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Trattamento familiare psicoeducativo
• Intervento psicologico che ha lo scopo di
migliorare la qualità di vita del paziente e del suo
nucleo familiare
• Fa attenzione al sistema di relazioni familiari
ma tiene anche conto dei fattori biologici e
psicologici implicati nei disturbi mentali gravi
Modello di integrazione stress e vulnerabilità
nella genesi degli episodi di schizofrenia
Soglia di vulnerabilità dopo l’intervento
Trattamento sociale
Trattamento biomedico
Vulnerabilità
di base
Eventi acuti stressanti
Stress “quotidiano” (familiare, lavorativo, sociale)
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Intervento bio-psico-sociale
Scopi
• Aumentare le abilità di un individuo di affrontare con
successo le situazioni difficili
• Riequilibrare gli aspetti biologici associati alla schizofrenia
• Aumentare i punti di forza familiari e sociali su cui
l’individuo vulnerabile può contare
• Aumentare le abilità del nucleo familiare di affrontare le
situazioni difficili
• Ridurre le tensioni nell’ambiente di vita dell’individuo
vulnerabile
Intervento psicoeducativo familiare
Influenze
• Studi su:
Emotività familiare espressa
Carico familiare
Strategie messe in pratica per far fronte allo stress
Schizofrenia e familiarità
• Teoria della vulnerabilità genetica alla schizofrenia
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Teoria della vulnerabilità
genetica alla schizofrenia
La schizofrenia si rende evidente in persone geneticamente
sensibili a svilupparla sotto l’effetto di fattori stressanti
(acuti o di lunga durata). Essa tende ad avere un decorso
episodico e può cronicizzarsi prevalentemente sotto
l’influsso di fattori socio-ambientali.
Caratteristiche comuni “di successo” degli
interventi psicosociali nella schizofrenia
• Adesione al modello stress-vulnerabilità alla schizofrenia
• Uso di terapia farmacologica
• Inizio dell’intervento durante o subito dopo un episodio acuto
• Sviluppo di una alleanza costruttiva tra famiglia e operatore di riferimento
• Partecipazione del paziente ad almeno alcuni degli incontri familiari
• Conduzione di almeno alcuni degli incontri a domicilio
• Conduzione di almeno qualche seduta informativa
• Orientamento cognitivo-comportamentale con enfasi su temi quotidiani
• Miglioramento delle abilità familiari di problem solving
• Cambiamento nelle modalità di comunicazione
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Gli interventi psicoeducativi familiari
• Sono di provata efficacia
Ricadute a 9 mesi: 6-23 % vs. 40-53 %
con un altro intervento
Ricadute a 2 anni: 17-44 % vs. 59-83 %
con un altro intervento
• Sono raramente offerti ai familiari dei pazienti con
disturbi psicotici in condizioni di routine
0-15 % in Europa
8% nei servizi di salute mentale italiani
Intervento psicoeducativo familiare
Obiettivi
• informare i familiari sui disturbi del paziente e i possibili
trattamenti
• aiutare i familiari a migliorare le abilità di comunicazione
• aiutare i familiari ad affrontare le situazioni problematiche
• incoraggiare i familiari ad avere interessi sociali
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Intervento psicoeducativo familiare
Fasi principali
• Aggancio del nucleo familiare
• Valutazione individuale
• Valutazione familiare
• Sedute informative
• Sedute sulle abilità di comunicazione
• Sedute sulle abilità di risolvere problemi/raggiungere
obiettivi
Intervento psicoeducativo familiare
Fasi principali
• Aggancio del nucleo familiare
• Valutazione individuale
• Valutazione familiare
• Sedute informative
• Sedute sulle abilità di comunicazione
• Sedute sulle abilità di risolvere problemi/raggiungere
obiettivi
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Strumenti della fase di informazione
• Preparazione/documentazione dell’operatore
• Valutazione del grado di conoscenza da parte di ciascun familiare
• Valutazione della storia clinica e dello stato psicopatologico del paziente
• Uso di ausili didattici (schemi scritti, audiovisivi, opuscoli informativi, etc.)
• Consulenza di esperti
• Verifica delle informazioni nel tempo
Sedute informative
• sui disturbi del paziente
• sul riconoscimento dei segni iniziali di crisi
•sui farmaci
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Elementi dell’intervento farmacologico
• Informazione sul trattamento farmacologico
• Strategie per migliorare l’adesione al trattamento
•Trattamento mirato a seconda delle condizioni dell’utente
• Monitoraggio dei segni iniziali di crisi
• Gestione dello stress
Riconoscimento dei segni iniziali di crisi
• presentazione/revisione dell’argomento trattato nella seduta
precedente/eventuali domande di chiarimento
• introduzione dell’argomento “segni iniziali di crisi”: cosa sono,
perché è utile saperli riconoscere
• chiedere la collaborazione del paziente-esperto e dei suoi familiari
• mostrare lo schema dei segni iniziali e spiegarlo ai presenti
• chiedere al paziente e ai suoi familiari di cercare di descrivere tre
segni iniziali di crisi sulla base della storia precedente
• distribuire e spiegare la Scheda dei Segni Iniziali di Crisi e invitare
il paziente a compilarlo nel corso della seduta (una copia va data al
familiare-chiave e una va conservata nella documentazione del
paziente)
• dare un feedback ai partecipanti per la partecipazione
apprezzandone gli sforzi
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Sedute sulle abilità di comunicazione
• Esprimere sentimenti piacevoli
• Fare richieste in maniera positiva
• Esprimere sentimenti spiacevoli
• Ascolto attivo
Sedute sulle abilità familiari di risolvere
un problema/raggiungere un obiettivo
• Definire esattamente il problema/obiettivo
• Elencare le possibili soluzioni senza commentarle
• Analizzare i pro e i contro di ciascuna soluzione
proposta
• Scegliere la soluzione “migliore”
• Fare un piano per metterla in pratica
• Verificare se il piano sta funzionando
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Trattamento familiare psicoeducativo