La valutazione di equità nel piano di prevenzione locale Romana Bacchi (Ausl di Forlì) 8 maggio 2013 1 Il contesto AUSL FORLI’ Piano di rientro (Del.n.180 del 15/11/ 2010) “…. riportare, nel corso di un quadriennio, la situazione economico-finanziaria della AUSL ad una condizione di equilibrio, ricercare modalità attraverso le quali garantire la piena tutela del diritto alla salute e al benessere sociale in condizioni di sostenibilità ..” “tendere a ripristinare condizioni di piena equità ed oggettività delle relazioni, anche rispetto al livello di qualificazione della risposta offerta” Principi e valori di riferimento: Valorizzazione competenze professionali e organizzative Innovazione Ascolto dei cittadini, dei professionisti, delle comunità Non realizzare interventi che gravino immotivamente e ulteriormente sulle famiglie, contribuendo al loro impoverimento. 2 Il contesto Piano Attuativo Locale 2012-2014 Costruire insieme un futuro di salute per il comprensorio forlivese (approvato 22 dicembre 2011) Scelte strategiche : Migliorare la presa in carico territoriale (FOCUS su La Sanità pubblica come sanità pubblica sociale e territoriale) Migliorare l’integrazione Ospedale-Territorio, La valorizzazione delle risorse 3 La sanità pubblica come sanità pubblica sociale e territoriale “la sanità pubblica dovrà essere declinata come sanità pubblica sociale e territoriale in grado di affiancare e supportare l’assistenza primaria come affermato dall’OMS nel Rapporto sulla salute globale 2008 “ Primary Health care : now more than ever” Programmare risposte appropriate di prevenzione nell’accezione di diritto/opportunità per la persona e per la comunità, consapevoli che sanità e salute non sono sovrapponibili e che le scelte di governo, ai diversi livelli, attinenti all’istruzione, all’ambiente, al contesto, alle povertà e alle situazioni di deprivazione sociale, hanno un rilevante impatto sullo stato di salute della popolazione, oggi significa: da un lato promuovere un processo globale in grado di modificare, in senso favorevole alla salute, gli ambienti e le condizioni di vita, e di incidere positivamente sugli atteggiamenti e i comportamenti delle persone che li frequentano; dall’altro sviluppare una funzione sanitaria costituita da competenze professionali in grado di governare professionalmente processi specialistici di programmazione e gestione di attività di prevenzione. specializzare l’approccio preventivo garantendo professionale ed organizzativa dell’intervento l’appropriatezza 4 Obiettivi Piano di rientro e PAL Equità da coniugarsi con sostenibilità ed appropriatezza Equità da promuovere come processo inclusivo 5 Percorso Equità Nomina Referente equità (con determina 2011) Nomina Gruppo aziendale pilota: Direttore Dipartimento Sanità Pubblica, Direttore Direzione medica presidio ospedaliero, Direttore di Distretto, Dirigente Responsabile della Direzione Infermieristica e Tecnica, Coordinatore Sportello della Prevenzione. Avvio lavori 2011: Utilizzo della scheda di autovalutazione aziendale per l’analisi di strumenti di programmazione, della modalità di erogazione e delle attività di formazione 6 7 Percorso piano della prevenzione locale Fasi Obiettivi Ruoli Stato di avanzamento Avvio Costituzione gruppo di regia professionale aziendale (DSP, Territorio, Ospedale) Collegio di direzione Nominativi: Dr.ssa R.Bacchi, Dr.L.Boattini, Dr.F.Falcini, Dr.C.Fini, Dr.ssa S.Mambelli, Dr.G.Pestelli, Dr.C.Ravani Dr.E.Valletta effettuati gli incontri il 14 e il 21 luglio 2011 Ricognizione materiali Mappatura progetti Verifica esistente e rielaborazione per lista di target-azioni DSP Completata Selezione progetti ed individuazione responsabili Costituzione assetto responsabilità (46 progetti) Direzione generale Collegio di Direzione del 3 Ottobre 2011 Formazione dei responsabili Definire gli strumenti per la redazione dei progetti (EBP, equità,valutazione, ecc.. DSP I° seminario il 20 ottobre 2011 II°seminario il 1 dicembre 2011 8 Percorso piano della prevenzione locale Fasi Obiettivi Ruoli Stato di avanzamento Predisposizione bozza Stesura piano (allineamento a PAL e a BEP)con tempi ed indicatori di realizzazione Responsabili di progetto Entro novembre 2011 Conclusione progettazione Approvazione piano AUSL Direzione generale Fine 2011-approvato il percorso in collegio di direzione Realizzazione piano 2012 Monitoraggio DSP e Responsabili di area convegno 10 maggio 2012 monitoraggio semestrale 2012 con approvazione in collegio di direzione Realizzazione piano 2013 Monitoraggio DSP e Responsabili di area Entro 1°semestre rendicontazione 2012 per singoli progetti -convegno effettuato il 7 marzo 2013 Approvazione primi risultati in collegio di direzione DSP e Responsabili di area Completamento progetti e raccolta risultati ed evidenze entro primo trimestre 2014 9 AREE TEMATICHE 1. I programmi di screening 2. I programmi di prevenzione e controllo delle malattie trasmissibili 3. La relazione tra ambiente e salute 4. Salute in ambiente di vita e di lavoro 5. I programmi per la prevenzione delle malattie croniche 6. Prevenzione del disagio negli adolescenti e giovani, promozione stili di vita 7. I programmi per promuovere stili di vita favorevoli alla salute 8. Sorveglianza e prevenzione della fragilità nell’anziano 10 PRP ed EQUITA’ CASUALITA’? ESERCIZIO D’AULA? O OBIETTIVO SFIDANTE Contingenze: coincidenza nei tempi di realizzazione ( redazione PRP locale fine 2011 e conclusione primi esiti percorso equità ) e nei professionisti che conducevano i percorsi (medesimo gruppo) Contesto: richiesta di razionalizzazione nell’organizzazione dei servizi di prevenzione e forte accento sulla dimensione economica Contenuti: evidenze tratte dalla scheda autovalutazione su PRP 2005-2009 ( stereotipi e standard- normalizzazione) 11 PRP ed EQUITA’ “Tentativo di applicazione di alcuni strumenti del percorso equità in grado di supportare la dimensione dell’appropriatezza nella fase molto critica di riordino e/o di razionalizzazione dei servizi. Strumenti (lenti) per i professionisti a presidio della sostenibilità del sistema e a contrasto del razionamento “ 12 Percorso PRP/EQUITA’ Formazione referenti ( 50) Gruppi di lavoro (formazione sul campo) Messa a disposizione su intranet aziendale di strumenti ( schede) e materiali sia sul piano di prevenzione e lavoro dei gruppi regionali, sia sui materiali dei laboratori equità Monitoraggio semestrale in capo ai responsabili di area tematica (8) con validazione dello stato di avanzamento in collegio di direzione Monitoraggio obiettivi e commento scheda equità (rapid impact check list (EQIA) applicata sinteticamente su 30 progetti dei 46 13 Diffusione dei materiali/documenti • gli strumenti di lavoro sono disponibili nella intranet nella sezione del Dipartimento di Sanità Pubblica NOMINA DI UN REFERENTE PER LA REDAZIONE DEI MATERIALI Altri strumenti di supporto • Documenti programmatici • Materiali percorso Aziendale • Materiali di supporto (Laboratori Equità) IMPLENTAZIONE CON I MATERIALI DEI GRUPPI TEMATICI 14 Strumenti di lavoro 15 Utilizzo della rapid impact check list (EQIA) su tutte le azioni previste dal piano aziendale della prevenzione + revisione delle stesse alla luce delle evidenze emerse 16 17 Area Tematica 3 I programmi di prevenzione e controllo delle malattie trasmissibili Miglioramento dei sistemi informativi delle malattie infettive e delle vaccinazioni I programmi di vaccinazione Controllo delle malattie socialmente rilevanti (TBC,HIV,MST) Sorveglianza e controllo delle malattie trasmesse da vettori Le infezioni correlate all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria e la prevenzione dell’antibioticoresistenza AS R.Farneti (RER) Dr.ssa A.Baldoni Dr.C.Cancellieri Dr.ssa E.Fiumana Dr. R.Bandini(RER) Dr.ssa S.Bianchi 18 PRP-PIANO OPERATIVO TRIENNALE 2011-2012-2013 Titolo Progetto: Miglioramento dei sistemi informativi delle malattie infettive e vaccinazioni Responsabile di progetto: As Roberta Farneti Componenti gruppo di lavoro: R.Farneti, personale infermieristico UOIP, medico responsabile sorveglianza malattie infettive, P.Scarpellini, R.Bartolini (SITIC), M.Schiavi (Log80) Contesto di riferimento L’AUSL di Forlì è allineata al sistema di segnalazione rapida delle malattie infettive e alle indicazioni contenute nei piani di sorveglianza specifica delle nuove emergenze infettive (Chikungunya, Dengue, WND, morbillo, MIB). L’IP verifica la corretta applicazione delle modalità e il rispetto dei tempi di notifica e implementa il sistema alla luce delle nuove indicazioni emanate dalla regione che nel 2012 ha sviluppato un nuovo sistema informatizzato di segnalazione delle malattie infettive integrato con i flussi di sorveglianza specifici per alcune malattie trasmissibili rilevanti (SMI). Il sistema informativo delle vaccinazioni invece utilizza software diversi per l’Igiene Pubblica e la Ped. di Comunità per la registrazione degli eventi nell’anagrafe vaccinale. I due programmi presentano un vario grado di sviluppo delle varie funzioni correlate all’attività vaccinale e dovranno essere messi in grado di relazionarsi. Dal 2013 è stato avviato in Regione un progetto di sorveglianza delle reazioni avverse a vaccino che prevede la compilazione online della scheda di segnalazione da parte dei soggetti vaccinatori e un flusso diretto verso il referente aziendale della farmacovigilanza. Obiettivi specifici 1. Migliorare il sistema informativo delle malattie infettive dal punto di vista qualitativo (attraverso l’integrazione con altri flussi) 2. Unificare il sistema di informatizzazione delle vaccinazioni in dotazione all’IP e alla Ped. di Comunità e sviluppare le funzioni richieste dal livello regionale (es. reportistica sulle reazioni avverse a vaccino nell’adulto) 3. Implementare il sistema informativo in tema di malattie infettive e vaccinazioni con gli aggiornamenti e le indicazioni della RER 19 PRP-PIANO OPERATIVO TRIENNALE 2011-2012-2013 Titolo Progetto: Miglioramento dei sistemi informativi delle malattie infettive e vaccinazioni Responsabile di progetto: As Roberta Farneti Componenti gruppo di lavoro: R.Farneti, personale infermieristico UOIP, medico responsabile sorveglianza malattie infettive, P.Scarpellini, R.Bartolini (SITIC), M.Schiavi (Log80) Azioni Miglioramento della qualità dei dati raccolti tramite tempestive indagini epidemiologiche, nelle sorveglianze speciali. Attivazione del mediatore culturale, in caso di cittadini stranieri, per tutte le inchieste. Implementazione dell’anagrafe vaccinale informatizzata mediante caricamento delle schede e degli eventi vaccinali nelle sedi periferiche Adeguamento del “parco” hardware e software per l’utilizzo del nuovo sistema informativo delle malattie infettive web based e dell’anagrafe vaccinale regionale. Produzione di reportistica Azioni 2012: Avvio dello SMI Azioni 2013: Avvio del sistema online di sorveglianza delle reazioni avverse a vaccino Destinatari Operatori sanitari responsabili delle notifiche malattie infettive e dei relativi flussi informativi; soggetti vaccinatori Sistema di Alleanze Referenti per le vaccinazioni dei Servizi vaccinali, referenti locali SITIC e Cup 2000; referenti Lab. AVR; referente farmacovigilanza aziendale; mediatori culturali Strumenti di Diffusione web Sistema di monitoraggio Allineamento progressivo dei due sistemi informativi (malattie infettive e vaccinazioni) aziendali agli step di sviluppo del nuovo sistema informativo delle malattie infettive e dell’anagrafe vaccinale informatizzata regionali N. schede vaccinali caricate nell’anagrafica informatizzata/anno N. schede sorveglianza MI correttamente compilate 20 N. schede di reazione avversa a vaccino inviate Rendiconto attività 2012 E’ stato avviato il percorso di introduzione al nuovo sistema informativo regionale delle malattie infettive (SMI), individuato dal Piano regionale della prevenzione, che nel corso del 2012 ha previsto vari step: individuazione dei due referenti aziendali (un medico e un’AS del DSP afferenti all’Igiene Pubblica) che hanno il compito di collaborare alle fasi di test insieme al gruppo regionale che segue il progetto e di essere formatori, facilitatori e referenti della completezza e qualità dei dati inseriti nel sistema a livello aziendale; percorso di formazione per i due referenti aziendali; ricaduta informativa sul SMI e addestramento sul suo utilizzo per tutto il personale infermieristico dell’Igiene Pubblica interessato alla notifica delle malattie infettive e ai rispettivi flussi di sorveglianza e per il personale sanitario della Direzione del PO individuato; avvio della fase di sperimentazione del nuovo programma di inserimento delle notifiche di malattia infettiva e messa a regime del sistema a partire dal 1 luglio, nei tempi e nei modi richiesti dalla Regione. E’ stato assicurato l’allineamento alle nuove indicazione RER sulla tempistica d’inserimento delle notifiche nel sistema ( entro le 12 ore) con relative indagini epidemiologiche, quando previste, avvalendosi della collaborazione dell’UO Malattie Infettive, Lab Analisi e CRREM per la raccolta tempestiva delle informazioni per le alert che hanno riguardato: 13 casi sospetti di WND, CHIK, DENGUE; 3 casi di Toscana Virus; 6 casi di MIB. E’ stata garantita l’attivazione del mediatore culturale in 1 caso di focolai TB e 2 casi di HbsAg che hanno coinvolto stranieri. 21 Rendicontazione 2012-Equità Il Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2012-2014 ha l’OBT di omogenizzare in Italia le strategie vaccinali per superare le disuguaglianze nella prevenzione delle malattie controllate dalle vaccinazioni e nell’accesso ai servizi da parte di tutti i cittadini Di fatto l’offerta vaccinale risente del fattore età: buona adesione alle vaccinazioni obbligatorie/raccomandate per i minori, adesione variabile ma sempre al di sotto dell’atteso per la popolazione adulta che appartiene a gruppi a rischio per patologie o per motivi professionali Questo gap aumenta in presenza di barriere linguistiche Le modalità organizzative e gli strumenti disponibili presso i Servizi vaccinali per minori (presenza di mediatore culturale, materiale informativo tradotto in più lingue) consentono di superare barriere all’accesso alle prestazioni vaccinali che si possono determinare Per i gruppi di adulti a rischio, difficili da raggiungere per caratteristiche legate all’etnia, a stili di vita o a condizioni di ….emarginazione occorre individuare strategie comunicative e alleanze con associazioni, volontariato, mediatori culturali, operatori sociali Attenzione all’equità distributiva ( chiusure sedi periferiche) occorre procedere velocemente con modalità di offerta attiva adeguata per le piccole aree montane ( MMG) 22 Rendicontazione 2012-equità Coperture % calcolate al 21/12/2012 nei confronti della vaccinazione T e Td della popolazione 32-100 anni residente nei Comuni dell’AUSL di Forlì (10/15 in quanto per 5 Comuni non è stato ancora completato il caricamento delle schede vaccinali nel programma informatizzato) Età Forlì Premilc uore Tredozio Dovadola Castroca ro Portic o Rocca S.C. S.Sofia Civitella Galeata 32 -51 anni (1980-1961) 94,1 83,4 89,3 92,7 81,7 78,5 91,2 85,8 85,4 88,7 52 -71 anni (1960-1941) 73,4 77 80,4 71,5 68,6 62,3 76,4 79 79,8 79,7 72-100 anni (1940-1912) 54,7 75,1 74,2 59,2 49,7 34,9 60 64,8 69,7 56,6 23 CONTROLLO DELLE MALATTIE TRASMISSIBILI SOCIALMENTE RILEVANTI (TB, HIV; mal.sessualmente trasmesse, …) Rendicontazione 2012 Il Piano Regionale Prevenzione non contiene elementi per differenziare le strategie di sorveglianza e controllo delle malattie infettive in presenza di soggetti o gruppi di persone che si trovano in condizioni di fragilità sociale Di fatto anche in questo ambito della prevenzione, per vari motivi, si possono determinare barriere all’accesso ai percorsi sanitari di presa in carico dei soggetti a rischio o dei malati che appartengono alle fasce più deboli della popolazione Bisogna trovare alleanze per essere più capaci a intervenire 24 Area Tematica 5 Lavoro e salute Miglioramento della salute e sicurezza nel comparto agricoltura e silvicoltura TP P.Plachesi (RER) Tutela della salute e prevenzione degli infortuni nel comparto delle costruzioni TP M.Casadio (RER) Prevenzione degli infortuni derivanti dalle attrezzature di lavoro e dagli impianti soggetti a verifica periodica Ing. L.Valentini (RER) Monitoraggio e contenimento del rischio cancerogeno di origine professionale Prevenzione delle patologie muscolo-scheletriche correlate al lavoro Formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro Dr.L.Veneri (RER) Dr.L.Veneri (RER) Dr.ssa M.Mazzavillani (RER) Dr. L.Veneri La vigilanza e il controllo sui rischi presenti in ambienti di vita e di lavoro Costruzione nei DSP di un Sistema Informativo sui luoghi di vita e di lavoro Ing. A.Albonetti (RER) La relazione tra ambiente costruito e salute Interventi per la sicurezza stradale nei bambini e negli utenti deboli Interventi per la sicurezza domestica dei bambini e degli anziani As P.Scarpellini (RER) Dr.ssa M.Mazzavillani (RER) 25 PRP-PIANO OPERATIVO TRIENNALE 2011-2012-2013 Titolo Progetto: Tutela della salute e prevenzione degli infortuni nel comparto delle costruzioni Responsabile di progetto: M. Casadio Componenti gruppo di lavoro: A. Scarano; A. Monti; PP. Plachesi, UOIA Contesto di riferimento La Regione Emilia-Romagna ha predisposto un piano diretto alla tutela della salute e sicurezza del comparto dei lavoratori edili.Questo settore si caratterizza per un’elevata incidenza degli infortuni gravi e mortali.Gli interventi di prevenzione sono resi particolarmente complessi da alcune caratteristiche intrinseche del settore e dello specifico tessuto produttivo, caratterizzato da un’elevata frammentazione delle imprese.Inoltre la presenza contemporanea nello stesso cantiere di più imprese e di una catena sempre più spinta di sub appalti, rappresenta la maggior criticità riferita all’aspetto organizzativo.Scopo del progetto è contribuire al miglioramento della salute e sicurezza dei lavoratori di questo settore attraverso due specifiche linee di attività: - L’attività di vigilanza e la qualificazione degli operatori che la svolgono; - la partecipazione ad iniziative di promozione della salute e della sicurezza nel comparto edile. Obiettivi specifici Concorrere alla riduzione degli infortuni sul lavoro in edilizia attraverso azioni di vigilanza nei cantieri e attività di informazione, formazione e assistenza nei confronti dei soggetti della prevenzione. Azioni Per contribuire in modo efficace alla riduzione degli infortuni sul lavoro è necessario agire su più linee. Nell’ambito del Comitato di coordinamento, verranno attuate le necessarie azioni di coordinamento tra le Pubbliche amministrazioni competenti e le Parti sociali al fine di sviluppare programmi di prevenzione condivisi. Partecipazione alle iniziative di formazione per RLS e RLST organizzati dalle Parti sociali e loro strutture bilaterali. Verranno redatti e diffusi materiali informativi, anche in collaborazione con INAIL, Enti bilaterali, Scuole edili e saranno rivolti ai soggetti della prevenzione ed in particolare anche ai committenti Verranno effettuati sopralluoghi ispettivi da eseguire secondo gli indirizzi del piano nazionale edilizia e regionale. Verrà effettuata inoltre la vigilanza durante la settimana intensiva regionale, nel periodo che verrà comunicato. Verranno effettuati sopralluoghi ispettivi coordinati o congiunti con gli altri Enti titolari delle funzioni di controllo (Direzione regionale del lavoro, Inail-Ispesl, Inps, Vigili del Fuoco) e forze dell’ordine, programmati nelle sedi di coordinamento, in particolare Organismo provinciale – sezione permanente e ……. Presso la Prefettura. Verranno realizzati i protocolli d’intesa con Prefettura per alcune attività edili a maggior diffusione sul nostro territorio (lavori ANAS; Lavori pubblici) Verranno realizzati programmi di formazione e aggiornamento degli operatori addetti alla vigilanza in edilizia e saranno realizzati congiuntamente con le aziende di area vasta i relativi corsi. 26 PRP-PIANO OPERATIVO TRIENNALE 2011-2012-2013 Titolo Progetto: Tutela della salute e prevenzione degli infortuni nel comparto delle costruzioni Responsabile di progetto: M. Casadio Componenti gruppo di lavoro: A. Scarano; A. Monti; PP. Plachesi, UOIA Destinatari Datori di lavoro del comparto edile, soggetti della prevenzione (compresi i committenti di opere edili), lavoratori di imprese edili, studenti degli istituti tecnici e professionali. Sistema di Alleanze Collaborazione con Enti, associazioni di categoria, scuole edili. Protocolli di intesa realizzati mediante tavoli tecnici con la la partecipazione della Prefettura di Forlì-Cesena. Strumenti di Diffusione Verranno utilizzati per la diffusione dei materiali prodotti i seguenti mezzi di informazione: Affissione di poster nei luoghi strategici; Distribuzione depliant informativi per la committenza privata; Campagna di sensibilizzazione radio televisiva sulla sicurezza nei cantieri da realizzarsi attraverso passaggi di spot su emittenti locali; Sistema di monitoraggio Compilazione di scheda di monitoraggio da inviare al Gruppo Regionale Edilizia con i seguenti indicatori: Numero cantieri controllati / numero previsti. Numero cantieri controllati in vigilanza coordinata o congiunta / numero previsti. Percentuale di aziende che hanno eliminato le carenze riscontrate in sede d’ispezione rispetto alle aziende nelle quali sono state riscontrate carenze (atteso >90%). Formazione addetti alla vigilanza edile: n. corsi realizzati /n. corsi programmati. Evidenza dei materiali informativi prodotti (pieghevole informativo per committenti. 27 DISEGUAGLIANZE E SICUREZZA SUL LAVORO Programmazione 2012 - Equità Il Testo Unico sulla sicurezza del lavoro (D.Lgs 81/08) all’art. 28 obbliga i datori di lavoro a valutari tutti i rischi, compresi “…quelli connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri paesi e quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale…” Dunque si riconosce che questi fattori possono aumentare il rischio lavorativo; quindi se ne deve tener conto per aumentare, se è il caso, l’intensità delle misure di prevenzione e protezione in modo da garantire a tutti lo stesso grado di sicurezza. Le DIFFERENZE possono diventare DISEGUAGLIANZE quando: le norme non vengono rispettate = mancanza di legalità vengono applicate acriticamente = mancanza di cultura FATTORE IMPORTANTE A LIVELLO INDIVIDUALE E’ L’ETA’ (l’incidenza degli infortuni gravi aumenta con l’età); con le modifiche del sistema pensionistico aumenta l’eta’ media dei lavoratori 28 DISEGUAGLIANZE E SICUREZZA SUL LAVORO Programmazione 2012 - Equità FATTORI SOCIO- ECONOMICI IMMIGRATI: spesso vengono adibiti ai lavori più PERICOLOSI ; hanno spesso contratti a termine (questo rende più difficile e precaria la formazione e l’addestramento) hanno minore accesso all’ INFORMAZIONE E ALLA FORMAZIONE per difficoltà linguistiche e culturali FATTORI SCATENANTI LE DISUGUAGLIANZE CULTURA ORGANIZZATIVA AZIENDALE INSUFFICIENTE ( es: la formazione viene fatto solo per rispettare la legge senza tener conto dell’efficacia) CICLO ECONOMICO: fattori economici possono determinare un aumento del rischio che agisce prevalentemente sui soggetti più “deboli” (minore formazione, minore attenzione per la sicurezza, ecc); nella crisi attuale già si vede un aumento dell’incidenza 29 infortunistica DISEGUAGLIANZE E SICUREZZA SUL LAVORO Programmazione 2012 - Equità Obiettivi 2012 1- Studiare i fenomeni per capirli meglio Studiare il fenomeno infortunistico negli immigrati: SPSAL di Forlì e Cesena anni fa hanno partecipato, con Bologna Reggio e Piacenza al “Progetto colore” che ha dimostrato un RR circa = 3 nei lavoratori immigrati del settore metalmeccanico Progetto recente di AREA Vasta Romagna (Ravenna soprattutto) che ha confermato un maggior rischio infortunistico negli immigrati (RR = 2) non correlato alla rischiosità intrinseca della lavorazione e correlato in modo incerto, da approfondire, con l’indice di turn over 2-Cercare di incidere, da parte dei Servizi, NON SOLO SUL RISPETTO DELLE NORME MA ANCHE SULLA “CULTURA” Progetto Forlì per migliorare la “cultura della sicurezza nelle Piccole e Medie Imprese” agendo su comunicazione, partecipazione dei lavoratori, capacità di imparare dall’esperienza Progetto Ravenna per il miglioramento della formazione degli immigrati sperimentando la figura dei lavoratori interni all’azienda che vengono formati per fungere da “mediatori culturali” durante i corsi di formazione sulla sicurezza. 30 Piano prevenzione: Interventi per la sicurezza stradale nei bambini e negli utenti deboli: Realizzazione del progetto come da indicazioni regionali: • costituzione di un gruppo di lavoro aziendale • progettazione congiunta con altri partner (ACI – Comune – Polizia municipale scuole) Analisi degli elementi di diseguaglianze nei diversi contesti locali: • l’incontro con i genitori avviene in ambito scolastico, in molte situazioni gli stranieri non partecipano alle iniziative scolastiche; • le auto di vecchia costruzione hanno più difficoltà nell’utilizzo dei dispositivi di protezione; • in molti casi necessita l’acquisto per ogni famiglia di più seggiolini; • in molte occasioni i genitori si affidano a collaborazioni con amici; • la generazione di anziani ha più difficoltà a comprendere l’importanza del problema e a gestire le dinamaniche con i nipoti. 31 Piano prevenzione: Interventi per la sicurezza stradale nei bambini e negli utenti deboli: Azioni di miglioramento •Ricerca di integrazione con operatori del sociale per promozione di azioni di contrasto alle difficoltà economiche ( esempio di scambio seggiolini usati..) •Luoghi diversi per contatto con stranieri ( centri famiglia, percorsi di formazione linguistica..) •Promozione di trasporto in sicurezza con altri mezzi ( moto, bici, passeggini..) •…………….. 32 Monitoraggio Piano della Prevenzione AUSL FO Verifica dello stato di attuazione al 31 dicembre 2012 Romana Bacchi dalla presentazione dell’8 aprile 2013 - Collegio di Direzione 33 Valutazione PRP al 31/12/2012 AREE di INTERVENTO Numero Progetti Indicatori da valutare n. Progetti nel 2012 valutati negativamente MEDICINA PREDITTIVA 2 Progetti 5 indicatori VERDI 0 Progetti PREVENZIONE UNIVERSALE 27 Progetti 57 indicatori VERDI 3 indicatori GIALLI 6 indicatori ROSSI 1 indicatore GRIGIO 5 Progetti PREVENZIONE POPOLAZIONE A RISCHIO 14 Progetti 28 indicatori VERDI 6 indicatori GIALLI 1 indicatore ROSSO 1 Progetto PREVENZIONE DELLE COMPLICANZE RECIDIVE 3 Progetti 5 indicatori VERDI 2 indicatori ROSSI 2 Progetti 9 dei 114 indicatori hanno mostrato un valore negativo, 8 su 46 progetti ( 17% di tutti i progetti) non hanno raggiunto completamente gli obiettivi 34 3-Completamento valutazione dell’andamento 2012 e programmazione 2013 Orientamento in maniera più incisiva, nei confronti delle tematiche dell’equità e delle disuguaglianze. La disoccupazione, o anche il solo rischio della disoccupazione, può avere un forte impatto sulla salute, a partire da quella mentale (Ferrie et al., 2002). Solide evidenze mostrano che le persone disoccupate sono a maggiore rischio di suicidio, disturbi mentali e malattie cardiovascolari (Khang et al., 2005). Rigorosi studi longitudinali effettuati in Inghilterra negli anni ’70 e ’80 mostrano che essere disoccupati è associato ad un aumento del 20-25% della mortalità (Moser et al., 1990; Berthune, 1997; Marmot e Bell, 2009). Improvvise e repentine riduzioni di reddito possono causare cambiamenti negli stili di vita (alimentazione, assunzione di bevande alcoliche e sostanze stupefacenti, propensione verso il rischio). La crisi può peggiorare le capacità individuali di tutelare la propria salute. 35 Salute in tempi di crisi Aumento del tasso di disoccupazione dal 2007 al 2012: Tassi di Disoccupazione (2007-2012) 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 Maschi: Forlì-Cesena +468% RER +200% Femmine: Forlì-Cesena +49% 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Maschi RER Maschi Forlì-Cesena Femmine RER Femmine Forlì-Cesena RER +130% (In Provincia nel 2007 tassi più alti per le femmine FC:6,09 RER:3,09) 36 SVILUPPI su alcune AREE TEMATICHE 1. I programmi di screening (campagne ad hoc per popolazione immigrata effettuate, da consolidare e includere nei percorsi già in essere - monitoraggio dell’equità distributiva territoriale e delle liste d’attesa per percorsi chirurgici) 2. I programmi di prevenzione e controllo delle malattie trasmissibili (monitoraggio dell’equità distributiva territoriale e campagne per promozione adesione popolazioni a rischio) 3. La relazione tra ambiente e salute ( attenzione ad aree a maggior pressione ambientale) 4. Salute in ambienti di vita e di lavoro ( sviluppare progetti per lavoratori immigrati e fattori di rischio individuali alcool..) 37 Riflessioni del gruppo di pilotaggio Ottima scelta il tema della sperimentazione Buona scelta l’inclusività del percorso Carenza di supporto di dati Necessità di portare ad evidenza in modo strutturato i risultati per la programmazione nuovo PRP Report su esiti da presentare entro luglio con seminario ad ottobre 38