SCOUT Anno XXXVI - n. YY X novembre 2010 Settimanale Poste italiane s.p.a. Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA
so mmario
3 Parliamodi…NuoviInserti
Direttoreresponsabile:Sergio Gatti
Redattorecapo:Paolo Vanzini
Progettograficoeimpaginazione:Roberto Cavicchioli
5 Osservareperaiutare
In redazione:MartinaAcazi,MauroBonomini,LucioCostantini,
DarioFontanesca,GiorgioInfante,ChiaraFontanot,
StefanoGarzaro,DamianoMarino,StefaniaMartiniello,
donLucaMeacci,SaraMeloni,EnricoRocchetti,IsabellaSamà,
SimonaSpadaro,SalvoTomarchio,JeanClaudioVinci.
6 Lamiaamica(im)perfetta
7 Cortesiepergliospiti?
8 Lelinguedegliuomini
10 Lealtà,unvalorefuoriedentrolosport
Disegni di:MartinaAcazi,RobertaBecchi,ChiaraBeucci,
FrancoBianco,FavioBodi,RiccardoFrancaviglia,
IsaccoSaccoman,SimonaSpadaro,JeanClaudioVinci.
12 SanGiorgioregionaleinToscana
14 LaMagnaCharta
Fotografie di:ArchivioAvventura,MartinaAcazi,
MauroBonomini,GiorgioCusma,CamillaLupatelli,
GiampieroMariottini,PaoloRuffini,IsabellaSamà,
Archivideglieventiriportati,Archiviostock.xchng®
16 Ilgrandesogno
18 Mailmareèsemprepiùblu
21 AugustoDelpino,Csq.investigatore
Copertina:disegnodiTommasoPedullà
22 Jamboree:Cheneditediuna
Perscrivere,inviaremateriale,corrispondere
conAvventuraeccoilrecapito
dariportareesattamentesullabusta:
Redazione di Avventura c/o Paolo Vanzini
Via Luca della Robbia, 26 – 41012 Carpi (MO)
Email:[email protected]
SpecialitàdiSquadriglia?
24 Jamboree:ènatouncontingente!
26 LETTEREperDISCUTERE
Avventuraonline:www.agesci.org/eg
27 COLORIAMOL’ITALIADIIMPRESE
Manoscritti,disegni,fotografieecc.
inviatiallaredazione,nonvengonorestituiti.
miniposter staccabile
31 LETTEREperDISCUTERE
32 B.A.?BAH!
34 PAROLAdiGUIDA
36 AstuzieEspressive
40 L’artedellamanutenzionedelmateriale
42 Nonsinasce...imparati
44 J.O.T.A.&J.O.T.I.
46 ScoutingonWEB
47 SEGNALIdiSCAUTISMO
48 POSTAperVOI
2
Graziea:MarcoLeonardieaicorrispondenti
ecollaboratoridiAvventura.
50 TOPOdiBIBLIOTECA
51 SPAZIOE/G
55 LapenultimadeiCaimani
56 L’ultimadeiCaimani
INSERTO
SpecialitàdiSquadriglia:Internazionale
Continuate a scrivere, inviare osservazioni e pareri, criticare... Gli inserti in fondo vi
piacciono perché siete stati voi a costruirli nel
tempo, a modificarli, a cambiarli.
BuonaCacciaebuonalettura!
acuradiDarioFontanesca-fotoArchivioGuidonciniVerdi
Si tratterà di esempi pratici, di attività realmente vissute e realizzate, ma si leggeranno
anche brani che illustrano quel che si può sviluppare in generale all’interno di un progetto
di conquista di una Specialità di Squadriglia.
Altro spazio sarà doverosamente dedicato a
tutte quelle Specialità individuali che possono far comodo, agevolare la conquista della
Specialità di Squadriglia, sempre evidenziando
che non bisogna irrigidirsi e che molto dipende
dal tipo di progetto che si vuole strutturare.
E poi finestre su come andare a caccia dei
dettagli relativi alla Specialità, e infine non
mancherà l’angolo dei riferimenti bibliografici
che spesso si rivela fondamentale per l’approfondimento tecnico.
Si continuerà (o perlomeno l’intento è questo) ad aumentare le parti grafiche (foto, disegni, box), a rendere l’inserto davvero come voi
ci scrivete di volerlo: sintetico e chiaro nelle
parti scritte, semplice, ma allo stesso tempo
accattivante nei disegni.
parliamodi...
E
bbene si, è giunta l’ora!
Le nostre “fonti”, sparse in tutt’Italia
ci hanno fornito la stessa versione da
più regioni: Avventura ha miseramente fallito!
Nonostante la tecnologia antispionaggio, le
tecniche di evasione comunicativa, le manovre
diversive questa Redazione ha fallito tremendamente nell’operazione “Sorpresa!”.
Il contagio era facile a prodursi, migliaia
di Esploratori e Guide affetti da un profondo
disturbo del comportamento definito “Mania
dell’inserto”.
Sebbene il nostro sforzo sia stato notevole, sin da subito si è sparsa la voce di una
nuova serie antimania, una nuova collana per
sedare la fame d’inserto e altrettanto presto in
molti hanno indovinato il “ceppo”, la natura,
l’essenza di questo nuovo vaccino (ma sono in
molti a pensare che in realtà non si tratti di
un vaccino, ma di una sostanza proibita, che
sia tutta una sporca manovra degli “alti vertici
associativi” per tenere buoni, per mantenere
la dipendenza dei poveri E/G affetti).
Il 2010 vede nascere la serie dedicata alle
Specialità di Squadriglia, una serie che vedrà
un’impostazione coerente e costante, vi saranno spunti e articoli con esempi di Missioni e
Imprese, per dare un’idea di come organizzarsi
per la specialità di Squadriglia trattata.
3
Cara redazione di Scout Avventura,
mi chiamo Elena (…), sono Scout di Torri
di Quartesolo dall’inizio di quest’anno e mi
piacerebbe leggere questa rivista ogni settimana, perciò vorrei farmi l’abbonamento settimanale.
Grazie, Elena.
testoefotodiPaoloVanzini
Ho trovato questa brevissima lettera nella
cassetta della posta qualche settimana fa, e
mi ha colpito profondamente.
Grazie Elena, non sai quanto ci piacerebbe
poter pubblicare settimanalmente la nostra
rivista: sarebbe un’occasione splendida per costruire con voi lettori un dialogo, uno scambio
continuo, e trasformarla nel vostro mezzo di
comunicazione preferito.
La realtà è che purtroppo la nostra Redazione ha possibilità molto più limitate, e quindi
Avventura si è sempre fermata a 8 o 9 uscite
all’anno.
4
Quest’anno però, come vi sarete accorti, le
cose sono andate molto peggio: nel mese di
Marzo, in seguito all’abolizione delle tariffe
postaliagevolateperl’editoriano
profit, abbiamo dovuto far fronte a un aumento
spropositato delle tariffe postali.
Nei primi mesi si parlava addirittura di un
aumento di 6 volte il costo di ciascuna spedizione. Naturalmente l’associazione ha fermato
tutto, per non esaurire i fondi con una sola
spedizione.
Poi sono passati i mesi e si sono susseguiti
i tentativi, ma con questo numero che avete
tra le mani di fatto chiudiamo l’anno più difficile da quando Avventura esiste. Un numero
un po’ strano, come vedrete, perché racchiude
articoli che avrebbero dovuto comparire su tre
differenti numeri.
Nei giorni scorsi abbiamo finalmente rifatto
i conti, e quindi oggi posso dirvi che, finalmente, l’anno prossimo si riparte.
Un piccolo taglio c’è: dovremo fermarci a 7 numeri in un anno, ma
ne avremo a sufficienza per raccontare i Reparti italiani e tutto
quello che avverrà intorno a noi,
da Coloriamo l’Italia di Imprese al
Jamboree 2011 in Svezia.
Teneteci d’occhio, dunque: questa lezione ci ha fatto capire che
è ora di mettersi al lavoro per affiancare al nostro giornale preferito altri canali di comunicazione,
primo tra tutti il web.
Stiamo progettando uno spazio
online che ci permetta di essere
in contatto continuo con voi, di
allargare gli spazi disponibili, aumentare le rubriche possibili, migliorare in tempestività e soprattutto darvi tanto tanto di più.
È il momento di raccogliere le
idee: fateci sapere cosa vi piacerebbe trovare su Avventura on
line, e preparatevi perché in quello spazio i protagonisti sarete voi!
Scriveteci, proponete e mandateci
tante idee e materiale.
Nei prossimi mesi ne vedremo
delle belle! Stay tuned!
M
Ma aiutare gli altri,
cosa significa in concreto? Non è così
semplice come si
pensa, sapete?
Perché per aiutare qualcuno che ci
sta vicino, prima di
tutto dobbiamo capire quale siano i suoi
bisogni.
E per sapere di
cosa necessita
dobbiamo essere attenti, dobbiamo saper
ascoltare.
Insomma,
dobbiamo
saper osservare. Perché se non stiamo attenti a chi ci
sta accanto, come facciamo a sapere di cosa
ha bisogno?
Quando ero piccolina aiutavo mio papà a fare
dei piccoli lavoretti in cantina e un giorno decisi di spostare tutti i barattoli delle vernici
per ripulire il ripiano dove si trovavano e per
poi risistemarli ordinatamente (secondo un
mio ordine!).
Ancora ricordo la faccia imbarazzata del mio
papà, quando terminai il lavoretto: era contento perché lo stavo aiutando ma aveva appena capito che avevo scombinato l’ordine dei
barattoli, mischiando così anche l’ordine dei
colori che lui aveva fissato, per poterli usare
in maniera più semplice. Insomma, non mi ero
resa utile perché non avevo intuito quale fosse
il reale bisogno di mio padre.
È stato solo un piccolo episodio, ma che mi
è servito per capire bene che se volevo aiutare
una persona dovevo prima rendermi conto di
cosa avesse bisogno e di cosa potessi fare io
per lei.
In aggiunta ci tengo a precisare che quando abbiamo vicino qualcuno che può aver bisogno del nostro aiuto, non fa differenza chi
sia: grande o piccolo, che ci sia simpatico o il
compagno di classe con cui non andiamo tanto
d’accordo. Tutti meritano il nostro aiuto!
L’ultima raccomandazione che vi faccio è:
aiutiamo gli altri in maniera silenziosa. Nel
senso che non dobbiamo farci “pubblicità”
quando ci impegniamo ad aiutare gli altri. Lo
dobbiamo fare nel silenzio della discrezione,
sia per non sentirci al di sopra degli altri, sia
per non mettere in difficoltà chi sta ricevendo
il nostro aiuto, perché il nostro gesto è spontaneo e viene dal cuore.
diSaraMeloni-disegnidiSimonaSpadaro
i sono sempre chiesta perché il terzo articolo della Legge Scout affermasse qualcosa del tutto scontato:
“La Guida e lo Scout si rendono utili e aiutano
gli altri”. E sapete perché mi sembrava inutile,
come articolo? Perché, in realtà, c’è già la Promessa che afferma lo stesso principio.
Quando infatti viviamo il grande momento
della Promessa Scout, promettiamo “di aiutare
gli altri in ogni circostanza…”.
La risposta che mi sono data è che essendo
un principio così essenziale si è sentita l’esigenza di affermarlo doppiamente, di rimarcarlo.
versoilJamboree
OSSERVARE
PERAIUTARE
5
versoilJamboree
diSaraMeloni-disegnidiSimonaSpadaro
m
i
Lamiaamicaperfetta
“La mia amica è bella, brava
buona e intelligente. Non ci litigo
mai, quando mi serve un aiuto è sempre
pronta a darmelo e ascolta ogni parola
che dico!”
Se avete letto fin qui
avrete due opportunità:
o state pensando che
sono fortunatissima o state pensando che
sono matta.
In realtà ho riportato solo le parole di
qualcun altro che mi hanno colpito per il
semplice fatto di essere così distante dalla mia
situazione. Perché la mia amica, quella vera,
non è per niente perfetta. Abbiamo spesso
opinioni differenti sugli stessi argomenti e
quindi ogni tanto discutiamo; abbiamo gusti
e modi di fare differenti che alle volte non si
incontrano.
Eppure è una persona speciale, che mi ha a
cuore come io ho a cuore lei. E’ diversa da me,
tanto diversa, ed è proprio questo che ci ha
unite così tanto.
6
Sono convinta sempre di più che non sia
stata io a sceglierla, così come non è stata
lei a scegliere me. Ci siamo trovate lungo
le nostre Strade e abbiamo imparato ad
accoglierci e a volerci del bene. Non tanto
dicendoselo, ma dimostrandolo!
E’ l’amore per gli altri che ci aiuta ad
avere accanto anche persone tanto
diverse da noi. Perché, in fondo, è la
condivisione degli ideali di vita che
rafforza i nostri legami.
Vi siete mai chiesti perché le
amicizie nate all’interno di ambienti scout
durano sempre tanto e sono così forti? E come
mai con alcuni compagni incontrati
lungo il sentiero sia così facile
condividere molte esperienze?
Oppure perché, appena arrivati ad
un campo di competenza, con 40 volti nuovi
(ma tutti con il fazzolettone al collo) bastano
un paio di ore per istaurare un’atmosfera
davvero calda?
Perché tutti abbiamo fatto una scelta in
fondo uguale. Abbiamo deciso di vivere appieno
gli ideali della Promessa Scout. Amiamo tutti
dormire in una tenda e passeggiare per i
boschi; per non parlare di come stiamo bene
intorno al fuoco e di come ci divertiamo a fare
i ban o a impegnarci per vincere le gare di
Squadriglia.
Dovremmo anche essere capaci, proprio per
questo “allenamento” che facciamo, di essere
aperti e accoglienti anche nei confronti di chi
ha fatto scelte diverse dalle nostre. Il nostro
compagno di classe, per esempio, che non
ha scelto di venire in Reparto con noi perché
preferisce andare a giocare a pallone. (fig.
“amici”) Certo, non è così semplice e immediato
essere “amici di tutti”, però è uno dei nostri
obiettivi. E quale migliore allenamento se
non l’avventura del prossimo Jamboree?
Saremo in tanti: tante nazioni,
tante etnie, tanti colori della
pelle, tante abitudini e diverse
tradizioni. Ma saremo tutti
fratelli, ve lo garantisco io!
viso la coppetta di gelato con Marzia e ha rinunciato al secondo bicchiere di aranciata per
lasciarlo all’altra ospite.
Marzia è andata via un po’ prima perché aveva più strada da percorrere per arrivare a casa.
E quando io e Maria siamo rimaste sole, non ho
tardato a farle le mie rimostranze sull’invito di
Marzia a cena.
Maria mi ha detto: “Sai che bisogna essere
sempre cortesi con gli ospiti? Ho incontrato
Marzia sulla strada davanti a casa tua e quando le ho detto che stavo venendo a cena da te
e ho capito che si era rattristata per il fatto
di non esser stata chiamata, ho pensato di invitarla”.
Ed io, che ho sempre la risposta pronta, le ho
ricordato che nessuno aveva invitato Marzia e
che gli ospiti sono i benvenuti se sono invitati. Così Maria mi ha spiegato che la figura
dell’ospite è del tutto particolare: è ospite chi
accogliamo presso di noi; ma siamo ospiti anche noi. Nel senso che si chiama “ospite” chi
viene ospitato, così come chi ospita.
Dopo questo giro di parole, ero veramente rintontita. Mi è venuto da pensare, però,
all’anno prossimo, quando saremo ospiti della
Svezia per il Jamboree. Da tutto il mondo arriveranno gli ospiti, ma anche gli Svedesi saranno ospiti stessi. E se bisogna essere cortesi
con gli ospiti, lo dovremo essere noi con loro e
loro con noi. Sarà una bella prova di fratellanza e cortesia. Non vedo l’ora!
E a pensarci bene, anche Marzia, la prossima
volta, sarà la benvenuta.
diSaraMeloni-disegnidiSimonaSpadaro
tasera a cena avevo invitato Maria, la
capo Squadriglia, ed avevo preparato un
menù da leccarsi i baffi. Insieme a mamma, avevamo tirato fuori le posate più buone,
i bicchieri a calice e i piatti che ci ha regalato
la nonna. In tavola c’era una tovaglia bianca
splendente e tutto era già sistemato. Si sentiva un buon odorino e non vedevo l’ora che
arrivasse Maria. L’avevo invitata perché con lei
mi trovo proprio bene. È una capo esemplare, tiene unita tutta la Squadriglia, nonostante tra di noi ci siano persone che non
vanno sempre d’accordo, anzi! C’è Marzia
che si dà sempre un sacco di arie e spesso
cerca di lavorare meno degli altri. Così capita di alzare la voce perché bisticciamo.
Ed è per questo che a cena avevo invitato solo Maria.
Ma con mia sorpresa, quando sono andata
ad aprire la porta, insieme a Maria c’era
anche Marzia. Ho strabuzzato gli occhi e
forse se ne sono anche accorte le ospiti.
E poi in fretta e furia ho dovuto aggiungere un piatto in tavola, le posate anche per lei e abbiamo dovuto ridimensionare
le porzioni della lasagna. Insomma, una vera
scocciatura. Maria invece è stata gentile con
tutti, durante la serata. Volentieri ha condi-
versoilJamboree
CORTESIEPERGLIOSPITI?
S
7
Lelinguedegliuomini
di Don Luca Meacci, AE Nazionale Branca E/G Agesci - disegni di Martina Acazi
H
8
o un momento libero e tranquillo,
non ci sono particolari scadenze,
quindi chiudo gli occhi e provo a immaginare come sia stata la vita di quella prima comunità cristiana di quel tempo, dopo Pasqua, quando il Signore Gesù risorto dai morti
aveva promesso che dopo la sua salita al cielo,
avrebbe mandato il suo Spirito…
…era ormai vicina la festa di Pentecoste,
una festa solenne importante dove ogni ebreo
faceva di tutto per salire in pellegrinaggio a
squa; mentre in ebraico indica le Settimane,
cioè la Shavout che commemora la consegna
della Legge da parte di Dio a Mosè sul monte
Sinai (Es 19,16 – 20,17). Ma Shavout è una festa doppia, infatti è anche la festa delle primizie (Es 23,16; Nm 28,26)) cioè della raccolta
dei primi frutti della primavera.
Gerusalemme. Vedo in lontananza Giovanni, mi
avvicino e vedo che è indaffarato a preparare le ultime cose prima della partenza, quindi
non chiedo niente ma osservo e cerco di aiutarlo nel preparare il bagaglio, che è particolare perché viene anche Maria, la Madre del
Signore.
Al mattino, di buon ora per sfruttare
le ore più fresche del giorno, ci mettiamo in cammino e dopo qualche giorno di
cammino arriviamo a Gerusalemme. La
città è in festa, c’è tanta gente arrivata
da ogni dove: dalla Panfilia, dalla Mesopotamia, dalla Frigia, perfino da Roma,
alcuni vestiti in modo strano, come gli
Arabi, o i Cretesi.
Tutta questa gente salita a Gerusalemme per partecipare ad una
festa importantissima. Il termine
Pentecoste per gli ebrei di lingua
greca indica i 50 giorni dopo la Pa-
bussiamo alla porta del cenacolo, ci apre una
donna e ci fa entrare ma subito chiude la porta, poi ci spiega che hanno ancora paura di
essere arrestati dagli ebrei. Giunti nella sala
principale veniamo accolti con molto calore e
affetto, tutti si scambiano il bacio della pace.
Seguo Giovanni e Maria e cerco di non perderli di vista, dato che ci sono tante persone
ed eccoci arrivare nella parte alta della città e
Ma quando parla lei, quando a parlare è Maria, tutti tacciono e ascoltano devotamente le
sue parole, il dolore che ancora affiora per la
morte del figlio, ma sul suo volto vedo che non
c’è tristezza, il suo sguardo è gettato lontano;
il suo volto diventa sereno, sorridente quando
racconta di tutte le volte che il Figlio risorto
le è apparso e ha parlato con lei.
Gli apostoli e gli altri ascoltano, comprendono che il loro Signore non li ha abbandonati, anche loro hanno avuto visioni, avvertono
che qualcosa deve cambiare nella loro vita, ma
sembra che non abbiano il coraggio di uscire
sicuri, forti, coraggiosi, da quel grosso portone che chiude saldamente quella sala.
Consumiamo il pranzo insieme e dopo il riposo Pietro richiama tutti alla preghiera.
Il silenzio avvolge la sala del cenacolo, anche io prego con loro anche se i
miei occhi cercano di cogliere le varie espressioni dei presenti, il
silenzio è talmente
avvolgente che
da dentro la sala
non si sente
niente della
confusione
che
c’era
fuori per la
festa di Pentecoste.
Ma ad un certo momento un boato, un fragoroso
rumore scuote la sala e tutti noi, nonostante le porte chiuse entrò nella sala un forte
vento, sembrava il preludio ad una catastrofe,
ma subito dopo, portato dal vento, una scia
di fuoco che poi si frantumò in tante piccole
fiammelle che andarono a posarsi sulla testa
dei presenti.
La paura scomparve, ora era per tutti chiaro,
si stava realizzando quanto Gesù aveva promesso: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà
un altro Consolatore perché rimanga con voi
per sempre, lo Spirito di verità che il mondo
non può ricevere, perché non lo vede e non lo
conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora
presso di voi e sarà in voi.” (Gv 14,16-17).
Su tutti scese lo Spirito Santo, i loro volti
cambiarono d’aspetto, la felicità e la speranza ora erano ben visibili nei loro occhi; Maria,
come nel suo stile, custodiva tutto nel suo
cuore, per lei era un’ulteriore certezza: lo Spirito di Dio ancora una volta scendeva nel suo
cuore, di madre, di sposa, di discepola.
Pietro non indugiò un attimo, subito si
precipitò alla porta del Cenacolo che spalancò velocemente, fino a sorprendere e impaurire quelli che erano fuori in quel momento,
insieme agli altri undici raggiunse la piazza
e salito su di un carro iniziò ad annunciare a
tutti il Vangelo.
Era sorprendente vedere come tutti comprendevano le sue parole, nonostante le provenienze più diverse, tutti comprendevano la
Buona Notizia che Pietro e gli altri stavano annunciando: era come ridare legna ad un fuoco
sopito. Tutti ricordavano, chi non sapeva chiedeva... era iniziata l’avventura della Chiesa.
La nostra Pentecoste si innesta nella festa
ebraica, ma si caratterizza per una grande novità: non festeggiamo la consegna di tavole
dove la Legge è scritta, ma festeggiamo
Dio che mediante il Suo Spirito prende
dimora dentro di noi e diventa “legge” d’Amore per tutta la nostra
vita; non si celebra la raccolta delle primizia, ma la vita
della Chiesa,
l’annuncio e
la testimonianza del
Vangelo, sono
la vera “primizia”.
Quel prodigio, dove tante persone, provenienti da
Paesi diversi, comprendono lo stesso messaggio d’amore che è il Vangelo…..allora come
non pensare al prossimo Jamboree in Svezia
nell’estate del 2011: scout di tutti i Paesi del
mondo uniti da un grande ideale di fraternità… Una nuova Pentecoste ?
Ma tu ti sei iscritta/o?
Ti aspetto al Jamboree.
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Lalealta,unvalore
fuoriedentrolosport
di Don Luca Meacci, AE Nazionale Branca E/G Agesci - disegni di Elisabetta Damini
S
10
embra strano, ma quando certe parole
le senti di frequente, ti sembra di conoscerne il significato, cosa vogliono
dire, ma poi se ci pensi bene e il significato
vero e originale ti sfugge. Sapresti fare un
esempio per spiegare, ma il senso profondo
ti sfugge.
Quante volte ci è stato ricordato che
lo scout è leale, oppure che nel gioco
dobbiamo essere leali.
Questa parola sentita e risentita,
che evoca atteggiamenti importanti,
unici che ci caratterizzano come scout,
ma in primo luogo come persone, fa
parte del nostro vivere.
Quante volte ci è capitato di ascoltare
o pronunciare la Legge scout? Tantissime
volte, quindi è necessario fermarsi un
attimo, prendere un buon vocabolario
e andare a cercare la definizione:
“Lealtà: Onestà dichiarata e ammirevole, costantemente associata a
franchezza e a sincerità”. Quindi
la lealtà è qualcosa che è legato con
l’essere onesti, franchi nel parlare, cioè sinceri, veri. Essere leali vuol
dire essere onesti nel
comportamento;
una parola
che
im-
pegna vari ambiti della
nostra vita. Anche
nella Bibbia ci
sono riferimenti alla “lealtà”,
prima di tutto al
comportamento di
Dio perché il primo
ad esserlo è proprio
Lui.
È fedele alla Legge,
è fedele al patto di
Alleanza, la parola
data, le promesse
fatte sono una garanzia. Dallo stile di
Dio, discende il comportamento dell’uomo che è chiamato
a comportarsi come
Dio si comporta con
lui. Vivere secondo
questo modo di essere di Dio, non è sempre
facile; per l’uomo è un costante impegno.
Diciamoci la verità, qualche volta avvertiamo la lealtà quasi come un limite, un ostacolo che ci impedisce di andare avanti.
Quante volte durante i giochi ci è capitato di trovare una “scorciatoia” per vincere
senza problemi? Se ben ricordo eravamo
nell’Appennino toscano, Campo di Reparto,
con sorpresa di qualcuno la Squadriglia con il
maggior punteggio per il trofeo di campo, era
la Squadriglia femminile dei Delfini; avevano
vinto di tutto: la gara di cucina, il torneo di
scout-ball, anche la prova di orientering...
sullo stile non ne parliamo. Si profilava una
vittoria netta su tutte le altre e questo non
era per niente accettato dalla Squadriglia maschile dei Leoni posizionata al secondo posto
ma con un abbondante distacco.
Si era oramai agli ultimi giorni di campo,
restava da fare il Grande Gioco e secondo le nostre tradizioni, era suddiviso
in tante fasi e prove, quindi poteva
assegnare tantissimi punti
che potevano anche ribaltare la classifica generale
del campo, in base a chi
vinceva più prove.
La tensione si percepiva, bastava un nulla
che subito scoppiavano
contrasti, alleanze strane
contro quella o quell’altra Squadriglia. Un capo
aveva perfino suggerito
di sospendere il trofeo di
campo e il GG, ma questa
proposta non fu accettata.
Tutti pronti, lo staff al completo per il
lancio del GG.....e via, parte il mega GG.
Il giorno successivo, quando il fumogeno
verde dichiarava la fine del GG ed iniziava
la verifica delle prove, vedevamo uno strano
sorriso di soddisfazione sul volto degli esploratori della Squadriglia Leoni, come se avessero la certezza di aver vinto.
Infatti a risultato finale risultava la Squadriglia Leoni la vincitrice del GG e di tutte le
prove di cultura generale più alcune di quelle
di abilità e forza. Sul volto delle squadrigliere della squadriglia Delfini invece gli occhi
erano lucidi e le lacrime facevano capolino,
tristezza e rabbia andavano a formare un mix
esplosivo: la capo Reparto che si era avvicinata a Elena, la capo squadriglia, per consolarla si prese lo sfogo rabbioso di tutta la
Squadriglia ma anche questo non servì ad
addolcire la situazione.
Decidemmo di fare un Consiglio Capi per cercare di capire,
ma principalmente per calmare gli animi di tutti, dato
che anche l’altra Squadriglia
femminile si era arrabbiata
perché non accettava tale
risultato; al dire il vero
anche a noi capi la cosa
non sembrava lineare,
ma il risultato era inequivocabile.
Daniele, capo Squadriglia dei Leoni, era costantemente sulla difensiva
su tutti i fronti; ad un certo
punto Elena, tra le lacrime e il
singhiozzo, disse: “Che senso
ha fare il saluto scout mentre
si proclama che lo scout
e la guida sono leali?”.
Davanti a queste parole
cadde il silenzio, noi capi
ci guardammo senza dire
niente, solo il pianto di
Elena accompagnava quel
momento. Ad un certo punto Daniele si alzò, mise una
mano in tasca e piangendo
anche lui, tirò fuori un
foglio di carta tutto accartocciato e chiedendo scusa
a tutti, passò il foglio al
capo Reparto: su quel foglio
c’erano tutte le soluzioni delle prove del
GG che con uno stratagemma, erano riusciti a
copiare dal quaderno dello staff.
Daniele lasciò il Consiglio Capi e si recò
dal resto della Squadriglia, mentre Elena
corse dalle sue squadrigliere per annunciare
la vittoria certa del trofeo di campo. Come
staff decidemmo di non intervenire più di
tanto, il pianto e il gesto di Daniele era più
che sufficiente, però si decise che a chiusura
del fuoco di bivacco di quella sera, avremmo
rinnovato la nostra Promessa ascoltando nuovamente la Legge scout.
Le Squadriglie iniziarono a preparare la cena
e fu bellissimo che ad un certo punto tutta
la Squadriglia dei Delfini con Elena in testa,
si recò al portale dei Leoni e dopo il grido di
saluto, invitarono a cena tutta la Squadriglia
dei Leoni.
Le due Squadriglie cenarono insieme, ritardammo anche l’inizio
del fuoco per dare a
loro tutto il tempo necessario per condividere
quella cena e il tempo di
una rinnovata amicizia; la
cena iniziò come al solito
con la preghiera e insieme dandosi la mano recitarono il Padre Nostro
e poi dettero fuoco a
quel foglio accartocciato
che Daniele aveva tirato
fuori di tasca.
E’ in questi momenti che
Signore tocca il cuore delle
persone. Essere leali a volte
costa, ma rende felici e liberi.
11
S.Giorgioregionale
inToscana
Viareggio,30aprile-2maggio2010
C
a cura di Paolo Vanzini
ome faccio a far stare in questo piccolo riquadro un S.
Giorgio regionale di questa portata?
Non posso che tentare un riassunto
estremo, perché sarà impossibile dire
tutto. Partirò da alcune parole chiave… Proviamo!
12
Tanti, o forse sarebbe meglio dire
“tutti”: c’erano quasi 3500 persone
tra Capi e ragazzi. Erano 450 le Squadriglie presenti, da un centinaio di
Reparti, praticamente tutti gli Scout
e Guide della Toscana o quasi.
Competenza: quasi 100 atelier
hanno ospitato i partecipanti, durante il sabato, offrendo loro la possibilità di sperimentare e approfondire
12 specifiche competenze, grazie ad
altrettante pattuglie di esperti giunti
da tutta la regione e oltre.
Organizzazione: ma ci pensate, muovere tutte quelle persone da
A
prendo il mio cuore non vi
nascondo che la preparazione è stata veramente faticosa: all’inizio sembrava una pazzia,
ma dopo il primo incontro con i Capi
Reparto abbiamo capito che il sogno
poteva realizzarsi e divenire realtà.
All’incontro del 24 Gennaio al ConCa
regionale, quando i Consigli Capi si
sono incontrati per dire “noi ci siamo!” è diventata una certezza.
Man mano che ci avvicinavamo
al 30 aprile le riunioni diventavano
sempre più frequenti, incombevano
le scadenze, aumentavano le preoccupazioni. E finalmente il primo
treno speciale! Che emozione vedere
arrivare i nostri Esploratori e le Guide, con che stile i Capi Squadriglia ci
tenevano a far fare bella figura alla
propria Squadriglia, e quel novizio
che ha detto al suo C.Sq.: «Capo, ma
tutta la regione con pullman e treni speciali? Coordinare in tre giorni
l’arrivo, il soggiorno e la partenza,
il cibo, gli spazi, gli spostamenti, le
strutture…
Entusiasmo: bisognava esserci,
già lo si è assaggiato ai fuochi serali di sottocampo,
organizzati dai Con.
Ca. venerdì sera.
Ma è veramente
esploso al grande spettacolo di
sabato sera con
musica,
luci,
maxischermi e
folli imprese piratesche alla ricerca
di un tesoro.
Coraggio: credetemi, ce ne vuole parecchio
per lanciarsi in un’impresa
simile! Lo leggiamo nelle parole
di Francesca e Lorenzo, e lo si è visto
nelle decisioni prese in tempo reale,
senza far mai inceppare il meccanismo, rischiando qualcosa e confidando nelle capacità di chi c’era, e nello
sguardo benevolo del Padre.
È il coraggio di chi tiene “gli occhi puntati
sull’orizzonte”,
di
chi punta in alto,
come quelle 450
Squadriglie che
hanno erano
lì, a Viareggio,
poche settimane fa.
Vi sembra che
io esageri? Leggete un po’ cosa mi
hanno raccontato Francesca e Lorenzo, i responsabili dell’organizzazione
di questo evento!
ti rendi conto? Il treno speciale solo
per noi! Il bus solo per noi! Allora è
proprio vero che siamo speciali!»
Da lì l’avventura è iniziata. I ragazzi ci hanno sorpreso per come
hanno saputo rispondere: Estote Parati! Siamo andati a vederli durante gli atelier: ragazzi e ragazze che
hanno detto “sì” alle competenze e
che si sono giocati fino in fondo per
apprendere nuove tecniche!
E infine la Santa Messa in spiaggia,
che ci ha fatto percepire come il Signore ci è stato vicino per tutti e tre
i giorni. Sono stata al San Giorgio regionale come Guida nel 1987, come
Capo Reparto nel 2002 e come Incaricata regionale quest’anno. Mi
ha colpito il sorriso, lo sguardo dei
nostri ragazzi quando sono coinvolti nelle attività, la grinta che
mettono nel dimostrare che la loro
Squadriglia è la migliore, e lo stile
che hanno quando ti dicono che tu,
Capo Reparto ti puoi fidare di loro,
che loro sanno meritarsi la tua fiducia. La passione che ci mettono è
unica al mondo.
Francesca,Incaricataregionale
dibrancaE/G
Lorenzo
Francesca
I
l San Giorgio è stata una
bellissima avventura iniziata circa 8 mesi prima: sono
stati mesi intensi e molto stancanti. Ma già la
prima sera del campo,
vedere i Consigli Capi
che si alternavano nel
fuoco di bivacco di sottocampo, mi aveva ripagato di tutte le fatiche
dei mesi precedenti e
dentro di me dicevo:
«quello che viene da
domani è tutto di guadagnato».
Noi Incaricati di Branca
abbiamo vissuto buona
parte del San Giorgio
come registi dall’EG
Center, per coordinare
e risolvere i vari imprevisti che si presentavano. Quindi anche se
un po’ abbiamo girato
e osservato, ci siamo
persi tante cose belle, e solo rivedendo foto video e commenti
vari, mi sono reso conto della
grandiosità dell’impresa.
Un’impresa che non abbiamo
realizzato da soli: abbiamo avuto
accanto una Pattuglia fantastica
e il Comitato che ci ha sostenuto al massimo, un grande entusiasmo di un’intera regione, una
grande disponibilità in tutti i
Capi a cui abbiamo chiesto una
mano e soprattutto delle grandissime Squadriglie che hanno
risposto nel migliore dei modi!
Il nostro merito è stato quello
di credere profondamente in loro,
Capi e ragazzi, e nello Scouting.
Abbiamo puntato sui Capi Reparto per l’organizzazione degli
atelier, ed hanno fatto un ottimo
lavoro. Abbiamo puntato sulle
Squadriglie e sui Consigli Capi,
mettendo l’Uscita di Squadriglia,
l’autonomia e la cogestione al
centro di questo San Giorgio, e
anche loro hanno risposto alla
grande.
E infine il momento della Messa. Eravamo indecisi se farla sulla spiaggia tutti insieme o trovare un’alternativa, a causa della
pioggia. Abbiamo voluto osare,
o meglio, rischiare, facendola
sulla spiaggia, e il Signore ci ha
premiati! Dal momento in cui i
primi ragazzi sono arrivati sulla
spiaggia ha smesso di piovere, e
tutta la Messa compreso il rientro ai sottocampi, è stato senza
pioggia. Rimanere in oltre tremila per quasi due ore sotto l’acqua
sarebbe stato un grosso problema: siamo stati un po’ folli ma in
fondo tutto questo San Giorgio è
stato una follia, è stato un osare, un’affidarsi. Come avremmo
potuto diventare prudenti all’ultimo momento?
Lorenzo,Incaricatoregionale
dibrancaE/G
13
LaMagnaCharta
di Alessandro Testa - foto dall’evento
scrittadalParlamentodeiCapisquadrigliadiPuglia
14
«Udite, udite, udite! Siano convocati li
rappresentanti de lo
popolo de li esploratori
et de le guide de tutte
le terre d’Apulia, et si riuniscano essi in solenne
assemblea ne la piana de
Cassano Murge nel die 11
de lo mese de aprile dell’anno del Signore
2010, per deliberare la Magna Charta de li
impegni da assumere spontaneamente per
lo bono andamento delle cose».
È con questo spirito (magari condito da
un linguaggio un po’ più moderno…) che
la scorsa primavera, nella Base scout di
Cassano Murge (BA), si è riunito in solenne
assemblea il “Parlamento dei Capi Squadriglia” di Puglia, convocato dall’Agesci
regionale per approfondire alcuni aspetti
critici della vita di Reparto e stendere un
piccolo decalogo delle cose da fare e da non
fare. All’assemblea hanno partecipato un centinaio di Capi Squadriglia, provenienti da circa
un terzo dei Reparti pugliesi, che hanno potuto scambiarsi esperienze vissute e confrontare
le relazioni preparate dalle proprie Squadriglie
in sede durante l’inverno.
I Capi Squadriglia si sono così divisi in cinque commissioni che hanno riflettuto ognuna
su due aspetti critici della vita di Reparto.
Le dieci tesi finali (che trovate nella pagina
accanto) saranno poi inviate a tutti i Reparti
pugliesi all’inizio del prossimo anno scout.
Con il solo rammarico della brevità dell’incontro, svoltosi di domenica senza pernottare
alla Base, tutti i partecipanti si sono detti entusiasti di aver potuto conoscere così tante altre realtà della propria regione, e di «poter imparare dalle esperienze degli altri» (Francesco
del Valenzano 1, BA, 16 anni).
Molto apprezzata anche la possibilità che hanno avuto tutti di
poter «esprimere liberamente le
proprie opinioni, senza subire
passivamente attività proposte
dai Capi», come purtroppo a
volte da qualche parte succede
(Flavia, Locorotondo 1, BA, 16
anni).
Scontato infine il coro di Capi
Squadriglia che hanno giudicato
l’incontro di Cassano ed il confronto con gli altri «molto utile
per la propria crescita nell’incarico svolto», auspicandone la
ripetizione per i futuri C. Sq.. Se
ad esempio Roberta del Brindisi
2, 13 anni, si impegnerà a cercare di passare
al resto del Reparto gli stimoli ricevuti, Francesco del Taranto 17, 15 anni, non dimentica
il rovescio della medaglia, e rivendica con orgoglio anche il contributo offerto da chi ha
partecipato: «Abbiamo portato qui le nostre
tradizioni, ciò che abbiamo di più caro – rac-
conta – ed ora torniamo a
casa avendo appreso usi e
costumi presentatici da altri
scout come noi, che li giudicano altrettanto preziosi e
ne sono giustamente fieri».
il Consiglio di SquadriNoi Capi Sq. riteniamo che e in cui ognuno espri6.
e
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ort
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lto
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è
squadriglia
glia sia un momento importproprie idee; le decisioni
1. L’accoglienza in ero
sentirsi subito a suo agio.
me la propria opinione e le io sono fondamentali e
perché il piede ten deve e esclusivamente dello
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par
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che si prendono nel Consigl Sq., affinché nessuno si
Per questo
tra vita. Molto spesso
devono essere a misura dellaare al rag giungimento delle
scautismo ma anche della noschi, piccole feste di bengio
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i
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senta escluso, e devono mir
vengono
re gli incarichi aspettiamo mete del sentiero di tutti. è importante aff rontare il il
venuto e regalini. Per sceglie bientare e familiarizzare,
a di fiducia, ascoltando
tutto con serenità in un clim eri.
un po’ di tempo per farli am di teneri sanno o vogliopensiero di tutti gli squadrigli
tenendo conto di ciò che i pieiarli ogni anno.
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il Consiglio della Leg ge
Noi Capi Sq. riteniamo che to il Reparto, di con7.
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di tutti! I
sia un momento solenne ifica per quanto riguarda
2. Spazio ai talentimo
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imprese in base ai loro inseriti nel meccanis delle hanno fissato nel sentiero divisione delle idee e di . In alcuni casi è preceduto
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o
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alle
te,
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teressi e
a prepararci meglio al moi Capi Squadriglia.
da un Consiglio di Sq. utile importante che tutti i
dopo essersi consigliati con o scelti in base al sene
mento di Reparto. Sarebb tengano a mente tutti gli
Anche i posti d’azione vengon
Capi e gli altri squadriglieri no (…). Per aiutarci potrebtiero.
scu
ne impegni e le mete di Cia
di tutti
ave del successo! L’impresa vieeri, be essere utile la visualizzazione del sentiero
3. Valorizzare è laallechivar
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squ
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in un modo alla portata
scelta sia in base
prese o ancora da contenendo conto delle specialità
do
i Capo Sq. si fa portai propri talenti cercan
Durante il Consiglio Capi, ogn
8.
quistare, sia per valorizzare o che lo entusiasmi (…).
voce di ogni squadrigliere bizioni e sentiero.
di dare a ciascuno un compit
tenendo conto delle sue am
i nostri
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4. Cerchiamo diraverso le imprese e le specialità di
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po estivo è la più grande imp onisti di questa
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un’analisi delle carenze di ogn
squadrigliere.
branca EG) colmare. I Capi Sq. indirizzano gli squadriglieri verso
del cammino di ogni singolo
un giusto sentiero.
15
ILGRANDESOGNO CamporegionaleUmbria2010
testo e foto di Paolo Vanzini
L
16
acchiappasogni è il simbolo del campo
che quest’estate ha radunato a Monte
Alago, vicino a Nocera Umbra, buona
parte dei Reparti della regione.
Sapete cos’è un acchiappasogni? I Cheyenne
lo donano da sempre ai loro bambini, che lo
conservano tutta la vita. È una rete magica
che ha il potere di trattenere i grandi sogni e
le buone idee, e di far volare via, con le penne
degli uccelli che lo decorano, i pensieri cattivi
e i brutti sogni.
Sotto questo simbolo si sono riuniti quasi
500 Esploratori e Guide, che hanno organizzato i propri campi di Reparto sparpagliati in
quella bellissima valle tra i fitti boschi di faggio e carpino, costruendo una città di oltre
100 tende sui prati erbosi che in passato hanno già ospitato un campo nazionale nel 1983 e
un campo regionale nel 1988.
La cosa più interessante di questa formula è
che mentre ciascun Reparto viveva il proprio
campo estivo, con le sue attività e le sue imprese di Squadriglia, la vicinanza a tanti altri
Reparti e Squadriglie della regione permetteva di conoscere, incontrare, imparare i tanti
modi dell’essere Scout che, anche in una piccola regione, offrono sempre infinite sorprese
e spunti di arricchimento reciproco.
È questo che
hanno
trovato
quelle cento Squadriglie: un luogo
in cui nello stesso
momento in cui
vivevano e mettevano alla prova
il loro Scouting,
potevano osservare altri che affrontavano le stesse sfide in cento modi diversi,
con mille idee e altrettanti sogni da condividere. Ciascuna Squadriglia ha potuto portare il
proprio bagaglio di competenza e di esperienza, lo ha testato e, se è stata veramente in
gamba, lo ha accresciuto negli spazi di autonomia che aveva a disposizione, esattamente
come in un qualsiasi campo estivo. E se ne son
viste delle belle, dagli zaini appesi sotto la sopraelevata per tenerli all’asciutto (che di notte
però erano piuttosto inquietanti), al pollaio
da campo che garantiva uova fresche tutte le
mattine, dal teepee di dimensione Reparto a
un megatorneo con trenta partite in contemporanea.
Tutto questo si intrecciava
con i momenti comuni: le cerimonie, il Grande Gioco, la
S. Messa, in cui le occasioni
di incontro permettevano la
conoscenza reciproca. E con
le attività condivise, come le
Missioni a cui tutte le Squadriglie sono state “sfidate”,
e che tutte hanno affrontato
con grande successo e forza
d’animo, nonostante la pioggia e le non poche difficoltà
dei percorsi.
Missioni che non venivano
dai Capi, ma che erano state
ideate da ciascuna Squadriglia presente. Durante l’anno,
infatti, ogni Squadriglia, per
mezzo di un’impresa del suo
percorso per la Specialità di Squadriglia, aveva
costruito e organizzato una Missione da proporre a un’altra Squadriglia.
Ci si misurava, quindi, non su qualcosa di
astratto e ipotetico, ma sui concreti risultati
ottenuti da qualcun altro prima di noi, qualcuno con competenze e capacità paragonabili
alle nostre. Ma con il vantaggio di averci sfidato sul suo terreno, in qualcosa su cui si sentiva
particolarmente capace, e su cui stava addirittura prendendo il Guidoncino verde…
Insomma, pensate al vostro campo estivo, il
momento più intenso e avventuroso dell’anno
scout, aggiungeteci la possibilità di osservare
dal vivo tantissimi altri Scout e Guide con
le loro idee, le loro soluzioni tecniche di
campismo, i canti, i fuochi, le imprese, le
costruzioni. Mettete nella ricetta anche
misurarvi con una sfida proposta da qualcuno che ne mastica veramente di certe
tecniche… Questo c’era a Monte Alago: una
possibilità sconfinata di imparare dagli altri e di insegnare ad altri, un grandissimo
scambio di idee e di sogni… che solo un acchiappasogni veramente potente poteva concentrare in un solo posto.
Insomma, è stato un campo entusiasmante,
chi ha partecipato ne ha portato a casa ricordi
ed esperienze che non svaniranno facilmente,
competenze nuove e sicuramente, … un grande sogno.
17
Mal’acquaesemprepiublu!
di Alessandro Testa - foto di Paolo Ruffini e Giampiero Mariottini
CentoannidiscautismonauticoinItalia.
18
Cento anni e non sentirli! A tre anni dalle celebrazioni per il primo centenario dello scautismo, culminate nel grande Jamboree in Inghilterra, a due passi da quell’isola di Brownsea
dove nel 1907 B.-P. tenne il primo campo scout
della storia, anche lo scautismo nautico ha celebrato la scorsa estate il suo primo secolo di
vita. Neanche a dirlo, anche questo compleanno ha un riferimento inglese, anzi addirittura
due, visto che gli storici non sono tutti d’accordo su quale evento celebrare.
Gli attuali Reparti britannici hanno scelto
infatti di spegnere le candeline l’anno scorso,
ad un secolo esatto di distanza dal loro primo campo sperimentale di Beaulieu del 1909,
mentre tutte le altre associazioni europee festeggiano quest’anno i cento anni della fondazione (sempre nel Paese di B.-P.) del primo
Reparto nautico del mondo.
Per ricordare entrambe le date, l’Agesci ha
quindi organizzato un centenario ‘a tappe’, che
ha preso il largo lo scorso anno con i gemellaggi di ‘Avanti tutta!’ tra Reparti nautici di tut-
ta Italia, ed è finalmente approdato alla fine
dello scorso luglio sulle rive del lago di Barrea
(AQ), dove oltre mille esploratori e guide hanno dato vita all’Evento nazionale nautico di
chiusura ufficiale delle celebrazioni.
A Barrea erano presenti 196 Squadriglie,
appartenenti a 51 Reparti diversi. Di questi
19 erano completamente nautici e 17 ‘ad indirizzo nautico’ (cioè ufficialmente in via di
trasformazione), mentre ben 16 erano Reparti
‘tradizionali’, abituati alle consuete attività
nei boschi, che però in occasione del centenario hanno voluto approfittare dell’invito e
sperimentare anche loro le attività in acqua;
per questo, prima di venire al campo, avevano
realizzato anche loro un’Impresa nautica, che
hanno presentato agli altri insieme a quelle
portate dai Reparti in polo blu che si erano
gemellati nel 2009. E non hanno affatto sfigurato, anzi! Tant’è vero che, dopo aver valutato le decine di Imprese realizzate, la giuria,
composta da Capi nautici molto esperti, ha
consegnato un’inaspettata ma meritatissima
medaglia di bronzo al Reparto ‘terrestre’ “Mafeking” del Pescara 14! Meno sorprendente, ma
altrettanto sudato il secondo posto conquistato dal Reparto nautico “Cristoforo Colombo”
del Rimini 5, mentre (rullino i tamburi e si
faccia ohhh con la voce, please!) la vittoria è
andata ad un altro Reparto nautico, il “Francesco Caracciolo” del Portici 3, premiato per la
pregevolissima costruzione di un’imbarcazione
di classe ‘optimist’.
mentre più staccati sono arrivati i campioni
delle Baie del Sannio, del Tritone, della Lontra
e Marsicana. Da registrare qualche mugugno
da parte delle Squadriglie femminili, nessuna
delle quali è giunta sul podio, secondo cui l’eccessiva fisicità delle prove, a cominciare dalla
finale in canoa, avrebbe favorito notevolmente i maschi…
Ma non c’è stata soltanto competizione nei
10 giorni di Barrea: al termine delle celebrazioni e delle gare sono iniziate infatti le
Botteghe del Porto: ben 32 ‘corsi di formazione’ aperti a tutti, dove le Squadriglie hanno
potuto scegliere se cimentarsi nei loro pezzi
di bravura, oppure se, forse più saggiamente,
mettersi alla prova con qualcosa che non conoscevano. Ovviamente le più richieste sono
state quelle nautiche: vela, canoa, giochi in
acqua, windsurf e voga. L’ultimo giorno un
rappresentante dei Falchi dell’Alfonsine 1 si è
messo in fila addirittura alle 5.15 pur di essere certo di conquistare per la sua Sq. uno dei
due posti disponibili per windsurf! Il secondo,
presentatosi alle 6 (anche lui per iscrivere la
sua Squadriglia a windsurf, ed anche lui con
successo), ci ha raccontato che per un pelo
19
Ancora più combattuto è stato il Grande Gioco, disputato invece per Squadriglie e svoltosi
in più manches, con eliminatorie e semifinali
interne ai sette sottocampi, denominati ‘Baie’,
a cui è seguita una grande regata finale in kayak tra i campioni di tutte le Baie. Alla fine
l’hanno spuntata i Pinguini del Celle Ligure
1, in rappresentanza della Baia del Lupo, che
hanno preceduto sul podio gli equipaggi della Baia dell’Orso e di quella delle Mangrovie,
Il“Medagliere”diBarrea2010
LospiritodiunCentenariononèesattamentequellodelleOlimpiadi,
macifapiacerepremiarel’impegnopreparatoriodeiRepartidurante
l’annonelrealizzareleloroImpreseelapassionesportivadimostrata
alcampodalleSquadriglieduranteilGrandeGioco,dunqueriportiamo
quiamo’disimbolicopodioledueclassifichefinali…
Imprese per il Centenario:
1)Repartonautico“F.Caracciolo”,Portici3(BaiadelSannio)
2)Repartonautico“C.Colombo”,Rimini5(BaiadelTritone)
3)Reparto‘terrestre’“Mafeking”,Pescara14(BaiadellaLontra)
Grande Gioco
1)Squadriglia“Pinguini”(m)delCelleLigure1(BaiadelLupo)
2)Squadriglia“Gheppi”(m)delMorengo1(Baiadell’Orso)
3)Squadriglia“Squali”(m)delPescara14(BaiadelleMangrovie)
non è svenuto nel trovare qualcuno fuori dalla
tenda segreteria già a quell’ora!
L’altro gruppo di Botteghe molto richiesto
(e anche qui la differenza maschi/femmine
si è un po’ sentita…) è stato quello tenuto
del personale del Corpo forestale dello Stato,
che hanno insegnato ai loro allievi le tecniche
di prevenzione incendi e di protezione civile,
come riconoscere la flora di montagna, e così
via. Ne hanno fatto un po’ le spese le botteghe
più tradizionali (pronto soccorso, topografia,
ecc.) che, pur essendo altrettanto curate dai
loro maestri, di certo avevano un po’ di difficoltà a competere con l’irresistibile fascino
della costruzione collettiva di una piccola imbarcazione, a cui poi è stato dato il nome di
‘Guscio di noce’, partendo solo da un disegno
e da alcune tavole piatte di legname, oppure
della visita sul campo ad alcune realtà locali
accompagnati dalle guide della Forestale…
Ma non per questo noi di ‘Avventura’ ci siamo
dati per vinti, e chi ha partecipato alla nostra
bottega di giornalismo ha potuto mettersi alla
prova con un inedito confronto tra tecniche di
reportage tradizionali (il giornalino del campo) e più moderne, mettendo on line insieme a
noi l’agenzia di stampa ufficiale dell’evento…
il risultato forse è stato un po’ sperimentale,
data anche la precarietà della connessione,
ma chi dovesse essere così
curioso/curiosa da volersi
rileggere la cronaca di quei
giorni può farlo, andando
a cercare il file pdf “Navigaresenzaalberi” sul sito di
‘Avventura’.
Buona lettura e
buona rotta!
la premiazione del reparto nautico “F. Caracciolo”,
Portici 3 (Baia del Sannio)
20
la premiazione della Squadriglia Pinguini del Celle Ligure 1 (Baia del Lupo)
AugustoDelpino,Caposquadrigliainvestigatore
La notte in cui scomparve il bosco
il cervello. Siccome i fantasmi esistono
soltanto nei giochi notturni, occorreva una spiegazione razionale: il
fischio del caporeparto che aveva
sentito infatti era reale. Cercò intorno qualche traccia, ma scoprì
soltanto leggeri e trascurabili solchi nell’erba. Gli squadriglieri, man
mano che uscivano dalla tenda, piombavano nel terrore più nero.
Augusto si ripeteva ad alta voce: «Devo
usare il cervello, senza aspettare un’illuminazione
dall’alto». Illuminazione? Ecco la chiave. Chiese alle
Linci: «Ieri sera, dov’è tramontato il sole?». Nessuno lo ricordava. Ma lui sapeva che il sole era sceso
di fronte al portale, a ovest. Come poteva allora il
sole, quella mattina, sorgere sempre dal lato del
portale? Anche senza bussola, est e ovest non si
possono scambiare.
Augusto disse: «Datemi dieci minuti, vado nel
canneto e torno». Gli squadriglieri terrorizzati erano convinti che il grande nulla avrebbe inghiottito
anche il loro capo, dopo il bosco. Augusto s’inoltrò
nel canneto, in un sentiero quasi invisibile. Quando
sbucò dalle fitte canne vide proprio quello che si
aspettava di vedere: il suo angolo era ricomparso
davanti al bosco, con la cucina e la traccia della
tenda; lì accanto, un carretto agricolo a due ruote;
più in su, il reparto che si stava riunendo.
Augusto tornò subito indietro. Le Volpi erano state in gamba, doveva riconoscerlo. La sera li avevano
addormentati con chissà che intruglio sciolto nella
camomilla; li avevano trasportati come
mummie nel carretto oltre il canneto e
avevano rimontato la tenda e il portale.
Dovevano aver lavorato tutta la notte.
Uno scherzo così ingegnoso non lo aveva
mai subito.
Se Augusto non avesse usato la testa,
pensando invece agli universi paralleli,
avrebbe frignato tutto il giorno finché
non fossero giunti gli elicotteri della
Protezione civile. «Smontate la tenda»
disse ai suoi, che non sapevano se essere
più sorpresi per quell’ordine o per veder
tornare vivo il loro capo. Ora occorreva
trovare una risposta altrettanto intelligente per le Volpi. Ma diabolica.
diStefanoGarzaro-disegnidiFabioBodi
La prima giornata di campo era stata
faticosa, con il montaggio della cucina e delle prime costruzioni. Augusto Delpino, il Caposquadriglia
delle Linci, aveva mandato i suoi a
letto presto. Terminato il Consiglio
capi, Augusto si era stupito della
cortesia del capo delle Volpi, notoriamente un malfattore, che gli aveva
offerto una borraccia di camomilla tiepida per i suoi squadriglieri. Quell’infuso era
venuto a proposito per conciliare il sonno.
Augusto sognò a lungo cuculi a forma di fischietto. Ma non era un sogno: era il fischio insistente del
caporeparto. L’interno della tenda era inondato di
luce. «Porc... Sono già le otto!». Come aveva fatto
a dormire così a lungo?
Non appena Augusto mise la testa fuori dalla
tenda, gli prese un colpo secco. Il bosco non c’era
più. Quel bellissimo bosco di conifere e rododendri
accanto a cui si erano accampati il giorno prima era
sparito. Al suo posto c’era un pratone che sboccava
in un dirupo, mentre sul lato opposto si apriva un
canneto. Scomparsi anche la cucina e le costruzioni,
restava soltanto il portale. Augusto pensò nell’ordine a una proiezione in un universo parallelo, a una
modifica dell’asse terrestre, alla magia nera, alla
scoperta del Graal. Ci mise anche il Graal, perché in
ogni stupida trasmissione tv che parla di misteri il
Graal c’entra sempre.
Graal o no, la squadriglia era proiettata in un
punto sconosciuto dell’universo. Augusto si pizzicò
21
versoilJamboree
a cura di Paolo Vanzini - disegni di Chiara Beucci
22
INVISTADELJAMBOREE
cheneditediuna
SPECIALITADISQUADRIGLIA?
Ciao a tutti!
Vi ricordate di me? Ma dai non
fate i finti tonti! Sono Vicky, la
vostra “rennetta del cuore”!!!
Sono quella che vi vuole portare tutti al Jamboree!
Siete davvero tanti: le domande sono state quasi il doppio
di quelle che io mi sarei aspettata, tanto è vero che il nostro
Consiglio Nazionale è stato
felicissimo di aumentare
il numero di Esploratori e
Guide che potranno venire in Svezia la prossima
estate. Eh sì, perché in
realtà manca poco più di
un anno al Jamboree 2011.
Che tipo di occasioni dunque ci fornirà questa
grande avventura?
Proviamo a sentire il parere dei protagonisti
degli scorsi Jamboree:
“Capisci che ci sono 1000 modi per fare scautismo in più riesci ad incontrare un sacco di persone molto diverse da te per religione colore o
semplicemente mentalità e tutti sono aperti al
dialogo… in pochissimo tempo ti trovi a fare
squadra con persone che non hai mai visto prima
e comunque tutti giocano insieme” (Margherita)
“La parola chiave è divertimento: le attività
che mi sono state proposte sono state tutte divertentissime e mi hanno insegnato a buttarmi e
a provare anche quando non so cosa mi aspetta.”
(Valentina)
“Siamo stati stimolati a cominciare a fare
“progetti futuri” dopo questa grande occasione:
abbiamo pensato che potremmo organizzarci e
vivere, se non con lo stesso stile del Jamboree,
almeno con le sue prospettive. Che non sono di
poco conto, e sono tutte riassunte nel motto:
«Condividiamo il nostro mondo e le nostre culture!».”
(Silvestro, Erica, Matteo, Samuele, Paolo, Martina, Leonardo, p. Franco)
“In nessun altro luogo o momento puoi sentirti più “cittadino del mondo” di quanto ti sentirai lì. Niente più del Jamboree riesce a rendere
concrete la pace e la fratellanza tra i popoli.”
(Elisabetta)
Già, è proprio così: il Jamboree, che è un megacampo Scout (un po’ diverso dai campi che voi
scout e guide italiane fate di solito) ti porta
in una sorta di universo parallelo, in cui
tutti i grandi valori in cui credi, la tua
idea del mondo, la possibilità per tutti
di essere felici insieme al di là della provenienza, del colore della pelle, della religione,
si trasforma in realtà.
Il motto di questo Jamboree Svedese è
SIMPLY SCOUTING: ma che vuol dire? Vuol dire
proprio tornare al significato originario della parola Scout, cioè “essere vedette, andare in avanscoperta”, quindi vivere un’avventurosa ESPERIENZA nella splendida natura svedese, lanciarsi
Le
parole chiave di
questa
avventura sono
MEETINGS, SOLIDARITY e NATURE: cioè? Provo ad
interpretarle:
MEETINGS: possibilità di nuovi INCONTRI
da vivere, poiché dietro a
qualsiasi avvenimento che cambia lo stato precedente delle cose, c’è sempre un “incontro di
storie”: personali, tra comunità, tra popoli. Il
cambiamento avviene quando si spende tempo
ad incontrare gli altri. Abituati come siamo ad
“incontrare” amici “simili a noi” su Facebook o
MSN o Twitter o altri social network, in realtà al
Jamboree le persone si incontrano davvero, e si
scopre che hanno promesso sulla stessa Legge,
che vogliono lasciare il mondo un po’ migliore
di come lo hanno trovato, proprio come noi. Si
scopre che possiamo essere nuovi amici per altri Scout e Guide, così come altri possono essere
nostri nuovi amici: una comunità nuova che costruisce, nel vivere insieme, “la convivialità delle
differenze”.
NATURE: Il Jamboree in Svezia è occasione favolosa di vita all’aria aperta, grazie ad un ambiente naturale stupendo, dagli ampi spazi in cui
si incontrerà la fraternità mondiale degli Scout.
Una fraternità di ragazzi e ragazze che si sentono
parte del creato che Dio ci ha regalato, un dono
che siamo chiamati ad accogliere, a valorizzare
e a condividere. Non sfruttatori, ma custodi: è
bello pensare che il Jamboree possa raccogliere
ragazzi e ragazze da tutto il mondo come coloro a cui stanno a cuore le sorti del creato. Il
compito di lasciarlo migliore di come lo abbiamo
trovato ci impegna tutti a saper osservare la nostra realtà, capirla, portare il nostro contributo
e contemplarne la bellezza, perché tutto ciò che
esiste è dono di Dio che noi possiamo rendere
più bello.
SOLIDARITY: Ogni Scout e Guida del mondo
vuole diventare il buon cittadino del Terzo Millennio, in grado di agire localmente pensando
globalmente. Al Jamboree saremo in 30.000 a
condividere esperienze vere che ci consentiranno
di passare da questo nostro sogno a lasciare un
segno tangibile di questa nostra esperienza: passare dall’indifferenza alla solidarietà e responsabilità, dalla chiusura al coinvolgimento,
dall’assistenzialismo alla giustizia sociale,
dalle tendenze nazionalistiche all’educazione alla mondialità.
versoilJamboree
nell’incontro con le persone ed il
territorio e nelle situazioni che
chiedono ad un vero scout e ad
una vera guida di
intervenire.
Mi rendo conto che mi sono
un po’ lasciata andare, ho usato forse qualche parola un po’
più difficile del solito. Ma troppo
spesso voi Scout e Guide siete
trattati ancora come bambini,
mentre potreste lanciarvi davvero in avventure grandiose e
importanti ed essere un vero segno di cambiamento anche per gli adulti, troppo spesso chiusi
nei pregiudizi, nei piccoli interessi, nelle preoccupazioni quotidiane o nelle disillusioni.
Ma tranquilli: queste idee altissime al Jamboree saranno tradotte nel vostro linguaggio scout,
quello del fare esperienze insieme. Le incredibili attività del programma (Dream, Earth, Quest,
Global Developement Village, People, Camp in
Camp), le sfide dei challenges, così come le attività spontanee, la vita di sotto-campo, la cucina
di Squadriglia, le cerimonie, il Cultural Day…
Per entrare nel dettaglio di tutto questo, vi
consiglio di cominciare a visitare i siti del Jamboree Svedese (http://www.worldscoutjamboree.
se) e quello del Contingente Italiano (http://
www.jamboree.it).
Prepararsi bene per vivere al meglio questo
evento è un dovere, anche per contribuire a portare, con i nostri ambasciatori, un’immagine concreta dello scautismo italiano.
23
versoilJamboree
a cura di Paolo Vanzini
24
ENATOUNCONTINGENTE!
Chiuseleiscrizioni,sonopronteleSquadriglie
F
inalmente è nato! Nei
mesi scorsi sono arrivate centinaia di iscrizioni,
anzi migliaia. Tante, come dicevamo, da convincere i vertici
della nostra Associazione che il
Contingente non era abbastanza
grande, e da decidere di ampliarlo. Ed ecco i numeri definitivi.
Invece dei 22 Reparti previsti, ne sono nati ben 29, per
un totale di 116 Squadriglie, ovvero la bellezza di 1044
Esploratori e Guide. Completano la banda 6 Clan di Rover e
Scolte che daranno una mano all’organizzazione del campo, 140 (4 per ogni Reparto e Clan) tra Capi e Assistenti,
più un’altra quarantina di Capi che fanno parte dello Staff
di Contingente…
Tutti insieme fanno circa 1350 persone, una bella squadra! E parliamo solo dell’Agesci, perché Il Contingente in
realtà è federale, ovvero della FIS, e quindi comprende 6
Reparti e una Compagnia del CNGEI assieme a tutti i Capi
dell’associazione in camicia verde. Nel prossimo luglio, insomma, voleranno in Svezia quasi 1700 fazzolettoni federali. (foto fazzolettone federale)
Dunque i Reparti di formazione sono nati, alcuni
stanno già cominciando a incontrarsi e a conoscersi. Sono
stati costruiti per lo più a livello regionale, a parte qualche eccezione. Ma la cosa importante è che tutte le regioni italiane, anche le più piccole sono rappresentate in
questo Contingente, in modo da poterci presentare al Jamboree veramente come lo scautismo italiano.
I
partecipanti, infatti, non vivranno questa avventura a titolo personale, ma come
ambasciatori nostri e del nostro scautismo.
Avranno il compito e la grande responsabilità
di raccontare a Scout e Guide di tutto il mondo
chi siamo noi, e allo stesso tempo di tornare a
raccontarci qualcosa dello scautismo del mondo,
di cosa significa far parte di un movimento che in
tutto il mondo unisce decine di milioni di persone.
Ad accompagnarli fino in Svezia, nel 150° anno
dell’unità d’Italia, sarà una storia intrigante sulle
tracce di Ingrid e di Paolo. Due ragazzi come voi,
curiosi e intelligenti, dotati di spirito d’osservazione,
capacità di deduzione e intraprendenza, che mettendo
insieme piccoli indizi scoperti quasi per caso, si ritroveranno a dipanare un mistero che risale addirittura alla
storia dell’Italia che nasceva nel Risorgimento… con un
curioso epilogo – guarda un po’
- in Svezia.
La storia sarà raccontata a
fumetti, ne troverete i dettagli
e le informazioni per scaricarli
sulla Newsletter del contingente, alla quale tutti potete iscrivervi sulla homepage del sito
www.jamboree.it . (screenshot
sito jamboree) (fumetto)
Ma cosa faranno questi reparti quando si incontreranno?
Fondamentalmente vivranno un’esperienza, un’esperienza secondo lo stile dell’impresa che li porterà ad
“esplorare” il significato profondo delle 3 parole-chiave
del Jamboree, quelle di cui abbiamo parlato nell’articolo
precedenteCiascuno dei 3 campetti infatti sarà incentrato
su di una di queste 3 parole: meetings, nature, solidarity..
Forse è bene capire cosa significano:
MEETINGS E dunque si incontreranno, si stanno già
incontrando in campetti che saranno prima di tutto occasione di nuovi incontri: per spendere un po’ di tempo
a conoscere altre persone, confrontarsi e confrontare le
proprie motivazioni a questa “missione Jamboree”, scoprire chi abbiamo di fronte e i compagni di avventura, e
capire come tanti altri affronteranno la responsabilità di
ambasciatori.dietro a qualsiasi avvenimento che cambia lo
stato precedente delle cose, c’è sempre un “incontro” di
storie e il cambiamento avviene quando si spende tempo
ad incontrare gli altri. Abituati come siamo ad “incontrare” solo i nostri amici su Facebook o MSN o Twitter o altri social network, finalmente nell’esperienza
scout le persone si incontrano davvero: si scopre
che hanno promesso sulla stessa Legge, che vogliono
“lasciare il mondo un po’ migliore di come lo hanno
trovato”, proprio come noi.
Si scopre che possiamo essere nuovi amici per altri
scout e guide, così come altri possono essere nostri
nuovi amici: una comunità nuova che si costruisce,
per vivere insieme “il convito delle differenze”.
NATURE Ai campetti si vivrà il nostro ambiente
privilegiato, la natura, che per noi è il luogo dove meglio esprimiamo le nostre capacità, le nostre abilità,
dove riusciamo meglio a vedere e sentire la grandezza
del dono che abbiamo ricevuto nel creato. Jamboree
in Svezia è occasione topica della vita all’aria aperta,
la bellezza perché
tutto ciò che esiste
è dono di Dio che noi possiamo rendere più bello. Quella
natura che ci impegniamo quotidianamente a conoscere
per esserne buoni e veri custodi.
Infine si proverà l’esperienza di spendersi per gli altri,
di intervenire concretamente, di aprirsi al prossimo, per
verificare come si possa migliorare il mondo anche semplicemente aderendo a uno stile di solidarietà, scegliendo
di prenderci cura del nostro prossimo. Ogni Reparto “adotterà” una situazione di difficoltà e deciderà come intervenire per potersene far carico e contribuire, col proprio
impegno, a cambiare le cose.
SOLIDARITY Tutti gli scout e e guide del mondo
vogliono diventare “il buon cittadino del Terzo Millennio”,
in grado di agire locale pensando globale. Insieme, al
Jamboree, saremo in 30.000 a condividere esperienze vere
che ci consentiranno di passare “da questo nostro sogno a
lasciare un segno tangibile di questa nostra esperienza”:
passare dall’indifferenza alla solidarietà e responsabilità, dalla chiusura al coinvolgimento, dall’assistenzialismo alla giustizia sociale, dalle tendenze nazionalistiche
all’educazione alla mondialità. Detta così non sembra una
cosa complessa, mentre in realtà le esperienze che si vi-
vranno ai campetti (e quindi poi al Jamboree) saranno
semplici, in perfetto stile di reparto: i Reparti si incontreranno, si formeranno delle Squadriglie e queste squadrigie
imparerano insieme ad “essere preparate” alla vita di un
campo così speciale come sarà appunto il Jamboree
Sarà una vita di meetings: durante il campetto si cercherà di scoprire meglio chi siamo noi, chi rappresentiamo (al Jamboree ciascun partecipante sarà ambasciatore
dello scautismo italiano!), cosa vogliamo raccontare di
noi (tradizioni, esperienze, cultura, …..), cosa e come ci
piacerebbe scoprire degli altri, per portare a casa qualcosa
di nuovo a tutti i nostri amici che non avranno il piacere
di esserci
Sarà un’esperienza dentro la natura: al campetto affineremo le nostre abilità di esperti scout, cioè la nostra
capacità di saper leggere un territorio per poterne diventare custodi. Cercheremo anche di capire quali stili di
vita siano da portare avanti, affinchè ciò che ci è dato
sia conservato: come rispettare il cibo, come differenziare i rifuti, come rispettare le piante, etc....
Sarà infine una grande occasione per renderci conto
che non ci siamo solo noi: ogni reparto “adotterà” una
situazione di difficoltà, sceglierà come poterla sostenere, allo scopo di contribuire con il proprio impegno a
cambiare qualcosa.
Ma come sarà possibile sapere quanto avviene i
campetti perE per chi non ci sarà presente?
La condivisione di queste esperienze sarà molto importante, soprattutto per chi non ci sarà di persona. e
sarà fattaPasserà in particolare attraverso con il ritorno degli Esploratori e Guide del Contingente alla vita
del proprio repartoReparto: a ogni esploratore e guiuno di
loroda, non temete, sarà chiesto di coinvolgeràe il proprio
repartoReparto d’origine in ciò che sta facendo. Perché è
necessario imparare fin da subito cosa significa farsi ambasciatori, e portare il messaggio e la testimonianza di un
evento, di un’Associazione, di un Movimento.
Ma non solo. Siamo sicuri che la vostra sSquadriglia sarà
una delle migliori sSquadriglie d’Italia che parteciperà alla
grande impresa “Coloriamo l’Italia di imprese”: ebbene,
anche i rReparti Jamboree parteciperanno a tale grande
impresa, ma andranno a “colorare la Svezia di Italia”, e
ciò sarà visibile proprio sullo stesso sito (in una sezione
dedicata) nel quale i reparti del neonato contingente racconteranno le loro avventure insieme a Paolo ed Ingrid.
Allora, iIl messaggio è proprio quello di sempre: “stay
tuned, state connessi”. È bene diffondere queste buone
notizie, vivere la nostra “buona novella” nell’esperienza
scout: in fondo sognate in grande e realizzate grandi imprese. Il Contingente Jamboree, da parte sua, altro non
sarà che un’altr’altra a grande impresa il cui scopo è di realizzare un sogno, lasciando un segno grande, dentro di noi
e soprattutto nelle persone e nei luoghi che incontreremo.
versoilJamboree
grazie ad un ambiente naturale stupendo, dagli ampi spazi, in cui si “incontrerà la fraternità mondiale degli scout”,
una fraternità di uomini e donne (ragazzi e ragazze) che
si sentono parte di un mondo, del creato che Dio ci ha
regalato, un dono che siamo chiamati ad accogliere, a valorizzare e a condividere. Non sfruttatori, ma custodi:
è bello pensare che il Jamboree possa raccogliere ragazzi
e ragazze da tutto il mondo come coloro a cui stanno a
cuore le sorti del creato. Il compito di lasciarlo migliore
di come lo abbiamo trovato ci impegna tutti a saper osservare la nostra realtà, capirla, portare il nostro contributo
e poi contemplarne
25
a cura di Tonio Nego - fotografie di Giorgio Cusma
26
AMICI DI PENNA NEL MONDO
CiaoAvventura!
Mi chiamo Anita … reparto “Pegaso” … Vicenza9…Devofarelaspecialitàdi“corrispondente”perilmiobrevetto“animazioneinternazionale”evorreimoltofareunacorrispondenza
conunesploratoreounaguidadiqualsiasinazionalitàperampliarelemieconoscenzeerenderelaspecialitàpiùinteressante…
Anita
Danielescrive:“…Avventuravipregoaiutatemi.Hoavutol’impegnoditrovarmiunoscout
come corrispondente. Come si dice? Amico di
penna.Preferibilmenteinternazionale…”.Anche
Irene:“CiaoAvventura,poteteaiutarmipertrovarequalcunoconcuicorrispondereall’estero?è
qualcosaacuisonostatadasempreinteressata
perchémisembraunacosaimportante…”.
T
anti le Guide e gli Scout che cercano
di mettersi in contatto con un corrispondente, preferibilmente internazionale. Diventa l’occasione straordinaria
per scambiare esperienze, imprese, attività;
dirsi ciò che si pensa sul crescere, sul sentiero,
sugli amici e sugli scout.
Arricchirsi attraverso la conoscenza delle
differenze di vita e di tradizioni. Ci si può reciprocamente invitare. Allora si viaggia!
Le vie possibili sono alcune.
Come già fatto da Anita, Daniele e Irene
tramite Avventura. C’è la possibilità di essere
pubblicati tra i messaggi della rubrica “Posta
per te”, per corrispondere con Scout e Guide
italiani. Tenendo, però, presente che le ragazze e i ragazzi in lista sono parecchi e si potrebbe dover aspettare un po’ prima di vedersi
sulle nostre pagine. Una soluzione per attendere meno? Ma è ovvio: scrivere a chi ha già
pubblicato il suo annuncio su Avventura!
Oppure, per un contatto internazionale, si
può contattare Silvia Sebastianelli, all’indirizzo [email protected], che saprà aiutare tutti. Silvia da tempo fa questo specifico
servizio di mettere in contatto guide e scout
interessati alla corrispondenza, appunto, internazionale.
Infine, vi è la via della ricerca personale.
Come? Facile: attraverso le tante occasioni
quali gli eventi nazionali e internazionali. Ad esempio, il Jamboree
che l’anno prossimo si svolgerà
in Svezia. Ma ci pensate? Quanti incontri! Quanti contatti che
possono essere ottime opportunità di corrispondenza!
Una bella testimonianza è quella di Claudia.
“Sonodiventatacorrispondente,anzi,amicadi
pennaneglianniOttanta.GrazieadAvventura.
TanteGuideetantiEsploratori.Avoltedall’altra
partedell’oceano.Comesesiaprisseunmondo.
Ilmondo.” Dell’attenzione verso l’altro Claudia
ha fatto il suo lavoro: è mediatrice interculturale. Ne ha fatto la sua vita: vive a Vienna.
Indovinate come ha conosciuto l’uomo della
sua vita?
Che ne dite? Ancora titubanti?
Fateci sapere!
a cura di Tonio Nego - fotografie di Giorgio Cusma
LettereperDi
scutere
“Spettacolare!” “No, sul serio, incredibile. Bestiale”.
27
Non sapevano dire altro. Cioè, se qualcuno fosse passato di lì, anche per caso,
avrebbe pensato che qualcosa si era incantato. Qualche ingranaggio saltava e loro continuavano,
anzi ricominciavano, all’infinito.
“Straordinario!” “Cioè, non ci credo.” “Ma guardate questo posto: non si riconosce più!
Che spettacolo è?”
Saranno stati sette o otto. Tutti lì, tutti a guardare quello che erano riusciti a fare.
“Anche voi... sembrate diversi...” “Ma che dici, oh? Che vuoi?” “Sì, diversi, avete altre facce. Cioè
siete sempre brutti, ma...” “Bello te!” “Sì, va bene, ma vi trovo diversi: abbiamo fatto qualcosa di
grande. Insieme.” “Sì, grandioso.”
Non c’era niente da fare. Nulla li poteva “disincantare”.
E sempre quel qualcuno che passava non avrebbe capito un tubo, ma avrebbe guardato.
Avrebbe visto quello che erano riusciti a fare e...
“Fenomenale! Veramente!” “Visto?” “Alla grande. Lo dicevo io!”
Ma che storia è questa?
È la storia che ci piacerebbe raccontaste voi.
Vogliamo che ogni Esploratore e Guida
contribuisca a scrivere la nostra storia.
O la nostra Storia (con la S maiuscola),
la nostra impresa, se preferite
È il racconto dei pionieri che costruiscono nel deserto.
Degli esploratori delle foreste, dei mari e delle montagne. È il racconto di mille avventure.
doppia pagina da staccare
È il racconto di chi, giorno per giorno, prova a cambiare il mondo che ha intorno.
Vorremmo, soprattutto, che ogni Squadriglia d’Italia
vivesse fino in fondo la propria Avventura.
Scegliesse il proprio sogno e lo realizzasse.
Vorremmo poi che tutti lo potessero raccontare.
Vogliamo, tutti insieme
disegni di Tommaso Pedullà - testi e grafica di Silvia Bosio
Quali passi per farlo?
1
Parlatene con i vostri Capi Reparto. Controllate
Avventura, troverete articoli, poster per i vostri
angoli che parlano di noi tutti! Le nostre mongolfiere vi permetteranno di distinguerli.
2
Con la vostra Squadriglia ideate, progettate,
sognate le vostre Imprese. Visitate il sito
http://www.coloriamolitaliadimprese.it/ e
iscrivetevi. Riceverete un fantastico ricordo per la
vostra Squadriglia.
3 Caricate le vostre foto, le foto del luogo dove
avete pensato di realizzare la vostra Impresa.
Fateci vedere come sono le vostre sedi, il vostro
quartiere, la vostra città, il bosco che avete scelto
per realizzare il vostro sogno.
4 Poi vorremmo vedere questi luoghi dopo che voi vi avrete lasciato il vostro segno, dopo la
realizzazione della vostra Impresa.
In questo modo vedrete la nostra Italia colorarsi delle vostre realizzazioni.
5 Dopo la vostra verifica, raccontateci la vostra
Impresa. Raccontateci cosa è cambiato (nella vostra squadriglia, in voi, nel vostro Sentiero, nel vostro Reparto, nei luoghi dove vivete).
Trovate il modo più bello per farlo.
Le Imprese più originali, che di più avranno lasciato il segno (nella vostra storia, nel vostro quartiere, nella vostra realtà) troveranno spazio al Jamboree, dove mostreremo a tutto il mondo quello che
avete fatto.
Vogliamo che qualcuno, anzi ognuno,
che si trovi a passare per il vostro quartiere,
per il vostro bosco, per il sito internet,
per la mostra delle Imprese AGESCI al Jamboree,
passi e dica: “Spettacolare” “Incredibile” “No, davvero, fantastico. Un sogno”.
ALLORA FACCIAMOLO DIVENTARE REALTÀ.
Buona Caccia!
Nicola, Ilaria, don Luca
Incaricati e Assistente Nazionale di Branca E/G
BIBLIOGRAFIA - WEBBOGRAFIA
CONTATTI
Qualche indicazione per recuperare informazioni sull’internazionale, nei suoi
diversi aspetti.
Per prima cosa possiamo guardare
fra le pubblicazioni scout.
Se ci interessa la storia dello scautismo
internazionale:
Mario Sica “Where it all began - Brownsea, il primo campo scout” ed. Fiordaliso
Baden-Powell (a cura di Mario Sica)
“Cittadini del mondo - Scritti sulla
pace”
ed. Fiordaliso
Domenico Sorrentino “Storia dello
scautismo nel mondo” ed Fiordaliso
Per approfondire la dimensione europea:
Salvatore Tomarchio “We love Europe”
ed. Fiordaliso
Questo sussidio aiuta a scoprire meglio
l’Europa, spiega origini e funzionamento, suggerisce attività che portano
a scoprire altri popoli, propone giochi
per conoscerla divertendosi. Vale la
pena di averlo per essere, ancora di
più, cittadini europei consapevoli e
attivi.
int
In associazione c’é un bel numero di
capi che lavorano sulla dimensione
internazionale! Esiste infatti un settore chiamato “Animazione e Rapporti Internazionali”. La pagina
internet é
www.agesci.org/settori/
zi
internazionale e la
o
segreteria in-
er
n
a
16
na
le
ternazionale a cui potete scrivere per
informazioni
[email protected]
Inoltre il settore é presente nelle regioni e nelle zone, puoi chiedere ai
tuoi capi i contatti dei responsabili o
visitare i siti internet regionali e zonali.
LE SPECIALITÀ DI SQUADRIGLIA
INTERNAZIONALE
Un buon punto di partenza possono
essere i siti dell’OMMS/WOSM (Organizzazione Mondiale del Movimento
Scout) www.scout.org e dell’AMGE/
WAGGGS (Associazione Mondiale delle
Guide ed Esploratrici) www.wagggs.
org.
Da questi siti potete anche trovare i
link di tutte le associazioni del mondo,
utile strumento per conoscere meglio i
nostri fratelli oltre confine.
Per poter conoscere in sicurezza
scout tramite internet si può usare
tutto l’anno la chat di ScoutLink (www.
scoutlink.net), la stessa usata durante
il Jamboree on the Internet (JOTI).
Uno sguardo sul mondo é possibile
attraverso i quotidiani stranieri: si può
acquistare una copia cartacea nelle
edicole più grandi o nelle stazioni/aeroporti o visitare i relativi siti internet.
É consigliabile visitare sempre le edizioni web straniere di pagine che di
solito visitiamo in italiano.
I siti degli organismi internazionali (es
ONU www.un.org) o europei (es www.
europa.eu) sono un’altra finestra importante sul mondo.
Giorgio Infante
1
er
ISABELLA SAMà
int
n
a
2
zi
on
al
e
trario, ma non sono le nostre
tradizioni, non riusciremo mai
a fare un dolce tipico meglio di
loro…»
«E’ proprio questo il punto – intervenne Marzia pazientemente
– Prima di venire qui mi sono
chiesta anch’io cosa potevamo fare, e sono giunta alla tua
stessa conclusione. Perciò mi
sono detta: “Alla festa partecipa
sempre tanta gente, che proviene da molte nazioni diverse, e
ognuno porta qualcosa che gli
ricordi casa sua. Noi, e gli altri
ragazzi del paese che andranno,
potremmo contribuire presentando quello che sappiamo fare
meglio: dolci e danze tipiche
della nostra valle, da confrontare con tutti gli altri”. Vedrete che
faremo un figurone e ci divertiremo!».
Più complessa era invece la
questione del reportage. Infatti
in paese c’era un fotografo di
matrimoni che ogni anno scattava una foto della tavolata, che
il giornale della valle pubblicava con una piccola didascalia.
Quest’anno, invece, grazie ad
un amico della Capo Reparto
disegni di JEAN CLAUDIO VINCI
affidata a Monica, e quella sulle
usanze tipiche per festeggiarla
nei loro Paesi a Ester; Silvia e
Marcella invece avrebbero fatto foto & video da mettere sul
sito di Gruppo, mentre Angelica
sarebbe andata a parlare con i
responsabili della festa e avrebbe preso appunti per l’articolo,
che avrebbero poi scritto tutte
insieme dopo la serata e infine attaccato trionfalmente
in sede dopo averlo ritagliato dal giornale!
e
Questi inserti vogliono darvi una
mano prima di tutto a scegliere, a capire se una certa Specialità fa per voi.
Vi suggeriremo le Specialità e i
Brevetti individuali più utili da
avere in Squadriglia, per avere
un motore più potente, oppure
i più adatti ad essere messi in
cantiere e raggiunti proprio grazie alle Imprese collegate alle
varie Specialità.
Non dimenticate che il premio
maggiore di una SdS non è il
Guidoncino, ma la ricchezza
delle competenze che si possono imparare durante le Imprese,
al
Sicuramente sapete bene come
si conquista la SdS: durante
l’anno si compiono due Imprese
e una Missione, e le tre relazioni, con la documentazione opportuna, si inviano agli Incaricati
di Branca E/G della vostra Regione, che valuteranno se meritate di essere riconosciuti competenti. Una cosa seria, dunque,
che vi darà diritto a portare,
per tutto l’anno successivo, un
Guidoncino verde sotto al vostro
Guidone di Squadriglia.
E svolgendo una terza impresa
durante quest’anno, potrete
confermarlo e portarlo per un
altro anno, sempre mandando la
relazione agli Incaricati.
on
Con la Specialità di Squadriglia
di Internazionale inizia la nuova
serie di inserti di Avventura. In
12 uscite vi proporremo idee e
suggerimenti su tutte le Specialità di Squadriglia, i Guidoncini verdi, che con la vostra
Squadriglia potete conquistare.
Alessandro Testa
int
zi
Internazionale: una specialità
per portatori di pace
che lavorava al giornale, il direttore si era detto disposto a
pubblicare anche un piccolo
articolo fatto dalle ragazze, se
ben fatto…
«Ragazze, calma! Non è niente
di impossibile: abbiamo fatto
cose più difficili, e comunque
basta organizzarsi». In capo a
venti minuti fu buttato giù un
piccolo elenco con le cose da
fare e i relativi posti d’azione.
La ricerca di sfondo sul significato religioso della festa fu
n
er
a
15
er
n
a
14
al
e
Paolo Vanzini
int
n
er
a
e
E partiamo con Internazionale!
Questa è la Specialità che vi
porta dentro uno dei significati più alti dello Scautismo, per
come lo aveva inventato B.-P.: la
dimensione mondiale. Gli Scout
e le Guide di tutto il mondo si
riconoscono fratelli e sorelle, al
La “Squadriglia internazionale”
è quindi una Sq. che cerca l’incontro con le culture differenti,
realizza lo scambio e la conoscenza e si arricchisce di questa
“contaminazione culturale”.
Crede fermamente nel valore
e nella dignità dell’Uomo, in
quanto figlio di Dio e sa vedere la maggiore ricchezza di un
progetto realizzato assieme a
persone ti altre culture, e l’apporto speciale che ciascuno sa
portare, con il suo speciale bagaglio di cultura e conoscenze.
Vi siete riconosciuti?
Se sì, la Specialità Internazionale è già vostra!
al
int
«E adesso fiestaaa! There’s a
partyyy!!!», urlò a squarciagola
Marzia, la vulcanica Capo Squadriglia dei Delfini entrando in
sede, dove aveva convocato tutte le altre per non meglio precisate “comunicazioni urgenti”…
Dodici occhi (a cui si aggiungevano tre paia di occhiali) la
fissarono stupefatti. Il motivo
di tanta agitazione era
semplice: tutta la Squadriglia era stata invitata
all’annuale festa che la
comunità nordafricana
zi
e gli altri stranieri
on
di reli-
gione islamica organizzavano
nella piazza principale del paese
in occasione della festa di IdAl-Fitr, alla fine del mese sacro
di ‘ramadan’.
L’invito era davvero una sorpresa, ma che dovesse succedere
presto qualcosa era nell’aria:
dopo aver realizzato due Imprese di argomento internazionale, ai Delfini mancava infatti
soltanto una Missione per poter
spedire all’Agesci la richiesta
di potersi fregiare della relativa
Specialità di Squadriglia. E, in
effetti, nella busta c’erano anche
altre indicazioni, questa volta
scritte dai Capi Reparto: «contribuite alla realizzazione della
festa e preparate un reportage
con foto per l’Eco della Valle»,
il giornale locale. L’iniziale entusiasmo si afflosciò come una
torta venuta male…
«Come sarebbe a dire, contribuite alla festa? – attaccò Valeria,
che per carattere si accendeva
facilmente – Niente in con-
on
...E RACCONTARLO A CHI NON C’ERA.
di là di ogni differenza di cultura, colore e religione.
E quindi ambiscono alla conoscenza reciproca e all’incontro,
perché solo avvicinandosi e
confrontandosi si costruisce
quella fratellanza che è l’unica
base solida della pace.
La pace nel mondo, roba da sognatori? Eppure lo Scautismo,
nato e cresciuto tra le due guerre mondiali, ha resistito fino ad
oggi come movimento di pace,
dando testimonianze altissime
di come le persone possono superare ogni conflitto. E se tuttora conviviamo con un mondo
in guerra, significa che il nostro
messaggio e la nostra esperienza concreta, vanno trasmessi a
voce ancora più alta.
zi
Contribuire a un evento mulitetnico...
MARTINA ACAZI
Missione: reporter (internazionali)
e del lavoro che si farà insieme.
Troverete suggerimenti su come
e cosa osservare per decidere
il vostro progetto di Specialità,
in quali imprese cimentarvi e
come portarle a termine. E poi,
per ogni SdS che presenteremo,
troverete un paio di idee di Imprese e una Missione, proprio
come se aveste davanti una
Squadriglia che si sta cimentando. Solo un esempio da imitare
nello spirito: le idee e le Imprese
devono essere le vostre!
Infine cercheremo di darvi qualche riferimento a testi o siti
web su cui documentarvi.
3
int
er
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4
zi
on
al
e
disegni di RICCARDO FRANCAVIGLIA
Lucio Costantini
e
In squadriglia non potrà mancare un corrispondente, o un
corrispondente radio, capace di
mantenere i contatti a distanza
tramite internet o per posta (sia
L’interprete è una figura fondamentale; il suo talento
e la sua capacità di conoscere le
lingue sono messi a disposizione per creare il ponte necessario
a unire due mondi apparentemente lontani.
L’amico del quartiere è colui in
grado di sapersi orientare nella zona e individuare facilmente quelli
che sono i riferimenti
strutturali in cui si riuniscono i diversi gruppi
e/o associazoni.
L’europeista sa come
mettersi in contatto e
curare le ricerche sui
paesi di appartenenza
degli amici stranieri che
incontreremo e preparare una mostre o un’at-
glese: ci tenevano a ben figurare
e facendo così resero contenti i
rispettivi genitori, per non dire
dei docenti!
Luglio arrivò in un battibaleno.
Quando l’aereo puntò il muso
verso il cielo, Paolo strizzò
l’occhio a Flavio, ricambiato:
la grande avventura stava per
iniziare. Le Volpi ce l’avevano
fatta!
al
La specialità di squadriglia internazionale ha l’esclusività,
forse, di essere la più “attuale”.
Mai come oggi siamo così vicini a numerose occasioni per
conoscere l’altro, non solo
attraverso libri, enciclopedie
o Internet!
si gioca in casa: a scuola, per
strada o bussando alla porta
del vicino troviamo occasioni
di incontro con persone appartenenti a etnie diverse dalla
nostra.
elettronica sia tradizionale) e di
comunicare attraverso scambio
di lettere, fotografie, tradizioni.
on
TECNICHE, SPECIALITÀ
INDIVIDUALI E BREVETTI UTILI
zi
Specialità di Squadriglia
Internazionale
doveva necessariamente essere “leggera” per
esigenze legate al trasporto aereo.
Il Settore Internazionale fornì a Federico dei
dati precisi sul Reparto
inglese. In seno al Consiglio dei Capi Squadriglia i Capi informarono,
sentiti i colleghi inglesi,
che i due Reparti avrebbero condotto attività
autonome, spartendo
tuttavia diversi momenti, dall’esplorazione d’ambiente, agli scambi “culinari” fino
ai fuochi di bivacco e a quello
solenne da Campo.
Man mano che i preparativi per
il campo all’estero stavano progredendo, i ragazzi del Reparto
si resero conto che se c’era una
materia nella quale impegnarsi
a scuola quella era la lingua in-
int
n
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13
n
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al
e
I brevetti che vengono in aiuto
sono, non a caso, il brevetto di
animazione internazionale,
int
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disegni di ANNA DEMURTAS
e
al
Anna Demurtas
on
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12
tività che presentino la cultura
europea, o un fuoco a tema.
Il folklorista è colui che sa meglio di tutti avvicinarsi alle tradizioni popolari con la curiosità
della ricerca delle origini e che
sa leggere dietro un’usanza le
radici che l’hanno alimentata.
Bisognerebbe essere tutti dei
bravi osservatori, per cogliere
nell’altro quelle caratteristiche che lo rendono speciale, abituati a notare i
piccoli dettagli.
Beh, al redattore e al
fotografo è affidato
il compito di relazionare e documentare le
imprese e la missione,
raccogliendo le informazioni e le notizie, per
poi raccontarli sfruttando
il talento della scrittura e
della comunicazione con
le tecniche giornalistiche più
adatte allo scopo e fotografando
ogni occasione significativa.
conquistato da coloro che si
rendono disponibili a organizzare attività di conoscenza, incontro e scambio interculturale
o interreligioso.
Animazione giornalistica,
per saper come organizzare
un’inchiesta o un reportage su
argomenti di interesse generale
fra cui quello degli scambi interculturali.
Già, perché le tecniche per
conquistare questa specialità sono tantissime: creare un
centro di scambio di informazioni, tradizioni, oggetti tipici
appartenenti a diverse culture;
studi e ricerche approfondite
sulle tradizioni di una qualsiasi etnia o su problemi quali la
fame mondiale per poi provare
a immaginare una soluzione valida; organizzare e
preparare una cena etnica per mostrare al
proprio quartiere
quanto appreso in
merito alle abitudini culinarie di altri
popoli…
L’importante è non
perdere di vista
l’obiettivo che è quello della conoscenza
reciproca, della realizzazione di progetti comuni
scoprendo, con gioia, che non
siamo affatto così “diversi”.
zi
int
mente l’attività che le Volpi
volevano proporre a tutto il
Reparto doveva caratterizzarsi
non come una semplice vacanza
all’estero, ma come un Campo
Scout di Reparto da condividere
con gli scout e le guide locali.
Poi sarebbe seguita l’ospitalità
in famiglia.
Federico, il Capo Reparto, spiegò alle Volpi, raffreddando un
po’ il loro entusiasmo, che non
era possibile prendere direttamente contatto con i loro fratelli
scout all’estero: così volevano,
saggiamente, le norme del Settore Internazionale dell’associazione. Era necessario innanzitutto mettersi in contatto con la
sede centrale dell’associazione
fornendo tutte le indicazione
necessarie: data di partenza e ritorno, i luoghi che
si intendevano visitare,
il numero e l’età dei
zi
partecipanti, la rion
chiesta di
itinerari particolari.
Inoltre bisognava specificare se si intendeva
svolgere un campo
sotto tenda , oppure
fruire delle strutture
fisse di qualche terreno di campo nei dintorni di W. Alle Volpi
parve che le cose non
fossero semplici, ma
il Capo Reparto si offrì
di curare i contatti
con il Settore Internazionale, a patto che le
Volpi si occupassero,
coinvolgendo le altre
Squadriglie, di alcuni aspetti
dell’esperienza all’estero documentandosi per benino sulla
meta che avevano deciso di raggiungere, sulle caratteristiche
fisiche, economiche, sociali di
W., sui luoghi d’arte e naturalistici meritevoli di essere visitati,
sui trasporti locali: tutte notizie
che avrebbero potuto condensare sia dagli opuscoli che saggiamente si erano procurati, sia
consultando delle guide turistiche, Internet o intervistando
alcuni concittadini che, grazie al
gemellaggio, avevano già visitato W. e i suoi dintorni.
I Capi proposero che il campo
poteva essere impostato seguendo come filo conduttore gli
articoli 4 e 6 della legge: “(...)
sono amici di tutti e fratelli di
ogni altra guida e scout” e “(...)
amano e rispettano la natura”.
Inoltre l’attrezzatura da campo
5
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on
al
e
riunite in Consiglio, decisero
che era una proposta sensata.
Paolo e Flavio, il suo vice, fecero
un salto in Comune e ne uscirono carichi di opuscoli sulla
città di W. Ora avevano indirizzi
delle autorità locali, dei servizi
sanitari e anche di alcune famiglie con figli della loro età:
erano sicuri che alcuni di quei
ragazzi fossero degli scout.
Inoltre scoprirono che la città
di W. era collegata con la
loro da voli a basso costo:
sembrava proprio un
invito!
a
Ovviarn
e
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6
zi
Posso iniziare col dirvi che
spesso si ha un’idea di “dimensione internazionale dello Scautismo”, come realtà presente
su tutti e cinque i continenti: la
capillarità del nostro movimento
ci fa sentir parte di una grande
famiglia che condivide la stessa
Legge e Promessa.
Si potrebbe iniziare col documentarsi sulle diverse realtà, attraverso un’analisi “teorica” dei
vari modi di far Scautismo.
La parte più corposa, poi, dovrebbe basarsi sul contatto
diretto: via quindi a gemellaggi
fra gruppi di diverse nazioni,
Campi estivi internazionali,
Uscite all’estero; ma potreste
anche scegliere di addentrarvi
in territori inesplorati, alla scoperta di una realtà “straniera”
che guarda caso vive nel vostro
stesso quartiere o città.
Non accontentatevi di raccoglier
informazioni solo su libri e testi
Hills, in Gran Bretagna: forse,
suggerì, poteva essere una buona pista da seguire. Le Volpi,
al
Cara Squadriglia,
mi sto proprio rivolgendo a te
che quest’anno hai deciso di
metterti in gioco pianificando
la conquista della Specialità di
Squadriglia in Internazionalismo.
Immagino che l’entusiasmo sia
“a mille” per l’inizio di questa
nuova avventura: probabilmente
avete già stilato
un elenco di
possibili Imprese ma è
possibile
che
qualche
dubbio
resti ancora.
Quel sogno le Volpi lo cullavano
fin da quando Paolo, il caposquadriglia, aveva raccontato
che suo padre a un
Jamboree c’era stato
e ne parlava spesso
come di un’avventura
indimenticabile preceduta un anno prima da
un Campo di Reparto all’estero, in Austria per la precisione.
Quanto bastava alle
Volpi per sognare un
poco. Ne parlarono con
i Capi, proponendo loro
di realizzare un’Impresa di Squadriglia un
po’ fuori dal comune:
organizzare un campo
all’estero per tutto il Reparto. I
Capi, pur ritenendola una proposta di non facile attuazione,
soprattutto sul piano organizzativo, accettarono.
Ottobre: tempo di passare dal
dire al fare anche se... le Volpi
non sapevano proprio da dove
incominciare! Innanzitutto ci
voleva una buona motivazione:
dove andare e perché. Tutti masticavano un po’ di inglese, ma
non era una ragione sufficiente.
Alberto però, il terzo di squadriglia, si ricordò all’improvviso
che la loro città era gemellata
con quella di W., nelle Cotswold
on
A CACCIA DI IDEE:
COSA OSSERVARE,
DOVE CERCARE,
COME DECIDERE
Un campo di reparto all’estero?
Sì, l’organizza la squadriglia Volpi!
zi
Imprese Internazionali?
Yes, WE CAN!
int
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e
disegni di SARA DARIO
“Il movimento scout è una fratellanza mondiale. Diventando
Scout ti unisci ad una grande
moltitudine di ragazzi appartenenti a molte nazionalità ed
avrai amici in ogni continente.
Ciò avrà un effetto vitale e di
lunga portata in tutto il
mondo per la causa della
pace” B.-P.
Giada Martin
QUALCHE CONSIGLIO UTILE
PER LA VOSTRA RICERCA...
Contatti sulle diverse dimensioni
culturali presenti sul vostro territorio
potete facilmente reperirli sui siti
web dei vostri Comuni d’appartenenza (spesso esistono
anche dei centri ad hoc, vi
segnalo quello della mia
città:
www.comune.torino.
it/intercultura
e
www.wagggsworld.org/en/home
Sito del WAGGGS, organizzazione
mondiale che si occupa del supporto
e dello sviluppo del Guidismo.
Fondata del 1910 dalla sorella di
B.-P., Agnes, che adattò il sistema
educativo scout alle ragazze. Proprio
in quest’anno ne stiamo vivendo le
celebrazioni per il centenario!
al
dalle tradizioni ai miti e leggende, ai tratti caratteristici
sulla loro origine, ai piatti tipici
(con cui potrete deliziare il resto
del Reparto!).
Questo è il sentiero che questa Specialità di Squadriglia vi
chiama a compiere: la responsabilità nel trasmettere a chi vi
sta intorno, in primis al vostro
Reparto, l’entusiasmo e l’importanza di esser cittadini del e
nel mondo (come ci ricorda il
nostro B.-P.).
Buon lavoro!
www.scout.org
Sito del WOSM (World
Organization of the
Scout Mo ement): organizzazione mondiale che
coordina la maggior parte
delle organizzazioni scout
nazionali.
Conta circa 28 milioni di membri appartenenti a 160 nazioni diverse.
on
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10
consultazione da posizionare nel
vostro angolo in sede di reparto.
E adesso, buon lavoro!
come foste alle prese con una
ricerca scolastica: avendone la
possibilità, vivete in prima persona il confronto.
Chiedete ai rappresentanti delle
varie culture di farvi scoprire i
“loro universi”:
zi
disegni di TOMMASO PEDULLà
int
ed
un’altra, cogliete
gli aspetti di
somiglianza e quelli di differenza, provate ad ipotizzare
cosa sarebbe successo se alcune delle condizioni fossero state
differenti.
Ora tocca però realizzare un
momento conclusivo di questa
lunga inchiesta mettendo a frutto il vostro lavoro e provando ad
organizzare, perché no, una
sorta di tavola rotonda sul
tema.
Per tavola rotonda si
intende una specie di
conferenza conclusiva in cui vengono
invitati esperti del
settore,
esponenti delle istituzioni
pubbliche e analizzando i risultati del
materiale ritrovato
si provano a dare
delle soluzioni a
quanto avete affrontato.
Nel corso di quest’inzi
contro sarà compito
on
vostro pre-
sentare con
attenzione il lavoro
fatto mettendo in luce
tutte le fasi che
vi hanno portato sino a quel
punto e provando,
anche voi, a prospettare soluzioni ai problemi presentati.
Al termine della tavola rotonda, una volta acquisiti pareri di esperti e avendoli confrontati con i vostri, provate a
mettere quanto elaborato in un
libricino o in un dvd.
Create una sintesi completa
della conferenza che racchiuda
in sé tutto il percorso: questo
da un lato vi aiuterà a presentare l’impresa per conquistare
così la Specialità di Squadriglia,
dall’altro vi servirà come ricordo o strumento di
Francesco Scoppola
int
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e
e
molteplici punti di vista.
Innanzitutto cercate di capire la
fonte e più nello specifico cosa
c’è dietro quel particolare fatto o
fenomeno: capire cosa c’è dietro
vuol dire cogliere i momenti in
cui si è sviluppato, le condizioni
ed il contesto che hanno portato
allo svolgimento, i soggetti che vi
hanno contribuito e fatto parte.
Appena compreso questo pas-
al
infatti
in questi
piccoli
e
brevi fogli si trovano notizie che,
pur non comparendo sulla stampa nazionale, rivestono un grande interesse per la comunità ed il
territorio a voi vicini.
Che tematiche scegliere? Trattandosi di specialità internazionale scegliete quegli argomenti
e fatti che abbiano a che
fare
con
culture
on
int
Per conquistare una
Specialità di Squadriglia occorre partire
dall’elaborazione
di
una prima impresa che
veda tutti i componenti
della Squadriglia protagonisti.
Approcciandovi alla Specialità Internazionale una buona impresa da mettere in piedi è sicuramente quella di realizzare una
vera e propria inchiesta partendo da un argomento che riteniate di particolare interesse e che
abbiate trovato su un giornale.
Come prima cosa dovrete ovviamente avere a vostra disposizione un certo numero di quotidiani,
è fondamentale non averne solamente uno in maniera da poter
confrontare le informazioni e le
notizie presenti oltre a cogliere
eventuali fatti che siano citati in
un quotidiano piuttosto che
in un altro. Prima però
di documentarvi sui
giornali a diffusione nazionale andate
a spulciare anche
sulle
testate
locali e di
quartiere,
tante
volte
serete alla fase successiva comprendendo come si sviluppano i
problemi e raccogliendo quante
più informazioni possibili.
Per raccogliere informazioni dovrete essere tutti ben allenati
ad andare a cercare dovunque.
Potrete trovare delle notizie interessanti sia andando a parlare con delle persone che magari
hanno vissuto la stessa esperienza oppure potrete trovare
delle altre novità cercando su
libri o altre fonti di documentazione.
Tenete a mente che questa è indubbiamente la fase più importante perché vi consente di
andare alla radice della questione che volete affrontare
mettendo a confronto informazioni, dati e testimonianze
che vi aiuteranno a capire
l’entità del problema e
quali eventuali soluzioni
portare avanti.
A questo punto nelle vostre
mani dovreste avere abbastanza materiale, avrete capito cosa c’è alla base ed avrete
raccolto un buon quantitativo di
notizie che vi hanno aiutato a
capire lo sviluppo del fenomeno.
Cosa fare di più?
Innanzitutto passate ad analizzare quanto in vostro possesso.
Non ha senso infatti possedere
del materiale e non metterlo
in relazione tra sé stesso:
cercate di capire quali relazioni ci sono tra
a
un’informazione
zi
IMPRESA: organizzare
un’inchiesta
straniere, con una dimensione
internazionale delle problematiche, non dovete necessariamente pensare a qualcosa di lontano
solo perché si tratta di internazionale, ma concentratevi sulle
tante realtà che esistono vicino a
voi e che abbiano un respiro ed
una dimensione sovranazionale.
Una volta trovato un tema dovrete essere in grado
di analizzarlo da
in
r
te
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9
scouting for... school
A
micidiavventura,
sonoRoberta,unaGuidadelReparto
BrownseadelMazara4.
Quest’anno,probabilmentecomemoltidivoi,
ho affrontato gli esami di terza media. Come
argomentoditesinahoscelto“GliScout”,naturalmentevichiedereteilperché.Perchéseoggi
sonoquellachesono,èanchemeritodegliscout.
Lo scautismo mi ha insegnato ad essere più
autonoma e a conoscere meglio me stessa; mi
hainsegnatoadessereleale,ameritarefiducia,
afaredelmiomegliopercompiereilmiodovere
eperseverarenegliimpegniconcoerenza.Miha
insegnatoasorridereneimomentididifficoltà,
avedereillatopositivodellecose.Lamiaviaè
cambiataquandohodecisodidiventarescout.
Hoavutol’opportunitàdicrescereconfrontandomiconglialtri,mettendomiallaprova,esponendomi,cercandoditirarefuorilepotenzialità
celatenellabambinacheero.
Loscautismomihaaiutataadiventarelaragazza intraprendente e gioiosa che sono oggi;
eiopensocheseungiornoperqualchemotivo
dovessi interrompere il mio cammino scout appendereiilmiofazzolettonedovetuttipossano
vederlo dove io possa ricordare che sono stata
uno scout e che non smetterò mai di esserlo,
perché si dice: “Scout una volta, scout per
sempre”cheèappuntoiltitolodellamiatesina.
Inoltre,vichiederetecomehofattoacollegaretuttelematerie.Allora,diitaliano“IPromessi Sposi”, perché anche noi scout promettiamo
davanti a Dio sul nostro onore ad essere leali
e rispettosi verso gli altri così come due sposi
siimpegnano aonorarsierispettarsi pertutta
lavita.
Poidiscienze“lestelle”ricordandolaveglia
allestelle;distoria“ilfascismo”e“ilnazismo”,
perchédurantequestoperiodoloscautismoentròinclandestinità.Francese“lapollution”,perchéunodeimottipiùimportantiscoutè“lascia
ilmondounpo’miglioredicomel’haitrovato”e
purtroppooggil’inquinamentoinficialapossibilitàdirispettarequestomotto.
Dopotantoimpegnosonostatapremiatacon
unbel10!
Comepensodiavervidimostrato,loscautismo
fapartedellamiavita,tantochel’hoaddirittura
inseritonellamiavitascolastica.
Aquestopuntovorreiringraziaretutticoloro
chemihannopermessodiviverequestemagnificheesperienze:ilmioreparto,imieifantastici
capielamiafavolosasquadriglia.
DolcibaciRoberta.
Roberta ci propone temi importanti, espressi
con chiarezza. Lo scautismo che diventa una
fetta importante della vita e che “invade” altri
ambiti.
Ma ci pensate? Sostenere gli esami di terza
media ragionando sulla Legge e sulla Promessa. Beh, davvero niente male!
E dire che tante volte (ammettiamolo) ci
viene da far gli scout solo quando siamo in
uniforme e poi fuori dalle attività “chi s’è visto s’è visto”.
Certo che non è così per tutti! Anzi, tutte le
Guide e tutti gli Esploratori in ascolto la penseranno come Roberta, ne siamo certi.
Fateci sapere.
Fateci sapere anche se nelle vostre avventure scolastiche siete riusciti a parlare degli
scout e come.
a cura di Tonio Nego - fotografie di Giorgio Cusma
LettereperDi
scutere
31
B.A.?BAH!
Congliauguridicorrereinsalita…
di Nicola Mastrodicasa - disegni di Riccardo Francaviglia
F
32
orza, avvicinatevi, con
calma. Non fate rumore, sorridetele. Potrebbe spaventarsi. Accertatevi prima
che sia tutto ok.
È dell’età giusta? Ha delle buste in mano? Si
sta guardano intorno?
Sì, dai, è vera. È proprio una vecchietta. E
deve attraversare la strada.
Con la spesa, addirittura. Tenetevi pronti.
Dai, è facilissimo. Allora: prima salutatela. Vedete come vi risponde. Tutto, ok? Non sospetta
nulla? Non è scappata? Bene, andate avanti.
Fatele vedere il fazzolettone. Che fa? Dice
che non ha vetri dell’auto da farsi pulire? No,
spiegatele che siete lì per altro. Sì, ditele che
non volete soldi. No, nessuna enciclopedia. La
spesa. No, signora, si calmi. Spiegatele che non
volete la sua spesa,
volete portargliela. A
casa, sì. Non vuole, ok.
Abbandonate il primo
obiettivo, provate con
il secondo. Niente spesa. La strada. Sì, fategliela
attraversare. Vabbè, non si
convince. Cambiate obiettivo. Insistete, dai, una ne
troverete.
MA QUANTO È DIFFICILE
FARE UNA CARA VECCHIA
B.A. (BUONA AZIONE , l’avevate capito, no?)
B.A.: S.P.A. (come si producono le Buone Azioni)
Vista così, una B.A. è un’impresa impossibile.
E soprattutto perché farla? E poi, pensateci un
po’: trovate divertente far attraversare la strada
a delle vecchiette che non ne hanno forse neanche voglia? O, al di là della vecchietta, è normale che uno cerchi per forza qualcosa da fare, un
modo per sentirsi buono, si inventi espedienti
pazzeschi pur di riempire la casellina “sono stato bravo”? O ci può essere qualcos’altro dietro
alla B.A.? Insomma, diciamoci la verità: c’è veramente qualcuno di voi che va a letto la sera e
se non ha compiuto la sua Buona Azione quotidiana non riesce a prendere sonno?
B.A.: B.-P. (che ne pensava il nostro Capo dei
Capi)
Eppure Baden-Powell sarebbe solo in parte
d’accordo con questa visione della Buona Azione. Se, da un lato, prevedeva che ogni buono
scout facesse pratica continua e quotidiana
della B.A. (come la famosa mela al giorno),
dall’altro non pensava che niente della B.A. potesse essere prevedibile: per lui un vero scout
era quello che trovava le occasioni più impensate per realizzare un “simpatico aiuto” agli altri, in maniera originale, intelligente, talvolta
imprevedibile ma capace di lasciare un segno
negli altri e nel proprio ambiente.
B.A.: O.D.A. (lo scouting: osservare-dedurreagire)
Allora proviamo a vederla diversamente questa benedetta B.A. Che ne dite di questo tipo di
idea? Così è più semplice di prima?
La nostra proposta per delle vere B.A. che
funzionino è questa qua. Rilassatevi: niente
rincorse dietro a sacchi della spesa, niente strisce da attraversare; provate a sentire e diteci
se vi piace.
Osservare-dedurre-agire: ne avete sentito parlare più volte probabilmente. Si tratta del modo
in cui ci piace affrontare le cose, lo scouting.
Al livello più semplice OSSERVO una situazione
di bisogno, DEDUCO cosa manca, come posso
intervenire, AGISCO metto in atto la mia B.A.
Per esempio: osservo che un mio “compagno”
di squadriglia non è felice? Deduco da ciò che
fa e che mi dice quale possa essere la cosa e
cosa posso fare per aiutarlo. Agisco, mettendo
in pratica le mie deduzioni. E poi sono pronto
per ricominciare.
Vi può andare come schema? Lascia tutto
alla vostra libertà, ma vi può aiutare a non affannarvi come pazzi a cercare una vecchietta
(che tra l’altro ormai
sa attraversare benissimo da
sola). Le paroline che vedete
intorno al nostro nuovo schema
possono esservi ancora di aiuto:
Dove?
Squadriglia: è il luogo che vi consigliamo,
dove potete cercare la vostra parte, dove conoscete tutti ma dove potete imparare a conoscere meglio, dove potrete valutare con una certa
precisione se e quanto la vostra B.A. ha avuto
effetto
Sentiero: la B.A. è forse un impegno come
nessun altro, l’occasione per camminare spediti
verso le mete che vi siete prefissi
Impresa: nel fare con gli altri amici del Reparto e della Squadriglia potrete trovare le occasioni più “ghiotte”: bastano gli occhi aperti ed
un po’ di buon O.D.A. (osservo-deduco-agisco).
Potete trovare il modo di rendervi utili agli altri
nel lavoro, ma soprattutto è l’impresa la vostra
vera B.A.: è con essa che potete lasciare un segno nella realtà che vi
circonda, cambiare in meglio
il mondo.
Come?
Av v e n t u r a :
la B.A. non è
solo l’impegno quotidiano ma è anche la scoperta di qualcosa di tosto, di un impegno straordinario. Può essere l’avventura di un piacere,
quello di aiutare gli altri, che vi farà scoprire
che nel profondo siete fatti per fare felici gli
altri
Competenza: eppure, le cose bisogna farle
bene. Non basta... essere buoni, aiutare gli altri. Bisogna farlo con competenza, magari mettendo in pratica le nostre specialità, i nostri
talenti affinati con il Brevetto.
Estote parati: è il nostro motto, ci
sarà un perché. Non si fanno B.A.
se si dorme, se non ci si sa guardare
intorno, se non si è preparati e
svegli per farle.
Perché?
A questo non sappiamo rispondere. Anzi, sapremmo, forse.
Ma abbiamo la convinzione
che ognuno possa trovare
il suo perché. È il perché
che vi (ci) fa pronunciare
una promessa,
che vi fa salutare con gioia il
sole che nasce, che vi
fa ballare
intorno al
fuoco, che
vi fa cantare
nelle difficoltà, che vi fa
scattare verso
l’altro in difficoltà, che vi fa venire voglia di
cambiare in meglio voi stessi ed il mondo, che
vi fa correre in salita, che vi (ci) fa…
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di Isabella Samà - disegni di Jean Claudio Vinci
ParoladiG u
ida
34
E
UNASQUADRIGLIA
la seconda volta che Emma
mi ospita a
casa sua. Emma Camesasca, classe 1930, una
delle prime guide italiane.
Appena entrata in salotto, non posso non notare
un album voluminoso. Incredibile, è il Libro d’oro
della squadriglia Gabbiani!
A voi forse non dirà
niente. Allora mi conviene fare un passo
indietro.
La squadriglia Gabbiani è stata fondata nel
1946. Le appartenenti erano K
(Anna Cappelloni) - capo squadriglia -, Macca
(Maria Maccabruni), Castoro (Maria Venerus),
Ali (Maria Teresa Aliprandi), Emma (Emma Camesasca).
“Niente vice?”. “No! K bastava e avanzava!”,
esclama Emma.
Quello che è aperto sul tavolo non è il primo
Libro d’oro dei Gabbiani, ma... l’ultimo.
La squadriglia Gabbiani non ha mai cessato di esistere. Probabilmente è la più longeva
squadriglia italiana: 64 anni!
E sì che le sue componenti hanno
80 anni: “Aspettiamo Alì, la piccola, che fa il compleanno ad ottobre, per festeggiare tutte insieme
il nostro 80esimo”, racconta Emma.
Quello che mi stupisce è la capacità di essere rimaste amiche per
tutto questo tempo. Per me è un
valore incommensurabile e glielo
dico.
“Sai, ci sono stati lunghi anni in
cui ci siamo perse di vista, a causa
degli impegni familiari e personali.
E poi, anche quando ci siamo ritrovate, non è detto che tutto filasse
liscio, perchè ognuna ha il suo carattere e con questo bisogna fare
i conti”.
Lo dice mentre comincia a mostrarmi il Libro
d’Oro (ultima versione, datata 2005).
Ci sono le foto
delle loro gite
in agriturismo
o in vacanza,
quando “ci divertivamo come
matte a cantare sotto la luna o a leggere ‘La tempesta’ di
Shakespeare, a fare
lunghe passeggiate
o giochi di società”.
“Insomma”, osservo,
“una squadriglia in piena regola, commisurata alla
vostra età”. “Certo”, risponde
Emma, “ma considera che non eravamo tutte
presenti. K, per esempio, vive a Francoforte e
perciò è raro che ci raggiunga”.
Oltre alle fotografie, ci sono pagine scritte
fitte fitte, con calligrafia diversa: “Ogni 2/3
mesi, ci passiamo il Libro d’Oro. Ognuna di noi
ha così modo e tempo per arricchirlo con i propri contributi. Confidenze, riflessioni che ti
nascono - all’alba degli 80 anni - sulla vita e la
morte, stralci di letture, poesie e articoli che
ADI64ANNI
vogliamo condividere l’una con l’altra”.
Rubo con gli occhi qualche verso di una poesia che si intitola “Sentirsi amato” ed apre il
Libro d’Oro; poi, più avanti, “Un elogio della
pazienza”, mentre mi faccio raccontare qualcosa di questa straordinaria squadriglia.
“Ci piaceva moltissimo cantare. K ci teneva
parecchio. Aveva orecchio, mentre io invece
ero stonata”, ricorda Emma. “Abbiamo anche
inciso il Cantico delle Creature, ma non sappiamo più dove sia finita la registrazione”.
Le chiedo cosa cantavano in particolare. Mi
spiega che, a quei tempi, non avendo ancora
l’AGI una tradizione propria, attingeva al bagaglio francese. Prende uno dei suoi canzonieri e
mi cita “Au bord de la rivière”, “La main dans
la main”, “Calchiques”, “Oh, Shenandoah”...
“Non le conosci?”.
Purtroppo devo ammettere di no, nonostante il mio diletto fin da piccola per le canzoni.
Anzi, se dobbiamo dirla tutta, ho sentito citare “Oh, Shenadoah”, ma non ne conosco il
motivo.
Penso che sia un peccato che si sia persa la
conoscenza di così tante belle canzoni. Me le
segno con l’intenzione di ritrovarle, impararle e proporle
alla prima occasione utile. Mi immagino queste ragazze
cantare tanto e questo
mi riporta alla memoria un vecchio detto
scout:
“Squadriglia
che canta, squadriglia
che cammina”. E di strada la squadriglia Gabbiani ne ha fatta tanta...
L’ultima sorpresa Emma me
la riserva di nuovo casualmente.
“I libri d’Oro li conserva Castoro, perchè ha una casa grande insieme al Guidone di squadriglia”.
“Il Guidone?!”.
Be’, ragazzi, secondo me,
queste vecchie guide sono
realmente insuperabili.
Che fortuna aver incontrato Emma! Mi ha
dato modo di conoscere una splendida storia
“privata” - quella della squadriglia Gabbiani che è il tassello di una storia “pubblica” più
grande - quella della ripresa del guidismo in
Italia.
Se ci pensate, è straordinario quello che
il guidismo ha significato per queste donne:
mantenere in vita la squadriglia non è il riflesso della fiamma di quella Promessa, compiuta
nel ‘45-’46, che non ha mai smesso di ardere.
CHI è
Emma Camesasca è appassionata di
lingue straniere ed idiomi locali.
Conosce l’inglese, il francese, lo
spagnolo e il tedesco. Ha insegnato inglese per 40 anni
all’Istituto tecnico Moreschi
di Milano e per 25 anni alla
scuola serale di via Cesate.
Come membro del Circolo Filologico, ha contribuito a scrivere il
vocabolario italianomilanese, dato alle
stampe nel 2001. Ha
vinto diversi premi di poesia dialettale e, in omaggio
alla sua città, ha tradotto
i 4 Vangeli in milanese.
Non ha mai smesso di
fare servizio: attualmente opera al CAV di via Tonezza a Milano e al negozio “Di mano in
mano”, per la Comunità “Mondo e Famiglia”.
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ASTUZIEESPRESSIVE
Fatevifurbiaifuochidibivacco
L
BASILICATA
CALABRIA
36
LIGURIA
LAZIO
di Mauro Bonomini - disegni di Isacco Saccoman
ABRUZZO
a differenza tra il successo e l’insuccesso, a volte è soltanto un pizzico
di preparazione in più. Il motto degli scout è Siate pronti! Perché non applicarlo
quindi anche all’espressione, in particolare ai
fuochi di bivacco? Magari voi siete guide e scout
talmente speciali e abili
che nessuno dei fuochi
in cui voi avete lavorato
è mai stato un insuccesso, ma per noi comuni
mortali qualche “astuzia”
non farà male.
La prima che ci sentiamo di suggerirvi è quella
del Libro Segreto. Se non
ne avete mai sentito parlare, non preoccupatevi,
vuol dire che quelli prima
di voi il segreto lo hanno custodito bene! Non
è niente di straordinario,
però, solamente un quaderno dove raccogliere,
in capitoli diversi, idee e riferimenti espressivi, meglio se a fogli mobili e, visto che si sta
parlando di fuochi al campo, si suppone di non
avere grandi problemi di trasporto e conservazione, di dimensione A4. Il Libro Segreto è
una risorsa di Squadriglia, ma conservarne una
copia personale a casa per ogni componente
della Squadriglia è un’altra buona astuzia.
L’informatico della Squadriglia provvederà a scrivere tutto su file e stampare
la base e gli aggiornamenti: bucare
i fogli e inserirli nel Libro sarà un
gioco da ragazzi. Il Libro si tramanda per generazioni, passa
di Caposquadriglia in Caposquadriglia, così come anche i file corrispondenti.
Per renderlo più facilmente utilizzabile, ci sono i capitoli, che separeremo uno
dall’altro usando dei divisori
in cartoncino più rigido. Ci
sarà quindi un capitolo ban,
dove si raccoglieranno tutti i
migliori e più efficaci, con suggerimenti per
farli riuscire al meglio. Se il ban prevede una
melodia da seguire, sarà buona cosa insegnarla a tutta la Squadriglia e, a mano a mano,
per ogni ban insegnarla anche alle novizie e
ai novizi prima possibile.
Se siete bravi musicisti,
inserirete la trascrizione
della melodia su pentagramma. Stessa cosa vale
anche per il secondo capitolo, le danze scout:
trascrizione dei gesti da
compiere e della melodia. Ci saranno le danze
atletiche, in cui i gesti
saranno veloci e ritmati
(faticosi, pure!); le danze umoristiche, con gesti
buffi e caratteristici; le
danze di coordinamento,
in cui la sequenza dei gesti è complessa e richiede attenzione e abilità. Un altro capitolo registrerà scalette per il fuoco (la sequenza dei
canti, ban, giochi e danze ecc.), quelle meglio
riuscite, ma anche quelle così così, che provvederete a migliorare (una volta capito cosa
non funzionava) per renderle fantastiche.
Non mancherà un capitolo con i canovacci
delle scenette, le tracce delle veglie di riflessione e delle veglie alle stelle. Perché
non aggiungere poi una sezione sui costumi
e i trucchi? Quando vi capiterà di ideare un
costume particolarmente riuscito o un trucco
teatrale eccellente, farvelo tornare in mente al
momento del bisogno non sarà solamente un’
astuzia, ma un’ancora di salvataggio.
Altra
astuzia: se il campo
estivo è a tema,
raccogliete informazioni e, in una
riunione di Squadriglia indetta appositamente, raccogliete il
maggior numero di idee
per scenette, costumi e trucchi, ban e danze
inerenti al tema.
Mai sentito parlare del Battutario? E’ una
raccolta di frasi celebri che si compone al
campo, ovviamente saranno le più divertenti
e particolari (sono escluse le battute irripetibili). Si tengono da parte e si utilizzano sia
con scenette che ricompongono l’occasione in
cui sono state pronunciate, sia in rubriche dedicate, come lo stupidario del campo. Se non
volete crearvi dei nemici, è meglio che manteniate riservato il nome dell’autrice/autore, a
meno che non sia avvenuto sotto le orecchie
di tutti!
Se la Squadriglia o qualcuno dei suoi membri è particolarmente abile in qualche tecnica
espressiva, senza esagerare per non venire a
noia, fate però in modo di sfruttare queste capacità. Alcuni mezzi sono particolarmente efficaci e semplici (il radiodramma, i quadri fissi
e mobili) altri un po’ più complessi (il coro parlato, la recitazione, il musical semplificato),
ma molto suggestivi se ben fatti.
Radiodramma (è il modo in cui si trasporta un racconto o un libro per essere ascoltato
alla radio): comprende un lettore, personaggi,
rumoristi. C’è una storia narrata dal lettore,
in cui i dialoghi vengono invece
letti direttamente dai personaggi
e in cui i rumori vengono eseguiti
dai rumoristi. I rumori possono essere creati con strumenti appositi
o vocalizzati, anche con le parole
onomatopeiche dei fumetti (i famosi sbang, crash, bang). Se riuscite a
organizzarlo a casa, con più tempo
per scrivere e ideare, la realizzazione sarà rapidissima e la riuscita
garantita
Quadri fissi e mobili: un narratore racconta la storia (si possono anche inserire altri lettori che diano
voce ai personaggi) e sul palcoscenico, dietro ad un sipario che viene
di volta in volta alzato e abbassato,
si rappresenta la scena. Nel quadro
fisso la scena è come una fotografia: tutti fermi immobili. Nel quadro
mobile si parte da un’istantanea
con tutti i personaggi in blocco di
scena, ma questi poi si animano e
rappresentano una parte di azione
o con il mimo o con la recitazione.
Il quadro fisso si presta più facilmente a temi
umoristici (usando in particolare le espressioni dei personaggi), ma si può utilizzare anche
per rappresentazioni più serie.
Il coro parlato utilizza molti lettori che recitano le loro parti intrecciando le voci come
in un coro polifonico: a canone (cori differenti
che si alternano), ad inseguimento (il secondo
coro pronuncia insieme al primo l’ultima parola
o frase e poi prosegue mentre il primo tace), a
sovrapposizione (più cori parlano insieme con
testi diversi)
Il musical semplificato fa cantare ai personaggi solo poche parole delle canzoni, che si
inseriscano umoristicamente nella trama e nei
dialoghi tra gli attori
Le colonne sonore sono un ottimo accompagnamento per le scenette. Se avete in Squadriglia chi suona strumenti musicali (e se li è
portati al campo), avrete non una, ma molte
frecce in più per il vostro arco. La musica dal
vivo è molto suggestiva, ma attenzione a sceglierla bene e a non fare durare troppo i brani
(il verbo annoiare non deve mai comparire nei
nostri fuochi). E’ possibile, in caso di scenette umoristiche, comporre orchestre “a fiato”,
suonando a voce i vari strumenti, i risultati
possono essere esilaranti.
37
I Rompitasche sono espedienti simpatici
per ravvivare un fuoco, compaiono in scena
all’improvviso (ma, ovviamente, sempre se non
volete crearvi nemici, l’ingresso è concordato
con chi sta sulla scena) e recitano una parte
a sorpresa, come lo straniero che si è perso,
l’attore rifiutato che vuole invece farsi valere,
l’intervistatore del TG che fa la diretta dello
spettacolo, il signor Pignolini che puntualizza gli errori di recitazione ecc.. Nell’arco del
campo può diventare una consuetudine farli
comparire, in momenti sempre diversi, anche
durante danze e ban o canti. Sono assolutamente vietati alle veglie di riflessioni e alle
veglie alle stelle.
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In un libro mai pubblicato di Hariu Protter,
il famoso mago deve comprare il magico Elencocanto. Possederne uno fa in modo di poter
trovare il canto giusto al momento giusto.
Non è altro che un elenco di canti, scelto
in base alle capacità e conoscenze canore del
reparto.
Davanti ad ogni titolo può essere inserito
un simbolo che distingua: canti scout, canti
lenti, canti ritmati e una serie di stelline:
1 stella ...se proprio non c’è di meglio... questa canzone non la sanno tutti bene, riesce
solo se c’è Giorgetta o Elisabetta e stavolta non ci sono, piace al Caporeparto che è stonatissimo
2 stelle ...va be’ ce la caviamo
3 stelle ...niente male, siamo quasi bravi
4 stelle ...senza questa
il reparto non sopravvive,
manda il morale alle stelle, la
cantano tutti
5 stelle ...è il nostro cavallo di battaglia, quando
la cantiamo applaudono anche gli scoiattoli e i
leoni marini (quelli veri, intendo!)
Se non sapete cos’è una check-list, imparatelo! Per il fuoco non se ne può fare a meno.
Presenta un sacco di domande a cui bisogna
dare una risposta positiva PRIMA che lo spettacolo vada a incominciare. Ogni Squadriglia
se ne compone una personale, ma non devono
mancare le domande come: C’è tutto il materiale? Ci sono le torce elettriche funzionanti?
C’è abbastanza legna? Il posto dove dobbiamo
recitare è pulito, senza sassi, chiodi o altro
materiale pericoloso? La scaletta è a posto? Il
testo da leggere è disponibile e non ce lo
siamo dimenticati a trenta chilometri di distanza?
Recitare noi stessi non è la cosa
più facile del mondo, ma almeno
la parte la conosciamo bene. Le scenette che riguardano la nostra Squadriglia
possono essere un asso nella manica. Abbiamo
fatto qualcosa che non era proprio perfetto?
Spieghiamone umoristicamente il perché al
Reparto... tanto hanno già riso anche prima.
Abbiamo perso un gioco o una gara? Siamo
comunque i vincitori morali, è stato solo perché... ve lo spieghiamo noi il perché! La Caposquadriglia o il Caposquadriglia hanno bevuto
una pozione magica e non sanno più parlare...
è una fortuna o una sfortuna? Vediamo cosa
succede.
Dimenticarsi il Quaderno di Caccia è brutto,
non averlo quando si prepara un fuoco è da
stupidi... vedi sopra. La legge di Murphy
colpisce quando meno te l’aspetti, ma
lo spettacolo deve continuare, con
un po’ di faccia tosta nessuno capirà
che abbiamo sbagliato! Il panico da
palcoscenico è sempre dietro la porta... ma dov’è la porta nel prato dove
faremo il fuoco? Se il fuoco è andato
bene il merito è del Caposquadriglia,
se è andato male la colpa è del resto
della Squadriglia.
Ricapitoliamo un po’: se possibile,
lo abbiamo detto tante volte, portiamoci un bel po’ di idee da casa,
perché al campo, lo sappiamo tutti,
il tempo è tiranno. Teniamoci sempre
qualcosa pronto di riserva, ma preparato bene, perché può risollevare
le sorti di una serata fiacca. Anche
i migliori sbagliano, ma perseverare
è da stupidi... impariamo dagli errori,
perché la nostra Squadriglia stupida
non lo è mai stata. Lo spettacolo non
è democrazia, il regista è un re... poi se
sbaglia ci pensiamo dopo.
39
L’ARTEdellaMANUTENZIONE
delMATERIALEdiSQUADRIGLIA
di Lucio Costantini - disegni di Tommaso Pedullà
E
40
ra la fine di marzo quando Gianna, la
Caposquadriglia delle Antilopi, in vista
dei giochi di San Giorgio del mese successivo, scese nello scantinato del magazzino
di Reparto insieme a Claudia, la terza di Squadriglia, a cui era stato affidato da poco l’incarico di magazziniera.
Entrambe vennero colpite da un forte odore di muffa. Lì per lì non ci fecero caso, ma
una volta aperti i sacchi contenenti la tenda
di Squadriglia si resero conto che quell’odore, fattosi più acuto, proveniva proprio da lì.
Srotolata che ebbero la tenda nel cortile della
base di Reparto costatarono che, purtroppo,
l’umidità aveva fatto il suo corso.
In pratica soltanto il pavimento della canadese, essendo di pvc, si era salvato. Il telo
interno e il soprattetto erano ridotti a un
colabrodo e non era nemmeno pensabile di
rammendarli. Gianna immaginò la faccia che
avrebbero fatto Giulia e Roberto, i Capireparto,
appena appresa la notizia.
La tenda era da ricomprare e quindi le Antilopi avrebbero dovuto mettere in moto tutta la loro creatività per far sì che la prossima
attività di autofinanziamento desse i risultati
sperati. Era accaduto che il campo di Reparto
si fosse concluso sotto la pioggia e il materiale era stato “provvisoriamente” depositato
in magazzino con l’intento di sistemarlo non
appena possibile.
Poi, complici le vacanze estive e la dispersione delle Squadrigliere tra mari e monti, i
buoni propositi delle Antilopi si erano dissolti
come neve al sole...
Gianna, consapevole dell’errore commesso,
convocò un Consiglio di Squadriglia nel quale
vennero prese delle decisioni importanti. Era
doveroso che le Antilopi, nessuna esclusa, collaborassero d’ora in avanti per conservare in
modo adatto il materiale, dalla semplice trivella alla tenda.
Per passare dalle parole ai fatti tutto il materiale venne portato a casa di Gianna.
L’elenco, redatto
da Claudia, comprendeva la seguente attrezzatura: una sega ad arco per
legname dolce; un saracco; un coltellaccio per
sfrondare rami; due accette il cui filo era in
condizione pietose; una raspa piana; una raspa
semi tonda; una raspa tonda senza manico; un
trapano a mano (il papà di Gianna, che di certe
cose se ne intendeva, disse che si chiamava
girabecchino) con una serie di punte di diversi
diametri; tre scalpelli da legno da arrotare; un
mazzuolo di gomma per piantare picchetti; un
mazzuolo per scalpelli; una mazza pesante con
manico corto; una serie di trivelle di diametro
variabile; due pale pieghevoli; un punteruolo;
un piccone; un rastrello privo di manico; un
metro metallico a nastro; un filo a piombo;
un livello; due lampade a gas con bombolette
prive di vetro e retina; due taniche di plastica;
una ghirba di plastica per acqua potabile con
rubinetto.
La batteria da cucina recava ancora le tracce
dell’ultimo pasto: le pentole erano state lavate in fretta e l’odore che si sprigionò quando
vennero sfilate l’una dall’altra e aperte non era
proprio dei migliori! I picchetti della tenda
erano stati riposti in fretta, andavano ripuliti
dalla terra e alcuni erano vistosamente storti.
Difficile su due piedi stabilire quanto cordino
ci fosse: una matassa aggrovigliata che mise a
dura prova le Antilopi per venirne a capo!
Una volta inventariato il materiale andava
risistemato o comunque predisposto per essere
ben conservato.
A quel punto furono utili i consigli dati sia da
Roberto, il Caporeparto, sia dallo stesso papà
di Gianna. Le Antilopi trasformarono alcune riunioni di Squadriglia in momenti di lavoro. Il
cordino, che per fortuna era sintetico e quindi
non aveva risentito dell’umidità, venne ridotto
in spezzoni da tre e da quattro metri, misu-
re adatte per le legature al campo e
le estremità vennero bruciate
con l’accendino per evitarne
lo sfilacciamento. Ogni
spezzone venne arrotolato con cura secondo le
istruzioni di Gianna per
essere riposto appeso.
Nessuna delle Antilopi
era in grado di rifare il filo alle accette
e agli scalpelli: vennero perciò affidate all’arrotino. Furono ricollocati i manici per la raspa e per il rastrello;
comprati i vetri e le retine per le
lampade a gas.
Quasi tutti gli attrezzi,
riposti bagnati o umidi alla
fine del campo estivo, recavano tracce di ruggine: fu
necessario toglierla con delle pezze abrasive
morbide impregnate di petrolio. Le lame vennero protette con un velo di grasso. Alla fine
del lavoro le mani delle Antilopi erano odorose
e non propriamente belle da vedere; in compenso gli attrezzi erano tornati come nuovi.
I picchetti vennero ripuliti e raddrizzati con
pazienza. La batteria impilabile da cucina venne lavata e riposta in un sacco di cotone apposito; la cassa di squadriglia, pulita, riverniciata e contrassegnata con i colori di squadriglia.
Gianna riflettendo fra sé su quanto accaduto pensò che le Antilopi si sarebbero potute
risparmiare quella fatica se solo si fossero ricordate, lei compresa, dell’articolo nove della
Legge. Si disse che alla prossima riunione di
Squadriglia, con l’aiuto dei Capi, ci avrebbero
ragionato su...
41
NONSINASCE...IMPARATI
ComediventareunbuonCaposquadriglia
di Damiano Marino - disegni di Riccardo Francaviglia
T
42
empo fa ho sentito una definizione che
mi è piaciuta e la volevo condividere
con voi: la Squadriglia è come il team
dei meccanici ai box della Formula 1: ognuno
ha il suo incarico ben definito, ognuno si è
preparato e lavora in perfetta coordinazione
con gli altri, tutti uniti nell’effettuare i propri
incarichi nel minor tempo possibile. Fra di
loro ce ne è uno che sembra avere un ruolo
secondario: è chiamato lollipop man (uomoleccalecca), quello che alza una grande paletta
per dare il via al pilota per riprendere la gara.
È un incarico tutt’altro che secondario, anzi,
quell’uomo è il capo del team, il responsabile
delle operazioni: da lui dipende il tempo di
fermata ai box e quindi gli esiti della gara, e
per farlo ha necessità di avere sotto occhio
tutta la squadra dei meccanici e il lavoro da
loro svolto.
Se la Squadriglia è il team, il lollipop man è il
Caposquadriglia.
Una Squadriglia capace di lavorare unita,
ognuno con il suo preciso incarico, tutti
indispensabili per raggiungere il successo,
tutti sotto lo sguardo e la direzione di un buon
capo.
Qual è allora l’elemento chiave per essere
un buon Capo? Sicuramente avere esperienza
e conoscere bene ciò che la squadra fa; poi
saper lavorare in team, dove ognuno ha un
suo preciso incarico e responsabilità; quindi
saper prendere le decisioni giuste al momento
giusto e saper dare le direttive perché la
squadra lavori sempre al meglio, migliorandosi
sempre più.
Ma come si diventa Caposquadriglia? È solo
un incarico legato all’età, oppure ha anche
altre caratteristiche? Sicuramente è legato
all’età, ma questo solo perché chi ha più anni
possiede più esperienza, semplicemente per il
fatto di aver vissuto più esperienze; questo
non è l’essenziale, poiché l’esperienza da sola
non basta, serve anche la capacità di
saper gestire una squadra, di saperla far
lavorare unita, raggiungendo sempre
nuovi obiettivi.
Nella mia esperienza di Capo Reparto
ho visto diverse tipologie di
Caposquadriglia, e mi sono
anche accorto che spesso i nuovi
Capisquadriglia erano il riflesso
di quello che loro avevano visto e
vissuto quando erano più piccoli.
Ci sono due tipologie di Csq
che non funzionano, che sono
agli opposti (seppur con risultati
analoghi):
Il Csq “faccio-tutto-io”, anche bravo
nelle tecniche, che però non si fida della
Squadriglia e nelle attività cerca di fare
tutto lui (apparentemente con successo).
Risultato: la Squadriglia non sa lavorare
assieme, non impara le tecniche (tanto le sa
il Csq!), i ragazzi piano piano se ne vanno
perché non hanno stimoli, anzi spesso sono
rimproverati di essere incapaci.
insegna le tecniche, che ha lo sguardo su
ognuno e sa aspettare e calibrare i ritmi della
squadra sui tempi e modi dell’ultimo. Un capo
così fa entusiasmare tutta la squadra, che
naturalmente risponderà dando il meglio di sé.
Ecco allora alcuni ingredienti essenziali per
diventare un buon Csq: trapasso delle nozioni;
voglia di fare e di migliorarsi; mettersi avanti
obiettivi e raggiungerli, anche con l’aiuto
degli altri. Altro ingrediente, non meno
importante, è il legame con il Vice, che è fatto
di condivisione, corresponsabilità, trapasso
nozioni.
Il Csq “tanto-io-sono-grande”, che
ormai si è stancato di dare il massimo, che
si ritrova sempre con i grandi del Reparto e
non si interessa più della vita di Squadriglia,
lasciandola allo sbando. Risultato: nessuno
insegna le tecniche, la Squadriglia è disunita,
i ragazzi piano piano se ne vanno perché non
si divertono più.
Vi è una terza tipologia invece vincente,
quella descritta sopra nell’immagine del
lollipop man, che lavora di squadra, che
TU, CAPOSQUADRIGL IA
so, in commercio
È il titolo di un libretto della Fiordali
lollipop men delle
da un anno, rivolto proprio ai
di ASq di Acireale
Squadriglie! Alcuni ragazzi e ragazze
Léon Braun rivolto
hanno aggiornato un bel testo di
posto da ventidue
proprio ai Capisquadriglia. È com
lti direttamente
consigli, tutt i molto concret i, rivo
ano a scoprirne la
ai Csq. I titoli dei capitoli ci aiut
glia; lo Spir ito di
ricchez za: il ritratto del Caposquadri
. Contiene poi una
Squadriglia; la vita della Squadriglia
riflessioni, spunti
bella appendice con chiacchierate,
di preghiera.
Il Campo Estivo e poi l’inizio delle attività del
prossimo anno, sono occasioni da non perdere
per poter divenire ottimi Csq. La ricetta c’è,
gli ingredienti anche, non basta altro che
mettersi al lavoro. Alcune idee? Al Campo una
bella Impresa di Campismo, per fare il migliore
Angolo di Squadriglia che il Reparto ricordi: si
faranno insieme i progetti delle costruzioni,
si divideranno gli incarichi, si rimedierà il
materiale occorrente, ci si impratichirà con
le tecniche richieste, ci si confronterà con il
saper lavorare di squadra, si gioirà insieme
dei risultati. All’inizio dell’anno invece una
bella Uscita di Squadriglia per riprendere i
ritmi e il coordinamento: ognuno proporrà
attività e giochi legati al proprio incarico e
alle proprie competenze, il tutto sotto la regia
e il coordinamento di Capo e Vice, che come
bravi lollipop men sapranno ridare il via alla
Squadriglia perché possa essere sempre la
prima!
CAMPI PER CAPI
SQUADRIGLIA,
PERCHÉ NO?
In alcune Re
gioni, fra cui
il Lazio e la
Calabr ia (vedi
i loro siti web),
si organizzano
Campi apposita
mente per Csq
(il Lazio anche
per quelli non
all’ult imo anno
di Reparto).
Possono essere
una bella oc
casione per
imparare ad es
sere dei veri lo
llipop man!
43
Tecnologie,SocialNetworke
nuovimezzidicomunicazione
di Giorgio Infante - foto tratte da jotajoti.org
DaljamboreeafacebookpassandoperJOTAeJOTI
44
Incontrare altre persone per
scambiarsi opinioni, idee ed informazioni é da sempre importantissimo per tutta l’umanità.
È ragionando su questa necessità di comunicare e d’incontrarsi
che Baden-Powell ha pensato
ad esempio ai Jamboree. Se gli
scout si incontrano per scambiarsi esperienze torneranno di
certo a casa con la consapevolezza di essere
un movimento di persone e con tante tante
idee in più da custodire e da far crescere.
Da sempre gli incontri si sono svolti con riunioni a cui partecipare fisicamente: questo
comportava l’indubbio vantaggio di guardarsi
negli occhi, ma anche qualche problema: ad
esempio il tempo del viaggio e il costo di trasferimento. Ma... la fantasia umana ha creato
via via nuovi sistemi tecnici che hanno permesso l’ampliarsi delle opportunità.
Il telefono, le radio, internet hanno radicamente modificato il concetto di incontro. Non
é quindi sempre necessario ritrovarsi in uno
stesso posto in uno stesso periodo per incontrarsi.
Da questa constatazione nascono lo JOTA e
lo JOTI.
Il Jamboree dell’aria (JOTA Jamboree On
The Air)
Il primo é nato nel 1958 da una semplice
intuizione. Se gli scout decidono un periodo
comune a tutto il mondo per parlarsi attraver-
so le onde radio, potranno condividere moltissime idee senza
doversi spostare dalla propria
città! Presto detto il jamboree
dell’aria si svolge ogni anno nel
terzo fine settimana di Ottobre
e coinvolge circa mezzo milione
di scout. Per partecipare occorrono le radio e alcune competenze tecniche: ma non occorre
demoralizzarsi, ci sono molti scout capaci che
saranno felicissimi di aiutarvi, come pure si
può chiedere una mano a qualche amico radioamatore.
Jamboree su internet (JOTI Jamboree On
The Internet)
Il secondo invece si é tenuto per la prima
volta nel 1997 osservando l’evoluzione delle
nuove tecnologie e pensando alla crescente
rete internet come un nuovo strumento per
mettere in relazione scout di tutto il mondo.
Venne scelta la stessa data dello JOTA: questo
moltiplica le possibilità di fare nuove amicizie
durante quel fine settimana! Per partecipare
si può utilizzare qualsiasi strumento via internet, anche se si usa soprattutto la chat IRC
messa a disposizione da scoutlink.
Nel 2010 JOTA e JOTI si sono svolti i giorni
16 e 17 Ottobre. Per altre informazioni visitate
la sezione “eventi” del sito del WOSM/OMMS
www.scout.org, o direttamente (per JOTI)
www.scoutlink.net
Gli strumenti sono tanti: usiamoli ma con
qualche accortezza.
L’evoluzione degli strumenti per comunicare é stata inarrestabile. Da IRC e alle mail si
é passati a quella “nuvola” di servizi che ci
permettono di comunicare stabilmente con chi
desideriamo “anytime” ed “anywhere”, ovvero
senza barriere di luogo e di tempo.
Possiamo scrivere un messaggio da qualsiasi luogo fisico perché su internet si crea un
nuovo luogo virtuale. Contemporaneamente il
nostro messaggio potrà essere inviato in qualsiasi momento, e resterà on
line per sempre, potenzialmente potremmo ricevere risposta dopo anni.
Gli strumenti sono sicuramente
noti a tutti voi: MSN e tutti gli altri
servizi di messaggeria istantanea, la
possibilità di chiamare (e vedersi) ad
esempio con Skype, la condivisione
di pensieri e informazioni (e la possibilità di commentare) con tutti i
blog, le reti sociali che permettono
di condividere pensieri, foto, video,
etc come ad esempio Facebook.
Impossibile elencarli tutti, non basterebbe un numero intero di Avventura!
Tutti questi servizi, pur diversissimi, hanno
qualcosa in comune fra loro, nonché qualche
insidia da considerare:
• Spesso sono servizi gratuiti. Attenzione
però! Se é vero che non ci vengono chiesti soldi per usarli, dobbiamo considerare però che
ci chiedono molte informazioni su di noi e
che l’uso può svelare molte nostre abitudini. Queste informazioni che lasciamo ai gestori dei servizi sono utilizzate ad esempio per la
pubblicità che spesso li sorregge economicamente. Nulla di male,
basta essere consapevoli che il nostro
raccontare le vacanze
al mare ad un amico
potrebbe
generare
una pubblicità di un
pacchetto vacanze ai
tropici.
• Sono dei media che rompono il classico
sistema mediatico dove c’é un produttore di
contenuti e moltissimi che li ricevono (come
ad esempio in televisione dove il canale trasmette e gli spettatori guardano). Con questi
servizi ciascuno di noi diventa utilizzatore,
produttore e trasmettitore di contenuti. Il
video della cerimonia della Promessa caricato
on line potrà essere visto e diffuso oltre ogni
nostro controllo. La rete ci rende un grande
potere, possiamo diffondere le nostre idee,
condividerle, commentarle, ma può anche renderle troppo pubbliche. È importante che il
contenuto abbia anche una certa importanza e
che cominciamo a decidere cosa é meritevole
di diffusione e cosa forse é proprio inutile.
• A tal proposito é una buona accortezza
scrivere pensando che chiunque potrebbe leggere. Sicuramente possiamo settare le
impostazioni di privacy, ma potrebbe esserci
qualche intoppo tecnico o semplicemente, se
un nostro amico condivide la nostra foto, e un
altro ancora e ancora, magari può arrivare a
chi non avremmo voluto. Inoltre la solita raccomandazione: dietro un nickname può celarsi
chiunque, quindi occhi aperti ed evitare di fidarsi di chi non si conosce oltre ogni ragionevole dubbio.
• Ciò che inseriamo travalica il tempo. Quello che pubblichiamo oggi potrebbe essere
visto fra molti e molti anni da qualcuno (ad
esempio il futuro fidanzato/a o il datore di lavoro), internet non dimentica!
L’uso di internet ci offre opportunità incredibili ma ci impone anche una grande responsabilità. Spetta a noi essere consapevoli
e capaci di usare bene tutti gli strumenti, affinché questi possano esserci utili e offrirci
nuove possibilità (anche per la nostra squadriglia e reparto, perché no?), con un occhio alle
problematiche che dobbiamo essere capaci di
governare perché non ci creino problemi.
45
Scout-Avventura é anche su Facebook!
Prova a cercarci!
SCOUTINGONWEB
w w w. s c o utub e.c o m e a ltri s c o ut -siti
di Mauro Bonomini - Fotografia di Camilla Lupatelli - Immagini dal WEB
Una delle dimensione più positive dell’attuale sviluppo di internet e delle applicazioni
informatiche è quella della creatività. Con pochi strumenti, un computer, un telefonino in
grado di riprendere foto e filmati, qualche mp3
(scaricato regolarmente, gli scout sono leali!),
si possono fare grandi cose.
Lo potete vedere direttamente sul sito di
www.scoutube.com, dove i video scout sono
bellissimi, allegri, simpatici, incredibili.
46
E la creatività di guide ed esploratori non si
ferma qui, ma si sviluppa anche in blog, come
quello del reparto Aquile Randagie del Motta
di Livenza 1, www.scoutmotta1.blogspot.
com ospitato nel circuito Blogspot.
Oppure l’esperienza della squadriglia Delfini,
che ha conquistato la specialità di Giornalismo
con un blog ospitato sulla piattaforma Splinder www.sqdelfinifiore1.splinder.com.
Tra questi esempi non può mancare lo splendido sito www.webradioscout.altervista.com
che trasmette on-line musica canti e musica
scout.
In scoutube si possono caricare i video realizzati con la vostra squadriglia o il vostro
reparto, ne raccoglie di tutti i tipi, alcuni veramente di ottima qualità. Gestire (e sopratutto tenere vivo) un blog richiede di entrare un po’ nello spirito del giornalismo: fare
cronaca, raccontare, stimolare le discussioni.
Una web radio è esattamente come una radio
on-air, musica e commenti, registrati e inseriti
poi nel sito; ovviamente richiede attrezzature
tecniche piuttosto impegnative. Per realizzare
video esistono programmi anche a costo basso
che permettono di ottenere ottimi risultati, se
si vuol aggiungere un po’ di qualità e qualche effetto speciale più gradevole. Mentre le
piattaforme di blog, come potete vedere negli
esempi, offrono già tutto pronto per il miglior
risultato. Sul blog della squadriglia Delfini
hanno scritto anche le squadriglie appena salite al Reparto: non è stato difficile!
Tutte queste esperienze che abbiamo raccolto hanno molto in comune: passione, impegno,
voglia di esprimersi e di farsi conoscere. Non
sono passeggiate, richiedono tempo e conoscenze, richiedono di andare oltre al semplice
divertimento assumendosi la responsabilità di
dare un seguito a tutto. Non è la stessa cosa
che scambiare messaggi con qualcuno, ma il
lavoro rimane a disposizione di molte più persone e ognuno può anche lasciare il suo commento ed essere coinvolto. La cosa più difficile, in fondo, è proprio mantenere nel tempo
un progetto bello e valido. Una sfida? Sì, ma
siamo sicuri che tra Guide ed Esploratori in
gamba come voi c’è chi la vorrà raccogliere.
Masenzal’uniforme...
SCOUT?
Con l’uniforme addosso é facile riconoscere uno Scout! Alcuni la porteranno impeccabile, alcuni non proprio da manuale,
ma non sarà davvero difficile capire che
quella persona con addosso del blu é proprio un Esploratore o una Guida (FIG1).
Lasciamo però per un attimo il nostro amato
guardaroba e proviamo a dedicarci al modo di
essere Scout. Spesso ce lo si dice, la cosa importante è il comportamento di uno scout fuori
dalle attività in sede o nelle uscite e campi. In
teoria non é nemmeno tanto difficile, abbiamo
dei punti fermi fortissimi per indirizzare il
nostro comportamento: la Promessa e la
Legge Scout!
Si può fare un semplice esercizio. Prendiamo
una giornata tipo: ad esempio una normale giornata di scuola, quelle con almeno un compito in
classe, il rischio interrogazione e un pomeriggio
diviso fra lo studio e gli amici. Teniamoci a portata di mano un piccolo taccuino (il quaderno di
caccia non é proprio pratico portarselo dietro)
Man mano che gli eventi della giornata seguiranno il loro corso dovremo appuntarceli, prestando
però attenzione anche a segnare i punti della
Legge e della Promessa che vengono chiamati in
causa da quegli eventi o da quelle azioni.
Qualche esempio. Il compito in classe richiama
senza dubbio il punto della legge “sono leali”
perché potrei essere chiamato a scegliere se copiare o no. É coinvolto anche il primo punto (lo
sapete a memoria, vero?) perché ci si può chiedere se si é meritata tutta la fiducia (dei genitori, degli insegnati) che ci viene riconosciuta.
Se decido di ruminare un chewingum quando
arriverà il momento di gettarlo sarà senza dubbio coinvolto il punto “amano e rispettano la
natura” perché posso scegliere la via del cestino
o... ehm... altre destinazioni.
Arrivati alla sera avremo riempito qualche pagina e prima di coricarsi sarà un bell’esercizio
provare a rileggere la propria giornata alla luce
dei nostri valori scout.
Sarà possibile tracciare un bilancio della giornata, quali punti si sono rispettati facilmente e
quali no, traendone da questa verifica uno spunto per poter il giorno dopo fare un pochino di
più del proprio meglio.
Vi sembrano solo belle parole? Può essere, però
la nostra adesione alla Legge e alla Promessa
non é solo la recita a memoria, ma é qualcosa di
estremamente concreto, che passa da tutti i nostri comportamenti e dalle nostre scelte, anche
le più piccole e apparentemente insignificanti.
Chi ci sta intorno (amici, genitori, fratelli),
vedendo le nostre azioni capirà facilmente se
siamo scout, senza bisogno nemmeno di doverglielo dire o ricordare.
di Giorgio Infante
di Giorgio
- foto
Infante
d’archivio
- disegni di Martina Acazi
segnalidiscautis
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47
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Ciao
a tutt i gli E/G! Mi
chiamo Francesca e ho 13 anni.
del
Facc io par te della mit ica Sq. Koala
Giovanni
reparto Excalibur di Castel San
amo parlare
1°. Sono abbastanza soc ievole e
prendendo la
e conoscere nuove persone. Sto
risposte da me
Specialità di Corrispondente e le
no in tanti che
sono assicurate. Anche se mi dico
facc io di tutto!
sono inaf fidabile, per i miei amici
entura a tutt i!
Quindi scrivete assolutamente! Avv
r Allende
Francesca Zavattarelli - V. Salvato
)
n°27 Castel San Giovanni 29015 (PC
E-mail: [email protected]
48
Ciao!
Sono
Francesco
Calisi un Esploratore del
Reparto
Or ione del Casamassima
1. Ho 13 anni
e ormai sono al quart
o anno di Reparto.
Quest’anno ho deciso di
prendere la Spec ialità
di Corrispondente e vorre
i conoscere E/G di tutta
Italia per parlare di tu
tto: musica, bans, gio
chi,
cant i e molto altro...
Mi piace tanto la mu
sica,
tra i miei gruppi prefer
iti ci sono i Green Day
ei
Red Hot Chili Peppers.
Se volete conoscermi vi
lascio il mio contatto
MSN: francesco9714@
hotmail.it, mentre il mi
o indirizzo di casa
è: Francesco Calisi - via
Unità, 10 70010 Casamassima (BA)
Ciao
sono
tut t i,
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Via Aurile
(TO)
Ciao
ogni
di
Scout
dove!!! Sono Francesca, il Capo
Squadr iglia delle favolose Pantere
go da
che saluto tanto. Ho 14 anni, ven
Sardegna) e
Sant’Antioco (un paesino nel sud
t’Antioco1”...
facc io par te del reparto “Freedoom San
ndente e cerco
ambisco alla specialità di corr ispo
izioni e usanze
tanti Scout con i quali scambiare trad
io e vi aspetto
del proprio Reparto... un grosso bac
numerosi...
Francesca
P.S: se volete il mio indirizzo è:
17
Culurgioni, via Cesare Bat tist i, 31, 090
Sant’Antioco (CI)
Ciao!
Sono Roberta Ot tafaccio
viano e ho quasi 13 anni,
us nel gruppo
parte del reparto Emma
tica sq. Wallaby.
KR 8°, nella super fantas
ere la Spec ialità di CorQuest’anno vorrei prend
t
to parlare con voi: Scou
rispondente e vorrei tan
,
r scambiare giochi, bans
e Guide di tutt’Italia, pe
per chiacchierare un po’.
gridi di Sq. ma anche solo
di casa: Via Giovanni PaVi lascio il mio indirizzo
e (KR), e il mio indiolo II, 232 - 88900 Croton
.it. Spero di parlarizzo mail: betabi@alice
on Sent iero!
re con tante persone. Bu
Cangurotta Esuberante.
U
n
grande CIAO a te che
stai leggendo! :D
Mi chiamo Stefania, ho
15 anni e sono
da poco la CSq. Delle
fantastiche Rondini de
l
Bassano 4! Adoro fot
og
a squarciagola ogni tip rafare il mondo, cantare
o di canzone (anche se,
non sono particolarme
nte intonata), cimentar ehm,
pionieristica, ma non so
mi nella
no proprio in ot timi rap
topograf ia! Se stai legge
porti con la
ndo queste parole si sicuro
che scr ivo perché sono
una Guida, e in quanto tal hai già capito
e sono sempre in
cerca di nuove Av venture
! Quella della corrisponde
nza la conosco da
un po’, ed è proprio per
ques
milioni di let tere! Che fai to che non vedo l’ora di travolgerti con
an
Se mi hai dedicato un minu cora lì impalato!?
to della tua vita leggend
o questo annunc io,
puoi usarne altri due pre
ndendo carta e penna e
rac
tuoi pensier i più folli,
condividendo le tradizion contandomi i
i e i giochi più
strani e soprattutto parla
ndomi delle tue Av vent
ure più belle.
Dai, sto già aspettando
la tua let tera!
Inviala a Stefania Negli
a, Via Vivaldi, 18, 3602
2 San
Giuseppe di Cassola (VI),
oppu
ti ricorda troppo la scu re, se usare una penna
ola, la mia risposta è
assicurata anche trami
te mail: stefy17@
live.it. (Spero) alla prossi
ma let tera!
Stefania
49
TopodiBiblioteca
DI
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In questo numero vi proponiamo tre
nuovi bellissimi sussidi della nostra casa
editrice Fiordaliso, firmati dalle migliori
penne e matite della Redazione di Avventura presente e passata…
Natura ed espressione (sussidi 17 e 18)
e il sussidio n. 1 della serie GOLD, con 128
pagine ricche di spunti tecnici di pionieristica.
IMPARAARECITARE
diMauroBonomini
IllustrazionidiJeanClaudioVinci
Editrice Fiordaliso - €7,00
50
omin
auroBon
iM
acurad
L’Autore vi propone trucchi,
astuzie e consigli per essere
degli attori convincenti, per
far divertire anche il pubblico
più esigente.
Attori non si nasce, anche i
più bravi hanno dovuto percorrere con pazienza e dedizione il difficile cammino
dello spettacolo.
Non vi si chiede tanto ma,
leggendo con attenzione e passione questo sussidio, potrete diventare protagonisti apprezzati
dei momenti di animazione cui sarete chiamati
a partecipare: fuochi di bivacco o spettacoli teatrali.
Costumi, maschere, personaggi, trucco: tutto
viene spiegato in maniera facile e pratica, tutto
contribuirà a farvi divertire di più ed il vostro
pubblico sarà generoso di complimenti ed applausi.
ALLASCOPERTADEGLIALBERI
diGiorgioCusma
Illustrazionidi
JeanClaudioVinci
Editrice Fiordaliso - €7,50
Scoprire la Natura è appassionante e divertente, anche
senza conoscere i nomi degli
alberi che stanno attorno.
Ci rendiamo conto di essere
circondati da tante presenze amiche che rendono migliore la nostra permanenza
nei luoghi selvatici.
Vi sembra difficile dare
un nome a questi amici? Scoprirete invece che con l’aiuto di questo
sussidio potrete farlo con facilità! Osservando
le loro foglie e seguendo delle semplici regole
sarete in grado di dare un nome ad alberi ed
arbusti presenti nei boschi italiani. Il sussidio
vi aiuta inoltre con pratiche tavole botaniche,
sulle bandelle della copertina, utilissime per
una rapida identificazione delle foglie.
COSTRUZIONIDACAMPO
diEnricoRocchetti
IllustrazionidiGiuliaBracesco
Editrice Fiordaliso - €15,00
La pionieristica è l’arte di
costruire con materiali semplici ed essenziali, per rendere comoda la vita all’aperto: l’autore offre una ricca
serie di progetti per le varie
esigenze, descritti accuratamente con dettagli e disegni.
SpazioEG
Ciao a tutti! Siamo la Sq. Tigri del Reparto Bitonto 2 e scriviamo
per manifestare il nostro affetto e la nostra gratitudine alla nostra Caposq. Teresa e alla nostra Vice Mariagrazia.
L’anno non è ancora finito, ma a noi non importa cosa succederà,
noi siamo sicure che quest’anno sarà stupendo perché la nostra
non è semplicemente una sq. ma è una vera famiglia di amiche
con cui malgrado tutto condividiamo pianti, sorrisi, giochi, lavoro, fatiche, divertimenti, scherzi e... perché no, anche la dieta,
per modo di dire!
L’unica cosa che possiamo dirvi,
Terry e Mary è: non cambiate mai perché siete veramente UNICHE!
PS: Tigri the best & un grosso bacio al nostro Reparto.
Ciao sono la Caposq. della Sq. TIGRI del reparto Bitonto 2 FELIN FELIX. Mi piacerebbe tanto
se pubblicaste la foto allegata a questa email... l’abbiamo scattata durante la nostra missione... spero di vederla sulla copertina di Scout Avventura! in ogni caso vorrei sapere se
verrà pubblicata! (Proprio in copertina non è possibile… ma pubblichiamo volentieri la foto qui! N.d.R.)
Ciao a tutti, sono sempre la capo della sq.TIGRI del reparto BITONTO 2 e scrivo per fare
una sorpresa alla mia Sq.! Questi anni sono volati via in un attimo con sorrisi
e battibecchi. Insieme, sotto il riflettore di un sole splendente, accompagnate
dalle note divertenti di canti e giochi, abbiamo imparato ad essere una Squadriglia, a stare insieme con i pregi e i difetti di ognuna di noi, a stringere i denti
e a dare un calcio all’impossibile… vi voglio bene! TeReSa
(magari facevate prima a salutarvi di persona, ma a volte è bello... allargare gli orizzonti! N.d.R.)
Cara Avventura,
siamo il Reparto Tuono Dirompente del Gruppo
Scout agesci Melfi 2, e qui siamo in uscita il giorno
24 gennaio 2010 sul nostro monte Vulture. Abbiamo incontrato tanta neve che ha fatto da cornice
alle Promesse dei nostri Novizi. Un saluto a tutti i
Reparti e buon lavoro a voi, continuate così, siete
bravissimi. La Staff Capi del Gruppo Melfi 2.
51
Ciao Avventura, sono Marta (nella Sq. Pinguini del Verona 24 “Martin Luther King”) sono appena entrata in
Reparto e già mi sembra stupendo, vorrei ringraziare
Elena,la mia Capo Cq. per tutto quello che sta facendo
per me e le mie amiche, vorrei ringraziare anche la Vice
Michela, che anche lei si mette di impegno e cerca i
fare il possibile per noi. Ecco la mia sq. : ESTOTE PARATI!
SpazioEG
Sono Diletta, del Reparto Eureka Messina 14. Con questo, sono nove anni di
scautismo, e ripensando a tutte le esperienze e i sentieri che ho percorso,
non posso fare a meno di ringraziare Dio, i miei Capi, la mia Squadriglia, i
miei amici e tutti coloro che hanno reso questi nove anni indimenticabili.
Con affetto,
Leone che guarda lontano
Anche scrivere sul giornale è uno dei piccoli passi di un
gruppo che vuole crescere. Noi reparto Polaris Reggio
Calabria 16 vorremmo riportare l’esperienza del campo
invernale, trascorso a Gambarie, presso la casa dedicata
a Don Forno. Nonostante il tempo ci abbia costretto a
restare in casa, siamo riusciti comunque a divertirci in
altre attività e a conoscerci meglio. Un ringraziamento
speciale va a Suor Lilla che manca nella foto ,ma non nei
nostri cuori.
52
Ciao Avventura,
sono una Guida del reparto az trappeur l’Aquila 2. Vorrei condividere con tutti gli amici di Avventura alcune
sensazioni del Natale trascorso nella mia città e la foto del reparto femminile scattata ad un uscita.
Nonostante tutto, dicembre è arrivato anche a L’Aquila e lo scintillio delle prime decorazioni natalizie cominciano a far capolino nei centri commerciali già esistenti e in quelli
nuovi. Il loro è un imporsi alle abitudini quasi del tutto commerciali; ma
noi cittadini del L’Aquila come lo viviamo questo Natale? Non più tra le
vie del centro, tra le luci natalizie lungo tutto il corso, tra le bancarelle
immerse in una magica nebbia che ti raccontano di dolci odori del vin
brulé con cannella e chiodi di garofano, mentre, gli allegri suoni dei
campanelli del caratteristico trenino pieno di bimbi rompe il silenzio dei
vicoli più nascosti; ora per quelle vie, solo l’odore della polvere, il rumore delle ruspe… E le sole voci delle squadre dei VVFF che lavorano senza
sosta per mettere in sicurezza il maggior numero di edifici e monumenti.
Questo non è stato il solito Natale, quello delle grandi spese e dei grandi
sfarzi. Il sisma in qualche strano modo ci ha arricchiti: ci ha fatto riscoprire che è la semplicità delle cose che le rende speciali e magiche, come
lo stare con la propria famiglia, l’intensità di un abbraccio, l’odore dei
mandarini davanti ad un camino. E’ la fortuna che a tavola non manca
nessuno mentre nel cielo brillano trecento stelle che resteranno sempre
vicino non solo alle persone a loro più care, ma, a tutti noi.
Ciao Michaela, ciao Susanna, ciao Domenico, ciao Maria Paola, porterò sempre il ricordo dei nostri sorrisi,
dei nostri giochi d’asilo, quando con le nostre voci di bimbi vestiti da angioletti annunciavamo la buona
novella a tutta Onna …
cicala pensierosa l’Aquila 2
Ciao a tutti,
sono Tommaso, Capo Squadriglia dei Coccodrilli del reparto Remo Furlan del
gruppo TV3. Ormai siamo in un anno nuovo, e gli Esploratori dell’Alta Squadriglia sono passati al Noviziato. Tra questi volevo ringraziare Matteo, che
l’anno scorso ha guidato i Coccodrilli, per i bei momenti passati assieme e
per tutto quello che ha insegnato a me e al resto della Squadriglia.
Vi invio anche una foto di Matteo durante l’uscita di Alta al campo.
SpazioEG
Ciao a tutti sono Pasquale il
Caposq. degli SPARVIERI e
voglio fare un saluto a tutta
Lamezia! Ciao!!
Ciao, sono il Vice Caposq. dei Cervi
del Reparto Roma 131. Mi è piaciuto
moltissimo l’articolo sull’uniforme del 1
marzo 2010 concordo pienamente con
quello che avete scritto: molte volte,
quando camminiamo in fila, ci capita
di sentire commenti del tipo “ma come
sono vestiti questi?” oppure “guarda
questi...”. Secondo me l’uniforme e una
cosa che accomuna tutti gli Scout del
mondo e senza di quella lo Scautismo
non esisterebbe. Nel mio Reparto
non riusciamo a metterci sempre in
uniforme ma quando ci riusciamo ci sentiamo soddisfatti! Rivolgo un saluto a tutti gli Scout e al
mio Reparto. Edoardo ROMA131
Ciao a tutta la Redazione di Avventura,sono Francesca della Squadriglia
Pantere del reparto Black Feet, Pomigliano 1. Vi scrivo per salutare,
ma soprattutto per ringraziare la mia favolosa Squadriglia con cui ho
passato momenti bellissimi e anche brutti, ma tutte insieme abbiamo
trovato la forza di affrontare le difficoltà e di guardare avanti, data la
nostra inesperienza appena entrate in Reparto. Ormai è il terzo anno
insieme, e anche se probabilmente l’anno prossimo verremo divise, io
spero che il ricordo delle panterine viva sempre in noi. Grazie al mio
Caposq. Annalisa, al mio vice Rita e a tutte le altre: Simona, Francesca e
Marica. Un grazie speciale va al nostro Staff che ci ha fatto vivere tante
bellissime esperienze... e un saluto a tutto il mio Reparto! Francesca.
53
Buon giorno sono la
Caposquadriglia delle Pantere
del Gruppo Scout Settecamini 1.
Volevo mandare le foto dell’uscita
di Reparto che abbiamo fatto
a S. Vittorino per pubblicarla
sul giornalino Scout. Grazie in
anticipo.
SpazioEG
Ciao a tutti, siamo Roberta e Laura della Sq. Cigni, del Reparto
Viking Francisça, del Siracusa 2. Dato che quest’anno il nostro
fantastico Caposq. passa in Noviziato, le volevamo lasciare un ricordo speciale della Squadriglia. Felicetta, questo è il tuo ultimo
anno al Reparto. Innanzitutto ti volevamo ringraziare perché ci
hai fatto trascorrere un anno pieno di sorprese ed emozioni, poi,
grazie al tuo magnifico carattere, hai fatto unire sempre di più
la Sq. e hai fatto in modo di coinvolgerci in tutte le attività e in
tutti i giochi. Speriamo che l’anno prossimo sapremo sfruttare al
meglio tutto ciò che ci hai insegnato... infine volevamo ringraziare tutti quelli che passano al Noviziato, specialmente Maria Cristina, Tommaso e Claudia, che ci hanno fatto trascorrere momenti indimenticabili. Un bacione a tutto il Reparto. Robertina & Lalla
Cara Avventura, sono Gloria del Reparto Everest (Rende 2, Calabria). Sono
una Squadrigliera della supermitica Sq.
Pantere. Io sono passata al Reparto
quest’anno e volevo dire che fino ad ora
è stato bellissimo. Vorrei ringraziare soprattutto la mia Sq. che mi è stata molto vicina in questo periodo: Alessandra,
Vanessa, Maria Chiara, Silvia e Manuela.
Ma ringrazio anche tutto il Reparto,
molto molto simpatico. Tra poco si parte
per il Campo e non vedo l’ora. Un bacio
a tutti quelli del Rende 2 e BUONA CACCIA!
Ciao! Siamo le Guide
e gli Esploratori del
Reparto SEASIDE
Termoli 1. Abbiamo
appena terminato la
nostra meravigliosa
impresa: la costruzione della nuova
sede di Reparto.
Siamo orgogliosi del
lavoro che abbiamo
svolto e vogliamo condividere questa gioia con tutti voi...
Buona Caccia
Ciao Avventura! Sono Elena, Vice della Sq. Pantere del Reparto Corato 1
Hale bopp. Leggo “Avventura” ormai da 3 anni e lo trovo molto utile in
alcune occasioni, inoltre ho fatto delle nuove amicizie seguendo gli indirizzi di posta elettronica di altri scout... Questa volta voglio scrivere io
al giornalino e salutare la mia cara Capo Stefania con la quale ho vissuto
momenti bellissimi nonostante fossimo solo in due in Sq. Sono molto cotenta di far parte di questa magnifica associazione grazie alla quale sono
cresciuta e ho affrontato mille paure. Grazie al mio Gruppo in particolare:
vi voglio tanto bene!
Antilope Raggiante
54
Ciao Avventura! sono Francesca dell’ Orsogna 1 e volevo inviarvi questa
foto che è l’unica cosa che mi rimane di un San Giorgio di Zona bellissimo! Eravamo una decina di Reparti della zona di Chieti e il nostro Reparto era vicino al Chieti 1 con le tende e tutto il resto e con loro abbiamo
legato tanto. Volevo mandare un saluto a tutti loro da tutto il Reparto!
ci mancate tantooooo... un bacio a tutti!
CIAOOO Avventura! Vi scrivo per ringraziare di cuore la mia Sq. per
tutti i bei momenti passati insieme! Perché anche nelle difficoltà ci
siamo sempre aiutate e abbiamo superato i momenti più impegnativi
della vita di Reparto... Vi voglio un mondo di bene, ragazze... Un
abbraccio immenso alla fantastica Sq. Procioni: non cambiate mai
siete formidabili! Un bacio enorme. Sofia, Brugine 1
Franco Bianco
LAPENULTIMADEICAIMANI...
Franco Bianco
L’ULTIMADEICAIMANI
SCOUT - Anno XXXVI - n. XX - XY novembre 2010 - Settimanale - Poste italiane s.p.a. - Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB
BOLOGNA - euro 0,51 Edito dall’Agesci - Direzione: Piazza Pasquale Paoli 18 - 00186 Roma - Direttore responsabile: Sergio Gatti - registrato il 27 febbraio 1975 con il
numero 15811 presso il Tribunale di Roma Stampa: Mediagraf spa Viale della Navigazione Interna, 89 Noventa Padovana (PD) - tiratura di questo numero copie 00.000
Finito di stampare nel novembre 2010
Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Avventura-2010-04_05_06 19052KB May 28 2011