Università degli Studi di Cassino Facoltà di Scienze Motorie CdL LM-67 Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate Corso di Biochimica dei processi metabolici L’insulino-resistenza Suglia Ippolito a.a. 2010/2011 L’insulina: struttura Schema della struttura primaria della molecola di insulina Le catene A e B sono connesse da 2 legami disolfuro L’insulina: azione Glucidi Lipidi Proteine • Stimola l’utilizzazione del glucosio facilitando il passaggio dal sangue alle cellule • Stimola la Glicogenosintesi • Inibisce la Glicogenolisi • • • • Facilita il passaggio di FA dal sangue alle cellule Stimola la lipogenesi e l’esterificazione dei FA in trigliceridi Inibisce la lipolisi e l’ossidazione di FA Stimola la produzione endogena di colesterolo • • • • Facilita il passaggio di aa dal sangue alle cellule Stimola la sintesi proteica Inibisce la gluconeogenesi Aumenta la capacità dei ribosomi di sintetizzare le catene polipeptidiche. Queste azioni, si esplicano sia modificando i processi di permeabilità di membrana sia modificando l’attività di alcuni enzimi intracellulari, sia promuovendo la sintesi di alcune proteine. La funzione principale dell’insulina, quindi, è quella di stimolare la fase sintetica del metabolismo, promuovendo l’assunzione di glucosio e di aa da parte delle cellule di numerosi tessuti e stimolando la sintesi di glicogeno, degli FA (e dei TG) e delle proteine. La capacità dell’insulina di stimolare l’utilizzazione (soprattutto a livello muscolare) del glucosio risulta di fondamentale importanza nel determinare l’omeostasi del metabolismo glucidico. Condizioni in cui questa capacità è patologicamente ridotta, tra le quali spicca il diabete mellito, sono globalmente definite come insulino-resistenti e l’insulino-resistenza del metabolismo glucidico ha un enorme impatto socio-sanitario essendo alla base del diabete tipo II, la cui incidenza sta assumendo proporzioni epidemiche nel mondo occidentale e nei paesi in via di sviluppo. I recettori dell’insulina I processi cellulari regolati dall’insulina dipendono dal legame dell’ormone con i suoi recettori presenti sulle membrane cellulari degli organi bersaglio (fegato, cellule muscolari e tessuto adiposo). Il numero di recettori di superficie può diminuire o per diminuita sintesi o per aumentata demolizione, o ancora per internalizzazione. Questa possibilità di variazione del numero dei recettori di membrana con i quali interagisce l’insulina, costituisce il fattore di controllo più importante della sensibilità delle cellule all’insulina. L’insulino-resistenza è infatti spesso determinata da una diminuzione del numero di recettori di membrana. Anche uno stato di iperinsulinemia può indurre una riduzione del numero di recettori di membrana senza tuttavia alterare il numero totale dei recettori cellulari. Si tratta del fenomeno della down regulation. INSULINA Traslocazione dei recettori dell’insulina dalla membrana all’interno della cellula in seguito ad una esposizione prolungata delle cellule all’insulina L’insulino-resistenza Per IR si intende ogni condizione nella quale una determinata quantità di insulina evoca una risposta biologica anormale. Meccanismi dell’IR 1. Anomalie del prodotto di secrezione delle cellule β - Anomala molecola dell’insulina - Conversione incompleta della proinsulina in insulina 2. Antagonisti dell’insulina in circolo - Elevata concentrazione ematico degli ormoni antagonisti - Anticorpi anti-insulina - Anticorpi anti-recettori dell’insulina 3. Anomalie dei tessuti bersaglio - Diminuito numero dei recettori insulinici - Difetto post-recettoriale L’insulino-resistenza muscolo-scheletrica L’insulino-resistenza è una riduzione della capacità dell'organismo di eliminare un carico di glucosio dal circolo in risposta all'azione esercitata dall’insulina. L'insulina, stimolando il trasporto di glucosio dal sangue ai tessuti, come il muscolo scheletrico, regola la concentrazione di glucosio nel sangue. L'insulina, un ormone chiave nella regolazione del metabolismo, stimola energicamente il trasporto di glucosio dal sangue ai tessuti, come il muscolo scheletrico, che esprimono il GLUT4, il trasportatore del glucosio regolato dall'ormone. A causa della elevata reattività del muscolo scheletrico all'insulina e la grande massa complessiva muscolare, la maggior parte del glucosio che viene eliminato dal sangue in risposta all'insulina negli esseri umani è immagazzinato come glicogeno nel muscolo scheletrico. Quando il trasporto di glucosio stimolato dall'insulina nel muscolo scheletrico diminuisce, come avviene nelle persone con diabete, il risultato è l'incapacità di mantenere la glicemia entro valori normali. Così, il muscolo scheletrico gioca un ruolo primario nel mantenimento di normali concentrazioni di glucosio nel sangue. Glucosio ATP Glicemia Glicogeno Trasporto di glucosio indotto dall’insulina Il glucosio non ha la capacità di entrare nelle cellule liberamente, infatti il suo passaggio è legato alla presenza di una proteina trasportatrice per il trasporto facilitato. I due più importanti trasportatori per il glucosio a livello delle cellule muscolari sono il GLUT1 e il GLUT4. Il GLUT 4, nello stato basale, è presente in un deposito intracellulare ed è richiamato sulla faccia esterna della membrana plasmatica in presenza di insulina: Stimolo alla secrezione di insulina Il trasporto di glucosio mediato dall’insulina. Img: Silverthorn, 2006 Trasduzione del segnale insulinico Traslocazione del GLUT4 sulla membrana cellulare Attivazione GS, mediante fosforilazione e quindi inibizione della GSK3 Meccanismi molecolare alla base dell’IR Associazione tra eccesso di FA circolanti e resistenza all'insulina nelle cellule dei muscoli scheletrici. Conseguente decremento dell’uptake di glucosio. In uno studio è stato osservato che i livelli di ceramidi intramuscolari erano più elevati in soggetti obesi e diabetici rispetto al gruppo di controllo sano. I dati di altri studi hanno dimostrato che il contenuto di TG intramuscolare e la sensibilità all’insulina sono negativamente correlati. Relazione tra azione insulinica sistemica e contenuto muscolare umano di LC-CoA. Correlazione significativa (P = 0.01) tra azione dell’insulina e contenuti di LC-CoA. Ellis BA et al. 2000 In ultima analisi, queste alterazioni nella segnalazione cellulare sono state collegate ad una riduzione del metabolismo e dell’uptake del glucosio stimolato dall’insulina, cioè ad IR. Pertanto, se la catena di eventi iniziata da un accumulo di intermedi lipidici è responsabile dell'insorgenza di IR nel muscolo, è necessario che tali meccanismi cellulari che portano a queste alterazioni nell'accumulo di lipidi intracellulari vengano ben compresi. Recenti studi hanno dimostrato che l'accumulo di LC-CoA, DAG, ceramidi, o qualsiasi combinazione di questi prodotti lipidici, influenza negativamente l'attivazione della cascata indotta dal segnale dell'insulina. Potenziali interazioni tra lipidi e segnale dell’insulina. -, potenziali inibitori; + potenziali attivatori. ACC, acetil-CoA carbossilasi; PKB, proteina chinasi B. Kelley DE et al. 2000 Aumento dell’uptake degli FA nelle cellule muscolari Un elevato uptake di FA da parte da parte delle cellule muscolari può rappresentare un importante meccanismo cellulare che porta ad un accumulo di lipidi intramuscolari. Infatti uno studio ha dimostrato che il trasporto del palmitato nelle cellule muscolari è maggiore nei soggetti obesi e DM2 rispetto a soggetti magri e in sovrappeso. Trasporto di palmitato nelle vescicole sarcolemmali giganti in diversi soggetti. *P < 0.05, magri vs obesi e DM2 **P = 0.07, sovrappeso vs obesi ***P < 0.05, sovrappeso vs DM2 Bonen A et al. 2004 Tale aumento può essere dovuto, almeno in parte, alla aumentata concentrazione plasmatiche di FA. Uptake del palmitato negli arti posteriori perfusi di ratto in funzione della concentrazione totale di palmitato a riposo e durante contrazione muscolare. Turcotte LP, et al. La sovra-espressione di FABPPM e di CD36 nel muscolo scheletrico si è dimostrata capace di aumentare l'uptake degli FA nel muscolo. Blots rappresentanti FABPPM e CD36 nel sarcolemma di soggetti magri (L), sovrappeso (OW), obesi (OB), e diabetici di tipo 2 (D) e quantificazione di FABPPM e CD36 nel sarcolemma (A, B; media ± SE). Bonen A, et al. 2004 Riduzione della capacità ossidativa degli FA nelle cellule muscolari La capacità ossidativa muscolare e, più specificamente, la capacità del muscolo di ossidare gli acidi grassi sembrano essere buoni predittori della sensibilità all'insulina. Coerentemente con questo suggerimento, diversi gruppi di ricercatori hanno dimostrato che il contenuto mitocondriale, la funzione mitocondriale, e la capacità ossidativa sono ridotti nei soggetti obesi con insulino-resistenza, DM2, o entrambe le patologie. Infatti, la capacità ossidativa è comunemente valutata misurando il contenuto e l'attività dei principali enzimi mitocondriali. Numerosi studi hanno dimostrato che le attività della CPT1 e di altri enzimi mitocondriali chiave, come ad esempio la citrato sintetasi e la β-idrossiacil-CoA deidrogenasi, sono significativamente ridotte nel muscolo scheletrico di soggetti con obesità, DM2, o entrambe le patologie. La capacità ossidativa viene comunemente valutata misurando il contenuto e l'attività dei principali enzimi mitocondriali. Numerosi studi hanno dimostrato che le attività della CPT1 e di altri enzimi mitocondriali chiave, come ad esempio la citrato sintetasi e la β-idrossiacil-CoA deidrogenasi, sono significativamente ridotte nel muscolo scheletrico di soggetti con obesità e DM2. La disfunzione mitocondriale può essere valutata misurando l'attività della catena di trasporto degli elettroni in mitocondri isolati. Con questo metodo di misurazione, è stato dimostrato che l'attività della catena di trasporto degli elettroni è infatti inferiore nei muscoli di soggetti obesi e/o diabetici; questo dato fornisce la prova dell'esistenza di una disfunzione mitocondriale nell’IR. La distribuzione dell'attività globale della succinato ossidasi (complesso II-IV) tra la frazione mitocondriale subsarcolemmale e intermiofibrillare (IFM), come % della totale attività della succinato ossidasi, è indicato per il muscolo scheletrico di soggetti magri, obesi e DM2. * Soggetti magri vs obesi o DM2, P < 0.01; ** DM2 vs obesi, P < 0.05. ETC, catena di trasporto degli elettroni; SSM, mitocondri subsarcolemmali. Ritov VB et al. 2005 Equilibrio tra uptake di FA e ossidazione degli FA nel muscolo scheletrico sano e mismatch nel muscolo IR. Metabolismo dei lipidi e Insulino-resistenza Potenziali interazioni tra lipidi e segnale dell’insulina + Uptake FA - Ossidazione FA Il ruolo dell’esercizio fisico Trasporto di glucosio mediato dalla contrazione La determinazione dei livelli di GLUT4 sulla membrana plasmatica muscolare di soggetti con diabete di tipo 2 e soggetti sani di controllo studiata nello stato di riposo e dopo una sessione di esercizio ciclico. Esercizio fisico e insulino-resistenza P = 0.05 Sensibilità all’insulina in diversi gruppi di soggetti Goodpaster et al. 2001 Esercizio fisico e insulino-resistenza Esercizio fisico e accumulo di lipidi intramuscolari *P < 0.001 tP < 0.05 #P = 0.056 IMTG Trigliceridi intramuscolari Sedentari ■ dw Gruppo esercizio Peso secco L’esercizio modifica la ripartizione dei lipidi intramuscolari Schenk et al. 2007 Esercizio fisico e insulino-resistenza Esercizio fisico e aumento dell’ossidazione dei FA Effetto dell’allenamento sulla % di ossidazione di FA. Dati medi ± SE. * P < 0.001 vs pre-allenamento. Bruce et al. 2006 Esercizio fisico e insulino-resistenza Equilibrio tra uptake di FA e ossidazione degli FA nel muscolo scheletrico sano, mismatch nel muscolo insulino-resistente e possibile correzione indotta dall’esercizio fisico. Esercizio fisico e sensibilità all’insulina *P < 0.001 tP < 0.001 Una singola sessione di esercizio previene l’insulino-resistenza indotta dai lipidi Schenk et al. 2007 Esercizio e sensibilità all’insulina Aumento della sensibilità all’insulina post-esercizio Effetti dell'esercizio fisico sul metabolismo del glucosio: Trasporto del glucosio mediato dalla contrazione Maggiore massa muscolare Aumento capillarizzazione muscolare Maggiore capacità mitocondriale Correzione di un mismatch tra uptake ed ossidazione di FA Maggiore attività e/o quantità di proteine chiave nel segnale dell'insulina. Exercise Disfunzione mitocondriale + Uptake FA GLUT4 - Ossidazione FA + Exercise