1 2 A cura del Dipartimento di Fisica della Sapienza Hanno collaborato alla realizzazione: Gianni Battimelli Gabriella Fascetti Maria Grazia Ianniello Egidio Longo Si ringraziano inoltre: Giovanni Vittorio Pallottino Fabio Sebastiani Progetto grafico: Fulvio Medici 3 4 INDICE 6 I NUOVI CORSI DI STUDIO UNIVERSITARI Il sistema 3+2+3 8 FISICA PERCHÉ 9 Le ricerche in Fisica alla Sapienza 35 Principali Istituzioni e Laboratori nazionali e internazionali 36 FISICA DOVE 37 Il Dipartimento di Fisica della Sapienza 40 Informazioni generali 42 Attività di orientamento 43 Mappa delle aule 44 Un Dipartimento con una grande tradizione. La Fisica a Roma alla Sapienza: le tappe principali 46 Chi erano 55 Chi siamo 56 Il Museo di Dipartimento di Fisica 58 I fondi archivistici 59 FISICA COME 62 Corsi di studio delle lauree triennali Norme relatice all’accesso 63 Studenti impegnati a tempo parziale Calendario didattico Organizzazione dei corsi di lezione 5 INDICE 64 Valutazione Piani di studio individuali 65 Passaggi Recuperi Anticipazioni Insegnamenti “Fuori Facoltà” 66 Dissertazione e votazione fianle Supplemento al diploma Percorsi di eccellenza 67 Insegnamenti 68 Trasferimenti dagli ordinamenti precedenti 70 Norme transitorie 71 Corsi di studio delle lauree specialistiche Norme relative all’accesso 72 Studenti impegnati a tempo parziale Calendario didattico Valutazione 73 Piani di studio individuali Passaggi, recuperi ed anticipazioni Tesi di laurea e votazione finale Supplemento al diploma Percorsi edi eccellenza 79 I corsi di insegnamento per le lauree specialistiche 81 Norme transitorie 84 I Dottorati di ricerca 88 I costi 89 Fisica e mercato del lavoro 6 I NUOVI CORSI DI STUDIO UNIVERSITARI 7 I NUOVI CORSI DI STUDIO UNIVERSITARI La struttura dell’insegnamento in fisica, in accordo con la riforma universitaria si articola in cicli successivi: Lauree triennali Il Dipartimento di Fisica dell’Università La Sapienza di Roma offre tre corsi di laurea triennali: Fisica, Fisica e Astrofisica, Tecnologie Fisiche e dell’Informazione. Le lauree triennali forniscono una preparazione di base che consente: il proseguimento degli studi nella Laurea specialistica, nel Master, nelle Scuole di specializzazione per l’insegnamento; l’inserimento nel mondo del lavoro (per es. nei campi di Fisica e Ambiente, Elettronica, Calcolatori, Innovazione tecnologica, Biosistemi, Fisica sanitaria, Fisica musicale, Beni culturali, Astronomia, Astrofisica e Ricerca spaziale). Lauree specialistiche Consentono: il proseguimento degli Studi; l’inserimento nella ricerca fondamentale o applicata; la promozione e lo sviluppo tecnologico, le attività professionali e di progetto correlate alle discipline fisiche (industria, ambiente, sanità, beni culturali e pubblica amministrazione). Dottorati Rappresentano il completamento della formazione del ricercatore; il conseguimento del titolo è un requisito indispensabile per l’accesso ai concorsi di Ricercatore nelle Università e negli Enti di Ricerca. Per ulteriori informazioni vedi oltre. 8 FISICA PERCHÉ 9 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA I Nel seguito troverete, senza alcuna pretesa di completezza, brevi indicazioni su alcune delle grandi questioni intorno a cui si lavora in Dipartimento, sui più stimolanti problemi aperti e sulle prospettive della ricerca avanzata in questi settori. FISICA PERCHÉ fisici del nostro Dipartimento sono attivi in tutte le aree di ricerca riportate nella figura. Nonostante le diverse aree differiscano talvolta anche in maniera rilevante per quanto riguarda metodi di indagine, dimensioni delle attrezzature sperimentali, strumenti di calcolo o ampiezza delle ricadute applicative, spesso la linea di demarcazione tra settori di diversa denominazione tradizionale non può essere tracciata in maniera netta. E’ il caso, per esempio, di due campi abbastanza lontani tra loro fino a tempi relativamente recenti come l’astrofisica e la fisica delle particelle elementari, che si trovano oggi sotto molti aspetti a confrontarsi con gli stessi problemi. Si parla anche di “fisica astroparticellare”: rispondere a domande sul “sempre più piccolo” equivale oggi a rispondere a domande sul “sempre più vicino alla nascita dell’universo”. Allo stesso modo, ricerche originate come speculazioni relativamente astratte e lontane dalle applicazioni in meccanica statistica si rivelano fondamentali per rispondere ad interrogativi sul funzionamento di sistemi biologici complessi (è il caso della ricerca sulle reti neuronali, un settore fertilissimo che si situa all’intersezione tra fisica statistica, biofisica, cibernetica e fisica della materia). 10 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA Fisica delle particelle FISICA PERCHÉ La fisica delle particelle studia i costituenti fondamentali della materia e le loro interazioni, le relazioni tra energia, materia, spazio e tempo, le simmetrie e le leggi che governano l’Universo e la sua evoluzione. Qual’è la struttura ultima della materia? Oggi sappiamo che la materia è organizzata in famiglie di particelle, repliche più pesanti ed instabili della famiglia con cui è fatta tutta la materia ordinaria, costituita dall’elettrone col suo neutrino e dai due quark, up e down, che formano il protone e il neutrone. Ci sono motivazioni profonde per questa struttura a “repliche”? A questa intrigante domanda non c’è ancora una risposta. Le forze fondamentali che conosciamo sono quattro: l’interazione gravitazionale, l’interazione debole, l’interazione elettromagnetica e l’interazione forte. Queste interazioni agiscono tra le particelle di “materia”, elettroni, neutrini e quark, e sono “mediate” dalle particelle di “forza”, gravitoni, bosoni W e Z, fotoni e gluoni. La forza debole è alla base della combustione dell’idrogeno nelle stelle. 11 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA Queste sono le domande fondamentali che si pongono oggi i fisici delle particelle: • Quali sono le Simmetrie dell’Universo? • Qual’è l’origine della massa delle particelle? • Perché l’Universo è fatto di materia? Ci sono tracce di antimateria? • Qual’è la natura della massa mancante dell’Universo? Le risposte vengono dagli esperimenti agli acceleratori, come quelli del CERN di Ginevra, dove si riproducono le altissime densità di energia dell’Universo primordiale; dagli esperimenti nelle profondità della terra, come ai laboratori del Gran Sasso, dove i rumori di fondo sono minimi; dagli esperimenti che raccolgono particelle al di fuori dell’atmosfera, come sulle stazioni orbitanti o sulle sonde spaziali. I Laboratori Nazionali del Gran Sasso. L’esperimento AMS in volo sopra la Terra. 12 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA Gli esperimenti di “alte energie” FISICA PERCHÉ La collisione tra particelle dotate di energie molto elevate permette di ricreare in laboratorio i costituenti fondamentali presenti nei primi istanti dell’Universo e di studiarne le loro interazioni. Per accelerare le particelle alle energie necessarie si devono costruire macchine troppo grandi e costose per una Università o anche per un singolo Paese. Molti degli esperimenti dei fisici del Dipartimento si svolgono al CERN di Ginevra, al FERMILAB di Chicago, a SLAC in California. In un tipico esperimento di alte energie due fasci di particelle vengono fatti collidere (in questo caso elettroni contro positroni). La loro massa si converte in energia, generando varie particelle osservate nei diversi "rivelatori". 13 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA Il CERN di Ginevra. FISICA PERCHÉ L’esperimento BaBar di SLAC. 14 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA FISICA PERCHÉ L’antimateria Molti pensano che l’antimateria sia un’invenzione dei libri di fantascienza: non è così. L’antimateria viene prodotta dai raggi cosmici che colpiscono l’atmosfera terrestre e negli acceleratori di particelle con la stessa probabilità con cui viene prodotta la materia. Come predetto da P.A.M. Dirac nel 1927 e dimostrato da C.D. Anderson nel 1932 con la scoperta del positrone, l’antiparticella dell’elettrone, ad ogni particella corrisponde un’antiparticella con le stesse proprietà ma carica elettrica opposta. Le leggi della fisica devono essere le stesse per materia ed antimateria, per cui ci dovremmo aspettare un Universo pieno di antimateria. Quando materia ed antimateria si incontrano, si disintegrano, producendo una grandissima quantità di energia sotto forma di fotoni: il secondo passo di Armstrong sulla Luna dimostra che non ci sono apprezzabili quantità di antimateria su distanze planetarie. L’assenza di vistose esplosioni nel nostro Universo porta ad escludere apprezzabili quantità di antimateria fino a 20 Megaparsec, (cioè milioni di parsec, una unità di misura che rappresenta la distanza di un oggetto che ha una parallasse di un arco di secondo ed equivale a 3.26 anni luce). La ricerca nello spazio delle più deboli tracce di antimateria e la formulazione delle possibili spiegazioni della sua scomparsa sono un tema affascinante che promette di svelare i segreti fondamentali della primigenia evoluzione dell’Universo in cui viviamo. 15 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA La Materia Oscura Antimateria, materia oscura, energia oscura: alcuni dei pezzi mancanti del puzzle del nostro Universo. FISICA PERCHÉ Un altro dei misteri dell’Universo riguarda la quantità di materia che esso deve contenere: in base a molte delle caratteristiche che osserviamo (per esempio la velocità di rotazione delle Galassie, che dipende dalla massa totale in esse contenuta e può essere misurata tramite l’effetto Doppler della luce che arriva fino a noi) essa risulta molto maggiore della materia visibile identificata. Sulla natura di questa Materia Oscura sono state formulate diverse ipotesi, molte delle quali coinvolgono particelle dai nomi esotici (WIMP, neutralini ecc.) non ancora osservate e accanitamente ricercate dai nostri esperimenti. Le più recenti misure dell’espansione dell’Universo suggeriscono un aumento della velocità di espansione: una possibile spiegazione potrebbe essere che il “vuoto cosmico” sia in realtà riempito da una forma di “energia oscura”, ricollegabile alla presenza della “costante cosmologica”, prevista da Einstein. 16 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA Dalle frontiere della fisica alle frontiere della tecnologia FISICA PERCHÉ Le tecniche necessarie per la realizzazione degli esperimenti della fisica di punta sono quasi sempre ai limiti delle possibilità della tecnologia moderna e spingono continuamente verso nuovi traguardi alla frontiere della tecnologia, con applicazioni in campi spesso molto lontani da quelli di origine. I dati trasmessi in un secondo di funzionamento di un esperimento di LHC, il futuro collider del CERN, equivalgono all’informazione media scambiata con 100 milioni di telefonate: da questa immensa mole di informazioni, sofisticati algoritmi devono filtrare ed estrarre le rarissime informazioni corrispondenti ai segnali delle nuove particelle. Ogni 25 miliardesimi di secondo, il rivelatore centrale dell’esperimento CMS produce un’immagine come quella di sinistra. Da questa immensa mole di informazioni, il software dell’esperimento è in grado di filtrare in tempo reale le tracce degli eventi rari ed interessanti (a destra). 17 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA FISICA PERCHÉ Dai calorimetri a cristalli alla Tomografia ad Emissione di Positroni (PET): i più precisi strumenti per la misura dell’energia dei fotoni negli esperimenti di alta energia utilizzano cristalli pesanti nei quali le particelle prodotte dai fotoni sviluppano segnali luminosi. Nelle più avanzate tecniche diagnostiche si utilizzano alcune sostanze che emettono positroni e che vengono assorbite in modo selettivo dai tessuti. Questi positroni, annichilandosi con gli elettroni presenti, generano due fotoni: i rivelatori a matrice di cristalli, sviluppati sfruttando le ricerche dei fisici delle particelle, permettono di individuare con estrema precisione la posizione in cui è avvenuta l’annichilazione. 18 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA Dal WWW alla GRID FISICA PERCHÉ Il World Wide Web è stato inventato nel 1989 dal Dr. T. Berners Lee, che lavorava al CERN di Ginevra: originariamente il sistema era stato concepito per lo scambio istantaneo di informazioni tra ricercatori impegnati negli stessi progetti scientifici, ma che lavoravano in Laboratori e Università sparsi per il mondo. Oggi ha milioni di utilizzatori scientifici e commerciali in tutto il mondo. Se il WWW dà un accesso semplice ed immediato all’informazione distribuita sulla rete, la nuova frontiera è l’accesso altrettanto immediato alla potenza di calcolo distribuita sulla rete: i ricercatori del nostro Dipartimento partecipano ad un ambizioso progetto, detto GRID (griglia) che nasce da una vastissima collaborazione internazionale tra l’Unione Europea, il CERN, l’INFN, la NASA, il Department of Energy degli Stati Uniti, l’MIT ed altre prestigiose istituzioni. 19 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA L’Astrofisica, anziché un settore della Fisica, è da intendere come quella disciplina che applica le conoscenze di tutti i settori della fisica alla comprensione della fenomenologia legata ai corpi celesti e alla distribuzione della materia e dell’energia nell’Universo. Da un lato essa si basa su osservazioni dei fenomeni cosmici, sui quali non si può avere un controllo diretto, diversamente da quanto accade negli esperimenti di laboratorio. D’altro canto gli astri e il cosmo rappresentano proprio dei “laboratori” in cui si possono realizzare naturalmente situazioni estreme non sperimentabili a terra. Talvolta, infatti, le teorie fisiche possono avere un diretto riscontro solo in fenomeni astronomici come esplosioni di supernovae, buchi neri, lenti gravitazionali, stelle di neutroni, ecc.. Le osservazioni coinvolgono l’intero spettro elettromagnetico e, di conseguenza, le tecnologie più diverse: dai radiotelescopi e interferometri di dimensione planetaria, I quattro telescopi da 8.2 m del Very Large Telescope agli osservatori dell’ESO (European Southern Observatory), utilizzaspaziali per la ra- bili come interferometro (VLTI). Cerro Paranal (Cile) diazione infrarossa, ultravioletta e visibile e per i raggi X e gamma, ai grandi telescopi ottici a terra. Anche “finestre non elettromagnetiche” sono aperte sul cosmo: neutrini, raggi cosmici di altissima energia (molto maggiore di FISICA PERCHÉ Astrofisica 20 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA FISICA PERCHÉ quella ottenibile nei grandi acceleratori di particelle) e, potenzialmente, la radiazione gravitazionale prevista dalla teoria della relatività generale. Le attività di ricerca teoriche e osservative del nostro Dipartimento riguardano alcune delle domande fondamentali dell’astrofisica: – Qual è la geometria e quale la dinamica globale dell’Universo? – Quali sono le distribuzioni di galassie e di materia oscura nell’Universo e il loro legame con la dinamica cosmica complessiva? – Il telescopio XMM-Newton dell’Agenzia Spaziale Europea, per l’osservazione delle sorgenti cosmiche di radiazione X Come sono nati e come evolvono galassie e nuclei galattici attivi? – Come si alimenta il “motore centrale” di un nucleo galattico attivo, e qual è la sua relazione con la dinamica della galassie che lo ospita? – Quali sono i meccanismi che spiegano la distribuzione spettrale, dal radio ai raggi gamma, delle sorgenti cosmiche di alta energia? 21 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA Il problema della “localizzazione” dell’antimateria nell’Universo, o quello della massa mancante (della “materia oscura”) sono due buoni esempi del modo in cui si intrecciano domande tradizionalmente associate ai campi della fisica delle particelle e dell’astrofisica. Un altro esempio in proposito è fornito dalle ricerche che hanno portato recentemente alla realizzazione dell’esperimento Boomerang, condotto in prima fila da ricercatori del nostro Dipartimento. I dati raccolti dall’esperimento, il cui obiettivo è la misura delle anisotropie della radiazione elettromagnetica di fondo, hanno permesso di ricostruire una “fotografia” dell’universo in una fase primordiale, quando era 50000 volte più giovane, mille volte più caldo e Un lancio di Boomerang. un miliardo di volte più denso di adesso; grazie a queste indicazioni si è in grado di ottenere informazioni sui primissimi istanti di vita dell’universo, immediatamente dopo il Big Bang, e insieme di conoscerne meglio la distribuzione della massa e della densità. Un’immagine delle strutture dell’universo primordiale osservate da Boomerang. Per dare un’idea della scala, il piccolo tondo nero in basso a destra corrisponde alle dimensioni apparenti della Luna. FISICA PERCHÉ La radiazione di fondo dell’Universo 22 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA Esistono le onde gravitazionali? Previste dalla teoria della relatività generale, le onde gravitazionali hanno resistito finora ad ogni tentativo di captarne la presenza attraverso la realizzazione di apposite antenne (le “antenne gravitazionali”). E’ questa una linea di ricerca che vanta una lunga tradizione nel nostro Dipartimento, con la realizzazione di sbarre risonanti criogeniche, e che vede attualmente la partecipazione di un nostro gruppo di ricerca alla collaborazione internazionale che sta costruendo Virgo, un gigantesco interferometro (localizzato nella pianura a ridosso di Pisa) che dovrebbe essere in grado di rilevare segnali anche di debolissima intensità e dare quindi indicazioni empiriche definitive in favore dell’esistenza di questi elusivi oggetti previsti dalla relatività generale. 23 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA Fisica, Complessità e Disordine Dopo enormi successi la fisica ha scelto una nuova, formidabile sfida. La natura delle scienze fisiche è quella di fornire dettagliate previsioni quantitative sui fenomeni naturali. Questo ha portato alla elaborazione di un quadro teorico che consente una comprensione profonda dei grandi fenomeni fondamentali (le particelle elementari, i quark, la frontiera del piccolissimo): Secondo voi questo disegno anche se in questi campi è complesso o no? rimane ancora molto da fare, i grandi successi conseguiti hanno stimolato l’apertura di una nuova, caldissima frontiera, quella della Complessità La fisica oggi cerca di spiegare in modo quantitativo e di prevedere il comportamento di sistemi in cui il disordine che ne caratterizza i componenti elementari o la complessità intrinseca delle loro interazioni ha un ruolo importante, che arriva fino a modificare crucialmente la natura stessa del sistema, consentendogli comportamenti di enorme interesse. Il fatto che l’analisi di semplici strutture matematiche porti alla creazione di strutture affascinanti è stato molto importante. Guardate la seconda figura di questa pagina: non si direbbe 24 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA FISICA PERCHÉ proprio che nasca da una fredda e semplice equazione, vero? Eppure si tratta del risultato di una elementare regola di iterazione. Questi metodi hanno una valenza straordinaria: ad esempio, possono suggerirci come provare ad aiutare la struttura delle connessioni di Internet a crescere in modo intelligente. Provate invece a fare un vero esperimento, ed aprite a metà il rubinetto del bagno: vedete una complicata struttura di filamenti che si intersecano e si modificano nel tempo. Cos’è che genera una struttura così “artistica”? Da un lato queste teorie stanno dando grandi contributi alla comprensione di materiali fisici di grande interesse (per esempio la struttura dei semplici vetri delle finestre è ancora un mistero, che si sta forse chiarificando grazie a queste idee). Dall’altro lato il campo in cui questi metodi cercano di aiutare la nostra capacità di comprensione si allarga: adesso i fisici cercano di comprendere complessi sistemi biologici, sistemi di agenti in interazione, come modelli di mercati economici, ed aggregati di esseri complessi che interagiscono socialmente (insomma, noi...). Si tratta certamente di una frontiera pionieristica piena di promesse. Rappresentazione grafica di sistemi biologici ad alta complessità che la fisica cerca di aiutare a capire. Si vede il processo di mitosi in una salamandra, una macro-cellula del fegato di un topo, un ribosoma. 25 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA Complessità e disordine sono termini che si sono affacciati (o sono ricomparsi con nuovi significati) all’interno di quella che si indica generalmente come “fisica della materia”, e che può essere caratterizata come quella parte della fisica che studia, anziché le proprietà dei costituenti “elementari” nella loro indivi- Immagini di "punti" e "vulcani" quantici ottedualità e le caratteristi- nute col microscopio a scansione di sonda. che ancora sconosciute delle interazioni che si esercitano tra di essi, i comportamenti e le proprietà tipici di aggregati di numerosissimi costituenti di cui sono ben note le proprietà individuali e quelle delle forze che li legano (si tratta in sostanza di interazioni elettromagnetiche), ma che presentano talvolta comportamenti nuovi e inediti dovuti al gran numero di componenti dei sistemi in esame. Le domande che si pongono in questo settore sono le più disparate, e spaziano da questioni di immediato interesse applicativo a quesiti di carattere assolutamente fondamentale. Perché, ci si chiede da un lato, in alcune ceramiche la resistenza elettrica diventa nulla al di sotto di una certa temperatura? E’ la superconduttività: se si innesca una corrente elettrica all’interno di un anello di Niobio alla temperatura di otto gradi FISICA PERCHÉ Fisica della materia 26 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA Kelvin (circa 265 gradi sotto zero), la corrente circola “per sempre” (sono stati misurati tempi dell’ordine di molti anni). Qui intervengono e si mischiano le leggi fondamentali della meccanica quantistica, che regolano i comportamenti individuali dei costituenti di base della materia ordinaria, e quelle della meccanica statistica che descrivono i comportamenti collettivi di aggregati di grandissimi numeri (dell’ordine del numero di Avogadro) di tali costituenti. Le nanotecnologie, ossia le tecniche per realizzare oggetti di dimensioni piccolissime (un nanometro è un miliardesimo di metro), consentono di studiare le proprietà quantistiche della materia in strutture disegnate in laboratorio. Dall’unione della superconduttività con le nanotecnologie nascono nuovi dispositivi, che a loro volta possono essere utilizzati per incrementare sensibilmente la sensibilità e la raffinatezza di strumentazione utile in altri settori di ricerca (bolometri e microrefrigeratori, per misurare la radiazione cosmica, o gli SQUID, che misurano campi magnetici e sono usati dai ricercatori del Dipartimento per studiare le leggi fondamentali della meccanica quantistica), e trovare poi anche un gran numero di impieghi pratici. FISICA PERCHÉ Fisica dei Biosistemi Una delle linee di ricerca nell’area di Fisica dei Biosistemi che si è recentemente sviluppata nel nostro Dipartimento, riguarda lo studio dell’interazione del DNA con i lipidi, considerati possibili candidati quali vettori nella terapia genica. Questi sistemi, che presentano una fenomelogia molto ampia nell’ambito della fisica dei sistemi complessi, sono studiati utilizzando diverse tecniche sperimentali tra cui Diffrazione di Raggi X, Microscopia a forza atomica (AFM), diffusione della luce e Spettroscopia Dielettrica. 27 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA Anche antiche domande sui fondamenti si ripropongono in termini nuovi. Come si spiega l’apparente paradosso per cui degli oggetti come le molecole di un gas, che obbediscono alle leggi della meccanica classica (e che dovrebbero quindi muoversi secondo una dinamica reversibile, cioè comportarsi in un modo indifferente allo scorrere della freccia del tempo), esibiscono invece, se osservati in grande numero a livello macroscopico, il comportamento tipicamente irreversibile sancito dal secondo principio della termodinamica? Posto oltre un secolo fa nei lavori dei padri fondatori della meccanica statistica, il problema si ripropone ancora vivo all’attenzione dei ricercatori di oggi, che hanno però ora a disposizione un poderoso strumento per studiarlo, fornito dalla incredibile potenza di calcolo dei moderni calcolatori, che sono in grado di “inseguire” la dinamica di un gran numero di particelle in interazione e simularne il comportamento reale. La dinamica molecolare permette così, attraverso questi “esperimenti teorici” in cui il calcolatore svolge una essenziale funzione di simulazione di comportamenti collettivi che non sarebbero altrimenti calcolabili analiticamente, di porre e analizzare in termini nuovi una antica domanda fondamentale che sta a fondamento della meccanica statistica. Supercalcolatori Lo sviluppo di metodi di calcolo sempre più veloci, flessibili e potenti è una linea di ricerca che è da sempre perseguita con eccellenti risultati nel nostro Dipartimento (nella tradizione che trae origine da un suggerimento di Enrico Fermi). In particolare, a partire dall’idea che diede origine ad Ape, il FISICA PERCHÉ Dinamica molecolare 28 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA FISICA PERCHÉ primo calcolatore parallelo specificamente progettato per il calcolo scientifico, i ricercatori del nostro Dipartimento hanno realizzato, nell’ambito di una collaborazione Europea che coinvolge, oltre all’INFN, altri istituti di ricerca in Europa, quali DESY in Germania, Orsay, Paris-Sud in Francia e il CERN, la nuova generazione di calcolatori paralleli della classe apeNEXT, con potenze dell’ordine del TeraFlop/s (1012 operazioni floating point al secondo). Nel seminterrato dell’Edificio E. Fermi del Dipartimento di Fisica è ospitato uno dei maggiori laboratori di calcolo scientifico in Europa, con 14 unità apeNEXT, per una potenza complessiva di circa 10 TeraFlop/s e una memoria di 1.8 TeraBytes. 29 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA La nostra comprensione di moltissimi fenomeni naturali si basa sulla nostra capacità di risolvere le equazioni del moto di sistemi sia discreti (insiemi di particelle, reticoli, automi cellulari) che continui (fluidi, campi elettromagnetici, campi gravitazionali). Queste equazioni sono generalmente non lineari ed, a fronte della enorme difficoltà di escogitare metodi analitici di indagine, la loro non linearità dà luogo a fenomeni estremamente interessanti e complessi. L’approssimazione lineare semplifica i calcoli ma è molto spesso inadeguata a comprendere la fisica di quanto si osserva. Negli ultimi quarant’anni sono stati scoperti sistemi modello che descrivono comportamenti dinamici non lineari, universali ed ordinati tali da essere trattabili in modo esatto con tecniche di analisi ed algebra. La generalità di questi metodi di indagine permette la loro applicazione ai fenomeni più vari: onde nei fluidi come negli oceani e nell’atmosfera, propagazione di energia nelle catene molecolari come nel DNA, onde elettromagnetiche come fasci LASER in mezzi non lineari, onde gravitazionali come da esplosione di supernovae, onde nella materia condensata come in solidi e plasmi. In particolare, nello studio della propagazione di onde non lineari, è emerso un nuovo paradigma capace di unificare diversi comportamenti: quello di SOLITONE. Generalmente questo designa un’onda capace di propagarsi in un mezzo dispersivo senza disperdersi (!) grazie ad un bilanciamento tra l’effetto dispersivo e quello non lineare. Questa scoperta ha avviato una ricerca esplosiva sulla teoria dei solitoni e sulle loro applicazioni. Le più recenti riguardano la trasmissione di impulsi ottici sia in fibra su grandissime distanze sia in componenti logiche per calcolatori ottici. Questi solitoni ottici si comportano come robuste “particelle di luce” (nella Fig 1 si vede l’urto di due solitoni stabili mentre nella Fig. 2 l’urto è tra due solitoni instabili e la Fig. 3 mostra due solitoni legati). La non linearità delle equazioni del moto comporta una ricca fenomenologia come urti tra onde, fusione di onde, creazione ed annichilazione di coppie, decadimenti, formazione di strutture estese coe- FISICA PERCHÉ Sistemi fisici non lineari e ordinati: teoria dei solitoni 30 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA renti, ed oggi la teoria sottostante porta ad un controllo matematico di questi fenomeni ed a fare previsioni dei dati sperimentali. Recentemente si è cominciato a vedere anche una via analitica per trattare processi di onde d’urto e per descrivere analiticamente la transizione dai moti ordinati a quelli caotici. FISICA PERCHÉ Geofisica Nel vasto ambito della geofisica, nel nostro Dipartimento si svolgono varie attività tra cui lo studio della radiazione UV, e di vari aspetti del clima e delle cause che lo modificano.La radiazione solare ultravioletta al suolo è un importante parametro ambientale. Il suo studio permette di quantificare quanta radiazione arriva alla superficie terrestre in funzione della posizione del sole e della composizione dell’atmosfera. Questo tipo di indagine è anche importante per valutare quanta radiazione viene intercettata dagli individui durante le loro attività all’aperto. Per quanto riguarda lo studio del clima esso ha aspetti di carattere fondamentale, come lo studio della circolazione generale dell’atmosfera, della tropopausa atmosferica, del ruolo dell’oceano nelle variazioni paleoclimatiche, Un obiettivo è quello di descrivere l’origine delle zone climatiche della Terra. Oggi esistono basi razionali da cui far derivare una completa spiegazione dell’origine delle zone climatiche e della loro dipendenza dalle forze che si eserci- 31 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA La circolazione generale dell’atmosfera: schema. Il ruolo dell’oceano nelle variazioni paleoclimatiche è un altro tema fondamentale. Le circolazioni oceaniche su scala planetaria dipendono anche dalla distribuzione di salinità e la differenza di densità associata guida delle circolazioni profonde che hanno scale dei tempi anche millenarie. Interruzioni improvvise di tali circolazioni possono indurre variazioni climatiche, incluse le glaciazioni. Satellite per osservazione della Terra. Di ovvia importanza pratica è lo studio del ciclo idrologico e della siccità, degli eventi estremi e l’uso di satelliti per la raccolta di dati su scala globale. I satelliti sembrano essere le piattaforme ideali da cui eseguire con continuità tali misure. Attualmente, un gruppo del Dipartimento si è impegnato nell’uso di dati GPS (‘Global FISICA PERCHÉ tano sul sistema. Tuttavia le difficoltà insite nella natura non lineare dei processi fisici coinvolti fa si che queste spiegazioni appaiono ancora elusive ed insoddisfacenti. 32 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA FISICA PERCHÉ Position System’) per la determinazione dell’altezza della tropopausa e del contenuto di vapore acqueo dell’atmosfera. Per quanto riguarda la siccità e il ciclo idrologico, come riportato dalla stampa, le risorse idriche del pianeta saranno presto sottoposte ad uno sforzo al limite della sostenibilità. In particolare, il bacino del Mediterraneo, un’area soggetta ad episodi siccitosi frequenti, pone il problema dell’uso razionale delle risorse per prevenire e mitigare gli effetti avversi di questi eventi. In questo ambito nel Dipartimento si è studiato il ciclo idrologico dell’acqua nel bacino del Mediterraneo, sviluppando una metodologia per il monitoraggio della siccità. Indice di siccità SPI sulla scala temporale di 3 mesi per Aprile 2007. Dati NCEP/NCAR. Lo studio della statistica degli eventi estremi è uno dei capitoli fondamentali per monitorare e prevenire gli effetti di disastri naturali quali la siccità e le inondazioni. Nel Dipartimento si sviluppano metodi non tradizionali per la classificazione di tali eventi. 33 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA Le ricadute applicative di ricerche nate sotto la spinta della pura curiosità per lo studio di processi fondamentali sono innumerevoli, e spesso sorprendenti ed impensate. Un grande sviluppo ha conosciuto in tempi recenti l’applicazione di risultati e tecniche, originati nella fisica delle particelle e nella fisica della materia, nel campo della salvaguardia e dello studio dei beni culturali. Una linea di ricerca sviluppata nel nostro dipartimento consiste nell’utilizzo delle proprietà della diffusione della luce nei marmi bianchi per la realizzazione di una strumentazione che consente uno studio assolutamente non distruttivo della struttura interna di sculture in marmo bianco. In questo modo si raccolgono informazioni preziose per la storia dell’arte che permettono di individuare, per esempio, le cave di provenienza del (o dei) marmi utilizzati in una data opera o di decidere sulla pertinenza delle diverse parti in casi di opere frammentate. In altre tecniche, opportuni fasci di particelle possono essere utilizzati come sonde per esplorare, senza effetti distruttivi sull’opera d’arte, gli strati sovrapposti di pittura in un dipinto antico, ricostruendone la storia, la struttura originale e le eventuali manomissioni. I fisici lavorano in questo caso a fianco degli storici dell’arte o degli specialisti del restauro. Una misurazione effettuata sulla testa di Ares (o Achille), di Gian Lorenzo Bernini FISICA PERCHÉ Le applicazioni della fisica per i beni culturali 34 LE RICERCHE IN FISICA ALLA SAPIENZA Le ricerche in storia e didattica della fisica FISICA PERCHÉ Come sono nate e cresciute queste idee, come sono state confrontate con il duro banco di prova che è l’esperimento, quale è la storia delle istituzioni di ricerca al cui interno si sono formati i fisici che le hanno concepite e sviluppate? Sono le domande di chi si occupa di storia della fisica, attività particolarmente coltivata nel nostro Dipartimento, dove i ricercatori possono avvalersi della ricca collezione di strumenti del Museo di Fisica (una preziosa testimonianza del passato della disciplina) e dei consistenti fondi archivistici, in cui è custodita gran parte della memoria storica della fisica italiana. Una lunga tradizione scientifica si trasmette grazie al passaggio di competenze tra successive generazioni di fisici che si realizza nell’insegnamento. Studiare le modalità di trasmissione e di apprendimento del particolare linguaggio e dei contenuti conoscitivi specifici della fisica è il compito dei ricercatori in didattica della fisica, un altro settore di ricerca in cui il Dipartimento vanta una lunga storia; la ricerca in didattica costituisce tra l’altro un canale per eccellenza attraverso cui si realizzano efficaci interazioni tra l’università e il mondo dell’istruzione scolastica e si opera una corretta divulgazione delle idee della fisica a differenti livelli. 35 FISICA PERCHÉ PRINCIPALI ISTITUZIONI E LABORATORI NAZIONALI E INTERNAZIONALI