Editoriale
Associazionismo medico:
c’è chi accelera e chi frena
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A
l XXII Congresso della Snamid il sottosegretario alla Salute
Ferruccio Fazio ha definito il preaccordo per la nuova convenzione
per la medicina generale un “frutto di una cultura passata” e ha precisato
che l’associazionismo medico non deve essere obbligatorio. Tarda, inoltre,
a essere presentato quell’accordo con i Mmg - pure rigorosamente
volontario - che dovrebbe rendere operativi i primi modelli h. 24 che
il ministero ha progettato insieme alle organizzazioni dei medici di famiglia.
Se il sindacato Snami, per esempio, canta parziale vittoria, ci sono territori
nei quali i precedenti orientamenti sono stati già presi molto sul serio
e si sono tradotti in sistema. Parliamo, per esempio, di Reggio Emilia,
dove la quasi totalità dei Mmg si è costituita in associazioni di “rete”
o “di gruppo” per razionalizzare il lavoro e innalzare l’accesso
alle prestazioni ambulatoriali. In provincia di Reggio su 340 medici
solo 38 non risultano a oggi iscritti ad alcuna associazione
e una situazione analoga si registra nel distretto socio sanitario.
Qui sono 139 i medici di famiglia, di cui 15 lavorano in medicina di gruppo,
e 114 sono associati in 21 reti. Solo 10, quindi, (che a breve, dice la Ausl,
diventeranno 7), esercitano ancora al di fuori dell’associazionismo.
Le ricadute per i cittadini non sono di poco conto: gli orari di ricevimento
sono passati dalle 6 ore standard a 7 (nel caso delle reti) fino a 12
(per i gruppi). Inoltre, al di fuori degli orari di ricevimento del proprio
medico di fiducia, i pazienti possono rivolgersi a un altro della stessa
associazione per urgenze ambulatoriali o ricette di farmaci.
Allo stesso modo i medici di una associazione sono “intercambiabili”
per le visite o l’assistenza domiciliare, in caso di cittadini con patologie
acute o di pazienti dimessi dall’ospedale che necessitano di prestazioni
assistenziali particolari.
Per informare di queste opportunità, l’azienda ha inviato circa 400 mila
opuscoli ai residenti con nomi, indirizzi, recapiti e orari di ambulatorio
del medico di famiglia e di quelli associati di ogni cittadino.
L’obiettivo - secondo quanto ha chiarito alla stampa la direttrice della Asl
Mariella Martini - è di avvicinare sempre di più il modello organizzativo
della medicina generale a quello ospedaliero in cui si lavora in équipe.
E anche, si spera, di sgravare l’ospedale di parte del carico di pazienti.
La Regione ha fatto un deciso passo in avanti in questa direzione,
anche sulla scorta delle precedenti indicazioni nazionali, incentivando
la scelta per i Mmg: ogni medico percepisce un euro per ogni assistito
che viene curato nelle ore in più, rispetto alle sei standard.
Ma se il Governo farà marcia indietro, che cosa faranno i territori?
L’impressione è che il federalismo sia una lezione già interiorizzata
e che nessuno farà marcia indietro da percorsi già avanzati come se niente
fosse. Lo spazio d’azione sindacale a livello decentrato, dunque, si riduce.
L’arena nazionale saprà fare la differenza?
M.D. Medicinae Doctor - Anno XVI numero 12 - 8 aprile 2009 5
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