Convegno: “ La scuola di Piero: Tutti diversi, tutti uguali”
Rivoli, 7 settembre 2010
“ L’integrazione scolastica”
Fabrizia Monfrino – Gruppo Integrazione - USP di Torino
L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON
DISABILITA’
I PARTE: IL NUOVO SCENARIO. IL CONTESTO COME RISORSA
1. I principi costituzionali e la legislazione italiana in materia di alunni con
disabilità
II PARTE: L’ORGANIZZAZIONE
III PARTE: LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA
1. Il ruolo del dirigente scolastico
2. La corresponsabilità educativa e formativa dei docenti
3. Il personale ATA e l’assistenza di base
4. La collaborazione con le famiglie
5. Alleanze con il territorio
Brevi note storiche circa le norme
per l’inclusione scolastica
Legge 118/71 e Legge 517/77
La legge 118/71, art. 28, disponeva che l’istruzione dell’obbligo dovesse avvenire nelle
classi normali della scuola pubblica. Ma fu presto evidente che l’inserimento costituiva solo
una parziale applicazione del principio costituzionale di eguaglianza, che era esercitato
dagli alunni in questione solo nel suo aspetto formale … attraverso l’istituzione
dell’insegnante specializzato per il sostegno e di piani educativi adeguati alla crescita e allo
sviluppo dell’alunno con disabilità. E’ questo essenzialmente il contenuto della Legge
517/77, che a differenza della L. 118/71, limitata all’affermazione del principio
dell’inserimento, stabilisce con chiarezza presupposti e condizioni, strumenti e finalità per
l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, da attuarsi mediante la presa in carico
del progetto di integrazione da parte dell’intero Consiglio di Classe e attraverso
l’introduzione dell’insegnante specializzato per le attività di sostegno.
La Corte Costituzionale con la Sentenza n. 215/87, oggetto della C.M. n°262/88
Può considerarsi la Magna Carta dell’integrazione scolastica perché sancisce per tutti gli
alunni con qualsiasi tipo di disabilità il diritto alla frequenza nelle scuole di ogni ordine e
grado
Brevi note storiche circa le norme
per l’inclusione scolastica
La LEGGE 5 febbraio 1992, n. 104 "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione
sociale e i diritti delle persone handicappate" ha previsto agli artt. 12 e 13 il diritto
all'educazione ed istruzione per ali alunni in situazione di handicap.
Con D.P.R. 24 febbraio 1994 "Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle
Unità Sanitarie Locali in materia di alunni portatori di handicap" sono stati delineati i compiti
propri delle Aziende U.S.L. in attuazione degli artt. 12 e 13 della legge 104/92. In
particolare, le Aziende U.S.L. devono assicurare l'intervento medico e clinico-psicologico
per gli alunni in situazione di handicap da articolarsi attraverso la compilazione di una
diagnosi funzionale, di un profilo dinamico-funzionale e di un piano educativo
individualizzato, per quanto di competenza (art. 1 del D.P R. 24 febbraio 1994).
LEGGE 8 novembre 2000, n.328 “ Legge-quadro per la realizzazione del sistema
integrato di interventi e servizi sociali”. Ha previsto all’art.14 la realizzazione di un progetto
individuale per la piena integrazione delle persone disabili...
Brevi note storiche circa le norme
per l’inclusione scolastica
Con la Legge n. 18 del 3 marzo 2009, il Parlamento italiano ha ratificato la
Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità .
Tale ratifica vincola l’Italia, qualora l’ordinamento interno avesse livelli di tutela dei diritti
delle persone con disabilità inferiori a quelli indicati dalla Convenzione medesima, a
emanare norme ispirate ai principi ivi espressi.
Convenzione ONU
13 dicembre 2006
NOVITA’
Il contesto è una risorsa potenziale che, qualora sia ricca di opportunità, consente di raggiungere
livelli di realizzazione e autonomia delle persone con disabilità che, in condizioni contestuali
meno favorite, sono invece difficilmente raggiungibili.
Preambolo, punto e “la disabilità è un concetto in evoluzione, è il risultato dell’interazione tra
persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro
piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri”.
Art.3 I principi della Convenzione sono: la non discriminazione; il rispetto per la dignità
intrinseca, l’autonomia individuale compresa la libertà di compiere le proprie scelte; la piena
ed effettiva partecipazione e inclusione nella società; il rispetto per la differenza e
l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità
stessa;la parità di opportunità; l’accessibilità,…
Art. 24 Educazione: gli Stati Parti riconoscono il diritto all’istruzione delle persone con disabilità.
Allo scopo di realizzare tale diritto, gli Stati Parti garantiscono un sistema di istruzione
inclusivo a tutti i livelli e un apprendimento continuo lungo tutto l’arco della vita
La Convenzione fa proprio il modello dell’ICF, Classificazione Internazionale del Funzionamento,
della Disabilità e della Salute. E’ un modello di approccio bio-psico-sociale, multidimensionale
e interattivo.
Una pietra miliare:la Circolare del Presidente della
Giunta Regionale - 10 aprile 1995, n. 11/SAP
1.
Uniformità di procedure e di interventi in tutto il territorio regionale (Specifica
modulistica e procedure)
2.
Riferimento ad un sistema di classificazione diagnostica scientificamente
riconosciuto” (ICD 10 dell’OMS)
3.
Integrazione tra Enti locali, servizi sanitari, socio-assistenziali, scuola,
formazione professionale, famiglia, privato sociale ….attraverso gli accordi di
programma
4.
Coinvolgimento della famiglia
5.
Intervento multidisciplinare (Ogni A.S.L. provvederà a formalizzare le unità
multidisciplinari, organizzandole in modo flessibile per garantire la maggior
aderenza possibile alle diverse situazioni - patologia, di territorio e a
personalizzazione della diagnosi funzionale
6.
Coinvolgimento pediatra/medico di base dell'alunno.. all'interno dell'unità
multidisciplinare
7.
Introduzione Diagnosi Funzionale, deriva dall'acquisizione di elementi clinici,
psicologici e sociali ed è la sintesi delIe capacità e potenzialità e si configura
strumento flessibile che permette di cogliere i cambiamenti.
Legge Regionale 28 del 28 dicembre 2007
Norme sull’istruzione, il diritto allo studio
Art 15: intergazione scolastica alunni disabili o con esigenze educative
speciali (che hanno qualche difficoltà nel loro percorso educativoapprenditivo…a motivo di qualche difficoltà nel loro human functioning)
•
Comma 1: La Regione per garantire il diritto all’educazione,
all’istruzione e formazione degli allievi disabili certificati o con necessità
educative speciali…formula specifici indirizzi per la realizzazione di un
programma coordinato delle attività scolastiche con quelle sanitarie e
socio-assistenziali.
•
Comma 4b: le ASL provvedono alla certificazione, partecipano alla
definizione del PEI ed effettuano le verifiche necessarie per il suo
aggiornamento…
Legge Regionale 28 del 28 dicembre 2007
Norme sull’istruzione, il diritto allo studio
Alla nota 16 della Legge si recita che
Il progetto individualizzato è lo strumento per rendere possibile la piena
inclusione scolastica e sociale
dell’alunno con disabilità o con
esigenze educative speciali ed è redatto a partire dal profilo individuale
di funzionamento redatto secondo il modello bio-psico-sociale ICF.
In questo nuovo scenario l’ICF si configura come elemento centrale per
l’individuazione condivisa del progetto di vita in quanto si orienta verso il
rafforzamento (empowerment) della consapevolezza delle potenzialità
dell’alunno, consentendo una migliore e più attiva partecipazione sua e
della sua famiglia nel dialogo con le istituzioni, che sta alla base
dell’integrazione.
Intesa tra il Governo, le Regioni,
20 marzo 2008
 Art.1 “ I soggetti ( Istituzioni e servizi ) di cui alla
presente intesa, tra di loro opportunamente coordinati…
attraverso accordi di programma… accolgono e
accompagnano le persone con disabilità e la sua famiglia
con una presa in carico attiva che garantisca loro
partecipazione e capacità di consapevole decisione,
assicurando il coordinamento e l’integrazione di tutti i
servizi territoriali “
L’individuazione delle Esigenze
Educative Speciali (EES)
La Giunta Regionale con le D.G.R. 18-10723 del 9.2.2009 e 13-10889 del 2.3.2009 ha
approvato le modalità di prima individuazione degli studenti con Esigenze Educative
Speciali (EES), che necessitano di specifica programmazione educativa in quanto
presentano una o più delle seguenti problematiche:
Sindromi e disturbi da alterato sviluppo psicologico (codici da F80 a F89, escluso F84)
Disturbo evolutivo specifico dell’eloquio e del linguaggio (F 80)
Disturbo evolutivo specifico delle abilità scolastiche (Comprende Dislessia) (F 81)
Disturbo evolutivo specifico delle abilità motorie (F 82)
Disturbi evolutivi specifici misti (F 83)
Altre sindromi e disturbi da alterato sviluppo psicologico (F 88)
Sindromi e disturbi non specificati da alterato sviluppo psicologico (F 89)
Sindromi ipercinetiche (comprende ADHD)
Disturbo dell’attività e dell’attenzione F 90.0
Disturbo ipercinetico della condotta F 90.1
Sindrome ipercinetiche di altro tipo F 90.8
Sindrome ipercinetica non specificata F 90.9
Deficit Cognitivo (Livello intellettivo con QI compreso indicativamente tra i valori 70 ed 84.
L’attestazione di studente con EES è fatta dai Servizi di Neuropsichiatria Infantile o da
struttura specialistica del SSN
ICF :Classificazione Internazionale del
Funzionamento
Dalla prospettiva sanitaria alla prospettiva bio-psico-sociale
Nel 2001, l’Assemblea Mondiale della Sanità dell’OMS ha approvato la nuova Classificazione
Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (International Classification
of Functioning – ICF), raccomandandone l’uso negli Stati parti.
Fondamentale, dunque, la capacità di tale classificatore di descrivere tanto le capacità possedute
quanto le performance possibili intervenendo sui fattori contestuali.
Nella prospettiva dell’ICF, la partecipazione alle attività sociali di una persona con disabilità è
determinata dall’interazione della sua condizione di salute (a livello di strutture e di funzioni
corporee) con le condizioni ambientali, culturali, sociali e personali (definite fattori
contestuali) in cui essa vive. Il modello introdotto dall’ICF, bio-psico-sociale, prende dunque
in considerazione i molteplici aspetti della persona, correlando la condizione di salute e il suo
contesto, pervenendo così ad una definizione di “disabilità” come ad “una condizione di
salute in un ambiente sfavorevole”
Nel modello citato assume valore prioritario il contesto, i cui molteplici elementi possono essere
qualificati come “barriera”, qualora ostacolino l’attività e la partecipazione della persona, o
“facilitatori”, nel caso in cui, invece, favoriscano tali attività e partecipazione.
L’avvio della sperimentazione dell’ICF
nell’individuazione alunni con disabilità
A Trieste nel 2002 è stata presentata l’ICF
Nel 2005 in Piemonte l’Assessorato alle Politiche Sociali avvia una
formazione di circa 300 operatori
Emerge l’esigenza di identificare delle modalità per meglio definire l’alunno
disabile, dal disabile in situazione di gravità e da chi ha delle necessità
specifiche senza essere in una situazione di disabilità, al fine di
rispondere ad ognuno secondo le rispettive necessità
Nel 2007 si avvia al sperimentazione dell’ICF in 7 ASL del Piemonte nelle
nuove individuazioni
DGR 34 – 13176 DEL 01/02/2010
(la nuova 11 –SAP)
Linee di indirizzo integrate per ASL, Enti gestori delle funzioni socioassistenziali, Istituzioni scolastiche ed Enti di formazione professionale
circa il diritto all'educazione, istruzione e formazione professionale degli
alunni con disabilita' o con Esigenze Educative Speciali.
.......nonché le Linee Guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità,
emanate dal MIUR in data 4 agosto 2009, consentono di definire un nuovo
percorso di integrazione scolastica che ha come elementi chiave sia la necessità
di individuare gli alunni con disabilità attraverso un accertamento collegiale, sia la
predisposizione di un profilo di funzionamento (d’ora in poi denominato profilo)
con relativo progetto multidisciplinare che ricomprende sia la diagnosi funzionale
che il profilo dinamico funzionale da parte di un’unità multidisciplinare con la
presenza ed il coinvolgimento di tutti gli attori del percorso di integrazione. In tal
senso l’utilizzo dello strumento ICF garantisce la costruzione del profilo di
funzionamento e una modalità di condivisione della responsabilità del processo di
integrazione.
La nuova metodologia sostituirà gradualmente la 11SAP:dall’anno scolastico
2011-2012 nei territori delle ASL sperimentali per le nuove situazioni e dall’anno
scolastico 2012-2013 nei restanti territori.
Circ. Reg. n. 326 del 30 ottobre 2009
L’Assessorato alla Sanità , inoltre, conseguentemente ad uno studio relativo al
percorso clinico nell’ambito dei disturbi dell’apprendimento, ha prodotto un
documento di raccomandazione distribuito a tutte le ASL con nota prot. 26928 del
13.7.2009 che ha come obiettivo l’applicazione della raccomandazione su tutto il
territorio regionale per garantire l’equità di accesso e trattamento della
popolazione interessata.
I lavori del tavolo hanno evidenziato l’esigenza di affiancare al piano
personalizzato, una scheda tecnica su cui registrare sinteticamente il percorso
specifico predisposto per ogni alunno con DSA. La scheda tecnica, allegata alla
presente circolare, va compilata a cura del Consiglio di Classe e conservata
come documentazione curricolare dell’alunno.
Si precisa al riguardo che, a richiesta della famiglia, copia della scheda dovrà
essere consegnata ai genitori per essere utilizzata come documentazione,
insieme alla diagnosi, per poter accedere al beneficio della maggiorazione dei
contributi per borse di studio e assegni di studio previsti dalla Legge Regionale
n. 28/2007-artt. 11 e 12.
;
II PARTE: L’ORGANIZZAZIONE
USR – USP
Si riferisce agli aspetti organizzativi e al ruolo degli Uffici Scolastici Regionali nonché ai
rapporti interistituzionali e “alle azioni di raccordo fra gli enti territoriali (Regione, USR,
province, comuni), i servizi (ASL, cooperative, comunità), le istituzioni scolastiche, per la
ricognizione delle esigenze e lo sviluppo della relativa offerta sul territorio”.
L’USR Piemonte prevede la costituzione annuale del GLIR (Gruppo di Lavoro
Interistituzionale Regionale)
L’USP costituisce annualmente il GLIP ( Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale).
Tra le competenze dell’USR rientrano: l’organizzazione di attività di formazione la
costituzione di reti territoriali (in Piemonte sono attualmente operativi diversi tavoli
interistituzionali, che prevedono la partecipazione di USP, reti di scuole, Associazioni,
Assessorati all’Istruzione, al Welfare e alla Salute) il potenziamento dei Centri di
Documentazione e dei Centri di Supporto Territoriale istituiti dal Progetto “Centri Nuove
Tecnologie e Disabilità” (CNTeD) per favorire la diffusione delle nuove tecnologie e il loro
corretto impiego.
III PARTE: LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA
1. Il ruolo del dirigente scolastico
Un ruolo di primo piano è rivestito dal DS, garante dell’offerta formativa, che, al fine di migliorare il
percorso di integrazione dei soggetti con disabilità, promuove:
✓corsi di aggiornamento e formazione,
✓progetti scolastici,
✓l’istituzione di GLH di Istituto
✓iniziative per il coinvolgimento dei genitori e del territorio
✓costituzione di reti di scuole
✓raccordo con altre scuole al fine di assicurare continuità nella presa in carico del soggetto (prevedendo
forme di consultazione obbligatorie fra gli insegnanti…e le figure di riferimento per l’integrazione delle
scuole coinvolte)
✓raccordo con enti, associazioni e servizi del territorio al fine di progettare e curare il percorso postscolastico
✓iniziative per individuare e rimuovere le barriere architettoniche e/o senso percettive.
III PARTE: LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA
•
2. La corresponsabilità educativa e formativa dei docenti
Gli insegnanti devono adottare strategie didattiche e materiali differenziati, per rispondere
alle diverse esigenze e bisogni degli alunni,
Il Collegio Docenti inserirà nel POF le prassi didattiche che si intendono attuare (gruppi di
livello eterogenei, apprendimento cooperativo, ecc).
I Consigli di Classe, cui compete il coordinamento delle attività didattiche, possono
lavorare su tre direzioni:
✓ il clima della classe (attenzione ai bisogni di tutti e di ognuno, valorizzazione delle
differenze, costruzione di relazioni socio-affettive positive)
✓ l’apprendimento-insegnamento (costruzione attiva della conoscenza, apprendimento
cooperativo, ecc)
✓ le strategie didattiche e gli strumenti (adozione di strategie e metodologie adeguate,
utilizzo di mediatori didattici, tecnologie informatiche, ecc.). E’ necessario che tutti docenti
acquisiscano una buona conoscenza delle tecnologie per l’integrazione scolastica, sia per
poter utilizzare i libri di testo in formato elettronico, sia per predisporre i documenti per lo
studio o per i compiti a casa in formato elettronico, (indispensabile per gli alunni che
utilizzano ausili e computer).
✓ costruire “buone prassi” e non solo “ buone azioni”
L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO
- Il docente di sostegno è assegnato alla classe (Testo Unico L. 297/94) e NON è
l’unica figura cui demandare il compito dell’integrazione. L’intera comunità
scolastica deve essere coinvolta nel processo, in una logica sistemica.
-Gli insegnanti di sostegno “partecipando a pieno titolo alle operazioni di
valutazione periodiche e finali degli alunni della classe con diritto di voto,
disporranno di registri recanti i nomi di tutti gli alunni della classe in cui sono
contitolari”. Si deve valutare la performance ( comportamenti nell’ambito degli
apprendimenti ), ma soprattutto il processo. La valutazione va rapportata al PEI
-L’insegnante di sostegno ha una funzione di coordinamento delle attività
connesse all’integrazione e collabora in sinergia con i colleghi affinché l’iter
formativo possa continuare anche in sua assenza.
III PARTE: LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA
3. Personale ATA e assistenza di base
Si rimanda alla nota MIUR Prot. 339 del 30 novembre 2001, dove vengono
indicate finalità dell’assistenza di base, competenze delle istituzioni scolastiche e
delle ASL.
Il DS assicurerà il diritto all’assistenza mediante ogni possibile forma di
organizzazione del lavoro (si rammenta l’art. 47 del CCNL 2006-2009
relativo al comparto Scuola – compiti del personale ATA).
III PARTE: LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA
4. Collaborazione con le famiglie
In grande rilievo viene posta la collaborazione con le famiglie, alle quali la scuola
fornirà supporto in relazione alle attività di educazione-formazione dell’alunno
disabile.
La famiglia, riferimento essenziale per gli insegnanti, ha il diritto-dovere di
partecipare alla formulazione del Profilo Dinamico Funzionale e del PEI, nonché
alle loro verifiche. Di particolare importanza è l’attività rivolta ad informare la famiglia sul
percorso educativo che consente all’alunno con disabilità l’acquisizione dell’attestato di
frequenza piuttosto che del diploma di scuola secondaria superiore.
La famiglia deve essere coinvolta sin dall’inizio dell’inserimento scolastico, cioè
dalla Scuola dell’Infanzia, nella costruzione del Progetto di vita.
III PARTE: LA DIMENSIONE INCLUSIVA DELLA SCUOLA
5. Alleanze con il territorio
Per favorire l’inclusione occorre coinvolgere tutto il sistema scolastico attraverso
una pluralità di interventi: con la famiglia e il territorio.
Infatti solo con un lavoro di rete coordinato con le realtà e le Istituzioni locali si
può offrire un collegamento tra il mondo della scuola e gli altri mondi: lavoro,
tempo libero, sport…
I ruoli vanno costruiti con una paziente opera di mediazione tra le parti
coinvolte: il Progetto di vita è un’impresa collettiva che si realizza attraverso la
creazione di efficaci sinergie tra le risorse istituzionali e sociali presenti sul
territorio.
Occorre ottimizzare i raccordi tra i diversi Enti ( Locali e Associazioni ),
nell’ottica di perseguire una più chiara ridefinizione e una più precisa assunzione
delle responsabilità e delle competenze.
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L`integrazione scolastica