POSTE ITALIANE S.p.A.
Tassa pagata
Pubblicità diretta
non indirizzata
DRT/DCB/VI/185/03/SC
del. 19/11/2003
Azienda
Il futuro dell’Ulss 5
Ospedale
Cartella clinica informatizzata
Territorio
La casa è il miglior luogo di cura
Prevenzione
Screening oncologici
Alle famiglie
Casa Micci: un nuovo appartamento
di residenzialità psichiatrica
per il Centro Arcobaleno
n. 2 anno 2008
Salute, sport e solidarietà
“Progetto Tabaka” per il Kenya a Trissino
Ulss 5 Notizie
periodico d’informazione
dell’Azienda Ulss 5 Ovest Vicentino
numero 2 anno 2008
DIRETTORE
Renzo Alessi
DIRETTORE RESPONSABILE
Elisabetta Carlotti
REDAZIONE
Renzo Alessi, Delia Pinton,
Carmine Molinini, Elena Sandri
Azienda Ulss 5
via Trento, 4
36071 Arzignano (VI)
tel. 0444 479580
www.ulss5.it
e-mail: [email protected]
D
opo il successo dell’iniziativa del 2007, l’Ulss 5, con la collaborazione
dell’Associazione sportiva Hockey Gemata Trissino, ha riproposto
nuovamente, lo scorso 14 giugno, la manifestazione sportiva non agonistica, rivolta a bimbi di 8 e 9 anni che si avvicinano alla pratica dell’Hockey
su pista, con lo scopo di raccogliere fondi a sostegno del Progetto “Nati per
vivere”, ideato e perseguito dalla fondazione Pro.Sa - Organizzazione Non
Governativa dei padri di San Camillo di Milano, presenti in diverse realtà del
cosiddetto Terzo Mondo.
Il progetto si propone di assicurare, a trecento donne in gravidanza dell’area
di Karungu e Tabaka in Kenya, dove i padri camilliani gestiscono due ospedali, e dove un alto tasso di popolazione è malata di AIDS, un servizio di consultorio pre-natale, esami di laboratorio, ecografie, parto in ospedale e terapia
con Nevirapina sia per la mamma che per il nascituro. Si tratta di un farmaco
che inibisce la trasmissione AIDS tra mamma e bambino, consentendogli di
nascere sano, immune dal virus dell’HIV. Il costo per singola donna è di dodici
euro, per un budget complessivo del progetto di 3600 euro.
Sono state invitate a partecipare al Torneo le formazioni del minihockey di
Breganze, Montebello Vicentino, Valdagno e Trissino. L’iniziativa ha ricevuto
il riconoscimento delle Amministrazioni comunali dei paesi delle squadre
partecipanti e si è svolta con il contributo della Società Acque del Chiampo
Spa e della Pro Loco di Trissino.
Come la prima, anche la seconda edizione del Torneo è stata un successo,
sia sotto il profilo del risultato economico che della partecipazione agonistica
delle formazioni presenti, seguite dagli spalti del Palazzetto dello Sport da un
nutrito numero di tifosi e simpatizzanti.
Grazie alla sponsorizzazione di Assidoge Srl di Mirano (VE), Sirio Spa di
Ravenna e Cattolica Assicurazioni di Verona sono stati raccolti i 3600 euro
necessari al fabbisogno dell’intero progetto. L’augurio è allora che la manifestazione, nata come connubio di valori quali lo Sport, la Salute e la Solidarietà,
possa mettere radici durature nel tempo e sostenere altre iniziative sanitarie
meritevoli di attenzione e sostegno.
Stefano Cocco
2
RACCOLTA PUBBLICITARIA
Meneghini&Associati Srl
viale Trento, 56 36100 Vicenza
GRAFICA
Raffaello Galiotto
STAMPA
Tipografia Rumor
via dell’Economia, 117
36100 Vicenza
Consegnato in tipografia
agosto 2008
Autorizzazione del
Tribunale di Vicenza
n. 669 del 21.12.1989
tiratura 69.000 copie
distribuzione gratuita
A questo numero hanno collaborato:
Renzo Alessi, Fabio Armellini,
Gabriele Brotto, Claudio Busana,
Maria Paola Cariolato, Enrico Ceccato,
Stefano Cocco, Francesca Concato,
Vincenzo Cordiano, Rafaella Dal Lago,
Caterina De Muri, Luigi De Santis,
Adolfo Fiorio, Marcello Giachetti,
Elvio Gremes, Gioacchino La Rosa,
Pietro Mainente, Giorgio Mariot,
Graziano Meneghini, Stefania Munarin,
Marco Pagliai, Paola Peruzzo,
Elvio Pistaffa, Norberto Righetto,
Giorgio Roncolato, Giovanni Ronzani,
Elena Sandri, Maurizio Soli,
Alessandra Stefani, Chiara Vencato,
Stefano Zanolini, Gianni Zini,
Rinaldo Zolin
agosto 2008
Editoriale
in primo piano la sicurezza del paziente
Azienda
Ufficio Relazioni con il Pubblico 4
Il futuro dell’Ulss 5 5
In sala d’attesa col pc portatile…
senza fili
7
Ospedale
Ospedale di Montecchio
La talidomide contro i tumori
Malattie tiroidee
Skin Cancer Day Donazioni di sangue La cartella clinica computerizzata
Terapia Antalgica:
nuova specialità?
Holter pressorio Marco Cavallaro
Ginecologia dell’ospedale di
Arzignano
7
8
10
11
11
12
13
14
14
15
Territorio
10 appartamenti per
il Centro Arcobaleno
Programma Pre-Adolescenti
BANDUS
Disabilità Ospedale di comunità
di Valdagno
Nutrizione
Terza giornata del malato
oncologico
Medicina Generale
U.T.A.P.
Servizio farmaceutico territoriale
Curare a casa del paziente
Prevenzione
Infortuni nei cantieri edili
Screening Alcol: droga legale
Adolescenti
Lotta al tabacco
Ispettorato micologico Campagne vaccinali d’autunno
agosto 2008
17
18
18
19
20
21
22
23
23
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27
28
28
29
30
G
entile lettrice, gentile lettore,
nel panorama dei servizi pubblici, la sanità ha sempre occupato un
posto particolare per l’importanza che essa riveste nella tutela dei
cittadini. In questi ultimi anni, la riforma del sistema sanitario ha messo
in campo nuovi e importanti cambiamenti, alcuni dei quali espressi nel
documento programmatico che la Direzione strategica di questa Ulss
ha presentato alla Regione del Veneto ed illustrato in questo numero
del Notiziario.
In un’ottica di garanzia di qualità e di capacità dell’amministrazione di coniugare i
diversi ambiti di efficienza della sanità, la
Regione del Veneto, su proposta dell’Assessore alla Sanità, ha approvato una delibera per una nuova “Organizzazione per
la gestione della sicurezza del paziente”.
Non solo più sicurezza per i pazienti ricoverati negli ospedali veneti, ma anche per
i degenti curati nell’ambito dei distretti
sanitari, e per le persone non autosufficienti assistite dai Centri Servizi.
Il fondamento di questa innovazione è
Il Direttore Generale
la nascita della figura del “Responsabile
delle funzioni per la sicurezza del paziente”
Renzo Alessi
in ogni struttura, la realizzazione di un sistema informativo regionale integrato per la gestione della sicurezza del
paziente, l’avvio di un piano di formazione per gli operatori, che sarà
redatto dall’Agenzia Regionale Socio Sanitaria, la quale avrà anche il
compito di lavorare ad un rapporto annuale che descriva lo stato di
sicurezza del servizio socio sanitario regionale.
L’attivazione della figura del Responsabile per la sicurezza del paziente
farà anche parte dei requisiti richiesti alle strutture sanitarie per ottenere l’accreditamento istituzionale. Il Responsabile verrà nominato dal
Direttore Generale su proposta del Direttore Sanitario e verrà scelto tra
i Dirigenti Medici con documentata esperienza. Molti i suoi compiti tra
cui: curare il monitoraggio della sicurezza del paziente, supervisionare
l’organizzazione e formulare proposte di analisi ed eventuale revisione
dei processi assistenziali, verificare l’attuazione delle misure preventive
adottate, coordinare i referenti nei Dipartimenti.
In ogni azienda, con l’introduzione dei dettami della delibera regionale,
nascerà poi il Comitato esecutivo per la sicurezza del paziente: dovrà
definire le misure di prevenzione dei rischi, proporre il piano per la formazione specifica del personale, esaminare e valutare gli eventi avversi
segnalati, supervisionare il sistema informativo e proporre le linee guida
aziendali per la sicurezza del paziente.
Si tratta di una sorta di “certificazione di qualità” che pone al centro del
modello organizzativo le esigenze del cittadino che ha spesso il timore
di poter essere vittima di errori nel percorso sanitario e che deve al contrario trovare nella cura sicurezza, competenza e tranquillità.
Il nuovo sistema veneto per la sicurezza dei pazienti, dovrà essere
attivato da tutte le Aziende Sanitarie del Veneto entro il 31 ottobre
prossimo.
3
Azienda
Ufficio Relazioni con il Pubblico
punto di riferimento per l’utenza
L’
Ufficio Relazioni con il Pubblico svolge l’importante compito di orientare
gli utenti nella complessa organizzazione aziendale favorendo, così, l’accesso alle prestazioni e ai servizi erogati dall’Ulss 5.
Le richieste di informazioni giungono per lo più telefonicamente, ma anche per
iscritto o presentate di persona. Cosa chiedono gli utenti? Recapiti e orari dei
servizi, ma anche informazioni sulle procedure di accesso e per ottenere documentazione. L’utente si rivolge al servizio anche per chiedere chiarimenti circa le
prestazioni ricevute e per segnalare i disservizi riscontrati.
ElenaSandri
fig. 1 Apprezzamenti
3%
15%
10%
72%
fig. 2 Segnalazioni negative
7%
2%
9%
3%
79%
convenzionati
Ufficio Relazioni con
il Pubblico
tel. 0444 479580
Fax 0444 479615
e-mail: [email protected]
orario:
lunedì - giovedì
8.30-13.00 13.30-16.30
venerdì
8.30-13.00 13.30-15.00
4
Suddivisione delle richieste di informazione per sesso e modalità di trasmissione
anno 2007
Femmina
Maschio
Totale
E-mail
30
32
62
Lettera
1
1
2
Telefonicamente
735
397
1132
Verbale (di persona)
96
81
177
862
511
1373
L’Ufficio Relazioni con il Pubblico, infatti, gestisce i reclami e i segnali di disservizio
in collegamento con il sistema organizzativo, al fine di utilizzare le segnalazioni
come aiuto alle soluzioni dei problemi.
Per inviare una segnalazione è sufficiente scrivere all’Ufficio Relazioni con il
Pubblico utilizzando un foglio bianco oppure utilizzando lo stampato disponibile
nel sito www.ulss5.it, dove è anche possibile consultare il Regolamento aziendale
di pubblica tutela. Nel 2007 sono state registrate 178 segnalazioni scritte, di cui 137
negative, mentre gli apprezzamenti raccolti sono stati 40 e solo un suggerimento.
La fig. 1 rappresenta la suddivisione per struttura dei 40 apprezzamenti ricevuti
nell’anno 2007. La fig. 2 rappresenta la suddivisione per struttura delle 137 segnalazioni negative ricevute nell’anno 2007.
Le tematiche oggetto dei reclami hanno riguardato prevalentemente aspetti
tecnico-professionali (le prestazioni in particolare sono state ritenute non adeguate
rispetto alle aspettative dell’utente), aspetti relazionali (gli operatori sanitari non
sempre si sono dimostrati disponibili) e aspetti burocratici amministrativi.
Classificazione Apprezzamenti
Aspetti relazionali
Aspetti tecnico - professionali
Aspetti burocratici amministrativi
TOTALE
2007
20
19
1
40
Questi dati sono da leggere in rapporto
con il numero delle prestazioni erogate
complessivamente dall’Ulss 5 nel 2007:
ricoveri ordinari 18.068
ricoveri day hospital/day surgery 5.567
prestazioni specialistiche 2.708.011
Classificazione Reclami
Aspetti burocratici amministrativi
Aspetti relazionali
Aspetti tecnico-professionali
Informazioni
Aspetti alberghieri e confort
Strutture e logistiche
Tempo di attesa
Umanizzazione
TOTALE
2007
18
19
72
5
3
2
15
3
137
agosto 2008
Azienda
Il futuro dell’Ulss 5
L’
attuale Direzione dell’Ulss 5 si è
completata con il 1° marzo 2008
e, sulla base degli obiettivi e
delle linee operative assegnate dalla
Regione del Veneto, ha avviato la sua
attività, predisponendo il programma
di lavoro e la progettualità per il futuro
dell’Azienda.
I vertici dell’Ulss arzignanese, dal
nuovo direttore generale Renzo Alessi
a Fiorella De Zotti, neodirettore amministrativo, ai confermati direttori sanitario e dei servizi sociali, rispettivamente Giampaolo Stopazzolo e Antonella
Pinzauti, hanno presentato un articolato documento, oggi al vaglio della
Regione del Veneto.
“Un programma formulato nella logica
del consolidamento dei risultati raggiunti dalla precedente gestione - ha
spiegato il Direttore Generale - ricercando i margini di miglioramento e sviluppo ed individuando le conseguenti
azioni programmatiche. In particolare la
Direzione - ha spiegato Alessi - si impegnerà a risolvere priorità importanti per
fornire risposte adeguate ai bisogni
della popolazione tra cui le più urgenti
sono: la ridefinizione e riorganizzazione
del percorso assistenziale del malato oncologico; il riordino dei punti di
primo intervento, di urgenza e pronto
soccorso, e la sistematizzazione delle
attività pediatriche”.
“Tutto questo - conclude il Direttore
Generale - all’interno di un quadro
strutturale in cambiamento che prevede la valutazione, da parte della
Regione del Veneto, dell’indispensabi
lità di costruire un ospedale unico per
la parte centrale dell’Ulss”.
Queste in sintesi le indicazioni del
documento programmatico:
Area vasta
Le aziende sanitarie dell’Area Vasta
Vicentina, conseguentemente e in coerenza con l’intendimento regionale,
agosto 2008
presentato il documento programmatico
hanno costituito un tavolo di coordinamento permanente, composto dai
Direttori Generali delle quattro Ulss
della provincia. L’obiettivo è di operare
in rete, nell’ottica di una gestione condivisa delle linee progettuali che, seppur nel rispetto dei relativi ambiti aziendali, valorizzi le sinergie. Contemporaneamente, all’interno dell’Azienda,
saranno attivate tre linee di azione:
a.Esecuzione dei lavori di miglioramento necessari nel presidio per
acuti di Arzignano;
b.Completamento dei lavori di ristrutturazione del centro polifunzionale
di Montecchio Maggiore;
c. Sviluppo di alcune linee di lavoro per
il presidio per acuti di Valdagno e
per il centro di Lonigo.
La progettazione e ristrutturazione
del complesso ospedaliero:
i lavori riorganizzativi
Obiettivo è la costruzione del nuovo
ospedale non appena ottenuta l’autorizzazione regionale, con interventi minimali sulle attuali strutture.
Riguarderanno, per l’Ospedale di
Arzignano, il pronto soccorso e i percorsi di urgenza che andranno rivisti, lo
spostamento di nefrologia, il reparto di
pediatria, oltre a lavori di adeguamento
alle norme antincendio e antisisma, tali
da assicurare uno standard accettabile di umanizzazione del servizio reso
all’utenza.
Continueranno inoltre i lavori di ristrutturazione del Centro Polifunzionale di
Montecchio Maggiore con il completamento dei lavori di ristrutturazione
dell’ala ovest che si concluderanno
nell’estate 2009; la ridefinizione e riorganizzazione dell’attività di oncologia complessivamente intesa dove si
prevede, in particolare, di potenziare
l’organico della struttura complessa;
consolidare le professionalità specialistiche attualmente precarie; prevedere
Sede Azienda ULSS 5
Personale
Obiettivo prioritario
è la copertura del
fabbisogno organico,
a partire dai punti
di responsabilità
strutturale (apicalità) e
organizzativa.
Sono state espletate
le procedure relative
all’attribuzione dei
primariati di pediatria,
di medicina generale
(sia di Valdagno che di
Arzignano), ed è stato
autorizzato da parte
della regione l’apicalità
di ortopedia (Valdagno).
Si rimane in attesa
di autorizzazione per
l’apicalità di anatomia
patologica ed area
veterinaria A (sanità
animale). Sono in
fase di espletamento
le procedure per
l’area B veterinaria
(igiene degli alimenti),
la direzione delle
professioni sanitarie e
l’otorinolaringoiatria.
5
Azienda
la presenza giornaliera costante dello
specialista presso i presidi ospedalieri
di Valdagno e Arzignano per dare certezza all’intervento e superare la concezione del mero “consulto”.
Ospedale di comunità
Ospedale di Arzignano
Integrazione di sistema
Da giugno nel territorio di questa Ulss sono disponibili 10 posti
di alta intensità assistenziale,
distribuiti come segue:
Centro Servizi
“S. Antonio” di Chiampo
U.T.A.P. “Valle del Chiampo”, secondo il protocollo di gestione del paziente fragile sottoscritto
dalla
Rappresentanza
dei Medici di Medicina
Generale, dalla Cooperativa “Medica Valchiampo” per l’U.T.A.P. “Valle
del Chiampo, dal Centro
Servizi “S. Antonio” di
Chiampo e dall’Ulss 5
Centro Residenziale
Anziani “S. Scalabrin”
di Arzignano
I.P.A.B. “G. Bisognin”
di Sarego
6
È prevista, nell’autunno 2008, la realizzazione di un secondo ospedale di comunità , transitoriamente ospitato nei locali della casa di riposo “La Pieve”, con
una dotazione iniziale di 6-8 posti letto.
Questa struttura sarà poi definitivamente trasferita all’interno dei locali Ulss del
centro polifunzionale di Montecchio M.,
con una dotazione ottimale di 14 posti
letto.
2
Centro Regionale per
l’invecchiamento a Valdagno
4
Da settembre verrà collocato negli ex
locali della Fondazione Marzotto, il
Centro Regionale di riferimento per
l’Invecchiamento cerebrale (CRIC),
la cui struttura è attualmente gestita
dall’Azienda Ospedaliera di Padova,
ma collocata presso Villa Margherita di
Arcugnano.
Scuola universitaria a Lonigo
Con l’assenso dell’Università degli Studi
di Padova, si è attivata la procedura,
presso la Regione del Veneto, per l’assegnazione di una scuola universitaria
per la professione infermieristica. Si
attende ora la risposta della Regione
Veneto. Nel frattempo è stato già autorizzato lo svolgimento del master post
laurea per le funzioni di coordinamento
delle professioni sanitarie (ex caposala), che sarà esteso alle altre Ulss della
provincia.
UTAP
Sulla strada dell’integrazione ospedale-territorio proseguono le attività
inerenti alle UTAP, Unità Territoriali di
Assistenza Primaria, strutture di collaborazione per il miglioramento dell’assistenza ai cittadini.
Renzo Alessi
Nuove progettualità
2
2
L’Azienda arzignanese è tra le prime
in Italia per il livello di informatizzazione e di soluzioni tecnologiche
evolute.
Uno sviluppo che ha favorito il lavoro
dell’insieme dell’Azienda ed ha aiutato il superamento delle difficoltà di
natura logistica ambientale propria
della conformazione dell’Ulss 5.
Tra i progetti più significativi portati avanti dal direttore sanitario
Giampaolo Stopazzolo, che da anni
si occupa per l’Azienda di telematica avanzata: la predisposizione della
cartella clinica informatizzata; la prescrizione del farmaco; la radiologia
e cardiologia digitale; il laboratorio
analisi informatizzato; la rete integrata dell’infarto miocardico acuto (IMA)
e la teleassistenza. Avviato anche
lo STEP (Sistema di Teleconsulto
Polispecialistico Provinciale), “una
tecnologia all’avanguardia che potrà
rivoluzionare gli interventi di urgenza e far risparmiare tempi e costi”,
ha dichiarato Stopazzolo, fautore
dell’introduzione della telemedicina
nell’Ulss 5. Pochi giorni fa il debutto
dell’apparecchiatura: una bambina
di 3 mesi era caduta dal fasciatoio
battendo violentemente la testa sul
pavimento, riportando una frattura
cranica.
Da Arzignano si è attivato immediatamente il teleconsulto con Vicenza. In
questo modo la tac è stata trasmessa
al S. Bortolo, dove è stata confermata
la frattura cranica, ma il trauma non
era così grave da richiedere il trasporto in ambulanza al nosocomio
berico. «In questo modo - ha detto
Stopazzolo - si è evitato un grosso disagio alla bambina e abbiamo
risparmiato spese non necessarie, dal
trasporto in ambulanza al ricovero, ad
altri esami».
agosto 2008
Azienda
In sala d’attesa col pc portatile… senza fili
al via la ristrutturazione della rete dati
U
n aspetto poco noto ma vitale dell’informatica è
costituito dalle reti dati, ovvero dai collegamenti
che consentono di far comunicare tra loro i computer e le altre attrezzature informatiche (stampanti,
scanner, telefoni, attrezzature diagnostiche).
L’Ulss 5, grazie alla lungimiranza dei suoi tecnici, è stata
tra le prime aziende sanitarie ad attivare sin dal 1992 reti
dati di tipo TCP-IP.
Da allora, verificata l’efficacia di tale tecnologia, l’Azienda ha collegato, un po’ alla volta, tutti i computer dislocati nelle 15 sedi alla sala macchine di Arzignano, dove
sono installati i programmi e conservati tutti i dati.
Oggi, a seguito della progressiva e massiccia informatizzazione dei servizi e dell’introduzione della Radiologia
digitale, che impiega immagini ad alta risoluzione,
l’Azienda ha dovuto procedere alla ristrutturazione
dell’intero sistema.
La rete dati dell’Ospedale nuovo di Valdagno era
stata prevista in fase di progetto, invece per quello di
Arzignano si è dovuto adeguare l’intero impianto.
Alcuni dati tecnici: la Direzione Servizi Informativi ha
progettato una nuova rete dati all’avanguardia, con
dorsali ridondate in fibra ottica ad 1 Gbps e collegamenti sul piano da 100 Mbps a 1 Gbps. Sono stati
sostituiti 20 armadi di rete e 22 apparati switch, sono
state installate 210 prese di rete dati nuove e certificate
altre 150 esistenti. Sono stati previsti due centri-stella in
due piani distinti per garantire la massima affidabilità
dell’impianto. Sono stati predisposti, inoltre, i collegamenti per la rete wireless nei reparti, che avverrà in concomitanza con l’avvio della cartella clinica informatica
nelle stanze di degenza.
L’impianto sarà ultimato entro l’estate e consentirà ad
ogni utente, nelle sale d’attesa, di connettere il proprio
telefonino e computer portatile ad Internet senza la
necessità di cavi o di postazioni fisse.
Giorgio Roncolato
Ospedale di Montecchio M.
S
ono iniziati i lavori di ristrutturazione dell’ala
ovest dell’Ospedale di Montecchio Maggiore,
che prevedono il completamento dei piani primo
e secondo dell’ala che costeggia la strada statale 248,
da tempo non utilizzata per attività sanitaria.
Gli attuali lavori di ristrutturazione sono stati preceduti
dalla realizzazione di opere propedeutiche di risanamento e consolidamento strutturale, da ultimo un
innovativo intervento con lamine in fibra di carbonio,
che ha reso conforme alle nuove norme in materia di
sicurezza sismica l’intera ala in questione.
I lavori a base d’asta ammontano a euro 1.975.787,00
che, sommati alle spese in diretta amministrazione
(IVA, spese tecniche, imprevisti ecc.), porteranno a
una spesa totale di euro 2.521.724,00 e sono stati
affidati, dopo apposita asta pubblica, alla ditta OPRA
Costruzioni srl di Rovigo, che ha offerto un ribasso pari
al 13,896 %.
Parte della spesa necessaria è finanziata dalla Regione del Veneto con apposito provvedimento (D.G.R.V.
2345/01) finalizzato al “Potenziamento delle strutture
per l’attività libero professionale” in base all’art. 20
agosto 2008
ristrutturazione Ala Ovest
della L. 67/88, per un importo pari a euro 1.570.028,97.
Obiettivo è il recupero di spazi attualmente vuoti che
saranno utilizzati per la realizzazione di nuovi ambulatori da destinare all’attività sanitaria libero professionale così detta “intra moenia”; sono infatti previsti
negli oltre 1.500 metri quadrati dei due piani ben 26
ambulatori medici, a disposizione delle varie branche
specialistiche già presenti nella nostra Azienda, oltre
ai necessari spazi accessori quali studi medici, zone
attesa, segreteria ecc.
Gabriele Brotto
7
Ospedale
La talidomide contro i tumori
un farmaco dal passato infame torna per redimersi
A
Mieloma multiplo: accumulo di
plasmacellule maligne nel midollo
osseo
8
quasi 50 anni dalla sospensione
della commercializzazione della
talidomide, la sola pronuncia del
suo nome evoca in molti il ricordo di
terribili sofferenze. Immessa in commercio in Germania nel 1957 come
un blando ansiolitico, la talidomide fu
considerata un farmaco sicuro anche in
gravidanza e venne prescritta a molte
gestanti per il trattamento della nausea
del primo trimestre. Dopo pochi mesi
dall’inizio della vendita, alcuni medici
osservarono un aumento notevole dei
casi di focomelia (assenza totale o
parziale degli arti, per esempio le mani
direttamente attaccate alle spalle) in
neonati da madri che avevano assunto
anche una sola compressa di talidomide durante la gravidanza. Nonostante
le numerose evidenze scientifiche e le
proteste montanti, la ditta produttrice
negò per anni qualsiasi responsabilità
e avviò la commercializzazione in una
cinquantina di paesi.
Nel 1961, dopo la nascita di almeno
12.000 bambini malformati, e un numero ignoto di aborti spontanei, la ditta fu
costretta finalmente a ritirare il farmaco
dal commercio. La talidomide sarebbe
caduta rapidamente nell’oblio, se nel
1965 Sheskin, un dermatologo israeliano, non avesse osservato casualmente
una regressione completa delle lesioni
cutanee in pazienti affetti da lebbra, ai
quali, non avendo a disposizione altri
farmaci, aveva prescritto la talidomide
come sedativo. Verso la fine degli anni
1980 fu scoperto che la talidomide è
efficace in diversi tipi di tumore. Ma
qual è il meccanismo antitumorale della
talidomide? Fra i vari meccanismi proposti, il più attraente è il blocco della
neoangiogenesi, cioè della formazione
di nuovi vasi sanguigni, uno dei modi
con i quali alcuni tumori, producendo
quantità enormi di molecole che stimolano continuamente la formazione di
nuovi vasi sanguigni, si avvantaggiano
nella loro crescita rispetto alle cellule
sane.
Così facendo, le cellule tumorali assorbono grandi quantità di sangue dai
tessuti normali e si accrescono sempre
di più a scapito di questi ultimi.
Pertanto, bloccando l’angiogenesi, è
come se le cellule tumorali venissero
prese per fame e costrette a morire.
L’uso della talidomide non è tuttavia
privo di pericoli e di effetti collaterali,
per esempio la sedazione.
Dal 2002 utilizziamo all’Ulss 5 con buoni
risultati la talidomide in pazienti affetti
da mieloma multiplo e mielodisplasia,
due tipi di tumori del sangue. Un riconoscimento prestigioso all’attività svolta è venuto durante il XIII Congresso
nazionale della FADOI - il più importante congresso nazionale degli internisti
ospedalieri italiani, svoltosi a Firenze
lo scorso 7 maggio - dove una nostra
comunicazione relativa ai risultati ottenuti nel trattamento di pazienti anziani
con mielodisplasia è stata scelta fra i 32
migliori contributi su circa 500.
Nonostante la dimostrata efficacia antitumorale, non si prospetta comunque
un futuro radioso per la talidomide,
che sarà presto soppiantata da suoi
derivati, forse più efficaci e meglio tollerati. Un’altra certezza è che una storia
come quella della talidomide non si
ripeterà mai più, in quanto proprio
partendo dai disastri provocati a tanti
piccoli innocenti, i paesi industrializzati
hanno sviluppato una legislazione ed
un sistema di controllo che impediscono il ripetersi di casi analoghi. E
non dovremo aspettare 50 anni prima
che i titolari della ditta
e i loro eredi chiedano
scusa alle vittime ed al
mondo intero.
Vincenzo Cordiano
agosto 2008
messaggio promozionale
Ospedale
Malattie tiroidee
importante la diagnosi precoce
D
al 12 al 16 maggio l’Ulss 5,
unica nel vicentino, ha aderito alla Settimana Nazionale
di Informazione sulla Chirurgia della
Tiroide, promossa dall’Associazione delle Unità di Endocrinochirurgia
Italiane e dall’Associazione Italiana
della Tiroide (AIT).
In Italia, sono affetti da malattie della
tiroide (ipotiroidismo, ipertiroidismo e
noduli) circa 7 milioni di persone, 80%
dei quali sono donne tra i 25 e 50 anni.
Queste malattie spesso non danno
sintomi soggettivi; in particolare, i
noduli non vengono avvertiti e quando si scoprono all’ecografia, anche in
modo casuale, sono già in fase avanzata, tanto da dover richiedere terapia
medica o l’intervento chirurgico.
Durante l’iniziativa, negli Ospedali di
Valdagno e di Montecchio Maggiore,
circa cinquanta pazienti hanno avuto
la possibilità di sottoporsi a visite specialistiche gratuite con ecografia ed
agoaspirato ecoguidato tiroideo, in
alcuni casi.
Negli ultimi anni l’Ospedale di Valdagno è diventato centro di riferimento
della chirurgia tiroidea grazie alla collaborazione tra le due Chirurgie Generali
di Arzignano e di Valdagno (Direttori
rispettivamente il dr. Luciano Griggio e
dr. Luigi De Santis) e i Servizi di Endocrinologia dell’Ospedale di Montecchio Maggiore e di Valdagno, diretti
rispettivamente dalla dr.ssa Simonetta
Lombardi e dal dr. Marcello Giachetti.
Nella Valle dell’Agno esiste infatti una
particolare incidenza delle malattie
tiroidee. È già stata avviata la campagna informativa sull’uso del sale
iodato (maggio 2007), che sarà ripetuta quest’anno grazie alla collaborazione e al contributo dell’Associazione Progetto Salute Valle dell’Agno
O.N.L.U.S.
Obiettivo è di sensibilizzare sull’importanza dei controlli e della diagnosi pre10
coce. Anche in caso di tumore, dopo
le cure, il 90% dei pazienti guarisce
completamente.
L’ecografia effettuata con macchine sempre più sensibili e sofisticate,
consente di rilevare noduli tiroidei di
piccole dimensioni; con l’agoaspirato ecoguidato è possibile eseguire
un esame citologico rilevando preoperatoriamente la presenza di cellule
sospette per neoplasia.
Nella maggior parte dei casi la terapia
è medica. L’intervento chirurgico è
indicato quando il nodo è voluminoso, in aumento, o con compressione
tracheale; in caso di sospetto tumore,
occorre rimuovere tutta la ghiandola
(tiroidectomia totale).
La chirurgia della tiroide che si effettua a Valdagno è tra le più innovative
e sicure in Italia. Grazie all’introduzione della cosiddetta “mini invasiva” (MIVAT: Minimally Invasive VideoAssisted Thyroidectomy), e all’uso di
particolari bisturi ad ultrasuoni, si sono
ridotte significativamente sia la durata
sia le complicanze dell’intervento. In
alcuni casi viene praticata una piccola
incisione al collo di 2 cm, limitando il
trauma chirurgico e migliorando il risultato estetico. Si accorcia molto anche il
tempo di ricovero del paziente.
L’unica forma di prevenzione dei noduli e dei tumori tiroidei (ad eccezione di
quelli familiari), è l’utilizzo di sale iodato (come previsto dalla recente legge
nazionale).
Per assumerlo basta sostituire al normale sale da cucina quello iodato:
5 grammi di sale iodato (o iodurato)
coprono il fabbisogno giornaliero; utilizzato in modo prolungato, non presenta alcuna controindicazione perché
l’organismo è in grado di eliminare la
quantità di iodio in eccesso attraverso
le urine.
Marcello Giachetti, Luigi De Santis
agosto 2008
Ospedale
Skin Cancer Day
S
i è svolta sabato 3 maggio, all’Ospedale di Valdagno, la giornata nazionale di informazione ed educazione sui tumori della pelle denominata “Skin
Cancer Day”, promossa dalla Società Italiana di Dermatologia (Sidemast) e dall’Associazione Dermatologi
Ospedalieri Italiani (ADOI) con il patrocinio del Ministero della Salute. L’Ulss 5 ha aderito per il quinto anno
a questa iniziativa, consapevole che questa può incrementare nella popolazione la cultura della prevenzione,
intesa sia come diagnosi precoce, sia come educazione ad evitare i fattori di rischio. Il dr. Pietro Mainente,
responsabile dell’Ambulatorio Multidisciplinare sui Nei
Cutanei e il Melanoma, ha tenuto una breve conferenza
spiegando ai presenti quali sono le lesioni cutanee da
tenere sotto controllo e fornendo indicazioni sul comportamento da tenere al sole. Successivamente presso
gli ambulatori dell’ospedale vecchio sono state visitate
una trentina di persone circa, consigliando a due di esse
l’asportazione chirurgica di un neo sospetto. Durante la
giornata di informazione sui tumori della pelle
visita si è voluto spiegare come “guardare la propria
pelle”, come osservare eventuali variazioni di forma,
di colore, di dimensione di tutte le “macchie” che una
persona ha sul proprio corpo. Se qualcosa cambia è
consigliabile recarsi dal proprio medico curante, dal
dermatologo o presso l’ambulatorio dedicato alle lesioni cutanee, di Valdagno o Lonigo, per una valutazione.
Pietro Mainente
Ambulatorio a Valdagno: martedì dalle ore 15.00
presso l’Ambulatorio N. 1 dell’Ospedale Vecchio.
Ambulatorio a Lonigo: giovedì dalle ore 15.00
presso l’Ambulatorio N. 2
Per prenotazione
telefonare al C.U.P.
con impegnativa del medico curante per “Visita
chirurgica per controllo nei”
e-mail: [email protected]
Donazioni di sangue
un gesto di solidarietà
I
l fabbisogno di sangue e dei suoi componenti (globuli rossi, plasma, piastrine) è in costante crescita.
Considerati dei veri e propri “farmaci salvavita”,
non possono essere sintetizzati in laboratorio e sono
indispensabili non solo nelle emergenze ma anche in
molti percorsi assistenziali.
Donare il sangue è un gesto semplice e sicuro, di
grande solidarietà, che può davvero salvare una vita.
Presso l’Ulss 5 sono operativi 3 Centri Raccolta Sangue
(Lonigo, Montecchio M., Valdagno) che accolgono
donatori provenienti principalmente da AVIS, FIDAS e
“Cav. P. Trevisan” di Montecchio M. Grazie alla grande
generosità dei donatori e al sistema di raccolta organizzato dal Servizio Immunotrasfusionale in collaborazione
con le Associazioni dei Donatori, la donazione ha avuto
una crescita record negli ultimi 3 anni.
Tipo di
2005
2006
2007 1° quadr.
donazione
2008
Sangue Intero 7.397
7.643
7.953
2.607
Plasma
1.205
2.125
2263
1.101
Piastrine
21
151
240
80
TOTALE
8.623
9.919 10.456
3788
agosto 2008
L’Ulss 5 è quindi autosufficiente. Inoltre, nel corso del
2007, sono state cedute 2.138 unità di sangue intraregione, in particolare a Padova e Vicenza, e 195 unità a
centri extraregione, contribuendo di fatto al fabbisogno
provinciale, regionale e nazionale. Infine 3.302 litri di
plasma sono stati conferiti all’industria per la produzione di plasmaderivati salvavita (albumina, immunoglubuline endovena, fattore VIII). L’obiettivo di incrementare
ulteriormente la raccolta passa attraverso miglioramenti
strutturali quali l’adeguamento del Centro Raccolta
di Valdagno agli standard di Montecchio M. e Lonigo
e ad una sempre maggiore collaborazione con le
Associazioni. A tal proposito esiste un progetto con
FIDAS e Cav. P. Trevisan che permetterà, a partire da
ottobre, un’apertura al mese, di sabato, dei Centri
Raccolta di Montecchio M. e Lonigo.
Maurizio Soli
Per informazioni e prenotazioni
contattare le associazioni di donatori o il Centro
Trasfusionale allo 0444 708310/11 dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 15.00
11
Ospedale
La cartella clinica computerizzata
la sperimentazione in corso presso il Dipartimento di Area medica di Valdagno
I
Fabio Armellini
12
l trasferimento della documentazione cartacea su supporto informatico non è un passaggio semplice né
rapido e deve necessariamente svilupparsi per gradi dovendo coinvolgere
professionalità diverse (oltre al medico, l’infermiere, l’operatore, l’amministrativo etc.), servizi diversi (come la
Radiologia, il Laboratorio, l’Anatomia
Patologica, il Centro Trasfusionale, i
vari specialisti consulenti etc.), strutture e organizzazioni diverse (come
l’Ospedale, il Distretto, le Case di
Riposo, i Medici di Medicina Generale
etc.). Si deve poi tenere conto del fatto
che esistono settori che già utilizzano
un software operativo e per i quali
si deve quindi studiare una modalità
integrativa o gestire un cambiamento
non sempre accettato di buon grado.
La cartella clinica computerizzata può
essere definita come un sistema informatico idoneo a sostituire la tradizionale cartella cartacea senza alcuna rinuncia rispetto alle attuali caratteristiche
della stessa (completezza, obiettività,
integrità e sicurezza) e senza implicare
maggiori disagi (soprattutto perdita
di tempo) per gli utenti, ma tale da
garantire la presenza di alcune caratteristiche (standardizzazione e qualità
dell’informazione) utili per facilitare
l’interazione tra gli operatori sanitari coinvolti nella gestione clinica del
paziente.
In una prima fase si è lavorato per
la formazione del personale, sia per
quanto riguarda l’ABC dell’approccio
al computer, sia per la conoscenza dei
software operativi. Si è quindi iniziato
ad utilizzare il programma inserendo
i dati di due pazienti dal momento
dell’ingresso in reparto, fino alla compilazione della lettera di dimissione
per il Medico Curante, eventualmente
corredata dalla scheda di dimissione
infermieristica. Questo procedimento,
reiterato sui due posti letto in stretta
collaborazione con l’ingegnere informatico, ha consentito e consente di
evidenziare i punti deboli del programma ed intervenire per migliorarlo
e correggerlo.
Contestualmente è iniziata l’integrazione di funzioni diverse. Innanzitutto
la gestione dei dati anagrafici che
risultano perfettamente integrati nel
processo fino alla compilazione della
scheda regionale di dimissione ospedaliera. Durante il giro medico, poi,
è possibile inserire la richiesta per gli
esami di laboratorio con la stampa
automatica del foglio di lavoro per i
prelievi bioumorali e la generazione
degli adesivi per l’etichettatura della
provetta. Il medico può inoltre esaminare a video le immagini radiologiche
evidenziandone i particolari mediante
ingrandimento con semplici click del
mouse.
La strada è ancora lunga e in salita; molti aspetti devono ancora essere chiariti per poter entrare nella
sperimentazione.
Pur con questi limiti, l’inserimento e la
successiva stampa dei dati consente
sin d’ora degli innegabili e consistenti
vantaggi:
1. non esistono più testi illeggibili: la
consultazione di un testo stampato abbrevia i tempi di consultazione della cartella, con conseguente
risparmio economico;
2.permette la condivisione delle informazioni e facilita la comunicazione;
3.elimina le ridondanze dell’informazione e garantisce la consistenza dei
dati;
4.garantisce la sicurezza dei dati
memorizzati. Il diario clinico ed
infermieristico sono l’insieme degli
eventi clinici di ogni singolo paziente: giorno dopo giorno registra le
azioni effettuate, consentendo l’archiviazione ordinata delle informazioni.
agosto 2008
Ospedale
Terapia Antalgica: nuova specialità?
O
intervista al dr. Giorgio Mariot alla scoperta della cura del dolore e dei suoi mezzi
ltre la metà delle persone anziane
soffre di qualche forma di dolore
cronico. La Terapia Antalgica,
branca dell’Anestesiologia, si occupa
della cura delle persone che soffrono di
malattie croniche in cui il dolore stesso
è l’elemento più importante ed invalidante. In tali condizioni il dolore diviene
malattia causando spesso depressione
e invalidità, in particolare nelle persone
anziane e già socialmente più fragili.
Per tali motivi la Regione del Veneto ha
concretizzato un piano per affrontare
quella che è stata definita “emergenza dolore”. Sono sorti così i Comitati
per l’Ospedale Senza Dolore, le Unità
Dipartimentali di Terapia Antalgica ed i
Nuclei di Cure Palliative.
Quali sono le principali caratteristiche
del dolore, inteso come malattia?
Sono essenzialmente due le tipologie
di dolore cronico, che non evolve cioè
verso la guarigione ma permane nel
tempo: il dolore cronico di eziologia
maligna, che quasi sempre accompagna
il cancro nelle fasi avanzate della malattia ed il dolore di origine non maligna,
causato da artrosi, artrite, osteoporosi,
malattie neurologiche e vascolari.
In che modo la medicina affronta la
cura del dolore cronico?
I presidi terapeutici sono identici per
le due forme di dolore, ma vengono
usati in misura e modalità diverse e si
avvalgono di tecniche farmacologiche
specifiche e di supporto, tecniche di
blocco e di modulazione midollare.
I farmaci analgesici solitamente utilizzati sono anch’essi distinti in due categorie: gli analgesici minori o farmaci
antinfiammatori non steroidei di cui il
capostipite è l’aspirina e gli analgesici
maggiori, od oppiacei, il cui capostipite
è la morfina.
I primi agiscono contro il dolore, riducono l’infiammazione, abbassano la
febbre e riducono le capacità di coaguagosto 2008
lazione del sangue, ma possono causare bruciori di stomaco, tendenza al
sanguinamento, aumento della pressione sanguigna per ritenzione di sodio e
possibilità di crisi di asma.
Parlando di oppiacei e derivati, invece,
la morfina agisce sul dolore sopprimendolo. Oltre ad indurre dipendenza,
considerata solo se utilizzata per scopi
voluttuari, gli effetti collaterali sono rappresentati da nausea, vomito, stitichezza e difficoltà alla minzione nei soggetti
con ipertrofia prostatica.
In che direzione si sta muovendo la
medicina nel campo della Terapia
Antalgica?
Di grande interesse per la medicina
attuale è la terapia di modulazione
midollare, che sta dando ottimi risultati nelle patologie degenerative e nel
dolore cronico maligno. Si tratta di un
piccolo intervento chirurgico, in cui al
paziente viene posizionato un sottilissimo catetere fra le vertebre, fino
ad arrivare in prossimità del midollo
spinale, all’interno del liquor, il fluido
trasparente che lo circonda. Il catetere
viene raccordato a una piccola pompa,
impiantata sotto-pelle, e dotata di un
serbatoio rifornito ogni due o tre mesi
di farmaci tramite un’iniezione. Il farmaco più comunemente usato è la morfina, ma a dosaggi 100 o anche 200 volte
più bassi rispetto alle consuete vie di
somministrazione. Il risultato è un beneficio sul dolore senza effetti collaterali.
In questo modo possiamo trattare le
più comuni sindromi dolorose croniche dell’anziano e l’artrosi dell’anca
nei pazienti ad elevato
rischio operatorio o in
cui l’intervento avrebbe
effetto solo sul dolore
e non sulla capacità di
deambulare.
Giorgio Mariot
Per informazioni
Per accedere al servizio
di terapia antalgica,
occorre essere muniti di
impegnativa riportante
l’indicazione di “visita
per terapia antalgica” e
prenotare al C. U. P.
o tramite il servizio di
terapia antalgica
tel. 0445 484051
Ulteriori informazioni
riguardanti il servizio,
possono essere
chieste contattando
telefonicamente il
Servizio Terapia Antalgica
tel. 0445 484051
e-mail: terapia.antalgica.
[email protected]
13
Ospedale
Holter Pressorio
aumenta la qualità migliorando la comunicazione
L
a riuscita di un esame dipende dalla
bontà degli strumenti impiegati,
dalla competenza di chi lo esegue e dalla collaborazione dell’utente,
specialmente quando l’esame richiede
di “indossare” un apparecchio per un
giorno intero.
Così avviene per chi si sottopone al
monitoraggio della pressione arteriosa
nell’arco delle 24 ore, attraverso Holter
Pressorio: si tratta di un bracciale che
rileva ad intervalli temporali fissi i valori
pressori, successivamente registrati su
supporto informatico.
La validità dell’esame, quindi, dipende
in larga misura dal corretto uso dell’apparecchio.
Osservando che alcune volte l’esame
deve essere ripetuto per errato utilizzo
dell’apparecchio, è nata l’idea di realizzare una “Guida per l’utente per il
corretto utilizzo dell’Holter Pressorio”
che risponda ai dubbi più frequenti.
Oltre alla versione in italiano, grazie alla collaborazione del Servizio di
Mediazione Culturale, è stata realizzata una versione dell’opuscolo per
ognuna delle cinque lingue più diffuse
nell’area: arabo, punjabi, bengali, francese e inglese.
L’efficacia della guida sarà verificata a
fine anno, ma i risultati nel primo trimestre di utilizzo sono incoraggianti:
gli utenti considerano utile la consultazione della guida nel corso delle 24 ore
e il numero di esami che necessitano
di essere ripetuti è diminuito in modo
significativo. Il progetto “Guida per
l’utente per il corretto utilizzo dell’Holter Pressorio”, realizzato da Stefania
Munarin, Operatore Socio Sanitario,
con la partecipazione della dr.ssa
Antonella Vergolani, Responsabile del
Day Hospital - Day Service Medicina di
Arzignano e dello staff
infermieristico, è stato
presentato al
3° Concorso Aziendale
Qualità - anno 2007.
Stefania Munarin
Marco Cavallaro
nuovo Dirigente Amministrativo Ospedaliero
N
ato a Padova nel 1966 - dove
tutt’ora vive - si è laureato in
giurisprudenza all’Università
di Padova, con successivo Master in
gestione delle risorse umane a Lucca.
È stato in servizio presso l’Università
Patavina dal 1991 al 2008, ricoprendo
diversi importanti ruoli e specializzandosi nei rapporti tra l’Ateneo e la sanità
pubblica veneta.
Ha gestito le relazioni tra le due realtà
collaborando con gli Organi accademici
14
che si occupano dell’area medica, elaborando specifici accordi e convenzioni
e dirigendo la gestione del personale
universitario che opera presso l’Azienda ospedaliera di Padova ed altre Ulss
del Veneto.
Il dr. Cavallaro è stato, da luglio 2007 a
febbraio 2008, Dirigente responsabile della Struttura complessa “Servizio
amministrazione del personale”
dell’Azienda per i Servizi Sanitari n. 2
“Isontina” di Gorizia.
agosto 2008
Ospedale
Ginecologia dell’ospedale di Arzignano
O
gni anno l’Unità Operativa
di Ginecologia diretta dal dr.
Gioacchino La Rosa organizza
eventi didattici a scopo di aggiornamento professionale, rivolti in particolar modo a ginecologi, anestesisti ed
infermieri. Si tratta di interventi chirurgici laparoscopici (cioè con una sonda
mini-invasiva) eseguiti in diretta, che
danno la possibilità di apprendere le
diverse tecniche, affrontando di volta
in volta le difficoltà che si incontrano
in sala operatoria.
Gli interventi in diretta offrono la possibilità all’auditorium di coniugare teoria
e pratica. A tutt’oggi le tecniche laparoscopiche sono largamente disattese
nelle Unità Operative di Ginecologia
italiane: secondo i dati del Ministero
della Salute l’isterectomia per patologia benigna nei reparti di ginecologia viene eseguita per via laparoscopica solo nel 7% dei casi, quando
questa percentuale nella nostra Unità
Operativa raggiunge il 70%. Con questo spirito il dr. Gioacchino La Rosa e la
sua équipe, anche quest’anno, offrono
ben 7 eventi di chirurgia laparoscopica
in diretta nel corso dell’anno. Durante
gli interventi è possibile dialogare liberamente con gli operatori mediante un
sofisticato collegamento audio-video,
perciò l’interesse per questi eventi è
sempre molto alto, con la partecipazione di oltre cento ginecologi da tutte
le regioni di Italia.
All’interno degli eventi programmati
per il 2008, quello di maggior prestigio
è il Corso di Chirurgia laparoscopica
pelvica associato al II Concorso “Città
di Arzignano”. Questo si articola in sei
giornate di live-surgery in tre periodi
dell’anno (aprile, settembre e ottobre)
durante i quali le maggiori scuole italiane di laparoscopia ginecologica si
confronteranno ad Arzignano dando
dimostrazione delle proprie capacità.
Al tavolo operatorio si alterneranno
agosto 2008
protagonista nazionale in diretta satellitare
per ogni scuola un chirurgo esperto
e un chirurgo “giovane”, che in livesurgery esporranno le proprie tecniche chirurgiche. Sono previsti circa
trenta interventi di chirurgia in diretta,
con la partecipazione, oltre che del
nostro reparto, delle scuole di Brescia
(dr. Giuseppe Ciravolo), di Roma (prof.
Giorgio Vittori), dell’Università Cattolica
di Roma (prof. Giovanni Scambia), di
Trento (dr. Maurizio Rosati), di Negrar
(dr. Luca Minelli) e di Avellino (dr. Mario
Malzoni). Una giuria di esperti valuterà
gli interventi eseguiti ed assegnerà
il II Concorso “Città di Arzignano”
alla scuola ritenuta più meritevole.
Obiettivo di questa manifestazione è
la divulgazione della chirurgia laparoscopica ai giovani, che per la prima
volta in Italia hanno la possibilità di
dimostrare le proprie capacità, dando
merito alle scuole che hanno consentito loro di crescere chirurgicamente.
Questo evento ha destato molto interesse in Italia, tanto da essere inserito all’interno del prossimo Congresso
Nazionale di Ginecologia (LXXXIV
Congresso Nazionale SIGO) che
si terrà a Torino. Per questo, mercoledì 8 ottobre verrà allestita una
diretta satellitare che permetterà il
collegamento live-surgery dalle sale
operatorie di Arzignano al Centro
Congressi Lingotto di Torino, sede
del Congresso Nazionale SIGO, e per
tutta la giornata gli interventi eseguiti
ad Arzignano verranno visti dai partecipanti al Congresso Nazionale. Per il
nostro reparto questo riconoscimento
è il coronamento di tanti anni di sforzi
mirati alla divulgazione
delle tecniche chirurgiche mini-invasive laparoscopiche.
Gioacchino La Rosa
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Territorio
10 appartamenti per il Centro Arcobaleno
G
iovedì 29 maggio il Centro
Arcobaleno, in collaborazione
con la Conferenza dei Sindaci,
ha inaugurato ad Arzignano un nuovo
appartamento “a bassa protezione”:
una nuova frontiera nella residenzialità
psichiatrica. La struttura è stata presentata alla presenza della Direzione
Generale Ulss 5, rappresentata dal
dr. Alessi, dalla dr.ssa De Zotti e dalla
dr.ssa Pinzauti, del presidente della
Conferenza dei Sindaci, Scalabrin, e
del sindaco di Arzignano, Fracasso.
Per la prima volta, grazie al contributo della Conferenza dei Sindaci dei
Comuni dell’Ulss 5, è stato possibile
attuare un progetto di tale portata
sociale.
Da tempo il Centro Arcobaleno si
occupa dell’inclusione sociale dei giovani che riescono a combattere le difficoltà del disagio mentale.
A 13 anni di distanza dall’apertura
della struttura di riabilitazione psichiatrica sono stati molti i successi ottenuti
dai numerosi percorsi di reinserimento
sociale e lavorativo attraverso i quali
molti giovani hanno ripreso una vita
normale anche sotto il profilo relazionale. Basti solo pensare che su 46
utenti attualmente seguiti dal Centro
sono 20 coloro che hanno acquisito
un lavoro stabile presso un’azienda del
territorio o presso una Cooperativa
Sociale (usufruendo dei percorsi della
Legge 68/99).
Grazie al reinserimento professionale
molti utenti possono così permettersi di completare il loro progetto di
recupero sostenendo anche le spese
di convivenza in un appartamento. Un
risultato importantissimo dal momento che queste persone sono così in
grado di uscire quasi completamente
dal processo di assistenzialismo rivestendo nella società un ruolo attivo e
produttivo.
Quest’ultimo appartamento inauguraagosto 2008
sindaci e Ulss insieme per il disagio mentale
to è un importante traguardo che, oltre a rappresentare per due giovani una
casa in cui vivere, riveste
numerosi significati che lo
rendono un passo fondamentale nella lotta al pregiudizio verso la malattia
mentale.
Si tratta di un appartamento
“di coppia” in cui convivono due ragazzi che si sono conosciuti e
innamorati durante il comune percorso
di riabilitazione. I due giovani hanno
completato il percorso di apprendimento di abilità sociali, gestionali e
di cura dei propri problemi presso la
Comunità Alloggio e il Centro Diurno
Arcobaleno, dove un’équipe, composta da psicologi, educatori, infermieri
e operatori d’assistenza conduce un
programma intensivo di riabilitazione e integrazione sociale
e lavorativa. I ragazzi contribuiranno alle spese di gestione
della casa tramite il loro lavoro,
ottenuto attraverso i programmi di mediazione al lavoro
offerti dalla Legge 68/99.
È importante sottolineare
che, per la prima volta, si
sono alleati più attori del
tessuto sociale dal momento che questo progetto si è
realizzato grazie all’accordo
raggiunto dalla Conferenza
dei Sindaci e Ulss 5.
Con questo ultimo risultato raggiunto, il Centro
Arcobaleno arriva a
gestire 10 appartamenti, dove dal 1998 a oggi
hanno trovato pieno
reinserimento sociale
ben 21 persone.
Inaugurazione casa Micci: da sinistra dr.
Stefano Zanolini responsabile
U.O. Strutture Intermedie, il sindaco
di Arzignano Stefano Fracasso
e la coppia ospite della nuova struttura
Stefano Zanolini
17
Territorio
Programma Pre-Adolescenti BANDUS
a fianco delle famiglie per il sostegno ai giovanissimi
I
l 26 giugno presso il Centro
Comunitario S. Rocco si è svolta la
serata conclusiva delle attività 20072008 del Programma Pre-Adolescenti
BANDUS.
Dal 2001 l’Unità Operativa Età Evolutiva/
Disabilità dell’Ulss 5 promuove l’educazione all’autonomia e l’acquisizione
di abilità socio-comportamentali di
ragazzi che presentano difficoltà sul
versante delle relazioni e degli adattamenti, soprattutto scolastici, attraverso lo sviluppo della socializzazione. Il
programma intende offrire uno spazio
di aggregazione con percorsi volti a
sviluppare nei ragazzi le abilità sociali
e comunicativo-relazionali.
L’iniziativa è rivolta a giovani iscritti ad
una Scuola Secondaria di primo grado
del territorio dell’Ulss 5 i cui genitori
abbiano chiesto sostegno rispetto alle
difficoltà e agli insuccessi anche scolastici del figlio.
Le attività del Programma, che vanno
dalla realizzazione di laboratori di pittura, murales, video-lab allo svolgimento dei compiti di scuola, vengono articolate su tre pomeriggi alla settimana.
Il programma viene realizzato con la
collaborazione delle famiglie e il coinvolgimento delle agenzie educative
del territorio, in primis la scuola, nella
convinzione che ogni intervento sul
singolo ragazzo è maggiormente efficace nella misura in cui incide anche
sull’ambiente che lo circonda.
Francesca Concato, Marco Pagliai
Disabilità
la Regione promuove “ENSA DISABLED”
L
Rafaella Dal Lago
Momento durante il meeting “ENSA
DISABLED” svoltosi presso l’Ospedale
di Arzignano con i rappresentanti dei
Servizi Sociali della Francia, Svezia,
Spagna, Norvegia e Lituania
18
a Regione del Veneto ha ospitato
nel mese di maggio il meeting
“ENSA DISABLED”, organizzato
dalla rete europea ENSA (European
Network of Social Authorities), di
cui il Veneto è coordinatore generale. All’incontro hanno partecipato i
rappresentanti dei Servizi Sociali di
Francia, Svezia, Spagna, Norvegia e
Lituania.
Il programma del meeting prevedeva
un workshop, una visita al Centro Don
Calabria di Verona e ad alcune aziende
del territorio che da anni collaborano
con i Servizi Integrazione Lavorativa
delle Ulss per l’inserimento lavorativo
delle persone con disabilità.
La Regione del Veneto ha ritenuto
opportuno presentare la realtà del
Vicentino perché proprio in questo
territorio si è consolidato un modello
di accoglienza nell’ambito dell’Integrazione Lavorativa della persona con
disabilità intellettiva e psichica che
ha indotto sempre più a puntare sulla
responsabilità sociale d’impresa oltre
l’obbligo definito dalle leggi.
In particolare, la Regione ha chiesto
all’Ulss 5 di presentare l’operato del
Servizio Integrazione Lavorativa, che
ben esprime quest’ottica ponendo al
centro degli interventi sia la persona che
l’impresa. I delegati dei Paesi Europei
sono stati accolti presso la Direzione
Medica di Arzignano ed è stato loro presentato il modello organizzativo attuato.
Questo modello si propone la piena
integrazione sociale, scolastica e lavorativa delle persone con disabilità intellettiva e psichica. In tale occasione la dr.ssa
Antonella Pinzauti, Direttore di Servizi
Sociali, ha illustrato il sistema dei servizi e
il dr. Michele Maglio, dirigente regionale
dei servizi sociali, ha presentato i risultati
conseguiti a livello regionale nell’ambito
dell’integrazione lavorativa.
agosto 2008
Territorio
Ospedale di Comunità di Valdagno
bilancio dell’attività svolta nel primo anno
L
’Ospedale di Comunità di Valdagno
ha accolto i primi pazienti a partire
dal 20 febbraio 2007. Il numero limitato dei posti letto attivati è cresciuto
gradualmente con l’attivazione a luglio
dei 15 posti letto previsti.
Nel 2007 sono stati effettuati 129 ricoveri, 2589 i giorni di degenza erogati.
I Medici di Medicina Generale che hanno
seguito i loro pazienti in Ospedale di
Comunità sono stati 33.
Una attenta pianificazione e la continua valutazione dei percorsi assistenziali
e delle criticità emerse costituiscono
le basi affinché questa struttura possa
rispondere adeguatamente ai bisogni
degli utenti.
Nella costruzione del modello assistenziale dell’Ospedale di Comunità di
Valdagno è stata fondamentale la scelta di affidare al Medico di Medicina
Generale la responsabilità clinica del
paziente (ogni MMG segue il proprio
paziente all’interno dell’Ospedale di
Comunità) e, data la collocazione all’interno di un presidio per acuti, è stata
importante l’introduzione di una figura
medica che coordinasse i rapporti con la
struttura ospedaliera e garantisse i percorsi per la diagnostica e le consulenze
specialistiche.
La continuità assistenziale viene garantita efficacemente attraverso la Guardia
Medica territoriale notturna e festiva,
mentre la scelta di assicurare gli eventuali
interventi di emergenza anche mediante
il medico di guardia ospedaliera si è rivelata idonea a garantire i pazienti di fronte
a situazioni di improvvisa instabilità del
quadro clinico, non altrimenti risolvibili.
Il ruolo svolto dal personale infermieristico e di assistenza esperto e addestrato al lavoro d’équipe è risultato decisivo
per la riuscita della sperimentazione, trovandosi a dover garantire da una parte
le esigenze assistenziali dei pazienti
e dall’altra a supportare l’attività dei
numerosi medici curanti presenti nel
agosto 2008
reparto.
Per un continuo miglioramento degli
aspetti gestionali è stato istituito un gruppo di coordinamento composto da quattro medici in rappresentanza dei Medici
di Medicina Generale e dal responsabile
dell’Ospedale di Comunità: nelle riunioni periodiche vengono affrontate tutte
le problematiche emerse e avanzate le
proposte per il loro superamento.
Un altro aspetto su cui si sono investite
molte risorse è stata la corretta informazione dei pazienti e dei loro familiari sulle
modalità organizzative della struttura.
A tal fine è stata predisposta una Carta
dell’Accoglienza e una Carta dei Servizi
che, ad ogni nuovo contatto, vengono
illustrate ai pazienti e ai loro familiari.
Il 2007 è stato dedicato all’avviamento
della struttura e alla verifica dei percorsi assistenziali progettati che possono
ancora essere migliorati.
Presso l’Ospedale di Comunità è stato
inserito un numero consistente di
pazienti oncologici in terapia palliativa: il controllo del dolore rappresenta
spesso l’obiettivo principale della cura
e per garantirlo in maniera continua è
necessario l’apporto di più figure professionali.
Nell’ambito, poi, della promozione della
qualità delle cure è stato proposto di
trattare in Ospedale di Comunità, anche
quelle lesioni (ulcere croniche e piaghe
da decubito) che, a causa della loro
complessità, non riescono a trovare adeguata soluzione a domicilio. Durante il
ricovero viene impostata e verificata l’efficacia della terapia e, in prossimità della
dimissione, gli infermieri dell’ Assistenza
Domiciliare prendono in
carico il paziente effettuando direttamente le
medicazioni che verranno poi continuate anche
a domicilio.
Paola Peruzzo
19
Territorio
Nutrizione
“Monitorati” i ragazzi nelle Scuole Medie di Montecchio Maggiore
P
er intervenire in modo efficace sui
problemi di salute di un territorio è indispensabile conoscerne
le caratteristiche, in modo da poter
progettare ed attuare risposte adeguate. Sulla base di quest’affermazione, nell’ambito del 4° Progetto Salute
2007-2008 organizzato dall’Assessorato
alla Salute del Comune di Montecchio
Maggiore, l’Unità Operativa di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Ulss 5, in
collaborazione con l’assessore Agostino Pilati ed i Dirigenti degli Istituti
Comprensivi di Montecchio Maggiore,
ha eseguito rilevazioni antropometriche sui ragazzi di 11 anni (1° media)
e 13 anni (3° media) delle tre Scuole
Medie del territorio.
Lo scopo era di verificare, in
modo anonimo, la presenza di
sottopeso, normopeso, sovrappeso e obesità fra i ragazzi, in
modo da confrontare la realtà
locale con i dati ufficiali italiani
e mondiali e poter così offrire
interventi mirati e personalizzati.
A 476 ragazzi è stato quindi proposto di sottoporsi alla
rilevazione di peso e altezza
con cui calcolare l’Indice di
Massa Corporea (BMI).
Il 20% dei ragazzi non è stato
autorizzato dai genitori a partecipare all’iniziativa. I motivi
non sono stati comunicati,
ma costringono a riflettere sul rapporto fra famiglie
e struttura pubblica e sul
grado di negazione di problemi di immagine, vissuti
per lo più come difficoltà di
natura estetica.
A livello nazionale, dati
“sparati” dai mass media
sulla prevalenza di obesità
infantile, pur in assenza di
dati epidemiologici certi,
20
stimano una prevalenza di obesità fra
i 10 e i 13 anni compresa fra il 14-16%.
Una rilevazione a campione nell’ambito del piano per la sicurezza alimentare
2005-2007, rileva invece nell’Ulss 5 una
prevalenza di obesità che si attesta fra
il 2 e il 4%.
La nostra ricerca ha, invece, evidenziato una prevalenza di obesità nelle 1°
medie di Montecchio Maggiore pari
al 5%, mentre tale valore scende, in
3° media, all’1,7%, quindi bassa. Con
nostra sorpresa, invece, una discreta
quantità di alunni (12% in 1° media e
27% in 3° media) è risultata sottopeso anche se poche sono le situazioni
davvero preoccupanti e spesso legate
ad alunni provenienti da paesi diversi
dall’Italia. Il rifiuto di 1 ragazzo su 5 a
sottoporsi al calcolo del BMI non ci
da certezza di aver caratterizzato il
nostro territorio in quanto introduce
un discreto margine di errore sulle percentuali di magrezza e obesità.
Tuttavia, dato il numero elevato di
ragazzi presi in esame, si può affermare che l’obesità, pur rimanendo un problema scottante non raggiunge i livelli
di allarme sociale sollevati sempre più
spesso dai mass media e, nel contempo, sottolineare come il problema del
sottopeso sia ancora presente e non
vada ignorato. Nell’ambito di un sottopeso medio-grave, infatti, si possono
celare situazioni di malattia a carico
dell’apparato digerente (ad esempio
la Celiachia, una volta considerata
malattia rara ed oggi stimata presente in 1 ogni 100-150 nati) o, peggio,
di rischio per i Disturbi
del Comportamento
Alimentare
(DCA),
patologia in costante aumento ma poco
conosciuta fra gli adolescenti.
Giovanni Ronzani
agosto 2008
Territorio
Terza giornata del malato oncologico
D
omenica 15 giugno presso il
Parco di Villa San Fermo a Lonigo
si è svolto l’incontro dedicato alla
“Terza Giornata Nazionale del Malato
Oncologico”, all’insegna dello slogan
“Insieme vinciamo la vita e guardiamo
oltre”.
Alla manifestazione, organizzata al
fine di sensibilizzare l’opinione pubblica, hanno partecipato malati oncologici, familiari e amici, medici, operatori sanitari, volontari, amministratori pubblici, le Associazioni Onlus
operanti nel territorio Ulss quali
A.DI.MA di Lonigo, ANDOS OvestVicentino, Centro Diritti del Malato di
Valdagno, Comitato Dignità e Salute
di Arzignano, Movimento Diritti del
Malato di Arzignano-Montecchio M. e
il Direttore Amministrativo dell’Ulss 5,
dr.ssa Fiorella De Zotti, in rappresentanza del Direttore Generale dr. Renzo
Alessi.
Ogni anno in Italia 270.000 cittadini si
ammalano di cancro e si stima che nel
2010 saranno 400.000.
Grazie ai progressi scientifici degli ultimi anni e ai programmi di prevenzione
che sono ormai attivi su tutto il territorio nazionale, si può affermare che
è possibile ottenere la guarigione dal
tumore nel 50% dei casi. Nella restante
metà si può ottenere la cronicizzazione della malattia che permette una
sopravvivenza più lunga con una qualità di vita migliore.
Ma se da una parte tutto ciò ha cancellato l’ineluttabile equazione “Cancro Morte”, dall’altra sono sorti nuovi problemi che riguardano non solo uomini
e donne di qualsiasi età e condizione
sociale ma anche i familiari ed amici
che si trovano a condividere sofferenze ed angosce di una malattia che
coinvolge quotidianamente non solo
il corpo ma anche la mente. Le associazioni di volontariato oncologico, gli
operatori sanitari, i medici di mediciagosto 2008
percorsi di assistenza per i malati e le loro famiglie
na generale e gli specialisti
definiscono ormai questo
stato la “nuova disabilità di
massa”.
Nel corso della giornata è
emersa, inoltre, la necessità
di far parlare e quindi ascoltare non solo chi è ammalato
di cancro ma anche il nucleo
familiare e la cerchia di amici
che inevitabilmente si trovano a fungere da fulcro delle
mediazioni tra il paziente oncologico
e le strutture socio-sanitarie. La circolazione delle conoscenze e delle idee
tra medici di medicina generale, specialisti ed ammalati oncologici sono i
presupposti essenziali per una corretta
gestione, condivisa con l’ammalato,
del programma clinico assistenziale
e per il reinserimento dell’ammalato
nella famiglia e nel mondo del lavoro
evitando, in questo modo, la celebrazione compassionevole delle sofferenze e ponendo attenzione ai reali
bisogni.
In sintesi, tutti gli intervenuti all’incontro hanno sottolineato la necessità
di ottenere un’informazione corretta
per l’ammalato, perchè l’informazione
aiuta il paziente a vivere con più serenità tutto il percorso della malattia, un
facile accesso alle terapie necessarie
indipendentemente dai tetti di spesa
e programmi di riabilitazione personalizzati per ripristinare lo stato di
salute fisico, sociale psicologico e spirituale dell’ammalato. Fondamentale
il sostegno incondizionato per il reinserimento totale nella
famiglia e nell’attività
lavorativa con l’insostituibile aiuto offerto
dalle Associazioni di
Volontariato.
da sinistra, dr. Graziano Meneghini,
Responsabile Centro Donna di
Montecchio Maggiore, Maurizio
Scalabrin Presidente Conferenza dei
Sindaci, Silvano Marchetto Sindaco
del Comune di Lonigo
Graziano Meneghini
21
Territorio
Medicina Generale
Nuovi modelli organizzativi in medicina generale
S
Elvio Pistaffa
22
i parla molto di Utap e di Case della
Salute come il nuovo modello organizzativo della medicina generale.
Ma cosa sta sotto queste novità? Sono
davvero delle forme rivoluzionarie come
qualcuno vorrebbe far credere? La risposta a queste domande sta nell’analisi
delle condizioni in cui versa la medicina
generale da alcuni anni e nella nuova
volontà di salvare il patrimonio professionale ed umano rappresentato dai medici
di base e dai pediatri di libera scelta,
inventando per essi un nuovo ruolo all’interno del Servizio Sanitario Nazionale.
Per capire la realtà attuale occorre rifarsi
alla prima riforma sanitaria del ’78, che
ha enfatizzato il ruolo della prevenzione,
affidandolo alle strutture organizzative
delle nascenti Ulss, a scapito del ruolo
della medicina generale. Per esempio
è stato liberato il Medico di famiglia
dall’obbligo della reperibilità notturna
e festiva, con la creazione della Guardia
medica, servizio tuttavia non previsto
in forte collegamento con il medico di
base, il che ha contribuito ulteriormente
a dequalificare la categoria, relegandola
ad un ruolo marginale rispetto alla struttura ospedaliera, che si è proposta come
l’unica struttura in grado di rispondere
alle esigenze di salute della popolazione
24 ore su 24.
Mentre poi, spinta dalla crisi economica generale, entrava in crisi anche
la struttura ospedaliera con forti ridimensionamenti di servizi e posti letto,
ancora la Medicina generale stava per
lo più a guardare lucrando il fondo del
barile, complici le organizzazioni sindacali di categoria appiattite su un livello di
miope rivendicazione economica, tranne
qualche realtà isolata.
A questo punto la rivalutazione e il recupero della medicina generale, più che
un desiderio ed un auspicio, è diventato
una necessità.
Il sistema infatti deve recuperare una
vasta area di professionalità medica per
coprire il buco lasciato nel territorio e
ricostruire la continuità assistenziale tra
ospedale e domicilio.
Inoltre la categoria dei medici di base
dovrebbe recuperare un futuro professionale, stante il fatto che non è più
possibile lavorare da soli in un sistema
sempre più complesso ed esigente.
I pazienti infine avrebbero bisogno di
recuperare la figura di un medico in
grado di dare sintesi e unitarietà alternativa al semplice consumo di prodotti
sanitari, fra l’altro sempre più costosi per
la comunità.
Insomma si stanno creando le condizioni
affinché il medico di medicina generale
esca dal ruolo di mero trascrittore di prescrizioni, in cui spesso è stato relegato.
Creare un’alternativa a quel tipo di ospedale che non c’è più, garantire la continuità delle prestazioni 24 ore su 24 nel
territorio, migliorare e riqualificare i servizi ambulatoriali e domiciliari attraverso la
responsabilizzazione del medico di base
e del pediatra nell’erogazione delle cure.
E ancora riorganizzazione degli ambulatori con l’inserimento di personale di
supporto infermieristico ed amministrativo, lavoro di gruppo e uso sistematico dei supporti informatici: questo è il
futuro della medicina generale nella rete
delle cure primarie.
agosto 2008
Territorio
U.T.A.P.
ottimi risultati dalle strutture di Brendola e Chiampo
L’
Unità Territoriale di Assistenza
Primaria (U.T.A.P) rappresenta
un servizio utilissimo per i cittadini in quanto è in grado di gestire in modo efficace le necessità di
salute dell’intera comunità. All’interno
dell’Ulss 5 sono presenti due U.T.A.P:
Brendola e Chiampo.
L’esperienza di Brendola nasce dalla
sinergia realizzatasi tra l’Amministrazione comunale, quattro medici di
medicina generale e l’Ulss 5.
Il Centro polifunzionale mette a disposizione, oltre a quattro medici di base,
un pediatra di libera scelta, un infermiere professionale, un collaboratore
di studio ed un assistente sociale. Si è
realizzato nello spirito e nella sostanza,
un modello originale di cure primarie
finalizzato al governo clinico integrato ospedale-territorio. L’esperienza di
Chiampo è nata dalla volontà di mettere in rete tutte le funzioni offerte da
ciascun ente, cioè Comuni (Chiampo,
Nogarole Vic., Altissimo, San Pietro
Mussolino e Crespadoro), medici di
medicina generale, Ulss 5 e Casa di
Riposo S. Antonio, per offrire ai cittadini un servizio più completo nel campo
della sanità e dell’assistenza sociale. Si
tratta di un progetto dove i Comuni
collaboreranno per assicurare un’offerta di servizi sociali estesa a tutta la
valle e l’Ulss 5 continuerà a garantire
le proprie funzioni mentre i medici di
medicina generale, coadiuvati dalla
Casa di Riposo, uniranno professionalità e competenze per rispondere più
prontamente alle esigenze del cittadino.
Elvio Gremes
Servizio farmaceutico territoriale
A
lle 44 farmacie convenzionate del
territorio, nel mese di giugno si
è aggiunta la 45a: la seconda nel
Comune di Trissino.
L’attività delle farmacie convenzionate
è supportata dal Servizio Farmaceutico Territoriale, che ha sede a Trissino
- in via N.Sauro - e si occupa di:
•informazione ed educazione alla
salute;
•assistenza farmaceutica ai pazienti
non-ospedalizzati;
•farmacovigilanza relativa alle reazioni avverse nell’uso dei farmaci;
•attività istruttoria, amministrativa e
di vigilanza nei confronti delle Farmacie aperte al pubblico;
•controllo e monitoraggio delle prescrizioni farmaceutiche;
•collaborazione con il Comitato etico per
la sperimentazione clinica dei farmaci.
agosto 2008
45 le farmacie convenzionate
È la struttura di riferimento per le
modalità di prescrizione, di erogazione, di concedibilità e di utilizzo
dei medicinali. Ai cittadini garantisce
un omogeneo accesso all’assistenza
farmaceutica. Ai Medici e ai Farmacisti del territorio assicura un supporto
informativo e di vigilanza per uniformare gli atteggiamenti in materia.
Il Servizio Farmaceutico Territoriale è
infine a disposizione per informazioni
sui farmaci e sulle modalità di partecipazione alla spesa farmaceutica.
Il servizio gratuito di consegna a domicilio di farmaci urgenti è attivo tutte le
notti dalle 22.00 alle 8.45 del mattino
successivo e nei giorni festivi grazie
al servizio dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci (tel. 0444
964525).
Servizio Farmaceutico
Territoriale
da lunedì a giovedì
9.00 - 17.00
venerdì 9.00 -14.00
tel. 0445 490995
fax 0445 490997
e-mail:
[email protected]
Le farmacie garantiscono
un servizio sanitario
continuo, a favore di 22
comuni e 170.000 abitanti
orario estivo:
8.45 - 12.30 e 16.00 - 19.30;
orario invernale
8.45 - 12.30 e 15.30 - 19.00
Le farmacie di turno
consultabili su www.ulss5.it
prestano servizio 24 ore su 24.
Maria Paola Cariolato e Chiara Vencato
23
Territorio
Curare a casa del paziente
la casa è il miglior luogo per la prevenzione e la riabilitazione
L
o scopo del servizio di Assistenza Domiciliare
Integrata è favorire la permanenza a domicilio dei
pazienti non autosufficienti, attraverso la collaborazione di numerose figure professionali specializzate
(medico, infermiere, assistente sociale, operatore di
assistenza), nella convinzione che la propria casa è il
miglior luogo di cura.
La possibilità per gli ammalati di trovare risposte ai
loro problemi il più possibile complete e vicine all’ambiente di vita quotidiana costituisce una opportunità
insostituibile per sostenere le famiglie e mantenere
un’elevata qualità della vita dei pazienti non autosufficienti o anziani. A seconda dei bisogni riscontrati sono
attivati diversi programmi assistenziali:
all’interno
dei
quali
operano tre équipe
infermieristiche. Ogni équipe prende in carico i pazienti
residenti o domiciliati nei comuni di pertinenza.
È possibile consegnare le richieste di intervento
infermieristico domiciliare, compilate
dal medico di famiglia presso:
PUNTO SALUTE NORD:
via Galilei, 3 Valdagno
(presso la piastra, ex radiologia)
tel. 0445 423186 - 423180 fax 0445 423182
PUNTO SALUTE CENTRO:
via Kennedy, 2 Arzignano
tel. 0444 475659 fax 0444 475652
PUNTO SALUTE SUD:
p.zza Martiri della Libertà, 9 Lonigo
tel. 0444 431352 fax 0444 431344
Assistenza domiciliare socio assistenziale
Con modalità diverse a seconda del comune di residenza, si possono attivare al domicilio interventi per
l’igiene della persona e della casa, aiuto alla mobilizzazione, la fornitura di pasti caldi, sostegni di tipo
economico.
Assistenza infermieristica domiciliare
In presenza di bisogni sanitari, su richiesta del medico
curante, vengono eseguiti interventi di educazione
sanitaria, prelievi per esami ematochimici, medicazioni
di ulcere o decubiti, cambi cateteri, terapia infusiva,
ecc.
Assistenza medica programmata domiciliare
Per i pazienti affetti da malattie croniche invalidanti,
che non possono recarsi presso l’ambulatorio del proprio medico di fiducia, è possibile prevedere accessi
periodici programmati del medico curante a domicilio
del paziente.
Assistenza domiciliare integrata ADIMED
Vengono assistiti a domicilio i malati affetti da patologie importanti. In questi casi si rende necessario
l’intervento di più figure professionali, coordinate dal
distretto che valuta i bisogni dell’assistito, definisce il
piano assistenziale e programma gli interventi necessari. A questi pazienti vengono forniti direttamente
dalla farmacia ospedaliera i farmaci, i presidi necessari
(letto, carrozzina,..) e i trasporti in ambulanza, sempre
su richiesta del medico di famiglia.
Come si accede al servizio infermieristico domiciliare
Il territorio dell’Ulss è suddiviso in PUNTI SALUTE
24
In ogni Punto Salute è presente una Centrale Operativa
in grado di ricevere le richieste di intervento e di coordinarsi con i Servizi sociali dell’ULSS o del Comune
per altri eventuali interventi integrati di assistenza alla
persona.
Dati di attività
Tipo di Assistenza
Assistenza infermieristica domiciliare
Visite mediche domiciliari
Assistenza domiciliare integrata
(ADIMED)
totale
Utenti seguiti
nel 2007
1688
2367
793
4848
Utenti per i quali è stato attivato un programma assistenziale nel 2007
Il numero degli assistiti è in continua crescita: l’Assistenza Domiciliare permette di evitare o ritardare il
ricovero ospedaliero e accelerare le dimissioni.
Paola Peruzzo
agosto 2008
Prevenzione
Infortuni nei Cantieri Edili
la prevenzione al primo posto
L
o SPISAL dell’Ulss 5, nell’ambito dell’attività di
prevenzione degli infortuni sul lavoro ha organizzato il 30 maggio scorso un incontro destinato
ai Datori di Lavoro delle Imprese Edili che operano
nel territorio dell’Ulss 5. L’incontro si è svolto presso
la sede del Centro di Formazione Professionale di
Trissino.
Dati attività 2007
cantieri controllati
cantieri visitati
cantieri regolari
verbali imprese
verbali coordinatori
verbali committenti
verbali sequestro
120
81
19
62
21
1
0
Nel corso della riunione sono stati presentati i dati
dell’attività di controllo svolta nel corso dell’anno 2007
e sono stati portati alla discussione dei presenti alcuni
casi concreti meritevoli di attenzione per i rischi connessi alle lavorazioni. I dati dell’attività di controllo nei
cantieri dimostrano che ancora in molti casi i cantieri
non sono regolari e presentano situazioni di rischio
non adeguatamente gestito.
Sono stati presentati inoltre i dati relativi al fenomeno
infortunistico specifico del settore edile dove si registra un calo nel numero degli infortuni e un lieve incremento dei giorni di prognosi. Nel 2007 non si sono
verificati infortuni mortali nell’edilizia.
Settore Edilizia (edilizia, edilizia stradale, finiture in
edilizia, rimozione amianto)
Andamento di: numerosità, giorni totali di prognosi ed Indice di Gravità negli ultimi 5 anni
giorni di prognosi
anno
2003
445
(3 M)
4.346
anno
2004
371
(1 M)
3.947
anno
2005
357
(1 M)
3.936
anno
2006
325
(0 M)
3.160
anno
2007
286
(0 M)
3.296
indice di gravità
9,76
10,63
11,02
9,72
11,52
n. infortuni
L’incontro è stato l’occasione per presentare alcuni
elementi trattati al Titolo IV del D.Lgs. 81/2008, entrato
in vigore recentemente.
Infine è stato presentato il modello di Codice delle
Pratiche di Lavoro Sicure con lo scopo di fornire ai
Datori di lavoro delle Imprese Edili uno strumento utile
per migliorare la sicurezza nell’edilizia.
Adolfo Fiorio
agosto 2008
Tratto da
CODICE DELLE PRATICHE
DI LAVORO SICURE
Per cantieri edili
[…]
2 Il Datore di Lavoro e il
Capocantiere si impegnano ad indirizzare costantemente i lavoratori ad
osservare ed obbedire a
tutte le regole e gli ordini
necessarie per una sicura
condotta del lavoro. […]
3 A tutti i lavoratori saranno fornite frequentemente
istruzioni per lavorare in sicurezza. Le istruzioni saranno
fornite ogni volta che si renderà necessario e comunque
almeno ogni 2 settimane.
4 I lavoratori dovranno evitare di assumere alcool, droghe
o altre sostanze in grado di ridurre la capacità di svolgere i compiti assegnati. A nessuno sarà permesso di
lavorare con le capacità e l’attenzione indebolite per
la fatica, il malessere o per altre cause che potrebbero
mettere a rischio la sicurezza del lavoratore e dei propri
compagni.
6 In occasione di lavori che prevedono di maneggiare,
movimentare trasportare materiali voluminosi ed inoltre
quando è necessario lavorare in più persone insieme,
utilizzando delle attrezzature, l’operazione non dovrà
essere improvvisata, ma dovrà essere organizzata preventivamente e tenuta sotto controllo dal caposquadra.
7 I lavoratori non dovranno mai, per nessun motivo,
entrare in botole, locali sotterranei, serbatoi, silos o altri
luoghi confinati che ricevono poca ventilazione, senza
essere autorizzati. Chi autorizza dovrà preventivamente
aver accertato che si può entrare senza pericolo. […]
9 I lavoratori non dovranno utilizzare (o manomettere)
macchine ed attrezzature elettriche o condotte d’aria o
acqua se ciò non è previsto dai loro compiti. Nel caso
ciò si rendesse necessario dovranno ricevere preventivamente specifiche istruzioni dal capocantiere o dal
Datore di Lavoro.
10 Tutte le scale portatili devono essere revisionate a cura
del Capocantiere almeno ogni settimana. […]
13 Si dovranno indossare calzature antinfortunistiche e gli
altri dispositivi di protezione individuale in buono stato.
In generale i lavoratori dovranno segnalare al capocantiere o al Datore di Lavoro qualsiasi deficienza dei DPI
per permettere la loro sostituzione. […]
Per informazioni più dettagliate sulle normative
di sicurezza negli ambienti di lavoro, cliccare su:
www.ulss5.it/contenuti_speciali/contspec_spisal
25
Prevenzione
Screening
un impegno per la cura dei tumori
I
Alessandra Stefani
l cancro della mammella, della cervice uterina e del colon retto sono tre dei
principali tumori che colpiscono la popolazione italiana.
In alcuni casi lo screening riesce ad evitare l’insorgenza del tumore, in altri
può salvare la vita. La diagnosi precoce, inoltre, consente di effettuare interventi
poco invasivi e non distruttivi.
Gli screening oncologici sono dunque un investimento per la salute che ha come
risultato una riduzione della mortalità. Essi sono una componente fondamentale
della sanità pubblica in quanto si ottengono risultati generalizzati: con lo screening di popolazione l’Azienda Sanitaria invita direttamente le persone, offrendo
un percorso che prevede un primo test ed eventuali accertamenti diagnostici o
trattamenti successivi.
Screening mammografico
Sappiamo che il cancro della mammella è il tumore più frequente fra le donne,
per incidenza e mortalità. L’obbiettivo principale dei programmi di screening
è ridurre la mortalità specifica per cancro della mammella nella popolazione
invitata ad effettuare controlli periodici. Secondo stime recenti dell’Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro, partecipare allo screening riduce del
35% la probabilità di morire per cancro della mammella.
I programmi sono rivolti alle donne fra i 50 e i 69 anni, che vengono invitate a
sottoporsi alla mammografia con intervalli biennali.
L’adesione è andata progressivamente migliorando nel corso degli anni, assestandosi attualmente attorno al 73%.
Screening alla cervice uterina
Ogni anno in Italia si registrano circa 3500 casi di carcinoma della cervice uterina. Fortunatamente negli ultimi vent’anni la mortalità per tumore dell’utero è
diminuita di oltre il 50%, certamente in virtù della prevenzione fatta con le campagne di screening del pap-test.
Questo programma si rivolge ad un target di popolazione femminile compreso
fra i 25 e i 64 anni e, il tasso di adesione della popolazione invitata, in questa
Ulss è di circa il 47%.
Screening del colon retto
In Italia i tumori del colon retto sono un rilevante problema sanitario e si collocano al terzo posto per incidenza tra gli uomini, al secondo fra le donne.
L’Ulss 5 ha ottenuto nel corso del primo round di campagna (due anni) un grande successo di estensione degli inviti coprendo una popolazione pari al 88%
delle persone comprese fra i 50 e i 69 anni di età.
Il tasso di adesione si è attestato intorno al 60%, il che significa che su cento
persone invitate sessanta hanno fatto il test del sangue occulto. Circa il 6% è
risultato positivo: a queste persone viene consigliata la colonscopia, esame
leggermente invasivo ma estremamente efficace che, in modo assolutamente
gratuito, garantisce al paziente un controllo efficace e la possibilità di essere
per almeno cinque anni al riparo da eventuali insorgenze di spiacevoli sorprese.
Questo è il primo screening rivolto sia alle donne che agli uomini e si è notato
che entrambi i sessi hanno risposto bene a questa opportunità di prevenzione.
26
agosto 2008
Prevenzione
Alcol: droga legale
I
l consumo di alcol, che nelle regioni
del Nord d’Italia è particolarmente
rilevante, costituisce un grave problema socio-sanitario.
L’Istituto Superiore di Sanità stima,
ogni anno, in Italia, circa 24.000 decessi
associati all’abuso di alcol (circa il 10%
dei decessi oltre il 20° anno di età sono
da ritenersi causati, in modo diretto o
indiretto, dall’alcol).
La mortalità attribuibile all’alcol riguarda principalmente lo sviluppo di cirrosi
epatica ed incidenti sulla strada, nel
lavoro e domestici.
Il 20% della popolazione beve in modo
problematico; il 7% sviluppa un problema di dipendenza alcolica (l’alcolismo
è caratterizzato dall’incapacità di controllare il consumo di alcol).
L’intossicazione da alcolici è inoltre
responsabile di una serie di problematiche sociali; nelle forme più gravi
è spesso accompagnata da disoccupazione o sottoccupazione, abbandono scolastico, comportamenti violenti
e relative sanzioni di natura legale,
disgregazione della rete di sostegno
familiare oltre ai già citati incidenti stradali e in ambito lavorativo.
Nel 2006 gli alcolisti in trattamento
al Dipartimento delle Dipendenze
Patologiche dell’Ulss 5 sono stati 321
e nel 2007 sono saliti a 338. Il dato
conferma la tendenza all’incremento
dell’ultimo quinquennio.
Questa maggiore affluenza al Servizio
è un dato di per sé positivo; studi longitudinali sul fenomeno “alcolismo”
hanno infatti dimostrato che l’alcolista
in trattamento ha buone probabilità di
controllare il suo problema.
Il Dipartimento ha effettuato, nel corso
degli anni, scelte organizzative che
hanno sempre più definito il Servizio
come punto di riferimento per le patologie da abuso e dipendenza alcolica
e le problematiche ad esse correlate.
Nel Servizio opera infatti una équipe
agosto 2008
le soluzioni per un problema sommerso
specifica di alcologia che, nel tempo,
ha diversificato le offerte terapeutiche
per renderle più consone ai bisogni
dell’utenza. Così oggi non vi è solo la
possibilità di usufruire di un’assistenza
ambulatoriale e di utilizzare le risorse
costituite dalle comunità terapeutiche
in convenzione, ma anche di beneficiare di iniziative di prevenzione primaria
sul territorio, e di creare sinergie significative con i gruppi di auto-aiuto appartenenti al volontariato (Club Alcolisti in
Trattamento e Alcolisti Anonimi).
È stato infine istituito un centro pubblico per alcolisti che attua trattamenti
riabilitativi intensivi in tempi mediobrevi con sede a Valdagno. Questa
struttura accoglie attualmente pazienti
in programma diurno ma ha la possibilità di attivare, a breve, cinque posti
letto per utenti residenti nell’Ulss 5.
Ancora oggi la stragrande maggioranza dei pazienti affetti da dipendenza alcolica non riceve alcun tipo
di trattamento; è importante dotarsi
di strumenti specifici ed efficaci che
consentano una corretta diagnosi e un
trattamento precoce, oltre ad operare
per il superamento della cultura del
segreto e della vergogna che purtroppo ancora permea ampiamente il
nostro contesto.
Caterina De Muri
Per informazioni:
Servizio per le Dipendenze di Valdagno
e Alcologia
Via G. Galilei,3 - Valdagno
tel. 0445 423384
fax 0445 423211
e-mail: [email protected]
Utenti alcolisti in carico nel Dipartimento
Dipendenze Patologiche Ulss 5
27
Prevenzione
Adolescenti
quando il rischio diventa pericolo
Q
uasi quotidianamente i media riportano notizie
che riguardano adolescenti con comportamenti “a rischio” in quanto causa, in modo
diretto o indiretto, di danno alla loro salute.
Dai comportamenti alimentari abnormi (anoressia,
bulimia) alla morte “da divertimento” (le stragi del
sabato sera, la violenza nello sport), dai comportamenti autolesivi (suicidio e tentativi di suicidio, tossicomanie) alle conseguenze di un’attività sessuale
precoce e promiscua, fuori da un contesto di stabilità
e maturazione affettiva (malattie a trasmissione sessuale, aborti).
E pur se non si può negare che la maggior parte di
questi comportamenti sono causati dalla “difficoltà
di crescere” propria dell’adolescenza, molti problemi
derivano dall’emergere di patologie psicologiche e
psichiatriche che esordiscono ad un’età sempre più
bassa rispetto al passato.
Sulla scorta di tali osservazioni il Movimento per i
Diritti del Malato ha organizzato lo scorso maggio, a
Montecchio Maggiore, una serata dal titolo “Quando
il rischio diventa pericolo” in cui si sono affrontati
questi temi in maniera critica grazie all’intervento di
operatori direttamente coinvolti in questo ambito. Un
secondo incontro è previsto per l’autunno.
Il dr. Claudio Busana, direttore del Dipartimento di
Salute Mentale, ha aperto la conferenza presentando
le attività del Dipartimento nell’ambito della cura
degli adolescenti con problematiche complesse e
gravi. Egli ha ribadito, tra l’altro, come siano diffusi
i problemi psichici. Da recenti studi è risultato che
il 10% della popolazione dei paesi occidentali va
incontro ad almeno un episodio depressivo nella
propria vita. Questi disturbi vanno curati e affrontati
come tutte le altre malattie senza pregiudizi o paure
immotivate.
Il dr. Enrico Ceccato, la dr.ssa Sonia Bardella, del
Dipartimento di Salute Mentale ed il dr. Gianni Zini
responsabile dell’Unità Operativa Prevenzione nel
Dipartimento Dipendenze dell’Ulss 5, sono intervenuti, focalizzando dapprima l’attenzione sull’adolescenza. Una fase evolutiva che presenta caratteristiche
specifiche in seno alle dinamiche psicologiche che
si sviluppano, ai compiti evolutivi che le spettano ed
alle crisi che si possono incontrare durante il percorso. Successivamente alle differenze ed analogie che vi
sono tra adolescenti semplicemente “in difficoltà” e
adolescenti portatori di una patologia, fino ad arrivare
ai veri e propri comportamenti devianti che costituiscono un grave pericolo per la salute dei ragazzi. Lo
“sperimentarsi in vari modi di essere” che caratterizza
l’adolescenza può includere manifestazioni di disagio
a volte difficili da individuare che segnano linee di
confine tra comportamenti a rischio, ma transitori,
e comportamenti che segnalano il manifestarsi di
disturbi importanti della crescita.
Claudio Busana, Enrico Ceccato, Gianni Zini
Lotta al tabacco
le iniziative dell’Ulss 5 per i giovani
L’
Ulss 5 mette in campo da anni
numerose iniziative per prevenire
l’abitudine al fumo tra i giovani
e per sostenere chi intende smettere di
fumare.
“Smoke Free Class Competition”, ad esempio, è un concorso europeo a premi per la prevenzione del fumo di tabacco nelle scuole. L’impegno degli
alunni, coadiuvati da un insegnante, consiste nel decidere di non fumare dal 1 novembre al 30 aprile.
Per questa iniziativa di prevenzione - promossa
dall’Unità Operativa di Prevenzione delle Dipendenze
28
agosto 2008
Prevenzione
Ispettorato micologico
L
un servizio gratuito per gli amanti dei funghi
a raccolta dei funghi è un’abitudine profondamente radicata nella nostra provincia. È noto a tutti,
però, il pericolo della possibile confusione fra
specie commestibili e specie velenose e della scorretta preparazione in cucina. Al fine di prevenire le intossicazioni, l’Ulss 5 fin dai primi anni ’90 si è occupata del
controllo micologico pubblico e, dal 1996, ha istituito
l’Ispettorato Micologico diretto dal Responsabile del
SIAN dr. Franco Rebesan, nell’ambito del Servizio
Igiene degli Alimenti e della Nutrizione.
Le funzioni principali dell’Ispettorato Micologico
sono:
a)in riferimento alla raccolta dei funghi epigei spontanei:
• Riconoscimento gratuito delle specie raccolte da
privati cittadini e determinazione dei funghi commestibili con rilascio di certificazione di controllo;
• Interventi formativi ed educativi diretti alla popolazione, alle scuole, attraverso corsi di formazione,
pubblicazioni e mostre micologiche;
b)in riferimento alla commercializzazione di funghi
spontanei, coltivati, freschi o conservati:
• Controllo e relativa certificazione dei funghi
spontanei freschi destinati alla vendita;
• Interventi formativi ed educativi diretti agli operatori del settore ortofrutticolo e della ristorazione;
• Vigilanza sugli esercizi di vendita di funghi freschi, secchi e conservati;
• Vigilanza sulle imprese di lavorazione e confezionamento dei funghi freschi, secchi e conservati.
Oltre all’attività di prevenzione, è garantita la colla-
borazione alle strutture ospedaliere in occasione di
presunte intossicazioni da funghi con interventi di
diagnosi micologica.
Norberto Righetto
guidata dal dr. Gianni Zini - è stata premiata quest’anno la classe II A della Scuola Media “Ita Marzotto
Garbin” di Valdagno.
Al concorso hanno partecipato in totale 391 studenti
delle scuole secondarie medie e 276 studenti delle
scuole superiori. Complessivamente nei vari progetti
di prevenzione al tabagismo sono stati coinvolti 1700
studenti del territorio. L’Unità Operativa di Prevenzione
delle Dipendenze dell’Ulss 5 ha distribuito inoltre a
fine maggio, a tutti gli studenti delle scuole medie una
matita con la frase vincitrice dello Smoke free class
2006/07 “niente fumo tutto sprint”.
Nell’ambito delle iniziative territoriali contro il tabacco,
vanno ricordati inoltre i corsi per smettere di fumare
a cui hanno partecipato più di 40 persone nel 2007.
Oltre a queste, altre 60 persone con dipendenza da
tabacco hanno partecipato ai corsi organizzati tra il
2007 e il 2008 dall’Associazione Liberi dal Fumo, nata
su iniziativa di ex fumatori che hanno partecipato ai
corsi organizzati dal Dipartimento delle Dipendenze.
Dal 2006 è infine attivo l’Ambulatorio Specialistico
per il Tabagismo presso l’Ospedale di Montecchio
Maggiore. Finora quasi 100 fumatori hanno beneficiato dell’intervento medico specialistico per il trattamento della dipendenza da tabacco.
agosto 2008
Alcune importanti raccomandazioni
È opportuno consumare funghi di sicura determinazione, pertanto, nel dubbio, fare controllare il raccolto dal personale preposto presso l’Ispettorato
Micologico dell’Ulss.
Nel caso di acquisto di funghi spontanei, accertarsi
che sulle cassette in esposizione sia applicata l’etichetta di avvenuto controllo del Micologo ufficiale.
Qualsiasi malessere dopo l’ingestione di funghi non
deve essere trascurato, anche se lieve e passeggero
o insorto a distanza dal pasto: rivolgersi senza indugio al pronto soccorso del più vicino ospedale.
In occasione di sospetto o accertato avvelenamento da funghi è importante conservare i residui dei
funghi cotti e/o crudi, per permettere al Micologo
la determinazione della specie eventualmente
responsabile.
Ispettorato Micologico:
Arzignano, Via Kennedy, 2 tel. 0444 475712- 475713
Valdagno, Via Galileo Galilei (ospedale vecchio)
tel. 0445 423118 - 423128
Il controllo dei funghi raccolti viene effettuato su
richiesta telefonica dal lunedì al venerdì, dalle ore
8,00 alle 14,00. Il servizio è gratuito.
Gianni Zini
Per informazioni:
Unità Operativa Dipendenze Patologiche
tel. 0445 423215 e-mail: [email protected]
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Prevenzione
Campagne vaccinali d’autunno
un servizio gratuito a tutela della salute
D
a settembre a dicembre 2008
l’Ulss 5 promuoverà una serie di
campagne vaccinali.
I primi a ricevere a domicilio un invito
per la vaccinazione antipneumococcica saranno i nati nel 1943. Si tratta di
un vaccino introdotto nell’Ulss 5 già da
alcuni anni, che ha interessato i nati a
partire dal 1931.
Sottoporsi a questa vaccinazione permette di prevenire alcune gravi infezioni delle vie respiratorie come bronchiti
e broncopolmoniti, nonché forme di
meningite che possono complicarsi
mettendo a serio rischio la salute.
Nel mese di ottobre saranno poi chiamati i ragazzi nati nel 1994. A loro
verranno proposte le vaccinazioni anti
difterica-tetanica-pertossica (richiamo) e la vaccinazione antimeningococco C (dose unica).
Queste due vaccinazioni sono somministrabili in unica seduta.
La dose di richiamo con vaccino triplo
(dTpa) è indicata sia per i ragazzi che
non hanno mai ricevuto in precedenza
la vaccinazione anti-pertosse, sia per
quelli che abbiano già contratto la
malattia in passato. Il richiamo a questa età è importante per mantenere
nel tempo l’immunità contro difterite e
tetano e - per quanto riguarda la pertosse - per prevenire lo stato di portatore faringeo del germe che potrebbe
essere trasmesso ai bambini più piccoli non ancora vaccinati e pertanto
più suscettibili di gravi complicanze in
caso di malattia.
Il vaccino contro la meningite da meningococco C, invece, dona un’immunità
persistente contro questa grave forma
di meningite batterica che colpisce
soprattutto dai 14 ai 25 anni.
In questa occasione sarà anche rilevata
la condizione immunitaria nei riguardi
della varicella. Se il soggetto risulterà
negativo per la malattia si provvederà
a fissare un successivo appuntamento
30
per la somministrazione del vaccino
anti-varicella (due dosi distanziate di
6 settimane una dall’altra).
Per chi non avesse già contratto la
malattia in passato, il vaccino diventa
importante in questa età poichè la
malattia è tanto più rischiosa quanto
più aumenta l’età di insorgenza.
A novembre, invece, le ragazze nate
nel 1996 che hanno già eseguito le
prime due dosi del vaccino anti-papillomavirus (HPV) saranno invitate per
la terza dose di vaccino. Si raccomanda di non mancare all’appuntamento
e non vanificare un ciclo vaccinale già
avviato e che consente, con il suo completamento, di prevenire una grossa
percentuale di tumori della cervice
uterina.
Infine, si raccomanda a tutti gli ultrasessantacinquenni e categorie a
rischio (diabetici, cardiopatici, asmatici, broncopneumopatici, etc.), di aderire alla annuale campagna vaccinale
anti-influenzale che inizierà verso la
metà di ottobre presso i Medici di
Base e continuerà fino a fine dicembre
presso tutte le Sedi Vaccinali dei Punti
salute dell’Ulss.
Aderire alle campagne vaccinali significa fare un grosso investimento in salute: molte di queste malattie sono difficilmente curabili una volta contratte.
I vaccini sono ben tollerati dal nostro
organismo, anche se possono dare
una lieve reazione nel punto di somministrazione e, più raramente, una reazione generale con lieve malessere e
febbre, di solito di breve durata e che
si risolve facilmente con un antipiretico.
Reazioni più gravi sono
estremamente rare.
Rinaldo Zolin
agosto 2008
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ULSS5_2008_N 2