Periodico dell’Ente Bilaterale per il Turismo di Roma e Lazio Autorizzazione Tribunale di Roma n° 539 07/12/2001 - Spedizione in abbonamento postale 70% filiale di Roma - N° 12 OSSERVATORIO Il mercato turistico nel periodo settembre-ottobre 2003 INTERVENTI: Olandesi: turisti col culto della qualità Le relazioni industriali nell’Europa dei 25 NOTIZIARIO: A Roma d’autunno e... si risparmia! Con nuove strategie e nuovo marketing sarà boom di giapponesi INTERVISTA Per Maria Pia Garavaglia Roma deve puntare anche su giovani e turismo non convenzionale EDITORIALE Articolo 10 della legge “Biagi”: una scelta prima di tutto morale e di giustizia, poi tecnico-legislativa E’ Provincia di Roma Assessorato al Turismo COMUNE DI ROMA turismo Ente Bilaterale Territoriale per il Turismo COMITATO SCIENTIFICO Attilio Celant - Giovanni Peroni Giuseppe Aiello - Guido Improta Franco Paloscia Maurizio Fantaccione Direttore responsabile: Pietro Licciardi Direttore: Giancarlo Mulas Coordinatore Editoriale: Orfeo Cecchini COMITATO DI REDAZIONE: Coordinatore: Bartolo Iozzia Giuseppe Aiello - Guido Improta Gianfranco Ferroni - Orfeo Cecchini Antonio Calicchia - Caterina Saccaro Produzione: Impatto srl Stampa: Di Marcotullio Foto: Alberto Scarpitti finito di stampare: novembre 2003 stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 26 febbraio 2003 la legge del 14 febbraio 2003 n. 30, la cosiddetta “Legge Biagi”. Generalmente non piace. Di per sé certamente non genererà “nuovo lavoro” e rischia di precarizzare quel che c’è. E’ tuttavia concettualmente innovativa ma la sua applicabilità strutturale al nostro sistema produttivo è tutta da verificare attraverso “regole” non ancora scritte, o meglio, affidate negozialmente alle parti sociali nel contesto dei contratti collettivi di lavoro. A lume di naso essa incontrerà moltissime difficoltà prima di tutto sul piano “culturale”, essendo il nostro un mercato del lavoro finalizzato pur nelle sue estreme possibili flessibilità: stagionali, tempo determinato, sostituzioni, banchettistica, apprendisti, borse lavoro, contratto di inserimento, fino al “lavoratore a chiamata”, cioè l’extra giornaliero di cui sono pieni alberghi e pubblici esercizi - ad una stabilizzazione del rapporto tra lavoro disponibile e certezza di raggiungere un decente salario a fine mese. Il posto fisso nel comparto turistico è ormai ridotto ai minimi termini, quando non è solo un ricordo. Tuttavia la “riforma del mercato del lavoro” è legge dello Stato. E con essa occorre fare i conti. A nostro avviso però, i conti si devono fare con tutto l’articolato; cioè con i dieci articoli che la compongono e non soltanto con i primi nove. Si vuole invece eliminare l’articolo dieci cercando di accreditare tesi poco convincenti sia rispetto alla sua incostituzionalità che al fatto che sarebbe sostanzialmente mirato alla sola tutela della bilateralità. Può anche darsi che qualche elemento di contraddizione sul versante tecnico-giuridico possa esserci e, se così fosse, andrà chiarita e trovata opportuna e compatibile soluzione al più presto, perché la legge possa essere applicata per intero e non per parti. Non sta invece né in cielo né in terra che l’articolo dieci sia mirato alla sola bilateralità. Essa è certo parte di un tutt’uno contrattuale e l’articolo in questione dice chiaramente che non è consentito cogliere fior da fiore, non pagare pegno (il rispetto degli obblighi contrattuali liberamente sottoscritti) e poi magari chiedere pure aiuto al Pantalone di turno. No, non ci siamo. A nostro modo di vedere esso è prima di tutto una scelta morale e di giustizia, effettuata consapevolmente dal legislatore nel pieno rispetto del concetto che l’interesse collettivo è preminente rispetto a portatori di specifici interessi, anche se importanti. La scelta e la responsabilità politica è e resta del legislatore, cioè del Parlamento nella sua interezza. Ad esso, ed ai singoli parlamentari (non ad altri) quando sarà il momento tutti noi daremo opportuna risposta, ciascuno in piena libertà di giudizio. La responsabilità politica non si delega: la si esercita. E questo le coscienze dei cittadini ormai lo sanno molto bene, come le tornate elettorali ampiamente dimostrano. SOMMARIO INTERVISTA Per Maria Pia Garavaglia Roma deve puntare anche su giovani e turismo non convenzionale Antonio Calicchia 4 OSSERVATORIO Il mercato turistico nel periodo settembre - ottobre 2003 Giuseppe Aiello 6 Turismo. Il mercato del lavoro nel primo semestre 2003 Giuseppe Aiello 8 INTERVENTI Olandesi: turisti col culto della qualità Franco Paloscia 11 Per i dinamici olandesi l’Italia è trendy Laura Ranca 12 Le relazioni industriali nell’Europa dei 25 Modena 9 - 10 ottobre 2003 Orsolya Farkas E se anche noi iniziassimo a dire basta? Guido Improta 13 17 NOTIZIARIO A Roma d’autunno e… si risparmia! Caterina Saccaro L’Enit informa 18 18 Mostre, musica, teatro, eventi: la Roma da vivere 20 Al Capo D’Africa raffinate atmosfere con vista L.R. 21 Con nuove strategie e nuovo marketing sarà boom di giapponesi Giovanni Cucuzza 22 TRIBUNA DEL LAVORO Apposizione del termine alla durata del contratto di lavoro Mario Miceli - Pasquale Siciliani Massimario - diritto del lavoro Le nuove forme di contratto della “riforma Biagi” Maurizio Fantaccione Massimario - diritto tributario 24 25 26 29 Immagine dell’Appia Antica Le foto sono state realizzate da Alberto Scarpitti a via Appia Antica fu costruita nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio. da subito assunse un ruolo particolare, tanto da essere ricordata nel corso dei secoli come insignis, nobilissima, regina viarum, perché collegava le regioni più ricche e civili del mondo antico. Dopo che gli Scipioni vi eressero la loro tomba nel 332 a.C. i romani fecero a gara nel costruire lungo il tracciato i monumenti più significativi, essendo questa ubicazione un assoluto motivo di prestigio. Considerata l’asse principale di tutte le comunicazioni dell’Impero, la via Appia conservò tale ruolo anche durante il periodo bizantino perché collegava la “vecchia” Roma con la “nuova” Roma: Costantinopoli. Una costante manutenzione permise alla via di restare efficiente fino in pieno medioevo, ove diventò via di pellegrinaggio - in quanto conduceva alle catacombe – e come prosecuzione della via Francigena, consentiva di giungere fino a Brindisi, dove i pellegrini si imbarcavano per la terra Santa. La strada è stata recentemente restaurata cercando di mantenere inalterate le caratteristiche dell’impiantito viario, utilizzando porfido dello stesso colore della via originaria. E’ continua meta di turisti che giungono da ogni parte del mondo per ammirare i ben conservati monumenti funebri, le antiche ville patrizie e l’incantevole panorama naturalistico offerto dal parco dell’Appia Antica. L periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia 4 / anno 2 - numero 12 INTERVISTA Per Maria Pia Garavaglia Roma deve puntare anche su giovani e turismo non convenzionale Antonio Calicchia Il sistema turistico romano il prossimo anno può sperare di arrivare a tre giornate di durata media dei soggiorni turistici? Non crede che una maggiore valorizzazione del territorio provinciale possa aiutare a far centrare questo obiettivo? «I tre giorni di permanenza media sono sicuramente un obiettivo raggiungibile. L’aumento che c’è stato negli ultimi tempi, da 2,38 giorni a 2,70, ci fa intuire che siamo sulla strada giusta. Sicuramente molto c’è ancora da fare ma il nostro impegno è continuo e costante. È necessario prevedere per i turisti un percorso che consenta loro di “scoprire” le bellezze culturali, artistiche e la ric« Dare risposte chezza di un adeguate a quella patrimonio enosempre più crescente gastronomico la “fetta” di turismo non cui promozione convenzionale che non potrà che sceglie la capitale come rendere più intemeta per trascorrere un ressante il perioperiodo del proprio do di permanentempo è una priorità per za nel nostro terl’amministrazione ritorio. Intendiamo comunale.» ottenere tutto ciò anche costruendo progetti comuni con la Provincia, con la quale presenteremo al prossimo World Tourism Market di Londra iniziative alle quali stiamo lavorando insieme». Roma non può più rinunciare ad investire sul turismo giovanile a cominciare dall’allestimento di un secondo ostello della gioventù - e sul turismo alternativo. Quali programmi ci sono e con quali tempi? «Dare risposte adeguate a quella sempre più crescente “fetta” di turismo non Maria Pia Garavaglia convenzionale che sceglie la capitale come meta per trascorrere un periodo del proprio tempo è una priorità per l’amministrazione comunale. Significa dare risposte ad una domanda sempre più crescente di ricettività a costi contenuti. Per questo si sta cercando, d’intesa con l’assessore al patrimonio, di definire l’accordo con la Regione Lazio per la realizzazione dell’ostello della gioventù nel complesso del S.Maria della Pietà.Tale operazione, insieme alla realizzazione di un ostello per la gioventù nell’ex colonia Vittorio Emanuele di Savoia ad Ostia, già ristrutturata a tale scopo con i fondi del Giubileo, insieme alla possibilità di convenzionarsi con strutture ricettive che possano sopperire alla carenza di spazi in zone della città caratterizzate da una forte richiesta giovanile, penso ad esempio ai quartieri intorno alle sedi universitarie cittadine, consentirà a Roma di porsi allo stesso livello delle altre capitali. L’amministrazione comunale sta anche impegnandosi per dotare la città di aree di sosta con servizi per il turismo itinerante e per le attività connesse al turismo all’aria aperta. La sfida consiste nel far conoscere ed apprezzare la Capitale come la città con il maggior numero di parchi in Europa; sicuramente un valore aggiunto e un forte motivo di attrattiva per i turisti». Secondo lei il periodo dei saldi nei negozi va liberalizzato o sarebbe meglio continuare ad effettuarli in periodi fissi dell’anno per farli diventare, con altre specifiche iniziative, motivo di attrazione turistica? «L’amministrazione comunale sta avviando una politica di “destagionalizzazione” per incrementare la presenza di visitatori nella Capitale in periodi considerati di minore afflusso turistico. Dal 10 gennaio al 22 febbraio Roma sarà interessata dai “saldi stagionali”. Si potrà soggiornare, a minor costo, in oltre 100 alberghi, mentre circa 70 ristoranti offriranno caratteristici menù scontati e si spenderà meno per lo shopping negli esercizi commerciali. I turisti avranno diritto ad una riduzione del biglietto per visitare alcuni musei, fare dei tour della città, assistere a determinati spettacoli teatrali ed inoltre verranno applicati sconti per le gite sul Tevere. Le agenzie di viaggio ed i tour operator che aderiscono all’iniziativa offriranno dei pacchetti turistici opportunamente predisposti per poter usufruire delle agevolazioni previste unitamente a quelle applicate dalla compagnia aerea Air One per coloro che verranno a Roma nel periodo della promozione». Finita l’estate le notti di Roma sono diventate piuttosto fiacche e i turisti stranieri oltre a qualche cenetta romantica in qualche ristorante hanno ben poco altro da fare. Ci sono iniziative in programma? «Roma non vive solo d’estate. Il leitmotiv che ha accompagnato l’amministrazione comunale è far vivere Roma a trecentosessanta gradi per trecentosessantacinque giorni all’anno. In particolare, stiamo realizzando molte iniziative per il periodo natalizio che vedranno protagonisti non solo luoghi centrali della città ma soprattutto quartieri più decentrati. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia anno 2 - numero 12 / 5 INTERVISTA La Capitale vedrà la realizzazione di diversi villaggi dedicati al Natale che, aperti fino a tarda sera, si caratterizzeranno come luoghi di ritrovo e di intrattenimento per cittadini romani e turisti in visita nella città, offrendo spettacoli di vario genere con artisti internazionali e spettacoli di musica dal vivo. Roma sarà anche la sede di grandi manifestazioni sportive: a febbraio il “Sei nazioni di Rugby”, a marzo la Maratona di Roma, a maggio il concorso ippico di Piazza di Siena e gli Internazionali di tennis. In occasione di alcuni di questi appuntamenti verranno allestiti dei Villaggi dell’ospitalità che offriranno fino a tardi possibilità di svago e divertimento agli appassionati degli eventi sportivi». Crede che una moderna industria turistica possa limitarsi ai «viaggi culturali», che si orientano su musei, scavi e gallerie d’arte, oppure è necessario dedicare attenzione anche ad altre forme di turismo? «Roma, universalmente conosciuta per le sue bellezze artistiche, ha da sempre richiamato visitatori da tutto il mondo. Il terzo millennio la vede come una delle capitali internazionali preferite come sede di eventi congressuali, in grado di offrire una scelta ampia e varia di strutture tutte dotate delle più moderne tecnologie. I suoi grandi e prestigiosi alberghi, le sue splendide dimore storiche possono soddisfare le più diverse esigenze. Roma è anche città del cinema, luogo privilegiato per la produzione cinematografica internazionale, palcoscenico ideale per i registi di tutto il mondo. E’ città di mare, il suo litorale con il nuovo porto turistico e gli scavi di Ostia antica rappresentano una grande ricchezza ed attrattiva. Possiamo pertanto affermare, che l’interesse di chi la sceglie per i propri viaggi e le proprie vacanze può essere soddisfatto da un’offerta diversificata». Statistiche alla mano la flessibilizzazione del lavoro nel settore turistico e più in generale in quello dei servizi ha abbassato la qualità e non ha ridotto il lavoro nero. Qual è l’impegno del Comune contro questa piaga sociale? “Siamo da tempo impegnati a favorire una formazione adeguata rispetto alla crescente pluralità dei segmenti turistici in grado di dare risposte ad una domanda sempre diversa ed alla continua ricerca di qualità e professionalità. Il Comune a tal fine ha promosso e sostenuto la realizzazione di due master universitari: il primo realizzato con la facoltà di Economia, dipartimento di studi geoeconomici, linguistici, statistici, storici del- l’analisi regionale de La Sapienza; il secondo con la facoltà di Scienze politiche, d’intesa con la facoltà di Economia dell’università Guido Carli. D’intesa con Governo, Regione e Provincia c’è inoltre l’impegno a realizzare un osservatorio che segua l’intero percorso lavorativo all’interno del comparto turistico e un tavolo di concertazione trilaterale (istituzioni, aziende, lavoratori) per il sostegno al reddito dei lavoratori del comparto turistico in caso di crisi di settore, ristrutturazioni aziendali o riorganizzazioni produttive». Annuario delle agenzie di viaggio e dei tour operator di Roma e Provincia er il quarto anno consecutivo l’Ente Bilaterale per il Turismo di Roma e l’editrice Impatto hanno dato alle stampe l’Annuario delle agenzie di viaggio e dei tour operator di Roma e provincia, divenuto ormai una presenza stabile e consolidata nell’editoria specializzata. La pubblicazione si presenta più ricca di dati e informazioni, ampliata nella foliazione, che passa da 96 a 150 pagine, e con una utilissima agenda delle agenzie di viaggio.Altra novità è l’elenco completo dei principali monumenti di Roma con i relativi orari di visita. Anche quest’anno dunque l’Annuario delle agenzie di viaggio e dei tour operator di Roma e provincia migliora e potenzia la sua funzione di strumento di promozione dell’intero territorio capitolino in Italia e nel mondo. Ciò senza venir meno al compito, che svolge ormai in maniera egregia, di fornire una informazione completa e dettagliata su un comparto, quello delle Agenzie di Viaggio e dei Tour Operator, di estrema importanza per il mantenimento e l’ampliamento dei flussi turistici. La distribuzione del volume, che sarà disponibile presso gli alberghi e le agenzie di viaggio di Roma e provincia, nelle agenzie italiane associate alla Fiavet e nelle 18 sedi Enit nei cinque continenti, fa inoltre dell’Annuario delle agenzie di viaggio e dei tour operator di Roma e provincia una fantasti- P ca vetrina; peraltro già utilizzata ed apprezzata da importanti strutture alberghiere romane per la propria promozione pubblicitaria. Già da alcuni anni è stata avviata una politica per la valorizzazione delle risorse turistiche diffuse sul territorio provinciale, che arricchiscono e ampliano la tradizionale offerta proveniente dalla capitale. Come è stato confermato dai dati dell’Osservatorio del mercato turistico e del lavoro – la cui sintesi è pure presente nell’annuario – si è trattato di una scelta che ha portato buoni frutti, dal momento che l’intero comparto ha potuto fino ad oggi far fronte ad una serie incredibile di eventi negativi (dalla guerra in Medio Oriente, all’epidemia di Sars, al perdurare della crisi economica internazionale) proprio grazie alla crescita dei flussi verso le località dell’hinterland romano. Non c’è dubbio che l’Annuario delle agenzie di viaggio e dei tour operator di Roma e provincia, che da anni agevola la diffusione delle notizie necessarie ai turisti, alla stampa, ai tour operator e agli agenti di viaggio per organizzare i soggiorni a Roma, rappresenti un elemento qualificato ed efficace per il successo di tale politica. Non crediamo di esagerare se suggeriamo di considerare ormai l’annuario come un vero e proprio ambasciatore della migliore ospitalità e organizzazione turistica della capitale e della sua provincia. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia 6 / anno 2 - numero 12 OSSERVATORIO Il mercato turistico nel periodo settembre - ottobre 2003 Giuseppe Aiello analisi dei dati sull’andamento della domanda turistica negli alberghi della provincia di Roma nel corso del quinto bimestre dell’anno in corso evidenzia un primo dato significativo: il bimestre chiude complessivamente con il segno positivo sia negli arrivi sia nelle presenze. Era dal mese di marzo che non accadeva. Certo l’orizzonte non è ancora sgombro da nubi, ma il segnale è da cogliere. I viaggiatori hanno forse ripreso una certa fiducia nel miglioramento del quadro internazionale. C’è, tuttavia, da sottolineare il clima di incertezza sulla reale evoluzione della situazione sul fronte del terrorismo. Inoltre, il continuo rafforzamento dell’euro sul dollaro e le prospettive di debolissime crescite del PIL nei paesi più industrializzati continuano a caratterizzare le scelte di consumo turistico a livello internazionale. do dato da evidenziare è che il quinto bimestre, grazie soprattutto al buon andamento di settembre, ha registrato la crescita sia della domanda italiana sia, sebbene in misura pù contenuta, della domanda straniera (tabelle 1 e 2). La domanda italiana è cresciuta, anche in questo bimestre, in maniera sensibile: essa si è attestata negli alberghi nell’intera provincia su 522.936 arrivi (+4,53%) e 1.094.508 presenze (+8,52%), mentre la domanda estera ha registrato 821.600 arrivi (+0,31%) e 2.219.697 presenze (+1,86%) (tabella 1 e 2). L’analisi della domanda per categoria di esercizi alberghieri evidenzia la forte crescita nel bimestre degli esercizi a cinque stelle (anche in virtù della crescita di capacità ricettiva rispetto l’anno precedente), ma anche di quelli di fascia media e medio-bassa. Diversa, invece, la situazione per gli hotel a quattro stelle, che hanno visto flettere gli arrivi e crescere, in misura contenuta, le presenze. Nel periodo settembre – ottobre gli alberghi della provincia di Roma hanno registrato 1.344.536 arrivi e 3.314.205 presenze, con una crescita rispettivamente di +1,91% e di +3,97%. Anche se l’andamento è ancora sensibilmente diversificato fra italiani e stranieri, il secon- Come appare dalle tabelle da 3 a 6, ancora una volta gli andamenti di Roma e del suo hinterland sono diversificati: quest’ultimo cresce a ritmi più sostenuti rispetto a quelli della capitale. In particolare, a Roma vi è stata una leggera flessione degli arrivi complessivi (-0,46%) ed una L’ Tabella 1 - Provincia di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2003 Paesi 5 stelle Arrivi Totale 83.020 Italiani Stranieri Presenze 4 stelle Arrivi Presenze 3 stelle Arrivi Presenze 2 stelle Arrivi 1 stella Totale Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze 208.050 547.696 1.320.805 495.111 1.264.685 175.616 414.896 43.093 105.769 1.344.536 3.314.205 19.453 42.167 176.513 358.814 201.691 432.063 105.954 219.550 19.325 41.914 522.936 1.094.508 63.567 165.883 371.183 961.991 293.420 832.622 69.662 195.346 23.768 63.855 821.600 2.219.697 Tabella 2 - Provincia di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2003 - Var. % su anno precedente Paesi 5 stelle 4 stelle Presenze 3 stelle Arrivi Presenze 2 stelle Arrivi Presenze Arrivi Arrivi Totale 26,45 25,52 -0,66 1,25 1,99 3,83 3,86 Italiani 18,64 24,04 3,87 9,45 5,97 8,43 Stranieri 29,05 25,91 -2,68 -1,50 -0,57 1,60 Presenze 1 stella Totale Arrivi Presenze Arrivi Presenze 2,85 5,81 7,98 1,91 3,97 3,39 -1,65 4,75 9,27 4,53 8,52 4,59 8,44 6,68 7,16 0,31 1,86 Arrivi Tabella 3 - Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2003 Paesi 5 stelle Arrivi Totale 80.924 Italiani Stranieri Presenze 4 stelle Arrivi Presenze 3 stelle Arrivi Presenze 2 stelle Arrivi 1 stella Presenze Arrivi Presenze Totale Presenze 204.004 487.689 1.190.201 420.614 1.090.633 139.143 336.253 34.550 86.648 1.162.920 2.907.739 19.010 41.561 151.593 298.587 147.319 305.824 80.077 166.036 14.136 30.105 412.135 61.914 162.443 336.096 891.614 273.295 784.809 59.066 170.217 20.414 56.543 750.785 2.065.626 842.113 periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia anno 2 - numero 12 / 7 OSSERVATORIO lieve crescita delle presenze complessive (+1,87%), dovuti al non positivo andamento della domanda straniera, che ha visto flettere gli arrivi di quasi 2 punti percentuali mentre le presenze sono rimaste all’incirca stabili rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente. La domanda italiana ha, invece, avuto un andamento decisamente positivo, in particolar modo sul fronte delle presenze: questo dato è comune a tutte le categorie di hotel (tabelle 3 e 4). Decisamente molto buona la crescita della domanda negli alberghi dell’hinterland, che hanno registrato nel bimestre incrementi superiori al 20%. In quest’area della provincia crescono sia la domanda italiana sia quella estera in tutte le categorie di esercizi. Non bisogna, però, lasciarsi prendere da facili entusiasmi. Il fenomeno si spiega certo con l’accresciuta capacità di marketing degli operatori dell’hinterland rispetto al passato, ma anche (e soprattutto) con la crescita del numero di operatori sul mercato (l’offerta dell’hinterland è ormai pari a poco meno del 20% dell’offerta di ricettività alberghiera dell’intera provincia di Roma) e con i bassissimi numeri di partenza. Sul fronte della domanda estera, occorre rilevare la continua ed apprezzabile crescita della domanda europea (+4,69% di arrivi e + 5,91% di presenze), ed in particolare della domanda proveniente dalla Francia, dalla Germania, dal Regno Unito e dalla Russia, mentre la domanda proveniente dalla Spagna ha registrato una lieve flessione. Ma il dato di maggior rilievo riguarda alcuni andamenti della domanda extraeuropea. In particolare è da apprez- zare il forte rallentamento della flessione della domanda proveniente dagli U.S.A. (-1,12% di arrivi e +0,79% di presenze) e dal Giappone (-4,76% di arrivi e +0,29% di presenze). Si tratta di un dato di elevata importanza, considerato il peso di questi due mercati per il turismo nella provincia di Roma.Anche in questo caso non possiamo, però, concludere che i problemi sono alle spalle: gli incerti scenari economici internazionali e l’ulteriore rafforzamento dell’euro sul dollaro lasciano aperti i problemi e rinnovano le sfide di marketing per gli uomini d’impresa e per i soggetti pubblici con competenze nel turismo. Tabella 4 - Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2003 - Var. % su anno precedente Paesi 5 stelle 4 stelle 3 stelle Presenze 2 stelle Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Arrivi Totale 23,26 23,08 -3,76 -1,02 -0,06 1,39 -1,64 Italiani 15,94 22,26 2,22 8,73 2,59 3,05 Stranieri 25,69 23,30 -6,24 -3,90 -1,44 0,76 Presenze 1 stella Totale Arrivi Presenze Arrivi Presenze 2,28 3,15 5,91 -0,46 1,87 -0,97 3,52 1,56 6,08 2,25 6,04 -2,54 1,10 4,28 5,82 -1,88 0,26 Tabella 5 - Hinterland di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2003 Paesi Totale Italiani Stranieri 5 stelle 4 stelle Arrivi Presenze Arrivi 2.096 4.046 60.007 Presenze 130.604 3 stelle Arrivi Presenze 74.497 174.052 2 stelle 1 stella Totale Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze 36.473 78.643 8.543 19.121 181.616 406.466 443 606 24.920 60.227 54.372 126.239 25.877 53.514 5.189 11.809 110.801 252.395 1.653 3.440 35.087 70.377 20.125 47.813 10.596 25.129 3.354 7.312 70.815 154.071 Tabella 6 - Hinterland di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2003 - Var. % su anno precedente Paesi 5 stelle 4 stelle 3 stelle 2 stelle Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Totale N.D. N.D. 34,69 27,95 15,41 22,32 5,06 Italiani N.D. N.D. 15,18 13,16 16,37 24,15 Stranieri N.D. N.D. 53,12 44,05 12,89 17,72 Presenze 1 stella Totale Arrivi Presenze Arrivi Presenze 8,02 18,13 18,48 20,24 21,94 6,47 8,09 14,57 18,33 14,00 17,73 1,77 7,86 24,08 18,74 31,49 29,55 periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia 8 / anno 2 - numero 12 OSSERVATORIO Turismo. Il mercato del lavoro nel primo semestre 2003 G. A. ue volte l’anno l’Osservatorio del mercato del lavoro nel settore turistico rende noti i dati delle rilevazioni effettuate sul territorio. Quelli che seguono sono i dati relativi al primo semestre 2003 D 1. L’occupazione nell’industria alberghiera di Roma e Provincia Nel corso del primo semestre del 2003 l’occupazione nelle imprese alberghiere della Provincia di Roma ha registrato un trend lievemente positivo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, grazie alla crescita di capacità ricettiva, ma anche al positivo andamento del mercato turistico nell’hinterland. Si tratta di un dato fortemente significativo, in quanto denota, tra l’altro, che il sistema dell’offerta di ricettività non ha fatto ricorso a licenziamenti nonostante il momento critico che il mercato sta attraversando. Nell’insieme degli alberghi della Provincia l’occupazione al 30 giugno 2003 è risultata essere pari a 16.405 unità, con un lieve incremento del 2,38% rispetto a giugno 2002. Da registrare una più accentuata crescita dell’occupazione femminile (+4,9%) rispetto a quella maschile (+1,03%). Negli alberghi della città di Roma gli addetti sono 13.822, con una crescita del 2,01%. Anche in questo caso l’incremento ha riguardato in primo luogo l’occupazione femmi- nile (4.892 unità) con +5,73%, che è cresciuta in misura superiore a quella maschile (8.930 unità), il cui andamento è risultato quasi stabile con +0,08%. Data la struttura dell’offerta alberghiera, l’occupazione risulta ovviamente concentrata prevalentemente nelle categorie medio-alte. Anche questa volta a subire gli effetti della flessione del mercato delle presenze alberghiere a Roma è stato, invece, l’anello debole dell’occupazione, cioè il lavoro extra, al quale le imprese hanno fatto ricorso in misura ridotta del 22% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: nel corso del semestre il numero di ore di lavoro extra negli alberghi è ammontato a circa 675 mila di ore di lavoro, pari a circa 625 addetti ad orario pieno stabilmente occupati su base annua. Questo dato è soggetto ad ulteriori approfondimenti per verificarne ulteriormente l’andamento, trattandosi di un valido indicatore dello stato di salute del mercato. Nell’hinterland romano l’occupazione negli esercizi alberghieri ha registrato, grazie al migliore andamento del mercato e alla crescita di capacità ricettiva, una crescita del 4,45% passando a 2.583 unità. Qui il ricorso al lavoro extra risulta abbastanza elevato, soprattutto in quelle imprese dotate di servizio ristorante: le ore di lavoro extra nel semestre sono state circa 520 mila, corrispondenti ad una occupazione su base annua di circa 480 unità. Tab. 7 - Addetti nelle imprese alberghiere della Provincia di Roma - Giugno 2003 Valori assoluti Categoria Variazioni % su Giugno 2002 F M Totale F M Totale 5 stelle 401 1.818 2.219 21,88% 7,70% 10,01% 4 stelle 2.580 4.586 7.166 9,28% 1,60% 4,23% 3 stelle 2.128 2.999 5.127 -0,23% -2,88% -1,80% 2 stelle 562 931 1.493 1,63% 0,54% 0,95% 1 stella 212 188 400 -8,62% -5,53% -7,19% Totale 5.883 10.522 16.405 4,90% 1,03% 2,38% Fonte: Ente Bilaterale Territoriale di Roma e Provincia Tab. 1 - Addetti nelle imprese alberghiere di Roma - Giugno 2003 Valori assoluti Categoria Variazioni % su Giugno 2002 F M Totale F M 5 stelle 396 1.802 2.198 20,36% 6,75% 8,97% 4 stelle 2.281 4.054 6.335 9,72% 0,47% 3,61% 3 stelle 1.656 2.260 3.916 -0,48% -5,24% -3,28% 2 stelle 421 681 1.102 3,69% -0,73% 0,92% 1 stella 138 133 271 -7,38% 3,10% -2,52% Totale 4.892 8.930 13.822 5,73% 0,08% 2,01% Fonte: Ente Bilaterale Territoriale di Roma e Provincia Totale periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia anno 2 - numero 12 / 9 OSSERVATORIO 2. La distribuzione dell’occupazione per categorie a Roma La distribuzione degli addetti fissi per categoria è la seguente: • alberghi a 5 stelle: 2.198 addetti, pari al 15,90% del totale; l’occupazione maschile in questa categoria di alberghi continua ad essere decisamente superiore alla media: negli hotel a 5 stelle è, infatti, occupato il 20,18% degli uomini occupati negli alberghi di Roma, contro l’8,09% delle donne; • alberghi a 4 stelle: 6.335 addetti, pari al 45,83% del totale; l’occupazione femminile in questa categoria di alberghi ha un peso crescente: negli hotel a 4 stelle è infatti impiegato il 45,40% degli uomini occupati negli alberghi di Roma e il 46,63% delle donne; • alberghi a 3 stelle: 3.916 addetti, pari al 28,33% del totale; l’occupazione maschile in questa categoria di alberghi è inferiore alla media: negli hotel a 3 stelle trova infatti lavoro il 25,31% degli uomini occupati negli alberghi di Roma, contro il 33,85% circa delle donne; • alberghi a 2 stelle: 1.102 addetti, pari al 7,97% del totale; anche in questa categoria di esercizi alberghieri l’occupazione maschile è lievemente inferiore alla media: negli hotel a 2 stelle è infatti occupato il 7,63% degli uomini impiegati negli alberghi di Roma, contro l’8,61% delle donne; • alberghi a 1 stella: 271 addetti, pari al 2,05% del totale; anche in questo caso l’occupazione maschile è nettamente inferiore alla media: negli hotel a 1 stella è infatti occupato solo l’1,48% degli uomini occupati negli alberghi di Roma, contro il 2,82% delle donne. Il rapporto camere/addetto è mediamente di 2,85 camere nell’insieme degli esercizi. A livello di categoria di esercizi, il rapporto camere/addetti è il seguente: - alberghi a 5 stelle: 1,3 camere per addetto; - alberghi a 4 stelle: 2,65 camere per addetto; - alberghi a 3 stelle: 3,54 camere per addetto; - alberghi a 2 stelle: 4,16 camere per addetto; - alberghi a 1 stella: 4,87 camere per addetto. La distribuzione della occupazione per settore di attività aziendale, continua ad evidenziare un’elevata concentrazione di addetti nel terzo, quarto e sesto livello di inquadramento contrattuale, sia per gli uomini che per le donne. Titolari e dirigenti sono presenti in maniera quasi esclusiva nel settore “Direzione - Amministrazione”, dove è impiegata anche la più alta quota di quadri e di addetti dal primo al terzo livello. Nel settore alloggio registriamo un’elevatissima concentrazione di addetti al sesto livello, mentre nel ricevimento - portineria prevalgono gli addetti inquadrati al terzo ed al quarto livello. Nel settore commerciale si continua a registrare un’apprezzabile presenza di titolari, ma anche una forte concentrazione di occupati inquadrati come quadri A ed al secondo e terzo livello di inquadramento contrattuale. Nel settore sala - bar trovano invece maggiore occupazione gli addetti inquadrati al quarto livello, con una prevalenza di uomini rispetto alle donne; in cucina registriamo invece Fig.1 - addetti negli alberghi di Roma - Giugno 2003 Fig.2 - Addetti negli alberghi di Roma per classi d’età una prevalenza di addetti al quarto livello e al settimo livello con una prevalenza della componente maschile. 3. L’occupazione nelle imprese di viaggi di Roma e provincia L’universo delle imprese di viaggi e turismo della provincia di Roma è costituito da oltre 1.000 agenzie, di cui il 15% sono tour operator (intesa come attività esclusiva o prevalente) e l’85% sono dettaglianti. Il 70% circa delle imprese è costituito nella forma di S.r.l., il rimanente 30% è costituito sotto forma di impresa individuale, di società di persone e, nel caso di tour operator, di S.p.A.. Secondo le prime elaborazioni, da intendersi come provvisorie, nell’insieme queste imprese danno occupazione a circa 7.200 addetti (con una media di poco superiore a 7 addetti, anche se ovviamente la distribuzione degli addetti è molto diversa tra dettaglianti e tour operator), sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+0,28%). I tre quarti circa degli addetti (circa 5.400 unità) sono lavoratori dipendenti (non sempre a tempo indeterminato), il 14% (circa 1.000 unità) sono collaboratori familiari e l’11% (poco più di 790 unità) sono collaboratori esterni. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia anno 2 - numero 12 / 11 INTERVENTI Olandesi: turisti col culto della qualità Franco Paloscia nche l’Olanda non è al riparo dai venti della congiuntura economica negativa. La crescita del Pil nel 2002 è stata la peggiore degli ultimi anni. L’Italia, però, può sempre confidare sul “sogno italiano” di un popolo non numeroso ma in cui la comunità dei viaggiatori è altissima ed è in crescita: dal 1993 al 2002 il numero dei turisti che vanno all’estero per vacanza è salito dal 63% al 68%. Quasi sette milioni di persone su sedici milioni di abitanti, un autentico record che pone l’Italia al riparo dalla minaccia di un tracollo di questo mercato al quale attinge abbondantemente. Certo, la clientela olandese non equivale numericamente a quella tedesca, francese e inglese - per rimanere in Europa - ma per le nostre località turistiche non è da poco registrare oltre un milione e trecento mila arrivi e più di 7 milioni di presenze. È un bel bacino di domanda che fa gola a molti paesi presenti in Olanda con i loro agguerriti uffici che investono spesso più di noi per catturare un cliente che si colloca nelle fasce medio - popolari. Mare e laghi sono in testa nelle presenze ma gli sport invernali sono in espansione come le vacanze verdi. Il 35% predilige gli alberghi ma si profila sempre più marcato un orientamento verso case rurali, agriturismo, strutture all’aria aperta. Non tanto per una mania di risparmio ma per la passione ambientale di una comunità che ha un grande rispetto per la natura e idealizza una vacanza in ambienti vergini, non degradati e dove c’è costante attenzione per l’ecologia. L’Olanda non è così vicina, i turisti privilegiano l’automobile - circa il 70% - a conferma che il viaggio nel nostro Paese equivale non solo ad un periodo di riposo ma ad un tour alla scoperta dei nostri itinerari culturali, del nostro pae- A saggio, dei nostri centri minori. Golf, trekking, strade del vino e dell’olio, vacanze attive (900.000 turisti) sono i nuovi prodotti alternativi più richiesti. Nelle principali fiere turistiche la richiesta di informazioni e opuscoli sulle regioni che vantano cataloghi diversificati è in aumento. Il Lazio è tra le regioni più gettonate non soltanto per Roma, che per gli olandesi è un vero mito, ma anche per le escursioni verso il mare e le aree che offrono ambienti salutari e ricchi di gastronomia e artigianato. Una bella inserzione pubblicitaria che illustri l’ampia proposta di una regione è più gradita delle consuete immagini - cartolina. Come viaggiatore ormai collaudato, l’olandese pretende dai tour operators che trattano l’Italia - il cui peso nei cataloghi varia dal 3% al 10% delle loro vendite - che le destinazioni proposte sono in grado di offrire un ampio portafoglio di motivazioni di cui poi il cliente combinerà il suo mix personale. Invitare un olandese per un educational o un fam trip, fargli visitare località, alberghi, villaggi, zone agrituristiche è una mossa incisiva, gradita agli agenti di viaggio, ai giornalisti, agli opinion leader. Chi conosce l’Italia, se è un buon olandese, ama aggiornarsi, ha la modestia di non ammettere che non ha bisogno di tornarci. Ciò vale anche per Roma. È una destinazione di ritorno, non è difficile “fidelizzare ” questi ospiti.Attenzione però a capirli bene: un olandese, non per presunzione, ma ha il culto della qualità dell’accoglienza, anche in un modesto campeggio o in una locanda. Sentirsi ospite, ad esempio, della Capitale è un motivo di orgoglio, ma sarebbe un errore imperdonabile trascurare la qualità del servizio, le pubbliche relazioni, quella cultura dell’ospitalità che per lui, viaggiatore di antica data, è nel suo bagaglio di viaggio come un libro o una macchina fotografica. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia 12 / anno 2 - numero 12 INTERVENTI Per i dinamici olandesi l’italia è trendy Laura Ranca ensare che dall’Olanda arrivino solo tulipani è sbagliato. Con una popolazione di oltre sedici milioni di abitanti ed una situazione economica più che rosea, il paese di Van Gogh e dei mulini a vento si conferma tra quelli con la più accentuata propensione ai viaggi all’estero. Gli olandesi considerano l’Italia la patria della cultura, della moda, del design e dell’enogastronomia; grazie poi all’apprezzato stile di vita e alla qualità superiore dell’offerta generale il nostro paese gode di una posizione di vantaggio sul piano turistico. Ma cosa cercano gli olandesi in un soggiorno nel Bel Paese? Gli operatori turistici non hanno dubbi: una vacanza di gusto, in cui prevalga la conoscenza di cose belle e nuove; diversa dal comune e soprattutto che si sottragga alle regole della vacanza di massa. Potendo contare su discrete possibilità economiche questi nordeuropei vengono in Italia per periodi lunghi, anche un mese intero e infatti la percentuale di coloro che superano le due settimane di soggiorno è del 76%. Per conquistarli basta poco. Il turista olandese è poco attento alla forma ed agli alberghi di lusso preferisce quelli di media categoria, i campeggi, le case in affitto, specialmente se si tratta di famiglie con bambini piccoli. E’ invece più esigente sul piano dell’ospitalità, della cortesia e della disponibilità, che devono essere impeccabili. In un alloggio o nei villaggi turistici si dimostrano i più disciplinati, civili e riguardosi verso il prossimo; pur senza rinunciare ai momenti di allegria e relax. Lungo la Penisola sarà facile incon- P trarli nelle campagne del Lazio, della Toscana, dell’Umbria, essendo specialmente i più giovani - grandi amanti del verde e del turismo all’aria aperta. Anche la domanda tendenziale si orienta pertanto sempre di più verso la ricerca di un turismo “verde”, legato alla scoperta dei prodotti e dei territori poco conosciuti. In questo caso la ricerca dell’alloggio è in linea e la preferenza va agli agriturismi, alle case rurali, alle ville di campagna. Grande interesse riscuotono pure le strade dei vini - senza disdegnare quelle dell’olio e del pane - e infatti i nostri ristoratori li ricordano come attenti consultatori di carte dei vini e competenti degustatori di bianchi e rossi doc. Chi li conosce sa che gli olandesi prediligono un turismo itinerante e al lettino con ombrellone preferiscono gli spostamenti frequenti da una spiaggia all’altra o da una località all’altra. In questo senso l’Italia è una meta ideale in quanto offre la possibilità di passare dal mare alla montagna, dalle città d’arte alla campagna o alle terme percorrendo distanze relativamente brevi; naturalmente senza tralasciare i piaceri della buona tavola. Anche per questo gli olandesi prediligono la propria auto come mezzo di trasporto (52,94%); seguono l’aereo (27,53%) e l’ autobus (19,53%). Quasi il 75 % dunque opta per un mezzo di trasporto su ruote e dunque sarebbe opportuno per loro contare lungo tutta la Penisola su una segnaletica dettagliata e costante. Fra le destinazioni preferite figurano Toscana,Veneto, Lazio, Lombardia e Trentino. Negli ultimi anni si è registrata però un’attenzione tutta nuova dei turisti olandesi nei confronti delle regioni meridionali e fra queste Sicilia e Sardegna risulta- no sempre più frequentate e richieste. L’incoming olandese comunque è parecchio stagionale, così l’inverno la destinazione principale è rappresentata dalla montagna, con le sue piste da sci, mentre in primavera e in estate la preferenza va al mare, ai laghi, alla campagna e alle città storiche. Il loro grande amore tuttavia è per l’arte. Gli olandesi arrivano dalla terra di Van Gogh e di Rembrand, da un paese che vanta una storia straordinaria anche sul piano artistico. Abituati ai grandi musei come quello di Amsterdam sono fortemente stimolati ad immergersi nell’arte italiana sulle orme dei grandi pittori olandesi, che in Italia avevano formato circoli e colonie. In genere quello olandese è un turismo giovane e gli under trentacinque che scelgono l’Italia come meta per le vacanze sono sempre più numerosi, favoriti anche dalla distanza non eccessiva e dalla possibilità di raggiungere le varie destinazioni in auto o con mezzi comunque meno cari dell’aereo. L’Italia, vantaggi economici a parte, è comunque vista come una destinazione trendy, alla moda; per questo frequentato soprattutto dalle fasce di età più attente a tutto ciò che fa tendenza e che garantisce il massimo del divertimento. Ecco così che alla pace di agriturismi e case rurali per le loro serate italiane gli olandesi alternano le discoteche ed i locali notturni, preferibilmente quelli della riviera adriatica, dove tra musica, balli e spettacoli le occasioni per divertirsi non mancano. In definitiva i nostri punti di forza per attirare questo tipo di domanda turistica sono lo stile di vita, l’ambiente, la cultura e l’enogastronomia italiche, che per sugli olandesi - in prevalenza giovani e dinamici agiscono come una vera calamita. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia anno 2 - numero 12 / 13 INTERVENTI Le relazioni industriali nell’europa dei 25 Modena 9 - 10 ottobre 2003 Lo sviluppo delle relazioni industriali in Europa: tra dialogo sociale bilaterale e tripartitismo Allargamento e implementazione della legislazione europea: il ruolo della contrattazione collettiva Partecipazione dei lavoratori e allargamento dell’Unione Europea Flussi migratori verso Occidente nell’Unione Europea dell’allargamento Orsolya Farkas Ricercatrice della Fondazione universitaria “Marco Biagi” a conferenza internazionale organizzata da Adapt (Associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e sulle relazioni industriali) e dal Centro studi internazionali e comparati “Marco Biagi” presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia,che si è tenuta il 9 e 10 ottobre a Modena, ha avuto come tema l’allargamento dell’Unione Europea, cercando di valutarne l’impatto sul sistema delle relazioni industriali e, più in generale, sul mercato del lavoro. La conferenza è stata promossa dal ministero del Welfare nell’ambito delle iniziative della presidenza italiana della Ue e ha ulteriormente messo in evidenza l’importanza del dibattito tra studiosi, professionisti e funzionari della pubblica amministrazione provenienti dagli attuali stati membri e dai paesi che dal primo maggio 2004 entreranno a far parte dell’Unione Europea. Il programma e i dibattiti, stimolati da numerosi interventi, hanno coinvolto i circa 130 partecipanti presenti al convegno. L’elemento di maggior difficoltà, su cui dibattono personalità del mondo accademico e personalità politiche dell’Ue, è il raccordo di tutti gli stati europei intorno ad un fulcro comune. La tendenza attuale infatti è di definire un comune denominatore europeo attraverso un processo di negazione; ovvero è più facile concordare su ciò che l’Europa non è.Tendenza spiegabile nel fatto che la diversità tra gli stati, le regioni, le persone o tra le relazioni industriali risalta di più rispetto agli ele- L menti di unità. Ma è nel confronto, nel dibattito culturale e politico sull’integrazione europea che l’esistenza di un’Europa comune a tutti gli stati, membri e candidati, diventa tangibile: il linguaggio che sottende a questi dibattiti si basa su valori comunemente accettati e condivisi, pur nella consapevolezza di sfumature all’interno dello stesso. La nozione di benchmarking, un’idea molto cara a Marco Biagi, ci aiuta a recuperare le radici di questa “Europa comune”: le singole diverse esperienze si arricchiscono dall’ apprendimento di iniziative volte a sviluppare gli scambi di informazioni e delle migliori pratiche. Certo, per la definizione delle migliori pratiche è indispensabile l’esistenza di un processo di valutazione delle esperienze realizzate finalizzate al conseguimento di obiettivi di continuo miglioramento. Nell’ambito delle relazioni industriali i criteri comuni, o almeno i valori fondamentali, si sono sviluppati insieme con l’evoluzione dell’integrazione europea e sono raccolti intorno al modello sociale europeo. Non è difficile dimostrare che questi valori sono accettati da un numero sempre più elevato di stati che sono determinati a diventare membri dell’Unione. Per i paesi ex-socialisti i valori dell’integrazione europea rappresentano un modello di modernizzazione da seguire attraverso la creazione di società democratiche dove prevalgono il rispetto dei diritti umani e del diritto. Come sarà l’Europa dei venticinque? Come emerso da molti relatori, l’allargamento rappresenta una delle sfide più importanti e, allo stesso tempo, un’opportunità per l’Europa del XXI secolo, ed offre una possibilità unica per promuovere la crescita e lo sviluppo economico e sociale, la stabilità e la sicurezza. L’allargamento verso i paesi dell’Europa Centrale e Orientale (più Cipro e Malta) è al centro del dibattito, ormai da diversi anni.Tuttavia ancora oggi, alcuni mesi prima dell’allargamento, numerosi punti oscuri e dubbi si snodano circa l’idea di come possa delinearsi un’Europa costituita da venticinque stati. La situazione non è diversa nell’amNell’ Europa comune bito delle relale singole esperienze zioni industriali. si arricchiscono Anzi, i paesi candall’apprendimento didati hanno di iniziative, un’esperienza scambi di informazioni molto ampia e e migliori pratiche diversificata delle relazioni industriali, acquisita in particolari contesti socio-economici e politici. Certamente, l’ingresso nell’Unione Europea da parte dei nuovi stati membri non potrà lasciare l’assetto europeo immutato: l’Europa dei venticinque sarà necessariamente diversa da quella dei quindici. Non è sufficiente prendere coscienza del fatto che gli ultimi stati che entreranno a far parte dell’Unione Europea dovranno adattarsi al quadro esistente, ma quello che succederà dopo il primo maggio 2004 influirà su tutta l’Europa: nella migliore delle ipotesi, sia per i vecchi che per i nuovi stati membri ci sarà un periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia 14 / anno 2 - numero 12 INTERVENTI mutuo apprendimento, dove le parti sociali, affrontando le dinamiche che necessariamente si profileranno lungo questo percorso, potranno trovare soluzioni innovative. Altrimenti, l’allargamento non potrà essere un successo in termini di integrazione, ma rimarrà a livello di cooperazione inter-statale. Le relazioni I lavori della Conferenza sono stati aperti da Andrea Landi, preside della Facoltà di Economia, Università di Modena e Reggio Emilia, che ha anche introdotto l’intervento di Roberto Maroni, Ministro del Lavoro. Il Ministro ha colto l’occasione per comunicare la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo della legge Biagi ed ha, inoltre, ripercorso brevemente gli ele« Con l’allargamento il menti maggiorterritorio dell’Unione mente innovativi aumenterà del 30%, la della riforma, con popolazione di circa il particolare atten25%, invece il Pil solo zione alla moderdel 5% che è grosso nizzazione mermodo uguale al Pil cato del lavoro e dell’Olanda. Il Pil pro alla promozione capite dell’Unione dell’occupazione. diminuirà del 18%. » La successiva relatrice, Odile Quintin, direttore generale della Commissione Europea, ha ribadito l’importanza della qualità del lavoro: ai sensi della rinnovata strategia Europea per l’occupazione l’obiettivo non è solo di creare più posti di lavoro, ma di creare posti di lavoro di qualità, e per misurare in un modo oggettivo la performance degli stati membri gli indicatori hanno un ruolo cruciale.Tra gli indicatori si trovano anche la presenza dei sindacati, o altra forma di rappresentanza dei lavoratori, e l’efficienza della comunicazione tra il datore di lavoro ed i lavoratori. Manfred Weiss, Università di Francoforte, ha aperto la sua presentazione con dati che offrono una panoramica di notevole importanza: con l’allargamento il territorio dell’Unione aumenterà del 30%, la popolazione di circa il 25%, invece il Pil solo del 5% che è grosso modo uguale al Pil dell’Olanda. Il Pil pro capite dell’Unione diminuirà quindi del 18% e la differenza dei redditi all’interno della popolazione sarà duplicata. I paesi candidati, soprattutto quelli dell’Europa Centrale e Orientale (vale a dire Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Estonia, Lettonia e Lituania) devono ancora completare il processo di transizione dall’economia di pianificazione statale all’economia di mercato. L’incompiutezza di tale transizione, fatta eccezione per la Slovenia, lascia la sua impronta anche sulle relazioni industriali: le istituzioni sono state create, ma gli attori non hanno ancora la piena capacità di gestire il loro spazio, le opportunità, il potere. Preoccupazione per la debolezza delle relazioni industriali I relatori che hanno parlato in rappresentanza dei sindacati, delle organizzazioni datoriali o del mondo della ricerca, hanno tutti messo in evidenza la debolezza delle relazioni industriali ponendo, peraltro, sotto una lente di ingrandimento l’esperienza di un paese, o di un settore.Tutti erano d’accordo sul fatto che vi è ancora un ampio spazio nel quale le relazioni industriali di questi paesi possono svilupparsi.Tuttavia, questa affermazione non esclude che in alcune situazioni il dialogo tra i protagonisti del mondo del lavoro abbia portato risultati importanti. Basti ricordare che all’inizio degli anni ’90 in ciascuno stato dell’Europa Centrale, gli organi tripartiti hanno avuto un ruolo determinante nell’assicurare una transizione pacifica dal sistema comunista verso un’economia di mercato e un ordinamento democratico basato sui principi di diritto.Vi era un accordo condiviso da tutti secondo cui a livello nazionale le parti sociali dovevano partecipare attivamente all’elaborazione delle scelte sociali ed economiche riguardanti la direzione dello sviluppo da intraprendere. Una sfida di così grande portata, come la transizione economica e politica, non avrebbe potuto essere realizzata senza prendere in considerazione l’impatto sociale. Sotto questo profilo il mezzo più utile nell’assicurare un clima cooperativo era il dialogo sociale. Tuttavia, a livello sub-nazionale la situazione era ben diversa: i negoziati erano organizzati unicamente a livello nazionale, una simile cooperazione tra le parti sociali non esisteva a livello settoriale o aziendale. Le maggiori conseguenze dei cambiamenti radicali nel mondo del lavoro erano che l’attrazione del capitale straniero ha preceduto la tutela dei lavoratori, quindi le condizioni di lavoro sono peggiorate, periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia anno 2 - numero 12 / 15 INTERVENTI ma allo stesso tempo i sindacati con la loro appena riguadagnata indipendenza non erano ancora capaci di assicurare una tutela adeguata. Inoltre, in un clima generale di diffidenza, il numero dei lavoratori sindacalizzati ha continuato a diminuire. Il periodo di consolidamento dopo le grandi privatizzazioni non ha portato miglioramenti: la presenza di piccole e medie imprese è diventata dominante, ma nelle quali i sindacati o altri rappresentati dei lavoratori sono spesso assenti. Inoltre, molto spesso si fa uso di contratti di diritto privato e non di lavoro escludendo a priori qualsiasi tutela dei lavoratori o possibile partecipazione ai meccanismi decisionali. A questo punto, Guido Bolaffi Segretario generale della Confartigianato ha invitato i paesi candidati ad esaminare l’esempio dell’Italia nel settore da lui rappresentato, attraverso le modalità di tutela dei lavoratori anche nelle piccole imprese e la garanzia di un percorso di formazione professionale. E’ diminuito l’interesse per la trasformazione economica Pur non sminuendo l’importanza del dialogo sociale a livello nazionale durante il periodo di transizione, c’è da aggiungere che il consenso presente all’inizio della trasformazione economica non esiste più: gli interessi si sono polarizzati ed il dialogo tra le parti sociali è diventato maggiormente conflittuale.A questo punto occorre sottolineare che in molti paesi dell’Europa centrale si continua a cercare la soluzione a livello nazionale, in seno all’organo tripartito, anche se la contrattazione bilaterale sembra essere il mezzo più adatto. Entrambe le parti, i sindacati e le organizzazioni datoriali si aspettano un sostegno da parte del governo a tutela dei propri interessi. Le cause di questa situazione si trovano da un lato nella mancanza delle organizzazioni datoriali che possano essere partners dei sindacati, e non rappresentino esclusivamente l’interesse economico delle aziende; dall’altro nella debolezza dei sindacati, e non per ultimo, nella capaci- tutti comprendano meglio le ragioni delle decisioni, ed i lavoratori riescano ad identificarsi con gli obiettivi dell’azienda. Standard minimi per la legislazione comunitaria tà negoziale molto debole di entrambi le parti. Nonostante la situazione attuale non possa definirsi ideale, l’integrazione europea indubbiamente crea un’accelerazione dello sviluppo sotto due profili: quello pratico e quello legislativo. Per quanto riguarda il primo, nell’era della globalizzazione il clima cooperativo nelle aziende e il pieno coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni dell’azienda costituiscono un elemento fondamentale per mantenere la competitività, salvaguardare i posti di lavoro e migliorare la qualità del lavoro. L’economia europea non ha futuro se accetta la sfida della concorrenza verso livelli più bassi piuttosto che puntare sulla qualità del lavoro e sull’innovazione. Per arrivare ad un clima cooperativo tra i lavoratori ed il management dell’azienda, le varie forme di partecipazione dei lavoratori offrono la soluzione. Le possibilità sono quasi infinite e riguardano: il contenuto (dall’informazione a co-determinazione), lo scopo (dal trattamento delle risorse umane alle scelte strategiche finanziarie) e la modalità (sindacati o rappresentanti eletti, works councils). Se la voce dei lavoratori è presa in considerazione vi è una maggiore probabilità che le decisioni vengano attuate con una maggiore efficienza, perché Sotto il profilo legislativo, le fonti comunitarie prevedono principi generali e standard minimi piuttosto che regole dettagliate nell’ambito della partecipazione dei lavoratori. Per colmare lo spazio lasciato dal legislatore comunitario entrano in gioco le tradizioni nazionali e gli esempi di altri paesi. Fino al 1989, in tutti i paesi exsocialisti, la partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al management delle imprese ha avuto un ruolo importante. Certo, sotto condizioni ben diverse: le imprese non dovevano soprav« Il dialogo sociale non vivere secondo le può sostituire la regole del mercacontrattazione collettiva to e i rappresene quindi non è possibile tanti dei lavoratoprescindere dalle ri potevano disproblematiche che cutere le probleriguardano il potere ed i matiche che diritti dei sindacati, riguardavano il oppure il diritto allo welfare. Non è sciopero. » semplice oggi costruire sulla base di questa eredità una rappresentanza che sia capace di rispondere alle esigenze di una efficace partecipazione nel contesto del mercato e della concorrenza. I paesi dell’Europa Centrale molto spesso cercano di trasmettere nei propri ordinamenti gli esempi di altri paesi dell’Europa Occidentale. Le recenti modifiche ai codici di diritto del lavoro ne danno testimonianza. Per motivi storici le “innovazioni” sono per lo più ispirate al sistema tedesco, oltre al dovuto adattamento delle normative all’acquis communautaire. Durante la Conferenza si è parlato tanto del dialogo sociale, ma molto meno della contrattazione collettiva. Manfred Weiss in un suo commento ha affermato che il dialogo sociale non può sostituire la contrattazione col- periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia 16 / anno 2 - numero 12 INTERVENTI lettiva e quindi non è possibile prescindere dalle problematiche che riguardano il potere ed i diritti dei sindacati, oppure il diritto allo sciopero, anche se queste tematiche non sono state al centro della discussione della Conferenza. L’adesione della Turchia La relazione di Toker Dereli dell’Università di Istanbul ha dimostrato che anche se il via ai negoziati per l’adesione all’Unione europea della Turchia non è stato fissato, l’acquis communautaire già funziona come punto di riferimento per le modifiche apportate al codice del lavoro. La nuova legge, approvata nel 2003, contiene un’unica disposizione sul divieto della discriminazione, che precedentemente era stata menzionata solo vagamente ed in varie disposizioni. Invece, per quanto riguarda il trasferimento delle aziende, il riferimento alla legislazione comunitaria è incompleto: la legge turca non viene applicata in caso di fusioni (mergers), partecipazioni e cambiamenti nel corporate status. Il lavoro interinale, a causa della resistenza opposta dai sindacati, rimane un canale sconosciuto, ma una maggiore flessibilità è stata introdotta nell’organizzazione e per l’orario di lavoro. I flussi migratori La relazione di Hubert Krieger della Fondazione di Dublino ha esaminato un argomento molto attuale: i flussi migratori verso l’Occidente dopo l’allargamento. Quasi tutti gli stati membri temono un flusso incontenibile, anche se un’ipotesi di questo genere non può ad oggi essere sostenuta da ricerche scientifiche. La Fondazione di Dublino ha eseguito un sondaggio nell’aprile di 2002 con la partecipazione di 5000 persone nei paesi candidati. I risultati hanno dimostrato che la tipologia del lavoratore migrante si è notevolmente differenziata rispetto al passato. La condizione di migrazione non sarà più frutto della necessità di cercare un impiego nel paese di accoglienza, ma si tratta il più delle volte di giovani che hanno una qualifica ed un livello di istruzione tale da consentire un’integrazione relativamente rapida: cioè i giovani qualificati, o altamente specializzati, che conoscono e parlano correntemente diverse lingue straniere.Vi è però una notevole differenza tra la manifestazione dell’intenzione migratoria e la partenza effettiva. Nell’ambito del sondaggio quasi tutti gli studenti hanno dichiarato la loro intenzione di maturare l’esperienza di studio o lavoro all’estero. Secondo i risultati del sondaggio, i flussi saranno molto contenuti, anzi i lavoratori altamente qualificati aiuteranno a colmare alcune carenze strutturali al mercato del lavoro dei vecchi stati membri. Piuttosto, il problema sarà presente in maniera preponderante nei paesi candidati: ci sarebbe bisogno di utilizzare le risorse dei giovani qualificati anche nel paese di origine. Nella migliore delle ipotesi, terminata l’esperienza all’estero, i giovani tornano nel loro paese di origine contribuendo ad arricchire il capitale umano. Conclusioni In conclusione, si può richiamare uno dei relatori, György Károly, della Confederazione Nazionale dei Sindacati Ungheresi, che ha riassunto le prospettive dei paesi candidati.Allo stato attuale, nei paesi dell’Europa Centrale si assiste ad un processo di individualizzazione dove ognuno cerca di sopravvivere secondo i propri metodi, ma l’allargamento, anche se non da un giorno all’altro porterà notevoli cambiamenti.Tutto ciò, perché l’Unione europea significa non solo un’unione economica e monetaria, ma anche un’unione sociale, basata sui valori comuni tra i quali si trova anche la partecipazione responsabile. Da parte dei lavoratori vi sono notevoli aspettative per fare parte del gruppo. Con la partecipazione di dieci nuovi stati, il gruppo stesso cambierà, ognuno contribuisce attraverso la propria esperienza e attraverso il reciproco apprendimento si trovano nuove soluzioni. Dopo il 1° maggio 2004 l’Unione Europea non sarà più basata sulla doppia prospettiva: l’allargamento per i 15 stati membri e l’adesione per i 10 nuovi stati. Verrà dato avvio ad una nuova fase della storia europea: l’integrazione di 25 sistemi di relazioni industriali in cerca di miglioramento continuo e di nuovi valori con la partecipazione seria e responsabile delle parti sociali. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia anno 2 - numero 12 / 17 INTERVENTI E se anche noi iniziassimo a dire basta? Guido Improta Direttore APT Roma a pubblicazione dell’Annuario Alberghi 2004 da parte dell’Azienda di Promozione Turistica del Comune di Roma, ci offre lo spunto per tentare di rilanciare un interrogativo: quale futuro per il turismo a Roma? Se ci fosse un governo del turismo, sarebbero già stati convocati gli Stati Generali per riflettere su una crescita impetuosa dell’offerta. Se ci fosse una industria del turismo, ci sarebbe una intensa attività di lobbing per accreditare analisi e proporre soluzioni. Se il prodotto Italia ed il segmento città d’arte fosse competitivo… non saremmo nella Roma del 2003, alla fine di una stagione che è andata così così, nella quale si sono contati più turisti rispetto all’anno scorso ma comunque non in misura tale da guardare con soddisfazione i tassi di occupazione registrati dalle imprese. E’ vero, c’è stato l’11 settembre, una crisi economica in molti momenti allarmante, la guerra in Iraq, la SARS, gaffes da parte di uomini di Governo, la corsa dell’Euro e il treno dello sviluppo economico continua ad essere fermo alla ricerca di una locomotiva di qualsiasi Paese che lo faccia ripartire per qualsiasi destinazione. Ma se anche non ci fosse stata questa singolare e molte volte drammatica concatenazione di eventi e situazioni, Roma avrebbe comunque avuto di che riflettere, almeno dal 1999 in avanti: 83 nuovi alberghi, 5.757 nuove camere, 14.616 letti in più, tutti gli alberghi classificati 3/4/5 stelle in grado di offrire il bagno in camera. Per non parlare del boom che registrano i B&B (4.077 posti letto in 1.052 strutture) e lo smarrimento che inizia a serpeggiare nelle 184 L Case per Ferie di fronte a conti che non tornano. Tanta quantità, molta qualità, poche intelligenze strategiche al lavoro e tattica a profusione, come anche in occasione del recentissimo World Travel Market abbiamo avuto modo di constatare. Va riconosciuto al Segretario Regionale della Cgil Stefano Bianchi il merito di aver lanciato per primo l’allarme rispetto alla difficoltà che le forze economiche e politiche di questa città stanno incontrando nel rilanciare una nuova capacità progettuale.. A noi corre l’obbligo almeno di non far finta di niente. Come ad esempio sui prezzi: da un lato le tabelle ufficiali continuano a registrare aumenti; dall’altro (vedi i contratti con i Tour Operator) si riconoscono percentuali di sconto del 60/70% che sviliscono il miglioramento qualitativo sia della città che dei servizi resi e, cosa ancor più grave, ostacolano un corretto quanto necessario posizionamento dei diversi segmenti di offerta. Per non parlare dei cataloghi: dove il Tevere navigabile, i saldi, il mare, le mostre, gli eventi, l’architettura del XXI secolo e tutto ciò che di nuovo il buon governo di questa città è stato in grado di realizzare non riesce ad avere visibilità rispetto all’antico, al barocco, al sacro, al notturno e a tutti gli aggettivi che potete immaginare accanto al nome “ROMA”. E se iniziassimo anche noi a dire “Basta”? COMUNE DI ROMA - CAPACITA’ RICETTIVA (al 1° ottobre 2003) Tipologia N. Esercizi Camere Alberghi 800 40.431 Residence 61 3.001 B&B 1.052 2.043 Affittacamere 231 1.095 Case per ferie 184 6.042 Case Vacanze 286 760 Alloggi agrituristici 18 86 Campeggi 10 Ostelli 3 90 Fonte: Azienda di Promozione Turistica del Comune di Roma Posti letto 81.665 8.060 4.077 2.012 9.975 1.622 244 11.300 408 Ricettività alberghiera nel Comune di Roma al 1°ottobre 2003 STELLE ESERCIZI CAMERE LETTI 5 19 3.116 6.835 4 146 17.320 35.641 3 314 14.258 28.069 2 216 4.511 8.881 1 105 1.226 2.229 TOTALE 800 40.431 81.655 Fonte: Azienda di Promozione Turistica del Comune di Roma- novembre 2003 BAGNI 3.116 17.320 14.258 4.284 869 39.847 Comune di roma - costo dei servizi alberghieri in camera doppia con bagno ANNO 1999 ANNO 2004 Prezzo Prezzo Prezzo Prezzo Hotel Medio Minimo Medio Max. Medio Minimo Medio Max. 5 stelle 304,92 510 510,56 742,29 4 stelle 172,60 247,99 218,27 321,46 3 stelle 90,47 152,47 107,20 199,24 Fonte: Azienda di Promozione Turistica del Comune di Roma - Prezzi espressi in Euro INCREMENTO PERCENTUALE Sul prezzo Sul prezzo minimo massimo + 68% + 45% + 28% + 30% + 19% + 31% periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia 18 / anno 2 - numero 12 NOTIZIARIO A Roma d’autunno e… si risparmia! Caterina Saccaro el mese dei saldi di fine stagione Roma offre ai turisti stranieri una serie di ghiotte opportunità per visitare la città e trascorrere una indimenticabile vacanza a prezzi veramente vantaggiosi. E’ la campagna di “destagionalizzazione” turistica che il vice sindaco dell’Urbe, Mariapia Garavaglia, ha presentato a Londra durante il World Travel Market, importante manifestazione che si è svolta sulle rive del Tamigi dal 10 al 13 novembre, e in occasione dell’incontro con i tour operator inglesi organizzato il 10 novembre a “Terrazza Italia” nello spazio Enit. Dal 10 gennaio al 22 febbraio prossimo i turisti potranno dunque sbarcare nella Capitale con pacchetti scontati che comprendono il soggiorno in oltre 100 alberghi; circa 70 ristoranti offriranno caratteristici menù a prezzo ridotto e si risparmierà anche per lo shopping negli esercizi commerciali. Ma non è finita qui; i visitatori N L’Enit informa Los Angeles, la Regione Lazio a Beverly Hills Alla vigilia del workshop Italia, che si è svolto a Los Angeles e San Francisco la delegazione Enit di Los Angeles ha curato l’evento “Surprising Lazio”, che si è tenuto nella cittadina di Beverly Hils in sinergia operativa con l’Assessorato al turismo della Regione Lazio e la Camera di commercio Italy America West. L’iniziativa è stata seguita con grande interesse dagli operatori turistici, dai network televisivi e dai media del mondo dello spettacolo, i quali erano presenti con loro rappresentanti di alto livello, ai quali Eugenio Magnani, dirigente Enit del Nord America, ha presentato il territorio laziale con l’aiuto di un DVD prodotto dall’amministrazione regionale. La serata-evento è stata l’occasione per una forte promozione della destinazione turistica il cui valore è stato sottolineato anche dalla presenza del Console generale d’Italia Diego Brasili, i premi Oscar italiani Giorgio Moroder e Pietro Scalia e alcuni dei più qualificati operatori turistici interessati al segmento “special interest” di alta gamma. Firmato l’accordo Italia-Cina sul turismo E’ stato firmato un accordo fra periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia anno 2 - numero 12 / 19 NOTIZIARIO avranno diritto ad una riduzione del biglietto di ingresso in alcuni musei o per assistere a determinati spettacoli teatrali, acquistare libri, fare dei tour della città. Sconti verranno applicati anche sui tiket per la gita in battello sul Tevere e al prezzo eccezionale di 6 euro si potrà effettuare il tour storico artistico in bus. L’ampia gamma di facilitazioni riguarda anche il viaggio, grazie all’accordo stipulato con la compagnia aerea Air One e in vigore per l’intero periodo della promozione. Com’è evidente si tratta di uno sforzo organizzativo notevole e di una eccezionale opportunità per chi deciderà di concedersi in un periodo di “bassa stagione” qualche giorno di svago o una romantica e indimenticabile vacanza. Approfittarne è facile, basta rivolgersi ad una delle agenzie di viaggio e ai tour operators che aderiscono, i quali hanno pronti pacchetti turistici opportunamente predisposti per usufruire in maniera integrata delle agevolazioni previste. La campagna di “destagionalizzazione” sarà pubblicizzata con opuscoli e depliant preparati per l’occasione e in distribuzione presso tutte le delegazioni Enit all’estero e i tour operator con i quali sono in Italia e Cina in seguito al quale oltre 70 milioni di cinesi, se lo vorranno, potranno visitare il nostro paese. Ci si aspetta adesso una massiccia richiesta di visti per l’Italia e l’Enit, grazie a un recente provvedimento legislativo, ha così destinato otto unità lavorative alle sedi diplomatiche di Pechino, Shangai e Canton. Secondo il presidente dell’Enit, Amedeo Ottaviani, «con la firma dell’accordo turistico tra l’Italia e contatto; inoltre il personale è in grado di dare tutte le informazioni necessarie. I turisti italiani potranno invece rivolgersi alle agenzie di viaggio della Fiavet su tutto il territorio nazionale e presso gli uffici della compagna aerea Air One. A Roma il materiale promozionale sarà disponibile presso gli alberghi la Cina, molto atteso dalle categorie del turismo e fortemente voluto dall’ente, si apre una nuova grande frontiera per il turismo europeo e per quello del nostro Paese. Già ora i cinesi spendono più di 12 miliardi di dollari per i viaggi all’estero, ma l’Italia ha potuto ospitare non più di 350 mila viaggiatori di affari per i limiti previsti nei viaggi outgoing. Dovremo svolgere un’intensa attività di comunicazione e promozio- che aderiscono all’iniziativa, presso le agenzie di viaggio interessate e nei punti di informazione turistica del Comune. In tutti questi luoghi a chi lo richiederà sarà data una brochure con l’elenco completo di tutte le agevolazioni, cui il turista può accedere esibendo la card contenuta nel suo interno. ne per far conoscere ai cinesi le nostre regioni e le loro attrattive». Era presente alla firma dell’accordo anche il direttore generale dell’Enit, Piergiorgio Togni il quale ha annunciato che «l’ente ha già aperto un ufficio turistico a Pechino per avviare i contatti con i tour operator, il mondo delle agenzie e per promuovere l’immagine dell’Italia e delle nostre regioni, favorendo l’internazionalizzazione delle imprese turistiche». periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia 20 / anno 2 - numero 12 NOTIZIARIO Mostre, musica, teatro, eventi: la Roma da vivere MOSTRE Dal 12 febbraio al 2 maggio 2004 BERNINI,VELAZQUEZ, LUCA GIORDANO. LE CORTI DEL BAROCCO Esposizione dedicata all’arte barocca, il linguaggio figurativo della società cortigiana europea della seconda metà del Seicento. In mostra dipinti, acqueforti, incisioni, disegni, medaglie e arazzi. SCUDERIE DEL QUIRINALE, www.scuderiequirinale.it Prevista da marzo a luglio 2004 I TESORI DEGLI AZTECHI Esposizione documentaria sulla cultura del popolo Azteco. In mostra circa 450 capolavori tra sculture, ceramiche smaltate e gioelli. PALAZZO RUSPOLI, www.palazzoruspoli.it Prevista da aprile a luglio 2004 MOSAICO MINUTO ROMANO Esposizione di oggetti preziosi realizzati nell’Ottocento e utilizzati dai ricchi visitatori come souvenir della città. MUSEI CAPITOLINI - Palazzo Caffarelli, www.museicapitolini.org Prevista per aprile 2004 MONACI IN ARME. Storia ed arte degli ordini militari cavallereschi Esposizione storico documentaria sugli ordini monastico cavallereschi: i Templari, i cavalieri del Santo Sepolcro, i cavalieri di Malta. MUSEO NAZIONALE DI CASTEL SANT’ANGELO Prevista per la primavera 2004 ORIENTE-OCCIDENTE Esposizione dedicata al dialogo tra i popoli e le culture. In mostra dipinti e disegni. L’esposizione sarà accompagnata da concerti e proiezioni di film e documentari realizzati da registi di diversi paesi. ACCADEMIA DI FRANCIA – VILLA MEDICI, www.villamedici.it Prevista per la primavera-estate 2004 PAUL KLEE Retrospettiva dedicata all’artista tedesco (1879-1940). COMPLESSO DEL VITTORIANO MUSICA CLASSICA ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA Stagione sinfonica e concertistica Auditorium Parco della Musica, www.santacecilia.it direttore: MYUNG-WHUM CHUNG: - musiche di: Wagner; 16, 19 e 22 marzo 2004. - musiche di: Morricone e Rachmaninov; 22, 24 e 25 maggio 2004. - musiche di: Haydn e Mahler; 29, 31 maggio e 1 giugno 2004 “KODO - IL BATTITO DEL CUORE” Tamburi giapponesi dell’isola di Sado; 26 febbraio 2004. GREGORY SOKOLOV:Pianoforte (Programma da definire); 12 marzo 2004. MAURIZIO POLLINI: Pianoforte (Programma da definire); 22 aprile 2004. direttore BERLINEN PHILHARMONIKER - SIMON RATTLE: - musiche di: Haydn, Bach, Brahms e Schönberg; 4 maggio 2004. - musiche di: Dvoràk e Bruckner; 5 maggio 2004 direttore. WOLFGANG SAWALLISH: - musiche di: Schubert e Brahms; 8, 10 e 11 maggio 2004 - musiche di: Rossini; 13, 15, 17 e 18 maggio 2004 SOLISTI DI MOSCA - YURU BASHMET: direttore e violino (Programma da definire); 28 maggio 2004 TEATRO DELL’OPERA DI ROMA Teatro alle Terme di Caracalla, www.operaroma.it MESSA DA REQUIEM, direttore d’Orchestra: Gianluigi Gelmetti, musiche di Giuseppe Verdi; rappresentazione unica: 9 luglio 2004 MUSICA LIRICA TEATRO DELL’OPERA www.opera.roma.it - TOSCA, musiche di G.Puccini; dal 9 al 28 marzo 2004 - CAVALLERIA RUSTICANA, musiche di P. Ma scagni; dal 23 marzo al 4 aprile 2004 - DON CARLO, musiche di G.Verdi; dal 13 al 22 maggio 2004 - FLAUTO MAGICO, musiche di W.A.Mozart; dal 30 giugno al 4 luglio 2004 DANZA TEATRO DELL’OPERA www.opera.roma.it GISELLE, musiche di Adolphe Adam, coreografie di Carla Fracci; dal 30 giugno al 4 luglio 2004 SPORT MARATONA DELLA CITTA’ DI ROMA, www.maratonadiroma.it Annuale appuntamento podistico. 42 chilometri di percorso lungo i luoghi simbolo della Città Eterna. Marzo 2004 CONCORSO IPPICO DI PIAZZA DI SIENA Prestigioso torneo romano che, nella cornice di Villa Borghese, accoglie i maggiori esponenti dell’equitazione mondiale. Fine di maggio 2004 GOLDEN GALA – MEETING DI ATLETICA LEGGERA Come ogni anno si svolge allo Stadio Olimpico uno dei più importanti appuntamenti europei di atletica leggera. Luglio 2004 periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia anno 2 - numero 12 / 21 NOTIZIARIO Al Capo D’Africa raffinate atmosfere con vista L.R. naugurato un anno fa e situato nel cuore archeologico di Roma l’Hotel Capo D’Africa, si presenta come una ideale immensa finestra sul Colosseo.Tra il Foro Romano e la Domus Aurea questo albergo con il suo look cosmopolita classico e contemporaneo allo stesso tempo si dimostra in totale sintonia con i gusti dei viaggiatori internazionali. La facciata di inizio Novecento è il biglietto da visita di un design che si rivela ricercato e raffinato, capace di ricreare una atmosfera calda ed elegante, con opere di artisti contemporanei e un gradevole sottofondo di musica jazz che accompagna con discrezione i clienti dalla hall fino in camera. Al Capo D’Africa nulla è lasciato al I caso e anzi tutto è affidato al buon gusto, che sempre rifugge dall’ostentazione. La priorità è data ai dettagli, come risalta nelle 65 camere, disposte su tre piani e ognuna diversa per dimensioni ma sempre immerse nelle tonalità dell’ocra, della sabbia e dello zafferano; rallegrate da opere di artisti contemporanei. All’interno al marmo o al parquet del pavimento dell’ingresso si alterna la moquette inglese delle camere da letto, mentre le alte testate in legno di faggio dei letti, l’unione di legno e vetro opacizzato dei mobili e la pelle rossa delle poltrone creano un’atmosfera estremamente rilassante.Tutte le stanze sono dotate di cassaforte privata, telefono, radio, frigo bar, pay tv, attacco per il personal computer e per il modem ma ciò che le contraddistingue è certamente la vista su uno degli angoli più famosi della capitale. Spettacolare è il colpo d’occhio che si gode dalla “studiosuite”: un’ampia stanza con terrazzo privato di 40 mq da dove, nella privacy più totale, si ammira ogni particolare del Colosseo. Dalla terrazza della “studio-suite” a quella del roof garden, dove fra rose rampicanti, alberi di limone e ulivi è possibile gustare piacevoli colazioni e pranzi leggeri mentre la sera, illuminata dalle luci di fiaccole e candele, diventa il luogo ideale per intrattenersi prima e dopo la cena. Completano il tutto la palestra - con pavimento in parquet, soffitto a volta e macchinari Technogym - e il solarium, ospitato in primavera e in estate nella terrazza dell’ultimo piano. Il Capo D’Africa però non è solo per chi si ferma a Roma per turismo. Con le sue tre sale conferenza dotate di un moderna strumentazione multimediale e capaci di accogliere fino a 70 persone si propone infatti come sede esclusiva per meeting e incontri di lavoro. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia 22 / anno 2 - numero 12 NOTIZIARIO Con nuove strategie e nuovo marketing sarà boom di giapponesi Giovanni Cucuzza OKOHAMA – Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti, la Guerra in Iraq e l’epidemia di Sars i giapponesi stanno riscoprendo il gusto del viaggio e del turismo, come sembra indicare il suc« La struttura del cesso del Jata mercato dei viaggiatori world turism giapponesi verso congress & tral’estero è vel fair; l’annuafondamentalmente le congresso binaria; ovvero è degli operatori rappresentata dai turistici e fiera cosiddetti stock turistica monconsumer.» diale che si è svolto a Yokohama dal 2 al 5 ottobre 2003. All’incontro hanno partecipato più di 94 paesi, con 780 spazi espositivi e 300 «exhibitors»; il primo giorno, quando l’ingresso era riservato esclusivamente agli opera- Y tori del settore, i visitatori sono stati ben 17 mila mentre in totale sono stati registrati 91410 ingressi. Come si capisce dalle cifre si tratta di un appuntamento estremamente importante, al quale ha partecipato anche una delegazione della Regione Lazio e dell’Azienda di promozione turistica della Provincia di Roma per sottolineare l’attenzione verso un mercato così importante per in nostro turismo regionale e provinciale e anche per contribuire a migliorare la qualità dell’accoglienza di viaggiatori esigenti, dai gusti e usi da noi forse ancora non ben conosciuti e compresi. Come è stato segnalato durante il congresso, ed è emerso con forza da parte dell’utenza specializzata e non, occorrono nuove strategie di marketing e maggiore attenzione ai segmenti di mercato che promettono maggiori sviluppi nel prossimo futuro. Secondo Hidetoshi Kobayashi, managing director del marketing Japan travel bureau, infatti la struttura del mercato dei viag- I numeri dello Jata World Tourism Congress & Travel Fair a quest’anno il Jata Congress e il World Travel Fair si sono unificati dando luogo ad una unica manifestazione che si è svolta al Pacifico Yokohama. Il Jata-WTF avrà una cadenza annuale e quindi sarà l’unica e più importante fiera del turismo in Giappone che si rivolge sia agli operatori che al pubblico. Il Congresso ha registrato 844 partecipanti, provenienti da 90 Paesi, i quali per la maggior parte hanno dibattuto sulla crisi internazionale del turismo dopo i tragici eventi dell’11 settembre 2001, la Guerra in Iraq e soprattutto il periodo dell’epidemia Sars. L’area espositiva della Fiera comprendeva per questa edizione 20.000 metri D quadrati con un’affluenza complessiva, nei tre giorni della manifestazione, di 91.410 visitatori di cui 33.751 operatori turistici. Erano presenti 94 Paesi o regioni, per un totale di 300 espositori con 782 stands. L’Enit ha allestito uno stand di 126 metri quadrati nel quale sono state ospitate la Regione Lombardia, la Regione Lazio e l’Azienda di promozione turistica di Roma; inoltre vi erano spazi personalizzati dalle imprese: Bettoja Hotels, Atlante Hotels, The Charming Hotels of the World, Framon Hotels Group, Grand Hotel Beverly Hills e Alitalia. Ai visitatori sono stati stati distribuiti 22.200 opuscoli illustrativi sull’Italia in generale. giatori giapponesi verso l’estero è fondamentalmente «binaria»; ovvero è rappresentata dai cosiddetti stock consumers - rappresentati da tutti coloro i quali hanno abbastanza denaro e tempo per viaggiare in qualsiasi momento e che sono molto attenti alla sicurezza (very safety conscious)- e dai cosiddetti flow consumers - ossia coloro i quali viaggiano solo quando hanno abbastanza denaro e tempo e sono molto attenti ai prezzi praticati (more price conscious). All’interno di questo tipo di mercato vanno poi considerati altri aspetti, imprescindibili per la corretta impostazione di ogni piano di lavoro che tende ad attrarre e movimentare un maggior numero di turisti dal Giappone. Ad esempio si deve fare attenzione al significato e allo scopo che attribuiscono i flow consumers al viaggio, desiderosi soprattutto di riposo, relax e con un gran desiderio di fuggire dalla routine quotidiana. Gli stock consumers invece intendono il viaggio come ragione di vita e un modo per dare nuovo senso al loro quotidiano. Risulta dunque vincente per questi ultimi proporre viaggi che abbiano come parola chiave imparare, sorprendere, impressionare, cambiare. Lo stock consumers insomma deve poter fare una esperienza raffinata, esclusiva, con servizi e in strutture di prima categoria. I flow consumers invece saranno più attratti da vacanze rilassanti da vivere come un rimedio contro lo stress, occasione per trascorrere un po’ di tempo con la propria famiglia e per portare a casa un “buon ricordo». Per il prossimo futuro la tendenza sarà comunque di un forte aumento dei viaggi da parte delle donne dai 30 anni in su e di adulti oltre i 55 anni; ovvero di quelle fasce in cui si collocano in maggior numero i periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia anno 2 - numero 12 / 23 NOTIZIARIO cosiddetti stock consumers. Dunque sarà questo segmento di clientela che gli operatori romani dovranno imparare a conoscere e curare. Le strategie da seguire, sempre secondo Hidetoshi Kobayashi, sono tre. Innanzitutto far emergere i mercati di nicchia, ovvero quelli che privilegiano le destinazioni meno conosciute e pertanto che rispecchiano di più la reale vita quotidiana del paese di destinazione. In secondo luogo la proposta di una grande varietà di tour, ma con pochi partecipanti per ciascuno di essi. In definitiva ciò che i giapponesi chiedono è un turismo di qualità, in luoghi diversi dalle mete turistiche abituali e più inflazionate. Ciò potrebbe sembrare di facile attuazione, soprattutto in considerazione delle innumerevoli possibilità che offre anche la nostra provincia, eppure nel caso dei giapponesi si ha a che fare con una cultura e uno stile di vita assai diverso dal nostro, nonostante l’apparente occidentalizzazione del paese del sol levante. Basti pensare che il Giappone è ancora fondamentalmente maschilista, nel senso che le donne occupano un ruolo sicuramente diverso da quello che invece occupano nella nostra società mentre il reciproco modo di relazionarsi dei nipponici tiene assai in considerazione il rispetto della persona, soprattutto se anziana, la classe sociale di appartenenza, la gerarchia. Ne è prova il rituale che accompagna un gesto semplice come il presentarsi: il modo corretto per un giapponese è l’inchino ripetuto e l’ultimo a farlo deve essere chi è inferiore per età, ruolo o carica rivestita. Per dare il proprio bigliettino da visita all’interlocutore bisognerebbe porgerlo con entrambe le mani e nel verso che consente al destinatario di leggerlo, naturalmente accompagnando il tutto con il classico inchino. Si tratta di un piccolo esempio, tuttavia indicativo di quanto possa essere complicato intraprendere con successo delle attività con turisti Il modo di viaggiare dei giapponesi sta cambiando di Japan-Italy MILANO - Il seminario tenuto dalla Japanitaly.com in occasione della recente manifestazione del TTG a Rimini ha chiarito che l’incoming giapponese, a partire dall’estate scorsa sta cambiando. Cresce notevolmente la quota degli individuali (FIT), o dei piccoli gruppi, mentre diminuiscono in modo sensibile i gruppi organizzati dai grandi tour operator giapponesi. Inoltre diventa più importante l’attività delle agenzie di viaggio medie e medio-piccole che sono in grado di offrire un prodotto personalizzato; cresce l’interesse da parte dei visitatori nipponici per località diverse dalle solite e con una offerta culturale valida, ma anche di tipo enogastronomico (slowfood) e naturalistico (trekking, agriturismo). Aumenta notevolmente anche il numero di coloro che consultano internet per pianificare il proprio viaggio ed eventualmente prenotare direttamente l’alloggio ed altri servizi, considerando che a febbraio 2003 il numero di famiglie collegate in banda larga aveva superato abbondantemente i 15 milioni. In crescita pure il numero di voli charter diretti in Italia dalla provincia giapponese, provenienti da quel paese; tanto più che nel settore alberghiero e dei viaggi i nipponici sono abituati ad avere un servizio preciso e una puntuale scansione del tempo da dedicare a ciascuna attività. Infine non è sufficiente conoscere bene l’inglese per evitare incomprensioni linguistiche e sarebbe auspicabile poter sempre disporre di personale madrelingua. Come è stato possibile capire durante il congresso il mercato giapponese è un frutto maturo, da cogliere ma con estrema attenzione; anche perché una scriteriata caccia al turista non sufficientemen- evitando le partenze dai due aeroporti internazionali di Narita-Tokyo e Osaka, mentre si nota anche una forte presenza di “repeaters”, che intendono conoscere l’Italia in tutte le sue sfaccettature. Sono infine molto richiesti i luoghi riconosciuti patrimonio Unesco, il che significa come le istituzioni influiscano molto sulle scelte dei turisti giapponesi. Tutto ciò indica la possibilità di nuovi spazi per l’offerta italiana, slegata dalla rete dei tour operator giapponesi, la quale può rivolgersi direttamente agli “individuali” e iniziare un dialogo, purché capisca e segua le regole non scritte dei rapporti commerciali con il Giappone, i giusti canali di comunicazione ed abbia un minimo di presenza alle manifestazioni specializzate che si tengono in Giappone. Sopratutto per gli alberghi italiani la creazione dei canali diretti di comunicazione con i turisti giapponesi sta diventando fondamentale. Purtroppo alla recente fiera del turismo Jata, che si è tenuta i primi di ottobre a Yokohama, soltanto pochi operatori privati erano presenti mentre tra le amministrazioni pubbliche hanno partecipato solo le Regioni Lazio e Lombardia. te attenta al particolare tipo di clientela comporterebbe una immediata disaffezione e la conseguente cancellazione della destinazione dal book dei preferiti. Oltretutto l’Italia è la quinta destinazione nel mondo fra quelle più gettonate dai giapponesi, a pochi punti di scarto dalle prime quattro, e basterebbe veramente poco per incrementare il numero degli arrivi. Soprattutto il Lazio potrebbe promuovere le località ancora poco note del litorale, quelle termali e dell’entroterra collinare e montano che hanno certamente le carte in regola per “stupire” gli stock consumers. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia 24 / anno 2 - numero 12 TRIBUNA DEL LAVORO 0 Diritto del lavoro Apposizione del termine alla durata del contratto di lavoro Mario Miceli - Pasquale Siciliani Cassazione. Sezione Lavoro, 6 settembre 2003, n.13044. Presidente: Mileo, relatore: De Luca, P. M.:Nardi, parti: ric.: Aeroporti di Roma S.p.A., res.: Carassai La previsione, nella contrattazione collettiva, di ipotesi soggettive - che consentano l’apposizione di un termine al contratto individuale di lavoro - pur discostandosi dalla disciplina legislativa nella stessa materia, risulta tuttavia coerente con la successiva evoluzione della medesima disciplina (art. 8, comma 2, legge 23.7.1991, n. 223, ed art. 75, legge 23.12.2000, n. 388). La disposizione (art. 23, legge 23.2.1987, n. 56) - che consente alla contrattazione collettiva l’individuazione di nuove ipotesi di legittima apposizione di un termine al contratto individuale di lavoro - opera sul medesimo piano della disciplina generale in materia (di cui alla legge 18.4.1962, n. 230) e si inserisce nel sistema da questa delineato, senza alcuna limitazione per la delega conferita alla contrattazione collettiva, essendo questa deputata ad individuare ipotesi di legittima apposizione del termine affatto diverse, anche se disomogenee, rispetto a quelle già previste dalla medesima disciplina generale in materia. Pertanto, deve ritenersi consentito alle fonti collettive prevedere l’ammissibilità di contratti a termine collegati a requisiti puramente soggettivi. La pronuncia in esame affronta il tema delle causali soggettive che possono legittimare l’apposizione del termine nel contratto a tempo determinato, con riferimento alla riforma di detto contratto introdotta dal D.lgs. 368/2001. Nella fattispecie, la società ricorreva alla suprema corte censurando la sentenza impugnata della Corte di Appello che aveva negato che la contrattazione collettiva potesse consentire l’apposizione del termine al contratto individuale di lavoro anche a fronte di situazioni soggettive del lavoratore in virtù dell’art. 23 l. n. 56/1987. La suprema corte ha accolto il ricorso della società chiarendo che nessun principio o criterio direttivo viene enunciato dal citato articolo in ordine alle ipotesi da individuare di apposizione del termine alla durata del contratto di lavoro. La Cassazione ha precisato, altresì, che la legge n. 56/87 prevede soltanto che le ipotesi di apposizione del termine debbano essere ulteriori e, perciò, diverse da quelle già previste dalla legge. Da ciò, pertanto, discende una sorta di delega in bianco a favore dei contratti collettivi e dei sindacati i quali non sono vincolati alla individuazione di ipotesi oggettive ed omologhe a quelle stabilite dalla legge. Tale decisione è conforme alla successiva evoluzione legislativa in materia di contratti a termine che prevede (art. 8 legge n. 223/91 e art. 75 legge n. 338/2000) casi soggettivi di legittima apposizione del termine quali i lavoratori in mobilità ed i lavoratori anziani. La pronuncia desta particolare interesse in quanto la Corte è stata chiamata a risolvere il problema della compatibilità della legge n. 56/87 rispetto all’assetto normativo della legge n. 230/62 che prevedeva, per l’appunto, che i casi di apposizione del termine dovessero ritenersi istituzionalmente riservati a causali oggettive, tassativamente previste dalla stessa legge. Pertanto, avendo la suprema corte rilevato che l’art. 23 della legge n. 56/87, nel demandare alla contrattazione collettiva la possibilità di ampliare la casistica del contratto a termine originariamente stabilita dalla legge in modo inequivoco e tassativo, conteneva una delega in bianco a favore della stessa contrattazione collettiva, ha abbattuto qualsiasi incompatibilità tra la normativa vigente e le previsioni sindacali nella misura in cui introducano causali soggettive di ammissibilità al ricorso al contratto a termine. La suprema corte, con la sentenza in epigrafe, pur essendosi pronunciata su una questione riguardante la legislazione precedente alla recente riforma, si è, comunque riferita alla nuova normativa, enunciando un principio interpretativo potenzialmente valido anche per il regime vigente. In effetti, la sentenza ha allargato l’ambito della propria indagine confrontando la risposta data alla medesima questione dallo jus superveniens, rintracciando anche nella disciplina introdotta dal D.lgs. 368/2001 ipotesi di legittimazione di causali soggettive che si affiancano a quelle oggettive istituzionalmente previste, confermando così la perfetta coesistenza di entrambe le tipologie. In conclusione, la flessibilizzazione con la quale è stata allargata la casistica legittimante il contratto a termine evidenziata dalla sentenza si riconnette all’ampliamento della sfera d’intervento della magistratura chiamata ad operare, dinanzi a causali soggettive, un controllo sulla sussistenza dei requisiti prescritti, mentre, nei confronti di fattispecie oggettive, l’operato del Giudice dovrà spingersi sino alla verifica dell’effettiva ricorrenza delle situazioni genericamente descritte dalle norme. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia anno 2 - numero 12 / 25 TRIBUNA DEL LAVORO 0 Diritto del lavoro Massimario MATERIE RISERVATE ALLA CONTRATTAZIONE AZIENDALE Corte di Cassazione - Sezione lavoro Sentenza n. 9784 del 18 giugno 2003 Oggetto: lavoro - lavoro subordinato - contratto collettivo - disciplina (efficacia) - in genere - Contratti Collettivi nazionali e aziendali - Carattere paritetico - Conseguenza in tema di riserva di materia. Atteso il carattere paritetico del contratto collettivo nazionale e del contratto aziendale, l’eventuale divieto, contenuto nell’uno e rivolto all’altro, di occuparsi di determinate materie, non può automaticamente comportare la inefficacia di una diversa regolamentazione successivamente adottata dal contratto collettivo “incompetente”, per essergli la materia stata sottratta in forza della previsione contenuta nel contratto precedente. Contratto di tirocinio: è il giudice che verifica i requisiti Corte di Cassazione - Sezione lavoro Sentenza n. 13013 del 5 settembre 2003 Oggetto: Lavoro subordinato Costituzione del rapporto Assunzione - Tirocinio (apprendistato) - Sussistenza dei requisiti fattuali del rapporto di tirocinio - Verifica dei requisiti di forma e validità prescritti dalla legge Necessità - Mancata contestazioni delle parti - Rilevanza Esclusione Al fine dell’esatta qualificazione di un rapporto di lavoro subordinato come contratto di tirocinio, per superare eventuali incertezze inerenti alla sussistenza dei requisiti fattuali caratterizzanti il rapporto (come pure di altri rapporti di lavoro, speciali rispetto al rapporto di lavoro subordinato ordinario), il giudice di merito non può omettere di verificare la sussistenza di requisiti di forma e/o validità prescritti dalla disciplina legale speciale; tale verifica - che il giudice del lavoro può effettuare d’ufficio ex articolo 421 del Codice di procedura civile - prescinde dall’avvenuta contestazione di una delle parti nel giudizio sulla sussistenza del medesimo requisito, trattandosi di requisito legale, rilevabile come tale d’ufficio. Corte di Cassazione - Sezione lavoro Sentenza n. 7752 del17 maggio 2003 Oggetto: Retribuzione - Contratto collettivo - Adeguatezza ai principi di proporzionalità e sufficienza - Accertamento - Riferimento al trattamento previsto per altri dipendenti - Esclusione - Riferimento al parametro “esterno” ex art. 36 Cost. Necessità - Disparità di trattamento fra lavoratori della stessa posizione contrattuale - Irrilevanza Nel rapporto di lavoro subordinato la retribuzione prevista dal contratto collettivo acquista, pur solo in via generale, una “presunzione” di adeguatezza ai principi di proporzionalità e sufficienza, che investe le disposizioni economiche dello stesso contratto anche nel rapporto interno fra le singole retribuzioni ivi stabilite; ne consegue che, ai fini dell’accertamento dell’adeguatezza di una determinata retribuzione, non può farsi riferimento ad una singola disposizione del contratto che preveda un diverso trattamento retributivo per altri dipendenti, l’eventuale inadeguatezza potendo essere accertata solo attraverso il parametro di cui all’art. 36 Costituzione, che è “esterno” rispetto al contratto, né può assumere rilievo, ai fini di tale accertamento, l’eventuale disparità di trattamento fra lavoratori della medesima posizione, atteso che non esiste a favore del lavoratore subordinato un diritto soggettivo alla parità di trattamento e che, soprattutto quando il trattamento differenziato trovi il suo fondamento in un dato oggettivo di carattere temporale, l’attribuzione di un determinato beneficio ad un lavoratore non può costituire titolo per attribuire ad altro lavoratore, che si trovi nella medesima posizione, il diritto allo stesso beneficio o al risarcimento del danno (nella specie, la S.C. ha confermato la decisione di merito che - con riferimento all’attribuzione ai lavoratori neoassunti di un salario differenziato con esclusione di alcune voci aggiuntive previste dalla contrattazione collettiva - aveva negato il diritto di questi ultimi di conseguire le differenze retributive richieste). Corte di Cassazione - Sezione lavoro Sentenza n. 7843 del 19 maggio 2003, Oggetto: Sospensione del rapporto di lavoro - Corresponsione Quando è retribuito il cambio “divisa” il datore di lavoro a stabilire se il cosiddetto “tempo divisa” debba essere retribuito o meno. La diatriba è stata risolta dalla Cassazione la quale ha chiarito che se l’operazione di vestizione per indossare una divisa è specificata nel dettaglio dal datore di lavoro, che ne disciplina tempo e luogo di esecuzione, il tempo occorrente, detto appunto tempo-divisa, rientra nel lavoro effettivo e come tale deve essere retribuito al lavoratore. E’ Tratto da Il Sole 24 Ore di lunedì 10 novembre 2003 periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia 26 / anno 2 - numero 12 TRIBUNA DEL LAVORO della retribuzione - Esclusione Patti conclusi tra i lavoratori ed il datore di lavoro per la sospensione del rapporto di lavoro e della retribuzione - Validità - Fondamento. Il principio generale di effettività e corrispettività delle prestazioni nel rapporto di lavoro comporta che, al di fuori delle espresse deroghe legali o contrattuali, la retribuzione spetti soltanto se la prestazione di lavoro viene eseguita, salvo che il datore di lavoro versi in una situazione di mora credendi nei confronti dei dipendenti. Ne consegue che sono validi, in linea di principio, i patti conclusi tra i lavoratori ed il datore di lavoro per la sospensione del rapporto di lavoro; tali fatti non hanno ad oggetto diritti di futura acquisizione e non concretano rinunzia alla retribuzione, invalida ex art. 2113 c.c., atteso che la perdita del corrispettivo discende dalla mancata esecuzione della prestazione. Decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66. Art. 4, comma quinto, inerente gli obblighi di comunicazione. Un mese di tempo in più a disposizione dei datori per comunicare il superamento delle 48 ore La comunicazione obbligatoria per il datore di lavoro, relativa al superamento delle 48 ore di lavoro settimanale da parte dei dipendenti, deve essere effettuata entro un mese dalla scadenza del periodo cui gli straordinari si riferiscono. Lo ha stabilito il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con la lettera circolare 11 settembre 2003 n. 5/27373/70, in seguito alle difficoltà incontrate dai datori di lavoro nella raccolta e nell’elaborazione delle comunicazioni dato il lasso di tempo troppo breve. Il documento in esame va così a modificare le precedenti previsioni contenute nella circolare ministeriale 30 luglio 2003 n. 27 che avevano fissato in 48 ore dalla fine del periodo di straordinari (un quadrimestre, un semestre o un anno) il termine ultimo per l’invio della comu- nicazione al settore ispezione competente per territorio della Direzione provinciale del lavoro. L’obbligo della comunicazione riguarda tutti i datori di lavoro che impieghino più di dieci dipendenti all’interno dell’unità produttiva e non solo quelle industriali. Altra previsione introdotta dalla lettera circolare 11 settembre 2003 riguarda la definizione di “settimana lavorativa” cui la comunicazione deve fare riferimento. Nel documento, in considerazione della difficoltà di fornire una definizione “rigida”, viene precisato che può considerarsi tale “ogni periodo di sette giorni”, lasciando così al datore di lavoro la possibilità di sce- gliere se far coincidere tale periodo con la settimana prevista dal calendario (dal lunedì alla domenica). In questo caso la fine del periodo di svolgimento degli straordinari va fatta coincidere con la fine della settimana, rimandando alla comunicazione successiva i giorni rimanenti prima della fine del periodo stesso. Nessuna variazione, invece, per le modalità di comunicazione, indicate nella precedente circolare n. 27/03, in cui si precisa che le informazioni che il datore di lavoro è tenuto a fornire si riferiscono alle generalità dei dipendenti interessati, ferma restando la possibilità di verifiche da parte degli organi ispettivi. 0 Diritto tributario Le nuove forme di contratto della “riforma Biagi” Maurizio Fantaccione Prosegue la carrellata sulle novità introdotte nel mercato del lavoro iniziata sul numero precedente di Roma & provincia in cifre. La collaborazione coordinata e continuativa sostituita dal “lavoro a progetto”. Con la nuova normativa l’esperienza delle collaborazioni coordinate e continuative finisce e viene sostituita dal lavoro a progetto; rimane in vita solo la collaborazione occasionale. Lo stesso decreto legislativo prevede però che i contratti in essere, che non possono essere ricondotti ad un progetto o ad una fase di esso, mantengono efficacia fino alla loro scadenza e in ogni caso per un periodo non superiore ad un anno dalla data di entrata in vigore del presente provvedimento. Ciò significa che tutti i contratti saranno efficaci al massimo fino all’agosto-settembre 2004. Ulteriore ancora di salvezza per i contratti di collaborazione coordina- ta e continuativa è la contrattazione collettiva, che può mantenerli in vita per periodi superiori ad un anno. Di fatto a favore della contrattazione collettiva viene previsto il potere di derogare alla legge senza definire un limite temporale, forse anche per sempre. Quindi non è remota la possibilità che le collaborazioni coordinate e continuative senza un progetto permarranno nelle aziende più grandi. A differenza della collaborazione nel lavoro a progetto vengono individuate in modo puntuale le fattispecie per le quali non è applicabile il contratto di collaborazione. Inoltre viene prevista per il datore di lavoro la possibilità di indicare nel contratto alcune forme di coordinamento sull’esecuzione, anche temporanea, del progetto; ciò senza arrecare pregiudizio all’autonomia del lavoratore poiché se il giudice accerta la sussistenza di un rapporto di lavoro dipendente il contratto di lavoro a progetto si trasforma in un contratto di lavoro subordinato. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia anno 2 - numero 12 / 27 TRIBUNA DEL LAVORO Di rilievo la previsione che stabilisce che il controllo giudiziale è limitato esclusivamente all’accertamento dell’esistenza del progetto, programma di lavoro o fase di esso senza poter sconfinare nel merito delle scelte tecniche operate dal committente. Per il lavoro a progetto è previsto il rispetto di requisiti formali: forma scritta, durata, indicazione del progetto o del programma di lavoro, individuazione del contenuto della prestazione, indicazione del corrispettivo, tempi e modalità di pagamento, disciplina dei rimborsi spese. Cause naturali di interruzione della prestazione: malattia, infortunio, ecc., non prorogheranno la durata del contratto. Da rilevare che se la sospensione si protrae per un periodo superiore ad un sesto della durata del contratto o, comunque, superiore a 30 giorni, il committente può recedere dal contratto. La collaborazione occasionale. Le prestazioni occasionali non rientrano nell’ambito dei lavori a progetto al verificarsi di particolari condizioni stabilite dal decreto in materia di occupazione e mercato del lavoro. Il decreto legislativo definisce le prestazioni occasionali come quelle derivanti da rapporti di lavoro di durata complessiva non superiore a 30 giorni in un anno solare (quindi ripetibile negli anni nel rispetto del predetto limite), per le quali il compenso complessivamente percepito non supera i 3.000 Euro. Sono inoltre prestazioni occasionali alcune attività accessorie poste in essere da disoccupati da oltre un anno, casalinghe, studenti e pensionati, disabili, nonché lavoratori extra comunitari in regola con il permesso di soggiorno nei sei mesi susseguenti la perdita del lavoro, quali: piccoli lavori di manutenzione domestica o di assistenza familiare, insegnamento privato, lavori di pulizia, realizzazione di manifestazioni, collaborazioni con associazioni di volontariato. La prestazione di collaborazione occasionale sarà retribuita diretta- mente dal soggetto somministratore a fronte del rilascio di “buoni” che assicurano un importo che comprende anche la previdenza e l’assicurazione contro gli infortuni del costo di 7,5 euro l’ora. L’associazione in partecipazione. La nuova normativa prevede che in caso di rapporti di associazione in partecipazione, resi senza una effettiva partecipazione ed adeguate erogazioni a chi lavora, il lavoratore ha diritto ai trattamenti contributivi, economici e normativi stabiliti dalla legge e dai contratti collettivi per il lavoro subordinato svolto nella posizione corrispondente. Ciò chiaramente apre un fronte molto pericoloso per queste tipologie di contratto che, a questo punto, diventano una sorta di spada di Damocle in capo al committente vista la difficoltà di definire in modo oggettivo il termine di “effettiva partecipazione alla gestione” e “adeguate erogazioni” (vincolate, tra l’altro, ad una percentuale degli utili). In realtà, mentre è chiara la volontà del legislatore, molto meno chiara risulta la sua esposizione normativa. Il lavoro ripartito. Con il decreto attuativo della Legge Biagi viene finalmente tipizzato il contratto di lavoro “ripartito” o “job sharing” con il quale due lavoratori assumono in solido l’adempimento di un’unica ed identica obbligazione lavorativa. Il rischio dell’impossibilità della prestazione per fatti attinenti ad uno dei coobbligati è posto in capo all’altro obbligato.Tuttavia il datore di lavoro non può sottoscrivere il contratto con più di due persone: la limitazione alla sola coppia serve a quantificare in modo certo gli oneri economico-finanziari. Ogni lavoratore, dunque, è responsabile personalmente e direttamente dell’intera obbligazione contrattuale assunta, fermo restando l’ipotesi di estinzione della medesima mediante l’adempimento di uno solo dei lavoratori coobbligati. L’obbligo solidale che il legislatore ha previsto come vincolo dei due coobbligati, ha l’obiettivo di fornire una “sorta” di garanzia che assicuri l’esatto adempimento della complessiva obbligazione contrattuale.Vincolo che è ancora più forte se si considera che la sua applicazione non è esclusa nemmeno quando ricorrano situazioni per le quali al datore di lavoro risulti oggettivamente impossibile fruire di entrambe le prestazioni lavorative (malattia, infortuni, maternità, ecc.): in questi casi il lavoratore che sta svolgendo l’attività si accollerà per intero l’obbligazione. Detta solidarietà è, però, bilanciata da una grande discrezionalità che il legislatore ha lasciato ai due coobbligati nello svolgimento della prestazione: i lavoratori hanno la facoltà di poter effettuare, in qualsiasi momento, sostituzioni tra loro, modificare la distribuzione dell’orario di lavoro, ecc., in un’ottica di dinamicità e flessibilità. Vi è poi da sottolineare come, in caso di sostituzione di uno dei coobbligati con un terzo estraneo, la sostituzione sia possibile solamente qualora il datore di lavoro dia il proprio assenso. Più precisamente, sia in caso di licenziamento, che in quello di dimissioni, l’estinzione del contratto riguarderà entrambi i lavoratori contemporaneamente, fatte salve pattuizione diverse lasciate all’arbitraria attività contrattuale delle parti. Il contratto deve essere stipulato in forma scritta ma è valido anche se concluso verbalmente; l’atto scritto è richiesto solo ai fini della prova di alcuni elementi. E’ di tutta evidenza che il lavoro ripartito non deve ricevere un trattamento economico e normativo complessivamente meno favorevole rispetto a quello subordinato di uguale livello, a parità di mansioni svolte. Ciascun lavoratore ha diritto a partecipare alle riunioni assembleari nel rispetto dei limiti previsti dalle norme in materia (dieci ore annue). Contratto di apprendistato. Fino a quando non sarà completata, dalle Regioni per la parte di compe- periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia 28 / anno 2 - numero 12 TRIBUNA DEL LAVORO tenza, la regolamentazione dei contratti di apprendistato seguirà i dettati normativi della disciplina precedente, ad eccezione della soppressione di tutta una serie di norme ritenute obsolete: - non si renderà più necessario richiedere, alla direzione provinciale del lavoro - servizio ispezioni sul lavoro l’autorizzazione preventiva per instaurare un rapporto di questo tipo; - scompare l’obbligo, del datore di lavoro, a consegnare al lavoratore, al momento dell’assunzione, una comunicazione contenente i dati di registrazione del lavoratore sul libro matricola; - scompare l’obbligo, del datore di lavoro, a trasmettere alla Direzione provinciale del lavoro la copia del contratto di assunzione part-time dei lavoratori. Quando la riforma sarà operativa, inoltre, i contratti di lavoro aventi contenuti formativi saranno totalmente assorbiti dai contratti di apprendistato che saranno distinti in tre diverse tipologie: - apprendistato per l’espletamento del diritto dovere di istruzione e di formazione, finalizzato al conseguimento di una qualifica professionale; - apprendistato professionale, che sarà sicuramente la tipologia più diffusa, finalizzata al conseguimento di una qualifica attraverso una formazione sul lavoro e la acquisizione di competenze di base, trasversali tecnico-professionali; - apprendistato per l’acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione. Ad eccezione della disciplina che attiene gli aspetti formativi, i caratteri generali della regolamentazione dei contratti in oggetto e fissata dal D. Lgs. e si può riassumere nei seguenti punti: limite numerico: apprendisti non superiori al 100% delle maestranze specializzate – resta confermata la deroga per le imprese artigiane; forma: il contratto deve essere redatto in forma scritta e deve contenere la prestazione lavorativa, il piano formativo adottato, nonché la qualifica che verrà acquisita alla fine del periodo formativo; compenso: è fatto divieto per l’apprendista di essere remunerato con le tariffe del cottimo, però, è previsto che durante il rapporto di apprendistato la categoria di inquadramento non potrà essere inferiore per più di due livelli a quella corrispondente alle mansioni o funzioni oggetto del contratto; durata: è possibile sommare i periodi di apprendistato svolti nell’ambito del diritto/dovere di istruzione e formazione con quelli di apprendistato professionale nel limite del rispetto del limite massimo della durata. risoluzione: la risoluzione del rapporto è possibile sempre al termine del periodo di apprendistato (durante il periodo di apprendistato è invece possibile solo in presenza di una giusta causa o di un giustificato motivo). Contratto di inserimento professionale Esordisce il contratto di Inserimento Professionale destinato a sostituire il Contratto di Formazione Lavoro. Si tratta di un contratto di lavoro subordinato, assimilato al contratto a termine, che punta a consentire l’ingresso in azienda del lavoratore, adeguando, mediante un progetto individuale, le sue competenze alle mansioni da svolgere. Il progetto individuale di inserimento verrà redatto col consenso del lavoratore e con modalità previste nei contratti collettivi di lavoro. Se entro cinque mesi dall’entrata in vigore del decreto legislativo le parti non avranno provveduto a definire la regolamentazione, il Ministro del Lavoro convocherà le parti per il raggiungimento dell’accordo; se esso no sarà raggiunto decorsi quattro mesi sarà il Ministro stesso con proprio decreto a dettare le regole. E’ fatto divieto di utilizzare questa formula contrattuale a tutti i datori di lavoro che nei 18 mesi precedenti abbiano mantenuto in servizio meno del 60% dei lavoratori assunti con tale tipologia contrattuale (sono esclusi i dimessi, licenziati per giusta causa, coloro che non hanno superato il periodo di prova, i primi quattro contratti non trasformati). Il contratto potrà essere stipulato per un periodo da un minimo di nove mesi ad un massimo di diciotto mesi. Per i portatori di handicap grave la durata è ampliata a 36 mesi. E’ prevista la forma scritta, in mancanza della quale il contratto è nullo ed il rapporto si intende costituito a tempo indeterminato. Nel contratto deve essere riportato il progetto individuale di inserimento e tutta la formazione che verrà impartita al lavoratore dovrà essere annotata su un apposito libretto. Al lavoratore assunto con contratto di inserimento professionale può essere attribuito un livello di inquadramento al massimo inferiore di due livelli rispetto ai lavoratori che svolgono mansioni corrispondenti a quelle che il progetto di inserimento tende a conseguire. Per il conteggio del numero dei dipendenti ai fini della verifica dei livelli occupazionali i predetti contratti non vengono conteggiati al pari dei cfl, mentre ai fini degli incentivi economici, questi sono analoghi a quelli previsti per i cfl solo se applicati a soggetti svantaggiati. L’evoluzione del contratto parttime Con la riforma, il lavoro supplementare è ammesso solo con il contratto di lavoro part time. Può essere richiesto dal datore di lavoro anche in assenza di un contratto collettivo effettivamente applicato, previo consenso del dipendente. La sua applicabilità è stata estesa a tutte le ipotesi di lavoro a tempo determinato previste dal D.Lgs. 368/01 e senza i limiti previsti dal D.Lgs. 61/00: tetto del 10% della durata dell’orario di lavoro riferito a periodi di lavoro non superiori al periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia anno 2 - numero 12 / 29 TRIBUNA DEL LAVORO 0 mese, maggiorazione del 50% per ciascuna ora supplementare eccedente il limite; ciò nell’ottica che, in assenza di una disciplina collettiva, il contratto di lavoro supplementare può essere concordato tra le parti senza alcun limite. Inoltre, in caso di nuove assunzioni a tempo pieno non vi è più l’obbligo di procedere prima alla richiesta di trasformazione dei rapporti part time preesistenti. Di rilievo la novità secondo la quale il lavoratore supplementare, in presenza di contrattazione collettiva, può essere imposto dal datore di lavoro con il rischio di sanzioni per il lavoratore che non si adegua ad esso. Ulteriori novità sono rappresentate dalla: eliminazione del cosiddetto consolidamento, in base al quale il lavoratore che ha svolto lavoro supplementare in via meramente occasionale, ha diritto a vedersi trasformare l’orario supplementare in orario di lavoro “normale”; dalla applicazione del pro rata temporis per ogni disposizione di legge o di contratto senza alcuna deroga. Menzione a parte merita la possibilità offerta con l’introduzione dei contratti “flessibili”. Questa deve essere concordata con contratto specifico da redigersi dopo la stipula o contestualmente alla stipula del contratto di lavoro supplementare. In esso dovranno essere indicati: - le condizioni e le modalità in relazione alle quali il datore di lavoro può modificare la collocazione temporale della prestazione lavorativa; - le condizioni e le modalità in relazione alle quali il datore di lavoro può variare in aumento la durata della prestazione lavorativa; - i limiti massimi entro cui può essere variata la prestazione lavorativa; i termini di preavviso entro cui il datore di lavoro deve avvisare il lavoratore; - le compensazioni economiche o di altro beneficio da riconoscere al lavoratore a fronte della modifica contrattuale. Diritto tributario Massimario Corte di Cassazione, Sezione tributaria Sentenza n. 12989/03, 21.1 - 5.9 2003 ACCERTAMENTO - Mancata o inattendibile tenuta delle scritture contabili La disposizione sancita dall’art. 7, co. 4ter, D.L. 10.6.1994, n. 357 conv. con L. 8.8.1994, n. 489 (“Semplificazione di adempimenti e riduzione di sanzioni per irregolarità formali”), in tema d’accertamento del reddito d’impresa, non ha efficacia retroattiva. Ne consegue che la mancata o inattendibile tenuta delle scritture contabili, da parte dell’imprenditore, in epoca anteriore all’entrata in vigore di tale norma, legittima il ricorso alla procedura dell’accertamento induttivo di cui all’art. 39, co. 2., D.P.R. 29.9.1973, n. 600. Non è rilevante l’esistenza di una regolare contabilità “informatica”. Corte di Cassazione, Sezione tributaria Sentenza n. 12972/03, 23 - 5.9 2003, ACCERTAMENTO - metodo induttivo- Possibilità per il giudice di valutare autonomamente gli indizi utilizzati dall’Ufficio Con la Sentenza in esame la Cassazione esprime il principio per il quale è da escludersi un’interpretazione dell’art. 39, co. 2, D.P.R. 29.9.1973, n. 600, concernente l’accertamento induttivo, secondo la quale, una volta verificata la legittimità del ricorso a questo metodo di accertamento, sia preclusa al giudice tributario la possibilità di valutare gli elementi indiziari impiegati dall’Ufficio per porre in essere l’accertamento stesso. Il giudice può quindi rilevare le incongruenze dell’operato dell’Ufficio e l’eventuale contrasto con i criteri di ragionevolezza in modo da giungere anche,in ipotesi,a conclusioni diverse. Infatti, per la Suprema Corte va ribadito il consolidato principio in base al quale il giudice tributario ha il potere di controllare l’operato della P.A. e, in particolare, di verificare se gli effetti che essa ha desunto dai fatti considerati indizi ai sensi dello stesso art. 39, co. 2, D.P.R. 600/1973 “siamo o meno compatibili con il criterio della normalità, potendo, in ipotesi, pervenire alla determinazione di un reddito presuntivo inferiori rispetto a quello indicati dall’Amministrazione”.Nel caso di specie, il giudice di merito ha perciò agito in base al principio così enunciato, laddove ha ritenuto legittimo il ricorso all’accertamento induttivo, ma illogico e non conforme alla realtà economicoaziendale del contribuite all’applicazione di percentuali di redditività costanti sui profitti lordi al fine di determinare il reddito di impresa. Di conseguenza, esso ha legittimamente provveduto a valutare in via autonoma gli elementi emergenti dalla realtà processuale, pervenendo a conclusioni parzialmente difformi rispetto a quelle delle P.A. IVA - Autoveicolo in leasing - Operazioni imponibili - Uso Privato Con la sentenza dell’11.9.2003, in causa C-155/01, la Corte di Giustizia dell’Unione europea esprime il principio secondo il quale è incompatibile con la Sesta Direttiva del Consiglio 17.5.1977, 77/388/CEE (in materia di armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative all’imposta sulla cifra d’affari Sistema comune di imposta sul valore aggiunto: base imponibile uniforme) la normativa di uno Stato membro in base alla quale le prestazioni rese ad un cittadino di tale Stato in altri Stati membri sono soggette ad Iva, qualora tali prestazioni, se fossero state fornite allo stesso soggetto sul territorio nazionale, non gli avrebbero dato il diritto di dedurre l’imposta assolta a monte. Nella specie, il caso concreto rispetto al quale i giudici comunitari hanno emanato la pronuncia in esame, riguarda un’im- periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia 30 / anno 2 - numero 12 TRIBUNA DEL LAVORO presa, con sede in Austria, che aveva preso in leasing un autoveicolo da un’impresa stabilita in Germania, per utilizzarlo soprattutto in Austria.Tale impresa si era opposta alla decisione dell’Amministrazione finanziaria austriaca che aveva assoggettato l’operazione ad Iva in Austria. La normativa di questo Stato escludeva la possibilità di dedurre l’imposta pagata per il noleggio di taluni veicoli. A questo riguardo, La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha modo di osservare che, ai sensi della normativa comunitaria, il leasing di autoveicoli è configurabile come una prestazione di servizi, imponibile in linea di principio nel luogo in cui il prestatore del mezzo di trasporto ha stabilito la sede della propria attività economica,o costituito un centro di attività stabile, nel caso di specie la Germania, e non nel luogo di utilizzo del bene locato. Inoltre, la normativa comunitaria assimila l’uso di un bene destinato all’impresa a fini ad essa estranei ad una prestazione di servizi,qualora tale bene abbia conseguito una deduzione totale o parziale dell’Iva, in modo da evitare che non sia assoggettato ad una imposta l’uso a fini privati di un bene aziendale. Nel caso concreto, l’autoveicolo oggetto del leasing era utilizzato ai fini dell’impresa: La normativa austriaca pone il caso che l’utilizzatore del bene abbia diritto all’estero al rimborso dell’imposta ivi assolta a monte.Tale diritto sarebbe previsto di norma solo qualora la prestazione sia fornita ai fini dell’impresa nello Stato in cui l’Iva è assolta. Da ciò deriva che l’impiego dell’autoveicolo che consente detto rimborso non potrebbe essere considerato a fini estranei a quelli dell’impresa, come prevede invece la disciplina comunitaria. ACCERTAMENTO - Acquisizione irrituale di elementi rilevanti - Utilizzabilità Con la presente pronuncia a Corte di Cassazione ha modo di ribadire il principio per il quale l’acquisizione irrituale di elementi rilevanti per l’accertamento fiscale non comporta la loro inutilizzabilità, laddove manchi un’esplicita previsione in tale senso. Da ciò discende che gli organi di controllo possono utilizzare tutti i documenti di cui siano venuti di possesso, salvo verificarne l’attendibilità, Accordo regionale per il sostegno al reddito. L’Iter prosegue ma in silenzio opo la firma avvenuta nel marzo scorso del protocollo d’intesa fra la Provincia, i sindacati e l’Ente Bilaterale di Roma col quale per la prima volta è stato istituito un sostegno all’occupazione per i lavoratori del turismo, analogo accordo doveva essere firmato anche con la Regione Lazio. A questo proposito il vice presidente della Giunta e assessore a scuola, formazione e lavoro, Giorgio Simeoni, con l’assessore alle attività produttive Francesco Saponaro avevano preso impegno con i rappresentanti dei sindacati e dell’Ebt di Roma per redigere l’atto. L’incontro si è svolto prima dell’estate; da allora non si è saputo più nulla. Comprensibile la preoccupazione tra gli addetti ai lavori, soprattutto in considerazione della importante novità che l’istituzione di un fondo di sostegno al reddito rappresenta per un settore così esposto a cicliche crisi e appena transitato da un periodo veramente nero, tra attentati, guerre ed epidemie. D Roma&provincia in cifre ha così chiesto lumi presso gli uffici regionali, dove però sembra esserci il massimo riserbo. Dopo qualche insistenza abbiamo comunque avuto assicurazione che la firma dell’accordo ci sarà, anche se non ci si sbilancia sui tempi. Forse è questione di qualche mese. Sempre secondo la nostra fonte, che non ha voluto essere citata, la bozza di accordo sarebbe al momento al vaglio degli uffici amministrativi per «rendere compatibili i contenuti con la legislazione vigente». Secondo quanto ci è stato riferito la Regione non ha mai abbandonato il progetto che, vale la pena ripeterlo, costituisce una importante conquista per il turismo romano e laziale, che contribuisce non poco al bilancio economico generale, sia in termini di introiti per le imprese e l’erario che in termini di occupazione. La notizia ci conforta e soprattutto conforta i titolari e i lavoratori delle migliaia di aziende turistiche laziali. in considerazione della loro natura e del loro contenuto e dei limiti di utilizzabilità derivanti da eventuali specifiche preclusioni. Nel caso concreto, il giudice di merito aveva erroneamente ritenuto che nei rilievi avanzati dall’Ufficio in sede di accertamento vi fossero troppe deduzioni per relazioni e prove non sufficienti circa l’inesistenza di alcune operazioni: in realtà, la Suprema Corte sottolinea la presenza di elementi emergenti dai verbali di constatazione, relativi ad ispezioni effettuate nei confronti della società contribuente , che a loro colta richiamavano verifiche effettuate presso altre ditte, nella misura in cui queste ultime erano conduttrici di beni acquisiti mediante contratti di leasing dalla società contribuente stessa. Nell’esprimere il principio di cui sopra, dunque, la Cassazione riconosce la fondatezza dell’argomentazione per cui le ispezioni in parola non possono essere ritenute fonte di deduzione per relazione, ma costituiscono diretta fonte di prova a dimostrazione dell’inesistenza delle operazioni commerciali documentate tramite false fatture della società contribuente. NON SI PERDE L’AGEVOLAZIONE DELLA TREMONTI-BIS SE ALL’IMPRESA VIENE SOTTRATTO IL BENE STRUMENTALE OGGETTO: Istanza di interpello XY Snc - Agevolazione c.d.“Tremonti-bis” di cui all’articolo 4 della legge 18 ottobre 2001, n. 383. La Tremonti-bis si applica anche se il bene strumentale viene sottratto all’imprenditore. Le Entrate con la risoluzione 180/E hanno chiarito, infatti, che l’imprenditore in caso di furto perde la disponibilità del bene, ma indipendentemente dalla sua volontà e quindi senza intenti elusivi. La risoluzione chiarisce, infine, che nel periodo d’imposta in cui manca il bene devono cambiare le modalità di calcolo dei disinvestimenti in quanto - non sussistendo un parametro di riferimento per calcolare l’eventuale reddito prodotto dal bene sottratto - è necessario calcolare diversamente il loro ammontare. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e Provincia anno 2 - numero 12 / 31 LE NOSTRE ATTIVITÀ Attività formativa - annualità 2003-2004 CORSI RIVOLTI A PERSONALE OCCUPATO Sede Durata % assenze Data di Giorno e orario Data formativa in ore ammesse avvio di svolgimento di chiusura Prerequisiti Scadenza inoltro richieste EBT Via Machiavelli, 70 00185 Roma 24 20 12/11/03 Lunedì-Mercoledì 15.00-18.00 10/12/03 EBT Via Machiavelli, 70 00185 Roma 24 20 18/11/03 Martedì-Giovedì 17.00-20.00 11/12/03 EBT Via Machiavelli, 70 00185 Roma 24 20 20/11/03 Martedì-Giovedì 17.00-20.00 16/12/03 EBT Via Machiavelli, 70 00185 Roma 24 20 24/11/03 Lunedì-Mercoledì 15.00-18.00 18/12/03 EBT Via Machiavelli, 70 00185 Roma 72 20 12/01/04 Lunedì-Mercoledì 16.00-19.00 31/03/04 15/12/03 EBT Via Machiavelli, 70 00185 Roma EBT GOVERNANTE D’ALBERGO 1 Via Machiavelli, 70 00185 Roma 72 20 13/01/04 Martedì-Giovedì 17.00-20.00 01/04/04 15/12/03 72 20 12/01/04 Lunedì-Mercoledì 16.00-19.00 31/03/04 EBT 72 20 13/01/04 Martedì-Giovedì 17.00-20.00 01/04/04 AIRFIRE Via Tenuta della Mistica, 33/37 00155 Roma 8 0 17/12/03 Mercoledì 8.30-17.30 17/12/03 10/12/03 EBT 16 0 02/02/04 Lunedì 9.00 – 17.30 09/02/04 21/01/04 EBT Via Machiavelli, 70 00185 Roma 32 0 03/02/04 Martedì 9.00-17.30 24/02/04 21/01/04 EBT Via Machiavelli, 70 00185 Roma 180 +3 mesi di stage 20 25/02/04 03/05/04 Dal Lunedì al Venerdì 9.00-13.00 30/04/0 30/07/04 EBT Via Machiavelli, 70 00185 Roma 180 +3 mesi di stage 20 25/02/04 Dal Lunedì al Venerdì 9.00-13.00 03/05/04 30/04/0 30/07/04 EBT Via Machiavelli, 70 00185 Roma 180 +3 mesi di stage 20 25/02/04 Dal Lunedì al Venerd 9.00-13.00 03/05/04 30/04/0 30/07/04 IGIENE E SICUREZZA NELLA RISTORAZIONE: IL SISTEMA HACCP 1 IGIENE E SICUREZZA NELLA RISTORAZIONE: Diploma di scuola media inferiore; Esperienza di cucina di almeno 1 anno. 30/09/03 30/09/03 IL SISTEMA HACCP 2 IL FOOD AND BEVERAGE MANAGER 1 IL FOOD AND BEVERAGE MANAGER 2 INFORMATICA DI BASE 1 INFORMATICA DI BASE 2 GOVERNANTE D’ALBERGO 2 Via Machiavelli, 70 00185 Roma ADDETTO ANTINCENDIO IN ATTIVITÀ A RISCHIO Diploma di scuola media superiore; Esperienza di cucina di almeno 3 anni; Conoscenza buona dell’inglese e dell’informatica di base. Esperienza ai piani di almeno 3 anni; Diploma di scuola media superiore; Conoscenza scolastica della lingua inglese. 30/09/03 30/09/03 15/12/03 15/12/03 DI INCENDIO MEDIO RESPONSABILE DEL SERVIZIO Via Machiavelli, 70 00185 Roma DI PROTEZIONE E PREVENZIONE DAI RISCHI RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA GOVERNANTE D’ALBERGO IL RICEVIMENTO E L’UTILIZZO DEL PROGRAMMA FIDELIO OPERATORE TURISTICO Diploma di scuola media superiore; Conoscenza scolastica della lingua inglese; Conoscenza di una seconda lingua straniera; Conoscenza dell’informatica di base; 30/01/04 30/01/04 30/01/04