POSTE ITALIANE S.p.A. Tassa pagata Pubblicità diretta non indirizzata DRT/DCB/VI/185/03/SC del. 19/11/2003 Azienda Il futuro dell’Ulss 5 Ospedale Cartella clinica informatizzata Territorio La casa è il miglior luogo di cura Prevenzione Screening oncologici Alle famiglie Casa Micci: un nuovo appartamento di residenzialità psichiatrica per il Centro Arcobaleno n. 2 anno 2008 Salute, sport e solidarietà “Progetto Tabaka” per il Kenya a Trissino Ulss 5 Notizie periodico d’informazione dell’Azienda Ulss 5 Ovest Vicentino numero 2 anno 2008 DIRETTORE Renzo Alessi DIRETTORE RESPONSABILE Elisabetta Carlotti REDAZIONE Renzo Alessi, Delia Pinton, Carmine Molinini, Elena Sandri Azienda Ulss 5 via Trento, 4 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 479580 www.ulss5.it e-mail: [email protected] D opo il successo dell’iniziativa del 2007, l’Ulss 5, con la collaborazione dell’Associazione sportiva Hockey Gemata Trissino, ha riproposto nuovamente, lo scorso 14 giugno, la manifestazione sportiva non agonistica, rivolta a bimbi di 8 e 9 anni che si avvicinano alla pratica dell’Hockey su pista, con lo scopo di raccogliere fondi a sostegno del Progetto “Nati per vivere”, ideato e perseguito dalla fondazione Pro.Sa - Organizzazione Non Governativa dei padri di San Camillo di Milano, presenti in diverse realtà del cosiddetto Terzo Mondo. Il progetto si propone di assicurare, a trecento donne in gravidanza dell’area di Karungu e Tabaka in Kenya, dove i padri camilliani gestiscono due ospedali, e dove un alto tasso di popolazione è malata di AIDS, un servizio di consultorio pre-natale, esami di laboratorio, ecografie, parto in ospedale e terapia con Nevirapina sia per la mamma che per il nascituro. Si tratta di un farmaco che inibisce la trasmissione AIDS tra mamma e bambino, consentendogli di nascere sano, immune dal virus dell’HIV. Il costo per singola donna è di dodici euro, per un budget complessivo del progetto di 3600 euro. Sono state invitate a partecipare al Torneo le formazioni del minihockey di Breganze, Montebello Vicentino, Valdagno e Trissino. L’iniziativa ha ricevuto il riconoscimento delle Amministrazioni comunali dei paesi delle squadre partecipanti e si è svolta con il contributo della Società Acque del Chiampo Spa e della Pro Loco di Trissino. Come la prima, anche la seconda edizione del Torneo è stata un successo, sia sotto il profilo del risultato economico che della partecipazione agonistica delle formazioni presenti, seguite dagli spalti del Palazzetto dello Sport da un nutrito numero di tifosi e simpatizzanti. Grazie alla sponsorizzazione di Assidoge Srl di Mirano (VE), Sirio Spa di Ravenna e Cattolica Assicurazioni di Verona sono stati raccolti i 3600 euro necessari al fabbisogno dell’intero progetto. L’augurio è allora che la manifestazione, nata come connubio di valori quali lo Sport, la Salute e la Solidarietà, possa mettere radici durature nel tempo e sostenere altre iniziative sanitarie meritevoli di attenzione e sostegno. Stefano Cocco 2 RACCOLTA PUBBLICITARIA Meneghini&Associati Srl viale Trento, 56 36100 Vicenza GRAFICA Raffaello Galiotto STAMPA Tipografia Rumor via dell’Economia, 117 36100 Vicenza Consegnato in tipografia agosto 2008 Autorizzazione del Tribunale di Vicenza n. 669 del 21.12.1989 tiratura 69.000 copie distribuzione gratuita A questo numero hanno collaborato: Renzo Alessi, Fabio Armellini, Gabriele Brotto, Claudio Busana, Maria Paola Cariolato, Enrico Ceccato, Stefano Cocco, Francesca Concato, Vincenzo Cordiano, Rafaella Dal Lago, Caterina De Muri, Luigi De Santis, Adolfo Fiorio, Marcello Giachetti, Elvio Gremes, Gioacchino La Rosa, Pietro Mainente, Giorgio Mariot, Graziano Meneghini, Stefania Munarin, Marco Pagliai, Paola Peruzzo, Elvio Pistaffa, Norberto Righetto, Giorgio Roncolato, Giovanni Ronzani, Elena Sandri, Maurizio Soli, Alessandra Stefani, Chiara Vencato, Stefano Zanolini, Gianni Zini, Rinaldo Zolin agosto 2008 Editoriale in primo piano la sicurezza del paziente Azienda Ufficio Relazioni con il Pubblico 4 Il futuro dell’Ulss 5 5 In sala d’attesa col pc portatile… senza fili 7 Ospedale Ospedale di Montecchio La talidomide contro i tumori Malattie tiroidee Skin Cancer Day Donazioni di sangue La cartella clinica computerizzata Terapia Antalgica: nuova specialità? Holter pressorio Marco Cavallaro Ginecologia dell’ospedale di Arzignano 7 8 10 11 11 12 13 14 14 15 Territorio 10 appartamenti per il Centro Arcobaleno Programma Pre-Adolescenti BANDUS Disabilità Ospedale di comunità di Valdagno Nutrizione Terza giornata del malato oncologico Medicina Generale U.T.A.P. Servizio farmaceutico territoriale Curare a casa del paziente Prevenzione Infortuni nei cantieri edili Screening Alcol: droga legale Adolescenti Lotta al tabacco Ispettorato micologico Campagne vaccinali d’autunno agosto 2008 17 18 18 19 20 21 22 23 23 24 25 26 27 28 28 29 30 G entile lettrice, gentile lettore, nel panorama dei servizi pubblici, la sanità ha sempre occupato un posto particolare per l’importanza che essa riveste nella tutela dei cittadini. In questi ultimi anni, la riforma del sistema sanitario ha messo in campo nuovi e importanti cambiamenti, alcuni dei quali espressi nel documento programmatico che la Direzione strategica di questa Ulss ha presentato alla Regione del Veneto ed illustrato in questo numero del Notiziario. In un’ottica di garanzia di qualità e di capacità dell’amministrazione di coniugare i diversi ambiti di efficienza della sanità, la Regione del Veneto, su proposta dell’Assessore alla Sanità, ha approvato una delibera per una nuova “Organizzazione per la gestione della sicurezza del paziente”. Non solo più sicurezza per i pazienti ricoverati negli ospedali veneti, ma anche per i degenti curati nell’ambito dei distretti sanitari, e per le persone non autosufficienti assistite dai Centri Servizi. Il fondamento di questa innovazione è Il Direttore Generale la nascita della figura del “Responsabile delle funzioni per la sicurezza del paziente” Renzo Alessi in ogni struttura, la realizzazione di un sistema informativo regionale integrato per la gestione della sicurezza del paziente, l’avvio di un piano di formazione per gli operatori, che sarà redatto dall’Agenzia Regionale Socio Sanitaria, la quale avrà anche il compito di lavorare ad un rapporto annuale che descriva lo stato di sicurezza del servizio socio sanitario regionale. L’attivazione della figura del Responsabile per la sicurezza del paziente farà anche parte dei requisiti richiesti alle strutture sanitarie per ottenere l’accreditamento istituzionale. Il Responsabile verrà nominato dal Direttore Generale su proposta del Direttore Sanitario e verrà scelto tra i Dirigenti Medici con documentata esperienza. Molti i suoi compiti tra cui: curare il monitoraggio della sicurezza del paziente, supervisionare l’organizzazione e formulare proposte di analisi ed eventuale revisione dei processi assistenziali, verificare l’attuazione delle misure preventive adottate, coordinare i referenti nei Dipartimenti. In ogni azienda, con l’introduzione dei dettami della delibera regionale, nascerà poi il Comitato esecutivo per la sicurezza del paziente: dovrà definire le misure di prevenzione dei rischi, proporre il piano per la formazione specifica del personale, esaminare e valutare gli eventi avversi segnalati, supervisionare il sistema informativo e proporre le linee guida aziendali per la sicurezza del paziente. Si tratta di una sorta di “certificazione di qualità” che pone al centro del modello organizzativo le esigenze del cittadino che ha spesso il timore di poter essere vittima di errori nel percorso sanitario e che deve al contrario trovare nella cura sicurezza, competenza e tranquillità. Il nuovo sistema veneto per la sicurezza dei pazienti, dovrà essere attivato da tutte le Aziende Sanitarie del Veneto entro il 31 ottobre prossimo. 3 Azienda Ufficio Relazioni con il Pubblico punto di riferimento per l’utenza L’ Ufficio Relazioni con il Pubblico svolge l’importante compito di orientare gli utenti nella complessa organizzazione aziendale favorendo, così, l’accesso alle prestazioni e ai servizi erogati dall’Ulss 5. Le richieste di informazioni giungono per lo più telefonicamente, ma anche per iscritto o presentate di persona. Cosa chiedono gli utenti? Recapiti e orari dei servizi, ma anche informazioni sulle procedure di accesso e per ottenere documentazione. L’utente si rivolge al servizio anche per chiedere chiarimenti circa le prestazioni ricevute e per segnalare i disservizi riscontrati. ElenaSandri fig. 1 Apprezzamenti 3% 15% 10% 72% fig. 2 Segnalazioni negative 7% 2% 9% 3% 79% convenzionati Ufficio Relazioni con il Pubblico tel. 0444 479580 Fax 0444 479615 e-mail: [email protected] orario: lunedì - giovedì 8.30-13.00 13.30-16.30 venerdì 8.30-13.00 13.30-15.00 4 Suddivisione delle richieste di informazione per sesso e modalità di trasmissione anno 2007 Femmina Maschio Totale E-mail 30 32 62 Lettera 1 1 2 Telefonicamente 735 397 1132 Verbale (di persona) 96 81 177 862 511 1373 L’Ufficio Relazioni con il Pubblico, infatti, gestisce i reclami e i segnali di disservizio in collegamento con il sistema organizzativo, al fine di utilizzare le segnalazioni come aiuto alle soluzioni dei problemi. Per inviare una segnalazione è sufficiente scrivere all’Ufficio Relazioni con il Pubblico utilizzando un foglio bianco oppure utilizzando lo stampato disponibile nel sito www.ulss5.it, dove è anche possibile consultare il Regolamento aziendale di pubblica tutela. Nel 2007 sono state registrate 178 segnalazioni scritte, di cui 137 negative, mentre gli apprezzamenti raccolti sono stati 40 e solo un suggerimento. La fig. 1 rappresenta la suddivisione per struttura dei 40 apprezzamenti ricevuti nell’anno 2007. La fig. 2 rappresenta la suddivisione per struttura delle 137 segnalazioni negative ricevute nell’anno 2007. Le tematiche oggetto dei reclami hanno riguardato prevalentemente aspetti tecnico-professionali (le prestazioni in particolare sono state ritenute non adeguate rispetto alle aspettative dell’utente), aspetti relazionali (gli operatori sanitari non sempre si sono dimostrati disponibili) e aspetti burocratici amministrativi. Classificazione Apprezzamenti Aspetti relazionali Aspetti tecnico - professionali Aspetti burocratici amministrativi TOTALE 2007 20 19 1 40 Questi dati sono da leggere in rapporto con il numero delle prestazioni erogate complessivamente dall’Ulss 5 nel 2007: ricoveri ordinari 18.068 ricoveri day hospital/day surgery 5.567 prestazioni specialistiche 2.708.011 Classificazione Reclami Aspetti burocratici amministrativi Aspetti relazionali Aspetti tecnico-professionali Informazioni Aspetti alberghieri e confort Strutture e logistiche Tempo di attesa Umanizzazione TOTALE 2007 18 19 72 5 3 2 15 3 137 agosto 2008 Azienda Il futuro dell’Ulss 5 L’ attuale Direzione dell’Ulss 5 si è completata con il 1° marzo 2008 e, sulla base degli obiettivi e delle linee operative assegnate dalla Regione del Veneto, ha avviato la sua attività, predisponendo il programma di lavoro e la progettualità per il futuro dell’Azienda. I vertici dell’Ulss arzignanese, dal nuovo direttore generale Renzo Alessi a Fiorella De Zotti, neodirettore amministrativo, ai confermati direttori sanitario e dei servizi sociali, rispettivamente Giampaolo Stopazzolo e Antonella Pinzauti, hanno presentato un articolato documento, oggi al vaglio della Regione del Veneto. “Un programma formulato nella logica del consolidamento dei risultati raggiunti dalla precedente gestione - ha spiegato il Direttore Generale - ricercando i margini di miglioramento e sviluppo ed individuando le conseguenti azioni programmatiche. In particolare la Direzione - ha spiegato Alessi - si impegnerà a risolvere priorità importanti per fornire risposte adeguate ai bisogni della popolazione tra cui le più urgenti sono: la ridefinizione e riorganizzazione del percorso assistenziale del malato oncologico; il riordino dei punti di primo intervento, di urgenza e pronto soccorso, e la sistematizzazione delle attività pediatriche”. “Tutto questo - conclude il Direttore Generale - all’interno di un quadro strutturale in cambiamento che prevede la valutazione, da parte della Regione del Veneto, dell’indispensabi lità di costruire un ospedale unico per la parte centrale dell’Ulss”. Queste in sintesi le indicazioni del documento programmatico: Area vasta Le aziende sanitarie dell’Area Vasta Vicentina, conseguentemente e in coerenza con l’intendimento regionale, agosto 2008 presentato il documento programmatico hanno costituito un tavolo di coordinamento permanente, composto dai Direttori Generali delle quattro Ulss della provincia. L’obiettivo è di operare in rete, nell’ottica di una gestione condivisa delle linee progettuali che, seppur nel rispetto dei relativi ambiti aziendali, valorizzi le sinergie. Contemporaneamente, all’interno dell’Azienda, saranno attivate tre linee di azione: a.Esecuzione dei lavori di miglioramento necessari nel presidio per acuti di Arzignano; b.Completamento dei lavori di ristrutturazione del centro polifunzionale di Montecchio Maggiore; c. Sviluppo di alcune linee di lavoro per il presidio per acuti di Valdagno e per il centro di Lonigo. La progettazione e ristrutturazione del complesso ospedaliero: i lavori riorganizzativi Obiettivo è la costruzione del nuovo ospedale non appena ottenuta l’autorizzazione regionale, con interventi minimali sulle attuali strutture. Riguarderanno, per l’Ospedale di Arzignano, il pronto soccorso e i percorsi di urgenza che andranno rivisti, lo spostamento di nefrologia, il reparto di pediatria, oltre a lavori di adeguamento alle norme antincendio e antisisma, tali da assicurare uno standard accettabile di umanizzazione del servizio reso all’utenza. Continueranno inoltre i lavori di ristrutturazione del Centro Polifunzionale di Montecchio Maggiore con il completamento dei lavori di ristrutturazione dell’ala ovest che si concluderanno nell’estate 2009; la ridefinizione e riorganizzazione dell’attività di oncologia complessivamente intesa dove si prevede, in particolare, di potenziare l’organico della struttura complessa; consolidare le professionalità specialistiche attualmente precarie; prevedere Sede Azienda ULSS 5 Personale Obiettivo prioritario è la copertura del fabbisogno organico, a partire dai punti di responsabilità strutturale (apicalità) e organizzativa. Sono state espletate le procedure relative all’attribuzione dei primariati di pediatria, di medicina generale (sia di Valdagno che di Arzignano), ed è stato autorizzato da parte della regione l’apicalità di ortopedia (Valdagno). Si rimane in attesa di autorizzazione per l’apicalità di anatomia patologica ed area veterinaria A (sanità animale). Sono in fase di espletamento le procedure per l’area B veterinaria (igiene degli alimenti), la direzione delle professioni sanitarie e l’otorinolaringoiatria. 5 Azienda la presenza giornaliera costante dello specialista presso i presidi ospedalieri di Valdagno e Arzignano per dare certezza all’intervento e superare la concezione del mero “consulto”. Ospedale di comunità Ospedale di Arzignano Integrazione di sistema Da giugno nel territorio di questa Ulss sono disponibili 10 posti di alta intensità assistenziale, distribuiti come segue: Centro Servizi “S. Antonio” di Chiampo U.T.A.P. “Valle del Chiampo”, secondo il protocollo di gestione del paziente fragile sottoscritto dalla Rappresentanza dei Medici di Medicina Generale, dalla Cooperativa “Medica Valchiampo” per l’U.T.A.P. “Valle del Chiampo, dal Centro Servizi “S. Antonio” di Chiampo e dall’Ulss 5 Centro Residenziale Anziani “S. Scalabrin” di Arzignano I.P.A.B. “G. Bisognin” di Sarego 6 È prevista, nell’autunno 2008, la realizzazione di un secondo ospedale di comunità , transitoriamente ospitato nei locali della casa di riposo “La Pieve”, con una dotazione iniziale di 6-8 posti letto. Questa struttura sarà poi definitivamente trasferita all’interno dei locali Ulss del centro polifunzionale di Montecchio M., con una dotazione ottimale di 14 posti letto. 2 Centro Regionale per l’invecchiamento a Valdagno 4 Da settembre verrà collocato negli ex locali della Fondazione Marzotto, il Centro Regionale di riferimento per l’Invecchiamento cerebrale (CRIC), la cui struttura è attualmente gestita dall’Azienda Ospedaliera di Padova, ma collocata presso Villa Margherita di Arcugnano. Scuola universitaria a Lonigo Con l’assenso dell’Università degli Studi di Padova, si è attivata la procedura, presso la Regione del Veneto, per l’assegnazione di una scuola universitaria per la professione infermieristica. Si attende ora la risposta della Regione Veneto. Nel frattempo è stato già autorizzato lo svolgimento del master post laurea per le funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie (ex caposala), che sarà esteso alle altre Ulss della provincia. UTAP Sulla strada dell’integrazione ospedale-territorio proseguono le attività inerenti alle UTAP, Unità Territoriali di Assistenza Primaria, strutture di collaborazione per il miglioramento dell’assistenza ai cittadini. Renzo Alessi Nuove progettualità 2 2 L’Azienda arzignanese è tra le prime in Italia per il livello di informatizzazione e di soluzioni tecnologiche evolute. Uno sviluppo che ha favorito il lavoro dell’insieme dell’Azienda ed ha aiutato il superamento delle difficoltà di natura logistica ambientale propria della conformazione dell’Ulss 5. Tra i progetti più significativi portati avanti dal direttore sanitario Giampaolo Stopazzolo, che da anni si occupa per l’Azienda di telematica avanzata: la predisposizione della cartella clinica informatizzata; la prescrizione del farmaco; la radiologia e cardiologia digitale; il laboratorio analisi informatizzato; la rete integrata dell’infarto miocardico acuto (IMA) e la teleassistenza. Avviato anche lo STEP (Sistema di Teleconsulto Polispecialistico Provinciale), “una tecnologia all’avanguardia che potrà rivoluzionare gli interventi di urgenza e far risparmiare tempi e costi”, ha dichiarato Stopazzolo, fautore dell’introduzione della telemedicina nell’Ulss 5. Pochi giorni fa il debutto dell’apparecchiatura: una bambina di 3 mesi era caduta dal fasciatoio battendo violentemente la testa sul pavimento, riportando una frattura cranica. Da Arzignano si è attivato immediatamente il teleconsulto con Vicenza. In questo modo la tac è stata trasmessa al S. Bortolo, dove è stata confermata la frattura cranica, ma il trauma non era così grave da richiedere il trasporto in ambulanza al nosocomio berico. «In questo modo - ha detto Stopazzolo - si è evitato un grosso disagio alla bambina e abbiamo risparmiato spese non necessarie, dal trasporto in ambulanza al ricovero, ad altri esami». agosto 2008 Azienda In sala d’attesa col pc portatile… senza fili al via la ristrutturazione della rete dati U n aspetto poco noto ma vitale dell’informatica è costituito dalle reti dati, ovvero dai collegamenti che consentono di far comunicare tra loro i computer e le altre attrezzature informatiche (stampanti, scanner, telefoni, attrezzature diagnostiche). L’Ulss 5, grazie alla lungimiranza dei suoi tecnici, è stata tra le prime aziende sanitarie ad attivare sin dal 1992 reti dati di tipo TCP-IP. Da allora, verificata l’efficacia di tale tecnologia, l’Azienda ha collegato, un po’ alla volta, tutti i computer dislocati nelle 15 sedi alla sala macchine di Arzignano, dove sono installati i programmi e conservati tutti i dati. Oggi, a seguito della progressiva e massiccia informatizzazione dei servizi e dell’introduzione della Radiologia digitale, che impiega immagini ad alta risoluzione, l’Azienda ha dovuto procedere alla ristrutturazione dell’intero sistema. La rete dati dell’Ospedale nuovo di Valdagno era stata prevista in fase di progetto, invece per quello di Arzignano si è dovuto adeguare l’intero impianto. Alcuni dati tecnici: la Direzione Servizi Informativi ha progettato una nuova rete dati all’avanguardia, con dorsali ridondate in fibra ottica ad 1 Gbps e collegamenti sul piano da 100 Mbps a 1 Gbps. Sono stati sostituiti 20 armadi di rete e 22 apparati switch, sono state installate 210 prese di rete dati nuove e certificate altre 150 esistenti. Sono stati previsti due centri-stella in due piani distinti per garantire la massima affidabilità dell’impianto. Sono stati predisposti, inoltre, i collegamenti per la rete wireless nei reparti, che avverrà in concomitanza con l’avvio della cartella clinica informatica nelle stanze di degenza. L’impianto sarà ultimato entro l’estate e consentirà ad ogni utente, nelle sale d’attesa, di connettere il proprio telefonino e computer portatile ad Internet senza la necessità di cavi o di postazioni fisse. Giorgio Roncolato Ospedale di Montecchio M. S ono iniziati i lavori di ristrutturazione dell’ala ovest dell’Ospedale di Montecchio Maggiore, che prevedono il completamento dei piani primo e secondo dell’ala che costeggia la strada statale 248, da tempo non utilizzata per attività sanitaria. Gli attuali lavori di ristrutturazione sono stati preceduti dalla realizzazione di opere propedeutiche di risanamento e consolidamento strutturale, da ultimo un innovativo intervento con lamine in fibra di carbonio, che ha reso conforme alle nuove norme in materia di sicurezza sismica l’intera ala in questione. I lavori a base d’asta ammontano a euro 1.975.787,00 che, sommati alle spese in diretta amministrazione (IVA, spese tecniche, imprevisti ecc.), porteranno a una spesa totale di euro 2.521.724,00 e sono stati affidati, dopo apposita asta pubblica, alla ditta OPRA Costruzioni srl di Rovigo, che ha offerto un ribasso pari al 13,896 %. Parte della spesa necessaria è finanziata dalla Regione del Veneto con apposito provvedimento (D.G.R.V. 2345/01) finalizzato al “Potenziamento delle strutture per l’attività libero professionale” in base all’art. 20 agosto 2008 ristrutturazione Ala Ovest della L. 67/88, per un importo pari a euro 1.570.028,97. Obiettivo è il recupero di spazi attualmente vuoti che saranno utilizzati per la realizzazione di nuovi ambulatori da destinare all’attività sanitaria libero professionale così detta “intra moenia”; sono infatti previsti negli oltre 1.500 metri quadrati dei due piani ben 26 ambulatori medici, a disposizione delle varie branche specialistiche già presenti nella nostra Azienda, oltre ai necessari spazi accessori quali studi medici, zone attesa, segreteria ecc. Gabriele Brotto 7 Ospedale La talidomide contro i tumori un farmaco dal passato infame torna per redimersi A Mieloma multiplo: accumulo di plasmacellule maligne nel midollo osseo 8 quasi 50 anni dalla sospensione della commercializzazione della talidomide, la sola pronuncia del suo nome evoca in molti il ricordo di terribili sofferenze. Immessa in commercio in Germania nel 1957 come un blando ansiolitico, la talidomide fu considerata un farmaco sicuro anche in gravidanza e venne prescritta a molte gestanti per il trattamento della nausea del primo trimestre. Dopo pochi mesi dall’inizio della vendita, alcuni medici osservarono un aumento notevole dei casi di focomelia (assenza totale o parziale degli arti, per esempio le mani direttamente attaccate alle spalle) in neonati da madri che avevano assunto anche una sola compressa di talidomide durante la gravidanza. Nonostante le numerose evidenze scientifiche e le proteste montanti, la ditta produttrice negò per anni qualsiasi responsabilità e avviò la commercializzazione in una cinquantina di paesi. Nel 1961, dopo la nascita di almeno 12.000 bambini malformati, e un numero ignoto di aborti spontanei, la ditta fu costretta finalmente a ritirare il farmaco dal commercio. La talidomide sarebbe caduta rapidamente nell’oblio, se nel 1965 Sheskin, un dermatologo israeliano, non avesse osservato casualmente una regressione completa delle lesioni cutanee in pazienti affetti da lebbra, ai quali, non avendo a disposizione altri farmaci, aveva prescritto la talidomide come sedativo. Verso la fine degli anni 1980 fu scoperto che la talidomide è efficace in diversi tipi di tumore. Ma qual è il meccanismo antitumorale della talidomide? Fra i vari meccanismi proposti, il più attraente è il blocco della neoangiogenesi, cioè della formazione di nuovi vasi sanguigni, uno dei modi con i quali alcuni tumori, producendo quantità enormi di molecole che stimolano continuamente la formazione di nuovi vasi sanguigni, si avvantaggiano nella loro crescita rispetto alle cellule sane. Così facendo, le cellule tumorali assorbono grandi quantità di sangue dai tessuti normali e si accrescono sempre di più a scapito di questi ultimi. Pertanto, bloccando l’angiogenesi, è come se le cellule tumorali venissero prese per fame e costrette a morire. L’uso della talidomide non è tuttavia privo di pericoli e di effetti collaterali, per esempio la sedazione. Dal 2002 utilizziamo all’Ulss 5 con buoni risultati la talidomide in pazienti affetti da mieloma multiplo e mielodisplasia, due tipi di tumori del sangue. Un riconoscimento prestigioso all’attività svolta è venuto durante il XIII Congresso nazionale della FADOI - il più importante congresso nazionale degli internisti ospedalieri italiani, svoltosi a Firenze lo scorso 7 maggio - dove una nostra comunicazione relativa ai risultati ottenuti nel trattamento di pazienti anziani con mielodisplasia è stata scelta fra i 32 migliori contributi su circa 500. Nonostante la dimostrata efficacia antitumorale, non si prospetta comunque un futuro radioso per la talidomide, che sarà presto soppiantata da suoi derivati, forse più efficaci e meglio tollerati. Un’altra certezza è che una storia come quella della talidomide non si ripeterà mai più, in quanto proprio partendo dai disastri provocati a tanti piccoli innocenti, i paesi industrializzati hanno sviluppato una legislazione ed un sistema di controllo che impediscono il ripetersi di casi analoghi. E non dovremo aspettare 50 anni prima che i titolari della ditta e i loro eredi chiedano scusa alle vittime ed al mondo intero. Vincenzo Cordiano agosto 2008 messaggio promozionale Ospedale Malattie tiroidee importante la diagnosi precoce D al 12 al 16 maggio l’Ulss 5, unica nel vicentino, ha aderito alla Settimana Nazionale di Informazione sulla Chirurgia della Tiroide, promossa dall’Associazione delle Unità di Endocrinochirurgia Italiane e dall’Associazione Italiana della Tiroide (AIT). In Italia, sono affetti da malattie della tiroide (ipotiroidismo, ipertiroidismo e noduli) circa 7 milioni di persone, 80% dei quali sono donne tra i 25 e 50 anni. Queste malattie spesso non danno sintomi soggettivi; in particolare, i noduli non vengono avvertiti e quando si scoprono all’ecografia, anche in modo casuale, sono già in fase avanzata, tanto da dover richiedere terapia medica o l’intervento chirurgico. Durante l’iniziativa, negli Ospedali di Valdagno e di Montecchio Maggiore, circa cinquanta pazienti hanno avuto la possibilità di sottoporsi a visite specialistiche gratuite con ecografia ed agoaspirato ecoguidato tiroideo, in alcuni casi. Negli ultimi anni l’Ospedale di Valdagno è diventato centro di riferimento della chirurgia tiroidea grazie alla collaborazione tra le due Chirurgie Generali di Arzignano e di Valdagno (Direttori rispettivamente il dr. Luciano Griggio e dr. Luigi De Santis) e i Servizi di Endocrinologia dell’Ospedale di Montecchio Maggiore e di Valdagno, diretti rispettivamente dalla dr.ssa Simonetta Lombardi e dal dr. Marcello Giachetti. Nella Valle dell’Agno esiste infatti una particolare incidenza delle malattie tiroidee. È già stata avviata la campagna informativa sull’uso del sale iodato (maggio 2007), che sarà ripetuta quest’anno grazie alla collaborazione e al contributo dell’Associazione Progetto Salute Valle dell’Agno O.N.L.U.S. Obiettivo è di sensibilizzare sull’importanza dei controlli e della diagnosi pre10 coce. Anche in caso di tumore, dopo le cure, il 90% dei pazienti guarisce completamente. L’ecografia effettuata con macchine sempre più sensibili e sofisticate, consente di rilevare noduli tiroidei di piccole dimensioni; con l’agoaspirato ecoguidato è possibile eseguire un esame citologico rilevando preoperatoriamente la presenza di cellule sospette per neoplasia. Nella maggior parte dei casi la terapia è medica. L’intervento chirurgico è indicato quando il nodo è voluminoso, in aumento, o con compressione tracheale; in caso di sospetto tumore, occorre rimuovere tutta la ghiandola (tiroidectomia totale). La chirurgia della tiroide che si effettua a Valdagno è tra le più innovative e sicure in Italia. Grazie all’introduzione della cosiddetta “mini invasiva” (MIVAT: Minimally Invasive VideoAssisted Thyroidectomy), e all’uso di particolari bisturi ad ultrasuoni, si sono ridotte significativamente sia la durata sia le complicanze dell’intervento. In alcuni casi viene praticata una piccola incisione al collo di 2 cm, limitando il trauma chirurgico e migliorando il risultato estetico. Si accorcia molto anche il tempo di ricovero del paziente. L’unica forma di prevenzione dei noduli e dei tumori tiroidei (ad eccezione di quelli familiari), è l’utilizzo di sale iodato (come previsto dalla recente legge nazionale). Per assumerlo basta sostituire al normale sale da cucina quello iodato: 5 grammi di sale iodato (o iodurato) coprono il fabbisogno giornaliero; utilizzato in modo prolungato, non presenta alcuna controindicazione perché l’organismo è in grado di eliminare la quantità di iodio in eccesso attraverso le urine. Marcello Giachetti, Luigi De Santis agosto 2008 Ospedale Skin Cancer Day S i è svolta sabato 3 maggio, all’Ospedale di Valdagno, la giornata nazionale di informazione ed educazione sui tumori della pelle denominata “Skin Cancer Day”, promossa dalla Società Italiana di Dermatologia (Sidemast) e dall’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (ADOI) con il patrocinio del Ministero della Salute. L’Ulss 5 ha aderito per il quinto anno a questa iniziativa, consapevole che questa può incrementare nella popolazione la cultura della prevenzione, intesa sia come diagnosi precoce, sia come educazione ad evitare i fattori di rischio. Il dr. Pietro Mainente, responsabile dell’Ambulatorio Multidisciplinare sui Nei Cutanei e il Melanoma, ha tenuto una breve conferenza spiegando ai presenti quali sono le lesioni cutanee da tenere sotto controllo e fornendo indicazioni sul comportamento da tenere al sole. Successivamente presso gli ambulatori dell’ospedale vecchio sono state visitate una trentina di persone circa, consigliando a due di esse l’asportazione chirurgica di un neo sospetto. Durante la giornata di informazione sui tumori della pelle visita si è voluto spiegare come “guardare la propria pelle”, come osservare eventuali variazioni di forma, di colore, di dimensione di tutte le “macchie” che una persona ha sul proprio corpo. Se qualcosa cambia è consigliabile recarsi dal proprio medico curante, dal dermatologo o presso l’ambulatorio dedicato alle lesioni cutanee, di Valdagno o Lonigo, per una valutazione. Pietro Mainente Ambulatorio a Valdagno: martedì dalle ore 15.00 presso l’Ambulatorio N. 1 dell’Ospedale Vecchio. Ambulatorio a Lonigo: giovedì dalle ore 15.00 presso l’Ambulatorio N. 2 Per prenotazione telefonare al C.U.P. con impegnativa del medico curante per “Visita chirurgica per controllo nei” e-mail: [email protected] Donazioni di sangue un gesto di solidarietà I l fabbisogno di sangue e dei suoi componenti (globuli rossi, plasma, piastrine) è in costante crescita. Considerati dei veri e propri “farmaci salvavita”, non possono essere sintetizzati in laboratorio e sono indispensabili non solo nelle emergenze ma anche in molti percorsi assistenziali. Donare il sangue è un gesto semplice e sicuro, di grande solidarietà, che può davvero salvare una vita. Presso l’Ulss 5 sono operativi 3 Centri Raccolta Sangue (Lonigo, Montecchio M., Valdagno) che accolgono donatori provenienti principalmente da AVIS, FIDAS e “Cav. P. Trevisan” di Montecchio M. Grazie alla grande generosità dei donatori e al sistema di raccolta organizzato dal Servizio Immunotrasfusionale in collaborazione con le Associazioni dei Donatori, la donazione ha avuto una crescita record negli ultimi 3 anni. Tipo di 2005 2006 2007 1° quadr. donazione 2008 Sangue Intero 7.397 7.643 7.953 2.607 Plasma 1.205 2.125 2263 1.101 Piastrine 21 151 240 80 TOTALE 8.623 9.919 10.456 3788 agosto 2008 L’Ulss 5 è quindi autosufficiente. Inoltre, nel corso del 2007, sono state cedute 2.138 unità di sangue intraregione, in particolare a Padova e Vicenza, e 195 unità a centri extraregione, contribuendo di fatto al fabbisogno provinciale, regionale e nazionale. Infine 3.302 litri di plasma sono stati conferiti all’industria per la produzione di plasmaderivati salvavita (albumina, immunoglubuline endovena, fattore VIII). L’obiettivo di incrementare ulteriormente la raccolta passa attraverso miglioramenti strutturali quali l’adeguamento del Centro Raccolta di Valdagno agli standard di Montecchio M. e Lonigo e ad una sempre maggiore collaborazione con le Associazioni. A tal proposito esiste un progetto con FIDAS e Cav. P. Trevisan che permetterà, a partire da ottobre, un’apertura al mese, di sabato, dei Centri Raccolta di Montecchio M. e Lonigo. Maurizio Soli Per informazioni e prenotazioni contattare le associazioni di donatori o il Centro Trasfusionale allo 0444 708310/11 dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 15.00 11 Ospedale La cartella clinica computerizzata la sperimentazione in corso presso il Dipartimento di Area medica di Valdagno I Fabio Armellini 12 l trasferimento della documentazione cartacea su supporto informatico non è un passaggio semplice né rapido e deve necessariamente svilupparsi per gradi dovendo coinvolgere professionalità diverse (oltre al medico, l’infermiere, l’operatore, l’amministrativo etc.), servizi diversi (come la Radiologia, il Laboratorio, l’Anatomia Patologica, il Centro Trasfusionale, i vari specialisti consulenti etc.), strutture e organizzazioni diverse (come l’Ospedale, il Distretto, le Case di Riposo, i Medici di Medicina Generale etc.). Si deve poi tenere conto del fatto che esistono settori che già utilizzano un software operativo e per i quali si deve quindi studiare una modalità integrativa o gestire un cambiamento non sempre accettato di buon grado. La cartella clinica computerizzata può essere definita come un sistema informatico idoneo a sostituire la tradizionale cartella cartacea senza alcuna rinuncia rispetto alle attuali caratteristiche della stessa (completezza, obiettività, integrità e sicurezza) e senza implicare maggiori disagi (soprattutto perdita di tempo) per gli utenti, ma tale da garantire la presenza di alcune caratteristiche (standardizzazione e qualità dell’informazione) utili per facilitare l’interazione tra gli operatori sanitari coinvolti nella gestione clinica del paziente. In una prima fase si è lavorato per la formazione del personale, sia per quanto riguarda l’ABC dell’approccio al computer, sia per la conoscenza dei software operativi. Si è quindi iniziato ad utilizzare il programma inserendo i dati di due pazienti dal momento dell’ingresso in reparto, fino alla compilazione della lettera di dimissione per il Medico Curante, eventualmente corredata dalla scheda di dimissione infermieristica. Questo procedimento, reiterato sui due posti letto in stretta collaborazione con l’ingegnere informatico, ha consentito e consente di evidenziare i punti deboli del programma ed intervenire per migliorarlo e correggerlo. Contestualmente è iniziata l’integrazione di funzioni diverse. Innanzitutto la gestione dei dati anagrafici che risultano perfettamente integrati nel processo fino alla compilazione della scheda regionale di dimissione ospedaliera. Durante il giro medico, poi, è possibile inserire la richiesta per gli esami di laboratorio con la stampa automatica del foglio di lavoro per i prelievi bioumorali e la generazione degli adesivi per l’etichettatura della provetta. Il medico può inoltre esaminare a video le immagini radiologiche evidenziandone i particolari mediante ingrandimento con semplici click del mouse. La strada è ancora lunga e in salita; molti aspetti devono ancora essere chiariti per poter entrare nella sperimentazione. Pur con questi limiti, l’inserimento e la successiva stampa dei dati consente sin d’ora degli innegabili e consistenti vantaggi: 1. non esistono più testi illeggibili: la consultazione di un testo stampato abbrevia i tempi di consultazione della cartella, con conseguente risparmio economico; 2.permette la condivisione delle informazioni e facilita la comunicazione; 3.elimina le ridondanze dell’informazione e garantisce la consistenza dei dati; 4.garantisce la sicurezza dei dati memorizzati. Il diario clinico ed infermieristico sono l’insieme degli eventi clinici di ogni singolo paziente: giorno dopo giorno registra le azioni effettuate, consentendo l’archiviazione ordinata delle informazioni. agosto 2008 Ospedale Terapia Antalgica: nuova specialità? O intervista al dr. Giorgio Mariot alla scoperta della cura del dolore e dei suoi mezzi ltre la metà delle persone anziane soffre di qualche forma di dolore cronico. La Terapia Antalgica, branca dell’Anestesiologia, si occupa della cura delle persone che soffrono di malattie croniche in cui il dolore stesso è l’elemento più importante ed invalidante. In tali condizioni il dolore diviene malattia causando spesso depressione e invalidità, in particolare nelle persone anziane e già socialmente più fragili. Per tali motivi la Regione del Veneto ha concretizzato un piano per affrontare quella che è stata definita “emergenza dolore”. Sono sorti così i Comitati per l’Ospedale Senza Dolore, le Unità Dipartimentali di Terapia Antalgica ed i Nuclei di Cure Palliative. Quali sono le principali caratteristiche del dolore, inteso come malattia? Sono essenzialmente due le tipologie di dolore cronico, che non evolve cioè verso la guarigione ma permane nel tempo: il dolore cronico di eziologia maligna, che quasi sempre accompagna il cancro nelle fasi avanzate della malattia ed il dolore di origine non maligna, causato da artrosi, artrite, osteoporosi, malattie neurologiche e vascolari. In che modo la medicina affronta la cura del dolore cronico? I presidi terapeutici sono identici per le due forme di dolore, ma vengono usati in misura e modalità diverse e si avvalgono di tecniche farmacologiche specifiche e di supporto, tecniche di blocco e di modulazione midollare. I farmaci analgesici solitamente utilizzati sono anch’essi distinti in due categorie: gli analgesici minori o farmaci antinfiammatori non steroidei di cui il capostipite è l’aspirina e gli analgesici maggiori, od oppiacei, il cui capostipite è la morfina. I primi agiscono contro il dolore, riducono l’infiammazione, abbassano la febbre e riducono le capacità di coaguagosto 2008 lazione del sangue, ma possono causare bruciori di stomaco, tendenza al sanguinamento, aumento della pressione sanguigna per ritenzione di sodio e possibilità di crisi di asma. Parlando di oppiacei e derivati, invece, la morfina agisce sul dolore sopprimendolo. Oltre ad indurre dipendenza, considerata solo se utilizzata per scopi voluttuari, gli effetti collaterali sono rappresentati da nausea, vomito, stitichezza e difficoltà alla minzione nei soggetti con ipertrofia prostatica. In che direzione si sta muovendo la medicina nel campo della Terapia Antalgica? Di grande interesse per la medicina attuale è la terapia di modulazione midollare, che sta dando ottimi risultati nelle patologie degenerative e nel dolore cronico maligno. Si tratta di un piccolo intervento chirurgico, in cui al paziente viene posizionato un sottilissimo catetere fra le vertebre, fino ad arrivare in prossimità del midollo spinale, all’interno del liquor, il fluido trasparente che lo circonda. Il catetere viene raccordato a una piccola pompa, impiantata sotto-pelle, e dotata di un serbatoio rifornito ogni due o tre mesi di farmaci tramite un’iniezione. Il farmaco più comunemente usato è la morfina, ma a dosaggi 100 o anche 200 volte più bassi rispetto alle consuete vie di somministrazione. Il risultato è un beneficio sul dolore senza effetti collaterali. In questo modo possiamo trattare le più comuni sindromi dolorose croniche dell’anziano e l’artrosi dell’anca nei pazienti ad elevato rischio operatorio o in cui l’intervento avrebbe effetto solo sul dolore e non sulla capacità di deambulare. Giorgio Mariot Per informazioni Per accedere al servizio di terapia antalgica, occorre essere muniti di impegnativa riportante l’indicazione di “visita per terapia antalgica” e prenotare al C. U. P. o tramite il servizio di terapia antalgica tel. 0445 484051 Ulteriori informazioni riguardanti il servizio, possono essere chieste contattando telefonicamente il Servizio Terapia Antalgica tel. 0445 484051 e-mail: terapia.antalgica. [email protected] 13 Ospedale Holter Pressorio aumenta la qualità migliorando la comunicazione L a riuscita di un esame dipende dalla bontà degli strumenti impiegati, dalla competenza di chi lo esegue e dalla collaborazione dell’utente, specialmente quando l’esame richiede di “indossare” un apparecchio per un giorno intero. Così avviene per chi si sottopone al monitoraggio della pressione arteriosa nell’arco delle 24 ore, attraverso Holter Pressorio: si tratta di un bracciale che rileva ad intervalli temporali fissi i valori pressori, successivamente registrati su supporto informatico. La validità dell’esame, quindi, dipende in larga misura dal corretto uso dell’apparecchio. Osservando che alcune volte l’esame deve essere ripetuto per errato utilizzo dell’apparecchio, è nata l’idea di realizzare una “Guida per l’utente per il corretto utilizzo dell’Holter Pressorio” che risponda ai dubbi più frequenti. Oltre alla versione in italiano, grazie alla collaborazione del Servizio di Mediazione Culturale, è stata realizzata una versione dell’opuscolo per ognuna delle cinque lingue più diffuse nell’area: arabo, punjabi, bengali, francese e inglese. L’efficacia della guida sarà verificata a fine anno, ma i risultati nel primo trimestre di utilizzo sono incoraggianti: gli utenti considerano utile la consultazione della guida nel corso delle 24 ore e il numero di esami che necessitano di essere ripetuti è diminuito in modo significativo. Il progetto “Guida per l’utente per il corretto utilizzo dell’Holter Pressorio”, realizzato da Stefania Munarin, Operatore Socio Sanitario, con la partecipazione della dr.ssa Antonella Vergolani, Responsabile del Day Hospital - Day Service Medicina di Arzignano e dello staff infermieristico, è stato presentato al 3° Concorso Aziendale Qualità - anno 2007. Stefania Munarin Marco Cavallaro nuovo Dirigente Amministrativo Ospedaliero N ato a Padova nel 1966 - dove tutt’ora vive - si è laureato in giurisprudenza all’Università di Padova, con successivo Master in gestione delle risorse umane a Lucca. È stato in servizio presso l’Università Patavina dal 1991 al 2008, ricoprendo diversi importanti ruoli e specializzandosi nei rapporti tra l’Ateneo e la sanità pubblica veneta. Ha gestito le relazioni tra le due realtà collaborando con gli Organi accademici 14 che si occupano dell’area medica, elaborando specifici accordi e convenzioni e dirigendo la gestione del personale universitario che opera presso l’Azienda ospedaliera di Padova ed altre Ulss del Veneto. Il dr. Cavallaro è stato, da luglio 2007 a febbraio 2008, Dirigente responsabile della Struttura complessa “Servizio amministrazione del personale” dell’Azienda per i Servizi Sanitari n. 2 “Isontina” di Gorizia. agosto 2008 Ospedale Ginecologia dell’ospedale di Arzignano O gni anno l’Unità Operativa di Ginecologia diretta dal dr. Gioacchino La Rosa organizza eventi didattici a scopo di aggiornamento professionale, rivolti in particolar modo a ginecologi, anestesisti ed infermieri. Si tratta di interventi chirurgici laparoscopici (cioè con una sonda mini-invasiva) eseguiti in diretta, che danno la possibilità di apprendere le diverse tecniche, affrontando di volta in volta le difficoltà che si incontrano in sala operatoria. Gli interventi in diretta offrono la possibilità all’auditorium di coniugare teoria e pratica. A tutt’oggi le tecniche laparoscopiche sono largamente disattese nelle Unità Operative di Ginecologia italiane: secondo i dati del Ministero della Salute l’isterectomia per patologia benigna nei reparti di ginecologia viene eseguita per via laparoscopica solo nel 7% dei casi, quando questa percentuale nella nostra Unità Operativa raggiunge il 70%. Con questo spirito il dr. Gioacchino La Rosa e la sua équipe, anche quest’anno, offrono ben 7 eventi di chirurgia laparoscopica in diretta nel corso dell’anno. Durante gli interventi è possibile dialogare liberamente con gli operatori mediante un sofisticato collegamento audio-video, perciò l’interesse per questi eventi è sempre molto alto, con la partecipazione di oltre cento ginecologi da tutte le regioni di Italia. All’interno degli eventi programmati per il 2008, quello di maggior prestigio è il Corso di Chirurgia laparoscopica pelvica associato al II Concorso “Città di Arzignano”. Questo si articola in sei giornate di live-surgery in tre periodi dell’anno (aprile, settembre e ottobre) durante i quali le maggiori scuole italiane di laparoscopia ginecologica si confronteranno ad Arzignano dando dimostrazione delle proprie capacità. Al tavolo operatorio si alterneranno agosto 2008 protagonista nazionale in diretta satellitare per ogni scuola un chirurgo esperto e un chirurgo “giovane”, che in livesurgery esporranno le proprie tecniche chirurgiche. Sono previsti circa trenta interventi di chirurgia in diretta, con la partecipazione, oltre che del nostro reparto, delle scuole di Brescia (dr. Giuseppe Ciravolo), di Roma (prof. Giorgio Vittori), dell’Università Cattolica di Roma (prof. Giovanni Scambia), di Trento (dr. Maurizio Rosati), di Negrar (dr. Luca Minelli) e di Avellino (dr. Mario Malzoni). Una giuria di esperti valuterà gli interventi eseguiti ed assegnerà il II Concorso “Città di Arzignano” alla scuola ritenuta più meritevole. Obiettivo di questa manifestazione è la divulgazione della chirurgia laparoscopica ai giovani, che per la prima volta in Italia hanno la possibilità di dimostrare le proprie capacità, dando merito alle scuole che hanno consentito loro di crescere chirurgicamente. Questo evento ha destato molto interesse in Italia, tanto da essere inserito all’interno del prossimo Congresso Nazionale di Ginecologia (LXXXIV Congresso Nazionale SIGO) che si terrà a Torino. Per questo, mercoledì 8 ottobre verrà allestita una diretta satellitare che permetterà il collegamento live-surgery dalle sale operatorie di Arzignano al Centro Congressi Lingotto di Torino, sede del Congresso Nazionale SIGO, e per tutta la giornata gli interventi eseguiti ad Arzignano verranno visti dai partecipanti al Congresso Nazionale. Per il nostro reparto questo riconoscimento è il coronamento di tanti anni di sforzi mirati alla divulgazione delle tecniche chirurgiche mini-invasive laparoscopiche. Gioacchino La Rosa 15 Il benessere fisico e fiscale che fa bene al vostro riposo. Molti dei prodotti proposti beneficiano delle detrazioni fiscali riservate ai dispositivi medici. Scoprite come Èthikós sia attento al vostro benessere, sempre! Via Stazione, 79 36070 Trissino (Vicenza) Tel. e Fax 04445 962110 w w messaggio promozionale w . Via Olmo, 41 (s.s. 11) 36051 Creazzo (Vicenza) Tel. e Fax 0444 521725 E-mail: [email protected] e t h i k o s . i t Territorio 10 appartamenti per il Centro Arcobaleno G iovedì 29 maggio il Centro Arcobaleno, in collaborazione con la Conferenza dei Sindaci, ha inaugurato ad Arzignano un nuovo appartamento “a bassa protezione”: una nuova frontiera nella residenzialità psichiatrica. La struttura è stata presentata alla presenza della Direzione Generale Ulss 5, rappresentata dal dr. Alessi, dalla dr.ssa De Zotti e dalla dr.ssa Pinzauti, del presidente della Conferenza dei Sindaci, Scalabrin, e del sindaco di Arzignano, Fracasso. Per la prima volta, grazie al contributo della Conferenza dei Sindaci dei Comuni dell’Ulss 5, è stato possibile attuare un progetto di tale portata sociale. Da tempo il Centro Arcobaleno si occupa dell’inclusione sociale dei giovani che riescono a combattere le difficoltà del disagio mentale. A 13 anni di distanza dall’apertura della struttura di riabilitazione psichiatrica sono stati molti i successi ottenuti dai numerosi percorsi di reinserimento sociale e lavorativo attraverso i quali molti giovani hanno ripreso una vita normale anche sotto il profilo relazionale. Basti solo pensare che su 46 utenti attualmente seguiti dal Centro sono 20 coloro che hanno acquisito un lavoro stabile presso un’azienda del territorio o presso una Cooperativa Sociale (usufruendo dei percorsi della Legge 68/99). Grazie al reinserimento professionale molti utenti possono così permettersi di completare il loro progetto di recupero sostenendo anche le spese di convivenza in un appartamento. Un risultato importantissimo dal momento che queste persone sono così in grado di uscire quasi completamente dal processo di assistenzialismo rivestendo nella società un ruolo attivo e produttivo. Quest’ultimo appartamento inauguraagosto 2008 sindaci e Ulss insieme per il disagio mentale to è un importante traguardo che, oltre a rappresentare per due giovani una casa in cui vivere, riveste numerosi significati che lo rendono un passo fondamentale nella lotta al pregiudizio verso la malattia mentale. Si tratta di un appartamento “di coppia” in cui convivono due ragazzi che si sono conosciuti e innamorati durante il comune percorso di riabilitazione. I due giovani hanno completato il percorso di apprendimento di abilità sociali, gestionali e di cura dei propri problemi presso la Comunità Alloggio e il Centro Diurno Arcobaleno, dove un’équipe, composta da psicologi, educatori, infermieri e operatori d’assistenza conduce un programma intensivo di riabilitazione e integrazione sociale e lavorativa. I ragazzi contribuiranno alle spese di gestione della casa tramite il loro lavoro, ottenuto attraverso i programmi di mediazione al lavoro offerti dalla Legge 68/99. È importante sottolineare che, per la prima volta, si sono alleati più attori del tessuto sociale dal momento che questo progetto si è realizzato grazie all’accordo raggiunto dalla Conferenza dei Sindaci e Ulss 5. Con questo ultimo risultato raggiunto, il Centro Arcobaleno arriva a gestire 10 appartamenti, dove dal 1998 a oggi hanno trovato pieno reinserimento sociale ben 21 persone. Inaugurazione casa Micci: da sinistra dr. Stefano Zanolini responsabile U.O. Strutture Intermedie, il sindaco di Arzignano Stefano Fracasso e la coppia ospite della nuova struttura Stefano Zanolini 17 Territorio Programma Pre-Adolescenti BANDUS a fianco delle famiglie per il sostegno ai giovanissimi I l 26 giugno presso il Centro Comunitario S. Rocco si è svolta la serata conclusiva delle attività 20072008 del Programma Pre-Adolescenti BANDUS. Dal 2001 l’Unità Operativa Età Evolutiva/ Disabilità dell’Ulss 5 promuove l’educazione all’autonomia e l’acquisizione di abilità socio-comportamentali di ragazzi che presentano difficoltà sul versante delle relazioni e degli adattamenti, soprattutto scolastici, attraverso lo sviluppo della socializzazione. Il programma intende offrire uno spazio di aggregazione con percorsi volti a sviluppare nei ragazzi le abilità sociali e comunicativo-relazionali. L’iniziativa è rivolta a giovani iscritti ad una Scuola Secondaria di primo grado del territorio dell’Ulss 5 i cui genitori abbiano chiesto sostegno rispetto alle difficoltà e agli insuccessi anche scolastici del figlio. Le attività del Programma, che vanno dalla realizzazione di laboratori di pittura, murales, video-lab allo svolgimento dei compiti di scuola, vengono articolate su tre pomeriggi alla settimana. Il programma viene realizzato con la collaborazione delle famiglie e il coinvolgimento delle agenzie educative del territorio, in primis la scuola, nella convinzione che ogni intervento sul singolo ragazzo è maggiormente efficace nella misura in cui incide anche sull’ambiente che lo circonda. Francesca Concato, Marco Pagliai Disabilità la Regione promuove “ENSA DISABLED” L Rafaella Dal Lago Momento durante il meeting “ENSA DISABLED” svoltosi presso l’Ospedale di Arzignano con i rappresentanti dei Servizi Sociali della Francia, Svezia, Spagna, Norvegia e Lituania 18 a Regione del Veneto ha ospitato nel mese di maggio il meeting “ENSA DISABLED”, organizzato dalla rete europea ENSA (European Network of Social Authorities), di cui il Veneto è coordinatore generale. All’incontro hanno partecipato i rappresentanti dei Servizi Sociali di Francia, Svezia, Spagna, Norvegia e Lituania. Il programma del meeting prevedeva un workshop, una visita al Centro Don Calabria di Verona e ad alcune aziende del territorio che da anni collaborano con i Servizi Integrazione Lavorativa delle Ulss per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. La Regione del Veneto ha ritenuto opportuno presentare la realtà del Vicentino perché proprio in questo territorio si è consolidato un modello di accoglienza nell’ambito dell’Integrazione Lavorativa della persona con disabilità intellettiva e psichica che ha indotto sempre più a puntare sulla responsabilità sociale d’impresa oltre l’obbligo definito dalle leggi. In particolare, la Regione ha chiesto all’Ulss 5 di presentare l’operato del Servizio Integrazione Lavorativa, che ben esprime quest’ottica ponendo al centro degli interventi sia la persona che l’impresa. I delegati dei Paesi Europei sono stati accolti presso la Direzione Medica di Arzignano ed è stato loro presentato il modello organizzativo attuato. Questo modello si propone la piena integrazione sociale, scolastica e lavorativa delle persone con disabilità intellettiva e psichica. In tale occasione la dr.ssa Antonella Pinzauti, Direttore di Servizi Sociali, ha illustrato il sistema dei servizi e il dr. Michele Maglio, dirigente regionale dei servizi sociali, ha presentato i risultati conseguiti a livello regionale nell’ambito dell’integrazione lavorativa. agosto 2008 Territorio Ospedale di Comunità di Valdagno bilancio dell’attività svolta nel primo anno L ’Ospedale di Comunità di Valdagno ha accolto i primi pazienti a partire dal 20 febbraio 2007. Il numero limitato dei posti letto attivati è cresciuto gradualmente con l’attivazione a luglio dei 15 posti letto previsti. Nel 2007 sono stati effettuati 129 ricoveri, 2589 i giorni di degenza erogati. I Medici di Medicina Generale che hanno seguito i loro pazienti in Ospedale di Comunità sono stati 33. Una attenta pianificazione e la continua valutazione dei percorsi assistenziali e delle criticità emerse costituiscono le basi affinché questa struttura possa rispondere adeguatamente ai bisogni degli utenti. Nella costruzione del modello assistenziale dell’Ospedale di Comunità di Valdagno è stata fondamentale la scelta di affidare al Medico di Medicina Generale la responsabilità clinica del paziente (ogni MMG segue il proprio paziente all’interno dell’Ospedale di Comunità) e, data la collocazione all’interno di un presidio per acuti, è stata importante l’introduzione di una figura medica che coordinasse i rapporti con la struttura ospedaliera e garantisse i percorsi per la diagnostica e le consulenze specialistiche. La continuità assistenziale viene garantita efficacemente attraverso la Guardia Medica territoriale notturna e festiva, mentre la scelta di assicurare gli eventuali interventi di emergenza anche mediante il medico di guardia ospedaliera si è rivelata idonea a garantire i pazienti di fronte a situazioni di improvvisa instabilità del quadro clinico, non altrimenti risolvibili. Il ruolo svolto dal personale infermieristico e di assistenza esperto e addestrato al lavoro d’équipe è risultato decisivo per la riuscita della sperimentazione, trovandosi a dover garantire da una parte le esigenze assistenziali dei pazienti e dall’altra a supportare l’attività dei numerosi medici curanti presenti nel agosto 2008 reparto. Per un continuo miglioramento degli aspetti gestionali è stato istituito un gruppo di coordinamento composto da quattro medici in rappresentanza dei Medici di Medicina Generale e dal responsabile dell’Ospedale di Comunità: nelle riunioni periodiche vengono affrontate tutte le problematiche emerse e avanzate le proposte per il loro superamento. Un altro aspetto su cui si sono investite molte risorse è stata la corretta informazione dei pazienti e dei loro familiari sulle modalità organizzative della struttura. A tal fine è stata predisposta una Carta dell’Accoglienza e una Carta dei Servizi che, ad ogni nuovo contatto, vengono illustrate ai pazienti e ai loro familiari. Il 2007 è stato dedicato all’avviamento della struttura e alla verifica dei percorsi assistenziali progettati che possono ancora essere migliorati. Presso l’Ospedale di Comunità è stato inserito un numero consistente di pazienti oncologici in terapia palliativa: il controllo del dolore rappresenta spesso l’obiettivo principale della cura e per garantirlo in maniera continua è necessario l’apporto di più figure professionali. Nell’ambito, poi, della promozione della qualità delle cure è stato proposto di trattare in Ospedale di Comunità, anche quelle lesioni (ulcere croniche e piaghe da decubito) che, a causa della loro complessità, non riescono a trovare adeguata soluzione a domicilio. Durante il ricovero viene impostata e verificata l’efficacia della terapia e, in prossimità della dimissione, gli infermieri dell’ Assistenza Domiciliare prendono in carico il paziente effettuando direttamente le medicazioni che verranno poi continuate anche a domicilio. Paola Peruzzo 19 Territorio Nutrizione “Monitorati” i ragazzi nelle Scuole Medie di Montecchio Maggiore P er intervenire in modo efficace sui problemi di salute di un territorio è indispensabile conoscerne le caratteristiche, in modo da poter progettare ed attuare risposte adeguate. Sulla base di quest’affermazione, nell’ambito del 4° Progetto Salute 2007-2008 organizzato dall’Assessorato alla Salute del Comune di Montecchio Maggiore, l’Unità Operativa di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Ulss 5, in collaborazione con l’assessore Agostino Pilati ed i Dirigenti degli Istituti Comprensivi di Montecchio Maggiore, ha eseguito rilevazioni antropometriche sui ragazzi di 11 anni (1° media) e 13 anni (3° media) delle tre Scuole Medie del territorio. Lo scopo era di verificare, in modo anonimo, la presenza di sottopeso, normopeso, sovrappeso e obesità fra i ragazzi, in modo da confrontare la realtà locale con i dati ufficiali italiani e mondiali e poter così offrire interventi mirati e personalizzati. A 476 ragazzi è stato quindi proposto di sottoporsi alla rilevazione di peso e altezza con cui calcolare l’Indice di Massa Corporea (BMI). Il 20% dei ragazzi non è stato autorizzato dai genitori a partecipare all’iniziativa. I motivi non sono stati comunicati, ma costringono a riflettere sul rapporto fra famiglie e struttura pubblica e sul grado di negazione di problemi di immagine, vissuti per lo più come difficoltà di natura estetica. A livello nazionale, dati “sparati” dai mass media sulla prevalenza di obesità infantile, pur in assenza di dati epidemiologici certi, 20 stimano una prevalenza di obesità fra i 10 e i 13 anni compresa fra il 14-16%. Una rilevazione a campione nell’ambito del piano per la sicurezza alimentare 2005-2007, rileva invece nell’Ulss 5 una prevalenza di obesità che si attesta fra il 2 e il 4%. La nostra ricerca ha, invece, evidenziato una prevalenza di obesità nelle 1° medie di Montecchio Maggiore pari al 5%, mentre tale valore scende, in 3° media, all’1,7%, quindi bassa. Con nostra sorpresa, invece, una discreta quantità di alunni (12% in 1° media e 27% in 3° media) è risultata sottopeso anche se poche sono le situazioni davvero preoccupanti e spesso legate ad alunni provenienti da paesi diversi dall’Italia. Il rifiuto di 1 ragazzo su 5 a sottoporsi al calcolo del BMI non ci da certezza di aver caratterizzato il nostro territorio in quanto introduce un discreto margine di errore sulle percentuali di magrezza e obesità. Tuttavia, dato il numero elevato di ragazzi presi in esame, si può affermare che l’obesità, pur rimanendo un problema scottante non raggiunge i livelli di allarme sociale sollevati sempre più spesso dai mass media e, nel contempo, sottolineare come il problema del sottopeso sia ancora presente e non vada ignorato. Nell’ambito di un sottopeso medio-grave, infatti, si possono celare situazioni di malattia a carico dell’apparato digerente (ad esempio la Celiachia, una volta considerata malattia rara ed oggi stimata presente in 1 ogni 100-150 nati) o, peggio, di rischio per i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), patologia in costante aumento ma poco conosciuta fra gli adolescenti. Giovanni Ronzani agosto 2008 Territorio Terza giornata del malato oncologico D omenica 15 giugno presso il Parco di Villa San Fermo a Lonigo si è svolto l’incontro dedicato alla “Terza Giornata Nazionale del Malato Oncologico”, all’insegna dello slogan “Insieme vinciamo la vita e guardiamo oltre”. Alla manifestazione, organizzata al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica, hanno partecipato malati oncologici, familiari e amici, medici, operatori sanitari, volontari, amministratori pubblici, le Associazioni Onlus operanti nel territorio Ulss quali A.DI.MA di Lonigo, ANDOS OvestVicentino, Centro Diritti del Malato di Valdagno, Comitato Dignità e Salute di Arzignano, Movimento Diritti del Malato di Arzignano-Montecchio M. e il Direttore Amministrativo dell’Ulss 5, dr.ssa Fiorella De Zotti, in rappresentanza del Direttore Generale dr. Renzo Alessi. Ogni anno in Italia 270.000 cittadini si ammalano di cancro e si stima che nel 2010 saranno 400.000. Grazie ai progressi scientifici degli ultimi anni e ai programmi di prevenzione che sono ormai attivi su tutto il territorio nazionale, si può affermare che è possibile ottenere la guarigione dal tumore nel 50% dei casi. Nella restante metà si può ottenere la cronicizzazione della malattia che permette una sopravvivenza più lunga con una qualità di vita migliore. Ma se da una parte tutto ciò ha cancellato l’ineluttabile equazione “Cancro Morte”, dall’altra sono sorti nuovi problemi che riguardano non solo uomini e donne di qualsiasi età e condizione sociale ma anche i familiari ed amici che si trovano a condividere sofferenze ed angosce di una malattia che coinvolge quotidianamente non solo il corpo ma anche la mente. Le associazioni di volontariato oncologico, gli operatori sanitari, i medici di mediciagosto 2008 percorsi di assistenza per i malati e le loro famiglie na generale e gli specialisti definiscono ormai questo stato la “nuova disabilità di massa”. Nel corso della giornata è emersa, inoltre, la necessità di far parlare e quindi ascoltare non solo chi è ammalato di cancro ma anche il nucleo familiare e la cerchia di amici che inevitabilmente si trovano a fungere da fulcro delle mediazioni tra il paziente oncologico e le strutture socio-sanitarie. La circolazione delle conoscenze e delle idee tra medici di medicina generale, specialisti ed ammalati oncologici sono i presupposti essenziali per una corretta gestione, condivisa con l’ammalato, del programma clinico assistenziale e per il reinserimento dell’ammalato nella famiglia e nel mondo del lavoro evitando, in questo modo, la celebrazione compassionevole delle sofferenze e ponendo attenzione ai reali bisogni. In sintesi, tutti gli intervenuti all’incontro hanno sottolineato la necessità di ottenere un’informazione corretta per l’ammalato, perchè l’informazione aiuta il paziente a vivere con più serenità tutto il percorso della malattia, un facile accesso alle terapie necessarie indipendentemente dai tetti di spesa e programmi di riabilitazione personalizzati per ripristinare lo stato di salute fisico, sociale psicologico e spirituale dell’ammalato. Fondamentale il sostegno incondizionato per il reinserimento totale nella famiglia e nell’attività lavorativa con l’insostituibile aiuto offerto dalle Associazioni di Volontariato. da sinistra, dr. Graziano Meneghini, Responsabile Centro Donna di Montecchio Maggiore, Maurizio Scalabrin Presidente Conferenza dei Sindaci, Silvano Marchetto Sindaco del Comune di Lonigo Graziano Meneghini 21 Territorio Medicina Generale Nuovi modelli organizzativi in medicina generale S Elvio Pistaffa 22 i parla molto di Utap e di Case della Salute come il nuovo modello organizzativo della medicina generale. Ma cosa sta sotto queste novità? Sono davvero delle forme rivoluzionarie come qualcuno vorrebbe far credere? La risposta a queste domande sta nell’analisi delle condizioni in cui versa la medicina generale da alcuni anni e nella nuova volontà di salvare il patrimonio professionale ed umano rappresentato dai medici di base e dai pediatri di libera scelta, inventando per essi un nuovo ruolo all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. Per capire la realtà attuale occorre rifarsi alla prima riforma sanitaria del ’78, che ha enfatizzato il ruolo della prevenzione, affidandolo alle strutture organizzative delle nascenti Ulss, a scapito del ruolo della medicina generale. Per esempio è stato liberato il Medico di famiglia dall’obbligo della reperibilità notturna e festiva, con la creazione della Guardia medica, servizio tuttavia non previsto in forte collegamento con il medico di base, il che ha contribuito ulteriormente a dequalificare la categoria, relegandola ad un ruolo marginale rispetto alla struttura ospedaliera, che si è proposta come l’unica struttura in grado di rispondere alle esigenze di salute della popolazione 24 ore su 24. Mentre poi, spinta dalla crisi economica generale, entrava in crisi anche la struttura ospedaliera con forti ridimensionamenti di servizi e posti letto, ancora la Medicina generale stava per lo più a guardare lucrando il fondo del barile, complici le organizzazioni sindacali di categoria appiattite su un livello di miope rivendicazione economica, tranne qualche realtà isolata. A questo punto la rivalutazione e il recupero della medicina generale, più che un desiderio ed un auspicio, è diventato una necessità. Il sistema infatti deve recuperare una vasta area di professionalità medica per coprire il buco lasciato nel territorio e ricostruire la continuità assistenziale tra ospedale e domicilio. Inoltre la categoria dei medici di base dovrebbe recuperare un futuro professionale, stante il fatto che non è più possibile lavorare da soli in un sistema sempre più complesso ed esigente. I pazienti infine avrebbero bisogno di recuperare la figura di un medico in grado di dare sintesi e unitarietà alternativa al semplice consumo di prodotti sanitari, fra l’altro sempre più costosi per la comunità. Insomma si stanno creando le condizioni affinché il medico di medicina generale esca dal ruolo di mero trascrittore di prescrizioni, in cui spesso è stato relegato. Creare un’alternativa a quel tipo di ospedale che non c’è più, garantire la continuità delle prestazioni 24 ore su 24 nel territorio, migliorare e riqualificare i servizi ambulatoriali e domiciliari attraverso la responsabilizzazione del medico di base e del pediatra nell’erogazione delle cure. E ancora riorganizzazione degli ambulatori con l’inserimento di personale di supporto infermieristico ed amministrativo, lavoro di gruppo e uso sistematico dei supporti informatici: questo è il futuro della medicina generale nella rete delle cure primarie. agosto 2008 Territorio U.T.A.P. ottimi risultati dalle strutture di Brendola e Chiampo L’ Unità Territoriale di Assistenza Primaria (U.T.A.P) rappresenta un servizio utilissimo per i cittadini in quanto è in grado di gestire in modo efficace le necessità di salute dell’intera comunità. All’interno dell’Ulss 5 sono presenti due U.T.A.P: Brendola e Chiampo. L’esperienza di Brendola nasce dalla sinergia realizzatasi tra l’Amministrazione comunale, quattro medici di medicina generale e l’Ulss 5. Il Centro polifunzionale mette a disposizione, oltre a quattro medici di base, un pediatra di libera scelta, un infermiere professionale, un collaboratore di studio ed un assistente sociale. Si è realizzato nello spirito e nella sostanza, un modello originale di cure primarie finalizzato al governo clinico integrato ospedale-territorio. L’esperienza di Chiampo è nata dalla volontà di mettere in rete tutte le funzioni offerte da ciascun ente, cioè Comuni (Chiampo, Nogarole Vic., Altissimo, San Pietro Mussolino e Crespadoro), medici di medicina generale, Ulss 5 e Casa di Riposo S. Antonio, per offrire ai cittadini un servizio più completo nel campo della sanità e dell’assistenza sociale. Si tratta di un progetto dove i Comuni collaboreranno per assicurare un’offerta di servizi sociali estesa a tutta la valle e l’Ulss 5 continuerà a garantire le proprie funzioni mentre i medici di medicina generale, coadiuvati dalla Casa di Riposo, uniranno professionalità e competenze per rispondere più prontamente alle esigenze del cittadino. Elvio Gremes Servizio farmaceutico territoriale A lle 44 farmacie convenzionate del territorio, nel mese di giugno si è aggiunta la 45a: la seconda nel Comune di Trissino. L’attività delle farmacie convenzionate è supportata dal Servizio Farmaceutico Territoriale, che ha sede a Trissino - in via N.Sauro - e si occupa di: •informazione ed educazione alla salute; •assistenza farmaceutica ai pazienti non-ospedalizzati; •farmacovigilanza relativa alle reazioni avverse nell’uso dei farmaci; •attività istruttoria, amministrativa e di vigilanza nei confronti delle Farmacie aperte al pubblico; •controllo e monitoraggio delle prescrizioni farmaceutiche; •collaborazione con il Comitato etico per la sperimentazione clinica dei farmaci. agosto 2008 45 le farmacie convenzionate È la struttura di riferimento per le modalità di prescrizione, di erogazione, di concedibilità e di utilizzo dei medicinali. Ai cittadini garantisce un omogeneo accesso all’assistenza farmaceutica. Ai Medici e ai Farmacisti del territorio assicura un supporto informativo e di vigilanza per uniformare gli atteggiamenti in materia. Il Servizio Farmaceutico Territoriale è infine a disposizione per informazioni sui farmaci e sulle modalità di partecipazione alla spesa farmaceutica. Il servizio gratuito di consegna a domicilio di farmaci urgenti è attivo tutte le notti dalle 22.00 alle 8.45 del mattino successivo e nei giorni festivi grazie al servizio dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci (tel. 0444 964525). Servizio Farmaceutico Territoriale da lunedì a giovedì 9.00 - 17.00 venerdì 9.00 -14.00 tel. 0445 490995 fax 0445 490997 e-mail: [email protected] Le farmacie garantiscono un servizio sanitario continuo, a favore di 22 comuni e 170.000 abitanti orario estivo: 8.45 - 12.30 e 16.00 - 19.30; orario invernale 8.45 - 12.30 e 15.30 - 19.00 Le farmacie di turno consultabili su www.ulss5.it prestano servizio 24 ore su 24. Maria Paola Cariolato e Chiara Vencato 23 Territorio Curare a casa del paziente la casa è il miglior luogo per la prevenzione e la riabilitazione L o scopo del servizio di Assistenza Domiciliare Integrata è favorire la permanenza a domicilio dei pazienti non autosufficienti, attraverso la collaborazione di numerose figure professionali specializzate (medico, infermiere, assistente sociale, operatore di assistenza), nella convinzione che la propria casa è il miglior luogo di cura. La possibilità per gli ammalati di trovare risposte ai loro problemi il più possibile complete e vicine all’ambiente di vita quotidiana costituisce una opportunità insostituibile per sostenere le famiglie e mantenere un’elevata qualità della vita dei pazienti non autosufficienti o anziani. A seconda dei bisogni riscontrati sono attivati diversi programmi assistenziali: all’interno dei quali operano tre équipe infermieristiche. Ogni équipe prende in carico i pazienti residenti o domiciliati nei comuni di pertinenza. È possibile consegnare le richieste di intervento infermieristico domiciliare, compilate dal medico di famiglia presso: PUNTO SALUTE NORD: via Galilei, 3 Valdagno (presso la piastra, ex radiologia) tel. 0445 423186 - 423180 fax 0445 423182 PUNTO SALUTE CENTRO: via Kennedy, 2 Arzignano tel. 0444 475659 fax 0444 475652 PUNTO SALUTE SUD: p.zza Martiri della Libertà, 9 Lonigo tel. 0444 431352 fax 0444 431344 Assistenza domiciliare socio assistenziale Con modalità diverse a seconda del comune di residenza, si possono attivare al domicilio interventi per l’igiene della persona e della casa, aiuto alla mobilizzazione, la fornitura di pasti caldi, sostegni di tipo economico. Assistenza infermieristica domiciliare In presenza di bisogni sanitari, su richiesta del medico curante, vengono eseguiti interventi di educazione sanitaria, prelievi per esami ematochimici, medicazioni di ulcere o decubiti, cambi cateteri, terapia infusiva, ecc. Assistenza medica programmata domiciliare Per i pazienti affetti da malattie croniche invalidanti, che non possono recarsi presso l’ambulatorio del proprio medico di fiducia, è possibile prevedere accessi periodici programmati del medico curante a domicilio del paziente. Assistenza domiciliare integrata ADIMED Vengono assistiti a domicilio i malati affetti da patologie importanti. In questi casi si rende necessario l’intervento di più figure professionali, coordinate dal distretto che valuta i bisogni dell’assistito, definisce il piano assistenziale e programma gli interventi necessari. A questi pazienti vengono forniti direttamente dalla farmacia ospedaliera i farmaci, i presidi necessari (letto, carrozzina,..) e i trasporti in ambulanza, sempre su richiesta del medico di famiglia. Come si accede al servizio infermieristico domiciliare Il territorio dell’Ulss è suddiviso in PUNTI SALUTE 24 In ogni Punto Salute è presente una Centrale Operativa in grado di ricevere le richieste di intervento e di coordinarsi con i Servizi sociali dell’ULSS o del Comune per altri eventuali interventi integrati di assistenza alla persona. Dati di attività Tipo di Assistenza Assistenza infermieristica domiciliare Visite mediche domiciliari Assistenza domiciliare integrata (ADIMED) totale Utenti seguiti nel 2007 1688 2367 793 4848 Utenti per i quali è stato attivato un programma assistenziale nel 2007 Il numero degli assistiti è in continua crescita: l’Assistenza Domiciliare permette di evitare o ritardare il ricovero ospedaliero e accelerare le dimissioni. Paola Peruzzo agosto 2008 Prevenzione Infortuni nei Cantieri Edili la prevenzione al primo posto L o SPISAL dell’Ulss 5, nell’ambito dell’attività di prevenzione degli infortuni sul lavoro ha organizzato il 30 maggio scorso un incontro destinato ai Datori di Lavoro delle Imprese Edili che operano nel territorio dell’Ulss 5. L’incontro si è svolto presso la sede del Centro di Formazione Professionale di Trissino. Dati attività 2007 cantieri controllati cantieri visitati cantieri regolari verbali imprese verbali coordinatori verbali committenti verbali sequestro 120 81 19 62 21 1 0 Nel corso della riunione sono stati presentati i dati dell’attività di controllo svolta nel corso dell’anno 2007 e sono stati portati alla discussione dei presenti alcuni casi concreti meritevoli di attenzione per i rischi connessi alle lavorazioni. I dati dell’attività di controllo nei cantieri dimostrano che ancora in molti casi i cantieri non sono regolari e presentano situazioni di rischio non adeguatamente gestito. Sono stati presentati inoltre i dati relativi al fenomeno infortunistico specifico del settore edile dove si registra un calo nel numero degli infortuni e un lieve incremento dei giorni di prognosi. Nel 2007 non si sono verificati infortuni mortali nell’edilizia. Settore Edilizia (edilizia, edilizia stradale, finiture in edilizia, rimozione amianto) Andamento di: numerosità, giorni totali di prognosi ed Indice di Gravità negli ultimi 5 anni giorni di prognosi anno 2003 445 (3 M) 4.346 anno 2004 371 (1 M) 3.947 anno 2005 357 (1 M) 3.936 anno 2006 325 (0 M) 3.160 anno 2007 286 (0 M) 3.296 indice di gravità 9,76 10,63 11,02 9,72 11,52 n. infortuni L’incontro è stato l’occasione per presentare alcuni elementi trattati al Titolo IV del D.Lgs. 81/2008, entrato in vigore recentemente. Infine è stato presentato il modello di Codice delle Pratiche di Lavoro Sicure con lo scopo di fornire ai Datori di lavoro delle Imprese Edili uno strumento utile per migliorare la sicurezza nell’edilizia. Adolfo Fiorio agosto 2008 Tratto da CODICE DELLE PRATICHE DI LAVORO SICURE Per cantieri edili […] 2 Il Datore di Lavoro e il Capocantiere si impegnano ad indirizzare costantemente i lavoratori ad osservare ed obbedire a tutte le regole e gli ordini necessarie per una sicura condotta del lavoro. […] 3 A tutti i lavoratori saranno fornite frequentemente istruzioni per lavorare in sicurezza. Le istruzioni saranno fornite ogni volta che si renderà necessario e comunque almeno ogni 2 settimane. 4 I lavoratori dovranno evitare di assumere alcool, droghe o altre sostanze in grado di ridurre la capacità di svolgere i compiti assegnati. A nessuno sarà permesso di lavorare con le capacità e l’attenzione indebolite per la fatica, il malessere o per altre cause che potrebbero mettere a rischio la sicurezza del lavoratore e dei propri compagni. 6 In occasione di lavori che prevedono di maneggiare, movimentare trasportare materiali voluminosi ed inoltre quando è necessario lavorare in più persone insieme, utilizzando delle attrezzature, l’operazione non dovrà essere improvvisata, ma dovrà essere organizzata preventivamente e tenuta sotto controllo dal caposquadra. 7 I lavoratori non dovranno mai, per nessun motivo, entrare in botole, locali sotterranei, serbatoi, silos o altri luoghi confinati che ricevono poca ventilazione, senza essere autorizzati. Chi autorizza dovrà preventivamente aver accertato che si può entrare senza pericolo. […] 9 I lavoratori non dovranno utilizzare (o manomettere) macchine ed attrezzature elettriche o condotte d’aria o acqua se ciò non è previsto dai loro compiti. Nel caso ciò si rendesse necessario dovranno ricevere preventivamente specifiche istruzioni dal capocantiere o dal Datore di Lavoro. 10 Tutte le scale portatili devono essere revisionate a cura del Capocantiere almeno ogni settimana. […] 13 Si dovranno indossare calzature antinfortunistiche e gli altri dispositivi di protezione individuale in buono stato. In generale i lavoratori dovranno segnalare al capocantiere o al Datore di Lavoro qualsiasi deficienza dei DPI per permettere la loro sostituzione. […] Per informazioni più dettagliate sulle normative di sicurezza negli ambienti di lavoro, cliccare su: www.ulss5.it/contenuti_speciali/contspec_spisal 25 Prevenzione Screening un impegno per la cura dei tumori I Alessandra Stefani l cancro della mammella, della cervice uterina e del colon retto sono tre dei principali tumori che colpiscono la popolazione italiana. In alcuni casi lo screening riesce ad evitare l’insorgenza del tumore, in altri può salvare la vita. La diagnosi precoce, inoltre, consente di effettuare interventi poco invasivi e non distruttivi. Gli screening oncologici sono dunque un investimento per la salute che ha come risultato una riduzione della mortalità. Essi sono una componente fondamentale della sanità pubblica in quanto si ottengono risultati generalizzati: con lo screening di popolazione l’Azienda Sanitaria invita direttamente le persone, offrendo un percorso che prevede un primo test ed eventuali accertamenti diagnostici o trattamenti successivi. Screening mammografico Sappiamo che il cancro della mammella è il tumore più frequente fra le donne, per incidenza e mortalità. L’obbiettivo principale dei programmi di screening è ridurre la mortalità specifica per cancro della mammella nella popolazione invitata ad effettuare controlli periodici. Secondo stime recenti dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, partecipare allo screening riduce del 35% la probabilità di morire per cancro della mammella. I programmi sono rivolti alle donne fra i 50 e i 69 anni, che vengono invitate a sottoporsi alla mammografia con intervalli biennali. L’adesione è andata progressivamente migliorando nel corso degli anni, assestandosi attualmente attorno al 73%. Screening alla cervice uterina Ogni anno in Italia si registrano circa 3500 casi di carcinoma della cervice uterina. Fortunatamente negli ultimi vent’anni la mortalità per tumore dell’utero è diminuita di oltre il 50%, certamente in virtù della prevenzione fatta con le campagne di screening del pap-test. Questo programma si rivolge ad un target di popolazione femminile compreso fra i 25 e i 64 anni e, il tasso di adesione della popolazione invitata, in questa Ulss è di circa il 47%. Screening del colon retto In Italia i tumori del colon retto sono un rilevante problema sanitario e si collocano al terzo posto per incidenza tra gli uomini, al secondo fra le donne. L’Ulss 5 ha ottenuto nel corso del primo round di campagna (due anni) un grande successo di estensione degli inviti coprendo una popolazione pari al 88% delle persone comprese fra i 50 e i 69 anni di età. Il tasso di adesione si è attestato intorno al 60%, il che significa che su cento persone invitate sessanta hanno fatto il test del sangue occulto. Circa il 6% è risultato positivo: a queste persone viene consigliata la colonscopia, esame leggermente invasivo ma estremamente efficace che, in modo assolutamente gratuito, garantisce al paziente un controllo efficace e la possibilità di essere per almeno cinque anni al riparo da eventuali insorgenze di spiacevoli sorprese. Questo è il primo screening rivolto sia alle donne che agli uomini e si è notato che entrambi i sessi hanno risposto bene a questa opportunità di prevenzione. 26 agosto 2008 Prevenzione Alcol: droga legale I l consumo di alcol, che nelle regioni del Nord d’Italia è particolarmente rilevante, costituisce un grave problema socio-sanitario. L’Istituto Superiore di Sanità stima, ogni anno, in Italia, circa 24.000 decessi associati all’abuso di alcol (circa il 10% dei decessi oltre il 20° anno di età sono da ritenersi causati, in modo diretto o indiretto, dall’alcol). La mortalità attribuibile all’alcol riguarda principalmente lo sviluppo di cirrosi epatica ed incidenti sulla strada, nel lavoro e domestici. Il 20% della popolazione beve in modo problematico; il 7% sviluppa un problema di dipendenza alcolica (l’alcolismo è caratterizzato dall’incapacità di controllare il consumo di alcol). L’intossicazione da alcolici è inoltre responsabile di una serie di problematiche sociali; nelle forme più gravi è spesso accompagnata da disoccupazione o sottoccupazione, abbandono scolastico, comportamenti violenti e relative sanzioni di natura legale, disgregazione della rete di sostegno familiare oltre ai già citati incidenti stradali e in ambito lavorativo. Nel 2006 gli alcolisti in trattamento al Dipartimento delle Dipendenze Patologiche dell’Ulss 5 sono stati 321 e nel 2007 sono saliti a 338. Il dato conferma la tendenza all’incremento dell’ultimo quinquennio. Questa maggiore affluenza al Servizio è un dato di per sé positivo; studi longitudinali sul fenomeno “alcolismo” hanno infatti dimostrato che l’alcolista in trattamento ha buone probabilità di controllare il suo problema. Il Dipartimento ha effettuato, nel corso degli anni, scelte organizzative che hanno sempre più definito il Servizio come punto di riferimento per le patologie da abuso e dipendenza alcolica e le problematiche ad esse correlate. Nel Servizio opera infatti una équipe agosto 2008 le soluzioni per un problema sommerso specifica di alcologia che, nel tempo, ha diversificato le offerte terapeutiche per renderle più consone ai bisogni dell’utenza. Così oggi non vi è solo la possibilità di usufruire di un’assistenza ambulatoriale e di utilizzare le risorse costituite dalle comunità terapeutiche in convenzione, ma anche di beneficiare di iniziative di prevenzione primaria sul territorio, e di creare sinergie significative con i gruppi di auto-aiuto appartenenti al volontariato (Club Alcolisti in Trattamento e Alcolisti Anonimi). È stato infine istituito un centro pubblico per alcolisti che attua trattamenti riabilitativi intensivi in tempi mediobrevi con sede a Valdagno. Questa struttura accoglie attualmente pazienti in programma diurno ma ha la possibilità di attivare, a breve, cinque posti letto per utenti residenti nell’Ulss 5. Ancora oggi la stragrande maggioranza dei pazienti affetti da dipendenza alcolica non riceve alcun tipo di trattamento; è importante dotarsi di strumenti specifici ed efficaci che consentano una corretta diagnosi e un trattamento precoce, oltre ad operare per il superamento della cultura del segreto e della vergogna che purtroppo ancora permea ampiamente il nostro contesto. Caterina De Muri Per informazioni: Servizio per le Dipendenze di Valdagno e Alcologia Via G. Galilei,3 - Valdagno tel. 0445 423384 fax 0445 423211 e-mail: [email protected] Utenti alcolisti in carico nel Dipartimento Dipendenze Patologiche Ulss 5 27 Prevenzione Adolescenti quando il rischio diventa pericolo Q uasi quotidianamente i media riportano notizie che riguardano adolescenti con comportamenti “a rischio” in quanto causa, in modo diretto o indiretto, di danno alla loro salute. Dai comportamenti alimentari abnormi (anoressia, bulimia) alla morte “da divertimento” (le stragi del sabato sera, la violenza nello sport), dai comportamenti autolesivi (suicidio e tentativi di suicidio, tossicomanie) alle conseguenze di un’attività sessuale precoce e promiscua, fuori da un contesto di stabilità e maturazione affettiva (malattie a trasmissione sessuale, aborti). E pur se non si può negare che la maggior parte di questi comportamenti sono causati dalla “difficoltà di crescere” propria dell’adolescenza, molti problemi derivano dall’emergere di patologie psicologiche e psichiatriche che esordiscono ad un’età sempre più bassa rispetto al passato. Sulla scorta di tali osservazioni il Movimento per i Diritti del Malato ha organizzato lo scorso maggio, a Montecchio Maggiore, una serata dal titolo “Quando il rischio diventa pericolo” in cui si sono affrontati questi temi in maniera critica grazie all’intervento di operatori direttamente coinvolti in questo ambito. Un secondo incontro è previsto per l’autunno. Il dr. Claudio Busana, direttore del Dipartimento di Salute Mentale, ha aperto la conferenza presentando le attività del Dipartimento nell’ambito della cura degli adolescenti con problematiche complesse e gravi. Egli ha ribadito, tra l’altro, come siano diffusi i problemi psichici. Da recenti studi è risultato che il 10% della popolazione dei paesi occidentali va incontro ad almeno un episodio depressivo nella propria vita. Questi disturbi vanno curati e affrontati come tutte le altre malattie senza pregiudizi o paure immotivate. Il dr. Enrico Ceccato, la dr.ssa Sonia Bardella, del Dipartimento di Salute Mentale ed il dr. Gianni Zini responsabile dell’Unità Operativa Prevenzione nel Dipartimento Dipendenze dell’Ulss 5, sono intervenuti, focalizzando dapprima l’attenzione sull’adolescenza. Una fase evolutiva che presenta caratteristiche specifiche in seno alle dinamiche psicologiche che si sviluppano, ai compiti evolutivi che le spettano ed alle crisi che si possono incontrare durante il percorso. Successivamente alle differenze ed analogie che vi sono tra adolescenti semplicemente “in difficoltà” e adolescenti portatori di una patologia, fino ad arrivare ai veri e propri comportamenti devianti che costituiscono un grave pericolo per la salute dei ragazzi. Lo “sperimentarsi in vari modi di essere” che caratterizza l’adolescenza può includere manifestazioni di disagio a volte difficili da individuare che segnano linee di confine tra comportamenti a rischio, ma transitori, e comportamenti che segnalano il manifestarsi di disturbi importanti della crescita. Claudio Busana, Enrico Ceccato, Gianni Zini Lotta al tabacco le iniziative dell’Ulss 5 per i giovani L’ Ulss 5 mette in campo da anni numerose iniziative per prevenire l’abitudine al fumo tra i giovani e per sostenere chi intende smettere di fumare. “Smoke Free Class Competition”, ad esempio, è un concorso europeo a premi per la prevenzione del fumo di tabacco nelle scuole. L’impegno degli alunni, coadiuvati da un insegnante, consiste nel decidere di non fumare dal 1 novembre al 30 aprile. Per questa iniziativa di prevenzione - promossa dall’Unità Operativa di Prevenzione delle Dipendenze 28 agosto 2008 Prevenzione Ispettorato micologico L un servizio gratuito per gli amanti dei funghi a raccolta dei funghi è un’abitudine profondamente radicata nella nostra provincia. È noto a tutti, però, il pericolo della possibile confusione fra specie commestibili e specie velenose e della scorretta preparazione in cucina. Al fine di prevenire le intossicazioni, l’Ulss 5 fin dai primi anni ’90 si è occupata del controllo micologico pubblico e, dal 1996, ha istituito l’Ispettorato Micologico diretto dal Responsabile del SIAN dr. Franco Rebesan, nell’ambito del Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione. Le funzioni principali dell’Ispettorato Micologico sono: a)in riferimento alla raccolta dei funghi epigei spontanei: • Riconoscimento gratuito delle specie raccolte da privati cittadini e determinazione dei funghi commestibili con rilascio di certificazione di controllo; • Interventi formativi ed educativi diretti alla popolazione, alle scuole, attraverso corsi di formazione, pubblicazioni e mostre micologiche; b)in riferimento alla commercializzazione di funghi spontanei, coltivati, freschi o conservati: • Controllo e relativa certificazione dei funghi spontanei freschi destinati alla vendita; • Interventi formativi ed educativi diretti agli operatori del settore ortofrutticolo e della ristorazione; • Vigilanza sugli esercizi di vendita di funghi freschi, secchi e conservati; • Vigilanza sulle imprese di lavorazione e confezionamento dei funghi freschi, secchi e conservati. Oltre all’attività di prevenzione, è garantita la colla- borazione alle strutture ospedaliere in occasione di presunte intossicazioni da funghi con interventi di diagnosi micologica. Norberto Righetto guidata dal dr. Gianni Zini - è stata premiata quest’anno la classe II A della Scuola Media “Ita Marzotto Garbin” di Valdagno. Al concorso hanno partecipato in totale 391 studenti delle scuole secondarie medie e 276 studenti delle scuole superiori. Complessivamente nei vari progetti di prevenzione al tabagismo sono stati coinvolti 1700 studenti del territorio. L’Unità Operativa di Prevenzione delle Dipendenze dell’Ulss 5 ha distribuito inoltre a fine maggio, a tutti gli studenti delle scuole medie una matita con la frase vincitrice dello Smoke free class 2006/07 “niente fumo tutto sprint”. Nell’ambito delle iniziative territoriali contro il tabacco, vanno ricordati inoltre i corsi per smettere di fumare a cui hanno partecipato più di 40 persone nel 2007. Oltre a queste, altre 60 persone con dipendenza da tabacco hanno partecipato ai corsi organizzati tra il 2007 e il 2008 dall’Associazione Liberi dal Fumo, nata su iniziativa di ex fumatori che hanno partecipato ai corsi organizzati dal Dipartimento delle Dipendenze. Dal 2006 è infine attivo l’Ambulatorio Specialistico per il Tabagismo presso l’Ospedale di Montecchio Maggiore. Finora quasi 100 fumatori hanno beneficiato dell’intervento medico specialistico per il trattamento della dipendenza da tabacco. agosto 2008 Alcune importanti raccomandazioni È opportuno consumare funghi di sicura determinazione, pertanto, nel dubbio, fare controllare il raccolto dal personale preposto presso l’Ispettorato Micologico dell’Ulss. Nel caso di acquisto di funghi spontanei, accertarsi che sulle cassette in esposizione sia applicata l’etichetta di avvenuto controllo del Micologo ufficiale. Qualsiasi malessere dopo l’ingestione di funghi non deve essere trascurato, anche se lieve e passeggero o insorto a distanza dal pasto: rivolgersi senza indugio al pronto soccorso del più vicino ospedale. In occasione di sospetto o accertato avvelenamento da funghi è importante conservare i residui dei funghi cotti e/o crudi, per permettere al Micologo la determinazione della specie eventualmente responsabile. Ispettorato Micologico: Arzignano, Via Kennedy, 2 tel. 0444 475712- 475713 Valdagno, Via Galileo Galilei (ospedale vecchio) tel. 0445 423118 - 423128 Il controllo dei funghi raccolti viene effettuato su richiesta telefonica dal lunedì al venerdì, dalle ore 8,00 alle 14,00. Il servizio è gratuito. Gianni Zini Per informazioni: Unità Operativa Dipendenze Patologiche tel. 0445 423215 e-mail: [email protected] 29 Prevenzione Campagne vaccinali d’autunno un servizio gratuito a tutela della salute D a settembre a dicembre 2008 l’Ulss 5 promuoverà una serie di campagne vaccinali. I primi a ricevere a domicilio un invito per la vaccinazione antipneumococcica saranno i nati nel 1943. Si tratta di un vaccino introdotto nell’Ulss 5 già da alcuni anni, che ha interessato i nati a partire dal 1931. Sottoporsi a questa vaccinazione permette di prevenire alcune gravi infezioni delle vie respiratorie come bronchiti e broncopolmoniti, nonché forme di meningite che possono complicarsi mettendo a serio rischio la salute. Nel mese di ottobre saranno poi chiamati i ragazzi nati nel 1994. A loro verranno proposte le vaccinazioni anti difterica-tetanica-pertossica (richiamo) e la vaccinazione antimeningococco C (dose unica). Queste due vaccinazioni sono somministrabili in unica seduta. La dose di richiamo con vaccino triplo (dTpa) è indicata sia per i ragazzi che non hanno mai ricevuto in precedenza la vaccinazione anti-pertosse, sia per quelli che abbiano già contratto la malattia in passato. Il richiamo a questa età è importante per mantenere nel tempo l’immunità contro difterite e tetano e - per quanto riguarda la pertosse - per prevenire lo stato di portatore faringeo del germe che potrebbe essere trasmesso ai bambini più piccoli non ancora vaccinati e pertanto più suscettibili di gravi complicanze in caso di malattia. Il vaccino contro la meningite da meningococco C, invece, dona un’immunità persistente contro questa grave forma di meningite batterica che colpisce soprattutto dai 14 ai 25 anni. In questa occasione sarà anche rilevata la condizione immunitaria nei riguardi della varicella. Se il soggetto risulterà negativo per la malattia si provvederà a fissare un successivo appuntamento 30 per la somministrazione del vaccino anti-varicella (due dosi distanziate di 6 settimane una dall’altra). Per chi non avesse già contratto la malattia in passato, il vaccino diventa importante in questa età poichè la malattia è tanto più rischiosa quanto più aumenta l’età di insorgenza. A novembre, invece, le ragazze nate nel 1996 che hanno già eseguito le prime due dosi del vaccino anti-papillomavirus (HPV) saranno invitate per la terza dose di vaccino. Si raccomanda di non mancare all’appuntamento e non vanificare un ciclo vaccinale già avviato e che consente, con il suo completamento, di prevenire una grossa percentuale di tumori della cervice uterina. Infine, si raccomanda a tutti gli ultrasessantacinquenni e categorie a rischio (diabetici, cardiopatici, asmatici, broncopneumopatici, etc.), di aderire alla annuale campagna vaccinale anti-influenzale che inizierà verso la metà di ottobre presso i Medici di Base e continuerà fino a fine dicembre presso tutte le Sedi Vaccinali dei Punti salute dell’Ulss. Aderire alle campagne vaccinali significa fare un grosso investimento in salute: molte di queste malattie sono difficilmente curabili una volta contratte. I vaccini sono ben tollerati dal nostro organismo, anche se possono dare una lieve reazione nel punto di somministrazione e, più raramente, una reazione generale con lieve malessere e febbre, di solito di breve durata e che si risolve facilmente con un antipiretico. Reazioni più gravi sono estremamente rare. Rinaldo Zolin agosto 2008 messaggio promozionale messaggio promozionale