La formazione come ricordato nel D.Lgs 81/08 è un tema fondamentale e ormai consolidato nell’ambito della sicurezza sul lavoro ma, al tempo stesso, necessita di un continuo impegno. Infatti, dall’emanazione del D.Lgs 626/94, la Piccola Casa della Divina Provvidenza “Cottolengo” ha messo in atto numerose iniziative di formazione per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. Il presente lavoro si inserisce in questa linea, apportando tuttavia una novità metodologica che potrà permettere una maggiore incisività del piano formativo all’interno delle nostre strutture. La novità sta nella stesure di procedure elaborate attraverso l’esperienza maturata dai nostri operatori confrontata con i più moderni studi di ergonomia e delle altre scienze legate alla sicurezza del lavoro e del benessere del lavoratore. Il risultato di questo processo è contenuto nel presente lavoro, che apre la serie di “quaderni di formazione” che la nostra struttura sta elaborando. Dalla letteratura di settore emerge che gli elementi comportamentali incidono per più del 60% sulle cause degli infortuni; per questo motivo, il presente “quaderno” delinea le operazioni più comuni attuate nella movimentazione del paziente durante la cura e l’assistenza. La formazione tende al consolidamento di una cultura della sicurezza, che è in grado di eliminare alla fonte comportamenti impropri che ledono il bene sommo della salute del lavoratore. Questo opuscolo deve servire soprattutto come strumento di conoscenza e di confronto, essendo stato realizzato partendo dalle situazioni reali delle nostre strutture. Si permette così di attuare quanto trasmesso e sperimentato nei corsi di formazione, che spesso rimangono momenti felicemente isolati nella nostra vita lavorativa. La sicurezza ha bisogno di continuità, di impegno e di chiare indicazioni, che ci auguriamo possano venire dal presente quaderno, perché conoscere è già prevenire. PREFAZIONE PREFAZIONE L’assunzione di posture scorrette da parte dell’operatore durante le attività di mobilizzazione dei malati, gli sforzi eccessivi durante le manovre di sollevamento o di spostamento, il mancato utilizzo o l’uso scorretto degli ausili sono sempre più frequentemente causa di patologie a carico: • della colonna vertebrale • del ginocchio • della spalla. Il Decreto Legislativo “TESTO UNICO SULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO” 81/08 del 9 aprile che sostituisce quello del 19 settembre 1994, n. 626, “Attuazione delle direttive 89/931/CEE, 89/654/CEE, 89/656/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori su luogo di lavoro”,dedica un titolo, il VI alla movimentazione manuale dei carichi. Esso si compone di tre articoli e un allegato. D.lgs. 9 aprile 2008, n.81 TESTO UNICO SULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. TITOLO VI - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI CAPO I – DISPOSIZIONI GENERALI Articolo 167 - Campo di applicazione 1. Le norme del presente titolo si applicano alle attività lavorative di movimentazione manuale dei carichi che comportano per i lavoratori rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari. I PROCEDURE DI LAVORO LA PREVENZIONE E PROTEZIONE NEI RISCHI LEGATI ALLA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI Articolo 168 - Obblighi del datore di lavoro 1. Il datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie e ricorre ai mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori. 2. Qualora non sia possibile evitare la movimentazione manuale dei carichi ad opera dei lavoratori, il datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie, ricorre ai mezzi appropriati e fornisce ai lavoratori stessi i mezzi adeguati, allo scopo di ridurre il rischio che comporta la movimentazione manuale di detti carichi, tenendo conto dell' ALLEGATO XXXIII, ed in particolare: a) organizza i posti di lavoro in modo che detta movimentazione assicuri condizioni di sicurezza e salute; b) valuta, se possibile anche in fase di progettazione, le condizioni di sicurezza e di salute connesse al lavoro in questione tenendo conto dell' ALLEGATO XXXIII; c) evita o riduce i rischi, particolarmente di patologie dorso-lombari, adottando le misure adeguate, tenendo conto in particolare dei fattori individuali di rischio, delle caratteristiche dell'ambiente di lavoro e delle esigenze che tale attività comporta, in base all' ALLEGATO XXXIII; d) sottopone i lavoratori alla sorveglianza sanitaria di cui all'articolo 41, sulla base della valutazione del rischio e dei fattori individuali di rischio di cui all’ ALLEGATO XXXIII. II 3. Le norme tecniche costituiscono criteri di riferimento per le finalità del presente articolo e dell’ ALLEGATO XXXIII, ove applicabili. Negli altri casi si può fare riferimento alle buone prassi e alle linee guida. Articolo 169 - Informazione, formazione e addestramento 1. Tenendo conto dell’ ALLEGATO XXXIII, il datore di lavoro: a) fornisce ai lavoratori le informazioni adeguate relativamente al peso ed alle altre caratteristiche del carico movimentato; b) assicura ad essi la formazione adeguata in relazione ai rischi lavorativi ed alle modalità di corretta esecuzione delle attività. 2. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori l’addestramento adeguato in merito alle corrette manovre e procedure da adottare nella movimentazione manuale dei carichi. CAPO II – SANZIONI Articolo 170 - Sanzioni a carico del datore di lavoro e del dirigente 1. Il datore di lavoro ed il dirigente sono puniti: a) con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da euro 2.000 fino ad euro 10.000 per la violazione dell’articolo 168, commi 1 e 2, 169, comma 1, lettera b). b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da euro 1.000 a euro 4.500 per la violazione dell’articolo 169, comma 1, lettera a). Articolo 171 - Sanzioni a carico del preposto 1. Il preposto è punito nei limiti dell’attività alla quale è tenuto in osservanza degli obblighi generali di cui all’articolo 19: a) con l’arresto fino a due mesi o con l’ammenda da euro 400 ad euro 1.200 per la violazione dell’articolo 168, commi 1 e 2; III PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO 2. Ai fini del presente titolo, s’intendono: a) movimentazione manuale dei carichi: le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari; b) patologie da sovraccarico biomeccanico: patologie delle strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari. PROCEDURE DI LAVORO ALLEGATO XXXIII La prevenzione del rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari, connesse alle attività lavorative di movimentazione manuale dei carichi dovrà considerare, in modo integrato, il complesso degli elementi di riferimento e dei fattori individuali di rischio riportati nel presente allegato. ELEMENTI DI RIFERIMENTO 1. Caratteristiche del carico La movimentazione manuale di un carico può costituire un rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei seguenti casi: • il carico è troppo pesante; • è ingombrante o difficile da afferrare; • è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi; • è collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato a una certa distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco; • può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni per il lavoratore, in particolare in caso di urto. 2. Sforzo fisico richiesto Lo sforzo fisico può presentare rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei seguenti casi: • è eccessivo; • può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco; • può comportare un movimento brusco del carico; • è compiuto col corpo in posizione instabile. IV 3. Caratteristiche dell’ambiente di lavoro Le caratteristiche dell'ambiente di lavoro possono aumentare le possibilità di rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei seguenti casi: • lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo svolgimento dell'attività richiesta; • il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o è scivoloso; • il posto o l'ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione manuale di carichi a un'altezza di sicurezza o in buona posizione; • il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la manipolazione del carico a livelli diversi; • il pavimento o il punto di appoggio sono instabili; • la temperatura, l'umidità o la ventilazione sono inadeguate. 4. Esigenze connesse all’attivita’ L'attività può comportare un rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari se comporta una o più delle seguenti esigenze: • forzi fisici che sollecitano in particolare la colonna vertebrale, troppo frequenti o troppo prolungati; • pause e periodi di recupero fisiologico insufficienti; • distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto; • un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal lavoratore. FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in tema di tutela e sostegno della maternità e di protezione dei giovani sul lavoro, il lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi: • inidoneità fisica a svolgere il compito in questione tenuto altresì conto delle differenze di genere e di età; • indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore; • insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione o dell’addestramento. V PROCEDURE DI LAVORO b) con l’arresto fino ad un mese o con l’ammenda da euro 150 ad euro 600 per la violazione dell’articolo 169, comma 1, lettera a). Le norme tecniche della serie ISO 11228 (parti 1-2-3) relative alle attività di movimentazione manuale (sollevamento, trasporto, traino, spinta, movimentazione di carichi leggeri ad alta frequenza) sono da considerarsi tra quelle previste all’articolo 152, comma 3. PROCEDURE DI LAVORO Considerazioni conclusive È forte nel dettato normativo, il richiamo alle responsabilità del datore di lavoro, ma lo è anche il richiamo a quelle del LAVORATORE. A quest’ultimo nell’Art. 20 Comma 1 e 2 viene richiesto: Art. 20 - Obblighi dei lavoratori f) non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo; g) non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori; h) partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro; i) sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal presente decreto legislativo o comunque disposti dal medico competente. Le modalità di movimentazione dei carichi assumono un’importanza fondamentale in un contesto, quello sanitario, in cui molte prestazioni, per essere erogate, richiedono l’esecuzione di attività al letto del malato, che necessariamente comportano azioni di sollevamento, spostamento ecc. e nella maggior parte dei casi non possono essere effettuate che manualmente. È per la “gestione” ottimale di questo aspetto dell’assistenza, che trova applicazione l’ergonomia, che è una disciplina che si occupa dei problemi relativi al lavoro umano in rapporto al progetto delle macchine ed agli ambienti di lavoro: elabora e integra le ricerche e le soluzioni offerte dalla medicina generale e del lavoro, dalla fisiologia, dalla psicologia, dalla sociologia, dalla fisica, dalla tecnica. L’ergonomia del posto di lavoro può, quindi definirsi come “la prevenzione passiva del e per l’operatore”. Si definisce ergomotricità “l’insieme dei comportamenti psicomotori che l’uomo integra per agire, nel suo lavoro, col massimo di benessere (comodità), di sicurezza e di efficacia”. L’ergomotricità può quindi definirsi come “la prevenzione attiva del e per l’operatore”. 1. Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro. 2. I lavoratori devono in particolare: a) contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all'adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro; b) osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale; c) utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto, nonché i dispositivi di sicurezza; d) utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione; e) segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e dei dispositivi di cui alle lettere c) e d), nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell'ambito delle proprie competenze e possibilità e fatto salvo l'obbligo di cui alla lettera f) per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza; Ricordiamo ora i principi relativi alla movimentazione dei carichi: • Nel sollevamento e/o spostamento di un carico, gli arti inferiori vanno mantenuti divaricati, al fine di allargare la base di appoggio e migliorare l’equilibrio; • Non vanno eseguiti movimenti di torsione del tronco; VI VII PROCEDURE DI LAVORO RIFERIMENTI A NORME TECNICHE PROCEDURE DI LAVORO • • • • • PRINCIPI BASE 1. DISABILITA’ DEL PAZIENTE Le procedure di trasferimento possono variare in relazione all’entità/tipologia della disabilità del paziente: a tal fine è utile suddividere questi ultimi in due categorie: Paziente non collaborante Per totalmente non collaborante (NC) si intende il paziente non in grado di utilizzare gli arti superiori ed inferiori e che pertanto nelle operazioni di assistenza al paziente deve essere completamente sollevato. Paziente parzialmente collaborante: Per parzialmente collaborante (PC) si intende il paziente che ha residue capacità motorie e che viene pertanto solo parzialmente sollevato. 2. NORME PER L’UTILIZZO DELLE ATTREZZATURE Letto ergonomico a) controllare che le ruote del letto siano frenate. b) regolare l’altezza del letto articolato in maniera adeguata alla statura dell’operatore ed alla manovra da effettuare. Carrozzina a) posizionare la carrozzina nel modo più congruo rispetto al movimento da fare. b) controllare che sia ben frenata. c) rimuovere gli elementi ingombranti (bracciolo –pedana poggiapiedi). Sollevatore a) controllare che l’ausilio meccanico sia in ordine e se vi sono più sistemi scegliere quello più idoneo per ogni singolo paziente. b) durante l’utilizzo del sollevatore assumere le posizioni ergonomiche corrette. c) utilizzare l’imbragatura più adatta al paziente e posizionarla in modo corretto. VIII 1 PROCEDURE DI LAVORO • • • Se questi risultano inevitabili, ruotare anche il bacino, pivottando sui piedi; Vanno flesse le ginocchia e non la schiena; Il carico va mantenuto il più possibile vicino al corpo; Deve essere evitato il sollevamento di carichi che superano i limiti; Deve essere assunta e mantenuta la posizione eretta della colonna nelle fasi di sollevamento e di trasporto; Partendo dalla posizione a ginocchia flesse, i pesi vanno sollevati gradualmente e non bruscamente; Gli spostamenti devono essere effettuati impiegando i movimenti di spinta e non quelli di trazione; Le operazioni di movimentazione non vanno eseguite su pavimenti scivolosi e con calzature inadatte; Devono essere impiegati, quanto più possibile, ausili quali carrelli, letti regolabili, sollevatori, teli ad alto scorrimento, cinture ergonomiche ecc. 1. Indossare un abbigliamento adatto 2. Organizzare in maniera funzionale il luogo di lavoro (spazi di manovra) 3. Coordinare la movimentazione tra operatori e con il paziente 4. Utilizzare gli ausili manuali e gli aiuti meccanici 5. Principi base di movimentazione: Movimenti e posizioni dell’operatore POSIZIONI BASE DELL’OPERATORE Visto dal davanti: ginocchia flesse schiena diritta Visto di lato: ginocchia flesse schiena diritta a. posizionarsi vicino al carico oppure sovrapporre il centro di gravità al carico b. tenere la colonna diritta e serrata e utilizzare prese sicure c. mantenere un buon equilibrio: esercitare simmetricamente la colonna d. utilizzare la forza delle gambe 2 Durante il movimento: una gamba si estende una gamba rimane flessa 3 PROCEDURE DI LAVORO ERGOMOTRICITA’ ERGONOMIA PROCEDURE DI LAVORO 3. MODALITÀ’ COMPORTAMENTALI DELL’OPERATORE POSIZIONE ANTEROPOSTERIORE PROCEDURE PER IL PAZIENTE NON COLLABORANTE È INDISPENSABILE, IN OGNI CASO, CHE IL PAZIENTE VENGA SOLLECITATO AD IMPIEGARE LE RESIDUE CAPACITÀ MOTORIE RICHIEDENDONE LA COLLABORAZIONE ED IMPARTENDO CHIARI E PRECISI COMANDI VERBALI. 1. SDRAIATO-SEDUTO NEL LETTO (procedura n.1) • Adeguamento del letto regolabile • Manovra manuale: 1 o 2 operatori (procedura 1 pagina 10) Durante il movimento: la gamba davanti si flette per andare verso il basso e avanti la gamba davanti si estende per andare in su e indietro. 2. ROTAZIONE NEL LETTO (procedura n.2) • Adeguamento del letto regolabile • Manovra manuale: 1 o 2 operatori (procedura 2 pagina 12) • Uso dei teli ad alto scorrimento (pagina 50) 3. SPOSTAMENTO VERSO IL CUSCINO (procedura n.3) Per questa manovra sono sempre necessari due operatori o l’uso del sollevatore se è presente un solo operatore. • Adeguamento del letto regolabile • Manovra manuale: 2 operatori (procedura 3 pagina 15) • Uso dei teli ad alto scorrimento: 2 operatori (pagina 48, 49) • Uso del sollevatore, se c’è un solo operatore o se il piano assistenziale lo prevede 4. TRASFERIMENTO LETTO-CARROZZINA con sollevatore (procedura n.5) • Adeguamento del letto regolabile • Uso del sollevatore: 1 o 2 operatori (procedura 5 pagina 26) • Manovra manuale SOLO SE IL PIANO ASSISTENZIALE LO PREVEDE. (procedura A o B pagine 30- 33) 4 5 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO La movimentazione di pazienti non collaboranti da un punto di vista motorio, deve essere generalmente ausiliata e fatta da due operatori. Solo nei casi previsti dalle procedure tale operazione potrà essere svolta da un solo operatore. Il paziente non collaborante, solitamente non viene messo al WC. Nei casi previsti dal Piano Assistenziale Individuale tale manovra deve essere compiuta con il sollevatore e con imbragatura adatta. PROCEDURE DI LAVORO 6. RIPOSIZIONAMENTO IN CARROZZINA (procedura n.7) Per questa manovra sono sempre necessari due operatori, i teli ad alto scorrimento o l’uso del sollevatore se è presente un solo operatore. • Manovra manuale: 2 operatori (pagina 35) • Uso del sollevatore, se c’è un solo operatore o se il piano assistenziale lo prevede PROCEDURE PER IL PAZIENTE PARZIALMENTE COLLABORANTE La movimentazione di pazienti in grado di collaborare da un punto di vista motorio può essere effettuata da un unico operatore. Quando il piano assistenziale lo prevede deve essere effettuata da due operatori. È INDISPENSABILE, IN OGNI CASO, CHE IL PAZIENTE VENGA SOLLECITATO AD IMPIEGARE LE RESIDUE CAPACITÀ MOTORIE RICHIEDENDONE LA COLLABORAZIONE ED IMPARTENDO CHIARI E PRECISI COMANDI VERBALI. 1. ROTAZIONE NEL LETTO (procedura n.2) 7. TRASFERIMENTO LETTO-BARELLA DOCCIA (procedura n.9) • Adeguamento del letto regolabile • Manovra manuale con teli ad alto scorrimento: 1 o 2 operatori ( pagina 38 - 39) • Uso del sollevatore, se c’è un solo operatore o se il piano assistenziale lo prevede 8. SOLLEVAMENTO DA TERRA N.B. VERIFICARE LE EVENTUALI MISURE DI PRONTO INTERVENTO DA PRESTARE • Uso del sollevatore • Adeguamento del letto regolabile • Manovra manuale: 1 o 2 operatori • Uso dei teli ad alto scorrimento (pagina 12) 2. SPOSTAMENTO VERSO IL CUSCINO (procedura n.3) Per questa manovra distinguiamo due casi A. Il paziente si aiuta solo con la spinta delle gambe B. Il paziente si aiuta con le gambe e con le braccia A. paz. si aiuta solo con le gambe (sono necessari 2 operatori) • Adeguamento del letto regolabile • Manovra manuale: 2 operatori con teli ad alto scorrimento (pagina 46) • Uso del sollevatore, se c’è un solo operatore o se il piano assistenziale lo prevede B. il paziente si aiuta con le gambe e con le braccia • Adeguamento del letto regolabile • Manovra manuale: 1 operatore con teli ad alto scorrimento (pagina 46) • Uso dei teli ad alto scorrimento 6 7 PROCEDURE DI LAVORO 5. TRASFERIMENTO CARROZZINA-WC • Adeguamento del letto regolabile • Manovra manuale: 1 o 2 operatori (procedura 4 pagina 22) • Uso del sollevatore SE IL PIANO ASSISTENZIALE LO PREVEDE. PROCEDURE DI LAVORO 4. TRASFERIMENTO CARROZZINA-WC (procedura n.6) • Manovra manuale: 1 o 2 operatori (procedura 6 pagina 34). E’ consigliato l’uso della cintura ergonomica. • Uso del sollevatore attivo o passivo quando IL PIANO ASSISTENZIALE LO PREVEDE. B. Il paziente non può assumere la posizione in ginocchio Caso A. • Manovra manuale: 1 o 2 operatori (pagina 40) • Uso del sollevatore. Caso B. • Manovra manuale: 2 o 3 operatori (pagina 42) • Uso del sollevatore. 5. RIPOSIZIONAMENTO IN CARROZZINA (procedura n.7) Il paziente parzialmente collaborante in genere è in grado di aiutarsi spingendo con le gambe. In questo caso un solo operatore può effettuare tale manovra dopo aver sollevato gli appoggiapiedi della carrozzina e fatto venire il paziente in avanti appoggiando le mani sui braccioli. • Manovra manuale: procedura n. 7 (pagina 35) 6. TRASFERIMENTO LETTO-VASCA DA BAGNO uso della “sedia blu” (procedura n.8) • Adeguamento del letto regolabile • Uso del sollevatore: SEDIA BLU (procedura 8 pagina 37) 7. TRASFERIMENTO LETTO-BARELLA (procedura n.9) • Adeguamento del letto regolabile • Manovra manuale con teli ad alto scorrimento: 1 o 2 operatori (procedura 9 pagina 38) • Uso del sollevatore se il piano assistenziale lo prevede 8. SOLLEVAMENTO DA TERRA (procedura n.10) N.B. VERIFICARE LE EVENTUALI MISURE DI PRONTO INTERVENTO DA PRESTARE Per questa manovra distinguiamo due casi A. Il paziente può assumere la posizione in ginocchio e semi-inginocchiato 8 9 PROCEDURE DI LAVORO 3. TRASFERIMENTO LETTO-CARROZZINA (procedura n.4) PROCEDURA N.1 POSIZIONARE UN PAZIENTE DA SDRAIATO A SEMISEDUTO SUL LETTO Se il paziente è su un letto ergonomico l’operatore utilizza il comando per sollevare la testata del letto. Altrimenti: 1. spiega la procedura al paziente; 2. si posiziona vicino al bordo del letto, programma il sollevamento; 3. allarga la base di appoggio, flette le ginocchia e si avvicina al paziente; Posizione di partenza: operatore con base di appoggio allargata e gin flesse, infila un braccio sotto la cavità ascellare del paziente e appoggia il palmo sulla scapola. Con l’altro braccio avvolge la schiena del paziente. 4. infila un braccio sotto la cavità ascellare del paziente e appoggia il palmo della mano sulla scapola; 5. chiede al paziente di sollevare il capo; 6. con l’altro braccio avvolge la schiena del paziente per ottenere una presa sicura (fig. pag. 11); 7. si posiziona correttamente (flette il ginocchio posto dalla parte della testa del paziente); 8. solleva la schiena del paziente trasferendo il proprio peso da una gamba all’altra (estende il ginocchio precedentemente flesso e fa forza sulle proprie gambe); 9. posiziona i guanciali dietro la schiena del paziente in modo che possa assumere la posizione ortopnoica. 10 Posizione di arrivo: per sollevare il paziente, l’operatore estende il ginocchio precedentemente flesso e piega l’altro. Posizione delle mani dell’operatore. 11 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO POSIZIONARE IL PAZIENTE NON AUTOSUFFICIENTE DALLA POSIZIONE SEDUTA A QUELLA SEMISEDUTA SUL LETTO ROTAZIONE NEL LETTO PROCEDURE DI LAVORO ROTAZIONE NEL LETTO (per posizionare padella, traversa, telo alto scorrimento ecc) Piegare il ginocchio controlaterale del paziente: mano sul dorso del piede e sulla parte esterna del cavo popliteo. Per posizionare la padella, l’operatore: 1. spiega al paziente la procedura; 2. abbassa la testata del letto e la pediera fino alla posizione orizzontale e assicura la privacy; 3. si lava le mani e indossa i guanti; 4. scosta le coperte dal lato in cui si trova ed espone le anche del paziente; 5. a) se il paziente può aiutarsi, invita il paziente a: 1 - piegare una gamba o entrambe 2 - afferrare il triangolo 3 - sollevare il bacino b) se il paziente non è collaborante: 1 - abduce il braccio del paziente dal lato in cui deve essere girato (solitamente verso l’operatore) 2 - cfr. n. 6 c) se il paziente non può flettere le ginocchia (ultima fig. pag. 14): 1 - posiziona il piede dal lato in cui deve essere girato il paziente sull’altra gamba (sopra il collo del piede opposto) 2 - gira il paziente posando una mano sul bacino e l’altra sulla spalla (mentre effettua lo spostamento del paziente mantiene la base di appoggio ampia e flette le ginocchia per mantenere la schiena dritta, in seguito assume la posizione eretta); 6. flette il ginocchio della gamba opposta al decubito laterale che si vuole ottenere (posizionando una mano sul dorso del piede e l’altra sulla parte esterna del cavo popliteo, fa scivolare il piede sul materasso verso il tronco e gira il paziente) (fig. pag. 13); 7. appoggia la padella contro i glutei e la spinge contro il materasso; tenendola fermamente in posizione si ruota il paziente sulla schiena; 8. copre il paziente con le lenzuola, mette il campanello e la carta igienica a portata di mano; 9. lascia solo il paziente. 12 Posizionare le mani sul ginocchio e sulla spalla del paziente. Paziente molto pesante: mani dell’operatore sul bacino e sulla spalla. 13 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURA N.2 PROCEDURA N.3 SPOSTAMENTO VERSO IL CUSCINO - PAZIENTE NON COLLABORANTE Due operatori usano i teli ad alto scorrimento, oppure possono utilizzare la traversa: 1. spiegano la procedura al paziente; 2. abbassano la testata del letto fino alla posizione orizzontale e alzano il livello del letto fino a una posizione comoda; 3. lasciano un solo cuscino vicino alla testata del letto; 4. posizionano la traversa aderente alla schiena del paziente (cfr. procedura n.2); Sfila la traversa facendo leva sul gin del paziente per sollevare il bacino. 5. si posizionano ai lati del letto, con la base di appoggio allargata; 6. posizionano il paziente semiseduto; 7. arrotolano e afferrano la traversa o il telo a livello lombare e fanno appoggiare la schiena del paziente sulle proprie braccia che fanno da schienale; 8. dopo che il paziente ha flesso un po’ le gambe, gli operatori afferrano la traversa vicino alla coscia del paziente; Procedura per un paziente che non può piegare le ginocchia. 9. flettono le ginocchia e le anche serrando i muscoli dell’addome, dei glutei e del tronco; 10. al momento concordato, due operatori spostano il peso sulla gamba più avanzata e contemporaneamente sollevano la traversa e lo spostano verso la testata del letto; 11. alzano la testata del letto e posizionano i cuscini sotto la testa. N.B. con l’ausilio dei teli ad alto scorrimento, si eviterà il sollevamento del paziente e basterà poca forza equamente distribuita, per effettuare tale procedura in modo efficace ed efficiente. 14 15 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO L’operatore ruota il paziente verso di sé con una flessione dei gomiti per mantenere la sua schiena diritta. Gli operatori posizionano il paziente semiseduto sul letto. Dopo che il paziente ha flesso un pò le gambe, gli operatori afferrano la traversa vicino alla coscia del paziente. Arrotolano e afferrano la traversa a livello lombare e fanno appoggiare la schiena del paziente sulle proprie braccia che fanno da schienale. Gli operatori flettono le ginocchia e le anche, serrano i muscoli dell’addome, e al momento concordato sollevano la traversa e spostano il paziente verso la testata del letto. La gamba sin (degli operatori) si estende e la destra si flette in modo da compiere lo spostamento utilizzando la forza delle gambe. 16 17 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO SOLLEVARE E SPOSTARE IL PAZIENTE VERSO IL CUSCINO PAZIENTE CHE NON PUO’ PIEGARE IL TRONCO SPOSTAMENTO VERSO IL CUSCINO - PAZIENTE PARZIALMENTE COLLABORANTE - Fanno passare l’avambraccio sotto il tronco del paziente a livello delle spalle e prendono le braccia del paziente Gli operatori fanno passare la traversa, un po’ arrotolata, sotto le cosce fino a livello del bacino. Il paziente deve sollevare il capo durante lo spostamento! In posizione corretta sollevano il paziente e lo spostano verso la testata del letto. 18 A. il paziente si aiuta solo con le gambe (sono necessari 2 operatori) • Adeguamento del letto regolabile • Manovra manuale: 2 operatori (il paz. flette gli arti inferiori, solleva il bacino spingendo sui piedi appoggiati al letto, flette il capo e si spinge verso il cuscino; gli operatori pongono una mano sotto il bacino del paziente e l’altra dietro le sue spalle e aiutano lo scorrimento del paziente verso il cuscino) • Uso dei teli ad alto scorrimento (pagina 46) • Uso del sollevatore, se c’è un solo operatore o se il piano assistenziale lo prevede B. il paziente si aiuta con le gambe e con le braccia • Adeguamento del letto regolabile • Manovra manuale: 1 operatore (Il paziente flette gli arti inferiori, solleva il bacino spingendo sui piedi e sulle mani appoggiate al letto o al triangolo e spinge verso il cuscino; l’operatore pone una mano sotto il bacino del paziente e l’altra dietro le sue spalle e aiuta lo scorrimento del paziente verso il cuscino) • Uso dei teli ad alto scorrimento (pagina 46) 19 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO Per questa manovra distinguiamo due casi A. Il paziente si aiuta solo con la spinta delle gambe B. Il paziente si aiuta con le gambe e con le braccia 20 Piegare le ginocchia. Far leva sulle braccia per sollevare il tronco. Ruotare sul fianco. Il gomito sinistro si estende. Far scendere le gambe dal letto. Posizione di arrivo. 21 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO COME ALZARSI DAL LETTO TRASFERIMENTO LETTO-CARROZZINA - PAZIENTE PARZIALMENTE COLLABORANTE - POSIZIONARE IL PAZIENTE DAL LETTO ALLA CARROZZINA: paziente parzialmente collaborante L’operatore gira il paziente sul fianco. PROCEDURE DI LAVORO L’operatore dopo aver regolato il letto alla giusta altezza e aver posizionato la carrozzina: 1. spiega la procedura la paziente; 2. flette entrambe le ginocchia del paziente e aiuta il paziente a girarsi sul fianco verso il bordo del letto dove si siederà; 3. si posiziona correttamente (base allargata e ginocchia flesse) ben vicino al paziente e lo invita a sollevare il capo; 4. mette un braccio dietro le spalle del paziente (facendolo passare sotto il collo fino alla scapola) e lo tiene vicino a sé, mentre l’altra mano prende le gambe del paziente a livello dei polpacci; 5. solleva il paziente finchè assume la posizione seduta; 6. il paziente potrebbe scivolare, quindi assumere una posizione di sicurezza e di stabilità sia per il paziente, sia per l’operatore: controlla che i piedi del paziente siano appoggiati per terra e spinge le proprie ginocchia contro quelle del paziente; 7. posiziona la sedia a rotelle con un angolo di circa 30° gradi, elimina gli appoggi e blocca le ruote. Se non ha una cintura ergonomica l’operatore circonda con le sue braccia o le spalle del paziente, oppure spalle e bacino (figura pagina 25); 8. invita il paziente a staccare il bacino dal letto e a caricare sui propri piedi, lo aiuta a ruotare verso la carrozzina con la guida delle proprie gambe che devono pivottare con quelle del paziente (figura pagina 25) quando il paziente sente dietro alle proprie gambe la sedia a rotelle, si mantengono le ginocchia contro quelle del paziente e si chiede al paziente di flettere le ginocchia e le anche mentre lo si aiuta a sistemarsi sulla sedia a rotelle (figura pagina 25); 9. si accerta la corretta posizione del paziente sulla sedia e lo si assicura con cinture o di un tavolo con incavo se è necessario. 22 Posiziona la mano sul bacino del paziente Chiede di sollevare il capo e posizionare l’altra mano sulla scapola avvolgendo le spalle del paziente. L’altra mano dell’operatore prende il paziente a livello dei polpacci. 23 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURA N. 4 Posizione sicura del paziente L’operatore avvicina la carrozzina al letto con un angolo di circa 30°. Fa appoggiare i piedi del paziente per terra lo blocca con le sue ginocchia per impedirgli di scivolare. Porta il paziente verso di sé. Il peso del paziente è sopra i suoi piedi. L’operatore fa ruotare il paziente e lo siede sulla carrozzina. Nota: dove è possibile è opportuno togliere il bracciolo della carrozzina e usare una cintura ergonomica. 24 25 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO Solleva il paziente portando le gambe fuori dal letto. PROCEDURE DI LAVORO TRASFERIMENTO LETTO-CARROZZINA con sollevatore - PAZIENTE NON COLLABORANTE L’operatore: 1. spiega la procedura al paziente; 2. sceglie la taglia del corsetto in base alla conformazione fisica del paziente; 3. posiziona la carrozzina correttamente, blocca i freni, abbassa gli appoggia polpacci e solleva la pedana; 4. ruota il paziente sul fianco; 5. posiziona il corsetto in corrispondenza delle spalle e a livello lombare e lo allarga per accogliere l’emicorpo corrispondente (fig. pag. 27); 6. posiziona il paziente in posizione supina (fig. pag. 27); 7. flette l’altro ginocchio e ruota leggermente il paziente sul lato opposto in modo da riuscire ad estendere il resto del corsetto; 8. fa passare le estremità inferiori del corsetto in mezzo alle cosce, avvicina il sollevatore al letto, con l’elettrocomando abbassa la barra di sollevamento all’altezza giusta sopra il paziente (fig. pag. 27); 9. aggancia saldamente le estremità del corsetto alla barra del sollevatore: prima all’altezza delle spalle successivamente a livello delle cosce (fig. pag. 28); 10. solleva di poco il paziente con l’elettrocomando per eliminare eventuali pieghe del corsetto all’interno delle cosce e si assicura che le mani del paziente siano posizionate all’interno; 11. continua il sollevamento tenendo la barra per meglio guidarlo; 12. sposta il sollevatore verso la sedia; 13. allarga la base del sollevatore e lo frena (fig. pag. 28) abbassa la barra del sollevatore manovrandola, posiziona il paziente seduto con la schiena vicino allo schienale della carrozzina (fig. pag. 29); 14. sgancia le fettucce del corsetto alzando prima un arto inferiore poi l’altro e successivamente le spalle, poi lo sfila dalla schiena avvicinando a sé il paziente; 15. si assicura che il paziente abbia una postura corretta. 26 POSIZIONARE UN PAZIENTE DAL LETTO ALLA CARROZZINA CON SOLLEVATORE Posizionare il corsetto. La barra di sollevamento è all’altezza giusta sopra il tronco del paziente. Agganciare prima le spalle. Far passare il corsetto sotto le cosce. 27 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURA N. 5 Frena il sollevatore usando il piede. 28 Sgancia il corsetto cominciando dagli agganci delle gambe e poi delle spalle. Posiziona il paziente in carrozzina. Sfila il corsetto avvicinando a sé il paziente. 29 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO Trasportare il paziente in posizione sdraiata. L’operatore per girare il sollevatore si pone di lato e non di dietro. Allarga la base d’appoggio davanti alla carrozzina. E poi le gambe. - Manovra Manuale POSIZIONARE IL PAZIENTE NON COLLABORANTE DAL LETTO ALLA CARROZZINA L’operatore inserisce le sue braccia sotto quelle del paziente. Per effettuare il sollevamento stringerà i suoi avambracci contro il tronco del paziente. Posizione della Carrozzina: di fianco al paziente a livello del bacino. Togliere il bracciolo dal lato del letto, sollevare gli appoggiapiedi e abbassare gli appoggia polpacci. Particolare della presa da parte dell’operatore che sta dietro il paziente. Con gli avambracci stringe il tronco del paziente, le sue mani prendono gli avambracci del paziente per avere una presa sicura. L’operatore solleva il paziente in posizione semiseduta, e mettendo un ginocchio sul letto si posiziona dietro la sua schiena. 2° operatore: in posizione anteroposteriore fa passare le mani sotto le gambe del paziente. 30 31 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO Procedura A PROCEDURE DI LAVORO Al segnale concordato gli operatori spostano il paziente sul bordo del letto, si riposizionano. Il 2° operatore sposterà il suo braccio sotto le cosce del paziente per meglio distribuire il peso. Posizionano il paziente in carrozzina. 32 Gli operatori, dopo essersi messi in posizione corretta, prendono il paziente a livello del tronco e sotto le cosce. È importante mantenere gli avambracci ben premuti contro il torace del paziente in modo da poterlo sostenere durante il trasferimento. La carrozzina è posta a una certa distanza dal letto, in modo che gli operatori abbiano lo spazio per sollevare il paziente e trasportarlo. 33 PROCEDURE DI LAVORO Procedura B (paziente molto piccolo e leggero) PROCEDURA N.7 TRASFERIMENTO CARROZZINA-WC RIPOSIZIONAMENTO IN CARROZZINA - PAZIENTE NON COLLABORANTE - - PAZIENTE NON COLLABORANTE - Il paziente non collaborante, solitamente non viene messo al WC. Nei casi previsti dal Piano Assistenziale Individuale tale manovra deve essere compiuta con il sollevatore e con imbragatura adatta. - PAZIENTE PARZIALMENTE COLLABORANTE • Manovra manuale: il paziente appoggiando le mani sui braccioli, mette i piedi per terra e si alza, si attacca ai maniglioni, l’operatore sveste il paziente e lo aiuta a sedersi sul wc. In alcuni casi, previsti dal piano assistenziale, è utile l’uso della cintura ergonomica. • Uso del sollevatore attivo o passivo quando IL PIANO ASSISTENZIALE LO PREVEDE. Posizione dell’operatore. Gli operatori piegano in avanti la schiena del paziente e lo prendono a livello del tronco e sotto le cosce, sollevano il paziente e lo siedono ben all’indietro contro lo schienale Per evitare il sollevamento mettere il telo ad alto scorrimento sotto il bacino del paziente e spingerlo. 34 35 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURA N.6 PROCEDURA N.8 TRASFERIMENTO NELLA VASCA DA BAGNO Dopo aver sollevato gli appoggia piedi, portare il tronco del paziente in avanti, mettere le mani sulle ginocchia del paziente e aiutarlo nel momento in cui si spinge indietro con il bacino. - PAZIENTE NON COLLABORANTE Se il paziente non collaborante non può stare seduto sul sollevatore a sedia, utilizzare un sollevatore a barella o il sollevatore passivo con imbragatura adeguata. Per il passaggio dal letto a sollevatore a barella, vedi procedura n. 9. - PAZIENTE PARZIALMENTE COLLABORANTE uso del sollevatore a sedia (sedia blu). Prelevamento dal letto: Girare il paziente sul fianco, posizionare la sedia blu a livello del bacino e abbassarla fino ad appoggiare il sedile sul materasso. Ruotare il paziente e metterlo seduto, utilizzando il comando della testiera del letto ergonomico o la procedura n.1. Abbassare il maniglione davanti e far afferrare il paziente, poi abbassare anche quello posteriore. Mettere la cintura di sicurezza. Alzare la seduta e spostare il paziente fuori dal letto. Mentre lo si trasporta verso il bagno è consigliabile far appoggiare i piedi del paziente sulla base di appoggio del sollevatore. L’operatore si pone dal lato delle maniglie per spingere il sollevatore. 36 37 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO - PAZIENTE PARZIALMENTE COLLABORANTE - PROCEDURA N.9 TRASFERIMENTO LETTO-BARELLA O DUE SUPERFICI ALLA STESSA ALTEZZA Avvicinare le due superfici e assicurarsi che non vi sia il rischio di separazione durante il trasferimento. Posizionare il telo blu sotto la testa, la spalla, il bacino, le gambe del paziente (basta un emilato). 38 Posizione dell’operatore mentre spinge il paziente verso l’altra superficie. 39 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO - Uso del telo blu - PROCEDURA N.10 SOLLEVAMENTO DA TERRA Avvicinare la sedia in modo tale da far appoggiare il paziente ad essa. - PAZIENTE PARZIALMENTE COLLABORANTE - Girare il paziente sul fianco. Il paziente si mette a cavalier servente (seminginocchiato). Aiutarlo a sedersi di lato: appoggio sul gomito. Il paziente si alza. Aiutarlo a mettersi in ginocchio. 40 41 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO (che può assumere la posizione “in ginocchio”) - PAZIENTE PARZIALMENTE COLLABORANTE (che non può assumere la posizione “in ginocchio”: sono necessari almeno 3 operatori) USO DEI TELI AD ALTO SCORRIMENTO INSERIMENTO DEL TELO SOTTO IL PAZIENTE “TECNICA DELLA FORBICE” - tecnica 1 • Con MAXITUBE = TUBOLARE ARANCIONE Posizionare il tubolare sotto il paziente supino L’operatore si pone di lato e appoggia il tubolare sul letto a fianco del paziente, a livello del bacino. Prende il tubolare circa alla metà, fra indice e medio. Lo piega verso di sé e spingendo contro il letto passa la mano sotto il tratto lombare del paziente portando il tubolare fino al lato opposto. Distende il telo sotto l’emilato del paziente, poi passa dall’altra parte del letto ed effettua la stessa manovra di distensione del tubolare. Togliere il tubolare da sotto il paziente supino L’operatore passa la mano all’interno del maxitube, raggiunge l’estremità opposta afferra il telo e sfila la mano portando con sé il tubolare. Afferrano con le mani la cintura dei pantaloni. Bloccano i piedi del paziente facendogli piegare leggermente le ginocchia e portando il peso del corpo del paziente verso i suoi piedi e sollevano il bacino. Il terzo operatore posiziona la sedia sotto i glutei del paziente. 42 • Con MAXISLIDE = TELO VIOLA Posizionare il telo ad alto scorrimento sotto il paziente supino L’operatore piega il telo a metà, lo posiziona a fianco del paziente avendo cura di porre il lato piegato verso il fondo letto. Prende il telo circa alla metà, fra indice e medio. Lo piega verso di sé e spingendo contro il letto passa la mano sotto il tratto lombare del paziente portando il maxislide fino al lato opposto. Distende il telo sotto l’emilato del paziente, poi passa dall’altra parte del letto ed effettua la stessa manovra di distensione e posizionamento. Togliere il telo ad alto scorrimento da sotto il paziente supino L’operatore prende il telo che appoggia sul letto a partire dall’angolo più vicino alle estremità inferiori del paziente e comincia a tirare verso di sé il telo finchè scorre. Poi tira l’angolo superiore (quello più vicino alle spalle) e prosegue così, tirando dal basso e dall’alto, fino alla completa estrazione del telo. 43 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO Due operatori sollevano il tronco del paziente. “TECNICA DELLO SROTOLAMENTO” - tecnica 2 TOGLIERE I TELI Telo arancione Per rimuovere il telo inserire la mano sotto il paziente, tra il telo e il lenzuolo del letto, e afferrare saldamente l’estremità del telo, tirandolo verso di sè e facendolo scorrere su se stesso. Sovrapporre due teli viola e arrotolarli uno sull’altro. B. POSIZIONARE I TELI SOTTO IL PAZIENTE Se mentre si tira il telo il paziente tende a scivolare, tenerlo fermo per il bacino, con una mano, mentre con l’altra si continua a tirare il telo verso di sè, fermandosi e cambiando la direzione della trazione. Girare i teli in modo che le pieghe risultino rivolte verso il basso, a contatto con il letto. Srotolare i teli sotto il paziente. Per evitare che i teli incappino negli indumenti, si possono svolgere i teli a partire dalla testa dell’assistito. 44 45 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO USO DI DUE TELI VIOLA A. PREPARAZIONE DEI TELI PROCEDURE DI LAVORO SPOSTAMENTO VERSO IL CUSCINO - paziente che si aiuta solo con le gambe • Con 2 MAXISLIDE = TELO VIOLA Adeguare il letto, se possibile in posizione trendellemburg. Posizionare sotto il paziente supino i due maxislide sovrapposti, con la tecnica dello srotolamento (tecnica 2). L’operatore dopo aver tolto i cuscini, piega una gamba del paziente e appoggia il piede sul letto facendo attenzione di aver scostato il telo. (Il piede appoggia sulle lenzuola e non sul telo ad alto scorrimento). Con una mano fissa il piede del paziente e posiziona l’altra a livello del bacino per aiutarlo a spingersi. Il paziente solleva il capo e spingendo con la gamba si sposta verso il cuscino.L’operatore toglie il telo. • Con 1 MAXISLIDE e 1 MAXITUBE (o 2 maxislide) = TELO VIOLA e ARANCIO oppure due viola L’operatore posiziona il telo sotto la schiena del paziente con la “tecnica della forbice”. Mette il tubolare o un altro telo viola anch’esso piegato, sotto le gambe del paziente. Fa appoggiare al paziente le braccia sul letto dopo aver spostato il telo. (le braccia appoggiano sulle lenzuola e non sul telo ad alto scorrimento). Il paziente solleva il capo e facendo forza sulle sue braccia si sposta verso il cuscino. L’operatore sfila i teli. SPOSTAMENTO VERSO IL CUSCINO - paz. che si aiuta con le gambe e con le braccia • Con MAXITUBE = TUBOLARE ARANCIONE Adeguare il letto, se possibile in posizione trendellemburg L’operatore facendo fare il ponte al paziente posiziona il tubolare sotto il bacino. Il paziente afferra il triangolo, solleva il capo e si spinge con i piedi verso il cuscino. L’operatore aiuta il paziente fissando i piedi e spingendo con una mano a livello del bacino. Il paziente distende le gambe e l’operatore passando con la mano all’interno del tubolare, lo sfila tirandolo verso di sé. 46 47 PROCEDURE DI LAVORO - PAZIENTE PARZIALMENTE COLLABORANTE - - PAZIENTE NON COLLABORANTE - SPOSTAMENTO VERSO IL CUSCINO - mettendo il paziente seduto - Dopo aver posizionato i teli sotto il paziente, aver adeguato il letto se possibile in posizione trendellemburg, due operatori, nella corretta posizione, afferrano saldamente il telo superiore e fanno scorrere, SENZA SOLLEVARE, il paziente, verso la testiera del letto. Togliere i teli con la stessa tecnica descritta precedentemente. 48 Due operatori, dopo aver posizionato i teli sotto il paziente, si pongono ai lati del letto, con la base di appoggio allargata, mettono il paziente semiseduto, arrotolano e afferrano il telo a livello lombare e fanno appoggiare la schiena del paziente sulle proprie braccia che fanno da schienale. Afferrano il telo viola prendendo solo la parte superiore del telo. Senza sollevare, trascinano il paziente verso la testiera del letto. 49 PROCEDURE DI LAVORO PROCEDURE DI LAVORO SPOSTAMENTO VERSO IL CUSCINO - tenendo il paziente supino - RUOTARE IL PAZIENTE SUL FIANCO INDICE - PRINCIPI BASE pag 1 - POSIZIONI BASE DELL’OPERATORE pag 3 - PROCEDURE PER IL PAZIENTE NC pag 5 - PROCEDURE PER IL PAZIENTE PC pag 7 - POSIZIONARE IL PAZIENTE NON AUTOSUFFICIENTE DALLA POSIZIONE SEDUTA QUELLA SEMISEDUTA procedura N. 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 10 Adeguare il letto, posizionare sotto il paziente un telo viola piegato in due. Prendere solo il lembo del telo che sta sopra e tirare il paziente verso di sè, ruotandolo verso il lato su cui si intende farlo appoggiare. - ROTAZIONE NEL LETTO procedura N. 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 12 - SPOSTAMENTO VERSO IL CUSCINO procedura N. 3 paziente NC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 15 paziente PC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 19 - TRASFERIMENTO LETTO-CARROZZINA paziente PC: procedura N. 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 22 - TRASFERIMENTO LETTO-CARROZZINA paziente NC: uso del sollevatore: procedura N. 5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 26 - MANOVRA MANUALE procedura A . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 30 procedura B . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 33 Posizionare il paziente in maniera corretta con i cuscini e togliere il telo. 50 - TRASFERIMENTO CARROZZINA-WC procedura N. 6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 34 51 INDICE PROCEDURE DI LAVORO - PRESENTAZIONE - INTRODUZIONE - TRASFERIMENTO NELLA VASCA DA BAGNO procedura N. 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 37 - TRASFERIMENTO LETTO-BARELLA procedura N. 9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 38 - SOLLEVAMENTO DA TERRA procedura N. 10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 40 INDICE - USO DEI TELI AD ALTO ASCORRIMENTO inserimento dei teli sotto il paziente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 43 togliere i teli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 45 BIBLIOGRAFIA M.D. HENSEN – B. SCHODEN, trasferimento manuale a letto, Arjo a/s, roma 1994. M.D. HENSEN – B. SCHODEN, sollevamento di persone nel settore sanitario, Arjo a/s, Roma 1993. M. GARBINI, “Ergonomia ed Ergomotricità nella movimentazione dei pazienti”, in Quaderni AITR XXIII n.29 (2000), p.38-39 MEGA ITALIA, Movimentazione manuale dei carichi Manuale operativo, 1997. A.A.V.V. Lavoro e salute in ospedale: la prevenzione dei disturbi della colonna vertebrale, epm, Milano USSL 75/VI 1991. - SPOSTAMENTO VERSO IL CUSCINO paziente PC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 46 paziente NC (supino) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 48 paziente NC (seduto) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 49 A.A.V.V. “Mal di schiena? No, grazie!”, epm, Milano USSL 75/VI 1997. - RUOTARE IL PAZIENTE SUL FIANCO pag 50 - INDICE pag 51 CENTRO SICUREZZA APPLICATA ALL’ORGANIZZAZIONE, Prevenzioni infortuni sul lavoro – movimentazione manuale dei carichi, Torino. - BIBLIOGRAFIA pag 53 52 LINEE GUIDA PIEMONTE 2007-2010: “La prevenzione del rischio da movimentazione manuale dei carichi e dei pazienti nelle Aziende Sanitaria” indicazioni e proposte per la valutazione del rischio, gli interventi di prevenzione, la sorveglianza sanitaria, l’informazione e la formazione, la verifica di efficacia. - Ottobre 2007. 53 BIBLIOGRAFIA - RIPOSIZIONAMENTO IN CARROZZINA procedura N. 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 35 paziente NC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 35 paziente PC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 36 NOTE 54