L’8 marzo delle donne STORIAE1 Fare memoria L’8 marzo delle donne di Milena Cossetto 1 Orientarsi tra storia, miti e leggende nate intorno all’8 marzo non è semplice. Questo vademecum, dedicato alla Giornata Internazionale della Donna, vuole essere uno strumento agile per comprendere le molteplici letture che via via ne sono state date. La pubblicazione, curata dalla rivista “STORIA E” dell’Intendenza Scolastica Italiana, propone una breve rassegna delle diverse interpretazioni sull’origine storica dell’8 marzo, una cronologia essenziale sulla diffusione del diritto di voto delle donne nel mondo e sulle tappe della emancipazione femminile in Europa. Il rischio è che la Giornata Internazionale della Donna, si trasformi in una festa commerciale, omologata a tante altre, mentre va ripreso il senso più autentico dell’8 marzo: una giornata di impegno e di studio per ribadire le conquiste culturali, sociali, economiche delle donne in occidente nel corso del Novecento e promuovere iniziative affinché la parità uomo donna, le pari opportunità, la valorizzazione della differenza di genere, siano patrimonio e realtà di tutte le donne (e gli uomini) del mondo. 2 2 È davvero straordinario, meraviglioso, confortante Sapere che ho occhi per leggere Mani che sanno scrivere E un infinito amore per le parole Sono fortunata a saper parlare Alcune lingue bellissime Perché io amo le parole – la lingua dei miei antenati. Quando sono felice, sono le parole a dare forma alla mia felicità Quando sono triste e confusa Le parole si trasformano in argilla e mi permettono Di modellare e rimodellare i miei pensieri scomposti Fino a che non riesco a trovare la pace, nel profondo della mia anima Gcina Mhlophe (Durban – Sudafrica, 1959). 3 Il diritto di voto delle donne nel mondo 3 4 8 marzo Giornata Internazionale della Donna Alle origini dell’8 marzo La celebrazione dell’8 marzo ha sicuramente radici lontane. Come molti eventi sociopolitici, anche l’8 marzo subisce il confronto con leggende e fatti reali. Spesso accade che le verità siano ingigantite o arricchite di dettagli da chi le racconta, specialmente quando il sistema di divulgazione sia affidato, anche per le condizioni di miseria di chi le ha tramandate, al solo mezzo verbale. Questa era la situazione in cui vivevano i lavoratori e le lavoratrici fino ai primi decenni del secolo scorso. Saper leggere e scrivere era un privilegio di pochi, limitato alle classi più ricche. Quindi l’unico modo per la divulgazione delle notizie, e della cultura, era affidato ai racconti. Lasciamo a chi legge la scelta di scorrere alcune “verità” sul perché dell’8 marzo. Una festa tra miti e verità Come qualche volta accade ad eventi che per la loro rilevanza sono entrati a far parte della storia del costume di una società, anche l’origine della festa della donna è circondata da un alone di mistero che la rende in qualche modo leggendaria. Alcuni storici sostengono che possa risalire all’8 marzo del 1848, giorno in cui il re di Prussia, asserragliato nel suo palazzo e terrorizzato alla vista dei dimostranti inferociti, si affrettò ad elencare promesse su promesse (quasi tutte mai mantenute) come quella di concedere il diritto di voto alle donne. Altri autori riportano episodi di sangue nel tentativo di dare a quella celebrazione anche il crisma del martirio: l’8 marzo del 5 4 1908 una fabbrica di Washington Square, New York, avrebbe preso fuoco e sarebbero morte 129 operaie; oppure viene citato quello sciopero, organizzato sempre a New York nel marzo del 1857, durante il quale le donne che vi partecipavano furono brutalmente disperse dalla polizia. Ma Tilde Capomazza e Marisa Ombra, nel loro studio 8 marzo. Storie, miti e riti della Giornata Internazionale della Donna, hanno messo in chiaro che quegli episodi non sono avvenuti. È documentato invece l’episodio del 23 febbraio 1917 a San Pietroburgo: un grande corteo di donne si formò quasi spontaneamente e sfilò per le strade della grande città russa. Erano madri, mogli e figlie delle migliaia di soldati impegnati nella prima guerra mondiale, che chiedevano a gran voce la fine delle violenze, il ritorno a casa dei loro uomini, la caduta della dittatura zarista. Si potrà obbiettare: ma cosa c’entra una manifestazione avvenuta un 23 febbraio con la festa dell’8 marzo? C’entra, perché in quell’epoca in Russia si adottava ancora il calendario “Giuliano” (elaborato da Giulio Cesare) che era sfalsato di tredici giorni rispetto al calendario “Gregoriano” (da papa Gregorio XIII), in uso fino dal 1582 in quasi tutto il mondo occidentale. In Italia la festa ha un’origine ancora più recente: l’8 marzo del 1945 un gruppo di donne appartenenti all’UDI (Unione donne italiane) si riunì a Roma per approvare un ordine 6 del giorno mirato a: “...difendere il pane ai nostri figli, alle nostre famiglie e per difenderci dal freddo e dalla miseria...”. La festa vera e propria fu organizzata solo l’anno successivo, dopo che a Londra si erano riunite le rappresentanti di venti nazioni per redigere la “Carta della donna” nella quale si chiedeva, fra l’altro: “...il diritto al lavoro in tutte le industrie, la parità salariale, la possibilità di accedere a posti direttivi e di partecipare alla vita politica nazionale e internazionale”. E fu proprio in quel 1946 - il 2 giugno - che la donna italiana, per la prima volta nella storia, poté partecipare in maniera attiva al governo del Paese, contribuendo con il proprio voto alla nascita della Repubblica. Anche la tradizione di offrire alle festeggiate un rametto di mimosa è tipicamente italiana e - contrariamente a quanto si potrebbe pensare riallacciandosi al garofano rosso, che viene offerto il primo di maggio e che possiede una simbologia precisa - nacque per ragioni unicamente pratiche: perché quello è l’unico fiore - o perlomeno il più comune (e quindi il meno costoso) - che sboccia spontaneamente nel periodo invernale. Le diverse origini dell’8 marzo Un’altra versione fa risalire la scelta di questa data all’8 marzo 1848, quando le lavoratrici dell’industria dell’abbigliamento di New York proclamarono uno sciopero a cui parteciparono trentamila donne, la più gigantesca manifestazione 7 5 femminile che si fosse mai avuta negli Stati Uniti. Ma sulla scelta della data vennero fuori leggende dal sapore tragico: Il 7 marzo 1952 il settimanale bolognese La Lotta scrive che l’8 marzo vuol ricordare l’episodio dell’incendio scoppiato quel giorno in una fabbrica tessile di New York in cui morirono, chiuse dentro dall’interno per volere del padrone, perché minacciavano di scioperare, 129 giovani operaie. Il Secolo XIX di Genova nel 1978 riporta l’episodio come avvenuto a Chicago in una filanda. La Repubblica nel 1980 parla di un incendio a Boston, datato 1898. Stampa Sera nel 1981 situa l’incendio ai primi del ‘900, in un luogo imprecisato degli Stati Uniti. Lo stesso anno L’Avvenire parla di 19 operaie morte. Noi Donne nel 1982 parla di Boston e di 19 operaie morte; anno 1908, stesso anno 6 e stesso numero di vittime nel sito SpazioDonna, la città è però Cotton. Sul sito Internet della Città di Bari viene descritto un incendio scoppiato il 25 marzo 1911 negli ultimi tre piani dell’Asch Building a Manhattan, dove delle operaie confezionavano camicette. Quando il tragico rogo fu domato si contarono 146 vittime, di cui la stragrande maggioranza donne, quasi tutte di nazionalità italiana o di origine ebraica. New York rimase sconvolta da quella tragedia e proclamò un’adunata generale dei lavoratori per seguire il corteo funebre di sette vittime non identificate. Sulla stampa statunitense fino al 1908 nessuna verità storica 8 7 della misteriosa origine dell’8 marzo: l’incendio non risulta mai accaduto. Alla stessa conclusione giungono Tilde Capomazza e Marisa Ombra nel loro libro 8 marzo – Storie, miti e riti della Giornata Internazionale della Donna. L’8 marzo per altre storiche nasce dal movimento internazionale socialista delle donne. Era il 1907: Clara Zetkin (che nella prima guerra mondiale fondò la Lega di Spartaco) dirigente del movimento operaio tedesco organizza con Rosa Luxemburg (teorica della rivoluzione marxista che fondò il partito socialista polacco e il partito comunista tedesco) la prima conferenza internazionale della donna. Le studiose, però, confermano il legame della data simbolo con l’incendio divampato in un opificio (Cottons) di Chicago nel 1908, occupato nel corso di uno sciopero da 129 operaie tessili che morirono bruciate vive. Nel 1910 a Copenaghen, in occasione di un nuovo incontro internazionale della donna si propone l’istituzione di una Giornata Internazionale della Donna, anche in ricordo dei fatti di Chicago. Successivamente la giornata comincia ad essere celebrata in varie 9 parti del mondo e anche in Italia durante e dopo la prima guerra mondiale (1914-18). La tradizione, nel nostro Paese, viene interrotta dal fascismo. La celebrazione riprende durante la lotta di liberazione nazionale come giornata di mobilitazione delle donne contro la guerra, l’occupazione tedesca e per le rivendicazioni di diritti femminili. Nascono i gruppi di difesa della donna collegati al CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) che daranno origine all’UDI (Unione Donne Italiane). Nel 1946 l’UDI prepara il primo 8 marzo nell’Italia libera, proponendo di farne una giornata per il riconoscimento dei diritti economici, sociali e politici delle donne. Sceglie la mimosa come simbolo della giornata. La vera “esplosione” in termini di popolarità e di partecipazione, l’8 marzo l’avrà negli anni 8 ’70. È un periodo segnato dalla collaborazione dei movimenti femminili e femministi impegnati anche per sostenere la legge di parità, la legge sul divorzio e quella sull’interruzione di gravidanza. La prima manifestazione femminista risale infatti al 1972 e si svolse a Roma. Ma il top, la celebrazione dell’8 marzo, lo raggiunge nel 1980, con una grande manifestazione unitaria in cui confluiscono per la prima volta 10 9 tutti i movimenti femminili e femministi. Il percorso dell’8 marzo, dunque, si snoda in quasi un secolo di storia che ha visto nascere movimenti politici, guerre, ideologie, ricostruzioni. Un cammino lungo e complesso per le donne di tanti paesi, più volte interrotto, ma che con grande tenacia è sempre stato ripreso con l’obiettivo dell’emancipazione e della liberazione delle donne. Nel 2001 si volta pagina: la tragedia delle Torri Gemelle a New York e la guerra in Afghanistan rimettono in campo i pericoli legati ad una possibile restrizione di diritti e di libertà per l’intero pianeta, ma, soprattutto per le donne e i bambini. L’atto terroristico ha anche riportato all’attenzione il dramma delle donne afgane, di quelle palestinesi e di tutte quelle che nel mondo non godono dei diritti e delle libertà. Safiya (la donna nigeriana condannata alla lapidazione) è diventata il simbolo di queste sofferenze. Cfr. Annie GOLDMANN, Le Donne entrano in Scena, Firenze 1996. Tilde CAPOMAZZA, Marisa OMBRA, 8 marzo – Storie, miti e riti della Giornata Internazionale della Donna, Roma 1991. 11 Breve cronologia 1857 L’8 marzo centinaia di operaie tessili di New York scioperano contro i bassi salari, il lungo orario di lavoro, il lavoro minorile e le inumane condizioni di lavoro. Lo sciopero fu represso con la forza e, presumibilmente, finì con un violento scontro con la polizia. 1859 Le operaie tessili di New York si costituiscono in sindacato per tentare di migliorare le condizioni di lavoro. 1860 Sciopero delle lavoratrici del New England delle industrie calzaturiere. 1889 Il Congresso di Parigi della Seconda Internazionale accoglie il principio del diritto delle donne al lavoro ed alla retribuzione pari a quella degli uomini. 1891 Il programma di Erfurt della socialdemocrazia tedesca afferma l’eguaglianza completa tra uomini e donne. 1903 Nasce negli Stati Uniti la Women’s Trade Union League, formata soprattutto da sindacaliste, che assieme alla campagna per il diritto al voto aiutano le donne ad organizzarsi per una paga migliore e per il loro benessere economico e politico. Regno Unito: inizia il movimento militante delle ‘suffragette’ guidato da Emmeline Pankhurst, leader della Women’s Social and Political Union. Il movimento si oppone a quello americano, più moderato, delle ‘suffragiste’, nato nel 1848. Australia: primo paese in cui le donne ottengono la piena parità con gli uomini nel voto politico. 12 1907 Lo sciopero dell’8 marzo viene ricordato in tutti gli Stati Uniti con la richiesta di una giornata lavorativa di 10 ore. 1908 L’8 marzo sfilano a New York le lavoratrici delle sartorie sia per il diritto al voto sia contro il lavoro minorile. 1909 28 febbraio. Primo Giornata Nazionale delle Donne in tutti gli Stati Uniti. Le operaie tessili di New York (al Triangle Shirtwaist Company) cominciano un nuovo sciopero scegliendo come data d’inizio proprio l’8 marzo per ricordare la lotta del 1857. Comincia il 22 novembre la cosiddetta “Rivolta delle ventimila” o “Grande Rivolta”. Lo sciopero, dopo una violenta repressione della polizia ed una serie di accordi, terminerà il 24 dicembre 1910 con il “Protocollo di Pace” che riconosceva il diritto a regole per l’orario ed il salario”. Sino al 1913 la Giornata viene celebrata l’ultima domenica del Mese di Febbraio, in modo da non perdere una giornata lavorativa. 1910 Alla Conferenza delle Donne della Internazionale Socialista (100 donne di 17 paesi) a Copenaghen, Clara Zetkin, leader socialista tedesca e direttrice del giornale socialdemocratico tedesco Gleichheit, propone che l’8 marzo sia osservato, ogni anno, come la Giornata Internazionale delle Donne. Le donne richiedono il diritto universale al voto (e non solo in base al censo, come richiedeva il movimento delle suffragette inglesi). Vengono richieste inoltre le indennità per la maternità anche per le madri non sposate e ci si oppone al lavoro notturno. 13 1911 19 marzo, in memoria della repressione prussiana del 1848, un milione di donne sfila in Svizzera, Austria, Danimarca e Germania, chiedendo il diritto al voto, la fine della discriminazione sessuale per le cariche pubbliche ed il diritto alla formazione professionale. 25 marzo, un incendio agli ultimi piani della Triangle Shirtwaist Company a New York uccide 146 donne, la maggioranza giovani, ebree ed italiane. Le terribili condizioni di lavoro furono la causa della morte delle lavoratrici. Esse infatti erano chiuse a chiave nelle loro fabbrica. Il fatto portò alla riforma della legislazione del lavoro negli Stati Uniti. Centomila persone partecipano a New York, sulla Broadway, ai funerali delle vittime. 1913 Manifestazione delle donne a San Pietroburgo contro la guerra. 1914 8 marzo, manifestazioni delle donne per la pace in tutta Europa. 1917 San Pietroburgo, manifestazione delle donne contro la guerra, note come “pane e pace”. La protesta sarà alla radice della Rivoluzione di febbraio che condurrà all’abdicazione dello Zar Nicola II. Il governo provvisorio concede alle donne il diritto di voto. 1918 Germania: le donne ottengono la piena parità con gli uomini nel voto politico. 1920 Stati Uniti: le donne ottengono, a livello federale, la piena parità con gli uomini nel voto politico. 14 1922 Con l’aiuto di Clara Zetkin Lenin stabilisce che la Giornata Internazionale delle Donne sia una festività comunista. 1928 Regno Unito: tutte le donne inglesi ottengono la piena parità con gli uomini nel voto politico (il diritto alle donne oltre i 30 anni era stato ottenuto nel 1918). 1945 Francia: le donne ottengono la piena parità con gli uomini nel voto politico. 1946 Italia: le donne ottengono la piena parità con gli uomini nel voto politico. 1975 ONU: anno internazionale delle donne. Viene indetto inoltre il Decennio delle donne (1975-1985). Prima conferenza mondiale sulla condizione della donna a Città del Messico. 1977 ONU: Risoluzione 32/142 della Assemblea generale delle Nazioni Unite (16 dicembre) che invita gli Stati membri, nel rispetto delle loro tradizioni storiche e nazionali ad indire una Giornata delle Nazioni Unite dei Diritti delle Donne e della Pace Internazionale “per ricordare il fatto che la sicurezza della pace ed il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali hanno bisogno della partecipazione attiva, dell’eguaglianza e dello sviluppo delle donne”. Molte nazioni scelgono l’8 marzo. L’UNESCO proclama l’8 marzo Giornata Internazionale della Donna. 1995 Pechino: Quarta Conferenza Mondiale delle Donne con 189 rappresentanti di vari paesi. 15 Le donne e le conquiste del ‘900 • Diritto di voto: Il 2 giugno 1946 l’Italia va alle urne per il referendum istituzionale. Per la prima volta il voto viene esteso alle donne. • Parità salariale: Art. 37 della Costituzione, regolato da una legge solo nel ’57 in applicazione di una convenzione internazionale del BIT. Con un accordo interconfederale del 1960 si decide l’eliminazione dai contratti collettivi nazionali di lavoro delle tabelle remunerative differenti per uomini e donne. Viene così sancita la parità formale e sostanziale tra uomini e donne nel mondo del lavoro. Le clausole di nubilato vengono definitivamente vietate con la legge n. 7 del ‘63. • Divorzio: L. 898 del 1970, approvazione della legge sul divorzio. 12 maggio 1974: vittoria del No al referendum popolare per l’abrogazione della legge. • Maternità: L. 1204 del 1971; viene estesa la tutela della maternità alle lavoratrici dipendenti. Amplia ed estende i diritti introdotti dalla prima legge (L. 860 varata nel 1950) sui diritti e le tutele delle lavoratrici, che definisce per la prima volta assenze per maternità, ore di allattamento e divieto di licenziamento entro il primo anno di vita del bambino. • Asili nido: L. 1044 del 1971; l’obiettivo di questa legge è realizzare un servizio a supporto delle famiglie e soprattutto delle donne, onde favorirne la permanenza nel mondo del lavoro anche dopo la nascita dei figli. Inoltre si è voluto affermare il diritto del bambino alla socializzazione e allo sviluppo armonico della sua personalità. • Diritto di famiglia: 1975; con la L. 151 viene varata la riforma del diritto di famiglia che introduce la parità tra uomini e donne nell’ambito familiare: la potestà sui figli, infatti, spetta a 16 10 entrambi i coniugi che hanno identici diritti e doveri e non più solo al padre, in attuazione del principio di uguaglianza morale e giuridica dei coniugi. • Legge di parità (in materia di lavoro): L. 903 del 1977; ha rappresentato la più importante svolta culturale nei confronti delle donne. Si passa dal concetto di tutela per la donna lavoratrice al principio del diritto di parità nel campo del lavoro. Vengono introdotte norme più avanzate in materia di maternità e primi elementi di condivisione fra i genitori nella cura dei figli. Nel marzo 2000 con la legge 53 sui “congedi parentali” questa legge ha recepito i nuovi diritti di paternità in materia di assenza facoltativa. • Interruzione volontaria della gravidanza: L. 194 del 1978 “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”. La legge ha come scopo principale la prevenzione delle gravidanze indesiderate, oltre che contrastare l’aborto clandestino. • Legge pari opportunità (Azioni positive): L. 125 del 1991: fortemente voluta dalle donne, questa legge è uno strumento in grado di intervenire per rimuovere le discriminazioni e far avanzare l’idea di uguali opportunità uomo-donna nel lavoro. La L. 125 ha rappresentato un importante passo avanti 17 11 per rendere visibile e valorizzare la presenza delle donne nella società, nel lavoro e nella famiglia. Purtroppo resta ancora sostanzialmente inapplicata. Oltre 400 i progetti approvati in 8 anni. (Nel 2000 L. 196 di modifica) • Imprenditoria femminile: L. 215 del 1992; l’imprenditoria femminile è in forte sviluppo: il 35% delle nuove imprese giovanili sono guidate da donne. Questa legge promuove l’uguaglianza sostanziale, pari opportunità economiche e imprenditoriali, favorisce la nascita di imprese composte per il 60% da donne, società di capitali gestiti per almeno 2/3 da donne e imprese individuali. Le imprese sono tenute a mantenere la prevalenza femminile nella società per almeno cinque anni. • Violenza sessuale: L. 866 del 1996; stabilisce che la violenza sessuale non è più un delitto contro la morale, bensì contro la persona. Una legge di civiltà e dignità che rende giustizia alle donne e premia il lungo e sofferto cammino per affermare il diritto alla sessualità libera e condivisa. • Lavoro notturno: legge comunitaria del 1998 per il divieto assoluto per le donne al lavoro notturno durante la maternità sino 18 al compimento di un anno di vita del bambino e il non obbligo fino a che il bambino ha 3 anni o, nel caso di genitore unico, fino a 12 anni. Con la legge 903 del ‘77 il lavoro notturno era vietato alle sole dipendenti delle imprese manifatturiere. Con la legge varata nel ‘98, si regolamenta il lavoro notturno per tutti i settori pubblici e privati. • Assegno di maternità per casalinghe e disoccupate: L. 448 del 1999, prevede un’indennità di maternità per le donne che non lavorano, o che svolgono il cosiddetto “lavoro familiare”. Con la Finanziaria del 2000 questo diritto viene esteso alle cittadine dell’Ue ed extracomunitarie con carta di soggiorno. • Infortuni domestici: L. 493 del 1999, contiene il riconoscimento del lavoro in ambito domestico. Le persone comprese tra i 18 e i 65 anni che svolgono in via non occasionale, gratuitamente e senza vincolo di subordinazione, il lavoro domestico, hanno diritto all’Assicurazione contro gli infortuni. • Congedi parentali: L. 53 dell’8 marzo 2000. Questa legge armonizza i tempi di cura, di formazione e di relazione (tempi delle città). Si tratta di una grande conquista sociale: la cura dei figli smette di essere prerogativa delle madri dal punto di vista legislativo e coinvolge anche i padri garantendo loro uguali diritti e tutele. Si tratta di una legge in controtendenza rispetto ai datori di lavoro che invocano riduzioni di salari e di diritti. La normativa punta a una maggiore condivisione dei compiti all'interno del nucleo familiare. Si applica a tutti i lavoratori, uomini e donne, pubblici e privati, anche autonomi, apprendisti e soci di cooperative. Prevede la parità tra genitori naturali e adottivi o affidatari. Sia la madre che il padre potranno chiedere anche contemporaneamente l’aspettativa di 6 mesi fino un massimo di 10 mesi, entro gli 8 anni di vita del bambino. Al padre, inoltre, verrà concesso un “bonus” di un 19 altro mese per seguire il figlio nel caso in cui dovesse chiedere un congedo per un periodo superiore a tre mesi. L’età del bambino entro cui si può fruire dei permessi per malattia viene elevata dai 3 agli 8 anni del piccolo. I padri possono usufruire del congedo anche nei casi in cui la madre del bambino non è lavoratrice. • Banca del Tempo: è un’esperienza che ha trovato una collocazione legislativa all’interno della L. 53 (Congedi parentali). Coniugare lavoro e vita: tra le iniziative più utili c’è, infatti, la Banca del tempo, nella quale anziché denaro si depositano ore. Ore di attività per scambiarle con altri “correntisti” decisi a mettere a disposizione le ore depositate sul proprio conto. • Tutela e sostegno della maternità e della paternità: Testo unico (d.l. n. 151 del 26 marzo 2001) delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità. • Misure contro la violenza nelle relazioni familiari (Legge n. 154 del 5 aprile 2001) che stabilisce tra l’altro che il coniuge violento non solo può essere allontanato dall’abitazione familiare, ma anche costretto a pagare gli alimenti. • Flessibilità favorevoli alla conciliazione fra il tempo di vita e quello di lavoro. Decreto 15 maggio 2001. Con l’approvazione delle modalità di erogazione dei contributi (ex art. 9, comma 2, della legge 8 marzo n. 53) si dispone la concessione di contributi a carico del Fondo per l’occupazione, in favore di aziende che applichino accordi contrattuali che prevedono flessibilità favorevoli ai lavoratori ed alle lavoratrici. Molteplici sono ancora i provvedimenti legislativi da prendere a sostegno delle pari opportunità tra uomo e donna, di tutela del lavoro femminile e della famiglia. L’impegno delle donne, comunque, sta nel garantire la corretta applicazione della legislazione esistente. 20 L’uguaglianza tra uomo e donna è un mito! Le donne sono meglio! Die Gleichheit von Mann und Frau ist ein Mythos! Frauen sind ber! 21 12 13 Donne e poesia Come in ogni campo, anche in quello della poesia oggi le donne stanno recuperando un ritardo di secoli. Guardando indietro nella storia pochi, pochissimi nomi di donne poeta si sono affiancati a quegli degli uomini e di alcune di coloro che avrebbero potuto essere alla medesima altezza è rimasta appena una traccia. Perché? La donna era troppo costretta da codici e regole nell’ambito familiare, non aveva accesso agli studi, non poteva educare il suo “afflato poetico” e non era in grado di acquisire quegli elementi di base che consentissero di dargli un’espressione dignitosa e toccante. Questa tensione poetica deve essere sostenuta dalla ricerca delle parole, da una capacità di sintesi, di armonia e di equilibrio perché la musicalità del verso non perda di incisività e di bellezza. Eppure le donne non mancavano di intelligenza e di sensibilità e neanche del “senso o afflato poetico” che tutte hanno. Ecco alcuni “versi al femminile” poco conosciuti, e purtroppo spesso esclusi dalle antologie scolastiche, che dedichiamo a “l’8 marzo delle donne”. Bambino Bambino, se trovi l’aquilone della tua fantasia legalo con l’intelligenza del cuore. Vedrai sorgere giardini incantati e tua madre diventerà una pianta che ti coprirà con le sue foglie. 22 Fa delle tue mani due bianche colombe che portino la pace ovunque e l’ordine delle cose. Ma prima di imparare a scrivere guardati nell’acqua del sentimento. Alda Merini (1931) Questo mondo è la porta chiusa. È una barriera e nello stesso tempo è il passaggio Simone Weil (1909 – 1943) Dolore cosmico Io, l’ardente vento del deserto, mi raffreddai, presi forma. Dov’è il sole che possa liquefarmi, dove il lampo che sappia frantumarmi! Ora il mio sguardo è d’ira, una petrosa testa di Sfinge volta a tutti i cieli. Else Lasker-Schüler (1869 – 1945) Se io potrò impedire ad un cuore di spezzarsi non avrò vissuto invano Se allevierò il dolore di una vita o allevierò una pena O aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido Non avrò vissuto invano. Emily Dickinson (1830 – 1886) 23 14 15 Per saperne di più Teresa BERTILOTTI, Anna SCATTIGNO, Il femminismo degli anni Settanta, Roma 2005. 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Sitografia Silvia Cassamagnaghi, Mariachiara Fugazza (a cura di), Italia 1946: le donne al voto, Milano 2006 in www.unionefemminile.it www.emscuola.org/labdocstoria www.cgil.it/ufficiostampa/miscellanea/8_ marzo_02a2.htm www.italia-liberazione.it/it/liberazione2008.php w w w. w o m e n e w s . n e t / s p i p 3 / s p i p . php?article240 Didascalie Copertina: Acquarello della pittrice Bolzanina Mara Rauzi, collezione privata. IV di copertina: Was machen Sie?, Danrmark, collezione privata. 1. Oskar Kokoschka, Manifesto della mostra della Secessione, Vienna 1908. 2. Paul Delvaux, Les Vestales, 1972. 3. Suffragette giapponesi manifestano a Tokio nel 1929. 4. Vendemmiatrici, Castelli Romani, primi del Novecento. 5. Lavoratrici tessili, Lecco 1911. 6. Operaie dell’Ansaldo alla fabbricazione di proiettili, Sestri Ponente 1917. 7. Le copertine del periodico “Noi Donne” dell’UDI, Modena 1950. 8. “Io sono mia”, slogan delle manifestazioni femministe degli anni Settanta. 9. “Via del Governo Vecchio”, Roma, anni Settanta. 10. Pablo Picasso, Buste de jeune fille, 1926, Strasbourg. 11. Paul Delvaux, La fenétre, 1936, Bruxelles. 12. Una ragazza degli anni Trenta, Berlino, collezione privata. 13. Tamara de Lempicka, Les deux amies, 1928. 14. Käthe Kallowitz, Brot, 1924, Ulm. 15. Will Bradley, Victor Bicycles, 1895. 25 In Provincia di Bolzano Donne rete lavoro www.donne-lavoro.bz.it La rete donne-lavoro offre a livello provinciale una serie di informazioni per la diffusione di una cultura di genere; progetta e realizza azioni mirate al raggiungimento delle pari opportunità fra uomini e donne e all’applicazione del Gender mainstreaming. Fornisce strumenti e indicazioni su: le opportunità presenti sul territorio della provincia di Bolzano rispetto all’occupazione, la formazione, l’orientamento, la creazione di impresa, i servizi per le famiglie, le problematiche legate al rapporto di lavoro, le pari opportunità, la cultura. La rete opera per migliorare la qualità occupazionale e sociale delle donne. Il lavoro di rete è lo strumento di cooperazione tra i diversi servizi che operano sul territorio dell’Alto Adige, nella condivisione di obiettivi e modalità comuni. La rete è un punto di riferimento sia per le donne che per le istituzioni, le organizzazioni, le associazioni, le imprese. La rete può essere ampliata a tutti i servizi che desiderano collaborare condividendone lo scopo. Pari opportunità Comitato provinciale per la realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna; Servizio donna; Consigliera di parità; Esserci - banca dati online per la valorizzazione delle competenze femminili. Il Comitato Provinciale per la realizzazione delle Pari Opportunità tra uomo e donna, istituito con la legge provinciale del 10 agosto 1989, n. 4, è un organo consultivo della Giunta Provinciale e rimane in carica per la durata di una legislatura. Esso si 26 compone di 15 esperte provenienti da associazioni e organizzazioni rappresentative delle diverse realtà femminili. Il Comitato provinciale si impegna affinchè le donne svolgano un ruolo di maggior peso nelle posizioni chiave della vita politica, economica e culturale e affinchè gli uomini partecipino maggiormente al lavoro familiare e domestico. Servizio donna: sportello informativo - Provincia di Bolzano Il Servizio donna si propone come punto di riferimento per chi desideri ottenere informazioni in tema di parità e problematiche femminili. A seconda della materia affrontata e del grado di approfondimento richiesto cerca di fornire direttamente una risposta affidabile e rapida, oppure individua la sede competente presso cui indirizzare le interlocutrici. Indirizzo: via Crispi, 3, Palazzo provinciale 1, 3° piano. 39100 Bolzano. Tel. 0471 411180/81 E-mail: [email protected] www.provincia.bz.it/lavoro/serviziodonna Centro Interculturale delle donne di Bolzano Indirizzo: piazza Parrocchia 15, Bolzano www.comune.bolzano.it • Cafè Plural feminine art&culture. • Ufficio donne del Comune di Bolzano E-mail: [email protected] • La Biblioteca della Donna: vasto repertorio di libri sui temi cari alla storia e alla cultura di genere. www.bibliodonnafrau.org/index.htm • L'Archivio storico delle donne: fondato come associazione da un gruppo di storiche, di archiviste di appassionate di storia nella convinzione che la memoria delle donne vada coltivata e valorizzata. www.archiviodonne.bz.it 27 Le donne in STORIA E La rivista STORIA E in molti suoi numeri si è occupata di storia delle donne: ne proponiamo alcuni ai nostri/nostre lettori/lettrici STORIAE 2003, Anno I, n. 1 - Rivista quadrimestrale La cassetta degli attrezzi: La storia delle donne in rete di Caterina Cossetto DOSSIER - 2003: Vita quotidiana e storia in Alto AdigeSüdtirol 1900-1950: parole, pensieri, immagini, documenti, testimonianze, letture, canzoni a cura di Milena Cossetto Contiene i contributi: Le trasformazioni della vita domestica di Elena Farruggia; Vita quotidiana a scuola di Milena Cossetto; 1900-1950: Donne di Alessandra Spada; Vita quotidiana a Bolzano: le Semirurali di Milena Cossetto. DOSSIER - 2003: Lo Statuto di Bolzano del 1437 a cura di Milena Cossetto con contributi di Germana Albertani, Giuseppe Albertoni, Maria Giuseppina Muzzarelli, Elena Farruggia e Milena Cossetto. STORIAE 2003, n. 3 - Rivista quadrimestrale Storia e memoria: Liana Millu di Mirella Tono; Fare cultura sulla diversità a cura di Milena Cossetto; Art – Handicap – Art. L’immagine della disabilità nell’arte: un breve itinerario storico di Sibilla Hellrigl; Breve storia delle scuole “Tambosi” di Milena Cossetto e Marina Degasperi. STORIAE 2004, n. 1 - Rivista quadrimestrale Le opzioni/die Option nella letteratura sudtirolese di Brigitte Foppa; Uccisi e dimenticati di Milena Cossetto; 1924 - 2004: gli ottanta anni del GinnasioLiceo di Brunico di Milena Cossetto e Pietro Fogale; Art - Handicap - Art Frida Kahlo di Sibilla Hellrigel. 28 STORIAE 2004, n. 2 - Rivista quadrimestrale Lucie Varga una storica de “Les Annales” di Milena Cossetto; Credere nelle streghe in una valle ladina di Lucie Varga - Traduzione di Jolanda Savioli Sartori; Storie di scuola. Interviste a cura di di Renzo Miclet. STORIAE 2004, n. 3 - Rivista quadrimestrale Tra storia e geografia: Alma Maximiliana Karlin, scrittrice di frontiera di Milena Cossetto; oltre alla biografia della scrittrice la rivista contiene molti testi inediti (racconti e pagine dei suoi romanzi biografici) tradotti per la prima volta in italiano. STORIAE 2005, n. 1 - Rivista quadrimestrale Antologia di testi letterari Etty Hillesum “Diario 1941-43” di Elena Farruggia; Sette e più anni di storia italiana (la persecuzione anti ebraica) di Cinzia Villani; 10 febbraio: il giorno del ricordo. Le foibe: un dibattito aperto di Milena Cossetto. STORIAE 2005, n. 2 - Rivista quadrimestrale Insegnare la resistenza tra storia e memoria di Elena Farruggia; Antologia di testi letterari. Letteratura e Resistenza di Elena Farruggia; Resistenza al confine orientale di Milena Cossetto; Donne e Resistenza: I diari partigiani delle donne di Milena Cossetto; Dal diario della partigiana “Gina” di Filomena Dalla Palma a cura di Milena Cossetto. STORIAE 2005, n. 3 / 2006 n. 1 - Rivista quadrimestrale Intervista a Patrizia Vajola di Elena Musci; Sempre ne arriva e ne parte Appunti e testimonianze dal lager di Bolzano di Cinzia Villani; La Shoah e la poesia. Conversazione e testi di Liana Millu; Raccontare le foibe di Milena Cossetto; Istria, foibe, esodo. Antologia, Carlo Sgorlon: “la Foiba grande” di Elena Faruggia; Tradizioni popolari in Sudtirolo (I Klökler, maschere dell’Avvento; La sfilata dei Krampus; Le maschere del carnevale; Da Quaresima a Pasqua) testi di Brunamaria Dal Lago Veneri e di Milena Cossetto. STORIAE 2006 n. 2 - Rivista quadrimestrale Intervista a Maria Teresa Rabitti di Elena Farruggia; Johanna Schuchter: infanzia a Salorno a cura di Milena Cossetto, Magda Delugan, Elena Farruggia; I riti e i personaggi del calendario contadino. Usi, costumi e tradizioni del Trentino-Alto Adige di Brunamaria Dal Lago Veneri. 29 STORIAE 2006, n. 3 - Rivista quadrimestrale Poesia e Lager di Elena Farruggia; Il poema di Laurino di Bruna Dal Lago Veneri. DOSSIER - 2006: XX secolo a Castel Tirolo Le donne 1945-2000 di Alessandra Spada. Donne Scuola e Formazione in Alto-Adige Südtirol: donne a scuola nel XX secolo. Giugno 2006. Frauen-Schule-Bildung in Südtirol: Gedanken, Texte, Bilder zur Geschichte der Frauen in der Schule in 20. Jahrhundert. Juni 2006. A cura di Milena Cossetto e Alessandra Spada Donne nella storia. Donne nella scuola di Lucia Motti; Dal Tirolo all’Alto Adige: donne nella scuola di Milena Cossetto; La scrittura bambina nella scuola del fascismo di Milena Cossetto; Donne e formazione in epoca fascista. 1922-1939 di Alessandra Spada; La maestra di Martha Verdorfer; Lo status delle maestre in Sudtirolo di Martha Verdorfer; Storia delle laureate sudtirolesi di Susanne Falkenberg; Donne nelle riforme scolastiche dagli anni Sessanta ad oggi di Elena Farruggia; I progetti delle classi a cura di Alessandra Spada. DOSSIER - 2005: Angoli di Studio/Bilder von Bildung Immagini di donne scienziate, studiose, lettrici nell’arte dal Medioevo a oggi. DOSSIER - 2005: Vita quotidiana durante la I. Guerra Mondiale; 1914-1918: alltag und Krieg; 1914-1918: vita da vigni dé y vera La grande guerra e i Ladini di Luciana Palla; Vivere nonostante la guerra di Elena Farruggia; La Cronaca di Merano, 1915-1918 di Pietro Fogale; Generi Alimentari a Bolzano 1916-1918 di Milena Cossetto; Profughi di Daniel Mascher; Sfollati di Elena Farruggia; Perciò il fazzoletto davanti alla bocca quando si tossisce di Barbara Felizetti; La guerra trasforma il ruolo della donna di Michaela von Wohlgemuth; Le donne e la guerra di Milena Cossetto. 30 storiae STORIA E + Dossier: una rivista laboratorio Editore: Sovrintendente Scolastico prof.ssa Bruna Visintin Rauzi Direttore responsabile: Dir. Scol. prof.ssa Milena Cossetto Lab.doc storia/Geschichte AUTONOME PROVINZ BOZEN SÜDTIROL Italienisches Schulamt Amt für Bildungsentwicklung PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO ALTO ADIGE Intendenza Scolastica Italiana Ufficio Processi Educativi L’8 marzo delle donne STORIAE Fare memoria Supplemento al n. 3-2007. A cura di Milena Cossetto Ideazione grafica, prestampa e stampa Life - Trento. Febbraio 2008 Il testo ha finalità didattiche. Per eventuali e comunque non volute omissioni e per gli aventi diritto tutelati dalla legge l’editore dichiara la propria disponibilità. STORIA E nasce nel settembre del 2002 dall’idea di fare da ponte tra i luoghi della ricerca storica per eccellenza (Università, Musei, Centri Studi, Archivi) e la scuola, la pratica didattica quotidiana. È un luogo dove dare voce a insegnanti e scuole che vogliono mettere a disposizione degli interessati materiali di lavoro, programmazioni, percorsi di ricerca sulla didattica della storia, la storia locale, l’interazione tra micro e macro storia, interviste ai protagonisti della ricerca storiografica attuale e delle iniziative di innovazione a livello internazionale. Ogni numero è accompagnato da un Dossier di materiali (documenti, immagini e materiale bibliografico) su un tema storiografico, legato alle problematiche locali. Collaborano docenti universitari, insegnanti, storici, esperti locali, nazionali ed internazionali. Alla rivista collabora stabilmente Elena Farruggia, referente del Progetto Storia dell’Istituto Pedagogico. Le pubblicazioni sono distribuite gratuitamente a scuole, biblioteche, musei, insegnanti, studenti universitari e a tutti coloro che ne faranno richiesta. Le richieste vanno indirizzate a: Lab*doc storia/Geschichte – STORIA E Via del Ronco 2 – 39100 Bolzano Tel. 0471 411328 [email protected] www.emscuola.org/labdocstoria La vita delle donne? Sempre controvento... Maximiliana Lenz 1952 32