Periodico - Anno V - N. 1 - Giugno 2005 - Sped. Abb. Postale Tabella “D” Art. 2.20/D Legge 662/96 - 70% - DCI/Umbria/PG - Aut. Trib. di Roma N. 238/2001 dell’8 giugno 2001 E D I T O R I A L E A guardia alta Qualche mese fa il presidente del Consiglio italiano che filosofo sosteneva che proprio nel limite si trova Silvio Berlusconi ricevette a Palazzo Chigi il primo mini- l’essenza delle cose): ci riferiamo alla notizia, pubbli- stro thailandese Thaksin Sinawatra. Secondo la Onlus cata nei mesi scorsi, del sequestro nel porto di Genova, “Osservatorio sulla legalità” (www.osservatoriosullale- ad opera della Guardia di Finanza, di tre container pie- galita.org), l’occasione servì anche per la firma, fra lo ni di polli di contrabbando provenienti, in barba ai di- stesso Thaksin Sinawatra e il sottosegretario alle Attivi- vieti vigenti, dalla Thailandia e acquistati, pour cause, tà Produttive con delega al Commercio Estero, Adolfo a prezzi di saldo da ristoratori asiatici operanti nel no- Urso, di un accordo volto a promuovere “la collabora- stro Paese. zione economica e commerciale fra l’Italia e la Thailan- I promotori di questo poco commendevole commercio dia, ma anche una concreta azione di partnership indu- sono stati denunciati per attentato alla salute pubblica striale e di cooperazione in diversi settori: dal turismo e tentato commercio di sostanze alimentari nocive. alla meccanica, dall’agroalimentare all’elettronica”. Dunque, viene da concludere, i controlli funzionano - e Agroalimentare? Ricordiamo - ammesso che ce ne sia bi- non avevamo dubbi - anche per quella parte residuale, sogno - che la Thailandia è stata uno dei Paesi del Sud- pari al 2-3% del totale, di carni avicole consumate in Est asiatico in cui con più violenza si è manifestato il vi- Italia non provenienti dai produttori nazionali. Questo rus dell’influenza aviaria. Una batosta non da poco per è, ci sembra, un modo concreto e costruttivo di affron- l’antico Siam, quinto esportatore mondiale di carni di tare il problema della sicurezza delle carni avicole che pollo, 60 mila tonnellate delle quali risultavano am- comunque, malgrado allarmi ed allarmismi, ben poco massate, lo scorso autunno, in capienti celle frigorifere riguarda i consumatori italiani nella loro “realtà effet- in attesa di tempi migliori. Ma migliori per chi? tuale” (come avrebbe detto lo stesso Machiavelli citato Certo, il sospetto che il primo ministro thailandese ab- - con una “c” di troppo di cui ci scusiamo - nell’edito- bia cercato di “piazzare” le proprie scorte di magazzino riale dello scorso numero). anche all’omologo italiano non è mai stato provato. An- Per quanto riguarda i produttori italiani, infatti, è loro zi, ad una specifica domanda in tal senso posta dai pro- interesse e impegno quotidiano garantire il massimo duttori italiani, Palazzo Chigi ha sempre opposto una controllo dell’intera filiera produttiva affinché, così co- ferma - staremmo per dire sdegnata - smentita, pur se m’è stato finora, il bollino “I” - che, ripetiamo, è stam- soltanto informale. pigliato sulla stragrande maggioranza delle carni desti- Ma la vicenda ci è tornata in mente ora, alla vigilia del- nate alle nostre tavole - sia garanzia di prodotto buo- la nuova tornata dei negoziati del WTO (l’Organizzazio- no, nutriente e sicuro. Se non altro perché è ciò che il ne Mondiale del Commercio). Nelle prossime settimane, consumatore pretende (che gli basti per non spaventar- infatti, è possibile - non vorremmo dire probabile - che si comunque, è un altro discorso); e un passo falso in da essi vengano ulteriori aperture alle esportazioni ver- questa direzione sarebbe pagato carissimo. so il mercato europeo da parte di Paesi terzi, fra cui Quindi si rassicurino coloro che raccomandano un gior- proprio la Thailandia (oltre al Brasile), forti produttori no sì e l’altro pure di “non abbassare la guardia”: sul anche di carni avicole. E questo mentre lo stesso mer- ring, a combattere contro avversari tutt’altro che iner- cato europeo, ancora più appetibile dopo l’allargamen- mi (è la globalizzazione, bellezza, direbbe qualcuno to dell’Unione a 25 Paesi, non presenta particolari li- parafrasando Humphrey Bogart), l’avicoltura nazionale velli di crescita dei consumi avicoli, sostanzialmente c’è sempre stata e intende rimanerci con le solite armi: stabili attorno ai 22 chili annui pro-capite. serietà, sicurezza, igienicità e bontà dei prodotti. Piut- Beninteso, il settore non chiede misure beceramente tosto, occorre che tutti, non solo i produttori e le For- protezionistiche. Ma, questo sì, chiede parità di compe- ze dell’ordine ma anche i governanti, italiani ed euro- tizione fra i vari concorrenti, per evitare che al danno pei, facciano la propria parte affinché sul ring salgano per i produttori europei si aggiunga quello per la quali- competitori sì agguerriti ma leali o, almeno, con il cer- tà e la sicurezza dei prodotti che arrivano sul mercato, tificato medico in ordine. e quindi per la salute di chi li consuma. Che su questo fronte occorra la massima allerta, non vi Rita Pasquarelli è dubbio. Lasciamo da parte i casi limite (anche se qual- 1 Sommario Sommario4 Unavicoltura PERIODICO DELL’UNIONE NAZIONALE DELL’AVICOLTURA Anche i prodotti avicoli, così N. 1/2005 come quelli bovini, recheranno un’etichetta che consentirà Direttore: Aldo Muraro al consumatore di conoscerne Direttore Responsabile: Rita Pasquarelli il luogo di origine. Editore: U.N.A. Servizi s.r.l. Via Salaria, 83 - 00198 Roma ma non mancheranno i problemi Più informazioni, dunque, Redazione: Via Vibio Mariano, 58 - 00189 Roma Tel. 06.33.25.841 - Fax 06.33.25.24.27 E-mail: [email protected] Sito internet: www.unavicoltura.it Impaginazione e coordinamento editoriale: INC - Istituto Nazionale per la Comunicazione Via G.B. De Rossi, 10 - 00161 Roma Tel. 06.44.16.081 - Fax 06.44.25.43.93 e-mail: [email protected] Progetto grafico: INC - Rosanna Teta - Roma 10 Qualunque sia la dieta raccomandata al di là dell’Atlantico, le carni avicole si ricavano sempre un posto di primo piano. Proprietà letteraria riservata. È vietata ogni riproduzione integrale o parziale di quanto è contenuto in questo numero senza l’autorizzazione dell’editore e degli autori. In ogni caso è obbligatoria la citazione della fonte “UNAVICOLTURA” A loro sostegno è venuta recentemente la più autorevole pubblicazione scientifica prodotta dai Ministeri americani della Salute e dell’Agricoltura Registrazione Tribunale di Roma N. 238/2001 dell’8 giugno 2001 Sped. in abb. post. - 70% Filiale di Roma 18 Le foto di questo numero sono di: Le foto di questo numero sono: Fabio Anghelone; Gettyimages – Laura Ronchi; Vision s.r.l. A che punto siamo nella lotta Stampa: Reprostampa-Industria Grafica. Roma all’influenza aviaria? Risponde il dott. Stefano Marangon, direttore sanitario dell’Istituto Stampato a giugno 2005 Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie Associata all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana 2 Sommario 26 SICUREZZA Il pollo si presenti. Se vuole pag. 4 di Francesco Carbonari Grano, mais ed erba “Uno strumento necessario, ma non sufficiente” medica, con aggiunta intervista ad Aldo Muraro, presidente dell’UNA pag. 8 di soia, vitamine e sali minerali: è la dieta STATI UNITI somministrata a polli Pollo e tacchino, sempre e comunque e tacchini, ed è la base di Paola Canali dell’elevata qualità Le carni avicole per un’alimentazione salutare dei prodotti intervista a Marcello Ticca pag.10 pag.16 che se ne ricavano SALUTE Influenza aviaria: a che punto siamo pag.18 di Giorgio Cammarota SICUREZZA ALIMENTARE Il buon esempio dell’italia 32 pag.22 di Romano Marabelli ALLEVAMENTI Un menù puramente naturale Sorto nel primo Novecento, pag.26 di Claudio Peciccia il Gruppo Novelli è oggi Non idealizzare il passato leader indiscusso pag.29 intervento di Giovanni Ballarini del settore delle uova: una realtà non solo PORTE APERTE da raccontare ma, La lunga storia dell’uovo di giornata se possibile, da prendere di Francesco Pippi pag.32 ad esempio BENESSERE Il cibo dei campioni pag.38 di Giovanna Berlutti 44 CULTURA Tutto nasce dall’uovo pag.44 di Cristiana Ciofalo Pittori, scultori, architetti: sono numerosissimi gli artisti che nel corso dei millenni hanno tratto INTERNET L’uovo pescato nella Rete pag.48 di Francesca Tagliafierro CURIOSITÀ ispirazione dall’uovo, L’incredibile volo del piccione viaggiatore simbolo di vita di Giorgio Iacuzzo pag.54 e di perfezione, per creare i propri capolavori ECONOMIA Dopo la crisi, la svolta? di Rita Pasquarelli 3 pag.60 Entra in vigore il decreto legislativo che introduce Il pollo si di Francesco Carbonari S I C U R E Z Z A un’importante novità nel comparto presenti. Se vuole Anche di polli, tacchini e faraone si potrà co- Anche i prodotti avicoli, noscere il luogo di origine. È quanto stabilisce il così come quelli bovini, Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e recheranno un’etichetta Forestali (MIPAF) pubblicato sulla Gazzetta Uffi- che consentirà ciale del 13 ottobre del 2004. Le carni avicole al consumatore però, e non obbligatoria. Per adesso. Perché, di conoscerne il luogo quando entreranno in vigore anche per il pollame avranno infatti la propria etichetta. Volontaria, i regolamenti attuativi della Legge del 3 agosto di origine. 2004 sull’indicazione obbligatoria dell’origine dei prodotti alimentari, il discorso cambierà. Al Più informazioni, dunque, momento, però, questa è un’altra storia - osser- ma non mancheranno vata con attenzione dalle autorità di Bruxelles. i problemi. CHE COSA CAMBIA CON L’ETICHETTATURA Vediamo perché VOLONTARIA Con l’etichettatura volontaria l’avicoltura e gli stessi consumatori sono di fronte ad un cambiamento significativo. Le aziende italiane che lo desiderino, potranno dotarsi di uno strumento per fornire in maniera esplicita indicazioni ai cittadini sulla provenienza dei prodotti, ma anche sulla dieta seguita dagli animali. All’insegna di norme ben precise: il decreto impone che la nuova etichetta, la cui logica realizzativa s’ispira a quanto stabilito dalla normativa europea per le carni bovine, debba contenere le informazioni stabilite in un disciplinare presentato dalle “organizzazioni” (leggasi “aziende”) e approvato 5 S I C U R E Z Z A dal MIPAF, mentre un organismo di certificazione è avvenuta la macellazione e quello in cui è sta- indipendente sarà chiamato a garantirne la cor- to effettuato il sezionamento. In poche parole, si retta applicazione svolgendo una serie di con- avrà la seguente dicitura, ormai familiare agli trolli di accertamento. italiani che fanno spesa e comprano la carne: Le “organizzazioni” devono rappresentare l’inte- “Nato, Allevato, Macellato, Sezionato”. Comun- ra filiera o, quantomeno, i settori dell’alleva- que non ci saranno sorprese, perché la quasi to- mento e della macellazione. Non solo: per otte- talità delle carni (il 98%) arriva dall’Italia. nere il riconoscimento è necessario presentare, Oltre alla razza, all’età dell’animale macellato, insieme allo schema di disciplinare, anche i re- al periodo d’ingrasso e alla stessa data di macel- quisiti degli organismi indipendenti di controllo, lazione, l’etichetta darà informazioni anche sul- il piano dei controlli effettuati da questi ultimi, la modalità di allevamento (“estensivo al coper- la tipologia d’informazioni volontarie da apporre to”, “all’aperto”, “rurale all’aperto”, “rurale in in etichetta nonché la previsione di un program- libertà”) e sul tipo di alimentazione, formulate - ma di controlli e vigilanza. precisa il Decreto - “in forma semplice, chiara ed univoca”. A quest’ultimo proposito, va però ricordato che non si tratta assolutamente di una novità. Da an- Da anni molte aziende avicole ni, infatti, molte aziende stampano volontariamente sulla confezione dei propri prodotti l’ori- stampano volontariamente gine, il sistema di allevamento adottato e la dieta seguita dagli animali (“vegetale”, “senza sulla confezione dei propri ogm”, “senza antibiotici”, ecc.). E ancora, sempre da alcuni anni, le imprese avicole hanno da- prodotti l’origine, il sistema to vita a sistemi di rintracciabilità - quelli che effettivamente garantiscono la sicurezza delle di allevamento adottato carni - che permettono di “costruire” e monitorare l’intero percorso del prodotto, dall’alleva- e la dieta seguita dagli animali mento fino al punto vendita. CHI EFFETTUERÀ I CONTROLLI E a proposito di “monitoraggio”, va infine ricor- INFORMAZIONI CHIARE, SEMPLICI, UNIVOCHE dato che sul rispetto della normativa vigileranno Ciò chiarito, che cosa troveranno i consumatori il MIPAF e le Regioni, mentre le competenze in in etichetta? Nello specifico, l’etichetta volonta- materia igienico-sanitaria rimarranno sotto l’egi- ria presenterà un numero o un codice di riferi- da del Ministero della Salute e del Servizio Sani- mento che mette in rilievo il legame tra le carni tario Nazionale. e la loro provenienza. Tale numero può essere Tutto bene, quindi? Fino ad un certo punto: se è quello identificativo del lotto di produzione op- vero che l’etichetta volontaria rafforzerà la tra- pure di conferimento al macello e allo stesso sparenza nelle informazioni sulle carni bianche, punto vendita: ad ogni modo, deve garantire la a vantaggio delle conoscenze del consumatore, è rintracciabilità e la veridicità delle informazioni. altrettanto vero che numerosi sono i problemi Ma, aspetto ben più importante, l’etichetta indi- pratici legati alla sua introduzione. Su tutto que- cherà, nell’ordine, il Paese di provenienza dei sto “Unavicoltura” ha intervistato il presidente pulcini, il Paese dell’allevamento, il Paese dove dell’UNA, Aldo Muraro. 6 S I C U R E Z Z A “Uno strumento necessario, ma non sufficiente” intervista ad Aldo Muraro “È uno strumento necessario perché aumenta il Così il presidente dell’UNA definisce la nuova normativa sull’etichettatura volontaria dei prodotti avicoli. Sarebbe meglio quella obbligatoria, aggiunge bagaglio d’informazioni a disposizione del consumatore, rendendolo sempre più consapevole e aiutandolo a compiere scelte oculate. Ma non risolve la questione della qualità delle carni avicole”. È quanto dichiara Aldo Muraro (nella foto a sinistra), presidente dell’Unione Nazionale dell’Avicoltura, riguardo all’introduzione della normativa sull’etichettatura volontaria dei prodotti avicoli. Ascoltiamo, dunque, le ragioni dei produttori italiani. QUAL È L’OPINIONE DELL’UNA SULLE INDICAZIONI D’ORIGINE PRESENTI SULL’ETICHETTA? Si tratta di indicazioni significative. I consumatori sono sempre più attenti ai cibi che portano in tavola, a proposito dei quali vogliono essere informati per compiere scelte consapevoli. Ma queste informazioni non esauriscono la questione della qualità e della sicurezza del prodotto. Inoltre, occorre tener conto dei problemi di natura pratica legati all’attuazione dell’etichettatura volontaria. COMINCIAMO DAL PRIMO ASPETTO. PERCHÉ L’ETICHETTATURA NON ESAURISCE LA QUESTIONE DELLA QUALITÀ? La nuova etichetta, nel comunicare l’italianità del prodotto, fornisce solo parzialmente al consumatore le risposte o le assicurazioni alle sue esigenze oggi più sentite, in particolare, in materia di sicurezza alimentare. Questo concetto, infatti, investe numerosi altri aspetti: il rispetto delle norme igienicosanitarie; la tutela del benessere animale; le corrette modalità di allevamento; l’assenza di residui di farmaci veterinari; i controlli delle autorità e delle imprese; la filiera integrata verticalmente. I quali, tutti insieme, determinano la qualità delle carni avicole e sono alla base dell’apprezzamento degli italiani, come dimostrano le più recenti ricerche di mercato. 8 S I C U R E Z Z A A QUALI RICERCHE SI RIFERISCE? pollo, occorre sezionare almeno 2-3 animali, prelevarne Basta guardare con attenzione ai risultati del Monitor la carne e poi affettarla. La normativa stabilisce che ogni Doxa/Federalimentare 2004. Per gli italiani la sicurezza lotto debba essere riconoscibile: che succede se questi di un prodotto deriva dal rispetto delle norme igienico- polli appartengono a lotti diversi o sono prodotti da sanitarie e dal metodo di produzione. E a tal proposito le aziende diverse? Com’è possibile realizzare un’etichetta informazioni ci sono già oggi: il famoso bollino sanitario con indicazioni univoche? Non è un problema di poco con- apposto obbligatoriamente per legge indica che il pro- to: in Italia i distributori trattano circa il 60% delle carni dotto ha ottenuto il “beneplacito” delle autorità pubbli- avicole commercializzate. che di controllo ed è quindi sicuro. Da anni, poi, molte aziende avicole dichiarano in confezione il sistema di LEI NUTRE QUINDI DEI DUBBI SULL’ETICHETTATURA VO- produzione. D’altra parte, dalla ricerca emerge chiara- LONTARIA? mente come solo il 16% degli italiani ritenga che la qua- Niente affatto. Sosteniamo l’etichettatura volontaria. Il lità del prodotto dipende dalla zona d’origine: secondo consumatore va sempre informato in maniera completa. gli intervistati, sono soprattutto la qualità delle materie E tuttavia - lo ripeto - l’etichettatura volontaria non è prime, la fiducia verso il produttore e, infine, la marca a condizione sufficiente per risolvere la questione della creare il “valore” del prodotto. È sempre la marca, uni- qualità e della sicurezza che ruota intorno al mondo del- ta al prezzo, a determinare le scelte d’acquisto dei con- le carni avicole. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che sumatori italiani. molte aziende hanno già realizzato sistemi volontari di rintracciabilità che consentono di seguire il prodotto dal- LEI HA ACCENNATO AD ALCUNI PROBLEMI PRATICI LEGATI l’allevamento al punto vendita e di tutelare la salute del AL SISTEMA DI ETICHETTATURA VOLONTARIA: PROVOCHE- consumatore, anticipando le norme nazionali e comuni- RANNO UN AUMENTO DEI COSTI? E PERCHÉ? tarie. Semmai, avremmo preferito l’etichettatura obbli- Purtroppo sì. A parte la questione della praticabilità per gatoria. i produttori di alcune restrizioni previste dal Decreto, i costi di produzione aumenteranno a causa dei molteplici PERCHÉ SAREBBE STATA MEGLIO L’ETICHETTATURA OBBLI- controlli esercitati dall’organismo certificatore e dell’e- GATORIA? vidente impatto gestionale, organizzativo e strutturale L’etichettatura volontaria impone una serie di costi solo che il sistema di etichettatura avrà sulle aziende. Si ri- alle aziende che ne fanno richiesta. Come abbiamo visto, schia di danneggiare ulteriormente la competitività di queste aziende debbono sostenere oneri che, in sostan- polli, tacchini e faraone rispetto alle altre carni, perché za, finiscono per non garantire in maniera assoluta la si- gli oneri sono notevoli e causeranno un rincaro dei prez- curezza e la qualità del prodotto, ricercate e premiate zi cui, attualmente, le carni avicole non sono in grado di dal consumatore. Costo certo, dunque, ma ricavo molto far fronte. Già adesso infatti, pur in presenza di un pe- incerto. L’etichettatura obbligatoria, invece, imporrebbe riodo di bassi prezzi alla produzione, i prezzi medi di ven- a tutti costi uguali e non creerebbe svantaggi competiti- dita del petto di pollo o della fesa di tacchino si situano vi per nessuno. a livelli molto vicini a quelli del bovini. A tutto svantaggio delle aziende avicole e del consumatore. Ma la situa- OBBLIGATORIA IN ITALIA O IN TUTTA L’UNIONE EUROPEA? zione non sarà delle migliori neppure per la distribuzione. Ovviamente l’etichettatura obbligatoria dev’essere in vigore in tutti i Paesi della UE. Ormai in campo alimentare IN CHE SENSO? - e l’istituzione a Parma dell’Authority Europea per la Si- Il sistema dell’etichettatura imporrà una serie di difficol- curezza Alimentare è l’ultimo esempio significativo in or- tà tecniche al dettaglio tradizionale e ad una quota di ca- dine di tempo - le regole sono stabilite a livello comuni- tene della grande distribuzione, le quali acquistano carni tario, per dare uguale tutela ed informazione a tutti i cit- non preconfezionate all’origine e le lavorano su richiesta tadini del Vecchio Continente e per garantire le stesse del consumatore, rifornendosi - va ricordato - presso una condizioni di mercato a tutte le aziende. Esattamente co- pluralità di aziende. Un esempio pratico renderà il qua- m’è avvenuto per la normativa sulle carni bovine, valida, dro più chiaro. Per ricavare un chilo di fettine di petto di appunto, nell’intera Unione Europea. 9 Le nuove Linee guida sull’alimentazione USA uscite il ruolo privilegiato di alcuni alimenti Pollo e tacchino, sempre di Paola Canali Qualunque sia la dieta raccomandata o preferita al di là dell’Atlantico (e non è il loro numero o varietà che manchi), le carni avicole si ricavano sempre un posto di primo piano. E a loro sostegno è venuta, recentemente, la più autorevole pubblicazione scientifica prodotta periodicamente dai Ministeri americani della Salute e dell’Agricoltura 10 S T A T I U N I T I all’inizio del 2005 confermano e comunque Subito dopo la loro pubblicazione ufficiale, avvenuta il 12 gennaio scorso, i giornali hanno parlato sinteticamente e, come spesso accade, anche un po’ semplicisticamente - di “rivoluzione nella piramide alimentare USA”, o di “rivoluzione” tout court. In realtà, nel presentare le “Dietary Guidelines for Americans 2005”, vale a dire l’ultima edizione delle raccomandazioni per l’alimentazione che l’Amministrazione USA aggiorna e promuove ogni 5 anni, il ministro della Sanità Tommy Thompson ha sostanzialmente messo l’accento su due fattori: “Ridurre l’apporto di calorie, non quello di carboidrati”; “fare esercizio fisico fra i 30 e i 90 minuti al giorno”. Non sembrano, di primo acchito, affermazioni così “rivoluzionarie”. E alla stessa conclusione si arriva entrando più nello specifico delle nuove Linee guida USA (si veda sotto). Probabilmente, la maggiore novità sta nello “stress” (nel significato letterale di “accento”) posto sulla necessità dell’esercizio fisico: “Un’attività fisica regolare - si legge a pag. 21 del documento - rappresenta per ognuno un importante contributo alla salute, al senso di benessere, e al mantenimento di un sano peso corporeo”. Mentre dal punto di vista più strettamente nutrizionale, è di forte interesse la valutazione positiva di certi alimenti (in particolare frutta e verdura): “Una maggior assunzione di frutta, verdura, grani interi e di latte e prodotti derivati senza o a basso contenuto di grassi - si legge a pag. 23 - ha probabilmente 11 S T A T I U N I T I grossi benefici sulla salute di molti americani. Anche che in quel Paese vanno per la maggiore, arriva le proteine sono un importante macronutriente del- un’indicazione precisa in favore delle carni di pollo la dieta - proseguono le Guidelines - ma la maggior e tacchino. Con questi presupposti, non solo non parte degli americani ne consuma già abbastanza, sorprende che oltreoceano si parli di “chicken per cui non ha bisogno di assumerne di più”. boom” (si veda lo scorso numero di “Unavicoltura”) Ciò detto, in questa sede risulta di particolare signi- quanto, piuttosto, che il fenomeno non abbia anco- ficato la conferma delle eccellenti qualità nutrizio- ra varcato l’oceano. Tanto più che le conclusioni dei nali delle carni avicole, specificamente indicate co- nutrizionisti statunitensi sono simili a quelle dei lo- me quelle da preferire (insieme al pesce) per assi- ro omologhi del nostro Paese, estensori delle Linee curare all’organismo il pur sempre indispensabile guida per una sana alimentazione italiana. apporto proteico: per la quantità e qualità di pro- Vediamole dunque in sintesi, queste conclusioni. Do- teine, appunto, in esse presenti ma anche per lo podiché appunteremo l’attenzione sul ruolo delle scarso contenuto di grassi, individuati - specie quel- carni avicole. li saturi - come gravi ostacoli ad una dieta bilanciata e, quindi, ad un sano stile di vita alimentare. LE “NUOVE” RACCOMANDAZIONI USA Insomma anche dai nutrizionisti “governativi” ame- 1) Sostanze nutrienti. Consumare una varietà di ali- ricani, per strade diverse (se non opposte) da quel- menti e di bevande all’interno e fra i gruppi base le indicate da una serie di altre diete (e dietologi) alimentari; scegliere gli alimenti che limitano l’introduzione di grassi saturi e “trans”, colesterolo, zuccheri aggiunti, sale ed alcol. 2) Controllo del peso. Per mantenere il peso corporeo in una media sana, equilibrare le calorie assunte da alimenti e bevande con le calorie consumate. Per impedire l’incremento graduale del peso col tempo, fare piccole diminuzioni nell’apporto calorico di bevande e alimenti ed aumentare l’attività fisica. 3) Attività fisica. Iniziare un’attività fisica regolare e ridurre le attività sedentarie promuove la salute, il benessere psicologico e un peso corporeo sano. Per ridurre il rischio di malattia cronica nell’età adulta, praticare per almeno 30 minuti un’attività fisica di moderata intensità, oltre a quella usuale, a casa o al lavoro e per la maggior parte dei giorni della settimana. Per ottenere perdita del peso nell’età adulta, compiere almeno 60-90 minuti di attività fisica di moderata intensità quotidiana, avendo cura di non eccedere con gli apporti calorici. 4) Gruppi alimentari da sviluppare. Consumare una quantità sufficiente di frutta e di verdure rimanendo nel fabbisogno di energia. Due tazze di frutta e 2,5 di tazze di verdure al giorno sono suggerite per una apporto di riferimento di 2 mila calorie. Variare ogni giorno il tipo di frutta e di verdure. La copertina delle recenti Linee guida per l’alimentazione pubblicate negli Stati Uniti 12 S T A T I U N I T I In particolare, scegliere da tutti e cinque i sotto- 9) Sicurezza dell’alimento. Per evitare malattie gruppi di vegetali (verde scuro, arancione, legumi, portate dagli alimenti con microbi, lavare mani, verdure amidacee ed altre verdure). Consumare 3 superfici di contatto con l’alimento, frutta e ver- o più equivalenti di un’oncia di prodotti integrali dure. Cucinare gli alimenti ad una temperatura al giorno, con il resto degli integrali suggeriti che sicura per uccidere i micro-organismi. Raffredda- vengono dai prodotti arricchiti o interi. In genera- re (refrigerare) l’alimento deteriorabile subito e le, almeno la metà dei grani dovrebbe venire dai scongelare gli alimenti correttamente. grani interi. 5) Grassi. Consumare meno del 10 per cento delle LE CARNI AVICOLE SONO DA PREFERIRE calorie provenienti dagli acidi grassi saturi e meno di La più efficace e sintetica raccomandazione del- 300 mg/giorno di colesterolo e mantenere il consu- le carni avicole si ritrova, più che nelle 84 pagi- mo dell’acido grasso “trans” il più basso possibile. ne dense di grafici e tabelle delle Guidelines, Limitare il consumo di grassi totale fra il 20 e il 35 nella snella brochure, destinata ai consumatori, per cento delle calorie, e assicurarsi che la maggior realizzata sempre a cura del Ministero della Salu- parte di questi vengano da fonti di poli-insaturi e te (nonché di quello dell’Agricoltura, partner mono-insaturi degli acidi grassi. nell’intera operazione). 6) Carboidrati. Scegliere gli ortofrutticoli ricchi di In una pagina di questa, sotto il titolo “Fate scel- fibre, e spesso integrali. Scegliere e preparare gli te intelligenti da ogni gruppo di alimenti”, si leg- alimenti e le bevande con piccoli apporti di zucche- ge fra l’altro: “Una salutare piano alimentare… ri o con i dolcificanti calorici. deve comprendere carni magre, pollame, pesce, 7) Sodio e potassio. Consumare circa un cucchiaino fagioli, uova…”. E ancora: “Scegliete carni magre di sale al giorno. Scegliere e preparare gli alimenti e pollame. Cuocetele al forno, o alla griglia evi- con poco sale. Allo stesso tempo, consumare gli ali- tando di friggerle”. Con una ulteriore raccoman- menti ricchi di potassio, quali la frutta e le verdure. dazione per le carni avicole, che i lettori di “Una- 8) Bevande alcoliche. Coloro che scelgono di bere vicoltura” ben conoscono: per rendere queste le bevande alcoliche dovrebbero farlo moderata- carni ancora più magre, togliere loro sempre la mente e con buon senso. pelle. Alcuni opuscoli dedicati alla dieta a zona 14 S T A T I U N I T I ATKINS. ZONA. WEIGHT WATCHERS. ORNISH Zona. La dieta a zona si basa sul mantenimento di un Le indicazioni sono dunque chiare: largo a frutta, ver- rapporto fra carboidrati, proteine e grassi pari a 40- dure, legumi, cereali; non esagerare con le proteine 30-30 (contro il 60-15-25 auspicato dalla medicina uf- privilegiando comunque, al loro interno, quelle pro- ficiale). Ciò al fine di tenere sotto controllo la produ- venienti da alimenti con meno grassi possibile, e mi- zione di insulina e, con essa, la sensazione della fa- nimo mezz’ora, meglio se un’ora o un’ora e mezza, di me. “attività fisica moderata” giornaliera. Weight Watchers. Si tratta di un sistema fortemente Dire però che queste stesse indicazioni siano seguite ipo-calorico, di 1.200-1.300 calorie giornaliere, che al di là dell’Atlantico, non risponderebbe al vero. richiede la massima precisione nel seguire sia la lista Questo non solo per l’ovvia constatazione che l’obe- degli alimenti proposti, sia il peso degli stessi in ogni sità, e ancor più il soprappeso affligge ormai la mag- pasto. Ad ogni cibo viene assegnato un valore in pun- gioranza della popolazione adulta statunitense (ri- ti derivante da una formula matematica che tiene spettivamente, secondo il Worldwatch Institute, il 55 conto del suo contenuto di grassi e di calorie. e il 23 per cento), e che quindi la stessa maggioranza Ornish. È una dieta quasi vegetariana e poverissima quelle indicazioni non riesce a rispettarle. di grassi (meno del 10 per cento del totale). Secondo il suo inventore, il cardiologo Dean Ornish, oltre a far dimagrire porta alla prevenzione o alla regressione Largo a frutta, verdura, delle malattie coronariche. legumi e cereali; PROTEINE: TANTE O POCHE, MA SEMPRE DI POLLO E TACCHINO e per le proteine scegliete Da un punto di vista generale, tutte le diete sopra descritte comportano, in un modo o nell’altro, la ridu- quelle provenienti da alimenti zione delle quantità di cibo ingerite. E tutte, in conseguenza di ciò, se seguite con costanza portano a con meno grassi possibili: una diminuzione di peso corporeo. La domanda successiva è: alla diminuzione di peso se ne accompagna queste le indicazioni una dei fattori di rischio cardiovascolare (ipertensione, ipercolesterolemia)? In altre parole, queste diete delle autorità scientifiche USA apportano vantaggi reali all’organismo oppure no, e anzi provocano l’effetto contrario, specie in una prospettiva di medio-lungo termine? Ma anche perché, ferma restando la regola generale Un recente studio condotto dai nutrizionisti del Tufts- che meno calorie comunque si assumano, più il peso New England Medical Center di Boston e pubblicato corporeo si riduce, il dibattito su “quali” siano gli ali- sul “Journal of American Medical Association” ha cer- menti da ridurre continua ad essere, a dir poco, ac- cato di rispondere. Questi ricercatori, dopo aver se- ceso. Nello scorso numero di “Unavicoltura” ci si è guito per un anno 160 individui adulti in soprappeso o soffermati, in particolare, su una delle diete oggi sul- obesi, sottopostisi a una delle 4 diete sopra indicate, la “cresta dell’onda” negli Stati Uniti, la cosiddetta sono giunti alla conclusione che, a patto di essere “dieta a zona”. Ma ce ne sono altre, di diete, altret- “fedeli” alle varie prescrizioni, i pazienti ricevevano tanto famose e seguite di cui diamo di seguito una de- benefici non molto dissimili fra una dieta e l’altra. scrizione estremamente sintetica. Si tratta di una conclusione per nulla condivisa dal- Atkins. La dieta Atkins è un programma alimentare la comunità scientifica italiana ed europea: si veda ricco di proteine e grassi, che persegue l’obiettivo il commento del prof. Marcello Ticca nell’intervista della perdita di peso limitando i carboidrati ad una che segue. Una conclusione, invece, è certa: nessun percentuale inferiore a quella raccomandata dalla nutrizionista nega il fabbisogno umano di proteine e medicina ufficiale. nessuno, dall’altra parte, afferma non solo che 15 S T A T I U N I T I “grasso è bello”, ma che i grassi (soprattutto quelli nuto, e anche composizione, di grassi. Una racco- saturi) facciano bene. Nell’un caso e nell’altro dun- mandazione che, a giudicare dai crescenti consumi que, come spiega il prof. Ticca, le carni avicole si di pollo e tacchino almeno oltre oceano, una sempre fanno raccomandare per la loro ricchezza quali- maggiore parte della popolazione dimostra nei fatti quantitativa di proteine unita ad un ottimale conte- di seguire. Le carni avicole per un’alimentazione salutare Libero docente e specialista in Scienza alla necessità dell’attività fisica (che non è però necessariamente quella strettamente sportiva, ma dell’alimentazione, nonché coordina- piuttosto una pratica quotidiana di una vita fisica- tore del gruppo di esperti che hanno mente più attiva) quanto le raccomandazioni stret- elaborato le più recenti Linee guida tamente attinenti al regime alimentare (molti car- per una sana alimentazione italiana saturi, tanta frutta e verdura e quindi anche più fi- (2003), il prof. Marcello Ticca è la per- bra, consumo limitato di alcol, di zuccheri semplici boidrati complessi e pochi grassi, preferendo quelli e di sodio, ecc.) fanno sì che le raccomandazioni nu- sona più indicata per commentare le trizionali statunitensi e quelle europee siano prati- nuove Dietary Guidelines USA e il ruolo camente sovrapponibili. D. Negli Stati Uniti certe diete, alcune con vita che, al loro interno, viene demandato pluridecennale e altre più recenti, spesso a base alle carni avicole iper-proteica, incontrano un forte successo. Qual è il suo giudizio in merito? R. Si tratta di diete che vengono duramente contrastate e criticate anche dagli esperti statunitensi: so- Domanda. Si può dire che, con la pubblicazione no diete prive di basi scientifiche e pericolose per- delle nuove Linee guida statunitensi, dal punto di ché, se seguite integralmente e a lungo, squilibrano vista nutrizionale l’Atlantico si sia “ristretto”? gravemente l’alimentazione facendo mancare ele- Risposta. Soltanto fino a un certo punto, perché in menti indispensabili, come le fibre o gli elementi realtà c’è sempre stata fra gli esperti a livello mon- anti-ossidanti. diale una notevole convergenza circa i punti base di D. Eppure chi le segue dimagrisce. Non è questo un’alimentazione utile alla salute. Questa conver- che conta? genza è stata ulteriormente confermata dalle ultime R. No, perché perdere peso non è di per sé segnale Linee guida italiane e statunitensi. Tanto l’accenno sicuro di successo o di accettabilità di una dieta. Bi- 16 S T A T I U N I T I sogna vedere “che cosa” si perde, con quale ritmo e connettivo particolarmente ridotto unito al minor con quali effetti sugli equilibri del nostro organismo. calibro delle fibre muscolari) e, soprattutto, con un Nel caso delle diete esasperatamente iper-protei- ridotto contenuto in grassi (da 1 a 3 grammi per 100 che, il calo di peso avviene soprattutto a spese del- grammi di prodotto, a seconda delle parti utilizza- l’acqua corporea, con un pericoloso sovraccarico di te). Per di più questi grassi sono caratterizzati da lavoro per fegato e reni. Un risultato temporaneo e una composizione qualitativa particolarmente favo- illusorio, al quale segue quasi sempre un rapido re- revole: infatti (cosa strana per un prodotto animale) cupero di peso, senza contare i già accennati rischi i grassi insaturi sono presenti in quantità superiori a per la salute e il danno arrecato agli equilibri della quelle dei grassi saturi, con un rapporto di circa 2 a razione alimentare. 1, mentre nelle altre carni il rapporto è di circa 1 a D. Dunque la scienza nutrizionale è arrivata a di- 1. Nel complesso, queste carni sono notevolmente re una parola definitiva e valida per tutti? magre e quindi con un moderato valore energetico: R. In campo scientifico non c’è niente di definitivo 100 calorie circa per 100 grammi di petto di pollo e e di dogmatico: l’avanzamento delle nostre cono- 105 per 100 grammi di fesa di tacchino. Altro aspet- scenze diventa possibile solo con una saggia appli- to molto positivo nell’epoca attuale. cazione dell’esercizio del dubbio e della disponibili- D. È vero che è utile scartare la pelle? tà a correggere ed aggiornare ciò che sappiamo. R. Sì, perché la maggior parte del grasso è concen- Questo atteggiamento di apertura e di autocritica è trata proprio nella pelle: una parte che è molto fa- essenziale. Non a caso le Linee guida, che si riferi- cile da eliminare al fine di avere quei moderati va- scono alla popolazione sana, vengono completate e lori calorici e lipidici cui accennavo prima. aggiornate periodicamente, per adeguarle al progredire della ricerca scientifica oltre che alle modificate condizioni delle popolazioni cui si riferiscono. In ciò debbo dire che gli Stati Uniti hanno un approccio più avanzato rispetto al nostro Paese: negli USA vige una legge federale che impone l’aggiornamento ogni 5 anni; in Italia, invece, ci si affida alla buona volontà di singole persone o istituzioni scientifiche. D. Tornando ai contenuti delle Linee guida, sia quelle americane sia quelle italiane, fra gli alimenti appartenenti al gruppo della carne, del pesce e delle uova, raccomandano l’impiego delle carni avicole. Perché? R. Anche su questo c’è accordo, e da molti anni. Ciò non solo perché le carni di pollo e tacchino sono un’eccellente fonte di proteine (23-24 grammi per 100 grammi di parte edibile, come e a volte più delle altre carni). Si tratta di proteine di ottima qualità che presentano una composizione in aminoacidi molto favorevole per far fronte al bisogno di proteine del nostro organismo, specialmente per i soggetti in accrescimento. Le altre ragioni di queste concordi indicazioni sono che si tratta di carni con un buon contenuto in ferro e con poco colesterolo, al- Marcello Ticca tamente digeribili (grazie a un contenuto in tessuto Specialista in Scienza dell’alimentazione 17 Prevenzioni, controlli, vaccino: la macchina nazionale Influenza aviaria: di Giorgio Cammarota Intervista al dott. Stefano Marangon, direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie Da tempo i mass media italiani dedicano numerosi approfondimenti sull’Asia. Lo tsunami, certo. Il boom economico della Cina e le sfide che questo enorme Paese pone alla competitività delle aziende italiane. Le potenzialità ancora inespresse dell’India, che può costituire la scommessa del futuro. Ma non solo. La pagine di quotidiani e settimanali, i servizi delle radio e delle televisioni si stanno occupando anche di un aspetto che riguarda più da vicino il mondo avicolo: è l’influenza aviaria che continua a colpire i Paesi dell’Estremo Oriente, in modo particolare il Vietnam, dove negli ultimi mesi si sono verificati altri decessi tra gli esseri umani. Dopo aver più volte affrontato la questione nei numeri precedenti (e anche nell’editoriale del presente), “Unavicoltura” ha intervistato un esperto non solo per fare ulteriore luce e chiarezza su quanto sta accadendo in Asia, ma anche per conoscere le misure prese dalle autorità in- S A L U T E e internazionale contro la diffusione è a pieno regime a che punto siamo ternazionali e nazionali volte a contenere l’even- lattia caratterizzata da una mortalità molto ele- tuale diffusione del fenomeno, sia fra gli animali vata: in tredici mesi, da fine gennaio 2004 a fine sia - come molti organismi continuano a paventa- febbraio 2005, sono stati segnalati in totale 57 re - fra gli umani: si tratta del dott. Stefano Ma- casi di malattia con 42 decessi. Finora l’infezione rangon, direttore sanitario dell’Istituto Zooprofi- si è trasmessa principalmente dai polli infetti al- lattico delle Venezie. l’uomo, ma il rischio maggiore è legato alla possibilità che il virus acquisisca la capacità di tra- SUGLI ORGANI DI INFORMAZIONE CONTINUANO LE smettersi in modo efficiente da uomo a uomo. Ne GRIDA D’ALLARME RELATIVAMENTE ALL’INFLUENZA potrebbe originare uno stipite in grado di causa- AVIARIA NEI PAESI ASIATICI. QUALE È, REALMENTE, re una pandemia influenzale umana di estrema OGGI LA SITUAZIONE IN ESTREMO ORIENTE? gravità. La situazione è fonte di grave preoccupazione, in quanto il virus ad alta patogenicità H5N1 è ormai RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DELLO SCORSO presente in forma stabile nelle anatre domesti- ANNO LA SITUAZIONE È PEGGIORATA O MIGLIORA- che, e forse anche negli uccelli selvatici, di nu- TA? E PERCHÉ? merosi Paesi del Sud-Est asiatico. Negli anatidi Non è facile rispondere, in quanto la malattia ha l’infezione può non dare alcun sintomo clinico; mostrato un andamento ciclico legato alla dina- ne deriva che gli animali infetti e portatori del vi- mica delle popolazioni sensibili. In altre parole, rus, che appaiono del tutto sani, garantireb- il virus influenzale introdotto in un’area indenne bero la persistenza del virus nel- ha causato mortalità elevata negli allevamenti, l’ambiente. Questa situazione decimando la popolazione avicola della zona col- rende ancor più difficile pita, e tale diminuzione della densità di animali l’eliminazione della ma- sensibili, unita alle misure di controllo messe in lattia in Paesi in cui, da atto per eradicare l’infezione, ha portato a una un lato, l’avicoltura è prin- notevole riduzione della frequenza della malat- cipalmente di tipo tradiziona- tia. Tuttavia, la ripresa dell’attività produttiva è le e, dall’altro, i servizi vete- stata finora seguita da una recrudescenza del- rinari non sono in grado di ga- l’infezione, in grado di persistere nelle popola- rantire un efficace controllo zioni di anatre portatrici sane del virus, con in- del territorio e una sistemati- sorgenza di un nuovo ciclo di infezione, compar- ca esecuzione delle misure di sa di nuovi focolai di malattia negli allevamenti eradicazione. e individuazione di nuovi casi di mortalità nell’uomo. CHE DIRE DELLA POSSIBILITÀ DI TRASMISSIONE DEL VIRUS DAGLI COME STANNO OPERANDO LE AUTORITÀ INTERNA- ANIMALI AGLI UOMINI? ZIONALI PER COMBATTERE LA DIFFUSIONE DEL- L’aspetto più preoccupante è costituito L’INFLUENZA AVIARIA? proprio dalla capacità del virus di Le organizzazioni internazionali, FAO ed OIE in infettare l’uomo causando una ma- particolare, stanno promuovendo l’adozione di 19 S A L U T E dei pochi Paesi asiatici che, a partire dall’inizio della campagna di vaccinazione, non è più stato colpito da focolai di malattia. IL CONTROLLO È CAPILLARE, AVVIENE LUNGO TUTTA LA FILIERA E RIGUARDA ANCHE LE FRONTIERE? L’Unione Europea ha subito vietato le importazioni di volatili vivi e loro prodotti dai Paesi colpiti dalla malattia, attivando nel contempo un rigido e sistematico controllo sulle importazioni. Missioni del Servizio ispettivo dell’UE sono, inoltre, state organizzate nei Paesi interessati per verificare la rigorosa applicazione delle misure previste. una strategia globale di lotta alla malattia, at- I Servizi veterinari italiani stanno dando un importante contributo alla definizione delle strategie di controllo dell’influenza aviaria in Asia traverso il coordinamento delle azioni di controllo messe in atto dai Paesi interessati, e il rafforzamento delle attività di laboratorio e dei servizi veterinari. Tuttavia l’attuale impegno della comunità internazionale non è pari alla gravità della situazione. I seri rischi per la salute dell’uomo richiedono infatti una maggiore partecipazione finanziaria e organizzativa dei Paesi industrializzati al fine di fronteggiare questa grave emergenza sanitaria. SI È MOLTO DISCUSSO DEL POSSIBILE VACCINO CONTRO L’INFLUENZA AVIARIA. SI STANNO FACEN- OLTRE AL COSTANTE MONITORAGGIO DI QUANTO DO DEI PASSI IN AVANTI? ACCADE IN ESTREMO ORIENTE, QUALI INIZIATIVE Un vaccino efficace è già utilizzato in alcuni Pae- HANNO INTRAPRESO LE AUTORITÀ SANITARIE NA- si asiatici per prevenire la malattia. Le autorità ZIONALE E, IN GENERALE, IL GOVERNO ITALIANO internazionali hanno, infatti, raccomandato l’im- PER TUTELARE IL NOSTRO PAESE? piego della vaccinazione per contenere ed eradi- I Servizi veterinari italiani stanno dando un con- care l’infezione influenzale. Si tratta di un vac- tributo importante alla definizione delle strate- cino che non contiene virus vivo e deve essere gie di controllo della malattia. Infatti, le espe- somministrato ad ogni singolo animale, il che rienze acquisite nel nostro Paese nel controllo comporta alti costi difficilmente sopportabili da dell’influenza aviaria sono state utilizzate per Paesi in via di sviluppo. Inoltre la vaccinazione, stabilire gli interventi prioritari da attuare nelle per essere efficace, deve accompagnarsi alla aree colpite. Nostri esperti hanno partecipato a messa in atto di altre misure di controllo (blocco missioni organizzate dalle autorità internaziona- degli accasamenti, limitazione delle movimenta- li nei Paesi coinvolti dall’epidemia e hanno pro- zioni, ecc.) che richiedono un’elevata organizza- mosso l’attivazione di una rete internazionale di zione dei servizi veterinari. E’ evidente che il laboratori veterinari per l’influenza, con la fina- supporto dei Paesi industrializzati e delle orga- lità di rafforzare le misure di controllo dell’infe- nizzazioni internazionali è di fondamentale im- zione. Inoltre, la strategia di vaccinazione italia- portanza per garantire un’efficace gestione di na è stata applicata ad Hong Kong, ad oggi uno tali programmi di controllo. 20 Il nostro Paese è all’avanguardia nelle garanzie sanit Il buon ese di Romano Marabelli Direttore generale presso la Direzione della Sanità Veterinaria e degli Alimenti del Ministero della Salute 22 dell’ S I C U R E Z Z A A L I M E N T A R E arie offerte al consumatore mpio L’avicoltura nazionale, in particolare, è interessata a difendere un elevato Italia standard del prodotto, che si ottiene con il convinto rispetto delle norme vigenti, ma anche attraverso la corretta applicazione di buone pratiche di allevamento e di produzione Negli ultimi anni si è andata osservando una rapida evoluzione nell’approccio agli aspetti igienico-sanitari nel settore alimentare, sulla scorta del rapido sviluppo e della profonda modifica delle tecnologie produttive e di mercato. Tale evoluzione si è esplicata nello sviluppo di una disciplina organica ed integrata in materia di sicurezza alimentare. Così, a livello comunitario, è stata data priorità strategica all’esigenza di garantire un elevato livello di sicurezza attraverso lo sviluppo di un assetto normativo che rispecchia la nuova mentalità di approccio organico ed integrato lungo la filiera produttiva. I VANTAGGI DI UN’AVICOLTURA TUTTA NAZIONALE L’Italia ha saputo dare un valido esempio di garanzie sanitarie offerte al consumatore. Ciò grazie all’organizzazione dei controlli ufficiali, demandati esclusivamente all’autorità pubblica, con particolare riferimento ai servizi veterinari che intervengono con le proprie attività lungo tutta la filiera, “dall’allevamento alla tavola”. In tale contesto la filiera avicola assume una posizione di rilievo, in quanto le sue varie fasi - allevamento, produzione dei mangimi, macellazione, eventuale trasformazione e commercializzazione - sono pressoché tutte localizzate sul terri- 23 S I C U R E Z Z A A L I M E N T A R E torio nazionale, rappresentando uno dei pochi Il veterinario ufficiale controlla e valuta tali in- comparti economici che vede l’Italia prevalente- formazioni sull’origine, sulla gestione e sul per- mente “autosufficiente”. corso sanitario dei volatili che giungono al macel- Questa peculiarità fa sì che, a loro volta, i servizi lo attraverso il citato documento di accompagna- veterinari possano espletare al meglio il proprio mento, che quindi rappresenta un utile strumento mandato e la propria professionalità, effettuando anamnestico anche in occasione delle ispezioni i controlli lungo tutta la filiera avicola pressoché “ante” e “post mortem”. esclusivamente sul territorio nazionale; d’altra parte, si deve constatare un buon livello di scam- GRANDE COLLABORAZIONE FRA PRODUTTORI bio di informazioni coerenti a partire dall’alleva- E AUTORITÀ PUBBLICA mento fino alla commercializzazione. Come detto, la produzione italiana delle carni di Negli ultimi anni infatti, al fine di garantire la si- pollame è concentrata soprattutto in grandi real- curezza alimentare e quindi la tutela del consu- tà di elevato standard produttivo; infatti la mag- matore, si stanno concentrando notevoli sforzi gior parte delle macellazioni sul territorio nazio- nella fase di produzione primaria attraverso attivi- nale avviene in pochi stabilimenti di vaste dimen- tà pianificate di controllo e sorveglianza in mate- sioni. Ciò ha consentito alle autorità sanitarie ria di salute pubblica. Agendo infatti opportuna- competenti di far rispettare agli operatori del mente in questa fase, si possono ridurre notevol- comparto avicolo un elevato livello igienico-sani- mente i fattori di rischio per la salute pubblica. tario e gestionale delle attività svolte sotto il loro controllo; inoltre a tali stabi- LA VIA ITALIANA limenti è stato possibile asse- ALLA RINTRACCIABILITÀ gnare veterinari ufficiali specia- Con il nuovo assetto normativo lizzati con una conoscenza spe- comunitario, per effetto dell’ap- cifica delle problematiche del- proccio integrato alle problema- l’intera filiera. tiche di rilevanza per la sicurez- Qualora sia necessario rintrac- za alimentare, si è dato partico- ciare ai fini sanitari un prodotto lare risalto alla rintracciabilità di carne avicola, anche grazie al- ai fini sanitari e, per quanto con- la specifica realtà del mercato cerne la produzione delle carni, italiano è possibile ottenere, at- all’informazione di filiera che traverso gli strumenti previsti, deve accompagnare gli animali interventi di elevata efficacia. Si al macello. deve rilevare, inoltre, che gli La normativa italiana del settore delle carni avi- operatori della filiera nel tempo hanno collabora- cole si è dimostrata all’avanguardia in tal senso, to con le autorità competenti, in particolare du- potendo così proporre alla Comunità europea il rante lo svolgimento delle attività istituzionali di proprio modello, in quanto è già vigente in ambi- vigilanza, di sorveglianza e di controllo. Va quindi to nazionale l’obbligo che i volatili da cortile e la riconosciuto che gli avicoltori italiani sono interes- selvaggina d’allevamento da penna siano accom- sati a difendere un elevato standard del prodotto pagnati da informazioni relative al ciclo produtti- nazionale, che si ottiene con il convinto rispetto vo in azienda, agli additivi impiegati nell’alimen- delle norme vigenti, ma anche attraverso la cor- tazione, ai trattamenti farmacologici, alle vacci- retta applicazione di buone pratiche di allevamen- nazioni ed ai risultati delle ispezioni sanitarie uf- to e di produzione. ficiali cui i volatili sono stati sottoposti. È previ- A dimostrazione che gli interessi economici dei sta, inoltre, una dichiarazione di conformità alle produttori e la sicurezza alimentare non sempre norme da compilarsi a cura dell’allevatore. sono antitetici. 24 La bontà delle carni che Un di Claudio Peciccia Grano, mais ed erba medica, con aggiunta di soia, vitamine e sali minerali: è la dieta somministrata a polli e tacchini, ed è la base dell’elevata qualità dei prodotti che se ne ricavano. L’ultima conferma viene da una recente pubblicazione realizzata dall’Unione Nazionale Consumatori in collaborazione con MIPAF e Assalzoo 26 A L L E V A M E N T I troviamo in tavola comincia da quello che gli animali mangiano menù puramente naturale Se l’uomo è ciò che mangia, come sosteneva componenti, appositamente studiati per produrre il filosofo Ludwig Feuerbach secondo cui l’ali- alimenti con i necessari requisiti di qualità. mentazione è fondamentale per una sana cresci- Tutto ciò, e molto altro ancora, è riportato nella ta dell’individuo, nel corpo e nello spirito, ciò va- pubblicazione “Che cosa mangiano in Italia gli le ancora di più per gli animali. E di questo sono animali che mangiamo”, la prima guida in Italia convinti i consumatori, per i quali la bontà delle espressamente rivolta all’opinione pubblica, che carni, dei formaggi, delle uova e, in generale, le tenta con un linguaggio semplice di svelare i se- qualità di tutti i prodotti d’origine animale che greti e le curiosità legate all’alimentazione degli arrivano in tavola, dipendono direttamente dalla animali d’allevamento. qualità del cibo dato agli animali stessi. Realizzata dall’Unione Nazionale Consumatori Ma un conto è la consapevolezza nei consumatori (UNC) in collaborazione con il Ministero delle Poli- del rapporto diretto fra i due fattori, un altro è tiche Agricole e Forestali (MIPAF) e Assalzoo (Asso- la reale conoscenza di quali alimenti siano con- ciazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zoo- cretamente somministrati agli animali. E, come tecnici), la guida è stata recentemente presentata spesso accade, la disinformazione lascia spazio al a Roma nel corso di una tavola rotonda. “Scopo di pregiudizio, se non alle paure. questa pubblicazione - ha dichiarato Vincenzo Dona, presidente dell’UNC - è far sapere al consuma- COSA MANGIANO GLI ANIMALI CHE MANGIAMO? tore, giovane ed adulto, che i prodotti alimentari Pochi consumatori, ad esempio, sanno che il mais di origine animale di casa nostra sono migliori, è di gran lunga la materia prima più usata in Ita- perché è di qualità l’alimento zootecnico offerto, lia per produrre gli alimenti destinati agli animali mentre i prodotti importati sono spesso ottenuti d’allevamento: quasi il 45% del totale. E, insieme somministrando alimenti scadenti”. alla soia, il 65%. Si tratta, rispettivamente, di un La buona accoglienza riscontrata dalla guida fra i cereale e di un legume che forniscono i nutrienti media, le istituzioni e gli operatori del settore ottimali per bovini, suini, pollame, ecc. Ad essi si presenti all’incontro romano ha rafforzato la con- affiancano, in misura minore e diversa, altri ele- vinzione sulla necessità di un’ampia diffusione di menti quali frumento, orzo, avena, latte e altri tale strumento informativo. 27 A L L E V A M E N T I Esso sarà quindi distribuito nel corso del 2005 Il merito va anche al tipo di alimentazione som- nelle scuole e, in allegato, sui principali quoti- ministrata ai suini: una miscela di mais, orzo, diani nazionali. soia, frumento e altri cereali minori. Senza dimenticare integratori quali le vitamine e i fer- UN “PIATTO UNICO” ADATTO ALLA BISOGNA menti lattici, gli stessi che si ritrovano nello yo- Non molti lo sanno, ma la dieta degli animali è gurt. Inoltre per alcuni prodotti di più elevata studiata al computer da tecnologi alimentari ed qualità, i cosiddetti Dop (denominazione d’origi- esperti della nutrizione animale che individuano ne protetta), come il Prosciutto di Parma o il Par- le necessità delle singole specie. Ed è costituita migiano Reggiano, un rigoroso disciplinare stabi- da elementi assolutamente naturali e rigorosa- lisce i singoli alimenti che debbono far parte del- mente selezionati: dal granturco, il principe de- la dieta. gli ingredienti, alla soia, dalla crusca all’orzo. Il discorso non cambia per i bovini. L’ingrediente Un mix bilanciato che differisce in base all’età, principale, immancabile in ogni stalla, è il silo- al peso, al sesso dell’animale, e anche ai diversi mais, la pianta intera di granturco. Ma anche gli metodi produttivi. In ogni caso, diversamente altri elementi sono assolutamente naturali: fo- che in passato, il “piatto” garantisce sempre il raggi secchi, barbabietole, fiocchi di soia e per- giusto apporto di proteine, vitamine e grassi. Il sino fave schiacciate. Alle vacche da latte viene risultato finale di questa dieta è sotto gli occhi dato anche il fieno, sottoposto a tecniche di es- di tutti: gli animali da allevamento non hanno siccazione che ne migliorano le proprietà diete- problemi di peso e la loro carne è salubre e ga- tiche e nutrizionali. Il “piatto” è unico: un mix rantita. omogeneo di questi componenti che favorisce la buona salute dell’animale e, quindi, la qualità del prodotto finale. Rispetto a quella che mangiavano i nostri nonni e padri, la carne di polli e tacchini é oggi più tenera, facile da digerire e con più elevati standard nutrizionali PER POLLI E TACCHINI, UNA DIETA OTTIMALE La guida dell’UNC, infine, pone l’accento sulla dieta degli animali avicoli. E anche qui troviamo dati interessanti. Rispetto a quella che mangiavano i nostri nonni e padri, la carne di polli e tacchini è oggi più tenera, facile da digerire e con più elevati standard nutrizionali. Il merito principale di ciò va proprio all’alimentazione, basata essenzialmente su grano, mais ed erba medica cui vengono aggiunti soia, vitamine e sali minerali. Un menù assolutamente naturale, quindi, che varia leggermente a seconda del peso e dell’età dell’animale: più ricca di proteine nella fase iniziale di accrescimento e di carboidrati in quella finale. In ogni caso, essendo allevati a terra, i polli non vengono alimentati “a ra- Scendendo nello specifico, dalla pubblicazione zione”, ma sono tendenzialmente liberi di deci- emergono alcune curiosità. I prosciutti, i salami, dere quando e come mangiare. Infine, una curio- le mortadelle che portiamo in tavola, ad esem- sità. Il colore della pelle dei polli dipende della pio, contengono molte meno calorie rispetto al quantità di mais presente nel menu: sono i caro- passato. E fra i grassi prevalgono quelli “buoni”, tenoidi di questo cereale a determinarne il colo- ossia i grassi insaturi. re giallino. 28 A L L E V A M E N T I Ballarini: Non idealizzare il passato Durante la tavola rotonda “Ma cosa “La frase ‘senza mangiare si muore, mangian- mangiano gli animali che mangiamo”, è do si rischia di morire’ rispecchia l’odierno stato d’animo del consumatore, che è spesso disinfor- intervenuto il prof. Giovanni Ballarini, mato perché ignora la realtà dell’alimentazione animale. Negli anni Cinquanta il 95% degli italia- professore emerito all’Università di ni non conosceva il mare ma conosceva le galli- Parma. Pubblichiamo un estratto del ne; oggi il 100% degli italiani è andato al mare, suo intervento, volutamente “provoca- ma non conosce le galline. Possono sembrare da- torio”, perché esso sintetizza con effi- ti surreali, ma questa è la realtà. E come spesso cacia tanto l’ignoranza su certi temi da ri e quindi paura. parte dell’opinione pubblica, quanto la Possiamo così parlare di ansia alimentare, cui il accade, la scarsa conoscenza genera ansia, timo- settore zootecnico italiano deve rispondere pro- necessità di implementare le iniziative prio con le iniziative presentate oggi (quindi la pubblicazione dell’UNC, il nuovo sito Internet As- per informare correttamente i consu- salzoo, pieno d’informazioni utili per gli addetti matori sullo stato dell’arte dell’ali- ai lavori ma anche per i media e per i consuma- mentazione animale in Italia tori, ecc.), o con operazioni del tipo “Fattorie aperte”, che suscitano grande interesse nei cittadini (recentemente abbiamo promosso quest’iniziativa ed abbiamo registrato la visita di ben 50 mila persone). Riguardo alla credenza secondo cui ieri gli animali erano alimentati in modo migliore, anche qui siamo su un terreno pieno di disinformazione e pregiudizi. Oggi possiamo dire che gli animali mangiano meglio di noi: per usare un paradosso, nelle tavole possono finire - per scarsa attenzione dei consumatori - i tortellini scaduti, mentre sulle tavole degli animali non potranno mai arrivare tortellini scaduti. 29 A L L E V A M E N T I Un tempo i polli e gli altri animali avicoli da cortile Inquinamenti e contaminazioni non si sapeva si nutrivano di quanto trovavano nei campi: erbe, neanche che cosa fossero. semi diversi, vermi, lumachine. E bisognava rispet- Anzi, per le malattie degli animali valeva il det- tare una (regola) oggi dimenticata: gli animali non to che ‘un povero mangia un pollo o quando è dovevano avere un’alimentazione competitiva con malato il povero o quando è ammalato il pollo’ quella umana. Se un cibo era buono andava destina- (durante l’epidemia di peste aviare, che colpi to all’uomo, se aveva dei problemi poteva andare l’Italia a più riprese all’inizio degli anni Qua- bene per gli animali. E le eccezioni erano rare: ai ranta, tutti i polli ammalati o che rischiavano di pulcini le massaie davano piccole quantità di grana- contagiarsi furono prontamente mangiati). Og- glie di scarto, ma ciò avveniva soprattutto nell’ulti- gi, invece, il controllo sugli alimenti dati agli mo periodo d’ingrasso, in modo particolare per i animali è totale. E possiamo tranquillamente capponi. In genere l’alimentazione era carente e aggiungere che l’alimentazione animale italiana sbilanciata; per questo i polli crescevano lentamen- si pone all’avanguardia, in quanto il consumato- te, e un galletto raggiungeva il peso di macellazione re degli alimenti per animali è l’allevatore, che in 150 giorni (contro i meno di 60 di oggi). Inoltre le è molto attento e dispone di una filiera control- loro carni erano “dure” e bisognava ricorrere a cot- lata. Semmai occorre aumentare sempre più l’in- ture lunghe, come quella “alla cacciatora”. Per gli formazione al consumatore finale. Ciò non vuol stessi motivi, le galline deponevano poche uova: una dire trasferire tutte le informazioni in etichetta, sessantina o poco più ogni anno (contro le circa 300 che non possono essere estese all’infinito, per di oggi). Molte galline perdevano le penne ed ave- non generare confusione nei consumatori. Ma vano il “collo pelato”: segno di carenze nutriziona- l’informazione dev’essere disponibile, perché si li. Lo stesso avveniva per gli altri avicoli da cortile: possa intervenire sulla filiera in caso di emer- anatre, oche, tacchini, faraone, ecc. genze alimentari”. Oggi gli animali mangiano meglio meglio degli uomini: nella tavola dei consumatori possono finire, per disattenzione, tortellini scaduti; in quelle degli animali allevati, no 30 Nato negli anni Ottanta, Ovito è oggi sinonimo di mas La lunga storia dell’uovo di giornata di Francesco Pippi 32 P O R T E A P E R T E sima qualità e freschezza per il consumatore Nella seconda puntata del nostro si dimostra vero; e passeggiare, fra gli ulivi e i vigneti, nei tre grandi capannoni paralleli, sorprendente viaggio dentro “il meglio” cocktail di rispetto della natura, degli animali e degli dell’avicoltura italiana, è la volta uomini, da una parte, e di tecnologia e continua spe- del Gruppo Novelli, sorto agli inizi rimentazione dall’altra, in cui lavorano (compresi gli del secolo scorso e oggi Ma si può anche, più semplicemente, percorrere i leader indiscusso del settore: banconi dei supermercati, fermarsi indifferentemen- altri e la sede centrale di Terni) più di 500 persone. te davanti a pane, pizza, dolci e prodotti da forno a una realtà non solo da raccontare marchio “Interpan”; o alle uova in guscio e ovopro- ma, se possibile, da prendere dotti a marchio “Ovito”; al pane, pizza e prodotti da forno surgelati a marchio “Spiga” (cui si aggiungono, ad esempio per recuperare a completamento della gamma di offerta, i mangimi quella competitività di cui a marchio “Saddler”). il comparto produttivo, non solo Il Gruppo Novelli è tutto questo, riassunto nello agro-alimentare, ha oggi Novelli, esponente di terza generazione di una fami- grande bisogno glia che cominciò la propria avventura imprenditoria- sguardo mite ma deciso del suo presidente Torquato le all’inizio del Novecento e che, oggi, rappresenta una delle più importanti realtà agro-alimentari italia- Ci sono molti modi di raccontare un’azienda. Passarne in veloce rassegna i numeri più significativi, a Uno stabilimento del Gruppo Novelli con gli automezzi pronti a partire. cominciare dal fatturato: si scopre così che l’anno scorso il Gruppo Novelli ha toccato quota 89 milioni di euro e, andando indietro, che in 5 anni questo va- A destra, Torquato Novelli lore è aumentato del 60 per cento. Oppure arrivare “in loco”, non lontano da Terni, dentro un esempio di stordente bellezza di quella “verde Umbria” che, come spesso accade ai luoghi comuni, una volta di più 33 P O R T E A P E R T E ne. Vediamola dunque nel dettaglio la storia del li e ora noto anche per la produzione di mangimi e Gruppo Novelli, cercando nelle sue origini le ragioni integratori per cavalli a marchio Saddler. di un presente di indubbio successo e in entrambi, se 1976 Interpan è la prima azienda in Italia a garanti- possibile, una ricetta per una ripresa di cui il settore re l’autenticità del proprio pane con il bollino di ga- produttivo italiano, non solo e non tanto agro-ali- ranzia. mentare, ha più che mai enorme bisogno. 1980 Per la produzione di pane Interpan vengono aperti nuovi siti produttivi a Roma e Latina garan- CENT’ANNI DI BUON PANE tendo così la distribuzione di prodotti sempre fre- 1900 La storia del Gruppo Novelli ha inizio quando schi in tutta l’Italia centro-meridionale. il capostipite della famiglia, Ferdinando Novelli, comincia a produrre farina con un mulino a pietra, in NEGLI ANNI OTTANTA un paesino a pochi chilometri da Spoleto. In seguito, ARRIVA OVITO con l’aiuto del figlio Guglielmo, costruisce un picco- Negli anni Ottanta na- lo forno a legna ed inizia la produzione di pane fre- sce Ovito, l’uovo che, sco. Negli anni seguenti anche i figli di Guglielmo, per primo in Italia, presenta sul guscio la firma, la da- fra i quali Torquato, prendono parte all’attività, che ta di deposizione (Aut. Min. del 1993) e la sigla di rin- si espande sempre di più. tracciabilità del gruppo di galline da cui proviene. Ele- 1970 Tutta la produzione del pane viene trasferita mento, quest’ultimo, importantissimo per la rintrac- a Terni con una vasta gamma di prodotti a marchio ciabilità di filiera, argomento oggi di piena attualità Interpan. Viene acquistato il Mangimificio Superstel- (di cui la nostra rivista si è più volte occupata negli ul- la, destinato alla produzione di mangimi per anima- timi numeri) ma, all’epoca, pressoché sconosciuto. 34 P O R T E A P E R T E Oltre alla vasta gamma di prodotti da forno della tradizione, Interpan offre una linea di prodotti adatti ai ritmi della vita moderna: a sinistra, il panino lungo morbido; sopra, il pane morbido di grano duro Ricordiamo, infatti, che la nuova normativa sulle IL GRUPPO NOVELLI OGGI uova fresche, entrata in vigore soltanto dal 1° 1997 Comincia il processo di Certificazione. La Divi- gennaio del 2004, prevede che sul guscio di ogni sone Ovoprodotti di Fattoria Novelli ottiene la con- uovo venga impresso un codice composto da 11 formità del proprio sistema qualità alla norma ISO caratteri identificante il Paese di produzione, il 9002 ricevendo, prima in Italia, la certificazione dal- sistema di allevamento delle ovaiole e il centro di la BVQI. allevamento; il che consente ai consumatori di 2000 Interpan ottiene la Certificazione Internaziona- conoscere in maniera chiara tutto il percorso del- le per il proprio sistema di garanzia di qualità in con- l’uovo. Fattoria Novelli, l’azienda del Gruppo formità alle norme ISO 9002:94 per la produzione e produttrice di Ovito, dava queste garanzie già confezionamento di pane, pizze e prodotti da forno molto tempo fa. 2004 La produzione Interpan si amplia ulteriormente 1991 Comincia anche la produzione degli ovopro- con il nuovo sito produttivo di Amelia (Terni). dotti con la costruzione di un moderno centro per Tentando una prima conclusione da questa sintetica la pastorizzazione delle uova e il confezionamen- cronologia si può dire che, dal 1900 ad oggi, tutte le to degli ovoprodotti. aziende del Gruppo sono accomunate dalla stessa fi- 1994 Nasce a Roma l’azienda Spiga, dedicata alla losofia aziendale: garantire qualità e sicurezza ai produzione di pane, pizza e prodotti da forno sur- consumatori, combinando i principi di genuinità, fre- gelati. schezza ed alta qualità con le tecnologie più avanza- 35 P O R T E A P E R T E te e con una moderna organizzazione. Tale filosofia trova, per così dire, l’espressione più moderna nella certificazione di qualità: tutte le aziende del Gruppo hanno ottenuto la Certificazione Internazionale per il proprio sistema di garanzia di qualità in conformità alle norme UNI EN ISO 9001:2000. OVITO, IL PRIMO UOVO CERTIFICATO Venendo più specificamente alle produzioni di cui si occupa questa rivista, Ovito è stato il primo uovo in Europa, nel 1999, ad ottenere la Certificazione di prodotto per i seguenti parametri: - freschezza, con consegna entro massimo 48 ore dalla raccolta; - alimentazione, solo vegetale, delle galline; - assenza di coloranti sintetici nel mangime. Inoltre, nel 2003 si è aggiunta la Certificazione di prodotto per: - alimentazione delle galline da materie prime nonOGM; Michele Novelli, direttore commerciale del Gruppo Novelli - filiera rintracciabile. 36 Con l’estate giunge al clou la stagione agonistica, e fra gli Il cibo dei campioni di Giovanna Berlutti Dirigente medico dell’Istituto Nazionale di Medicina dello Sport, CONI B E N E S S E R E alimenti preferiti dagli sportivi ne troviamo uno ben conosciuto… Si tratta dell’uovo, tradizionale sinonimo LA MIGLIOR DIETA PER GLI SPORTIVI di vigore ed energia e, come tale, sem- È fondamentale che l’apporto totale di energia giornaliera (ETG) copra il fabbisogno individuale tenen- pre presente nella dieta degli atleti an- do in equilibrio il rapporto fra entrate ed uscite, vale a dire fra calorie introdotte e calorie consumate, che e soprattutto nei mesi caldi. I dati al fine di mantenere un adeguato peso corporeo, ma più recenti della letteratura scientifica soprattutto un corretto rapporto fra massa grassa e internazionale, nonché le testimonianze massa magra. di prestigiosi esponenti dello sport nazio- Dal punto di vista qualitativo, una sana alimentazio- nale, non solo confermano, ma rafforza- 55-60 % della ETG, uno in proteine pari a circa il 10- no la giustezza di tale scelta 15% e una percentuale di grassi non superiore al 25- ne deve prevedere un apporto in carboidrati pari al 30%. Il modello alimentare in questo senso dimostratosi più efficace, e che viene quindi proposto per tutti gli sportivi, è quello già adottato da anni Dagli inizi degli anni Novanta si è assistito in dagli atleti di elevato valore agonistico: il modello Italia al diffondersi del “fitness” come vero e alimentare mediterraneo. proprio fenomeno di massa. Sulla spinta di quan- Uova, pesce, carni bianche, latte e derivati sono i to raccomandato dalle Organizzazioni sanitarie principali alimenti deputati alla fornitura di protei- nazionali e internazionali, la necessità di rag- ne nobili; la pasta e il pane provvedono al riforni- giungere e mantenere uno stato di buona salute mento energetico; ortaggi e frutta consumati in ab- appare ormai un assioma ben consolidato in gran bondanza coprono il fabbisogno vitaminico e mine- parte della popolazione italiana. Lo stato di buo- rale; l’olio extravergine di oliva rappresenta l’unico na salute infatti non è solo da intendersi come as- condimento. Tutti insieme danno vita a questo mo- senza di malattia, ma anche e soprattutto come dello alimentare armonico ed equilibrato. condizione di buona o, meglio ancora, elevata ef- Le proteine che provengono dal regime alimentare ficienza dei vari organi ed apparati, in grado di rappresentano i “mattoni” con i quali si costruisce il contrastare i rischi legati alle “malattie del be- muscolo e si realizza l’incremento della forza e del- nessere”. la potenza muscolare, che sono alla base di ogni ge- Il “benessere”, frutto dell’attuale notevole sto atletico nella pratica di qualsiasi disciplina spor- avanzamento economico e sociale, ha però por- tiva. Bisogna inoltre tener conto che esiste l’usura tato con sé l’aumento della sedentarietà e della delle strutture muscolo-scheletriche sollecitate dal- diffusione delle note patologie ad essa legate, l’attività sportiva nonché, nei soggetti giovani, l’ac- come obesità, diabete, dislipidemie, ipertensio- crescimento delle stesse. Appare pertanto chiaro ne arteriosa, cardiovasculopatie, artropatie cro- come particolare attenzione vada dedicata alla quo- niche e, perfino, alcune neoplasie. L’adesione ta proteica della razione giornaliera dello sportivo. alla pratica di un’attività fisica amatoriale frequente, regolare e di adeguata intensità, o di PER LO SPORTIVO TANTE ED ECCELLENTI PROTEINE un’attività sportiva con programmi di allena- L’alimento più ricco da questo punto di vista è sen- mento ancora più specifici, comporta anche l’a- za dubbio l’uovo, che fornisce proteine di elevatis- desione ad uno stile di vita che non può prescin- simo valore biologico (93,7 rispetto alle 76 del pesce dere da precise regole igieniche e da sane e cor- e alle 73,3 della carne) e con la massima utilizza- rette abitudini alimentari. zione proteica netta (NPU), tanto da essere consi- 39 B E N E S S E R E derate di riferimento per valutare la qualità biologi- UOVO A COLAZIONE, PRANZO E CENA ca degli altri alimenti proteici. Le uova hanno il pregio di poter essere introdotte in Nell’uovo il contenuto in grassi è in prevalenza co- qualsiasi dei tre pasti principali, a seconda della stituito da acidi grassi mono e polinsaturi, mentre il preparazione. Ad esempio, un uovo alla coque ac- colesterolo si è attualmente attestato a circa 185 compagnato da latte, biscotti, pane, marmellata, mg, contro i 250 del passato. Ciò grazie ai nuovi si- miele, cereali, costituisce un’ottima ed energetica stemi di allevamento delle galline ovaiole, che ren- colazione per chi nella mattinata si dedicherà ad dono l’uovo sempre più adatto all’alimentazione una passeggiata in mountain bike o a cavallo o ad dello sportivo; e senza tener conto dei pur numero- una lunga nuotata. sissimi dati della letteratura scientifica internazio- Se si vuole mangiarle nel pasto di mezzogiorno, in- nale che confermano la scarsa relazione fra iperco- vece, dopo un primo piatto di pasta, due uova “al- lesterolemia e consumo di uova. l’occhio di bue” o sfrittellate, con un contorno di L’elevato apporto vitaminico e minerale, il volume verdura, costituiscono un’ottima pietanza di piccolo contenuto e la facile digeribilità completano le ca- volume e facilmente digeribile per chi nel pomerig- ratteristiche positive di questo alimento, che può gio si alleni, anche intensamente, in canoa o a ten- essere proposto ed utilizzato dagli sportivi in ogni nis o a calcio o beach volley. pasto della giornata ed in tutti i periodi dell’anno, Infine nel pasto serale, dopo una giornata trascorsa durante le diverse fasi della preparazione atletica. in barca a vela o in windsurf o su un campo di golf, D’altra parte è noto come i più importanti consuma- una gradevole insalata mista completata da due uo- tori di uova siano gli sportivi ovovegetariani o ovo- va sode, oltre a rappresentare un piatto unico leg- lattevegetariani per i quali questo alimento rappre- gero e nutriente, contribuisce a reintegrare le per- senta la fondamentale fonte di proteine nobili. Con dite minerali legate alla sudorazione. l’arrivo della stagione estiva diminuisce la frequentazione delle palestre ma aumenta la pratica di al- UN PROTAGONISTA DEI GIOCHI DEL MEDITERRANEO tre discipline sportive. Anche in questo caso, le uo- Anche gli atleti di elevato livello agonistico sono va rappresentano un alimento di prima scelta da sempre impegnati nel periodo estivo. Fra i grandi consumare con tranquillità fino ad un massimo di 4 appuntamenti internazionali del 2005 figurano i Gio- a settimana, secondo le Linee guida dell’alimenta- chi del Mediterraneo, che si tengono in questi gior- zione dell’INRAN. ni ad Almeria, in Spagna (vedi pag. 52). A contendersi le numerose medaglie in palio saranno atleti dei Paesi che si affacciano, appunto, sul bacino del Mediterraneo, accomunati non solo dalla posizione geografica, ma anche da un patrimonio di tradizioni socio-culturali fra le quali vanno senz’altro annoverate le abitudini alimentari. Ovviamente anche in questa edizione, come già nelle precedenti, il servizio di ristorazione dei Giochi si baserà sui già menzionati alimenti principi della dieta mediterranea proponendo le uova in varie preparazioni, in tutti i pasti della giornata, cucinate in tutti i modi tradizionali ed anche secondo ricette tipiche dei diversi Paesi partecipanti. Sicuramente ne farà uso anche uno dei più prestigiosi esponenti dello sport italiano, l’olimpionico di ginnastica Igor Cassina, che (nel box a pag. 42) racconta del proprio rapporto con l’“alimento uovo”. 40 B E N E S S E R E Nutrimento Cassina sultati di rilevo devo allenarmi 6-7 ore al giorno, Entrato nelle case di tutti mantenere un peso corporeo contenuto e, nel con- gli italiani dopo la sua spet- tempo, sviluppare una massa muscolare potente e veloce. Pertanto devo avere a disposizione il carbu- tacolare medaglia d’oro al- rante giusto rappresentato da cibi nutrienti, poco le scorse Olimpiadi di Ate- voluminosi e rapidamente digeribili. ne, il famoso ginnasta confessa come l’uovo rappre- Che posto hanno le uova nella tua dieta? senti nella sua dieta una proteine. Spessissimo ne mangio uno al mattino a fonte primaria di proteine, colazione. Ma, soprattutto, le uova mi piacciono ab- Sicuramente un posto importante come fonte di binate a vari tipi verdure che danno vita ad altret- per di più assai gustosa in tanti piatti unici. una serie di preparazioni Il tuo piatto preferito? molto… personali L’“insalata primavera”. Come si prepara l’“insalata primavera” Igor Cassina, ginnasta medaglia d’oro alle Olimpia- di Cassina? di di Atene, è un “concentrato” di destrezza, po- In un’insalatiera mescolate vari tipi d’insalata tenza muscolare ed eleganza, capace di esaltanti (lattuga, indivia belga, radicchio); unitevi dei po- acrobazie che hanno fatto sognare migliaia di ita- modori ciliegino, carciofi crudi a spicchi sottili, liani nella calda estate greca del 2004. rondelle di carote e zucchine crude, 4-5 olive, 23 gherigli di noce tritati, due uova sode tagliate Igor, per un ginnasta del tuo livello quanto è im- a spicchi e una manciata di piccoli dadini di pane portante una corretta alimentazione? tostato al forno. Infine condite il tutto con poco Direi che una corretta alimentazione fa parte del sale, un cucchiaino di senape, olio extra vergine mio programma di preparazione. Per raggiungere ri- di oliva e succo di limone. I Giochi del Mediterraneo 2005 Almeria (Spagna), 24 giugno-3 luglio 2005 Paesi partecipanti: Albania, Algeria, Bosnia-Erzego- Discipline sportive: atletica leggera, bocce, calcio, ca- vina, Cipro, Croazia, Egitto, Francia, Grecia, Italia, noa/kayak, canottaggio, ciclismo, ginnastica artistica Libano, Libia, Malta, Marocco, Principato di Mona- e ritmica, golf, judo, karate, lotta, nuoto, pallacane- co, San Marino, Serbia e Montenegro, Siria, Slove- stro, pallamano, pallanuoto, pallavolo, pugilato, nia, Spagna, Tunisia, Turchia. scherma, sollevamento pesi, sport disabili, sport equestri, tennis, tennis tavolo, tiro a segno, tiro a volo, tiro con l’arco, vela. 42 Un breve ma affascinante excursus nella storia dell’a 44 C U L T U R A rte, dalla preistoria ai giorni nostri Tutto nasce dall’uovo di Cristiana Ciofalo L’uovo come simbolo della nascita del mondo Pittori, scultori, architetti: e, quindi, come solo e unico principio di vita ori- sono numerosissimi gli artisti ginaria, ma anche come simbolo di ri-nascita, ov- che, nel corso dei millenni, vero di nuova vita dopo la morte. Proprio in questa sua duplice veste carica di significati simbo- hanno tratto ispirazione da questo lici, l’uovo è stato raffigurato, fin dalla più re- alimento simbolo di vita mota antichità, nelle espressioni artistiche di e di perfezione per creare ogni tempo. i propri capolavori SIMBOLO DI VITA, ANCHE DOPO LA MORTE Non dobbiamo stupirci, allora, di ritrovare la forma perfetta, essenziale ed elegante dell’uovo raffigurata in tombe di età neolitica o riprodotta nelle cupole degli Stupa buddisti a ricordo dell’Uovo d’Oro dal quale emerse Brahma, creatore del mondo. E, ancora, sulla placca ovale del tempio Incas di Coricancha o nelle ceramiche ellenistiche di Lipari, conservate presso il locale Museo Archeologico. Il nostro viaggio alla scoperta dell’uovo nell’arte comincia proprio da qui. Siamo in piena età ellenistica e, sia in Grecia sia nelle sue zone d’influenza come l’Italia meridionale, si diffonde la produzione di vasi funerari decorati con scene di feste nuziali, o comunque di ricorrenze sacre, con una o più persone che offrono dolci guarniti di uova ad una sposa o ad una divinità. La ragione per cui simili decorazioni vengano imposte a vasi funerari, va ricercata nella concezione della 45 C U L T U R A morte tipica di quel periodo (350-252 a.C.). cata, affollata di strane figure fantasiose, rettili Nell’Ellenismo, infatti, si riteneva che la morte antropomorfi, insetti, mostri talvolta osceni, e corrispondesse alle “nozze” dell’anima con la di- di visioni allucinanti di un sogno pieno di incubi. vinità e, in queste rappresentazioni funerarie, la Proprio al centro di questo giardino surreale, che sposa personificava l’anima, mentre il dolce con rappresenta la ricerca del godimento dei sensi, le uova diventava una sorta di necessario lascia- sulle sponde di un lago, sta - come arenato - un passare per garantirsi la vita ultraterrena. grosso uovo bianco, con il guscio rotto, nel qua- I dolci raffigurati, poi, sono molto diversi tra lo- le stanno entrando uomini e donne, appena ro, alcuni decorati con uova bianche intere, altri emersi dall’acqua. Eccoci, dunque, di fronte ad guarniti con uova colorate, intere o tagliate a una chiara allegoria della creazione, la vita che spicchi; ma tutti non fanno che sottolineare l’im- dall’acqua - attraverso l’uovo-embrione - popola portanza dell’uovo come simbolo della rinascita, la terra, che qui allude, però, anche alla tra- della vita che continua oltre la morte. Non a ca- smutazione continua della materia, come prova- so, in molte di queste decorazioni, compare una no i numerosi simboli alchemici sparsi per tutta giovane uomo ornato di pampini che altri non è l’opera. che Dioniso, il dio del vino e dell’ebbrezza ma Appena pochi decenni dopo invece, nel 1618, lo anche della continuità tra la vita e la morte. spagnolo Diego Velazquez, artista prediletto di Che l’uovo fosse simbolo della nuova vita dopo la Filippo IV, forse stanco di dipingere sovrani e morte lo credevano anche gli Egiziani, nella cui cortigiani, ci regala “La friggitrice di uova” arte funeraria - si pensi ad esempio alle raffigu- (Edimburgo - National Gallery). Si tratta di una razioni della piramide di Osiride - l’uovo diventa gustosa scena di vita quotidiana in cui un’anzia- addirittura il contenitore dell’anima del defun- na venditrice ambulante di uova fritte è tutta in- to, in attesa della vita ultraterrena. tenta a prepararne un paio ad un ragazzino imbronciato e dall’aria impaziente, che ci ricorda GIÀ NEL SEICENTO LA PROTEINA NOBILE A PIÙ come a quel tempo (ma oggi le cose non stanno BUON MERCATO molto diversamente) l’uovo fosse la proteina no- Facendo un salto nei secoli, se possiamo definire bile più a buon mercato. l’uovo come “il grande escluso” delle cosiddette Ma senza dubbio la più famosa celebrazione del- “nature morte” (lo si rintraccia, infatti, in meno l’uovo è opera di Piero Della Francesca, autore dell’uno per mille di casi), lo ritroviamo, invece, della Pala Montefeltro (1472-1474), conosciuta soprattutto sotto forma di dono, in scene cam- anche come “Madonna dell’uovo”, oggi custodita pestri e conviviali, in alcune “‘natività” o in a Milano, nella Pinacoteca di Brera. Dalla nicchia “adorazioni dei pastori” di molti artisti fiammin- a conchiglia posta all’interno della volta pende ghi. E proprio per rimanere in questo ambito, un uovo di struzzo, punto di fuga delle linee pro- non possiamo non citare il più grande epigono spettiche dell’abside nonché simbolo, come ve- del Rinascimento fiammingo, quel Hieronymus niva anche ricordato nei bestiari medievali, di Bosch che fece dell’uovo una costante in molti nascita e fertilità. Posto nella “conchiglia” (la dei propri lavori, sia di inspirazione profana co- bivalve), l’uovo è il frutto della vita, dell’unione me l’arci-famoso “Giardino delle Delizie”, sia di di materia e spirito, di luce e tenebra. E ancora: carattere sacro, quali “Le tentazioni di Sant’An- l’uovo è appeso a un filo (asse verticale), alla tonio”. sommità della volta (varco attraverso il quale Il “Giardino delle delizie” appartiene al “Trittico l’anima uscirà dal guscio). Il tema dell’ovale è delle delizie”(1503-04, Madrid - Museo del Pra- poi ripetuto nel volto (“ab ovo”, cioè alle origi- do), il secondo dei grandi trittici di Bosch perve- ni) della Madonna (madre-terra-femminile) e nutici integri. Apparentemente può sembrare nella curvatura della possente architettura so- difficile spiegarsi, nel contesto borghese fiam- prastante (padre-cielo-maschile). Per permetter- mingo in cui Bosch operava, quest’opera compli- ci di leggere l’armonia della composizione, Piero 46 C U L T U R A della Francesca, che era un matematico oltre che un pittore, colloca esattamente al centro della pala (originariamente più alta) l’uovo, la forma originale. Non a caso, quindi, la perfezione geometrica di quest’opera trova il naturale compimento nell’uovo sospeso in armonioso equilibrio sulla testa della Vergine, che viene così a porsi a metà strada fra la nascita dell’uomo e quella del cosmo. DALL’UOVO ALLA CUPOLA DI SANTA MARIA DEL FIORE Oltre che di tante opere pittoriche, però, un uovo è stato anche l’inconsapevole principio ispiratore di una famosissima opera architettonica, la cupola di Santa Maria del Fiore di Firenze, “firmata” da Filippo Brunelleschi. Per la precisione fu un uovo auto-reggente, come racconta Giorgio Vasari nella sua opera “Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri” (Firenze 1550). Pare infatti che il Brunelleschi, impegnato in un dibattito su come avrebbe dovuto essere la cupola, abbia detto: “… che chi fermasse in sur un marmo piano un uovo ritto, quello facesse la cupola, che quivi si vedrebbe l’ingegno loro. Tolto dunque un uovo, tutti qu’ maestri si provarono per farlo star ritto, ma nessuno trovò il modo. Onde, essendo detto a Filippo ch’é lo fermasse, egli con grazia lo prese e datoli un colpo del culo in sul piano del marmo, lo fece star ritto. Rumoreggiando gl’artefici che similmente arebbono saputo fare essi, rispose loro Filippo ridendo che gli arebbono ancora saputo voltare la cupola, vedendo il modello o il disegno”. E a noi piace credere che, senza quell’uovo, forse la cupola di Santa Maria del Fiore non sarebbe stata così perfetta. Dall’alto in basso, tre delle massime espressioni dell’uovo nella storia dell’arte, in particolare della pittura: “Il giardino delle delizie” di Hieronymus Bosch, 1503-1504; “La friggitrice di uova” di Diego Velasquez, 1618; “La Madonna dell’uovo” di Piero della Francesca, 1472-1474. Nella foto grande a pag. 45, la Cupola di Santa Maria del Fiore, a Firenze, realizzata da Filippo Brunelleschi 47 Un veloce ma vertiginoso viaggio alla scoperta dei luoghi virtuali dedicati al più prezioso degli alimenti L’uovo pescato nella Rete di Francesca Tagliafierro Il Web è per definizione il luogo più facile, per la sua immediatezza, e più difficile, per la sua vastità, per reperire informazioni su qualsiasi cosa; figurarsi su un elemento che, appena digitato sul più diffuso motore di ricerca, fornisce ben 559 mila siti indicizzati. Ma non bisogna scoraggiarsi, perché la navigazione si rivela subito molto interessante… 48 I N T E R N E T “U - o - v - o”: ci sono tanti modi per co- UN CONCENTRATO DI NUTRIENTI E DI… SIMBOLI minciare un minitour sul web alla scoperta del- Comunque Google non tradisce neppure i naviga- l’uovo. Il più affascinate, e rischioso, è quello di tori più “tradizionalisti”, che inserendo come andare su Google, considerato uno dei motori di chiave di ricerca la parola “uovo” si aspettano ricerca più attendibili su Internet, e digitare di trovare siti dedicati all’alimentazione: di uo- queste quattro semplici lettere: un unico termi- va infatti si parla, e molto, subito dopo. Se ne ne, generico e assoluto, legato a mille e più uni- parla su poudzo.com, una “guida alimentare versi di pensiero, con la fiducia che il più mo- multimediale” che si propone di fornire indica- derno ed “esteso” dei Ciceroni mostri al “navi- zioni sul valore nutritivo dei vari alimenti e sulle gatore” luoghi inesplorati, attinenti ma non loro funzioni nell’organismo umano, senza tra- troppo, affascinanti realtà virtuali e giochi di scurare il gusto per la buona tavola. Nella pagi- pensiero. Come al solito Google non delude: in na dedicata al “nostro”, l’esordio è quello di un 0,25 secondi rintraccia ben 559 mila siti web in- protagonista di rara qualità: “Nell’uovo sono dicizzati attraverso il nostro termine di ricerca. contenute tutte le sostanze nutritive a noi indi- Come andare avanti? La scelta più neutra, o me- spensabili. Un uovo pesa in media 57 grammi con no impegnativa, è ancora quella di seguire l’or- oscillazioni che vanno da un minimo di 45. a un dine di “apparizione” sancito da Google. Così si massimo di 70…”. scopre che, ancora prima di un ottimo alimento, “Nell’uovo sono contenute l’uovo è un… teatro stabile abruzzese, mentre “Uovo Blu” è il nome di una web agency roma- tutte le sostanze nutritive gnola. Dopodiché, a conferma della sua popolarità (secondo altri, onnipresenza), viene evocato il a noi indispensabili....” nome del nostro presidente del Consiglio, in quanto “L’uovo di Berlusconi” (http://www.uo- (www.pondzo.com) vo-di-berlusconi.com) è il titolo di un testo che si annuncia come “il primo libro di marketing sociale”, scritto da Amedeo Nigra. Ma se qualcuno per un momento avesse creduto di aver varcato definitivamente la soglia dell’ambiente nutrizionale o - almeno - culinario, deve immediatamente ricredersi: aprendo la pagina http://www.anagen.net/uova.htm si scopre - non senza sorpresa - che l’uovo compare anche nel “primo sito italiano ed europeo” dedicato alla… calvizie androgenetica. Tornando a risultati di ricerca più semplici da “digerire”, anche se la Pasqua è ormai trascorsa - e magari in funzione della prossima - possiamo scoprire l’esistenza di alcuni siti personali di www.digilander.libero.it dedicati all’hobby, infantile ma non solo, di colorare le uova pasquali. E a chi abbia bambini suggeriamo di raccontare anche l’origine della tradizione di dipingere le uova: si narra infatti che Maria Maddalena, una delle donne che erano andate al sepolcro di Gesù e l’avevano trovato vuoto, corse alla casa nella quale erano i discepoli, entrò tutta trafelata e annunciò la straordinaria novità. 49 I N T E R N E T Pietro, uno dei discepoli, la guardò incredulo e Meglio, forse, tuffarsi nella storia della filosofia poi disse: “Crederò a quello che dici solo se le ed interrogarsi su temi di maggior rilievo. Ecco uova contenute in quel cestello diverranno ros- dunque Plutarco che, nelle sue “Quaestiones se”. E subito le uova si colorarono di un rosso in- symposiacae”, 2, 3, scrive: “Si avvia una discus- tenso. sione tra cinque personaggi, che fra l’altro si domandano se sia nato prima l’uovo o la gallina; L’UOVO È NATO PRIMA DELL’UCCELLO, la decide Fermo, che ricorda come nella religio- E DI TUTTO IL RESTO ne l’uovo sia il simbolo del principio originario Chiuso il capitolo religioso, si ripropone l’imba- materiale delle cose [la archè ghenéseos]: razzo della scelta: partecipare ad un festival ‘Canterò a coloro che l’intendono (Orph., fr. “Uovo” di arti e creatività o curiosare in un blog 334K) la sacra parola orfica, che non solo rivela intitolato “Il pelo nell’uovo”? Oppure, a proposi- l’uovo nato prima dell’uccello, ma anche com- to di temi culinari, spazzare via ogni esitazione e prende e stabilisce la sua priorità complessiva- convincersi della necessità di acquistare un ma- mente su tutte le cose. Del resto devo tacere, gnifico perché è troppo mistico… Perciò è consacrato “cuociuova” in acciaio inox (http://www.albanesi.it/casa/cuociuova.htm)? insieme ai sacri misteri di Dioniso non sconve- nientemente, in quanto rappresentazione di ciò che genera tutte le cose e in sé le comprende’”. OVINO: PICCOLO UOVO O PECORA? Per contrasto, o per fortuna, non mancano mai nella Rete riferimenti ludico-ricreativi: abbiamo colto al volo l’occasione cimentandoci, 50 I N T E R N E T direttamente on line, con “L’uovo volante”, un questo alimento, e al recente pianetauovo.it, gioco semplice ma adatto a persone davvero pa- nato grazie ad una campagna finanziata dalla Co- zienti. Si tratta di far saltare le proprie uova da munità Europea e dal Governo italiano con il un cestino all’altro, al fine di farle arrivare più contributo dell’Agea e della stessa UNA. On line in alto possibile. Magnetico. A questo punto com- dalla seconda metà di ottobre, pianetauovo.it si pare l’invito ad abbandonare (temporaneamente) il presenta come un utile e aggiornato contenitore computer per correre (?) al cinema a vedere un film d’informazioni riguardanti tutti gli aspetti, ap- di animazione vincitore di molti premi, dal misterio- punto, del “pianeta uovo”. so titolo “L’uovo” (http://www.luovo.com). Malgrado il messaggio chiaro e imperativo - “la storia che risveglierà la parte migliore di te” - e anche a voler mettere da parte facili ironie su quale sia “la parte migliore” di ognuno - non pare che il richiamo, vecchio ormai di un anno, abbia sortito l’effetto sperato visto che la suddetta pellicola non ha lasciato, almeno nel nostro Paese, tracce significative. I dubbi cinematografici lasciano però presto il posto a quelli linguistici: davvero, come dichiarato da Addizionario (http://www.di.unito.it/ADDIZIONARIO/ADD_CN R/u/uovo.html), le forme alterate del termine uovo (pronuncia uò-vo) possono essere “ovetto”, “ovino”, “ovone”? E pensare che c’è chi continua a credere che l’ovino sia una pecora… Del resto, il regno animale è fitto di segreti e sorprese: così si trovano informazioni sull’uovo di Ghiozzo gò (o guatto giallo), e si scopre che i ghiozzi costruiscono delle tane dove le femmine depositano le uova stando a testa in giù e attaccandole alla volta della cavità interna. Oppure si apprende, con tanto di testimonianza fotografica, che cosa sia un uovo nano avitellino di gallina e come si riconosca un uovo di gallina con doppio tuorlo. Così, non si rischia di confonderlo con l’uovo di gattuccio. Le ricche uova di Fabergé chiudono la seconda pagina di Google. UNO DEGLI ALIMENTI NATURALI PIÙ PROSSIMI ALLA PERFEZIONE Dopo tanti cortocircuiti virtuali, e per sopravvivere all’effetto vertigine provocato da una navigazione sul Web senza meta, sarà il caso di attenersi più strettamente all’uovo inteso nella sua accezione di alimento sano e nutriente. E, senza badare a facili accuse di autoreferenzialità, partiremo dal sito istituzionale dell’Unione Nazionale dell’Avicoltura, ricco di informazioni anche su 51 I N T E R N E T Al suo interno, grazie ad un’interfaccia grafica tegg.co.uk/, del British Egg Information Center, originale ma funzionale, il visitatore può cono- che rimanda anche a http://www.bepa.org/, il scere tutte le qualità di questo alimento, dal sito del British Egg Products Association (BEPA), punto di vista nutrizionale, della convenienza l’associazione che riunisce la maggioranza dei economica e della sicurezza igienico-sanitaria. produttori di lavorati a base di uova. Segnalati Non mancano suggerimenti per cucinare le uova anche Canadian Egg Marketing Agency e Ontario Egg in mille modi diversi, come pure quelli, fonda- Producers. Infine, fra i siti degni di nota che nomi- mentali, per mantenerle fresche prima di qual- nano le uova, http://www.fightbac.org/main.cfm, siasi loro impiego. Terminato, si fa per dire, l’ex- dedicato alle corrette e sane abitudini per salva- cursus sul web italiano chiediamo al nostro Cice- guardare la nostra alimentazione. rone di accompagnarci per una breve visita ai siti del mondo anglosassone e francese. Protagonista diviene quindi la parola “egg”. La prima voce riportata da Google, tanto per cambiare, non c’entra nulla con il nostro alimento: è un “online financial services provider” (http://new.egg.com/), che si occupa dal 1998 di investimenti, operazioni bancarie e assicurazioni. A seguire, però, troviamo forse quello che stavamo cercando: l’Incredible Edible Egg Web Site (www.aeb.org/), a cura dell’American Egg Board (AEB, appunto). Si tratta del sito dei produttori americani di uova, dedicato ai consumatori per comunicare il valore dell’“incredible egg”. Il sito si propone di con- DA OLTRALPE UN MUSEO E TANTE RICETTE vincere tutti i navigatori, in primis USA ma anche Infine cambiamo lingua e digitiamo altre quattro anglofoni, che l’uovo è “uno degli alimenti natu- lettere: o-e-u-f. Compaiono nell’ordine: un produt- rali più prossimi alla perfezione”. Forse vale la tore della Bretagna (www.oeuf.fr); un sito di argo- pena di farci una “giratina”… mento nutrizionale (http://www.servicevie.com), nel quale si legge, fra l’altro, che “l’œuf est consi- Esiste a Soyans, nel Sud-Est déré comme une excellente source de protéines de haute qualité”, mentre “les matières grasses sont della Francia, un Museo composées de 32% d’acides gras saturés, 38% d’acides gras monoinsaturés et 14% d’acides gras polyin- Internazionale dell’Uovo saturés”. Nulla di nuovo, verrebbe da dire, e del resto la scienza nutrizionale non conosce barriere. con lo scopo, semplice Ma, subito dopo, ci si imbatte in qualcosa di così curioso da perderci la testa: http://www.lemuseede- ma ambizioso, di mostrare loeuf.com/, un sito dedicato al Museo Internazionale dell’Uovo, in versione stabile ed itinerante, fon- tutto ciò che quest’oggetto dato dall’artista Françoise Vignal-Caillet nella cittadina di Soyans, nel Sud-Est della Francia, non lonta- può rappresentare no dalla Svizzera. Dopo aver dipinto “150 oeufs représentant la Révo- Ed ecco ora, senza naturalmente alcuna pretesa lution, ses personnages et son histoire (collection di esaustività, altri siti in lingua inglese: présentée au Musée de Las Vegas en 1990)”, la Vi- http://www.internationalegg.com/, nel nal-Caillet ha dato vita nel 1992 all’associazione 2002 ha compiuto vent’anni; http://www.bri- “Histoire d’E” (nonché al primo “Festival de l’oeuf che 52 I N T E R N E T du sud de la France) avente per scopo la creazione sicura l’autore, il suddetto animale “est une femel- e la gestione di un museo. L’anno seguente, grazie le”. all’intervento del sindaco locale, una piccola cap- A parte ciò, molto interessanti sono le istruzioni da- pella sconsacrata ai piedi del sito medievale fu mes- te ai bambini per imparare l’arte della decorazione sa a disposizione dell’associazione, e qui, nell’otto- e anche alcuni volumi rari, veri e propri trattati sul- bre 2004, fu ufficialmente inaugurato il Museo, con l’argomento dedicati, in particolare, al valore sim- lo scopo, semplice ma non privo di ambizione, di bolico dell’uovo nella storia dell’uomo. Per finire un “montrer tout ce que cet objet peut représenter”. sito, http://www.supertoinette.com/fiches_recet- Oggi il Museo dell’Uovo, divenuto nel frattempo iti- tes/fiche_oeuf.htm, di ricette e curiosità culinarie. nerante, ospita ben 4 mila pezzi, fra cui un uovo di In esso, dopo una ricca illustrazione di tutti gli dinosauro di 70 milioni di anni fa e quello di più pic- aspetti umanamente immaginabili sull’uovo (defini- cole dimensioni, appartenente al colibrì, nonché zione, composizione, classificazione, legislazione, una incredibile varietà di uova decorate. modalità di conservazione e preparazione, e così A dire il vero, nel leggere il sito non tutto torna per- via), compaiono circa 200 ricette a base di uova: un fettamente: fra gli “ospiti” figurerebbe, infatti, trionfo di omelettes”, naturalmente, e poi di qui- l’“uovo di Nessie”, la quale non sarebbe altro ches, salades, sauce mayonnaise, crèmes, ecc. Bon che il mostro di Loch Ness, anzi “la mostra”, se appetit, da quella che rimane, “vieille” o “nouvel- così si può dire visto che, as- le” che sia, la patria della cucina internazionale. 53 L’incredibile del picc C U R I O S I T À volo ione viaggiatore di Giorgio Iacuzzo Sempre navigando nella rete ci siamo l’adattamento ad un ambiente domestico. Nelle imbattuti nel sito di “Storia in net- zone di insediamento degli Etruschi sono state trovati numerosi siti che servivano per l’alleva- work”, rivista “di ricerche per pro- mento dei piccioni. Gli scritti greci e romani ci tramandano l’utilizzo fessori, studenti ed appassionati di dei piccioni viaggiatori per informare sui risulta- viaggi nel passato” diretta da Franco ti delle battaglie su fronti lontani. Durante i gio- Pianola; nel suo archivio abbiamo tro- chi olimpici nell’Antica Grecia si usavano i pic- vato un interessantissimo saggio de- cioni per divulgare i nomi degli atleti vincitori, dicato al pennuto che, fino all’inven- formare famigliari e amici sui programmi delle zione del telegrafo, è stato il princi- competizioni sportive. Nel XII secolo i piccioni mentre l’imperatore Nerone li utilizzava per in- erano impiegati regolarmente in una rete di ser- pale “messaggero dell’umanità”. Ne vizio postale tra l’Iraq e i territori dell’attuale Siria. Nei Sultanati dell’Oriente le costruzioni pubblichiamo ampi stralci ringrazian- che ospitavano i piccioni erano una norma. Sem- do per l’autorizzazione bra proprio che durante le crociate in Terrasanta i Cavalieri Templari appresero dagli arabi la tecnica dell’allevamento dei piccioni viaggiatori. Infatti, presso i resti degli insediamenti templari si La prima notizia che riporta l’impiego dei pic- trova sempre una torre di avvistamento con co- cioni nella ricognizione aerea la possiamo ap- lombaia, detta anche colombera o palombara. prendere dalla Bibbia. Noè, dopo settimane nel- Per secoli i piccioni viaggiatori permisero di or- l’Arca in balia del diluvio, fa uscire per tre volte ganizzare una diffusa e ben organizzata rete di un piccione; al terzo tentativo l’uccello ritornò comunicazioni. Nel 1700 i primi giornali in Belgio portando in becco un ramoscello d’ulivo, la spe- e Olanda contavano sui piccioni per ricevere le ranza, la prova che le terre cominciavano a ri- informazioni dai loro corrispondenti. emergere. Numerosi ritrovamenti archeologici La tragica battaglia di Waterloo e la sconfitta di hanno portato alla luce statuette di piccioni da- Napoleone venne immediatamente conosciuta a tabili 5 mila anni prima di Cristo confermando Londra con relazioni portate da piccioni viaggia- 55 C U R I O S I T À Nel 1700 i primi giornali quattro centimetri di lato. Era nata la “pigeon camera”, che venne brevettata nel 1903. Lo in Belgio e Olanda stesso anno venne acquisita in un certo numero di esemplari dalle brigate della Baviera. contavano sui piccioni Nella pigeon camera lo scatto della fotografia era comandato da un temporizzatore meccanico per ricevere le informazioni regolato sul tempo approssimato che sarebbe servito al piccione per raggiungere l’area da ri- dai loro corrispondenti prendere. Naturalmente andavano fatti ripetuti tentativi perché i piccioni addestrati non andavano sempre nella direzione voluta. Anche nel tori imprestati alle truppe inglesi dal banchiere campo dell’addestramento nacquero dei miti, Nathan Rothschild. Un altro episodio ben cono- piccioni campioni che riuscivano a compiere con sciuto è l’impiego di questi volatili per il tra- estrema precisione il percorso voluto e a consen- sporto dei messaggi segreti nell’assedio di Parigi tire in questo modo la ripresa dell’area d’inte- durante la guerra franco-prussiana. Nel 1870 e resse militare. Nel 1912 Neubronner presentò un fino all’anno successivo, centinaia di piccioni nuovo modello con molte migliorie, e negli anni vennero contrabbandati da Parigi a Tours con seguenti l’apparato fotografico o dispositivi simi- l’impiego di aerostati ad aria calda; quando ve- lari vennero acquisiti in gran numero dalle forze nivano rilasciati con i messaggi ritornavano ai lo- armate dei principali Paesi: la Prima Guerra Mon- ro tetti parigini. In quell’occasione la fotografia, diale era alle porte. allora agli albori, venne utilizzata per fotografa- Dallo scoppio del conflitto, su navi, sommergibi- re i messaggi e ridurli in microfilm; in questo mo- li, aeroplani e carri armati dei vari eserciti bel- do ogni piccione poteva trasportare un testo con- ligeranti la presenza dei piccioni viaggiatori era tenente un milione di parole. Durante l’assedio un fatto normale. Per capire l’importanza che vennero inviati, con questo sistema, 150 mila veniva data a questi volatili in quegli anni, ba- messaggi governativi, militari e segreti e oltre un sterà ricordare come immediatamente dopo l’i- milione di missive private. nizio delle operazioni belliche i tedeschi assaltarono alcuni allevamenti in Belgio impossessando- UNA FONDAMENTALE ARMA MILITARE si di oltre un milione di piccioni viaggiatori da Con la diffusione del telegrafo, del te- utilizzare in battaglia. lefono e poi della radio, i sistemi di Non essendo in quegli anni ancora diffusa comunicazione basati sui piccioni la radio, le navi da guerra e gli aeropla- viaggiatori cominciarono a scom- ni dovevano necessariamente servirsi parire dalla vita civile anche se dei piccioni viaggiatori come uni- rimasero in uso nella realtà mi- co sistema di collegamento con litare. Nel 1898 il tedesco Ju- i comandi. Nel 1916 diversi lius Neubronner iniziò a co- autobus a due piani londine- struire una serie di leggerissi- si vennero trasformati in me macchine fotografiche da piccionaie militari mobili. fissare sul petto dei volatili; L’importanza dei piccioni dopo numerosi tentativi ed viaggiatori venne testimo- esperimenti mise a punto un niata dal generale Fowler, apparato del peso di soli 70 capo del dipartimento co- grammi municazioni che poteva fissare dell’esercito un’immagine del terreno sorvo- britannico, che così de- lato su un negativo quadrato da scrisse il loro valore: “Du- 56 C U R I O S I T À rante i periodi di tranquillità possiamo utilizzare A Digla, presso il Cairo, la Royal Air Force instal- messaggeri, telegrafi, telefoni, segnalazioni con lò un servizio di piccioni particolare per operare bandiere e i cani, ma quando si accende la bat- con i Paesi del Medio Oriente, del Nord Africa e taglia e la situazione si fa caotica con mitraglia- dell’Italia meridionale. In Italia l’esercito poteva trici, artiglierie e i gas, dobbiamo affidarci ai contare su circa 10 mila colombi suddivisi in 40 piccioni. Quando i soldati si perdono o rimango- colombaie che costituivano una rete parallela a no accerchiati dal nemico in località sconosciu- quelle basate su telegrafo e radio. Il servizio del- te, possiamo contare soltanto su comunicazioni le colombaie era affidato all’Ispettorato delle affidabili. Le otteniamo solamente con i piccio- truppe del Genio e ogni colombaia dipendeva ni. Ci tengo a dire che essi, nel loro lavoro, non dalla direzione autonoma del Genio nel territorio ci hanno mai tradito”. di residenza. A ciascuna colombaia era addetto un sottufficiale colombicultore pratico della materia. Subito dopo l’inizio della prima All’inizio della guerra contro la Francia vennero attivate sulle Alpi occidentali sette colombaie guerra mondiale i tedeschi fisse e nove mobili. Durante quelle operazioni la divisione alpina Taurinense, ad esempio, impiegò assaltarono alcuni allevamenti 60 colombi di cui 52 rientrarono con il messaggio alla propria colombaia. Le prove pratiche effet- in Belgio impossessandosi tuate dal Genio con i volatili dimostrarono l’affidabilità di questi anche in condizioni climatiche di oltre un milione di piccioni sfavorevoli; soltanto il suolo coperto di neve poteva creare disorientamento ed impedire il ritor- viaggiatori da utilizzare no alla colombaia di origine. Anche il freddo intenso era un grave rischio che poteva causare in battaglia perdite, ma il servizio veniva assicurato inviando un maggior numero di volatili che portavano lo PIÙ PRECISI DEI TRENI ESPRESSI stesso dispaccio. Nell’esercito italiano era d’uso Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale del scrivere il messaggio cifrato sopra strisce di car- 1939-1945 il Governo inglese aveva preparato ta di seta pesanti un grammo e inserite in tubet- molto bene la sua rete di piccioni. Per le necessità di esercito, marina e aviazione vennero “arruolati” 200 mila piccioni dagli allevamenti civili e assegnati al National Pigeon Service; l’esercito statunitense ne acquisì circa 54 mila dalla stessa fonte, impiegati in un’apposita struttura formata da 3 mila soldati e 150 ufficiali. Una speciale sezione dell’esercitò provvide a paracadutare 16.554 volatili sui Paesi dell’Europa occupata, la loro base era stata ricavata nei sottotetti di un grande magazzino in Oxford Street al centro di Londra. Ogni giorno durante tutta la Guerra migliaia di piccioni effettuavano centinaia di missioni tra le installazioni militari nell’intera Gran Bretagna, seguendo un regolare orario con una precisione tale da far invidia ai treni espressi. 57 C U R I O S I T À ti di penna d’oca legate al timone dei piccioni. avanti e indietro tra due piccionaie: in una pote- Dalle zone del fronte, per maggior sicurezza, vano cibarsi, nell’altra riposare. Impiegati in Ma- ogni messaggio veniva trasmesso con tre piccioni lesia e Birmania, questi volatili potevano naviga- ad intervalli di mezz’ora l’uno dall’altro. re nella giungla più fitta fino a 30 miglia oltre le Il trasporto dei volatili veniva effettuato con co- linee nemiche. I movimenti partigiani di resi- lombaie mobili suddivise in gabbie singole recan- stenza in Francia, Olanda, Belgio e Danimarca ti all’esterno le caratteristiche dei singoli volati- impiegarono servizi di piccioni viaggiatori che ri- li. I volatili erano separati per colombaia e per manevano accuratamente occultati perché il ri- sesso, in modo da impedire errori nella trasmis- schio era enorme. In questi Paesi gli occupanti sione della posta ed evitare accoppiamenti o che nazisti passavano immediatamente per le armi si affezionassero a luoghi diversi dalla colombaia chi veniva trovato in possesso di piccioni viaggia- di origine. L’intero servizio colombofilo militare tori. italiano si dissolse o venne distrutto dopo l’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre 1943; CACCIA AI PICCIONI “NAZISTI” quei difficili momenti sono testimoniati dai testi L’impiego dei piccioni viaggiatori durante la Se- degli ultimi messaggi recapitati dai piccioni. An- conda Guerra Mondiale rivestì senza dubbio ni dopo rientrò in attività la colombaia militare un’importanza superiore a quanto comunemente di Roma come unico centro di addestramento del si creda; infatti, la maggior parte dei documenti ricostruendo esercito italiano. al riguardo rimane tuttora secretata. Soltanto il In Estremo Oriente i reparti indiani al servizio 27 gennaio 1999 il Segretariato alla Difesa bri- dei britannici istituirono l’Indian Pigeon Service tannico a Londra rese pubblici alcuni documenti e riuscirono ad addestrare i piccioni a volare su questo argomento. Dalla loro analisi si scopre Un gruppetto di piccioni, in compagnia di un “voluminoso” pennuto, in un parco londinese. I piccioni viaggiatori divennero, nella Gran Bretagna della seconda guerra mondiale, oggetto d’interesse dei servizi segreti inglese e tedesco 58 C U R I O S I T À che il gerarca nazista Heinrich Himmler era, fin strati. Erano diventati un sistema obsoleto oppure da ragazzo, un fanatico dell’allevamento e del- erano forse diventati una questione ancora più se- l’impiego dei piccioni viaggiatori. Costrinse le SS greta? Considerando le notizie filtrate sull’utilizzo e la Gestapo a costruire una rete di comunica- militare di altre specie animali, come i delfini per portare cariche esplosive su obbiettivi navali o i cani utilizzati per ricercare esplosivi o per portarli nelle posizioni nemiche, non ci sarebbe niente di “I piccioni hanno un senso strano. Mentre non ci sono notizie sul loro impiego nella in più. Lavoriamo con sensori guerra dell’Afghanistan, è invece ben testimoniata la ricomparsa dei piccioni durante l’invasione elettronici che costano 12 mila dell’Iraq, distribuiti a dozzine nei reparti angloamericani e utilizzati come sensori animali con- dollari e piccioni che costano tro gli attacchi chimici e biologici delle tanto conclamate armi di distruzione di massa di Sad- 60 dollari, ma questi ultimi dam Hussein. I piccioni fanno parte delle unità che impiegano sofisticati strumenti di rilevamen- difficilmente si rompono to e analisi scientifica degli agenti tossici. I volatili non sostituiscono i dispositivi tecnologici ma o forniscono letture errate” li integrano. Dan Fallace, responsabile di una squadra di rilevamento di un reggimento dei Marines, sostiene: zioni basata su questi volatili sia all’interno del- “I piccioni hanno un senso in più. Lavoriamo con la Germania che nei Paesi occupati. Addirittura sensori elettronici che costano 12 mila dollari e Himmler era il presidente della società naziona- piccioni che costano 60 dollari, ma questi ultimi le tedesca dei piccioni. difficilmente si rompono o forniscono letture er- Dall’interrogatorio di alcuni prigionieri di guerra rate. All’inizio pensavamo di utilizzare delle gal- tedeschi il servizio segreto inglese MI5 scoprì line ma morirono tutte prima di arrivare qui. Ogni l’importanza delle informazioni che agenti infil- volatile è arrivato con la sua gabbia e la sua scor- trati in Inghilterra prima del conflitto facevano ta di cibo”. Oggi il loro ruolo è di allarme, una arrivare in Germania grazie ai piccioni viaggiato- dose di gas che per i volatili sarebbe letale con- ri. Venne predisposto urgentemente un servizio sentirebbe, invece, ai soldati di prendere in tem- per intercettare i piccioni “nazisti” servendosi di po le adeguate misure di protezione. Gli uccelli falchi addestrati che vennero sparpagliati sulle vengono tenuti in gabbie protette dal sole ai mar- coste britanniche, dalla Cornovaglia alle isole gini degli accampamenti nel deserto, un po’ alla Scilly. A quanto sembra questa misura risultò volta stanno diventando le mascotte dei militari estremamente efficace, permise di eliminare che li accudiscono così, un po’ improvvisando, moltissimi piccioni in volo verso Germania e perché nessuno gli ha mai insegnato come fare. Francia e consentì la cattura di due “prigionieri Prima di muovere dal Kuwait verso l’interno del- di guerra” assieme ai messaggi che trasportava- l’Iraq, al quarto reggimento del primo battaglio- no. In seguito, ma non viene spiegato con che ne della prima divisione dei Marines sono arriva- metodo, i due piccioni tedeschi vennero integra- ti otto piccioni. Nessuno sapeva cosa farsene e ti nei volatili dell’Army Pigeon Service. come utilizzarli, finché il comandante colonnello John Mayer ha suggerito di metterli sul tetto dei PIÙ EFFICACI DEI SENSORI ELETTRONICI veicoli in testa alle colonne corazzate. “Così ma- Dopo il secondo conflitto mondiale non si è mai più gari ci accorgeremo in tempo degli attacchi con sentito parlare dell’utilizzo dei piccioni ammae- l’antrace o con i gas nervini”, ha commentato. 59 Il 2004 ha presentato notevoli, e per certi versi impreviste, criticità dalle quali occorre al più presto uscire Dopo la crisi, la svolta? di Rita Pasquarelli Nel primo quadrimestre 2005 è conti- re al consumatore prodotti innovativi ad alto contenuto di servizio; nuato il trend negativo per il tacchino - le eccellenti e numerose proprietà nutrizionali e e per le uova da consumo, mentre dietetiche dei prodotti avicoli, ideali per ogni fascia di età; qualche segnale positivo si è registrato - la loro grande duttilità nelle preparazioni gastrono- per il pollo. Le previsioni per il resto miche nonché l’economicità, che rende tali prodotti accessibili a tutte le tasche. dell’anno sembrano evidenziare un so- Lo scorso anno, in Italia, sono state prodotte stanziale equilibrio tra l’offerta e la 1.134.500 tonnellate di carni di pollame e 13 miliardi domanda attesa. Salvo, quindi, nuove e 55 milioni di uova, mentre il consumo totale è ri- ed ingiustificate speculazioni a danno sultato pari a 1.067.900 tonnellate di carni avicole e del settore, potrebbe essere arrivato il Purtroppo, però, la riduzione dei consumi dei prodot- momento della ripresa ti alimentari in generale e di quelli avicoli in partico- a 12 miliardi 885 milioni di uova. lare, unita alle sempre maggiori difficoltà di esportazione da parte del settore, ha determinato un calo Anche nel 2004 l’avicoltura italiana si è confer- dei prezzi per i produttori e la conseguente necessità mata l’unico settore zootecnico nazionale capace di di contrarre l’offerta al fine di limitare le eccedenze. assicurare al nostro Paese un grado completo di auto- La produzione di carni di pollame è quindi diminuita approvvigionamento: 106,2% per le carni e 101,3% per dell’1,4% rispetto al 2003, mentre per le uova si se- le uova. Questo primato ha continuato ad essere ac- gnala un modesto aumento dei volumi (+1,7%). Gli ac- compagnato, oltre che determinato, da: quisti dall’estero, pur se molto dimensionati, sono - le caratteristiche produttive ad integrazione verti- cresciuti del 24% per le carni, mentre sono calati del cale, che consentono il controllo globale della qua- 4% quelli di uova in guscio e di uova pastorizzate; le lità igienico-sanitaria e organolettica, “dal campo esportazioni sono aumentate dell’11,8% per le carni del contadino alla tavola del consumatore”; mentre sono diminuite dell’8,7% per uova e ovopro- - la passione e l’abilità degli allevatori avicoli italia- dotti. I consumi per abitante hanno segnato una di- ni, che sono tra i migliori al mondo; minuzione (-1,7%) per le carni di pollame e un au- - la capacità delle imprese avicole nazionali di offri- mento (+1,8%) per le uova. 60 E C O N O M I A I PERCHÉ DELLA CRISI 2004 il settore avicolo italiano non importa, né in passa- Analizzando quanto avvenuto lo scorso anno, emerge to ha importato, pollame vivo o carne o uova da quei che: Paesi, e dimenticando che nel nostro Paese ben di- a) la crisi dei consumi delle carni avicole è solo par- versi sono sia il sistema produttivo avicolo sia quel- zialmente collegabile al calo quantitativo del consu- lo dei controlli, ufficiali e privati; mo di generi alimentari. Maggiore responsabilità b) la concorrenza esercitata da certi Paesi terzi (qua- hanno invece avuto gli allarmi - finora e per fortuna li il Brasile e, limitatamente alle carni avicole già ela- (ma non solo per fortuna) infondati - lanciati da al- borate e cotte, la Thailandia) sul mercato di alcuni cuni politici italiani e dai principali organismi sani- partner comunitari (Germania, Olanda e Gran Breta- tari internazionali in relazione all’epidemia di in- gna) ha, negli ultimi anni, progressivamente eroso le fluenza aviaria verificatasi in Asia (e, purtroppo, al- capacità esportative nazionali: dalle 153.500 tonnel- la morte di alcune decine di persone in quel Conti- late di carni esportate dai nostri produttori nel corso nente). Il timore che anche in Italia arrivasse una del 2002, lo scorso anno si è scesi a 127.300. Non va pandemia di enormi dimensioni ha avuto l’effetto di poi trascurato che il prezzo medio praticato per que- spaventare i consumatori e di scoraggiarli dall’ac- ste cessioni nel 2004 è pressoché identico a quello quistare le carni avicole; ciò senza tener conto che realizzato due anni prima, nonostante il contemporaneo aumento dei costi di produzione; c) la distribuzione nazionale, seguendo una politica a POLLO (Euro/kg vivo) 2002 2003 2004 2004/2003 +/-% Prezzo alla produzione 0,81 0,98 0,92 -6,1 Costo di produzione 0,95 0,97 1,00 +3,1 D % +/- prezzo/costo -14,7 +1,0 -8,0 TACCHINO (Euro/kg vivo) 2002 2003 2004 2004/2003 +/-% Questo insieme di fattori hanno determinato, nel to- Prezzo alla produzione 0,91 1,22 1,02 -16,4 tale dell’anno 2004, una diminuzione dei prezzi per i Costo di produzione 1,18 1,25 1,28 +2,4 produttori: -6,1% per il pollo, -16,4% per i tacchini, D % +/- prezzo/costo -22,9 -2,4 -20,3 favore della vendita di carni bovine, non ha trasferito a beneficio del consumatore le diminuzioni dei prezzi praticati dai produttori avicoli. I DATI ECONOMICI 2004 -10,5% per le uova; il che corrisponde ad un indice aggregato dei prezzi di 7,7 punti percentuali inferiore FARAONA (Euro/kg vivo) 2002 2003 2004 2004/2003 +/-% rispetto al 2003. L’unico comparto in controtendenza Prezzo alla produzione 1,61 1,64 1,97 +20,1 è risultato quello della faraona, i cui prezzi hanno re- Costo di produzione 1,75 1,78 1,84 +3,4 gistrato un aumento (+20,1%). Si veda, al riguardo, la D % +/- prezzo/costo -8,0 -7,9 +7,1 tabella a sinistra. Il prodotto lordo vendibile del settore, a valori correnti, è diminuito globalmente nel 2004 del 7,7% UOVO (Euro/cad) 2002 2003 2004 2004/2003 +/-% (-8,5% per il pollame e -6,1% per le uova). Il contri- Prezzo alla produzione 0,072 0,080 0,0716 -10,5 buto del settore alla formazione della PLV è risultato Costo di produzione 0,061 0,062 0,0652 +4,3 pari a 2.670 milioni di euro (1.760 per il pollame e D % +/- prezzo/costo +18,1 +28,0 +9,8 910 per le uova), contro i 2.892,8 milioni del 2003 (1.923,5 milioni per il pollame e 969,3 per le uova), FONTI - per i prezzi: ISMEA, per i costi: UNA rappresentando il 18,3% dell’intero comparto zootec- 61 E C O N O M I A LE PRODUZIONI E I CONSUMI DI CARNI AVICOLE DAL 1968 AL 2004 Anno Polli da carne Produz. in tonn. Consumo tonn. Galline Cons. Produz. Cons. pro-capite in tonn. pro-capite kg kg (1) Tacchini Produz. in tonn. Altre specie avicole Consumo Cons. tonn. pro-capite kg Produz. in tonn. Cons. Consumo tonn. pro-capite kg Carni avicole totali Produz. in tonn. Saldo import/ export° Cons. Consumo tonn. pro-capite kg 1968 375.000 375.000 6,94 115.000 2,13 35.000 35.000 0,65 55.000 55.000 1,02 580.000 ---- 580.000 10,74 1970 417.340 424.090 7,80 101.420 1,86 65.000 65.500 1,20 65.000 65.290 1,20 648.780 7.540 656.300 12,06 1975 494.900 508.600 9,17 88.420 1,59 170.000 173.500 3,13 95.000 99.200 1,79 848.320 21.400 869.720 15,68 1980 571.230 582.230 10,31 84.710 1,50 225.000 224.300 3,97 72.000 75.700 1,34 952.940 14.000 966.940 17,13 1985 549.630 570.230 9,99 78.010 1,36 231.500 230.500 4,04 70.000 76.000 1,33 929.140 25.600 954.740 6,72 1990 632.200 648.400 11,26 83.700 1,45 279.100 273.100 4,75 74.000 77.900 1,35 1.069.000 14.000 1.083.100 8,81 1995 665.600 645.600 11,31 88.900 1,56 294.000 264.000 4,63 74.200 76.200 1,33 1.122.700 -48.000 1.074.700 18,83 1996 668.300 654.300 11,46 90.900 1,59 315.300 277.800 4,87 76.000 76.500 1,34 1.150.500 -51.000 1.099.500 19,26 1997 673.200 653.200 11,44 89.600 1,57 338.400 293.400 5,14 76.000 77.500 1,36 1.177.200 -63.500 1.113.700 19,51 1998 669.100 641.100 11,23 88.700 1,55 361.200 294.200 5,15 76.500 78.200 1,37 1.195.500 -93.300 1.102.200 19,30 1999 671.500 629.200 11,01 86.400 1,51 342.800 289.800 5,07 76.200 80.100 1,40 1.176.900 -74.100 1.085.500 18,99 2000 629.600 638.600 11,13 76.800 1,34 266.100 265.600 4,63 75.500 79.000 1,38 1.048.000 9.000 1.060.000 18,48 2001 710.900 695.900 12,03 88.800 1,54 369.400 316.400 5,47 78.500 80.500 1,39 1.247.600 -66.000 1.181.600 20,43 2002 704.900 664.700 11,49 87.200 1,51 349.800 273.600 4,73 77.400 80.700 1,39 1.219.300 -113.400 1.105.900 19,12 2003 691.000 661.300 11,41 85.500 1,48 295.500 257.500 4,44 79.000 81.900 1,41 1.151.000 -64.800 1.086.200 18,74 2004 675.600 639.100 11,02 85.700 1,48 298.000 266.400 4,60 75.200 76.700 1,32 1.134.500 -66.600 1.067.900 18,42 (1) La tariffa doganale comune raggruppa in un’unica voce “galli, galline e polli” importati o esportati. Non essendo pertanto possibile procedere ad un disaggregazione dei dati, abbiamo ritenuto opportuno riferire il saldo degli scambi di tali prodotti ai polli da carne. Fonte: UNA (°) Le voci import ed export sono comprensive degli scambi intracomunitari. nico e il 6,5% della PLV dell’agricoltura italiana. Il fat- pite di 18,42 chili (erano stati 18,74 nel 2003). turato del settore si è collocato a 4.500 milioni di eu- In particolare sono state prodotte: ro (contro i 4.850 del 2003): 3.150 per le carni avico- - 675.600 tonnellate. di carne di pollo (-2,2% rispet- le (3.500 nel 2003 e 2.750 nel 2002) e 1.250 per le uo- to al 2003); va (1.350 nel 2003 e 1.100 nel 2002). - 85.700 di carne di gallina (+0,2%); I costi di produzione, nello stesso periodo, sono - 298.000 di carne di tacchino (+0,8%); cresciuti del 3% circa, a causa dell’alto prezzo - 75.200 di carne delle altre specie avicole allevate delle materie prime cerealicole e della soia, pe- (-2,1%). nalizzando ulteriormente i produttori. Il differen- Per quanto riguarda il commercio con l’estero, le ziale medio costo/prezzo dei vari comparti si è quantità totali importate sono risultate in aumento: quindi collocato a -8,0% per il pollo, -20,3% per il 60.724 tonnellate contro le 48.989 del 2003 (+24%); le tacchino, +7,1% per la faraona, +9,8% per le uova esportazioni totali assommano a 127.281 tonnellate da consumo. contro le 113.813 del 2003 (+11,8%) e le 153.200 del 2002. Il saldo import/export (66.557 tonnellate) ri- LE CARNI AVICOLE mane comunque a netto vantaggio delle esportazioni. Come detto, la produzione nazionale di carni di Un esame più dettagliato dei dati relativi al commer- pollame è risultata pari a 1.134.500 tonnellate (- cio con l’estero evidenzia i risultati sotto indicati. 1,4 rispetto al 2003), mentre il consumo totale si Carne di pollo. Ne sono state importate 26.775 ton- è collocato a 1.067.900 tonnellate (-1,7% rispetto nellate, di cui 12.244 di petti di pollo, 6.236 di polli al 2003). Ciò si è tradotto in un consumo pro-ca- interi e 4.492 di carni preparate. Il flusso di esporta- 62 E C O N O M I A LE PRODUZIONI E I CONSUMI DI UOVA DAL 1968 AL 2004 Anno Produzione totale Pezzi Tonnellate Importazioni (saldo imp./exp.) uova e prodotti d'uovo Pezzi Tonnellate Consumi pro-capite Totale al consumo Pezzi Tonnellate Pezzi Kg 1968 9.300.000.000 520.800 375.000.000 21.000 9.675.000.000 541.800 179 10,0 1970 10.600.000.000 593.600 310.000.000 17.400 10.910.000.000 611.000 200 11,2 1975 10.826.000.000 606.300 341.000.000 19.100 11.167.000.000 625.400 201 11,3 1980 10.039.000.000 562.200 745.000.000 41.700 10.784.000.000 603.900 191 10,7 1985 10.387.000.000 604.500 1.050.000.000 61.100 11.437.000.000 665.600 200 11,6 1990 11.454.000.000 691.800 1.020.000.000 61.600 12.474.000.000 753.400 217 13,1 1995 12.017.000.000 752.260 490.000.000 30.670 12.507.000.000 782.930 219 13,7 1996 11.923.000.000 751.600 680.000.000 42.900 12.603.000.000 794.500 221 13,9 1997 12.298.000.000 774.800 370.000.000 23.300 12.668.000.000 798.100 222 14,0 1998 12.433.000.000 783.300 270.000.000 17.000 12.703.000.000 800.300 222 14,0 1999 12.660.000.000 797.600 140.000.000 8.800 12.800.000.000 806.400 224 14,0 2000 10.890.000.000 686.100 1.680.000.000 105.800 12.570.000.000 791.900 219 13,7 2001 12.901.000.000 812.700 154.000.000 9.700 13.055.000.000 822.400 227 14,2 2002 12.797.000.000 806.200 115.000.000 7.250 12.912.000.000 813.450 223 14,1 2003 12.837.000.000 808.700 -201.000.000 -12.663 12.636.000.000 796.100 218 13,7 2004 13.055.000.000 822.500 -170.000.000 -10.700 12.855.000.000 811.800 222 14,0 Fonte: UNA PRODUZIONE LORDA VENDIBILE DELL'AGRICOLTURA A PREZZI CORRENTI (MIGLIAIA DI EURO CORRENTI) Prodotti Coltivazioni agricole erbacee foraggere legnose Allevamenti Prodotti zootecnici alimentari - carni bovine - carni suine -carni pollame - latte - uova - miele Prodotti zootecnici non alimentari Totale 2000 2001 2002 2003 2004 26.413,70 14.557,20 1.882,40 26.884,80 14.219,60 2.047,40 27.318,20 14.738,60 2.035,90 27.056,30 14.738,90 1.810,70 27.500,00 9.974,10 10.617,80 10.543,70 10.506,70 13.986,40 13.974,10 3.483,50 14.949,00 14.936,90 3.494,40 14.293,50 14.281,40 3.549,30 14.765,70 14.753,90 3.713,90 2.171,50 1.953,80 4.230,00 2.776,40 2.080,30 4.398,70 2.357,90 1.939,90 4.395,40 2.400,30 1.923,50 4.415,40 933,90 20,00 12,30 908,20 19,60 12,10 911,70 15,90 12,10 969,30 16,30 11,90 910,00 40.400,10 41.833,80 41.611,70 41.822,00 42.600,00 15.100,00 1.760,00 Fonte: Istat per gli anni 1999/2003 Stime UNA per l'anno 2004 63 E C O N O M I A 2.405 di albume (nel 2003: 132 nel 2003); zione ha riguardato 63.273 tonnellate, di cui 22.000 - nello stesso periodo sono state esportate 192 milio- di polli interi, 14.583 di petti, 7.035 di cosce, 4.388 di ali. ni di uova in guscio, 12.169 tonnellate di uova pa- Carne di tacchino. L’importazione è risultata pari a storizzate e 12.428 di albume (nel 2003: 293 milio- 30.917 tonnellate, di cui 6.915 di fesa e 5.565 di car- ni di uova, 8.701 tonnellate di ovoprodotti e 12.141 ni cosiddette “preparate”. L’esportazione di carne di di albume). tacchino ha raggiunto 62.480 tonnellate, di cui 6.583 Tutti questi dati hanno portato al consumo totale di di tacchini interi, 13.492 di cosce, 29.291 di fesa, uova già indicato (12 miliardi e 885 milioni di uova), 6.816 di ali e 1.929 di carni preparate. pari ad un consumo pro-capite di 222 uova (4 in più Passando ai dati sui consumi, i 18,42 chili pro-capite del 2003). Le famiglie hanno acquistato la quota mag- registrati nel 2004 si sono così ripartiti: gioritaria (il 65%), ad ulteriore conferma di quanto gli 11,02 chili di carne di pollo (11,41 nel 2003); italiani apprezzino l’alimento che ha il maggior valo- 1,48 di carne di gallina (1,48); re biologico, si presta alle più diverse preparazioni 4,60 di carne di tacchino (4,44); gastronomiche ed è alla portata di tutte le tasche. 1,32 di carne di altre specie avicole allevate (1,41). L’industria, l’artigianato e le collettività, da parte lo- Al riguardo va sottolineato come, nell’arco degli anni, ro, hanno assorbito 4 miliardi e 480 milioni di uova (il le preferenze del consumatore abbiano fortemente restante 35%), di cui il 76% sotto forma di uova pa- modificato l’offerta delle carni di pollame. Nel 1986 il storizzate e il 24% di uova in guscio. pollo veniva venduto per il 45% intero, per il 53% in parti e per il 2% sotto forma di preparazioni e prodot- I PRIMI DATI DEL 2005 ti trasformati; per il tacchino le cifre erano: 3% di in- Nel primo quadrimestre dell’anno in corso è conti- tero, 96% di parti sezionate, 1% di prodotti elaborati e nuato il trend negativo per il tacchino e per le uova trasformati. Nel 2004, secondo le stime dell’UNA, la ri- da consumo, mentre qualche segnale positivo si è re- partizione dei consumi di pollo è stata la seguente: 16% gistrato per il pollo. Infatti, i prezzi alla produzione intero, 65% sotto forma di parti sezionate (petti, co- hanno registrato: -16% per il tacchino; -10,2% per le sce, ecc.), 19% sotto forma di prodotti elaborati (pollo uova; +2,1% per il pollo; +1,9% per la faraona. A con- ripieno o completato con odori o contorni, spiedini, trobilanciare in parte il calo dei prezzi (e a dare un hamburger, salsicce, involtini, ecc.) e trasformati po’ di fiato ai produttori di pollo e faraona) va però (wurstel, arrosti, cotolette, polpette, ecc). Per la car- annoverato il calo (-8%) dei costi di produzione, gra- ne di tacchino, i dati dell’UNA indicano: 2% di intero zie al diminuito prezzo dei cereali il cui abbondante (in particolare in occasione delle festività natalizie), raccolto nel 2004 ha favorito il ritorno di queste ma- 80% di parti sezionate (fesa, cosce, sovraccosce, osso- terie prime a quotazioni realistiche. Le previsioni di buco, ecc.), 18% sotto forma di prodotti elaborati e produzione calcolate per il resto dell’anno sembrano trasformati (fesa arrosto, wurstel, ecc.). evidenziare un sostanziale equilibrio tra l’offerta e la domanda attesa. LE UOVA DA CONSUMO Salvo, quindi, nuove ed ingiustificate speculazioni a Come già evidenziato, nel 2004 sono state prodotte in danno del settore - a fronte delle quali, però, gli im- Italia 13 miliardi e 55 milioni di uova contro i 12 mi- prenditori avicoli e le 180 mila persone che diretta- liardi e 837 milioni del 2003 (+1,7%), mentre i nume- mente o indirettamente operano nel settore si sono ri disponibili sul commercio con l’estero (elaborazio- impegnati a reagire duramente - il 2005 dovrebbe es- ni UNA su dati ISTAT) evidenziano un saldo attivo di sere l’anno della svolta. L’avicoltura italiana investi- 170 milioni totali di uova (nel 2003 era stato di 201 rà per comunicare in modo forte e chiaro ai consu- milioni). Un esame più dettagliato mostra i seguenti matori che qualità, sicurezza, salubrità, servizio, ver- risultati: satilità e gusto sono da sempre la sostanza della pro- - nel 2004 sono state introdotte in Italia 182 milioni duzione nazionale. Si aspetta, quindi, che il consu- di uova in guscio (nel 2003 erano state 170 milioni), matore metta da parte i timori infondati e ricominci oltre che 3.278 di ovoprodotti (4.506 nel 2003) e ad apprezzare i prodotti avicoli. 64