Diocesi di Macerata - Tolentino - Recanati - Cingoli - Treia Perché sposarsi in Chiesa? Come e dove sposarsi? Norme e insegnamenti tratti dai documenti della Chiesa 1. Vivere bene il tempo del fidanzamento “Il tempo del fidanzamento non è soltanto un momento di passaggio e di preparazione a un futuro: è un tempo in se stesso importante. È tempo di crescita, di responsabilità e di grazia. È tempo di crescita: tempo nel quale si matura nella capacità di vivere insieme; si costruisce la coppia; ci si allena alle fatiche, anche psicologiche, della vita a due; si precisano, si condividono e si consolidano le convinzioni in grado di reggere la convivenza di tutta la vita; ci si affina nella conoscenza di sé, delle proprie doti e dei propri difetti e nell’arte difficile del volersi bene e del comprendersi… È tempo di responsabilità. È un tempo in cui i due fidanzati sono tenuti ad interrogarsi sulla loro vocazione al matrimonio e sulla loro reciproca scelta. È un tempo di grazia. Il fidanzamento è occasione per vivere e crescere nella grazia: si presenta come momento privilegiato di crescita nella fede, di preghiera e di partecipazione alla vita liturgica della Chiesa, di esperienza vissuta della carità cristiana”. (Direttorio di Pastorale Familiare nn. 41-43) 2. Un cammino di fede per prepararsi al matrimonio “Per quanto riguarda i corsi o gli itinerari di preparazione al matrimonio assumano sempre più la caratteristica di itinerari educativi. Proprio perché itinerari educativi e di fede, gli incontri non si riducano a cicli di lezioni o di conferenze. Essi siano momenti di evangelizzazione e di catechesi, aprano alla preghiera e alla vita liturgica, orientino e spronino alla carità, sappiano anche coinvolgere e interessare i fidanzati così da aiutarli e stimolarli a fare una significativa esperienza di fede e di vita ecclesiale. Non si tralasci di proporre espe- rienze forti di preghiera, eventuali momenti di ritiro o di esercizi spirituali, la partecipazione alle celebrazioni liturgiche e in particolare all’Eucaristia, l’accostamento al sacramento della Penitenza, esperienze e gesti significativi di carità”. (Direttorio di Pastorale Familiare nn. 56-59) -2- Raccogliendo l’invito del Direttorio di 3. Liturgie Pastorale Familiare e valutando la situazione penitenziali negli in cui diverse coppie che si preparano al itinerari di matrimonio vivono in uno stato di convivenpreparazione al za o hanno già celebrato il matrimonio civile matrimonio rinnoviamo l’invito a proporre liturgie penitenziale che ci ricordano e celebrano la misericordia di Dio e il cammino di conversione continua che siamo tutti chiamati a percorrere nella nostra vita cristiana. Si abbia cura di dire con chiarezza e carità che chi vive in stato di convivenza o ha già celebrato il matrimonio civile non può accostarsi al sacramento della Penitenza (né ricevere l’Eucaristia) perché il loro stato di vita è in contraddizione con le indicazioni della Chiesa. Tutto questo sia fatto con grande delicatezza e carità facendo percepire che non si tratta di un giudizio contro le persone, ma di uno stato di vita pubblico che contraddice il senso del matrimonio cristiano. Si faccia loro percepire che c’è una grazia e un Amore del Signore per ogni suo figlio e che la situazione sarà sanata proprio attraverso la futura celebrazione del sacramento del matrimonio. Per sua natura la celebrazione litur- gica del sacramento del matrimonio è una realtà evangelizzante 4. La celebrazione realtà evangelizzante ed ecclesiale “proclamazione nella Chiesa, della buona notizia sull’amore coniugale”. Come tale, la celebrazione è annuncio della fede della Chiesa ed esige di essere vissuta nella fede Proprio perché sacramento della Chiesa, la celebrazione del matrimonio si qualifica come realtà ecclesiale. Essa coinvolge l’intera comunità ecclesiale nella quale gli sposi sono inseriti e alla cui vita e missione prendono parte, tanto da fare di tale comunità il luogo normale della celebrazione delle nozze. -3- Si curi in modo intelligente e diligente la liturgia della Parola, sia nella scelta e nella proclamazione delle letture bibliche, sia con una loro adeguata spiegazione nell’omelia. Già durante le fasi finali della preparazione al matrimonio questa preoccupazione trovi il modo di manifestarsi: si invitino i fidanzati a leggere, personalmente e in coppia, le pagine scritturistiche proposte dal lezionario del Rito del Matrimonio; li si aiuti nello scegliere, per la celebrazione del rito, le letture più consone alla loro situazione spirituale. (Direttorio di Pastorale Familiare nn. 69-71) 5. Il luogo della celebrazione “Proprio in forza della dimensione propriamente ecclesiale del sacramento, ribadiamo che «il luogo normale delle nozze è la comunità della parrocchia nella quale i fidanzati sono inseriti e alla cui vita e missione prendono parte». Di conseguenza, la celebrazione delle nozze avvenga normalmente nella chiesa parrocchiale di uno dei nubendi. Solo per validi «motivi di necessità o di convenienza pastorale» il matrimonio può essere celebrato in altre parrocchie. Si evitino quindi prassi contrarie a tali disposizioni: ci si guardi dal permettere con facilità la celebrazione del matrimonio in una parrocchia diversa da quella di una dei nubendi; si affronti con coraggio, saggezza e determinazione il problema della proliferazione di matrimoni in chiese non parrocchiali, nei santuari, in chiese con particolari richiami storici o artistici. I Vescovi diocesani, in proposito, precisino ulteriormente i criteri a cui attenersi. (Direttorio di Pastorale Familiare n. 82) Nella diocesi di Macerata solo il Vicario Generale e il Vescovo, dopo aver verificato accuratamente le ragioni della richiesta assieme ai parroci e ai nubendi, possono, solo per ragioni serie, autorizzare la deroga ai suddetti criteri. (Disposizione del Vescovo Mons Claudio Giuliodori) -4- Una catechesi illuminata mirerà a far capire ai fedeli che la propria chiesa parrocchiale è il luogo più opportuno per la celebrazione del matrimonio. La consapevolezza dell’appartenenza degli sposi ad una comunità cristiana nella quale hanno compiuto il loro cammino di fede, per proseguirlo nella nuova condizione di vita, fa emergere il senso autentico del vincolo sacramentale. Normalmente la liturgia nuziale sarà celebrata nella chiesa della sposa, o dello sposo, o se i coniugi lo preferiscono, in quella dove andrà a risiedere la nuova famiglia. I matrimoni fuori parrocchia, infatti, rischiano di eludere la dimensione comunitaria ed ecclesiale del sacramento. (Libro del Sinodo della Diocesi di Macerata, n. 216 pp. 183-184) Il rito sia preparato dagli sposi con il sacerdote e si valorizzino tutti i gesti rituali. La celebrazione del sacramento 6. Accurata preparazione del rito delle nozze avvenga con semplicità e sobrietà per quanto attiene all’addobbo, i fiori, la musica, i canti, le fotografie, evitando esibizionismi, lusso e spese superflue, affinché la celebrazione sia momento di festa, ma anche di carità fraterna verso i poveri attraverso qualche gesto di condivisione. La celebrazione del matrimonio deve svolgersi in modo da essere, anche nella realtà esteriore, proclamazione della Parola di Dio e professione di fede. È opportuno che, -5- prima della celebrazione, il sacerdote o un’altra persona da lui incaricata, cerchi di contattare il fiorista, il fotografo e quanti hanno parte attiva nell’allestimento del rito, per illustrarne le indicazioni necessarie. (Direttorio liturgico pastorale sui sacramenti, 98) 7. Canti e musica La celebrazione del Matrimonio è una festa non solo per le due famiglie direttamente coinvolte e per gli amici, ma anche per la comunità parrocchiale. Per questo l’ottimo, come auspicato dalle norme, sarebbe la pre- senza di una comunità che canta la sua fede e che innalza a Dio inni di lode e di ringraziamento insieme con gli sposi. Ciò ovviamente sarebbe possibile quasi esclusivamente nel contesto delle normali celebrazioni della comunità locale, con le difficoltà oggettive che questo comporta. Tuttavia anche il semplice suono dell’organo o di altri strumenti musicali può essere di grande aiuto per esprimere i sentimenti di gioia e di preghiera insieme. Le musiche devono però essere adatte alla dignità della celebrazione. Brani musicali e canori che sono diventati tradizionali nella celebrazione nuziale in un’epoca in cui la liturgia era soprattutto spettacolo, oggi sono meno adatti ad esprimere la realtà del sacramento che si celebra. Pertanto un cordiale e sincero colloquio con gli sposi anche su questo argomento e un previo accordo con l’organista sono più che opportuni. (Direttorio liturgico pastorale sui sacramenti, 99) 8. Fotografie e riprese video Un compito assai delicato tocca ai fotografi che fissano i momenti più importanti della celebrazione nuziale. Anche una fotografia ha la sua importanza per far memoria nel tempo delle grandi tappe della nostra storia personale. Tuttavia la fotografia, o la ripresa video, non è più importante della stessa celebra-6- zione che pertanto non deve essere condizionata e disturbata dall’azione non sempre illuminata dei fotografi e degli operatori video… Vi sono momenti in cui è assolutamente necessario rispettare un certo “silenzio fotografico” ed evitare di agitarsi nel presbiterio o fra l’assemblea. In particolare il silenzio e l’attenzione devono accompagnare le orazioni presidenziali, la lettura della Parola di dio, l’omelia e la preghiera eucaristica. (Direttorio liturgico pastorale sui sacramenti, 101) In continuità con quelli per i fidanzati 9. Un cammino sono da predisporre itinerari di fede per le che continua coppie giovani che hanno bisogno di accompagnamento e di sostegno nei primi anni di matrimonio. La Diocesi è desiderosa di dare stabilità a un itinerario di formazione, per far incontrare le famiglie tra loro, perché si mettano in ascolto della Parola di Dio, si aprano alle esigenze contingenti del territorio in cui vivono ma anche alla mondialità, escano dalla spirale del consumismo, aprendosi a una vita più sobria, ponendo gesti di concreta condivisione con chi è meno fortunato. (Libro del Sinodo della Diocesi di Macerata, n. 60 p. 49) -7- Cattedrale di S. Catervo - Tolentino (MC) Particolare del sarcofago marmoreo, che racchiude i corpi di Flavio Giulio Catervio, della moglie Settimia Severina e del figlio Basso. Opera del IV secolo d.C. In copertina Particolare delle Nozze di Cana Cappellone di San Nicola - Tolentino (MC) Per informazioni: Pastorale dei Fidanzati [email protected] tel. 377.1157295 Pastorale Familiare [email protected] tel. 329.8911082 Consultorio “Il Portale” [email protected] - tel. 0733.261473 Centro per la conoscenza della fertilità Associazione marchigiana Metodo BIllings tel. 0733.262885 - 333.3396402 Movimento per la Vita - Centro di Aiuto alla Vita [email protected] - tel. 0733.272137 Centro Servizi per la famiglia “La Goccia” [email protected] - tel. 0733.33944 - 334.9532851