IL NUMERO 291 1-12.qxp_IL NUMERO 181 2/11 15/03/16 09:44 Pagina 2 AUTOFFICINA CARBONIA di Diana Donatello + chilometri - salati Via Roma P.zza Matteotti del Sulcis Iglesiente CARBONIA Quindicinale di Informazione Politica, Economica e Sociale Anno XXI - N° 291 InstallazIone ImpIantI Gpl a paRtIRe Da € 800 loc. sirai - Carbonia - tel. 0781 1986387 Cell. 329 4338541 - mail: [email protected] !$$ # $!#""#!$" #$#"$"!$# # ###$! ! # "$ #$""#$!!$##$!$$ #!"$" 15 Marzo 2016 Arrivano segnali importanti dall’avvio dei progetti su Sant’Antioco e dalla nascita del nuovo Consorzio Turistico per l’lglesiente Cresce la cultura turistica D Fino ad oggi è mancato un vero progetto per la valorizzazione dello straordinario patrimonio naturale e culturale del territorio. opo tanti anni caraterizzati da buoni propositi, idee e progetti, ai quali non sono seguiti interventi concreti e adeguati investimenti, sembrano emergere finalmente elementi nuovi che inducono ad un cauto ottimismo per lo sviluppo di una nuova cultura turistica nel Sulcis Iglesiente. Il segnale più significativo, sia in termini di risorse disponibili sia di prospettive, arriva da Sant’Antioco, dove sono iniziate le tanto attese bonifiche nell’area ex Sardamag e stanno per decollare i progetti di opere infrastrutturali inseriti nel Piano Sulcis, per i quali sono disponibili 80 milioni di euro. Il secondo segnale arriva dalla vitalità degli operatori del settore che manifestano una crescente sensibilità sulla necessità di consorziarsi, per migliorare l’offerta. È delle scorse settimane la nascita del Consorzio Turistico per l’Iglesiente, organizzazione che va ad affiancarsi al Consorzio Turistico L’Altra Sardegna, fondato e guidato per oltre 30 anni da Caterno Cesare Bettini ed animato da nuovo slancio sotto la presidenza di Walter Secci, ex sindaco di Villamassargia, oggi operatore turistico. Idee e progetti non sono mai mancati ma l’elemento nuovo è la disponibilità di risorse per il settore, finora tenuto ai margini della programmazione economica degli enti pubblici, unita alla consapevolezza che il turismo può realmente diventare decisivo per il rilancio socio-economico del territorio. Occorre lavorare tanto, per cambiare la nostra mentalità e credere in quel facciamo. I risultati non arriveranno certamente domani, ma nel medio-lungo termine, il turismo può diventare una carta vincente per le nuove generazioni. Giampaolo Cirronis L’avvio delle bonifiche nell’area ex Sardamag e i progetti previsti dal Piano Sulcis proiettano Sant’Antioco verso un futuro turistico - Pagine 2 e 7 ALL’INTERNO Sono già quattro gli sfidanti per Giuseppe Casti Le spiagge della Sardegna tra le più belle d’Italia È nato il Consorzio Turistico per l’Iglesiente Un corso per imparare ad utilizzare il defibrillatore Pagina 2 Pagina 4 Pagina 4 Pagina 5 Don Alfredo Tocco, il prete con la valigia Alla Primavera Sulcitana il Premio Italive.it 2015 L’inedito Shakespeare di Lello Arena e Isa Danieli Monteponi e Carbonia a braccetto al terzo posto Pagina 6 Pagina 8 Pagina 10 Pagina 11 CONCESSIONARIA E SERVICE Via Nazionale - Zona PIP 09013 CARBONIA - Tel. 0781 64324 Via Roma, 51 09013 CARBONIA - Tel. 0781 64943 Via Bacco, 14 09030 ELMAS - CAGLIARI Tel. 070 242184 Via Parigi zona nord 09170 ORISTANO Tel. 0783 3766 www.laiautomobili.com Cucina tipica sarda e specialità di mare IL NUMERO 291 2-11.qxp_IL NUMERO 181 2/11 15/03/16 10:00 Pagina 1 2 Anno XXI • N° 291 • 15 Marzo 2016 La Provincia del Sulcis Iglesiente M A Carbonia comincia a delinearsi il quadro degli schieramenti per le Amministrative del prossimo mese di giugno Sono già quattro gli sfidanti per Giuseppe Casti In campo ci sono già l’ex sindaco Ugo Piano, Francesco Cicilloni, Paola Massidda e Andrea Corda, ma il loro numero è destinato a crescere. ancano ancora tre mesi all’appuntamento elettorale per la scelta del nuovo sindaco ed il rinnovo del Consiglio comunale (per la prima volta l’assemblea civica che scaturirà dalle urne sarà composta da 24 consiglieri), ma a Carbonia la campagna elettorale è iniziata da tempo e si conoscono già i nomi di ben cinque candidati alla carica di sindaco. Il primo è il sindaco uscente Giuseppe Casti, 51 anni, esponente del Partito Democratico, presidente del CAL, il Consiglio delle Autonomie Locali, che ha sciolto le sue ultime riserve alcune settimane fa. La sua coalizione di centrosinistra dovrebbe essere composta, oltre che dalla lista del Partito Democratico, da quella civica a sostegno del candidato sindaco, presente anche nel 2011, dal Partito dei Sardi e da alcune Giuseppe Casti. Ugo Piano. compionenti centriste. Il probabile allargamento della coalizione ad una componente centrista e a consiglieri uscenti eletti nel 2011 nello schieramento di centrodestra, in particolare la presenza del consigliere uscente Fabio Usai (ex AN e PDL) ha creato forti frizioni tra il PD e SEL che sembra irremovibile e pronta ad una scelta autonoma con candidato alla carica di sindaco il consigliere regionale e coordinatore regionale Luca Pizzuto, già assessore della provincia di Carbonia Iglesias. All’appello, inoltre, manca ancora il centrodestra che ha deciso di scegliere il suo candidato attraverso le cosiddette “Gazebarie”, e tra gli sfidanti a Giuseppe Casti potrebbe esserci anche l’avvocato Daniela Garau, impegnata nel Movimento Partite Iva. S A scendere in campo per primo tra gli sfidanti, è stato Bruno Ugo Piano, 66 anni, già sindaco dal 1983 al 1990, candidato a sindaco di un’aggregazione di liste civiche caratterizzate, tra i promotori, dalla presenza di consiglieri uscenti fuoriusciti dal Partito Democratico, in fortissima contrapposizione alla Giunta Casti. Francesco Cicilloni, 37 anni, anche lui consigliere in carica fuoriuscito dal Partito Democratico, è il terzo candidato alla carica di sindaco. Ha annunciato la sua candidatura alcune settimane fa, con un comunicato durissimo nei confronti dell’Amministrazione uscente guidata dall’ex compagno di partito Giuseppe Casti. Il quarto candidato è un giovane giornalista pubblicista, Andrea Corda, 35 anni appena compiuti, scelto dalla lista Unidos, fondata e guidata Francesco Cicilloni. La campagna elettorale, come già sottolineato, è già iniziata e si preannuncia decisamente molto accesa, sia per i riflessi sulla scena locale del confronto politico nazionale e regionale, sia per i temi prettamente locali e, soprattutto, cittadini. Il suo esito, appare il più incerto degli ultimi 15 anni e il panorama si avvicina molto a quello del 1993, quando un centrosinistra diviso guidato dal candidato del PDS Antonangelo Casula si impose al ballottaggio su un’altra aggregazione di centrosinistra guidata da Renato Monticolo, candidato espresso da Rifondazione Comunista, per “soli” 159 voti; e a quello del 2001, quando il centrosinistra guidato da Tore Cherchi si impose ugualmente al ballottaggio sul centrodestra guidato dal giovanissimo Alberto Floris (26 anni), con il 54,82% dei voti, grazie soprattutto all’incre- Paola Massidda. dal parlamentare Mauro Pili, già sindaco di Iglesias e presidente della Giunta regionale, dopo la fuoriuscita dal gruppo parlamentare di Forza Italia. Per Andrea Corda si tratta della prima esperienza in politica. Il quinto candidato è una donna, Paola Massidda, 50 anni, dipendente della Asl 7 di Carbonia, anche lei all’esordio sulla scena politica, scelta dal Movimento Cinque Stelle, presente per la prima volta ad una competizione politica amministrativa, dopo il travolgente debutto alle Politiche del 24 e 25 febbraio 2013, quando risultò il primo partito in città, con 5.866 voti - 33,73% alla Camera (contro i 4.403 - 25,32% del Partito Democratico) e 5.179 - 32,38% al Senato (contro i 4.466 - 27,92% del Partito Democratico). Andrea Corda. dibile “volontaria” frammentazione della coalizione di centrodestra che gettò alle ortiche una “vittoria storica” assolutamente alla sua portata. Oggi, ancor più che nel 1993 e nel 2001, lo scenario si presenta frammentato ed il clima della vigilia è caratterizzato da una crescente sfiducia dei cittadini verso le istituzioni (nazionali, regionali e locali) che rende gli sviluppi della campagna elettorale e l’esito del voto imprevedibili. Nelle nuove profonde divisioni maturate nel centrosinistra che da sempre amministra la città, cercheranno di inserirsi le nuove formazioni politiche e, dopo 15 anni, il nuovo sindaco scaturirà quasi certamente da un ballottaggio, sistema elettorale che nasconde sempre ampi margini di incertezza. Giampaolo Cirronis D Al via, dopo anni di attesa, le bonifiche nell’area ex Sardamag Sant’Antioco, dalla Sardamag al turismo alla bonifica delle aree ex Sardamag alla realizzazione di un nuovo sviluppo incentrato sulla valorizzazione del territorio a fini turistici. Quello che fino ad oggi è stato solo un sogno, rimasto per anni chiuso in un cassetto, potrebbe presto diventare realtà. Il primo tassello verrà sistemato nella casella giusta a breve, perché la scorsa settimana sono iniziati finalmente i lavori per il recupero dell’area. I mezzi e il personale dell’Igea, società in house della Regione soggetto attuatore dell’intervento, hanno avviato le operazioni di allestimento del cantiere. Nell’ex area industriale sono stoccati 45mila metri cubi di rifiuti, inerti da demolizione, generati dalla distruzione dei fabbricati e dei manufatti che costituivano gli impianti per la produzione di ossido di magnesio. La prima fase dei lavori riguarda proprio la rimozione dei cumuli di detriti: serviranno otto mesi per ripulire l’area. Solo in una seconda fase sarà possibile avviare i lavori di bonifica, in particolare gli interventi sulla falda acquifera del sottosuolo che presenta contaminazione da idrocarburi pesanti e metalli. Il progetto preliminare di bonifica, affidato a Igea, sarà presentato entro il corrente mese di marzo nel corso di una conferenza di servizi. Poi occorrerà l’approvazione definitiva del ministero dell’Ambiente, in quanto l’area ex Sardamag si trova nel sito di interesse nazionale del Sulcis Iglesiente Guspinese. Per gli interventi, inseriti tra le azioni del Piano Sulcis, sono disponibili 6 milioni e 800mila euro (5,8 milioni risorse regionali, 1 milione risorse FSC 2007-2013). «Stiamo passando dalle parole ai fatti - ha commentato l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras - il merito del nostro assessorato è di essersi impegnato a fondo per dare un ruolo importante a Igea nel settore delle bonifiche. Aver contribuito a salvare dal fallimento la società e aver concorso non solo alla salvaguardia di centinaia di posti di lavoro ma, soprattutto, alla stesura di un serio piano industriale, rappresentano un grande risultato, e lo testimonia il lavoro che sta svolgendo Igea: dalle attività di messa in sicurezza dei siti minerari, ai progetti per Iglesias e Montevecchio, fino agli interventi in corso d’opera a Furtei e, adesso, a Sant’Antioco. Sulle bonifiche - ha detto ancora l’assessore Piras - c’è un progetto coordinato e L’area ex Sardamag. di ampio respiro che mira da un lato al ripristino ambientale e dall’altro allo sviluppo di nuove iniziative industriali ecosostenibili. Per lo sviluppo economico le bonifiche sono fondamentali. Significano liberare “spazio” per iniziative di impresa che altrimenti sarebbero impossibili.» L’avvio dei lavori a Sant’Antioco è stato inoltre caratterizzato da un buon esempio di collaborazione tra società pubbliche: nell’arco di 24 ore, infatti, i tecnici di Abbanoa, insieme a quelli di Igea, sono riusciti a risolvere un problema di allaccio idrico grazie al quale è stato possibile velocizzare i tempi di apertura del cantiere. «Ci sono voluti anni e anni di pazienza, sit-in, proteste accorate, sollecitazione da parte della comunità antiochense e dei sindaci (Virginio Locci, Eusebio Baghino, Mario Corongiu), incontri e tonnellate di rassicurazioni fornite a più riprese dall’amministrazione regionale per raggiungere quello che a buon diritto può essere definito un traguardo storico - ha detto Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia, originario di Sant’Antioco -: oggi festeggiamo una vittoria di tutti, soprattutto dei cittadini. Le bonifiche partono e per Sant’Antioco (nonché per l’intero territorio), inizia una nuova pagina. Adesso possiamo concretamente programmare il rilancio dell’isola in chiave turistica mettendo in conto quelle aree, da sempre considerate determinanti a tale scopo.» L’ex presidente della provincia di Carbonia Iglesias, Tore Cherchi, oggi coordinatore del Piano Sulcis, esprime grande soddisfazione per il passo avanti compiuto, anche in relazione al rilancio della società Igea, che ha avviato l’attuazione programma di bonifica. «L’apertura del cantiere per la rimozione dei detriti di demolizione dell’impianto Sardamag, ė il segno evidente del ritorno alla piena operatività di Igea, fuoriuscita dalla liquidazione - scrive Tore Cherchi -. Questa Regione ha fatto un buon lavoro. Aggiungo che entro la fine del mese è prevista la conferenza di servizi al ministero dell’Ambiente, per l’approvazione del progetto Igea di bonifica in profondità di un’area di grande pregio per lo sviluppo turistico di Sant’Antioco come da Piano Sulcis che - conclude Tore Cherchi - come dimostra anche il caso Sardamag è, infine, in attuazione effettiva.» Giampaolo Cirronis www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com Hanno preso il via la scorsa settimana gli interventi previsti dal Piano di riorganizzazione dei presidi della Asl 7 di Carbonia Nasce una rete di servizi specialistici con nuovi standard qualitativi e quantitativi uperamento dell’attuale frammentazione del sistema ospedaliero, attraverso una rete di servizi specialistici che operano in maniera integrata, valorizzazione degli standard qualitativi e quantitativi recentemente definiti dal ministero della Salute tenendo conto delle caratteristiche geografiche e demografiche del territorio. Sono questi i principali obiettivi del Piano di riorganizzazione dei presidi della Asl 7 di Carbonia presentato lo scorso 2 marzo dal commissario straordinario Antonio Onnis, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sala riunioni del Centro direzionale di via Dalmazia, a Carbonia, alla quale hanno partecipato i direttori amministrativo e sanitario, i dirigenti medici dei presidi ospedalieri Sirai di Carbonia, CTO e Santa Barbara di Iglesias. Inizia così a prendere corpo la riorganizzazione dei presidi della ASL 7, così come previsto dal progetto della rete ospedaliera regionale. Il CTO di Iglesias sarà l’ospedale delle attività programmate e di elezione, con lo sviluppo dei reparti di week surgery e day surgery per la chirurgia e l’ortopedia, mentre il Sirai di Carbonia gestirà l’emergenza-urgenza. Il Santa Barbara di Iglesias sarà dedicato alle attività ambulatoriali, configurandosi come presidio di raccordo tra le attività ospedaliere e territoriali. Il nuovo modello organizzativo secondo gli intendimenti del Piano licenziato recentemente dal Consiglio regionale dopo la proposta della Giunta e un lungo confronto con le realtà locali - permetterà l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse tecnologiche, strutturali (ambienti di La presentazione del Piano. L’ospedale CTO di Iglesias. degenza, sale operatorie, ambulatori) ed umane. Gli interventi sono iniziati la scorsa settimana, con la predisposizione degli spazi e degli arredi per il passaggio del reparto di Pediatria Foto di Fabio Murru. dal Santa Barbara al CTO, attraverso un cronoprogramma molto fitto e dettagliato, che si è concluso lu- nedì 7 marzo con il trasferimento dei piccoli pazienti (che, pertanto, non hanno subito alcun disagio) at- primo piano; contestualmente è stato disposto il trasferimento interno della chirurgia pediatrica negli stessi spazi. L’ospedale Sirai di Carbonia. L’ospedale Santa Barbara di Iglesias. traverso un percorso cittadino protetto. Il reparto, dotato di 20 posti letto totali occuperà l’ala nuova del Da martedì 8 marzo lo stesso schema è stato adottato per lo spostamento interno dei reparti di Chi- rurgia e Ortopedia nel nuovo reparto del CTO, che si concluderanno il 14 marzo con il trasferimento in sicurezza dei pazienti. I reparti, dotati di 20 posti letto, occuperanno il sottopiano (l’area adiacente al nuovo blocco operatorio) e saranno gestiti in ottica dipartimentale, con la attivazione della week surgery e day surgery (reparto “aperto” dal lunedì al venerdì). La tabella di marcia prosegue con il trasferimento (attualmente in fase di pianificazione) dei reparti di Pronto Soccorso, Radiologia e Medicina che si concluderanno verosimilmente il prossimo 4 aprile. Contestualmente, nei prossimi giorni inizierà la formazione degli operatori (medici e infermieri) sull’utilizzo delle nuove sale operatorie del P.O. Sirai di Carbonia (presidio destinato alle gestione dell’emergenza-urgenza): i lavori del blocco sono infatti già conclusi. La Direzione Aziendale ha rivolto un invito a tutti gli operatori affinché dedichino “piena e completa collaborazione” alla realizzazione, nei tempi, del programma e della fase operativa. I trasferimenti prevedono inoltre il coinvolgimento degli stakeholder istituzionali e non (Comune, Prefettura, Forze dell’Ordine, associazioni di volontariato, organi di stampa, ecc.) affinché la cittadinanza sia informata tempestivamente dei cambiamenti in atto; il sistema sarà anche supportato da adeguata segnaletica interna ed esterna al presidio e dalla modifica del sistema di transito e sosta auto all’interno dell’area ospedaliera. IL NUMERO 291 3-10.qxp_IL NUMERO 181 3/10 14/03/16 12:11 Pagina 2 Anno XXI • N° 291 • 15 Marzo 2016 3 La Provincia del Sulcis Iglesiente Si è conclusa dopo due settimane la mobilitazione generale popolare del Comitato costituito nel Sulcis Iglesiente Al via il dialogo tra parti sociali e governo regionale I Il Comitato ha espresso moderata soddisfazione per l’esito dell’incontro ma sollecita il governatore a mantenere gli impegni presi. l presidente della Regione, Francesco Pigliaru, gli assessori dell’Industria e dei Lavori pubblici, Maria Grazia Piras e Paolo Maninchedda, e il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, hanno incontrato nel Palazzo di Viale Trento, a Cagliari, i rappresentanti della Cisl e del Comitato per la mobilitazione generale popolare del Sulcis Iglesiente che il 16 febbraio hanno manifestato nel capoluogo. Nel corso dell’incontro, sono state affrontate le principali questioni che riguardano il Sulcis, dalla salvaguardia delle grandi industrie (Alcoa, Portovesme srl, Eurallumina), al salvataggio di Igea (oggi impegnata nei lavori di bonifica e risanamento am- -. Lavoriamo ogni giorno per dare risposte alle istanze che arrivano da tutta la Sardegna. Lo abbiamo fatto, e lo facciamo, anche per il Sulcis, di cui conosciamo perfettamente il disagio economico e sociale. Rispetto al passato, abbiamo fatto interventi di buona amministrazione. Intanto, abbiamo dato un’accelerata al Piano Sulcis. mettendo a correre importanti risorse finanziarie. Sappiamo che il Piano è perfettibile e per questo stiamo lavorando per integrarlo con altri interventi e per ricevere anche eventuali nuove proposte. È questo il senso anche dell’incontro di oggi. Il risanamento di Igea ci consente di imprimere una svolta anche ai progetti delle bonifiche ambientali. La manifestazione di Cagliari. Alcuni dei promotori della mobilitazione generale popolare del Sulcis Iglesiente. bientale), al programma del Piano Sulcis (oltre 620 milioni di euro, tutti impegnati, distribuiti in quasi 70 interventi in capo ai Comuni, agli Enti e agli altri soggetti interessati). Il presidente Pigliaru, confermando gli impegni per il Sulcis, ha sottolineato innanzitutto il lavoro svolto dalla Giunta in questi ultimi due anni, anche in collaborazione con il Governo nazionale, per mettere in sicurezza alcune importanti realtà industriali, con la conseguente tutela di migliaia di posti di lavoro. In merito al Piano Sulcis, il presidente Pigliaru ha ricordato che, dopo il ritardo iniziale, il problema principale era velocizzare i tempi di attuazione, ed è proprio su questo versante che si è concentrata l’azione della Regione. «È stato un incontro positivo e abbiamo ascoltato le richieste dei movimenti - ha detto Francesco Pigliaru I Questo è il primo passo per valorizzare il territorio - ha concluso il governatore Pigliaru - e costruire un nuovo sviluppo basato sulle potenzialità del turismo, del settore agro-alimentare e della valorizzazione dei beni culturali e archeologici.» La proposta del presidente Pigliaru, condivisa dal tavolo, è stata quella di far predisporre a una rappresentanza dei movimenti una piattaforma di contenuti e proposte da discutere nel prossimo incontro. Fabio Enne, segretario generale Ust Cisl del Sulcis Iglesiente, in una nota ha espresso moderata soddisfazione per l’esito dell’incontro. «Quello tenutosi il 16 febbraio si legge nella nota - è solo l’inizio di un percorso di dialogo tra parti sociali e governo regionale. Il Presidente, d’accordo con i delegati, ha ammesso che il Piano Sulcis è perfetti- bile e che presenta alcune criticità. Nei prossimi giorni lavoreremo alacremente ad un dossier da presentare al governatore.» Le proposte del Comitato sono così sintetizzabili: • Nomina di un commissario straordinario per il PIANO SULCIS, secondo il modello EXPO’, che si occupi della spendita dei denari e dell’avvio dei cantieri in tempi certi e immediati, verificando, normativa alla mano, se e come sia possibile coinvolgere il maggior numero di imprese della zona. • Definizione di un piano occupazionale per il Sulcis. • Sottoscrizione di un accordo quadro e di programma per il rilancio del sistema economico e sociale. Due settimane fa, il Comitato ha chiesto al presidente Pigliaru, di costituire immediatamente un tavolo tecnico che si occupi della grave crisi che attanaglia il Sulcis, allegando una relazione con le proposte e il 12 marzo, non avendo avuto risposte, il segretario generale della Cisl, Fabio Enne, ha detto che «il Sulcis muore sotto gli occhi della Giunta regionale e di pochi “capibastone” che, imperterriti, proseguono con la loro opera di smantellamento». «Sollecitiamo, ancora una volta, il presidente Pigliaru. La convocazione del tavolo è improcrastinabile, diversamente, saremo costretti a prendere atto di un silenzio irresponsabile e poco accorto. Noi - conclude Fabio Enne - non resteremo certamente a guardare.» Giampaolo Cirronis M Asl 7: «Sull’Eurallumina è in corso la fase di valutazione del progetto» entre divampano le polemiche tra favorevoli e contrari al progetto di rilancio dello stabilimento Eurallumina, la direzione della Asl 7 di Carbonia è intervenuta con una nota pubblicata nel sito internet aziendale, per chiarire la sua valutazione sul progetto di ristrutturazione e ripresa della produzione. «Il progetto è in fase di valutazione da parte di un Comitato costituito dalle istituzioni competenti in materia ambientale e sanitaria che ha analizzato l’impatto atteso nel territorio interessato - si legge nella nota -. L’iter di valutazione è in corso e prevede il completamento del progetto con integrazioni derivanti dai quesiti e dalle richieste di chiarimento formulati da tutti i portatori di interesse. Il territorio in questione possiede caratteristiche legate alla storia (antica, recente e attuale) caratterizzata dalla vocazione estrattivo mineraria prima e industriale successivamente. La vocazione industriale dell’area di Portoscuso-Portovesme ha indubbiamente determinato una condizione ambientale e sanitaria nella quale si riscontrano impatti attesi e documentabili, direttamente e in aree omologhe per presenze e cicli produttivi analoghi a quelli in esame. Che le lavorazioni industriali che hanno operato nel territorio possano essere causa o concausa di problemi di salute per i lavoratori e per le comunità, per esposizioni dirette o mediate attraverso la catena alimentare, è certamente un punto di riferimento che è doveroso per tutti tenere in considerazione. Anzi ciò rappresenta l’essenza dei percorsi di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e di Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) a cui il progetto Eurallumina viene sottoposto. Sui rischi e sulle problematiche sanitarie dei territori interessati da insediamenti industriali esistono evidenze scientifiche ed epidemiologiche e innumerevoli note di cronaca che denunciano aumenti spesso statisticamente significativi di ma- lattie di varia natura, anche tumorali, a carico di diversi organi e una chiara maggiore incidenza di malattie respiratorie. Ciò è, peraltro alla base dell’inclusione dell’area tra i Siti di Interesse Nazionale definiti come “I siti d’interesse nazionale, ai fini della bonifica, sono individuabili in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell’impatto sull’ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico, nonché di pregiudizio per i beni culturali ed ambientali (art. 252, comma 1 del d.lgs. 152/06 e ss.mm.ii.)”. La situazione per quanto riguarda l’area di Portoscuso presenta problemi ben conosciuti, certamente da definire meglio negli aspetti più attuali anche con strategie di studio e di analisi da condurre in maniera specifica e per i quali il registro tumori regionale di recente istituzione potrà fornire fondamentali chiarimenti. Ciò detto la Direzione della Asl di Carbonia ritiene che si debba procedere secondo i seguenti principi guida: • la tutela della salute delle persone e delle comunità intesa, secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, come stato di benessere fisico, psichico e sociale; • l’individuazione, caratterizzazione e controllo dei fattori di rischio per l’ambiente e per la salute secondo principi di precauzione, strategie di minimizzazione, governo dei meccanismi e delle modalità di esposizione, monitoraggio e presa in carico dei possibili effetti; • la definizione di un “osservatorio permanente” per il monitoraggio della dimensione ambientale e sanitaria del territorio deve rappresentare una priorità su cui costruire sistemi di valutazione/verifica integrati, nel rispetto delle rispettive competenze istituzionali e normative, tra le istituzioni interessate e i titolari/ responsabili dell’attività produttiva. Questi principi appaiono, a parere della Direzione della ASL, alla base del corposo elenco di chiarimenti e integrazioni richieste alla Società Eurallumina dalla Direzione Generale dell’Ambiente-Servizio delle Valutazioni Ambientali (S.V.A.) al fine di dar seguito all’iter relativo all’espressione del giudizio di compatibilità ambientale. I chiarimenti e gli approfondimenti richiesti (la documentazione è disponibile sul sito www.sardegnaambiente.it), possono dare un contributo significativo rispetto all’assunzione delle decisioni in materia di sostenibilità ambientale e sanitaria del progetto. In buona sostanza, relativamente alla pubblicata e presunta “bocciatura” da parte della ASL del progetto Eurallumina si ritiene dover precisare che sono state formulate indicazioni di metodo, elementi critici da considerare e/o approfondire che devono essere considerati fondamentali per l’assunzione delle decisioni informate, documentate e competenti che il Comitato istituzionale a ciò deputato dovrà assumere. Si rigetta, pertanto, l’interpretazione che sia stata formulata una bocciatura del progetto che sarebbe, peraltro, nella fase istruttorio-valutativa in cui esso si trova, intempestiva, irrituale e inopportuna.» «In ultimo la Direzione della ASL ritiene opportuno sottolineare come tematiche di elevata complessità come quella di cui trattasi, si prestino piuttosto male a semplificazioni giornalistiche che si basino su estrapolazioni parziali, insufficienti e scarsamente argomentate che possano alterare la corretta e completa percezione delle situazioni. Questi temi - conclude la nota della direzione della Asl 7 - sono stati oggetto di confronto e di complessiva condivisione tra la Direzione della ASL e le Organizzazioni Sindacali, nella prospettiva che si possa, ciascuno per la propria parte, dare un contributo per la migliore decisione possibile e con il primario interesse della tutela dell’ambiente e della salute delle persone e delle comunità.» Quattro giorni prima dell’incontro con il Comitato, in viale Trento si è svolto un vertice con i sindaci e le organizzazioni sindacali Tore Cherchi: «Tutti i 620 milioni del Piano Sulcis sono stati impegnati» l 12 febbraio, quattro giorni prima dell’incontro con il Comitato per la mobiltazione generale popolare del Sulcis Iglesiente, si è svolto nel palazzo di viale Trento, a Cagliari, il confronto tra il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, gli assessori dell’Industria, dei Lavori pubblici e degli Enti locali, Maria Grazia Piras, Paolo Maninchedda e Cristiano Erriu, e il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, i sindaci del territorio (erano assenti soltanto tre sindaci) e i segretari regionali e territoriali di Cgil e Uil, per fare il punto sulla situazione del sistema industriale della zona (Centrale Enel, Portovesme srl, Eurallumina e Alcoa) e sullo stato di attuazione del Piano Sulcis. Nel corso dell’incontro, il presidente Pigliaru, l’assessore Piras e il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, si sono soffermati sulle principali questioni industriali. La centrale termoelettrica del Sulcis, destinata alla chiusura, grazie all’intervento della Regione sarà messa in sicurezza con il contratto di disponibilità che sarà stipulato da Terna con Enel, che si è impegnata a investire in efficienza e logistica. Anche la questione Eurallumina è in via di soluzione: la Giunta si è assunta la responsabilità di consentire la realizzazione di una caldaia a carbone che sostituirà la vecchia centrale migliorando sia l’efficienza energetica che quella ambientale. Sul fronte energetico, grazie alle interlocuzioni tra Giunta e Governo, la proroga del regime di superinterrompibilità e la stipula di contratti bilaterali consentono di mantenere attive sia la Portovesme srl che lo stabilimento di San Gavino, nonché tutte le aziende che usufruiranno dell’accordo. Infine, si torna a parlare dei progetti sul Biofuel, un investimento che vale 290 milioni di euro (non inseriti nel Piano Sulcis) finanziato da privati con capitale di prestito BEI. Dopo una fase di stallo iniziale, c’è una ripresa dell’iniziativa imprenditoriale. L’azienda, infatti, ha concordato un test industriale con l’Enel per l’utilizzo della lignina, prodotto di scarto nella produzione dei biocarburanti, come biomassa per alimentare la centrale termoelettrica. La decisione sull’investimento sarà presa dopo il test della lignina. «Il Sulcis è un territorio su cui la Regione lavora a tempo pieno, su tutti i fronti - ha detto il presidente Pigliaru in apertura di incontro -. Il Piano Sulcis, come tutti i Piani, non è perfetto ed è certamente ancora migliorabile, ma è evidente che molte cose sono già state fatte ed altre avviate e sostenute, dopo anni di ritardi inaccettabili. Ci siamo ritrovati ad affrontare questioni importanti come il salvataggio di Igea: sembrava tutto perso in partenza e invece le bonifiche si stanno finalmente muovendo, così come qualcosa si sta muovendo per Eurallumina. E se il bando per le imprese spinge le attività private con una buona dotazione finanziaria, per quanto riguarda Alcoa la Regione si sta impe- Sulcis al febbraio 2016 è stato illustrato dal coordinatore del Piano, Tore Cherchi. «Tutti i 620 milioni previsti dal Piano sono stati impegnati e sono 70 gli interventi eseguiti, o in fase di esecuzione, di cui la metà di competenza degli enti locali - ha sottolineato Tore Cherchi -. Alcune impor- Il governatore Francesco Pigliaru. Il coordinatore Tore Cherchi. gnando a tutti i livelli, lavorando costantemente con Palazzo Chigi perché si arrivi a un risultato positivo. Crediamo nello sviluppo del Sulcis ed il nostro sforzo è di lavorare in modo continuo e trasparente: se ci sono difficoltà coordiniamoci per superarle insieme.» Lo stato di attuazione del Piano tanti novità, comunicate oggi, riguardano il bando per le imprese Call For Sulcis, con una dotazione finanziaria di 32 milioni, con la pubblicazione dei primi bandi ed altre novità importanti interessano i lavori pubblici, con l’appalto da parte di Anas di lavori per 56 milioni di euro. Gli interventi riguardano, tra l’altro, le strade del Basso Sulcis, il nuovo ponte sull’istmo e la circonvallazione di Sant’Antioco». Dall’incontro è emerso che risultati soddisfacenti sta ottenendo anche l’intervento sulla fiscalità di vantaggio: ne stanno usufruendo circa 4mila imprese artigiane e del piccolo commercio del Sulcis. Non meno rilevanti sono le iniziative nel settore scolastico (5 milioni di euro), il programma di interventi per la bonifica e il risanamento ambientale nei siti industriali e minerari (attività in capo a Igea e ai Comuni) e il programma sulle infrastrutture (in particolare i lavori per l’interconnessione dei bacini del Sulcis Iglesiente al sistema idrico regionale). L’incontro si è chiuso con l’intervento dell’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras. «Il quadro che emerge è positivo, anche se non mancano criticità già individuate e in via di risoluzione. Molte attività del Piano Sulcis interessano i lavori pubblici, dove si scontano i problemi legati a tutto il sistema del settore. Condividiamo perciò l’esigenza manifestata dai sindaci di un maggior coordinamento tra enti locali e Regione per superare le difficoltà e accelerare l’iter delle pratiche. Siamo anche consapevoli, e su questo - ha detto l’assessore Piras condividiamo la preoccupazione dei sindacati, che nel Piano manca un in- tervento di tipo sociale che faccia da cuscinetto tra la situazione attuale e l’avvio delle iniziative imprenditoriali destinate a creare nuova occupazione. Occorre trovare un sistema di sostegno al reddito: pensiamo a un intervento da inserire all’interno della predisposizione dell’iter di dichiarazione di area di crisi complessa o dentro il Patto per il mezzogiorno in discussione con il Governo. Sul piano urbanistico l’adozione di un nuovo provvedimento regionale potrà dare una spinta ai progetti del settore turistico che attendono di essere realizzati.» Infine, la questione delle bonifiche Igea, società in house della Regione sotto il controllo dell’assessorato dell’Industria, sta collaborando con alcuni Comuni nel quadro di progettazione delle bonifiche. In relazione all’intervento nell’area dell’ex Seamag di Sant’Antioco, l’assessore Piras ha detto che proprio ieri Igea ha presentato al ministero dell’Ambiente un cronoprogramma molto stretto di realizzazione dei lavori. Nel corso dell’incontro, i sindaci e i sindacati hanno riconosciuto gli aspetti positivi di quanto fatto finora ma hanno anche ribadito che occorrono adeguate politiche del lavoro e che è necessario sbloccare tutti gli investimenti del settore turistico che ancora attendono una nuova legge urbanistica. Il giornale on line www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com prossimamente diventerà anche web tv - informazione in tempo reale IL NUMERO 291 4-9.qxp_IL NUMERO 181 3/10 14/03/16 11:39 Pagina 1 4 Anno XXI • N° 291 • 15 Marzo 2016 La Provincia del Sulcis Iglesiente Il mare sardo spicca nella classifica nazionale dei “Travelers’ Choice Beaches Awards 2016” stilata da TripAdvisor Le spiagge della Sardegna tra le più belle d’Italia I La più “gettonata” in assoluto è Cala Mariolu, piazza d’onore per La Pelosa di Stintino, sesta posizione per Cala Goloritzé. l mare della Sardegna è sempre tra i più belli e le sue spiagge si collocano anche quest’anno ai primi posti delle speciali classifiche stilate da Tripadvisor e The Guardian. Nella classifica nazionale dei “Travelers’ Choiche Beaches Awards 2016”, stilata dal sito di viaggi TripAdvisor, cinque tra le prime dieci spiagge più belle d’Italia sono sarde. Inoltre, tra le 50 baie migliori al mondo individuate dal quotidiano britannico, The Guardian, compaiono Cala Gonone ed altre cale del Golfo di Orosei. Continuano a restare fuori da queste classifiche che danno tanto prestigio ai luoghi e all’intera Sardegna, altre spiagge, tra le quali Porto Pino, che pur bellissime, non hanno ancora servizi adeguati e quindi non rispondono al meglio ai criteri richiesti dai concorsi. «La Sardegna è un’autentica isola parco, dove ogni luogo rappresenta per i visitatori una scoperta ed un’attrazione straordinaria». L’assessore regionale del Turismo, Francesco Morandi, ha commentato così i riconoscimenti di Trip-Advisor, sulla base di qualità e quantità delle recensioni dei viaggiatori di tutto il mondo, e della testata inglese, aggiungendo: «Un merito particolare va alle comunità locali ed agli operatori che hanno reso possibile il raggiungimento di questo traguardo». Sul portale di viaggi la più “gettonata” in assoluto è Cala Mariolu (Baunei), piazza d’onore per La Pelosa di Stintino, sesta Cala Goloritzè, sempre nel territorio ogliastrino di Baunei, nona La Cinta (a San Teodoro) e decima Porto Giunco (a Villasimius). «Fare meglio è quasi impossibile - sottolinea Francesco Morandi - perché oltre a ‘piazzare’ cinque spiagge tra le prime dieci, come accaduto nel 2014 e 2015, i visitatori della Sardegna ne hanno votato due come prime assolute. Alle loro valutazioni e scelte si ispireranno molti turisti per i loro soggiorni nel 2016.» The Guardian scrive che «non La Pelosa di Stintino. è difficile trovare una splendida spiaggia in Sardegna, ma individuarne una che si rivolge alle famiglie, dove si spende un budget modesto, è più di una sfida: a Cala Gonone si soddisfano tutte le esigenze. Spiagge bianche con sdraio ed ombrelloni in affitto, tranquillità, acque turchesi per nuotare e fare snorkeling, possibilità di lunghe passeggiate sul lungomare fiancheggiato da trattorie». Non si dimenticano le escursioni giornaliere in barca alle grotte del Bue Marino o alle calette più lontane, come Cala Luna e Cala Fuili. «È l’ennesima, ulteriore testimonianza dell’appeal delle coste isolane, della tutela ambientale e naturalistica e della centralità del prodotto marino-balneare in Sardegna che sarà promosso nel corso dell’anno con una campagna di comunicazione incentrata su eccellenze ed itinerari attraverso le aree marine protette, già presentati in occasione di Expo. Il ‘mare’ è elemento centrale e trainante - conclude Francesco Morandi - e sarà supportato da una strategia mirata, che rafforza ulteriormente l’azione importante e impegnativa sviluppata lo scorso anno: puntiamo alla strutturazione ed alla promozione di un’offerta ricca, composta da altri prodotti molto attrattivi, basati sulla qualità della vita.» Il nuovo Consorzio turistico è decollato con il piede giusto 61 Sono già 61 gli operatori associati al Consorzio turistico per l’Iglesiente operatori del settore associati, accolti 3.000 scandinavi e avviata una lunga serie di collaborazioni. Sono i numeri dei primi cinque mesi di attività del neonato Consorzio turistico per l’Iglesiente che sta raccogliendo riscontri positivi non solo in termini di associati ma anche e, soprattutto, in presenze sul territorio. Quello della promozione e dell’accoglienza, infatti, è la mission del Consorzio nel quale lavorano, con entusiasmo e voglia di fare, un gruppo di giovani che hanno visto in questo progetto una grande opportunità di crescita per Iglesias e le realtà limitrofe. I numeri già raccolti sono la testimonianza che la strada intrapresa è quella giusta: ben 61, come sottolineato all’inizio, sono i soci attuali, di cui 12 tra hotel, b&b, affittacamere e agriturismo; 20 attività ristorative (ristoranti e bar); 13 guide turistiche e ambientali; 7 associazioni di promozione turistica; 2 stabilimenti balneari; 1 immobiliare; 5 società di servizi e, ovviamente, il comune di Iglesias come socio onorario. «Il percorso è stato lungo - spiega il presidente del Consorzio, Attilio Casti - ma già dai primi mesi di lavoro siamo riusciti ad acco- gliere, in collaborazione con il comune di Iglesias e il Centro Città, oltre 3.000 scandinavi che ritorneranno anche quest’anno. Sono state tante le collaborazioni fino ad ora attivate, con scuole, università e tour operator. Si facendo crescere l’economia. Con la nuova programmazione 2016, dove si cercherà di promuovere la nostra storia, le tradizioni e tutte le attività, dal punto di vista ambientale, storico e turistico, nonché economico e sociale, si è deciso Il Pan di Zucchero, immagine simbolo di Iglesias città turistica. tratta di risultati indubbiamente positivi per neanche un anno di lavoro. Ci riproponiamo nel 2016 di ampliare le collaborazioni affinché si possa dare un servizio migliore in grado di attirare sempre più turisti, facendo conoscere la città di Iglesias e il territorio e di partire dalla presentazione del Consorzio al pubblico previsto per metà marzo. Occorrerà, infatti, garantire un reddito sufficiente al settore - conclude il presidente Attilio Casti - affinché i giovani possano essere incentivati nel non partire.» www.farmaciadifiducia.com Il sito online della Farmacia Costa con migliaia di articoli a prezzi imbattibili Spedizioni in tutta Europa Per spedizioni nazionali consegna gratuita per ordini di importo superiore a 80 € Solo 3,99 € per ordini di importo inferiore Se fai l’ordine entro le 12.30, spediamo in giornata con consegna entro le successive 24/48 ore Se ritiri i prodotti in farmacia nella sede di Piazza Matteotti 5, a Carbonia, non paghi le spese di spedizione Alimentazione e dietetica, Articoli sanitari, Benessere e cura della persona, Erboristeria e medicina naturale, Igiene cosmesi e bellezza, Integratori, Omeopatia, Ortopedia, Sanitaria e tanto altro ancora A breve in vendita anche Legge 104/92 Presso la nostra farmacia puoi usufruire dell’Iva agevolata al 4% È presente il servizio di chat online Telefono: 0781 1884807 - Whatsapp: 329 7116729 - Mail: [email protected] IL NUMERO 291 5-8.qxp_IL NUMERO 181 3/10 14/03/16 15:01 Pagina 2 Anno XXI • N° 291 • 15 Marzo 2016 5 La Provincia del Sulcis Iglesiente Importante iniziativa del Rotary Club di Carbonia in collaborazione con l’associazione nazionale dei medici cardiologi ospedalieri Un corso per imparare a utilizzare il defibrillatore P Il corso “Basic Life Supporto (BLS) per laici”, ovvero rianimazione cardio-polmonare di base e defibrillazione precoce, si è tenuto il 13/02. oche parole bastano per descrivere il gran risultato ottenuto il 13 febbraio dal Rotary Club di Carbonia con il primo corso di BLS organizzato con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della ASL 7 e dei comuni di Carbonia e Tratalias. L’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri ha messo in campo una squadra che, in una mattinata, è stata in grado di far apprendere ai discenti la RCP (Respirazione cardio polmonare) e come utilizzare un DAE (Defibrillatore). Un’equipe, quella del dottor Paolo Bonomo, primario del reparto di Cardiologia del Santissima Trinità di Cagliari, che, con serietà, attenzione e professionalità sorprendenti, ha condotto la parte teorica in maniera brillante e per niente tediosa, utilizzando slide molto chiare ed interagendo con i corsisti sino a chiarire qualunque dubbio si affacciasse nella mente dei provetti aspiranti in attesa di un patentino. Dopo la parte teorica, i partecipanti divisi in piccoli gruppi sono passati alla fase pratica dove, con l’utilizzo del manichino, hanno potuto esercitarsi dal vivo con le pratiche di rianimazione e le fasi da seguire, onde scongiurare le possibili conseguenze dovute all’onda delle emozioni. Le esercitazioni singole in un primo momento e di coppia subito dopo, hanno infuso sicurezza nei partecipanti che inizialmente apparivano titubanti e timorosi di sbagliare. Il raggiungimento delle abilità tecniche è stato il risultato di una lunga e seria esercitazione delle proprie capacità, a cui è poi seguito un esame sul campo e la compilazione di un quiz a risposta multipla. I soccorritori formati in questa occasione hanno poi avuto un attestato di frequenza e uno di superamento del test teorico-pratico con conseguente comunicazione al 118 nazionale. Il loro compito sarà, d’ora in poi, quello di rivedere spesso le proprie abilità tecniche ed osservare le tabelle esplicative presenti sul manuale ricevuto in dotazione alla fine del corso. Inoltre sarà sicuramente necessario fare un refresh ogni due anni, affinché si possano mantenere in maniera inalterata le capacità rianimatorie di ogni singolo discente. Essendo stata io stessa una corsista, posso assicurare che entrare in quella scuola priva di rudimenti di quel tipo ed uscirne diverse ore dopo con una sicurezza del tutto nuova ed inaspettata, ha fatto sì che ci D guadagnasse l’autostima. Dato il successo e le richieste di partecipazione, a breve verranno effettuati altri corsi, per info contattare il Rotary Club di Carbonia o direttamente la sottoscritta. Formarsi è un’utilità sociale senza eguali. Il progetto nasce da un’idea del dottor Salvatore Ierna, presidente età, verranno utilizzate per l’acquisto dei defibrillatori. A questo primo importante passo nei confronti di un grande progetto, affidiamo la speranza di non dover mai usare i defibrillatori e, nel contempo, la consapevolezza che, in caso di necessità, saranno lì a disposizione di tutti. La violenza sulle donne... un fenomeno in crescita D onne e violenza, un binomio di parole che, di anno in anno, appare sempre di più sotto gli occhi di tutti. Un fenomeno che ha visto la nascita di numerose associazioni, che sorgono e insorgono in difesa delle donne, vittime della violenza maschile. Un argomento delicato, da trattare con i guanti, che invita alla riflessione sulla necessità di dover fare subito qualcosa per contrastarlo. Case-rifugio e centri-antiviolenza prendono vita, uno dopo l’altro, per contrastare la “civilizzazione” di un paese che vive un’epoca alla insegna di azioni barbariche che I corsisti durante la prova scritta. L vanno dalle vessazioni psicologiche ai ricatti sessuali, sino ad arrivare alle persecuzioni, spesso anticamera di tragedie. Lo dimostra un dato allarmante e sconcertante: «Ogni 7 minuti un uomo stupra o cerca di stuprare una donna... ogni 3 giorni un uomo in Italia uccide una donna». Spesso il carnefice, la donna lo conosce bene e forse questo è il primo impedimento a denunciarlo, sono infatti ancora poche le donne che osano “puntare il dito” a livello legale, nei confronti dell'uomo che le “offende”, magari perché lo amano e si auto-convincono che possa ravvedersi. Ogni anno, il 25 novembre, si celebra la “Giornata Mondiale” sulle donne, istituita dall’O.N.U. nel 1999, con l’intento di catturare l’attenzione e sensibilizzare l’opinione pubblica, per far sì che la violenza sulle donne finisca una volta per tutte, nella speranza che le donne si allontanino dall’ombra del silenzio ed escano allo scoperto. Vivere insieme questo problema aiuta a superarlo meglio, parlarne, scriverne e raccontare, serve per scuotere le coscienze, nella speranza che quanto prima possa accadere un cambiamento d’epoca e si possa assistere al vero fenomeno della civilizzazione. N.P. Emanuele Cani (PD): «È necessario sostenere l’emittenza radiotelevisiva e le piccole testate» La prova pratica di assistenza in una situazione di emergenza. in carica del Rotary Club di Carbonia, con la finalità di dotare il territorio di defibrillatori posizionati in punti strategici della città, nei luoghi di maggiore affollamento, quindi di maggiore probabilità di utilizzo. Il tutto ha però una validità se in contemporanea viene svolta la formazione delle persone, senza le quali i defibrillatori non si potrebbero utilizzare. Di conseguenza, sono stati attivati prima i corsi di formazione. Le quote versate dai partecipanti, a cui viene richiesta la maggiore In seguito anche la ASL 7, prendendo atto ed apprezzando la lodevole iniziativa del Rotary, ha avviato il programma di diffusione dei defibrillatori in tutti i Comuni dell’ex provincia di Carbonia Iglesias e nelle 4 Case della Salute e il comune di Carbonia ha disposto l’acquisto di diversi defibrillatori che verranno messi a disposizione degli impianti sportivi più frequentati, in particolar modo dai bambini. Nadia Pische [email protected] Una serata musicale, a Carbonia, ha ricordato il musicista Un concerto per Armando Urru olci note e suadenti melodie hanno incorniciato la serata organizzata il 3 febbraio al Vinile di Carbonia per omaggiare l’amico Armando Urru. Emozione alle stelle da parte della famiglia e degli amici che hanno cantato per lui… le sue canzoni... quelle che lui suonava e cantava da solo e in loro compagnia. Una band speciale quella formata da Carlo Vacca al basso, Remigio Pili alla tastiera, Elvio Casu alla chitarra, Tiziano Dessì alla chitarra, Michele Gerra alla batteria, Renato Cicalò alle percussioni ed Elio Loi alla voce, che hanno unito le loro “forze musicali” per ricordare Armando, il loro compagno di musica con cui hanno diviso e condiviso momenti indimenticabili che albergheranno per sempre nel cuore di tutti. Un grande distacco fisico quello che viene vissuto da chi lo conosceva bene e ne apprezzava le doti amorevoli e di grande rispetto per il prossimo. E siccome le parole non bastavano, si è pensato di agire attraverso la magia della musica, perché il modo più bello di ricordarlo è cantare. Ecco che cantare diventa la miglior risposta al dolore di averlo perso, così dichiarano gli amici in Un grido si leva alto nel cielo... occorre porre fine al fenomeno una commovente lettera, nella quale, con poche parole, ringraziano di averlo conosciuto e di averlo avuto come amico. Tanti accordi per fermare nel tempo il meraviglioso ricordo che ha lasciato, come quelli presenti nella canzone “Hey Jude” dei Beatles, suonati al ritmo del battito Armando Urru. delle mani, quasi fossero i battiti del nostro cuore per lui, nella speranza e nella convinzione che possa sentirci… e poi tutti in piedi per lui e per il suo ricordo indelebile nel tempo. E sì, perché Armando aveva sempre una parola buona per tut- ti… ed è stato naturale ricordarlo tra spartiti vecchi sempre nuovi… Parole e musica unite a immagini sparse sulla parete sfondo della band, hanno dato corpo ad una serata a cui, ad un certo punto si è unito anche il giovanissimo Nicola Corrias, che ha voluto partecipare, suonando la batteria, al “tuffo nel passato musicale” di Armando che mosse i suoi primi passi musicali, come ci racconta la voce del gruppo Elio Loi, negli anni ’64/’70 con il gruppo “Gli amici”, con i “Berretti Rossi” in seguito e con “M 113” subito dopo… Aveva solo 16 anni quando decise di “abbracciare chitarra e musica” per manifestare a tutti la sua passione… cantava “Pugni chiusi” e andava in giro per la nostra amata isola… Oggi, a distanza di tanti anni, ci piace ricordarlo così come nella bellissima foto pubblicata in questo articolo… assorto e memore di due grandi amori: la famiglia e la musica, come scritto all’inizio. Lacrime, sorrisi, qualche risata e un “ciao Armando”… ma anche “un ciao papà” che si leva in cielo, tra le stelle che ora cantano e suonano per lui, perse nella magnificienza che solo l’amore sa donare. Nadia Pische a Camera dei deputati ha approvato un ordine del giorno presentato dal deputato del Emanuele Cani. Partito Democratico Emanuele Cani, sull’emittenza radiotelevisiva e la piccola editoria. «L’importanza del lavoro che viene svolto quotidianamente nei V territori - spiega Emanuele Cani non può essere messa in discussione dalla grave crisi che colpisce anche questo settore. Per questo motivo ritengo sia necessario garantire un sostegno che non deve essere visto come un contributo assistenziale ma come un riconoscimento del lavoro sociale che viene svolto.» «Ogni emittente che spegne il suo segnale, ogni giornale che cessa le sue pubblicazioni, on line o cartacee - aggiunge il deputato del Partito Democratico - è una sconfitta per la democrazia e per i cittadini. Da questi punti nasce l’ordine del giorno che impegna il Governo a monitorare costantemente il settore nonché a valutare l’opportunità di prevedere misure congrue di sostegno economico e di regole a tutela di un settore così importante per il nostro paese, quale quello appunto delle piccole emittenti televisive e radiofoniche locali, nonché delle piccole testate giornalistiche.» Sono iniziati il 19 febbraio, a Iglesias, gli incontri all’Archivio Storico Alla riscoperta del nostro passato enerdì 19 febbraio si è tenuto ad Iglesias il primo di una serie di incontri con il pubblico, organizzato dalle archiviste dell’archivio storico comunale di Iglesias e dal personale della biblioteca comunale, con lo scopo di far uscire dalle oscure e polverose stanze degli archivi e delle biblioteche, fatti e accadimenti riguardanti il nostro passato lontano o più prossimo, rendendolo però vivo e attuale, con la lettura diretta di documenti d’archivio e/o di pagine inerenti l’argomento trattato, da parte di studenti delle scuole cittadine e del personale della biblioteca. Il primo di questi appuntamenti ha avuto come argomento “la Guerra” ed ha suscitato curiosità ed interesse nel numeroso pubblico che ha partecipato all’incontro. Il successo della manifestazione mette in evidenza due cose che è bene puntualizzare. L’interesse di numerose persone, certamente più di quante abbiano partecipato a questo primo incontro, verso la storia del passato, patrimonio comune del territorio. Evidenzia inoltre, ed è questo un argomento di non secondaria importanza, come l’iniziativa personale di operatori culturali, anche se precari ancorché le capacità professionali, non siano sufficientemente riconosciute, possa supplire, quando guidati dalla passione per il proprio lavoro, all’indifferenza ai temi culturali di tanti amministratori pubblici, a partire dai livelli locali e, a salire, fino alle massime espressioni nazionali. Ci auguriamo, pertanto, che iniziative di questo genere siano di stimolo all’estensione, in tutte le realtà territoriali, di una promozione veramente capillare della Cultura. Di seguito sono esposti gli scopi dell’iniziativa, così come espressi dagli organizzatori. L’Archivio Storico Comunale di Iglesias esce da sé, dialoga con la Biblioteca Comunale ed accoglie racconti orali, con l’intento di proporre visioni di una realtà storica come tessere di un puzzle a tinte vivaci. Letture d’archivio è la proposta della lettura ad alta voce di alcune lettere dell’archivio Storico (per sorridere e per riflettere) relative ad un tema specifico, intervallate dalla lettura di brani scelti da libri conservati in biblioteca e attinenti il tema prescelto. In mezzo, il racconto di un “testimone” che, per il suo mestiere o la sua esperienza di vita, possa raccontare qualche aneddoto. Con questa manifestazione l’Archivio ed i suoi contenuti, attraverso le scelte delle archiviste, si propongono al pubblico in una veste nuova, più umana, e la Biblioteca aggiunge il necessario supporto alla ricerca storica. Il tutto viene corredato da testimonianze di vita che completano il quadro di una realtà che l’ingegno umano dipinge in diversi modi: con la parola scritta per necessità (il documento d’archivio), con la parola scritta per volontà (il libro) e con la parola raccontata. Giuseppe Mura Il giornale quotidiano online www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com con un tg è ora anche web tv quotidiano dal lunedì al venerdì ed un programma di approfondimento il sabato IL NUMERO 291 6-7.qxp_IL NUMERO 181 3/10 14/03/16 13:06 Pagina 1 6 La Provincia del Sulcis Iglesiente Anno XXI • N° 291 • 15 Marzo 2016 Il 17 gennaio è morto all’età di settantanove anni lo storico parroco di Carbonia e Serbariu, molto amato da tutta la comunità Don Alfredo Tocco, il prete con la valigia C La sua fede era salda, senza tentennamenti, rinforzata da una vita trascorsa interamente nell’insegnamento della chiesa. ominciava ad albeggiare quando l’agente del corpo forestale del Friuli, Maria Teresa Giuseppe Mura. Cernaia, nella luce fredda del mattino si addentrò nel bosco osservando attentamente in ogni cespuglio, percorse, seguita a poca distanza da un finanziere del soccorso alpino, una stradina sterrata tagliata tra gli alberi, pensando che era possibile che il sacerdote l’avesse imboccata leggendo il suo breviario. Rifacendo un percorso già fatto la sera prima, guardava attentamente il terreno per cercare una traccia del passaggio; osservò su un lato un sentierino appena accennato tra l’erba ancora rilucente per la brina notturna e, senza pensarci lo imboccò. Fatti pochi passi si ritrovò circondata da rovi e sterpaglie che rendevano invisibile la strada da cui era arrivata; si addentrò ancora di più tra gli sterpi del sottobosco, facendosi largo tra i rami spinosi e si fermò davanti ad un dirupo scosceso. Si guardò intorno ed improvvisamente lo vide: una forma scura, una ventina di metri più in basso. Senza neppur volgere il capo gridò per chiamare il finanziere che la seguiva un poco più indietro e si lasciò scivolare lungo il pendio rallentando la discesa, che altrimenti sarebbe stata rovinosa, afferrandosi con le mani guantate a sterpi ed erbacce. Arrivata, ansante, sul fondo, ebbe la certezza che si trattava del sacerdote che si era perduto il dì avanti. Una squadra di soccorso era già passata lì accanto la sera prima senza avvistare il corpo. La casa dove don Tocco abitava distava non più di 400 metri in linea d’aria. Era coricato supino, con le gambe un poco piegate, avvolto nel lungo cappotto nero, il viso magro era sporco di terra e rigato da alcuni graffi, accanto al breviario. L’espressione del viso era serena e un’ombra di sorriso gli rasserenava il volto pallido. Maria Teresa si inginocchiò accanto, si sfilò il guanto dalla mano destra e ne appoggiò il dorso sulla guancia, il viso era gelido e rigido. Si rialzò in posizione eretta e riguadagnò il sentiero, senza neanche udire il collega che parlava concitatamente nel ricetrasmettitore in dotazione. Fu in quei territori, che nel corso di una missione, il carabiniere Tocco, venne trucidato dai partigiani titini, per aver contrastato a colpi di moschetto un assalto portato alla barca in cui il carabiniere si trovava per ragioni di servizio. Recuperato il corpo, venne tumulato in terra straniera dato ché il rimpatrio della salma sarebbe stato troppo dispendioso per le Regie Finanze, né poteva accollarsi della spesa la famiglia del caduto che aveva avuto, come unica risorsa il magro stipendio da carabiniere. Il corpo del povero Igino, dunque, rimase in Dalmazia fino agli anni ’60, quando, a seguito di un accordo tra lo stato Italiano e la Iugoslavia, venne orga- dalla culla: su pedi - intendendo: su preri, il prete. Ed all’idioma sardo rimase sempre legato, tanto da condire spesso le sue prediche dall’Altare di gustose battute in dialetto, in parte per far meglio comprendere “la dottrina” alle anziane alle quali l’italiano rimase sempre una lingua aliena, in parte per la soddisfazione personale di tornare alla lingua che aveva assimilato insieme al latte materno. Nel 1958, a undici anni, seguendo la vocazione originaria, entrò nel seminario di Iglesias, per poi passare al Seminario Maggiore di Cuglieri ed essere ordinato sacerdote nel 1962. I compagni di corso, lo ricordano verso la figlia Giuseppa Maria, la quale andò in sposa a Mei Giovanni, il trisnonno antenato della mamma di Alfredo. Dopo la consacrazione sacerdotale, venne nominato vice-parroco a Teulada, l’anno dopo a Sant’Antioco e quindi a Domusnovas; dal 1966 al 1968 fu nominato vice rettore del seminario che, in quegli stessi anni, aveva sede provvisoria a Cortoghiana, per collaborare con il suo antico maestro ed ora suo superiore, don Efisio Scano, alla formazione dei giovani aspiranti al sacerdozio, creandosi la fama di insegnante severo e intransigente. Ma anche in quell’incarico emergeva, talvolta, il lato più ludico del suo carattere che gli face- Una foto di famiglia risalente al 1942. La prima Messa. Don Alfredo Tocco. La valigia di don Alfredo Tocco. uscendo dall’ufficio in cui era andato a chiedere il permesso: - Monsignore lei sta dando così vita ad una nuova scienza storica la topo-grafia, perché saranno solo i topi che godranno di questa preziosa documentazione. Nel 1968, venne nominato parroco della parrocchia di Cristo Re, incarico che mantenne fino all’atto del collocamento a riposo, circa cinque anni fa. Per oltre 40 anni resse la parrocchia con vero spirito cristiano, impegnandosi a fondo nell’aiuto ai più bisognosi. La porta della sacrestia era sempre aperta, per chiunque volesse portare un aiuto tangibile, in prodotti alimentari o con piccole somme di denaro, perché, come i conventi cap- *** Conobbi don Alfredo Tocco nel lontano 1974, in occasione del battesimo del mio primo figlio, Nicola. A quel tempo la chiesa della parrocchia di Cristo Re, era una baracca prefabbricata in tavole, donata da una famiglia di abbienti parrocchiani, che gestivano, poco distante da piazza Iglesias, una ben avviata attività di vendita di ferramenta. Ma nonostante il disagio causata dalla precaria sistemazione, la chiesa era abbastanza frequentata dai fedeli del quartiere. Fu così che ebbe inizio la nostra reciproca conoscenza. Era, don Alfredo il custode della memoria storica del borgo di Serbariu, dove era nato nel 1936, due ani prima che venisse inaugurata la città di Carbonia. Rimase comunque sempre legato al suo luogo di origine, dove tra le viuzze sterrate, aveva mosso i primi passi barcollanti, i primi ruzzoloni nella polvere, vissuto le prime gioie, i primi dolori. Aveva compiuto da qualche mese quattro anni quando suo padre Igino era stato richiamato sotto le armi a causa della guerra, dichiarata dall’Italia fascista, a Francia e Inghilterra. Poiché negli anni ’20, Igino Tocco aveva prestato il servizio militare nell’Arma, in qualità di carabiniere ausiliario, si trovò ad essere richiamato in servizio nello stesso corpo militare ed inviato in Croazia con le truppe italiane di occupazione. nizzato uno scambio di salme. Per questa azione venne proposta la medaglia d’oro, gli fu invece assegnata quella d’argento che, al termine della guerra un generale, a Cagliari nel corso di una cerimonia, appuntò sul petto del giovane Alfredo. Il nome di Igino Tocco è, oggi, scolpito nella pietra del monumento ai caduti accanto all’edificio della Legione dei carabinieri di Cagliari. Il risultato di quel generoso sacrificio fu che Alfredo con il fratellino e la sorellina più piccola si ritrovarono orfani e la loro mamma vedova. Fu quindi un’infanzia difficile, subito funestata, aveva appena 6 anni, dalla prematura morte del padre anche se rasserenata da una fede precoce che lo vide impegnato come chierichetto fin dalla più tenera età, tanto ad far dire, una volta cresciuto e già giovane sacerdote, che in realtà era sacerdote fin dalla nascita. Infatti era ancora un bimbo incapace di sillabare correttamente le parole, quando alla domanda consueta: cosa vuoi fare da grande, rispondeva in dialetto che era la lingua che aveva udito ed imparato sin come un ragazzo simpatico e vivace, sempre pronto alla battuta mordace. Pare che avesse l’abitudine di conservare, dal pranzo, un boccone di pane, con il companatico, quando v’era; boccone che poi riemergeva dalle capaci tasche della tonaca, nell’intervallo del pomeriggio, che poi sbocconcellava con gusto e lentamente per allungare quanto possibile il piacere di gustarlo fino in fondo; una volta terminata la modestissima porzione assumeva un’aria costernata ed esclamava con voce cantilenante: consumaaatum est, tra le risate dei compagni... Don Alfredo era e si sentiva un sacerdote d’altri tempi, ligio alla tradizione, l’unico vestito con cui si sentiva a suo agio era l’abito talare, la lunga tonaca nera che porterà sempre, fino all’ultimo giorno di vita. Era anche un cultore appassionato di storia della chiesa locale e, in particolare della storia di Serbariu di cui era veramente la memoria storica. Era nato nel medau Is Toccus, non lontano dal villaggio, imparentato, per parte di madre con i Curcas e i Mei, con i Pes per parte del padre, discendente da Michele Corda, attra- va pronunciare le battute più briose e pungenti con la consueta arguzia ed ironia, come quando spiegando ai giovani seminaristi affidati alle sue cure, che essi erano tenuti a studiare con impegno ed a tenere un comportamento consono alla veste che indossavano, pena di subire un suo particolare insegnamento di peda gogia, mostrando contemporaneamente il piede nell’atto di somministrare un vigoroso calcione. Anche verso i superiori, pur nella consapevolezza dell’importanza e dignità che li distingueva per la loro funzione, non risparmiava battute salaci quando riteneva che il loro comportamento fosse eccessivamente rigido ed inutilmente formale. Mi raccontò un giorno, mentre parlavamo di ricerche d’archivio che, l’allora Vicario Generale monsignor Melis, uomo tutto d’un pezzo, geloso cutode delle tradizioni della Chiesa, timoroso com’era che l’apertura degli archivi della Curia, potesse svelare chissà quali segreti pericolosi, vietò all’allora giovane sacerdote Alfredo, che desiderava ricostruire su base documentale la genealogia famigliare, di consultare i quinque libri, disse puccini di manzoniana memoria, don Alfredo era simile «al mare che riceve acqua da tutte le parti e la torna a distribuire a tutti i fiumi», e aperta, la sua porta, lo era per tutti coloro che andavano a bussarvi per chiedere conforto ed un aiuto spirituale al parroco. Don Tocco non rifiutava mai un sostegno ai bisognosi, anche rischiando personalmente la propria incolumità, perché a quella porta chiedevano aiuto le persone più diverse; dai barboni, agli zingari, ai poveri senza sostegno economico, fino ai tossico dipendenti; tutti andavano via con un piccolo aiuto e una parola di conforto. Era sempre disponibile con tutti, ad ascoltare le pene di chiunque volesse raccontargliele, quasi che le spalle fragili del sacerdote se ne accollassero una parte. E il linguaggio usato si adattava sempre all’interlocutore, ricorrendo spesso alla facezia in dialetto, quando questa meglio si prestava a rincuorare. Non era raro il caso in cui, si entrava nel suo studiolo con un viso triste e smunto e se ne usciva rincuorati e con un sorriso sereno nel volto. La sua fede era salda, senza tentennamenti, rinforzata da una vita trascorsa interamente nell’insegnamento della chiesa. Fu sempre presente, con chiunque glielo chiedesse, nei momenti lieti come in quelli tristi, accanto ai malati, ai sofferenti nel corpo o nello spirito; sorridente e spiritoso nei matrimoni, compartecipe del dolore dei famigliari nella morte. Il suo monito era sempre quello di essere pronti alla partenza per l’ultimo viaggio: teniamo sempre la valigia pronta, perché la chiamata può arrivare improvvisa e allora non c’è più tempo per preparare i bagagli - era solito dire nelle sue omelie, per poi spiegare che i bagagli da portare con sé, erano le opere buone fatte nella vita. Quale essere umano, cristiano o appartenente ad altra religione, credente o ateo, religioso o agnostico, può non essere d’accordo con una tale concezione? Tale era la sua fama di carità cristiana e la convinzione della forza della preghiera, che nelle anime più semplici si diffuse la credenza che in lui albergasse la santità. Nel 1992 divenne Vicario Foraneo, carica che venne riconfermata nel 1998. Nel 1997, il vescovo della diocesi, lo nominò, insieme al cappuccino Padre Paolo, esorcista, con l’autorizzazione ad utilizzare la procedura canonica per scacciare i demoni dal corpo e dall’anima dei “posseduti”. Don Tocco, che nel frattempo era divenuto canonico ed acquisito il diritto di essere chiamato monsignore, di apporre il filetto viola sui bordi della tonaca, venne nominato membro del collegio dei consultori, un’istituzione preposta a consigliare il vescovo nelle funzioni episcopali, non si insuperbì per il riconoscimento e rimase l’umile prete che era sempre stato. Anzi la gran parte dei fedeli neppure si avvide dell’onorificenza che veniva attribuita al loro parroco... per tutti continuò ad essere il don Tocco consueto, il prete che aveva battezzato i loro figli ed era stato loro accanto nei momenti lieti e in quelli tristi. Ma con il crescere dell’età, si era andata aggravando la malattia che da anni lo affliggeva, il diabete, danno collaterale dell’intervento chirurgico che aveva subito qualche lustro prima. Era dovuto passare dalla pastiglia all’insulina, iniettata per via intramuscolare, ma lo spirito rimaneva forte e immutata la fede. Raggiunta ed oltrepassata la soglia dei 75 anni, si era dovuto mettere a riposo, nonostante le insistenze dei suoi parrocchiani affinché rimanesse nella parrocchia. Lasciata la città e il paese di Serbariu, nel quale era nato e a cui si sentiva sempre legato, per motivi di salute, andò a vivere in Friuli con il fratello Firmino, l’unico rimastogli, in un piccolo paese della diocesi di Cividale, non lontano dal confine con la Slovenia. E tra quelle montagne lo aveva raggiunto, inaspettata, la morte, a cui, certamente, si era preparato, perché da sempre esortava i fedeli dall’altare: - Bisogna essere pronti ad andare quando Lui ci chiama, bisogna avere la valigia pronta. Ecco perché accanto alla bara, che conteneva i resti mortali di don Alfredo, coperta dalla stola portata al collo nel suo cinquantesimo anno di sacerdozio, vestiti dei paramenti che indossò nella sua prima messa, stava muta ma significativa, un umile e dimessa valigetta ritrovata nel suo studiolo in sacrestia. Si ringraziano per la loro disponibilità che ha reso possibile la composizione dell’articolo i famigliari di don Tocco, in particolare la cognata signora Rina, che lo ha amorevolmente assistito negli ultimi anni, i funzionari e i volontari del soccorso alpino, la signora Cernaia del corpo delle guardie forestali del Friuli e tutte le persone che lo hanno conosciuto ed hanno acconsentito a comunicare la loro testimonianza. Giuseppe Mura IL NUMERO 291 6-7.qxp_IL NUMERO 181 3/10 14/03/16 13:06 Pagina 2 Anno XXI • N° 291 • 15 Marzo 2016 7 La Provincia del Sulcis Iglesiente Francesco e Roberto Cherchi, padre e figlio, hanno scritto un libro frutto di un lavoro di ricerca assai minuzioso “Schegge dal passato” della città di Iglesias “S Il libro è strutturato in sei parti, ciascuna delle quali raccoglie diversi capitoletti più brevi, riuniti per unifornità di argomenti. chegge dal passato” è un libro di Francesco e Roberto Cherchi, rispettivamente padre e figlio. Pensionato il primo, giornalista, in attesa di un lavoro, il secondo. Entrambi sono noti nell’ambiente cittadino per essere ricercatori e divulgatori della storia iglesiente. Il Cherchi padre (1939), è l’iglesiente che meglio conosce la documentazione conservata negli archivio storici, comunale e diocesano, ha già fatto alcune pubblicazioni di carattere storico: “All’ombra dei cipressi”, è stato il suo primo lavoro nel quale, raccontando con l’aiuto delle immagini, l’aspetto monumentale del cimitero, raccontando contemporaneamente la storia della città e dei suoi abitanti dell’ultimo secolo e mezzo. Ha fatto seguito l’opuscolo “Toponomastica della città di Iglesias”, lavoro in cui la brevità è inversamente proporzionale all’impegno nella ricerca documentale che è stata necessario per la sua redazione; ha inoltre collaborato al volume De ecclesia Sanctae Mariae Vallis Virdis. Il Cherchi figlio (1970), giornalista, ha scritto “Cronache Iglesienti” e, insieme a Giulio Boi, “Cara Iglesias”. Entrambi hanno pubblicato diversi brevi saggi storici sul blog notedarchivio, e sul giornale La Gazzetta del Sulcis. Nel sodalizio letterario che ha dato vita a quest’ultimo lavoro, scritto a quattro mani, è tale l’intesa che unisce i due autori da non far notare, nel corso della lettura che scorre veloce e gradevole, alcuna differenza di stile o di ritmo narrativo, il che dimostra l’affiatamento che si è instaurato tra i due scrittori. Una caratteristica del libro è quella di far trasparire una vena di nostalgia ed una sorta di affetto verso la città natale, mascherata da un tono discorsivo e accattivante, che nasconde un lavoro di ricerca minuzioso, durato certamente diversi anni, lavoro che è stato poi tradotto in brevi racconti «I capaci di riportare il lettore a rivivere aspetti ignorati di, come riporta il sottotitolo in copertina, «luoghi e uomini della città». Condotti per mano dagli autori, i lettori scopriranno, una pagina dopo l’altra, angoli e aspetti poco noti o affatto sconosciuti della loro città, fatti e personaggi di tempi lontani o del passato più prossimo, talvolta vissuti ed osservati di persona, con gli occhi di un bimbo di sei anni, come accade, ad esempio, nel racconto L’America di Tintilledda. Il libro è strutturato in sei parti, in ciascuna delle quali sono raccolti diversi capitoletti più brevi, riuniti per l’argomento stesso del racconto che tratta dei primi bordelli sorti ad Iglesias, in concomitanza con l’incremento dell’attività mineraria e con il conseguente arrivo di numerosi lavoratori continentali che, dovevano pur sfogare la loro giovanile esuberanza, anche nel rispetto della citazione dell’autore che così scriveva in una precedente pubblicazione: «Dove sono campane, la vi sono puttane». E i racconti si snodano l’uno dopo l’altro, ambientati, o meglio accaduti in tempi remoti o vicinissimi, ma che hanno tutti, come comune denominatore, la città di Iglesias, raccontata com’era nel ‘700, poco più che Un momento della presentazione del libro. uniformità di argomenti. Questo fa si che la lettura non sia vincolata ad un preciso ordine, ma il lettore può decidere di volta in volta quale racconto leggere, in funzione del proprio gusto o semplicemente attratto dal titolo intrigante. La prima parte si intitola LUOGHI SPARITI e raccoglie le descrizioni di luoghi e situazioni ormai scomparse, narrate con un velo di nostalgia ma sempre rischiarate da un umorismo sottile e appena accennato. Nel primo saggio è evidente il contrasto, voluto, tra le parole del titolo, Le ragazze di via Monastero, e un villaggio, tutta raccolta nel recinto delle antiche mura pisane che ormai cadevano in rovina, o nella seconda metà dell’800, in pieno boom economico diremmo oggi, quando da paesone, quale era, si andava trasformando in una cittadina cosmopolita, mentre le casupole terrene o a soffitto venivano abbattute per erigere palazzotti edificati secondo stili pretenziosi e un poco improbabili, e quando, i cittadini con cognomi stranieri, che costituivano ormai la nuova classe dirigente della città, si riunivano nella loggia massonica “UGOLINO”. Il capogruppo UDC Gianluigi Rubiu denuncia: «La Regione blocca il progetto dell’idroscalo» l progetto dell’idroscalo di Tratalias è bloccato a causa Regione». La denuncia arriva da Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale. «Si tratta di un progetto volto alla realizzazione di un idroscalo sul lago di Monte Pranu, che si ritaglia nelle campagne di Tratalias, come possibile strada per la valorizzazione delle acque interne e per lo sviluppo turistico del Sulcis Iglesiente - sottolinea Gianluigi Rubiu -. L’amministrazione comunale, attraverso i fondi dell’ex Provincia ed i finanziamenti inseriti nel Piano Sulcis, ha approvato il disegno per la costruzione del complesso con l’esecuzione di un mega piazzale destinato agli idrovolanti, ma la Regione ancora non ha concesso l’autorizzazione per mettere in pista un pontile galleggiante.» «È un’occasione unica ed imperdibile per l’incremento turistico delle zone interne, grazie alla valorizzazione delle acque interne e dei territori circostanti - sottolinea ancora Gianluigi Rubiu -. È necessario solo fare l’ultimo passaggio con il nulla osta per l’attracco Tratalias. degli idrovolanti in arrivo dalla Sardegna e dalla Penisola.» Un investimento complessivo pari a 100mila euro, con una struttura parzialmente completata, che non può entrare in funzione per la mancata autorizzazione da parte della Regione. «L’idroscalo, già collaudato, rappresenterebbe la prima idrosuperficie in acqua dolce della Sardegna - conclude Gianluigi Rubiu - risultando un banco di prova su scala regionale, su cui poi è possibile svolgere numerose attività quali, canoa, canottaggio, vela, pesca sportiva, solo per citare alcuni esempi, che fungono da fondamentali animatori per le aree interne. Tra i proponenti del progetto ci sono figure professionali che hanno maturato grandi esperienze all’interno di compagnie aeree di linea e che oggi, vogliono mettere a disposizione del territorio le proprie competenze e la propria passione, in favore di un’opportunità che il Sulcis Iglesiente e le sue amministrazioni, desiderano sfruttare. Ecco perché la Regione dovrebbe favorire l’ultimo passaggio per la realizzazione di una struttura unica nel territorio.» La Provincia del Sulcis Iglesiente Quindicinale di informazione politica, economica e sociale Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95 N° di iscrizione al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione): 9294 Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis Loc. Medadeddu, 121 - Carbonia - Tel. e Fax 0781 670155 - Cell. 328 6132020 [email protected] - [email protected] Pubblicità: 328 1457305 - 349 7114191 - 328 6132020 Stampa: Cooperativa Tipografica Editoriale - Loc. Sa Stoia - Z.I. Iglesias - Tel. 0781 21086 A Zia Adele Orrù, 100 anni, una vita di sacrifici intorno ad un sorriso distanza di qualche giorno dall’intervista alla spiritosa e simpatica nonnina Adele, andata in onda su La provincia del Sulcis Iglesiente TV, ho pensato di parlarvi di lei anche attraverso gli occhi del pronipote Nicholas Balia. Nicholas è un bambino di 7 anni, frequenta la seconda classe della scuola primaria ed è il figlio della figlia, della figlia di zia Adele... Leggete un po’ che racconta della sua bisnonna. «Di lei mi piace il fatto che ha compiuto 100 anni insieme a tutti i miei parenti, tante famiglie, ma anche tanti conoscenti. Mi piace andare a casa sua per vedere il suo sorriso che mi fa sempre quando arrivo. Mi piace giocare nel suo prato e raccogliere le pigne. Le voglio molto bene. È molto affettuosa, “tipo” mi da tanti abbracci e un sacco di baci. Quando lei mi da un bacio, io reagisco subito con un bacio ed un abbraccio fortissimo. È la mamma di mia nonna, ma anche la nonna di mia mamma, per me è la mia bisnonna. Io le chiedo sempre come sta e le mi dice che sta bene, ma che certe volte ha mal di schiena. Non l’ho mai vista adirata, è sempre felice e col sorriso. Le vorrei mandare un bacione e dirle che le voglio tanto bene!» Dopo questo fiume di parole scaturite dal cuore, non saprei che altro aggiungere se non che l’intervista con zia Adele è fruibile nel sito www. laprovinciadelsulcisiglesiente.com Vi scoprirete affascinati dai suoi racconti di quando era bambina, ragazza e poi sposa... madre, nonna e bisnonna. U Foto di gruppo intorno a Zia Adele Orrù. Zia Adele con il nipotino Nicholas. Una vita segnata da duro lavoro e sacrifici per la famiglia d’origine e poi per quella creata insieme a suo marito. Quando le ho chiesto se poteva svelarmi il segreto per i suoi 100 anni, ha risposto: «Lavorare... stare zitta... ascoltare e poi lasciar perdere e continuare...». Se volete vivere a lungo quindi non dovete far altro che seguire il suo consiglio... Grazie zia Adele e che i tuoi racconti volino in alto per sempre, in virtù di un passato che non deve essere dimenticato!!! Nadia Pische Piano Sulcis: Sant’Antioco dice no al ponte e chiede un tunnel per rilanciare l’Isola n nuovo ponte o un tunnel per l’attraversamento dell’istmo di Sant’Antioco? Questo interrogativo ha caratterizzato il dibattito sviluppatosi nella tavola rotonda svoltasi sabato 12 marzo a Sant’Antioco, organizzata per fare chiarezza sulle enormi potenzialità di sviluppo garantite dalla nuova infrastrutturazione dell’area portuale prospettata dal Piano Sulcis. L’obiettivo dell’iniziativa era confrontarsi, informare compiutamente i cittadini, sgomberare il campo da dubbi e fraintendimenti, mettendo in luce i vantaggi che possono assicurare i progetti contenuti nel Piano Sulcis, in termini di rilancio dell’isola di Sant’Antioco e dell’intero Sulcis Iglesiente. In campo ci sono circa 80 milioni di euro per la realizzazione di nuove opere progettuali di ampia portata. Al convegno, dal titolo “Piano Sulcis - Infrastrutture Master Plan Sant’Antioco”, hanno partecipato, tra gli altri: il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci; i sindaci di Sant’Antioco e Calasetta, Mario Corongiu e Antonio Vigo; il coordinatore per l’attuazione del Piano Sulcis, Tore Cherchi; l’ex pre- Il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, ha presentato progetti e il quadro delle risorse in campo per lo sviluppo dell’Isola di Sant’Antioco, ad iniziare dal nuovo ponte, il cui progetto ha incontrato L’attuale ponte di Sant’Antioco verrà superato con un nuovo ponte o un tunnel? sidente della Regione, Antonello Cabras, oggi presidente della Fondazione Sardegna; Giorgio Sanna, commissario dell’ex provincia di Carbonia Iglesias. numerosi oppositori e c’è chi, tra questi il consigliere comunale Torello Massa, propone un referendum popolare per individuare la soluzione migliore. L’angolo della poesia a cura di Nadia Pische Se anche tu desideri veder pubblicato un tuo pensiero, una tua poesia... non esitare, rivolgiti subito a: [email protected] . Non aspettare oltre... a volte realizzare un sogno sembra impossibile ma... mai dire mai! Come terra affamata di sconosciuti profumi e di emozioni mai provate, allungo la mano per stringere parole senza tempo, rifiutate dal mare, nella notte che copre una fuga che giace in un limite non definito sfogliato dal tempo. Riemerge dagli anfratti della terra la tua mano desiderosa di vita, le mie lacrime raccoglie e mi accarezza il volto, il suo calore appaga la mia cupa nostalgia ed un forte desiderio di stare con te... IL NUMERO 291 5-8.qxp_IL NUMERO 181 3/10 14/03/16 15:01 Pagina 1 8 Anno XXI • N° 291 • 15 Marzo 2016 La Provincia del Sulcis Iglesiente Significativo riconoscimento per l’evento che ha caratterizzato il 2015 nel settore delle mostre, dei mercati e delle fiere Alla “Primavera Sulcitana” il Premio ITALIVE.it 2015 P Il programma della seconda edizione che avrà inizio il 9 e 10 aprile a Carbonia, verrà presentato il 19 e 20 marzo, alla “Corte” di Cagliari. rimavera Sulcitana ha ricevuto lo scorso 25 febbraio, a Roma, il premio quale miglior evento ITALIVE 2015 nella categoria mostre, mercati e fiere. La consegna dei premi si è tenuta presso la splendida cornice dell’area archeologica dello Stadio di Domiziano, in Piazza Navona. Si tratta di un riconoscimento assegnato da ITALIVE.it , progetto promosso da Codacons, in partnership con Autostrade per l’Italia e la collaborazione di Coldiretti, che informa gli automobilisti su quello che accade nel territorio che attraversano, proponendo un calendario aggiornato dei migliori eventi organizzati e segnalando ciò che si produce nel territorio, mediante una scelta di prodotti eccellenti e di offerte enogastronimiche. Nel 2015 ITALIVE.it ha raccolto oltre 640.000 giudizi di valutazione dai suoi 2,8 milioni di visitatori; sono pervenute in redazione 12.655 segnalazioni di eventi, di cui 6.027 ammessi alla votazione dalla apposita commissione di esperti. La selezione dei vincitori è avvenuta tra gli eventi recensiti sul sito web ITALIVE.it in base ai giudizi espressi dai turisti e al parere di una commissione di esperti che ha valutato l’organizzazione, la competenza, l’affidabilità, la storicità, la comunicazione, l’originalità e la attrattività. La parola chiave che esalta e ottimizza questi parametri è Genius Loci, la capacità di estrarre la sintesi dei valori identitari di un territorio e della sua gente (tradizione, cultura e talenti) riuscendo a portarli fuori dei suoi confini ed affermarli. I comuni e gli organizzatori che si sono aggiudicati quest’anno l’importante riconoscimento hanno ricevuto il premio dal Direttore Generale del ministro dei Beni e delle attività Culturali e Turismo, Francesco Palumbo, dal Direttore Relazioni Esterne, Affari Istituzionali e Marketing Atlantia e Autostrade per l’Italia, Francesco Fabrizio Delzio, dal presidente Unaprol, 10 aprile. Il programma completo, che si svilupperà per 11 settimane, verrà presentato alla stampa, agli operatori turistici e al pubblico di Cagliari e area vasta, il 19 e 20 marzo, presso la Corte, in Giorgino di La delegazione presente a Roma alla consegna del premio ITALIVE.it . La tappa di Carbonia della Primavera Sulcitana 2015. Cantina Santadi David Granieri, dal presidente Codacons, Carlo Rienzi. Il Premio ITALIVE.it chiude l’evento 2015 e getta le basi per l’edizione 2016, che avrà inizio nel comune di Carbonia i prossimi 9 e Cagliari, animata per 48 ore da esposizioni artigianali, enogastronomiche ed agroalimentari. Verrà proposto anche un doppio festival, quello dello street food e quello dei vini del Sulcis Iglesiente. Via Su Pranu, 12 - Santadi - Tel. 0781 950127-953007 - Tel. e Fax 0781 950012 LATINIA Vino dolce da vendemmia tardiva di uve Nasco dei vigneti ad alberello - antica vigna “Latina” del Basso Sulcis della Sardegna. Vino mediterraneo, caldo, solare che, servito a 10°-12° C, esalta il dessert e partecipa a tutti i momenti di incontro e di festa. Ha ricevuto il “Premio speciale” “miglior vino dolce dell’anno” 2002 e i 3 bicchieri del “Gambero Rosso” Miglior vino da dessert al Vinexpò 2001 di Bordeaux. I Il 14 febbraio 1938 la tragedia nella miniera di Serbariu Il monumento abbandonato l 14 febbraio, per chi ha conoscenza della propria storia, delle proprie radici, di quanto accadde in questo giorno del 1938, 78 anni fa, è legato al ricordo e alla commemorazione, con grande rispetto di coloro che persero la vita in quella data a Carbonia. La data ufficiale dell’inaugurazione di Carbonia conosciuta da tutti, è quella del 18 dicembre 1938, ma in quella giornata si svolse la cerimonia voluta dal regime di allora, mentre la nascente città si poteva fregiare del titolo di “Comune”, già dal giugno 1937 (nell’occasione giunsero in quello che era un enorme cantiere, i ministri Tahon de Revel e Lantini), quando subentrò al precedente soggetto istituzionale, che era il comune di Serbariu, la stessa miniera prese il nome da quello che sino ad allora era il centro residenziale più prossimo al nucleo principale per l’estrazione del carbone, che nel “bacino Sirai - Serbariu”, era già stata avviata. Quello che in quel momento era il Comune più giovane del Regno d’Italia, nasceva per soddisfare le necessità energetiche della Nazione, per il fabbisogno autarchico, dell’energia e di materie prime e per questo occorrevano un enorme numero “di braccia” (circa 15.000 addetti), che andavano collocate a livello residenziale a “bocca di miniera”. Da tutta Italia, arrivarono a migliaia, per affrancarsi dalla condizione di miseria che sopportavano nei loro paesi. Perché, a parte la ristretta cerchia dei tecnici, dirigenti, funzionari del regime, la stragrande maggioranza di chi giunse, in molti casi senza sapere cosa fosse una miniera, a rischiare la vita, nelle viscere della terra, lo fece “per fame”, per sfamare le proprie famiglie. Una delle regioni che era maggiormente rappresentata era l’Abruzzo nel 1938, le fonti storiche parlano di 291 persone provenienti dalle varie province abruzzesi. Cinque di loro erano arrivati da pochi giorni, alcuni solo il 4 febbraio, sicuramente furono sistemati, nei primi alloggi provvisori, subito abili arruolati per il lavoro nel sottosuolo. Era la mattina del 14 febbraio 1938, destinazione Pozzo 1, la galleria a “meno 150 metri” si allagò improvvisamente, i cinque non riuscirono a raggiungere “la gabbia per la risalita”, si rifugiarono sulla sommità di una “rimonta” (galleria in salita)” ma quel fiume in piena rapidamente allagò ogni spazio, provarono con tutte le loro forze a costruire una diga, per deviare l’acqua, ma quell’elemento fu più forte di loro. Morirono tutti e cinque, la loro fu una fine terribile. Erano arrivati tutti dalla provincia di Chieti, nello specifico da Taranta Peligna, i due fratelli Amadio e Nicola Merlino, di 47 e 34 anni, Ni- E cola Santarelli di 46, Domenico Marinelli di 21, il più giovane di anni ne aveva appena 17, era di Lama dei Peligni, Ludovico Silvestri. I loro corpi furono recuperati solo il 23 giugno (4 mesi dopo), oggi si può solo immaginare in quale stato, quando le pompe idrovore, riuscirono a far defluire tutta l’acqua, di loro, dei loro sogni, delle loro speranze, una vita diversa, rimasero delle piccole casse, con i loro pochi averi, indumenti ed effetti personali, che furono inviati ai familiari, che non poterono essere presenti ai funerali. Furono i primi caduti in quella che oggi è chiamata Grande Miniera di Serbariu, ne seguirono altri 123, alla media di 5 per ogni anno, età media 37 anni, nessuna miniera sarda ha avuto tante vittime nello stesso arco di tempo nel periodo 1 gennaio 1938 - 31 dicembre 1963, tra loro il 15 ottobre 1941, presso il Pozzo Vecchio di Nuraxeddu, il più giova- Il monumento abbandonato. ne in assoluto, Salvatore Viola, classe 1927, nativo di Siliqua, appena 14 anni, precipitò nel pozzo osservando la gabbia in risalita. Nel 1999, l’Amministrazione comunale, in occasione delle celebrazioni per l’inaugurazione della città, dedicò uno spazio significativo al ricordo di quel tragico evento. Ma lo si deve a CGIL, CISL, UIL (!!!) unitariamente, che il 14 febbraio 2002, riportarono finalmente alla memoria collettiva, le figure di quei pionieri, a cui tutti, dovrebbero porgere il doveroso omaggio. Fecero in modo che i sindaci dei due comuni abruzzesi di provenienza, Graziano Merlino (omonimo di due caduti) e Rocco Vielli, con le fasce tricolori, insieme al collega di Carbonia Salvatore Cherchi, i segretari delle tre sigle sindacali, Bruno Saba, Mario Crò, e il compianto Sergio Usai, accompagnati da tantissimi cittadini, si raccogliessero, tutti insieme, presso il monumento in trachite, posto in corrispondenza del punto dove perirono (grazie alla ricerca topografica di Luciano Ottelli). Altri monumenti simili sempre realizzati dall’artista Luigi Angius, sono visibili in altri punti di analoghe disgrazie (vedi centro intermo- dale, ingresso strada CFadda Cortoghiana). Le cronache di quella giornata, tratte dagli articoli dell’Unione Sarda e La Nuova Sardegna (Enrico Cambedda, Gianfranco Nurra, Sandro Mantega), riportano testimonianze toccanti, come quella del figlio di Nicola Santarelli: «Non ho mai conosciuto mio padre ed ero sempre alla ricerca delle cause, quelle vere della sua morte. Quel giorno mia madre aspettava una sua lettera, arrivò invece l’annuncio della sua morte. Vengo oggi a Carbonia, e sono felice perché rientro al mio paese di origine affidando le spoglie di mio padre alla comunità di questa città». Con la voce rotta dall’emozione, Cettina, figlia di Amadio Merlino, aveva 9 anni quando perse il padre, ha raccontato che suo padre era un piccolo e povero contadino, scelse Carbonia per un motivo che oggi farebbe sorridere, ma che allora, in quegli anni, rappresentava un dramma. Morì la mucca, che per la famiglia era la sola ricchezza e una grande gelata distrusse il magro raccolto. Partì il 4 febbraio, dopo dieci giorni la tragedia. Durante la benedizione della loro “tomba comune”, rimessa in condizioni più decorose nel “vecchio cimitero di Serbariu”, venne rimarcato, che quel sacrificio, almeno non fu invano, perché da quella disgrazia, scattarono i primi provvedimenti per la sicurezza in miniera, sino ad allora pressoché inesistenti. Non impedirono che se ne verificassero molti altri, ma senza il progressivo miglioramento, sarebbero state molte di più. Il tutto si concluse con un solenne impegno: «Il San Valentino, in città “sarà” d’ora in poi una giornata dedicata ai ricordi». Purtroppo non è così, il cippo in trachite che «dovrebbe preservarne la memoria», è posto in un luogo ormai divenuto inaccessibile, sia dalla strada adiacente il centro intermodale, perché sotto il livello stradale, sia dall’interno della Grande Miniera, percorrendo il binario ferroviario, la vegetazione ha fatto il suo corso, impadronendosi del passaggio. Nessun cartello indica cosa sia e perché, in quel luogo si trovi, quella che è comunque un’opera artistica, malgrado in quelle aree si siano succeduti diversi cantieri comunali, per pulizie e manutenzioni. Il “Cimitero Monumentale” viene aperto esclusivamente in occasione della commemorazione dei defunti e almeno in quell’occasione, pur sporadica, la tomba dei cinque minatori viene pulita, omaggiata di fiori, e si svolge una cerimonia in loro suffragio e degli altri defunti, tumulati prima della costruzione del nuovo cimitero. Antonello Pirotto Il sindaco di Santadi è il nuovo coordinatore regionale Elio Sundas guida le Città dell’Olio lio Sundas, sindaco di Santadi, è il nuovo coordinatore regionale delle Città dell’Olio. è stato eletto nel corso dei lavori dell’assemblea regionale svoltasi a Cagliari. La filiera dell’olio in Sardegna ha raggiunto un’elevata qualità ma può crescere ancora. «Abbiamo una qualità di prodotto eccellente ma siamo convinti che il comparto sardo possa crescere ancora» ha detto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi -. Per fare questo occorre esaltare le potenzialità del settore sfruttando a pieno le opportunità di sviluppo offerte dagli strumenti re- Elio Sundas. gionali, a cominciare dal nuovo Programma di sviluppo rurale». L’assessore Falchi ha poi preci- sato che «l’assessorato lavora per spingere i comparti all’integrazione di filiera e in questo senso si apre una grande opportunità per il settore olivico per il quale risulteranno importantissimi i bandi destinati all’ammodernamento delle aziende e dei frantoi, alla certificazione e promozione del prodotto anche attraverso i progetti di filiera. Lavoreremo a stretto contatto con Consorzi di Tutela, Associazioni di produttori, Comuni e GAL». Alla giornata di lavori, ha partecipato anche l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu. IL NUMERO 291 4-9.qxp_IL NUMERO 181 3/10 14/03/16 11:39 Pagina 2 Anno XXI • N° 291 • 15 Marzo 2016 La Provincia del Sulcis Iglesiente 9 IL NUMERO 291 3-10.qxp_IL NUMERO 181 3/10 14/03/16 12:11 Pagina 1 10 Anno XXI • N° 291 • 15 Marzo 2016 La Provincia del Sulcis Iglesiente Sala del Teatro Centrale di Carbonia gremita per “Sogno di una notte di mezza estate” nella versione Cappuccio-Di Palmas L’inedito Shakespeare di Lello Arena e Isa Danieli L Ottima l’interpretazione regalata al pubblico dai due attori principali e dall’intera compagnia Ente Teatro-Cronaca. o psicanalista Carl Jung, scriveva che colui che dà ascolto ai propri sogni si realizza completamente: Cinzia Crobu. il sogno è da lui paragonato proprio ad un teatro all’interno del quale chi sogna «è scena, attore, suggeritore, regista, autore, pubblico e critico insieme». Spinto da questo calzante parallelismo, l’autore Ruggero Cappuccio, si è misurato - ricavandone una personalissima scrittura - con il “Sogno di una notte di mezza estate” Shakespeariano; lo spettacolo è andato in scena - in data 4 marzo - presso il Teatro Centrale, inserito nel cartello ne CeDac. Personalissima scrittura, si diceva, in cui la lingua del Bardo (o meglio, dovremmo parlare di autorevoli traduzioni in lingua italiana) viene mescolata, sapientemente, all’idioma partenopeo, infarcito di battute sagaci e innata musicalità. Bastano pochi minuti per rendersi conto del buon esito di tale operazione; in una scena curata ed essenziale, ci attendono adagiati in un letto matrimoniale, Lello Arena e Isa Danieli, rispettivamente Oberon, re degli elfi, e Titania, regina delle fate. Sono i protagonisti di questa favola che risulta limpida (e forse necessaria) interpretazione di una commedia, amata quanto notoriamente U intricata. In uno spazio, adibito a camera da letto, apparentemente popolato solo dai due coniugi, l’ottima regia di Claudio di Palma fa vivere il teatro dentro al teatro, a sua volta popolato d’attori e burattini. Colti nella intimità domestica, in camicia da notte d’epoca - seppur rigorosamente vesti- Lello Arena. ti di bianco, pallidi in volto e canuti nelle chiome vaporose, per esigenze di copione - Arena e la Danieli appaiono più vividi che mai. Rodati nei dialoghi serrati, nella litigiosità, nel rinfacciarsi il passato (soprattutto l’amore giovanile contrastato dalla famiglia e le peripezie per poter coronare l’unione, vicenda non dissimile dal sogno poi messo in scena) sono perfettamente a loro agio nell’uso del dialetto, quanto nelle parti in italiano. La commedia, volendo brevemente ricordare la trama, comprende tre distinte storie, che convergono verso la celebrazione del matrimonio tra Teseo, duca di Atene, e Ippolita, regina delle Amazzoni. Lisandro e Demetrio, giovani ateniesi, sono innamorati della stessa donna: Ermia. Quest’ultima, però, ama solo Lisandro, mentre la sua amica Elena è innamorata di Demetrio. Il padre di Ermia, Egeo, impone tuttavia alla figlia di sposare Demetrio. Allora lei fugge per i boschi con Lisandro, seguita da Elena e Demetrio. Le due coppie presto si smarriscono nel buio e nelle loro schermaglie amorose. Nel contempo, Oberon e Titania, fanno tappa nello stesso bosco in cui si trovano i quattro ragazzi. Nel Dal 26 al 28 febbraio la Grande Miniera ha ospitato la prima fiera “Dimmi di sì” n mondo magico quello che, il gruppo Eventi d’arte, è riuscito a ricreare all’interno dell’auditorium della Grande Miniera di Serbariu, dal 26 al 28 febbraio. All’ingresso stewart ed hostess, studenti del corso “cerimonia” dell’istituto Ipia di Iglesias, hanno accompagnato per le tre serate gli ospiti che, accolti da sorrisi e gentilezza, si sono trovati subito a loro agio nel visitare gli straordinari angoli creati dagli espositori che hanno dato vita all’evento. Un viaggio che ogni coppia di futuri sposi ha potuto compiere affidandosi ad esperti del settore… Dall’auto dalla linea elegantissima con tanto di autista, una Limousine di 9,20 metri, al viaggio verso straordinarie mete… dall’animazione simpatica e coinvolgente, allo splendido allestimento di tavole raffinate… e ancora confetti, bomboniere e fotografi pronti R ad immortalare per sempre momenti indimenticabili… un’altalena con fiori e farfalle su cui cullare fantasia e non solo… Tutto a misura di sposi… una occasione da non perdere… un in- L’auditorium della Grande Miniera ha ospitato la prima fiera “Dimmi di sì”. i sogni d’amore ed abiti dettati da cuore e passione… una carrozza su cui viaggiare con le ali della vito a cui in tanti non hanno saputo dire di no… Dimmi di sì. N.P. L’associazione Argo Nautilus di Portoscuso sta organizzato l’evento Nasce la Fiera del libro di Iglesias itrovarsi intorno ad un tavolo ovale per discutere di un’iniziativa che ha a che fare con i libri e con una probabile fiera è stato veramente piacevole... è successo a Iglesias, nella sala riunioni del Centro direzionale di Via Isonzo. L’assessore Simone Franceschi, infatti, ha pensato di convocare il comitato proponente l’evento, l’associazione Argo Nautilus di Portoscuso, associazioni, librai, editori ed insegnanti che intenderanno animare il tutto. Discussione molto produttiva e, per certi versi, entusiasmante... basti pensare all’idea di poter trasformare il centro storico in un salone della lettura a cielo aperto dove arte e musica si sposano in un connubio di poesia. La poesia delle varie arti che si incontrano per volare in alto e portare il fruitore di tale bellezza in giro per un mondo virtuale ma ben radicato, il mondo della cultura... quella che viaggia velocemente, che non si stanca mai di riproporsi, di reinventarsi, di dar vita a nuove avventure. L’ispirazione dell’iniziativa è da ricercare nella festa di San Giorgio che prende vita a Barcellona, quando libri e fiori diventano i protagonisti dell’evento. Ad Iglesias i fiori rimarranno sui balconi, come vuole la venticinquesima edizione di “Balconi fioriti” e verranno sostituiti dalle Per l’occasione verranno ricordati inoltre due grandi ed intramontabili scrittori: Miguel de Cervantes e William Shakespeare, a distanza di 400 anni dalla loro nascita. La prima fiera del libro con questi preamboli promette davvero be- Il primo incontro organizzativo della Fiera. leccornie del territorio... Pane coccò e dolci tipici diventeranno, insieme ai libri, le star di quattro giorni di carosello di reading, esposizioni, incontri culturali e proiezioni di film. ne... ora sta a voi, cari lettori, darne maggior diffusione possibile, perché senza pubblico i libri rimarrebbero chiusi ed il cuore del centro storico non potrebbe pulsare. Nadia Pische nostro caso invece saranno tutti questi personaggi a popolare la casa di Oberon e Titania. Tra spremute di fiori dai poteri magici e vivaci siparietti, inerenti la messa in scena di una rappresentazione teatrale sul tema di Piramo e Tisbe da rappresentare alle nozze, l’intera brigata si riunisce nel- sue apparizioni nell’“arsenale”). «Nel perimetro simbolico della sala di un antico palazzo napoletano, Titania e Oberon attivano una drammaturgia di capricci e smanie riducendo le sorti degli uomini a fragili trame da vecchi teatri dei burattini». La regina e il re delle fate tirano i Lello Arena e Isa Danieli in una scena del “Sogno di una notte di mezza estate”. la foresta per le prove dello spettacolo, pronti a garantire il lieto fine ed il giusto ricollocamento di tutte le coppie in questione. La casa di Oberon e Titania diviene un luogo fantastico e dalle infinite potenzialità: è uno stanzone dalle proprietà magiche, in cui i racconti dei suoi avventori prendono subito vita, per donare forma alle emozioni e alle paure (quasi inevitabile il pirandelliano “I giganti della montagna” e le C fili di vite sospese e decidono le sorti dei giovani innamorati come del sorano di Atene e dell’Amazzone, e dei buffi artigiani, elargendo a capriccio felicità e infelicità, con ingenua crudeltà di fanciulli. Interessantissima intuizione del regista Di Palma è l’uso delle garattelle, i burattini della tradizione partenopea, intagliati sapientemente nel legno; le loro dimensioni permettono movimenti raffinati e agili e la perfetta resa di ogni stato d’animo. Degni di nota Fabrizio Vona nei panni di Puck, folletto alle dipendenze di Oberon, gli altri attori interpreti dei ruoli secondari (Renato De Simone, Enzo Mirone, Rossella Pugliese, Antonella Romano), le scene di Luigi Ferrigno e i costumi di Annamaria Morelli per EnteteatroCronaca. Prossimo appuntamento con la prosa, presso il Teatro Centrale: tra mito e storia - il 21 marzo - “Incendi” di Wajdi Mouawad, nella mise en scène di Sardegna Teatro, con Maria Grazia Bodio, Lia Careddu, Corrado Giannetti, Paolo Meloni, Isella Orchis, Marta Proietti Orzella, Cesare Saliu, Giorgia Senesi, Marco Spiga, Mariagrazia Sughi, Luigi Tontoranelli, Agnese Fois e Leonardo Tomasi, per la regia di Guido De Monticelli, racconta l’epopea amara di una guerra fratricida. La tragedia moderna si intreccia agli archetipi antichi, la descrizione del caos: tra stragi, deportazioni, fughe e disastri, di un paese sconvolto da un conflitto affiora attraverso i ricordi, rompendo il muro del silenzio, in una singolare eredità che una madre lascia ai figli, con il compito di scoprire le proprie radici, ritrovare se stessi sulle tracce di un padre e di un fratello scomparsi. La verità si rivelerà d’improvviso, tra l’eco delle parole della “donna che canta”, in una catena di odio che può essere spezzata e vinta solo dall’amore. Cinzia Crobu A voi vittime di bullismo e/o di mobbing, leggete e fate tesoro del mio racconto... erto che la vita è strana... e a volte quando meno te l’aspetti ti ritrovi ad aver una voglia improvvisa di scrivere per raccontare qualcosa che in passato ti ha fatto tanto male e che forse oggi può aiutare qualche ragazza a stare un pochino meglio... Stamane, all’alba, mentre chattavo di bullismo con una cara amica, perché una tosse tremenda non mi faceva dormire, mi sono improvvisamente resa conto che dovevo dar voce alle mie sofferenze... Mi rivolgo a tutte le persone che, in qualche modo, vengono vessate, umiliate, prese in giro per un qualcosa e, anziché riuscire a reagire, magari dando poca importanza alla cosa, subiscono e soccombono sotto angherie che le segneranno per sempre nell’intimo e che mai dimenticheranno... Ero bambina, avevo solo sette anni, e a quel periodo risale il mio primo ricordo di violenza psicologica. Papà lavorava come operaio, mamma faceva la casalinga ed io avevo un tenero e fantastico fratellino. Purtroppo, per continui problemi di salute dei miei genitori, parte dello stipendio se ne andava via... Mamma, abile sarta, confezionava gli abiti su misura apposta per me ma, purtroppo, non era una firma famosa e mi vestiva da bambina, con tanto di gonna lunga sino al ginocchio, calzettoni o pantaloni larghi... di contro le mie compagnette indossavano minigonne, calze velate e pantaloni stretti. Vittima di risatine e di indici puntati contro, ho cercato di andare avanti e sono arrivata alla prima media... Le mie compagne tutte truccate, fighette nella loro minigonna o nel vestitino firmato e io con abiti cuciti da mamma... A sedici anni due amiche gemelle fecero una festa e mi dissero, ridacchiando, che non potevano invitarmi perché per andare avrei dovuto indossare jeans Fiorucci, scarpe da tennis Superga in tela bianca e maglietta bianca Fruit of the loom... che io ovviamente non avevo... Quanto piansi, ragazze, non ne avete un’idea... Sono passati più di trent’anni, ma ricordo ancora quanto mi bruciavano gli occhi colpa delle lacrime... Volevo fare la maestra e mi iscrissi alle Magistrali... mamma continuava a cucire i miei vestiti con una perfezione disarmante, a volte indossavo anche abiti cuciti da una sua amica sarta... purtroppo però la linea non aveva niente a che fare con la moda del momento... ed io continuavo a ritagliare le foto per evitare che si vedessero i vestiti che indossavo... Ancora oggi le guardo e potrei descrivere gli abiti che indossavo, nonostante il pezzettino della foto manchi ormai da anni... In terza magistrale, poi, raggiunsi forse il massimo della disperazione, tanto da pregare mio padre di ritirarmi da scuola... una mia compagna di classe in particolare mi prendeva in giro quotidianamente chiedendomi perché mi vestissi così male... io non sapevo che dire e al rientro a casa piangevo, piangevo e mi disperavo, non avevo voglia di studiare, mangiavo poco ed ero magrissima... questo faceva di me una vittima di scherno ancora più appettibile... perché sei così magra? Perché non hai la brioss del Mulino Bianco? Come mai non ti compri il panino da Ardau? E giù a ridere... io stavo zitta e poi a casa piangevo... Un giorno mamma, per “farmi stare meglio”, mi comprò un paio di tronchetti da Tronci calzature... io, al colmo della felicità, le indossai per andare a scuola ignara di quel che da lì a poco mi sarebbe successo... non feci in tempo a salire sul pullman che mi avrebbe portato a scuola che fui aggredita dalla famosa compagna di classe... vi starete chiedendo... come mai? Semplice... mamma mi aveva comprato, senza saperlo, le scarpe uguali alle sue... persino dello stesso colore: rosa antico con la pelliccetta che fuoriusciva color beige... Apriti cielo! Tra le tante cose che mi gridò ricordo ancora una frase in particolare... Come ti sei permessa? Al rientro a casa ero disperata e non volevo più andare a scuola... Mio padre e mia madre, genitori con la g maiuscola... provarono a farmi ragionare ma... io persi l’anno... ebbene sì, mi bocciarono... non avevo voglia di studiare... Di questi esempi ve ne potrei fare tantissimi ma voglio farli facendo un salto nel tempo. Tra una lacrima e l’altra, mi sono poi diplomata e sono diventata un’insegnante soddisfatta, appagata, svolgo dal 1991 un mestiere che amo, adoro i miei bambini a cui dico sempre che sono brutti, monelli, ma anche bravi e belli... chiedo ai miei alunni che indossino sempre il grembiule e vigilo anche in ricreazione che nessuno prenda in giro un compagnetto o una compagnetta... Appena passata in ruolo, ebbi la sfortuna di dover usufruire della legge 104 per mio figlio e, da vittima di bullismo, diventai vittima di mobbing... Un dirigente arrivò a dirmi che non potevo chiedergli niente, visto che mio figlio era iscritto alla scuola materna in un istituto diverso da quello dove insegnavo, poco accorto a ricordarsi che lo dovetti iscrivere in un’altra scuola perché loro non facevano l’accoglienza ed io dovevo essere puntuale a scuola! Una responsabile di plesso mi chiamava tutti i giorni mentre mio figlio era ricoverato in ospedale ad un passo dalla rianimazione per ricordarmi che i miei problemi creavano problemi alla scuola... Una dirigente qualche anno più tardi non nominava, preciso che parlo di anni in cui poteva farlo, non come oggi, e quando io mi assentavo in 104 si portava parte dei bambini in ufficio e divideva gli altri... L’elenco sarebbe lungo... credo basti così... per far riflettere chi si riconosce nelle persone nominate... ma, soprattutto, per aiutare tante vittime come me ad essere forti e a non subire le angherie in silenzio, a non lasciare che diventino traumi, a reagire difendendosi, a superare le paure, le paure di parlare, di raccontare, di confidarsi con qualcuno... Voglio lasciarvi con un’ultima piccola riflessione che vi sarà utile per guardarvi intorno e tirar le somme... Mamma e papà non mi hanno fatto mai mancare nulla... non mangiavo le brioss del Mulino Bianco ma la ciambella di mamma, il paninetto me lo preparava lei, non avevo abiti firmati ma andavo sempre al mare o in campagna, avevo cose diverse da quelle che avevano loro... avevo le cose migliori, le più belle... ma non lo sapevo... Ora sono grande... sono diventata una donna forte che difende i deboli dai soprusi... un’insegnante attenta ed una giornalista che crede fermamente nella potenza dei mass media quale veicolo portante di informazioni e formazioni utili e necessarie a vivere meglio. Mio papà da cinque anni non c’è più, leggere questa lettera forse gli avrebbe fatto male, mamma non so se la leggerà, nel caso, forse, «la farà stare un pochino male», ma io oggi ho sentito l’esigenza di scriverla nella speranza che possa aiutare qualche adolescente in difficoltà. La vita è un dono prezioso... pertanto è un nostro dovere viverla appieno come preferiamo, senza indici puntati contro, non abbiate timore... Buon tutto a tutti, cari lettori! Ops scusate... Vi starete chiedendo che fine abbia fatto quell’adorabile compagna... la vedo spesso e mi saluta guardandomi con fare sprezzante... sarà perché non vesto ancora griffato? Ah, ah, ah... Nadia Pische [email protected] IL NUMERO 291 2-11.qxp_IL NUMERO 181 2/11 15/03/16 10:00 Pagina 2 Anno XXI • N° 291 • 15 Marzo 2016 11 La Provincia del Sulcis Iglesiente CANALE 40 IN ONDA IL FUTURO Tel. 0781 672155 [email protected] Le due maggiori squadre sulcitane continuano a recitare un ruolo da protagoniste e minacciano da vicino il secondo posto del Bosa Monteponi e Carbonia a braccetto al terzo posto L Il Carloforte, corsaro a Bosa, resta in corsa per la salvezza mentre resta assai difficile la posizione dell’Atletico Narcao, penultimo. e clamorose sconfitte interne subite dalla capolista Orrolese (1 a 2 con il Quartu 2000) e dalla sua prima inseguitrice Bosa (0 a 2 con il Carloforte, ora quart’ultimo, a tre punti dalla quota della salvezza diretta) e le concomitanti convincenti vittorie interne di Carbonia (2 a 1 alla Villacidrese) e Monteponi (3 a 0 all’Atletico Narcao, penultimo, sempre a tre punti dalla quota play out), riaprono la lotta al vertice a cinque giornate dalla fine nel girone A del campionato di Promozione regionale. I ko di Orrolese e Bosa non se li aspettava proprio nessuno, soprattutto in considerazione degli avversari, che sulla carta non avrebbero dovuto costituire ostacoli particolarmente impegnativi (il Quartu 2000 si presentava con 29 punti in classifica, due soli in più di Siliqua e Villacidrese, appaiate al quart’ultimo posto; il Carloforte con 21 punti al terz’ultimo posto), e Carbonia e Monteponi sono state brave ad approffittarne per dimezzare il ritardo dalla seconda posizione che dà diritto a disputare i play-off promozione. L Il Carbonia ha vinto con pieno merito la gara casalinga con la Villacidrese nella giornata della festa biancoblu (organizzata dalla società biancoblu e dal gruppo de “I Bri- perla di Giuseppe Corona per ritornare in vantaggio e vincere la partita per l’entusiasmo della sua tifoseria. Per la Monteponi il derby con l’Atletico Narcao non ha riservato La formazione del Carbonia che ha superato la Villacidrese. ganti”), anche se, dopo aver sbloccato subito il risultato con Giuseppe Corona ed aver sprecato tanto in fase offensiva, ad una dozzina di minuti dalla fine ha subito il goal del pareggio e c’è voluta un’autentica problemi e la squadra rossoblù ha colto la terza vittoria consecutiva della nuova gestione tecnica del ritrovato Vittorio Corsini. Il calendario, sulla carta, è ora favorevole al Carbonia che è ora atteso La Pol. Calasetta in campo con un messaggio di solidarietà «Un calcio alla disoccupazione del Sulcis» a polisportiva Calasetta partecipa al campionato master 50 organizzato dalla A.S.C. Cagliari (ve- Una formazione della Pol. Calasetta. di sito www.A.S.C.Sardegna). La squadra è composta da giocatori L provenienti da vari paesi Sulcis ed ultimamente sta scendendo in campo con una maglia recante la scritta «un calcio alla disoccupazione del Sulcis». Le partite, aldilà dell’aspetto ludico sportivo, hanno come scopo quello di inviare un messaggio alle Istituzioni per denunciare lo stato di abbandono del territorio e la ripresa attraverso il Piano Sulcis delle attività economiche nel Sud della Sardegna. dalla trasferta sul campo del Quartu 2000, la partita interna con il Girasole, il derby di Narcao, il derby interno con il Carloforte e la trasferta conclusiva sul campo del Guspini trasferta prima con il Guspini Terralba poi con il Sant’Elena, in casa con la Monteponi, a Senorbì e, alla ultima giornata, il confronto diretto con la capolista Orrolese. tita casalinga con il Guspini Terralba e, infine, la trasferta di Bosa. Se non lasceranno per strada punti in maniera inattesa, sia il Carbonia sia la Monteponi hanno grosse chances Vittorio Corsini (Monteponi). Alessandro Ciccu (Carloforte). Gianni Maricca (Atletico Narcao). Terralba. La Monteponi giocherà domenica a Carloforte, poi nell’ordine in casa con il Guspini Terralba, a Bosa, a Quartu con il Sant’Elena e, infine, in casa con il Senorbì. Il Bosa, da parte sua, giocherà in L L’Orrolese, nonostante la sconfitta, appare ancora favoritissimo per la promozione diretta. Il suo calendario prevede la trasferta di Arbus, la partita interna con l’Atletico Narcao, la trasferta di Carloforte, la par- di riagganciare il Bosa al secondo posto, mentre solo un crollo, al momento assolutamente imprevedibile, dell’Orrolese, potrebbe riaprire i giochi per la prima posizione. Giampaolo Cirronis Iglesias ha celebrato i 90 anni del Campo Sportivo Monteponi «Ai gloriosi calciatori del G.S. Monteponi» o acorso 18 febbraio Iglesias ha celebrato i 90 anni del Campo Sportivo Monteponi, inaugurato il 24 gennaio del 1926, nell’area adiacente alle Case Operaie. L'impianto venne realizzato su iniziativa della Società Monteponi. Su quel campo, il G.S. Monteponi, sezione sportiva del dopolavoro aziendale fondato nel 1925, giocò per oltre 20 anni prima che il nuovo “Monteponi” prendesse il suo posto, nel 1948 e vinse tre campionati regionali e fu la seconda squadra, dopo il Cagliari, a giocare in un campionato nazionale (II divisione). Per celebrare l’anniversario, l’Amministrazione comunale di Iglesias ha scoperto una targa nel punto dove sorgeva il campo ed ha organizzato una serata di studi che si è tenuta al Centro Culturale di Via Cattaneo, alla quale sono intervenuti il sindaco Emilio Gariazzo e il vicesindaco Simone Franceschi. Le relazioni sono state tenute da Giampaolo Atzei, su “La costruzione del campo sportivo nelle carte dell’archivio Ferraris”, e Mario Fadda, su “Il calcio sardo e quello igle- soblu presenti alla serata, Nino Falchi, calciatore e tecnico per tantissimi anni, che ha dedicato 50 anni della sua vita al calcio, da alcuni anni in La targa sistemata nel sito in cui sorgeva il primo Campo Sportivo Monteponi. siente negli anni Venti e Trenta”. Tra gli ex calciatori e tecnici ros- pensione. G.P.C. Grande partecipazione e straordinario entusiasmo, domenica 6 marzo, alla seconda edizione di “Cagliari SoloWomenRun” Roberta Ferru ha vinto la 10 km Challenge competitiva dopo la Open di 3.700 “amatori” e previsioni del meteo non erano certo favorevoli, ma questo non è bastato a demotivare e bloccare le tantissime donne che, domenica 6 marzo, si sono presentate al Poetto di Cagliari per una corsa solidale. Insieme per un unico obiettivo: combattere la violenza in genere e favorire la salute delle donne. Le magliette fuxia indossate dalle donne partecipanti alla 2ª “Cagliari SoloWomenRun” erano davvero tante, cornice perfetta il mare e la spiaggia di un angolo meraviglioso della nostra isola. Prima tappa, quella svoltasi a Cagliari, che poi continuerà a Trieste, per concludersi a Monza. Bionde, brune, rosse, tutte in prima linea per correre verso un futuro migliore, sole o con i loro bambini, con la loro cagnolina o con un partner poco lontano, insieme L’entusiasmo alla partenza. per perseguire un sogno... il sogno di un domani senza quel male tremendo che spesso ti toglie la vo- glia di combattere, di reagire, di andare sino in fondo... Tanti sorrisi forti e fiduciosi, come quello di Valentina, una splendida ragazza che tramite una lettera ha voluto raccontare la sua storia di giovane donna colpita da un tumore. Lei era lì col suo sorriso e con la sua insaziabile voglia di vivere, pronta ad infondere coraggio, pronta a dimostrare che lottare, spesso, può voler dire vincere. I suoi occhi brillavano nel ricevere gli applausi sotto un cielo che non ospitava più il sole, ma una pioggia insistente. Tutti sotto gli ombrelli a seguire l’ultima parte dell’iniziativa, dedicata alle premiazioni. Premiazioni per le atlete agoniste (1ª Roberta Ferru dell’Asd Cagliari Atletica Leggera, in 34’; 2ª Raimonda Nieddu dell’Asd Cagliari Atletica Leggera, in 34’27”; La vincitrice Roberta Ferru. 3ª Sara Paschina della Shardana Asd, in 34’29”) e per le non competitive, inserite nelle categorie amatori. Anche se, a dirla tutta, ogni donna partecipante è stata vincitrice sul traguardo di Marina Piccola... Il volo dei palloncini bianchi all’inizio della maratona amatoriale, ha fatto volare in alto un messaggio importante “Lottare contro il male per uscirne vincitori!” Le quote raccolte, versate dalle partecipanti, saranno donate a favore di progetti a sostegno di donne disagiate. Un evento dalla straordinaria presenza di calore umano che ha scaldato nel profondo dell’anima... All’anno prossimo... tutte insieme e sempre di più! Nadia Pische IL NUMERO 291 1-12.qxp_IL NUMERO 181 2/11 15/03/16 09:44 Pagina 1 12 Anno XXI • N° 291 • 15 Marzo 2016 La Provincia del Sulcis Iglesiente MACELLERIA Rosticceria - Polleria Carni rosse e bianche - Prodotti pronto cuoci Piatti pronti (arrosti) su prenotazione Consegne a domicilio in tutto il Sulcis Aperto 7 giorni su 7 (la domenica solo al mattino) Via Bellini, 14 - Carbonia - Tel. 0781 1884515