promotore del rogramma, ha cominciato a lavorare autonomamente in febbraio, dopo un periodo di apprendistato qui a Mae Sot. E’ molto attivo e io lo visito regolarmente, anche se nel 2010, per i miei frequenti viaggi in Italia, confesso che l’ho trascurato. Il Programma aiuta tante persone e tante famiglie, con visite regolari, attenzione ai più bisognosi, alle famiglie che sono arrivate di recente dalla Birmania, prevenzione e trattamento delle malattie più comuni, trasporto all’ospedale più vicino per i casi gravi, distribuzione di zanzariere e di coperte. Si cerca di aiutare come si può casi difficili, come quello di Ke Gi, una ragazza di forse 15 anni che Di Tu ha trovato abbandonata in una casupola; se ne stava stesa sul pavimento di bamboo, incapace di muoversi per un’artrite reumatoide che ha deformato le articolazioni delle ginocchia, delle mani, dei polsi. Nessuno la aiutava a lavarsi, qualcuno le lasciava una ciotola di riso da mangiare. La sua famiglia non voleva saperne di lei. I genitori sono morti anni fa. Lavorava a Bangkok come domestica, ma è dovuta rientrare al villaggio dei suoi fratelli quando le articolazioni hanno cominciato a fare troppo male. Dopo tanti tentativi andati a vuoto per trovarle una casa, Di Tu è riuscito a trovare una cugina in un altro vilaggio che l’ha presa in casa con sé. Non riesce a muoversi da sola, ma almeno ora è pulita, ha da mangiare regolarmente, ha una sedia dove stare seduta quanto i dolori permettono e una sedia a rotelle per andare in giro quando qualcuno ha un po’ di tempo per lei. E i farmaci fanno sì che il dolore sia ora più che tollerabile. O come quello di Saw Tu, un bambino nato cieco e che ora ha due anni. Vive in un piccolo villaggio isolato sulla montagna. Sua mamma non lo può lasciare un attimo. L’unica idea che ci è venuta per aiutare è stata quella di procurare alla mamma un seggiolino da auto, che può posizionare sul pavimento e metterci il bambino, così da non dover sempre tenerlo in braccio. Il villaggio in cui Di Tu vive è sul confine con la Birmania e la situazione non è sempre tranquilla. A novembre molte famiglie si sono riversate da questa parte, a circa 20 km da dove vive Di Tu, in fuga dall’esercito birmano e soprattutto per la paura di essere presi come portatori di armi e munizioni. Arrivano senza niente, solo con i vestiti che indossano e una borsa a tracollo. Purtroppo non sono sicura che Di Tu voglia continuare, e non so bene perché: forse lo stipendio non è abbastanza alto, forse il lavoro non gli piace, forse la frustrazione di non poter aiutare di più le persone è troppa. Vedremo. 3. Programma per persone affette da lebbra e di assistenza sanitaria intorno alla cittadina di Mae Sot (dal 2003). Jonathan continua il suo programma per persone affette da lebbra, e per molte famiglie karen di braccianti nei dintorni di Mae Sot. I nostri programmi sono molto simili, solo che Jonathan ha anche la componente lebbra, e ogni lunedì e giovedì si reca all’ospedale tailandese, dove i pazienti si recano ogni mese a ricevere la terapia, e dove nuovi pazienti vengono diagnosticati. Essendo quasi tutti i pazienti karen e birmani, è compito di Jonathan seguirli a casa, far sì che tornino all’ospedale nel giorno giusto, aiutarli se hanno altri problemi. la terapia, ma che hanno lesioni permanenti ai nervi, e che hanno bisogno sempre di un’occhiata, nel caso sviluppino infezioni alle estremità divenute insensibili. Molte le famiglie che ricevono assistenza sanitaria e sociale. Jonathan vaccina i bambini, ne controlla la crescita regolarmente, distribuisce riso alle famiglie più povere, cura tutte le malattie che riusciamo a diagnosticare. Due bambini hanno bisogno di attenzione continua: Lydia ha sette anni e ha la talassemia, ha bisogno di trasfusione di sangue ogni tre mesi e bisogna portarla all’ospedale per questo; Cio Cio Win ha quattro anni ed è emofilico, il che vuol dire che, quando si morde la lingua o si fa un taglietto e comincia a sanguinare, non smette molto facilmente e diventa talmente anemico che bisogna portarlo all’ospedale a ricevere plasma. Sa Po, la donna che aveva cominciato a lavorare per questo programma lo scorso febbraio, ha poi lasciato in luglio. E’ un lavoro troppo pesante per una giovane donna con un bambino piccolo a casa, e non riusciva a conciliare le lunghe ore di lavoro con il desiderio di essere a casa con il suo bambino. Jon si è barcamenato da solo fino a fine anno, e ora abbiamo trovato un altro aspirante al lavoro, speriamo bene! 4. Programma di assistenza sanitaria nel villaggio di K’ Ne Chu e villaggi limitrofi sul confine (dal 2004), a circa 40 km a nord di Mae Sot. So Tha continua ad essere il responsabile di questo programma, cominciato insieme a Jonathan ormai molti anni fa. Come gli altri agenti sanitari che lavorano per noi, si sposta in motorino per molti villaggi, portando in un sacco a spalla il necessario per l’assistenza sanitaria. Porta aiuto alle famiglie più povere di karen che vivono in Tailandia, ma che sono per la maggior parte provenienti dalla Birmania, e venute qui per scappare dal lento genocidio che sta accadendo nel loro territorio. So Tha è stato formato come medic molti anni fa da Medici senza Frontiere, ha poi lavorato per un’associazione per la malaria per diversi anni. Perse il lavoro quando fecero dei tagli al personale, e trovò lavoro in un albergo a Bangkok. Lo conosciamo fin dal 1999 (lavorava insieme a me per la malaria) e Jonathan, sapendolo a Bangkok, gli offrì di lavorare come agente sanitario nel suo villaggio. E’ un grande lavoratore, onesto, coraggioso. Ha tre figli maschi e ha preso nella sua famiglia tre ni- poti figli di sua cognata (morta con il marito in Birmania anni fa, forse per beri beri). La gente lo chiama: “Il medico dei vermi” (cio ke le tra), perché distribuisce a tutti anti-parassitari, con beneficio di tantissime famiglie. 5. Programma di assistenza sanitaria di base nel villaggio di Mae U Su e villaggi limitrofi (dal 2010), a circa 80 km a nord di Mae Sot. Lo schema è sempre quello: un “agente sanitario” che si muove a piedi, o in bici, o in motorino, e si prende cura delle famiglie più povere dei dintorni. Ormai non siamo più noi che proponiamo questo, noi siamo solo i facilitatori attraverso le vostre offerte e la nostra supervisione. Sono delle persone di buona volontà che ci vengono a chiedere di aiutarli ad aiutare i poveri che vivono nel loro villaggio e quelli limitrofi. Le Ghe, l’assistente di Jonathan per il programma di Mae Sot negli anni 2005-2007, poi partito con la famiglia per l’Australia e rientrato in Tailandia nel 2009, aveva ricominciato a lavorare con Jonathan. A fine anno aveva chiesto a Jonathan di aiutarlo a cominciare un programma sanitario di base nel villaggio di Mae U Su, e a gennaio aveva cominciato. Però non ha resistito lontano dalla sua famiglia. Per insistenza della moglie, in giugno è rientrato in Australia, lasciando qui il padre in condizioni molto gravi (è morto in gennaio). Sentiamo molto la sua mancanza: un grande amico e eccellente medic. Mo Klo, un conoscente di Di Tu, è venuto a chiederci in ottobre se lo potevamo aiutare nel dare assistenza sanitaria al suo villaggio e villaggi vicini. Il suo villaggio è vicinissimo a Mae U Su, e così ha potuto dare continuità dopo la partenza di Le Ghe. Aveva già ricevuto una formazione come medic anni fa e lavorava in una clinica al di là del confine. Quando i birmani hanno attaccato l’area e la gente ha dovuto fuggire, e la clinica chiudere, se ne è andato a lavorare in fabbrica a Bangkok per due anni. Non è sposato e ha la mamma in un campo profughi. Ha sentito da Di Tu che forse noi potevamo aiutarlo. Dopo un periodo passato a Mae Sot insieme a Jonathan per capire le priorità del nostro operato e come lavoriamo, ha cominciato a lavorare a Mae U Su in novembre. Per ora si sposta a piedi o in bici. Si spera che nel 2011 impari ad andare in motorino! [Responsabili: Jonathan e So Tha] 6. Programma di assistenza sanitaria di base nel villaggio di Nya Li A Ta e villaggi limitrofi (dal 2010), a circa 30 km a nord di Mae Sot. Una insegnante karen ha chiesto a Jonathan se poteva diventare un’agente sanitario per il villaggio dove viveva, visto che non c’era niente per le famiglie. A gennaio Cecilia ha così cominciato a lavorare per il suo vil- laggio, che si trova proprio sul fiume di confine. Ha ricevuto una formazione limitata (il tempo è poco!) da Jonathan e da So Tha. Con pochi medicinali di base, aiuta le famiglie con informazioni di igiene, distribuzione di ferro e vitamine, e trattamento delle infezioni più comuni. Se ha casi difficili, chiama So Tha. 7. Aiuto a un’infermiera per il villaggio di LPT, all’interno della Birmania (dal 2010). La sorella maggiore di Di Tu è un’infermiera karen, diplomata alla scuola infermiere che prima esisteva nello “stato karen” e che è scomparsa da quando, nel 1994, l’esercito birmano ha occupato tutte le principali città karen. Dopo aver lavorato in cliniche organizzate dal dipartimento di sanità karen in esilio, A.M. è tornata al villaggio di suo marito, ed ha cominciato ad aiutare le famiglie del suo villaggio. Non avendo stipendio, compra le medicine e le rivende ai pazienti ad un costo un po’ maggiorato per avere un po’ di profitto. Avendo saputo da Di Tu che forse la potevo aiutare, è venuta a conoscermi il gennaio scorso. Sono andata a parlarle in un campo profughi dove vive la madre (troppo pericoloso per lei, senza documenti, arrivare fino a Mae Sot), e ne ho avuto un’impressione molto buona. Ha 38 anni, figli ormai grandi, si dedica alla sua gente. Ha molta esperienza di medicina e anche di ostetricia. Ho deciso di aiutarla con un piccolo stipendio e medicinali (che ora può dare gratuitamente). L’ultima volta le ho anche dato soldi per comprare 100 coperte per i più poveri. Passa il confine due volte all’anno per venire a vedere sua madre, e in quella occasione mi porta il resoconto di tutti i pazienti visti. Abbiamo già 12 pazienti in terapia antitubercolare. Oltre al suo villaggio (200 famiglie) aiuta anche due villaggi vicini di 50 famiglie ciascuno. 8. Aiuto a un’infermiera per il villaggio di TRPK, dentro la Birmania (dal 2010). Una parente di Aung Tu, M.L.. è un’agente di salute nel villaggio originario di Aung Tu, all’interno della Birmania. E’ da qui che i suoi genitori sono dovuti scappare tante volte (e lui con loro quando era piccolo) durante gli attacchi dell’esercito birmano, per poi tornare quando l’esercito si ritirava. Poi, dopo un attacco particolarmente feroce, hanno deciso di venire a stabilirsi in Thailandia. Aung Tu mi ha chiesto se potevo aiutarla con medicinali di base. Come in tanti posti all’interno della Birmania, non c’è assistenza sanitaria e, quel poco che c’è, è a pagamento. Sono andata ad incontrarla in un villaggio sul confine, dove per lei non era troppo difficile arrivare. M.L. è una semplice signora sui 40 anni. Ha meno esperienza di A.M., ma può fare molte cose di base che aiutano tante persone. Da settembre ho cominciato a mandarle medicinali e vitamine 9. Aiuto a persone con HIV (dal 2006). Nelle comunità dove andiamo, oppure indicatici da amici, ci “imbattiamo” in persone con HIV. Negli anni in cui lavoravo nella clinica di Mae Tao ho visto tante persone morire per questa malattia. Sapere che c’è una terapia, e che mantenere in vita queste persone è solo una questione di soldi, è molto frustrante Il governo tailandese dà gratuitamente i farmaci antiretrovirali ai cittadini tailandesi, ma per chi non è cittadino la terapia è offerta solamente a chi può permettersela. Ho cominciato con i miei soldi a pagare per la terapia di un bambino che non potevo lasciar morire sotto i miei occhi. Poi una piccola organizzazione inglese (Karen Aid) ci è venuta in aiuto, e ha offerto finanziamenti a lungo termine per 5 persone. Era poco, ma meglio che niente! A fine 2007 l’ospedale di Mae Sot ha avuto finanziamenti internazionali per offrire terapia a un numero limitato di pazienti non tailandesi: ho potuto approfittare di questo programma per i 5 pazienti più altri due, e i soldi sono stati usati per comprare riso alle famiglie più povere. Nel 2009 Jonathan ha incontrato un paziente con lebbra e anche con HIV. Ma il gruppo che riceve terapia gratis era ormai chiuso. I soldi di Karen Aid sono stati usati per questo paziente e poi per altri che vivevano insieme a lui. Al momento paghiamo la terapia per 8 pazienti, 5 con i soldi di Karen Aid e 3 con fondi vari. Il mese corso abbiamo ricevuto visita da un’organizzazione americana che sembra intenzionata ad aiutare queste persone. Speriamo! 10. Aiuto sanitario in villaggi thai-karen (dal 2010). E’ da più di 30 anni che c’è una presenza missionaria francese per villaggi di karen sparsi sulle colline a circa 90-140 km a nord di Mae Sot. Abbiamo conosciuto père Alain un po’ per caso, come succede qui, un sacerdote mite e completamente dedicato alla gente, che parla correntemente tailandese, karen e inglese. Abita in un villaggio isolato e si sposta spesso a visitare altri villaggi. In luglio mi ha chiesto di andare in ospedale, dove una ragazzina di un villaggio era ricoverata in coma, e non riuscivano a capire né la diagnosi né la prognosi. Incontrandolo, mi ha detto che nei mesi precedenti aveva dovuto fare il funerale a tre bambini, morti per malaria. Da questa tristissima notizia, l’idea di fare formazione ai suoi catechisti, in modo che possano fare diagnosi e terapia per la malaria. Con Aung Tu e Di Tu abbamo organizzato una settimana di formazione per sei giovani, svoltasi in settembre in uno dei villaggi. Abbiamo poi fornito loro test per la malaria, antimalarici, un antibiotico, garze e disinfettanti, vitamine e ferro, antiparassitari. Rivediamo i catechisti ogni due mesi, per sapere come vanno le cose e conoscere le loro difficoltà. 11. Aiuto con vitamine e antiparassitari per 100 famiglie di karen in Birmania (una tantum). In febbraio sono andata a fare formazione di medics in un posto dall’altro lato del fiume (vedi sotto). Lì mi sono resa conto che fra gli aiuti mandati mancano ferro, vitamine e antiparassitari. Dopo la mia visita ho perciò organizzato di mandarne per i bambini delle scuole. 12. Collaborazione con Operation Smile Questa organizzazione viene all’ospedale di Mae Sot ogni anno per operare gratuitamente persone con labbro leporino o altre malformazioni del viso. Sono chirurghi e anestesisti di università di Bangkok, a volte accompagnati da professionisti europei o americani. Essendo con Jonathan gli unici medici che viviamo a Mae Sot da anni, siamo diventati il loro punto di riferimento per organizzare la loro venuta. Sono bravissimi e i risultati eccezionali. Quest’anno hanno fatto circa 130 operazioni in 4 giorni. Noi abbiamo portato 22 pazienti. 13. Consulenza medica per Star Flower Centre e per chi ha bisogno... SFC è un piccolo centro diurno per bambini karen o birmani affetti da problemi fisici o mentali che impediscono loro di andare a scuola. È’ sorto da due anni ed è una piccola oasi per questi bambini per cui non c’era alcun servizio. Siamo contenti di aiutare quando le maestre sono preoccupate per la salute di un bambino, come del resto di aiutare i pazienti che arrivano dall’altra parte del confine e ci contattano attraverso amici, organizzazioni, amici di amici... PROGRAMMI DI FORMAZIONE I. Aggiornamento per medics di ambulatori all’interno della Birmania (insieme alle organizzazioni Partners e Popoli) (dal 2009) –e la organizzazione Popoli, aiutano ambulatori dentro la Birmania, con acquisto di medicinali e piccolo stipendio per i medics. Essendo la consulente medico di ambedue le organizzazioni per i programmi sanitari per i karen, insieme prepariamo due settimane di formazione all’anno, per consolidare le conoscenze mediche dei ragazzi. Due medics per ogni ambulatorio vengono da regioni diverse e ci riuniamo in un posto tranquillo in territorio tailandese. Quest’anno hanno avuto lezioni pratiche da un dentista e da un’ostetrica. Io ho rivisto le loro cartelle cliniche, discusso i casi difficili e le terapie date poco ortodossamente. II. Formazione di medics di “alto livello”, (insieme alle organizzazioni Free Burma Rangers e Popoli) I medici responsabili del gruppo di Free Burma Rangers (www.freeburmarangers.org), gruppo che aiuta molte popolazioni all’interno della Birmania dal punto di vista sanitario, cercano di aumentare le conoscenze mediche di un gruppo di medics, così che possano poi essere a loro volta responsabili di formazione di nuovi medici e supervisori di ambulatori. Con un chirurgo dell’organizzazione italiana Popoli ho passato una settimana con questi ragazzi in febbraio, per fare lezione e vedere pazienti con loro. III. Formazione di formatori di agenti di salute di villaggio (insieme all’organizzazione Partners) (dal 2009) – La situazione sanitaria nel territorio birmano dove vivono i karen è disastrosa. Il governo non stabilisce nessuna clinica o ospedale nei villaggi considerati “simpatizzanti” con la resistenza armata karen. Il governo karen in esilio organizza degli ambulatori attraverso donazione diverse, ma sono pochi e coprono geograficamente solo una minoranza dei villaggi. Durante un giro di villaggi nel nord del territorio karen, un leader karen ha ricevuto molte richieste di aiuto per migliorare le condizioni sanitarie. Con Partners si è allora deciso di iniziare un programma di medicina di base per 42 villaggi in zone isolate. L’idea è di formare sei persone, ognuna delle quali sarà responsabile di formare e di supervisionare 7 persone in 7 villaggi diversi. Da metà del 2009 a metà del 2010 si sono contattati i vari leader delle comunità, per spiegare loro il programma e avere il loro consenso. Loro poi hanno fatto la scelta delle persone: i formatori e I lavoratori a livello di villaggio. Faremo 2 settimane di lezioni ogni 4-5 mesi. I formatori poi rientrano nelle loro comunità a fare a loro volta formazione degli agenti di salute e cominciare con loro il lavoro. Si è cominciata la formazione l’ottobre scorso, con due settimane di corso su “acqua, parassitosi e diarrea”. Le prossime settimane saranno a marzo e ci concentreremo su febbre e malaria. E’ ben poca cosa, una piccola goccia, ma è qualcosa. AIUTO A SCUOLE / ORFANOTROFI 1. Aiuto alimentare alla casa / collegio di Has Thu Le (dal 2003). E da sette anni che in un modo o nell’altro si trova aiuto per comprare cibo per i 200 ragazzi di questa casa. C’è chi lascia, avendo finito il liceo, e chi arriva. Po Re, la direttrice, ormai non vorrebbe superare il tetto di 200, anche se le richieste sono sempre tante. C’è un ricambio anche delle persone che sono responsabili dei ragazzi, ma alcune per ora danno continuità, come Mu Ku, una signora sulla trentina che è sempre la colonna silenziosa della casa, e Ghe Ne Mu, un signore di circa la stessa età, che si dedica ai ragazzi con tutto il suo cuore. L’organizzazione americana che aveva promesso fondi nel 2009 non si è poi materializzata, e per fortuna nel 2010 si sono trovati altri aiuti. C’è grande speranza che dal 2012 l’organizzazione italiana “Aiutare i Bambini” possa dare un contributo sostanziale. Li ho contattati lo scorso dicembre e verranno in visita a marzo. I piccini crescono bene e birichini, hanno le loro responsabilità e studiano volentieri, i grandi guardano con ansia la fine del liceo, quando le strade diventeranno molto incerte e si preparano un po’ per tutto. Dal 2010 Po Re ha affittato un pezzo di terreno subito fuori Mae Sot, dove dopo la scuola i grandi vanno a imparare come coltivare verdure e ortaggi (che tutti mangiano la sera). È’ una gioia vederli crescere in corpo e spirito.Siete caldamente invitati a venire a passare una settimana o un mese insieme ai ragazzi: penso che sarebbe un’esperienza indimenticabile, e fattibile anche da giovani desiderosi di conoscere realtà diverse, senza che i genitori si debbano preoccupare. 2. Aiuto alimentare al collegio di Mae La Klo (dal giugno 2010). Mae La Klo è una scuola-collegio per bambini karen che sorge subito al di fuori del campo profughi di Mae La. E’ organizzata da una signora australiana, che è riuscita ad avere il riconoscimento delle autorità tailandesi, e può dunque dare un diploma valido per la Tailandia. Vi vanno soprattutto bambini dei villaggi tai-karen delle colline intorno. Si impara in tailandese, ma il sabato e la domenica si apprende anche a leggere e scrivere karen. So Tha manda qui I suoi bambini a studiare e vi passa tutte le settimane. I finanziamenti vengono da una chiesa battista australiana, ma non sono mai abbastanza per assicurare un buon nutrimento per tutti i bambini (circa 100). Riusciamo a mandare ogni settimana olio, legumi, verdure, pesce secco o sardine in scatola. 3. Pranzo alla scuola di Nya Li A Ta (dal 2008 fino a marzo 2010). Nya Li A Ta è un piccolo villaggio Karen sul fiume di confine, a circa 30 km a nord di Mae Sot. So famiglie e controllare i bambini, e ora vi vive Cecilia (vedi sopra). Abbiamo aiutato per il pasto per l’anno scolastico 2009-10 per 80 bambini. Da giugno hanno trovato altri finanziamenti. 4. Aiuto per il pranzo della casa/collegio di New Blood (dal 2010). Questa casa ospita più di 100 bambini karen. È una delle tante sorte intorno a Mae Sot per aiutare bambini oltre frontiera. Come tutte le case, ha una scuola annessa, dove vanno anche i bambini delle famiglie di braccianti che vivono nelle vicinanze. È una della scuole, come Bwe K’La, che è nel giro settimanale di Aung Tu, che passa a controllare i bambini e dare vitamine e ferro. I direttori della scuola, una coppia birmanokaren che conosco da molti anni, sono delle persone di gran cuore e ci aiutano quando abbiamo bisogno di un “appoggio” per un bambino malato o per bambini che non hanno dove andare a scuola. E’ qui che ora vive Mo Lo Naing, così che era facile per noi portarlo in ospedale tutti i mesi per la trasfusione, e dove sono venuti diversi bambini che andavano alla scuoletta di Wan Ka, dopo che non si è più trovato un maestro. Da luglio aiutiamo a comprare 8 sacchi di riso di 40 chili al mese, poiché non ne ricevono mai a sufficienza. Dal 2011 se possibile aiuteremo anche con spazzolini da denti, dentifricio e sapone da bucato. 5. Aiuto alla scuola di Hle Bee E’ dal 2003 che aiutiamo questa scuola che sorge in Mae Sot, vicino al quartiere mussulmano, e che si distingue per la solarità della direttrice Tha Zin e per la sua totale dedizione ai bambini. Anche questa è una delle scuole da cui Aung Tu passa tutte le settimane a controllare i 250 bambini. L’anno 2010 è stato un anno duro per le scuole, a causa di una diminuzione dei finanziamenti. Nel mio piccolo non potevo certo aiutare tutte le 50 scuole che ormai sorgono a Mae Sot e dintorni, e ho aiutato Hle Bee, per il nostro legame di sempre. Fino a settembre abbiamo comprato il riso per il pranzo scolastico e abbiamo dato piccoli stipendi ai maestri nei mesi in cui proprio non ricevevano niente. Questo è bastato a farli restare a insegnare, invece che andare a trovare altri lavori. A ottobre finalmente un nuovo finanziatore si è preso carico della scuola. In novembre abbiamo poi comprato 5 macchine da cucire per il doposcuola. 6. Aiuto per il tetto della casa / collegio di Bwe K’La(dal 2006). Questa casa ha circa 100 bambini Karen che vengono dall’altra parte del confine, come al solito, per trovare sicurezza, da mangiare, dove studiare. Si trova in un villaggio tai-karen a circa 15 km a sud di Mae Sot ed è associata ad una scuola elementare. visita alle famiglie più povere della zona, e controlla anche i bambini della scuola. Spesso negli anni passati ho trovato per questi bambini aiuti per il pranzo scolastico o per altre necessità. Nel 2010 si è potuto aiutare a rinnovare il tetto dei locali dove I bambini dormono, a comprare utensili per cucina e per l’orto. 7. Scuoletta di Wan Ka (dal 2007 a marzo 2010). Questa piccola scuola, nata per iniziativa di un maestro karen locale (purtroppo morto nel 2009 per cancro al polmone) per i bambini di una zona rurale dove non c’era scuola, e sostenuta dalla vostra generosità, ha purtroppo cessato di esistere con la fine dell’anno scolastico in marzo. Il primo maestro, fratello del promotore, aveva lasciato dopo due anni di insegnamento nel marzo 2009. Con difficoltà si era trovato un sostituto (una coppia venuta dalla Birmania), che però ha lasciato a fine anno nel marzo 2010. Purtroppo non si è trovata un’altra persona che voglia stare in questo posto non molto ameno a prendersi cura dell’educazione di una trentina di bambini. I primi mesi si è tentato di fare una “scuola” in casa, con i bambini più grandi che insegnavano ai piccoli. 10. Scuole di Le Go e Mo Ko Tai (dal 2005). Con l’aiuto dell’organizzazione francese ICRA (www. icrainternational.org), che conosciamo fin dalla nostra esperienza con i Montagnards del Vietnam, aiutiamo per gli stipendi di queste due scuole elementari in territorio karen, attraverso Po Re, la direttrice della casa di Hsa Thu Le, che è anche direttrice di un’organizzazione per aiutare scuole per bambini clandestini in Tailandia e bambini Karen al di là del confine. Le scuole hanno circa 100 bambini ciascuna (Le Go è più grande) e in totale hanno 13 maestri. Dallo scorso novembre i due villaggi sono teatro di battaglia fra l’esercito Ma anche questo non ha funzionato, perché I bambini più grandi non ne sapevano abbastanza! Così abbiamo offerto ai genitori di mandare i bambini più desiderosi di andare a scuola a stare nella casa/scuola di New Blood. Qui, oltre all’insegna-mento, hanno anche da mangiare tre volte al giorno (non comune per le famiglie povere). Il direttore della scuola li porta a trovare i genitori durante le feste e le vacanze. 8. Scuoletta di Hwa Ke Lo (dal 2009). Questa piccolo scuola è nata completamente per iniziativa di un gruppo di famiglie che vivono nei campi dove i genitori lavorano a giornata. Una mamma/maestra ha organizzato i 25 bambini in un granaio e ha cominciato a fare scuola. Aung Tu passa tutte le settimane a controllare genitori e bambini. Quest’anno il “padrone” del posto ha costruito di sua iniziativa un piccolo edificio per la classe unica, dove però l’insegnamento è differenziato: dalla prima alla quinta elementare. Si aiuta con un piccolo stipendio, cancelleria, libri. I bambini tornano a casa per il pranzo. A dicembre vi abbiamo portato degli amici a fare maschere con la grande felicità dei bambini. 9. Scuoletta di Bo No Ta (dal 2010). In giugno 2009, un grande attacco dell’esercito birmano ha fatto sì che migliaia di karen si sono riversati in Tailandia, a circa 100 km nord di Mae Sot. I Tailandesi li hanno lasciati stare per un po’ di mesi, ma poi hanno cercato di rimandarli indietro. Molti hanno dovuto ripassare il confine, ma molti hanno trovato sistemazioni di fortuna in villaggi tai-karen o in campi profughi, o in luoghi un po’ nascosti. Circa 20 famiglie hanno trovato riparo in un pezzo di terreno di cui il proprietario è un taikaren, che permette loro di stare sulla sua terra. Di Tu li ha trovati nei suoi giri e vi passa tutte le settimane per controllare se qualcuno sta male. I bambini più grandi erano stati mandati a un collegioscuola non molto distante, ma per i più piccoli non c’era niente. Abbiamo così pensato di fare una piccola scuola per i 25 bambini rimasti. L’unica persona istruita è un ragazzo di 25 anni che era un medic in una clinica, e ha accettato di fare il maestro per un piccolo stipendio. I genitori hanno costruito un edificio in bambù, noi abbiamo contribuito comprando le foglie per il tetto. Si sono fatte 3 classi, comprati libri, quaderni, lapis e matite colorate. Il maestro è veramente una persona brava e penso che resterà anche per l’anno prossimo. 10. Scuole di Le Go e Mo Ko Tai (dal 2005). Con l’aiuto dell’organizzazione francese ICRA (www. icrainternational.org), che conosciamo fin dalla nostra esperienza con i Montagnards del Vietnam, aiutiamo per gli stipendi di queste due scuole elementari in territorio karen, attraverso Po Re, la direttrice della casa di Hsa Thu Le, che è anche direttrice di un’organizzazione per iutare scuole per bambini clandestini in Tailandia e bambini Karen al di là del confine. Le scuole hanno circa 100 bambini ciascuna (Le Go è più grande) e in totale hanno 13 maestri. Dallo scorso novembre i due villaggi sono teatro di battaglia fra l’esercito birmano e quello karen e tutti hanno attraversato il fiume per rifugiarsi in salvo in Tailandia. Le lezioni continuano da questa parte, in luoghi di fortuna. 11. Dopo-scuola di lingua Karen (dal 2009) nel villaggio di Ke Ne Chu. Dove vive So Tha, un collaboratore di Jonathan, i bambini a scuola imparano solo il tailandese e non la loro lingua materna, il karen. La sorella di So Tha, che era maestra in Birmania ed è scappata in Tailandia per trovarvi rifugio nel 2009, ha cominciato un dopo scuola per una dozzina di bambini che vogliono imparare a leggere e scrivere karen. ALTRI AIUTI 1. Aiuto a una studentessa universitaria, Hsa Mu Na, 22 anni (dal 2008). La mia donna delle pulizie, una signora karen scappata dalla Birmania quando aveva circa 20 anni, ha tre figli che cerca di aiutare con il suo lavoro di domestica in varie famiglie (il marito non ha lavoro e penso beva un po’ troppo...). La secondogenita ha iniziato l’università a Chiang Mai e fa psicologia. E’ molto brava e passa gli esami sempre con voti alti. E’ il terzo anno che l’aiutiamo e l’anno prossimo sarà l’ultimo e avremo probabilmente la prima Karen laureata in psicologia! 2. Programma di danza tradizionale karen (dal 2008) attraverso la sezione FMCA di ICRA (Fonds Mondial pour la sauvegarde des Cultures Autochtones), che si occupa di salvaguardare le memorie orali e le tradizioni delle popolazioni indigene, dal 2008 riusciamo a finanziare un corso di danza tradizionale karen alla scuola e casa/collegio di Hsa Tu Le. Il programma ha avuto un grande successo fra i ragazzi che, vivendo in Tailandia, stanno perdendo le loro tradizioni. I Karen sono molto musicali e ai ragazzi piace cantare e danzare. Questa danza è molto difficile e bella a vedersi. Nel 2008 e 2009 si è potuto avere un bravo maestro venuto dalla Birmania che, con un assistente, ha potuto fare lezione a due gruppi di ragazzi. Nel 2010 è stato un alunno degli anni precedenti (che è anche insegnante nella scuola di Hsa Tu Lei) a fare da maestro. Si spera di riavere un maestro professionale anche per il nuovo anno che comincia da giugno. Un gruppo è formato da 16 ragazzi e 16 ragazze, più i musicisti (due tamburi, piatti, corno e bambù), che fanno anche da coro. Le lezioni di solito si fanno fra luglio e dicembre, dopo la scuola, e I ragazzi danzano a vari eventi durante l’anno: agosto per una cerimonia buddista e per la giornata dei martiri karen, dicembre per Natale e gennaio per il Primo dell’Anno Karen. Possono essere invitati anche a danzare a matrimoni o compleanni di persone importanti nella comunità. Non sono bravissimi, perché hanno cominciato a danzare molto tardi, e non è una danza facile, ma l’entusiasmo che ci mettono è veramente commovente. Ci sono sempre più domande che posti... Da giugno si cerca di trovare fondi per sponsorizzare un maestro e strumenti per tre villaggi karen in Tailandia, dove I ragazzi vorrebbero imparare. 3. Aiuto all’ufficio di BMWEC (una tantum) – BMWEC: Burmese Migrant Workers Education Committee, è un’organizzazione nata nel 2003 per aiutare le scuole per bambini birmani o karen che non hanno accesso alla scolarità in Tailandia. Cominciata con una sola persona che cercava di aiutare quattro scuole, è diventata ora un ufficio con molte persone che cercano fondi per una cinquantina cercano di trovare modi per essere riconosciuti in Tailandia, sono responsabili di un grosso bilancio. Ne è a capo, dal 2003, Po Re. Nel 2010 si è verificata una crisi di donazioni e i ragazzi dell’ufficio non hanno ricevuto stipendio per vari mesi. Ho deciso di aiutare questi ragazzi con lo stipendio per un mese, sperando che non se ne andassero a cercare altro lavoro. Per fortuna dallo scorso agosto la situazione è molto migliorata, e nuovi donatori sono apparsi per l’ufficio e per molte scuole. AIUTI AI MONTAGNARDS DEL VIETNAM Continuiamo ad aiutare amici Ede e M’Nong degli altipiani centrali del Vietam, con aiuto spese per sei ragazzi e ragazze che hanno finito il liceo e cominciano l’università o un corso professionale. Come vedete, con gli anni le attività si moltiplicano e variano data la situazione sempre cangiante del confine. Anche noi cerchiamo di moltiplicarci, ma non sempre ce la facciamo a stare dietro a tutto e soprattutto a dare notizie di tutto. Scusate! Elisabetta Come sapete le vostre offerte vanno sul mio conto italiano o tailandese, e poi sono io che, per la maggior parte, le ridistribuisco a seconda dei bisogni. Grazie a questa grande flessibilità mi è possibile prendere decisioni immediate per venire incontro a richieste e necessità. Donazioni possono essere fatte a: Banca Fineco - Nome Conto: Elisabetta Leonardi IBAN IT20 H030 1503 2000 0000 0391 615 Conto della Parrocchia specificando la causale: IBAN IT58 M061 6038 1000 0001 9340 C00 Donazioni presso L’archivio Parrocchiale, piazza della Chiesa 83 - 0554489451). Se desiderate ricevere le lettere della dottoressa Leonardi lasciate il vostro indirizzo mail in archivio parrocchiale o scrivete all’índirizzo [email protected] Stampato in proprio dalla pieve di san Martino a solo uso informativo per i sostenitori del lavoro della dott.ssa Leonardi