Numero 97 Gennaio 2014 ECO BRIGNA della Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità • Le sfide pastorali della famiglia • Ecco il nostro Si... • La carica dei 25 • Vivere il Natale Nuova serie - Parrocchia Maria SS. Annunziata • Sentinella, quanto resta della notte • Il coro “S. Filippo Neri” • Vivere il Presepe Piazza F. Spallitta - 90030 Mezzojuso (PA) - Italia Spedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo • Spigolature dall’Archivio di San Nicola • Necessità di mantenere il rito greco a Mezzojuso • Dalla Piazza al Costa Gaia • Presentazione del libro “Simboli di fede” Le sfide pastorali della famiglia editoriale di don Enzo Cosentino S tiamo vivendo l’anno dedicato alla famiglia, infatti papa Francesco ha indetto per il prossimo ottobre (5-19) una riflessione, durante l’Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, dal titolo “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. Mi chiedo, come parroco, cosa ciò possa significare per la nostra parrocchia e per la comunità paesana. Tutti ci aspettiamo molto da questa Assise Sinodale. “Siamo convinti - dice il Papa Giovanni Paolo II - che la società non potrebbe sussistere senza la famiglia, per la semplice ragione che in essa trova la sua origine e la sua forza”. (Roma 08/10/2014) Oggi più che in passato, si sente parlare di famiglie allo sfacelo, anche la nostra piccola comunità non ne è esente; le famiglie, che abitualmente frequentano la nostra parrocchia, risentono questa crisi. E’ vero, i tempi sono molto cambiati, e forse è necessario ripensare ad una nuova modalità di convivenza coniugale, rispettando però il modello pensato dal Creatore a partire dal libro della Genesi. La Famiglia cristiana è fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, alimentato dall’amore ed il reciproco rispetto. L’uomo e la donna insieme formano la famiglia, che nel piano divino, con l’amore reciproco, continua l’opera creatrice di Dio. E’ grave constatare l’elasticità del vincolo matrimoniale, ultimamente anche nella nostra comunità; la denatalità, la coppia ha paura di mettere al mondo dei figli, i costi sono enormi e lo stato è assente, basta un figlio al massimo due; la mentalità permissiva circa l’aborto che non può essere un contraccettivo. Se la famiglia perde la sua identità, non potrà più essere considerata come la cellula fondamentale della società. Dobbiamo accompagnare con preoccupazione evangelizzatrice le famiglie della nostra comunità, interessandoci dei loro problemi, non solo a parole, dobbiamo impegnarci nella creazione di posti di lavoro che tengano conto delle famiglie in qualunque momento del loro cammino coniugale; conciliare il lavoro professionale ed i compiti familiari, chi ha figli deve avere più chance di altri che non hanno figli; è necessario proteggere le madri; proteggere le persone deboli e diversamente abili; sostenere le persone anziane e sole; bisogna offrire alloggi alle giovani coppie soprattutto a quelli con figli. In questo anno dedicato alla famiglia, la Chiesa ci chiama ad essere evangelizzatori dell’Alleanza coniugale e sapienti costruttori della famiglia. RIPOSA NEL SIGNORE Montevago e di Palermo. Fu per sette anni missionario a Kitwe in Zambia, Africa. Ritornato per malattia, fu guardiano e parroco ad Alcamo, dove promosse l’apostolato con i Massmedia fondando “Radio-Tele Kolbe”. Fu guardiano, altresì, a Mussomeli, Messina Immacolata e Catania. Infine, l’obbedienza lo portò nella comunità di Comiso. Religioso di santa vita. Predilesse il cammino dell’infanzia spirituale. Dopo una malattia pazientemente accettata è morto a Comiso. P. GIANFRANCO TAVOLACCI Francescano Conventuale 16/04/1928 Mezzojuso (PA) F e 2 19/12/2013 Comiso (RG) rà Gianfranco Tavolacci, è nato a Mezzojuso, il 16 aprile 1928. Fu ordinato Sacerdote nel 1954. Licenziato in Sacra Teologia. Rettore e formatore nel Collegio di Dati e iter di vita di p. Gianfranco. Nato a Mezzojuso il 16 Aprile 1928. Ha compiuto gli studi ginnasiali a Montevago (AG). Quelli filosofici a Palermo e quelli teologici a Roma ha conseguito la licenza in Sacra Teologia. Professione semplice 04/10/1947, solenne 04/10/1950. Ordinato a Roma il 13 marzo 1954 Basilica SS Apostoli. Rientra in Sicilia nel 1956 è messo presto a servizio nei seminari Francescani di Palermo e Montevago come Rettore e formatore dei giovani fino al 1966. Per sette anni è stato missionario in Zambia (Africa). Rientrato in Italia il 1973, ha svolto un lungo periodo (18 anni) di apostolato a largo raggio dando vita insieme ai fratelli p. Francesco e p. Salvatore, a una emittente radiotelevisiva (Radio Tele Kolbe) ed un Centro per la diffusione della buona stampa (Centro Kolbe) nella parrocchia di san Francesco ad Alcamo (TP). Dopo un breve periodo di lavoro apostolico a Mussomeli (CL) dal 1991 al 1994, passa a Messina ove per dieci anni svolge il suo ministero con l’incarico di Guardiano della Fraternità religiosa e Rettore del Tempio di San Francesco all’Immacolata. Nel 2005 viene trasferito a Catania come Guardiano e Rettore della Chiesa e nel 2009 infine a Comiso. Festa dell’Adesione 2013/2014 Ecco il nostro “SI”… “L ’appartenenza all’Azione Cattolica Italiana costituisce una scelta da parte di quanti vi aderiscono per maturare la propria vocazione alla santità, viverla da laici, svolgere il servizio ecclesiale che l’Associazione propone per la crescita della comunità cristiana, il suo sviluppo pastorale, l’animazione evangelica degli ambienti di vita e per partecipare in tal modo al cammino, alle scelte pastorali, alla spiritualità propria della comunità diocesana.” (Statuto dell’AC art. 15.1) O gni anno, l’8 dicembre, per la festa dell’Immacolata Concezione, l’Azione Cattolica tutta, nelle parrocchie dove essa è presente, rinnova la propria adesione e il proprio sì all’associazione, per un rinnovato e sempre maggiore impegno nella Chiesa. Aderire all’Azione Cattolica significa infatti scegliere di vivere da laici la propria chiamata alla santità, partecipando attivamente alla vita dell’associazione quale piena esperienza di Chiesa. Il Presidente nazionale, Franco Miano, l’8 dicembre ci ha ricordato che aderire all’Azione Cattolica è una scelta di libertà. La libertà di donne e uomini, ragazzi, giovani, adulti che liberamente, a partire dal loro sì a Gesù, scelgono di impegnarsi insieme per la vita della Chiesa e della Società, crescendo nella fede e in umanità. In comunione con tutta l’Associazione, anche i soci di Mezzojuso hanno rinnovato la propria adesione il 7 dicembre nella Messa prefestiva dell’Immacolata Concezione, presso la Chiesa a Lei dedicata (Ex Convento latino). La Liturgia Eucaristica è stata celebrata da Don Enzo Cosentino ed animata dai giovanissimi e dagli accierrini che hanno fatto da corona. Dopo l’omelia del parroco è stata celebrata l’adesione con la lettura di alcune riflessioni di Santi e Beati di Azione Cattolica, seguite dalla preghiera di adesione. Al termine della Celebrazione è stata consegnata a ciascun socio la tessera, segno che ci aiuta a ricordare una scelta di impegno personale. Aderire infatti comporta anche un po’ di fatica e sacrificio, è un impegno che va rinnovato ogni giorno. Aderire per ciascun socio, a partire dai più piccolo fino al più grande, significa scegliere volontariamente di togliere parte del proprio tempo per dedicarlo ai più piccoli, agli incontri settimanali, alla programmazione e alle varie attività. Significa impegnarsi in uno stile di vita nuovo che cerca di incarnare in prima persona, per poi trasmetterlo agli altri tramite la testimonianza di ogni giorno, il messaggio cristiano. Aderire richiede anche un piccolo sacrificio economico che permette all’Azione Cattolica di sostenersi attraverso i contributi di ciascun socio, dando la possibilità di ricevere la stampa associativa che accompagna la formazione a misura di ciascuna età e la copertura assicurativa di ogni aderente in tutte le iniziative. La frase del Vangelo che accompagna l’anno associativo 2013/2014 è tratta dal Vangelo secondo Matteo e così dice: “Quelli che troverete chiamateli”. Questa frase evangelica esorta ciascu- no di noi a riscoprire la propria vocazione missionaria per incontrare e andare alla ricerca dei “lontani” portando loro, con la nostra gioia e il nostro entusiasmo, la testimonianza che è bello impegnarsi per Cristo e che davvero esiste una Chiesa “bella” in cui vivere e lavorare. Anche papa Francesco ha spesso esortato la Chiesa tutta ad uscire dalle proprie chiese, dalle proprie associazioni per andare verso le periferie delle nostre città, ossia andare incontro ogni uomo e donna di oggi che nei drammi e nelle paure della propria storia personale cerca in noi cristiani un po’ di speranza per poter uscire dalla solitudine e dalle situazioni di dolore di cui ogni uomo fa esperienza. L’augurio che la nostra Associazione parrocchiale si fa all’inizio di questo nuovo triennio è proprio questo: essere sempre più cristiani adulti nella fede, impegnati nella Chiesa e nel mondo per il bene di ciascun uomo che ci è posto accanto, consapevoli che ogni uomo pur nella diversità è sempre un dono ed è occasione di crescita umana e spirituale. Gioacchino Vittorino - Martina Cozzo Responsabili ACR e 3 La Carica dei 25 S e 4 Vacanze di branco invernali 2013 arà anche un appuntamento annuale, ma ogni VdB (Vacanza di Branco) porta con sé un’emozione, sempre diversa. In particolare, quella di questo inverno, tenutasi a Palazzo Adriano dal 27 al 29 Dicembre, è stata caratterizzata dalla novità. In quanto prima esperienza di campo scout, per la maggior parte dei nostri adorabili lupetti ogni cosa è stata emozionante, sorprendente e avvincente; e questo è stato, anche per noi capi, motivo di stimolo e iniziativa. Abbiamo proposto, come tema del campo, “La Carica dei 101”, ispirandoci al celebre cartone animato della Walt Disney. Tra Crudelia Demon, ladri, cani di tutte le razze e rapimenti, non sono mancate cacce al tesoro e ricerche estenuanti che ci hanno portato tanta allegria e tanto divertimento. Ci sono stati, però, anche momenti di riflessione e di preghiera. Il campo infatti si è concluso con un’emozionante caccia francescana incentrata su alcuni episodi della vita del Santo nostro protettore. La cosa che, ad ogni modo, ci ha portati, maggiormente, a pensare è stata la conoscenza di un gruppo di dieci ghanesi, ospiti del centro d’accoglienza Caritas, ai quali abbiamo portato un po’ di gioia e allegria. Adesso vi chiederete: “ma cosa c’è di diverso?”. Ebbene, la possibilità di stare insieme, di giocare e di divertirsi ha unito così tanto il nostro branco che l’ultima sera nessuno se ne sarebbe voluto andare da lì. Questa per noi è stata una grande conquista perché è stata la dimostrazione del fatto che il nostro obiettivo - creare un gruppo unito e coeso - è stato raggiunto brillantemente. A conclusione di questo breve racconto possiamo solo dire che la passione, l’impegno, la dedizione e la voglia di fare non ci mancano, dunque noi continuiamo, con l’aiuto di Dio, a fare del nostro meglio per crescere ed andare avanti, perché ricordate: “Lupi noi siamo e mai ci arrendiamo!” Buona Caccia. Chil Federica Giordano Vivere Il Natale “E NASCIU LU BOMMINEDDU”, il presepe vivente della scuola dell’Infanzia statale “I. Gattuso” di Mezzojuso Foto di Cesare Di Grigoli I l 18 e il 19 dicembre 2013 gli alunni della scuola dell’Infanzia statale “I. Gattuso” di Mezzojuso sono stati gli attori principali del suggestivo presepe vivente “E nasciu lu Bommineddu”: un articolato percorso, animato dai bambini, lungo il quale erano rappresentate piccole botteghe, scene di vita quotidiana, antichi mestieri, oltre, ovviamente, al quadro della Natività. I protagonisti di questa rappresentazione sono stati i piccoli alunni che, nonostante la loro età, sono divenuti dei grandi attori. Costruire un presepe con gli alunni, non è solo voler chiamare in causa creatività e abilità manuali, ma è soprattutto permettere un momento di riflessione, di discussione e di ricerca. Richiamare in vita i personaggi della Natività, attraverso la rappresentazione, è anche un modo per riflettere e leggere nei segni, nella collaborazione e nel gioioso e comune lavoro, il vero senso del Natale. L’esperienza sottintende un’opportunità che offre la scuola di vivere il Natale in forma originale e non secondo i consueti canoni consumistici. La finalità è di far cogliere agli alunni il senso dell’attesa, della condivisione, del dono, della speranza e della gioia: aspetti determinanti ai fini educativi che, grazie alla festa del Natale, possono essere concretamente vissuti. Un’ambientazione perfettamente ricostruita in cui una parte del salone del plesso scolastico si è trasformato “per incanto” (e con grande lavoro certosino di insegnanti, personale scolastico e alcuni genitori) in locande, taverne, case e attività dell’ epoca con fieno, finestre, panni stesi e un bellissimo cielo stellato, che riportava immediatamente ad una notte e ad una storia, raccontata dai bambini, risalente a più di duemila anni fa. Immancabile anche la riproduzione della grotta con la scena della Natività, ovviamente con un bambino Gesù in carne ed ossa. Il risultato è stato un presepe vivente che ha commosso, in cui i bambini hanno recitato con emozione (ma benissimo) la loro parte regalando momenti di gioia a genitori, parenti e a quanti, orgogliosi, sono venuti a vederli. In appuntamenti come questo, si mescolano gioco e cultura, storia e leggenda. I bambini imparano che lavorare in gruppo può dare frutti insperati, anche quando non ci sono fondi e sembrerebbero non esserci più possibilità, che, invece, nascono dalla volontà e dalla caparbietà. La rappresentazione del presepe vivente ad opera dei bambini è stato un crescendo di emozioni e di bellissime sensazioni. Stupendi i costumi indossati, realizzati da genitori e nonni. Un mese di lavoro intenso con la cura di tutti i particolari, grazie anche al contributo delle famiglie che hanno messo a disposizione oggetti e utensili antichi. Visto il successo, il presepe dei bambini potrebbe essere replicato anche l’anno prossimo, almeno si spera! Liana La Gattuta e 5 “La notte, udite, sta per finire, ma il giorno ancora non è arrivato… Ma io voglio, sempre, perciò insistete, ridomandate, tornate ancora se lo volete, non vi stancate… ora capisco il mio capire, che una risposta non ci sarà, che la risposta per l’avvenire è in una voce che chiederà: SENTINELLA, QUANTO RESTA DELLA NOTTE. E e 6 d è con queste parole che ha inizio il nostro CFA. Si parte per l’ennesimo campo, ma a differenza delle altre volte, questo non è caratterizzato dalla presenza di bambini ma di capi adulti pronti per concludere l’iter formativo. Il CFA (campo di formazione associativo) è l’ultima tappa della formazione che i capi educatori Agesci devono fare per poter essere brevettati. Tutto è pronto, zaino sulle spalle, uniforme indossata, pronti per una nuova avventura a Napoli. Il tutto ha inizio il 2 gennaio 2014 alle ore 10:00 presso Piazza Lauro di Sorrento, dove ad attenderci ci sono altri capi provenienti da tutta Italia. Presentazioni, baci e abbracci e inizia il nostro giro per Sorrento, ammirando e contemplando le bellezze che questa meravigliosa città ci offre. Terminato il giro per Sorrento, pranziamo, ridiamo, bansiamo (giochiamo) e subito dopo zaino sulle spalle pronti per affrontare un faticoso percorso per arrivare alla seconda tappa “Colli di fontanelle”. Ad attenderci dopo diversi chilometri di strada, ci sono: Padre Fabrizio (ass. eccl. del campo), Angela, Sciao, Paolo, SENTINELLA, QUANTO RESTA DELLA NOTTE… Il CFA (campo di formazione associativo) è l’ultima tappa della formazione che i capi educatori Agesci devono fare per poter essere brevettati. Cosimo, Gaetano, Matteo e Livio (capi campo). Con una solenne cerimonia abbiamo rinnovato le promesse battesimali, esposti i propri dubbi sull’essere capo scout e la consegna del nuovo fazzolettone simbolo di una nuova comunità. Non poteva concludersi questa prima giornata con una festa e ad ogni festa che si rispetti un po’ si mangia: prodotti tipici dal proprio luogo di prove- nienza da condividere con tutti gli allievi. Inizia un nuovo giorno, sveglia, colazione e preghiera e ci spostiamo in un nuovo paese: Sant’Agata dei due Golfi. E’ facendo strada e camminando insieme che abbiamo avuto il primo modo per incontrare essenzialità e bellezza proprio dove apparentemente sembrano non esistere. Finalmente arriviamo a Sant’Agata e dopo aver tanto faticato soddisfiamo i nostri bisogni: mangiare e lavarci. La giornata continua puntando l’attenzione sul senso del fallimento e cercare di capire le maggiori criticità nella propria vita scout. Terzo giorno, sveglia, colazione e preghiera. Sotto la pioggia e su strada scivolosa ci mettiamo in cammino per la stazione di Sorrento per poter prendere la circumvesuviana e spostarci a Napoli. Una volta arrivati sul posto, l’appuntamento è presso la Chiesa di Santa Maria Egizia, da lì ha inizio l’Hike di servizio. L’Hike è un’uscita in cui vengono messe alla prova la capacità di adattamento e di resistenza di cui lo vive. L’Hike in sostanza consiste nel divide- re in gruppi i ragazzi e dotarli di una mappa su cui è segnata una località da raggiungere per pernottare la notte e la destinazione da raggiungere il giorno successivo. Nella località segnata per pernottare, il gruppo dovrà trovare ospitalità per la notte offrendo in cambio il proprio servzio alle persone che lo ospitano. Allo stesso tempo è anche un momento di riflessione personale, è un introspezione psicologica al fine di analizzare la propria vita e trovare un obiettivo concreto per il futuro. E’ quindi un momento che coniuga strada, spiritualità e avventura. Ad ogni gruppo come destinazione è stata assegnata una casa famiglia o un centro sociale dove svolgere il proprio servizio. Il giorno seguente è stato scelto come luogo di destinazione il quartiere Sanità. Ognuno di noi ha avuto modo di esternare le proprie sensazioni ed emozioni, arricchendole con la visita del quartiere. Qui abbiamo assistito ad una grande sfida di un grande uomo e prete che è stata quella di risvegliare le coscienze dei giovani di uno dei rioni più difficili di Napoli. Da questa sfida ne viene fuori un successo incredibile e inaspettato d’impresa civica, sana, solidale e sostenibile oltre al riscatto di una bella parte di quartiere e dei suoi giovani che non vivono una situazione economica, sociale e affettiva molto fiorente. Questa profonda, intensa ed emozionante giornata si conclude con una visita dei tesori nascosti e dei quartieri tipici della bella Napoli accompagnata da una buonissima pizza napoletana. Siamo arrivati a giorno 6 gennaio, dalla Sanità ci spostiamo a Scampia, un quartiere di Napoli abbastanza degradato e senza un futuro reale per i giovani. Lì siamo stati accompagnati alle “Vele” dai capi scout del gruppo Napoli 14, che ci hanno permesso di conoscere i bambini del quartiere e del centro ROM. Questa visita, ha scaturito in noi un senso di angoscia e tristezza nell’aver visto bambini poco fortunati ma con tantissima voglia di vivere, lottare e sorridere. Questo ci ha permesso di percepire la presenza di Dio in ogni singolo volto degli abitanti di Scampia. Ma l’emozioni non finiscono qui, si intensificano nei successivi giorni a seguito della visita del carcere di Secondigliano e della festa organizzata al centro Hurtado per tutti i bambini del quartiere. Siamo al 9 gennaio e il campo giunge al termine con le verifiche personali, con gli occhi pieni di lacrime e con il cuore pieno di gioia e amore verso il prossimo. Ed è con una frase di Neruda che po’ riassumersi il senso del campo: “ Quando riposa il treno si riuniscono gli amici…”; non è il mezzo con il quale siamo arrivati, ma sul perché: riposare, fare il punto sulle proprie esperienze, sul proprio servizio, condividere, costruire comunità, provare insieme a capirci un po’ di più, respirare la propria vocazione di capo all’aria buona di un solido percorso di fede, ricordarsi e ritrovarsi dentro una grande Associazione, confrontarsi, sognare e costruire il cambiamento alla luce del Patto Associativo, tornare a casa cresciuti. Non bisogna rimanere nel proprio territorio per offrire servizio, ma basta puntare l’occhio verso l’orizzonte e accorgersi che proprio lì c’è qualcuno che ha bisogno delle nostre mani e del nostro sorriso. Caterina Perniciaro Giacomo Lisciandrello e 7 NASCE UN CORO DI VOCI BIANCHE A MEZZOJUSO VOCI PRIME I e 8 l 2013, tra le tante cose, ha visto sbocciare la nascita di un nuovo gruppo di giovanissimi cantori, che nel periodo natalizio hanno allietato tante persone in più eventi: il coro di voci bianche “San Filippo Neri”. Galeotta fu la commedia che vedeva impegnati come attori e cantanti i numerosissimi ragazzini che vi parteciparono, e per questo motivo ho pensato di dedicare questo nuovo gruppo corale ad una figura che mi accompagna da molto tempo; San Filippo Neri (15151595). Il gruppo è formato attualmente da una quindicina di elementi tutti di età compresa fra gli otto e i sedici anni, con valide capacità musicali e vocali. Nell’ottobre scorso sono iniziate le prove, che prevedono esercizi di intonazione, vocalizzi, educazione polifonica e tutto ciò che occorre per ottenere un buon lavoro. Lo scorso 13 dicembre ha avuto luogo presso la parrocchia Maria S.S. Annunziata il primo “Concerto di Natale” organizzato dalla Confraternita “S. Francesco d’Assisi”. Durante la serata si sono esibiti due cori: il coro di voci bianche S. Filippo Neri, e un coro lirico formato da alcuni dei miei colleghi diretti dalla maestra Carmelina Di Peri. I due gruppi si sono alternati durante il concerto affrontando repertorio sacro, operistico e relativo alle vicine feste natalizie. Il tutto è riuscito anche grazie alla collaborazione del parroco Don Enzo Cosentino, della Confraternita “S. Francesco d’Assisi” e dei fratelli Canfora che hanno preparato un ottimo buffet per ringraziare tutti i cantanti che si sono esibiti. Quello del 13 Dicembre lo abbiamo considerato come un vero e proprio debutto dopo mesi e mesi di dure prove. Qualche giorno dopo, un gruppo di organizzatori, mi ha contattato chiedendomi la partecipazione del coro di voci bianche ad uno spettacolo di beneficenza. Così armati di pazienza (soprattutto gli accompagnatori Alberto Cosentino e Marco Canfora) e di tanto entusiasmo, il 30 dicembre mattina siamo partiti da Mezzojuso alla volta del teatro “Franco Zappalà” di Palermo presso il quale, in serata, si è svolta l’esibizione dei piccoli cantori diretti da me. Il successo è stato davvero grande, tanti i complimenti da parte di maestri e colleghi che si sono augurati di rivederci nuovamente sul palco del teatro per altre produzioni un po’ più impegnative. L’impegno continua chiaramente anche dopo questi due eventi che ci hanno visti protagonisti, con l’ingresso nel coro di nuovi elementi e con le nostre animate prove, che oltre ad essere momenti costruttivi per tutti, sono soprattutto occasione di socializzazione e confronto. Ringrazio ancora tutti i genitori per la fiducia datami in questi mesi e per l’interesse che danno a queste mie proposte. Il mio augurio è quello di continuare con quest’attività il più lungo possibile, e crescere insieme al “mio” coro col quale spero ancora di condividere altri successi ed emozioni. Claudio Corsaro Billone Chiara Bisulca Fabiana Contessa Gianluca Di Grigoli Lucrezia La Barbera Chiara La Barbera Riccardo Lo Monte Giuseppe Mirto Clara Palagonia Carla Schillizzi Alice Sunzeri Federica Viscardi Francesca VOCI SECONDE Duka Nadia Lo Vico Sara Magnate Aurora Sagrì Stefania PIANOFORTE Alberto Cosentino DIRETTORE DEL CORO Claudio Corsaro Foto di Cesare Di Grigoli “Io vigilo sulla mia parola per realizzarla” (Ger 1,12) Foto di Vittorio La Rosa L’Ordinazione presbiterale di SERVO MICHELANGELO MANNINA È stata un’immensa gioia per la Comunità dei Servi e delle Serve dell’Amore Misericordioso, e per l’intera eparchia di Piana degli Albanesi, ricevere il dono e la grazia dell’ordinazione presbiterale di servo Michelangelo Maria Mannina, avvenuta il 21 Dicembre 2013 presso la Tenda della Divina Misericordia a S. Cristina Gela per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. Rev.ma il Cardinale Paolo Romeo, Amministratore della nostra eparchia. Il versetto biblico iniziale, che servo Michele ha scelto per le immaginettericordo della celebrazione, esprime tutta la grandezza e la bellezza dell’incontro tra due storie: la storia di servo Michele e la storia di Dio; Egli gli si è fatto incontro, ha voluto intrecciare la sua vita divina con l’umanità di questo suo figlio fino a penetrarla e, infine, a trasformarla anche nelle più intime fibre col cambiamento ontologico operato dallo Spirito in forza del sacramento dell’Ordine, completando quell’opera iniziata con l’ordinazione diaconale e rendendolo “sacerdos in æternum”. È la tenerezza manifesta di un Padre che, misericordiando - se vogliamo usare il passivo teologico dell’evangelista Matteo - un uomo, lo sceglie per “implorare la Sua misericordia per il popolo e per il mondo intero” (dalla liturgia dell’Ordinazione); è l’amore di un Dio che ha voluto regalare alla Comunità dei Servi e delle Serve, all’intera eparchia, alla Sua Chiesa un nuovo ministro che dispensi i Suoi divini Misteri. Splendido è il dono, splendida è stata la giornata: il cielo sereno, il sole radioso e la gente felice che gremiva la tensostruttura hanno fatto da cornice all’evento. La celebrazione è stata fortemente sentita ed attivamente partecipata: i sacerdoti, il popolo, lo stesso Cardinale sono entrati in un clima di preghiera palpabile, autentico; generale la commozione alla presentazione del candidato, esposta da p. Emilio Cassaro, Fondatore e Superiore della Comunità., alla litania dei santi e alla vestizione degli abiti sacerdotali, momento seguito da un applauso commosso e prolungato. Commossi anche i presbiteri presenti, con i quali il neo ordinato ha scambiato un affettuoso abbraccio di pace.. Alla fine della celebrazione, animata da canori e musicisti laici e religiosi della Comunità, ha avuto luogo il tradizionale bacio delle mani, bagnate poi non solo dall’Olio Crismale, ma anche dalle lacrime di gioia di molti presenti. Domenica 22 Dicembre alle ore 9.30, presso la stessa tensostruttura, servo Michele ha celebrato la sua prima Messa: un vortice di emozioni ha coinvolto la Comunità e l’assemblea presente che, col cuore gonfio di gratitudine, si sono unite al novello sacerdote nel rendimento di grazie innalzato a Dio col Sacrificio Eucaristico. Al termine della liturgia, servo Michele ha ringraziato i presenti alla celebrazione e in tutta la sua vita; ultima - e non ultima - fra tutti la Vergine Madre, alla quale ha rinnovato il suo “totus tuus”. Partecipatissima è stata anche la S. Messa che servo Michele ha presieduto la stessa Domenica pomeriggio presso la Chiesa Madre di San Giorgio in Caccamo, suo paese natale. Servo Michele ha accompagnato la sua preparazione all’ordinazione con un piccolo versetto biblico: “Tu rinnovi come aquila la mia giovinezza”, unendolo ad un continuo stupore e ad un sincero rendimento di grazie a un Dio talmente amoroso che, alla tenera età di 48 anni, gli ha donato una vita totalmente nuova. Con questo stesso versetto vogliamo rivolgere una provocazione/augurio ad ogni lettore: possa anche tu abbandonarti a Dio lasciando che Egli ti sorprenda con le Sue meraviglie, rinnovando in toto la tua vita. Ergo auguri, servo Michele; a u g u r i , Mezzojuso; a u g u r i , Chiesa Santa di Dio. Casa Noviziato S. Bruno e 9 Vivere il Presepe Una suggestiva ambientazione per il presepe vivente organizzato dalla Parrocchia Maria SS. Annuntiata C e 10 onclusasi la messa della notte di Natale si è alzato il sipario sull’ex Convento latino, che ha fornito uno scenario imparagonabile per la prima edizione del presepe vivente a Mezzojuso. L’originale presepe, che ha arricchito le festività natalizie nel nostro paese, è nato da un’idea di alcuni giovani proposta a don Enzo, e che ha trovato fin da subito terreno fertile sia fra gli altri giovani che fra gli adulti. La scelta di utilizzare i locali dell’ex Convento latino come sfondo per la rappresentazione è nata dall’idea, messa alla base di tutte le scelte, di favorire la conoscenza ai visitatori di ciò che è appartenuto al passato della nostra comunità. In tal senso i personaggi oltre che utilizzare i costumi e gli attrezzi da lavoro, che sono passati fra le mani esperte dei loro nonni, sono riusciti a ricostruire quelli che erano gli antichi mestieri del nostro paese, andando a creare uno spaccato di vita quotidiana, che andava dal sapore del formaggio fresco a quello delle “vastelle” con lo zucchero; dall’odore del carbone dentro i bracieri a quello della ricotta; dal suono del ferro battuto sull’incudine, ai canti intonati sul suono dell’armonium; dalla luce forte del fuoco a quella fioca della lampada ad olio; dalla velocità di chi lava i panni sulla “pila”, alla lentezza di chi con precisione ricama o intreccia i vimini per fare un cesto. Il percorso è stato una “full immersion” che ha coinvolto tutti i sensi, scaldando con quelle scene di semplice vita quotidiana i cuori dei visitatori, e facendo in modo che questi siano tornati a casa con un sorriso, e magari alcuni, proprio come hanno fatto i pastori avendo visto Cristo nella mangiatoia, hanno “glorificato e lodato Dio per tutto quello che avevano udito e visto”. La parola d’ordine fin dall’inizio è stata “francescanità”, tanto che con un contributo di 2.000 euro, dato dal Comune di Mezzojuso, si è riusciti a realizzare tutto questo. Inoltre, la scelta di rendere tutto molto sobrio è stata importante per far capire, in un momento di crisi, sopratutto morale, quanto il denaro conta poco, e quanto alcuni valori come lo stare insieme e il collaborare contano di più. L’obiettivo primario è stato fin dall’inizio quello di mettere alla base di tutto, la vera storia della natività di Cristo. In secondo luogo si è scelto di utilizzare una contestualizzazione storica, artistica e sociale, che potesse essere diversa da quella tradizionale, al fine di suscitare interesse e attrazione, anche turistica, e di rivalutare uno scorcio del paese che non appartiene più alla nostra vita quotidiana, e allestirlo in una maniera un po’ diversa dai classici presepi viventi, che mettono la natività al centro di tutto, trascurando che questa in quel momento è realmente avvenuta in una stalla isolata, parlando con i termini della rappresentazione: come se fosse una quinta. Infine l’unico scopo posto è stato quello didattico, facendo sì che il presepe nella sua funzione originaria, ovvero di “biblia pauperum”, potesse dare in maniera allegorica l’immagine biblica della natività di nostro Signore. L’ambientazione storica in un tempo relativamente lontano (prima metà del ‘900), è stata finalizzata a costituire una fonte di apprendimento andando a suscitare nei giovani interesse verso la storia del nostro territorio. Il presepe si è potuto realizzare grazie all’aiuto dei giovani, che non hanno scelto la strada dell’immobilismo, che da qualche anno sta penetrando nella società, ma anche grazie all’aiuto dei “grandi”, che hanno apportato una grandissima dose di entusiasmo e creatività, dando vita così a questo importante momento di aggregazione e collaborazione. Un grazie particolare va ai figuranti, che sono riusciti a rappresentare nella maniera più disinvolta e naturale possibile coloro che sono passati alla storia e coloro che sono stati dimenticati come i lavoratori; a tutti coloro che hanno aiutato mettendo a disposizione il loro lavoro, gli oggetti, che furono tra le mani dei vecchi lavoratori mezzojusari e soprattutto le loro conoscenze che sono state indispensabili e basilari a tutto. Si ringraziano inoltre tutti i visitatori perché non c’è miglior successo per chi organizza che vedere una moltitudine di persone contente e soddisfatte. Angelo Schillizzi FOTO DI ROSARIO COSENTINO e 11 Spigolature dall’Archivio della Parrocchia di S. Nicola a cura di Nino e Nicola Perniciaro PAPAS LORENZO PERNICIARO Cenni biografici sui papàs e sugli uomini illustri della colonia di Mezzojuso On. Simone CUCCIA Deputato al Parlamento nazionale e 12 Simone Cuccia nacque in Augusta da Luca e Teresa Papè il 15 marzo 1841. Appartenente a famiglia albanese di Mezzoiuso. Il padre fu capitano dell’esercito borbonico in seguito congedato e messo in pensione. Appena ultimati gli studi elementari, il piccolo Simone, il quale del resto non sentiva una vocazione per quella carriere, ma amava la quiete e lo studio, fu collocato nel Seminario greco, diretto allora do un suo zio papàs Andrea Cuccia, dove eccelse fra i suoi colleghi per vivacità e prontezza d’ingegno e soprattutto per quella immensa bontà d’animo, che non smentì mai in tutta la sua vita e che lo rendeva caro e simpatico a quanti lo avvicinavano. Così egli poté seguire gli studi classici e coltivare di poi le scienze giuridiche. che dovevano un giorno renderlo celebre ammirato e stimato1. Ecco quanto ci dice Giuseppe Bennici: L‘avv. Simone Cuccia deputato al Parlamento per l’ingegno e la splendida parola non secondo nel foro di Palermo a nessuno, deve la sua riuscita unicamente a papàs Andrea. Questi lo apprezzò; lo prese fanciullo a benvolere e lo mantenne del suo in collegio fino a che si laureò. Quando, mutati i tempi, il padre dello ancora studente Simone, capitano nelle milizie borboniche, fu collocato in riposo con una esigua pensione e una numerosa famiglia, papàs Andrea ospitò tutti nella casa della Parrocchia2. E il prof. Alessandro Paternostro: I suoi primi anni passati in seno alla famiglia amatissima e povera, di quella povertà di tanto più tribolata, per quanto più si nasconde per le esigenze della condizione civile, lo educavano al culto degli affetti puri e tenaci ed alla difficile virtù. dei sacrifizi oscuri, modesti, quotidiani. Destinato alla carriera delle armi, il caso del ritorno della nave in porto per fortuna di mare ed il risvegliato timore materno decidono del suo avvenire. E’ mandato alle scuole classiche. Qui il giovinetto preannunzia ciò che potrà divenire l’uomo fatto: la tenacità nello studio, l’acume dell’ingegno, la fierezza ed insieme la dolcezza del carattere, propria alle nature veramente forti, lo rendono caro ai superiori ed ai compagni. Il giovane avvocato, innanzi alle diffi- Spigolature dall’Archivio della Parrocchia di S. Nicola coltà ed alle disillusioni che seguono il desiato possesso di una laurea, cerca nell’insegnamento delle lettere, della filosofia, e del diritto, nelle pubbliche scuole, così i mezzi della vita materiale, come il campo di azione alla vigorosa energia della mente. Dalle scuole ginnasiali e tecniche passa all’Università, e qui veramente rivela l’ingegno profondo e potente3. Difatti nel 1862, a ventun’anno, ottenne con franchigia la laurea in giurisprudenza. Il 25 ottobre 1864 sposò Silvia Anzon di Pietro e di Agostina Raccuja4. Mentre attendeva alla pratica forense, cominciò ad insegnare nel Ginnasio Vittorio Emmanuele e poi Etica e Diritto positivo privato nell’istituto tecnico. Dal professore Nicolò Musmeci, rettore dell’Università di Palermo, fu invitato ad occupare la cattedra di Introduzione alle scienze giuridiche e Storia del diritto. Mancato all’università il professore di Diritto e Procedura penale fu chiamato dal rettore prof. Giammellaro all’insegnamento di questa materia. Nel 1867 fu Consigliere provinciale nel mandamento di Partinico, nel 1878 Consigliere comunale a Palermo. Fu consigliere del Banco di Sicilia, membro del Consiglio sanitario provinciale, presidente della Scuola superiore Turrisi Colonna. Nel 1882 fu proposto candidato nel Collegio di Palermo come deputato al parlamento nazionale e fu eletto con grande maggioranza di voti venendone riconfermato per altre tre legislature. Quando prese parte alla vita politica, rinunziò all’insegnamento. Nel 1888 fu nominato relatore del bilancio di Grazia e Giustizia, nomina che gli venne confermata sempre per la competenza, che aveva in questa materia. Fu relatore della legge sulla insequestrabilità degli stipendi. Gli fu offerto il portafoglio di Grazia e Giustizia in sostituzione del Ferraris, ma lo rifiutò per sentimento di coerenza politica, e lo tornò a rifiutare quando l’offerta gli venne ripetuta nel 1893. Simone Cuccia moriva in Palermo da Deputato il 23 febbraio 1894 all’età appena di 54 anni. Nell’atto di morte della parrocchia greca di Palermo gli fu dato il titolo di Eximius advocatus. Tale fu veramente il Cuccia: uomo di rare qualità, sopratutto profondo conoscitore del Diritto e celebre oratore. Anzitutto profondo conoscitore del Diritto. Al di sopra di tutti i suoi lavori parlamentari infatti, a perpetua testimonianza della sua grande intelligenza e della sua vasta dottrina, rimane la collaborazione da lui prestata al nuovo Codice penale (Zanardelliano), del quale fu relatore con Villa, Marcora e Nocito. Fu anche celebre oratore. Ecco quanto scrisse di lui l’avvocato Giuseppe Di Stefano Napolitani: E’ antico il detto poeta nascitur, orator fit. E ciò sarà vero nella generalità dei casi; ma per Simone Cuccia era il vero caso di dire che egli nacque oratore. Difatti la natura gli era stata larga di tutte quelle doti, che il vero oratore deve possedere: ingegno potente, intuizione rapida, anzi fulminea, percezione chiara, memoria portentosa, cuore pieno di affetto, figura maschia e simpatica, parola vigorosa, incisiva, affascinante. A tutte queste qualità naturali egli, con uno studio indefesso, seppe unire una vasta dottrina giuridica, una cultura letteraria e filosofica non comune, una conoscenza profonda delle intime latebre del cuore umano. Non è da stupire, quindi, se dotato di tanti requisiti, Simone Cuccia poté pretto salire in fama. di grande oratore5. 1 In memoriam di Simone Cuccia. Commemorazione letta nel Circolo giuridico nella tornata del 24 febbraio 1895 dall’avvocato Giuseppe di Stefano Napolitani. Palermo, Stabilimento Tipografico Virzì, 1895, pag.7. 2 Giuseppe Bennici. Un primo libro per mio figlio. Roma, 1896, pag.34. 3 Per Simone Cuccia. Parole pronunziate dal prof. Alessandro Paternostro per l’inaugurazione del monumento al Cimitero dei Rotoli. Palermo, I Novembre 1895. 4 Archivio parroc. greca di Palermo. 5 In memoriam di Simone Cuccia … cit. p.12. Papàs Andrea CUCCIA (1788-1875) Rettore del Seminario greco di Palermo (1845-1865), parroco della parrocchia greca di Napoli (18311845), parroco della parrocchia greca di Palermo (1859-1875). Papàs Andrea Cuccia, fu Luca e fu Pietra Lopes, nacque a Mezzojuso e venne battezzato dal reverendo Nicolò Figlia, allora cappellano sacramentale di questa madrice, il 25 ottobre 1788 (Reg. battesimi pag. 156). Al battesimo gli vennero posti i nomi Andrea e Melchiorre. Padrini furono il reverendo papàs Melchiorre Masi e donna Anna Schirò, moglie di papàs Antonino Lazzaretto, vicario foraneo di Mezzojuso. Compì i suoi studi nel Seminario greco di Palermo. Ordinato sacerdote, venne a Mezzojuso. Lo troviamo annotato nei registri dei battesimi di questa madrice dal 14 ottobre 1816 al 27 maggio 1818 con la qualità di cappellano sacramentale. Dal 1819 al 1830 fu cappellano sacramentale della parrocchia greca di Palermo prestando contemporaneamente servizio nel Seminario greco di detta città, ove esercitò anche l’insegnamento. Indi nel 1831, quando già ricopriva la carica di vicerettore del predetto Seminario sotto il dotto monsignore Giuseppe Crispi, rettore, venne chiamato a reggere la parrocchia greca dei SS. Apostoli Pietro e Paolo di Napoli per sostituirvi il reverendo papàs Giorgio Matranga, prima quale economo curato1 e poi quale parroco2. Papàs Andrea svolse quivi il suo ministero sacerdotale con gradimento dei suoi superiori ecclesiastici fino al 12 luglio 1845. In detto anno a petizione del cardinale Ferdinando M. Pignatelli, arcivescovo di Palermo, e di mons. Giuseppe Crispi, vescovo greco, lasciò per disposizione speciale di S. M. Ferdinando II quella Pieve di Napoli, per venire ad assumere il doppio ufficio di rettore nel Seminario Greco di Palermo e di cappellano nella parrocchia greca della stessa città3. La Deputazione del Seminario nella riunione del 23 luglio 1841 gli conferiva la carica di rettore, carica che seppe mantenere con dignità e prestigio fino al 18654. Ecco il testo della deliberazione della Deputazione: Avendo renunciato 1’ill.mo e rev.mo mons. vescovo dott. don Giuseppe Crispi la carica di rettore del nostro seminario, attese le di lui varie occupazioni, è stata questa accettata dalla Deputazione, la medesima, con l’espresso consenso ed e 13 Spigolature dall’Archivio della Parrocchia di S. Nicola e 14 approvazione di S. Emin. mons. arcivescovo, unanimemente è venuta ad eligere per rettore suddetto il rev.mo sacerdote don Andrea Cuccia con tutte le facoltà necessarie volute dalle regole dello stesso. Intuitivamente alla suddetta renuncia la Deputazione, tenendo presente i lunghi servizi prestati dall’ill.mo e rev.mo mons. vescovo Crispi per anni ventuno con detta qualità di rettore, permette che vita durante abbi gratis l’uso di quelle stanze di esso Seminario, che ha tuttora abitate, a condizione però di dare una qualche sorveglianza in esso Seminario sull’affari essenziali del medesimo. Con decreto arcivescovile poi del 9 agosto 1845 gli veniva conferita la carica di cappellano della parrocchia greca di detta città, carica che tenne fino all’ottobre 1859, quando, morto il 4 settembre 1859 S. Ecc. mons. Giuseppe Crispi, parroco della predetta parrocchia, il Cuccia gli succedeva, ricevendone il possesso canonico il 16 ottobre 1859. Nel 1855 papàs Andrea incomincia a sentirsi malfermo in salute. In quell’anno, il 10 giugno, fa istanza a S. M. il re Ferdinando II per avere una pensione vitalizia. Il settembre 1865 rinunzia al rettorato del Seminario greco, continuando ad essere parroco della parrocchia greca di Palermo fino al 18 marzo 1875, data della sua morte, avvenuta nella città stessa di Palermo (Archivio parrocchia greca di Palermo, Registro defunti p. 10). Per le conoscenze che egli aveva in città, e per le benemerenze acquistatesi lungo il suo rettorato, alla sua salma furono resi solenni onoranze, e, a spese del pronipote l’illustre deputato Simone Cuccia, che ne adempiva il comando a tutte sue spese, venne trasportata con pompa in Mezzojuso, ove venne tumulata nella chiesa filiale del SS. Crocifisso. Giuseppe Bennici, nel noto libro5, descrive la vita del nostro seminario di quel memorando e quanto mai agitato 1860. In esso fa sopratutto risaltare la figura del suo rettore padre Andrea Cuccia. A p. 31 così ci dice: Il rettore papàs Andrea Cuccia era un vecchietto di statura regolare, barba e chioma già brizzolate dalla canizie, asciutto, tutto 6 auméntare le rendite colla sua autorità ed operosità. Ottenne infatti nel 1846 una assegnazione di £ 2.500 e nel 1857 una altra di £ 918 dal re Ferdinando II e nel 1860, colla valida cooperazione dell’antico suo discepolo Francesco Crispi7 una nuova rendita di £ 3.400 a favore del Seminario per decreto del dittatore G. Garibaldi8. Colla buona e rigida amministrazione impiegò notevoli risparmi a pro’ del seminario, ne rifece le fondamenta e migliorando la villa alle falde di Monte Pellegrino, ne accrebbe sensibilmente l’annua rendita. Risulta ancora che papàs Andrea impiegasse tutto quello che gli avanzava in elemosine e sussidi ai bisognosi spontaneamente e non richiesto accorrendo, angelo consolatore, alle loro case9. vene e nervi. Nei costumi irreprensibile, sobrio nella vita, austero negli atti, rigidissimo nella disciplina, instancabile, inflessibile con amici e con nemici... Non v’era per lui altro nel mondo di necessario che 1a conservazione della lingua albanese e del rito greco nelle quattro colonie. E a p. 34: In fondo, chi era papàs Andrea con quei lineamenti energicamente scolpiti? Era un carattere e tenne il seminario con lustro, lo adornò di una villa per sollazzo autunnale, e quel tempo che gli avanzava e i suoi piccoli risparmi prodigava ai suoi parenti più poveri. L’avv. Simone Cuccia, deputato al parlamento, per l’ingegno e la splendida parola non secondo nel foro di Palermo a nessuno, deve la sua riuscita unicamente a papàs Andrea. Questi lo apprezzò, lo prese fanciullo a benvolere e lo mantenne del suo in collegio fino a che si laureò. Quando, mutati i tempi, il padre dello ancora studente Simone, cappellano nelle milizie borboniche, fu collocato in riposo con una esigua pensione e una numerosa famiglia, papàs Andrea ospitò tutti nella casa della parrocchia. Papàs Andrea Cuccia visse legato in amicizia con alti personaggi, letterati, nobili, ministri, generali e collo stesso re Ferdinando II. Fu egli uno dei più savi rettori del Seminario greco di Palermo per la cui prosperità molto lavorò e seppe Archivio parrocchiale madrice greca, Mezzojuso, cart. XXI, Bolla di nomina del 29-1-1831. 2 Archivio parrocchiale idem 5 maggio 1834. 3 Archivio parrocchiale idem Esposto di papàs Andrea a S.E. il principe di Castelcicala luogotente gener. di S.M. in Sicilia. 4 Archivio parrocchiale idem Deliberazione della Deputazione del Seminario. 5 Giuseppe Bennici. Un primo libro per mio figlio, Roma, 1896, pp. 31-32. 6 Nel 1854 fu costretto a rifare l’inventario di tutte le rendite e dei canoni, dovuti all’amministrazione del Seminario, avendo trascurato i passati amministratori la rinnovazione dei relativi titoli. 7 Giuseppe Bennici, op. cit., pp. 228-232, ove descrivesi l’arresto di papàs Andrea fatto dai rivoltosi e la di lui liberazione avvenuta nel palazzo pretorio, per l’improvvisa comparsa di Francesco Crispi ministro dell’Interno. 8 Decreto n. 254, Italia e Vittorio Emmanuele, il Direttore dell’Italia meridionale decreta: Articolo unico. E’ assegnata al Seminario greco-albanese di Palermo, per lo stabilimento di scuole agli allievi dello stesso, la somma di ducati 800 annuali (L.3400) da prelevarsi sulle rendite del vescovado greco di Sicilia. Napoli, 12 ottobre 1860, Il Dittatore fir. G. Garibaldi. Per copia conforme il segretario di stato F. Crispi. 9 Archivio parrocchiale madrice greca Mezzojuso, cart. XXII, Appunti manoscritti del prof. Girolamo Franco. 1 PAPÀS NICOLA FRANCO NECESSITÀ DI MANTENERE IL RITO GRECO IN MEZZOJUSO A cura di Antonino Perniciaro O ltre un secolo fa papàs Nicolò Franco, la cui biografia è apparsa lo scorso mese di luglio nel numero 94 di questo periodico, ha pubblicato un opuscolo1 che riportava una conferenza da lui tenuta nella chiesa di S. Nicola a difesa del mantenimento del rito bizantino a Mezzojuso. Le osservazioni espresse dal dotto papàs mi sembrano ancora veramente attuali, nonostante il tempo trascorso. Mi pare opportuno, pertanto, riproporne per i lettori di Eco della Brigna la premessa e le considerazioni salienti, tenuto conto che l’intero testo non avrebbe potuto trovare posto su queste colonne per la sua eccessiva lunghezza. E’ possibile comunque prendere visione di tutto l’opuscolo sul sito web E-biblìa che il nostro compaesano Pietro Di Marco ha meritoriamente creato e nel quale sono consultabili le riproduzioni digitali di moltissime altre opere riguardanti Mezzojuso sotto l’aspetto della storia, della cultura, dell’arte, delle tradizioni e del rito religioso. Ecco dunque quanto diceva papàs Nicola Franco ai fedeli riuniti nella matrice greca durante la novena di S. Nicola del 1910. I. Venuto tra voi, miei cari compatrioti, a predicare il Novenario di S. Nicola di Mira, protettore di questo Comune e titolare di questa chiesa di rito greco, con mio grande dispiacere mi sono accorto, che il rito greco, a cui apparteneva il gran taumaturgo S. Nicola, va deperendo. La popolazione di rito greco diminuisce per la emigrazione, i sacerdoti vanno scarseggiando, le sacre funzio- ni solenni vanno diminuendo, ed appena e con stento si celebrano le più necessarie per mancanza di risorse e di personale per l’assistenza. Eppure il mantenimento del rito greco deve essere di grande interesse non solo della colonia albanese, che lo professa, ma anche degl’altri nativi di questo comune, che seguono il rito latino. Perché Mezzojuso è uno dei pochi paesi, che hanno il privilegio di avere i due riti principali della Chiesa cattolica, il latino e il greco, i quali rappresentano l’unità di fede della Chiesa cattolica nella varietà esteriore, e allo stesso tempo simboleggiano le due civiltà cristiane l’orientale e l’occidentale, la latina e la greca, e sono come un compendio della storia della Chiesa cattolica. Perciò io vi prego di permettermi che vi parli della necessità di mantenere il rito greco in Mezzojuso e di degnarvi di onorarmi, di ascoltarmi con benevola attenzione, perché non intendo fare l’interesse della sola colonia albanese, ma di tutto l’intiero Comune di questo paese. II. Onde comprendere l’importanza del mio assunto, è necessario, che noi rimontiamo alle origini del culto cristiano … Mentre in Oriente e paesi affini all’ellenismo Cristiano, sorgeva, estendevasi e progrediva il rito cristiano in lingua greca, in Occidente sorgeva un’altra forma di liturgia, in lingua latina, la quale si diffondeva in quei paesi d’Occidente e dell’Africa, nei quali si parlava, ovvero vi era predominante la lingua latina. Però l’uniformità del rito latino, si effettuò molto più tardi del rito greco, ad onta che la base ne fosse la forma della Chiesa romana, di cui l’autorità s’impose per l’uniformità della Liturgia e della ufficiatura. Così si stabilirono i due principali riti della Chiesa cattolica, il greco ed il latino, come due principali braccia, d’un solo albero, che era il Cristianesimo istituito da Gesù Cristo, come società religiosa ... Non deve quindi meravigliare, che in Italia e sopra tutto nel Mezzogiorno, siano professati i due principali riti della Chiesa cattolica. L’Italia per Roma capitale del mondo cattolico diffusa in ogni angolo della terra, diviene come il centro del mondo cristiano. Come al tempo dell’Impero romano il grecismo ed il latinismo erano rappresentati in Roma così per il Cristianesimo, essendo Roma la capitale del mondo, vi fu sempre non solo il latinismo ecclesiastico, ma anche il grecismo ecclesiastico, e che i due riti si compenetrano e si completano nella loro progressione istorica. e 15 PAPÀS NICOLA FRANCO NECESSITÀ DI MANTENERE IL RITO GRECO IN MEZZOJUSO Tanto più che sino al secolo decimoterzo il Mezzogiorno d’Italia era greco di origine e di lingua, cioè le Puglie, la Calabria e la Sicilia formavano la Grande Grecia, per l’ampiezza del territorio e per il numero del popolo, mentre la Grecia è un territorio ristretto in paragone delle dette regioni… Cessata di regnare la lingua greca in Sicilia, veniva a cessare a poco a poco il rito greco. Nel secolo XV pareva cessato ogni vestigio dell’ellenismo cristiano in Sicilia, quando, numerosissimi Albanesi arrivavano nel continente italiano e in Sicilia fuggiaschi dalla patria nativa, e vi fondarono delle colonie nelle Calabrie, nella Basilicata e in Sicilia, dove tuttora esistono quattro colonie di numero, in Piana dei Greci, in Mezzojuso, in Palazzo Adriano, e Contessa Entellina. Chi erano questi Albanesi, che venivano a rifugiarsi in Italia? Erano i prodi, che per quasi mezzo secolo, sotto la condotta del loro principe Giorgio Castriota, detto Scanderberg avevano combattuto il Turco, tenendolo lontano dall’Albania, e così anche dall’Italia, perché tendevano a passare in Italia e conquistarla. Perciò questi Albanesi avevano con la loro resisten- e 16 za al Turco, coperto l’Italia dall’invasione musulmana. Ecco perché i sovrani di Napoli e Sicilia, ed i sovrani Pontefici furono generosi di protezione verso i fuggiaschi albanesi. Così per mezzo degli Albanesi si rinnovò in Sicilia, il rito greco, ch’essi praticavano di già nella loro patria in lingua greca. Così per i nostri monti e burroni risuona di bel nuovo l’inno cristiano in lingua greca. E qui è a notare, che gli Albanesi arrivarono cattolici, e giammai fu necessario, che loro fosse intimato di abbandonare lo scisma foziano. Scanderberg ed i suoi paesi albanesi erano riconosciuti cattolici dai papi, che loro mandavano ajuti; prima che si celebrasse il Concilio generale di Firenze, in cui fu rinnovata l’unione delle due Chiese. La prova n’è la lettera di papa Eugenio IV all’imperatore Giovanni Paleologo, che si trovava in Venezia per rimbarcarsi e ritornare a Costantinopoli. In questa lettera il papa fra le altre cose, promette l’ajuto di Scanderberg contro i Turchi, e Scanderberg si trovava in Albania, né mai comparve a Firenze, fra i principi, che facevano parte di quel memorando concilio, perché aveva troppo da fare in Albania contro gli assalti Turchi. III. Dal detto sin qui appare chiaro, quanto splendida ed importante sia la sorte del Comune di Mezzojuso di possedere i due riti principali della Chiesa cattolica, la quale, nel suo carattere di unità, esige l’unità di fede e di regime, e nel suo carattere di universalità, abbraccia tutti i riti cristiani, ch’esprimono e l’unità di fede e di regime, e l’universalità della Chiesa, che abbraccia tutti i popoli cristiani della terra, che hanno la medesima fede, riconoscono il medesimo capo della Chiesa che è il successore di S. Pietro, il papa di Roma. Qui, in questo paese di Mezzojuso ci distinguiamo in greci e latini; forse ne viene che altra è la fede dei greci ed altra è la fede dei latini? Benché vi siano due parrocchie e due cleri distinti, forse non abbiamo tutti la medesima fede, e non riconosciamo tutti per capo della Chiesa, il papa, come successore di S. Pietro? Quando un latino assiste alla S. Messa celebrata da prete di rito greco, non rammenta il domma cattolico sul Sagrifizio Eucaristico, e della perpetuità della presenza reale di Cristo nella Santa Eucaristia, come lo crede la Chiesa latina? E quando un greco assiste alla S. Messa celebrata da un prete di rito latino non rincontra la medesima fede sul Sagrifizio Eucaristico, e sulla presenza reale di Gesù Cristo nella Santa Eucaristia, come è stato sempre insegnato nella Chiesa greca dal tempo degli Apostoli sino ai giorni nostri! Ciò che dico della S. Messa e della Santa Eucaristia, lo stesso avviene degli altri santi sacramenti, e delle altre funzioni, che tutti esprimono la medesima fede … Ma non basta avere l’unità dommatica nella Chiesa, bisogna avere anche l’unità di regime ecclesiastico. Poiché la Chiesa, essendo società visibile e tangibile istituita da Gesù Cristo, ne viene che debba avere un capo visibile e tangibile, cosicché le due Chiese greca e latina, benché distinte per il rito debbono formare una sola Chiesa, che Cristo non edificò due chiese, ci dimostra, che il vescovo di Roma, il papa, come successore di S. Pietro, sulla quale pietra Cristo edificò la sua Chiesa, fu riconosciuto sempre capo visibile della Chiesa visibile di Gesù Cristo. Così le due chiese, benché diverse di rito, formano una sola chiesa non solo per l’armonia della fede, ma anche per l’unicità di capo, del papa di Roma. Le nostre colonie mantenendo il rito della Chiesa greca sono un testimonio solenne, che dimostra, come si può PAPÀS NICOLA FRANCO NECESSITÀ DI MANTENERE IL RITO GRECO IN MEZZOJUSO essere di rito greco, e allo stesso tempo cattolici, nell’unità del domma, e nell’unità di regime, colla sommissione al successore di S. Pietro, al papa di Roma. Ciò fu e sarà un apostolato delle nostre colonie, per riunire le sparse membra della Chiesa greca alla Chiesa cattolica. La conservazione del rito greco nelle colonie albanesi d’Italia, quasi alle porte di Roma, ha prodotto, che i Greci dissidenti, si persuadono, che si può essere cattolici col rito greco, e che l’autorità del papa, non distrugge ma conserva loro il rito, armonizzandolo con tutta la vita del mondo cattolico ... Ora ditemi, cari uditori della mia patria, fare perdere il rito greco a Mezzojuso non è lo stesso che concorrere a privarlo dei vantaggi, che gli dà di avere i due riti, i più antichi, i due riti internazionali, che rappresentano tutta la storia dello svolgimento della Chiesa cattolica? Non è un attentato ad abbassarlo alla stregua di ogni piccolo comune, che non rappresenta, che un solo elemento, il latino, mentre quando lo straniero viene in Mezzojuso, oltre ad ammirare la ricchezza del suo suolo, e la bellezza del suo paesaggio, ammira anche la proprietà delle nostre chiese, e la coltura dei due riti, che concorrono a propagare l’unione delle due Chiese? Si, questo paese, non solo moralmente, ma anche effettivamente, ha concorso alla grand’opera dell’unione delle due Chiese. Poiché da quel monastero di S. Basilio, che tuttora esiste per opera e merito della confraternita di S. Maria delle Grazie, ma che non ha, per sventura, più Basiliani, sono usciti degli Apostoli dell’unione delle due Chiese, che andavano in Chimarra d’Epiro a risaldare i vincoli di unione cattolica fra la Chiesa greco-albanese e la Chiesa romana … Da quanto sono venuto dicendo, appa- re chiaro che bisogna mantenere il rito greco, a Mezzojuso ché, la sua origine è nobile e gloriosa, come prevenuto dalle reliquie, per così dire, dell’armata e del popolo albanese di Giorgio Castriota, che tennero indietro la potenza turca, e salvarono l’Italia dalla sua invasione: ché, la coesistenza dei due riti porta al nostro comune una specialità sopra i comuni che lo circondano, e allo stesso tempo è un perfetto emblema dell’unione delle due Chiese sotto l’unico capo, il papa; e ché i suoi figli cooperarono e cooperano all’unione delle due chiese. Quindi è interesse non solo degli abitanti greci, ma anche degli abitanti latini, di conservare a Mezzojuso il rito greco, e ciò si deve fare, e come cattolici e come anche Italiani, perché in Italia è la sede del cattolicismo. e così l’Italia per i due riti è maestra ai popoli del mondo intiero di cattolicismo sincero … Eppure il rito della Chiesa romana è il latino, ma lo spirito della S. Sede è di universalità, e perciò vuole che ai popoli di rito greco, sia conservato il loro rito. Ispiriamoci greci e latini di questo paese allo spirito della S. Sede e concorriamo da fratelli in Gesù Cristo al mantenimento dei due riti al popolo di Mezzojuso. Ma sopratutto ispiriamoci allo Spirito del Santo protettore di questo Comune, di S. Nicola vescovo di Mira, il quale fu greco di rito e di lingua; il quale, al di sopra di tutti i santi, ha nella Chiesa greca un culto speciale e il più esteso, e dall’Oriente il suo culto passò in Occidente, ed è venerato anche dalla Chiesa latina, come un santo miracoloso, ch’è potente presso Dio, per la sua intercessione. Nella sola Roma egli ha tre chiese dedicate al suo culto. O santo Nicola, di cui l’effigie mi sta presente per celebrare il tuo novenario in preparazione alla tua festa del 6 Dicembre, ascolta la mia preghiera: Tu vescovo di rito greco, volesti essere vincolo dell’unione delle due Chiese, e perciò colla protezione miracolosa ti facesti conoscere in Oriente ed in Occidente, e quando il veleno dello fozianismo infestò l’Oriente, fuggisti di là, e venisti ad ospitare in terra latina, a Bari, dove il tuo sepolcro è glorioso ai greci ed ai latini, per le grazie che colla tua intercessione, Dio spande sopra il popolo cristiano. Ti preghiamo di conservare a questo Comune il vanto di avere sempre il rito greco, a tua gloria e a gloria della Chiesa cattolica, che è gloria di Dio e del suo Cristo, che vive nella sua Chiesa. Papàs Nicola Franco. Necessità di mantenere il rito greco in Mezzojuso. Conferenza tenuta la domenica 4 Dicembre 1910. Roma, Stab. tipografico Riccardo Garroni già Soc. tip.editrice romana, 1912. 1 e 17 Foto di Giuseppe Lo Vico Dalla piazza al “Costa Gaia” Breve “viaggio” di andata e ritorno da uno dei luoghi simbolo dellʼinfanzia di Cesare Di Grigoli C e 18 apita spesso di leggere nelle cronache dei giornali di comuni, in cui è vietato ai bambini giocare a pallone nelle piazze pubbliche, oppure di genitori che vengono multati perché i loro piccoli, giocando a pallone in piazza, disturbano la quiete pubblica dei residenti. Nel nostro comune, per fortuna, non vige questo divieto, anzi è sempre stata consuetudine per i ragazzini di Mezzojuso giocare a calcio nella piazza principale e soprattutto organizzare la classica partita a “porta romana”, in cui la porta è delimitata dalla scalinata che collega la sovrastante piazza Francesco Spallitta e il rettangolo di gioco, rappresentato dal piano di calpestio di tutta la piazza. Certo bisogna riconoscere che spesso questi bambini, tra un dribbling e un altro si trovano a “saltare” qualche pedone che passeggia tranquillamente in piazza, oppure a colpire con la palla chi se ne sta tranquillamente seduto su una panchina a chiacchierare con l’amico. A tal proposito mi piace ricordare una scena che si verificava spesso quando da bambino giocavo in piazza con i miei compagni. Ci si ritrovava con gli amici quasi ogni giorno dopo pranzo e si giocava sino all’ora di cena, cioè fino a quando uno dei nostri genitori spuntava da qualche angolo della piazza per invitarci a rientrare in casa. Anche allora non vigeva il divieto di giocare a pallone in piazza, ma spesso e volentieri succedeva che, dopo essere stati rimproverati più volte dai passanti o da coloro che avevano ricevuto qualche pallonata, interveniva sul luogo il vigile urbano di turno invitandoci a smettere di giocare. Uno di questi era il sig. Giuseppe Lala che puntualmente, appena richiamato all’attenzione dai pedoni, si presentava di fronte a noi e per punizione ci sequestrava il mitico pallone giallo, per poi o restituircelo dopo qualche giorno, previa promessa che non avremmo più giocato a pallone in piazza, oppure nella peggiore delle ipotesi lo prendeva sotto braccio e lo bucava con un coltello, “fischiando” così la fine della partita. Ora a parte questo piccolo aneddoto e il problema della salvaguardia dei “chiazzalori”, bisogna riconoscere alla nostra splendida piazza il merito di aver dato in passato la possibilità a molti giovani di cominciare a “masticare” il primo calcio. Oggi anche se non è passato di moda per i ragazzini giocare a pallone in piazza è cambiato invece il modo di avvicinarsi al mondo del calcio. Dal 1997 nel nostro piccolo centro l’Associazione Sportiva Adrasto Mezzojuso gestisce con molta assiduità e professionalità una scuola calcio per i nostri piccoli. Una “grande famiglia”, così amano definirla i propri dirigenti, guidata da uno staff molto affiatato e soprattutto preparato sotto il profilo tecnico, che si è sempre posto come obiettivo principale quello di coinvolgere quanti più giovani possibile, accogliendoli al campo sportivo e dando a tutti loro la possibilità di praticare uno sport, divertendosi e giocando in un ambiente sano. Grazie a questa realtà i ragazzini partecipano, ormai da tanti anni, a tutte le attività calcistiche promosse dalla FIGC in ambito provinciale e regionale, nonché ai vari tornei ed eventi a caratura nazionale ed internazionale come il “Gazzetta cup” o il “Costa Gaia Conad Cup”. Proprio di recente l’A.S.D. Adrasto ha partecipato a quest’ultimo prestigioso trofeo Internazionale di Calcio Giovanile giunto alla sua XXVII edizione. Un grande momento di socializzazione che ha visto in campo più di 60 squadre provenienti, oltre che da tutta la Sicilia, anche da Cosenza, Reggio Calabria e della lontana città di New York. Insomma, calcisticamente parlando, non si può proprio dire che ai nostri ragazzini manchino appuntamenti per potersi sfogare, eppure nonostante tutte queste attività praticate, molti bambini sembrano non stancarsi mai di giocare e così nel tempo libero si ritrovano nuovamente in piazza a sgambare con una palla tra i piedi e pronti a dribblare qualche “chiazzaloro” ormai rassegnato. Allora non resta che dire: W la piazza! W l’Adrasto! e W Mezzojuso! Presentazione del libro SIMBOLI DI FEDE Edicole votive a Mezzojuso Foto di Danilo Figlia di Cesare Di Grigoli L unedì 6 Gennaio presso i locali del castello di Mezzojuso, è avvenuta, nell’ambito delle attività natalizie promosse dell’Amministrazione Comunale, la presentazione del libro “Simboli di fede - Edicole votive a Mezzojuso” di Salvatore Bisulca, prodotto dalle Associazioni Pro Loco Mezzojuso e Museo il tempo nella memoria di Salvatore Bisulca con il finanziamento del Comune di Mezzojuso. Alla presentazione hanno partecipato: l’autore del libro, Salvatore Bisulca; i parroci di entrambe le parrocchie, don Enzo Cosentino e papàs Pietro Lascari; il Sindaco del Comune di M e z z o j u s o , Salvatore Giardina; l’Assessore alla Cultura Turismo Sport e Spettacolo, Nicola Di Grigoli; il Presidente della Pro Loco, Biagio Bonanno e il sottoscritto. Interessante, durante la presentazione, è stato il racconto dell’autore, in particolare quando ha spiegato la motivazione che lo ha spinto a produrre questo lavoro. Idea che nasce da un “progetto” a cui Salvatore si dedica da diversi anni, cioè quello di creare un archivio fotografico che racconti, attraverso la fotografia una parte di storia del nostro piccolo centro. Una ricerca, quella delle edicole sacre, dall’autore avviata nel 2007 con il solo scopo di creare inizialmente un archivio fotografico delle cappelle votive presenti a Mezzojuso. Successivamente, spinto dalla curiosità di conoscere la storia di queste “cappelluzze”, ha deciso di approfondire la ricerca, effettuando delle interviste dirette ai proprietari delle edicole, raccogliendo così una quantità di notizie da affiancare eventualmente al dossier fotografico che aveva realizzato. A quel punto nasce l’idea di curare una pubblicazione con l’intento di far conoscere a tutti i mezzojusari e non solo, un patrimonio architettonico presente nel nostro territorio poco valorizzato e spesso dimenticato. La pubblicazione curata da Salvatore rappresenta uno strumento unico nel suo genere, una sorta di guida utile per conoscere la storia, l’evoluzione e la dislocazione di questi piccoli monumenti, frutto di una religiosità popolare semplice e modesta, che hanno come obbiettivo principale quello di testimoniare la devozione popolare della gente. Le edicole sacre censite in tutto il territorio sono state circa sessanta e sono state classificate tenendo conto di alcuni elementi particolari quali: la tipologia architettonica; l’ubicazione e l’iconografia presente nell’edicola. La prima parte del volume è dedicata alla presentazione dell’opera da parte dell’autore, di alcune autorità civili e religiose e di studiosi della nostra comunità mentre la seconda parte è dedicata alla catalogazione di tutte le edicole rilevate. Il catalogo è corredato da rare foto e raccoglie inoltre alcuni ritagli di pubblicazioni, opera di autori locali, inerenti la storia di alcune edicole più antiche presenti a Mezzojuso. Con l’auspicio che questa pubblicazione, voluta e curata da Salvatore Bisulca, serva ad apprezzare e a far conoscere meglio questi piccoli segni della religiosità popolare, spesso dimenticati, auguro all’amico Salvatore di continuare ad impegnarsi e credere nel suo “progetto” affinché questo prezioso lavoro venga reso fruibile a chi avrà voglia di conoscere attraverso la fotografia un po’ di storia del nostro piccolo centro. e 19 A.S.D. ADRASTO Mezzojuso XXVII TORNEO INTERNAZIONALE DI CALCIO GIOVANILE “COSTA GAIA CONAD CUP” PALERMO 27 Dicembre 2013 Girone A (Pulcini 2003) Risultati ASD Adrasto - Fontanasalsa ASD Adrasto - Adelkam ASD Adrasto - Kirio Valderice 2-2 0-1 3-1 CUSTONACI (TP) 28 Dicembre 2013 Girone A (Pulcini 2004-2006) Matrimoni celebrati nel 2013 LA GATTUTA SAMUELE e LIVACCARI MARTA Palermo, 19 Aprile 2013, Chiesa della SS. Trinità - La Magione PINNOLA DOMENICO e PERNICIARO MARIA GRAZIA Mezzojuso, 29 Aprile 2013, Chiesa San Nicolò di Mira NUCCIO NICOLA e TERRAZZINO ROSALBA MARIA Bagheria, 13 Maggio 2013, Chiesa Maria SS. Immacolata Risultati ASD Adrasto - Dribbling ASD Adrasto - Pacco 1976 5-0 2-0 così eravamo... DI SALVO CIRO e ARATO MARIA GRAZIA Mezzojuso, 20 Luglio 2013, Chiesa Maria SS. Annunziata Collesalvetti (LI), 29 Gennaio 2014 AMATO FILIPPO e LASCARI ANNA MARIA Agrigento, 23 Luglio 2013, Chiesa San Nicola CACIOPPO MASSIMILIANO e LA GATTUTA CHIARA Mezzojuso, 29 Luglio 2013, Chiesa S. Rosalia FIGLIA RINO DANILO e BUA DORA Mezzojuso, 06 Agosto 2013, Chiesa San Nicolò di Mira CHIMATA TOSHITAKA e TAVOLACCI GABRIELLA Palermo, 26 Agosto 2013, Chiesa San Nicolò dei Greci alla Martorana RIILI VINCENZO e MELI CRISTINA Mezzojuso, 31 Agosto 2013, Chiesa Maria SS. Annunziata PERNICIARO NICOLÒ e NICULITA ILEANA Mezzojuso, 31 Agosto 2013. Chiesa S. Maria di Tutte le Grazie GIPPETTO FABIO e ARATO LISA Mezzojuso, 04 Settembre 2013, Chiesa Maria SS. Annunziata RENDA CALOGERO e FUCARINO ROSALIA Mezzojuso, 07 Settembre 2013, Chiesa Maria SS. Annunziata BISULCA GIUSEPPE e PERNICIARO PATRIZIA Mezzojuso, 10 Settembre 2013, Chiesa Maria SS. Annunziata PARISI FRANCESCO e CHETTA SALVINA Mezzojuso, 21 Settembre 2013, Chiesa Maria SS. Annunziata MARINELLI FABRIZIO e TANTILLO EMANUELA Bagheria, 25 Settembre 2013, Chiesa Madre 20 TRAPANI 28 Dicembre 2013 Girone H (Esordienti 2001) MELI GIOVANNI e MORALES GIOVANNA LUISA Mezzojuso, 19 Luglio 2013, Chiesa Maria SS. Annunziata CACCIATORE MARIO e SPATA EMANUELE Mezzojuso, 01 Giugno 2013, Chiesa San Nicolò di Mira e Risultati ASD Adrasto - Kirio Valderice 1 - 4 ASD Adrasto - Adelkam 1-3 ASD Adrasto - Sambuca Todaro 2 - 1 CERASOLO GIUSEPPE e CORRAO ANTONELLA Mezzojuso, 16 Dicembre 2013, Chiesa Maria SS. Annunziata Con la presente invio a tutti voi, della redazione, un caloroso saluto, e voglio ringraziarvi per tutto ciò che fate, soprattutto regalate emozioni e ricordi indelebili, grazie di cuore. Aggiungo una foto ricordo della scuola elementare Gabriele Buccola, vi prego di pubblicarla. (In alto da sinistra) Nicolò Perniciaro, Roberto Lopes, Salvatore Cosentino, Carmelo Cangelosi, Salvatore Perniciaro. (Al centro) Carmelo Gattuso, Vittorio Muscarello, Luciano Guccione, Filippo Sunzeri, Francesco Carcello, Salvatore Zambito, Pietro Militello. (In basso) Lino Tantillo, Enzo Cosentino, Antonello e Gemi La Gattuta, Salvatore Burriesci, Enzo Morales. Purtroppo, non ricordo il periodo, credo che non vi sarà difficile risalire all’anno scolastico! (vi chiedo scusa) Tanti saluti a tutti, Filippo Sunzeri RIPOSANO NEL SIGNORE OFFERTE RICEVUTE MIRTO SALVATORA 25/10/1930 – 04/11/2013 Lala Francesco, Rivoli (TO) € 25,00 Ribaudo Giuseppe e Dora, Villafrati € 20,00 Vittorino Francesco € 20,00 Lo Monte Nicolò, Bolzano € 60,00 La Gattuta Francesco, Casteldaccia € 20,00 Mamola Carmelo, Leinì (TO) € 30,00 Carnesi Piera € 10,00 Visocaro Costantino, Castagnole L. € 20,00 Bonanno Renata, Mezzojuso € 25,00 Lanterna Ludovico, Castagnole L. € 20,00 Russotto Stella, Mezzojuso € 25,00 Bisagna Joanne, Usa € 50,00 Parisi Giulia, Torino € 20,00 Lisciandrello Mario, Pinerolo € 50,00 Sgroi Antonino € 20,00 Blanda Nunzia, Intra (Verbania) € 30,00 Divono Giovanna, Torino € 20,00 Perniciaro Nunzio, Castellanza Russotto Salvatore, Mezzojuso € 50,00 Di Grigoli Michelina, Villafranca di V. € 20,00 Lo Bue Giuseppe, Mezzojuso € 20,00 Sirna Francesco, Palermo € 30,00 Ferrara Giuseppe, Piana d. Alb. € 50,00 Aiello Ina, Asti € 20,00 Gattuso Natale, Mezzojuso € 10,00 Casarico Carlo e Giuseppina, Roma € 50,00 La Gattutta Maria € 15,00 D’Orsa Andrea, Palermo € 50,00 I NUOVI ARRIVATI La Gattuta Giuseppe, Diamante € 50,00 Gambino Gioacchino, Vercelli € 50,00 Meli Andrea, Cossato € 30,00 Muscarello Gaspare, Settimo Tor. € 50,00 FRANCESCO LALA di Salvatore e Donatella Cannizzaro Divono Giovanna, Palermo € 50,00 Nuccio Salvatore, Rivoli (TO) € 20,00 Burriesci Giuseppe, Palermo € 20,00 Napoli Gioacchino, Palermo € 25,00 Mamola Giuseppe e Angela, Usa $ 100,00 Maida Salvatore, Ciminna € 20,00 Sanfilippo Caterina, Villabate Tavolacci Antonino, Mineola (USA) € 100,00 € 25,00 Sanfilippo Giuseppe, Mezzojuso € 25,00 € 30,00 PERNICIARO GAETANA 29/01/1924 – 06/11/2013 LO MONACO ANTONINO 15/02/1962 – 21/11/2013 MAGNATE GIUSEPPE 09/07/1940 – 01/12/2013 PETTA DOMENICO 01/06/1928 – 11/12/2013 DEGUARDI ANDREA 10/10/1931 – 20/12/2013 PERNICIARO – MARIA 13/11/1919 – 16/11/2013 ABARID ADAM di Hassan e Bahni Hayate RICCARDO BATTAGLIA di Tommaso e Daniela Plescia LORENZO ROSARIO SPATAFORA di Nunzio e Rita Billone e 21 BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIB Novembre 2013 Venerdì 1 Festa di tutti i Santi. Alle ore 11:00 il Parroco celebra la Santa Messa dinanzi la Cappella del Cimitero. Sabato 2 Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti. Alle ore 11:00 don Enzo celebra la Liturgia Eucaristica per tutti i fedeli defunti della Comunità nel viale del Cimitero Comunale. Domenica 3 Si svolge la consueta commemorazione dei Caduti di tutte le guerre con una Messa Solenne celebrata nella chiesa di San Nicolò di Mira e con la deposizione di una corona di alloro presso le lapidi che ricordano il sacrificio dei nostri concittadini. Dicembre Giovedì 5 Nella parrocchia di San Nicola viene celebrato il Vespro solenne per la festa di San Nicola patrono della Comunità. Venerdì 6 Festa del Santo. Dopo la Divina Liturgia, celebrata dal parroco papàs Pietro Lascari, vengono distribuiti i panini di San Nicola preparati dai fedeli della comunità parrocchiale. Domenica 15 Alle ore 19.00 presso il salone del Castello si svolge, nell’ambito delle iniziative dell’Amministrazione per il Natale 2013, un concerto del gruppo Arcadia Sax. Lunedì 23 Alle ore 21.00 presso il salone Castello, concerto “Around... jazz” a cura dell’Ass. New event il patrocinio del Comune Mezzojuso. Giovedì 19 Al Castello comunale si svolge un concerto di musica da camera “The Svaga” quintet, a cura dell’Ass. Culturale “Angelo Cangelosi” di Cefalù, con il patrocinio del Comune di Mezzojuso. Martedì 24 A partire dalle ore 16.00 fino alle ore 20.00 una slitta itinerante di Babbo Natale percorre le strade del centro storico allietando i più piccini. Iniziativa Natale 2013 a cura dell’Associazione “Sport e Natura” di Mezzojuso. - Nella parrocchia Maria SS. Annunziata, alle ore 23.30 viene celebrata la solenne veglia natalizia della “Notte Santa”. A seguire, presso il Convento latino, inaugurazione del Presepe vivente. Sabato 21 In mattinata un gruppo di fedeli si reca a Santa Cristina per la cerimonia di ordinazione del Servo Michele Mannina. Alle ore 21.00 presso i locali del Castello si svolge uno spettacolo di illusionismo a cura dell’Ass. “Il Circolo” di Villafrati con il patrocinio del Comune di Mezzojuso. Domenica 22 Alle ore 19.30 presso la parrocchia di Maria SS. Annunziata viene rappresentata dai bambini del Catechismo, la Natività di Gesù. del the con di Mercoledì 25 Alle ore 11.30 presso la Parrocchia Maria SS. Annunziata Santa Messa di Natale. Giovedì 26 Alle ore 17.00 presso i locali del Convento latino viene rappresentato il presepe vivente a cura della Parrocchia Maria SS. Annunziata. Domenica 8 Nella chiesa dell’Immacolata, adiacente al Convento latino, viene celebrata la solennità dell’Immacolata. Venerdì 13 Nella chiesa Maria SS. Annunziata si volge alle 18.30 un concerto in cui si esibisce il coro di voci bianche “San Filippo Neri” di Mezzojuso diretto da Claudio Corsaro. Un momento della rappresentazione della Natività - Foto C. Di Grigoli Alle ore 21.00 al Castello comunale, si svolge un concerto di musica celtica del gruppo femminile “Shannon’s Wind”, organizzato dalla Consulta Giovanile del Comune di Mezzojuso. e 22 Venerdì 27 La squadra dei Pulcini della Scuola Calcio ASD Adrasto Mezzojuso, partecipa a Palermo al XXVII Torneo internazionale di calcio giovanile “Costa Gaia”. IBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI ore 21.30 si svolge un concerto del coro polifonico “Incontrovoce” dal titolo “Il Natale nel mondo” a cura dell’Accademia corale “Henri Farge”. Iniziativa organizzata dalla Consulta giovanile del Comune di Mezzojuso. Lunedì 30 Alle ore 20.00 presso il Teatro Franco Zappalà di Palermo si esibisce il coro di voci bianche “San Filippo Neri” di Mezzojuso diretto dal nostro compaesano Claudio Corsaro. Il gruppo scout per le strade di Palazzo Adriano - Foto C. Di Grigoli Alle ore 15.00 partenza del branco lupetti (gruppo scout Agesci Mezzojuso) per il campo scout organizzato a Palazzo Adriano. - Alle ore 21.30 si svolge presso il Castello comunale, un concerto di musica del gruppo locale “One Crew”, organizzato dalla Consulta Giovanile del Comune di Mezzojuso. percorrono le vie cittadine. Nel salone del Castello comunale alle Martedì 31 Al Castello alle ore 00,15 l’Amministrazione Comunale organizza un brindisi augurale con tutti i cittadini. Esibizione del Coro “S. Filippo Neri” presso il Teatro Zappalà di Palermo - Foto C. Di Grigoli Domenica 29 Presso il Convento latino, alle ore 17.00, rappresentazione del presepe vivente a cura della Parrocchia Maria SS. Annunziata. Alle ore 16.00 i bambini a bordo di una slitta itinerante di Babbo Natale PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE IN TERRA SANTA Periodo 23/30 Luglio 2014 Quota di partecipazione: Euro 1.350,00 La quota comprende: Volo di andata e ritorno Palermo - Tel Aviv - Bus per l’intero tour Trattamento di pensione completa come da programma - Guida e accompagnatore per tutto il tour Mance ed ingressi come da programma - Assicurazione medica Europ Assistance e bagaglio Per informazioni: Parrocchia Maria SS. Annunziata 091 8203179 - [email protected] e 23 Santa Cristina Gela, 21 dicembre 2013 Ordinazione presbiterale di Servo Michele Mannina e Foto di Vittorio La Rosa ECOdella BRIGNA In copertina: Le ricamatrici del Presepe vivente (foto di R. Cosentino) PERIODICO BIMESTRALE - PARROCCHIA MARIA SS. ANNUNZIATA - MEZZOJUSO Nuova Serie, Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 33 del 15.10.97 Direttore Responsabile: Vincenzo Cosentino Condirettore: Carlo Parisi Redazione: Doriana Bua, Cesare Di Grigoli, Danilo Figlia, Concetta Lala, Ciro Muscarello, Margherita Reres Indirizzo: Piazza F. Spallitta - Mezzojuso (PA) - Tel e fax 091 8203179 - [email protected] - IBAN: IT60 C076 0104 6000 0000 9228 668 24 Grafica ed impaginazione: Gianni Schillizzi Stampa: Istituto Poligrafico Europeo s.r.l. e