Arancia, non solo vitamine Territorio e divertimento Premana, il paese dell’eroica industria italiana di forbici Buon cibo Chicchi preziosi in tante qualità, il riso è servito Salute, benessere e famiglia La notte ti fa bella con le beauty abitudini serali Anno 3 - Numero 1 gennaio/febbraio 2016 Costo € 1, una copia omaggio per i possessori di CartAmica nuova operazione 2016 ScontiAmica, una grande novità dal 4 febbraio 2016 2 RivistAmica Comincia la nuova operazione 2016 di : una raccolta semplice, vantaggiosa e sopratutto conveniente! informa Il 4 febbraio inizia la nuova campagna di fidelizzazione CartAmica 2016: una raccolta diversa dal passato, semplice e ancora più vantaggiosa! , centinaia di prodotti sconCon gli tati e il vantaggio di una convenienza che si va ad aggiungere a quella delle altre numerose offerte promozionali. Come funziona I PuntiAmica, erogati in passato prevalentemente sull’importo dello scontrino (1 punto ogni Euro, oltre i primi 5 Euro di spesa), sono sostituiti dai nuovi SCONTIAMICA, distribuiti copiosamente acquistando fra centinaia di prodotti selezionati. Riempire di ScontiAmica il salvadanaio sarà molto più semplice rispetto ai vecchi punti sulla spesa, perché i prodotti coinvolti sono veramente tantissimi e sono costituiti da prodotti di consumo frequente e giornaliero (frutta, verdura, carne, gastronomia…) e di marca, ben evidenziati sugli scaffali dei nostri negozi e sui volantini promozionali. La spesa non è mai stata più conveniente e vantaggiosa. Acquista questo prodotto e accumula scoNtiamica sulle spese successive riservato ai titolari di cartamica 3 ,95 1 ,00 olio di oliva lt 1 Dal 04/02/16 al 17/02/16 In cosa consistono questi nuovi ScontiAmica? Sono sconti in denaro da accumulare nel nostro simpatico salvadanaio Porcellino, che potremo utilizzare fino all’ultimo centesimo in qualsiasi momento, a partire dalla spesa successiva. vale € € scoNtiamica Fino al 31 dicembre 2016 Gli ScontiAmica potranno essere accumulati fino al prossimo 31 dicembre 2016 ed utilizzati entro il 31 gennaio 2017, ultimo giorno di validità: tutti gli ScontiAmica contenuti nel salvadanaio possono essere utilizzati da subito, entro tale data e fino all’ultimo centesimo. 3 L’inverno da profuma di arancia 4 RivistAmica Che le scegliamo bionde o rosse, sono le arance le regine della stagione fredda. Ricche di proprietà preziose per la salute. Portiamole in tavola per fare un pieno di sana energia Primo piano Le giornate invernali ci portano a vivere la casa e a colorare il grigio dei mesi freddi con le pietanze che portiamo a tavola. Gli agrumi, innanzitutto. Con le arance indiscusse regine della stagione tra i frutti, perché ci portano tutto il gusto e i profumi delle località assolate dove sono maturate. Tra leggenda e storia Sono un regalo di terre spesso affacciate sul mare, così prezioso che, secondo la leggenda, furono conservate da Zeus nel giardino delle ninfe Esperidi, guardiane dei succosi pomi insieme al terribile serpente Ladone. Una sorveglianza che non bastò però a sconfiggere l’astuzia di Ercole, l’eroe che in una delle sue dodici fatiche riuscì a rubarle. Meno romanticamente, la storia parla di un frutto originario della Cina, giunto in Europa grazie agli arabi attorno al IX secolo d.C., ma la cui coltivazione prese davvero piede nel bacino del Mediterraneo più di cinquecento anni dopo in seguito alle spedizioni del navigatore portoghese Vasco Da Gama (tanto che ancora oggi in alcune espressioni dialettali italiane, le arance vengono indicate con il termine “Portogallo”). In Italia la produzione si concentra principalmente nel Meridione: il primato incontrastato spetta alla Sicilia, dove vengono coltivati quasi i due terzi delle arance nostrane, seguita da Calabria, Puglia e Basilicata. Tante varietà Sono innumerevoli le tipologie presenti sul mercato, ma per semplicità è possibile distinguerle in base al colore della polpa in bionde e rosse. Tra le prime troviamo la varietà Valencia, molto succosa e priva di semi, e quelle del gruppo Navel (tra le altre, Washington Navel, Navelina e Navelate), caratterizzate dalla forma sferica, dalla bassa acidità che esalta la dolcezza del loro succo e dalla presenza al loro interno di un più piccolo “frutto gemello”, situato dalla parte opposta rispetto al picciolo (in una cavità detta appunto Navel, che significa ombelico). Ma è nelle arance rosse, nel loro sapore dolce sfumante in un retrogusto leggermente acre e nel classico colore sanguigno dovuto alle particolari caratteristiche climatiche della zona di produzione, che ritroviamo tutti i profumi della costa orientale della Sicilia, a sud dell’Etna, racchiusi in tre diverse varietà: Tarocco, sferica e priva di semi, Moro, dalla tipica forma ovoidale e particolarmente adatta per le spremute, e Sanguinello, poco zuccherina, ma con un elevato contenuto di acido citrico. Grazie a queste molteplici varianti e al loro diverso periodo di maturazione, è possibile trovare arance di stagione da novembre fino a metà maggio. Le trovi da Nell’assortimento dei nostri punti vendita il Tarocco, proveniente esclusivamente dalla Sicilia, è la varietà più venduta, richiesta dai clienti soprattutto per realizzare spremute e perché prediligono le arance rosse. Sono ottime non solo per il succo ma anche da mangiare: entrambi gli usi vanno bene anche per le altre due tipologie dell’assortimento, le Navel e le Valencia. Anche queste ultime provengono principalmente dalla Sicilia mentre le Navel arrivano anche dalla Spagna, oltre che dalle nostre regioni del Sud (Sicilia, ma anche Calabria e Puglia). La confezione più venduta è la borsa da 3 Kg di arance piccole, che coprono il 75% delle vendite, mentre il restante 25% è coperto dalle arance più grosse. Nel reparto ortofrutta dei nostri punti vendita trovate le Navel a partire da fine ottobre-inizio novembre, le arance Tarocco da fine novembre-inizio dicembre e le Valencia fino a marzo. [ segue ] 5 Primo piano Amiche della salute Oltre al noto apporto di vitamina C (uno-due frutti bastano per l’intero fabbisogno giornaliero), che rinforza il sistema immunitario e difende le vie respiratorie, importante è la presenza di vitamine P e del gruppo B, che agiscono su ossa e vasi sanguigni. Grazie poi al contenuto di sali minerali (come zolfo, magnesio, calcio, fosforo e zinco) e di acido citrico, sono una vera “ricarica” per l’organismo, magari dopo l’attività sportiva. Altre componenti con proprietà antitumorali e antiossidanti sono gli antociani e le pectine (contenute nei filamenti bianchi tra uno spicchio e l’altro, che quindi è meglio non scartare). Tante ragioni per fare una bella scorta di un frutto adatto a tutti, dai più piccoli agli anziani, anche grazie alla bassa concentrazione di zuccheri. Risotto all’arancia, facile e originale Un carrello della spesa al gusto di arancia! Nei nostri negozi L’aroma di questo agrume è sicuramente tra i più apprezzati per arricchire dolci, liquori e cioccolato. E il frutto è anche alla base di marmellate dallo stuzzicante contrasto dolce-amaro. Ecco alcuni prodotti al gusto di arancia che trovate nei nostri punti vendita. Confettura di arance dolci Un classico a colazione: fette biscottate e marmellata. Ma questa confettura dal gusto agrodolce è perfetta anche per condire squisite crostate fatte in casa e biscotti farciti. Cioccolato Novi Fondente nero con scorzette di arancia e mandorle Un quadratino a fine pasto per accompagnare il caffè è l’ideale per coccolarsi nelle fredde giornate d’inverno. Consistenza morbida e piacevole contrasto con la frutta secca e le scorze di agrume. Countreau Il liquore all’arancia per eccellenza si gusta sia liscio sia con ghiaccio. Alla base di invitanti cocktail da preparare anche in casa, è usato anche per aromatizzare dolci e torte. La ricetta per 4 persone: lavate un’arancia non trattata e pelate la buccia con un pelapatate. Quindi spremetela e conservate il succo. In una padella soffriggete in 40 g di burro una cipolla finemente affettata. Aggiungete 350 g di riso, fate tostare, sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco. Una volta evaporato l’alcol, aggiungete man mano il brodo vegetale e le scorze di arancia a fettine sottili. A fine cottura aggiungete il succo di arancia. Aggiustate di sale e pepe, togliete dal fuoco e mantecate con burro e Grana grattugiato. Guarnite con qualche scorzetta di arancia e servite. Orange snack Un morbido pan di Spagna con il dolce aroma dell’arancia e il gusto deciso del cacao. Senza alcol né grassi idrogenati: la merendina ideale in ogni momento della giornata. Spremuta di arance Un pieno di energia e vitamine a colazione per cominciare bene la giornata, la spremuta d’arancia è anche lo spuntino ideale per una pausa sana e leggera. spesa online SCOPRI COME è COMODO FARE LA SPESA DA 6 RivistAmica Indice informa 2 ScontiAmica, una grande novità dal 4 febbraio 2016 primo piano L’inverno da Iperal profuma di arancia 4 TERRITORIO e DIVERTIMENTO 10 Premana, il paese dell’eroica industria italiana di forbici 16 Museo d’Arte Contemporanea da scoprire a Lissone 20 Pietro Ligari, artista valtellinese tra quadri e orologi 24 Alla fiera di Darfo, tante bancarelle e divertimenti 28 Santa Maria delle Grazie e Cenacolo, capolavori di Milano 4 LE BUONE RICETTE DI 32 Ravioli all’arancia 34 Carciofi alla fiorentina 35 Riso alla creola 36 Cosciotti di pollo con verdure e agrumi 38 Tiramisù con arancia e cantuccini 10 RICETTA 39 Tagliolini gamberetti e pistacchi al profumo d’arancia BUON CIBO 40 Chicchi preziosi in tante qualità, il riso è servito 44 Prosciutto cotto, quando italiano è sinonimo di qualità 40 48 Arance e clementine , gusto e salute per l’inverno IN EVIDENZA 50 Valle Camonica, un Distretto Culturale a servizio del territorio SALUTE, BENESSERE e FAMIGLIA 54 La notte ti fa bella con le beauty abitudini serali 58 Preziosi consigli per l’alimentazione degli amici pelosi 54 62 My Fuentes, eventi, arte e gusto 66 Lo sapevate che... Scarica la versione digitale di RivistAmica per sfogliarla dal tuo smartphone e tablet 7 TERRITORIO E DIVERTIMENTO Foto: Sullo sfondo il paese di Premana Premana, il paese dell’eroica industria italiana di forbici 10 RivistAmica Ha saputo resistere alla posizione svantaggiosa, all’avvento della grande industria europea e perfino alla concorrenza asiatica. Andiamo in Val Varrone in provincia di Lecco, a caccia di segreti, tra la natura e le viuzze del centro storico Territorio e divertimento Osservando ciò che distingue le vallate alpine italiane da quelle dei nostri vicini svizzeri o austriaci, ti accorgi della diversità dello spirito della nostra gente che, dalla lotta contro la natura e gli elementi ostili, è uscita con uno spirito imprenditoriale come ce ne sono pochi al mondo: come spiegare altrimenti i terrazzamenti del versante retico della Valtellina, dai quali nascono i suoi impareggiabili vini? Ma, oltre ad un’“agricoltura eroica”, nel nostro territorio c’è anche un’“industria eroica”. Come quella del distretto delle forbici, che in Italia non sorge in un anonimo capannone nel bel mezzo della pianura, come accadrebbe in un qualsiasi Paese del mondo, ma a mille metri d’altitudine, a due passi dal Lago di Como. Siamo in Val Varrone all’imbocco dell’impervia Valsassina: a Premana (Lecco). Il fiume e le miniere Già nel 1574, quando Premana contava solo 652 anime (oggi sono 2300), in paese c’erano 4 spadari, 3 Foto: Vista invernale di Premana maniscalchi e ben 40 fabbri capaci di forgiare coltelli, forbici ma anche inferriate, chiavi, serrature. Merito delle miniere che sorgevano nei dintorni e della forza idrica fornita dal torrente Varrone per il funzionamento dei magli. Le miniere vennero scoperte nel XIII secolo, ma la posizione maestosa che occupa il centro di Premana suggerisce che, già prima d’allora, il paese era un importante baluardo sulle vie di comunicazione tra Valtellina e Valsassina. La Parrocchiale di San Dionigi Il borgo, come oggi, era dominato dalla Parrocchiale di San Dionigi, radicalmente rimaneggiata nel XVI secolo. All’interno della chiesa si può oggi ammirare una pala seicentesca con i Santi Rocco e Sebastiano; e un’ancona con la Vergine, Sant’Ambrogio e San Dionigi. Dopo la peste manzoniana del 1630 (i lanzichenecchi, dalla Germania, passarono proprio per la Valsassina) la chiesa viene nuovamente rimaneggiata, con un organo, un nuovo pavimento e l’arrivo, da Venezia, delle spoglie di Sant’Ilario martire, grazie al reverendo Giacomo Gianola. La facciata, invece, risale al XIX secolo. Foto: Un dettaglio suggestivo delle case del paese di Premana Crisi e rinascita All’inizio dell’Ottocento, con l’avvento dell’industria e la concorrenza dei prodotti internazionali, Premana entra [ segue ] 11 Territorio e divertimento però in crisi. Fino al 1860, quando Ambrogio Sanelli, capostipite di uno dei più prestigiosi marchi dell’industria premanese, da Venezia ritorna in paese e rimette in moto i vecchi magli sul torrente Varrone. Nasce così la prima industria moderna a Premana, che produce lame da taglio. All’inizio del ‘900, nuove strade e una centrale idroelettrica renderanno il territorio di Premana finalmente competitivo, con le materie prime che arrivavano dalle fonderie di Lecco. Coltelli da tasca, da cucina o serramanico, forbici, attrezzi agricoli: nascono nuove industrie come Rusconi, Gianola Giovan Battista, Gianola Carlo, Fazzini Biagio, i fratelli Pomoni (attrezzi agricoli). Il numero degli occupati, una cinquantina compresi i titolari, è ancora piuttosto basso. Nel Primo Dopoguerra, sbarcano a Premana i Collini: originari del Trentino ma operanti a Milano, sono i più importanti operatori commerciali nel settore delle coltellerie, e a Premana si mettono a produrre anche loro con dei nuovi macchinari importati dalla Germania. Il distretto cresce, mentre si moltiplicano, in tutta Italia, le coltellerie gestite da premanesi: Torino, Venezia, Verona, Massa e Carrara solo per citare alcuni esempi. Il boom Il decollo, però, arriverà nel Secondo Dopoguerra: nel 1951 le aziende sono ormai 31 e occupano 302 addetti, nel 1961 sono già salite a 85 con 477 addetti. Nel 1981 si arriva a 184 aziende con 871 dipendenti, quasi la metà degli abitanti del paese! Nel frattempo, nel 1974, nasce la Premax, il consorzio dei produttori di forbici di Premana. Le forbici, infatti, nel corso degli anni sono progressivamente diventate il prodotto principale di Premana: dal 1972 al 1992 si è passati da 7 a 16 milioni di pezzi all’anno, che corrisponde a circa due terzi della produzione nazionale. Non meno rilevante la produzione di coltelli che, con circa 2 milioni e mezzo di pezzi all’anno, copre oltre il 50% dell’intera produzione del nostro Paese. L’unica industria che non produce forbici o coltelli è la Camp. Che però si dedica a qualcosa, tutto sommato, di simile: piccozze, ramponi, chiodi e moschettoni, che l’azienda produce da più di settant’anni. Innovazione contro la crisi Negli ultimi anni, il distretto di Premana ha compiuto un mezzo miracolo, resistendo alla crisi e alla concorrenza asiatica nonostante il calo produttivo che ha segnato l’economia locale dagli anni ‘90 in poi. “Secondo i manuali di economia, probabilmente, il distretto delle forbici e degli articoli da taglio di Premana dovrebbe 12 [ segue ] RivistAmica Territorio e divertimento essere chiuso da tempo”, scriveva nel 2012 il Sole-24 Ore. E invece no. La crisi e la concorrenza cinese e pakistana hanno colpito duro, e oggi le aziende, secondo i dati forniti da Giovanni Gianola, direttore di Premax “sono circa 60 e danno lavoro a 250 dipendenti. Ma il distretto di Premana resiste, e resiste bene. Grazie soprattutto all’innovazione, con la creazione ad esempio del Ring lock system, un sistema che incrementa la precisione del taglio eliminando il gioco tra le due lame. E la valorizzazione delle eccellenze, con le aziende del consorzio Premax che hanno deciso di esporsi in prima persona - con i marchi Premax e Premana - sui mercati senza produrre per soggetti terzi, soprattutto tedeschi, come avveniva in passato”. Oggi l’84% della produzione viene destinato all’export, e grazie a Premana l’Italia è il quarto produttore al mondo di forbici (www.premax.it). Premana e i costumi tradizionali femminili Le curiose sorprese del museo etnografico Il museo etnografico di Premana, in via Roma, è un piccolo gioiello che comprende la Sala del ferro, che documenta la storia industriale del paese, dai primi minatori all’odierna produzione di forbici e coltelli; la Sala del costume, con i costumi tradizionali e i macchinari per la tessitura. E infine la Sala dell’agricoltura, al centro della quale c’è la ricostruzione di una casinè, locale adibito alla trasformazione del latte. Il museo è aperto da aprile a ottobre il martedì mattina e la domenica, tutti i giorni ad agosto. www.museo.premana.lc.it Feste e “past” per tutti Premana è uno dei pochi paesi della Lombardia dove sono molto diffusi i costumi tradizionali, soprattutto femminili. Come “ol morèl”, sfarzoso abito da nozze di color viola-azzurro con bordo rosso, indossato sopra la tradizionale camicia. Oppure “ol cotoon”, più semplice, abbinato sulle spalle dal vivace “mocarööl da spal” o dal più sobrio “strasciööl” bianco. Secondo gli etnografi “ol morèl” potrebbe avere addirittura un legame con i costumi tradizionali greco-albanesi, mediati dallo storico rapporto dei fucinatori di Premana con Venezia. I costumi tradizionali di Premana si possono ammirare in ricorrenze come la processione del Corpus Domini. Oppure la festa dei tre re, il 5 gennaio, che rievoca l’arrivo dei Re Magi con i tipici canti popolari del paese. O la festa della Madonna del Rosario, la prima domenica di ottobre. Tipici, poi, i “past” sugli alpeggi, alla fine dell’estate: canti, balli e una grande festa con decine di persone, attorno a un risotto preparato con brodo di pecora. www.prolocopremana.it 13 i luoghi della cultura Museo d’Arte Contemporanea da scoprire a Lissone Una superficie complessiva di 1680 metri quadri nei quali tele e installazioni artistiche possono occupare senza soluzione di continuità le superfici interne e quelle esterne. Si presenta così l’edificio che ospita il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone. Progettato dal 1996 al 1998, è stato realizzato nei due anni successivi per l’Amministarazione Comunale cittadina e inaugurato nel 2000. 16 RivistAmica Un sito espositivo che ospita i quadri acquisiti durante gli anni del Premio Lissone e un laboratorio di idee che coinvolge spettatori adulti e bambini in un ricco calendario di mostre e attività Riqualificazione e arte I presupposti della progettazione si inseriscono nell’ambito della riqualificazione delle aree della stazione ferroviaria di Lissone-Muggiò, sulla linea Milano-Como-Chiasso, valorizzando la parte più significativa dell’insediamento originario: l’avancorpo esistente, realizzato all’inizio del Novecento, è stato svuotato per creare l’unico volume destinato alle esposizioni. La costruzione è costituita da Territorio e divertimento tre livelli fuori terra e uno interrato, separato da una grande vetrata. L’intento è quello di dare l’idea di un grande oggetto in movimento, con il percorso espositivo che si dilata dall’interno all’esterno che ospita spazi lastricati e alberati. E proprio all’esterno si snoda un sedile continuo, tra gli alberi e nel cortiletto con pergolato. Le attività all’interno si percepiscono da fuori, grazie a una vetrata che sporge dalla facciata del lato est. La visita del museo si conclude all’aperto sul terrazzo del piano superiore. Il Premio e la collezione Il Museo ospita una collezione di quadri contemporanei premiati e acquisiti durante gli anni del Premio Lissone, dal 1946 al 1967: fra questi, opere di rilievo internazionale di Birolli, Moreni, Morlotti, Schifano, Vedova, Reggiani. Fondatore del Premio Lissone fu Gino Meloni, grande pittore lissonese scomparso nel 1989, al quale è ora dedicata una sezione del museo che ne illustra la vita e l’opera. Dal 2005 al tradizionale Premio Lissone, dedicato alla pittura e tornato a cadenza biennale, si affianca il più recente Premio Lissone Design, la cui prima edizione è avvenuta nel 2006. I due concorsi hanno in comune l’obiettivo di evidenziare le potenzialità dei giovani creativi. Come dimostrano l’ampia partecipazione e la qualità dei progetti presentati, il premio brianzolo si inserisce a pieno titolo in un tessuto di ricerca e sviluppo internazionale che coinvolge i giovani creativi. Artisti in gara nel nuovo “Premio Lissone” Dal 2002 è cominciata la nuova era del Premio Lissone, che ha ripreso a esistere prima a cadenza annuale e poi, a partire dal 2006, alternandosi con il Premio Lissone Design. Il regolamento del nuovo Premio Lissone prevede la partecipazione di artisti invitati da una apposita commissione composta da critici o direttori di musei. La giuria nomina l’opera vincitrice che viene acquisita per la collezione del museo e può riconoscere “premi di stima” ad altre opere meritevoli. Informazioni utili Didattica museale ed eventi L’attività museale comprende anche lo sviluppo di progetti di didattica rivolti agli studenti delle scuole, come i percorsi creativi dedicati al recupero dei materiali o alla conoscenza dell’acqua e delle energie naturali o gli affascinanti laboratori di filosofia per bambini, per conoscere i concetti di tempo e spazio e per approfondire lo sviluppo e la crescita nel rapporto con gli altri. Il museo ospita anche l’organizzazione di mostre contemporanee, concerti, conferenze ed eventi artistici nell’ambito dell’arte e del design. Il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone si trova in viale Padania 6, di fronte alla ferrovia: si raggiunge facilmente in treno da Milano, Como e Canton Ticino. Aperto mercoledì e venerdì dalle 10 alle 13, giovedì dalle 16 alle 23, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Chiuso il lunedì e il martedì. Per informazioni: [email protected]; tel. 039 2145174 - 039 7397368 Fax 039 461523 17 i personaggi illustri Foto: Pietro Ligari: Davide consacrato re dal profeta Samuele, Collezione Credito Valtellinese Pietro Ligari artista valtellinese tra quadri e orologi 20 RivistAmica Il pittore di Ardenno, vissuto fra il XVII e il XVIII secolo, aveva anche la passione di riparare congegni meccanici. A Sondrio si trova la casa dove soggiornò Territorio e divertimento Le sue opere sono sparse per tutta la Valtellina. Pietro Ligari, al secolo Giovan Pietro, fu innanzitutto un pittore di ambito classicista, nato ad Ardenno nel 1686 e morto a Sondrio nel 1752. Nella sua vita fu anche agronomo e architetto. Una curiosità: aveva la passione di costruire e riparare congegni meccanici e orologi a pendolo. I viaggi La sua famiglia era di tradizione notarile ed ecclesiastica: Pietro fu il primo a intraprendere la professione di pittore. A 14 anni imparò a Roma l’arte del disegno presso Lazzaro Baldi e continuò la sua formazione nei maggiori centri artistici dell’Italia del Nord, Venezia in particolare. Dopo una breve permanenza a Sondrio si trasferì a Milano, dove soggiornò dal 1710 al 1727 e dove sposò Annunziata Steininger dalla quale ebbe i tre figli Vittoria, Giovan Antonio, morto in fasce, e Cesare. Le opere valtellinesi Per la città di Sondrio firmò nel 1717 una delle due tele poste ai lati dell’altare maggiore dell’oratorio di palazzo Sertoli, “S. Francesco Saverio battezza una principessa indiana”, attualmente presso la Banca Popolare di Sondrio. Nel 1720 realizzò la “Messa di S. Gregorio”, che dal 1864 si trova nella collegiata dei Ss. Gervasio e Protasio. Palazzo Giulini, villa nobiliare di Sorico Palazzo Giulini è la villa nobiliare eretta per volontà dell’omonima famiglia nel XVII secolo, poi ampliata nel primo ventennio del XVIII secolo: si suppone che fu proprio il Ligari a progettarne l’abbellimento. È invece certo che fu il pittore e architetto valtellinese a disegnare la cancellata d’ingresso alla Villa Giulini, ora a Villa Camilla a Domaso. Casa Ligari a Sondrio Foto: Pietro Ligari - San Francesco Saverio battezza la principessa indiana Neachile 1717 - olio su tela - cm 183x320 - Banca Popolare, Sondrio Tra il 1726 e il 1727 Pietro Ligari si trasferì definitivamente a Sondrio nella casa dello zio canonico Giovan Pietro Ligari, che ereditò nel 1735. A Sondrio Ligari si dedicò all’attività di architetto: al 1727 risale il progetto per il rifacimento della collegiata, che dotò di sei cappelle laterali, di un’ampia crociera con cupola, di due transetti e del presbiterio. Si occupò in seguito della progettazione del relativo campanile, dell’ossario di Lanzada, e di alcune dimore signorili della città. È del 1722 la Crocifissione della rotonda del cimitero di Delebio e dell’anno successivo, il S. Ciriaco in adorazione del Ss. Sacramento, eseguito per l’omonimo oratorio di Albosaggia, nonché la Sacra Famiglia con S. Anna della parrocchiale di Tresenda. Rappresentativa della sua opera anche la decorazione dell’abside e del catino absidale per la Collegiata di Morbegno. Fra le altre opere si ricordano l’ovale della chiesa di S. Marta a Bellano raffigurante la Madonna col Bambino, l’angelo custode e S. Nicola da Tolentino e la Madonna col Bambino e santi della parrocchiale di Cedrasco. 21 GLI EVENTI DEL MESE Alla fiera di Darfo, tante bancarelle e divertimenti Una festa di tutti, dove la comunità si raccoglie per ritrovare il senso dello stare insieme. Questa, da sempre, è la Festa dei Santi Faustino e Giovita, che come ogni anno il paese di Darfo si prepara a festeggiare. Il programma religioso e una ricca serie di divertimenti si intersecheranno tra sacro e profano. Si comincerà l’8 febbraio con una serie di incontri di riflessione e preghiera presso la parrocchia dei Santi Faustino e 24 RivistAmica Una comunità in festa per celebrare i suoi patroni Faustino e Giovita, tra sacro e profano, con bancarelle, messe solenni e il concerto della banda musicale cittadina Giovita, che si protrarrà fino al 10 febbraio. Poi, la sera di venerdì 12 febbraio, si svolgerà il tradizionale concerto della banda musicale cittadina di Darfo Boario Terme. Il clou sarà però lunedì 15 febbraio, con le due messe solenni nella chiesa a loro dedicata. In via Roma e nelle strade limitrofe, poi, si terrà la fiera, che come ogni anno attirerà decine di commercianti da tutto il territorio. Sarà una fiera in cui si potrà trovare ogni genere di prodotto Territorio e divertimento e mercanzia, con una particolare attenzione ai prodotti tipici come i salumi e i formaggi della Valcamonica. Pane e strinù, street food camuno Lo street food della festa sarà pane e strinù, la tipica salsicca della Valcamonica a base di carne suina mescolata con quella bovina. Ma siamo a metà febbraio, la primavera è alle porte, così come la Pasqua: ecco allora che alla fiera si potrà assaporare anche la spongada, il tipico dolce pasquale della Valcamonica, piccola e soffice focaccina zuccherata. A margine della fiera ci saranno anche divertimenti per i più piccoli e soprattutto le giostre, presenti nelle due settimane a cavallo della festività. Dove, come, quando La Fiera dei Santi Faustino e Giovita si svolgerà in via Roma e nelle vie circostanti a Darfo Boario Terme, il 15 di febbraio. Gli incontri serali dell’8, 9 e 10 febbraio avverranno presso la Chiesa di San Faustino (via Breda), così come le messe solenni del 15 febbraio, che si terranno alle 8, alle 10,30 e alle 18. Il concerto della banda del 12 febbraio inizierà alle 20,30 presso il Teatro San Filippo, in via Cimavilla. Le giostre, invece, saranno in piazza Aldo Moro. www.turismovallecamonica.it L’agenda degli eventi da non dimenticare Sabato 30 gennaio Festa della giubiana - Seregno (MB) Addio alla fase più dura dell’inverno con il tradizionale falò della vecchietta che si terrà in via Cagnola, nell’area della Madonna della Campagna. Alle 21, distribuzione del tradizionale risotto con zafferano e luganega. Alle 21,30 si accenderà il falò. www.madonnadellacampagnaseregno.com Da venerdì 5 a sabato 20 febbraio Sagra di San Bello - Berbenno di Valtellina (SO) Appuntamento con la sagra che si svolgerà nei primi tre fine settimana di febbraio (venerdì, sabato e domenica) presso il Monastero di San Benigno. Piatto forte, lo stand gastronomico con un gustosissimo menù tipico: risotti (al maroggia, ai funghi o con i fegatini), gallina lessata, pollo arrosto e pollo San Bello (con crema di funghi). Il 12 febbraio è previsto un mercatino. www.sagradisanbello.it so, invece, nel pomeriggio, alle 15, festa per i più piccoli in oratorio, in via Garibaldi. www.comune.casnigo.bg.it Sabato 13 e sabato 20 febbraio Passeggiata in notturna nel bosco ai Prati Resinelli - Abbadia Lariana (LC) Il Parco avventura Resinelli organizza una vigilia di San Valentino con escursione tra i boschi al chiaro di luna. Appuntamento alle 17 alla casetta del parco (piazzale delle Miniere), con aperitivo prima della partenza. Lungo il percorso, degustazione e spiegazione della storia del parco. Stessi orari il 20 febbraio. In caso di neve si useranno le ciaspole. www.parcoavventuraresinelli.it Domenica 14 febbraio San Valentino alla Villa Reale - Monza Menù d’epoca, merende in stile settecentesco e visita guidata alla villa: è un San Valentino diverso quello che si può trascorrere alla Villa Reale di Monza. L’edificio e i suoi amori saranno raccontati dalle guide del monumento, intervallate da merende a base di cioccolata. E per finire, cena romantica alle Cucine di Villa Reale. Prenotazione obbligatoria. www.villarealedimonza.it Da domenica 7 a martedì 9 febbraio Carnevale casnighese - Casnigo (BG) Si rinnova il tradizionale appuntamento con la sfilata che prenderà il via alle 14,30 in piazza Giovanni XXIII, seguita da un rinfresco a base di frittelle e vin brulé. Il martedì gras- 25 RITAGLIA IL COuPON SAPORE E TRADIZIONE DEL TERRITORIO DAL 1966 TORREFAZIONE Brasilmoka Srl Via Nazionale 42 - 23030 Villa di Tirano (So) Tel. 0342 795027 - [email protected] OGNI 2 CONFEZIONI DI CREMABAR da 5000 g hAI DIRITTO A 1 EuRO DI SCONTO SCONTO tra i patrimoni unesco Foto: Il Cenacolo - Leonardo Da Vinci 1494-1498 - tempera grassa su intonaco, cm 460×880 Santa Maria delle Grazie, Milano Santa Maria delle Grazie e Cenacolo, capolavori di Milano Nell’Uomo vitruviano, quel ritratto di un uomo inquadrato con le gambe e le braccia aperte come ad avvolgere o ridisegnare il mondo (presente anche sulla moneta da un euro) c’è tutto il genio di Leonardo da Vinci. Una figura unica di scienziato e intellettuale che, nonostante le origini fiorentine e il lungo soggiorno francese, ha lasciato a Milano alcuni dei suoi segni più indelebili. La chiesa di Santa Maria delle Grazie custodisce le due testimonianze dove l’impronta di Leonardo è più evidente: il Cenacolo e il Codice Atlantico. La chiesa, che si trova nel 28 RivistAmica La chiesa di Santa Maria delle Grazie, inserita nel 1980 nella World Heritage List dell’Unesco, è una delle massime testimonianze dell’arte rinascimentale. Custodisce l’opera del genio di Leonardo: l’Ultima Cena e il Codice Atlantico cuore del capoluogo lombardo, è stata inserita nel 1980 nella World Heritage List dell’Unesco perché una delle massime testimonianze dell’arte rinascimentale. Architettura perfetta Simbolo della Milano rinascimentale che annuncia una nuova era nella storia dell’arte europea, la chiesa, situata nella piazza omonima, è una meraviglia del XV secolo, che presenta su ciascun lato sette cappelle quadrate, che furono decorate da importanti artisti dell’epoca, come la Cappella di Santa Caterina che custodisce sculture Territorio e divertimento di Antonello da Messina o quelle della Vergine Adorante e di Santa Corona ornate con gli affreschi di Gaudenzio Ferrari. Il convento è articolato attorno a tre chioschi ed è costituito, a nord, dal fianco nord della chiesa e sugli altri tre lati da un portico di colonne con capitelli gotici a foglie lisce. Il lato sud è occupato dal refettorio, contenente sia la Crocifissione, opera del pittore milanese Donato Montorfano, sia il Cenacolo Vinciano. Ingegno senza tempo Nell’Ultima Cena (altro nome con cui il Cenacolo è noto), Leonardo cattura il drammatico momento in cui Gesù Cristo, seduto e circondato dagli apostoli, rivela l’imminente tradimento di uno di loro. Le figure sono animate da uno straordinario campionario di gesti, sguardi ed espressioni, e la costruzione prospettica crea l’illusione che il dipinto sia tutt’uno con lo spazio circostante: all’interno di una stanza Leonardo ambientò, infatti, in primo piano la lunga tavola della cena, con al centro la figura isolata di Cristo, dalla forma quasi piramidale per le braccia distese; attorno a Cristo gli apostoli sono disposti in quattro gruppi di tre, diversi, ma equilibrati simmetricamente. L’utilizzo prospettico e la disposizione dei personaggi attraggono l’occhio al punto che sembra di assistere all’ultima cena di Gesù dal vivo. Per dipingere l’affresco commissionatogli da Ludovico Come prenotare la visita al Cenacolo La prenotazione per visitare il Cenacolo è sempre obbligatoria ed è consigliato farlo con largo anticipo. Per prenotare, acquistare e ricevere informazioni su percorsi didattici e visite guidate: tel +39 02 92800360 (lun-sab dalle 8 alle 18.30). I turni di visita durano 15 minuti per un numero massimo di 30 persone per volta. Il costo varia da 6,50 (intero) a 3,50 euro (ridotto) ai quali va aggiunto 1,50 euro per il diritto di prenotazione. Per acquistare online: www.cenacolovinciano.net. Il Codice Atlantico Foto: Chiesa di Santa Maria delle Grazie - Milano All’interno di Santa Maria delle Grazie si trova anche la sacrestia del Bramante, una delle due sedi, insieme alla Pinacoteca Ambrosiana, che permette di ammirare il non meno suggestivo Codice Atlantico, nel quale tutto il multiforme ingegno di Leonardo è illustrato dalla più grande raccolta dei suoi disegni e scritti che toccano ogni possibile disciplina, dall’anatomia e la chimica fino alla matematica e la geografia. il Moro, Leonardo usò la tecnica a tempera – perché consentiva di intervenire sull’intonaco asciutto e, quindi, di poter tornare a più riprese sull’opera curandone ogni minimo particolare – che tuttavia non ha retto alle mutevoli condizioni climatiche, creando notevoli problemi all’affresco e rendendo necessari interventi di restauro per salvare il capolavoro, l’ultimo dei quali si è concluso nel 1999 dopo oltre vent’anni di lavoro. 29 C M Y CM MY CY CMY K Le buone Ricette di da staccare e conservare ISCRIVITI ALLA NEWS LETTER vai su www.iperal.it ne lla Anno 3 - Numero 1 gennaio/febbraio 2016 sezione “newsletter: se i iscritto?” Scopri su www.iperal.it tutte le ricette che i clienti come te hanno realizzato per noi, oppure accedi direttamente alla pagina inquadrando con il tuo smartphone il QR qui a lato 31 Con ripieno di ricotta e liquore all’arancia 32 RivistAmica Per la pasta: 400 g di farina 4 uova 1 cucchiaino di olio EVO 1 cucchiaino di sale Per il ripieno: 150 g di ricotta 1 arancia non trattata, sbucciata e privata del bianco, tagliata a fettine, raccogliendo il succo 1 cucchiaio di succo di limone 40 ml di liquore all’arancia 50 g di zucchero Per il condimento: farina 3 cucchiai di burro 100 g di zucchero di canna Procedimento Per fare la pasta, lavorate insieme la farina, le uova, l’olio e il sale fino ad ottenere un impasto liscio. Se necessario aggiungete un po’ d’acqua o della farina. Fate una palla, coprite e lasciate a riposo per circa 30 minuti. Per ottenere il ripieno, mixate la ricotta, le fettine di arancia, il succo di limone, il liquore e lo zucchero. Spolverate di farina il piano di lavoro e stendetevi la pasta. Ricavate dei tondi di 8 cm di diametro. Versate 1-2 cucchiaini di ripieno su metà di ciascun tondo di pasta, e piegatevi sopra l’altra metà per chiudere. Premete tra di loro i bordi del raviolo con una forchetta per chiuderlo bene. Sciogliete il burro in un pentolino e caramellate lo zucchero di canna. Aggiungete il succo dell’arancia. Togliete i ravioli dall’acqua con una schiumarola, disponeteli sui piatti e spruzzate con la salsa d’arancia. Servite subito. Per 4 persone LIA IG T Tempo di preparazione: 35 min DA IP Ristorante Granozero Corso Promessi Sposi 14 23900 Lecco (LC) granozerolecco.blogspot.it [email protected] Tel. 0341 282182 Ingredienti O I piatti della tradizione come polenta o stinco di maiale, il ricco aperitivo del giovedì sera, i pranzi di lavoro, le proposte pensate per vegetariani, vegani o per chi ha intolleranze o allergie alimentari. Nell’accogliente locale di via Promessi Sposi ciascuno può trovare un piatto su misura per sé. Da non perdere i menu stagionali, le serate con degustazioni a tema e il menu dedicato ai bambini. Ravioli all’arancia CONS “Il tocco in più? L’uva sultanina: da aggiungere nell’impasto e per guarnire“ - Chef Alessandro Gritti - Le buone ricette di AL ER * Il consiglio del Ristorante Granozero Difficoltà: facile spesa online DOLCETTO ASTI DOCG PODERE PREVINCA Scheda vino a pagina 38 33 Con pancetta e menta fresca Carciofi alla fiorentina Ingredienti 8 carciofi piccoli 150 g di pancetta affumicata 3 spicchi d’aglio 3 ciuffi di menta fresca 2 cucchiai di prezzemolo sminuzzato 70 ml di olio EVO Succo di un limone Sale Pepe nero macinato fresco Procedimento Lavate i carciofi. Tenete pronto un contenitore con circa un litro e mezzo di acqua fredda e il succo di limone. Togliete le foglie più esterne dei carciofi, e tagliate le punte alle foglie rimanenti (lasciando la parte più chiara). Tagliate i gambi e con un cucchiaino pulite il cuore. Mettete i carciofi a bagno nell’acqua e limone. Pelate l’aglio e spremetelo sopra la pancetta tagliata a cubetti. Fate rosolare la pancetta. Lavate e sgocciolate la menta. Sminuzzatela, mescolatela alla pancetta e aggiustate di pepe. Togliete i carciofi dall’acqua e sgocciolateli. Riempite lo spazio tra le foglie con il misto di pancetta e menta. Disponete i carciofi su un tegame, uno affianco all’altro, e cospargeteli con il prezzemolo e il sale. Oliateli, copriteli e fateli cuocere a fiamma media per circa 10 minuti. Poi aggiungete una tazza di acqua calda e cuocete con il coperchio per altri 20 minuti o finché non sono cotti. Per 4 persone Tempo di preparazione: 45 min Tempo di cottura: 30 min spesa online LIA IG T O DA IP CONS Difficoltà: media AL ER * GUTTURNIO DOC RISERVA BOLLO ROSSO Scheda vino a pagina 38 34 RivistAmica Le buone ricette di Profumi e sapori d’oriente Riso alla creola Ingredienti 1 peperone verde 100 g di prosciutto cotto affettato 2 cipolle rosse 2 peperoncini rossi 20 gamberoni 2 spicchi d’aglio il succo di un lime 500 ml di brodo vegetale 250 g di riso a chicco lungo pimentón (paprika affumicata) polvere di chiodi di garofano foglie di coriandolo 1-2 cucchiai di crème fraîche olio sale Per 4 persone Tempo di preparazione: 40 min Difficoltà: facile Procedimento LIA IG T DA IP CONS spesa online O AL ER * Lavate il peperone, mondatelo e tagliatelo a listarelle per la lunghezza. Tritate finemente il prosciutto e le cipolle dopo averle sbucciate. Sbucciate l’aglio. Lavate i peperoncini, tagliateli a metà ed eliminate i semini. Pulite e sgusciate i gamberoni. Portate all’ebollizione il brodo e fateli cuocere per circa 2-3 minuti nel brodo bollente. Tirateli fuori e metteteli da parte. Il brodo fatelo intiepidire. Spremete l’aglio e mescolatelo con il succo di limetta ed il sale. Unite i gamberoni e fateli marinare per circa 10 minuti. Cuocete il riso come descritto sulla confezione e fatelo sgocciolare per bene. Riscaldate 2-3 cucchiai d’olio in un tegame capiente e fatevi rosolare la cipolla ed il prosciutto a fiamma moderata mescolando. Aggiungete il riso ed il peperoncino e continuate a cuocere a fiamma moderata. Bagnate con poco brodo e continuate a cuocere per circa 2-3 minuti. Unite il peperone ed i gamberi (con tutta la marinata), ancora un poco di brodo e continuate a cuocere sempre a fiamma moderata per altri 3-4 minuti, mescolando spesso e aggiungendo poco brodo appena ce n’è bisogno. Condite con sale, pimentón, un pizzico di polvere di chiodi di garofano, crème fraîche e fogliette di coriandolo tritato. Servite subito. SPUMANTE PERLAGE VALTIDONE BRUT Scheda vino a pagina 38 35 Le buone ricette di Con limone sottosale Cosciotti di pollo con verdure e agrumi Ingredienti RivistAmica Grado di difficoltà: facile spesa online LIA IG T DA IP 36 Tempo di preparazione: 50 min Tempo di marinatura: 3 h Tempo di cottura: 45 min circa O Procedimento Sciacquate il limone sotto sale, mettete da parte la scorza e tritate finemente la polpa. Mescolate 3 cucchiai d’olio con il ras-el-hanout, il peperoncino, l’aglio e la polpa del limone sotto sale in una scodella capiente. Aggiungete i cosciotti di pollo e mescolateli bene con la marinata, poi coprite la scodella e fateli marinare per 2-3 ore. Tritate finemente la scorza messa da parte. Riscaldate il forno a 200° C calore statico sopra e sotto. Passate i cosciotti in una teglia da forno, distribuite sopra il resto della marinata rimasta nella scodella e la scorza tritata. Fate cuocere per 45 minuti. Nel frattempo mondate e lavate le bietole, eliminate la parte dura dei gambi, poi tagliatele grossolanamente. Riscaldate 1 cucchiaio d’olio in una padella capiente e fatele appassire a fiamma moderata per circa 5-6 minuti. Insaporite con sale e pepe. Mondate i carciofi, staccate via le foglie esterne dure e tagliateli a metà con tutto il gambo. Eliminate la barba e metteteli in acqua acidulata con il limone. Riscaldate 2 cucchiai d’olio in un tegame capiente e fatevi rosolare i carciofi a fiamma moderata. Bagnate con il vino bianco e insaporite con sale e pepe. Dopodiché coprite il tegame, abbassate la fiamma e fate cuocere i carciofi per circa 15-20 minuti a fiamma lenta. Servite i cosciotti di pollo con le bietole ed i carciofini. Per 4 persone CONS 2 spicchi d’aglio, tagliato a fettine 400 g di bietole 4-8 carciofini teneri il succo di un limone sale pepe, macinato fresco 100 ml di vino bianco secco AL ER * 4 cosciotti di pollo 1 limone sottosale olio d’oliva 2 cucchiaini di ras-el-hanout, miscela di spezie 1 cucchiaino di peperoncino a fiocchi TEROLDEGO DOC MEZZACORONA Scheda vino a pagina 38 55 ml di Grand Marnier 55 ml di succo d’arancia 250 g di cantuccini in grossi pezzetti 425 g di mascarpone 3 tuorli d’uovo 425 ml di panna fresca 55 g di zucchero 150 g di arancia sbucciata e tagliata a pezzetti 110 g di croccante di mandorle a pezzetti Procedimento Mescolate il Grand Marnier con il succo d’arancia e versate la miscela sopra i pezzi di cantuccini. Mettete da parte. Mescolate il mascarpone e i tuorli d’uovo con un mixer che avrete impostato alla velocità più bassa. In un altro contenitore, frustate la panna e lo zucchero fino a che il tutto non risulta omogeneo. Aggiungete la miscela di mascarpone e uova e mescolate finché il tutto non è ben omogeneo e denso. Mettete in frigorifero per almeno un’ora. Versate in un bicchierino da dessert dei pezzi di cantuccini, poi uno strato di crema, alcuni pezzi di arancia, un altro strato di cantuccini ed un ultimo stato di crema. Ripetete fino a terminare gli ingredienti. Guarnite con i pezzetti di croccante di mandorle prima di servire. Per 4-6 persone Tempo di preparazione: 25 min Tempo in frigorifero: 1 h Grado di difficoltà: facile 38 RivistAmica AL ER * Ingredienti CONS LIA IG T DA IP Tiramisù con arancia e cantuccini La Cantinetta del mese O Le buone ricette di DOLCETTO ASTI DOCG PODERE PREVINCA cl75 Regione: Piemonte Vitigno: Dolcetto in purezza Colore: rosso con riflessi violetti Profumo: Fruttato e vinoso Gusto: vellutato, asciutto e armonico Gradi alcolici: 12,5% vol Temperatura di servizio: 18°C GUTTURNIO DOC RISERVA BOLLO ROSSO cl75 Regione: Emilia Vitigno: Barbera e Bonarda Colore: avvolto in un mantello granato con riflessi purpurei Profumo: ciliegie mature Gusto: caldo e avvolgente Gradi alcolici: 13% vol Temperatura di servizio: 18°C SPUMANTE PERLAGE VALTIDONE BRUT cl75 Regione: Emilia Vitigno: Pinot nero e Chardonnay Colore: intensa tonalità giallo oro brillante, con intreccio di finissime perle Profumo: toni calibrati di lavanda e mandarino cinese con un leggero soffio di menta e vaniglia Gusto: fresco e sapido. Voluminosa e allargata fragranza con piacevole chiusura agrumata Gradi alcolici: 12,5% vol Temperatura di servizio: 9°C TEROLDEGO DOC MEZZACORONA cl75 Regione: Trentino Vitigno: Teroldego Rotaliano Colore: rosso Rubino Carico con intense sfumature violacee Profumo: di frutti di bosco, in particolare bacche rosse di montagna, di ribes, lampone e mirtillo; un forte richiamo alla tipicità di un territorio alpino Gusto: mirtillo e mora, sono molto persistenti e riconoscibili. Nel finale è fruttato, con note di legno, vaniglia e cacao che lasciano il palato speziato. Gradi alcolici: 13% vol Temperatura di servizio: 18°C Ricetta Primia Da preparare con prodotti Tagliolini gamberetti e pistacchi al profumo d’arancia Ha l’aspetto e il sapore di un piatto gourmet, ma anche i meno esperti ai fornelli saranno capaci di realizzare questo piatto. Semplice e di grande effetto Facile da realizzare e di grande effetto, questo primo piatto che vede protagonisti l’arancia, il pistacchio e i gamberi. Sono arrivati improvvisamente degli amici a trovarvi? Aprite il freezer e la dispensa e mettetevi all’opera: tra una chiacchiera e l’altra in pochissimo tempo porterete in tavola questi tagliolini che uniscono il sapore del mare e quello dolce e aspro dell’agrume, con un tocco di cremosità data dal pesto di pistacchi. Gli ingredienti Per 4 persone vi serviranno 350 gr di tagliolini all’uovo, un’arancia, 300 g di pistacchi, 100 g di Parmigiano grattugiato, 6 cucchiai di olio extravergine di oliva, 250 g di gamberetti (o di code di gambero) surgelati, sale e pepe. La preparazione Per prima cosa dedicatevi al pesto: sbollentate i pistacchi sgusciati, basterà un minuto per far sì che la buccia violacea possa poi essere eliminata facilmente con le mani. A questo punto frullateli in un mixer con 4 cucchiai d’olio, sale, pepe e Parmigiano grattugiato, lasciando la crema piuttosto consistente: non deve essere troppo liscia. Ricavate delle listarelle dalla buccia dell’arancia (facendo attenzione ad eliminare tutta la parte bianca, che ha un sapore amaro) e poi filtrate il succo. Fate saltare i gamberi in 2 cucchiai d’olio in un tegame largo che possa contenere i tagliolini, sfumate con il succo d’arancia, salate, pepate e proseguite la cottura a fuoco vivace per 3-4 minuti. Scolate i tagliolini al dente e tenete da parte un po’ d’acqua di cottura. Versateli sui gamberi all’arancia, mescolate sul fornello a fiamma dolce, unite il pesto di pistacchi e formaggio e aiutatevi con dell’acqua di cottura della pasta per ottenere una consistenza morbida e vellutata. Decorate sui piatti con le listarelle di buccia d’arancia. Il carrello Un primo piatto dal sapore sofisticato che potete preparare affidandovi interamente alla qualità dei prodotti a marchio Primia. A cominciare dai tagliolini all’uovo e dal Parmigiano da acquistare già grattugiato nelle comode buste, per poi passare ai gamberetti (o alle code di gambero, se le preferite) surgelati, e finire con pistacchi, arance, sale, pepe e ottimo olio extravergine di oliva. spesa online SCOPRI COME è COMODO FARE LA SPESA DA 39 Dai tondi ai superfini un viaggio culturale Chicchi preziosi in tante qualità, il riso è servito 40 RivistAmica La grande varietà oggi disponibile è in realtà una conquista piuttosto recente. Risotti, insalate, sushi, arancini: ecco quale tipologia scegliere in base alla ricetta Buon cibo Il riso è una delle pietanze più salutari e consumate al mondo, alla base di una delle tipicità della gastronomia italiana e lombarda in particolare, il risotto. Ma accanto a uno dei simboli della cucina nostrana ci sono tante altre pietanze in cui il riso è protagonista. Dal sushi, nell’accoppiata vincente con il pesce crudo, fino agli arancini, tra i più tipici esempi di street food, senza dimenticare i classici timballi e i tanti dolci nei quali questo cereale riserva piacevolissime sorprese. Ma come scegliere la varietà giusta a seconda della ricetta? Il tesoro delle paludi Fino al 1839, di problemi non ce n’erano: in Italia veniva coltivata un’unica qualità di riso, il Nostrale, la prima ad arrivare nel nostro Paese dall’Oriente. L’introduzione di questa coltura sul nostro suolo avvenne nel XV secolo per volontà degli Sforza, e in particolare di Galeazzo Maria, probabilmente nella tenuta di Villanova di Cassolnovo, in Lomellina. Superato lo stupore iniziale, il riso divenne immediatamente il cibo contadino del Nord Italia, il “tesoro delle paludi”, che invece le corti rinascimentali snobbavano. I risotti nacquero proprio allora. Nel XVII secolo le risaie vennero accusate di favorire la diffusione della malaria, ma nel Settecento i nuovi metodi d’irrigazione ne incentivarono nuovamente la coltivazione, soprattutto nel Piemonte sabaudo. Il Nostrale, dal chicco rotondeggiante, era però scarsamente produttivo e soggetto a malattie. Nel 1839 un missionario di Vercelli, padre Calleri, portò dalle Filippine ben 43 chicchi diversi: fu l’inizio della ricerca che porterà allo sviluppo delle qualità odierne, nate in gran parte nella Stazione sperimentale di risicoltura di Vercelli. Il primo fu il Vialone nano, nel 1937, particolarmente diffuso in Veneto; seguito dal Carnaroli nel 1945 e dall’Arborio nel 1949. I tondi I nostri risi si dividono in quattro categorie. La prima è quella del riso tondo, dai chicchi piccoli, adatto a minestre in brodo, timballi e dolci. Va bene anche per il sushi. Cuoce in 12-13 minuti e comprende le varietà Balilla, Cripto, Originario (corrispondente all’antico Nostrale), Pierrot e Selenio. Ha tempi di cottura piuttosto rapidi, 12-14 minuti, e tende a rilasciare molto amido. I semifini Si passa poi al riso semifino, dai chicchi leggermente allungati e di media grandezza. Ha una buona capacità di rilasciare amido e si presta a timballi, minestroni e risotti in cui è prevista un’intensa mantecatura, o la tipica preparazione “all’onda”. E cioè la media consistenza del risotto, né troppo compatto, né troppo liquido, in modo [ segue ] La gamma I risi Primia disponibili nei nostri punti vendita si distinguono per l’alta qualità e l’origine italiana. Ne fanno parte le varietà Arborio, Carnaroli e Roma per quanto riguarda i superfini, Ribe per i fini e Vialone nano per i semifini. Non mancano però nemmeno i Parboiled e il Basmati. Quest’ultimo, originario dell’India e del Pakistan, si presta alla cottura pilaf, una doppia cottura che avviene in padella e poi al forno. Parboiled e asiatici Per le insalate di riso è utile ricorrere a un riso Parboiled, ossia parzialmente bollito e poi essiccato: in questo modo il riso può essere conservato più facilmente una volto cotto. Tra i risi asiatici, dalla forma più lunga e stretta, si distinguono il Basmati (India e Pakistan) e il Jasmine (Thailandia) per le ricette indiane e cinesi. Oppure i giapponesi Okomesan e Koshihikari per il sushi. 41 Buon cibo che muovendo la pentola si formi proprio un’ “onda”. Cuoce in 13-15 minuti. Sono semifini l’Italico, il Padano, il Lido, il Maratelli, il Rosa Marchetti e il Vialone nano. Le ricette più famose arrivano dal Veneto: il risotto all’isolana, con carne di maiale, e il risotto all’amarone. I fini Il riso fino è adatto a timballi, insalate di riso, arancini e supplì ma è estremamente versatile e si può utilizzare anche nei risotti: i chicchi, lunghi e affusolati, cuociono in 13-15 minuti. Ne fanno parte le varietà Ribe, Ariete, Cervo, Europa, Razza 77, Loto e Sant’Andrea. I superfini Dai chicchi grandi e molto lunghi, i superfini tengono bene la cottura (che avviene in 18-20 minuti) e rilasciano poco amido. Perfetti per insalate di riso e paella, ma soprattutto per i risotti. Ne fanno parte l’Arborio (dall’omonimo paese in provincia di Vercelli), il Carnaroli, il Baldo, il Corallo e il Roma. Alcune ricette? Il celebre risotto alla milanese, utilizzando riso Carnaroli (ma anche Arborio e Vialone nano). Per il risotto ai funghi, ottimo sia il Carnaroli che l’Arborio; Arborio, invece, per la paniscia novarese e la panissa vercellese, per le quali si può però utilizzare anche un fino come il Razza 77. Riso alla valtellinese Mettete 200 g di fagioli borlotti secchi a bagno per una notte. Fateli lessare per 2 ore e poi scolateli. Prendete una verza, tagliatela a listarelle. In una pentola, fate bollire assieme la verza e 400 g di riso Razza 77 per 13 minuti. Aggiungete i fagioli e fate cuocere per altri 2 minuti. In un padellino fate soffriggere 3 foglie di salvia in 80 g di burro, che utilizzerete come condimento assieme a Grana, sale e pepe. Mistero alla milanese Qual è il riso giusto per il risotto alla milanese? Vialone nano, Carnaroli o Arborio? L’Accademia italiana della cucina li ammette tutti e tre: con il primo si otterrà un risotto più cremoso e mantecato. Il Carnaroli è invece adatto se vi piacciono i risotti più asciutti, con i chicchi belli sgranati l’uno dall’altro. Tra i superfini, l’Arborio è uno di quelli che rilascia più amido, e quindi può rivelarsi alla fine un buon compromesso. 42 RivistAmica Novità www.orogel.it Bontà e tradizione da riconoscere Prosciutto cotto, quando italiano è sinonimo di qualità 44 RivistAmica Suini italiani, cosce col giusto equilibrio grasso-magro, mix di spezie e temperature non elevatissime. La parola all’esperto, che ci spiega cosa fa la differenza in un prodotto di qualità Buon cibo Consumato al naturale o come ingrediente, il prosciutto cotto è una delle tante eccellenze della cucina italiana. Panini, involtini, nella pasta sotto forma di cubetti: la nostra cucina sarebbe davvero più povera senza questa straordinaria, e sana, pietanza. Ma come nasce un prosciutto cotto di qualità? Lo abbiamo chiesto ad Andrea Bonazzi, responsabile controllo qualità della Gardani, l’azienda di Viadana (Mantova) che produce, tra l’altro, il prosciutto cotto “Premium”. Strato esterno e marezzature Dipende tutto dal maiale. «I maiali che noi utilizziamo sono gli stessi del prosciutto di Parma e di San Daniele: quelli del suino pesante italiano, macellato a un’età di 9 mesi. Animali nati, allevati e macellati rigorosamente in Italia da allevamenti selezionati, concentrati principalmente in Emilia e in Lombardia». L’origine italiana non è solo un elemento che aggiunge genuinità e maggiori garanzie sull’alimentazione dell’animale: è anche un dettaglio di gusto. «I suini importati dalla Germania e dall’Olanda, infatti, sono solitamente molto più piccoli e più magri». Un prosciutto cotto di qualità, invece, deve avere il giusto equilibrio tra parte grassa e parte magra. «È infatti la parte grassa, con il suo strato esterno non superiore ai 3-4 cm e le sue giuste marezzature interne, a fare la differenza in termini di gusto». Colore La selezione delle cosce «viene effettuata sulla base delle quantità di grasso, ma anche del colore. Che non deve essere né troppo scuro, né troppo chiaro. E poi deve avere il giusto grado di PH per sposarsi perfettamente con la salatura». Elisir di erbe La coscia viene quindi sottoposta per qualche giorno a frollatura, mediante la collocazione in particolari celle. E poi viene disossata. In un prosciutto cotto di qualità si segue la procedura della “sgorbiatura”: «Si estrae cioè l’osso senza tagliare la carne, in modo da non danneggiarla». Il giorno successivo la carne viene messa in salamoia con una soluzione liquida con sale e spezie. «È un altro passaggio decisivo - dice Bonazzi - Il mix di spezie è uno dei segreti custoditi più gelosamente da ogni produttore, in grado com’è di differenziare il gusto del proprio prosciutto cotto da quello di tutti gli altri». Rosmarino, aglio e ginepro sono alcuni dei possibili ingredienti di questi mix. Dopo la salamoia si passa alla zangolatura, una sorta di massaggio vigoroso e prolungato che permette il perfetto assorbimento degli aromi. [ segue ] La qualità di da chiedere al banco Il prosciutto cotto Premium Gardani è solo una delle eccellenze dei prodotti da banco Iperal. Altri esempi? Il petto di tacchino al forno, 100% italiano. Oppure, direttamente dalla Bassa, il prosciutto crudo nazionale Don Camillo. O anche la bresaola di black angus, dall’aspetto lievemente marezzato e il gusto marcatamente dolce che la rende adatta ai palati più raffinati. Torta salata con prosciutto e Casera Preparate un impasto con 250 g di farina, 100 ml di olio di semi di mais, 100 ml di acqua calda, un cucchiaino di lievito per torte salate e uno di sale. Stendetela (spessore 1 cm) e mettetela in uno stampo antiaderente. Coprite con carta da forno e distribuitevi 300 g di fagioli secchi. Mettete in forno per 15 minuti a 210°. Togliete i fagioli e la carta. Sistemate sulla torta 200 g di prosciutto cotto a fette e 200 g di Casera grattugiato. Rimettete in forno per altri 10 minuti. 45 Buon cibo Forni a vapore Sistemato negli appositi stampi, il prosciutto viene immesso nei forni a vapore per la cottura. «In un prosciutto cotto di qualità come il nostro Premium, la cottura avviene a 70°C per preservarne al meglio i valori nutrizionali». Una volta raffreddato, il prosciutto cotto viene confezionato e ripastorizzato, dopodiché sarà pronto per la vendita. «In definitiva un prosciutto cotto di qualità si contraddistingue per tutta questa serie di fattori, primo fra tutti la provenienza dei suini. Ai quali vanno aggiunti l’assenza di allergeni, polifosfati e proteine del latte». Dai Romani a D’Annunzio Si tratta dell’evoluzione di una tecnica vecchia di millenni. L’antenato del prosciutto cotto, infatti, era conosciuto già dai Romani, che lessavano la coscia del maiale con fichi secchi e alloro prima di cuocerla in crosta. Contenuto nel ricettario “De arte coquinaria” di Martino da Como (XV secolo), iniziò a diffondersi a partire dal Medioevo dopo la “scoperta” dell’allevamento del maiale: nacque probabilmente dalla necessità di conservare la coscia di maiale utilizzando poco sale, un tempo assai caro e non facilmente reperibile. Negli anni ‘30, un 70enne Gabriele D’Annunzio ne apprezzerà le doti ricostituenti dopo movimentate notti amorose. Fino agli inizi del Novecento, la coscia veniva messa in salamoia per giorni e poi avvolta in pezze di tela per poi essere bollita in grandi contenitori. Fino all’avvento della tecnica odierna. Prosciuttini al pepe della Valtellina Tipico dell’Alta Valtellina in provincia di Sondrio, il Prosciuttino al pepe è una noce di prosciutto caratterizzato da una ridotta percentuale di grasso e ottenuto con una stagionatura di soli due mesi. Aromatizzato con sale, cannella, chiodi di garofano, pepe, aglio e vino rosso (utilizzato per macerare l’aglio), il Prosciuttino della Valtellina ha una forma sferoidale e ovalizzata. Di colore rosato, è ricoperto dal pepe nero macinato e ha un peso variabile fra 1 e 1,5 chilogrammi. Un Praga di Trieste arrivato a Milano Il prosciutto cotto, un prodotto italiano e... ceco, direste voi, visto che esiste anche il prosciutto di Praga. E invece no. Il Praga, benché derivante da un’antica ricetta austroungarica, è un prodotto tipico della salumeria triestina. Anzi, una tradizione pasquale, che però fu portata a successo a Milano alla fine dell’800 da Francesco Peck. Leggermente affumicato, può essere consumato crudo o, più spesso, alla brace. 46 RivistAmica PROSCIUTTO COTTO NAZIONALE PREMIUM Il Prosciutto Cotto Nazionale Premium deriva dalla lavorazione di cosce di suino 100% italiane provenienti esclusivamente da allevamenti certificati e selezionati, cotto lentamente al forno a vapore al naturale, senza glutine, senza polifosfati aggiunti e senza derivati del latte. PRODOTTO ITALIANO PRODOTTO ITALIANO Arance e clementine , gusto e salute per l’inverno Sono tra i frutti più consumati in questa stagione, grazie al loro sapore sfizioso e a proprietà benefiche utili all’organismo contro i malanni del periodo più freddo dell’anno “La nostra marca di qualità e convenienza” Succose, fresche, saporite e con un colore che riporta il gusto del sole anche nelle fredde giornate invernali. Tra la frutta di stagione di questo periodo gli agrumi occupano un posto fondamentale per la loro diffusione nelle preferenze dei consumatori e anche per le loro proprietà. Benefici di cui fare scorta grazie all’assortimento della gamma Primia, che comprende anche le arance bionde e quelle tarocco (entrambe disponibili in una confezione da 2 kg) e le clementine (in formati da 1,5 e 2 kg). Freschezza 100% italiana Questi prodotti Primia sono accomunati da una provenienza 100% italiana e dal loro perfetto grado di freschezza e maturazione. Così è possibile non solo assaporarne appieno le qualità organolettiche, ma anche sfruttarne le proprietà nutritive grazie a un elevato contenuto di vitamina C che rafforza il sistema immunitario contro i malanni di stagione, di sali minerali e di altre sostanze come i flavonoidi che svolgono una funzione antiossidante. Caratteristiche diverse per tutta la giornata Le arance bionde sono tondeggianti, di grandezza media e hanno una buccia compatta di un arancione brillante e omogeneo che si ritrova anche nella polpa interna, dal sapore dolce; ottime sia a fine pasto sia spremute per il consumo al naturale o come ingrediente base per accompagnamenti al pesce o ad altri secondi dal gusto delicato. La “tarocco” è di dimensione simile, ma lievemente schiacciata alle estremità, con la buccia e la polpa succosa, striata 48 RivistAmica di rosso e con un sapore agrodolce che la rende ideale se spremuta a colazione, ma anche come condimento alternativo per insalate miste di verdure o per donare una nota agrumata a cremosi dessert. La clementina, infine, è di pezzatura più ridotta e con una polpa color arancio intenso, facilmente divisibile in spicchi. Il suo sapore amabile la rende tra i frutti preferiti dei più piccoli, mentre grazie al suo formato è comodissima per il consumo fuori casa, quando ci si vuole concedere una pausa di gusto. Il succo si può invece usare per mitigare quello di arance più amare in una spremuta. Non vi resta quindi che scegliere quale tra queste specialità Primia è la vostra preferita, per un inverno di gusto e salute! Fonte: Agorà Network In evidenza Valle Camonica, un Distretto Culturale a servizio del territorio Nel 2007 Fondazione Cariplo ha deciso di puntare sulla Valle Camonica perché “il turismo culturale e sostenibile rappresentava una minima parte delle presenze registrate ogni anno nell’area”. A distanza di 8 anni da quella che si è rivelata una scelta vincente, facciamo il bilancio con Simona Ferrarini, presidente del Distretto Culturale e Assessore 50 RivistAmica Dal 2007, quando il progetto ha vinto un bando di Fondazione Cariplo, si sono moltiplicate le risorse per la cultura nella valle. Puntando soprattutto su borse di studio, promozione turistica e formazione alla Cultura della Comunità Montana di Valle Camonica. «Il progetto del Distretto è stato il primo a partire in Lombardia – ci racconta – e prevedeva soprattutto iniziative legate al risveglio culturale della Valle. Solo in un secondo tempo abbiamo deciso di intervenire nella promozione turistica, e il motivo è semplice: non c’era nessuno in Valle Camonica In evidenza che si occupasse di promozione delle risorse turistiche. Per questo tutto il lavoro svolto dal Distretto Culturale è stato trasformato nel progetto turistico della “Valle dei Segni”». Quali le tappe e i successi del Distretto Culturale? Seguo il Distretto Culturale dall’inizio delle sue attività. Abbiamo lavorato a 360 gradi: producendo ricerche sul patrimonio culturale, progetti di valorizzazione, attivando nuove professionalità e competenze. Abbiamo fatto progetti che, utilizzando i fondi Cariplo, hanno permesso di accedere ad altri bandi, moltiplicando le risorse per la cultura, che hanno permesso di sostenere anche associazioni, festival, manifestazioni di vario tipo sul territorio. In questo periodo state lavorando sul fronte turistico: in che modo? Dopo la segnaletica stradale, la creazione di nuovi percorsi turistici, abbiamo organizzato il sito internet ufficiale www.turismovallecamonica.it e l’agenzia di organizzazione e vendita dei pacchetti turistici (Destination Management Organization Valle dei Segni presso il Centro Congressi di Boario) e realizzato la piattaforma narrativa www.valledeisegni.it. Sono tutti strumenti a disposizione del territorio. Come è cresciuta, grazie al Distretto Culturale, la consapevolezza dell’importanza delle risorse locali? Non c’è dubbio che in questi ultimi anni la Valle Camonica abbia ritrovato una sua identità a partire proprio dalla consapevolezza delle risorse culturali e turistiche. E anche le imprese ci chiedono sempre di più di collaborare e di dare visibilità a ciò che fanno: gli imprenditori camuni con il loro lavoro sono produttori di cultura. I prossimi progetti in collaborazione con scuole, enti e associazioni del territorio? Stiamo lavorando a riorganizzare tutta l’attività del Distretto, per trasformarlo in una struttura autonoma, in una Fondazione. Ne abbiamo bisogno soprattutto per portare in Valle Camonica le risorse europee e per cercare di integrare la gestione delle strutture culturali, in particolare del sito Unesco. Poi dobbiamo moltiplicare gli sforzi per la promozione turistica, e lo stiamo facendo in collaborazione con tutti gli operatori del territorio. Gli obiettivi per il 2016? Lavorare con le scuole per programmare le attività dei tirocini scuola-lavoro e con le imprese per valorizzare il nostro patrimonio di storia, tradizioni, prodotti tipici. Attraverso quali strumenti? Innanzitutto il dialogo con i Comuni, i sindaci, le comunità locali. Stiamo anche lavorando sui progetti europei e investendo moltissimo sulla formazione degli operatori culturali e turistici. Fondazione Cariplo una scelta vincente «Il progetto “Valle dei Segni” racchiude ciò che noi intendiamo come innovazione culturale», ci spiega Alessandro Rubini, Area Arte e Cultura di Fondazione Cariplo. «In un territorio noto per l’archeologia rupestre si è lavorato per trasportare l’antica idea di segno nella comunità del futuro, fino a portare a Breno l’opera del writer toscano Ozmo». Tuttora si vedono i frutti della scelta fatta nel 2007: «Il turismo, con il recupero delle produzioni artigianali locali, è una delle forme per monetizzare questo lavoro». www.distretticulturali.it Premi, borse di studio e promozione turistica «Dal 2013 il progetto finanziato da Fondazione Cariplo si è concluso. Ma noi continuiamo a promuovere nuovi progetti in continuità con quell’idea – spiega Ferrarini – Abbiamo coinvolto più di un centinaio di giovani in vari progetti con incarichi, borse di studio e di ricerca , premi per produzioni di arte contemporanea. Continuiamo a lavorare per il futuro turistico della Valle dei Segni: nuovi progetti di promozione, nuovi itinerari e nuovi materiali di comunicazione». 51 La notte ti fa bella con le beauty abitudini serali 54 RivistAmica Saper usare il latte detergente, cambiare spesso le federe del cuscino, riposare in serenità e coccolarsi con due gocce di lavanda: ecco come curare la pelle prima di andare a dormire Salute, benessere e famiglia Avere una pelle di luna, pulita e levigata come quella delle dive del cinema è possibile, e la scusa della stanchezza e della mancanza di tempo non è più valida: per prendersi cura della pelle del proprio viso vi serviranno meno di dieci minuti d’orologio. Basta attuare gli accorgimenti giusti, sia al mattino che alla sera. Sì, perché non è affatto sufficiente lavarsi e spalmarsi la crema appena sveglie: la beauty routine prima di andare a dormire svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento di un viso splendente. La prima regola per avere una cute perfetta? «Riposare tanto e bene, almeno otto ore», spiega Barbara Rossoni, responsabile della parte estetica del centro Adec Salute di Milano. Il sonno è fondamentale, perché se la notte tutte le nostre attività corporee, compreso il metabolismo, rallentano, la pelle invece si rigenera. Struccare e detergere Cosa non dimenticarsi di fare dunque prima di coricarsi? «Bisogna iniziare dagli occhi - illustra Barbara Rossoni - con uno struccante apposito, detergete tutta la parte perioculare. Passate poi un latte detergente (o un’acqua micellare), con i polpastrelli: applicate il prodotto con un movimento circolare, sempre verso l’alto su tutto il viso, e risciacquate abbondantemente con acqua tiepida in modo da portar via tutte le scorie». Evitate i prodotti che si asportano con cotone o spugnette. Poi si passa al tonico, da picchiettare con un batuffolo o un dischetto di cotone: «Questo gesto serve a chiudere i pori e a riequilibrare il film idrolipidico, che è la protezione naturale della pelle. Picchiettando, si riattiva la circolazione». Controllate sempre il batuffolo di cotone: se vedete che non è perfettamente bianco, significa che non avete pulito bene il viso, quindi ricominciate da capo. Crema da notte e scrub A questo punto è la volta della crema da notte: «Prediligete quelle con principi attivi più grassi rispetto a quelli delle creme che usate il giorno, perché la notte la cute elimina le tossine e respira molto di più: è il momento adatto per idratarla e curarla». Per chi soffre di acne, un prodotto da prendere in considerazione sono le creme contenenti azulene, «un principio attivo calmante e decongestionante, che nella notte ha tutto il tempo per andare a disinfiammare», puntualizza Barbara Rossoni. Una volta alla settimana poi si potrebbe trovare il tempo di farsi un leggero scrub, un vero toccasana per il viso, che ha il compito di eliminare le cellule morte. Non dimentichiamoci delle labbra, che vanno sempre curate e idratate anch’esse: oltre ai rituali di detersione sopracitati, girate sempre con un buon burro cacao a portata [ segue ] Un valido aiuto dalle piante officinali Preparate la tisana della buonanotte con erbe che vengono dal nostro territorio. «Procurandosi in erboristeria i frutti di Carum carvi, pianta molto diffusa in Valtellina, si può fare un infuso», spiega Luca Giupponi, botanico naturalista dell’Università della Montagna di Edolo. «Un’altra possibilità è impiegare la radice di Genziana maggiore, le foglie di Timo o i fiori di Achillea millefoglie, piante comunemente diffuse negli ambienti montani delle Alpi». Il consiglio prezioso del naturopata Chi desidera prendersi cura della propria cute in maniera naturale, dopo aver posto attenzione alla dieta e al movimento, può puntare sul Timo: «Le piante che lavorano nello specifico sulla pelle sono quelle con carattere depurativo - spiega Marco Doria, naturopata di Sondrio - nel nostro territorio è molto impiegato il Timo: ha proprietà antisettiche, amaro-digestive, carminative e apporta benefici alle funzioni intestinali e polmonari, e di riflesso sulla pelle». 55 Salute, benessere e famiglia di mano e non scordatevi di applicarne una generosa quantità la sera. Dettagli da non sottovalutare Per completare al meglio questi rituali di bellezza serale, fondamentale è l’atmosfera di relax: «Concedetevi un bagno, una doccia, un massaggio alla schiena gentilmente elargito dal compagno: insomma tutto quello che vi aiuta a distendervi, perché anche il modo in cui si riposa nelle otto ore contribuisce al rilassamento cutaneo», avverte Barbara Rossoni. Per dormire bene, la temperatura in camera non deve superare i 21 gradi, e la federa del cuscino (così come l’asciugamano in bagno, che deve essere dedicato in via esclusiva al viso) va scelta di colore bianco e di tessuti naturali, come lino o cotone, e va sostituita spesso. Una piccola “coccola” da regalarsi è qualche goccia di olio essenziale di lavanda sul cuscino, polsi e tempie per rilassare il sistema nervoso e impedire ai muscoli facciali di tendersi. «Un buon accorgimento è anche quello di riposare a pancia in su, per scongiurare le “rughe del sonno”, ovvero le pieghe che si formano sul viso mentre dormiamo, a causa della pressione esercitata sul cuscino», conclude l’esperta. Il libro: “260 trattamenti di bellezza naturale homemade” Detergere e curare al meglio la propria cute prima di abbandonarsi nelle braccia di Morfeo può essere fatto anche con prodotti homemade, rispettosi al 100% della pelle di chi li utilizza e anche dell’ambiente. Per avere tutte le dritte per neofiti, un volume utilissimo in proposito è “260 Trattamenti di Bellezza Naturale Homemade” (Red Edizioni, 142 pagine) scritto dalla blogger Shannon Buck. Nelle pagine del libro – che nella sezione LibrOnline del nostro sito pagherete 15,30 euro con lo sconto del 15% – si trovano oltre 200 consigli basati sull’esperienza dell’autrice, ricette e soluzioni per creare prodotti di bellezza naturali e biologici. Tutto viene fatto nella cucina di casa: l’autrice spiega quali attrezzature e strumenti usare e come scegliere imballaggi ecologici per confezionare i prodotti realizzati (tonici, creme idratanti, scrub, maschere per viso, occhi e labbra) ma anche come prendersi cura dei capelli, siano essi lunghi, corti, secchi o grassi. Libr Online Utilizzare Iperal LibrOnline è facilissimo, oltre che conveniente: su tutti i prezzi di copertina è infatti applicato lo sconto del 15%. Consulta su www.iperal.it la nostra libreria virtuale. Troverai 140.000 titoli, comprese le ultimissime novità. 56 RivistAmica Nei nostri Punti Vendita dal 21 gennaio al 3 febbraio catalogo Animali Inquadra con il tuo smartphone il QR qui a lato Preziosi consigli per l’alimentazione degli amici pelosi 58 RivistAmica Una dieta ricca e bilanciata nei nutrienti, con alimenti specifici per le diverse esigenze degli animali domestici e un occhio sempre attento alla qualità dei prodotti Salute, benessere e famiglia L’ora della pappa è sempre una festa per tutti gli animali domestici. Ma non è sempre facile regolarsi in fatto di dosi e nutrienti per essere sicuri di proporre una dieta sana e bilanciata ai nostri amici pelosi. A volte, si vorrebbe cucinare per il proprio cane o gatto per coccolarlo e dedicagli più attenzioni, ma non ci si può illudere di realizzare in casa alimenti completi dal punto di vista nutrizionale (come minerali e vitamine). Meglio allora optare per alimenti pensati appositamente per gli animali, come le crocchette, che sono già pasti bilanciati. A ognuno il suo Non tutti gli animali, però, sono uguali ed ecco perché sono state realizzate linee diverse per soddisfare ogni tipo esigenza: esistono prodotti destinati ai cuccioli e altri dedicati agli animali adulti e anziani, alimenti “light” per gli individui in sovrappeso o specifici per gli animali sterilizzati. Per gli allergici/intolleranti Un fenomeno di questi ultimi anni, che ha colpito gli uomini ma anche gli animali, è l’aumento esponenziale delle Reazioni Avverse al Cibo ( RAC). «Con questo termine si intende un insieme di fenomeni come intolleranze alimentari e allergie, causate da un’alimentazione sbilanciata, spesso a favore di uno stesso prodotto somministrato per lungo tempo, ma anche dalla scarsa qualità dei cibi proposti, che prevedono un’eccessiva presenza di cereali, ingredienti scadenti difficilmente digeribili e presenza di conservanti o appetizzanti chimici»,spiega la Veterinaria Dott.ssa Benedetta Giannini, responsabile settore Veterinario Almo Nature. Ecco perché è fondamentale leggere l’etichetta in modo consapevole: «meglio prodotti con pochi ingredienti ben specificati, carne fresca al primo posto, e possibilmente assenza di appetizzanti, coloranti e conservanti chimici», continua. Come Almo Nature Grain Free, alimento secco completo per cani; Almo Nature Legend e Almo Nature Classic, ricette Pollo o Tonno (solo le monoproteiche), per i gatti. Ma anche la nuova gamma Sensitive Monoproteico di Affinity formulata per cani di taglia mini, medium e maxi con problemi di digestione e pelle sensibile. Tutti prodotti disponibili nei punti vendita Iperal. L’importanza della qualità I cuccioli hanno necessità diverse rispetto a cani adulti o anziani, ma tutti hanno bisogno di alimenti di qualità. Per gli animali in crescita questo è necessario per evitare errori che possono compromettere il loro sviluppo e creare problemi che li condizioneranno per tutta la vita. La stessa indicazione vale anche per cani e gatti anziani per cui è importante controllare soprattutto la qualità proteica, e cioè di carne e pesce. Gatti dal bel manto Il benessere del gatto passa dalla ciotola. Se per un bel manto basta una buona alimentazione, per evitare la formazione di boli di pelo bisogna optare per cibi specifici che ne facilitano la naturale eliminazione. Un risultato che si ottiene grazie a fibre e prebiotici che favoriscono la digestione e il benessere intestinale. Di questo tipo sono: lo Sterilised Hairball della linea Elegance e Almo Nature AntiHairball. L’assortimento A disposizione dei proprietari di cani e gatti, Iperal propone una serie di prodotti di alta qualità dei migliori marchi presenti sul mercato. L’assortimento prevede diversi brand: Adoc, Affinity, Almo Nature, Nova Foods (Elegance) e Purina (Friskies e One). Ognuno di questi marchi propone diverse linee alimentari per soddisfare le esigenze di ogni singolo animale e farlo crescere forte e sano. [ segue ] 59 Salute, benessere e famiglia «Un’alimentazione scadente può infatti provocare importanti difficoltà digestive e un sovraccarico renale – precisa la dottoressa – In sostanza, un animale anziano non ha bisogno di diminuire l’apporto proteico, ma è importante che la qualità sia ottimale per garantire una buona digestione e assimilazione». Prodotti light Gli animali che hanno uno stile di vita sedentario e una dieta monotona, con una spropositata quantità di cereali, tendono naturalmente al sovrappeso. Se a questo si aggiunge un’eccessiva somministrazione di cibo e la sterilizzazione, la situazione diventa ancora più critica. «In questi casi – chiarisce la Dott.ssa Giannini – è bene scegliere alimenti a basso contenuto calorico e prediligere un’alimentazione secca abbinata ad alimenti umidi il cui apporto calorico sia inferiore, pur avendo un buon potere saziante così da soddisfare l’animale senza però farlo ingrassare». Per soddisfare queste esigenze, in particolare per i cani di piccola taglia, Purina propone One My Dog Is… Foodlover nella ricetta con Tacchino&Riso. Adoc invece, nella linea Day by Day, ha un prodotto con vitello e aggiunta di L- Carnitnina, che favorisce l’accelerazione del metabolismo dei grassi. Tuttavia, bisogna ricordare che non basta un prodotto light per far dimagrire i vostri pet: a una dieta di questo tipo è bene infatti associare una bella passeggiata quotidiana per il cane o un gioco dinamico per il gatto. Il libro consigliato: “La dieta Barf” La sigla sta per “Biologically Appropriate Raw Food” e indica una dieta che prevede una corretta alimentazione per animali a base di cibo crudo. Il presupposto della “Barf” si basa sul fatto che ogni essere vivente sia dotato di un suo specifico sistema digestivo: il cane e il gatto, dunque, nascono carnivori e per questo necessitano di un’alimentazione composta da cibi animali crudi. Imparare questo approccio è importante per rafforzare il sistema immunitario e le funzionalità digestive e intestinali del proprio pet. Per scoprire tutte le ricette vi basterà dotarvi del manuale “La Dieta Barf per Gatti” (o per cani) scritto da Swanie Simon per Macro Edizioni. Il volume è disponibile anche sul nostro sito (www.iperal.it), nella sezione LibrOnline, al costo scontato del 15% di 10,97 euro. 127 pagine ricche di consigli e illustrazioni che vi aiuteranno a fare esperienza con il metodo in modo facile e veloce. Libr Online Utilizzare Iperal LibrOnline è facilissimo, oltre che conveniente: su tutti i prezzi di copertina è infatti applicato lo sconto del 15%. Consulta su www.iperal.it la nostra libreria virtuale. Troverai 140.000 titoli, comprese le ultimissime novità. 60 RivistAmica Lo sapevate che… curiosità, storie e leggende dal territorio Proverbio del mese Editore e proprietario IPERAL S.P.A. Sede legale: Via Manzoni,41 20121 Milano Direttore responsabile Giorgio Gaspari Marketing e coordinamento: Alessandro Pizzen Testi, grafica e impaginazione a cura di Imaginor s.r.l. Febbraio è il mese degli innamorati, per via di San Valentino: ricordiamolo con qualche ironico proverbio brianzolo! “Cent’an de murùs, gnanca un dé de spus”: Sono meglio cento anni da fidanzati che un un solo giorno da sposati. “I spus e la fritàda, se fan con una fiamàda”: Sia gli sposi che la frittata si fanno con una fiammata. A Lecco i “materiali della memoria” Fino al 28 marzo 2016 in mostra nel museo storico di Lecco le collezioni della prima guerra mondiale. Oltre ad armi, mappe e altri reperti bellici, saranno esposti documenti, opuscoli, manifesti, locandine e fotografie. Aperto da mercoledì a domenica; Torre Viscontea, Piazza XX settembre, 3. www.museilecco.org; www.comune.lecco.it Fotografie Iperal, Giuseppe Godi, ©Stockfood/La Camera Chiara, Fotolia, Wikipedia, Marco Bucci, Premax Caleidograf s.r.l. via Martiri della Liberazione 23875 Osnago (LC) Reg. Trib. Sondrio N. 404/2013 del 15/10/2013 Una copia omaggio per i possessori di CartAmica. Distribuito presso i punti vendita del gruppo Iperal. Anno 3 - numero 1 Chiuso in redazione il 22/12/15. © IPERAL S.P.A. - Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale di testi e foto. Tutte le informazioni contenute nel presente numero sono aggiornate alla data di chiusura e potrebbero subire variazioni per cause non dipendenti dalla volontà della redazione. Le immagini riportate sono a scopo illustrativo. Le ricette sono proposte e redatte secondo scienza e coscienza. Non possiamo assumere responsabilità per la riuscita dei piatti. www.iperal.it 66 Nuove isole ecologiche Tirano, il 31 gennaio la festa “Tira li toli” in Valcamonica Un territorio virtuoso in fatto di differenziazione dei rifiuti, che si è arricchito di quattro nuovi punti di raccolta: uno a servizio di Ponte di Legno, Temù e Vione, un altro a Paisco, il terzo a Valsaviore, nella zona industriale di Berzo Demo e l’ultimo a Cividate, con l’area ambientale a disposizione del paese e di Malegno. Per le vostre segnalazioni, curiosità e suggerimenti contattateci a: [email protected] RivistAmica C/O Gruppo Iperal Via La Rosa, 354 Piantedo (SO) Lunghe file di latte e barattoli (“li toli” in dialetto) per fare un gran fracasso e svegliare l’orso in letargo nella sua tana da mesi. Appuntamento con la tradizione a Tirano il 31 gennaio, per trascinare tutti insieme “li toli” lungo le vie del paese esultando e salutando la fine del periodo più freddo dell’inverno. nuova operazione 2016 centinaia di prodotti che danno ScontiAmica. Dal 4 febbraio 2016 cerca ! Per ogni acquisto fatto con CartAmica, su centinaia di prodotti accumuli denaro che puoi scontare quando vuoi, a partire dalla spesa successiva. Controlla subito il tuo saldo sullo scontrino. con iperal la spesa conveniente ti dà di piú!