L’8 marzo
delle donne
STORIAE1 Fare memoria
L’8 marzo delle donne
di Milena Cossetto
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Orientarsi tra storia, miti e leggende nate intorno all’8 marzo
non è semplice. Questo vademecum, dedicato alla Giornata Internazionale della Donna, vuole essere uno strumento agile per
comprendere le molteplici letture che via via ne sono state date. La
pubblicazione, curata dalla rivista “STORIA E” dell’Intendenza
Scolastica Italiana, propone una breve rassegna delle diverse interpretazioni sull’origine storica dell’8 marzo, una cronologia essenziale sulla diffusione del diritto
di voto delle donne nel mondo e
sulle tappe della emancipazione
femminile in Europa. Il rischio
è che la Giornata Internazionale
della Donna, si trasformi in una
festa commerciale, omologata a
tante altre, mentre va ripreso il
senso più autentico dell’8 marzo:
una giornata di impegno e di
studio per ribadire le conquiste
culturali, sociali, economiche
delle donne in occidente nel corso del Novecento e promuovere
iniziative affinché la parità uomo
donna, le pari opportunità, la
valorizzazione della differenza di
genere, siano patrimonio e realtà
di tutte le donne (e gli uomini)
del mondo.
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2
È davvero
straordinario,
meraviglioso,
confortante
Sapere che ho
occhi per leggere
Mani che sanno
scrivere
E un infinito amore
per le parole
Sono fortunata
a saper parlare
Alcune lingue
bellissime
Perché io amo
le parole
– la lingua
dei miei antenati.
Quando sono felice,
sono le parole a dare forma
alla mia felicità
Quando sono triste e confusa
Le parole si trasformano
in argilla e mi permettono
Di modellare e rimodellare
i miei pensieri scomposti
Fino a che non riesco a trovare la pace,
nel profondo della mia anima
Gcina Mhlophe (Durban – Sudafrica, 1959).
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Il diritto di voto delle donne nel mondo
3
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8 marzo
Giornata Internazionale della Donna
Alle origini dell’8 marzo
La celebrazione dell’8 marzo ha sicuramente radici lontane.
Come molti eventi sociopolitici, anche l’8 marzo subisce il confronto con leggende e fatti reali. Spesso accade che le verità siano
ingigantite o arricchite di dettagli da chi le racconta, specialmente
quando il sistema di divulgazione sia affidato, anche per le condizioni di miseria di chi le ha tramandate, al solo mezzo verbale.
Questa era la situazione in cui vivevano i lavoratori e le
lavoratrici fino ai primi decenni del secolo scorso. Saper
leggere e scrivere era un privilegio di pochi, limitato alle
classi più ricche. Quindi l’unico modo per la divulgazione delle notizie, e della cultura, era affidato ai racconti.
Lasciamo a chi legge la scelta di scorrere alcune “verità” sul
perché dell’8 marzo.
Una festa tra miti e verità
Come qualche volta accade ad eventi che per la loro rilevanza
sono entrati a far parte della storia del costume di una società, anche l’origine della festa della donna è circondata da un
alone di mistero che la rende in qualche modo leggendaria.
Alcuni storici sostengono che possa risalire all’8 marzo del 1848,
giorno in cui il re di Prussia, asserragliato nel suo palazzo e terrorizzato alla vista dei dimostranti inferociti, si affrettò ad elencare
promesse su promesse (quasi tutte mai mantenute) come quella
di concedere il diritto di voto alle donne.
Altri autori riportano episodi di sangue nel tentativo di dare a
quella celebrazione anche il crisma del martirio: l’8 marzo del
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1908 una fabbrica di Washington
Square, New York,
avrebbe preso fuoco
e sarebbero morte
129 operaie; oppure
viene citato quello
sciopero, organizzato sempre a New
York nel marzo del
1857, durante il
quale le donne che vi partecipavano furono brutalmente disperse dalla polizia.
Ma Tilde Capomazza e Marisa Ombra, nel loro studio 8 marzo. Storie, miti e riti della Giornata Internazionale della Donna,
hanno messo in chiaro che quegli episodi non sono avvenuti. È
documentato invece l’episodio del 23 febbraio 1917 a San Pietroburgo: un grande corteo di donne si formò quasi spontaneamente
e sfilò per le strade della grande città russa. Erano madri, mogli
e figlie delle migliaia di soldati impegnati nella prima guerra
mondiale, che chiedevano a gran voce la fine delle violenze, il
ritorno a casa dei loro uomini, la caduta della dittatura zarista.
Si potrà obbiettare: ma cosa c’entra una manifestazione avvenuta
un 23 febbraio con la festa dell’8 marzo? C’entra, perché in
quell’epoca in Russia si adottava ancora il calendario “Giuliano”
(elaborato da Giulio Cesare) che era sfalsato di tredici giorni
rispetto al calendario “Gregoriano” (da papa Gregorio XIII), in
uso fino dal 1582 in quasi tutto il mondo occidentale.
In Italia la festa ha un’origine ancora più recente: l’8 marzo
del 1945 un gruppo di donne appartenenti all’UDI (Unione donne italiane) si riunì a Roma per approvare un ordine
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del giorno mirato a: “...difendere il pane ai nostri figli, alle
nostre famiglie e per difenderci dal freddo e dalla miseria...”.
La festa vera e propria fu organizzata solo l’anno successivo,
dopo che a Londra si erano riunite le rappresentanti di venti nazioni per redigere la “Carta della donna” nella quale si
chiedeva, fra l’altro: “...il diritto al lavoro in tutte le industrie,
la parità salariale, la possibilità di accedere a posti direttivi e
di partecipare alla vita politica nazionale e internazionale”.
E fu proprio in quel 1946 - il 2 giugno - che la donna italiana,
per la prima volta nella storia, poté partecipare in maniera attiva
al governo del Paese, contribuendo con il proprio voto alla nascita
della Repubblica.
Anche la tradizione di offrire alle festeggiate un rametto di
mimosa è tipicamente italiana e - contrariamente a quanto si
potrebbe pensare riallacciandosi al garofano rosso, che viene
offerto il primo di maggio e che possiede una simbologia precisa
- nacque per ragioni unicamente pratiche: perché quello è l’unico
fiore - o perlomeno il più comune (e quindi il meno costoso)
- che sboccia spontaneamente nel periodo invernale.
Le diverse origini dell’8 marzo
Un’altra versione fa risalire la scelta di questa data all’8 marzo 1848, quando le
lavoratrici dell’industria dell’abbigliamento di New York
proclamarono uno
sciopero a cui parteciparono trentamila
donne, la più gigantesca manifestazione
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femminile che si fosse mai avuta negli Stati Uniti. Ma sulla scelta
della data vennero fuori leggende dal sapore tragico:
Il 7 marzo 1952 il settimanale bolognese La Lotta scrive che
l’8 marzo vuol ricordare l’episodio dell’incendio scoppiato
quel giorno in una fabbrica tessile di New York in cui morirono, chiuse dentro dall’interno per volere del padrone,
perché minacciavano di scioperare, 129 giovani operaie.
Il Secolo XIX di Genova nel 1978 riporta l’episodio come avvenuto a Chicago in una filanda. La Repubblica nel 1980 parla di
un incendio a Boston, datato 1898. Stampa Sera nel 1981 situa
l’incendio ai primi del ‘900, in un luogo imprecisato degli Stati
Uniti. Lo stesso anno L’Avvenire parla di 19 operaie morte. Noi
Donne nel 1982 parla di Boston e di 19 operaie morte; anno
1908, stesso anno
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e stesso numero
di vittime nel sito
SpazioDonna, la città è però Cotton.
Sul sito Internet
della Città di Bari
viene descritto un
incendio scoppiato
il 25 marzo 1911
negli ultimi tre piani dell’Asch Building a Manhattan, dove
delle operaie confezionavano camicette. Quando il tragico
rogo fu domato si contarono 146 vittime, di cui la stragrande maggioranza donne, quasi tutte di nazionalità italiana
o di origine ebraica. New York rimase sconvolta da quella
tragedia e proclamò un’adunata generale dei lavoratori per
seguire il corteo funebre di sette vittime non identificate.
Sulla stampa statunitense fino al 1908 nessuna verità storica
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della misteriosa origine
dell’8 marzo: l’incendio non risulta mai
accaduto. Alla stessa
conclusione giungono
Tilde Capomazza e
Marisa Ombra nel loro
libro 8 marzo – Storie,
miti e riti della Giornata Internazionale della
Donna.
L’8 marzo per altre storiche nasce dal movimento internazionale
socialista delle donne. Era il 1907: Clara
Zetkin (che nella prima
guerra mondiale fondò
la Lega di Spartaco) dirigente del movimento operaio tedesco
organizza con Rosa Luxemburg (teorica della rivoluzione marxista che fondò il partito socialista polacco e il partito comunista
tedesco) la prima conferenza internazionale della donna.
Le studiose, però, confermano il legame della data simbolo con
l’incendio divampato in un opificio (Cottons) di Chicago nel
1908, occupato nel corso di uno sciopero da 129 operaie tessili
che morirono bruciate vive.
Nel 1910 a Copenaghen, in occasione di un nuovo incontro
internazionale della donna si propone l’istituzione di una Giornata Internazionale della Donna, anche in ricordo dei fatti di
Chicago.
Successivamente la giornata comincia ad essere celebrata in varie
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parti del mondo e anche in Italia durante e dopo la prima guerra
mondiale (1914-18). La tradizione, nel nostro Paese, viene interrotta dal fascismo. La celebrazione riprende durante la lotta di
liberazione nazionale come giornata di mobilitazione delle donne
contro la guerra, l’occupazione tedesca e per le rivendicazioni di
diritti femminili. Nascono i gruppi di difesa della donna collegati al CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) che daranno
origine all’UDI (Unione Donne Italiane).
Nel 1946 l’UDI prepara il primo 8 marzo nell’Italia libera, proponendo di farne una giornata per il riconoscimento dei diritti
economici, sociali e politici delle donne. Sceglie la mimosa come
simbolo della giornata.
La vera “esplosione” in termini di popolarità e di partecipazione,
l’8 marzo l’avrà negli anni
8
’70. È un periodo segnato dalla collaborazione
dei movimenti femminili
e femministi impegnati
anche per sostenere la
legge di parità, la legge sul
divorzio e quella sull’interruzione di gravidanza.
La prima manifestazione
femminista risale infatti al
1972 e si svolse a Roma.
Ma il top, la celebrazione
dell’8 marzo, lo raggiunge nel 1980, con una
grande manifestazione
unitaria in cui confluiscono per la prima volta
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tutti i movimenti femminili e femministi.
Il percorso dell’8 marzo, dunque, si snoda in
quasi un secolo di storia che ha visto nascere
movimenti politici,
guerre, ideologie, ricostruzioni. Un cammino
lungo e complesso per
le donne di tanti paesi,
più volte interrotto,
ma che con grande
tenacia è sempre stato
ripreso con l’obiettivo
dell’emancipazione e
della liberazione delle
donne.
Nel 2001 si volta pagina: la tragedia delle Torri Gemelle a New
York e la guerra in Afghanistan rimettono in campo i pericoli
legati ad una possibile restrizione di diritti e di libertà per l’intero pianeta, ma, soprattutto per le donne e i bambini. L’atto
terroristico ha anche riportato all’attenzione il dramma delle
donne afgane, di quelle palestinesi e di tutte quelle che nel
mondo non godono dei diritti e delle libertà. Safiya (la donna
nigeriana condannata alla lapidazione) è diventata il simbolo di
queste sofferenze.
Cfr. Annie GOLDMANN, Le Donne entrano in Scena, Firenze 1996.
Tilde CAPOMAZZA, Marisa OMBRA, 8 marzo – Storie, miti e riti della Giornata
Internazionale della Donna, Roma 1991.
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Breve cronologia
1857
L’8 marzo centinaia di operaie tessili di New York scioperano
contro i bassi salari, il lungo orario di lavoro, il lavoro minorile e le
inumane condizioni di lavoro. Lo sciopero fu represso con la forza
e, presumibilmente, finì con un violento scontro con la polizia.
1859
Le operaie tessili di New York si costituiscono in sindacato per
tentare di migliorare le condizioni di lavoro.
1860
Sciopero delle lavoratrici del New England delle industrie
calzaturiere.
1889
Il Congresso di Parigi della Seconda Internazionale accoglie il
principio del diritto delle donne al lavoro ed alla retribuzione
pari a quella degli uomini.
1891
Il programma di Erfurt della socialdemocrazia tedesca afferma
l’eguaglianza completa tra uomini e donne.
1903
Nasce negli Stati Uniti la Women’s Trade Union League, formata
soprattutto da sindacaliste, che assieme alla campagna per il
diritto al voto aiutano le donne ad organizzarsi per una paga
migliore e per il loro benessere economico e politico.
Regno Unito: inizia il movimento militante delle ‘suffragette’
guidato da Emmeline Pankhurst, leader della Women’s Social
and Political Union. Il movimento si oppone a quello americano,
più moderato, delle ‘suffragiste’, nato nel 1848.
Australia: primo paese in cui le donne ottengono la piena parità
con gli uomini nel voto politico.
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1907
Lo sciopero dell’8 marzo viene ricordato in tutti gli Stati Uniti
con la richiesta di una giornata lavorativa di 10 ore.
1908
L’8 marzo sfilano a New York le lavoratrici delle sartorie sia per
il diritto al voto sia contro il lavoro minorile.
1909
28 febbraio. Primo Giornata Nazionale delle Donne in tutti gli
Stati Uniti.
Le operaie tessili di New York (al Triangle Shirtwaist Company)
cominciano un nuovo sciopero scegliendo come data d’inizio
proprio l’8 marzo per ricordare la lotta del 1857. Comincia il
22 novembre la cosiddetta “Rivolta delle ventimila” o “Grande
Rivolta”. Lo sciopero, dopo una violenta repressione della polizia ed una serie di accordi, terminerà il 24 dicembre 1910 con
il “Protocollo di Pace” che riconosceva il diritto a regole per
l’orario ed il salario”.
Sino al 1913 la Giornata viene celebrata l’ultima domenica
del Mese di Febbraio, in modo da non perdere una giornata
lavorativa.
1910
Alla Conferenza delle Donne della Internazionale Socialista (100
donne di 17 paesi) a Copenaghen, Clara Zetkin, leader socialista
tedesca e direttrice del giornale socialdemocratico tedesco Gleichheit, propone che l’8 marzo sia osservato, ogni anno, come la
Giornata Internazionale delle Donne.
Le donne richiedono il diritto universale al voto (e non solo in
base al censo, come richiedeva il movimento delle suffragette
inglesi).
Vengono richieste inoltre le indennità per la maternità anche per
le madri non sposate e ci si oppone al lavoro notturno.
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1911
19 marzo, in memoria della repressione prussiana del 1848, un
milione di donne sfila in Svizzera, Austria, Danimarca e Germania, chiedendo il diritto al voto, la fine della discriminazione
sessuale per le cariche pubbliche ed il diritto alla formazione
professionale.
25 marzo, un incendio agli ultimi piani della Triangle Shirtwaist
Company a New York uccide 146 donne, la maggioranza giovani,
ebree ed italiane. Le terribili condizioni di lavoro furono la causa
della morte delle lavoratrici. Esse infatti erano chiuse a chiave
nelle loro fabbrica. Il fatto portò alla riforma della legislazione
del lavoro negli Stati Uniti.
Centomila persone partecipano a New York, sulla Broadway, ai
funerali delle vittime.
1913
Manifestazione delle donne a San Pietroburgo contro la guerra.
1914
8 marzo, manifestazioni delle donne per la pace in tutta Europa.
1917
San Pietroburgo, manifestazione delle donne contro la guerra,
note come “pane e pace”. La protesta sarà alla radice della Rivoluzione di febbraio che condurrà all’abdicazione dello Zar Nicola
II. Il governo provvisorio concede alle donne il diritto di voto.
1918
Germania: le donne ottengono la piena parità con gli uomini
nel voto politico.
1920
Stati Uniti: le donne ottengono, a livello federale, la piena parità
con gli uomini nel voto politico.
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1922
Con l’aiuto di Clara Zetkin Lenin stabilisce che la Giornata
Internazionale delle Donne sia una festività comunista.
1928
Regno Unito: tutte le donne inglesi ottengono la piena parità
con gli uomini nel voto politico (il diritto alle donne oltre i 30
anni era stato ottenuto nel 1918).
1945
Francia: le donne ottengono la piena parità con gli uomini nel
voto politico.
1946
Italia: le donne ottengono la piena parità con gli uomini nel
voto politico.
1975
ONU: anno internazionale delle donne. Viene indetto inoltre il
Decennio delle donne (1975-1985). Prima conferenza mondiale
sulla condizione della donna a Città del Messico.
1977
ONU: Risoluzione 32/142 della Assemblea generale delle Nazioni Unite (16 dicembre) che invita gli Stati membri, nel rispetto
delle loro tradizioni storiche e nazionali ad indire una Giornata
delle Nazioni Unite dei Diritti delle Donne e della Pace Internazionale “per ricordare il fatto che la sicurezza della pace ed il
pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali
hanno bisogno della partecipazione attiva, dell’eguaglianza e dello
sviluppo delle donne”. Molte nazioni scelgono l’8 marzo.
L’UNESCO proclama l’8 marzo Giornata Internazionale della
Donna.
1995
Pechino: Quarta Conferenza Mondiale delle Donne con 189
rappresentanti di vari paesi.
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Le donne e le conquiste del ‘900
• Diritto di voto: Il 2 giugno 1946 l’Italia va alle urne per il referendum istituzionale. Per la prima volta il voto viene esteso
alle donne.
• Parità salariale: Art. 37 della Costituzione, regolato da una
legge solo nel ’57 in applicazione di una convenzione internazionale del BIT. Con un accordo interconfederale del 1960
si decide l’eliminazione dai contratti collettivi nazionali di
lavoro delle tabelle remunerative differenti per uomini e donne.
Viene così sancita la parità formale e sostanziale tra uomini e
donne nel mondo del lavoro. Le clausole di nubilato vengono
definitivamente vietate con la legge n. 7 del ‘63.
• Divorzio: L. 898 del 1970, approvazione della legge sul divorzio. 12 maggio 1974: vittoria del No al referendum popolare
per l’abrogazione della legge.
• Maternità: L. 1204 del 1971; viene estesa la tutela della
maternità alle lavoratrici dipendenti. Amplia ed estende i
diritti introdotti dalla prima legge (L. 860 varata nel 1950)
sui diritti e le tutele delle lavoratrici, che definisce per la prima
volta assenze per maternità, ore di allattamento e divieto di
licenziamento entro il primo anno di vita del bambino.
• Asili nido: L. 1044 del 1971; l’obiettivo di questa legge è realizzare un servizio a supporto delle famiglie e soprattutto delle
donne, onde favorirne la permanenza nel mondo del lavoro
anche dopo la nascita dei figli. Inoltre si è voluto affermare il
diritto del bambino alla socializzazione e allo sviluppo armonico della sua personalità.
• Diritto di famiglia: 1975; con la L. 151 viene varata la riforma
del diritto di famiglia che introduce la parità tra uomini e
donne nell’ambito familiare: la potestà sui figli, infatti, spetta a
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entrambi i coniugi che
hanno identici diritti e
doveri e non più solo
al padre, in attuazione del principio di
uguaglianza morale e
giuridica dei coniugi.
• Legge di parità (in materia di lavoro): L. 903
del 1977; ha rappresentato la più importante
svolta culturale nei
confronti delle donne.
Si passa dal concetto
di tutela per la donna
lavoratrice al principio
del diritto di parità nel campo del lavoro. Vengono introdotte
norme più avanzate in materia di maternità e primi elementi di
condivisione fra i genitori nella cura dei figli. Nel marzo 2000
con la legge 53 sui “congedi parentali” questa legge ha recepito
i nuovi diritti di paternità in materia di assenza facoltativa.
• Interruzione volontaria della gravidanza: L. 194 del 1978
“Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”. La legge ha come scopo
principale la prevenzione delle gravidanze indesiderate, oltre
che contrastare l’aborto clandestino.
• Legge pari opportunità (Azioni positive): L. 125 del 1991:
fortemente voluta dalle donne, questa legge è uno strumento
in grado di intervenire per rimuovere le discriminazioni e far
avanzare l’idea di uguali opportunità uomo-donna nel lavoro. La L. 125 ha rappresentato un importante passo avanti
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per rendere visibile e
valorizzare la presenza
delle donne nella società, nel lavoro e nella
famiglia. Purtroppo
resta ancora sostanzialmente inapplicata.
Oltre 400 i progetti
approvati in 8 anni.
(Nel 2000 L. 196 di
modifica)
• Imprenditoria femminile: L. 215 del
1992; l’imprenditoria
femminile è in forte sviluppo: il 35%
delle nuove imprese
giovanili sono guidate da donne. Questa legge promuove
l’uguaglianza sostanziale, pari opportunità economiche e
imprenditoriali, favorisce la nascita di imprese composte per
il 60% da donne, società di capitali gestiti per almeno 2/3
da donne e imprese individuali. Le imprese sono tenute a
mantenere la prevalenza femminile nella società per almeno
cinque anni.
• Violenza sessuale: L. 866 del 1996; stabilisce che la violenza
sessuale non è più un delitto contro la morale, bensì contro la
persona. Una legge di civiltà e dignità che rende giustizia alle
donne e premia il lungo e sofferto cammino per affermare il
diritto alla sessualità libera e condivisa.
• Lavoro notturno: legge comunitaria del 1998 per il divieto assoluto per le donne al lavoro notturno durante la maternità sino
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al compimento di un anno di vita del bambino e il non obbligo
fino a che il bambino ha 3 anni o, nel caso di genitore unico,
fino a 12 anni. Con la legge 903 del ‘77 il lavoro notturno
era vietato alle sole dipendenti delle imprese manifatturiere.
Con la legge varata nel ‘98, si regolamenta il lavoro notturno
per tutti i settori pubblici e privati.
• Assegno di maternità per casalinghe e disoccupate: L. 448 del
1999, prevede un’indennità di maternità per le donne che non
lavorano, o che svolgono il cosiddetto “lavoro familiare”. Con
la Finanziaria del 2000 questo diritto viene esteso alle cittadine
dell’Ue ed extracomunitarie con carta di soggiorno.
• Infortuni domestici: L. 493 del 1999, contiene il riconoscimento del lavoro in ambito domestico. Le persone comprese tra i 18
e i 65 anni che svolgono in via non occasionale, gratuitamente
e senza vincolo di subordinazione, il lavoro domestico, hanno
diritto all’Assicurazione contro gli infortuni.
• Congedi parentali: L. 53 dell’8 marzo 2000. Questa legge armonizza i tempi di cura, di formazione e di relazione (tempi
delle città). Si tratta di una grande conquista sociale: la cura
dei figli smette di essere prerogativa delle madri dal punto
di vista legislativo e coinvolge anche i padri garantendo loro
uguali diritti e tutele. Si tratta di una legge in controtendenza
rispetto ai datori di lavoro che invocano riduzioni di salari e
di diritti. La normativa punta a una maggiore condivisione
dei compiti all'interno del nucleo familiare. Si applica a tutti
i lavoratori, uomini e donne, pubblici e privati, anche autonomi, apprendisti e soci di cooperative. Prevede la parità tra
genitori naturali e adottivi o affidatari. Sia la madre che il padre
potranno chiedere anche contemporaneamente l’aspettativa di
6 mesi fino un massimo di 10 mesi, entro gli 8 anni di vita del
bambino. Al padre, inoltre, verrà concesso un “bonus” di un
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altro mese per seguire il figlio nel caso in cui dovesse chiedere
un congedo per un periodo superiore a tre mesi. L’età del
bambino entro cui si può fruire dei permessi per malattia viene
elevata dai 3 agli 8 anni del piccolo. I padri possono usufruire
del congedo anche nei casi in cui la madre del bambino non
è lavoratrice.
• Banca del Tempo: è un’esperienza che ha trovato una collocazione legislativa all’interno della L. 53 (Congedi parentali).
Coniugare lavoro e vita: tra le iniziative più utili c’è, infatti,
la Banca del tempo, nella quale anziché denaro si depositano
ore. Ore di attività per scambiarle con altri “correntisti” decisi
a mettere a disposizione le ore depositate sul proprio conto.
• Tutela e sostegno della maternità e della paternità: Testo unico
(d.l. n. 151 del 26 marzo 2001) delle disposizioni legislative in
materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità.
• Misure contro la violenza nelle relazioni familiari (Legge n. 154
del 5 aprile 2001) che stabilisce tra l’altro che il coniuge violento non solo può essere allontanato dall’abitazione familiare,
ma anche costretto a pagare gli alimenti.
• Flessibilità favorevoli alla conciliazione fra il tempo di vita e quello
di lavoro. Decreto 15 maggio 2001. Con l’approvazione delle
modalità di erogazione dei contributi (ex art. 9, comma 2, della
legge 8 marzo n. 53) si dispone la concessione di contributi
a carico del Fondo per l’occupazione, in favore di aziende
che applichino accordi contrattuali che prevedono flessibilità
favorevoli ai lavoratori ed alle lavoratrici.
Molteplici sono ancora i provvedimenti legislativi da prendere
a sostegno delle pari opportunità tra uomo e donna, di tutela
del lavoro femminile e della famiglia. L’impegno delle donne,
comunque, sta nel garantire la corretta applicazione della legislazione esistente.
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L’uguaglianza tra uomo e donna è un mito!
Le donne sono meglio!
Die Gleichheit von Mann und Frau ist ein
Mythos! Frauen sind ber!
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Donne e poesia
Come in ogni campo, anche in
quello della poesia oggi le donne
stanno recuperando un ritardo di
secoli. Guardando indietro nella
storia pochi, pochissimi nomi di
donne poeta si sono affiancati a
quegli degli uomini e di alcune di
coloro che avrebbero potuto essere
alla medesima altezza è rimasta
appena una traccia. Perché? La
donna era troppo costretta da codici e regole nell’ambito familiare, non aveva accesso agli studi,
non poteva educare il suo “afflato poetico” e non era in grado
di acquisire quegli elementi di base che consentissero di dargli
un’espressione dignitosa e toccante. Questa tensione poetica
deve essere sostenuta dalla ricerca delle parole, da una capacità
di sintesi, di armonia e di equilibrio perché la musicalità del
verso non perda di incisività e di bellezza. Eppure le donne non
mancavano di intelligenza e di sensibilità e neanche del “senso
o afflato poetico” che tutte hanno.
Ecco alcuni “versi al femminile” poco conosciuti, e purtroppo
spesso esclusi dalle antologie scolastiche, che dedichiamo a “l’8
marzo delle donne”.
Bambino
Bambino, se trovi l’aquilone della tua fantasia
legalo con l’intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta
che ti coprirà con le sue foglie.
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Fa delle tue mani due bianche colombe
che portino la pace ovunque
e l’ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell’acqua del sentimento.
Alda Merini (1931)
Questo mondo è la porta chiusa.
È una barriera e nello stesso tempo è il passaggio
Simone Weil (1909 – 1943)
Dolore cosmico
Io, l’ardente vento del deserto,
mi raffreddai, presi forma.
Dov’è il sole che possa liquefarmi,
dove il lampo che sappia frantumarmi!
Ora il mio sguardo è d’ira, una petrosa
testa di Sfinge volta a tutti i cieli.
Else Lasker-Schüler
(1869 – 1945)
Se io potrò impedire ad un cuore
di spezzarsi
non avrò vissuto invano Se allevierò il dolore di una vita
o allevierò una pena O aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
Non avrò vissuto invano.
Emily Dickinson
(1830 – 1886)
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Per saperne di più
Teresa BERTILOTTI, Anna SCATTIGNO, Il femminismo
degli anni Settanta, Roma 2005.
Gisela BOCK, Le donne nella storia europea. Dal Medioevo ai nostri giorni, Bari 2006.
Annarita BUTTAFUOCO, Cronache femminili. Temi
e momenti della stampa emancipazionista in Italia
dall’unità al fascismo, Arezzo 1988.
Annarita BUTTAFUOCO, Questioni di cittadinanza. Donne e diritti sociali nell’Italia liberale, Siena 1997.
Romano CANOSA, Il giudice e la donna, Cento anni di
sentenze sulla condizione femminile in Italia, Milano
1978.
Tilde CAPOMAZZA, Marisa OMBRA, 8 marzo. Storie
miti riti della giornata internazionale della donna,
Roma 1987.
Siglinde CLEMENTI, Alessandra SPADA (a cura di),
Der ledige Un-Wille. Norma e contrarietà. Una storia
del nubilato in età moderna e contemporanea, Bolzano
1998.
Siglinde CLEMENTI, Martha VERDORFER, Storie di
cittadine. Bolzano-Bozen, Bolzano 2000.
Siglinde CLEMENTI (a cura di), L’altra storia. Contributi
alla storia delle donne di Bressanone dal BassoMedioevo
fino al XX secolo, Bressanone 2005.
Milena COSSETTO, Alessandra SPADA (a cura di),
Donne scuola formazione in Alto Adige – Südtirol:
parole, pensieri, immagini di donne a scuola nel XX
secolo, Bolzano-Trento 2006.
Milena COSSETTO (a cura di), 1900-1950 Vita quotidiana e storia in Alto-Adige Südtirol, “STORIA E
Dossier”, 2003.
Milena COSSETTO (a cura di), Donne e resistenza,
“STORIAE”, n. 2, 2005.
Milena COSSETTO (a cura di), Vita quotidiana durante
la I. Guerra Mondiale,“STORIA E Dossier”, 2005.
Maria Rosa CUTRUFELLI e altre, Il Novecento delle
italiane, Roma 2002.
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Simone DE BEAUVOIR, Il secondo sesso, Milano 1999.
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Bari 1992.
Victoria DE GRAZIA, Le donne nel regime fascista,
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Daniela DELL’ORCO (a cura di), Oltre il suffragio. Il
problema della cittadinanza nella storia e nella politica
delle donne, Modena 1997.
Georges DUBY, Michelle PERROT, Storia delle donne in
Occidente. Dal Rinascimento all’età moderna, a cura di
Natalie ZEMON DAVIS e Arlette FARGE, Bari 1995.
24
Georges DUBY, Michelle PERROT, Storia
delle donne in Occidente. L’Ottocento, a
cura di
Georges DUBY, Michelle PERROT, Storia
delle donne in Occidente. Il Novecento, a cura
di Françoise THÉBAUD, Bari 1996.
Rachele FARINA (a cura di), Esistere come
donna, catalogo della mostra, Milano 1983.
Giulia GALEOTTI, Storia del voto alle donne
in Italia, Roma 2006.
Annamaria GALOPPINI, Il lungo viaggio verso
la parità. I diritti civili e politici delle donne
dall’Unità ad oggi, Pisa 1992.
Simona LUNADEI, Lucia MOTTI (a cura di),
Cent’anni fa... Donne al lavoro nell’Italia del
Novecento, Roma 2000.
Miriam MAFAI, Pane nero, Milano 2000.
Paola MAGNARELLI (a cura di), Donne
tra Otto e Novecento: progetti culturali,
emancipazione e partecipazione politica,
Macerata 2007.
Lucia MOTTI, Le donne, Roma 2000.
Franca PIERONI BORTOLOTTI, Alle origini del
movimento femminile in Italia. 1848-1892,
Torino 1963.
Franca PIERONI BORTOLOTTI, Socialismo e
questione femminile in Italia 1892-1922,
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Franca PIERONI BORTOLOTTI, Femminismo e partiti politici in Italia 1919-1926,
Roma 1978.
Franco RESTAINO, Adriana CAVARERO, Le
filosofie femministe, Torino 1999.
Anna ROSSI-DORIA, Diventare cittadine, Il
voto alle donne in Italia, Firenze 1996.
Emilia SAROGNI, La donna italiana. 18612000 Il lungo cammino verso i diritti,
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Fiorenza TARICONE, Mimma DE LEO,
Elettrici ed Elette, Storia, testimonianze e
riflessioni a cinquant’anni dal voto alle donne,
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Virginia WOOLF, Una stanza tutta per sé,
Milano 1980.
Sitografia
Silvia Cassamagnaghi, Mariachiara Fugazza
(a cura di), Italia 1946: le donne al voto, Milano 2006 in www.unionefemminile.it
www.emscuola.org/labdocstoria
www.cgil.it/ufficiostampa/miscellanea/8_
marzo_02a2.htm
www.italia-liberazione.it/it/liberazione2008.php
w w w. w o m e n e w s . n e t / s p i p 3 / s p i p .
php?article240
Didascalie
Copertina: Acquarello della pittrice
Bolzanina Mara Rauzi, collezione
privata.
IV di copertina: Was machen Sie?,
Danrmark, collezione privata.
1. Oskar Kokoschka, Manifesto della
mostra della Secessione, Vienna 1908.
2. Paul Delvaux, Les Vestales, 1972.
3. Suffragette giapponesi manifestano
a Tokio nel 1929.
4. Vendemmiatrici, Castelli Romani,
primi del Novecento.
5. Lavoratrici tessili, Lecco 1911.
6. Operaie dell’Ansaldo alla fabbricazione di proiettili, Sestri Ponente
1917.
7. Le copertine del periodico “Noi
Donne” dell’UDI, Modena 1950.
8. “Io sono mia”, slogan delle manifestazioni femministe degli anni
Settanta.
9. “Via del Governo Vecchio”, Roma,
anni Settanta.
10. Pablo Picasso, Buste de jeune fille,
1926, Strasbourg.
11. Paul Delvaux, La fenétre, 1936,
Bruxelles.
12. Una ragazza degli anni Trenta,
Berlino, collezione privata.
13. Tamara de Lempicka, Les deux
amies, 1928.
14. Käthe Kallowitz, Brot, 1924,
Ulm.
15. Will Bradley, Victor Bicycles,
1895.
25
In Provincia di Bolzano
Donne rete lavoro
www.donne-lavoro.bz.it
La rete donne-lavoro offre a livello provinciale
una serie di informazioni per la diffusione
di una cultura di genere; progetta e realizza azioni mirate al
raggiungimento delle pari opportunità fra uomini e donne e
all’applicazione del Gender mainstreaming.
Fornisce strumenti e indicazioni su: le opportunità presenti sul
territorio della provincia di Bolzano rispetto all’occupazione,
la formazione, l’orientamento, la creazione di impresa, i servizi
per le famiglie, le problematiche legate al rapporto di lavoro,
le pari opportunità, la cultura. La rete opera per migliorare la
qualità occupazionale e sociale delle donne. Il lavoro di rete è
lo strumento di cooperazione tra i diversi servizi che operano
sul territorio dell’Alto Adige, nella condivisione di obiettivi e
modalità comuni. La rete è un punto di riferimento sia per le
donne che per le istituzioni, le organizzazioni, le associazioni,
le imprese. La rete può essere ampliata a tutti i servizi che desiderano collaborare condividendone lo scopo.
Pari opportunità
Comitato provinciale per la realizzazione delle pari
opportunità tra uomo e donna; Servizio donna; Consigliera di parità; Esserci - banca dati online per la
valorizzazione delle competenze femminili.
Il Comitato Provinciale per la realizzazione delle Pari Opportunità tra uomo e donna, istituito con la legge provinciale del 10
agosto 1989, n. 4, è un organo consultivo della Giunta Provinciale e rimane in carica per la durata di una legislatura. Esso si
26
compone di 15 esperte provenienti da associazioni e organizzazioni rappresentative delle diverse realtà femminili. Il Comitato
provinciale si impegna affinchè le donne svolgano un ruolo di
maggior peso nelle posizioni chiave della vita politica, economica
e culturale e affinchè gli uomini partecipino maggiormente al
lavoro familiare e domestico.
Servizio donna: sportello informativo - Provincia di Bolzano
Il Servizio donna si propone come punto di riferimento per chi
desideri ottenere informazioni in tema di parità e problematiche
femminili. A seconda della materia affrontata e del grado di
approfondimento richiesto cerca di fornire direttamente una
risposta affidabile e rapida, oppure individua la sede competente
presso cui indirizzare le interlocutrici.
Indirizzo: via Crispi, 3, Palazzo provinciale 1, 3° piano. 39100
Bolzano. Tel. 0471 411180/81
E-mail: [email protected]
www.provincia.bz.it/lavoro/serviziodonna
Centro Interculturale delle donne di Bolzano
Indirizzo: piazza Parrocchia 15, Bolzano
www.comune.bolzano.it
• Cafè Plural feminine art&culture.
• Ufficio donne del Comune di Bolzano
E-mail: [email protected]
• La Biblioteca della Donna: vasto repertorio di
libri sui temi cari alla storia e alla cultura di
genere. www.bibliodonnafrau.org/index.htm
• L'Archivio storico delle donne: fondato come associazione da
un gruppo di storiche, di archiviste di appassionate di storia
nella convinzione che la memoria delle donne vada coltivata
e valorizzata. www.archiviodonne.bz.it
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Le donne in STORIA E
La rivista STORIA E in molti suoi numeri si è occupata di storia
delle donne: ne proponiamo alcuni ai nostri/nostre lettori/lettrici
STORIAE 2003, Anno I, n. 1 - Rivista quadrimestrale
La cassetta degli attrezzi: La storia delle donne in rete
di Caterina Cossetto
DOSSIER - 2003: Vita quotidiana e storia in Alto AdigeSüdtirol 1900-1950: parole, pensieri, immagini, documenti,
testimonianze, letture, canzoni a cura di Milena Cossetto
Contiene i contributi: Le trasformazioni della vita domestica di Elena
Farruggia; Vita quotidiana a scuola di Milena Cossetto; 1900-1950:
Donne di Alessandra Spada; Vita quotidiana a Bolzano: le Semirurali di
Milena Cossetto.
DOSSIER - 2003: Lo Statuto di Bolzano del 1437
a cura di Milena Cossetto
con contributi di Germana Albertani, Giuseppe Albertoni, Maria Giuseppina Muzzarelli, Elena Farruggia e Milena Cossetto.
STORIAE 2003, n. 3 - Rivista quadrimestrale
Storia e memoria: Liana Millu di Mirella Tono; Fare cultura sulla diversità a
cura di Milena Cossetto; Art – Handicap – Art. L’immagine della disabilità
nell’arte: un breve itinerario storico di Sibilla Hellrigl; Breve storia delle scuole
“Tambosi” di Milena Cossetto e Marina Degasperi.
STORIAE 2004, n. 1 - Rivista quadrimestrale
Le opzioni/die Option nella letteratura sudtirolese di Brigitte Foppa; Uccisi e
dimenticati di Milena Cossetto; 1924 - 2004: gli ottanta anni del GinnasioLiceo di Brunico di Milena Cossetto e Pietro Fogale; Art - Handicap - Art
Frida Kahlo di Sibilla Hellrigel.
28
STORIAE 2004, n. 2 - Rivista quadrimestrale
Lucie Varga una storica de “Les Annales” di Milena Cossetto; Credere nelle
streghe in una valle ladina di Lucie Varga - Traduzione di Jolanda Savioli
Sartori; Storie di scuola. Interviste a cura di di Renzo Miclet.
STORIAE 2004, n. 3 - Rivista quadrimestrale
Tra storia e geografia: Alma Maximiliana Karlin, scrittrice di frontiera
di Milena Cossetto; oltre alla biografia della scrittrice la rivista contiene
molti testi inediti (racconti e pagine dei suoi romanzi biografici) tradotti
per la prima volta in italiano.
STORIAE 2005, n. 1 - Rivista quadrimestrale
Antologia di testi letterari Etty Hillesum “Diario 1941-43” di Elena
Farruggia; Sette e più anni di storia italiana (la persecuzione anti
ebraica) di Cinzia Villani; 10 febbraio: il giorno del ricordo. Le foibe: un
dibattito aperto di Milena Cossetto.
STORIAE 2005, n. 2 - Rivista quadrimestrale
Insegnare la resistenza tra storia e memoria di Elena Farruggia; Antologia
di testi letterari. Letteratura e Resistenza di Elena Farruggia; Resistenza al
confine orientale di Milena Cossetto; Donne e Resistenza: I diari partigiani
delle donne di Milena Cossetto; Dal diario della partigiana “Gina” di Filomena
Dalla Palma a cura di Milena Cossetto.
STORIAE 2005, n. 3 / 2006 n. 1 - Rivista quadrimestrale
Intervista a Patrizia Vajola di Elena Musci; Sempre ne arriva e ne parte
Appunti e testimonianze dal lager di Bolzano di Cinzia Villani; La Shoah e la
poesia. Conversazione e testi di Liana Millu; Raccontare le foibe di Milena Cossetto; Istria, foibe, esodo. Antologia, Carlo Sgorlon: “la Foiba grande” di Elena
Faruggia; Tradizioni popolari in Sudtirolo (I Klökler, maschere dell’Avvento;
La sfilata dei Krampus; Le maschere del carnevale; Da Quaresima a Pasqua)
testi di Brunamaria Dal Lago Veneri e di Milena Cossetto.
STORIAE 2006 n. 2 - Rivista quadrimestrale
Intervista a Maria Teresa Rabitti di Elena Farruggia; Johanna Schuchter:
infanzia a Salorno a cura di Milena Cossetto, Magda Delugan, Elena Farruggia; I riti e i personaggi del calendario contadino. Usi, costumi e tradizioni
del Trentino-Alto Adige di Brunamaria Dal Lago Veneri.
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STORIAE 2006, n. 3 - Rivista quadrimestrale
Poesia e Lager di Elena Farruggia; Il poema di Laurino di Bruna Dal Lago
Veneri.
DOSSIER - 2006: XX secolo a Castel Tirolo
Le donne 1945-2000 di Alessandra Spada.
Donne Scuola e Formazione in Alto-Adige Südtirol: donne a
scuola nel XX secolo. Giugno 2006.
Frauen-Schule-Bildung in Südtirol: Gedanken, Texte, Bilder
zur Geschichte der Frauen in der Schule in 20. Jahrhundert. Juni
2006. A cura di Milena Cossetto e Alessandra Spada
Donne nella storia. Donne nella scuola di Lucia Motti; Dal Tirolo all’Alto
Adige: donne nella scuola di Milena Cossetto; La scrittura bambina nella
scuola del fascismo di Milena Cossetto; Donne e formazione in epoca fascista. 1922-1939 di Alessandra Spada; La maestra di Martha Verdorfer; Lo
status delle maestre in Sudtirolo di Martha Verdorfer; Storia delle laureate
sudtirolesi di Susanne Falkenberg; Donne nelle riforme scolastiche dagli
anni Sessanta ad oggi di Elena Farruggia; I progetti delle classi a cura di
Alessandra Spada.
DOSSIER - 2005: Angoli di Studio/Bilder von Bildung
Immagini di donne scienziate, studiose, lettrici nell’arte dal
Medioevo a oggi.
DOSSIER - 2005: Vita quotidiana durante la I. Guerra
Mondiale; 1914-1918: alltag und Krieg; 1914-1918: vita da
vigni dé y vera
La grande guerra e i Ladini di Luciana Palla; Vivere nonostante la
guerra di Elena Farruggia; La Cronaca di Merano, 1915-1918 di Pietro
Fogale; Generi Alimentari a Bolzano 1916-1918 di Milena Cossetto;
Profughi di Daniel Mascher; Sfollati di Elena Farruggia; Perciò il
fazzoletto davanti alla bocca quando si tossisce di Barbara Felizetti; La
guerra trasforma il ruolo della donna di Michaela von Wohlgemuth;
Le donne e la guerra di Milena Cossetto.
30
storiae
STORIA E + Dossier:
una rivista laboratorio
Editore: Sovrintendente Scolastico
prof.ssa Bruna Visintin Rauzi
Direttore responsabile:
Dir. Scol. prof.ssa Milena Cossetto
Lab.doc storia/Geschichte
AUTONOME
PROVINZ
BOZEN
SÜDTIROL
Italienisches
Schulamt
Amt für
Bildungsentwicklung
PROVINCIA
AUTONOMA
DI BOLZANO
ALTO ADIGE
Intendenza Scolastica
Italiana
Ufficio
Processi Educativi
L’8 marzo delle donne
STORIAE Fare memoria
Supplemento al n. 3-2007.
A cura di Milena Cossetto
Ideazione grafica, prestampa
e stampa Life - Trento. Febbraio 2008
Il testo ha finalità didattiche.
Per eventuali e comunque non volute omissioni e per
gli aventi diritto tutelati dalla legge l’editore dichiara la
propria disponibilità.
STORIA E nasce nel settembre del
2002 dall’idea di fare da ponte tra
i luoghi della ricerca storica per
eccellenza (Università, Musei, Centri
Studi, Archivi) e la scuola, la pratica
didattica quotidiana. È un luogo
dove dare voce a insegnanti e scuole
che vogliono mettere a disposizione
degli interessati materiali di lavoro,
programmazioni, percorsi di
ricerca sulla didattica della storia,
la storia locale, l’interazione tra
micro e macro storia, interviste
ai protagonisti della ricerca
storiografica attuale e delle
iniziative di innovazione a livello
internazionale. Ogni numero è
accompagnato da un Dossier di
materiali (documenti, immagini
e materiale bibliografico) su un
tema storiografico, legato alle
problematiche locali. Collaborano
docenti universitari, insegnanti,
storici, esperti locali, nazionali
ed internazionali. Alla rivista
collabora stabilmente Elena
Farruggia, referente del Progetto
Storia dell’Istituto Pedagogico.
Le pubblicazioni sono distribuite
gratuitamente a scuole, biblioteche,
musei, insegnanti, studenti
universitari e a tutti coloro che ne
faranno richiesta.
Le richieste vanno indirizzate a:
Lab*doc storia/Geschichte – STORIA E
Via del Ronco 2 – 39100 Bolzano
Tel. 0471 411328
[email protected]
www.emscuola.org/labdocstoria
La vita delle donne?
Sempre controvento...
Maximiliana Lenz 1952
32
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