In Africa Occidentale i tessuti e i modi di indossarli
giocano un ruolo sociale importante: un abito bello e
appariscente è considerato segno di potere in una società
particolarmente sensibile alla vistosità e allo sfarzo, fino a
fare del modo di vestire un mezzo di comunicazione.
Ancora oggi i “pagnes”, i tessuti da indossare, funzionano
come un linguaggio che si sostituisce alla comunicazione
verbale: in questo senso si dice che “i tessuti parlano”
“Pagne” deriva dallo spagnolo “pano” che significa “panno”:
questo termine designa, dal 1.600, l’indumento annodato
intorno alla vita in uso nell’Africa sub-sahariana.
Il rettangolo di stoffa può essere utilizzato come gonna,
toga, sciarpa, velo, turbante, fascia port-enfant, e lo si
ritrova anche usato come coperta e sudario.
Le origine dei “pagnes”
I più diffusi sono di cotone, realizzati industrialmente e
chiamati wax-print o african print. Pur nella esuberanza di
disegni e colori, tutti rivelano uno stile unitario e specifico
maturato sulle esigenze dell’acquirente africano. Le donne
riconoscono
all’african
print
l’espressione
autentica
dell’identità femminile urbana africana.
Si tratta di una autenticità costruita per appropriazione:
introdotti con il nome “java” dai soldati del Ghana arruolati
nell’esercito olandese a Giava tra il 1855 e il 1872, i pagnes
furono rapidamente adottati da tutta l’Africa occidentale. Le
sue sorgenti di ispirazione sono in oriente come in occidente
oltre che in Africa: l’amalgama culturale di fondo è in
perfetta sintonia con i gusti dei consumatori africani.
Gli imprenditori britannici e olandesi intuirono subito le
grandi potenzialità del mercato africano e dal 1893 la gran
parte della produzione olandese di stoffe esotiche è
destinata all’Africa sub-sahariana.
La produzione e commercializzazione, a lungo monopolio
europeo, si è africanizzata e internazionalizzata: oggi, oltre a
varie nazioni dell’Africa occidentale, fra i paesi produttori ci
sono il Giappone e la Cina.
Materiali usati
All’inizio del XIX secolo il cotone rimpiazza la rafia e le
cortecce battute nella confezione degli indumenti: il cotone
delle stoffe prodotto localmente è grezzo o tessuto con filo
tinto.
Tre sono i metodi principali per il trattamento della tela:
tintura per immersione in bagni coloranti: per
aumentare la colorazione si ripetono più volte i bagni;
per creare disegni si realizzano pieghe e nodi prima dei
bagni di colorazione
stoffe “bogolan”: decorate direttamente con
paglia, bambù o pezzi di metallo
metodo “adinkra”: tamponi intagliati nella zucca
sono utilizzati come timbri
All’inizio del XX secolo compare in Africa il wax-print,
messo in produzione dopo lunghe ricerche dalla azienda
olandese Vlisco: è il metodo del batik che utilizza il sistema
delle “zone di risparmio” coperte di cera.
Come si confeziona un batik
Disegni impressi con cera su strisce di stoffa.
Colorazione della stoffa con la tinta di fondo: solitamente indaco
(le parti cerate non prendono colore)
Ulteriori colorazioni (fino a 5), con lo stesso procedimento delle
zone di risparmio fino a giungere al prodotto definitivo.
Tecniche di stampaggio
Il wax-print è stampato con complessa tecnica che
garantisce la solidità delle tinte e l’apparenza artigianale di
grande resa estetica. Le ditte detengono gelosamente il
segreto di produzione: gli impianti della Vlisco a Helmond in
Olanda sono off limits per gli estranei.
Il tessuto pagne include differenti tipi di prodotti, di
qualità, tecnica di stampaggio, genere e stili diversi. E’
l’aspetto tecnico del processo di fabbricazione dei diversi
tipi a costruire la loro particolarità, originalità e il loro più o
meno grande valore commerciale. A tutto ciò si aggiunge il
fattore successo legato al nome che è stato dato al tessuto.
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Diversi tipi di African print:
Fancy – Java - Wax e superwax
Fancy: è il meno pregiato, prodotto con tecnica di
impressione per mezzo di rulli
Java: sul tessuto, precedentemente dipinto, sono disegnati
i motivi con l’applicazione di un prodotto ossidante.
Superwax: è il più pregiato nella categoria dei wax; il
cotone è più denso e fine e la tecnica di decorazione
comporta due operazioni di “tintura con riserva” che ne
giustifica l’alto prezzo.
Misure dell’african print
La misura standard del pagne è di 2 metri circa di
lunghezza (due iarde) per 120 – 160 cm di altezza. (misura
aumentata rispetto all’Oriente, per adattarla alle taglie
africane)
I grossisti vendono pezze da 12 metri divise, sul mercato, in
due mezze-pezze di 6 metri, necessarie per la confezione dei
caratteristici tre pezzi dell’abbigliamento:
gonna – blusa – fascia per il trasporto dei lattanti.
Combinazione dei colori
Mercanti, missionari e amministratori coloniali hanno
fornito le informazioni necessarie, come le moderne indagini
di mercato, per la confezione di tessuti sempre più vicini ai
gusti e alle esigenze dell’africano. Attualmente le ditte
produttrici inviano i loro disegnatori nei paesi africani per
studiare le nuove tendenze e i gusti dei consumatori.
Interessi economici e concorrenza
“L’albero abbattuto”: la caduta dei grandi
La concorrenza è dura e spietata tra le ditte storiche e le
nuove imprese emergenti, cinesi e nigeriane che, spesso,
copiano modelli di creazione autentica, inondando il mercato
con prodotti di bassa qualità a prezzi 10 volte inferiori (90$
per un wax autentico contro 9$ di uno contraffatto)
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Attorno al commercio dei pagnes si sono costruite fortune
dentro e fuori il continente africano. Sono famose, in Togo,
le imponenti matrone che gestivano il mercato dei pagnes
negli anni ’70 e ‘80: si chiamavano “Nana Benz” perché
viaggiavano sempre in Mercedes a esibizione della loro
fortuna. Le loro eredi, chiamate “Golden Ladies” o “Nana
Toyota”, pur avendo studiato in Europa e in America ed
essersi riunite in associazioni di categoria, non riescono ad
ottenere i profitti delle loro madri. L’enorme diffusione di
pagnes contraffatti e venduti a basso prezzo, oltre alle
sempre più pesanti imposte, hanno ridotto di molto i margini
di guadagno delle commercianti del grande quartiere di
Assigamé a Lomé in Togo.
Il mondo del commercio dei pagnes con i suoi intrighi e i
furti, discussioni e accuse di stregoneria, gelosie e colpi
bassi di ogni tipo è stato illustrato anche in un romanzo di
Edwige Edorh.
Viene portato avvolto intorno alla vita o all’altezza delle
ascelle dalle donne ed è in genere fissato sulla parte sinistra,
fasciato intorno ai fianchi dagli uomini, che usano ripiegarne
un lembo sull’omero sinistro.
Il pagne è oggetto di valutazione estetica, segno di
prestigio e strumento di seduzione presso le donne e, in
numerosi contesti africani, rimane l’indumento base del
vestiario femminile.
Il pagne locale, fabbricato artigianalmente e composto da
strisce di cotone cucite insieme, ha ancora una limitata
circolazione, soprattutto come abito da cerimonia sia per li
uomini che per le donne, mentre l’african print regna sovrano
nell’uso quotidiano.
L’aggressiva vitalità dei suoi variopinti motivi domina i
mercati, la sua persistente incidenza sociale ne fa un
riferimento culturale solido, nonostante l’attrazione
esercitata dai modelli occidentali.
PAGNES E IDENTITA’ LOCALI
La vita sociale del pagne
Indossare il pagne è un’arte: richiede una padronanza dei
gesti, acquisiti per imitazione e consuetudine, necessari per
avvolgerselo intorno al corpo, per sistemarselo e
continuamente risistemarselo addosso o per annodare intorno
alla testa i grandi rettangoli di tessuto.
“La chiave che apre la porta” … dell’emancipazione
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Africanità e “autenticità” del dutch wax
La “cultura del villaggio” e il miraggio della cultura urbana
La mise neo-tradizionale africana basata sull’uso del pagne,
costituisce un elemento unificante e distintivo di africanità
per tutto il continente a sud del Sahara.
L’Afrocentricità è quanto di più lontano ci possa essere dal
tradizionale giacca-cravatta europeo, ed è caldeggiato da
tutti i leader politici che vogliono sottolineare l’identità
africana.
La ricerca di autenticità africana trova qualche ostacolo nel
momento in cui si scopre “Made in Holland” stampato sui
“tessuti africani”: in realtà l’”autenticità” del wax-print è solo
una finzione deduttiva.
Nonostante la grande varietà culturale delle società
africane e malgrado i nuovi dislivelli, anche in termini di gusto
e di modelli di riferimento, l’uso di vestirsi con il “pagne” si
ritrova ovunque, sia in ambito rurale che urbano. Dalla
“brousse” (savana) alla metropoli dell’Africa occidentale e
centrale persiste un’idea di ricchezza che non si identifica
tanto con il potere di produzione quanto con il potere di
consumo di beni e che comporta una tensione permanente nei
confronti dell’apparire.
La rispettabilità femminile è legata anche a un consumo
d’abiti regolarmente rinnovati: la riuscita sociale è resa
immediatamente visibile proprio dal numero e dalla qualità dei
pagnes esibiti.
“ABC”:
simbolo
della
persona
moderna
cha ha
studiato
Antagonismo e identità
Esiste una stretta relazione tra donne, tessuti e presenza
sociale causata e sostenuta da più processi contrapposti:
antagonismo tra i sessi, soprattutto nella piccola borghesia
urbana
tentativo di riattivare le tradizioni culturali del villaggio
per garantirsi maggior sicurezza
aspettative e frustrazioni con relativi umori e malumori
nella ricerca degli spazi di autonomia
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Sedurre e provocare nella cultura popolare
La cultura popolare costituisce la nuova frontiera della
ricerca negli studi africani. Tra i movimenti culturali più
significativi si registra il crescente “culto dell’apparire” con i
suoi riti dell’ostentazione dell’abbigliamento. Il più noto tra
questi fenomeni è il movimento della “sare” (Société des
ambianceurs et des personnes élégantes) che si distingue per
il culto ossessivo dell’eleganza e dei capi firmati così come
del taglio dei capelli e degli accessori. Nato a Brazzaville, in
Congo, si è diffuso in tutta l’Africa Centro Occidentale. In
questo clima si è formato un vero e proprio sistema di
comunicazione non verbale collegato alle stoffe di cotone
stampato.
Questo linguaggio trova terreno fertile nell’antagonismo tra
i sessi e nell’accesa competizione tra le donne. Se non è
possibile appropriarsi del successo, bisogna almeno
appropriarsi dei suoi segni!
gioca sulle stoffe contribuisce a una vera gestione del
cambiamento ridiscutendo in permanenza la propria identità.
“Sei
candele”:
sono una
donna
emancipata
Parole allusive e stile schermato
Abbigliamenti e messaggi
La lotta combattuta a colpi di costosi wax-print olandesi,
non è solo una risposta a tensioni culturali indotta dagli
attuali disordinati processi di modernizzazione, ma anche una
strategia d’integrazione personale dei nuovi rapporti di forza
tra uomini e donne indotti dalla vita moderna.
Il rimescolamento sociale delle carte in gioco favorisce
l’affermarsi di comportamenti eccessivi e la partita che si
Ogni decorazione e ogni oggetto sono portatori di un
messaggio.
Il motivo della piramide può stare a significare il sovrano
che si eleva sopra ogni altro e mostra il cammino dell’uomo.
Il pagne “doigts” (dita) sta a sottolineare come non tutte le
persone siano uguali, proprio come le dita di una mano.
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Il motivo della chioccia con i pulcini, cui è legata la frase “la
mère poule sait comme nourrir ses enfants”, sottolinea il
ruolo della madre e l’importanza della coesione della famiglia
Legato allo stesso tema è anche il pagne “fécondité”
decorato con disegni di pietre di diversa grandezza: in ogni
famiglia ci sono grandi e piccini, tutti membri della stessa
comunità, nessuno dei quali può essere toccato senza
scatenare la reazione degli altri.
Nel pagne “divorce” compaiono due mani nude a
simboleggiare tutto ciò che rimane alla donna dopo il divorzio.
Il viaggio è rappresentato da uccelli in volo, ma una rondine
può rappresentare il denaro che con tanta facilità prende il
volo. La spiga del granoturco simboleggia le difficoltà del
matrimonio: si può vedere ciò che contiene soltanto
aprendola.
“Chioccia”: simbolo di coesione della famiglia
Pagnes sono stati confezionati per festeggiare importanti
eventi pubblici come congressi di partito o convegni
scientifici, elezioni di Presidenti o nomine di Vescovi.
Numerose sono state le interpretazioni su pagnes degli
eventi del Giubileo.
Altri tessuti indicano i segni della modernità: camion,
autobus, ventilatori o aeroplani, telefoni cellulari o personal
computer.
Anche per campagne sanitarie (AIDS, prevenzione delle
parassitosi …) sono stati prodotti pagnes.
I 32 tipi di pagnes più venduti ad Abidjan in Costa d’Avorio
parlano in 25 casi del rapporto uomo-donna, in 3 casi di temi
di salute, mentre la parola più frequente è “femme” (donna)
seguita da “mariage” (matrimonio).
Le venditrici della Costa d’Avorio classificano i motivi, che
conoscono bene, nelle seguenti categorie:
denaro
relazioni uomo – donna
saggezza antica
avvenimenti e istituzioni
Un famoso disegno è quello delle “sei candele”: è un
manifesto di potere e di ricchezza (auto a sei cilindri) da
parte della donna, raffigurata al centro, ma anche un
messaggio di determinazione (posso conquistare sei uomini) o
di sfida: la donna “six bougies” può dichiarare all’uomo “se mi
abbandoni, non mangerò della sabbia” (posso cavarmela da
sola).
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Argomento ricorrente è quello della gelosia verso le rivali,
mogli o amanti del marito: il pagne “jaulousie” è fra i più
richiesti in tutti i paesi francofoni.
Il pagne è anche uno strumento di seduzione, d’invito più o
meno suggerito, come i motivi geometrici del “carrefur du
bonheur”, il cui messaggio è: “caro, aspettami all’incrocio”.
“Groto: se non sei ricco non mi salutare” è il tema di un
pagne indossato da giovani studentesse che rivolgono questa
frase a un uomo molto ricco, ma molto più anziano di loro. E’ il
segno di come, anche in Africa, il denaro sia diventato un
feticcio e per questo si fa di tutto.
I messaggi dei pagnes di successo
“Marito capace” (Mari capable) è il nome di uno dei pagnes
di maggior successo. Il “marito capace” è quello in grado di
comperare alla moglie almeno un costoso wax olandese
all’anno. La moglie è fiera di poter dichiarare pubblicamente
che il marito è in grado di soddisfare nel miglior modo tutte
le sue necessità.
“Groto”: giovane donna che ha una relazione con un anziano
danaroso
“Marito capace”: donna soddisfatta del proprio marito
“Se tu esci, esco anch’io”. Ritorsioni e ripicche all’interno
della coppia sono frequenti. Spesso il compagno, oltre a
mostrarsi poco munifico, è anche infedele e la donna usa il
pagne per mandare messaggi dl tipo “se mi tradisci ti
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tradisco anch’io”. I temi dei pagnes permettono di mandare
messaggi di cui è rischioso discutere in maniera più diretta.
Il passaggio dalle leggi tradizionali alle legislazioni moderne,
invece di migliorare le sorti delle donne, le ha spesso
peggiorate, aumentando i motivi che alimentano l’antagonismo
di coppia e le rivalità sociali. Non è un caso che stregoneria,
gelosie e rancori compaiano tra i temi più ampiamente
rappresentati e scaricati nei nomi attribuiti ai pagnes e negli
slogan e nei simboli ad essi associati.
“Se tu esci, esco anch’io”: simbolo del viaggio del coniuge
che è sempre fuori di casa
“Il mio piede, il tuo piede”: ho diritto di venire dove vai tu
“Il mio piede, il tuo piede”. Ho diritto di venire dove vai tu,
è il messaggio trasmesso nell’ambito della competizione che
sempre più condiziona le relazioni femminili, ma anche i
sempre più conflittuali rapporti tra uomo e donna in una
situazione di poligamia istituzionale e tradizionale sempre più
mal tollerata dalle donne che vivono in un contesto urbano.
Ma tutto è e rimane, di fondo, un gioco, una tela su cui
quotidianamente la donna africana compone, in piena libertà,
il suo colorato caleidoscopio di immagini in cui si riflettono
stati d’animo, umori, bisogni esistenziali, capricci o
semplicemente la sua straordinaria capacità di assemblare i
colori e i motivi più disparati nella ricerca vincente di una
“eleganza” che è anche moda, vitalità e fantasia.
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Nel chiostro della
Abbazia San Benedetto
Monaci Benedettini
di Monte Oliveto
9-24 novembre 2002
Organizzazione non
lucrativa di utilità sociale
per la realizzazione di
progetti sanitari nei Paesi
in via di Sviluppo
In Africa:
Togo:
Benin:
Africa:
tessuti e colori
Testi e immagini ripresi da: “Il linguaggio dei tessuti”
di Giovanna Parodi da Passano
docente di Etnologia, Università di Genova.
Monografia pubblicata da: “AFRICHE, quaderni di
introduzione alle realtà africane” n. 52 – ott-dic 2001
Società Missioni Africane - Genova
Ghana:
Costa d’Avorio:
Camerun:
Congo R.D.:
Ospedale di Afagnan
Ospedale di Tanguiéta
Centro di Salute di Porga
Ospedale di Weme
Centro di Salute Zouan Hounien
Centro di salute “Jean Paul II”
Dispensario di Watsa
I nostri riferimenti
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libretto definitivo colori - GSA ONLUS Gruppo Solidarietà Africa