Numero 97
Gennaio 2014
ECO
BRIGNA
della
Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità • Le sfide pastorali della famiglia • Ecco il nostro Si... • La carica dei 25 • Vivere il Natale
Nuova serie - Parrocchia Maria SS. Annunziata
• Sentinella, quanto resta della notte • Il coro “S. Filippo Neri” • Vivere il Presepe
Piazza F. Spallitta - 90030 Mezzojuso (PA) - Italia
Spedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo • Spigolature dall’Archivio di San Nicola • Necessità di mantenere il rito greco a Mezzojuso
• Dalla Piazza al Costa Gaia • Presentazione del libro “Simboli di fede”
Le sfide pastorali della famiglia
editoriale
di
don Enzo Cosentino
S
tiamo vivendo l’anno
dedicato alla famiglia,
infatti papa Francesco ha
indetto per il prossimo
ottobre (5-19) una riflessione, durante l’Assemblea
Generale Straordinaria del Sinodo dei
Vescovi, dal titolo “Le sfide pastorali
della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”.
Mi chiedo, come parroco, cosa ciò
possa significare per la nostra parrocchia e per la comunità paesana. Tutti
ci aspettiamo molto da questa Assise
Sinodale. “Siamo convinti - dice il
Papa Giovanni Paolo II - che la società non potrebbe sussistere senza la
famiglia, per la semplice ragione che
in essa trova la sua origine e la sua
forza”. (Roma 08/10/2014)
Oggi più che in passato, si sente parlare di famiglie allo sfacelo, anche la
nostra piccola comunità non ne è
esente; le famiglie, che abitualmente
frequentano la nostra parrocchia,
risentono questa crisi. E’ vero, i tempi
sono molto cambiati, e forse è necessario ripensare ad una nuova modalità
di convivenza coniugale, rispettando
però il modello pensato dal Creatore a
partire dal libro della Genesi.
La Famiglia cristiana è fondata sul
matrimonio tra un uomo e una donna,
alimentato dall’amore ed il reciproco
rispetto. L’uomo e la donna insieme
formano la famiglia, che nel piano
divino, con l’amore reciproco, continua l’opera creatrice di Dio.
E’ grave constatare l’elasticità del vincolo matrimoniale, ultimamente anche
nella nostra comunità; la denatalità, la
coppia ha paura di mettere al mondo
dei figli, i costi sono enormi e lo stato
è assente, basta un figlio al massimo
due; la mentalità permissiva circa
l’aborto che non può essere un contraccettivo.
Se la famiglia perde la sua identità,
non potrà più essere considerata come
la cellula fondamentale della società.
Dobbiamo accompagnare con preoccupazione evangelizzatrice le famiglie
della nostra comunità, interessandoci
dei loro problemi, non solo a parole,
dobbiamo impegnarci nella creazione
di posti di lavoro che tengano conto
delle famiglie in qualunque momento
del loro cammino coniugale; conciliare il lavoro professionale ed i compiti
familiari, chi ha figli deve avere più
chance di altri che non hanno figli; è
necessario proteggere le madri; proteggere le persone deboli e diversamente abili; sostenere le persone
anziane e sole; bisogna offrire alloggi
alle giovani coppie soprattutto a quelli
con figli.
In questo anno dedicato alla famiglia,
la Chiesa ci chiama ad essere evangelizzatori dell’Alleanza coniugale e
sapienti costruttori della famiglia.
RIPOSA NEL SIGNORE
Montevago e di Palermo. Fu per sette
anni missionario a Kitwe in Zambia,
Africa. Ritornato per malattia, fu
guardiano e parroco ad Alcamo, dove
promosse l’apostolato con i Massmedia fondando “Radio-Tele Kolbe”.
Fu guardiano, altresì, a Mussomeli,
Messina Immacolata e Catania. Infine,
l’obbedienza lo portò nella comunità
di Comiso. Religioso di santa vita.
Predilesse il cammino dell’infanzia
spirituale. Dopo una malattia pazientemente accettata è morto a Comiso.
P. GIANFRANCO TAVOLACCI
Francescano Conventuale
16/04/1928
Mezzojuso (PA)
F
e
2
19/12/2013
Comiso (RG)
rà Gianfranco Tavolacci, è nato a
Mezzojuso, il 16 aprile 1928. Fu
ordinato Sacerdote nel 1954.
Licenziato in Sacra Teologia. Rettore
e formatore nel Collegio di
Dati e iter di vita di p. Gianfranco.
Nato a Mezzojuso il 16 Aprile 1928.
Ha compiuto gli studi ginnasiali a
Montevago (AG).
Quelli filosofici a Palermo e quelli
teologici a Roma ha conseguito la
licenza in Sacra Teologia.
Professione semplice 04/10/1947,
solenne 04/10/1950.
Ordinato a Roma il 13 marzo 1954
Basilica SS Apostoli.
Rientra in Sicilia nel 1956 è messo
presto a servizio nei seminari
Francescani di Palermo e Montevago
come Rettore e formatore dei giovani
fino al 1966.
Per sette anni è stato missionario in
Zambia (Africa).
Rientrato in Italia il 1973, ha svolto un
lungo periodo (18 anni) di apostolato
a largo raggio dando vita insieme ai
fratelli p. Francesco e p. Salvatore, a
una emittente radiotelevisiva (Radio
Tele Kolbe) ed un Centro per la diffusione della buona stampa (Centro
Kolbe) nella parrocchia di san
Francesco ad Alcamo (TP).
Dopo un breve periodo di lavoro apostolico a Mussomeli (CL) dal 1991 al
1994, passa a Messina ove per dieci
anni svolge il suo ministero con l’incarico di Guardiano della Fraternità
religiosa e Rettore del Tempio di San
Francesco all’Immacolata. Nel 2005
viene trasferito a Catania come
Guardiano e Rettore della Chiesa e nel
2009 infine a Comiso.
Festa dell’Adesione 2013/2014
Ecco il nostro “SI”…
“L
’appartenenza all’Azione
Cattolica Italiana costituisce una scelta da parte di quanti vi
aderiscono per maturare la propria
vocazione alla santità, viverla da
laici, svolgere il servizio ecclesiale
che l’Associazione propone per la
crescita della comunità cristiana, il
suo sviluppo pastorale, l’animazione evangelica degli ambienti di vita
e per partecipare in tal modo al
cammino, alle scelte pastorali, alla
spiritualità propria della comunità
diocesana.”
(Statuto dell’AC art. 15.1)
O
gni anno, l’8 dicembre, per la festa
dell’Immacolata Concezione,
l’Azione Cattolica tutta, nelle parrocchie dove essa è presente, rinnova la
propria adesione e il proprio sì all’associazione, per un rinnovato e sempre
maggiore impegno nella Chiesa.
Aderire all’Azione Cattolica significa
infatti scegliere di vivere da laici la
propria chiamata alla santità, partecipando attivamente alla vita dell’associazione quale piena esperienza di
Chiesa. Il Presidente nazionale, Franco
Miano, l’8 dicembre ci ha ricordato
che aderire all’Azione Cattolica è una
scelta di libertà. La libertà di donne e
uomini, ragazzi, giovani, adulti che
liberamente, a partire dal loro sì a
Gesù, scelgono di impegnarsi insieme
per la vita della Chiesa e della Società,
crescendo nella fede e in umanità.
In comunione con tutta l’Associazione,
anche i soci di Mezzojuso hanno rinnovato la propria adesione il 7 dicembre
nella Messa prefestiva dell’Immacolata
Concezione, presso la Chiesa a Lei dedicata (Ex Convento latino). La Liturgia
Eucaristica è stata celebrata da Don
Enzo Cosentino ed animata dai giovanissimi e dagli accierrini che hanno
fatto da corona. Dopo l’omelia del
parroco è stata celebrata l’adesione
con la lettura di alcune riflessioni di
Santi e Beati di Azione Cattolica,
seguite dalla preghiera di adesione. Al
termine della Celebrazione è stata
consegnata a ciascun socio la tessera,
segno che ci aiuta a ricordare una scelta di impegno personale. Aderire
infatti comporta anche un po’ di fatica
e sacrificio, è un impegno che va rinnovato ogni giorno. Aderire per ciascun socio, a partire dai più piccolo
fino al più grande, significa scegliere
volontariamente di togliere parte del
proprio tempo per dedicarlo ai più piccoli, agli incontri settimanali, alla programmazione e alle varie attività.
Significa impegnarsi in uno stile di vita
nuovo che cerca di incarnare in prima
persona, per poi trasmetterlo agli altri
tramite la testimonianza di ogni giorno,
il messaggio cristiano. Aderire richiede
anche un piccolo sacrificio economico
che permette all’Azione Cattolica di
sostenersi attraverso i contributi di ciascun socio, dando la possibilità di ricevere la stampa associativa che accompagna la formazione a misura di ciascuna età e la copertura assicurativa di
ogni aderente in tutte le iniziative.
La frase del Vangelo che accompagna
l’anno associativo 2013/2014 è tratta
dal Vangelo secondo Matteo e così
dice: “Quelli che troverete chiamateli”.
Questa frase evangelica esorta ciascu-
no di noi a riscoprire la propria vocazione missionaria per incontrare e
andare alla ricerca dei “lontani” portando loro, con la nostra gioia e il nostro
entusiasmo, la testimonianza che è
bello impegnarsi per Cristo e che davvero esiste una Chiesa “bella” in cui
vivere e lavorare. Anche papa
Francesco ha spesso esortato la Chiesa
tutta ad uscire dalle proprie chiese,
dalle proprie associazioni per andare
verso le periferie delle nostre città,
ossia andare incontro ogni uomo e
donna di oggi che nei drammi e nelle
paure della propria storia personale
cerca in noi cristiani un po’ di speranza
per poter uscire dalla solitudine e dalle
situazioni di dolore di cui ogni uomo fa
esperienza.
L’augurio che la nostra Associazione
parrocchiale si fa all’inizio di questo
nuovo triennio è proprio questo: essere sempre più cristiani adulti nella
fede, impegnati nella Chiesa e nel
mondo per il bene di ciascun uomo
che ci è posto accanto, consapevoli
che ogni uomo pur nella diversità è
sempre un dono ed è occasione di crescita umana e spirituale.
Gioacchino Vittorino - Martina Cozzo
Responsabili ACR
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La Carica dei
25
S
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Vacanze di branco invernali 2013
arà anche un appuntamento annuale, ma ogni VdB (Vacanza di
Branco) porta con sé un’emozione,
sempre diversa. In particolare, quella
di questo inverno, tenutasi a Palazzo
Adriano dal 27 al 29 Dicembre, è stata
caratterizzata dalla novità. In quanto
prima esperienza di campo scout, per
la maggior parte dei nostri adorabili
lupetti ogni cosa è stata emozionante,
sorprendente e avvincente; e questo è
stato, anche per noi capi, motivo di
stimolo e iniziativa.
Abbiamo proposto, come tema del
campo, “La Carica dei 101”, ispirandoci al celebre cartone animato della Walt
Disney. Tra Crudelia Demon, ladri,
cani di tutte le razze e rapimenti, non
sono mancate cacce al tesoro e ricerche
estenuanti che ci hanno portato tanta
allegria e tanto divertimento. Ci sono
stati, però, anche momenti di riflessione e di preghiera. Il campo infatti si è
concluso con un’emozionante caccia
francescana incentrata su alcuni episodi della vita del Santo nostro protettore.
La cosa che, ad ogni modo, ci ha portati, maggiormente, a pensare è stata la
conoscenza di un gruppo di dieci ghanesi, ospiti del centro d’accoglienza
Caritas, ai quali abbiamo portato un po’
di gioia e allegria.
Adesso vi chiederete: “ma cosa c’è di
diverso?”. Ebbene, la possibilità di
stare insieme, di giocare e di divertirsi
ha unito così tanto il nostro branco che
l’ultima sera nessuno se ne sarebbe
voluto andare da lì. Questa per noi è
stata una grande conquista perché è
stata la dimostrazione del fatto che il
nostro obiettivo - creare un gruppo
unito e coeso - è stato raggiunto brillantemente.
A conclusione di questo breve racconto possiamo solo dire che la passione,
l’impegno, la dedizione e la voglia di
fare non ci mancano, dunque noi continuiamo, con l’aiuto di Dio, a fare del
nostro meglio per crescere ed andare
avanti, perché ricordate: “Lupi noi
siamo e mai ci arrendiamo!”
Buona Caccia.
Chil
Federica Giordano
Vivere Il Natale
“E NASCIU LU BOMMINEDDU”, il presepe vivente
della scuola dell’Infanzia statale “I. Gattuso” di Mezzojuso
Foto di Cesare Di Grigoli
I
l 18 e il 19 dicembre 2013 gli alunni
della scuola dell’Infanzia statale “I.
Gattuso” di Mezzojuso sono stati gli
attori principali del suggestivo presepe
vivente “E nasciu lu Bommineddu”: un
articolato percorso, animato dai bambini, lungo il quale erano rappresentate
piccole botteghe, scene di vita quotidiana, antichi mestieri, oltre, ovviamente,
al quadro della Natività. I protagonisti
di questa rappresentazione sono stati i
piccoli alunni che, nonostante la loro
età, sono divenuti dei grandi attori.
Costruire un presepe con gli alunni, non
è solo voler chiamare in causa creatività
e abilità manuali, ma è soprattutto permettere un momento di riflessione, di
discussione e di ricerca. Richiamare in
vita i personaggi della Natività, attraverso la rappresentazione, è anche un
modo per riflettere e leggere nei segni,
nella collaborazione e nel gioioso e
comune lavoro, il vero senso del Natale.
L’esperienza sottintende un’opportunità
che offre la scuola di vivere il Natale in
forma originale e non secondo i consueti canoni consumistici. La finalità è di
far cogliere agli alunni il senso dell’attesa, della condivisione, del dono, della
speranza e della gioia: aspetti determinanti ai fini educativi che, grazie alla
festa del Natale, possono essere concretamente vissuti.
Un’ambientazione perfettamente ricostruita in cui una parte del salone del
plesso scolastico si è trasformato “per
incanto” (e con grande lavoro certosino
di insegnanti, personale scolastico e
alcuni genitori) in locande, taverne,
case e attività dell’ epoca con fieno,
finestre, panni stesi e un bellissimo
cielo stellato, che riportava immediatamente ad una notte e ad una storia, raccontata dai bambini, risalente a più di
duemila anni fa. Immancabile anche la
riproduzione della grotta con la scena
della Natività, ovviamente con un bambino Gesù in carne ed ossa. Il risultato
è stato un presepe vivente che ha commosso, in cui i bambini hanno recitato
con emozione (ma benissimo) la loro
parte regalando momenti di gioia a
genitori, parenti e a quanti, orgogliosi,
sono venuti a vederli. In appuntamenti
come questo, si mescolano gioco e cultura, storia e leggenda. I bambini imparano che lavorare in gruppo può dare
frutti insperati, anche quando non ci
sono fondi e sembrerebbero non esserci
più possibilità, che, invece, nascono
dalla volontà e dalla caparbietà. La rappresentazione del presepe vivente ad
opera dei bambini è stato un crescendo
di emozioni e di bellissime sensazioni.
Stupendi i costumi indossati, realizzati
da genitori e nonni. Un mese di lavoro
intenso con la cura di tutti i particolari,
grazie anche al contributo delle famiglie che hanno messo a disposizione
oggetti e utensili antichi. Visto il successo, il presepe dei bambini potrebbe
essere replicato anche l’anno prossimo,
almeno si spera!
Liana La Gattuta
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“La notte, udite,
sta per finire, ma il giorno
ancora non è arrivato…
Ma io voglio, sempre,
perciò insistete, ridomandate,
tornate ancora se lo volete,
non vi stancate…
ora capisco il mio capire,
che una risposta non ci sarà,
che la risposta per l’avvenire
è in una voce che chiederà:
SENTINELLA, QUANTO
RESTA DELLA NOTTE.
E
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d è con queste parole che ha inizio
il nostro CFA. Si parte per l’ennesimo campo, ma a differenza delle
altre volte, questo non è caratterizzato
dalla presenza di bambini ma di capi
adulti pronti per concludere l’iter formativo. Il CFA (campo di formazione
associativo) è l’ultima tappa della formazione che i capi educatori Agesci
devono fare per poter essere brevettati.
Tutto è pronto, zaino sulle spalle, uniforme indossata, pronti per una nuova
avventura a Napoli.
Il tutto ha inizio il 2 gennaio 2014 alle
ore 10:00 presso Piazza Lauro di
Sorrento, dove ad attenderci ci sono
altri capi provenienti da tutta Italia.
Presentazioni, baci e abbracci e inizia
il nostro giro per Sorrento, ammirando
e contemplando le bellezze che questa
meravigliosa città ci offre.
Terminato il giro per Sorrento, pranziamo, ridiamo, bansiamo (giochiamo) e subito dopo zaino sulle spalle
pronti per affrontare un faticoso percorso per arrivare alla seconda tappa
“Colli di fontanelle”. Ad attenderci
dopo diversi chilometri di strada, ci
sono: Padre Fabrizio (ass. eccl. del
campo), Angela, Sciao, Paolo,
SENTINELLA,
QUANTO RESTA
DELLA NOTTE…
Il CFA (campo di formazione associativo) è l’ultima tappa della formazione che i capi educatori Agesci devono fare per poter essere brevettati.
Cosimo, Gaetano, Matteo e Livio
(capi campo). Con una solenne cerimonia abbiamo rinnovato le promesse
battesimali, esposti i propri dubbi
sull’essere capo scout e la consegna
del nuovo fazzolettone simbolo di una
nuova comunità.
Non poteva concludersi questa prima
giornata con una festa e ad ogni festa
che si rispetti un po’ si mangia: prodotti tipici dal proprio luogo di prove-
nienza da condividere con tutti gli
allievi.
Inizia un nuovo giorno, sveglia, colazione e preghiera e ci spostiamo in un
nuovo paese: Sant’Agata dei due
Golfi. E’ facendo strada e camminando insieme che abbiamo avuto il
primo modo per incontrare essenzialità e bellezza proprio dove apparentemente sembrano non esistere.
Finalmente arriviamo a Sant’Agata e
dopo aver tanto faticato soddisfiamo i
nostri bisogni: mangiare e lavarci.
La giornata continua puntando l’attenzione sul senso del fallimento e cercare di capire le maggiori criticità nella
propria vita scout.
Terzo giorno, sveglia, colazione e preghiera. Sotto la pioggia e su strada scivolosa ci mettiamo in cammino per la
stazione di Sorrento per poter prendere la circumvesuviana e spostarci a
Napoli. Una volta arrivati sul posto,
l’appuntamento è presso la Chiesa di
Santa Maria Egizia, da lì ha inizio
l’Hike di servizio.
L’Hike è un’uscita in cui vengono
messe alla prova la capacità di adattamento e di resistenza di cui lo vive.
L’Hike in sostanza consiste nel divide-
re in gruppi i ragazzi e dotarli di una
mappa su cui è segnata una località da
raggiungere per pernottare la notte e la
destinazione da raggiungere il giorno
successivo.
Nella località segnata per pernottare, il
gruppo dovrà trovare ospitalità per la
notte offrendo in cambio il proprio
servzio alle persone che lo ospitano.
Allo stesso tempo è anche un momento di riflessione personale, è un introspezione psicologica al fine di analizzare la propria vita e trovare un obiettivo concreto per il futuro. E’ quindi
un momento che coniuga strada, spiritualità e avventura.
Ad ogni gruppo come destinazione è
stata assegnata una casa famiglia o un
centro sociale dove svolgere il proprio
servizio. Il giorno seguente è stato
scelto come luogo di destinazione il
quartiere Sanità. Ognuno di noi ha
avuto modo di esternare le proprie
sensazioni ed emozioni, arricchendole
con la visita del quartiere. Qui abbiamo assistito ad una grande sfida di un
grande uomo e prete che è stata quella
di risvegliare le coscienze dei giovani
di uno dei rioni più difficili di Napoli.
Da questa sfida ne viene fuori un successo incredibile e inaspettato d’impresa civica, sana, solidale e sostenibile oltre al riscatto di una bella parte di
quartiere e dei suoi giovani che non
vivono una situazione economica,
sociale e affettiva molto fiorente.
Questa profonda, intensa ed emozionante giornata si conclude con una
visita dei tesori nascosti e dei quartieri
tipici della bella Napoli accompagnata
da una buonissima pizza napoletana.
Siamo arrivati a giorno 6 gennaio,
dalla Sanità ci spostiamo a Scampia,
un quartiere di Napoli abbastanza
degradato e senza un futuro reale per i
giovani.
Lì siamo stati accompagnati alle
“Vele” dai capi scout del gruppo
Napoli 14, che ci hanno permesso di
conoscere i bambini del quartiere e del
centro ROM.
Questa visita, ha scaturito in noi un
senso di angoscia e tristezza nell’aver
visto bambini poco fortunati ma con
tantissima voglia di vivere, lottare e
sorridere. Questo ci ha permesso di
percepire la presenza di Dio in ogni
singolo volto degli abitanti di
Scampia.
Ma l’emozioni non finiscono qui, si
intensificano nei successivi giorni a
seguito della visita del carcere di
Secondigliano e della festa organizzata
al centro Hurtado per tutti i bambini del
quartiere. Siamo al 9 gennaio e il
campo giunge al termine con le verifiche personali, con gli occhi pieni di
lacrime e con il cuore pieno di gioia e
amore verso il prossimo. Ed è con una
frase di Neruda che po’ riassumersi il
senso del campo: “ Quando riposa il
treno si riuniscono gli amici…”; non è
il mezzo con il quale siamo arrivati,
ma sul perché: riposare, fare il punto
sulle proprie esperienze, sul proprio
servizio, condividere, costruire comunità, provare insieme a capirci un po’
di più, respirare la propria vocazione
di capo all’aria buona di un solido percorso di fede, ricordarsi e ritrovarsi
dentro una grande Associazione, confrontarsi, sognare e costruire il cambiamento alla luce del Patto
Associativo, tornare a casa cresciuti.
Non bisogna rimanere nel proprio territorio per offrire servizio, ma basta
puntare l’occhio verso l’orizzonte e
accorgersi che proprio lì c’è qualcuno
che ha bisogno delle nostre mani e del
nostro sorriso.
Caterina Perniciaro
Giacomo Lisciandrello
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NASCE UN CORO DI VOCI BIANCHE
A MEZZOJUSO
VOCI PRIME
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l 2013, tra le tante cose, ha visto
sbocciare la nascita di un nuovo
gruppo di giovanissimi cantori, che nel
periodo natalizio hanno allietato tante
persone in più eventi: il coro di voci
bianche “San Filippo Neri”.
Galeotta fu la commedia che vedeva
impegnati come attori e cantanti i
numerosissimi ragazzini che vi parteciparono, e per questo motivo ho pensato
di dedicare questo nuovo gruppo corale
ad una figura che mi accompagna da
molto tempo; San Filippo Neri (15151595).
Il gruppo è formato attualmente da una
quindicina di elementi tutti di età compresa fra gli otto e i sedici anni, con
valide capacità musicali e vocali.
Nell’ottobre scorso sono iniziate le
prove, che prevedono esercizi di intonazione, vocalizzi, educazione polifonica e tutto ciò che occorre per ottenere
un buon lavoro.
Lo scorso 13 dicembre ha avuto luogo
presso la parrocchia Maria S.S.
Annunziata il primo “Concerto di
Natale” organizzato dalla Confraternita
“S. Francesco d’Assisi”. Durante la
serata si sono esibiti due cori: il coro di
voci bianche S. Filippo Neri, e un coro
lirico formato da alcuni dei miei colleghi
diretti dalla maestra Carmelina Di Peri. I
due gruppi si sono alternati durante il
concerto affrontando repertorio sacro,
operistico e relativo alle vicine feste
natalizie. Il tutto è riuscito anche grazie
alla collaborazione del parroco Don
Enzo Cosentino, della Confraternita “S.
Francesco d’Assisi” e dei fratelli
Canfora che hanno preparato un ottimo
buffet per ringraziare tutti i cantanti che
si sono esibiti.
Quello del 13 Dicembre lo abbiamo considerato come un vero e proprio debutto
dopo mesi e mesi di dure prove. Qualche
giorno dopo, un gruppo di organizzatori,
mi ha contattato chiedendomi la partecipazione del coro di voci bianche ad uno
spettacolo di beneficenza. Così armati di
pazienza (soprattutto gli accompagnatori
Alberto Cosentino e Marco Canfora) e di
tanto entusiasmo, il 30 dicembre mattina
siamo partiti da Mezzojuso alla volta del
teatro “Franco Zappalà” di Palermo presso il quale, in serata, si è svolta l’esibizione dei piccoli cantori diretti da me.
Il successo è stato davvero grande, tanti
i complimenti da parte di maestri e colleghi che si sono augurati di rivederci
nuovamente sul palco del teatro per altre
produzioni un po’ più impegnative.
L’impegno continua chiaramente anche
dopo questi due eventi che ci hanno visti
protagonisti, con l’ingresso nel coro di
nuovi elementi e con le nostre animate
prove, che oltre ad essere
momenti costruttivi per tutti,
sono soprattutto occasione di socializzazione e confronto.
Ringrazio ancora tutti i genitori per la fiducia datami in questi mesi e per l’interesse che
danno a queste mie proposte. Il
mio augurio è quello di continuare
con quest’attività il più lungo possibile, e crescere insieme al “mio” coro
col quale spero ancora di condividere
altri successi ed emozioni.
Claudio Corsaro
Billone Chiara
Bisulca Fabiana
Contessa Gianluca
Di Grigoli Lucrezia
La Barbera Chiara
La Barbera Riccardo
Lo Monte Giuseppe
Mirto Clara
Palagonia Carla
Schillizzi Alice
Sunzeri Federica
Viscardi Francesca
VOCI SECONDE
Duka Nadia
Lo Vico Sara
Magnate Aurora
Sagrì Stefania
PIANOFORTE
Alberto Cosentino
DIRETTORE DEL CORO
Claudio Corsaro
Foto di Cesare Di Grigoli
“Io vigilo sulla mia parola per realizzarla” (Ger 1,12)
Foto di Vittorio La Rosa
L’Ordinazione presbiterale di
SERVO MICHELANGELO MANNINA
È
stata un’immensa gioia per la
Comunità dei Servi e delle Serve
dell’Amore Misericordioso, e per l’intera eparchia di Piana degli Albanesi,
ricevere il dono e la grazia dell’ordinazione presbiterale di servo
Michelangelo Maria Mannina, avvenuta il 21 Dicembre 2013 presso la Tenda
della Divina Misericordia a S. Cristina
Gela per l’imposizione delle mani e la
preghiera consacratoria di S.E. Rev.ma
il
Cardinale
Paolo
Romeo,
Amministratore della nostra eparchia.
Il versetto biblico iniziale, che servo
Michele ha scelto per le immaginettericordo della celebrazione, esprime
tutta la grandezza e la bellezza dell’incontro tra due storie: la storia di servo
Michele e la storia di Dio; Egli gli si è
fatto incontro, ha voluto intrecciare la
sua vita divina con l’umanità di questo
suo figlio fino a penetrarla e, infine, a
trasformarla anche nelle più intime
fibre col cambiamento ontologico operato dallo Spirito in forza del sacramento dell’Ordine, completando quell’opera iniziata con l’ordinazione diaconale e
rendendolo “sacerdos in æternum”.
È la tenerezza manifesta di un Padre
che, misericordiando - se vogliamo
usare il passivo teologico dell’evangelista Matteo - un uomo, lo sceglie per
“implorare la Sua misericordia per il
popolo e per il mondo intero” (dalla
liturgia dell’Ordinazione); è l’amore
di un Dio che ha voluto regalare alla
Comunità dei Servi e delle Serve,
all’intera eparchia, alla Sua Chiesa un
nuovo ministro che dispensi i Suoi
divini Misteri.
Splendido è il dono, splendida è stata
la giornata: il cielo sereno, il sole
radioso e la gente felice che gremiva la
tensostruttura hanno fatto da cornice
all’evento. La celebrazione è stata fortemente sentita ed attivamente partecipata: i sacerdoti, il popolo, lo stesso
Cardinale sono entrati in un clima di
preghiera palpabile, autentico; generale la commozione alla presentazione
del candidato, esposta da p. Emilio
Cassaro, Fondatore e Superiore della
Comunità., alla litania dei santi e alla
vestizione degli abiti sacerdotali,
momento seguito da un applauso commosso e prolungato. Commossi anche
i presbiteri presenti, con i quali il neo
ordinato ha scambiato un affettuoso
abbraccio di pace.. Alla fine della celebrazione, animata da canori e musicisti
laici e religiosi della Comunità, ha
avuto luogo il tradizionale bacio delle
mani, bagnate poi non solo dall’Olio
Crismale, ma anche dalle lacrime di
gioia di molti presenti.
Domenica 22 Dicembre alle ore 9.30,
presso la stessa tensostruttura, servo
Michele ha celebrato la sua prima
Messa: un vortice di emozioni ha
coinvolto la Comunità e l’assemblea
presente che, col cuore gonfio di gratitudine, si sono unite al novello sacerdote nel rendimento di grazie innalzato a Dio col Sacrificio Eucaristico. Al
termine della liturgia, servo Michele
ha ringraziato i presenti alla celebrazione e in tutta la sua vita; ultima - e
non ultima - fra tutti la Vergine Madre,
alla quale ha rinnovato il suo “totus
tuus”. Partecipatissima è stata anche la
S. Messa che servo Michele ha presieduto la stessa Domenica pomeriggio
presso la Chiesa Madre di San Giorgio
in Caccamo, suo paese natale.
Servo Michele ha accompagnato la
sua preparazione all’ordinazione con
un piccolo versetto biblico: “Tu rinnovi come aquila la mia giovinezza”,
unendolo ad un continuo stupore e ad
un sincero rendimento di grazie a un
Dio talmente amoroso che, alla tenera
età di 48 anni, gli ha donato una vita
totalmente nuova. Con questo stesso
versetto vogliamo rivolgere una provocazione/augurio ad ogni
lettore: possa anche tu
abbandonarti a Dio lasciando
che Egli ti sorprenda con le
Sue meraviglie, rinnovando in toto la tua
vita. Ergo auguri,
servo Michele;
a u g u r i ,
Mezzojuso;
a u g u r i ,
Chiesa Santa
di Dio.
Casa
Noviziato
S. Bruno
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Vivere il Presepe
Una suggestiva ambientazione per il presepe vivente
organizzato dalla Parrocchia Maria SS. Annuntiata
C
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onclusasi la messa della notte di
Natale si è alzato il sipario sull’ex
Convento latino, che ha fornito uno
scenario imparagonabile per la prima
edizione del presepe vivente a
Mezzojuso.
L’originale presepe, che ha arricchito
le festività natalizie nel nostro paese, è
nato da un’idea di alcuni giovani proposta a don Enzo, e che ha trovato fin
da subito terreno fertile sia fra gli altri
giovani che fra gli adulti.
La scelta di utilizzare i locali dell’ex
Convento latino come sfondo per la
rappresentazione è nata dall’idea,
messa alla base di tutte le scelte, di
favorire la conoscenza ai visitatori di
ciò che è appartenuto al passato della
nostra comunità.
In tal senso i personaggi oltre che utilizzare i costumi e gli attrezzi da lavoro, che sono passati fra le mani esperte
dei loro nonni, sono riusciti a ricostruire quelli che erano gli antichi
mestieri del nostro paese, andando a
creare uno spaccato di vita quotidiana,
che andava dal sapore del formaggio
fresco a quello delle “vastelle” con lo
zucchero; dall’odore del carbone dentro i bracieri a quello della ricotta; dal
suono del ferro battuto sull’incudine,
ai canti intonati sul suono dell’armonium; dalla luce forte del fuoco a
quella fioca della lampada ad olio;
dalla velocità di chi lava i panni sulla
“pila”, alla lentezza di chi con precisione ricama o intreccia i vimini per
fare un cesto. Il percorso è stato una
“full immersion” che ha coinvolto
tutti i sensi, scaldando con quelle
scene di semplice vita quotidiana i
cuori dei visitatori, e facendo in modo
che questi siano tornati a casa con un
sorriso, e magari alcuni, proprio come
hanno fatto i pastori avendo visto
Cristo nella mangiatoia, hanno “glorificato e lodato Dio per tutto quello che
avevano udito e visto”.
La parola d’ordine fin dall’inizio è
stata “francescanità”, tanto che con un
contributo di 2.000 euro, dato dal
Comune di Mezzojuso, si è riusciti a
realizzare tutto questo. Inoltre, la scelta di rendere tutto molto sobrio è stata
importante per far capire, in un
momento di crisi, sopratutto morale,
quanto il denaro conta poco, e quanto
alcuni valori come lo stare insieme e il
collaborare contano di più.
L’obiettivo primario è stato fin dall’inizio quello di mettere alla base di
tutto, la vera storia della natività di
Cristo. In secondo luogo si è scelto di
utilizzare una contestualizzazione
storica, artistica e sociale, che potesse essere diversa da quella tradizionale, al fine di suscitare interesse e
attrazione, anche turistica, e di rivalutare uno scorcio del paese che non
appartiene più alla nostra vita quotidiana, e allestirlo in una maniera un
po’ diversa dai classici presepi viventi, che mettono la natività al centro di
tutto, trascurando che questa in quel
momento è realmente avvenuta in
una stalla isolata, parlando con i termini della rappresentazione: come se
fosse una quinta.
Infine l’unico scopo posto è stato quello didattico, facendo sì che il presepe
nella sua funzione originaria, ovvero
di “biblia pauperum”, potesse dare in
maniera allegorica l’immagine biblica
della natività di nostro Signore.
L’ambientazione storica in un tempo
relativamente lontano (prima metà del
‘900), è stata finalizzata a costituire
una fonte di apprendimento andando a
suscitare nei giovani interesse verso la
storia del nostro territorio.
Il presepe si è potuto realizzare grazie
all’aiuto dei giovani, che non hanno
scelto la strada dell’immobilismo, che
da qualche anno sta penetrando nella
società, ma anche grazie all’aiuto dei
“grandi”, che hanno apportato una
grandissima dose di entusiasmo e
creatività, dando vita così a questo
importante momento di aggregazione
e collaborazione.
Un grazie particolare va ai figuranti,
che sono riusciti a rappresentare nella
maniera più disinvolta e naturale possibile coloro che sono passati alla storia e coloro che sono stati dimenticati
come i lavoratori; a tutti coloro che
hanno aiutato mettendo a disposizione
il loro lavoro, gli oggetti, che furono
tra le mani dei vecchi lavoratori mezzojusari e soprattutto le loro conoscenze che sono state indispensabili e
basilari a tutto. Si ringraziano inoltre
tutti i visitatori perché non c’è miglior
successo per chi organizza che vedere
una moltitudine di persone contente e
soddisfatte.
Angelo Schillizzi
FOTO DI ROSARIO COSENTINO
e
11
Spigolature
dall’Archivio della Parrocchia
di S. Nicola
a cura di Nino e Nicola Perniciaro
PAPAS LORENZO PERNICIARO
Cenni biografici sui papàs e sugli uomini illustri della colonia di Mezzojuso
On. Simone CUCCIA
Deputato al Parlamento nazionale
e
12
Simone Cuccia nacque in Augusta da
Luca e Teresa Papè il 15 marzo 1841.
Appartenente a famiglia albanese di
Mezzoiuso.
Il padre fu capitano dell’esercito borbonico in seguito congedato e messo
in pensione.
Appena ultimati gli studi elementari,
il piccolo Simone, il quale del resto
non sentiva una vocazione per quella
carriere, ma amava la quiete e lo studio, fu collocato nel Seminario greco,
diretto allora do un suo zio papàs
Andrea Cuccia, dove eccelse fra i suoi
colleghi per vivacità e prontezza d’ingegno e soprattutto per quella immensa bontà d’animo, che non smentì mai
in tutta la sua vita e che lo rendeva
caro e simpatico a quanti lo avvicinavano.
Così egli poté seguire gli studi classici
e coltivare di poi le scienze giuridiche.
che dovevano un giorno renderlo celebre ammirato e stimato1.
Ecco quanto ci dice Giuseppe
Bennici: L‘avv. Simone Cuccia deputato al Parlamento per l’ingegno e la
splendida parola non secondo nel foro
di Palermo a nessuno, deve la sua riuscita unicamente a papàs Andrea.
Questi lo apprezzò; lo prese fanciullo
a benvolere e lo mantenne del suo in
collegio fino a che si laureò. Quando,
mutati i tempi, il padre dello ancora
studente Simone, capitano nelle milizie borboniche, fu collocato in riposo
con una esigua pensione e una numerosa famiglia, papàs Andrea ospitò
tutti nella casa della Parrocchia2.
E il prof. Alessandro Paternostro: I
suoi primi anni passati in seno alla
famiglia amatissima e povera, di quella povertà di tanto più tribolata, per
quanto più si nasconde per le esigenze
della condizione civile, lo educavano
al culto degli affetti puri e tenaci ed
alla difficile virtù. dei sacrifizi oscuri,
modesti, quotidiani.
Destinato alla carriera delle armi, il
caso del ritorno della nave in porto
per fortuna di mare ed il risvegliato
timore materno decidono del suo
avvenire. E’ mandato alle scuole classiche. Qui il giovinetto preannunzia
ciò che potrà divenire l’uomo fatto: la
tenacità nello studio, l’acume dell’ingegno, la fierezza ed insieme la dolcezza del carattere, propria alle nature veramente forti, lo rendono caro ai
superiori ed ai compagni.
Il giovane avvocato, innanzi alle diffi-
Spigolature dall’Archivio della Parrocchia di S. Nicola
coltà ed alle disillusioni che seguono
il desiato possesso di una laurea,
cerca nell’insegnamento delle lettere,
della filosofia, e del diritto, nelle pubbliche scuole, così i mezzi della vita
materiale, come il campo di azione
alla vigorosa energia della mente.
Dalle scuole ginnasiali e tecniche
passa all’Università, e qui veramente
rivela l’ingegno profondo e potente3.
Difatti nel 1862, a ventun’anno, ottenne con franchigia la laurea in giurisprudenza.
Il 25 ottobre 1864 sposò Silvia Anzon
di Pietro e di Agostina Raccuja4.
Mentre attendeva alla pratica forense,
cominciò ad insegnare nel Ginnasio
Vittorio Emmanuele e poi Etica e
Diritto positivo privato nell’istituto
tecnico.
Dal professore Nicolò Musmeci, rettore dell’Università di Palermo, fu
invitato ad occupare la cattedra di
Introduzione alle scienze giuridiche e
Storia del diritto. Mancato all’università il professore di Diritto e
Procedura penale fu chiamato dal rettore prof. Giammellaro all’insegnamento di questa materia.
Nel 1867 fu Consigliere provinciale
nel mandamento di Partinico, nel
1878 Consigliere comunale a
Palermo. Fu consigliere del Banco di
Sicilia, membro del Consiglio sanitario provinciale, presidente della
Scuola superiore Turrisi Colonna.
Nel 1882 fu proposto candidato nel
Collegio di Palermo come deputato al
parlamento nazionale e fu eletto con
grande maggioranza di voti venendone riconfermato per altre tre legislature. Quando prese parte alla vita politica, rinunziò all’insegnamento.
Nel 1888 fu nominato relatore del
bilancio di Grazia e Giustizia, nomina
che gli venne confermata sempre per
la competenza, che aveva in questa
materia. Fu relatore della legge sulla
insequestrabilità degli stipendi. Gli fu
offerto il portafoglio di Grazia e
Giustizia in sostituzione del Ferraris,
ma lo rifiutò per sentimento di coerenza politica, e lo tornò a rifiutare quando l’offerta gli venne ripetuta nel
1893.
Simone Cuccia moriva in Palermo da
Deputato il 23 febbraio 1894 all’età
appena di 54 anni. Nell’atto di morte
della parrocchia greca di Palermo gli
fu dato il titolo di Eximius advocatus.
Tale fu veramente il Cuccia: uomo di
rare qualità, sopratutto profondo
conoscitore del Diritto e celebre oratore. Anzitutto profondo conoscitore del
Diritto. Al di sopra di tutti i suoi lavori
parlamentari infatti, a perpetua testimonianza della sua grande intelligenza e della sua vasta dottrina, rimane la
collaborazione da lui prestata al nuovo
Codice penale (Zanardelliano), del
quale fu relatore con Villa, Marcora e
Nocito.
Fu anche celebre oratore. Ecco quanto
scrisse di lui l’avvocato Giuseppe Di
Stefano Napolitani: E’ antico il detto
poeta nascitur, orator fit. E ciò sarà
vero nella generalità dei casi; ma per
Simone Cuccia era il vero caso di dire
che egli nacque oratore. Difatti la
natura gli era stata larga di tutte quelle doti, che il vero oratore deve possedere: ingegno potente, intuizione rapida, anzi fulminea, percezione chiara,
memoria portentosa, cuore pieno di
affetto, figura maschia e simpatica,
parola vigorosa, incisiva, affascinante. A tutte queste qualità naturali egli,
con uno studio indefesso, seppe unire
una vasta dottrina giuridica, una cultura letteraria e filosofica non comune, una conoscenza profonda delle
intime latebre del cuore umano.
Non è da stupire, quindi, se dotato di
tanti requisiti, Simone Cuccia poté pretto salire in fama. di grande oratore5.
1
In memoriam di Simone Cuccia.
Commemorazione letta nel Circolo giuridico nella tornata del 24 febbraio 1895
dall’avvocato Giuseppe di Stefano
Napolitani.
Palermo,
Stabilimento
Tipografico Virzì, 1895, pag.7.
2
Giuseppe Bennici. Un primo libro per
mio figlio. Roma, 1896, pag.34.
3
Per Simone Cuccia. Parole pronunziate
dal prof. Alessandro Paternostro per
l’inaugurazione del monumento al
Cimitero dei Rotoli. Palermo, I Novembre
1895.
4
Archivio parroc. greca di Palermo.
5
In memoriam di Simone Cuccia … cit.
p.12.
Papàs Andrea CUCCIA (1788-1875)
Rettore del Seminario greco di
Palermo (1845-1865), parroco della
parrocchia greca di Napoli (18311845), parroco della parrocchia greca
di Palermo (1859-1875).
Papàs Andrea Cuccia, fu Luca e fu
Pietra Lopes, nacque a Mezzojuso e
venne battezzato dal reverendo Nicolò
Figlia, allora cappellano sacramentale
di questa madrice, il 25 ottobre 1788
(Reg. battesimi pag. 156). Al battesimo gli vennero posti i nomi Andrea e
Melchiorre. Padrini furono il reverendo papàs Melchiorre Masi e donna
Anna Schirò, moglie di papàs
Antonino Lazzaretto, vicario foraneo
di Mezzojuso.
Compì i suoi studi nel Seminario
greco di Palermo. Ordinato sacerdote,
venne a Mezzojuso. Lo troviamo
annotato nei registri dei battesimi di
questa madrice dal 14 ottobre 1816 al
27 maggio 1818 con la qualità di cappellano sacramentale.
Dal 1819 al 1830 fu cappellano sacramentale della parrocchia greca di
Palermo prestando contemporaneamente servizio nel Seminario greco di
detta città, ove esercitò anche l’insegnamento.
Indi nel 1831, quando già ricopriva la
carica di vicerettore del predetto
Seminario sotto il dotto monsignore
Giuseppe Crispi, rettore, venne chiamato a reggere la parrocchia greca dei
SS. Apostoli Pietro e Paolo di Napoli
per sostituirvi il reverendo papàs
Giorgio Matranga, prima quale economo curato1 e poi quale parroco2.
Papàs Andrea svolse quivi il suo ministero sacerdotale con gradimento dei
suoi superiori ecclesiastici fino al 12
luglio 1845.
In detto anno a petizione del cardinale
Ferdinando M. Pignatelli, arcivescovo
di Palermo, e di mons. Giuseppe
Crispi, vescovo greco, lasciò per
disposizione speciale di S. M.
Ferdinando II quella Pieve di Napoli,
per venire ad assumere il doppio ufficio di rettore nel Seminario Greco di
Palermo e di cappellano nella parrocchia greca della stessa città3.
La Deputazione del Seminario nella
riunione del 23 luglio 1841 gli conferiva la carica di rettore, carica che
seppe mantenere con dignità e prestigio fino al 18654.
Ecco il testo della deliberazione della
Deputazione: Avendo renunciato
1’ill.mo e rev.mo mons. vescovo dott.
don Giuseppe Crispi la carica di rettore del nostro seminario, attese le di lui
varie occupazioni, è stata questa
accettata dalla Deputazione, la medesima, con l’espresso consenso ed
e
13
Spigolature dall’Archivio della Parrocchia di S. Nicola
e
14
approvazione di S. Emin. mons. arcivescovo, unanimemente è venuta ad
eligere per rettore suddetto il rev.mo
sacerdote don Andrea Cuccia con tutte
le facoltà necessarie volute dalle regole dello stesso.
Intuitivamente alla suddetta renuncia
la Deputazione, tenendo presente i
lunghi servizi prestati dall’ill.mo e
rev.mo mons. vescovo Crispi per anni
ventuno con detta qualità di rettore,
permette che vita durante abbi gratis
l’uso di quelle stanze di esso
Seminario, che ha tuttora abitate, a
condizione però di dare una qualche
sorveglianza in esso Seminario sull’affari essenziali del medesimo.
Con decreto arcivescovile poi del 9
agosto 1845 gli veniva conferita la
carica di cappellano della parrocchia
greca di detta città, carica che tenne
fino all’ottobre 1859, quando, morto il
4 settembre 1859 S. Ecc. mons.
Giuseppe Crispi, parroco della predetta parrocchia, il Cuccia gli succedeva,
ricevendone il possesso canonico il 16
ottobre 1859.
Nel 1855 papàs Andrea incomincia a
sentirsi malfermo in salute. In quell’anno, il 10 giugno, fa istanza a S. M.
il re Ferdinando II per avere una pensione vitalizia.
Il settembre 1865 rinunzia al rettorato
del Seminario greco, continuando ad
essere parroco della parrocchia greca
di Palermo fino al 18 marzo 1875,
data della sua morte, avvenuta nella
città stessa di Palermo (Archivio parrocchia greca di Palermo, Registro
defunti p. 10).
Per le conoscenze che egli aveva in
città, e per le benemerenze acquistatesi lungo il suo rettorato, alla sua salma
furono resi solenni onoranze, e, a
spese del pronipote l’illustre deputato
Simone Cuccia, che ne adempiva il
comando a tutte sue spese, venne trasportata con pompa in Mezzojuso, ove
venne tumulata nella chiesa filiale del
SS. Crocifisso.
Giuseppe Bennici, nel noto libro5,
descrive la vita del nostro seminario di
quel memorando e quanto mai agitato
1860. In esso fa sopratutto risaltare la
figura del suo rettore padre Andrea
Cuccia.
A p. 31 così ci dice: Il rettore papàs
Andrea Cuccia era un vecchietto di
statura regolare, barba e chioma già
brizzolate dalla canizie, asciutto, tutto
6
auméntare le rendite colla sua autorità
ed operosità. Ottenne infatti nel 1846
una assegnazione di £ 2.500 e nel
1857 una altra di £ 918 dal re
Ferdinando II e nel 1860, colla valida
cooperazione dell’antico suo discepolo Francesco Crispi7 una nuova rendita
di £ 3.400 a favore del Seminario per
decreto del dittatore G. Garibaldi8.
Colla buona e rigida amministrazione
impiegò notevoli risparmi a pro’ del
seminario, ne rifece le fondamenta e
migliorando la villa alle falde di
Monte Pellegrino, ne accrebbe sensibilmente l’annua rendita.
Risulta ancora che papàs Andrea
impiegasse tutto quello che gli avanzava in elemosine e sussidi ai bisognosi spontaneamente e non richiesto
accorrendo, angelo consolatore, alle
loro case9.
vene e nervi. Nei costumi irreprensibile, sobrio nella vita, austero negli atti,
rigidissimo nella disciplina, instancabile, inflessibile con amici e con nemici... Non v’era per lui altro nel mondo
di necessario che 1a conservazione
della lingua albanese e del rito greco
nelle quattro colonie.
E a p. 34: In fondo, chi era papàs
Andrea con quei lineamenti energicamente scolpiti? Era un carattere e
tenne il seminario con lustro, lo adornò di una villa per sollazzo autunnale,
e quel tempo che gli avanzava e i suoi
piccoli risparmi prodigava ai suoi
parenti più poveri.
L’avv. Simone Cuccia, deputato al
parlamento, per l’ingegno e la splendida parola non secondo nel foro di
Palermo a nessuno, deve la sua riuscita unicamente a papàs Andrea. Questi
lo apprezzò, lo prese fanciullo a benvolere e lo mantenne del suo in collegio fino a che si laureò. Quando,
mutati i tempi, il padre dello ancora
studente Simone, cappellano nelle
milizie borboniche, fu collocato in
riposo con una esigua pensione e una
numerosa famiglia, papàs Andrea
ospitò tutti nella casa della parrocchia.
Papàs Andrea Cuccia visse legato in
amicizia con alti personaggi, letterati,
nobili, ministri, generali e collo stesso
re Ferdinando II.
Fu egli uno dei più savi rettori del
Seminario greco di Palermo per la cui
prosperità molto lavorò e seppe
Archivio parrocchiale madrice greca,
Mezzojuso, cart. XXI, Bolla di nomina del
29-1-1831.
2
Archivio parrocchiale idem 5 maggio
1834.
3
Archivio parrocchiale idem Esposto di
papàs Andrea a S.E. il principe di
Castelcicala luogotente gener. di S.M. in
Sicilia.
4
Archivio parrocchiale idem Deliberazione
della Deputazione del Seminario.
5
Giuseppe Bennici. Un primo libro per
mio figlio, Roma, 1896, pp. 31-32.
6
Nel 1854 fu costretto a rifare l’inventario
di tutte le rendite e dei canoni, dovuti
all’amministrazione del Seminario, avendo trascurato i passati amministratori la
rinnovazione dei relativi titoli.
7
Giuseppe Bennici, op. cit., pp. 228-232,
ove descrivesi l’arresto di papàs Andrea
fatto dai rivoltosi e la di lui liberazione
avvenuta nel palazzo pretorio, per l’improvvisa comparsa di Francesco Crispi
ministro dell’Interno.
8
Decreto n. 254, Italia e Vittorio
Emmanuele, il Direttore dell’Italia meridionale decreta: Articolo unico. E’ assegnata al Seminario greco-albanese di
Palermo, per lo stabilimento di scuole agli
allievi dello stesso, la somma di ducati
800 annuali (L.3400) da prelevarsi sulle
rendite del vescovado greco di Sicilia.
Napoli, 12 ottobre 1860, Il Dittatore fir. G.
Garibaldi. Per copia conforme il segretario di stato F. Crispi.
9
Archivio parrocchiale madrice greca
Mezzojuso, cart. XXII, Appunti manoscritti del prof. Girolamo Franco.
1
PAPÀS NICOLA FRANCO
NECESSITÀ DI MANTENERE IL RITO GRECO
IN MEZZOJUSO
A cura di Antonino Perniciaro
O
ltre un secolo fa papàs Nicolò
Franco, la cui biografia è apparsa lo scorso mese di luglio nel numero
94 di questo periodico, ha pubblicato
un opuscolo1 che riportava una conferenza da lui tenuta nella chiesa di S.
Nicola a difesa del mantenimento del
rito bizantino a Mezzojuso. Le osservazioni espresse dal dotto papàs mi
sembrano ancora veramente attuali,
nonostante il tempo trascorso. Mi
pare opportuno, pertanto, riproporne
per i lettori di Eco della Brigna la premessa e le considerazioni salienti,
tenuto conto che l’intero testo non
avrebbe potuto trovare posto su queste
colonne per la sua eccessiva lunghezza. E’ possibile comunque prendere
visione di tutto l’opuscolo sul sito web
E-biblìa che il nostro compaesano
Pietro Di Marco ha meritoriamente
creato e nel quale sono consultabili le
riproduzioni digitali di moltissime
altre opere riguardanti Mezzojuso
sotto l’aspetto della storia, della cultura, dell’arte, delle tradizioni e del
rito religioso.
Ecco dunque quanto diceva papàs
Nicola Franco ai fedeli riuniti nella
matrice greca durante la novena di S.
Nicola del 1910.
I.
Venuto tra voi, miei cari compatrioti, a
predicare il Novenario di S. Nicola di
Mira, protettore di questo Comune e
titolare di questa chiesa di rito greco,
con mio grande dispiacere mi sono
accorto, che il rito greco, a cui apparteneva il gran taumaturgo S. Nicola,
va deperendo.
La popolazione di rito greco diminuisce per la emigrazione, i sacerdoti
vanno scarseggiando, le sacre funzio-
ni solenni vanno diminuendo, ed
appena e con stento si celebrano le più
necessarie per mancanza di risorse e
di personale per l’assistenza.
Eppure il mantenimento del rito greco
deve essere di grande interesse non
solo della colonia albanese, che lo
professa, ma anche degl’altri nativi di
questo comune, che seguono il rito
latino. Perché Mezzojuso è uno dei
pochi paesi, che hanno il privilegio di
avere i due riti principali della Chiesa
cattolica, il latino e il greco, i quali
rappresentano l’unità di fede della
Chiesa cattolica nella varietà esteriore, e allo stesso tempo simboleggiano
le due civiltà cristiane l’orientale e
l’occidentale, la latina e la greca, e
sono come un compendio della storia
della Chiesa cattolica.
Perciò io vi prego di permettermi che
vi parli della necessità di mantenere il
rito greco in Mezzojuso e di degnarvi
di onorarmi, di ascoltarmi con benevola attenzione, perché non intendo
fare l’interesse della sola colonia albanese, ma di tutto l’intiero Comune di
questo paese.
II.
Onde comprendere l’importanza del
mio assunto, è necessario, che noi
rimontiamo alle origini del culto cristiano … Mentre in Oriente e paesi
affini all’ellenismo Cristiano, sorgeva,
estendevasi e progrediva il rito cristiano in lingua greca, in Occidente sorgeva un’altra forma di liturgia, in lingua
latina, la quale si diffondeva in quei
paesi d’Occidente e dell’Africa, nei
quali si parlava, ovvero vi era predominante la lingua latina.
Però l’uniformità del rito latino, si effettuò molto più tardi del rito greco, ad
onta che la base ne fosse la forma della
Chiesa romana, di cui l’autorità s’impose per l’uniformità della Liturgia e della
ufficiatura. Così si stabilirono i due
principali riti della Chiesa cattolica, il
greco ed il latino, come due principali
braccia, d’un solo albero, che era il
Cristianesimo istituito da Gesù Cristo,
come società religiosa ...
Non deve quindi meravigliare, che in
Italia e sopra tutto nel Mezzogiorno,
siano professati i due principali riti
della Chiesa cattolica. L’Italia per
Roma capitale del mondo cattolico
diffusa in ogni angolo della terra,
diviene come il centro del mondo cristiano. Come al tempo dell’Impero
romano il grecismo ed il latinismo
erano rappresentati in Roma così per il
Cristianesimo, essendo Roma la capitale del mondo, vi fu sempre non solo
il latinismo ecclesiastico, ma anche il
grecismo ecclesiastico, e che i due riti
si compenetrano e si completano nella
loro progressione istorica.
e
15
PAPÀS NICOLA FRANCO
NECESSITÀ DI MANTENERE IL RITO GRECO IN MEZZOJUSO
Tanto più che sino al secolo decimoterzo il Mezzogiorno d’Italia era greco
di origine e di lingua, cioè le Puglie, la
Calabria e la Sicilia formavano la
Grande Grecia, per l’ampiezza del
territorio e per il numero del popolo,
mentre la Grecia è un territorio ristretto in paragone delle dette regioni…
Cessata di regnare la lingua greca in
Sicilia, veniva a cessare a poco a poco
il rito greco.
Nel secolo XV pareva cessato ogni
vestigio dell’ellenismo cristiano in
Sicilia, quando, numerosissimi
Albanesi arrivavano nel continente
italiano e in Sicilia fuggiaschi dalla
patria nativa, e vi fondarono delle
colonie nelle Calabrie, nella Basilicata
e in Sicilia, dove tuttora esistono quattro colonie di numero, in Piana dei
Greci, in Mezzojuso, in Palazzo
Adriano, e Contessa Entellina.
Chi erano questi Albanesi, che venivano a rifugiarsi in Italia? Erano i prodi,
che per quasi mezzo secolo, sotto la
condotta del loro principe Giorgio
Castriota, detto Scanderberg avevano
combattuto il Turco, tenendolo lontano dall’Albania, e così anche
dall’Italia, perché tendevano a passare
in Italia e conquistarla. Perciò questi
Albanesi avevano con la loro resisten-
e
16
za al Turco, coperto l’Italia dall’invasione musulmana. Ecco perché i
sovrani di Napoli e Sicilia, ed i sovrani Pontefici furono generosi di protezione verso i fuggiaschi albanesi.
Così per mezzo degli Albanesi si rinnovò in Sicilia, il rito greco, ch’essi
praticavano di già nella loro patria in
lingua greca. Così per i nostri monti e
burroni risuona di bel nuovo l’inno
cristiano in lingua greca. E qui è a
notare, che gli Albanesi arrivarono
cattolici, e giammai fu necessario, che
loro fosse intimato di abbandonare lo
scisma foziano. Scanderberg ed i suoi
paesi albanesi erano riconosciuti cattolici dai papi, che loro mandavano
ajuti; prima che si celebrasse il
Concilio generale di Firenze, in cui fu
rinnovata l’unione delle due Chiese.
La prova n’è la lettera di papa
Eugenio IV all’imperatore Giovanni
Paleologo, che si trovava in Venezia
per rimbarcarsi e ritornare a
Costantinopoli. In questa lettera il
papa fra le altre cose, promette l’ajuto
di Scanderberg contro i Turchi, e
Scanderberg si trovava in Albania, né
mai comparve a Firenze, fra i principi,
che facevano parte di quel memorando concilio, perché aveva troppo da
fare in Albania contro gli assalti
Turchi.
III.
Dal detto sin qui appare chiaro, quanto
splendida ed importante sia la sorte
del Comune di Mezzojuso di possedere i due riti principali della Chiesa cattolica, la quale, nel suo carattere di
unità, esige l’unità di fede e di regime,
e nel suo carattere di universalità,
abbraccia tutti i riti cristiani, ch’esprimono e l’unità di fede e di regime, e
l’universalità della Chiesa, che
abbraccia tutti i popoli cristiani della
terra, che hanno la medesima fede,
riconoscono il medesimo capo della
Chiesa che è il successore di S. Pietro,
il papa di Roma.
Qui, in questo paese di Mezzojuso ci
distinguiamo in greci e latini; forse ne
viene che altra è la fede dei greci ed
altra è la fede dei latini? Benché vi
siano due parrocchie e due cleri distinti, forse non abbiamo tutti la medesima fede, e non riconosciamo tutti per
capo della Chiesa, il papa, come successore di S. Pietro?
Quando un latino assiste alla S. Messa
celebrata da prete di rito greco, non
rammenta il domma cattolico sul
Sagrifizio Eucaristico, e della perpetuità della presenza reale di Cristo
nella Santa Eucaristia, come lo crede
la Chiesa latina? E quando un greco
assiste alla S. Messa celebrata da un
prete di rito latino non rincontra la
medesima fede sul Sagrifizio
Eucaristico, e sulla presenza reale di
Gesù Cristo nella Santa Eucaristia,
come è stato sempre insegnato nella
Chiesa greca dal tempo degli Apostoli
sino ai giorni nostri!
Ciò che dico della S. Messa e della
Santa Eucaristia, lo stesso avviene
degli altri santi sacramenti, e delle
altre funzioni, che tutti esprimono la
medesima fede …
Ma non basta avere l’unità dommatica
nella Chiesa, bisogna avere anche
l’unità di regime ecclesiastico. Poiché
la Chiesa, essendo società visibile e
tangibile istituita da Gesù Cristo, ne
viene che debba avere un capo visibile
e tangibile, cosicché le due Chiese
greca e latina, benché distinte per il
rito debbono formare una sola Chiesa,
che Cristo non edificò due chiese, ci
dimostra, che il vescovo di Roma, il
papa, come successore di S. Pietro,
sulla quale pietra Cristo edificò la sua
Chiesa, fu riconosciuto sempre capo
visibile della Chiesa visibile di Gesù
Cristo. Così le due chiese, benché
diverse di rito, formano una sola chiesa non solo per l’armonia della fede,
ma anche per l’unicità di capo, del
papa di Roma.
Le nostre colonie mantenendo il rito
della Chiesa greca sono un testimonio
solenne, che dimostra, come si può
PAPÀS NICOLA FRANCO
NECESSITÀ DI MANTENERE IL RITO GRECO IN MEZZOJUSO
essere di rito greco, e allo stesso
tempo cattolici, nell’unità del domma,
e nell’unità di regime, colla sommissione al successore di S. Pietro, al
papa di Roma.
Ciò fu e sarà un apostolato delle
nostre colonie, per riunire le sparse
membra della Chiesa greca alla
Chiesa cattolica. La conservazione del
rito greco nelle colonie albanesi
d’Italia, quasi alle porte di Roma, ha
prodotto, che i Greci dissidenti, si persuadono, che si può essere cattolici col
rito greco, e che l’autorità del papa,
non distrugge ma conserva loro il rito,
armonizzandolo con tutta la vita del
mondo cattolico ...
Ora ditemi, cari uditori della mia
patria, fare perdere il rito greco a
Mezzojuso non è lo stesso che concorrere a privarlo dei vantaggi, che gli dà
di avere i due riti, i più antichi, i due
riti internazionali, che rappresentano
tutta la storia dello svolgimento della
Chiesa cattolica?
Non è un attentato ad abbassarlo alla
stregua di ogni piccolo comune, che
non rappresenta, che un solo elemento, il latino, mentre quando lo straniero viene in Mezzojuso, oltre ad ammirare la ricchezza del suo suolo, e la
bellezza del suo paesaggio, ammira
anche la proprietà delle nostre chiese,
e la coltura dei due riti, che concorrono a propagare l’unione delle due
Chiese?
Si, questo paese, non solo moralmente, ma anche effettivamente, ha concorso alla grand’opera dell’unione
delle due Chiese. Poiché da quel
monastero di S. Basilio, che tuttora
esiste per opera e merito della confraternita di S. Maria delle Grazie, ma
che non ha, per sventura, più
Basiliani, sono usciti degli Apostoli
dell’unione delle due Chiese, che
andavano in Chimarra d’Epiro a risaldare i vincoli di unione cattolica fra la
Chiesa greco-albanese e la Chiesa
romana …
Da quanto sono venuto dicendo, appa-
re chiaro che bisogna mantenere il rito
greco, a Mezzojuso ché, la sua origine
è nobile e gloriosa, come prevenuto
dalle reliquie, per così dire, dell’armata e del popolo albanese di Giorgio
Castriota, che tennero indietro la
potenza turca, e salvarono l’Italia
dalla sua invasione: ché, la coesistenza dei due riti porta al nostro comune
una specialità sopra i comuni che lo
circondano, e allo stesso tempo è un
perfetto emblema dell’unione delle
due Chiese sotto l’unico capo, il papa;
e ché i suoi figli cooperarono e cooperano all’unione delle due chiese.
Quindi è interesse non solo degli abitanti greci, ma anche degli abitanti
latini, di conservare a Mezzojuso il
rito greco, e ciò si deve fare, e come
cattolici e come anche Italiani, perché
in Italia è la sede del cattolicismo. e
così l’Italia per i due riti è maestra ai
popoli del mondo intiero di cattolicismo sincero …
Eppure il rito della Chiesa romana è il
latino, ma lo spirito della S. Sede è di
universalità, e perciò vuole che ai
popoli di rito greco, sia conservato il
loro rito. Ispiriamoci greci e latini di
questo paese allo spirito della S. Sede
e concorriamo da fratelli in Gesù
Cristo al mantenimento dei due riti al
popolo di Mezzojuso. Ma sopratutto
ispiriamoci allo Spirito del Santo protettore di questo Comune, di S. Nicola
vescovo di Mira, il quale fu greco di
rito e di lingua; il quale, al di sopra di
tutti i santi, ha nella Chiesa greca un
culto speciale e il più esteso, e
dall’Oriente il suo culto passò in
Occidente, ed è venerato anche dalla
Chiesa latina, come un santo miracoloso, ch’è potente presso Dio, per la
sua intercessione. Nella sola Roma
egli ha tre chiese dedicate al suo culto.
O santo Nicola, di cui l’effigie mi sta
presente per celebrare il tuo novenario
in preparazione alla tua festa del 6
Dicembre, ascolta la mia preghiera:
Tu vescovo di rito greco, volesti essere vincolo dell’unione delle due
Chiese, e perciò colla protezione miracolosa ti facesti conoscere in Oriente
ed in Occidente, e quando il veleno
dello fozianismo infestò l’Oriente,
fuggisti di là, e venisti ad ospitare in
terra latina, a Bari, dove il tuo sepolcro è glorioso ai greci ed ai latini, per
le grazie che colla tua intercessione,
Dio spande sopra il popolo cristiano.
Ti preghiamo di conservare a questo
Comune il vanto di avere sempre il
rito greco, a tua gloria e a gloria della
Chiesa cattolica, che è gloria di Dio e
del suo Cristo, che vive nella sua
Chiesa.
Papàs Nicola Franco. Necessità di
mantenere il rito greco in Mezzojuso.
Conferenza tenuta la domenica 4
Dicembre 1910. Roma, Stab. tipografico Riccardo Garroni già Soc. tip.editrice romana, 1912.
1
e
17
Foto di Giuseppe Lo Vico
Dalla piazza al “Costa Gaia”
Breve “viaggio” di andata e ritorno da uno dei luoghi simbolo dellʼinfanzia
di Cesare Di Grigoli
C
e
18
apita spesso di leggere
nelle cronache dei
giornali di comuni, in cui è
vietato ai bambini giocare
a pallone nelle piazze pubbliche, oppure di genitori che vengono multati perché i loro piccoli, giocando a pallone in
piazza, disturbano la quiete pubblica
dei residenti. Nel nostro comune, per
fortuna, non vige questo divieto, anzi è
sempre stata consuetudine per i ragazzini di Mezzojuso giocare a calcio nella
piazza principale e soprattutto organizzare la classica partita a “porta romana”, in cui la porta è delimitata dalla
scalinata che collega la sovrastante
piazza Francesco Spallitta e il rettangolo di gioco, rappresentato dal piano di
calpestio di tutta la piazza. Certo bisogna riconoscere che spesso questi bambini, tra un dribbling e un altro si trovano a “saltare” qualche pedone che passeggia tranquillamente in piazza, oppure a colpire con la palla chi se ne sta
tranquillamente seduto su una panchina a chiacchierare con l’amico. A tal
proposito mi piace ricordare una scena
che si verificava spesso quando da
bambino giocavo in piazza con i miei
compagni. Ci si ritrovava con gli amici
quasi ogni giorno dopo pranzo e si giocava sino all’ora di cena, cioè fino a
quando uno dei nostri genitori spuntava
da qualche angolo della piazza per
invitarci a rientrare in casa. Anche allora non vigeva il divieto di giocare a pallone in piazza, ma spesso e volentieri
succedeva che, dopo essere stati rimproverati più volte dai passanti o da
coloro che avevano ricevuto qualche
pallonata, interveniva sul luogo il vigile urbano di turno invitandoci a smettere di giocare. Uno di questi era il sig.
Giuseppe Lala che puntualmente,
appena richiamato all’attenzione dai
pedoni, si presentava di fronte a noi e
per punizione ci sequestrava il mitico
pallone giallo, per poi o restituircelo
dopo qualche giorno, previa promessa
che non avremmo più giocato a pallone
in piazza, oppure nella peggiore delle
ipotesi lo prendeva sotto braccio e lo
bucava con un coltello, “fischiando”
così la fine della partita. Ora a parte
questo piccolo aneddoto e il problema
della salvaguardia dei “chiazzalori”,
bisogna riconoscere alla nostra splendida piazza il merito di aver dato in passato la possibilità a molti giovani di
cominciare a “masticare” il primo calcio. Oggi anche se non è passato di
moda per i ragazzini giocare a pallone
in piazza è cambiato invece il modo di
avvicinarsi al mondo del calcio. Dal
1997 nel nostro piccolo centro
l’Associazione Sportiva Adrasto
Mezzojuso gestisce con molta assiduità
e professionalità una scuola calcio per i
nostri piccoli. Una “grande famiglia”,
così amano definirla i propri dirigenti,
guidata da uno staff molto affiatato e
soprattutto preparato sotto il profilo
tecnico, che si è sempre posto come
obiettivo principale quello di coinvolgere quanti più giovani possibile, accogliendoli al campo sportivo e dando a
tutti loro la possibilità di praticare uno
sport, divertendosi e giocando in un
ambiente sano. Grazie a questa realtà i
ragazzini partecipano, ormai da tanti
anni, a tutte le attività calcistiche promosse dalla FIGC in ambito provinciale e regionale, nonché ai vari tornei
ed eventi a caratura nazionale ed internazionale come il “Gazzetta cup” o il
“Costa Gaia Conad Cup”. Proprio di
recente l’A.S.D. Adrasto ha partecipato a quest’ultimo prestigioso trofeo
Internazionale di Calcio Giovanile
giunto alla sua XXVII edizione. Un
grande momento di socializzazione
che ha visto in campo più di 60 squadre provenienti, oltre che da tutta la
Sicilia, anche da Cosenza, Reggio
Calabria e della lontana città di New
York. Insomma, calcisticamente parlando, non si può proprio dire che ai
nostri ragazzini manchino appuntamenti per potersi sfogare, eppure
nonostante tutte queste attività praticate, molti bambini sembrano non
stancarsi mai di giocare e così nel
tempo libero si ritrovano nuovamente
in piazza a sgambare con una palla tra
i piedi e pronti a dribblare qualche
“chiazzaloro” ormai rassegnato.
Allora non resta che dire: W la piazza!
W l’Adrasto! e W Mezzojuso!
Presentazione del libro
SIMBOLI DI FEDE
Edicole votive a Mezzojuso
Foto di Danilo Figlia
di Cesare Di Grigoli
L
unedì 6 Gennaio
presso i locali del
castello di Mezzojuso, è
avvenuta,
nell’ambito
delle attività natalizie promosse
dell’Amministrazione Comunale, la
presentazione del libro “Simboli di
fede - Edicole votive a Mezzojuso” di
Salvatore Bisulca, prodotto dalle
Associazioni Pro Loco Mezzojuso e
Museo il tempo nella memoria di
Salvatore Bisulca con il finanziamento del Comune di Mezzojuso. Alla
presentazione hanno partecipato:
l’autore del libro, Salvatore Bisulca; i
parroci di entrambe le parrocchie,
don Enzo Cosentino e papàs Pietro
Lascari; il Sindaco del Comune di
M e z z o j u s o ,
Salvatore Giardina;
l’Assessore
alla
Cultura
Turismo
Sport e Spettacolo,
Nicola Di Grigoli;
il Presidente della
Pro Loco, Biagio
Bonanno e il sottoscritto. Interessante,
durante la presentazione, è stato il racconto dell’autore,
in particolare quando ha spiegato la
motivazione che lo ha spinto a produrre questo lavoro. Idea che nasce
da un “progetto” a cui Salvatore si
dedica da diversi anni, cioè quello di
creare un archivio fotografico che
racconti, attraverso la fotografia una
parte di storia del nostro piccolo centro. Una ricerca, quella delle edicole
sacre, dall’autore avviata nel 2007
con il solo scopo di creare inizialmente un archivio fotografico delle
cappelle votive presenti a Mezzojuso.
Successivamente, spinto dalla curiosità
di conoscere la storia di queste “cappelluzze”, ha deciso di approfondire la
ricerca, effettuando delle interviste
dirette ai proprietari delle edicole, raccogliendo così una quantità di notizie
da affiancare eventualmente al dossier
fotografico che aveva realizzato. A quel
punto nasce l’idea di curare una pubblicazione con l’intento di far conoscere a
tutti i mezzojusari e non solo, un patrimonio architettonico presente nel
nostro territorio poco valorizzato e
spesso dimenticato. La pubblicazione
curata da Salvatore rappresenta uno
strumento unico nel suo genere, una
sorta di guida utile per conoscere la storia, l’evoluzione e la dislocazione di
questi piccoli monumenti, frutto di una
religiosità popolare semplice e modesta, che hanno come obbiettivo principale quello di testimoniare la devozione
popolare della gente. Le edicole sacre
censite in tutto il territorio sono state
circa sessanta e sono state classificate
tenendo conto di alcuni elementi particolari quali: la tipologia architettonica;
l’ubicazione e l’iconografia presente nell’edicola.
La prima parte del
volume è dedicata
alla presentazione
dell’opera da parte
dell’autore, di alcune
autorità civili e religiose e di studiosi della nostra comunità
mentre la seconda parte è dedicata alla
catalogazione di tutte le edicole rilevate. Il catalogo è corredato da rare foto e
raccoglie inoltre alcuni ritagli di pubblicazioni, opera di autori locali, inerenti
la storia di alcune edicole più antiche
presenti a Mezzojuso. Con l’auspicio
che questa pubblicazione, voluta e curata da Salvatore Bisulca, serva ad
apprezzare e a far conoscere meglio
questi piccoli segni della religiosità
popolare, spesso dimenticati, auguro
all’amico Salvatore di continuare ad
impegnarsi e credere nel suo “progetto”
affinché questo prezioso lavoro venga
reso fruibile a chi avrà voglia di conoscere attraverso la fotografia un po’ di
storia del nostro piccolo centro.
e
19
A.S.D. ADRASTO Mezzojuso
XXVII TORNEO INTERNAZIONALE
DI CALCIO GIOVANILE
“COSTA GAIA CONAD CUP”
PALERMO 27 Dicembre 2013
Girone A (Pulcini 2003)
Risultati
ASD Adrasto - Fontanasalsa
ASD Adrasto - Adelkam
ASD Adrasto - Kirio Valderice
2-2
0-1
3-1
CUSTONACI (TP) 28 Dicembre 2013
Girone A (Pulcini 2004-2006)
Matrimoni celebrati nel 2013
LA GATTUTA SAMUELE e LIVACCARI MARTA
Palermo, 19 Aprile 2013, Chiesa della SS. Trinità - La Magione
PINNOLA DOMENICO e PERNICIARO MARIA GRAZIA
Mezzojuso, 29 Aprile 2013, Chiesa San Nicolò di Mira
NUCCIO NICOLA e TERRAZZINO ROSALBA MARIA
Bagheria, 13 Maggio 2013, Chiesa Maria SS. Immacolata
Risultati
ASD Adrasto - Dribbling
ASD Adrasto - Pacco 1976
5-0
2-0
così eravamo...
DI SALVO CIRO e ARATO MARIA GRAZIA
Mezzojuso, 20 Luglio 2013, Chiesa Maria SS. Annunziata
Collesalvetti (LI),
29 Gennaio 2014
AMATO FILIPPO e LASCARI ANNA MARIA
Agrigento, 23 Luglio 2013, Chiesa San Nicola
CACIOPPO MASSIMILIANO e LA GATTUTA CHIARA
Mezzojuso, 29 Luglio 2013, Chiesa S. Rosalia
FIGLIA RINO DANILO e BUA DORA
Mezzojuso, 06 Agosto 2013, Chiesa San Nicolò di Mira
CHIMATA TOSHITAKA e TAVOLACCI GABRIELLA
Palermo, 26 Agosto 2013, Chiesa San Nicolò dei Greci alla Martorana
RIILI VINCENZO e MELI CRISTINA
Mezzojuso, 31 Agosto 2013, Chiesa Maria SS. Annunziata
PERNICIARO NICOLÒ e NICULITA ILEANA
Mezzojuso, 31 Agosto 2013. Chiesa S. Maria di Tutte le Grazie
GIPPETTO FABIO e ARATO LISA
Mezzojuso, 04 Settembre 2013, Chiesa Maria SS. Annunziata
RENDA CALOGERO e FUCARINO ROSALIA
Mezzojuso, 07 Settembre 2013, Chiesa Maria SS. Annunziata
BISULCA GIUSEPPE e PERNICIARO PATRIZIA
Mezzojuso, 10 Settembre 2013, Chiesa Maria SS. Annunziata
PARISI FRANCESCO e CHETTA SALVINA
Mezzojuso, 21 Settembre 2013, Chiesa Maria SS. Annunziata
MARINELLI FABRIZIO e TANTILLO EMANUELA
Bagheria, 25 Settembre 2013, Chiesa Madre
20
TRAPANI 28 Dicembre 2013
Girone H (Esordienti 2001)
MELI GIOVANNI e MORALES GIOVANNA LUISA
Mezzojuso, 19 Luglio 2013, Chiesa Maria SS. Annunziata
CACCIATORE MARIO e SPATA EMANUELE
Mezzojuso, 01 Giugno 2013, Chiesa San Nicolò di Mira
e
Risultati
ASD Adrasto - Kirio Valderice 1 - 4
ASD Adrasto - Adelkam
1-3
ASD Adrasto - Sambuca Todaro 2 - 1
CERASOLO GIUSEPPE e CORRAO ANTONELLA
Mezzojuso, 16 Dicembre 2013, Chiesa Maria SS. Annunziata
Con la presente invio a tutti voi, della
redazione, un caloroso saluto, e voglio
ringraziarvi per tutto ciò che fate,
soprattutto regalate emozioni e ricordi
indelebili, grazie di cuore.
Aggiungo una foto ricordo della scuola elementare Gabriele Buccola, vi
prego di pubblicarla.
(In alto da sinistra) Nicolò Perniciaro,
Roberto Lopes, Salvatore Cosentino,
Carmelo
Cangelosi,
Salvatore
Perniciaro.
(Al centro) Carmelo Gattuso, Vittorio
Muscarello, Luciano Guccione,
Filippo Sunzeri, Francesco Carcello,
Salvatore Zambito, Pietro Militello.
(In basso) Lino Tantillo, Enzo
Cosentino, Antonello e Gemi La
Gattuta, Salvatore Burriesci, Enzo
Morales.
Purtroppo, non ricordo il periodo,
credo che non vi sarà difficile risalire
all’anno scolastico! (vi chiedo scusa)
Tanti saluti a tutti,
Filippo Sunzeri
RIPOSANO NEL SIGNORE
OFFERTE RICEVUTE
MIRTO SALVATORA
25/10/1930 – 04/11/2013
Lala Francesco, Rivoli (TO)
€ 25,00
Ribaudo Giuseppe e Dora, Villafrati € 20,00
Vittorino Francesco
€ 20,00
Lo Monte Nicolò, Bolzano
€ 60,00
La Gattuta Francesco, Casteldaccia € 20,00
Mamola Carmelo, Leinì (TO)
€ 30,00
Carnesi Piera
€ 10,00
Visocaro Costantino, Castagnole L. € 20,00
Bonanno Renata, Mezzojuso
€ 25,00
Lanterna Ludovico, Castagnole L. € 20,00
Russotto Stella, Mezzojuso
€ 25,00
Bisagna Joanne, Usa
€ 50,00
Parisi Giulia, Torino
€ 20,00
Lisciandrello Mario, Pinerolo
€ 50,00
Sgroi Antonino
€ 20,00
Blanda Nunzia, Intra (Verbania) € 30,00
Divono Giovanna, Torino
€ 20,00
Perniciaro Nunzio, Castellanza
Russotto Salvatore, Mezzojuso
€ 50,00
Di Grigoli Michelina, Villafranca di V. € 20,00
Lo Bue Giuseppe, Mezzojuso
€ 20,00
Sirna Francesco, Palermo
€ 30,00
Ferrara Giuseppe, Piana d. Alb. € 50,00
Aiello Ina, Asti
€ 20,00
Gattuso Natale, Mezzojuso
€ 10,00
Casarico Carlo e Giuseppina, Roma € 50,00
La Gattutta Maria
€ 15,00
D’Orsa Andrea, Palermo
€ 50,00
I NUOVI ARRIVATI
La Gattuta Giuseppe, Diamante € 50,00
Gambino Gioacchino, Vercelli
€ 50,00
Meli Andrea, Cossato
€ 30,00
Muscarello Gaspare, Settimo Tor. € 50,00
FRANCESCO LALA
di Salvatore e Donatella Cannizzaro
Divono Giovanna, Palermo
€ 50,00
Nuccio Salvatore, Rivoli (TO)
€ 20,00
Burriesci Giuseppe, Palermo
€ 20,00
Napoli Gioacchino, Palermo
€ 25,00
Mamola Giuseppe e Angela, Usa $ 100,00
Maida Salvatore, Ciminna
€ 20,00
Sanfilippo Caterina, Villabate
Tavolacci Antonino, Mineola (USA) € 100,00
€ 25,00
Sanfilippo Giuseppe, Mezzojuso € 25,00
€ 30,00
PERNICIARO GAETANA
29/01/1924 – 06/11/2013
LO MONACO ANTONINO
15/02/1962 – 21/11/2013
MAGNATE GIUSEPPE
09/07/1940 – 01/12/2013
PETTA DOMENICO
01/06/1928 – 11/12/2013
DEGUARDI ANDREA
10/10/1931 – 20/12/2013
PERNICIARO – MARIA
13/11/1919 – 16/11/2013
ABARID ADAM
di Hassan e Bahni Hayate
RICCARDO BATTAGLIA
di Tommaso e Daniela Plescia
LORENZO ROSARIO SPATAFORA
di Nunzio e Rita Billone
e
21
BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIB
Novembre 2013
Venerdì 1
Festa di tutti i Santi. Alle ore 11:00 il
Parroco celebra la Santa Messa dinanzi la Cappella del Cimitero.
Sabato 2
Commemorazione di tutti i Fedeli
Defunti. Alle ore 11:00 don Enzo celebra la Liturgia Eucaristica per tutti i
fedeli defunti della Comunità nel viale
del Cimitero Comunale.
Domenica 3
Si svolge la consueta commemorazione dei Caduti di tutte le guerre con una
Messa Solenne celebrata nella chiesa
di San Nicolò di Mira e con la deposizione di una corona di alloro presso le
lapidi che ricordano il sacrificio dei
nostri concittadini.
Dicembre
Giovedì 5
Nella parrocchia di San Nicola viene
celebrato il Vespro solenne per la festa
di San Nicola patrono della Comunità.
Venerdì 6
Festa del Santo. Dopo la Divina
Liturgia, celebrata dal parroco papàs
Pietro Lascari, vengono distribuiti i
panini di San Nicola preparati dai
fedeli della comunità parrocchiale.
Domenica 15
Alle ore 19.00 presso il salone del
Castello si svolge, nell’ambito delle
iniziative dell’Amministrazione per il
Natale 2013, un concerto del gruppo
Arcadia Sax.
Lunedì 23
Alle ore 21.00 presso il salone
Castello, concerto “Around...
jazz” a cura dell’Ass. New event
il patrocinio del Comune
Mezzojuso.
Giovedì 19
Al Castello comunale si svolge un
concerto di musica da camera “The
Svaga” quintet, a cura dell’Ass.
Culturale “Angelo Cangelosi” di
Cefalù, con il patrocinio del Comune
di Mezzojuso.
Martedì 24
A partire dalle ore 16.00 fino alle ore
20.00 una slitta itinerante di Babbo
Natale percorre le strade del centro storico allietando i più piccini. Iniziativa
Natale 2013 a cura dell’Associazione
“Sport e Natura” di Mezzojuso.
- Nella parrocchia Maria SS.
Annunziata, alle ore 23.30 viene celebrata la solenne veglia natalizia della
“Notte Santa”. A seguire, presso il
Convento latino, inaugurazione del
Presepe vivente.
Sabato 21
In mattinata un gruppo di fedeli si reca
a Santa Cristina per la cerimonia di
ordinazione del Servo Michele
Mannina.
Alle ore 21.00 presso i locali del
Castello si svolge uno spettacolo di
illusionismo a cura dell’Ass. “Il
Circolo” di Villafrati con il patrocinio
del Comune di Mezzojuso.
Domenica 22
Alle ore 19.30 presso la parrocchia di
Maria SS. Annunziata viene rappresentata dai bambini del Catechismo, la
Natività di Gesù.
del
the
con
di
Mercoledì 25
Alle ore 11.30 presso la Parrocchia
Maria SS. Annunziata Santa Messa di
Natale.
Giovedì 26
Alle ore 17.00 presso i locali del
Convento latino viene rappresentato il
presepe vivente a cura della
Parrocchia Maria SS. Annunziata.
Domenica 8
Nella chiesa dell’Immacolata, adiacente al Convento latino, viene celebrata la solennità dell’Immacolata.
Venerdì 13
Nella chiesa Maria SS. Annunziata si
volge alle 18.30 un concerto in cui si
esibisce il coro di voci bianche “San
Filippo Neri” di Mezzojuso diretto da
Claudio Corsaro.
Un momento della rappresentazione della Natività - Foto C. Di Grigoli
Alle ore 21.00 al Castello comunale,
si svolge un concerto di musica celtica
del gruppo femminile “Shannon’s
Wind”, organizzato dalla Consulta
Giovanile del Comune di Mezzojuso.
e
22
Venerdì 27
La squadra dei Pulcini della Scuola
Calcio ASD Adrasto Mezzojuso, partecipa a Palermo al XXVII Torneo
internazionale di calcio giovanile
“Costa Gaia”.
IBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI
ore 21.30 si svolge un concerto del
coro polifonico “Incontrovoce” dal
titolo “Il Natale nel mondo” a cura
dell’Accademia corale “Henri Farge”.
Iniziativa organizzata dalla Consulta
giovanile del Comune di Mezzojuso.
Lunedì 30
Alle ore 20.00 presso il Teatro Franco
Zappalà di Palermo si esibisce il coro
di voci bianche “San Filippo Neri” di
Mezzojuso diretto dal nostro compaesano Claudio Corsaro.
Il gruppo scout per le strade di Palazzo Adriano - Foto C. Di Grigoli
Alle ore 15.00 partenza del branco
lupetti (gruppo scout Agesci
Mezzojuso) per il campo scout organizzato a Palazzo Adriano.
- Alle ore 21.30 si svolge presso il
Castello comunale, un concerto di
musica del gruppo locale “One Crew”,
organizzato dalla Consulta Giovanile
del Comune di Mezzojuso.
percorrono le vie cittadine.
Nel salone del Castello comunale alle
Martedì 31
Al Castello alle ore 00,15
l’Amministrazione Comunale organizza un brindisi augurale con tutti i
cittadini.
Esibizione del Coro “S. Filippo Neri” presso il Teatro Zappalà di Palermo - Foto C. Di Grigoli
Domenica 29
Presso il Convento latino, alle ore
17.00, rappresentazione del presepe
vivente a cura della Parrocchia Maria
SS. Annunziata.
Alle ore 16.00 i bambini a bordo di
una slitta itinerante di Babbo Natale
PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE IN TERRA SANTA
Periodo 23/30 Luglio 2014
Quota di partecipazione: Euro 1.350,00
La quota comprende:
Volo di andata e ritorno Palermo - Tel Aviv - Bus per l’intero tour
Trattamento di pensione completa come da programma - Guida e accompagnatore per tutto il tour
Mance ed ingressi come da programma - Assicurazione medica Europ Assistance e bagaglio
Per informazioni: Parrocchia Maria SS. Annunziata 091 8203179 - [email protected]
e
23
Santa Cristina Gela,
21 dicembre 2013
Ordinazione presbiterale di
Servo Michele Mannina
e
Foto di Vittorio La Rosa
ECOdella
BRIGNA
In copertina:
Le ricamatrici del
Presepe vivente
(foto di R. Cosentino)
PERIODICO BIMESTRALE - PARROCCHIA MARIA SS. ANNUNZIATA - MEZZOJUSO
Nuova Serie, Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 33 del 15.10.97
Direttore Responsabile: Vincenzo Cosentino
Condirettore: Carlo Parisi
Redazione: Doriana Bua, Cesare Di Grigoli, Danilo Figlia, Concetta Lala, Ciro Muscarello, Margherita Reres
Indirizzo: Piazza F. Spallitta - Mezzojuso (PA) - Tel e fax 091 8203179 - [email protected] - IBAN: IT60 C076 0104 6000 0000 9228 668
24
Grafica ed impaginazione: Gianni Schillizzi
Stampa: Istituto Poligrafico Europeo s.r.l.
e
Scarica

eco brigna - Eco della Brigna