Lunedì 7 Novembre 2011
Roma
ne
Salute ws
Anno IV - N° 77
QUINDICINALE DI INFORMAZIONE
Direttore editoriale Tiziano Battisti
Reparti pediatrici d’Italia,
oltre i colori niente?
Inchiesta sulle pediatrie degli ospedali italiani.
Bene le strutture ma ancora poche le attività
Troppa poca attenzione all’umanizzazione delle cure.
Ancora scarso il coinvolgimento dei genitori. Pag. 2
All’interno
MODE
Cresce lo
‘sballo alcolico’
tra i giovani
a pag. 4
TUMORE
In una proteina
la chiave
per fermarlo
a pag. 8
AUTISMO
Il Presidente della Regione Renata Polverini ha inaugurato il nuovo reparto di
Radioterapia e la nuova l’Unità di Terapia intensiva respiratoria al San Filippo Neri. Pag. 23
Intervento
terapeutico
per i bambini
a pag. 13
Medicina
Salute
Ambiente
Infertilità e diabete,
la cura dalle ossa
Gotta, in aumento
i casi tra le donne
Cibo nella spazzatura, Battisti
&
come evitare sprechi Federfarma
a pag. 10
a pag. 11
a pag. 14
OPINIONI
a pag. 23
2
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7 Novembre 2011
Primo piano
L’inchiesta
30%
delle strutture propone attività
ludo-ricreative per stimolare
l’attenzione e la creatività
dei più piccoli
I dati del rapporto presentato dall’Associazione Culturale Pediatri e dalla Società italiana scienze infermieristiche pediatriche
LE PEDIATRIE? SOTTO I COLORI POCO O NIENTE
Il campione esaminato rappresenta più del 20%
dell’intero numero dei reparti di pediatria
ratori sanitari (85
infermieri e 26
medici) di altrettante strutture
i parla spesso di umadei quali l’82%
nizzazione degli ospelavorava
per
dali. Il ricovero può – a
reparti pediatrici
prescindere
dalla
di
ospedali
motivazione che lo
generalisti e il
rende necessario – rapprerestante
18%
sentare un’esperienza traudipendente di
matica. Per fortuna nella
pediatrie inserite
maggior parte dei nosocomi
in
nosocomi
l’era delle maxi-corsie comspecializzati
prendenti anche più di dieci
nella cura dei più
letti con rispettivi pazienti si è
piccoli.
Per
conclusa a favore di stanze
quanto nel legper la degenza molto più
gere i dati sia
confortevoli e meno affollate.
necessaria una
Quando poi a subire un ricocerta
cautela
Bene i nuovi reparti pediatrici. Foto sopra: il prof. Paolo Siani presidente di Acp
vero è un bambino la situatrattandosi
comunque di un
zione diventa ancora più deliquestionario compilato on occupante è quello che mette dall’Acp, poiché “il gioco per i
cata. Entrando in ospedale,
line, c’è da porre in evidenza in luce che in oltre il 90% dei bambini è una necessità,
un bimbo piccolo perde tutti
che il campione esaminato casi, gli interventi per l'uma- come il mangiare o il bere, per
quelli che sono i suoi punti di
riferimento: la sua stanza, la
rappresenta più del 20% del- nizzazione delle cure riguar- questo vanno incrementate le
sua casa, la sua vita compol’intero numero dei reparti di dano solo la parte strutturale. aree dove giocare in sicurezsta di gioco, scuola, sport.
pediatria esistenti sul territorio Molto resta infatti ancora da za”. Attività musicali sono
Cambiano gli orari dei pasti e
nazionale. Un’altra considera- fare secondo i dati estrapolati proposte solo dal 26% dei
le abitudini alimentari, subizione necessaria, si legge nel dall’indagine, per le attività. nosocomi e la pet therapy
sce
cambiamenti
rapporto, è relativa al Infatti ad esempio solo un trova spazio solo in 13 delle
anche lo spazio che il
gruppo di operatori terzo delle pediatrie che 111 strutture che hanno parpiccolo ha a disposiche ha risposto al hanno preso parte all’indagi- tecipato all’indagine e nella
Le famiglie sono poco coinvolte
zione per giocare e gli
questionario: tutti, ne propone attività ludo- maggior parte dei casi i picstrumenti che solitadicono dalla Acp e ricreative per stimolare l’at- coli pazienti hanno a che fare
nelle attività: appena il 26%
mente utilizzava per
dalla Sisip, sono evi- tenzione e la creatività dei più con i cani. Uno dei dati più
trascorrere il tempo.
dentemente sensibili piccoli: clown, lettura, canto e interessanti è che in meno
di loro prende parte alle iniziative
Insomma, il ricovero
ad un tema come disegno, insomma, trovano della metà dei reparti presi in
organizzate. Le attività musicali
può diventare un vero
quello del benessere poco spazio all’interno dei considerazione nel rapporto
trauma. Da anni
del bambino in ospe- reparti esaminati. Ad esempio sia presente la scuola: essa si
sono proposte solo dal 26% dei
l’obiettivo dei reparti
dale. Lo studio è la lettura: è presente solo nel trova solo nel 47% delle
di pediatria è quello
stato avviato nel 30% del campione esamina- pediatrie quando invece essa
nosocomi e la pet therapy trova
di rendere l’ambiente
gennaio 2011 ed è to; solo nel 66% delle pedia- dovrebbe essere inserita per
spazio solo in 13 delle 111 strutture
più confortevole e a
stato concluso a fine trie del Sistema sanitario è legge in ogni nosocomio
‘misura di bambino’
giugno. Dall’indagine presente una ludoteca e nel pediatrico o reparto di questo
che hanno partecipato all’indagine
possibile: pareti colodurata sei mesi è 37% di esse si trovano spazi genere. Le famiglie, inoltre
rate, giocattoli sparsi
emerso che nel esterni attrezzati. Nonostante secondo il rapporto, sono
e l’introduzione di
nostro paese non una ludoteca sia presente in poco coinvolte nelle attività:
attività come la lettura e figu- mente volontaria – non è tar- esistono grandi differenze tra oltre la metà del campione, il appena il 26% di loro prende
re come i clown servono pro- data ad arrivare: hanno com- le pediatrie di nord, centro o risultato raggiunto è ancora parte alle iniziative organizzaprio allo scopo di rendere pilato il questionario 111 ope- sud. In generale un dato pre- insufficiente,
spiegano te.
di Anna Paola Tortora
S
l’ospedale più vicino ad un
gioco per tutti i bambini che
sono costretti a soggiornarvi.
Ma quali sono i risultati di
questo percorso verso l’umanizzazione che le pediatrie dei
vari nosocomi nazionali stanno compiendo? È questa la
domanda alla base dell’indagine
condotta
dall’Associazione Culturale
Pediatri (Acp) insieme alla
Società italiana scienze infermieristiche pediatriche (Sisip).
Il rapporto, ‘Umanizzazione
nelle corsie di pediatria’, è
stato presentato nel corso del
23° Convegno dell’Acp intitolato ‘Il Bambino che verrà’.
Sotto la lente d’ingrandimento sono finiti tutti i reparti di
pediatria italiani, sia quelli
degli ospedali specializzati
che quelli dentro nosocomi
generalisti. Il questionario è
stato inviato on line alle circa
500 pediatrie facenti parte del
Servizio Sanitario Nazionale e
la risposta ai quiz da parte
degli operatori – assoluta-
Bene gli interventi per l'umanizzazione delle cure
che riguardano la parte strutturale delle strutture
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7 Novembre 2011
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Puntare al benessere psico-fisico del bambino
Preservare il piccolo ricoverato da ogni genere di trauma che può derivare da una degenza
S
copo di ogni pediatria
è preservare il piccolo
ricoverato da ogni
genere di trauma che
può derivare da una
degenza più o meno lunga.
Per il benessere dei più piccoli – sia fisico che psicologico – si battono da anni le due
organizzazioni che hanno
dato
vita
al
rapporto
‘Umanizzazione delle corsie
di Pediatria’: l’Acp, nata nel
1974 e che raccoglie circa
2500 professionisti divisi in 38
gruppi locali, e la Sisip, più
giovane, attiva dal 2008.
L’obbiettivo è quello di giungere ad un nuovo concetto di
ospedale, dotato sì di alte
tecnologie mediche ma nello
stesso tempo attento al concetto di umanizzazione: solo
nella sinergia di questi due
elementi, infatti, è possibile
raggiungere il miglior risultato.
“Curare un bambino non vuol
dire soltanto fare una diagnosi precisa e adoperare i farmaci più idonei a farlo guarire
in fretta e bene. Curare un
bambino vuol dire prendersi
cura di lui e della sua mamma
che lo accompagna durante il
ricovero e vuol dire accoglierlo in ambienti adatti a lui, pensati e realizzati per un bambino. Leggere storie, donare
libri, stimolare la loro fantasia
con personaggi fantastici che
vedono nel corridoio e nelle
stanze di degenza, mostrare
un’attenzione alle loro esigenze è importante quasi quanto
una risonanza magnetica o
una terapia antibiotica.” Con
queste parole i professori
Paolo Siani e Filippo Festini
presidenti rispettivamente di
Acp e Sisip spiegano lo spirito che ha animato la ricerca
presentata il mese scorso a
Roma è nell’ambito del convegno “Il Bambino che verrà”.
Messaggio del congresso è
stato “scommettere sulla
prima infanzia” e in onore di
questo monito grande è l’incoraggiamento ad adattare
ancora di più i reparti pediatrici del Sistema Sanitario
nazionale alla dimensione di
chi di fatto li popola da protagonista, i bambini che per un
motivo o per l’altro si trovano
a dover trascorrere del tempo
al loro interno. Di pari passo
con le terapie di cui il piccolo
necessita, è di dovere,
sostengono dalla Sisip e
dall’Acp, un occhio di riguardo per l’ambiente del reparto.
“Curare un bambino vuol
dire adoperare i farmaci
più idonei a farlo guarire
in fretta e bene”
I bambini adorano i colori, ad
esempio, e proprio grazie a
questi è possibile migliorare la
comunicazione a evocare
emozioni, ridurre la percezione di medicalizzazione e con-
tribuire
di
molto a valutare la qualità del
servizio.
Nonostante in
questi ultimi
dieci anni – si
legge sul rapporto – nella
Sanità
del
nostro paese
sia stato centrale il discorso intorno alle
misure
da
adottare per
rendere
più
“umane”
le
corsie
degli
E’ importante stimolare la loro fantasia con personaggi fantastici
ospedali,
la
ricerca
ha
messo in evidenza che è gomento lo confermano: devono coesistere allo scopo
necessario ampliare ancora “Odio essere svegliato alle di curare al meglio i piccoli
l’offerta delle pediatrie per 6,30 del mattino! Le terapie ospiti delle corsie delle pediavenire incontro alle esigenze iniziano troppo presto”. E trie italiane. Si deve mirare –
dei più piccoli in esse degen- ancora: “Si potrebbe fare di continua il professor Siani ti. “Quando un bambino entra più e meglio. Lasagne e gnoc- ad un modello organizzativo
in ospedale perde i suoi punti chi non li fate mai?” Il soste- nel quale “tutte le componendi riferimento, la stanza che lo gno della genitorialità, la col- ti dell’ospedale, assistenziale
accoglie è anonima, la deve laborazione di infermieri e e organizzativo-gestionale,
condividere in genere con altri
siano sensibilizzate a questa
“Mostrare un’attenzione
bambini che non conosce,
problematica ed operino in
alle loro esigenze è
non ci sono i suoi giocattoli,
piena sinergia. E’ inoltre
importante quasi quanto
interrompe le sue normali attinecessario negli ospedali che
una terapia antibiotica”
vità scolastiche, i ritmi della
hanno attivato un processo di
sua vita vengono tutti stravolumanizzazione
compiere
ti, mangia cose diverse da volontari, uno sguardo all’am- periodiche attività di verifica,
quelle che mangiava a casa e biente che vada oltre la sem- non solo da parte di esperti
spesso in orari per lui del plice cura della patologia – ha appositamente formati, ma
tutto inconsueti” dicono Siani detto Siani durante l’apertura anche da parte dei bambini
e Festini e le risposte dei pic- del Congresso – sono ele- ricoverati e dai loro genitori.”
coli ospiti a domande sull’ar- menti fondamentali e che Anna Paola Tortora
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7 Novembre 2011
Indagine Censis su rilevazioni Doxa: alti i consumi tra i minori nella capitale
IN ITALIA SONO CIRCA 200 MILA I MALATI
Alcol, in calo i consumi PARKINSON,
cresce lo ‘sballo’ tra i giovani POCA
ASSISTENZA
di Luciana Riva
L
’Italia è un paese di
bevitori moderati che
esibisce un modello
di consumo di alcool
maturo rispetto ad
altri stati europei. Un
modello mediterraneo. Si
beve soprattutto ai pasti e
all’interno di una cultura
del cibo e del piacere: si
beve per gusto, non per
ricercare una facile ebbrezza. E’ quanto emerso da un
indagine del Censis su rilevazioni dell’Osservatorio
permanente giovani e alcool effettuate dal 1991 ad
oggi. In vent’anni, dopo il
massimo storico di alcol
consumato, raggiunto nel
1970, nel nostro Paese i
consumi procapite sono
andati diminuendo fino a
un assetto generale attuale
di consumo equilibrato.
All’aumentare dell’età anagrafica corrisponde una
diminuzione dei consumi e
soprattutto di quelli eccessivi: dopo i 35 anni, superalcolici e aperitivi vengono
bevuti solo in particolari
occasioni come feste e
vacanze mentre aumenta il
consumo di vino. Da adulti,
suggerisce il sondaggio, si
è più attenti alla qualità che
alla quantità. E i più giovani? La popolazione della
notte? I giovani, rivelano i
dati Censis/Doxa, preferiscono gli eccessi e seguono la moda dello ‘sballo
‘binge-drinking’
alcolico’. Tre giovani su 4,
ovvero
buttare giù cinque bicchieri
tra i 15 e i 24 anni, si definiuno di seguito all'altro con
scono consumatori di alcoil solo scopo di provare una
lici. Consumano meno vino
veloce ebbrezza. Negli ultima sempre più superalcolimi anni la quantità di ragazci. Il 59% dice di bere birra,
zini che non l’ha mai speriil 40% vino, il 40% aperitivi,
il
30%
superalcolici. mentato
è
passata
Bevono fuori pasto, duran- dall'86,3%
del
2005
te gli aperitivi e gli happy all'83% del 2010. Maschio,
hours. Soprattutto nei fine abitante del nord-ovest, di
settimana e sempre in com- solito in una provincia, stupagnia. La maggioranza del dente. È l'identikit del
campione
intervistato binge drinker, del ragazzo
dichiara di bere con amici e in cerca di sballo alcolico. Il
amiche soprattutto al bar, il 13,5% dei giovanissimi ha
luogo della relazione e del già provato questa espetempo libero. Dal 2005 in rienza 1-2 volte. L'1,3% più
poi, si beve molto anche di 5 volte. Nei giovani,
all’aperto e per strada e commentano gli esperti,
questo vale in particolar sembrano essersi indeboliti
modo per la
birra. Salgono
Tra i giovani della capitale è
le percentuali
a Roma e nel
sempre più in voga il consumo
Centro Italia. I
di alcolici: l’80% dei ragazzi
dati, infatti,
tra i 15 e i 24 anni ha dichiarato
mostrano che
di sorseggiare bicchieri o
tra i giovani
shottini di superalcolici
della capitale
al di fuori degli orari dei pasti
è sempre più
in voga il consumo di alcolici: l’80% dei ragazzi tra i i meccanismi di autocon15 e i 24 anni ha dichiarato trollo e la preoccupazione
di sorseggiare bicchieri o per i danni causati dall’ecshottini di superalcolici al cesso di alcool e dalla moda
di fuori degli orari dei pasti. dello sballo del sabato sera
‘Tutto questo è normale aumenta anche in relazione
che accada, dal momento agli incidenti stradali e sul
che a Roma, come in tante lavoro. Il tema della comunialtre metropoli, gravitano cazione è importantissimo,
popolazioni
eterogenee, secondo il Presidente del
pronte a portare usanze e Censis Giuseppe De Rita,
modalità che prima non perché ‘se sulla droga sapesistevano.
I
giovani, piamo tutto, sullo sballo non
rispetto a vent’anni fa, sappiamo niente. E’ un
hanno assunto fenomeno sostanzialmente
c o m p o r t a m e n t i nuovo che non ci aspettavaomologati rispet- mo. Un abuso diverso di cui
to agli altri ragaz- non conosciamo la fenomezi
del
resto nologia’ e continua, ‘dobd’Europa’,
ha biamo fare entrare i più gioc o m m e n t a t o vani in una logica di controlMichele Contel, lo così come è accaduto per
v i c e p r e s i d e n t e gli adulti. Ma prima bisogna
dell’Osservatorio capire cosa c’è sotto, cosa
permanente gio- cercano in questo meccanivani e alcool. In smo dello sballo in compaparticolare
il gnia’.
I
n Italia sono circa 200 mila i
malati di Parkinson e ogni
anno si registrano 6.000
nuove diagnosi. Ma di questi
solo uno su tre è seguito da
strutture pubbliche esperte e
viene trattato con le terapie
migliori. Sono alcune delle riflessioni emerse nel corso dell’incontro ‘Il Parkinson: Medicina,
Società e Ricerca. I bisogni non
corrisposti’ organizzato presso
la Camera dei Deputati e realizzato in collaborazione con la
Lega italiana per la lotta contro il
Parkinson, Limpe. Si tratta,
dopo l’ Alzheimer, della malattia
neurodegenerativa più diffusa.
L’età media dei pazienti è di 55
anni ed è più comune sopra i
60. E’ caratterizzata da una progressiva degenerazione dei
neuroni che si trovano in
un’area del cervello nota come
sostanza negra. Provoca rigidità
muscolare, tremore che insorge
durante lo stato di riposo e bradicinesia: difficoltà a iniziare e
terminare i movimenti. Da dove
abbia origine non è stato ancora chiarito da quando James
Parkinson nel 1817 ne descrisse per la prima volta i sintomi.
“Quello che sembra più plausibile è la combinazione di tre fattori: suscettibilità genetica, tossicità ambientale e tossicità
endogena”, ha spiegato Ubaldo
Bonuccelli, neurologo, presidente della Limpe. “Oggi sappiamo che i pesticidi e altre
sostanze usate nell’industria,
come i solventi, rappresentano
un fattore di rischio
maggiore.” Secondo
quanto riportato dal
centro di epidemiologia
dell’Istituto
Superiore di Sanità, i
fattori
ambientali
sarebbero fondamentali nel determinare il
tasso di incidenza
della malattia. Alcuni
studi in particolare rife-
riscono che, fra i casi in cui il
Parkinson è attribuibile a fattori
di esposizione ambientale, il
10% è associabile all’uso di
erbicidi in ambito professionale.
Si tratta di una malattia cronica,
progressiva che riduce l’autonomia dei pazienti con conseguenze fisiche, psicologiche e
sociali sia per il malato che per
chi lo assiste. In Italia, è la fotografia della realtà fatta dalla
Limpe, la maggior parte dei
malati di Parkinson non riceve
adeguata assistenza sociale e
domiciliare. “Oggi questi malati
sono spesso lasciati in carico
alle famiglie e al volontariato”,
ha dichiarato Livia Turco. “E’
essenziale creare una continuità
6.000 NUOVE DIAGNOSI L’ANNO
Si tratta, dopo l’ Alzheimer,
della malattia neurodegenerativa più diffusa.
L’età media dei pazienti
è di 55 anni
assistenziale -continua l’ex
Ministro della Salute- cosa che
il nostro SSN non è ancora riuscito a realizzare.” Anche Paola
Binetti, intervenuta all’incontro,
ha sottolineato: “A fronte della
cronicizzazione di varie malattie
un tempo definite infauste non
c’è stato un adeguato investimento di risorse. Abbiamo
bisogno di ricucire lo strappo
tra politiche sanitarie e politiche
sociali”. Infine, un monito degli
esperti è rivolto a quelle terapie
‘miracolose’ in vendita, con
sempre maggior frequenza, in
rete. Il web è ricco di fantomatiche cliniche, in particolare tedesche e cinesi, che curerebbero
il Parkinson con l’aiuto di cellule
staminali. Secondo la Limpe,
sono centinaia i pazienti italiani
che avrebbero già cercato una
cura in questo tipo di terapie,
senza alcun risultato. “Queste
terapie sono truffe e possono
essere pericolose per i pazienti”, ha concluso Bonuccelli.
Luciana Riva
Roma Salute news
7 Novembre 2011
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Ma ci sono molte differenze anche vistose se si prende in considerazione la media di vita in Giappone e quella in Africa
Siamo diventati 7 miliardi, sempre più anziani.
Popolazione mondiale cresce ma invecchia
di Laura Gilardi
S
econdo le ricerche
dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità
(Oms) il nostro si avvia
ad essere un mondo
sempre più vecchio. Entro il
2050 infatti le persone con
piu' di 60 anni saranno più dei
bambini, arrivando a ben 2
miliardi, contro gli attuali 650
milioni e questo nonostante
l’incremento di nascite che
proprio in questi giorni ha
fatto superare il traguardo dei
7 miliardi di popolazione. La
nascita del 7miliardesimo
bambino è un evento gioioso
anche se allarmante se si considera che solo 12 anni fa è
stata raggiunta la soglia dei sei
miliardi. Anche secondo i
demografi la 'valanga' demografica, che ha portato la popolazione mondiale a raggiungere i 7 miliardi, continuerà
ancora per 30-40 anni. ''La
popolazione dovrebbe stabilizzarsi a 8-9 miliardi nei prossimi 30-40 anni – spiega
Giuseppe Gesano del Cnr - a
quel punto però avremo molte
persone che ora sono giovani e
in salute che invece hanno
raggiunto la vecchiaia''. E questo non solo nei paesi cosiddetti ricchi. E’ vero che già da
Entro il 2050 le persone over 60 anni saranno più dei bambini
adesso l’aspettativa di vita in
paesi
come
Francia
e
Giappone ha superato la
media degli 80 anni, ma, dai
dati dell’Oms sembra che la
tendenza a vivere di più si stia
affermando anche in paesi più
poveri come Cile, Costa Rica,
Giamaica, Libano, Sri Lanka o
Thailandia dove si stima che
un bambino che nasce oggi
vivrà più di 70 anni. Persistono
tuttavia ancora oggi molte differenze anche vistose se si
TIENITI INFORMATO.
CLICCA SU DI NOI
prende in considerazione la
media di vita in Giappone
(82,2 anni) e quella in Africa
(40 anni), differenze legate
sicuramente e soprattutto allo
stato sociale ed economico
della popolazione. Che la possibilità di alimentarsi adeguatamente e fare una vita più
sana e quindi più longeva sia
appannaggio delle popolazioni
più ricche lo dimostra anche
il fatto che in uno stesso
paese, come gli Stati Uniti ad
www.
esempio, le classi più ricche
vivono in media 20 anni di
più di quelle più svantaggiate.
Il progressivo invecchiamento
della popolazione mondiale
comunque pone e porrà, sempre di più, dei problemi di
salute. Con l'età cresce infatti
il rischio di cadute e lesioni
gravi, nonché le spese per la
cura degli anziani, destinate
ad aumentare, anche se
saranno concentrate soprattutto negli ultimi due anni di
vita. In vista del World Health
Day 2012, la Giornata
Mondiale della Salute, l'Oms
sta organizzando la formazione degli operatori sociali e
sanitari ad andare incontro ai
bisogni di salute della popolazione più anziana, potenziando la prevenzione,innanzitutto, e la gestione delle malattie
croniche attraverso una maggiore ricerca sulle cure palliative e servizi di cura e sostegno alla persona. Ma ci sono
anche le emergenze da considerare nella cura degli anziani nonché i disastri naturali.
Lo tsunami del 2004 in
Indonesia ad esempio ha fatto
più vittime proprio tra gli
over60. Inoltre molti anziani,
proprio per la loro particolare
condizione di fragilità, subiscono spesso ingiustizie se
non addirittura abusi sociali.
Secondo l'Oms infatti circa il
4-6% degli anziani nel mondo
ha sofferto di una qualche
forma di abuso, fisico, psicologico, emotivo o finanziario.
E’ necessario dunque attuare
politiche di protezione degli
anziani nelle emergenze ma
anche nel loro vivere quotidiano in una società in cui il
rispetto della fragilità sembra
essere diventato un valore
obsoleto.
.it
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Roma Salute news
7 Novembre 2011
Le ultime notizie su www.rom asalutenews.it
Ricerca
Dalla Germania la prima dimostrazione sfruttando la tecnica del sogno lucido
Sclerosi multipla
Una risonanza svelerà i nostri sogni.
Uno studio mostra come si vedranno
Alemtuzumab,
nuova cura
“Abbiamo utilizzato
persone esperte di sogni
lucidi che riferiscono di
avere tali sogni diverse
volte a settimana”
di Arianna Ugolini
N
eanche nel sonno si
potrà stare tranquilli.
Sembra infatti, da un
recente studio tedesco,
che presto sarà possibile decifrare i sogni con una
semplice risonanza magnetica.
I neuroscienziati del Max
Planck Institute of Psichiatry di
Monaco hanno scoperto che
quello che facciamo nella
scena del sogno corrisponde
nel cervello ad un’attività neurale molto vicina a quella che
avremmo avuto svolgendo da
svegli la stessa azione del
sogno. Tutto è iniziato dallo
studio dei cosìdetti sogni lucidi
che ognuno di noi fa almeno
una volta nella vita. Nel sogno
lucido il soggetto è consapevole del fatto di sognare, chi fa
questo genere di sogni è in
grado di modificarli a piacimento come fosse il regista di
un film. “L’ostacolo principale
allo studio del contenuto dei
sogni è il fatto che l'attività onirica non può essere controllata
sperimentalmente, perché tipi-
Nel sogno lucido il soggetto è consapevole del fatto di sognare
camente non possiamo compiere azioni mentali pre-decise
mentre dormiamo - spiega
Michael Czisch che ha coordinato lo studio - a meno,
appunto, di non fare un sogno
lucido”. Il sogno lucido si presta dunque alla perfezione per
la riuscita della ricerca. “Per il
nostro studio – ha spiegato
all'Ansa Martin Dresler, primo
autore del lavoro - abbiamo
cercato persone esperte di
sogni lucidi che riferiscono di
avere tali sogni diverse volte a
settimana. A tutti i partecipanti, maschi da 20 a 30 anni, è
stato chiesto di sognare movimenti delle due mani e movi-
menti oculari. I giovani dovevano iniziare il sogno con un
movimento
oculare,
poi
sognare di stringere 10 volte la
mano destra, poi un altro
movimento oculare e poi di
stringere la mano sinistra. Il
primo movimento oculare indica che il sogno ha inizio; mentre in un normale sogno - sottolinea Dresler - non potremmo mai sapere qual è l'inizio”.
E qui è intervenuta la risonanza magnetica, gli scienziati
hanno osservato l’attività neurale del cervello delle persone
mentre sognavano di muovere
la mano destra e hanno constatato un’attività simile a
quella che si sarebbe registrata da svegli con lo stesso
movimento. La spiegazione
sta nel fatto che nel cervello si
attiva la corteccia motoria in
modo simile a quando si compie davvero lo stesso movimento durante la veglia. “In
sintesi - concludono gli scienziati tedeschi - col nostro lavoro forniamo la prima dimostrazione che si può vedere il contenuto di sogni specifici sfruttando la tecnica del sogno
lucido. In modo inverso a partire dall'attività neurale di una
persona
mentre
sogna
potremmo davvero leggere i
sogni di tutti”.
Il nome è impronunciabile: alemtuzumab e suona come una parola
di origine antica, invece parliamo
di speranza per il futuro e dell’unica molecola, capace, almeno
sembra, di riparare i danni del
sistema neurologico. La notizia è
stata diffusa da Natura online ed è
stata accolta con grande fiducia
da neurologi e ricercatori. La
molecola in questione non è
nuova alla ricerca scientifica, anzi il
suo impiego come farmaco è già
conosciuto nelle forme di leucemia e linfoma e, in quei paesi dove
le medicine possono essere usate
‘off label’ (al di fuori delle indicazioni per cui sono state approvate),
viene usato anche per trattare la
sclerosi, come avviene da tempo
in Gran Bretagna. Nei giorni scorsi sono stati presentati i risultati
della sperimentazione clinica di
fase III per alemtuzumab che
aprono nuove prospettive di cura,
anche se con le dovute cautele.
L’anticorpo si è dimostrato in
grado, infatti, di attaccare i globuli
bianchi che causano il danno neurologico e che inficiano l’azione del
sistema immunitario ma, recenti
sperimentazioni hanno anche
dimostrato come alemtuzumab
non possa dar vita ad un farmaco
sicuro visto che in alcuni casi, l’anticorpo ha provocato come effetto
collaterale l’insorgenza di tiroidite
autoimmune. La ricerca ha ancora molto lavoro da fare ma c’è da
essere ottimisti visto che l’anticorpo riesce a ridurre la perdita di
materia grigia nel cervello dei
pazienti, un effetto che apre nuove
speranze per bloccare le ricadute
della malattia. Cinzia Rossi
Roma Salute news
7 Novembre 2011
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Le interviste di
Perché è pericoloso comprare farmaci su internet
Intervista ad Andrea Cicconetti, Segretario Assìprofar - Federfarma Roma
di Tiziano Battisti
E’
legale o no la vendita di farmaci su
i n t e r n e t ?
La vendita sui farmaci su internet
allo stato attuale, almeno in
Italia, non è legale. C’è stata
una recentissima sentenza
della Corte di giustizia europea sui prodotti cosmetici,
che non sono farmaci, che
ne ha stabilito la vendita su
internet. Sul farmaco invece
ancora non si è espressa.
Allora quei prodotti farmaceutici che troviamo
on line sono venduti illegalmente su siti non autorizzati?
La maggior parte di questi
siti sono illegali. Sono tutti
siti esteri che hanno registrazioni fuori dall’Italia e
che per il 95% sono siti illegali.
Le farmacie hanno dei siti
internet ma non vendono
farmaci
La farmacia può avere dei
siti internet, non può vendere farmaci sul sito ma
può mostrare i servizi al cittadino, può commercializzare altri prodotti come per
esempio prodotti per bambini con il divieto assoluto
di commercializzare farmaci.
Certo che è un giro d’affari con molti zeri
Il primo rischio che si corre
nel prenotare un farmaco su
internet è vedersi clonata la
carta di credito. Vi consiglio
di visitare www.impactitalia.gov.it , un sito anticontraffazione e affidabile contro le vendite on line.
Che tipo di medicinale
vengono messi in vendita?
La maggior parte sono quei
medicinali,
diciamo
di
moda, come quelli per la
disfunzione erettile, le droghe leggere, gli ansiolitici e
i prodotti dimagranti. Si
vendono i rimedi contro i
mali sociali di oggi. Se non
si contatta uno specialista
che prescrive la terapia giusta è difficile avere una
ricetta per poter acquistare
questi prodotti in farmacia.
Ecco quindi che si ricorre
alla vendita on line piuttosto
che fare la trafila medico,
specialista, farmacista.
E quali caratteristiche
hanno questi farmaci?
Al 99% il prodotto che
viene comprato è un prodotto estero, sicuramente
contraffatto. I rischi principali quando si acquista un
farmaco su internet sono
quattro. Il primo rischio che
si corre riguarda il principio
attivo che potrebbe essere
sotto dosato o assente ed
indurre una risposta terapeutica non adeguata, con
conseguenze anche importanti. Si rischia poi sugli
eccipienti, che potrebbero
essere sostanze non permesse se non vietate o
pericolose che causano
avvelenamento.
C’è
il
rischio sul confezionamento
che potrebbe non rispettare
dei requisiti di sicurezza. E
infine il rischio della filiera
che non garantisce la corretta conservazione del farmaco come la garantisce la
filiera: industria, distributore, farmacia e consumatore.
Non è un caso se esistono
le ricette mediche e il lavoro svolto dai farmacisti che
sono parte attiva nel sistema di tracciatura messo su
dal Ministero della salute.
Tutti i farmaci hanno il doppio bollino, che è formato
da una serie di codici, il
primo elemento da vedere
per la contraffazione; quei
codici sono
registrati
d
a
l
Ministero al
momento
della produzione e tutte
le fasi del
processo
sono seguite e ciascuno
attore
m a n d a
indietro dei
files e dei
flussi dati al
Ministero e
si chiude il
giro. La farmacia trasmette
al
Ministero i
dati
finali
del farmaco
venduto.
S p e s s o
abbiamo
Andrea Cicconetti, Segretario Assìprofar - Federfarma Roma
anche sentito parlare
di farmaci italiani riciclati
Il problema degli integratori prodotti che possono avere
Lo potremmo chiamare è un grosso problema. Per seri effetti collaterali. Un
‘riciclaggio del farmaco’. Il mettere in commercio un farmaco per l’obesità, per
farmaco è legale, viene farmaco ci vogliono decen- esempio, lo potrà prendere
rubato nel percorso della ni. Per mettere in commer- solo una persona obesa
filiera e rimesso nel circolo. cio un integratore ci voglio- che dovrà sottostare a
Il codice di targatura, in no tre mesi. Già questo da controlli periodici da parte
questi casi, fa in modo che il parametro del problema. dello specialista. E’ fortequando un’industria denun- Un altro elemento: il farma- mente sconsigliabile acquicia un furto, quella confe- co è tracciato l’integratore stare un farmaco per l’obezione è segnata, è marcata no.
L’integratore
non sità su internet e fare una
e se qualcuno prova a ven- necessita mai di prescrizio- cura ‘fai da te’.
derla va a trasmettere i file ne medica è quindi è facile Altri paesi hanno restridi quei codici che ci rivela- abusarne. Tra l’altro posso- zioni minori di quelle che
no dove è avvenuto il rici- no essere venduti su inter- abbiamo in Italia per l’acclaggio del farmaco. Il net. Aminoacidi e creatini- quisto on line?
sistema di tracciatura ope- na all’interno degli integra- Il problema è un altro. Che
rativo ormai quasi al 99% tori che aumentano la garanzia abbiamo colleda gli strumenti a carabi- massa muscolare possono gandoci ad un sito estero
nieri e guardia di finanza di danneggiare seriamente i che quello che stiamo
acquistando è una farmaco
poter fare controlli su tutto reni.
il territorio.
Sui prodotti dietetici che legale? Dovrà pensarci la
Negli ultimi anni soprat- consiglio possiamo dare? Corte di Giustizia Europea
tutto negli ambienti delle A me vengono subito in a stilare una normativa per
palestre si è fatto un uso mente i prodotti dimagran- garantire il cittadino ad
spesso spropositato di ti. Bisogna stare attentissi- effettuare degli acquisti
integratori.
mi nell’assumere questi sicuri in tutta l’Unione.
8
Roma Salute news
7 Novembre 2011
Si può bloccarne la crescita interrompendo il meccanismo delle cellule che entrano nel sito del cancro
Tumore: in una proteina la chiave per fermarlo.
Dalla ricerca una speranza per il futuro
di Laura Gilardi
U
n gruppo di ricercatori canadesi ha scoperto, attraverso un
recente studio pubblicato
sulla
rivista
scientifica
‘Cancer
Research’, che si può bloccare la crescita di un tumore
interrompendo il meccanismo delle cellule che entrano
nel sito del cancro e supportano il suo sviluppo e la diffusione di metastasi. Il team ha
infatti individuato sulla
superficie dei macrofagi, cellule coinvolte nel meccanismo di immunità 'innata' che
vengono 'riprogrammate' dal
tumore e non attaccano le
cellule malate ma le aiutano
ad alimentarsi, una proteina,
la S100A10, che apre letteralmente la strada a tali cellule per entrare nelle cellule
neoplastiche. I ricercatori
del Dipartimento di biochimica e biologia molecolare e
patologia del centro ricerche
sul cancro della Dalhousie
University, ad Halifax, in
Canada, hanno battezzato la
proteina dei macrofagi 'forbice molecolare' e con questa
Un’immagine della Dalhousie University, ad Halifax, in Canada
scoperta hanno rivoluzionato
il modo di studiare un tumore dirigendo l'attenzione non
solo sulle cellule malate ma
anche su quelle che le aiutano a crescere e a 'convertire'
le cellule sane. ''Eravamo
soliti pensare che le cellule
che contano in un tumore
sono quelle malate - afferma
il coordinatore della ricerca e
prima firma dello studio,
David Waisman - ma ora
abbiamo visto che altre cellule devono collaborare con le
cellule tumorali, guidarne la
crescita e consentire un'evoluzione delle cellule normali
in cellule metastatiche.
Questo cambiamento è ciò
che provoca la prognosi
infausta e in ultima analisi, è
quello che uccide il paziente''.
La sperimentazione, inoltre,
che è stata portata avanti su
topi con tumore
ai polmoni, ha
evidenziato che
senza il processo
di approvvigionamento, garantito dall'apporto
dei macrofagi e
dalla loro proteina S100A10, il
tumore non cresce.
''Questa
proteina agisce
come un paio di
forbici - aggiunge Waisman che tagliano il tessuto-barriera creato attorno al tumore, consentendo ai macrofagi di entrare
nel sito della neoplasia e
combinarsi con le cellule
malate''. Lo studio apre la
strada per la ricerca, in
primo luogo, delle funzioni di
S100A10 e, successivamente,
di agenti farmacologici che
possano bloccare la sua azione e quella dei macrofagi,
così da togliere 'l'ossigeno' al
tumore, fermarne la crescita
e la diffusione di metastasi.
Si tratta di uno studio importante, anche perché mette
in evidenza e conferma il
ruolo basilare del sistema
immunitario che può rappresentare una difesa contro i
tumori, ma, se 'deviato' in
qualche modo, può anche
diventare responsabile dello
sviluppo del tumore stesso.“E’ confermata la forte
correlazione, sia in positivo
che in negativo, esistente tra
il sistema immunitario dell'uomo e lo sviluppo delle
neoplasie; - spiega Roberto
Labianca, presidente del
Collegio italiano dei primari
ospedalieri di oncologia
medica (Cipomo) - un campo
che richiede ulteriori studi di
approfondimento..Tuttavia,
avverte Labianca - è necessaria prudenza e, soprattutto,
non vanno date ai malati
false illusioni: va infatti detto
che dal momento in cui si
identifica il potenziale ‘bersaglio' al momento in cui si
può avere la disponibilità
concreta di farmaci mirati
sono necessari degli anni".
Campagna prevenzione aneurisma, oltre 12.000 esami e 10.000 telefonate per informazioni sulla patologia
'Un minuto che salva la vita'
per prevenire rottura in aorta
Sono stati presentati al senato
della Repubblica i risultati della
prima fase della campagna per
prevenzione
dell’aneurisma
avviata a maggio 2010 dalla
Società Italiana di Chirurgia
vascolare ed endovascolare per
la prevenzione della rottura dell'aneurisma dell'aorta addominale. Durante la campagna
denominata “Un minuto che
vale una vita” gli operatori
addetti hanno effettuato circa
12.500 esami e hanno ricevuto
più di 10.000 telefonate per
informazioni sulla patologia.
L'iniziativa, di cui è stato testimonial l’attore Giuliano Gemma
è nata con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla
patologia e riuscire ad individuare la presenza dei fattori di
rischio e l'incidenza dell'aneurisma nella popolazione target,
individuata nei soggetti di sesso
maschile tra i 65 e gli 80 anni. In
questa prima fase della campagna dunque i pazienti hanno
avuto la possibilità di effettuare,
nei 23 centri dedicati, una visita
specialistica gratuita (che comprendeva un esame ecografico),
e coloro che mostravano un diametro dell'aorta superiore ai 3
centimetri sono stati inseriti nel
programma di 'follow up' di 5
anni. ''L'aneurisma dell'aorta
addominale - spiega Flavio
Peinetti,direttore del dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare
dell'Ospedale 'Umberto Parini'
di Aosta, nonché Presidente del
Collegio Italiano dei Primari
Ospedalieri
di
Chirurgia
Vascolare - è una dilatazione
patologica localizzata e permanente dell'arteria principale del
nostro corpo. La crescita progressiva dell'aneurisma può por-
tare alla rottura, evento che
causa 6000 morti circa ogni
anno in Italia, con un tasso di
complicanze maggiori ed exitus
di oltre il 50% qualora l'intervento sia eseguito in emergenza. Per
incidere positivamente su questi
dati è sufficiente diagnosticare
in tempo l'aneurisma con un
semplice Ecocolordoppler e sottoporre il paziente, qualora
necessario, all'intervento programmato, che, con le moderne
tecniche chirurgiche ed anestesiologiche, comporta un bassissimo rischio di complicanze,
inferiore al 3%''.
Laura Gilardi
Roma Salute news
7 Novembre 2011
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CONSEGNE A DOMICILIO GRATUITE
Manipolazioni della colonna, trazioni manuali, programma di esercizi, massoterapia evitano la sala operatoria
Ernia del disco: non soltanto la chirurgia
quando esistono valide soluzioni alternative
di Cinzia Rossi
L
'ernia del disco lombare
sintomatica è una patologia
degenerativa del disco
intervertebrale, dovuta alla
fuoriuscita del disco intervertebrale dal cosiddetto anulus,
la parte esterna del disco, una
specie di cuscinetto che ha il
ruolo di ammortizzare le forze che
si sviluppano tra una vertebra e
l'altra. L'ernia discale è un fenomeno relativamente comune e a
prognosi favorevole nella maggior parte dei casi. Gli studi di storia naturale indicano, infatti, che le
ernie del disco intervertebrale si
riassorbono spesso del tutto o in
parte, e che la sintomatologia a
essa associata regredisce di frequente con i trattamenti conservativi. Quando invece si decide
per l’intervento chirurgico Le
complicanze più frequenti risultano la lacerazione della dura
madre, il danno alle radici nervose, le infezioni della ferita chirurgica e la discite, che consiste nell'infiammazione del disco e delle
vertebre adiacenti, talora estesa
anche ai tessuti molli circostanti.
Ovviamente tra le complicanze
c'è quella di dover reintervenire
nuovamente. Alcuni studi condotti in Finlandia hanno stimato
rischi cumulativi di reintervento a
nove anni pari al 18,9% e di interventi successivi dopo il primo
reintervento a dieci anni pari al
25,1%. Altre fonti riportano che i
tassi di reintervento dopo chirurgia del disco lombare variano
ampiamente dal 3% al 15%.
Nella formazione dell’ernia del
disco è stato possibile individuare un ruolo non irrilevante svolto
dai fattori genetici, che implicano
una predisposizione familiare. In
ogni caso ci sono diversi fattori
che possono incidere, attivando
la predisposizione genetica.
Sono considerati fattori di rischio
le occupazioni sedentarie e l'inattività fisica, il sovrappeso, l'alta
statura, la guida di veicoli a motore prolungata e costante, le vibrazioni, i lavori a elevato impegno
fisico soprattutto se comportano
abitualmente il sollevamento
manuale di carichi, e le gravidanze. L'ernia del disco lombare si
manifesta con un quadro clinico
caratterizzato da mal di schiena,
radicolopatia compressiva sciatica o crurale, e limitazione o impotenza funzionale. Il dolore crurale
o cruralgia è un dolore che corre
lungo la coscia sul davanti, mentre quello sciatico è un dolore
posteriore lungo tutta la gamba,
fino al polpaccio o al piede. I trat-
L’ernia discale è un fenomeno relativamente comune
tamenti conservativi possono
essere di tipo farmacologico
(analgesici, miorilassanti e antidepressivi) e di tipo fisioterapico non
strumentale (manipolazioni della
colonna, trazioni manuali, programma di esercizi, massoterapia). Inoltre un programma inten-
sivo di esercizi, effettuato dopo il
primo intervento chirurgico per il
trattamento dell'ernia del disco
lombare, iniziato entro 4-6 settimane dall'intervento, facilita il
recupero funzionale e il rientro al
lavoro, senza incrementare il
rischio di reintervento.
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Roma Salute news
7 Novembre 2011
Medicina
Endocrinologia dell’osso, nuovo settore di studio: ne discutono a Roma esperti mondiali
IN
Un ormone delle ossa come cura: BREVE
combatte l’ infertilità e il diabete
La proteina ormonale
osteocalcina regola
il metabolismo e
l’attività delle gonadi
di Simona Barbato
U
n recente studio italiano
rivela un legame insospettabili tra un ormone
prodotto dalle ossa e
due malattie distanti tra
loro: il diabete e l’infertilità. La
scoperta discussa in occasione
del recente congresso internazionale “The discovery of a new
endocrine gland: the bone”,
organizzato da Andrea Lenzi
dell'università Sapienza e Paolo
Pozzilli del Campus Biomedico,
apre la strada ad un nuovo settore dell’endocrinologia con
importanti implicazioni a livello
terapeutico. E’noto che l’osteocalcina, ormone prodotto dalle
cellule dell'osso, regola il processo di mineralizzazione dello
scheletro, sotto l’influenza di
altri ormoni regolatori della produzione di calcio. Ma le relazioni tra osso e funzione endocrina
sono ben più profonde poiché
l'osteocalcina è coinvolta anche
nella regolazione delle concen-
Presto nuove terapie farmacologiche per stimolare la secrezione pancreatica
trazioni di glucosio nel sangue.
Infatti sembra favorire la produzione di insulina con effetti
benefici sul metabolismo glicidico. "Abbiamo condotto degli
studi clinici, ora in fase di pubblicazione - dichiara Paolo
Pozzili, direttore della Scuola di
specializzazione in endocrinologia dell'università Campus Biomedico di Roma - che confermano il ruolo dell'osteocalcina
nel diabete di tipo 1. Queste
scoperte stanno portando a
nuove terapie farmacologiche
per stimolare, mediante l'uso di
osteocalcina, la secrezione
pancreatica e ridurre l'insulinoresistenza.” Le funzioni sorprendenti di questo ormone sembra
non finiscano qui, poiché sarebbe coinvolto anche nella produzione di un elemento molto
importante che regola l'attività
delle gonadi: l'ormone sessuale
LH. "Sappiamo che la menopausa è legata all'osteoporosi,
quindi abbiamo cercato un legame tra produzione di ormoni
femminili e ossa - ha spiegato
Patricia Ducy della Columbia
University - in realtà questo non
è stato trovato ancora per le
donne, mentre è molto chiaro
per gli uomini, dove l'osteocalcina favorisce la produzione di
testosterone".
In sintesi l'ormone principale
con cui le ossa “dialogano'”con
il resto del corpo è l'osteocalcina, coinvolta sia nel metabolismo che nella fertilità. "Si sapeva - spiega Andrea Lenzi,
Direttore della sezione di
Fisiopatologia medica ed endocrinologia, del dipartimento di
medicina sperimentale dell'università degli studi di Roma
Sapienza - che gli osteoblasti,
attraverso dei recettori specifici,
ricevevano degli input da parte
di alcuni ormoni a produrre l'osso stesso. Adesso invece sappiamo che avviene anche il contrario e gli osteoblasti si comportano come una autentica
ghiandola endocrina, producendo ormoni e inviando messaggi
al pancreas, ai testicoli, all'ovaio
e alle cellule adipose, oltre che
rimandando segnali allo stesso
osso per la sua neoformazione”.
A detta degli esperti inoltre, a stimolare la produzione di osteocalcina sarebbe anche l’esercizio fisico motivo in più, oggi,
per decidere di fare sport.
Autismo: dall’ISS
linee guida nazionali
Le famiglie con un figlio autistico presentano tra i più alti carichi di stress e sofferenza. Il
dato emerge da uno studio epidemiologico presentato all’incontro ‘Promuovere la salute
mentale nell'età evolutiva’,
organizzato
dall’IRCCS
Medea. In questa occasione
sono state mostrate le linee
guida sul trattamento dell'autismo, stilate dall’ISS e pubblicate sul portale dell’Istituto.
Vaccino italiano
contro diabete
Dalle cellule dendritiche si può
ottenere un vaccino contro il diabete di tipo1. A dimostrarlo è
Valentina Di Caro della
Fondazione Ri.Med. Nello studio preclinico il vaccino è stato in
grado di curare la malattia, e il
trial di fase I ha dimostrato che il
trattamento non è nocivo.
Incontinenza, Forum
di 'urgenza' sanitaria
In Italia 3 milioni di persone
soffrono d’incontinenza, il 60%
sono donne. Per sensibilizzare il Servizio Sanitario
Nazionale sulla malattia è nato
il Forum Donne Vip al fine di
promuovere servizi e percorsi
terapeutici adeguati.
Conclusa la fase 1. Potrebbe essere utilizzato in futuro contro il cancro di prostata e rene
Testato il vaccino anti-telomerasi
di Simona Barbato
Ottimi i risultati della sperimentazione di fase 1 di GX301, il
vaccino terapeutico che combatte il tumore alla prostata e al
rene. L’assenza di effetti collaterali e il 100% di risposte positive al trattamento dei 14
pazienti sui quali è stato testato, fanno ben sperare in un suo
futuro utilizzo. La sperimentazione, iniziata due anni fa, dopo
l’approvazione
da
parte
dell’Istituto Superiore di Sanità,
è stata condotta dagli ideatori
dell’ antidoto: Gilberto Filaci e
Paolo Traverso, docenti presso
l'Azienda
Ospedaliero
Universitaria San Martino di
Genova.
Il vaccino induce una risposta
immunitaria capace di riconoscere le cellule maligne e di
ucciderle. In particolare il meccanismo su cui si basa è legato all’impiego di frammenti di
una molecola, chiamata telomerasi. I telomeri, sono le
sequenze terminali di dna che
proteggono le estremità dei
cromosomi. Ogni volta che i
cromosomi sono replicati
durante una divisione cellulare,
un piccolo segmento di telomero viene perso. Ciò non
accade alle cellule tumorali che
proliferano indefinitamente a
causa della presenza della telomerasi. L’enzima, deputato alla
ricostruzione dei telomeri,
impedisce alle cellule neoplastiche di degradarsi progressivamente fino a morire. Grazie
al vaccino anti-telomerasi, i linfociti dei pazienti impareranno
a riconoscere l’enzima e a
uccidere le cellule tumorali che
lo posseggono.
Essendo la telomerasi presente
in tutti i tumori, il vaccino
potenzialmente può essere
applicabile al trattamento di
ogni tipo di malattia neoplastica. Peraltro, in questa prima
fase la sperimentazione si è
limitata ai pazienti
affetti da tumore
della prostata o da
tumore del rene in
stadio molto avanzato di malattia.
“Sebbene - spiega
una
nota
dell’Università degli
studi di Genova - i risultati della
sperimentazione
dovranno
essere attentamente confermati da studi futuri con casistiche più ampie di pazienti, essi
indicano che il vaccino GX301
ha un certo grado di efficacia
clinica in assenza di significativi
effetti collaterali.”
Roma Salute news
7 Novembre 2011
Salute
11
La prenotazione per la visita può avvenire attraverso il portale web “www.bioroma.ne”
Due di lato
La campagna 'informa la tua fertilità’
test gratuiti per controllare e preservare
Se la dieta
fa ingrassare
Il test si svolge presso
la sede della Clinica
Quisisana di Roma,
nel ‘Polo Andrologica
Bioroma’
di Giada Chicca
P
rendersi cura dello
stato della propria
fertilità è importante
non soltanto nel
momento in cui si
decide di avere un figlio. La
prevenzione ed i controlli
devono iniziare molto prima
ed essere costanti. La campagna ‘Informa la tua fertilità’ offre un valido aiuto per
‘controllare e preservare’,
dando la possibilità di
effettuare un check up gratuito a partire dalla prima
domenica di Novembre ed
ogni prima domenica di
ogni mese (durante tutto il
2012). La prenotazione per
la visita può avvenire attraverso
il
portale
web
“www.bioroma.ne”. Il test si
svolge presso la sede della
Clinica Quisisana di Roma,
nel
‘Polo
Andrologica
Bioroma’. Il rischio di infertilità grava in eguale misura
su uomini e donne, ma questa ‘spada di Damocle’ ha
diversa origine: i fattori più
incidenti sulla perdita di
fertilità maschile sono
fumo, alcol, droghe ed
eccesso di sport (specialmente se accompagnato
da assunzione di steroidi
ed anabolizzanti vari); per
le donne, invece, la causa
princeps è l’endometriosi.
Tale malattia interferisce
attivamente nella qualità
della vita di una donna, poiché determina rapporti sessuali dolorosi se non
impossibili (77%), disturbi
del sonno (81%), dunque
influenze negative sul lavoro e sui rapporti sociali. Ci
spiega Mauro Schimberni,
docente presso la Scuola di
Specializzazione
in
Ginecologia e Ostetricia
dell’Università di Roma ‘La
Sapienza’: “Il continuo
rimandare dell’età considerata ideale per la prima gravidanza fa si che alcune
malattie sessualmente trasmesse, unitamente ad
altre come ad esempio
l’endometriosi, abbiano più
tempo per procurare danni
Prendersi cura dello stato della propria fertilità
all’apparato
riproduttivo
femminile”. La fascia più
colpita è quella tra i 29 ed i
30 anni più uno 0,4% di
adolescenti. “Si arriva ad
una diagnosi certa solo
dopo 9 anni circa di indagini e cure, questo perché
non sempre si accusano
sintomatologie (dismenorrea, dolore pelvico) e,
soprattutto,
perché
le
donne pensano che i sintomi che le affliggono sono
normali oppure non patologici”. Il 30-40% di donne
affette da endometriosi
presentano infertilità ed in
Italia sono 3 milioni a soffrirne. Schimberni, con la
Dott.ssa
Annalise
Giallonardo, dirige il centro
Bioroma da dieci anni adottando un metodo (ciclo
naturale o spontaneo) che
permette di individuare un
percorso di cura personalizzato, evitando la stimolazione farmacologia delle
ovaie. Sono troppi, infatti, i
casi di metodologie diagnostiche inadeguate e
dannose che sottopongono
i pazienti a lunghe cure
ormonali. “Sono fondamentali i momenti di confronto
per arrivare al più presto ad
una cura certa ed efficace”,
ribadisce
il
Dott.
Schimberni.
Diete scorrette ed abuso di diuretici favoriscono malattie reumatiche
Gotta, aumentano i casi
anche tra le donne
di Giada Chicca
“La SIR (Società Italiana di
Reumatologia) ritiene opportuno
portare avanti una campagna di
informazione e prevenzione della
gotta (anche il portale www.lagotta.it) poiché questa malattia reumatica in Italia è sottovalutata a sottodiagnosticata e l’aumento della
gotta nei Paesi ad alto tenore di
vita, come l’Italia, è da mettere in
relazione a inappropriati stili di vita”.
Si pronuncia così Giovanni
Minisola, Presidente del SIR e
Primario della Reumatologia al San
Camillo di Roma, in merito ad una
delle malattie reumatiche che negli
ultimi tempi sta interessando un
numero sempre maggiore di persone. Prevalentemente sono gli
uomini ad ammalarsi di gotta, ma i
rischi iniziano a diffondersi anche
tra le donne, in particolar modo
dopo la menopausa, ma anche tra
le più giovani che abusano di diuretici o seguono diete iperproteiche.
Negli Stati Uniti è seconda solo
all’artrosi e in Italia riguarda un milione di persone; si stima, però, che
siano 5 milioni le persone altamente a rischio. Quella che gli antichi
chiamavano ‘tarda podagra’ (e che
colpiva i ricchi, essendo gli unici a
potersi concedere pasti luculliani a
base di carne e pesce), non è che
una malattia del metabolismo, che
scaturisce da accumulo d’acido
urico nel sangue e successivo
deposito di cristalli d’urato monosodico nelle articolazioni e nei tessuti. Il
pericolo non è soltanto per le articolazioni doloranti, ma anche per i reni,
in cui si formano i calcoli d’acido
urico. Una Campagna Nazionale
promossa da SIR e SIMG (Società
Italiana di Medicina Generale), con il
patrocinio del Ministero della Salute,
adibirà delle strutture itineranti nelle
piazze delle più importanti città italiane, che saranno dotate di operatori
sanitari per testare l’aumento del
rischio-gotta, attraverso questionari
ed analisi cliniche.
Un nuovo studio condotto dal
docente
dell’Università
di
Melbourne, Joseph Proietto,
mostra che a distanza di un anno
dalla dieta, si riprende facilmente
peso per colpa di 9 ormoni.
Proietto ed il suo team d’esperti
ha condotto l’indagine su 50
pazienti, rientrati in un programma di dieta di 10 settimane, votata a far perdere loro il 10% del
peso corporeo. Assumendo da
500 a 550 Kcal al giorno 34 persone su 50 hanno perso ca. 13,6
Kg riguadagnandone però 5,4
Kg nell’arco dell’anno. Il fenomeno dipende dunque dal disequilibrio di 6 ormoni che, spostati,
generano ancora più appetito.
Chi perde molto peso lo riacquista facilmente non solo per il ritorno alle cattive abitudini, ma per
un impulso biologico, per questo
è preferibile non aumentare di
peso piuttosto che doverlo perdere. Oltre al ritorno dell’appetito
si finisce per bruciare meno calorie del normale, tres d’union ideale per tornare al peso originale.
Idratazione, incide
su salute e lavoro
L’avviso arriva da Luis Serra
Majem,
Presidente
della
Fondazione di ricerca sulla nutrizione (FIN) ed è rivolto non solo a
chi svolge un lavoro di sforzo fisico, ma anche ai lavoratori sedentari. Bisognerebbe assumere un
bicchiere d’acqua ogni ora, se si
calcola che alla temperatura di 35°
un impiegato può perdere fino a 5
litri ed un operaio fino a 16 litri. Le
pause durante l’orario lavorativo
possono aiutare a reidratarsi con
acqua, caffè, energy drink. La disidratazione porta ad un aumento
della percezione della fatica incidendo sul rendimento lavorativo
nonché sulla salute: per ogni
punto-percentuale di peso corporeo perso, lo sforzo cardiovascolare aumenta di quattro battiti al
minuto. Inoltre, se le prestazioni e
le capacità cognitive sull’ambiente
di lavoro diminuiscono, probabilmente la disidratazione ha superato il 2% del peso corporeo.
Campanello d’allarme per provvedere subito assumendo liquidi.
12
Roma Salute news
7 Novembre 2011
PUBBLICITA’
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Roma Salute news
7 Novembre 2011
Bambini nel guscio, terapia per l’autismo infantile
Verrà presentato al Festival delle giovani idee il progetto Tartaruga dell’Istituto di Ortofonologia
di Cinzia Rossi
L
i chiamano anche bambini della Luna, per la
loro distanza dagli altri,
o bambini pesci, per il
loro silenzio, affascinanti
e inquietanti “per il mistero
che li circonda”. L’autismo,
per certi versi considerato
ancora “un enigma” è però
una patologia infantile che
può essere affrontata con
risultati anche molto soddisfacenti. Ne è un esempio il progetto “Tartaruga” dell’l'Istituto
di Ortofonologia (IdO), centro
accreditato dal Sistema sanitario nazionale di terapia e
ricerca per l'età evolutiva, che
propone un approccio innovativo sia nella diagnosi che
nella terapia per migliorare la
qualità della vita dei bambini
autistici e delle loro famiglie.
Un progetto, durato oltre 3
anni su un campione di 55
bambini con disturbo autistico
tra i 3 e i 12 anni. Quattro di
questi bambini sono usciti
addirittura dalla diagnosi di
autismo mentre gli altri hanno
raggiunto miglioramenti significativi. Il Progetto Tartaruga
prevede sia la terapia al bambino sia il sostegno ai genitori.
L'aumento di casi nel mondo
cresce ogni anno anche grazie
alle diagnosi più diffuse,
come conferma Magda Di
Renzo, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e responsabile
del progetto 'Tartaruga' . “Ai
primi segnali bisogna muoversi subito, cercando strutture
adeguate per valutare i disturbi della relazione". Meglio
lasciar stare certe mode come
quella di andare in Argentina
per il ricambio del sangue.
Negli anni scorsi erano di
moda le diete per autistici.
Attorno a questo disturbo si
sono succeduti mode e accanimenti incredibili, grazie
anche all'uso di Internet". Il
rischio e' quello di entrare
nella spirale dei cialtroni che
vendono soluzioni facili per un
problema che facile non è.
“Per fortuna oggi i pediatri
sono molto più sensibili e
sono i primi a mobilitare i genitori", commenta l'esperta.
L'autismo, ricorda la psicoterapeuta, riguarda soprattutto i
maschi, con un rapporto di 4 a
1 rispetto alle femmine. "Non
e' ancora chiara la causa della
A.E.O.
patologia e questo va dettocontinua- perché ogni tanto
viene data una causa che fa
scaturire delle terapie le quali,
di conseguenza, non sono
valide". "Ciò che e' necessario
- afferma il direttore dell'Ido
Federico
Bianchi
di
Castelbianco - è fare la diagnosi entro i tre anni. Prima ci
si muove e meglio è perché
si riesce ad intervenire quando
il disturbo non si è ancora
radicato". Sarà questo, infatti,
il tema al centro del convegno
"Autismo infantile. La centralità della diagnosi precoce per
un progetto terapeutico mirato", promosso dall'IdO in collaborazione
con
la
Fondazione Telecom ed
Edizione Magi e intende coinvolgere la scuola e i pediatri in
percorsi di formazione finalizzati all'individuazione dell'autismo fin dalla più tenera età.
L’evento, insieme alla presentazione
del
progetto
‘Tartaruga’, è in programma
sabato 12 novembre presso il
Palazzo dei Congressi dalle
ore 9 alle ore 17, nell'ambito
dell'evento
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Il manifesto del convegno
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14
Roma Salute news
7 Novembre 2011
Ambiente
Smog, immondizia, traffico: secondo Legambiente le province laziali non migliorano la qualità della vita
Ecosistema urbano, per le città
del Lazio la solita brutta figura
“Dalle istituzioni
servono scelte
concrete per uscire
dalla crisi
ambientale”
di Yari Ricci
C
he la Capitale avesse
qualche problemino di
smog, immondizia e
traffico è risaputo, ma
anche gli altri capoluoghi
di provincia laziali in fatto di politiche di salvaguardia ambientale se la passano piuttosto male.
Secondo il XVIII Ecosistema
urbano di Legambiente, realizzato con il contributo scientifico
dell’Istituto
di
Ricerche
Ambiente Italia e la collaborazione editoriale de Il Sole 24
Ore, Roma si colloca a fondo
classifica tra le grandi città italiane, in decima posizione su
15; tra le medie città, Latina è
addirittura penultima, al 42°
posto; Frosinone a fondo classifica tra le 45 piccole città, al
41°; Viterbo oltre la metà classifica in trentunesima posizione, e Rieti bisogna al 21°
posto. E' proprio la gestione
dei rifiuti uno dei fattori di maggiore pressione ambientale
nelle città laziali. Roma con i
suoi 661,3 kg di rifiuti pro-capite prodotti all'anno è tra le peggiori grandi città italiane. La differenziata si fa troppo poco e la
crescita e lentissima Verona è
al 50,2% e Torino in poco
tempo è arrivata al 42,5%,
Roma fa un timido passetto
avanti dal 19,5% rimanendo
inchiodata al 21,6%; Rieti dal
12,9% passa al 14,9% e
Viterbo dal 10,8% al 10,9%,
mentre addirittura diminuisce
Latina dal 30,1% al 29,2% e
Frosinone, dal 38,8% si colloca
al 15,1. In tutta la Regione
ingorghi e smog soffocano i
centri urbani: peggio di Roma,
con 69 auto ogni 100 abitanti,
fa solo Catania, Latina è addirittura ultima tra le medie con
73 auto/100 abitanti; Viterbo
penultima tra le piccole con 76
auto/100 ab., Frosinone 42a su
45 con 73 auto/100 ab., Rieti
38a con 70 auto/100 ab. A
IN
BREVE
La sposa
col paracadute
Abiti confezionati non solo con
materiali innovativi quali vele di
paracadute o parapendio, ma
anche realizzati recuperando vecchi abiti d’epoca o rifiuti di prodotti
tessili, miscelati con fibre naturali
quali canapa e seta organica. Gli
abiti da sposa di Valerie Pache
sono realizzati su misura oltretutto
anche a prezzi accessibili che
variano dai 1.000 ai 3.000 euro.
Roma si colloca a fondo classifica tra le grandi città italiane
fronte di questo quadro, il trasporto pubblico non aumenta
offerta e viaggiatori: Roma
rimane in testa, dopo Milano e
Venezia, tra le grandi città con
64 km-vetture per abitante;
Viterbo si piazza a fondo classifica tra le piccole con solo 15
km-vetture per abitante, a
Frosinone se ne registrano 21,
a Rieti 25 e a 16 a Latina, quasi
I numeri
661,3
Sono i kg di rifiuti pro-capite prodotti
all'anno a Roma. La capitale è tra le peggiori grandi città italiane
in fondo tra le medie. Tra le
prime emergenze ambientali
da affrontare resta lo smog. La
Capitale supera decisamente
la soglia di 40 microgrammi per
metro cubo (media annua)
considerata pericolosa per la
salute umana. “Sulla qualità
della vita a Roma e nei capoluoghi del Lazio pesano la troppa immondizia malgestita, il
traffico sempre più congestionato e lo smog, i consumi idrici e la cattiva depurazione.
Dalle istituzioni servono scelte
concrete, fondamentali per
uscire dalla crisi ambientale,
ma dirimenti anche per battere
la crisi economica puntando su
un futuro migliore per i cittadini
– ha commentato Lorenzo
Parlati,
presidente
di
Legambiente Lazio.
A N.Y.
il parco sotto terra
Con Il progetto Delancey
Underground, ribattezzato ‘The
Low line’, la Grande Mela si propone di trasformare la vecchia e
fatiscente stazione ferroviaria sotterranea, proprio sotto Delancey
Street, in un “eco-rifugio” underground, un vero e proprio parco
verde a misura di cittadino.
Roma
ciclabile
La Commissione Ambiente di
Roma Capitale ha approvato
oggi il Piano Quadro della
Ciclabilità, dando il via libera
all’esame finale del Consiglio
Comunale. Il Piano, oltre a prevedere l’estensione delle piste ciclabili e l’ampliamento del servizio di
bike sharing, punta a costruire il
Grande Raccordo Anulare della
Ciclabilità (Crac).
Spesa intelligente, controllo della dispensa, riciclo culinario: consigli per evitare che il cibo finisca nella spazzatura
Lo spreco quotidiano di cibo
sfamerebbe mezzo pianeta
A buttare il cibo nella spazzatura piange il cuore, ma questo non impedisce a ciascuno degli abitanti degli stati
europei di gettarne via quasi
150 chili l’anno. E’ infatti
questa la media procapite
dividendo i circa 89 milioni di
tonnellate di cibo che nei 27
Stati membri dell'Ue ogni
anno finiscono in discarica.
Secondo le stime,se non si
cambiano abitudini entro il
2020 la montagna di alimenti
finiti nell'immondizia potrebbe crescere del 40% per raggiungere i 126 milioni di tonnellate. Ma l’allarme riguarda
tutto il pianeta: secondo la
Fao 1,3 miliardi di tonnellate
di cibo all'anno restano inutilizzate no. A generare circa il
42% degli sprechi nell'Ue
sono le famiglie, seguite da
industria (39%), catering
(14%) e distribuzione (5%).
Per la Settimana europea
dedicata alla riduzione dei
rifiuti, che si terrà a novembre
in molti paesi dell'Ue, è stato
redatto un vademecum del
risparmio in 5 punti. Primo:
fare la spesa intelligente.
Stilare una lista dopo aver
controllato frigo e dispensa.
Si evitano i doppioni.
Secondo: per gli inviti a cena
preparare solo pasti ‘riciclabili’ il giorno dopo. Meglio poi
cercare di non strafare, con-
siderando il numero degli
invitati. Terzo: controllare
spesso le date di scadenza
dei prodotti e organizzare il
menù del giorno tenendolo in
considerazione.
Quarto: riporre i
cibi in frigo in contenitori per allungarne la freschezza. Quinto: usare
confezioni di cibo
già aperte o che
stanno per scadere. Seguire le
ricette adattando
le dosi al numero di commensali e ricordarsi di usare
gli avanzi, per creare ad
esempio insalate o sformati.
Yari Ricci
Roma Salute news
7 Novembre 2011
Alimentazione
15
Un recente studio scientifico sfata le comuni convinzioni su bevande e dolci sugar free
Tutto e ....
Gli alimenti senza zucchero
non aiutano a perdere peso
Alcol, una fragola
per limitare i rischi
Scarsi ed incompleti
i dati disponibili
fino ad ora
di Gianluca D’Eramo
M
asticare una gomma o
bere una bevanda dolcificata, o senza zucchero, è una abitudine
ormai comune, il più
delle volte per evitare di assumere pietanze ritenute più grasse e
meno salutari. Secondo un’analisi effettuata da ricercatori finlandesi e statunitensi, a volte questi
alimenti potrebbero addirittura
generare problemi intestinali,
danneggiare i nostri denti, e non
giovare alla nostra linea. Lo studio
delle Università di Helsinki,
Boston, e Nevada del Sud ha rivisitato completamente i dati
disponibili fino ad ora e il conseguente approccio scientifico
avuto nei confronti di bibite,
gomme da masticare e dolci. In
particolare sugli zuccheri complessi come xilitolo e sorbitolo. È
molto difficile, spiega la ricerca,
perdere peso e salvaguardare la
salute dei denti sostituendo gli
Ricerche dimostrano che lo Xilitolo è ritenuto ‘l’amico dei denti’
La parola
Xilitolo
E’ un dolcificante, anche chiamato zucchero del legno, utilizzato come succedaneo dello zucchero tradizionale. Viene estratto
dalle piante di betulle, fragole, lamponi, prugna e anche dal
grano. Il potere dolcificante è molto simile al saccarosio, ma
contiene il 40% in meno di calorie.
zuccheri normali con quelli a più
basso contenuto calorico. Le
possibilità di perdere peso sono
“esigue” poiché l’organismo
assume comunque un contenuto
calorico. Molte persone sono
così autorizzate ad abusarne
convinte delle loro proprietà a
discapito dei cibi tradizionali. Un
“falso senso di sicurezza” che
tranquillizza il consumatore, convinto di potersi fidare e incurante
delle sostanze descritte nelle etichette. Tutto questo dovrebbe
spingere ad una maggiore prudenza. Pochi, ad esempio, sono
a conoscenza delle avvertenze
presenti sulle confezioni delle
gomme da masticare che avvisano su possibili forme di dissenteria causate da aromatizzanti e
conservanti che favoriscono lo
sviluppo dell’acidità del cavo
orale, la carie, e l’erosione dello
smalto. Questo non vuol dire che
si esclude totalmente la loro
assunzione. Ricerche dimostrano
che lo Xilitolo è ritenuto “l’amico
dei denti” dalla Food and Drug
Administration e dall’Unione
Europea per tre motivi: non subisce una fermentazione acida nel
cavo orale; può ridurre il numero
dei batteri presenti nella bocca;
può stimolare enzimi capaci di
bloccare lo sviluppo della carie.
Rapporto Italia a tavola 2011: nell’ultimo anno più di 430mila controlli
Una agenzia nazionale per gestire
la sicurezza nell’agroalimentare
di Gianluca D’Eramo
Un paese bloccato su vecchie attribuzioni e impostazioni che dimostrano la necessità di un adeguamento istituzionale al mutato quadro del comparto agricolo nazionale. L’immagine dell’Italia, secondo il
rapporto ‘Italia a tavola 2011’ stilato
dal Movimento Difesa del Cittadino,
è quella di un paese attivo e vigile
nell’affrontare le crisi ma ancora rigido negli strumenti e nella celerità di
risposta.
In primo luogo si rileva la necessità
di una Agenzia Nazionale:
“Crediamo – spiega Antonio
Longo, presidente del Movimento
– che vada riaperto il dibattito.
Siamo ancora bloccati su vecchie
competenze che dimostrano tutti i
loro limiti ogni volta che c’è una crisi
di sicurezza alimentare”. Per dare
“rapidità” ed un “senso” a tutti quei
soggetti che compiono i controlli,
dalla Agenzia delle Dogane ai Nas
dei Carabinieri, dalle Asl al Corpo
Forestale dello Stato. Nel solo 2010
sono stati oltre 430mila le ispezioni
su tutto il territorio nazionale. Non
una questione di governance fine a
se stessa: “Gli Italiani vengono a
sapere delle emergenze alimentari
prima dai giornali, dalla tv o magari
dalle associazioni dei consumatori.
Così è stato per l’influenza aviaria o
per le mozzarelle di bufala contaminate o contraffatte”. C’è bisogno,
quindi, di un punto di riferimento
per informare i cittadini che spesso
“non sanno a chi rivolgersi”, perché
se è vero che ospitiamo a Parma
l’Autorità Europea per la Sicurezza
Alimentare (Efsa), dopo un lungo
braccio di ferro con la Finlandia,
questa “non ha ancora svolto il
ruolo di tutela che ci si aspettava a
livello
europeo”,
secondo
Francesco Ferrante della segreteria
nazionale di Legambiente.
Un passo ancor più necessario in
una fase di crisi, in cui l’agroalimentare può dimostrarsi risorsa di sviluppo per il paese, nella tutela, al
contempo, del suo ‘made in Italy’.
Un controllo che deve iniziare dalle
etichette, con un acquisto consapevole, e continuare nell’affrontare
criminali senza scrupoli a livello
nazionale ed europeo.
Le qualità antiossidanti
presenti nelle fragole proteggono il nostro stomaco
dai danni provocati dall’alcol. Lo afferma lo studio
presentato
da
Sara
Tulipani dell’Università di
Barcellona, secondo cui il
frutto rosso e i suoi estratti potrebbero diventare in
futuro una cura per rallentare la formazione di ulcere gastriche grazie all’elevato contenuto di composti
fenolici e dalla attivazione
delle difese antiossidanti. I
risultati sono stati ottenuti
somministrando ad alcuni
topi un estratto di fragole,
40milligrammi al giorno,
per circa 10 giorni. Si sono
così riscontrati minori
danni
alle
membrane
mucose dello stomaco,
generalmente vulnerabili
ai danni ossidativi provocati dall’alcol.
....ancor di più
L’importanza delle
sigle alimentari
Unione
Nazionale
Consumatori e Ministero per
le
Politiche
Agricole
Alimentari e Forestali hanno
dato il via alla campagna
‘L’importanza delle sigle
Dop, Igp e Stg’. Sono già
stati spediti oltre 7mila opuscoli nelle scuole medie inferiori per un progetto educativo che prevede anche un
questionario, formulato sotto
forma di gioco, per verificare
la conoscenza sull’argomento.
L’iniziativa,
spiega
Massimiliano Dona segretario generale dell’UNC, ha lo
scopo di diffondere tra i giovani la conoscenza delle produzioni agroalimentari di
qualità. In particolare quella
a denominazione di Origine
Protetta (Dop), Indicazione
Geografica Protetta (Igp) e
Specialità
Tradizionale
Garantita (Stg). Previsto
anche un concorso per premiare i migliori elaborati presentati dagli studenti.
16
Roma Salute news
7 Novembre 2011
L'evento organizzato dalla Presidenza del Consiglio regionale, in collaborazione con le Associazioni Centro del Bivio e Naturasacra
Convegno sul federalismo fiscale alla Pisana.
Il ruolo e i problemi di Roma capitale
I
l 25 ottobre alla Pisana si è
tenuto un convegno sul federalismo fiscale dal titolo
"Federalismo fiscale e Roma
capitale"; l'evento è stato
organizzato dalla Presidenza del
Consiglio regionale del Lazio, in
collaborazione
con
l'Associazione Centro del Bivio e
l'Associazione Naturasacra. Il
tema, particolarmente di attualità
in un periodo in cui sta per scadere la legge delega per l'emanazione dei decreti attuativi per
Roma capitale, senza che il
secondo abbia ancora visto la
luce, si presta alla duplice interpretazione di chi ritiene che questa importante riforma possa
responsabilizzare le Regioni, rendendole più virtuose nell'amministrare le proprie entrate, e di chi
invece sottolinea i rischi di un'accentuazione, in conseguenza di
questa riforma, del divario già
esistente tra realtà più e meno
sviluppate del Paese. Il presiden-
Il presidente del Consiglio regionale Abbruzzese al convegno
te del Consiglio regionale
Abbruzzese, in apertura di lavori,
ha dichiarato: "Il federalismo è
uno strumento a disposizione
delle Istituzioni per regolare la
finanza pubblica in presenza di
stati non centralizzati come il
nostro, con una forte e radicata,
anche storicamente, identità e
autonomia regionale e locale.
Questo strumento è stato ritenuto idoneo a definire un nuovo
assetto dello Stato, nel rapporto
tra Governo centrale e Regioni, in
tempi diversi sia dal centrodestra
che dal centrosinistra". "In relazione al tema di Roma Capitale ha continuato Abbruzzese credo che le rivendicazioni che
hanno condotto all'approvazione
del nuovo statuto della città, nel
corso del tempo sono state sottoscritte da Rutelli, Veltroni e oggi
dal sindaco Gianni Alemanno.
Roma Capitale non può essere
trattata alla stessa stregua di un
Comune qualunque del territorio
italiano. Ma noi amministratori
della Regione Lazio sappiamo
anche che la nostra comunità ha
un rapporto particolare con la
Capitale, una relazione di interdipendenza. Roma ha bisogno
delle Province del Lazio e le
Province hanno bisogno di
Roma. Penso che fare del federalismo fiscale una battaglia politica a priori è sbagliato e fuorviante. Il compito del legislatore
oggi è accelerare i tempi: lo chiedono i cittadini, le imprese, il
terzo settore, ma soprattutto lo
impone la crisi economica".
Secondo il consigliere Storace
(capogruppo La Destra in
Consiglio) “con il federalismo
fiscale, probabilmente, Roma
potrebbe beneficiare di risorse
maggiori, visto che solo una
parte minima del gettito dei suoi
abitanti torna ad essi sotto forma
di trasferimenti dallo Stato”. Ha
poi lanciato l'idea di una "regione
di Roma", che valorizzerebbe la
capitale, svincolando al contempo il Lazio dall'accusa di essere
troppo
"romanocentrico".
Contrario a questa idea il consigliere Sbardella (UDC), presidente della Comm. Affari costituzionali e statutari, secondo il quale la
strada è quella di potenziare il
Lazio per farne una sorta di
"Regione capitale", che possa
devolvere anche una maggior
quantità di funzioni a Roma. Il
consigliere Moscardelli del PD ha
messo l'accento sull'inerzia della
Regione in quello che a suo avviso dovrebbe essere il suo ruolo
propulsivo in materia; anche se,
sempre secondo lui, l'abolizione
delle Province sarebbe una
misura sbagliata.
L’intesa firmata davanti alle commissioni consiliari competenti in materia
Roma Capitale, protocollo
tra Alemanno e Polverini
Un percorso condiviso con la
Regione per dare a Roma
Capitale poteri differenti da quelli di
qualsiasi altro Comune. Questo il
senso del protocollo firmato nei
giorni scorsi dal sindaco Gianni
Alemanno e dalla presidente della
Regione Renata Polverini davanti
alle commissioni consiliari competenti in materia. Alemanno ha
spiegato che questo documento
fa "chiarezza e dà certezze, visto
che la norma costituzionale non
era chiarissima. Tuteliamo la
Regione, ma al tempo stesso
diamo il via a un processo che
dovrà ridimensionare la burocrazia. Sottolineo che discuteremo
dei poteri che saranno attribuiti
oggi a Roma Capitale, ma un
domani anche alla Città metropolitana". Per la presidente Polverini
"Intanto diamo tempi certi al percorso che insieme vogliamo fare.
Inoltre abbiamo voluto coinvolgere
fin da subito il Consiglio regionale
che dovrà poi discutere e votare la
proposta di legge. Allo stesso
tempo poniamo fine a un dibattito
durato fin troppo e fin troppo strumentalizzato: nessuno di noi vuole
frenare il percorso necessario per
dotare Roma di quei poteri che
servono per amministrare la
Capitale. Ma deve essere chiaro
che ciascuno ha le sue competenze: il governo per le materie
che la Costituzione riserva allo
Stato, la Regione per quelle che la
Carte le attribuisce". Entro 90 giorni dall'adozione del decreto legislativo con cui lo Stato stabilirà
quali poteri delegare a Roma, la
Giunta regionale presenterà una
analoga proposta di legge che
riguarderà i poteri assegnati alle
Regioni dal titolo V della
Costituzione. Da subito sarà costituito un tavolo tecnico congiunto.
Per il presidente del Consiglio
regionale del Lazio, Mario
Abbruzzese "La firma di questo
protocollo apre una fase operativa
sull'applicazione della riforma del
federalismo fiscale nella nostra
regione. La definizione dei poteri di
Roma Capitale è infatti il primo
passo che dovevamo fare per
affrontare un percorso condiviso
che porterà all'individuazione,
attraverso una legge regionale,
delle funzioni di competenza
regionale
da
assegnare
a
Roma Capitale. Il
Consiglio e le
Commissioni
preposte saranno chiamate ad
esprimersi nel
merito di tali funzioni e avranno
un ruolo centrale
per la realizzazio-
ne di una riforma storica che sarà
importante non solo per la città di
Roma, ma per tutti i territori del
Lazio.Sono convinto che la sinergia e lo spirito di collaborazione tra
le Istituzioni che abbiamo potuto
constatare oggi rappresentino la
strada migliore per chiudere un
periodo di incertezza."
Roma Salute news
7 Novembre 2011
Accade in città
Vestiti di carne
I martiri del pensiero
nel vernissage di
Antonello Marsilio
al Caffè Letterario
il 15 novembre.
Sento che ci sei
E’ il titolo del libro appena
uscito per Rizzoli in cui Fulvio
De Nigris, fra i fondatori
della Casa dei risvegli “Luca
De Nigris” di Bologna, per la
prima volta racconta la propria esperienza di padre alle
prese con il coma e la morte
di un figlio. La vicenda di
Luca De Nigris è nota. A 15
anni, in seguito a un’operazione che i medici giudicano
“perfettamente
riuscita”,
entra in coma. Con una gara
di solidarietà degli amici, che
poi fonderanno l’associazione “Gli amici di Luca”, vienetrasferito in una clinica
austriaca, dove dà i primi
segnali di risveglio. Tornato a
Bologna Luca muore improvvisamente. Una vicenda che
diventa una lunga “educazione al dolore”. De Nigris, oggi
direttore del Centro studi per
la ricerca sul coma “Gli amici
di
Luca”
e
membro
dell’Osservatorio nazionale
sulla condizione delle persone con disabilità, nel libro
passa dall’esperienza personale alle testimonianze di
altri genitori per raccontare
una quotidianità spesso invisibile.
Per donare il latte umano
Continua la collaborazione tra provincia di
Romja e Ospedale pediatrico Bambin
Gesù nel progetto della Banca del latte
umano donato ‘La Via Lattea’. L’iniziativa,
già avviata, consiste in un piano di interventi a sostegno della BLUD per la raccolta del latte presso il domicilio delle madri
donatrici sul territorio di Roma e Provincia
con il successivo trasporto dello stesso
Dante dietro le sbarre
Ron Jenkins, insegnante e studioso con la passione per la
politica, l’attualità e sempre
socialmente impegnato, è professore di Teatro presso la
Wesleyan University negli Stati
Uniti. Traduttore e interprete di
Dario Fo, ha portato avanti un
progetto nelle carceri, da New
York all’Indonesia passando
per l’Italia, seguendo l’idea che
anche il dolore, in quanto creatore d’energia, può essere riciclato per essere trasformato in
forza positiva. La letteratura e il
teatro possono aiutano nella
crescita e nell’evoluzione interiore anche in carcere. Ispirati
dalla poesia di Dante e
Shakespeare a riflettere sulle
conseguenze dello spreco, i
detenuti intervistati da Jenkins,
ci ricordano che la conservazione e riciclo delle risorse umane
nelle nostre carceri non è meno
importante della sfida di conservazione e riciclo delle risorse
naturali del pianeta. Recycling
Pain was also compiled from
the Department of Justice
Report on the Federal Prison
Industry's electronic recycling
program.”. L’articolo di Jenkins
‘Dante dietro le sbarre’ è pubblicato da Teatri delle diversità.
Tempo Libero
Notte al Museo
La radio dei matti
Fino al 7 gennaio la
Centrale Montemartini, il
Macro via Nizza, i Mercati
di Traiano, i Musei
Capitolini, il Museo
dell'Ara Pacis, il Museo di
Roma Palazzo Braschi, e il
Museo di Roma in
Trastevere sono aperti al
pubblico ogni sabato sera
dalle 20 all'1; il Macro
Testaccio fino alle 24 (ultimo ingresso alle 23.30).
Ogni mercoledì, dalle 11
alle 12, su Radio Popolare
di Milano e Roma, solo
“matti” in onda alla radio,
un’ora di salute mentale
radiodiffusa con La terra è
blu. La salute mentale
radiodiffusa dove prendono la parola solo persone
che hanno, hanno avuto o
avranno un problema di
salute mentale. Coordina
Massimo Cirri.
17
presso la BLUD, grazie all’impiego di
agenti della Polizia Provinciale e del personale volontario della Protezione Civile.
Il progetto fornirà inoltre, alle madri
donatrici tutto il kit necessario (tiralatte
elettrici e contenitori sterili). Per le donazioni individuali: Ospedale Pediatrico
Bambino Gesù tel.: 06.6859.2831 - 2217
e-mail: [email protected]
Sparategli! Nuovi schiavi
d'Italia
Sicuri sul bus c’è
il carabiniere in congedo
Indosseranno una fascia bianca con il logo di Roma
Capitale e dell’Atac, i carabinieri in congedo che presteranno servizio sulle linee e negli orari più a rischio dei bus
romani. L’iniziativa denominata “Presenza Amica” è stata
avviata per garantire la sicurezza di passeggeri e personale viaggiante, spesso vittima di aggressioni e comportamenti violenti. Il nuovo “corpo” di Presenza Amica sarà
sugli autobus negli orari più a rischio, dalle 18 alle 22, nell’arco compreso tra lunedì e sabato sulle linee maggiormente oggetto di aggressioni e azioni di disturbo, mentre
in quelle più centrali e frequentate dai turisti saranno operativi anche tra le 10 e le 14. Fino a gennaio i carabinieri
in congedo saranno divisi in 54 unità operative al giorno,
e suddivisi in 18 gruppi composti da tre associati ciascuno; una volta conclusa la fase di start-up il progetto entrerà a far parte del III patto per Roma Sicura.
Sono gli immigrati i protagonisti del libro di Jacopo
Storni, giornalista fiorentino,
edito da Editori Riuniti e con
la prefazione di Ettore Mo
(inviato speciale del Corriere
della Sera). Il volume di 330
pagine è un viaggio-denuncia nel Terzo Mondo d'Italia
alla scoperta delle condizioni
più disumane nel quale vivono gli immigrati. Il lungo
reportage, formato da 22
capitoli, è suddiviso in sei
macroaree, ognuna delle
quali rappresenta una drammatica condizione di vita
degli immigrati: gli schiavi, i
baraccati, i disperati della
strada, i perseguitati, i prigionieri, i morti. Storni vive con
loro per un intero anno e raccoglie le voci troppo spesso
intolleranti e le reazioni degli
italiani nelle città e nei paesini in cui gli immigrati sono
ospitati, facendo emergere
"il lato oscuro di un'Italia talvolta egoista e arroccata su
se stessa, dove ognuno di
noi è complice, diretto o indiretto, delle condizioni più
drammatiche in cui vivono i
migranti".
Roma salute news
quindicinale
di informazione
Registrazione presso
il tribunale di Roma
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il 4 Novembre 2011
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Roma Salute news
7 Novembre 2011
434
TERZO SETTORE
Gli uffici postali
in Toscana provvisti
di Sportello Amico
Prenotare una risonanza magnetica? Sì, alla Posta
Una iniziativa della regione Toscana per agevolare l’accesso ai servizi sanitari
di Federico D'Ambrosi
R
ecentemente la Regione
Toscana ha predisposto
un protocollo d’intesa
con Poste Italiane, che
permetterà ai cittadini
toscani di essere agevolati in
diverse attività legate ai bisogni
della salute. Tra le novità principali vi è la possibilità di prenotare le visite mediche e pagare i
ticket sanitari direttamente
all’ufficio postale. Inoltre ci si
potrà rivolgere presso i 434 uffici postali regionali provvisti di
Sportello Amico, ricevendo
direttamente a casa il referto in
formato elettronico o cartaceo.
L’iniziativa si muove nel quadro
dei servizi di e-Government –
l’informatizzazione della pubblica
amministrazione.
Certamente un servizio molto
utile, che intende semplificare la
vita dei cittadini e agevolare il
loro rapporto con le strutture
sanitarie. Ma alcune considerazioni
sono
d’obbligo.
Innanzitutto, valutare se un
accordo del genere è effettiva-
mente praticabile conoscendo
le difficoltà che spesso hanno
molti utenti dei servizi postali a
ricevere già quei servizi (pagamenti conto correnti, ritiro pensione, raccomandate e pacchi,
ecc.), che spesso sono già intasati di loro con delle code nei
punti di maggior accesso che
durano già nei momenti di
punta anche qualche ora. Poi ci
si chiede se effettivamente
ampliare i canali di prenotazione
può risultare vantaggioso per il
cittadino quando il problema
principale sono le lunghe liste
d’attesa per eseguire le prestazioni. In un momento di grande
criticità e in un contesto economico non certamente favorevole l’aumento dei tempi di attesa
rimane un problema gravissimo
per il Sistema Sanitario che, di
fatto, non è in grado di garantire un accesso equo alle cure.
Gli accordi Stato–Regioni sulla
definizione del Piano regionale
di governo delle liste di attesa
non hanno portato per il
momento a risultati soddisfacenti. Solo dieci Regioni si sono
Prenotare una visita alle Poste elimina il problema delle attese? Sopra: il Presidente della regione Toscana
messe in regola adottando un
piano regionale che ha recepito
quello nazionale. Ritardi di pro-
La salute in mano alle cooperative
Il sistema sanitario come la più
grande impresa sociale del
mondo. In Italia sono più di
7mila le cooperative impegnate
nell'assistenza di anziani e
disabili o nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
Molte di queste, come le cooperative di tipo B, sono strettamente legate al settore pubblico e socio-sanitario gestendo
tra gli altri servizi anche i centri unici di prenotazione sanitarie. Imprese sociali, con strutture agili e flessibili, fonti di
importanti innovazioni, che
svolgono attività di interesse
collettivo e danno lavoro a
migliaia di persone spesso
svantaggiate. Ma la congettura
economica sembra aver toccato
anche queste realtà cooperative. I ritardi nei pagamenti da
parte degli enti pubblici, i nuovi
tagli del Governo alle risorse
dei comuni e le minori partnership stanno mettendo alle
corde le imprese sociali. Come i
30 lavoratori che prestano servizio al CUP dell’ospedale
Mazzini di Teramo che potrebbero rimanere letteralmente per
strada. Niente più lavoro. E questo a causa di un bando messo
in piedi dall’amministrazione
precedente che non aveva previsto una clausola di salvaguardia, così come sempre avviene,
per i lavoratori già in servizio.
La cooperazione può giocare un
ruolo da protagonista nella
costruzione di una società e di
un mercato fondato su lavoro,
economia e benessere. Un
modello di società, fondato
sulla disponibilità dei cittadini
a mettersi in gioco e basato su
condivisione,
impegno
e
responsabilità. Per questo
occorre difendere queste realtà.
grammazione ai quali, spesso,
si aggiungono i mancati adeguamenti da parte delle amministrazioni dei budget economici per i centri unici di prenotazione utili ad abbattere il muro
delle code in corsia e negli
ambulatori e garantire trasparenza all’assistenza sanitaria.
Ecco allora che i tempi di attesa
– inevitabilmente – si allungano
anche laddove i CUP sono
esempi di esperienze di eccellenza. È il caso di quello che
avviene nel Lazio dove la situazione è aggravata dalla mancata integrazione delle strutture
private al servizio pubblico
regionale del ReCup. L’attuale
situazione vede 2/3 delle prestazioni erogate dal servizio
sanitario pubblico ancora tenute fuori dal servizio di prenotazione dei CUP, un percentuale
altissima che non fa altro che
accrescere il problema gli
eccessivi tempi di attesa
soprattutto per quelle prestazioni ritenute più critiche: le risonanze magnetiche, le ecografie
e
le
mammografie.
Occorrerebbe eventualmente
sveltire altre situazioni: quando
ad esempio si deve restare in
coda 2 o 3 ore attualmente per
pagare un ticket o per effettuare
una semplice accettazione
amministrativa presso un
ambulatorio. Se si vuole veramente rendere efficiente il sistema basterebbe di questi tempi
andare un in giro nei nostri
ospedali per vedere cosa succede per rendersi veramente
conto che spesso chi ci governa dovrebbe conoscere di più la
realtà delle cose senza lasciarsi
prendere da qualche abbaglio.
PUBBLICITA’
Roma Salute news
7 Novembre 2011
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Roma Salute news
7 Novembre 2011
Echi dal sociale
Cittadinanzattiva: ricadute negative sull’occupazione e disparità tra le Regioni
L’indagine
Asili nido, Italia maglia nera d’Europa
il 25% dei bambini in lista di attesa
Tra droga e famiglia
ritratto di un disagio
di Marco De Santis
D
opo secoli di lotte e
rivendicazioni, dopo
battaglie per ottenere
una rappresentanza, il
diritto di voto e quello
ad un egual trattamento, si può
dire che oggi le donne abbiano
raggiunto traguardi importanti.
Ma spesso le donne sono
anche madri e da questo punto
di vista la strada per garantire
un’uguaglianza di trattamento
è ancora lunga da percorrere.
In quest’ottica servizi sociali
come gli asili nido sono un
nodo fondamentale da sciogliere per rilanciare l’occupazione femminile. Ne è ben consapevole l’Europa che, nelle
linee guida per l’occupazione
dell’agenda di Lisbona, ha fissato l’obiettivo della copertura
del servizio al 33% considerando la mancanza di asili nido un
disincentivo alla partecipazione
delle donne al mondo del lavoro. Ma l’Italia, che sembra trovarsi a suo agio con una maglia
nera indosso, sembra non aver
colto l’invito. E’ quanto emerge
dall’indagine
di
Cittadinanzattiva che segnala
servizi scarsi con una media
nazionale del 25% dei bambini
ferma in lista d’attesa e grandi
disparità su territorio nazionale:
A Siracusa il 79% dei bimbi
resta in lista d’attesa, a
Palermo il 78%, a Treviso il
75%, a Ragusa il 64% e a
Crotone il 60% mentre per
Roma si scende al 31% e a
Milano all’1%. Guardando alle
Regioni nel complesso, il dato
sale a un massimo del 15,7%
in Emilia Romagna ed un minimo dell’1% scarso in Calabria
e Campania. Cifre ben lontane
dall’obiettivo comunitario succitato e dai risultati ottenuti da
altri
membri
dell’Unione
Europea che vedono ai primi
posti Danimarca, Svezia e
Islanda con una copertura del
50% dei bambini di età inferiore ai tre anni, seguiti da
Finlandia, Paesi Bassi, Francia,
Slovenia, Belgio, Regno Unito e
Portogallo (con valori tra il 50%
e il 25%). Lo studio cita un altro
rapporto dell’Ocse, “Doing
Better for Family”, che ha analizzato la condizione delle famiglie dei Paesi Ue ed evidenziato come nella Penisola, considerato il basso tasso di occupazione femminile e di natalità
e l’alto rischio di povertà infantile, siano necessarie politiche
più attente a conciliare lavoro e
famiglia. Da un lato, infatti, vista
la carenza di servizi dedicati,
risulta molto difficile conciliare
In media il 25% dei bambini non trova posto in asilo nido
lavoro e figli, dall'altro occorrerebbe una maggiore occupazione dei genitori per ridurre il
rischio di povertà infantile.
“Rispetto a molti altri Paesi
membri – si legge nel dossier le donne italiane risultano più in
difficoltà nel conciliare figli e
lavoro, e ciò comporta spesso
una scelta tra i due. Il risultato
di questa situazione è una crescita demografica quasi nulla e
un basso tasso di occupazione
femminile (pari al 48% contro
una media Ocse del 59%). I
giovani italiani, infatti, anche
per avere una posizione lavorativa più stabile, spesso posticipano l'età in cui avere un
figlio, col rischio di non poterne
più avere. E la mancanza di
posti a cui affidare la propria
prole durante le ore lavorative
fa si che le donne siano le più
danneggiate, al punto che, più
che in altri paesi, molte scelgono di non averne: quasi una
donna su quattro di quelle nate
nel 1965 non ha figli, contro
una su dieci di quelle francesi
nate nello stesso anno.
“L’inadeguato sviluppo dei servizi per la prima infanzia - spiegano i curatori del rapporto di
Cittadinanzattiva - è strettamente connesso alla visione
tradizionale della cura dei
bambini, delegata esclusivamente alla famiglia. I nidi di
infanzia sono presenti soprattutto nelle aree cittadine e rappresentano una sorta di ultima
spiaggia per i genitori entrambi
lavoratori”.
La denuncia della Cnesc: andare avanti così è impossibile
Servizio civile: tagli da brivido
L’Italia, forbici alla mano, continua a tagliare. E questa volta
a farne le spese è il servizio
civile che, nella manovra di
stabilità, assiste ad un taglio
delle risorse del 400% passando dai 299 milioni stanziati nel 2008 a 68 milioni per il
2012. Immediata la replica
della Cnesc, Conferenza
nazionale degli enti del servizio civile: “siamo indignati,
con questo taglio i fondi previsti non sono sufficienti
neanche a coprire i costi nel
2012 dei posti messi a bando
recentemente. Il governo –
prosegue la Cnesc – ha sempre considerato il Servizio
civile nazionale come complementare alle forze armate
di difesa della patria, ma
mentre le risorse per armi e
cricche sono state mantenute, le risorse per studenti,
poliziotti, soldati, insegnanti,
disabili e giovani del Ssn sono
state tagliate. Noi siamo convinti che proprio nei momenti
di emergenza, occorre alzare
lo sguardo in avanti e fare
scelte coraggiose che sanno
scrutare l’orizzonte e disegnare un futuro di pace, di
sviluppo sociale e difesa dei
diritti di tutti. Così, invece –
conclude la Cnesc - si rischia
di far morire una delle
poche esperienze di cittadinanza attiva, di investimento positivo per i
giovani e di intervento
non armato e non violento”. Da qui l’appello
della Cnesc al governo e
al
Presidente
della
Repubblica, in qualità di
Capo della Forze Armate
e da sempre al fianco del servizio civile, di difendere questo istituto della Repubblica
Italiana, confermando per il
2012 almeno i 113 milioni di
euro previsti.
Marco De Santis
Un quarto delle oltre 174 mila
persone con problemi di tossicodipendenza seguite dai
Sert in Italia ha uno o più figli.
E’ questo il quadro che emerge dalla ricerche condotte
congiuntamente
da
Gfk
Eurisko
e
Federserd.
Secondo l’indagine di Eurisko,
su un campione di 378 persone, il 48% di questi genitori ha
più di 40anni, il 35% ha un
titolo di studio di scuola superiore, il 68% è anche sposato
o convivente, il 59% ha un
lavoro. Per Federserd, che ha
visionato 1053 pazienti seguiti dai sert che hanno uno o più
figli, l'aspetto più interessante
è quello che riguarda la condizione di questi ultimi: del 41%
se ne è dovuto occupare il
Tribunale
per
i
minori.“Occorre l’impegno di
tutti – spiega Alfio Lucchini,
presidente di Federserd – per
costruire per queste famiglie
dei percorsi di vita normale.”
L’iniziativa
Detenuti a lavoro
per pazienti baby
Reinserire i detenuti nel
mondo del lavoro e prestare
un servizio indispensabile alle
strutture sanitarie. E’ questo lo
scopo della convenzione stipulata tra il Ministero della
Giustizia,
l’Ospedale
Pediatrico Bambino Gesù, la
Casa Circondariale Rebibbia e
il consorzio Sol.Co che si propone di utilizzare alcuni dei
detenuti, che lavoreranno
direttamente dalla casa circondariale, per ottimizzare le prestazioni del Centro Unico di
Prenotazione dell’Ospedale
Pediatrico Bambino Gesù.
L’accordo avrà durata di un
anno e coinvolgerà 11 detenuti, adeguatamente formati, allo
scopo di garantire un servizio
migliore ai piccoli pazienti dell’ospedale e allo stesso tempo
reinserire nel mondo lavorativo persone che altrimenti
rischierebbero di restare
esclusi dalla società e dal tessuto produttivo”.
Roma Salute news
7 Novembre 2011
Pets in the city
Adozioni a distanza
Cani e gatti, ma anche
cavalli, caprette e uccelli
da adottare a distanza
sul sito www.comunicazionesviluppoenpa.org
Dal canile alla casa di riposo
Gattini Il progetto si chiama
"Umberto D" (dal film di De
Sica in cui il cane Flaik salva
dal suicidio il protagonista
Umberto) ed è promosso da
Roma Capitale e dall'associazione ‘Con fido nel cuore’.
L'obiettivo è aiutare gli
anziani e alleggerire i canili
comunali. Sono interessati,
infatti, in via sperimentale
10 cani ospiti delle strutture
pubbliche. Nella prima fase
del progetto si individua la
struttura di accoglienza e i
cani adatti a diventare coterapeuti. L'animale viene
poi ospitato a casa del "pet
operator", che si occupa
della sua formazione fin
quando non è pronto per
l'adozione definitiva nella
casa di riposo. Anche il personale della struttura ospitante viene formato per
essere in grado di gestire il
cane. L'animale infine viene
inserito all'interno della
casa di riposo. Il "Pet operator" svolge controlli periodici per verificare le condizioni del cane adottato, accertando il suo stato di integrazione e le sue condizioni
sanitarie.
Nuova applicazione Bioparco
E’ ora possibile collegarsi sul proprio
cellulare per una visita interattiva,
per leggere le schede sugli animali
o per avere informazioni sulle novità
e le iniziative in programma nel
parco romano. L’applicazione, disponibile su iPhone, iPod e smartphone
(per scaricarla basta collegarsi
Gli insetti, cibo del futuro
Uova di formica, larve delle
tarme imperiali provenienti
dall'Africa o dall’Australia,
lepidotteri della Thailandia,
formiche colombiane. Il cibo
del futuro e un ‘toccasana
per la salute’ come hanno
sottolineato al Fens, 11/mo
congresso della nutrizione
che si è svolto a Madrid,
ricercatori
dell'università
autonoma metropolitana di
Mexico D.F. “Sono ricche di
macronutrienti e sono ovunque nel mondo, in tutti e cinque i continenti. Per fare un
pieno di proteine basta scegliere i lepidotteri thai, mentre per integrare i minerali,
dopo una corsa o un lavoro
di fatica, l'ideale sono le
uova di formica''. Gli insetti
edibili forniscono, hanno
precisato, una dieta alimentare salutare ricca di proteine con gli aminoacidi
essenziali, grassi, minerali,
fibre, carboidrati solubili.
Alcune specie sono stagionali ma in buone condizioni
di stoccaggio gli insetti possono essere consumati nel
tempo senza evidente deterioramento delle proprietà
nutrizionali”.
Sul web
Sterminio ucraino
La cintura di castità
In Ucraina è in atto una
spietata guerra agli animali
randagi per offrire un
Paese “ripulito” al momento in cui partiranno i campionati europei di calcio.
Per fermare lo sterminio è
stata creata una pagina di
Facebook da dove copiare
una lettera di protesta da
inviare alle autorità ucraine.
La mail va indirizzata a
[email protected]
Si chiama PABS, acronimo
che sta per Pet AntiBreeding System (sistema
anti-riproduttivo per animali
domestici) ed è stata progettata per impedire agli
amici a quattro zampe di
ingravidare le cagnette in
calore. Una crudele alternativa alla sterilizzazione, l’invenzione di Dexter Blanch,
che ha sollevato più di una
polemica.
21
sull’Appstore o sull’AndroidMarket,
o visitare il sito del Bioparco), e
realizzata dal Dipartimento Servizi
tecnologici in collaborazione con il
partner Sincro Consulting SpA, è
una guida multimediale che sarà
sempre aggiornata e in continua
evoluzione.
Mancano solo i soldi
Gli animali
più tartassati d’Europa
"Siamo al surrealismo fiscale. E' l'ennesima allucinazione
del Fisco nazionale, un quadro visionario, degno della ribellione descritta nella Fattoria di George Orwell". Lo dichiara
Marco Melosi, presidente dell'Associazione nazionale medici veterinari (Anmvi), dopo la presentazione all'Agenzia delle
Entrate del nuovo redditometro sperimentale che include fra
le sette categorie del redditometro anche le spese veterinarie. " Il Governo italiano continua a lucrare sugli animali da
compagnia, a considerare il cavallo un indicatore nel reddito, a ridurre le detrazioni sulle spese veterinarie per cani e
gatti, ad aumentare le tasse portando l'Iva ai massimi livelli
storici (21%) sul loro cibo e sulle cure mediche degli animali da compagnia, inclusi furetti, conigli e criceti che sempre
più numerosi popolano le case degli italiani. Ma evidentemente, per lo Stato italiano la capacità senziente degli animali è stata interpretata come capacità tributaria e di patire
la peggiore vessazione fiscale di tutta Europa". Y. R.
"Il nostro Ddl sull'ippoterapia è fermo da almeno due
anni, è molto semplice,
costa poco - un paio di
milioni di euro - perchè e'
una legge regolatoria". Ad
affermarlo
è
Antonio
Tomassini, presidente della
Commissione Igiene e sanità del Senato, intervenendo
a Roma alla presentazione
di un progetto di ippoterapia
per i bambini emofilici.
Questo Ddl, aggiunge
Tomassini, "e' molto importante perché tutela i cittadini; oggi, infatti, il settore non
è normato e chiunque può
fregiarsi di questa etichetta
e noi non sappiamo cosa
c'e' dietro". Il provvedimento
prevede l'identificazione di
centri che abbiano un direttore sanitario, un veterinario
e un istruttore specializzato.
Stabilisce, inoltre, percorsi
personalizzati e figure specifiche, come il fisioterapista
specializzato. “I tempi della
legge non sono tempi politici; su questi temi, infatti, non
ci sono spaccature tra maggioranza e opposizione, ma
c'e' la necessità che il Ddl
sia finanziato".
Il concorso Miss
Gatto Nero
Per il quinto anno consecutivo, l’Aidaa dedica il
mese di novembre alla
riqualificazione sociale
del gatto nero per sfatare i luoghi comuni che lo
vogliono portasfortuna
ed ha organizzato il
primo concorso nazionale fotografico “Miss
Gatto Nero”. Il concorso
è aperto a tutte le donne
di qualsiasi età che
hanno o amano i gatti
neri e che vogliono ritrarsi con il proprio micio.
22
Roma Salute news
7 Novembre 2011
Sessualità
Attenzione sui danni diretti o indiretti che determina sugli organi riproduttivi
Educazione sessuale
L’alcol vero nemico della fertilità.
Promuove azione tossica sulle gonadi
Al via progetto
per le scuole
Compromette
la produzione
di spermatozoi
e di testosterone
di Rita Moscatelli
U
n buon bicchiere di
vino
prima
del
sesso? Meglio evitarlo. Del rapporto deleterio tra alcol e sessualità, tanto importante
quanto sottovalutato, si è
parlato all’ultimo congresso
nazionale dell’Associazione
Medici Endocrinologi, svoltosi recentemente a Udine.
Durante l’incontro si è ricordato il ruolo protettivo del
vino rosso, consumato a
dosi moderate, ma soprattutto si è puntata l’attenzione sui danni diretti o indiretti che l’alcol determina sugli
organi riproduttivi. «L’alcol
ha un’azione tossica diretta
sulle gonadi, cioè su testicoli e ovaie, compromettendo
la produzione di spermatozoi e di testosterone da
parte dei primi, e l’ovulazione e la produzione di estrogeni e progesterone nelle
seconde» ha spiegato il professor Roberto Castello, primario di medicina generale e
L’alcol ha un’azione tossica diretta su testicoli e ovaie
endocrinologia
presso che hanno proprio il compito
l’Azienda ospedaliera uni- di stimolare le gonadi. «Tutto
versitaria
integrata
di questo si traduce in un
Verona. I
rischio di
danni
a
infertilità
testicoli e
Il consumo
s
i
a
ovaie, per
maschile
eccessivo di alcol va
a l t r o ,
che femevitato, perché determina
s o n o
minile»
un calo del desiderio in
a n c h e
ha chiariindiretti,
to
il
entrambi i sessi
perché
medico.
l’etanolo
Ma
se
interferisce con la produzio- anche non si ha un figlio in
ne, a livello cerebrale, delle progetto, il consumo eccesgonadotropine, gli ormoni sivo di alcol va evitato, per-
ché determina un calo del
desiderio in entrambi i sessi:
«L’alcol in eccesso inibisce
la produzione dell’ossitocina, l’ormone del benessere
che interviene anche nel
desiderio sessuale e che
aumenta al raggiungimento
dell’orgasmo, mentre favorisce un aumento della prolattina, un ormone che normalmente ostacola la libido», ha
spiegato Castello concludendo che la moderazione è
sempre la via migliore da
seguire.
E’ stato lanciato Think Safe il
primo progetto di educazione sessuale che si rivolge alle scuole
superiori nazionali per sensibilizzare a un corretto comportamento sessuale, promosso da Durex
in collaborazione con Anlaids. Il
progetto, che si rivolge a oltre 300
mila alunni offre innanzitutto un
bacino di informazioni raggiungibili attraverso i tipici canali giovanili: un sito internet dedicato alle
scuole, www.thinksafeproject.com,
e messaggi lanciati attraverso
Facebook, Twitter e Youtube, che
permetteranno anche una ulteriore interazione tra i ragazzi coinvolti. Tutte le scuole che aderiscono
al progetto hanno ricevuto, inoltre,
il Think Safe Kit, materiale didattico utile per un percorso di formazione da fare e approfondire insieme in aula. Nel kit è presente un
cd che tocca varie tematiche:
anatomia e fisiologia dell’apparato
genitale femminile e maschile;
aspetti psicologici dell’adolescenza, l’identità sessuale; le malattie
sessualmente trasmissibili; i
metodi di contraccezione. Ad
ogni studente, inoltre, viene fornita una guida, cartacea ma anche
informatica, ricca di approfondimenti e nozioni utili. Le scuole
aderenti al progetto dovranno
lavorare su slogan, disegni, video
ed
immagini
sul
tema
Protezione&Prevenzione.Tra tutti i
lavori pervenuti entro il 31 gennaio 2012 verrà scelto un vincitore
per ogni regione, che riceverà una
fotocamera digitale e parteciperà
alle selezioni nazionali per aggiudicarsi la pubblicazione della propria
idea
creativa
su
Smemoranda 2012.
Roma Salute news
7 Novembre 2011
il punto
Tiziano
Battisti
Direttore editoriale Roma Salute News
La realtà dei conti
I
l Sole24ore ha dedicato un lunghissimo articolo ai
debiti della Regione Lazio. Mettendo tutti insieme
una serie di numeri da far tremare i polsi (come diceva un vecchio detto prima della crisi di questi giorni
capace di far tremare ben altro). Una serie di dati che
spesso ci dimentichiamo, presi come siamo a rincorrere
le brutte notizie che arrivano ormai giornalmente. Allora
vediamoli: : il buco della sanità da 10,5 miliardi, emerso
nel 2006; il disavanzo accumulato fino al 2010 per altri 7
miliardi; l'indebitamento finanziario di oltre 11 miliardi,
che graverà sulle generazioni fino al 2028. Se fosse una
Società per Azioni, scrive il giornale, la regione Lazio
sarebbe fallita da un pezzo. Cosa hanno fatto negli anni i
vari governi? In uno dei suoi ultimi atti, Prodi per scongiurare il crack della sanità ha obbligato la regione, allora governata da Marrazzo, a un piano di rientro, accordandogli un prestito da 5,5 miliardi (al 5,965%) che la
Regione sta rimborsando con rate annue da 350 milioni.
Altri 2,5 miliardi del deficit complessivo se li è accollati
il Tesoro, mentre i restanti 2,5 miliardi sono coperti da
crediti verso lo Stato in fase di graduale erogazione. La
situazione negli anni è migliorata ma non ha certo portato il pareggio di bilancio: siamo passati da un deficit
annuale di due miliardi del 2006 al miliardo del 2010,
poi però riconteggiato e aumentato di 600 milioni.
La Giunta attuale giura che a fine anno si attesterà sugli
850 milioni. Questo il riassunto dei misfatti passati. I
provvedimenti della Polverini hanno puntato da una
parte alla riduzione dei posti letto con chiusura di alcuni ospedali (ma possiamo affermare che, bocciatura del
Tar comprese, queste misure hanno portato ben pochi
risultati), dall’altra puntando agli acquisti centralizzati.
Secondo l’assessore al Bilancio ottenendo decine di
milioni di risparmio. Ora tutti noi facciamo il tifo perché
ciò sia vero, visto che i danni della gestione li paghiamo
noi, cittadini ed imprese, con le tasse Irpef e Irap più alte
d’Italia. Quello che vorremmo evitare è di trovarci tra
qualche mese con brutte sorprese. E’ possibile allora
chiedere uno sforzo di verità e farci capire, bilancio delle
Asl alla mano, l’entità dei risparmi e dove si sono verificati? Del resto sappiamo tutti che la sanità rappresenta
gran parte del Bilancio regionale e che pertanto la partita sui conti complessivi della Regione si gioca su queste
questioni. Per cui merita particolare attenzione. Non è
che non ci fidiamo è che ne abbiamo viste diverse e vorremmo tranquillizzarci almeno su questo. A farci penare
bastano i mercati in continua altalena e i tagli che ci
arrivano dal governo nazionale.
23
Protagoniste per tutto il mese oltre mille farmacie di Roma e Provincia
Cordone ombelicale,
campagna per la donazione
P
er tutto il mese di
novembre oltre mille
farmacie di Roma e
Provincia promuoveranno la campagna
di sensibilizzazione sulla
donazione del cordone
ombelicale, ''Dalla vita alla
vita'', promossa dal Rotary
International
Distretto
2080, nell'ambito del progetto del Rotary Club
Roma Sud, e realizzata in
collaborazione
con
l'Adisco
(Associazione
donatrici sangue cordone
ombelicale), l'AssiprofarFederfarma Roma e con il
patrocinio
di
Roma
Capitale. Obiettivo quello
di alzare il livello di consapevolezza riguardo a un
tema spesso trascurato ma
che può permettere, con
un semplice gesto, di
donare nuove speranze di
vita. Recandosi nelle farmacie
aderenti
a
Federfarma Roma molte
gestanti (ma non solo)
potranno trovare brochure,
manifesti ed opuscoli infor-
mativi che forniranno un
utile e prezioso contributo
su quanto sia importante la
donazione da cordone
ombelicale. ''Il sangue
contenuto nel cordone
ombelicale e' una risorsa
preziosissima, poiché è
ricco di cellule staminali
utilizzabili per la
cura di malattie
anche
molto
gravi'', spiega il
presidente
di
Federfarma
Roma,
Franco
Caprino,
ricordando che però
''oggi, solo nel
10% dei parti
viene effettuata la
donazione''. Per
questo, aggiunge
Caprino, ''su un tema così
importante ma spesso trascurato, anche per via
della scarsa informazione
e di un complesso sistema
normativo, abbiamo voluto
dare il nostro contributo e
partecipare a questa lodevole iniziativa organizzata
dal Rotary Club Roma
Sud''. Inoltre, conclude il
presidente di Federfarma
Roma, ''per preparare i
farmacisti a rispondere
adeguatamente alle richieste dei cittadini, abbiamo
organizzato 4 corsi di formazione propedeutici alla
Campagna
dal
titolo
''Attualità in tema di cellule staminali del sangue nel
cordone ombelicale'', che
hanno registrato un boom
di adesioni e il tutto esaurito, a dimostrazione dell'interesse che si respira
verso questa iniziativa''.
INAUGURATI NUOVI REPARTI AL SAN FILIPPO NERI
L
a presidente della Regione
Lazio, Renata Polverini, ha
inaugurato nei giorni scorsi
il nuovo reparto di radioterapia e la nuova l'Unità di
Te r a p i a I n t e n s i v a R e s p i r a t o r i a
presso l'ospedale San Filippo
Neri. "Il San Filippo Neri - ha
dichiarato Polverini - si sta muovendo in linea con la politica
della Regione e del piano di rientro: lottando contro gli sprechi ha
saputo dotarsi di macchinari ad
alta tecnologia che saranno un
punto di riferimento per molti
malati oncologici. Un anno fa
abbiamo inaugurato il Padiglione
D e in quell'occasione mi augurai
di non trovarlo vuoto al mio ritorno, oggi ho potuto constatare che
è in piena attività e inoltre abbiamo attivato altri due importanti
servizi. Il San Filippo Neri sta
dando le risposte che la Regione
vuole dare: in questa struttura si
sta facendo quello che mi aspetto
venga fatto anche in tutte le
altre". Il direttore generale del
San
Filippo
Neri,
Domenico
Alessio, ha spiegato che "il reparto di radioterapia, attrezzature
comprese, è stato finanziato grazie ai risparmi di gestione concretizzati dall'ospedale sull'appalto
multi servizio, ed in particolare
con l'applicazione della penale
nei contratti di servizio. Così
come la nuova centrale termica
che assicura l'utilizzo di caldaie
alimentate a gas". Al San Filippo
Neri sono state inoltre acquistate
ed impiantate con fondi ex articolo 20 (fondi statali per l'edilizia
sanitaria), attrezzature biomedicali di altissima tecnologia come
il nuovo acceleratore lineare ed il
n u o v o i m p i a n t o TA C n e l p a d i g l i o ne D, mentre dallo scorso anno è
partita la ristrutturazione dei
padiglioni A e B.
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Roma Salute news
7 Novembre 2011
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