Da dove parte James Hillman
per arrivare alla sua analisi?
Dalla teoria della personalità di Carl Gustav Jung
Da Jolande Jacobi, LA PSICOLOGIA DI C.G. JUNG
Boringhieri, 1973
Da James Hillman, LA FORZA DEL CARATTERE
Adelphi, 2000, pag. 212
Carattere
Segno distintivo, qualità propria che contraddistingue una persona,
un organismo, un fenomeno da altri
Dal Vocabolario della lingua italiana Treccani
Dal latino Character
a sua volta dal greco Kharakter nel senso di “impronta”
cioè qualunque segno mediante cui si ottiene il risultato di
distinguere cose e persone
Ecco come Hillman elabora e sviluppa la radice del significato:
Il carattere, dunque, conferma, anzi esalta ciò che è unico,
singolare, strano. Poichè il carattere situa l’individualità nei
segni di differenza osservabili, l’eccentricità diventa una
necessità del carattere
Il carattere è rappresentazione. Richiede un linguaggio
descrittivo (aggettivi: per esempio “tirchio”, “acuto”,
“saccente”; avverbi: per esempio “lentamente”,
“accuratamente”, “deliberatamente”)
Per indagarlo occorre un’intelligenza di tipo complesso, ce
sappia percepire la giustapposizioni degli strati alla stregua di
una immagine poetica o pittorica
È percepibile come immagine. E’ esposto alla vista come
stile, abitudine, gesto, disposizione, costituzione, portamento,
presenza. … In quanto immagine il carattere va immaginato
Il carattere sta agli anni della vecchiaia come la vocazione
individuale sta agli anni giovanili; da senso e scopo ai
cambiamenti introdotti dall’invecchiamento.
Il carattere è un’idea terapeutica
Da James Hillman, LA FORZA DEL CARATTERE
Adelphi, 2000, pag. 268-271
Da James Hillman, LA FORZA DEL CARATTERE
Adelphi, 2000, pag. 11-12
Da James Hillman, LA FORZA DEL CARATTERE
Adelphi, 2000, pag. 19
Da James Hillman, LA FORZA DEL CARATTERE
Adelphi, 2000, pag. 177
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