LO SCARPONE 11
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ISSN 1590-7716
CLIMA. Se le Alpi diventano Appennini
Numero 11 - Novembre 2007 - Mensile - Sped. in abbon. postale - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano - La Rivista del Club Alpino Italiano - Lo Scarpone
NOTIZIARIO MENSILE NOVEMBRE 2007
Un momento della
giornata in malga
del piccolo Gianni
e di nonno Gioachin
(foto di Riccardo
Vellata).
L’impegno è severo, le norme immutabili.
Nell’epoca della globalizzazione saliamo a visitare
quel loro piccolo mondo antico
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CAI, si stampi!
Saggi, manuali e guide
Il paesaggio dell’abbandono
nelle Prealpi trevigiane orientali
di Ugo Mattana. Sezione di Vittorio Veneto
del CAI. Cierre edizioni, 142 pag, 15 euro.
ta di etnotesti, ovvero di testimonianze aperte portate da informatori attraverso l’impiego
dell’idioma locale, secondo linee consolidate
di ricerca etnografica”. Il curatore di questo
fondamentale volume, Ugo Mattana, opera
presso il Dipartimento di geografia
dell’Università di Padova. La realizzazione e
la distribuzione sono affidate a Cierre edizioni di Caselle di Sommacampagna (VR), tel
045.8581572, email: [email protected] www.cierrenet.it
L’accompagnamento
in ambiente innevato
Dispensa didattica a cura della
Commissione regionale escursionismo Gruppo regionale Trentino Alto Adige CAI
SAT. Può essere richiesta da sezioni o soci
interessati alla segreteria SAT (tel.
0461.981871) al prezzo di 5 euro.
Il libro è frutto di una ricerca realizzata dal
Gruppo di lavoro per lo studio dei segni dell’uomo nelle terre alte con il contributo finanziario dell’Istituto nazionale di ricerca in
montagna e con fondi dell’Università di
Padova. Diviso in due parti, con una postfazione del poeta e studioso Andrea Zanzotto,
analizza il fenomeno dell’abbandono con
particolare riguardo alle pratiche agrosilvopastorali. Gruppi di lavoro sezionali o singoli
soci hanno indagato le diverse condizioni di
abbandono, impegnandosi in un censimento
oneroso sia per la quantità dei segni capillarmente disseminati (per esempio i cumuli
di spietramento realizzati dai pastori per
ottenere nuovi pascoli), sia per la loro classificazione che rimanda all’archeologia,
all’artigianato, all’architettura, alla vegetazione e così via. La Sezione di Vittorio Veneto
in particolare ha curato il censimento sistematico del versante meridionale del Col
Visentin. “La registrazione dei dati materiali”, spiega il presidente generale del CAI
Annibale Salsa nella presentazione, “è stata
condotta attraverso una capillare frequentazione del territorio. L’utilizzo di fonti documentali non ha peraltro trascurato la raccol-
2 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
Di fronte alla rapidissima crescita dell’escursionismo invernale la Commissione centrale
per l’escursionismo ha individuato già alla
fine degli anni ‘90 nell’accompagnatore di
escursionismo (AE) la figura titolata che con
un’opportuna preparazione può farsi carico
dell’accompagnamento sociale in un
ambiente innevato, quindi con l’utilizzo delle
racchette. Va dato merito alla Commissione
regionale escursionismo del Trentino Alto
Adige di aver definito la regolamentazione e i
contenuti formativi più idonei per gli accompagnatori intenzionati a intraprendere anche
questo tipo di accompagnamento. Dal 2003
gli accompagnatori di escursionismo posso-
no seguire i corsi di specializzazione EAI
(escursionismo in ambiente innevato) con la
collaborazione dei tecnici del Servizio valanghe italiano del CAI. I principali contenuti formativi vengono ora raccolti in questa dispensa ideata e curata da Luigi Cavallaro con la
collaborazione degli AEI e pubblicata dalla
Commissione regionale escursionismo Gruppo regionale Trentino Alto Adige CAI
SAT: dagli strumenti (le racchette da neve)
alle nozioni su valanghe e manto nevoso,
dagli errori dovuti a preconcetti assai comuni
e all’oriigine di incidenti, ai temi della prevenzione e della corretta gestione di una
escursione in ambiente innevato, dai materiali, all’autosoccorso con l’apparecchio di
ricerca per sepolti Arva, sonda e pala, al
tema della responsabilità.
Farindola. Ambiente, storia, turismo
Con il contributo della Sezione
di Farindola (PE) / Gruppo regionale
Abruzzo, 96 pagine.
Una “piccola opera” viene definito il libretto
dal presidente della sezione (via San Rocco
21, 56010 Fartindola, email:
[email protected]) Daniele Borgheggiani,
ma l’ambizione è grande: far conoscere ai
soci del CAI questo pittoresco territorio e al
tempo stesso promuovere il lavoro che la
sezione ha svolto in un ambiente che
Roberto De Martin nella presentazione definisce “uno
splendido avamposto verso l’altopiano che dà
respiro al Gran
Sasso e i suoi
baluardi”. Non
mancano, in una
veste grafica particolarmente
attraente, diversi
itinerari escursionistici, un dettaglio delle pareti
d’arrampicata e,
dulcis in fundo,
un elenco di bar,
trattorie e ristoranti dove gustare le specialità
locali. Il volumetto è dedicato a
Gabriele Ciuffi
che fu tra i curatori della prima edizione, scomparso durante
un’impegnativa missione del Soccorso alpino di cui ha fatto parte.
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SOMMARIO
Fondato nel 1931 - Numero 11 - Novembre 2007
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Club Alpino Italiano Servizio Tesoreria
Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano
In questo numero
4 CLIMA
Le tesi di Moena
Se le Alpi diventano Appennini
di Claudio Smiraglia
e Guglielmina Diolaiuti
6 TESTIMONIANZE
18 SENIORES
Il convegno al Palamonti
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SCI ESCURSIONISMO
Memorandum per gli istruttori
19 SOCIETÀ
Spaesamento e disagio
esistenziale nelle Alpi
Tra i pastori della Val Tuppa
di Riccardo Vellata
8 STRATEGIE
Il progetto “CAI Scuola”
22 CRONACHE
Zapparoli,
nuovo mistero
di Teresio Valsesia
Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 184 del 2.7.1948 - Iscrizione al Registro
Nazionale della Stampa con il n.01188 vol. 12, foglio 697 in data 10.5.1984
Lo Scarpone è stato fondato nel 1931 da Gaspare Pasini
Il “Frassati” della Basilicata
Interventi di Luciano Caprile
e Annibale Salsa
Club Alpino Italiano fondato nel 1863
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Sala, Luigi Trentini, Sergio Viatori.
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Il Club Alpino Italiano è membro e socio fondatore di:
Unione Internazionale
delle Associazioni
Alpinistiche
Associazione
dei Club Alpini
delle Alpi
Montagnaterapia
di Sandro Carpineta
10 SENTIERI
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La redazione accetta articoli, possibilmente succinti, compatibilmente con lo
spazio, riservandosi ogni decisione sul momento e la forma della pubblicazione.
Il materiale da pubblicare deve essere in redazione, possibilmente per posta
elettronica o con supporti informatici, almeno quattro settimane prima della data
di uscita (che corrisponde al primo giorno di ogni mese).
20 MEDICINA
Nordic walking,
pregi e difetti
di Adriano Rinaldi
11 RIFUGI E SAPORI
Orobie, il lungo assaggio
12 COOPERAZIONE
Il sogno afgano continua
di Carlo Alberto Pinelli
LUOGHI DEL CUORE
SS Trinità di Teregua
13 RASSEGNE
Lessinia, paradiso del cinema
di Lorenzo Revojera
14 TURISMO ALPINO
Il Piccolo Cervino high tech
di Paolo Paci
23 CONTRIBUTI
Alpinismo over 18
di Claudio Mitri
Rifugi, il servizio telefonico
27 ESPERIENZE
Concatenamenti che passione
RUBRICHE
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39
CAI, SI STAMPI!
RIFUGI & BIVACCHI
FILO DIRETTO
VETRINA
NEWS DALLE AZIENDE
PAGINE SCELTE
QUI CAI
VITA DELLE SEZIONI
LA POSTA DELLO SCARPONE
BACHECA
PICCOLI ANNUNCI
LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 3
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Se le Alpi diventano Appennini
Sale la febbre, quali rimedi
Quali sono le prospettive delle
meraviglie naturali che più
stanno a cuore a noi
appassionati di montagna? Che
ne sarà dei ghiacciai delle Alpi?
È vero che per le prossime
generazioni l’immagine delle Alpi
avrà caratteristiche
appenniniche, causate dalla
totale mancanza di ghiacciai e
dall’esiguità dei corsi d’acqua? È
motivato quanto è stato riportato
dai giornali in settembre e cioè
che nel 2050 non si troverà più
alcun ghiaccio sotto i 3.550 m?
Alla Conferenza nazionale sui
cambiamenti climatici, a cui era
presente il Club Alpino Italiano, il
ministro dell’Ambiente ha riferito
che “le piogge diminuiscono (14
giorni di pioggia in meno durante
l’anno al sud), gli episodi di
siccità si moltiplicano, la
desertificazione sta diventando
un problema non solo per la
Sicilia, ma anche per la Pianura
Padana”. Secondo gli esperti la
perdita di superficie e di
spessore dei ghiacciai alpini sarà
entro il 2025 del 50% rispetto
a quello del 1980 ed entro il
2100 superiore al 90%. Mentre
la Società Alpinisti Tridentini
con le Tesi di Moena propone un
progetto sui cambiamenti
climatici che impegna i soci in
una serie di “buone pratiche”,
Lo Scarpone ha chiesto agli
studiosi Claudio Smiraglia e
Gugliemina Diolaiuti del Comitato
glaciologico italiano di fare
il punto su una situazione
tutt’altro che rosea.
4 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
Le previsioni: perdita di superficie e di spessore dei ghiacciai
alpini superiore al 90% entro il 2100. In un documento la SAT
invita i soci a osservare un comportamento ecocompatibile
“Montagna e cambiamenti climatici” è
stato il tema del 113° congresso SAT che
si è svolto a Moena (Trento) dal 1 al 7
ottobre, con la partecipazione del presidente generale, di Miranda Bacchiani
responsabile della Commissione centrale
per la tutela dell’ambiente montano e del
meteorologo Luca Lombroso.
Duplice è, secondo il presidente della
Società Alpinisti Tridentini Franco
Giacomoni, l’intenzione da cui sono scaturite le testi di Moena di cui proponiamo
in queste pagine una prima stesura.
Da un lato s’intende promuovere un
confronto tra club alpinistici per scambiarsi dati sul fenomeno delle emergenze
climatiche, per presentare le esperienze
nei propri territori e comunicare le iniziative intraprese per mitigare l’impatto
delle attività umane sull’atmosfera; dall’altro cercare di elaborare una sorta di
decalogo nel quale i club alpinistici chiedono la massima attenzione sull’argomento alle autorità politiche e amministrative, propongono interventi e s’impegnano a promuovere consapevolezza e
comportamenti corretti tra i propri soci.
LE TESI DI MOENA
I club alpinistici riuniti a Moena in
occasione del congresso annuale della
SAT per cercare di fornire conoscenza,
strumenti di comprensione, sensibilizzare fino a costruire insieme protocolli di
intenti che nascono dal basso, nelle
nostre comunità, nei nostri club alpinistici, cercando di coinvolgere uomini di
scienza e amministratori capaci di ascoltare, condividere e poi costruire le giuste
soluzioni insieme ai cittadini,
consci
in quanto soci CAI dei doveri che derivano dall’aver accettato l’articolo 1 dello
statuto,
convinti
che le Alpi siano da sempre un laboratorio decisivo per sperimentare ed applicare le buone pratiche;
sollecitano
l’Unione europea, gli organi della
Convenzione delle Alpi, tutti gli Stati
alpini, le regioni, gli altri enti statali e
non statali, a intensificare gli sforzi in
difesa del clima in modo da ridurre l’effetto serra e a sviluppare strategie sostenibili per prepararsi ad affrontare le crescenti conseguenze del cambiamento
del clima;
richiedono
l’attuazione a livello mondiale della
Convenzione quadro sui cambiamenti
climatici e del protollo di Kyoto come
pure la definizione di rigorosi obiettivi di
riduzione dei gas serra per il periodo
successivo al 2012;
auspicano
la necessaria e non rinviabile stabilizzazione delle concentrazioni di gas serra
nell’atmosfera a livelli che impediscano
un pericoloso turbamento del clima, in
modo da limitare al massimo l’innalzamento della temperatura globale della
terra nei prossimi decenni;
insistono
perché, per l’arco alpino, si sviluppino
idonee strategie di intervento e attività di
adattamento alle conseguenze derivanti
dai cambiamenti climatici, che siano
indirizzate anche sui singoli settori e tengano conto in modo particolare delle
caratteristiche, esigenze e capacità di
adeguamento delle regioni;
chiedono
che la comunità compia tutti gli sforzi
necessari per promuovere e coordinare
iniziative internazionali di ricerca che
consentano una migliore comprensione
degli effetti del cambiamento climatico
nel territorio alpino, comprendendo la
funzionalità delle foreste alpine, l’uso
del suolo, la disponibilità di acqua, al
fine di definire e attuare efficaci strategie di adattamento prevedendo anche la
loro trasferibilità ad altre regioni montane del mondo con problematiche
simili;
si impegnano
attraverso le rispettive organizzazioni
e i propri soci per la promozione di
comportamenti responsabili e l’attuazione di buone pratiche.
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Da così ...a così?
Un destino segnato?
dati che vengono raccolti annualmente dal Comitato Glaciologico
Italiano (con la collaborazione di
altre numerose strutture come il
Servizio glaciologico lombardo, il
Comitato glaciologico della SAT, il
Comitato glaciologico CAI-Alto Adige, la
Cabina di regia dei ghiacciai valdostani,
la Società meteorologica taliana) offrono un quadro sempre più allarmante
sullo stato di salute dei nostri ghiacciai.
Nel 2006 su 178 ghiacciai misurati, 3
risultavano stabili e tutti gli altri in arretramento con valori anche di decine di
metri (-46 per la Vedretta Lunga, -53 per
la Forcola, -37 per lo Scalino, -30 per il
Lys, -28 per i Forni). Se si utilizzano le
serie storiche, che risalgono a oltre un
secolo fa, come quella del Lys sul Monte
Rosa o dei Forni, si osservano riduzioni
di lunghezza superiori a 1,5 km, con
un’accentuazione a partire dal 2003 (per
il Lys -9 m di media annua fino al 2002;
dal 2003 ad oggi -30 m all’anno). Anche
le misure di bilancio di massa, cioè le
variazioni annuali di spessore, confermano questa evoluzione.
La serie storica più lunga è quella del
Careser nell’Ortles-Cevedale che inizia
nel 1967; in 40 anni il ghiacciaio ha perso
uno spessore medio di 36 m. Un’altra
lunga serie è quella della Sforzellina,
sempre nel gruppo dell’Ortles-Cevedale,
che in 20 anni ha perso circa 20 m di
spessore. Quello della Sforzellina è un
I
piccolo ghiacciaio di circo che per
estensione (meno di 1 kmq) ben rappresenta il ghiacciaio medio delle Alpi italiane. Con uno spessore medio di una
trentina di metri e una riduzione annua
di 1 m, se le tendenze climatiche non
muteranno, il suo tempo di sopravvivenza è facilmente ipotizzabile.
Al di là dei numeri, basta percorrere
l’alta montagna per osservare variazioni
rapide del paesaggio glaciale che richiamano alla mente un vero e proprio “collasso” della criosfera alpina: estinzione
di molti ghiacciai di piccole dimensioni;
frammentazione dei ghiacciai più grandi che vedono la separazione dei loro
bacini collettori dalla lingua valliva (ad
esempio la Brenva sul Monte Bianco, il
Lys sul Monte Rosa, il Fellaria sul
Bernina); arretramenti annuali di decine e decine di metri con collassi di intere porzioni del loro settore inferiore;
emersione di grandi aree rocciose che
interrompono le superfici glaciali; formazione di numerosi ed effimeri laghi
di contatto glaciale; incremento della
copertura detritica superficiale con
rapida trasformazione dai classici e
conosciuti ghiacciai “bianchi” ai ghiacciai “neri”; limite delle nevi sempre più
elevato.
Il futuro dei ghiacciai italiani e dei
ghiacciai alpini (ma il discorso si può
estendere ben oltre il nostro continente) secondo i vari scenari appare quindi
segnato. Nell’ipotesi di un ulteriore
incremento medio della temperatura di
2°C, entro il 2060 si avrà una riduzione
areale del 60-70% rispetto alle dimensioni attuali, con una riduzione del 90%
entro il 2100.
Tenendo conto della limitata estensione media dei ghiacciai italiani (inferiore
a 1 kmq) e del loro limitato spessore
(20-30 m), nonché della prevalente sfavorevole esposizione meridionale, il
loro destino appare inevitabile. In pochi
decenni si estingueranno i piccoli ghiacciai situati al di sotto dei 3500 m, mentre i grandi ghiacciai situati sulle montagne più elevate (Monte Bianco, Monte
Rosa, Bernina, Ortles-Cevedale) perderanno le loro lingue vallive e si trasformeranno in ghiacciai di circo. Questo
settore della catena alpina offrirà quindi
un paesaggio simile a quello degli attuali Pirenei. Ancora pochi decenni e il glacialismo sarà estinto, sopravviverà solo
qualche piccola lente di ghiaccio fossile
coperta da detrito. Le Alpi saranno
diventate come gli attuali Appennini...
Claudio Smiraglia
Università di Milano
Comitato Glaciologico Italiano
CAI-Corsico
Guglielmina Diolaiuti
Università di Milano,
Comitato Glaciologico Italiano
CAI-Bormio
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TESTIMONIANZE
Lassù tra gli ultimi
Tra i pascoli gli impegni severi
della quotidianità sono regolati,
anche per i pastori della Val Tuppa
(VC), da norme immutabili. Ne ha
colto alcuni interessanti aspetti
Riccardo Vellata, vincitore nel
2004 del contest fotografico per
la pubblicità del Monterosa Ski:
chiaramente un grande
appassionato di montagna e di
fotografia, iscritto al CAI da
quando aveva 8 anni (ora ne ha
29) presso la Sezione di Grignasco
(NO). Le sue immagini in copertina
e in queste pagine, la sua prosa
“in presa diretta” rappresentano
testimonianze di un mondo da
considerare “a parte”, eppure
ancora vivo e vitale. Forse, dati i
tempi, si tratta di un “mondo dei
vinti” alla rovescia rispetto a
quello descritto da Nuto Revelli in
un celebre libro: dove i veri
vincitori sembrerebbero proprio
questi pastori che ostinatamente,
tenacemente si rifiutano di
abbandonare la montagna e così
facendo realizzano un esemplare
progetto di vita.
Una vita da malgaro
a Val Tuppa straripa di vegetazione, verdi prati, fiori, profumi, colori e trasmette ancora l’idea di una
montagna incontaminata. Si trova
al di sopra di Rassa, dove termina la strada che nei pressi di Campertogno si
stacca dalla statale della Valsesia (VC): si
prende il sentiero che porta all’Alpe
Scarpia, dapprima addentrandosi in un
bosco fitto, verde intenso, inebriante di
profumi. Poi il tracciato sale sempre più
ripido per scollinare in altre due vallate,
la Val Gronda e la Valle delle Giare.
Sassolenda è un piccolo alpeggio che si
trova nel mezzo di questo sentiero a
circa 1910 m.
Sono le 6 del mattino e Silvano
Guglielmina è già lì ad accogliermi. Tutto
è avvolto da una magica penombra.
L
“Il piccolo Gianni ha negli occhi la stessa passione
per la montagna e per le bestie di nonno Gioachin e del padre
Silvano”, racconta Riccardo Vellata in questo breve incontro
6 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
Silvano si è messo il suo vestito da lavoro sbiadito dal tempo. In capo ha un berretto di feltro grigio, ai piedi stivali verde
scuro. La prima cosa da fare al mattino,
ancor prima di svegliarsi del tutto e far la
colazione, è la mungitura iniziando dalle
vacche per poi passare alle capre. Nella
prima stalla dove entriamo di vacche ne
conto sei. Per entrare bisogna abbassare
un po’ la testa e una volta dentro l’ambiente è scuro e stretto.
Silvano si fa strada fra le prime due che
ostruiscono la porta.
Il pavimento è ricoperto dal letame,
solo pochi spazi sembrano più agibili,
ma per lui nessun problema: calza gli stivali che poi laverà diligentemente. Mi fa
comunque notare che questo è un lavoro
sporco e senza tregua, lo si fa dal 1° gennaio al 31 dicembre senza interruzioni.
La stalla è così piccola che le vacche
non possono nemmeno girarsi e Silvano
pigiato tra l’una e l’altra inizia la mungitura. Le vacche vanno munte con una
mungitrice automatica. Ed ecco che il
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Profumo di stalla
pastore con la sua maestria massaggia le
mammelle per far uscire un po’ di latte,
ma soprattutto perché la mucca non
senta male quando la macchina attaccherà a pompare. Così piano piano arriva la
prima goccia di oro bianco, il latte che
servirà per fare il burro, il formaggio e
dare sostentamento a chi sopravvive
quassù.
Quando tutte le mucche sono state
munte, fa la sua comparsa il primo della
generazione Guglielmina, Gioachin il
padre di Silvano, seguito dal figlio Gianni,
l’ultimo, un bambino di circa otto anni. Si
è appena svegliato ed è corso giù nelle
stalle per controllare e mungere le sue
capre. Gianni sente già “sua” la baita e ha
negli occhi la stessa passione per la montagna e per le bestie di nonno Gioachin,
76 anni, e del padre Silvano.
Ora i Guglielmina sono tutti in fila nella
piccola stalla dove una ventina di capre
sono ordinatamente disposte: dieci da
una parte e dieci dall’altra con in mezzo
un unico corridoio dove defluiscono
piscio e letame che viene pulito ogni
sera. Sono lì tutti e tre che mungono, questa volta con le mani, ed è tutto un lavoro di grande coordinazione.
Come dice Gioachin “è un lavoro di
nervi”. Le mani accarezzano, tastano,
stringono le mammelle fino a far uscire
l’ultima goccia di latte.
Rifletto che queste mani ormai usurate
dal tempo e stanche lasciano spazio via
via a quelle più piccole, più giovani, energiche. Gli occhi esperti scrutano i gesti
del più piccolo e con dolci parole trasmettono esperienza e segreti avvolti da
tenere risate.
Ora il latte è stato munto ed è diviso in
diverse pentole per formare il caglio.
Finalmente è l’ora del caffè (guardo l’orologio: sono passati esattamente 1 ora e
40 minuti da quando sono arrivato).
Andiamo su nella baita dove mi accoglie
Lidia, la moglie di Gioachin, dandomi un
cordiale benvenuto con una tazza bollente di caffè. Ognuno si siede al suo posto,
sul tavolo c’è il burro fresco, biscotti, zucchero e la grappa che mi viene offerta
(sono le 8 di mattina). Dopo aver fatto
colazione e aver parlato della giornata si
torna al lavoro dove ancora una volta ci
sarà tutta la generazione Guglielmina al
completo, dal nonno al figlio al nipote:
c’è chi fa il burro con la zangola, chi
’attenzione per le malghe e la loro
sopravvivenza è una costante di
progetti, incontri, dibattiti, rassegne. “Museo dell’alpeggio” è il tema
di un progetto Interreg III Italia Svizzera: obiettivo la creazione di un
sistema culturale dedicato alla diffusione delle conoscenze degli alpeggi. Fra i
tanti, va segnalato un progetto pilota di
valorizzazione multifunzionale di un
alpeggio appoggiato dalla Sezione di
Bergamo del CAI. Riguarda la Valcanale
(Comune di Ardesio, alta valle Seriana)
dove l’Alpe Neel è stata recentemente
ripristinata e resa funzionale per attività
di educazione ambientale.
Di diverso tipo è la proposta dell’alpeggio più grande d’Europa, l’Alpe di Siusi
(BZ): il consorzio turistico invita “a
respirare a pieni polmoni l’aria fresca di
luoghi percorsi per secoli da contadini e
allevatori” e suggerisce a sostare nelle
malghe per per una “sosta golosa”.
Decisamente più interessante la proposta turistica legata agli alpeggi del Parco
Veglia e Devero, nell’Ossola, dove il turista può accostarsi alla vita dei malgari in
un ambiente non del tutto condizionato
da un turismo onnipresente e invasivo.
Tra le proposte ai visitatori, la partecipazione alla transumanza e perfino, di
recente, l’adozione di una mucca.
Profumo di stalla anche in Val Pelline
(Aosta) dove alla fine di settembre si
svolge la “Dézarpa a Doues”, tradizionale ritorno a valle delle mandrie salite ai
pascoli alti: una manifestazione aperta al
pubblico grazie all’Amministrazione e
alla Biblioteca Comunali di Doues.
Sullo schermo il mondo degli alpeggi
ha trovato recentemente riscontro in
film premiati in varie rassegne internazionali. “Marghè marghìer”, realizzato da
Sandro Gastinelli e Marzia Pellegrino su
soggetto di Osvaldo Bellino e Paolo
L
miscela il latte nei calderoni sul fuoco e
chi fa le formine dei primi formaggi. Il
burro miscelato con la zangola, un recipiente di legno antico con all’interno un
pistone di legno, verrà portato a Lidia che
con grande cura farà gli stampi con la
classica stella alpina, da vendere sabato
in paese, e sarà Silvano a recarsi dai suoi
clienti affezionati.
Sono già trascorse quattro ore dal mio
arrivo, è il momento di congedarsi.
Silvano con Gianni saliranno fino al lago
dove ci sono altre mucche al pascolo da
Viano, è un viaggio nel mondo margaro
delle valli cuneesi, un’indagine sul lavoro
e la vita dei cow-boy delle Alpi. “Alè
Bigia alè”, prodotto da Rai Trento per la
regia di Ugo Slomp, ci conduce alla scoperta di un singolare malgaro “malato di
montagna” delle valli Giudicare.
Il Cervino International Filmfestival ha
tenuto a battesimo un film entrato nei
circuiti e molto apprezzato dai critici: “Il
vento fa il suo giro”, realizzato nella
comunità di Chersogno, di cultura occitanica, dove un francese in fuga dai guasti della cosiddetta civiltà sceglie di fare
il pastore ma i rapporti con la gente del
posto si guastano rapidamente.
Più di recente, all’interessante festival
della Lessinia il secondo premio è andato a “Das Kalb in der Kuh und das Korn
in der Kist” (Il vitello nella mucca e il
grano nella madia) ambientato in Val
d’Ultimo, del tedesco J. Schwellensattl:
la storia di come vivono in un’intera
annata, fra il paese e la malga, un’anziana madre e due fratelli.
Infine, tra i libri freschi di stampa che
sviluppano questa tematica, fondamentale è “Dove vai pastore?” di Marzia
Verona apparso quest’anno nella collana
dei Quaderni di cultura alpina degli editori Priuli&Verlucca.
Disegno di Alberto De Bettin
controllare e Gioachin e Lidia resteranno
nella baita. Non faccio in tempo a incamminarmi che Silvano a gran voce mi chiama: non posso andar via senza lasciare un
pensiero sul loro quaderno dei viandanti.
Penso a chi mai giù in città interessa
custodire i pensieri degli ospiti?
D’improvviso squilla il cellulare e subito
mi viene in mente la frenesia della mia
vita cittadina. Ci vuole così poco per rompere l’incantesimo.
Testo e foto di
Riccardo Vellata
LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 7
LO SCARPONE 11
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18:44
STRATEGIE
Pagina 8
Il progetto “CAI scuola”
Accompagnatori AG in prima linea
ra le priorità programmatiche fissate dal presidente
generale trova ampio spazio
la questione giovanile e l’esigenza di coinvolgere il mondo dei
giovani nella conoscenza dell’ambiente montano, anche allacciando
uno stretto rapporto collaborativo
col mondo della scuola. Oggi il Club alpino è accreditato tra i
soggetti in grado di offrire formazione per il personale della
scuola e gestisce, tramite i suoi organi tecnici centrali (OTC),
due corsi annuali di formazione in diversi contesti regionali.
L’attività diretta con i giovani viene svolta sul territorio grazie
alla disponibilità delle sezioni e dei volontari CAI, in primis gli
accompagnatori di alpinismo giovanile, e un ruolo significativo
può essere giocato dai gruppi regionali (GR), in particolare nei
rapporti con l’ente regionale, di solito l’Assessorato alle politiche giovanili e la Dirigenza scolastica regionale. Diventa quindi
opportuno far conoscere quanto i GR hanno sviluppato, a
cominciare dal nord-est dove già da molti anni il GR Friuli
Venezia Giulia dedica ai giovani una particolare attenzione.
Il presidente del gruppo regionale Paolo Lombardo, nella
veste anche di accompagnatore nazionale alpinismo giovanile,
ha offerto il Progetto CAI - Scuola “Per conoscere la montagna
del FVG” prendendo contatto a Trieste con la Direzione scolastica regionale che ha accolto il progetto coinvolgendo le varie
direzioni scolastiche.
La conclusione dell’anno scolastico 2006-07 ha visto un bilancio positivo dimostrando il grande interesse riscosso dal progetto: circa 145 sono state le uscite in montagna, di cui almeno
una decina d’inverno con racchette da neve, 4700 i ragazzi partecipanti, 450 i docenti coinvolti, 180 gli accompagnatori CAI,
220 le classi. Tutte le uscite hanno previsto almeno tre docenti
e quasi sempre tre accompagnatori CAI .
T
Un più che
lusinghiero bilancio
per le iniziative del
Gruppo regionale
Friuli Venezia Giulia
La riuscita dell’esperienza ha senz’altro prospettato la sua
continuazione per il 2007-08, riformulata per tutte le scuole del
FVG dal primo grado alle superiori, proponendosi come obiettivi la conoscenza dell’ambiente montano in autunno, inverno e
primavera, e del territorio friulano nella sua evoluzione e realtà
di vita attraverso proposte tematiche ed escursioni.
Per ogni provincia sono indicati da uno a due referenti del CAI
col rispettivo recapito, ai quali le scuole del FVG possono rivolgersi per ottenere informazioni preliminari. Dai primi contatti
nascono poi i progetti di attività scolastica integrata che prevedono ordinariamente un primo incontro in classe con sussidi
audiovisivi, seguito da almeno un’escursione, in qualsiasi periodo, eventualmente con attrezzature fornite dalle sezioni del CAI,
organizzata formalmente dalla scuola d’intesa con il CAI.
■
La formazione dei docenti
l GR del Friuli Venezia Giulia può contare sul Centro
didattico montano di Valbruna (Tarvisio), operativo da
settembre, attrezzato anche per la ricettività. Qui, nella
splendida cornice della Alpi Giulie, è stato organizzato
il 29 e 30 settembre un fine settimana di formazione per
docenti di scuola inferiore e superiore sull’attività dei giovani in ambiente alpino e i problemi di conduzione e sicurezza degli allievi e dei docenti, in collaborazione con la
Commissione medica VFG. Il tema, “Attività con i giovani
in ambiente montano”, è stato affrontato sotto il profilo
fisiologico, patologico, logistico-organizzativo, naturalistico
e civilistico con relazioni di esperti CAI, da Silvio Beorchia
del Collegio probiviri centrale, a Luciano Saccarola e
Fulvio Bratina della Commissione medica VFG a Michele
Zanetti esperto naturalista.
I
Rifugi & bivacchi
Alla Marinelli con rinnovato calore
on una simpatica cerimonia l’8
settembre, giorno di apertura dell’anno sociale per i due club Lions
di Sondrio, “Host” e “Masegra”, alla
capanna Marinelli Bombardieri al
Bernina è stata consegnata una nuova
stufa in serpentino per il riscaldamento
della sala da pranzo in sostituzione di
quella vecchia. Don Augusto Azzalini,
già parroco di Chiesa Valmalenco e
socio del “Sondrio Host”, ha celebrato
la messa davanti alla cappella che
domina la Valle di Scerscen. A sua
volta Lucia Foppoli presidente della
Sezione Valtellinese ha espresso il ringraziamento di tutti i frequentatori del
rifugio. Info: [email protected]
C
8 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
• Il nuovo rifugio Parco Antola, situato
a 1460 m a pochi minuti di cammino
dalla vetta del Monte Antola (1597m),
offre servizio di alberghetto ai numerosi escursionisti che frequentano
questa zona dell’Appennino Ligure al
confine tra il genovesato e l’alessandrino. Il rifugio, realizzato dall’Ente
parco Antola che ne ha affidato la
gestione alla Sezione Ligure-Genova,
è stato progettato e costruito seguendo tecniche moderne abbinate a
soluzioni innovative ed è totalmente
autosufficiente sul piano energetico.
• Il rifugio Carlo e Massimo Semenza, a 2020 m sui Monti dell’Alpago,
ha riaperto con una nuova gestione
affidata ad Alessia Peruccon. Per prenotazioni telefonare allo 043749055,
cell. 3491881250, mail [email protected]
• Il rifugio Bietti alle Grigne è collegato con un nuovo numero telefonico,
0341.735741. Il cellulare del gestore,
la signora Elisa Bogara, è invece
338.1309920.
• Nelle Dolomiti di Braies (BZ) si è
celebrato il 22 luglio il 100° anniversario del rifugio Biella della Sezione
di Treviso. Hanno partecipato il vicepresidente generale Umberto Martini,
il consigliere centrale Francesco Romussi, il presidente del GR Veneto
Emilio Bertan .
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8-10-2007
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di questo muro e a documentare
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LO SCARPONE 11
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SENTIERI
18:44
Pagina 10
Al via il “Frassati” della Basilicata
Natura, cultura e spiritualità
Il nuovo percorso
escursionistico (qui accanto
il taglio del nastro) dedicato
al beato Pier Giorgio Frassati
si aggiunge alle dodici
analoghe iniziative presenti
in altrettante regioni
n percorso ad anello che dal centro storico di Sasso di Castalda,
PT, a 949 m, conduce sulla vetta
del monte Arioso (1.709 m): così
si presenta il nuovo Sentiero Frassati
della Basilicata, tredicesimo in Italia,
inaugurato sabato 8 settembre tra faggete e sconfinati panorami appenninici. A
condividere natura, cultura e spiritualità
di questo percorso escursionistico c’erano quel giorno il presidente generale del
Club Alpino Italiano Annibale Salsa, il
presidente dell’associazione Giovane
Montagna Luciano Caprile e il past presidente del CAI e del Club Arc Alpin
Roberto De Martin, accolti nel Teatro
comunale “Mariele Ventre” dal sindaco
Rocco Perrone e dal presidente della
U
Provincia di Potenza Sabino Altobello.
Lanciato nel 1996 dalla Sezione CAI di
Salerno con il motto “Per incontrare Dio
nel creato”, il progetto “Sentieri Frassati”
(www.sentierifrassati.org) si propone
l’intitolazione in ciascuna regione d’Italia
di un sentiero di particolare interesse
naturalistico, storico e religioso al beato
Fonte di scoperte
randi sono state per me la gioia e l’emozione per aver partecipato all’inaugurazione del Sentiero Frassati della Basilicata: gioia per aver visto
aggiunta un’altra gemma alla preziosa collana dei Sentieri Frassati, emozione per aver avuto il piacere e l’onore di conoscere di persona il presidente generale del CAI Annibale Salsa, conoscenza avvenuta proprio sul palco
del Teatro comunale di Sasso di Castalda, sul quale l’amico Antonello Sica ci
aveva chiamato contemporaneamente. È stata anche l’occasione importante per
scoprire luoghi bellissimi, poco noti a molti (compreso il sottoscritto), per abbracciare nuovamente tanti amici incontrati su altri Sentieri Frassati, la nipote del
Beato Nella Gawronska e il past-president Roberto De Martin: con il quale, del
resto, da molti anni esiste un forte rapporto di amicizia da parte della nostra
Associazione.
Toccante ed emozionante, come sempre, è stata la cerimonia dell’unione e
benedizione delle acque provenienti dalle regioni in cui già esiste un Sentiero
Frassati; ho avuto il piacere, tra l’altro, di portare l’acqua del Sentiero della
Liguria, in rappresentanza del coordinatore ligure Piero Bordo.
Concludo con il più sentito ringraziamento al coordinatore nazionale Sica, ai
coordinatori regionali e ai dirigenti CAI per quanto hanno fatto e faranno affinché ogni regione italiana possa avere un sentiero intitolato al Beato Pier Giorgio
Frassati, che ci onoriamo di aver avuto anche socio della Sezione di Torino della
Giovane Montagna.
Luciano Caprile
Presidente della Giovane Montagna - CAI Sezione Ligure
G
10 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
Pier Giorgio Frassati (1901-1925), il giovane torinese che “amava la montagna e
la sentiva come una cosa grande, un
mezzo di elevazione dello spirito, una
palestra dove si tempra l’anima e il
corpo”, come ha ben sottolineato la
mostra documentaria allestita dalla Pro
loco “Il Nibbio”.
La Campania (1996) è stata la prima ad
aderire, seguita da Piemonte (1997),
Calabria (1998), Sicilia (1998), Toscana
(1999), Marche (2001), Veneto (2001),
Molise (2003), Abruzzo (2004), Liguria
(2004), Umbria (2004), Friuli Venezia
Giulia (2005), e ora la Basilicata. Le
prossime saranno per il 2008 la
Lombardia e forse il Trentino Alto Adige.
Le meraviglie dell’itinerario le hanno
illustrate Maria Giorgio che guida la
Sezione di Potenza del CAI e gli accompagnatori d’escursionismo Rudi Padula
e Massimo Carriera, mentre Antonello
Sica coordinatore nazionale del progetto
“Sentieri Frassati” ha introdotto Viviana
Cappiello dirigente della Regione
Basilicata, Marco De Biasi presidente di
Legambiente Basilicata, Vincenzo Fierro
referente per il parco letterario “Don
Giuseppe De Luca”, e Antonio Coronato
assessore allo Sviluppo cultura e turismo di Sasso di Castalda e deus ex
machina dell’evento.
Le conclusioni sono state affidate a
Vincenzo Folino assessore alle Attività
produttive della Regione Basilicata.
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Un’eredità
preziosa
’impegno del Club Alpino
Italiano a difesa dei valori di
fratellanza, di amicizia, di
intensa spiritualità - intesa nell’accezione più ampia e laica del termine, compatibile quindi con il carattere di aconfessionalità sancito dallo
Statuto - ha trovato ancora una volta
nell’inaugurazione del 13° sentiero
Frassati della Basilicata una ulteriore
coinvolgente conferma. Il messaggio
del giovane biellese, che ha fatto
della montagna una palestra dello
spirito, ha fecondato le coscienze dei
partecipanti.
Nel percorrere il sentiero curato
dalla Sezione di Potenza, essi hanno
reso testimonianza di un’eredità preziosa, intensamente interiorizzata. Il
legame ideale tra le Alpi e gli
Appennini di questa parte del Sud,
intima ed appartata, è stato una volta
di più rinforzato per dimostrare che
chi ama veramente la montagna non
stabilisce gerarchie tra le montagne
ma le abbraccia idealmente con uno
slancio di empatia.
Annibale Salsa
Presidente generale
del Club Alpino Italiano
Rifugi e sapori
L
Rappresentava la famiglia Frassati, che
fin dall’inizio ha apprezzato e incoraggiato l’idea del Club Alpino Italiano, Nella
Gawronska, figlia della sorella di Pier
Giorgio, Luciana. Di grande intensità
sono state le testimonianze di Maddalena
Langone, giovane mamma di Sasso reduce dal “Cammino di Francesco” tra
Toscana ed Umbria, e di don Angelo
Balcon parroco di Danta di Cadore che in
luglio ha accolto papa Benedetto XVI sul
“Sentiero Frassati” del Veneto. Durante la
messa officiata da monsignor Agostino
Superbo arcivescovo di Potenza nella
Chiesa madre dell’Immacolata sono state
portate all’altare le acque provenienti da
tutti i “Sentieri Frassati” d’Italia. Con queste acque, unite a quella di Sasso di
Castalda, è stato benedetto il sentiero, il
cui nastro inaugurale è stato tagliato dai
tre presidenti Salsa, De Martin e Caprile,
inaugurato poi da 150 escursionisti provenienti da varie parti d’Italia guidati
dagli accompagnatori del CAI Potenza e
dalle aspiranti guide di Potenza e
Salerno.
■
Orobie, il lungo assaggio
ormichine risalivano i sentieri delle
Orobie da Roncobello, Carona
Valcanale, sotto un cielo ancora
estivo. In lontananza si ascoltavano
voci festose, cori, perfino le preghiere
di un gruppo di donne che camminavano dicendo il rosario. La meta era il
rifugio Laghi Gemelli (1968 m) dove il
16 settembre si è conclusa una cavalcata tutta da gustare. La formula? Più
che collaudata. Con la collaborazione
di Agripromo, Assorifugi e Provincia, la
Sezione di Bergamo del CAI ha per il
terzo anno coniugato in 17 rifugi alpini
la passione per la montagna e quella
per la buona tavola. E in effetti anche
l’ultimo “assaggio” proposto dai gestori del Gemelli valeva le fatiche di una
salita a tratti severa.
Un centinaio i coperti, molte di più le
bocche da accontentare, ma per tutti
era pronto un assaggio di formaggi,
luganeghe, lardo sopraffino annaffiato
dall’immancabile Valcalepio entrato
ormai nell’aristocrazia dei grandi vini.
Fuori, nei pascoli sovrastati dall’arcigna pala del Pizzo del Becco, dopo la
messa gli “Amici della Combricola” del
CAI Valle Imagna raccontavano in coro
di mazzolini di fiori ed esilaranti aggiustapentole libertini. I più piccoli gioca-
F
vano a rincorrersi. Molte le giovani
coppie che fra un assaggio e l’altro si
tenevano teneramente per mano.
È di moda parlare dei sentieri del
gusto, e certamente il turismo enogastronomico rappresenta una voce
importante nei bilanci delle nostre vallate. Ma l’evento è andato più in là.
“Nella bella festa a base di sapori tipici montanari quelli che più contavano
erano piatti di amicizia, taglieri di simpatia e lunghi sorsi di umanità”, ha
osservato con linguaggio colorito il
presidente della Sezione di Bergamo
Paolo Valoti. Il cui sorriso soddisfatto
(insieme con quello del presidente del
Gruppo regionale lombardo Guido
Bellesini) rimane tra le immagini più
significative dell’incontro ai Laghi
Gemelli a cui hanno partecipato il presidente di Agripromo Luigi Fappani e il
responsabile commerciale Giorgio
Donati, il referente di Assorifugi
Maurizio Nava e il consigliere provinciale Sergio Piffari.
Nelle foto il rifugio Gemelli e, impegnati
nella maratona gastronomica, il primo
rifugista Maurizio Nava (in maglietta
grigia) e l’altro rifugista e chef Stefano
Brignoli. Fra i commensali, con la barba
bianca, il presidente del Parco delle
Orobie Bergamasche Franco Grassi.
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COOPERAZIONE
Lo stage di MW per gli alpinisti dell’Afghanistan
Il sogno afgano continua
M
ountain Wilderness, in collaborazione con l’Istituto Italiano
per l’Africa e l’Oriente (IsIAO)
e grazie a un finanziamento
della Cooperazione italiana allo sviluppo, organizzò nel 2006 un corso di alpinismo eco-compatibile (Envronment
Friendly Mountaineering) in Afghanistan
rivolto a un gruppo di giovani interessati
ad acquisire le competenze di base
necessarie per candidarsi come facilitatori di spedizioni alpinistiche, guide di
trekking e di escursioni naturalistiche,
portatori d’alta quota, ranger dei parchi
nazionali. Il successo ha sopravanzato le
più rosee speranze. Le lezioni si sono
tenute tra i grandi ghiacciai dell’alto
Hindu Kush. Diciassette allievi hanno
ottenuto il diploma. Tra questi tre ragazze. Il corso era stato preceduto nel 2005
da un primo e analogo corso sperimentale finanziato dalla Fondazione Aga
Khan, dall’UNEP e da USAID.
Quest’anno l’IsIAO e MW, in pieno
accordo con la Direzione generale della
Cooperazione italiana allo sviluppo,
hanno deciso di invitare in Italia per un
mese (15 giugno-15 luglio) i sei allievi
maggiormente meritevoli del corso 2006.
I giovani (ai quali se ne è aggiunto un
Luoghi del cuore
SS Trinità di Teregua, un gioiello da salvare
imasta per secoli appartata fra le montagne a 1430 m di quota, la chiesa della SS Trinità di Teregua è salita alla ribalta nel 2004 quando, nel
corso del secondo censimento FAI dei “luoghi del cuore”, venne segnalata da 3142 persone classificandosi al 4° posto in Italia e al 2° in
Lombardia. Un “luogo del cuore” da salvare e valorizzare: ubicata lungo la strada militare dell’Ables nell’omonima frazione del comune di Valfurva in Alta
Valtellina, sullo sfondo del Tresero nel gruppo Ortles-Cevedale, con un significativo ciclo di affreschi e una pregevole ancona lignea di bottega tirolese, costituisce il più importante patrimonio artistico della valle, risalente alla prima metà
del XVI secolo.
Durante la Grande guerra la chiesa fu ricovero di soldati, forse genieri che parteciparono alla costruzione della strada militare o alpini addetti al presidio delle
trincee sul soprastante fronte a 3000 metri di altitudine; purtroppo il fumo delle
stufe accese per fronteggiare i rigori invernali deteriorò gli affreschi, sottoposti
successivamente a una pesante ridipintura che alterò i colori originali.
Oggi la chiesetta sente tutto il peso del tempo, con
segni di avanzato degrado. Per scongiurare la perdita di questo prezioso bene artistico e culturale, un
vero gioiello fra le Alpi, nel 2005 è nata un’associazione che si sta impegnando febbrilmente per salvarla, attraverso la sensibilizzazione e la ricerca dei
fondi necessari al suo restauro integrale. Tanto è
stato fatto, tanto rimane da fare. Servono, ora più
che mai, l’impegno e l’aiuto di tutti. La chiesa e gli
antenati valligiani che 460 anni or sono, pur in
mezzo alle ristrettezze di quel tempo, l’hanno saputa dotare di importanti opere d’arte, ringraziano
vivamente quanti vorranno raccogliere l’appello.
Il versamento delle eventuali donazioni può essere effettuato sui conti correnti intestati
all’Associazione Teregua presso: Banca Popolare di
Sondrio_C/c n. 000008575x94_ABI 05696 - CAB
52090 - CIN M_ - Credito Valtellinese_C/c n.
000000008575_ABI 05216 - CAB 52090 - CIN E.
Per saperne di più, visitare il sito www.associazioneteregua.it
R
12 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
settimo, inviato e spesato direttamente
dalla Fondazione Aga Khan di Kabul)
hanno frequentato un corso di alpinismo
organizzato e diretto dalla Commissione
interregionale Ligure -Piemontese Valdostana delle Scuole di alpinismo e
sci-alpinismo del CAI e un corso di
Soccorso alpino organizzato dalla
Direzione protezione civile della
Regione autonoma Valle d’Aosta e dal
Soccorso alpino valdostano insieme con
l’Unione valdostana guide.
Inoltre l’Ente parco nazionale del Gran
Paradiso ha offerto uno stage relativo
alla gestione di una grande area protetta.
Gli afgani hanno presenziato anche a
varie manifestazioni (Roma, Torino,
Forte di Bard, Sondrio) durante le quali è
stato proiettato il documentario “Siddiqa
e le Altre - Un sogno Afghano” realizzato
per Geo e Geo (Raitre).
L’entusiasmo con cui i giovani allievi
afghani sono stati accolti ovunque e l’interesse che le loro dichiarazioni e i loro
racconti hanno destato, stanno a significare che è largamente condivisa in Italia
la volontà di aiutare quel disgraziato
paese a uscire dalla crisi in cui è tutt’ora
immerso. Mountain Wilderness è particolarmente lieta di sottolineare la preziosa collaborazione che il CAI, a tutti i
livelli, ha voluto offrire all’iniziativa. Un
caloroso grazie va alla Scuola di alpinismo La Maiella della Sezione di Chieti,
alla Sezione di Roma che ha offerto in
omaggio le tessere di soci ai sette afghani, alla Sezione di Torino, alla Sezione
Valtellinese, alla Commissione delle
scuole di alpinismo LPV. Infine alla
Sezione di Pescara la quale ha dato l’avvio a una raccolta, tra i soci, di materiali
alpinistici da inviare in Afghanistan.
Impossibile dimenticare la straordinaria ed entusiastica collaborazione della
signora Betta Gobbi della ditta GrivelMont Blanc, e di Sandro Parisotto della
Scarpa di Asolo.
La gestione pratica del triplice stage è
stata presa in carico dall’INA Giorgio
Mallucci e dall’IA Elisabetta Galli, con la
collaborazione di Renato Napoli, dirigente di Mountain Wilderness Italia.
Tutti e tre si sono dimostrati, come sempre, superiori a ogni elogio.
Carlo Alberto Pinelli
Responsabile del progetto
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RASSEGNE
18:44
Pagina 13
Il XIII Film Festival della Lessinia
Vittoria francese
n paese di pietra, pietra della Lessinia, l’armonioso territorio colonizzato dai Cimbri a nord di Verona. Pietra a
coprire i tetti, i comignoli, le mansarde in grandi piastre
quadrangolari. Di pietra gli sbalzi dei balconi, i tettucci
degli ingressi, le vasche fiorite, i bordi delle aiuole, i marciapiedi. Pietra di Prun o di S. Agata, i nomi delle cave, e le facciate
delle case tinte a colori festosi. È Bosco Chiesanuova. Qui è iniziata l’estate scorsa, con base al rinnovato teatro Vittoria dotato di due sale e degli impianti più sofisticati, una nuova fase del
Film Festival della Lessinia, giunto alla XIII edizione.
Partito da Cerro Veronese come rassegna di film su tematiche
locali, direttore artistico Alessandro Anderloni, e sostenuto
soprattutto dalla Comunità montana e dal Curatorium
Cimbricum Veronense, si è dilatato via via fino al più ampio
orizzonte della storia, della vita e
delle tradizioni della gente di montagna di tutto il mondo, e ora con
l’edizione 2007 si è guadagnato un
meritatissimo livello internazionale tanto da poter annoverare 25
film in concorso, 42 complessivamente proiettati, provenienti da
otto paesi. “Anzi nove”, dice con
orgoglio Eleonora Guardini, dinamica responsabile della segreteria,
“perché all’ultimo momento si è
aggiunta anche la Turchia”.
Il festival esclude per regolamento i film a soggetto sportivo o
alpinistico, i quali del resto sembrano attraversare un periodo
critico ondeggiando fra produzioni ultra-tecnologiche, con
eccezionale spiegamento di mezzi artificiali sia d’arrampicata
sia di ripresa, e la ricerca non sempre felice di nuove sfide nel
campo dell’avventura estrema. A Boscochiesanuova invece si
ritrova chi nel territorio alpino va cercando e scoprendo i valori profondi della gente che ci vive e ci lavora, che ci ha vissuto
e ne ha nostalgia. Siamo insomma sul terreno più autentico,
quello di Buzzati (non a caso abbiamo visto fra gli eventi collaterali “Il postino di montagna” del 1951 tratto da un suo soggetto), Rigoni Stern, Mauro Corona. L’analisi di questa vastissima
tematica, partita tredici anni fa, mediante un lavoro fatto di
perizia ed entusiasmo, ha trovato il suo spazio e la sua maturazione artistica e organizzativa lungo il cammino, arrivando con
naturalezza al rango internazionale di quest’anno.
Ne fa fede la fama del presidente della giuria, Gerhard Baur,
40 anni di esperienza come autore e regista di film a soggetto
alpino. Lo affiancano Averardo Amadio, naturalista già presidente del WWF veneto, Marjeta Kesic-Svetel, etnologa slovena
autrice di documentari per la TV di Lubiana, Sandro Gastinelli,
giovane e affermato regista e produttore televisivo, Giovanni
Padovani direttore di “Giovane Montagna”, Italo Zandonella
Callegher, accademico del CAI e dal 2003 presidente del
TrentoFilmfestival, e Piero Zanotto, critico di grande notorietà,
direttore a Trento dal 1977 al 1986.
Numerosi i premi in palio per complessivi 10.000 euro e tutto
esaurito nelle due sale con 400 posti a sedere. Secondo
Anderloni le provenienze si dividevano in parti eguali fra
U
Folla di giovani
e tutto esaurito a
Boscochiesanuova
(Verona) per una
rassegna ormai di
rango internazionale,
vinta da un film
francese
dedicato al Tibet
Una scena di “Un Noel au Tibet”, il film francese vincitore della
rassegna di Boscochiesanuova (VR), nel territorio dei Cimbri.
Verona, Bosco e il gruppo di paesi limitrofi, con una notevole
presenza di giovani e giovanissimi, e la voglia di esserci. Tanto
di cappello ai gusti artistici e al livello culturale del pubblico
della Lessinia, tali da surclassare quello delle grandi città.
Ma dicevo dei premi: la giuria, dopo una serrata discussione,
ha assegnato il riconoscimento più ambito, la “Lessinia d’oro” aerea scultura in bronzo raffigurante una leggiadra figura di
donna che insegue una stella - al film francese “Un Noël au
Tibet” di J. B. Warluzel, F. Gaver e C. Slizewicz. È la visitazione
di una realtà straordinaria esistente nella regione dello Yunnan,
zona del Tibet nel sud-ovest della Cina, dove vivono alcune
migliaia di tibetani cattolici evangelizzati nel XIX secolo da missionari francesi e svizzeri. In assenza di sacerdoti, i fedeli continuano a coltivare la fede e a osservare nei limiti del possibile
la liturgia; solo a Natale - e il film su questo si sofferma con
eccezionali immagini - arriva un prete che celebra la messa di
mezzanotte e amministra i sacramenti.
Emozionante la sequenza finale: un anziano tibetano mentre
canta in latino la “Salve Regina”.
Il secondo premio, la “Lessinia d’argento” è andato a “Das
Kalb in der Kuh und das Korn in der Kist” (Il vitello nella mucca
e il grano nella madia) ambientato in Val d’Ultimo, del tedesco
J. Schwellensattl; è la storia di come vivono lungo un’intera
annata, fra il paese e la malga, i membri di una famiglia di contadini tirolesi, una anziana madre e due fratelli.
Altri premi, ripartiti per categorie, sono andati a “Siachen una guerra per il ghiaccio” sul conflitto India-Pakistan, del noto
regista svizzero Fulvio Mariani; a “Ifugaos. Sculpteurs de montagnes” dei francesi N. Antoine e P. Bellorini ; a “Il était une fois
- les délices du petit monde” di J. Péaquin, valdostano; a “Alias
haci Gavortáuciat” (nel dialetto locale significa “Tutto è cambiato”) di F. Sauro, regista nativo di Bosco Chiesanuova noto
anche per aver girato con Anderloni “L’abisso” nelle profondità
di una grotta lessinese; a “Poyraz” della esordiente regista turca
Belma Bas; a “Die Blumenwiese” (“Il prato fiorito”) del tedesco
J. Haft; e infine a “I fratelli Fadaric” dello svizzero M. Storni.
Una menzione speciale è andata a un film sull’Himalaya di T.
Wartmann (Germania) e un premio extra in memoria del fondatore del festival, Mario Pigozzi, a A. Fenoglio per “L’isola dei
carbonai”.
Lorenzo Revojera
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TURISMO ALPINO
Piccolo Cervino high tech
Titanio a colazione
Mentre voci contraddittorie si
succedono sulla realizzazione di
una nuova struttura turistica sul
Piccolo Cervino (Lo Scarpone
9/07), un progetto che ha
sollevato le più fiere rimostranze
delle associazioni ambientaliste,
Paolo Paci, autore di guide
turistiche, manuali sportivi e libri
di viaggi nonché del recente “365
giorni sulle Alpi” (Mondadori,
prefazione di Annibale Salsa),
propone questo breve saggio che,
con il linguaggio lieve del
paradosso, tocca le nostre
aspettative nei confronti di una
natura incontaminata e selvaggia.
Aspettative di chi sovente accetta
di trovarsi “appeso a un filo
d’acciaio, spesso su neve ‘decisa’
dall’uomo e programmata da
raffinati software”. O di piantare
uno spit, mettere un friend in una
fessura (“quanta bellezza hightech in questi piccoli oggetti di
piacere!”, osserva Paci). La vera
provocazione del nostro
apprezzato collaboratore è
riconducibile a una visione
secondo cui “tutto è artificiale”,
cioè (quasi) tutto è tecnoculturale.
Del resto, se regnasse quella
natura incontaminata e selvaggia
spesso in genere evocata, le
montagne non le riconosceremmo
più. Non si dice forse che
l’alpinismo ha “inventato” la
montagna? Ovviamente il
linguaggio del paradosso va
accettato senza che per questo
venga compromessa una sincera
riprovazione nei confronti di certe
proposte che sembrano
contrastare con il comune
sentimento della natura e, talvolta,
con il buongusto.
14 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
’altra notte ho fatto un sogno. Ho
sognato che Daniel Libeskind,
Zaha Hadid e Frank O. Gehry avevano spostato il loro quartier generale all’Hotel Mont Rosa, e stavano riprogettando Ground Zero ai piedi del
Matterhorn. Nel general planning era
previsto un grattacielo a forma di cavatappi alto 5001 m. Peccato non sia vero,
mi dicevo stropicciandomi gli occhi al
risveglio. Poi ho letto la notizia sul giornale e mi è tornato il buon umore: è stata
finalmente inaugurata la piramide di cristallo e titanio in cima al Kleine
Matterhorn, progettata dall’architetto
cinese Pei (quello del Louvre): le Alpi
hanno un nuovo Quattromila, il primo
interamente handmade in Switzerland.
E sapete cosa? Mi piacerebbe andarci,
subito. Mi piacerebbe accompagnare i
miei figli sulla nuova superveloce funivia
aerodinamica che parte da Zermatt (è
stata disegnata da Norman Foster). Poi
prendere l’ascensore trasparente che
come un missile perfora la piramide. Al
ristorante ordinare una raclette con patate per tutti, Rivella per loro e un costosissimo bicchiere di Fendant per me, poi
affacciarmi alle ampie vetrate di fronte
alla parete est della Gran Becca e raccontar loro una storia, che potrebbe
cominciare così: “Tanto tanto tempo fa,
prima dei turisti e degli alpinisti, prima
dei walser e dei romani e degli elvezi…
insomma prima che qui arrivasse l’uomo,
queste cime non esistevano”. Al che mi
guarderebbero un po’ scettici, come
fanno quando sto scherzando, e memori
dei loro teneri studi di geologia direbbero: “Ma papà, le Alpi sono antichissime!”
Io però non sto scherzando. Le montagne, ne sono sicuro, senza l’uomo non
esistono. O meglio, ci sono ma non
L
➔
“Un ristorante di cristallo e
titanio a quattromila metri?
Sarà un po’come salire”,
osserva Paolo Paci, “in treno
fino allo Jungfraujoch,
prendere un tè al bar girevole
del Piz Gloria o una boccata
d’ossigeno (quello
delle bombole) alla
Capanna Margherita”
hanno alcun significato, e nella civiltà dei
segni qual è la nostra il non aver significato e l’inesistenza coincidono. E non da
oggi. Edward Whymper era ben consapevole dell’operazione post-moderna
che stava compiendo; era compito del
disegnatore inglese “inventare” il mito:
grazie a lui le vetrine di Bucherer hanno
sostituito le tradizioni pastorali, grazie
alle dinastie dell’ospitalità come i Seiler,
ai moderni guru del marketing, i metro
alpini hanno fatto dimenticare l’antica
economia di sussistenza.
A questo punto, per non confondere
troppo le giovani menti dei miei figli,
svierò l’attenzione sui dati tecnici della
piramide appena costruita, ultimo e definitivo “segno” che l’uomo culturale ha
apposto sulle sue Alpi. La bellezza hightech degli incastri in lega, lo spessore
delle vetrate e i sistemi di risparmio energetico, il design esclusivo dell’illuminazione, sperando che a questa meraviglia
svizzera abbia partecipato qualche azienda italiana. E dirò: “Ragazzi, siamo a 4000
metri. Respirate a pieni polmoni, tanto
qui dentro è tutto climatizzato”.
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Vette, cioè luna park
Mi piacerebbe andarci, davvero. E
trovo che non sarà molto diverso dal salire in treno fino allo Jungfraujoch, prendere un tè al ristorante girevole del Piz
Gloria o una boccata d’ossigeno (quello
delle bombole) alla Capanna Margherita.
Non sarà molto diverso dall’andare a
sciare su neve “decisa” dall’uomo e programmata da raffinati software. O piantare uno spit, mettere un friend in una
fessura (quanta bellezza high-tech in questi piccoli oggetti di piacere!).
Perché la montagna è civiltà, industria,
sviluppo e cultura, fin dai tempi dei
tempi, da quando il primo pastore walser
salì con le sue greggi là sotto al Trokener
Steg, e cominciò un duro lavoro di spietramento per far crescere l’erba.
E la natura? Ecco davanti ai nostri
occhi la cosiddetta natura: lindi pascoli
dove erano solo sfasciumi, boschi coltivati e maggenghi di smeraldo al posto di
selve impenetrabili, e poi naturalmente
asfalto, alberghi, impianti di risalita, rifugi d’alta quota e tutti, anche i soci dei
Club alpini, a magnificare l’incanto del
creato. Il creato antropizzato.
Ci fosse ancora tra noi qualche mente
lucida come Jean Baudrillard, forse ci
direbbe: “Montagne? Dove sono le montagne? Qui intorno vedo solo feticci”. E
ci risveglierebbe dall’illusione e dai pericoli della cultura pseudo-romantica,
quella di John Ruskin e del suo nobile
scoglio, quella del più ingenuo e tardivo
ecologismo. Dessimo retta a quella cultura, i walser sembrerebbero più moderni di noi. Per fortuna siamo stati furbi. A
Zermatt, sul Kleine Matterhorn, abbiamo
lasciato mano libera alle archistar per
sviluppare la Grande Babele. Abbiamo
permesso che il post-moderno prendesse il sopravvento. La nuova piramide di
cristallo fa parte di questa storia.
Infine riporterò giù a valle i miei figli,
un po’ frastornati per le variazioni di
pressione. “Sapete” gli spiegherò, “alla
fine dell’Ottocento volevano costruire un
ascensore fino alla vetta del Cervino. È
da un secolo che queste montagne non
sono altro che un simulacro”. Ma loro,
assorbiti dalle funzioni dei cellulari, già
non mi ascoltano più. Il paesaggio, quel
che ne resta, non si guadagna nemmeno
uno sguardo. Non merita di esistere…
Paolo Paci
ontano dal caos cittadino, cinto da uno
dei più pittoreschi
ghiacciai svizzeri, il
centro turistico di Les
Diablerets mostra due
facce in qualche modo
inevitabili: villaggio alpino
legato alle tradizioni e
meta di villeggiatura per
sportivi e famiglie. Gli
impianti lo collegano con
considerevoli distese di
ghiaccio.
A 3000 m il ristorante
progettato dal famoso
architetto svizzero Mario
Botta offre un’esperienza
definita “gastroramica”:
un neologismo che indica
la fusione delle parole
gastronomia e panorama
da considerare “mozzafiato”. Questo perlomeno si
legge nelle promozioni
elvetiche su internet. E
nessuno in Svizzera, dove
in questi giorni molto si
discute sul “restauro” a
scopi turistici del Piccolo
Cervino, sembra avanzare riserve su quello scatolone (nella prima delle
due foto il modellino in
scala) con cui Botta ha
profondamente alterato,
senza farsi troppi complessi, l’ambiente d’alta
quota. Ma probabilmente
tutto è concesso all’autore del Museo d’arte moderna di Rovereto, al rifacitore
del teatro alla Scala, considerato uomo d’ordine e forza, sapienza artigiana, geometrie elementari reinterpretate. E naturalmente il turismo d’alta quota ha le sue
esigenze che sempre più sembrano esulare dal buon gusto e, forse, da un certo
buon senso. Se il gastrorama offerto dalla località elvetica di Les Diablerets non
fornisce sufficienti emozioni, il turista può sempre puntare (in Austria, questa
volta) su un’altra vetta orgogliosamente “griffata” in nome e con il contributo di
una nota azienda di diamanti artificiali. Immersa tra i ghiacciai delle Alpi dell’Ötztal, a 3.082 m, la vetta del Wurmkogel è stata “illeggiardita” da una struttura panoramica battezzata Top Mountain Star (foto qui sopra). Ötztal Tourismus
non fa misteri delle sue mirabolanti caratteristiche tecniche.
“Su una strettissima cresta con strapiombi sui due lati”, si legge in un comunicato, “sono state posate le fondamenta di cemento armato, del diametro di 1,5
m, incastonate nella roccia da 25 ancore lunghe 8 m ciascuna. Al di sopra troneggia una piattaforma circolare di 120 mq avvolta da un’unica continua parete di vetro. Il tutto è coronato da una cupola di vetro e da supporti in acciaio.
Il Top Mountain Star, progettato dall’architetto di Monaco di Baviera Peter
Schmuck, consente di godersi il panorama ascoltando musica e sorseggiando
un buon drink, mentre fuori all’aperto luccicano, in gara con i cristalli di neve
vera, i falsi cristalli Swarowski incastonati nelle pareti”.
L
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FILO DIRETTO
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Echi e notizie dal mondo della montagna
Le Alpi regione modello
e Alpi hanno le potenzialità per diventare
una regione modello
per la protezione del
clima. Attualmente, però,
nonostante la notevole produzione di energia (in gran
parte a zero emissioni di CO2
grazie all’idroelettrico) e l’alta percentuale di boschi, il
bilancio di CO2 dello spazio
alpino è negativo, cioè viene
emessa più CO2 di quanta ne
venga assorbita. Partendo da
questo scenario, circa 140
esperti hanno discusso in settembre a Saint Vincent (AO),
in occasione del Convegno
annuale della CIPRA, sulle
potenzialità di sfruttamento
delle energie rinnovabili e
sulle possibilità di aumentare
l’efficienza energetica nello
spazio alpino. Al convegno
L
dal titolo “Le Alpi oltre
Kyoto” (con riferimento al
famoso trattato sulla riduzione delle emissioni) è stato
espresso un generale consenso sul fatto che i paesi alpini
potrebbero - e dovrebbero coprire la maggior parte del
proprio fabbisogno energetico attraverso fonti rinnovabili, superando così di gran
lunga gli obiettivi di Kyoto.
Innanzitutto si dovrebbe
ridurre il consumo di energia
con interventi di risparmio
energetico, quindi sfruttare le
grandi potenzialità offerte dal
miglioramento dell’efficienza
energetica e dall’utilizzo delle
fonti rinnovabili quali legno,
acqua, sole, vento e geotermia. Le Alpi, grazie all’intensità della radiazione solare e
alla prevalente assenza di
Rifugi
Largo alla banda larga
ue rifugi alpini della Provincia di Cuneo, il Quintino
Sella (2.640 m ai piedi del Monviso) e il Giacoletti
(2.741 m, Passo del Losas, Punta Udine a Crissolo)
sono stati dotati di collegamento internet a banda
larga. Prosegue così il progetto della Regione Piemonte,
in collaborazione con l’Assessorato alla montagna e con il
CSI-Piemonte, che ha come obiettivo il collegamento di 40
rifugi piemontesi. “La disponibilità di navigazione su
Internet per i gestori e gli utenti dei rifugi alpini rappresenta una rilevante opportunità di promozione e di marketing del rifugio e del suo territorio.
Consente agli escursionisti di accedere, a larga banda, a
tutti i servizi informativi raggiungibili via web, in particolare ai servizi meteo e satellitari, e ai gestori di programmare attività in rete”, ha commentato l’assessore alla montagna della Regione Piemonte, Bruna Sibille. Il collegamento a Internet può rappresentare anche un sistema di backup (duplicazione) in caso di guasto all’impianto di radiotrasmissione (o telefonico) di cui il rifugio è dotato, così
come può essere utilizzata per sviluppare sistemi di trasmissione video (webcam che trasmette immagini su
Internet) o di videosorveglianza.
Sul sito Internet della Regione Piemonte è possibile
visualizzare le immagini trasmesse da cinque webcam
installate in altrettanti rifugi alpini piemontesi all’indirizzo
www.regione.piemonte.it/montagna/areemontane/webcam_rif.htm
D
16 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
nebbia, offrono, per fare un
esempio, condizioni quasi
“mediterranee” per lo sfruttamento dell’energia solare.
Oltre alle potenzialità, la
CIPRA si è occupata anche
dei limiti d’utilizzo delle fonti
rinnovabili, per motivi di
ordine sia ecologico che economico. In conclusione, lo
spazio alpino non contribuisce solo al cambiamento climatico, è anche colpito dai
suoi effetti con un’intensità
superiore alla media. Questo
dovrebbe costituire un’ulteriore incentivo a moltiplicare
gli sforzi per una protezione
esemplare del clima nelle
Alpi.
Internet
■ Il FAI annuncia che per
seguire gli aggiornamenti dell’iniziativa riguardante “I luoghi del cuore” è stato istituito
un sito internet interamente
dedicato al censimento a cui
prese parte nel 2006 anche il
nostro giornale. Digitare
www.iluoghidelcuore.it
Mostre d’arte
■ Tiziano. Fino al 6 gennaio
Belluno e il Cadore ospitano
una grande mostra dedicata a
Tiziano con oltre cento opere
dei maggiori musei internazionali. Nella storica sede
della Magnifica comunità di
Cadore a Pieve saranno esposte lettere autografe, carte
d’archivio, registri e uno
straordinario inedito Ritratto
di donna davanti a paesaggio
con arcobaleno. La mostra si
completa con gli itinerari
vecelliani che permettono di
ammirare tanti lavori del
maestro e della sua bottega
nei loro luoghi originali.
■ America! Storie di pittura
dal Nuovo Mondo è il titolo
della mostra che si terrà a
Brescia, Museo di Santa
Giulia, dal 24 novembre al 4
maggio. Scenario principale
delle storie a cui la pittura
americana del XIX secolo ha
attinto è sicuramente la montagna. Numerose opere rappresentanti il mondo della
montagna fanno infatti parte
della rassegna. Qui sotto al
piede “La Golden Gateway
verso Yellowstone”, 1893, di
Thomas Moran.
Sentenze
■ Condannata l’Italia. La
Corte di giustizia delle
Comunità Europee ha condannato l’Italia per aver violato le normative UE sulla protezione dell’ambiente. In previsione dei Mondiali di sci del
2005, infatti, nel 2003 l’ente
Parco nazionale dello Stelvio
ha dato l’autorizzazione per
l’adeguamento di infrastrut-
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guide alpine PLANET TREK
guide alpine ALTA VALTELLINA
& FORBA VIAGGI T.O.
ture sciistiche anche in zone
a protezione speciale, contravvenendo così al loro status giuridico di tutela.
Disastroso il bilancio del
Mondiali di Bormio anche
per la FISI. “Sono saltati fuori
600 mila euro di extradebitto
per la chiusura dei conti”, ha
detto il neo presidente Gianni
Morzenti.
Personalità
Appuntamenti
■ Skipass, quattordicesimo
salone del turismo, degli
sport invernali e del freestyle
si svolge dal 1° al 4 novembre
a Modena Fiere. Info:
www.skipass.it
Incontrarsi
■ Monsignor Roberto
Busti, prevosto di Lecco
(dove la sua passione per l’alpinismo gli ha fruttato la
nomina a socio onorario dei
Ragni della Grignetta), è stato
ordinato vescovo dal cardinale Luigi Tettamanzi. Dal 7
ottobre monsignor Busti è
alla guida della Diocesi di
Mantova. Nella foto qui sopra
il religioso indossa il maglione rosso dei Ragni.
Ambiente
■ Im’arcord è il suggestivo
nome (d’ispirazione felliniana…) del circolo ricreativo di
Ugliancaldo in Lunigiana
(MS), centro di aggregazione
per questo pittoresco borgo
di una quarantina di anime
adagiato tra prati e boschi in
vista delle Apuane. Il circolo
promuove iniziative culturali,
ricreative e anche di solidarietà sociale. Per festeggiare i
25 anni dalla fondazione, è
stato dato alle stampe un delizioso album di famiglia con
cronache e foto delle riunioni
conviviali e riproduzioni delle
tessere sociali. Agli amici di
Ugliancaldo i migliori auguri
di buon compleanno.
■ Cansiglio. E con questo
sono 20 gli anni di camminate
per la protezione dell’Antica
Foresta del Cansiglio.
L’appuntamento è fissato per
l’11 novembre, domenica.
Il sospetto e il timore è che il
2008, o al massimo il 2009,
potrebbe essere l’anno della
devastazione del Col Cornier,
quello che il Comune di
Budoia ha eletto a “Montagna
internazionale dei ragazzi” e
intende preservare intatto,
ma che nel Piano Neve della
Regione risulta destinato a
ospitare impianti e piste di
sci. Info: Toio de Savorgnani
0438.581989, [email protected],
Moreno
Baccichet - [email protected] Ecoistituto del
Veneto
Alex
Langer
041.935666 info@ecoistitu-
to.veneto.it
■ Ruwenzori. Positivo
bilancio in Uganda per la spedizione organizzata dal
Comitato Ev-K2-Cnr. La stazione meteorologica installata a 4750 m sul Ruwenzori
studia ora l’impatto dei cambiamenti climatici sui ghiacciai che hanno subito un ritiro impressionate passando
da 6,5 kmq a 0,95 kmq.
■ Alleanza italo - kuwaitiana per il clima e l’ambiente: un accordo è stato firmato
il 26 settembre tra il CNR e il
KIRS - Kuwait Institute for
Scientific Research dal presidente del Comitato Ev-K2CNR Da Polenza e il vice
direttore generale del KISR
Al-Awadhi.
Corsi
■ Progettare e gestire
interventi di ripristino e recupero ambientale: presso il
Centro servizi formativi
Enaip di Domodossola sono
aperte le iscrizioni al corso
gratuito di “Tecnico per l’ambiente - gestione e recupero
del territorio”, rivolto a disoccupati in possesso di diploma. La figura professionale
che il corso forma si pone
quale naturale supporto tecnico-operativo dell’imprenditore per la valutazione dell’impatto ambientale, dei
rischi derivanti da determinati progetti industriali, della
protezione dell’ambiente idrico, dell’inquinamento atmosferico ed acustico, della
gestione dei rifiuti speciali,
tossici e nocivi, dell’impiego
di sostanze chimiche o pericolose, della sicurezza delle
macchine e degli impianti,
della prevenzione del fenomeno infortunistico, dell’igiene del lavoro e della prevenzione degli incendi. Info: [email protected]
■
presentano il PROGRAMMA 2008
1 ✓ dal 12 Gennaio al 1 Febbraio 2008
ACONCAGUA 6962 m.
La vetta più alta delle due Americhe.
Spedizione alpinistica.
2 ✓ dal 8 al 18 Marzo 2008
SCI ALPINISMO SULL’ALTO ATLANTE
Una fantastica combinazione tra le belle sciate
sulle vette dell’Alto Atlante e sulle dune di
sabbia del Sahara.
3 ✓ dal 22 al 29 Marzo 2008
MONTE RILA E MONTE PIRIN IN BULGARIA
Sci Alpinismo sulla fantastica neve dei Balcani.
4 ✓ dal 5 al 12 Aprile 2008
SCI ALPINISMO TRA I FIORDI DELLA NORVEGIA
Una vacanza sci-alpinistica.
5 ✓ dal 20 al 24 Aprile 2008
CORSO AVANZATO DI SCI-ALPINISMO
6 ✓ dal 25 al 27 Aprile 2008
Invitiamo tutti al Tradizionale
RADUNO INTERNAZIONALE DI SCI-ALPINISMO
Località Forni di S.Caterina (Valfurva) -SOInfo: C.A.I. Valfurva , Guide “Planet Trek”
7 ✓ dal 15 al 25 Maggio 2008
CAUCASO Elbrus 5642 m
La vetta più alta d’Europa.
8 ✓ dal 21 al 29 Giugno 2008
TREKKING IN ISLANDA
La terra del fuoco e del ghiaccio
9 ✓ dal 16 al 24 Luglio 2008
SALITA DEL MONTE ARARAT 5165 m
La montagna di Noè
10 ✓ dal 25 Luglio al 7 Agosto 2008
SULLE MONTAGNE DEGLI DEI
Trekking in Bulgaria & Grecia. Dal Monte
Rila e Monte Pirin all’Olimpo e alle Meteore.
Salendo sulle tre più alte cime dei Balcani e
toccando anche la spiaggia del Mar Egeo.
11✓ dal 30 Agosto al 14 Settembre 2008
CANADA
TREKKING SULLE MONTAGNE ROCCIOSE
12✓ 21 Settembre al 5 Ottobre 2008
AFRICA. KILIMANJARO 5895 m
La vetta più alta del Continente Africano.
Safari nel Parco Nazionale Ngorongoro.
13✓ dal 12 Ottobre al 4 Novembre 2008
HIMALAYA.
Trekking intorno al tetto del Mondo:
Laghi di Gokyo - Gokyo Peak 5490 m
Cho La Pas 5330 m
La Piramide Italiana del C.N.R.
Kalapatar 5550 m - sland Peak 6189 m.
14✓ dal 11 al 29 Novembre 2008
ALPINISMO SUI VULCANI DELL’ECUADOR:
Cimborazo 6310m
(la vetta più lontana del centro della Terra).
Cotopaxi 5896 m
(il vulcano attivo più alto del Mondo).
Safari nella foresta dell’Amazzonia.
Visita dei Mercati Indios.
Sul trenino sotto il “Naso del Diavolo”.
15✓ dal 15 al 30 Novembre 2008
TREKKING IN PATAGONIA:
Cerro Torre - Fitz Roy
Perito Moreno - Torri del Paine
Terra del fuoco - Buenos Aires.
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SENIORES
Pagina 18
Convegno il 24 novembre al Palamonti
Camminare
(possibilmente)
a lungo
a fortunata serie “Sicuri in montagna” del CNSAS (Sicuri sul ghiacciaio, Sicuri in ferrata, Sicuri sul
sentiero) si sta per arricchire con
“Sicuri nell’escursionismo senior - Per
camminare a lungo”, opuscolo dedicato
a quell’universo dell’escursionismo rappresentato dai soci CAI “seniores”,
escursionisti di “massa” (e che massa)
come tutti gli altri soci, ma con specificità da indirizzare. Una delle specificità
è la sicurezza, indubbiamente non l’unica, ma altrettanto indubbiamente
macroscopica.
La “Sicurezza nell’escursionismo
senior” sarà anche il tema di un convegno ospitato dalla Sezione di Bergamo
sabato 24 novembre al Palamonti e
organizzato dal Soccorso alpino in collaborazione con la Commissione seniores
Lombardia. In quella circostanza avverrà una prima distribuzione dell’opuscolo. La giornata costituisce il 5° Convegno dei seniores di CAI Lombardia e
rappresenta anche un “convegno zero”
L
dell’escursionismo per seniores a livello
nazionale. Sono infatti invitati a partecipare delegati dalle sezioni italiane che
abbiano costituito un “gruppo seniores”
o abbiano semplicemente intenzione di
farlo entro due anni. Risulta che queste
sezioni sono ormai parecchie. Interverrà
la stessa Commissione centrale escursionismo (CCE).
È appropriato ricordare che è al lavoro
un gruppo incaricato dello studio di
“buone pratiche” per i seniores all’interno dell’escursionismo; con relativa raccolta in un “Quaderno dell’escursionismo senior” sotto la guida della CCE.
L’incontro al Palamonti darà, ne siamo
certi, un contributo significativo in questa direzione.
Riportiamo un’agenda sintetica della
giornata e invitiamo le sezioni con gruppi seniores (specie le non lombarde,
anche per identificare eventuali necessità e soluzioni logistiche) a contattare la
Segreteria della Commissione seniores
di CAI Lombardia, preferibilmente via e-
Il programma
10.10 I Seniores, l’escursionismo, la
sicurezza.
• Il Socio CAI senior nell’escursionismo: appartenenza e specificità. •
Stato dell’arte in Lombardia e in Italia. •
Il progetto “Sicuri in montagna” e l’opuscolo per seniores.
11.40 Relazioni mediche (dott.
Bergamaschi, Nahmad e Milani)
• La salute e le patologie della terza età
• L’apparato locomotore e l’alimentazione • Incidenti e precauzioni sanitarie
14.10 Quale livello di consapevolezza
• Esiti indagine in occasione del 13°
raduno, Brescia
15 Conclusioni
mail: [email protected]
o [email protected]; oppure telefonicamente allo 0332.285459 o allo 02
33610385, ore serali.
L’invito da queste pagine dovrebbe
valere come sollecito, perché la
Commissione seniores CAI Lombardia
ha già spedito una lettera di invito formale ai gruppi seniores. Arrivederci
dunque al Palamonti!
Commissione
Centrale Escursionismo
Commissione Seniores
CAI Lombardia
Soccorso Alpino
e Speleologico Lombardo
Sci escursionismo
Memorandum per gli istruttori
ell’intento di agevolare l’istruttore di sci di fondo
escursionismo nella sua attività, la Commissione
centrale (Consfe) ha diffuso una serie di note in
forma di “memorandum” il cui valore etico può evidentemente riguardare tutti i soci del Club Alpino Italiano.
Credibilità, continuità nell’operatività, interattività nell’insegnamento e nell’accompagnamento sono tre importanti
punti del documento. L’istruttore è infatti tenuto “a mantenere idonei livelli di competenza per abilità e credibilità; a
prestare fattivo servizio presso la scuola o il gruppo sezionale di appartenenza; ad aderire e contribuire alla realizzazione delle diverse attività didattiche e organizzative dimostrando “rispetto e collegialità e mantenendo l’uniformità
tecnica e didattica prestabilita”. Particolare importanza riveste il paragrafo dedicato alla responsabilità, nel presupposto che “da sempre esiste l’imprevisto” e occorre quindi
“interrogarsi sulle responsabilità dirette, soggettive e su
quelle indirette, oggettive, per evitare incidenti e conseguenti colpe”.
Ma è sulla deontologia che il documento s’ispira a valori
N
18 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
che vanno ben oltre l’ambito operativo dell’istruttore. Al
quale è perciò rivolto l’invito a “uniformare il proprio comportamento nel rispetto dei principi di dignità e di decoro
propri del Club Alpino Italiano… attribuendosi solo le capacità o i titoli pertinenti riconosciuti dal CAI senza qualificarsi in modo equivoco, esercitare pressioni, o vantare influenze di qualsiasi tipo.rispettando singole competenze e
responsabilità…improntando nei confronti di allievi o di
accompagnati e con i colleghi il comportamento alla lealtà,
chiarezza e correttezza”.
“Nei rapporti con pubbliche amministrazioni, altri enti o
associazioni”, si legge più avanti, “l’istruttore non può avvalersi direttamente o indirettamente del prestigio derivante
dal proprio titolo per trarne vantaggi per sé o per altri. È
fatto divieto assoluto di svolgere, con il titolo di Istruttore
CAI, uguali attività o simili in altri enti, associazioni o club”.
E ancora una volta emerge a chiare lettere l’invito a tenere sempre alto il prestigio del CAI astenendosi da azioni che
siano contro gli interessi e l’immagine dell’associazione.
Pena, s’intende, la decadenza del titolo.
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SOCIETÀ
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Pagina 19
Il nuovo libro di Salsa
L’identità perduta
e trasformazioni socio-economiche hanno determinato una crisi
irreversibile dell’identità alpina?
Quali riflessi possono avere sui 13
milioni di abitanti che insistono su un’area di 191.000 kmq la postmodernità,
cioè la globalizzazione dell’economia,
l’omologazione dei modelli comportamentali, la perdita delle specificità? A
queste e altre domande risponde
Annibale Salsa, docente di antropologia
filosofica e culturale all’Università di
Genova, presidente generale del Club
Alpino Italiano e del
gruppo di lavoro europeo “Popolazione & cultura” della Convenzione
delle Alpi. Le conclusioni
di anni di ricerche sono
nel volume “Il tramonto
delle identità tradizionali” (vedere box in questa
pagina) presentato il 7
ottobre a Lingotto Fiere
nell’ambito della rassegna “Alpi365”. In questo
saggio
appassionato
viene analizzato, come
indica il sottotitolo, “lo spaesamento e il
disagio esistenziale nelle Alpi”. Ma nonostante le premesse, ogni pagina sembra
permeata da un sia pur cauto ottimismo…
Innanzitutto, professor Salsa, che
cosa si deve intendere per identità?
“Per identità alpina intendiamo quell’insieme di modelli comportamentali
costruiti socialmente che hanno mantenuto una certa permanenza nel tempo. Il
modello ha un’aurora e, purtroppo, un
crepuscolo. Va infatti chiarito che il concetto di identità è mutevole. Prima dell’anno mille non si può certo parlare di
identità alpina strutturata il cui sbocciare corrisponde con i primi insediamenti
alti delle Alpi”.
A che cosa va attribuito il tramonto di tale identità?
“L’identità alpina tradizionale, questo
intrecciarsi di natura e cultura, entra in
crisi con la nascita degli stati nazionali e
con la trasformazione dei confini in frontiere e il prevalere di stili di vita urbanocentrici. Questa è la vera grande picconata all’identità alpina. La postmodernità
in cui siamo immersi cerca adesso di
L
recuperare la dimensione dell’arcaico,
ma ormai è troppo tardi per farlo”.
Il fenomeno è qua e la sotto i nostri
occhi. Oggi si torna volentieri ai
costumi tradizionali, si recuperano i
dialetti. Con quali risultati?
“Questa folclorizzazione va vista a mio
avviso come un tentativo estremo di salvare il salvabile. Ma è un canto del cigno,
un segnale lanciato dalle società postmoderne in preda alla nostalgia di un
passato ormai irrecuperabile”.
Come si fa allora a evitare che
spaesamento e disagio
esistenziale prendano
il sopravvento?
“Il recupero delle tradizioni in forme esteriori e
superficiali è da considerare passatismo, folclorismo appunto. Mentre il
futuro potrebbe essere
rappresentato da un neologismo che indicherei
come glocalismo: cioè
capacità di coniugare il
locale con il globale. I
rischi sono due: la globalizzazione spinta può portare al totale
annullamento dell’identità e il localismo
spinto non può che condurre al…ridicolo. Occorre perciò cercare una terza via”.
Nel suo libro invita “a riappropriarsi di quell’orizzonte di significati e valori in cui riconoscersi”. A chi
deve considerarsi rivolto l’invito?
“In effetti sempre meno giovani vanno
in montagna, questo è un dato che deve
farci riflettere. Per chi vi risiede, poi, la
montagna è diventata un esotico di prossimità, qualcosa di sconosciuto. Il problema riguarda la distinzione tra conoscere e riconoscere. Oggi non è tanto il
conoscere che conta. Il problema è riconoscere e riconoscersi, cioè percepire
come familiare l’orizzonte, avere interiorizzato quel paesaggio. E la cosa riguarda soprattutto i giovani”.
Una curiosità. Di quali strumenti
dispone l’antropologo per le sue
indagini?
“Prima di tutto dell’osservazione partecipante, dell’indagine sul terreno. Deve
mettersi in relazione con la gente, sentire come essa si autopercepisce e confrontare questo suo sentimento con l’e-
“Le identità tradizionali
sono al tramonto?
Una soluzione c’è:
il glocalismo, ovvero la
possibilità di coniugare
il locale con il globale”,
ha spiegato lo studioso
presentando il volume
alla rassegna Alpi365
Il volume
“Il tramonto delle identità tradizionali.
Spaesamento e disagio esistenziale
nelle Alpi” di Annibale Salsa, edito da
Priuli & Verlucca editore (192 pagine
formato 14x21,5 cm, 14,50 euro), analizza le trasformazioni socio-economiche che hanno determinato la progressiva marginalizzazione dello spazio alpino inducendo risposte culturali quali la
folklorizzazione,
l’esasperazione
localistica, l’esasperazione etica.
Il libro verrà presentato l’8
novembre alle
ore 18,30 alla
Libreria La
Montagna di
Via Sacchi
28/bis a Torino.
Info: 011
5620024
teropercezione
dell’identità da
parte degli altri.
Questa è la cassetta degli
attrezzi di noi antropologi”.
Da chi vorrebbe che il suo libro
fosse letto?
“Dai politici, dai pubblici amministratori innanzitutto. Perché se manca la
volontà di fare una politica della montagna, non resta che consegnare le nostre
valli alla wilderness e tutti i problemi che
affronto nel mio libro si annullano. Ma
poi bisogna pur sempre regimare le
acque, governare il bosco per evitare
pesanti ricadute in pianura…”.
In fondo alla sua visione sulla perdita d’identità c’è dunque un messaggio di speranza?
“Un messaggio non basato però su una
visione oleografica o ideologica”.
E quale può essere in questo contesto il ruolo del CAI?
“Soprattutto quello di far conoscere le
montagne. Mi piacerebbe perciò riportare l’articolo 1 dello statuto alle origini,
fare in modo che nell’articolo 1 la conoscenza del territorio sia al primo posto
negli interessi di chi pratica la montagna.
Perché senza questa indispensabile premessa il Club alpino non può che rientrare nel novero di una qualunque federazione sportiva”.
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LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 19
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17:20
MEDICINA
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Nordic walking, pregi e inconvenienti
Bastoncini, quando e perchè
ndando a camminare in montagna è diventato ormai frequentissimo incontrare escursionisti
muniti di bastoncini. Non è infrequente imbattersi in persone che usano
questa attrezzatura allo scopo di migliorare la propria fitness. Parliamo di nordic walking.
Gli studi di biomeccanica suggeriscono che il camminare con più arti
(bastoncini) ci dovrebbe far progredire
meglio; infatti una struttura formata da
più raggi (assimilabile a un quadrupede)
rotola meglio di una struttura composta
da un numero limitato di raggi (esempio
il bipede).
La locomozione terrestre dei bipedi
segue il paradigma del pendolo invertito
che spiega la minima energia metaboli-
A
ca impiegata per velocità comprese tra i
5 e i 6.5 km/h. A queste velocità le due
energie meccaniche, potenziale (il
nostro centro di massa posto a livello
del bacino ha delle oscillazioni in alto e
in basso) e cinetica (velocità), si scambiano in modo da elevare l’economia
della progressione. In salita però il
nostro centro di massa sale molto di più
che scendere, fino a limitarsi alla sola
salita se il sentiero diventa molto ripido.
Questi studi vengono fatti paragonando
le curve di oscillazione dell’energia meccanica che nella camminata con bastoncini o senza sembrano differenti, con
una tendenza a scambiare meglio le
energie meccaniche se vengono utilizzati i bastoncini. Ciò suggerisce che la
forza impressa sul terreno dal braccio
I vantaggi dell’esercizio aerobico
utti sappiamo che un’attività fisica regolare è necessaria per mantenere
una buona condizione di salute. L’inattività ci espone invece al rischio di
malattie croniche degenerative (obesità, diabete, ipertensione arteriosa,
cardiopatia ischemica e arteriosclerosi). Inoltre, l’inattività fisica è in relazione statisticamente significativa con un aumento di incidenza di certe patologie di natura diversa quali la depressione, certe neoplasie (colon-retto e mammella), la gastrite e l’ulcera. Le persone fisicamente attive che praticano attività
fisica moderata tutti i giorni o quasi hanno una riduzione del 30-50% del rischio
di contrarre malattie coronariche nei confronti delle persone sedentarie.
L’esercizio aerobico ci permette perciò di migliorare, a seconda dell’intensità e
durata dell’esercizio, la nostra “fitness aerobica” (aumento del massimo consumo di ossigeno e abbassamento della frequenza cardiaca) o la “fitness metabolica” (contenimento del peso corporeo e della percentuale di grasso corporeo,
miglioramento del profilo lipidico ematico, miglioramento del controllo glicemico
e diminuzione della pressione arteriosa).
Per ottenere questi scopi si consiglia, per quanto concerne la fitness aerobica,
di praticare un allenamento intenso con sedute di 30-45 minuti (continui o discontinui), con una frequenza di 3-5 allenamenti per settimana e per una durata
di 9-12 settimane. Il volume di allenamento richiesto per migliorare la fitness
metabolica prevede invece un allenamento moderato di 30 minuti, 6-7 volte alla
settimana, sempre per una durata di 9-12 settimane.
Ma che cosa significa allenamento moderato o intenso? Ci riferiamo alla frequenza cardiaca massima calcolata per quella persona. Il calcolo si ottiene sottraendo l’età al numero 220, che diviene 208 per persone di età avanzata magari sedentari da anni. Ottenuto il valore della frequenza cardiaca massima, per l’allenamento moderato si deve rimanere tra il 55-70% della frequenza ottenuta, per
l’allenamento intenso si deve rimanere tra il 60-90% della frequenza massima
calcolata. Esempio per una persona di 50 anni: 220-50=170. Per un allenamento moderato deve mantenere la frequenza cardiaca tra i 90 e i 120 battiti al
minuto e per un allenamento intenso deve mantenersi tra i 100 e i 150 battiti al
minuto. Le frequenze andranno scelte sulla base del grado di allenamento.
A.R.
T
20 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
Il loro utilizzo è auspicabile
per gli escursionisti anziani
e quelli in sovrappeso
o con problemi articolari
o vertebrali. È sconsigliato
nei bambini. Portiamoli con
noi ma non utilizziamoli
come regola fissa
che spinge il bastoncino sopperisce alle
masse muscolari non attivate in fase di
camminata. L’uso dei bastoncini è, perciò, un rafforzamento dell’andatura
bipede con un costo maggiore dal punto
di vista energetico. Tale dispendio energetico è però diverso a seconda del tipo
di terreno. Infatti, sul piano si ha un
costo metabolico di quasi il 50%, per
pendenze superiori al 7% l’energia metabolica spesa si aggira attorno al 3-4% e,
infine, in discesa il costo è nettamente
maggiore.
Ecco perciò motivato l’uso dei bastoncini per fare dell’attività motoria (nordic
walking) coinvolgente arti superiori e
inferiori. Nel particolare, il nordic walking consiste nel camminare, correre,
saltellare e fare esercizi con i bastoni
senza dover fare particolari regolazioni
sulla loro lunghezza. Questa disciplina
permette di utilizzare quasi il 90% della
propria muscolatura senza causare
eccessive sollecitazioni alle articolazioni. Ma in merito all’uso dei bastoncini da
parte degli alpinisti che cosa possiamo
dire? I bastoncini aiutano la nostra
andatura sia in salita che in discesa.
Diminuiscono le sollecitazioni meccaniche che si trasmettono a livello della
colonna vertebrale e delle articolazioni
degli arti inferiori, soprattutto le ginocchia. Infatti l’utilizzo dei bastoncini permette di scaricare ad ogni passo più o
meno 7 kg di carico. Ciò significa diverse tonnellate all’ora! Però la loro altezza
va modulata in base all’altezza dell’individuo e al percorso che si sta compiendo. Nei percorsi in salita è preferibile
avere degli appoggi più bassi, in discesa
invece è meglio avere dei bastoncini più
lunghi.
Ad ogni modo un trekker allenato e in
buona salute potrebbe non avere biso-
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Montagnaterapia
Una virtuosa alleanza
opo le prime esperienze condotte dal gruppo storico di Roma di “Montagna e psichiatria”, nel 2004 al rifugio Pernici della SAT di Riva del Garda si tenne il primo
seminario nazionale, seguito nel 2005 nello stesso rifugio dal corso di formazione
“Sopraimille, montagnaterapia e psichiatria”. L’anno scorso presso il Centro “B. Crepaz”
al Pordoi si è tenuta la giornata culturale sull’argomento con l’incontro satellite “Una
metodologia per la montagnaterapia”. La “virtuosa alleanza” tra il CAI, il mondo della
montagna e quello della psichiatria, è dunque una realtà. L’impegno, basato in particolare sulla formazione, è continuato quest’anno alla capanna sociale di Castelluccio di Norcia
con l’incontro residenziale per operatori psichiatrici. E poi convegni (come quelli, importanti, a Mirano, Asiago e al Palamonti di Bergamo) dibattiti, gruppi di lavoro in tante zone
d’Italia.
E si arriva a “Sopraimille, montagna e psichiatria”, terzo e ormai quasi classico appuntamento, ancora al rifugio Pernici, organizzato dalla Sezione di Riva del Garda della SAT
e con il supporto del Comune. Il corso si è svolto dal 28 al 30 settembre con il patrocinio dell’Azienda sanitaria della Provincia di Trento e del CAI, per interessamento della
Commissione centrale medica e del presidente generale, con la partecipazione di circa
quaranta operatori psichiatrici e soci provenienti da ogni angolo d’Italia. Ripercorrendo
l’esperienza ormai consolidata e allo scopo di sottolinearne la valenza formativa l’incontro ha percorso alcune tracce parallele: le relazioni teoriche, le esperienze “sul campo” e
i momenti di riflessione comunitaria, tutti momenti ben integrati tra loro, pur nella loro
“diversità formale”.
Le relazioni vertevano sui fondamenti teorici, le tecniche, la formazione degli operatori, la costruzione di una rete nazionale (il sito www.sopraimille.it continua a pieno regime la sua funzione di collegamento), i rapporti tra strutture sanitarie e CAI, la valutazione dei risultati ottenuti. E se i relatori (Matteotti, Ermini, Carpineta, Fumanelli, Bolognani,
Villi, Lanfranchi, Milan, Fanchin) hanno attivato un dibattito intenso e appassionato, i
momenti esperienziali sono stati altrettanto importanti e coinvolgenti. Tutti si sono quindi
ritrovati a seguire i percorsi dei propri sensi, a vivere il gruppo nei suoi molteplici aspetti, a orientarsi nella natura con gli occhi delle emozioni, a saggiare la verticalità e il contatto con l’elemento terra come scoperta intima prima ancora che fisica. Ora rimane il
lavoro da fare, concretizzare; riportare nei propri ambulatori e soprattutto sui monti quanto è maturato, continuare a pensare, sperimentare e valutare, trovare nuove frontiere che
possano essere superate allontanando le diversità.
Per la prima volta, hanno partecipato al corso due operatori dei servizi psichiatrici della
vicina Svizzera. Come dire che la rete, prima ancora che nella forma, si sta costituendo
nella sostanza. L’impegno preso un anno fa al Centro “B. Crepaz” era di dedicare le energie per l’anno 2007 al tema della formazione, per poi impegnarsi per il 2008 nella creazione di un’organizzazione che potesse sorreggere la rete di fatto già esistente. E ora
siamo già alle porte del 2008!
Sandro Carpineta
Psichiatra. Responsabile del progetto Montagnaterapia
D
gno di tali presidi. Sono sufficienti delle
buone calzature e dei passi elastici che
assorbano bene l’impatto con il terreno.
In discesa è opportuno camminare evitando passi lunghi e corse. Nei tratti in
discesa sarà opportuno seguire i tornanti e le curve dei sentieri senza
tagliarli evitando così sollecitazioni
maggiori alle ginocchia. Utilizzando
queste basilari regole un alpinista,
anche dopo anni di intensa attività alpinistica, non dovrebbe incorrere in problemi articolari.
In certe condizioni fisiche e in certe
situazioni i bastoncini sono utili e
andrebbero usati soprattutto in discesa.
Il loro utilizzo è auspicabile dagli escursionisti anziani e da quelli in sovrappeso
o con problemi articolari o vertebrali
preesistenti (lombosciatalgie, ecc). In
corso di spedizioni o trekking d’alta
quota quando si è costretti a portare con
sé zaini pesanti sono sicuramente un
utile ausilio.
In conclusione, i bastoncini telescopici
sono sicuramente un valido presidio
nelle situazioni precedentemente elencate. In altre situazioni non sono da considerare indispensabili, anzi non trovano un utilizzo giustificato e vanno impiegati solo per ragioni di presunta sicurezza. Il loro utilizzo è sconsigliato nei bambini poiché difficilmente sono in grado
di usarli correttamente e facilmente vi si
inciampano.
Un consiglio? Portiamoli con noi ma
non utilizziamoli come regola fissa.
dottor Adriano Rinaldi, CCM
Pagine a cura della
Commissione centrale medica
Gli operatori psichiatrici che hanno partecipato in
settembre all’incontro al rifugio Pernici della SAT.
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CRONACHE
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Ritrovamento tra i ghiacci del Rosa
Il rebus del fazzoletto
chi appartengono i resti trovati
causalmente domenica 11 settembre sul ghiacciaio di
Macugnaga da un escursionista
alla ricerca di cristalli? Un indizio porta a
un nome illustre nel mondo degli scalatori di mezzo secolo fa: Ettore Zapparoli.
Si tratta di un fazzoletto bianco, finemente ricamato, rinvenuto accanto a un
mucchietto di ossa e a brandelli di vestiti. Nessun altro segno di riconoscimento,
nonostante le minuziose ricerche del brigadiere Francesco Galeandro dei carabinieri di Macugnaga insieme con i finanzieri e il capo del Soccorso alpino Fulvio
Pirazzi.
Il quadro per l’identificazione dovrebbe
restringersi agli anni ‘40-’50 e le vittime
soltanto a quattro: Zapparoli, scomparso
nell’estate del 1951, Angelo Vanelli e
Sergio Ferrario di Legnano, caduti sulla
Dufour nel 1957, e infine Gildo Burgener
di Macugnaga precipitato l’anno seguente. Vanelli e Bugener erano guide alpine,
ma i frammenti di maglione rinvenuti ora
sono verdi, quindi escludono una loro
attribuzione.
Resta quel fazzoletto ricamato che
potrebbe deporre a favore di Zapparoli,
muscista e scrittore, idealista e romanti-
A
co. In un ventennio l’alpinista mantovano ha tracciato importanti vie sulla Est
del Rosa facendo rivivere le sue avventurose imprese in due romanzi autobiografici (“Blu Nord” e “Il silenzio ha le
mani aperte”) che però ebbero una certa
fortuna solo dopo la sua morte. Il 18 agosto 1951 al pastore dell’alpe Fillar che gli
chiedeva dove fosse diretto rispose:
“Vado a morire sul mio Rosa”. Una tragedia annunciata?
Il custode del rifugio Zamboni-Zappa,
Zavero Lagger, vecchio lupo di montagna, seguì casualmente con il binocolo
un punto nero nel cuore della parete del
Rosa, fin sotto la Punta Zumstein. Poi
rimase solo lo scivolo nudo del ghiaccio,
fra un dedalo di seracchi.
Le guide di Macugnaga l’hanno cercato
per più giorni. Fra loro il parroco don
Sisto Bighiani, guida anche lui e suo
grande amico.
Dino Buzzati gli dedicò un commovente elzeviro sul Corriere della sera. Per
ricordarlo è stato attribuito il suo nome
alla cresta centrale della parete est mentre sopra il pianoro della Pedriola gli è
stata eretta una cappelletta. Sin quando
ha potuto vi andava anche la madre,
Anita Nuvolari, che ha voluto essere
Rinvenuto accanto a un
mucchietto di ossa,
potrebbe appartenere a
Ettore Zapparoli, l’alpinista
musicista scomparso
nel 1951
sepolta nel cimitero di Macugnaga. Non
c’erano altri congiunti stretti. Ma ora la
possibile individuazione di eventuali
parenti a Mantova potrebbe permettere
un confronto del Dna con i resti venuti
alla luce e accertarne scientificamente
l’attribuzione.
Il ghiacciaio di Macugnaga si apre raramente alla generosità. L’ultimo caso clamoroso fu quello della guida di
Valtournenche Casimiro Bich, precipitato nel 1925 dal Colle Gnifetti, a 4400 m. I
suoi resti sono affiorati a distanza di 46
anni a 2000 metri, dopo aver percorso
cinque chilometri ibernati nel ghiaccio.
Li ha rinvenuti un’altra guida, Luciano
Bettineschi di Macugnaga. Di Zapparoli,
in oltre mezzo secolo, il ghiacciaio non
ha reso più nulla. Ora ci sono un mucchietto di ossa e di abiti sfilacciati, un
moschettone e un fazzoletto che attendono un’identificazione. Ma forse lui
avrebbe preferito che il Rosa conservasse il segreto integrale.
Teresio Valsesia
Sentieri
Un segnavia da Guinness
urante l’8° Settimana escursionistica
nazionale in Sicilia, fra il serio e il faceto, veniva lanciato nel 2005 un invito:
segnalare alla Sezione di Messina l’eventuale presenza sui sentieri italiani di un elemento di segnaletica più grande e pesante di
quello installato dal sodalizio a Lupo sui Monti
Peloritani di Santo Stefano di Briga (ME).
Nessuna indicazione è finora giunta e grande
è la tentazione di vantare un record peraltro
mai omologato. Prima di annunciarlo Paolo
Ullo, artefice del manufatto, precisa che la
toponomastica del luogo è stata scolpita sul
frontespizio del monolito lavico (240 cm di lunghezza, 115 di larghezza e 50 di spessore) che
vediamo qui a fianco. Il peso è di circa tre tonnellate. Una provocazione, d’accordo. Nel
senso che non sono state rispettate le misure
suggerite dalla Commissione centrale escursionismo (cm 25 x 35) per “la definizione dei
luoghi caratteristici con segnaletica verticale”.
D
22 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
Il monolito è stato impiantato il 13 luglio 2000
durante l’attività di segnatura dei sentieri da
parte della sezione. La pietra che oggi integra
la segnaletica del CAI è stata piazzata dove un
tempo sorgeva il Palazzo di Lupo destinato a
ospitare gli operai addetti al cantiere dell’acquedotto. La pietra lavica utilizzata è stata
recuperata in modo casuale dopo il cedimento strutturale di un ponte sulla strada statale
114. È stata la maggiore visibilità offerta dalla
assenza delle campate a metterla in luce nel
fango della foce del Torrente Santo Stefano.
Poi con una gru montata su un grosso autocarro la pietra è tata trasportata e depositata a
Santo Stefano di Briga, in contrada Brognina,
nei locali della Cooperativa Agricola
“Soprano”, dove è stata lavorata e scolpita.
Dopo quaranta ore di lavoro tutti i caratteri
erano completati. Per accoglierla è stata scavata una buca larga due metri per due e profonda un metro. Effetto scenico assicurato.
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CONTRIBUTI
Pagina 23
Un’ipotesi per il Progetto educativo
Alpinismo giovanile over 18
artendo dalla constatazione che
a sedici-dicassette anni sorgono
esigenze alle quali il nostro alpinismo giovanile non offre sufficiente risposta, si sta ipotizzando di
“accompagnare” i giovani soci anche
in età superiore proponendo adeguate
attività. Un’ipotesi che provoca un po’
di fermento in ambito CAI. A diciott’anni si è adulti per legge, pienamente
responsabili delle proprie azioni e
anche di quelle altrui se le persone che
le compiono ci sono state affidate.
Essere adulti però non significa essere
maturi, capaci di far fronte alle responsabilità con competenza e sicurezza. In
sostanza essere affidabili.
Se tutto ciò è vero, e lo è, che cosa possiamo proporre in un
Alpinismo giovanile rivolto ai giovani con più di diciotto anni?
E con chi e quali mezzi? Il nostro statuto dice che lo scopo dell’associazione è l’alpinismo in ogni sua forma, la conoscenza e
lo studio delle montagne e la difesa del loro ambiente naturale. Il Progetto educativo, approvato dal Consiglio centrale nel
1988, enuncia lo scopo di “aiutare il giovane nella propria crescita umana, proponendogli l’ambiente montano per vivere
con gioia esperienze di formazione” e si rivolge a ragazze e
ragazzi dagli 8 ai 17 anni.
Quali possono essere allora le proposte da fare a giovani
donne e giovani uomini, perché tali sono quei soci che hanno
superato i diciott’anni? Dopo anni di attività con gli accompagnatori non credo ci sia molto da aggiungere sul piano tecnico
se non un normale ripasso periodico. A quindici, sedici anni gli
aquilotti sono pronti per passare dal gioco all’avventura, dalle
regole e spazi conosciuti all’esplorazione e scoperta dell’ignoto. La figura tecnico-fisica dell’accompagnatore passa in
secondo piano. I coetanei sono più importanti e il gruppo
coeso è garanzia di continuità, protezione e confronto.
Accompagnare i giovani a maturare la loro personalità presuppone di essere portatori e testimoni di valori compatibili
con gli obiettivi che il gruppo, l’associazione persegue, e di
essere profondamente convinti che la proposta deve essere
esplicita e convincente, ma non imposta.
Non voglio addentrarmi in complesse elucubrazioni sulla
maturazione degli individui. Sappiamo che è un processo evolutivo che può interrompersi o svilupparsi in relazione alle
esperienze personali e interpersonali. Per favorire tale processo in termini positivi, alcune integrazioni al nostro Progetto
educativo vanno però affrontate in termini di atteggiamento e
proposta. Quanto segue ha il solo scopo di avviare un confronto che potrà e dovrà svilupparsi nelle sedi appropriate.
Cominciamo dalla “A”. “A” come Accompagnatore il cui
ruolo sarà di favorire nel gruppo un clima di AccoglienzaAmicizia-Ascolto (a tal proposito sarebbe opportuno riesumare l’ottima relazione di Francesco Carrer al Convegno del VFG
a Muggia -TS- nel 2003 dal titolo “L’immagine e l’accoglienza
nelle sezioni del CAI”) controllando che l’Ambizione
P
Come aprire un
dialogo con i
soci che non
hanno più l’età
per fare parte
degli “aquilotti”
aiutandoli a
maturare il
proprio
carattere?
Agonistica non diventi fine a se stessa o motivo di scontro,
sopraffazione o umiliazione ma Aiuto a crescere insieme
affrontando difficoltà organizzative e relazionali in maniera
sempre più Autonoma.
L’Autonomia di pensiero e di Azione è il primo traguardo che
possiamo proporre ai nostri giovani adulti per affrontare
l’Avventura dell’Alpinismo e della vita. Un secondo possibile
traguardo da perseguire è il senso di responsabilità, anzitutto
verso se stessi, affrontando senza timore ma con ponderatezza
le incognite che ogni impresa di un certo valore comporta. Non
c’è Avventura senza rischio, ma il rischio bisogna saperlo valutare. Senso di responsabilità che si esprime compiutamente
anche quando altre persone dipendono dalle nostre decisioni e
dal nostro comportamento. È auspicabile che i nostri diciottenni vengano instradati e sostenuti per essere in grado di guidare nelle attività i ragazzi più piccoli del gruppo. Questa esperienza può essere esaltante e maturante e coinvolgere il “giovane accompagnatore” come trait d’union fra il ragazzo/a e i
suoi genitori.
Aiutare i giovani a maturare la propria personalità e il proprio
carattere non è compito da poco. Per esserne capaci, stimolando e promuovendo iniziative autonome dei singoli e del
gruppo, sarà il caso di prepararsi per bene, non solo alpinisticamente ma adeguando il progetto educativo e il proprio ruolo
alle esigenze dell’età.
Claudio Mitri
Vice presidente gruppo regionale FVG
Precisazioni
Il servizio telefonico nei rifugi
n riferimento ad alcuni inconvenienti riscontrati nei rapporti con Telecom Italia, è opportuno ribadire quanto
segue:
• I rifugi CAI dotati di impianto telefonico sono inseriti nella
categoria “Posto telefonico pubblico” (circa l’80% dei
casi). I recenti collegamenti nel corso del periodo 20012005 sono stati classificati nella categoria “Affari”.
• Il titolare del servizio è rappresentato dalla sezione CAI
proprietaria del rifugio. In presenza di un gestore la sezione provvederà a indirizzare al suo recapito la fattura trasmessa da Telecom per il relativo pagamento.
• Per tutti i rifugi classificati PTP (Posto Telefonico
Pubblico) i riferimenti Telecom sono i seguenti:
Richieste di natura amministrativa o commerciale:
800134134 post selezione 1. Segnalazione guasti:
800134134 post selezione 2. Per comunicazioni scritte:
Telecom Italia c/o Advalso Spa - via Turanense km 41,500
- 67061 Carsoli (AQ). Fax (segnalazione guasti) 803308420
- fax (richieste dui natura commerciale) 803308421.
• Per i rifugi inseriti in categoria “Affari” i riferimenti
Telecom sono: segnalazione guasti: 191, per comunicazioni scritte: Telecom Italia fax 803308191.
Franco Bo
I
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Leggere, sfogliare, guardare: le novità del mese
Scatti d’autore
Storia della
fotografia
di montagna
di Giuseppe Garimoldi.
Priuli&Verlucca in collaborazione con il Club Alpino
Italiano. 207 pagine formato
22,5x29 cm, 12,90 euro.
Mentre si celebra il tramonto della pellicola a favore
delle ormai universalmente
diffuse tecnologie digitali,
ben venga questa aggiornatissima storia realizzata da uno
dei maggiori esperti di fotografia, arte, cultura alpina.
La strada che Giuseppe
Garimoldi ripercorre sulla
scia del suo premiatissimo
volume “Fotografia e alpinismo,
storie
parallele”
(Priuli&Verlucca, 1995) è
lunga e affascinante. È passato infatti più di un secolo e
mezzo da quando l’obiettivo
di un apparecchio fotografico è stato puntato per la
prima volta verso la montagna, e centinaia di abili fotografi si sono misurati “con la
persistente concretezza di un
mito” celebrando a suon di
scatti la bellezza dell’universo alpino. L’elenco è riportato
nel ricco repertorio biografico al termine del volume
dove le immagini dei maestri
vengono analizzate, quasi
indagate dal punto di vista
tecnico e delle motivazioni
che le hanno suggerite. Per
rendere più agile la lettura, il
volume è diviso in tre parti:
l’immagine della montagna, il
tempo della conoscenza, il
tempo degli uomini. Dire che
non dovrebbe mancare negli
scaffali di chi s’interessa di
montagna è il minimo. Va
infine segnalato che nella collana di cui fa parte sono usciti con uguale impegno culturale e cura grafica i volumi
dedicati alle immagini dei fratelli
Pedrotti,
Renzino
Cosson, Mario Piacenza e
Armando Biancardi, curati
rispettivamente dallo stesso
Garimoldi, Carlo Martinelli,
Roberto
Mantovani
e
Roberto Serafin. Particolare
Home-video
La nuova collana
“TrentoFilmfestival”
È in vendita al prezzo di 14,90 euro
il primo dvd di Cinehollywood della
collana “TrentoFilmfestival”: si tratta
del documentario “Tibet - cry of the
snow lion” (Tibet il grido di un
popolo) del regista Tom Peosay
(Usa 2005), vincitore del premio
della giuria alla 53° edizione della
rassegna. Dai millenari rituali degli
antichi monasteri alle corse di
cavalli dei guerrieri Khamba; dai
bordelli di Lhasa ai meravigliosi
picchi himalayani la storia tibetana affiora nelle testimonianze dei
diretti protagonisti, mentre immagini di repertorio
descrivono una storia epica di coraggio e passione. La collaborazione avviata intende promuovere - a quanto riferisce un comunicato un’ampia diffusione in dvd delle opere presentate al
TrentoFilmfestival.
24 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
importante. Dopo un primo
lancio alla vigilia dell’estate,
la collana “Fotografi di montagna” torna in edicola dal 21
novembre in abbinamento
con i quotidiani Alto Adige e
Corriere delle Alpi nelle edizioni di Bolzano e Belluno.
Tartarino sulle Alpi
di Alphonse Daudet. Cda &
Vivalda. 240 pagine, 15 euro.
Il capolavoro di Daudet
(1840-1897) viene riproposto
nella traduzione di Aldo
Palazzeschi con la presentazione di Pietro Crivellaro.
Scritto nel 1885, il romanzo è
ambientato sulle vette della
Jungfrau e del Monte Bianco
dove il corpulento Tartarino
affronta straordinarie avventure sfidando insidiosi crepacci per amore di una russa.
Sullo sfondo la nascita del
turismo alpino. Il volume,
presentato in ottobre alla rassegna Alpi365, comprende 16
tavole.
Solo granito
di Mario Sertori e
Guido Lisignoli.
Versante Sud, 364
pagine, 27,50 euro.
Le più attraenti pareti
del Masino Bregaglia
Disgrazia sono passate
in rassegna dal punto di
vista arrampicatorio,
dalle grandi salite classiche alle ultime creazioni
in stile sportivo. L’area
spazia dai versanti meridionali del gruppo con la
Val Masino e le sue diramazioni, a quelli più settentrionali che comprendono la valle dell’Albigna,
la Val Bondasca, la Val
Codera e la Val dei Ratti,
inserendo anche la zona del
Disgrazia che negli ultimi
anni ha avuto un interessante
sviluppo
arrampicatorio.
Entrambi guide alpine, gli
autori conoscono come le
loro tasche il territorio dove
hanno inventato numerosi itinerari d’arrampicata. Il contributo può dirsi quindi particolarmente qualificato e
grande è l’accuratezza della
pubblicazione con nitidi
schizzi, cartine e immagini
nelle quali compare un
Giuseppe Cederna impegnato sul palcoscenico della via
d’arrampicata “Luna nascente” ai tempi in cui l’attore
alpinista e scrittore sfoggiava, con la grinta di sempre,
un’invidiabile capigliatura.
Dentro la memoria
di Mario Rigoni Stern, a cura
di Giuseppe Mendecino.
Editoriale Domus. Allegato a
“Meridiani Montagne”,180
pagine, 10 euro con la rivista.
Dopo le raccolte di Dino
Buzzati, Mauro Corona,
Riccardo Cassin, HoraceBénédict de Saussure, la collana diretta da Marco Albino
Ferrari si arricchisce con
questi scritti in parte inediti o
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Pagina 25
Segnalibro
“Li portarono a fare la doccia”, ricorda Rigoni Stern, “e
andammo poi a raccoglierli
cadaveri. Erano leggerissimi.
Li seppellimmo nelle grandi
fosse comuni”.
L’Alpe
Rivista semestrale diretta
da Enrico Camanni.
Priuli&Verlucca,
128 pagine, 10,10 euro.
Sul tema “Confine e frontiera” si sviluppa il fascicolo
numero 16 della bella rivista
con articoli e saggi di Matteo
Puttilli, Enrico Castelnuovo,
Robert Bornecque, Gianni
Perona, Marco Cuaz, Gian
Paolo Gri, Valentina Zinari,
Valter Giuliano ed Enrico
Camanni. Come sempre di
altissimo livello le illustrazioni e ricco il settore delle
rubriche.
poco conosciuti del “sergente della neve” ordinati per
uniformità tematica in tre
sezioni:
“La
memoria
dell’Altipiano di altre montagne”, “Ritratti della memoria”
e “Memorie di guerra”. Alcuni
mettono i brividi e non si finirebbe più di leggerli e rileggerli. Come la testimonianza
“Noi internati, schiavi del
Reich” pubblicata il 7 marzo
2001 nelle pagine del quotidiano La Stampa. “I tedeschi
non ci consideravano prigionieri di guerra, e dalla Croce
Rossa non si ebbe alcun
aiuto; non ci consideravano
nemmeno deportati e per i
tedeschi eravamo solo traditori e badogliani”, scrive
Rigoni Stern catturato dopo
l’8 settembre 1943 sulla via
del ritorno a casa dopo essere sopravvissuto alla tragedia
dell’Armir in Russia. Fra i
tanti, un ricordo non si cancella. Riguarda un gruppo di
italiani in un maledetto lager
della Slesia, appena usciti
dalle miniere di carbone
magrissimi e neri di polvere.
Valle d’Aosta
figlia dei ghiacci.
Miti, realtà
ed evoluzione
dei ghiacciai
A cura di Claudio Smiraglia.
Musumeci Editore, Aosta.
152 pagine, 50 euro.
Durante il FilmFestival di
Trento il Premio ITAS 2007
per la saggistica (Cardo d’argento) è stato attribuito a
questo esemplare volume
che raccoglie i contributi di
una quarantina di studiosi,
fra i maggiori esperti italiani,
che descrivono i ghiacciai
della Valle d’Aosta da diversi
punti di vista. Ne esce un quadro avvincente e variegato
della realtà dei ghiacciai valdostani che abbina scienza e
storia, arte ed economia,
mito e destino, sottolineando
il loro antico splendore e l’attuale fase di decadenza.
Il volume, illustrato da
splendide immagini, offre
Con John Ball alla scoperta
delle Dolomiti
Un interessante corollario alle celebrazioni dei 150 anni della
prima salita alpinistica del Pelmo da parte dell’inglese John Ball
(vedere LS 7/07, pagina 3 e LS 8/07 pagina 30)
è la Guida alle Alpi Orientali dello stesso Ball,
cap. XVI Sudtirolo e Alpi Venete, 1868 (1st ed.,
London, Longmans...). Si tratta di una preziosa riedizione a cura di Ester Cason Angelini. Il
libro di 72 pagine è stato ripubblicato dalla
Fondazione G. Angelini di Belluno ed è in vendita al prezzo di 10 euro. La prima salita alpinistica del Pelmo (19 settembre 1857) avvenne in concomitanza con la nascita dell’Alpine
Club, e giustificata è stata in settembre la presenza alle celebrazioni organizzate con il
patrocinio della Provincia e dei comuni delle
valli di Zoldo, Fiorentina e del Cadore, del
presidente della storica associazione
Stephen Venables che il 15 settembre ha felicemente ripetuto in
solitaria la scalata del suo predecessore. La traduzione di Ester
Cason Angelini riguarda la parte della guida dedicata alla provincia di Belluno e aree limitrofe, come il Primiero e la Val di Fassa
(per gli accessi all’Agordino e alla Marmolada). Particolare importante. Nella carta riprodotta a pag. 70 è contenuto per la prima
volta il nome “dolomiti”, stampato su una carta geografica.
veramente un’occasione per
conoscere meglio un paesaggio che molto probabilmente
fra qualche generazione sarà
del tutto cancellato.
Lagorai
Cima d’Asta
Guida dei Monti d’Italia.
A cura di Mario Corradini.
CAI - TCI, 438 pagine,
25,55 euro (non soci 36,50)
Uscito nel 2006 e ancora
da considerare fresco di
stampa, il volume rispecchia
il valore di una collana che,
nata nel 1934, offre un massiccio e instancabile contributo alla conoscenza delle
montagne, come sottolineano nella presentazione i presidenti del CAI e del
Touring. L’impegno dell’autore Mario Corradini è più
che apprezzabile. In tutte le
stagioni, per anni, Corra-dini
ha esplorato il Lagorai Cima d’Asta assaporandone
la vastità e la selvaggia bellezza e adeguando poi le sue
conoscenze allo squisito linguaggio tecnico che caratterizza la collana. Soprattutto
Corradini suggerisce un’esperienza grandiosa: l’intera
traversata della catena
ormai diventata un classico
del trekking. Che qui è perfettamente descritta.
■
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NEWS DALLE AZIENDE
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punto di accesso posteriore - Tasca imbottita
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occhielli per l’eliminazione dell’acqua - Tasca
laterale per manico pala e sonda. Accessori:
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INAUGURA IL SALEWA
STORE DI TORINO
Alla presenza del famoso alpinista altoatesino da sempre legato da una profonda amicizia con il presidente di Salewa, Heiner
Oberrauch, è stato inaugurato a Torino il
primo Salewa Store “in città”. All’evento organizzato nel tardo pomeriggio del 29 settembre, hanno partecipato oltre 60 invitati tra
26 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
giornalisti e rappresentanti delle sezioni torinesi del Club Alpino Italiano.
Ora, in via XX Settembre 66, gli appassionati torinesi (e non solo) della montagna
hanno un punto di riferimento che, negli intenti di Heiner Oberrauch, vuole anche essere un
luogo di incontro per chi condivide l’amore
verso le alte quote. Informazioni per il pubblico su www.salewa.it
INTERMATICA
FIRMA CON INMARSAT
Intermatica rafforza la propria leadership
nelle telecomunicazioni satellitari con i nuovi
servizi Inmarsat BGAN. Inmarsat BGAN è una
gamma di servizi satellitari voce e dati broadband disponibili in circa l’80% delle terre
emerse: la copertura verrà resa globale con il
lancio di un terzo satellite, previsto per la
prima metà del 2008.
I terminali BGAN, di dimensioni e peso ridotti (il terminale più piccolo pesa circa 1 kg.),
permettono sia di telefonare in tutto il mondo
con tariffe competitive che, al tempo stesso,
di inviare e ricevere dati fino a 492 Kbps.
Intermatica offre numerose soluzioni di terminali con differenti caratteristiche di peso e
dimensioni, prestazioni e protezione dagli
agenti atmosferici.
Il funzionamento è semplicissimo: basta
puntare il terminale portatile BGAN verso uno
dei satelliti Inmarsat e si potrà chiamare in
tutto il mondo, ma anche inviare e ricevere
dati collegando il terminale al PC. È possibile
utilizzare BGAN anche per servizi di broadcasting grazie alla funzione di streaming con
banda garantita fino a 256 Kbps!
Inoltre, non appena saranno disponibili in
Europa, Intermatica distribuirà anche i servizi
Inmarsat IsatPhone. Si tratta di una nuova
soluzione Inmarsat che renderà disponibili i
servizi voce, inizialmente solo in parte
dell’Africa e della Asia, tramite un terminale
palmare di dimensioni ridotte.
Grazie a quest’accordo Intermatica offre
oggi la più completa gamma di soluzioni
satellitari per utilizzi professionali e personali
grazie ai contratti già attivi come Service
Provider Thuraya e come Distributore Ufficiale
Iridium. Per informazioni: Servizio Clienti
Intermatica, tel. +39 06 8535 7261, web:
www.intermatica.it - email: [email protected]
IL TEAM LA SPORTIVASPORT AMPLATZ TRIONFA
NELLA GORE-TEX
TRANSALPINE RUN 2007!
Sette tappe in sette giorni con partenza da
Oberstdorf in Germania, ed arrivo a Latsch in
Alto Adige, 13.000 metri totali di dislivello in
salita ed altrettanti in discesa attraverso le
alpi. Probabilmente detti così i numeri, seppur impressionanti, non esprimono comunque nulla di che tipo di gara sia stata la GoreTex Transalpine-run 2007; anche perché non
rivelano le condizioni atmosferiche in cui gli
atleti si sono dati battaglia: pioggia, vento,
neve niente ha impedito ai partecipanti di
fare la cosa che più amano: correre!
Una gara che è sembrata a tratti più un
gioco al massacro (fisico) in verità che una
semplice competizione. È quindi con tanta
soddisfazione che La Sportiva celebra i propri
gladiatori Paolo Larger e Luca Miori, che
hanno portato a termine la gara riuscendo a
vincerla dominandola fin dalla prima tappa.
24 ore e 24 minuti il tempo effettivo di gara
alla fine, con notevole vantaggio sul secondo
team classificato ovvero Team Puma Canada
con 25 ore e 33 minuti. Solo 2 tappe sulle 7
percorse, non hanno visto il team La Sportiva
tagliare il traguardo per primo, fatto che non
ha impedito comunque il trionfo finale.
Larger e Miori hanno corso tutta la gara con
il modello Fireblade che è così stato testato
definitivamente su qualsiasi tipo di terreno e
in ogni condizione atmosferica possibile.
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ESPERIENZE
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Concatenamenti che passione
Venti quattromila in un giorno
imone Origone è una guida alpina e non è raro incontrarlo
accompagnare clienti, con
passo lento e regolare, su qualche vetta del massiccio del Monte
Rosa. Ma appena può dà libero sfogo
alla sua passione per la velocità. Con
gli sci da anni è primatista mondiale
di chilometro lanciato, e ci vuole
coraggio a sfrecciare a più di 250 chilometri all’ora facendo affidamento
solo sui propri muscoli che devono
mantenere il corpo in assetto stabile e
perfetto. Da sempre appassionato
anche di corsa in montagna (Bruno
Brunod è stato uno dei suoi miti), il 7
settembre ha realizzato un sogno: ha
scalato in 17 ore e 40 minuti i 20 quattromila del massiccio del Monte Rosa
e il Cervino, più di quaranta chilometri di sviluppo e circa seimila metri di
dislivello in salita.
Partito a mezzanotte dalla “Capanna
Gnifetti” ha salito in rapida successione Punta Giordani, Piramide Vincent,
Balmenhorn, Corno Nero, Ludwigshohe, Parrot e Punta Gnifetti.
Alla capanna Regina Margherita
pochi minuti di riposo, il tempo di
bere un tè e scambiare due chiacchiere con Abele Blanc. Ha recuperato un
paio di sci, che ha lasciato ai piedi
della Zumstein, ed è ripartito per
Zumstein, Dufour e Nordend. “È stato
uno dei momenti più delicati, perché
la cresta era senza traccia ed era
ancora notte”, ha raccontato. “Alla
Nordend mi sono accorto di essere in
anticipo di due ore e mezza sulla
tabella di marcia e ho cercato di avvisare per il rifornimento di viveri e
bevande, ma ho mancato il primo
ristoro fissato ai piedi del Naso del
Lyskamm”.
Dalla Nordend ha percorso la cresta
a ritroso e con gli sci è sceso alla base
del Naso del Lyskamm, undicesimo
“quattromila”. Di qui, percorrendo la
Cresta Sella, mentre il cielo si rischiarava, è salito sul Lyskamm orientale e
ha iniziato una lunga traversata in cresta. Sul Lyskamm occidentale ha
incontrato Adriano Favre e si è potuto finalmente rifocillare.
Poi Castore, Polluce, Roccia Nera,
un’altra sosta per rifornirsi di liquidi e
S
calorie, prima della traversata dei
quattro Breithorn. In vetta al
Breithorn occidentale l’appuntamento con il fratello Ivan, la guida di
Valtournenche Daniel Guglielmino e
un paio di sci per portarsi all’attacco
della cresta dell’Hörnli. “Sono salito
in vetta al Cervino in compagnia di
Daniel e anche se eravamo slegati
averlo accanto mi ha aiutato molto.
Dal rifugio dell’Hörnli sono arrivato in
vetta in due ore e cinquanta, nonostante alla Solvay fossi un po’ in
crisi. Cominciavo a sentire la stanchezza. Ma in vetta al Cervino ho provato una mega emozione: voltarmi e
vedere tutta la strada percorsa: la realizzazione di un sogno. Da molti anni
pensavo a questo progetto. Sono cresciuto nell’era dei concatenamenti di
Christophe Profit che ho incontrato
alla Gnifetti proprio la sera prima di
partire: un buon auspicio”.
Dopo l’exploit, Simone ha ripreso il
passo lento e tranquillo della guida e
si è subito rimesso al lavoro. La velocità non è tutto e non dà da vivere. “È
stato un piacere a livello personale,
ma certo non mi aspetto grandi ritorni: non li ho neanche dal chilometro
lanciato in cui sono il numero uno e
per il quale ci vuole sicuramente più
coraggio”, ha concluso Origone.
Oriana Pecchio
Cinquanta giorni,
106
cime
Franco Nicolini, guida alpina di Molveno,
riconosce di avere avuto la fortuna di viaggiare e visitare le lontane catene himalayane e il Karakorum e di attraversare valli
sperdute in Cina. Ma a 47 anni non si sentiva soddisfatto. “Mi sono chiesto dove avrei
potuto vivere ancora più intensamente la
montagna, e la risposta era di fronte a me:
le Dolomiti, casa mia”, precisa. Così è nato
il concatenamento di 106 cime di tremila
metri, con trasferimenti tra 17 gruppi dolomitici a piedi o in bicicletta, in un tempo
massimo di 90 giorni. Ogni giorno un giorno diverso, e le scelte venivano fatte all’alba. Con il “socio” Mirko Mezzanotte (foto)
ha impiegato 50 giorni per realizzare il concatenamento. “Alcune esperienze, come la
salita della Croda Rossa d’Auronzo o della
Moiazza, si sono svolte in condizioni limite
o addirittura proibitive. Ma il giorno
dopo era già tutto dimenticato”. La determinazione dei
due e la voglia di godere a
fondo questa esperienza ha prevalso su
rischi e fatiche.
Nicolini ha voluto
dedicare questa
avventura
a
sua
sorella
Loredana da
poco mancata.
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PAGINE SCELTE
“Il picco glorioso”
Direttissima con sorpresa
Nella preziosa collana “di monte
in monte” delle edizioni Tararà
di Verbania fa la sua comparsa in
questi giorni “Il picco glorioso”
(119 pagine, 14 euro), una
antologia di ascensioni al Monte
Disgrazia (3678 metri) il cui
versante settentrionale risulta
il più imponente di una montagna
tutta italiana quale è, appunto,
il gigante sullo spartiacque tra
Valtellina e Bregaglia. È su questo
versante che si svolgono le
avventure degli inglesi recuperate
in quattro articoli pubblicati in
“The Alpine Journal” tra il 1863
e il 1911. La raccolta curata da
Giovanni Rossi con una prefazione
glaciologica di Claudio Smiraglia,
si completa con la traduzione di
un brano tratto da “Italian Alps”
di Douglas W. Freshfield, con ampi
stralci di un articolo di Alfredo
Corti in “Rivista mensile del CAI”,
1929 e con una relazione di Carlo
Negri, indimenticabile direttore
della Scuola Parravicini di Milano,
apparso sul Bollettino CAI n. 78
(1946). È a quest’ultimo brano
che si è voluto attingere in questa
pagina per gentile concessione
dell’editore. Al termine della
direttissima compiuta con Fausto
Rovelli alla parete nord, stravolto
dalla fatica, l’illustre istruttore
s’imbatte nei miseri resti di una
cordata di alpinisti rendendosi
conto ancora una volta come
l’alpinismo sia anche (e forse
soprattutto) l’arte di sopravvivere.
Buona lettura.
ono le 15; da oltre dieci ore lottiamo senza soste e, pur esausti, sulla
vetta non ci soffermiamo a lungo.
Un desiderio infinito di scendere
al piano, un desiderio di riposo e di pace
ci spinge nel fitto nevischio alla ricerca
della via di discesa.
E, come due ombre tentennanti nell’infinito, ci avviamo verso il basso puntan-
S
28 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
do in direzione della via Baroni, la via più
semplice che conduce al ghiacciaio di
Preda Rossa. Molti anni prima avevo percorsa questa via in una giornata di sole, e
quelle rocce mi erano sembrate facili,
quasi banali, ma ora, con I’assoluta mancanza di visibilità, non mi ritrovo, tutto
mi sembra diverso, la via complicata e
difficile. Forse abbiamo deviato troppo a
sinistra, verso l’impervio versante meridionale per nulla praticabile in quelle
condizioni.
Uno squarcio di luce ci fa accorti del
nostro errore e immediatamente poniamo rimedio superando una bastionata di
roccia con un’aerea corda doppia che ci
porta su una grande placca di rocce rossastre fatte lisce dall’erosione dell’acqua.
Sotto lo scrosciare della tormenta
seguiamo una lunga cengia dirigendoci
verso la cresta sud-ovest, nei pressi della
quale sostiamo per calmare l’arsura della
nostra fatica. Mi chino sulla roccia e
assorbo a grandi sorsi l’acqua gelida che
veloce cade sul ballatoio soprastante, e
sazio di fresche energie la mia carne
arroventata. Soddisfatto da quel subitaneo sollievo, già mi appresto a riprendere il cammino quando il mio sguardo
rimane fermo, quasi impietrito, su due
occhi cavernosi, irrigiditi da una immobilità assoluta. Due occhi vuoti che da
tempo attendono invano uno sguardo
pietoso di essere umano sfidando l’opera
demolitrice del vento e del gelo. Ci avviciniamo quasi con timore a quel luogo di
tragedia e restiamo muti dinnanzi a un
quadro triste che rivela Ie conseguenze
di un bivacco tremendo. Là, sulla soglia
di un’ampia caverna, uno scheletro in
parte ancora ricoperto dalle vestimenta,
siede accanto al proprio sacco: il passamontagna
ricopre il suo volto, e il braccio destro
appoggialo alla roccia mostra ancora
intatto l’orologio che ha segnato Ie ultime ore di una gelida odissea. Poco discosto, tre teschi e altre ossa calcificate,
confuse con attrezzi da montagna, fanno
viva la presenza di una cordata di alpinisti che diciassette anni or sono il monte
ha trattenuto fra Ie sue gelide braccia in
una giornata di bufera. Guide e alpinisti
li cercarono a lungo frugando la montagna in ogni più piccolo anfratto e in ogni
crepa dei ghiacciai sottostanti ma il
ghiaccio con una spessa coltre aveva
celalo a quegli uomini la tomba dei loro
compagni.
Superata l’emozione di quella macabra
scena, innalziamo un ometto di pietra
per indicare dalla cresta la posizione
della caverna ghiacciata e, sotto l’infuriare della tormenta che sferza i nostri visi
sfigurati dalla fatica, caliamo velocemente a valle.
A sera, mentre le ultime luci rischiarano la nostra via fra la ganda del ghiacciaio di Preda Rossa, raggiungiamo il
rifugio Ponti. Solo, sotto l’atrio d’ingresso, deposti il sacco e la piccozza, sosto
qualche minuto con lo sguardo rivolto
alla montagna. Ascolto il respiro lieve
del vento fra Ie gole e i ghiacciai, e mi
stupisco come non come non si possa
immaginare un sonno più tranquillo per
quelli che lassù riposano in eterno in
quel luogo di pace.
Carlo Negri
(Bollettino CAI, n. 78, 1946)
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QUI CAI
Attività, idee, proposte
OROBIE
Rifugio chiama, 118 risponde
Gubbio: il CAI e “Terra Mater”
Una rete di comunicazione è in via di reai è svolto a Gubbio dal 24 al 27 settembre presso il Centro servizi “Santo
lizzazione per chiamate di soccorso in caso
Spirito “ il quarto seminario internazionale di Terra Mater sul tema “L’uomo
di incidenti o di particolari necessità di
e la natura in San Francesco d’Assisi: un modello per il Terzo Millennio”,
emergenza sull’intero territorio delle
che grazie all’operosità del segretario generale Franco Raffi si è svolto in
Prealpi e Alpi bergamasche, dove sono disoccasione
dell’ottavo centenario della conversione di San Francesco d’Assisi e
locati 15 rifugi del CAI. La rete è attiva 24
del venticinquesimo anniversario della “Carta di Gubbio 1982”. Lo “stile ecoloore su 24 per i 365 giorni dell’anno.
gico” della vita di San Francesco dal momento della sua conversione e la capaRealizzato dal Soccorso alpino della VI
cità della città di Gubbio di dialogare tra culture e religioni diverse hanno portaDelegazione orobica e dal Club Alpino
to a questo incontro sui temi del rapporto uomo-natura e della dimensione moraItaliano di Bergamo, il progetto “SOS dai
le della questione ambientale.
rifugi del CAI” riguarda l’installazione dei
Erano presenti numerosi cattedratici delle università di Bari, Genova, Pavia, La
nuovi apparati telefoniSapienza
di Roma e rappresentanti dell’Accademia nazionale delle scienze e
ci nel locale invernale o
dell’Istituto
italiano di bioetica. Il CAI è stato invitato a partecipare a pieno titolo
in prossimità dell’insia per il suo “stile francescano” dell’andare a piedi, sia per il principio della difegresso, collegati all’imsa dell’ambiente montano che dovrebbe pervadere tutte le attività, così come
pianto Telecom già esiindicato nel primo articolo dello statuto. Rappresentato da Miranda Bacchiani,
stente e in grado di traresponsabile
della Commissione centrale per la tutela dell’ambiente montano, il
smettere chiamate di
nostro Sodalizio ha rivendicato il primato in tempi moderni (1863) dell’enunciasoccorso sia alla cenzione del principio della tutela ambientale (ma San Francesco lo ha preceduto
trale operativa del 118
di ben sette secoli) e ribadito l’obiettivo del rispetto della cultura del territorio e
di Bergamo sia alla centrale operativa del
della montagna. Il seminario si è concluso con la presentazione della Carta di
Soccorso alpino con
Gubbio 2007, in cui si sottolinea che “avendo il progresso tecnologico accresede in Clusone, e allo
sciuto enormemente il potere di manipolazione della natura, divenuta perciò
stesso tempo di pervulnerabile, s’impone un’aggravata responsabilità umana in termini di difesa dei
mettere a loro volta alle
sistemi naturali e di ripristino dei loro equilibri”.
rispettive centrali di
È necessario, spiega il documento, che “ciascuno non solo si astenga da comchiamare i locali inverportamenti pregiudizievoli, ma eserciti una vigilanza critica e promuova una tutenali. Nella targa in prosla attiva dell’ambiente, inteso come bene comune; e che si adottino, nel consusimità di ogni apparato
mo di beni e risorse, pratiche di moderazione, non eccedenti la misura richiesta
telefonico sono indicadai bisogni fondamentali: ciò implica la rinuncia a oggetti, ad abitudini e livelli di
te (in quattro lingue,
comfort non necessari, in una prospettiva di frugalità degli stili di vita”.
oltre all’italiano) le
intervallo per il pranzo al sacco. È possibile scegliere: 1) sola
istruzioni per un corretto impiego, peraltro semplicissimo: un
partecipazione al “trekking urbano” con arrivo a Perugia nella
pulsante mette in contatto “a viva voce” con il servizio 118, un
mattina del sabato e partenza nel pomeriggio dello stesso gioraltro con il CNSAS. Il progetto ha incontrato l’approvazione dei
no; 2) due giorni a Perugia con arrivo la mattina del sabato, parresponsabili del SSUEm118 coordinato da Giancarlo
tecipazione al “trekking urbano”, sistemazione in albergo
Alborghetti per il CAI, Renato Ronzoni per il CNSAS e
(mezza pensione) o in ostello, partecipazione nella mattina
Gianfranco Tironi per il Rotary. Le prime installazioni sono opedella domenica a una escursione nei dintorni di Perugia (fra
rative presso i rifugi Coca, Laghi Gemelli e Antonio Baroni. La
Tevere e Trasimeno) con gli “Amici di Manlio” [si tratta di una
copertura finanziaria è stata assicurata dal Rotary Club
attività invernale organizzata sempre dalla Sezione di Perugia
Bergamo Nord associato del Rotary International.
con escursioni di mezza giornata nel “contado” perugino], partenza nel pomeriggio della domenica; 3) più giorni a Perugia
PERUGIA
con programma di escursioni e visite da concordare, oltre a
Trekking urbano, un’occasione per tutti
quelle previste nel punto 2.
La Sezione di Perugia con il patrocinio del Comune organizza
alcune escursioni urbane guidate da soci allo scopo di scoprire
CATANIA
angoli suggestivi ed emergenze artistiche e paesaggistiche della
Cerimonia nella Grotta di Aci
città. Come è noto Perugia si estende su vari colli e ha un lungo
Straordinario evento sull’Etna, in una delle lande più deserte
passato etrusco e medievale. Tali vestigia, spesso escluse dai
del vulcano sommersa dalle lave della più lunga eruzione che si
principali circuiti turistici, possono ancora essere riscoperte e
ricordi, quella che fu attiva dal 1614 al 1624. Un’ottantina di
vissute camminando per vicoli, scale e stradette del centro stoescursionisti, tra cui il vescovo di Acireale, hanno affrontato il
rico e della immediata periferia. L’iniziativa prevede l’attuaziopercorso per recarsi alla grotta di Aci scoperta nel 1968 da due
ne di tre itinerari rispettivamente nelle giornate (di sabato) del
appassionati acesi, Salvatore Massimino e Sandro Figura, ➔
26 gennaio, 9 e 23 febbraio dalle ore 10,30-11 alle 16-16,30 con
S
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QUI CAI
Attività, idee, proposte
➔ alla cui memoria è stata dedicata la cerimonia. I due in
realtà desideravano visitare la famosa grotta del Gelo nel cui
fondo si trova un minuscolo ghiacciaio perenne, ma ne trovarono un’altra che con i suoi 515 metri è la più lunga fino ad oggi
scoperta sull’Etna. La cavità, che segue la pendenza del terreno
soprastante con un dislivello totale di 80 metri, à un classico
tunnel di scorrimento lavico e dispone di quattro ingressi, tutti
dovuti a crolli della volta, il più basso a 2047 m e il più alto a
2125 m. In prossimità del primo è stata collocata una targa che
ricorda l’evento e i suoi scopritori. La manifestazione è stata
organizzata dal CAI di Acireale (presidente Antonio Cucuccio)
e dal Rotary Club di Acireale (presidente Sebi Leonardi) con il
supporto del Parco dell’Etna, il cui direttore Giuseppe Spina era
presente, del Soccorso alpino, della Società funivia dell’Etna e
del Corpo forestale, il cui responsabile maresciallo Rocco Raiti,
consigliere della Sezione di Linguaglossa, ha offerto assistenza
al presule acese durante la marcia sulle “sciare”.
TAM
MILANO
Aggiornamento ai laghi
di Suviana e Brasimone
Il cambiamento climatico e altri fattori hanno reso la disponibilità di risorsa idrica molto fragile e incostante. Dal 2005 il progetto europeo AWARE (A tool for monitoring and forecasting
Available WAter REsource in mountain environment) prende le
mosse proprio da questa emergenza, sviluppando strumenti in
grado di fare previsioni a medio termine sulla portata di acqua
per consentire un’efficace e sostenibile gestione delle risorse
idriche. Il progetto viene presentato il 16 novembre (ore 21)
nella sede della Società Escursionisti Milanesi in via Volta 22 da
Alba L’Astorina del CNR, membro del gruppo di lavoro legato al
progetto finanziato con il contributo della Commissione europea all’interno del Sesto programma quadro di ricerca, e coordinato dall’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente (IREA - http://milano.irea.cnr.it) del CNR di Milano.
Al progetto, a quanto informano in un comunicato Alba
L’Astorina e Dolores De Felice della Commissione culturale
scientifica CAI SEM, stanno lavorando esperti provenienti da
università, istituti di ricerca e aziende private di 5 Paesi europei
(Austria, Italia Slovenia, Spagna, Svizzera). L’obiettivo comune
è di trovare nuovi strumenti per monitorare e stimare la disponibilità di risorsa idrica, soprattutto in quei bacini dove la fusione della neve è la componente fondamentale della portata idrica annuale, come ad esempio gli ambienti alpini. Aree di studio
sono distribuite lungo l’arco alpino europeo in Austria, Italia,
Svizzera e Slovenia. Per saperne di più: www.aware-eu.info e
www.caisem.org
La Commissione centrale per la tutela dell’ambiente montano, in collaborazione con il Gruppo regionale dell’Emilia
Romagna e con la CRTAM-E.R., organizza il Corso nazionale di aggiornamento per operatori TAM il 17-18 novembre
presso il Centro ricerche dell’ENEA, sul lago Brasimone nel
Parco dei laghi di Suviana e Brasimone (BO). Tema sarà
“Rete Natura 2000 e CAI - Un approccio sistemico di conoscenza per una frequentazione responsabile”. L’argomento,
di grande attualità nel sistema di gestione e conservazione
dei siti della Rete Natura 2000, interessa molto anche il CAI
per la molteplicità delle sue attività sul territorio. Premesso
che la partecipazione agli aggiornamenti nazionali è uno dei
requisiti per mantenere il titolo di operatore nazionale, possono partecipare anche gli operatori regionali e i soci interessati al particolare argomento. Sabato 17 novembre in
mattinata, dopo la registrazione dei partecipanti e il saluto
delle autorità, è previsto un intervento del direttore del Parco
dei Laghi e la presentazione dell’area protetta, quindi la presentazione di Rete Natura 2000, del sistema regionale delle
aree protette e dei siti della Rete Natura 2000 con riferimento all’esperienza dell’Emilia Romagna, del sistema degli
habitat. E ancora azioni e procedure, criticità di attuazione
del sistema, esperienze e progetti in ambito TAM e dibattito.
Domenica 18 ci sarà un’escursione nel Parco dei Laghi di
Suviana e Brasiamone. La quota di partecipazione, comprendente materiale didattico, buffet di sabato, mezza pensione all’albergo ristorante Dolores a Carpineta di
Camugnano, pranzo al sacco per l’escursione e assicurazione, è di 45 euro (10 euro senza la mezza pensione e il
pranzo al sacco). Previa comunicazione al momento dell’iscrizione è possibile pernottare all’albergo Dolores venerdì
16 versando una quota aggiuntiva variabile dai 38 ai 27
euro, a seconda che si fruisca o no della cena. Le schede
d’iscrizione sono reperibili sul sito www.cai-tam.it e devono
pervenire all’indirizzo [email protected] entro e non oltre
giovedì 8 novembre. Informazioni possono essere richieste,
oltre che a Miranda Bacchiani (3483144133, segreteria telefonica), anche ad Aldo Anzivino all’indirizzo [email protected], o telefonando ai numeri 059346514 - 3497467884. Dalla stazione ferroviaria di Bologna si prevede
una navetta da e per il luogo dell’incontro.
30 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
Il progetto AWARE alla SEM
CASTROVILLARI
Con il CAI sul Pollino
Un esauriente dvd realizzato per
la Sezione di Castrovillari da
Mimmno Pace con i contributi
della comunità montana, del DAQ
Sibari e di numerose iniziative private illustra le meraviglie del
Pollino, paradiso dell’escursionismo e dell’arrampicata grazie a formidabili strutture come la Timpa di
San Lorenzo, un immenso scoglio di
roccia compatta che emerge da una
fitta foresta. Il dvd, che riguarda
anche le aree di Raganello, della Serra Dolcedorme, della
Grande Porta, della Mula, del Pellegrino, verrà prossimamente
inviato a tutte le sezioni del Club Alpino Italiano con l’invito a
trascorrere una vacanza in questo parco meraviglioso.
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8-10-2007
17:21
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Attività, idee, proposte
CHIERI (TO)
Dalle torri cittadine alle Alpi
Il CAI Chieri, sottosezione della Sezione di Torino, dal 1928 è
sinonimo di “montagna”. Numerose sono le iniziative previste
per l’ottantesimo compleanno che verranno presentate venerdì
30 novembre, con la partecipazione del sindaco Agostino Gay,
del presidente della Sezione di Torino Daniela Formica e del
direttore del Museo Nazionale della Montagna Aldo Audisio.
Di particolare rilievo il progetto nato con il patrocinio e il
sostegno economico del Comune di Chieri, della Provincia di
Torino, della Regione Piemonte e il coinvolgimento e la collaborazione di alcune sezioni CAI. Il programma prevede un itinerario con partenza da Chieri, città delle cento torri, il 13 gennaio, verso le Alpi Graie e Pennine. Si tornerà a Chieri il 13
ottobre dopo cinquanta tappe attraverso valli e colli, cascate e
falesie, rifugi e bivacchi, toccando montagne simbolo:
Rocciamelone, Gran Paradiso, Monte Bianco, Cervino e Monte
Rosa. I soci sono chiamati a partecipare a una o più tappe, utilizzando sci e snowboard, piccozze, racchette, scarponi e pedule da escursionismo, corda e chiodi, biciclette, scarpette da
arrampicata e ramponi: ogni specialità “di montagna” trova
posto nel calendario. ( www.dalletorriallealpi.it)
PINZOLO (TN)
Chun Yang
campione
della solidarietà
Dopo avere assegnato la Targa d’argento a
uomini di straordinaria generosità, protagonisti di soccorsi al
limite dell’impossibile
e appartenenti a diverse nazioni, il Comitato
per il premio Solidarietà alpina ha scelto quest’anno Chun
Yang, un agente forestale della contea di Dali situata nella provincia cinese dello
Yunnan, ai confini con il Tibet. L’onorificenza gli è stata consegnata con una solenne cerimonia a Pinzolo (TN) sabato 22 settembre. Chun Yang è stato tra l’altro protagonista di un’impegnativa operazione di soccorso per recuperare l’italiano Piero
Costa nei pressi della cascata dei Sette Draghi. Una medaglia
d’oro alla memoria è stata anche assegnata - su segnalazione
del presidente del CNSAS Pier Giorgio Baldracco - al pilota
Giuseppe Airaudi deceduto il 27 novembre 2006 sul Monte
Basso di Cafasse (Torino) mentre in compagnia dello specialista Alessandro Cresto si stava recando con il proprio elicottero
a un’esercitazione di soccorso alpino. Nella foto la cerimonia
nel municipio di Pinzolo: accanto al premiato il cavalier
Angiolino Binelli, presidente del comitato. Sono intervenuti in
rappresentanza del CAI il vicepresidente generale Umberto
Martini e il consigliere centrale Gian Paolo Margonari.
QUI CAI
la sede del Museo della Montagna del CAI Bolzaneto erano presenti il presidente della sezione italiana Salvatore Gargioni, il
presidente della sezione francese André Profizi, il presidente
del gruppo regionale ligure Enzo Romano e un nutrito gruppo
di soci delle due sezioni che dopo lo scambio della targa ricordo e di varie pubblicazioni hanno fraternizzato davanti alla
focaccia genovese ed alla pissaladière niçoise.
VAL MASINO (SO)
Stanislao, gran patriarca
della dynasty dei Fiorelli
La dynasty dei Fiorelli continua a dare lustro alla Val
Masino (Sondrio), riconosciuta
università dell’alpinismo.
In occasione del trofeo Kima
che in agosto ha richiamato in
valle gli appassionati della
corsa in montagna, un riconoscimento è stato assegnato al
veterano Stanislao Fiorelli.
Guida alpina e maestro di sci,
nato a San Martino in Val
Masino il 9 luglio 1917,
Stanislao si è dilomato guida nel remoto 1938. Eccolo novantenne e pimpantissimo coccolare Ilde Marchetti, presidentessa
dell’associazione che ogni anno organizza il Trofeo Kima.
DOLOMITI
Pordoi, una riuscita settimana naturalistica
“Camminare per conoscere: osserva ogni cosa mentre cammini” è stato il tema della settimana naturalistico-escursionistica organizzata dal 19 al 25 agosto al Centro “Bruno Crepaz” al
Pordoi dal Comitato scientifico VFG e dal CAI Veneto. Ugo
Scortegagna (AE ON, presidente CS VFG) è stato l’apprezzato
organizzatore assieme a Bepi Cappelletto (CAI Veneto). Tra i
relatori si segnalano Giuseppe Borziello (CS VFG), Giuseppe
Perini (CS VFG-operatore glaciologico), Gianni Frigo (ON CS
VFG), Davide Berton (ON CSVFG), Michele Zanetti (naturalista), Antonella Fornari (storica e scrittrice) e lo stesso
Cappelletto che ha illustrato la rete dei percorsi della Via alpina. Una tavola rotonda dedicata al ruolo formativo ed educativo della montagna, in primo piano l’alpinismo giovanile ➔
BOLZANETO (GE)
Gemellaggio tra Liguria e Costa Azzurra
L’8 settembre è stato formalizzato il gemellaggio tra le sezioni
di Bolzaneto (Genova) e di Saint Laurent du Var del CAF. I due
sodalizi si impegneranno nella programmazione di un calendario gite comuni in Liguria e in Costa Azzurra. All’evento presso
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QUI CAI
Attività, idee, proposte
➔ del CAI e il suo progetto educativo, è stata coordinata da
Antonio Guerreschi, già presidente del Comitato scientifico,
con interventi di Alessandra Gregoris (ON CAI Vittorio
Veneto), Gianni Frigo e Marta Villa (antropologa CAI Feltre).
Escursioni si sono svolte al Sass Pordoi ammantato dalla neve
caduta fuori stagione, nella stupenda Val Lasties e lungo i percorsi dal Sief al Col di Lana sulle tracce dei soldati della Grande
guerra, lungo la Cresta di Siusi e la Val Duron, e infine intorno
al Sassolungo. (Queste note sono tratte da una relazione di
Dolores De Felice, ANAG CAI SEM Milano e Ugo Scortegagna,
presidente CSVFG - CAI Mirano).
CAMPO CECINA (MS)
Euripide nell’incanto delle Apuane
Sui prati di Campo Cecina presso il rifugio Carrara è andato in
scena il 10 agosto “Alcesti, mysterium mortis mysterium amoris” tratto dall’omonima tragedia di Euripide nella traduzione di
Angelo Tonelli con gli attori e le attrici della Compagnia Teatro
Iniziatico Athanor Luigi Armelloni, Marco Bonvicini, Antonietta
Grassi, Susanna Salvi, Nadia Stanziola e con la partecipazione
della giovane Ilaria Salvi. Soggetto e regia erano di Angelo
Tonelli, scenografia di Giuliano Liofili, assistenza regia di
Susanna Salvi, maschere di Antonietta Grassi, Susanna Salvi,
costumi di Maria S. Couture, suoni e luci di Franco Ponzini e
Cristina Fresia, musiche e colonna sonora a cura della contralto e vocalist Paola Polito. Poiché la tragedia greca era collegata al culto di Dioniso e una parte del culto sciamanico di
Il nuovo portale
Navigazione facilitata
Il Club Alpino Italiano ha rinnovato il proprio volto sul web
attraverso il nuovo, funzionale portale on-line (www.cai.it). Le
principali novità, com’era stato preannunciato in queste
pagine, sono la possibilità di scegliere la lingua (italiano,
inglese, francese), un motore di ricerca per trovare in modo
comodo e veloce ciò che interessa, un form per iscriversi
direttamente a una newsletter dedicata agli utenti già in
home page. Sempre nell’home page i visitatori trovano news
ed eventi attinenti alla vita delle sezioni e contenuti di carattere più generale, utili anche per chi non è socio, oppure per
chi vuole semplicemente approfondire la conoscenza del
mondo della montagna. Il nuovo portale è stato progettato
dalla Sede centrale e realizzato dalla società InteRa s.r.l. Il
progetto ha visto un coinvolgimento importante dell’area
comunicazione del CAI, che svolgerà un ruolo di interfaccia
tra portale, ufficio stampa, stampa sociale (Lo Scarpone e La
Rivista) e mondo dell’utenza professionale. “Il mio augurio”,
osserva il presidente generale Annibale Salsa, “è che la
navigazione possa, finalmente, essere accompagnata da
venti più favorevoli. Un’associazione a carattere nazionale, e
con appendici internazionali, come il Club Alpino Italiano punto di riferimento per gli amanti della montagna in ogni
sua articolazione e manifestazione - non poteva non avvalersi di uno strumento indispensabile come il portale web,
aggiornato nei suoi contenuti e nei rispettivi linguaggi. La
speranza che, mio tramite, il CAI nutre è quella di essere
sempre più, dopo 144 di storia, l’interlocutore privilegiato del
pianeta montagna”. Il portale è stato ufficialmente presentato a Torino durante la rassegna Alpi 365.
32 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
Dioniso, detta oribasìa (letteralmente “tragitto sui monti”), si
svolgeva in montagna, l’intenzione degli organizzatori dell’evento, cui ha assistito al tramonto un pubblico appassionato, è
stata di sperimentare la realizzazione di una delle più belle tragedie greche cercando in montagna soluzioni tecniche alternative. E le Apuane si sono rivelate uno scenario grandioso contribuendo al successo dello spettacolo promosso e organizzato
da Angelo Tonelli dell’Associazione Culturale Arthena, Vinicio
Vatteroni coordinatore centrale per le attività culturali nei rifugi e Gianni Scaffardi gestore del rifugio. L’evento che ha avuto
il sostegno della Presidenza generale del CAI e il patrocinio del
Comune di Lerici (SP), della Sezione di Carrara e del CAI
Toscana ha offerto l’occasione per la presentazione del libro di
Angelo Tonelli “Tutta la tragedia greca - Eschilo, Sofocle,
Euripide”, quattro volumi in cofanetto (Marsilio editore). Info:
[email protected]
PONTE IN VALTELLINA (SO)
Nasce la capanna “Vetta di Rhon”
Un sogno si è realizzato per i soci della Sottosezione di Ponte
in Valtellina. Dall’estate scorsa il sodalizio dispone di nuova
capanna, sorta sui resti di una baita nell’alpeggio di Rhon, nella
valle omonima, a 2160 m, punto di sosta ideale nel collegamento tra le valli di Mara e di Rogna e quelle di Rogneda e Fontana.
L’amministrazione comunale, proprietaria dei pascoli e degli
immobili, ha messo a disposizione l’edificio da ristrutturare, un
vecchio rudere trasformato dai soci in una struttura efficiente e
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Attività, idee, proposte
Pubblicazioni
In edicola il Grande dizionario delle Alpi
Prosegue in edicola la distribuzione del “Grande dizionario
delle Alpi” di Priuli & Verlucca, realizzato in collaborazione con
il Club Alpino Italiano. I volumi sono abbinati ai quotidiani La
Stampa e L’Adige: sette (1-7) sono dedicati al Grande dizionario (circa 1100 pagine, con 3400 voci e più di 1200 illustrazioni)
e cinque (8-12) alla Grande enciclopedia (circa 800 pagine,
con 10 grandi temi e 92 sottotemi, e 800 illustrazioni). Ancora
una volta il Club Alpino Italiano è in prima linea in questa esperienza editoriale accanto al prestigioso editore piemontese,
così come era avvenuto di recente nelle edicole italiane e successivamente nelle librerie con la collana dedicata ai fotografi
della montagna, che tornerà nelle edicole dal 21 novembre in
abbinamento con i quotidiani Alto Adige e Corriere delle Alpi.
confortevole. Il restauro, grazie alla sensibilità del Comune,
della Comunità montana, della Fondazione Pro Valtellina e di
alcuni privati, è stato realizzato a cura del geometra Pierluigi
Vairetti. La capanna è dotata di acqua corrente che serve anche
un piccolo bagno e dell’impianto elettrico alimentato da un pannello fotovoltaico. Info: Dario 3477156914, Gigi 3356481181.
BOLZANO
Restauri al bivacco Sassolungo
Il bivacco Sassolungo è uno dei fiori all’occhiello della
Sezione di Bolzano: è il primo bivacco fisso installato nelle
Dolomiti e uno dei primi delle Alpi, essendo stato inaugurato il
30 settembre 1935 a 3100 m a sudest della cima principale del
Sassolungo di Gardena (3181 m). È veramente un nido d’aquila,
un vero ricovero di emergenza a 30 minuti dalla cima, in prossimità delle uscite dalle vie delle pareti N e NE (1000 m di dislivello con difficoltà oltre il 4° grado). La via normale di accesso
QUI CAI
richiede 4-5 ore con tratti di 2° e 3° grado. È dotato di radiotrasmittente per chiamate di emergenza con pannello fotovoltaico
che ne alimenta le batterie. Su incarico della sezione hanno
provveduto a importanti opere di restauro e adeguamento la
guida alpina Moritz Peristi coadiuvato dalla “Cator” Vroni
Schrott (prima donna ammessa nel prestigioso gruppo dei
Catores).
TORINO
Nasce il gruppo “Amici della montagna”
Un gruppo “Amici della montagna” è stato istituito nel
Consiglio regionale del Piemonte, sul modello di quello parlamentare. L’iniziativa, promossa dai consiglieri regionali Marco
Travaglini, Giorgio Ferrarsi, Marco Bellion dei DS e da
Alessandro Bizjak e Bruno Rutallo di DL - Margherita, ha fatto
registrare molte adesioni da parte dei vari gruppi consiliari di
maggioranza e di opposizione. Anche la presidente Mercedes
Bresso, il presidente del Consiglio regionale Davide Gariglio e
gli assessori Bruna Sibille, Gianna Pentenero, Angela Migliasso,
Gianni Oliva e Nicola De Ruggero hanno comunicato l’intenzione di farne parte. Il gruppo è stato presentato alla rassegna
Alpi365 dal GR Piemonte del CAI.
ORBASSANO (TO)
Nuova sede nel ventennale del CAI
Nella storia della Sezione di Orbassano (TO), il 2007 è stato
denso di avvenimenti, a cominciare dalla nuova e definitiva sede
inaugurata il 15 settembre in via Dante di Nanni 20/B alla presenza delle autorità cittadine e dalla Festa dello Sport il 29 e 30
settembre. La sezione si appresta ora a festeggiare i suoi vent’anni di vita con due serate: giovedì 8 novembre nell’ambito
delle “Serate d’autunno”, presso il Centro culturale in Via dei
Mulini 1, Silvio Mondinelli presenta “Il gioco degli Ottomila”; giovedì 22 Sebastiano Audisio presenterà “Caravanserai”, videoproiezione della spedizione in mountain bike in solitaria nello
Xijan cinese e Kirgikistan con scalata al Pic Lenin 7134 m. ■
Via Petrella
Varato il regolamento
per gli organi tecnici
È stato approvato nella riunione del 29
settembre del Comitato d’indirizzo e controllo il nuovo regolamento OTC che realizza il previsto adeguamento allo statuto
e al regolamento generale. Il documento
disciplina la composizione, il funzionamento e l’ambito operativo dei 14 organi
tecnici centrali operativi (sono quindi
esclusi i consultivi come la commissione
legale), degli organi tecnici periferici,
delle scuole centrali e dei titolati (istruttori, accompagnatori, operatori) del Club
Alpino Italiano. Nato dall’esigenza di
adeguare il vecchio testo alle prescrizioni dello Statuto e del Regolamento generale, il regolamento recepisce i cambiamenti e le evoluzioni intervenuti nel
mondo dei titolati CAI che oggi assom-
mano a circa 4800 persone. Il lavoro è
durato 14 mesi e ha comportato la ripetuta consultazione di tutte le commissioni centrali, dei presidenti dei gruppi
regionali, dei componenti il CDC e il CC,
e degli uffici della Sede centrale. Il nuovo
testo, sul quale torneremo in queste
pagine con opportuni approfondimenti,
contiene molte importanti innovazioni;
fra tutte, rivoluzionario appare il riconoscimento di una nuova categoria di titolati definiti “sezionali” che si collocano
alla base del sistema formativo del Club
Alpino Italiano.
Pubblica istruzione,
protocollo d’intesa
A distanza di 11 anni dalla precedente
esperienza, è stato approvato dal
Comitato d’indirizzo e controllo nella
riunione del 29 settembre il testo del protocollo d’intesa definito tra il Club Alpino
Italiano e il Ministero della pubblica
istruzione, direzione generale per lo studente. Prossimamente il presidente
generale potrà procedere alla firma del
documento con il direttore generale
all’Istruzione Mario Dutto. Il documento
d’intesa riprende il precedente accordo,
sottoscritto nel 1996 e scaduto nel 1999,
con l’intento di stabilire dei punti comuni
tra il ministero e il CAI sulle rispettive funzioni e competenze educative che, nell’ambiente montano, possono trovare un
fertile contesto di operatività. Il documento tende ad accreditare i titolati del
CAI nel momento in cui avanzano ai
docenti dei diversi istituti scolastici delle
proposte di attività in montagna, garantendone, in termini di affidabilità, l’immagine e la riconosciuta competenza didattica ed operativa.
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QUI CAI
MILANO
Via Silvio Pellico, 6
(M1 e M3 Duomo)
Tel. 0236515700/01
02.86463516
Fax 08056971
www.caimilano.it
[email protected]
Segreteria: Lu, Ma, Gv: 14-19
Me, Ve: 10-19
Sa e festivi: chiuso
Apertura serale: Ma 21-22,30
Biblioteca:
Ma, Gv: 10-12,30 e 14-19;
Apertura serale: Ma 21-22,30
■ CAMPAGNA ASSOCIATIVA.
La quota annuale è il primario
sostegno alle attività della
nostra
Associazione
i.
Fondamentale è quindi rinnovare
l’adesione per tempo e farsi
promotori di nuove iscrizioni.
Diamo forza al CAI Milano, da
134 anni al servizio della pratica
e della diffusione degli sport
della montagna, alla valorizzazione dell’idealità che ne sottende. Per informazioni sulle quote
sociali 2008 e sulle diverse
forme di sostegno economico al
CAI Milano, rivolgersi in
Segreteria o consultare il sito
www.caimilano.it
■ PRANZO SOCIALE 2007. Si
terrà il 23 novembre, venerdì,
presso l’Osteria del Treno in via
S. Gregorio, 46/48, allietata dai
complessi corali della Sezione.
Le iscrizioni sono aperte.
■ VENTICINQUENNALI. Iscritti
dal 1982: Antonio Albanese,
Mariangela Alberti, Cristina
Ambrosoli, Gianni Andriollo,
Dario
Intrisi,
Alessandro
Arnone, Gianfranco Bagnoli,
Marco Balbi, Enrico Baretta,
Matteo Barone, Amedeo Vittorio
Bedini, Marisa Bellanca, Claudio
Bellasio,
Valter
Beretta,
Giancarlo Besi, Alfredo Biagini,
Claudio Biscaretti Ruffia, Mauro
Boati, Vittorio Boccadamo,
Stefano Bolognini, Adriana
Dongiovanni,
Giacomo
Bonizzoni, Letizia Bonizzoni,
Diego Bortolameotti Fornari,
Salvatore Brigantini, Paolo
Brasca, Alessandro Brioschi,
Enrico Brovelli, Maria Angelica
Brovelli, Raffaele Buganza,
Giorgio Camisasca, Pier Luigi
Candiani, Margherita Canesi,
Vita delle sezioni
Lucia Caparra, Mariaugusta
Caraffini, Antonio Carones,
Domenico Carrera, Donatella
Casari,
Giorgio
Casari,
Francesco Castellani, Pierfelice
Castor, Gianfranco Cattaneo,
Raul Celli, Fabio Chiesa, Paolo
Ciochetta, Alessandro Colombo,
Marinella
Conci,
Claudio
Conforti, Francesca Conserva,
Lorenzo Conserva, Franco
Cortigiani, Roberto Dell’Oro,
Paolo Dellea, Domenica di
Benedetto, Roberto Dominioni,
Bruna Falcieri, Grazia Fecchio,
Marco
Terrazza,
Sergio,
Fontana, Elisabetta Fortina,
Angelo Fraschini, Alessandro
Fresco, Bruno Fusignani, Daria
Gallo,
Laura
Garbagnati,
Piergiorgio Gattinoni, Laura
Delia
Ghioldi,
Giuseppe
Ghisalberti, Claudio Gilardoni,
Francesco Graziani, Romano
Guerinoni, Antonio Imperatore,
Silvio Innocenti, Angelo Iori,
Federico Iori, Paola Kerpan,
Marina Landi, Silvano Leoni,
Massimo Leschanz, Giuseppe
Lilloni, Dario Luzzatto, Dino
Luzzatto, Luisa Maccanti,
Andreina Maggiore, Giovanni
Magni,
Antonio
Maring,
Pierfranco Mauri, Ernesto P.
Melada, Maurizio Migliavacca,
Gustavo Minetti, Luisa Minetti,
Nicola Minetti, Franco Minoia,
Giuseppe Miserocchi, Anna
Molinari,
Alessandro
Montefusco,
Maurilio
Morbiducci,
Mariantonietta
Moretti, Matteo Musso, Stefano
Mattini, Enrico Muzio, Marisa
Nadalin,
Andrea
Nigrotti,
Clemente
Nigrotti,
Leo
Nootenboom,
Carla
Notarbartolo di Sciara, Stefano
Oppioni, Walter Oriano, Letizia
Perrone, Roberto Perucchini,
Franco Piazza, Natale Pistoni,
Ottavio
Pistoni,
Dietmar
Polaczeck, Silvio Polita, Alberto
Ranucci, Fabrizio Righetti, Elena
Rizzi, Andrea Rocca, Piero
Roccatagliata,
Giorgio
Romagnolo, Angelo Novellini,
Luana Novellini, Sergio Sacchi,
Antonio Sala, Leonardo Sala,
Giacomo
Santi,
Antonio
Seregni, Roberto Silveravalle,
Francesco Sisti, Marina Stella,
Vittorio Storti, Corrado Stracka,
34 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
Andrea Taddia, Marco Tadini,
Luigi Tardini, Maria Teresa
Tartaro, Atonia Anne Tieghi,
Guido Tinti, Elvy Tognetta,
Mauro Tondelli, William Tondelli,
Enzo Tonini, Franco Tonini, Aldo
Tuberty Vilà, Mauro Valentini,
Luciano Verdura, Luigi Vitali,
Giorgio Vuerich, Franco Zaglio,
Sergio Zaglio.
■ CINQUANTENNALI. Iscritti
dal 1957: Giulia Barbieri, Maria
Gabriella Berti, Marco Bagnetti,
Rodolfo Cairati, Adele Cambieri,
Adalberto Casati, Riccardo Della
Noce, Tino Galbiati, Paolo
Guella, Ludovico Lanz, Vito
Laricchia, Francesco Maragnoli,
Fernanda Massara, Roberto
Moscati, Franco Musazzi, Frida
Ravasi, Edoardo Simondi,
Giorgio Tofanini, Gaetano
Tropiano.
■ SESSANTENNALI. Iscritti dal
1947: Claudio Cremonesi,
Antonio Materna, Giovanni
Maschera, Marco Scottini, Rosa
Banfi, Giancarlo Beghi, G.
Marco Bertarini, Rodolfo Cajelli,
Pier Alberto Cantone, Giorgio
Carattoni, Guido Dalla Casa,
Tito De Francesco, Giancarlo Di
Palma, Ugo Dobner, Oliviero
Elli, Ida Gadola, Aurelio Ma rolli,
Luciano Pagan, Lydia Pagan,
Alberto
Revel,
Lorenzo
Revojera, Angelo Volpi
■ PARLANDO DI MONTAGNA…
26/10 Un istriano sul tetto del
mondo di Giorgio Poretti. In collab. con Associazione Nazionale
Venezia Giulia-Dalmazia; 9/11
Urali: 4000 km di ignoto di
Eliana e Nemo Canetta; 16/11
Dolomiti lucane in bici di Maria
Gabriella Berti; 22/11 Jose
Plenik architetto di Peter Krecic
e Janez Donno. In collab. con
Associazione Sloveni a Milano.
■ OTTAGONO SPAZIOMONTAGNA. 4 - 29 /12 I colori dell’acqua e della terra. Acquerelli di
Emanuela Albertella.
■ ESCURSIONISMO. 4/11
Monte
Alfeo
(Appennino
Ligure);
11/11
Monte
Minisfreddo (Prealpi Varesine);
18/11
Monte
Capenardo
(Appennino Ligure); 25/11 Gita
di fine stagione.
■ SCI ESCURSIONISTICO.
Ginnastica presciistica extra
Nel nuovo portale
del CAI (www.cai.it)
tutti gli indirizzi e i
link per chi desidera aggiornarsi su
vita e programmi
delle sezioni
corso fino a dicembre con 23
lezioni al martedì e giovedì.
Corso d’introduzione allo sci
fondo escursionismo e stage di
pattinato in gennaio (2 lezioni il
sabato). Corso di sci fondo
scursionismo in febbraio: 4
uscite compreso un week-end.
Settimana bianca didattica in
febbraio in Val Pusteria. Gite:
17/11 Val Bregaglia (Svizzera);
25/11 Pragelato; 2/12 Zuoz
(Svizzera) 7-9/12 Livigno.
■ SCI DI DISCESA. 6-10/12
Sant’Ambrogio a Corvara con
auto proprie.
■ ATTIVITÀ GIOVANILI. ALPES:
18/11 Monte Monarco (Prealpi
Varesine);
■ GRUPPO ANZIANI. 7/11
Monte Alpe (Oltrepò pavese);
14/11 Monte Bigorio (Svizzera);
21/11 da Gussago a Brione
(Prealpi bresciane) 28/11 Mass
id’Avello (Prealpi com.).
EDISON
Via Cola Montano 20 - 1° piano
20159 Milano
tel 0262227778-7686
fax 0262223141
Da lunedì a giovedì dalle 9 alle
12 e dalle 13 alle 16 (solo per
contatti telefonici 9-12 e 13-17)
Venerdì chiuso (solo per contatti telefonici 9-12)
■ 11/11
Punta
Martin
(Appennino ligure); 18/11 San
Fedelino (Alto Lario)
EDELWEISS
Via Perugino, 13/15
20135 Milano
Tel e fax 02/55191581
Lun. 18-20 Merc. 18-22,30
www.edelweisscai.it
e-mail:[email protected]
recapiti tel. 02/89072380
■ FONDO ESCURSIONISMO.
Il 32° corso è rivolto a coloro che
LO SCARPONE 11
8-10-2007
17:21
Pagina 35
Vita delle sezioni
vogliono iniziare un’attività sportiva salutare, adatta a persone di
qualsiasi età. Ammessi bambini
con più di 6 anni, purchè accompagnati da genitore o familiare
adulto.11/11 lezione pratica e
orientamento. 7-13-14/11 lezioni.
18-25/11, 2-9-15-16/12 uscite.
■ SCI FONDO ESCURS. 18/11
Pontresina; 25/11 Silvaplana;
2/12 Sils Maria; 6-9/12 Livigno;
9/12 Pragelato; 15-16/12 W.E. in
Engadina; 26/12-1/1 Bonneval
Sur Arc, 6/1 S. Bernardino; 13/1
S. Moritz, 18-20/1 Dobbiaco.
■ ESCURSIONISMO. 28/10
Liguria la via del Sale e del Ferro;
4/11 Piemonte val Borbera; 17/11
gita cultural gastronomica.
■ TREKKING. Febbraio, progr.
da definire.
■ PROIEZIONI. 21/11 Trento Film
Festival.
■ GINNASTICA PRESCIISTICA
alla palestra dell’Arena Civica
martedì e giovedì 18,30-19,30,
oppure 19,30-20,30
I partecipanti sono coperti
da assicurazione infortuni
F.A.L.C. ONLUS
Via Mac Mahon, 113
(entrata da Via Bramantino, 4)
20155 Milano
Tel. 339 4898952
www.falc.net
[email protected]
Gio 21,15 -23
■ ASSEMBLEA. 28/11: relazione presidente uscente; elezione
nuovo presidente e del consiglio
(12 consiglieri e 3 revisori).
■ PRANZO SOCIALE il 13/12 h
20:30 nella vecchia sede di Via
F.lli Induno 12, salone adiacente
la ex palestra di roccia.
■ PALESTRA. Martedì e giovedì
dalle 19 alle 23. Info: Roberto.
GAM
Via C.G. Merlo, 3
20122 Milano
tel. 02.799178
fax 02.76022402
[email protected]
www.gam.milano.it
Mar e giov 21-23
■ ATTIVITÀ. 8/11 in sede ore
20.30 “happy hour” con presentazione calendario invernale;
11/11 Lago di Como e di
Lugano: Val d’Intelvi, Porlezza,
Menaggio (Giorgio Vanaria
02417812); 17/11 pranzo sociale a Brescello (Parma), con visita al castello di Colorno e al
museo di Don Camillo e
Peppone. (E. Rizzi 02416954);
18/11 “I bambini si divertono in
montagna”. Da San Rocco a
San Fruttuoso,rientro in battello. (Thea Squarcina [email protected] – Dario Bambusi
[email protected] )
GESA
via Kant, 8
20151 Milano
Martedì dalle 21
[email protected]
http://it.geocities.com/gesacai
Tel. 0238008844 /0238008663
■ USCITE. 11/11 Monte
Concervo (E); 2/12 Monte
Conizzolo (E); 15/12 Madonna
di Campiglio (S).
■ MANIFESTAZIONI. 20/11 alle
ore 21 premiazione del 22°
Concorso fotografico Emilio
Colombo; 25/11 pranzo sociale.
SEM
Società Escursionisti Milanesi
Via A. Volta 22, Milano
Tel. 02-653842
Fax. 1786040543
C.Post. 1166 20101 Milano
[email protected]
www.caisem.org
Merc. 15-19 Gio. 21-23.
Segr. e Biblioteca: gio 21-22,30.
■ GITE SOCIALI. 10/11 Uscita a
secco della scuola di sci di
fondo escurs. E; 18/11 in pullman ad Arco di Trento, visita
della Rocca e pranzo sociale.
■ ALPINISMO GIOV. 11/11
uscita gruppi 8-12 e 13-17 anni
a Torino, Museo della Montagna
(aperta ai genitori).
■ SERATA IN SEDE. 16/11 h.21
conferenza della dottoressa A.
L’Astorina del CNR sul progetto
Europeo AWARE: “A salvaguardia delle risorse idriche”.
■ NEWSLETTER. Chi vuole
riceverla, mandi una e-mail a:
[email protected]
CARATE BRIANZA
Via Cusani, 2
20048 Carate Brianza (MI)
tel/fax 0362.992364
[email protected]
QUI CAI
caicarateb.netsons.org
Mart. e ven. 21-22,30
■ ATTIVITA’. 18/11 pranzo sociale a Chiavenna. 23/11 proiezioni
escursioni; 21/12 scambio di
auguri. La sezione cerca per la
stagione 2008 un gestore per il
rifugio Carate (2.636 m) in Alta
Valmalenco. Contattare la sede.
CORSICO
Via 24 Maggio, 51 - Corsico
Tel. 02 45101500
www.caicorsico.it
[email protected]
Gio. 21-23
■ ESCURS. AUTUNNALE. 34/11 Framura (Liguria). Sabato:
Framura - Bonassola - Levanto,
domenica: Framura - Deiva Moneglia. Pernott. a Costa. Mp.
Concardi 0248402472; 11/11 Via
Regia
(Prealpi).
Triangolo
Lariano. Treno e bus. Matelloni
0269015485; 18/11 Valli varesine
(Prealpi). Circuito da S.Antonio
tra Valtravaglia e Valcuvia per
S.Michele,
S.Martino
e
Arcumeggia. Mp. Concardi
3393336000; 25/11 Forti genovesi. Da Righi al Forte Diamante nel
Parco urbano delle mura, panorami sul golfo. Pullman. D’Ilio
3485620960.
■ PRIMA NEVE.
2/12
Grevasalvas (Engadina).
■ SCIESCURSIONISMO E CIASPOLE. Mp. Concardi 02.
48402472; 8/12 Riale (Formazza). Piste di fondo ed escursionismo al rif. Maria Luisa. Mp.
Panini 3490538262.
■ SCI FONDO. Aperte le iscrizioni al 19° stage 2007/08 il giovedì
in sede (ore 21-23). Uscite per
allievi ed extra-corso in pullman:
12-13/1 Asiago; 27/1 Cogne
(AO); 10/2 S. Moritz (Engadina);
23-24/2 Vezzena (TN). Info: ISFE
I. Bergamaschini 3288523090.
■ MONTAGNA IN SETTIMANA.
7/11 Alpe Sorella (Valsesia).
Auto; 21/11 giro del Cornizzolo
(Canzo). Treno. Uscite di mercoledì. Org. Concardi 3393336000.
■ ABRUZZO MAGICO. 9/11 in
sede ore 21. Itinerari sciescursionistici e culturali tra Majella,
Campo Felice e l’Aquila. Dia a
cura di Enzo Concardi.
■ ECUADOR GALAPAGOS. 23/11
sala “La Pianta”, via Leopardi 7,
ore 21. Ingresso libero. Natura
incontaminata dalle Ande al
Pacifico. Video di Pippo Failla.
DESIO
Via Lampugnani, 78
20033 Desio (MI)
Tel. e Fax 0362 621668
Mercoledì e Venerdì
dalle ore 21 alle ore 22.30
Gruppo MALTRAINSEM
Martedì ore 17.30
www.caidesio.net
e-mail: [email protected]
■ GRUPPO “MALTRAINSEM”.
5/12 traversata Arona-Orta;
12/12 rifugio Bollettone; 19/12
rifugio Alpinisti Monzesi; 22/12
Santa messa; 26/12 ifugio
Marchett.
■ PALESTRA. Martedì e giovedì
dalle 19.30 alle 22 è aperta
presso la palestra dell’ITIS “E.
Fermi” in via Agnesi.
MELEGNANO
Sezione “F. e G. Bianchi”
Via Crocetta 6
20077 MELEGNANO (MI)
tel/fax 02 9835059
www.caimelegnano.it
[email protected]
Ma, Gv: 21-23, Do: 10.30-12
■ FONDO ESCURS. Iscrizioni
aperte. 13/11, 20/11, 27/11,
11/12 lezioni in sede. 18/11
Appennino ligure: lezione a
secco. 2/12 Maloja (CH) e 9/12
St. Moritz (CH): lezioni su neve.
■ CORSO DI SCI ALPINO per
ragazzi e adulti a Torgnon (AO) in
gennaio-febbraio: Iscr. aperte.
■ ATTIVITÀ’ INVERNALI. 15/12
La Thuile.
■ MOUNTAIN BIKE. 11/11 Passo
della Gava (GE).
■ CORO CAI il giovedì ore 21.
VIMERCATE
via Terraggio Pace, 7
Tel/Fax 039/6854119
Mer. e Ven. 21 - 23
www.caivimercate.brianzaest.it
[email protected]
■ PRANZO SOCIALE. 18/11
(località da definire).
■ PRESCIISTICA lunedi e giovedi 1’ turno 19,15 - 20,15; 2’
turno 20,15 - 21,15.
■ PALESTRA VIA MASCAGNI
lun. e giovedi dalle 19,45-20,15.
■ CORSI DI SCI. Da gen- ➔
LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 35
LO SCARPONE 11
8-10-2007
17:27
Pagina 36
QUI CAI
➔ naio discesa, snowboard e
fondo.
SOTTOSEZIONE
DI BURAGO MOLGORA
Cascina Abate d’Adda
Lun.21-23
■ 18/11 rif. Bosio; 10/12
Grignone.
SOTTOSEZIONE
DI CAVENAGO
Vita delle sezioni
Villa Stucchi, via Mazzini, 29
Gio 21-23
■ 11/11 pranzo sociale; 25/11
Monte Colombè; 16/12 San
Genesio (LC).
SOTTOSEZIONE
DI SULBIATE
Via Don Ciceri, 2
Ven. 21-23
■ 11/11 Val di Cama (CH); 23/11
assemblea; 14/12 diapositive.
Rifugi fioriti
PIAZZA BREMBANA
Sezione Alta Valle Brembana
Piazzale Stazione
24014 Piazza Brembana
Tel. e fax 0345.82244
www.caialtavallebrembana.ca.tc
[email protected]
Venerdì dalle 21
■ RIFUGIO CESARE BENIGNI
m.
2222.
Ornica
(BG)
034589033. Rifugista: Elisa
Rodeghiero 3407714820. e-mail
[email protected]. Isp.
Stefano Regazzoni 034587822.
È stato inaugurato l’ampliamento del biv. Alberto Zamboni Baita Cima in Alpe Azzaredo m
2000. Sempre aperto.
■ ASSEMBLEA. A fine anno per
il rinnovo delle cariche.
■ SCUOLA OROBICA, via S.
Carlo, 32 - S. Pellegrino Terme.
Apertura gio. ore 21. Segreteria
Moira Zanchi 3383806067.
www.scuolaorobica.ca.tc
[email protected]
COLICO
ferzate dall’alito gelido dei ghiacciai che sovrastano la
Weisskugel-Hütte in Val Venosta (BZ), le violette che
fanno capolino a una finestra dell’accogliente rifugio
rincuorano l’escursionista affaticato per la salita.
Il rifugio dedicato dalla Sezione di Desio al pontefice Pio IX
di cui ricorre il centocinquantesimo anniversario della nascita è da quest’anno raggiungibile anche lungo un più impegnativo sentiero geologico che percorre un fantastico
ambiente morenico ai piedi della Weisskugel (Palla Bianca).
Le foto sono state cortesemente mandate alla redazione dal
socio Furio Grossato di Padova.
S
36 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
Via Campione, 7
23823 Colico (LC)
tel.0341 940516
mail: [email protected]
Venerdi 21-22,30
tel. rif. Scoggione 0343 63034
■ ATTIVITA’. 21/10 ferrata al
monte Grona m 1736, info Luigi
0342930849. Argento vivo: uscite tutti i giovedì. Anche quest’anno la capanna Scoggione
ha potuto ospitare numerosi soci
che hanno contribuito a renderla
sempre più accogliente e pulita.
Un ringraziamento a tutti .
GALLARATE
Via C. Battisti n. 1
21013 GALLARATE (VA)
tel. e fax 0331-797564
www.caigallarate.it
[email protected]
Mar. e Ven. 21-23
■ ESCURSIONI. 4/11 Lago
Bianco (Alpe Veglia,) m 2160, da
S. Domenico m 1418, disl. m
742, h 3, E. Dir. M Farioli, C.
Besani; 18/11 gita speleologica.
R. Piatti, R. Sainaghi; 9/12
Monte Paglione, m 1553, dalla
Forcora, disl m 500, E, F. Zaro,
U. Budelli. Molti soci effettuano
escursioni anche nelle domeniche non in calendario, può con-
tattarli in sede.
■ GRUPPO MOUNTAIN BIKE.
11/11 Tour dei ponti romani,
Finale Ligure (SV). MC/BC; dislivello 800 m, 30 km; IG; in collaborazione col gruppo MTB S ez.
di Novi Ligure; 2/12 medio Ticino
da Turbigo a Vigevano sulla sponda dx. e ritorno sulla sin.TC/TC;
dislivello 150 m; 80 km; IG.
■ RIFUGI. Enrico Castiglioni
Alpe Devero, 1640 m, gestore
Michele
Galmarini,
tel
0324619126; Pietro Crosta Alpe
Solcio, 1750 m, gestori Giovanni
e Cinzia, tel 3333426624.
COMO
Via Volta 56/58
22100 COMO - C.P. 309
tel. e fax 031.264177
c/c post. n. 18216226
[email protected]
www.caicomo.it
■ ALPINISMO GIOVANILE. 4/11
chiusura; 15/12 festa di Natale.
■ ESCURSIONISMO. 11/11
archeologia, arte e montagna in
Val d’Intelvi.
SOTTOSEZIONE
DI BIZZARONE
■ 11/11 rif. Leit, Valle Leventina
SOTTOSEZIONE
DI MASLIANICO
■ 11/11 banchetto sociale in
località da definire.
SOTTOSEZIONE
DI MONTE OLIMPINO
■ 11/11 gita di fine stagione e
pranzo in località da definire.
SOTTOSEZIONE
DI OLGIATE COMASCO
■ Alpinismo giovanile: festa di
fine stagione nella Pineta di
Olgiate.
LANZO TORINESE
Via Don Bosco, 33
10074 Lanzo (To)
Gio. 21-23
tel. 0123.320117
[email protected]
www.cailanzo.it
■ CENA SOCIALE sabato 17/11
ore 20, pren. entro giovedì 15.
■ MATERIALE SEZIONALE.
Disponibili i nuovi cappellini,
magliette e felpe con logo della
LO SCARPONE 11
5-10-2007
18:46
Pagina 37
Vita delle sezioni
sezione.
■ CIRCOLARI CON E-MAIL. Chi
invierà la comunicazione della
propria e-mail riceverà settimanalmente le notizie sezionali.
Ginnastica presciistic: presso la
palestra di Lanzo.
■ AQUILE ORO 2007. in occasione della cena sociale verranno
consegnati i distintivi di fedeltà
25ennali. Chi non ha ricevuto
alcuna lettera di invito e possiede
sulla tessera 25 bollini è pregato
di comunicarlo immediatamente
in segreteria.
SOTTOSEZIONE
VALLE DI VIÚ
V. Roma, 32 - 10070 VIÚ (TO)
Sabato 21 - 22.30
■ In occasione della fiera di San
Martino mostra in sede, palestra
di arrampicata e ponte tibetano.
MONCALIERI
Piazza Marconi 1
10027 Moncalieri
(Fraz. Testona)
Tel e Fax 011 6812727
Cell. 333 6486885
[email protected]
www.cai.it
Lun 18-19 e mer 21-23
■ ESCURSIONI E TAM. 11/11
Forte di Bard e anello dei vigneti. Disl. 495 m, E; 25/11 TAM.
gita intersezionale nella Collina
Moncalierese. Diff. T
■ PRANZO SOCIALE il 4/11 al
rifugio Serafin, Bourcet.
PINO TORINESE
Via Martini, 16
Ven 21.15-23
tel. 339.7312452
www.caipinotorinese.it
email: cai.pinotorinese-mail.it
■ PINOMONTAGNA. “20 anni di
CAI a Pino” al cineteatro “Le glicini”;. 15/11 Coro CAI-ANA di
Cinsello B. (MI); 30/11 incontro
con Valerio Bertoglio, guardia
del Parco Gran Paradiso; audiovisivo sulla Scuola di Alta
Montagna Don Bosco in Perù.
■ I VENERDì DEL CAI 2/11 e
7/12 proiezioni.
SALUZZO
Sezione “Monviso”
P.zza Cavour, 12
12037 Saluzzo
Tel e fax 0175/249370
www.caisaluzzo.it
[email protected]
Venerdì dalle 21
■ SCIALPINISMO. È in preparazione il corso che avrà inizio nel
mese di gennaio.
QUI CAI
e-mail: [email protected]
Giovedì 21-22.30
■ SERATE CULTURALI presso
Teatro Villa Belvedere: 9/11
Ricordi pieni di zaini: il 2007 a
cura del CAI Mirano; 23/11
Ruwenzori: 100 anni di stupore,
film di Marco Preti con
G.Vassena (presidente CSC);
7/11 Tibet - Il grido di un popolo di Tom Peosay a cura di
S.Marchiori.
■ PALESTRA. A Villafranca
muro di arrampicata dalle 19.30
alle 22.30 mar .- mer. - gio.;
Scuola media Mazzini mart. gio. 18.30 - 20.30. Presciistica:
mar.-gio.18.30 e 19.30.
■ AVVISO: si raccolgono articoli per El Masegno da inviare a:
[email protected]. È disponibile l’AGENDA CAI 2008, rivolgersi a :[email protected]
S. DONÀ DI PIAVE
DOLO
Via C.Frasio - DOLO
30031 Dolo (VE) - c.p. 87
Mer. 21-23
/www.caidolo.it
■ ESCURSIONI. 11/11 manifestazione in Cansiglio in difesa
dell’antica foresta; 18/11 M.
Avena (Feltre).
■ ASSEMBLEA. È convocata il
28/11 alle ore 21. Discussione
del programma 2008.
MIRANO
Sezione «Alberto Azzolini»
Via Belvedere, 6
30035 Mirano - VE C.P. 56
Cell. -3401820277
Fax 049 616031
www.caimirano.it
Via Guerrato, 3
Tel./fax 0421-33 22 88
www.caisandona.it
Mar. e Ven. 19-20 Gio. 21-22
■ SCI ALPINO. Aperte le iscrizioni discesa e snowboard.
■ PRESCIISTICA. Aperte le
iscrizioni al corso.
■ SERATA CULTURALE. 9/11 al
centro culturale “L. Da Vinci”,
in collab. con l’Associazione
naturalistica Sandonatese presentazione
del
quaderno
“Leggere la montagna”.
SPRESIANO
Via dei Giuseppini 1
31027 Spresiano (Treviso)
Tel e Fax 0422.8800391
Trenotrekking 2007
4/11 TOSCANA / EMILIA-ROMAGNA.
Linea Bologna-Ancona + Bus ATC
PIANCALDOLI-CASTEL DEL RIO. CAI
Bologna. Info: [email protected]
11/11 EMILIA-ROMAGNA / TOSCANA.
Linea Bologna-Pistoia + Bus ATC.
PONTE DELLA VENTURINA-SAMBUCA PISTOIESE-MOLINO DEL PALLONE. CAI Bologna. Info: [email protected]
18/11 EMILIA-ROMAGNA. Linea BolognaPistoia + Bus ATC. BIVIO FURCOLO-M.
ADONE-SASSO MARCONI. CAI Bologna. Info: [email protected]
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Linea
TerontolaFoligno. STRADE E
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075.8011281. CAI Foligno AE E.
Cittadoni 0742.351898.
25/11 SICILIA. Linea Messina-Palermo.
ROCCA DI CEFALU’. CAI Longi. AE L.
Chillè, 090.51123.
2/12 LAZIO. Linea Terni-Sulmona + Bus.
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S. Martino: Amatrice-S.Martino
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Monti della Laga: M. di Mezzo
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Fucile dal Malopasso (EE).
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■ PALESTA DI ARRAMPICATA
al coperto mer. e ven. ore 21.
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■ TREKKING DELL’ETNA. 1519/4; 22-26/4; 13-17/5; 2731/5; 10-14/6; 1-5/7; 30/9-4/10;
7-11/10.
■ TREKKING DELLE ISOLE DI
EOLO. 16-24/3; 19-25/4; 274/3-5; 4-10/5; 18-24/5; 1-7/6;
22-28/6; 31/8-6/9.
■ ATTIVITÀ INTERSEZIONALE.
Islanda: dal 23/7 al 17/8 in
nave, minibus e tenda; dal 30/7
al 14/8 in aereo minibus e
tenda. Capodanno 2008 in
Sicilia: dal 27/12 al 2/1 (Piazza
Armerina, Agrigento, Corleone,
Selinunte, Erice, Segesta,
Zingaro, Monreale, Etna), cenone S. Silvestro.
■ ESCURSIONISMO. 4/11 (A)
Monte Nunziata (Etna); 4/11 (B)
Monte Timparossa (Etna);
11/11 Piano Provenzana (Etna);
18/11 l’Ilice di Carrinu; 2325/11 (A) Palermo arabo-normanna; 25-11 (B) Monte Tre
Arie (Nebrodi).
■
LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 37
LO SCARPONE 11
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18:46
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LA POSTA DELLO SCARPONE
La parola ai lettori
I limiti del rischio
E
sprimo la mia disapprovazione di lettore
amante della montagna
e sostenitore dei valori
che il CAI difende e diffonde
fin dalla sua nascita riguardo
a quanto leggo a pag. 8 dello
Scarpone di luglio nel box a
firma di Oriana Pecchio dal
titolo “La doppietta di
Barmasse”. Dove si riferisce
che Hervè Barmasse, insignito di un importante onorificenza del CAI e portato a
modello e ad esempio per
tutti gli associati e non,
dichiara: “Per l’ultimo tiro di
60 metri non ho potuto mettere alcuna protezione e i miei
compagni alla sosta erano
tutti e tre in sicurezza su un
solo chiodo da ghiaccio! Una
situazione di rischio: se mai
fossi caduto avrei trascinato
probabilmente tutti giù”.
È questo il modello che il
CAI propone a me e a miei
figli? L’alpinismo che sacrifica
la sicurezza propria e dei propri compagni al raggiungimento dell’obbiettivo eroico?
Ai corsi del CAI mi è sempre
stato insegnato che se non ci
sono le condizioni per prose-
guire in sicurezza bisogna fermarsi e tornare indietro.
Avere la forza di rinunciare
per non mettere a repentaglio
l’incolumità propria e dei
compagni non è una sconfitta
ma una gran dimostrazione di
carattere.
Forse lo stile alpinistico da premiare
non è quello di chi
dice quasi con orgoglio che se fosse
caduto avrebbe “trascinato
probabilmente tutti giù”, ma
quello di chi compie
imprese di rilievo
mantenendosi
nei
limiti della sicurezza e
che rinuncia se si
rende conto che questi
limiti gli impediscono
di arrivare in vetta.
Fulvio Cominetti
Feletto (TO)
Al cortese lettore risponde
Hervé Barmasse, l’alpinista
valdostano chiamato in causa
per la sua scalata estrema al
monte San Lorenzo in
Patagonia lungo una nuova
via sulla parete nord:
Gli alpinisti vincitori del Riconoscimento
Consiglio per la scalata del San Lorenzo, di
cui ha riferito a suo tempo Lo Scarpone, con il presidente
generale. Della cordata hanno fatto parte Hervé Barmasse (con il diploma),
Lorenzo Lanfranchi e i “ragni” Matteo Bernasconi e Giovanni Ongaro.
Se ci si dovesse fermare nel
preciso punto nel quale, per
la prima ascensione di una
montagna, di una cresta, di
una parete, venisse messa in
discussione l’incolumità di
se stessi e dei propri compagni oggi, nel 2007, guarde-
remmo le montagne dal
basso e nessuna di esse
sarebbe mai stata conquistata. Per fortuna non è così
altrimenti non esisterebbero
né il CAI né l’alpinismo.
Di per sé, per chi si avventura nella prima ascensione
Bacheca
PERSI E RITROVATI
• UNA FOTOCAMERA digitale Rolley
dp8300 è stata smarrita alle piane di
Lizzola. Chi l’avesse trovata è
pregato di contattare Paolo al numero
3493861217.
• UNA FOTOCAMERA digitale
Panasonic Lumix è stata smarrita
sul Monte Muro al Passo delle Erbe
in Alta Val Badia. Se qualcuno
l’avesse ritrovata è pregato di
telefonare al 3492802814 oppure
0461/246746 (Antonella, prov.
Trento).
• UNA FOTOCAMERA digitale Pentax
Optio 30 con custodia nera è stata
persa nei pressi del rifugio Locatelli
da Giordano Posati (E. Pinza 6,
48100 Ravenna, cell. 328 4173683, email: [email protected]).
38 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007
• UNA FOTOCAMERA digitale è stata
smarrita nei pressi del rifugio
Boccalatte alle Grandes Jorasses
(AO), nel gruppo del Monte Bianco.
Tel 3394838865.
• UN BINOCOLO è stato trovato lungo
il Sentiero Cavallero, alla base del
tratto attrezzato del Passo Rocce
Nere (Val Maira). Il proprietario può
rivolgersi a [email protected]
3204365840.
• UNA PICCOZZA è stata trovata a
San Giacomo di Entracque (Cuneo)
e depositata presso la Baita M. Gelas
da Marco Biagini di Menton, Francia
(tel 0033495579884).
• UNA PICCOZZA è stata trovata da
Alberto Cortinovis (035.665597) sul
ghiacciaio dell’Adamello, sotto il
rifugio Lobbia Alta.
• LA CHIAVE di un’autovettura Visa è
stata trovata da Luca Pantani della
Sezione d’Inveruno al bivacco
Seveso (Pizzo Tresero) e consegnata
al gestore del rifugio Berni al Passo
Gavia (0342.935456).
CONFERENZE
• KRZYSTOF WIELICKI, il polacco
quinto uomo al mondo che ha salito
tutti i quattordici ottomila, propone
una conferenza inedita per l’Italia
relativa alle sue imprese invernali in
Himalaya, con immagini e filmati che
testimoniano le scalate alle alte vette,
nel periodo più difficile dell’anno.
Contattare a Trento Mario Corradini
Tel. 0461558022,
e-mail: [email protected]
http://www.cliv.it/Mcorr.htm
LO SCARPONE 11
5-10-2007
18:46
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PICCOLI ANNUNCI
Viaggi responsabili 2008
Guide alpine
Il Terzo Polo
di una montagna l’ignoto è
già un rischio e questo senza
entrare nel merito di scale di
difficoltà o delle capacità di
chi ne compie la prima salita. Ma se non ci fosse stato
un apritore oggi non potremmo scalare in sicurezza le
vie classiche delle Alpi. Se
Balmat e Pacard non si fossero presi i loro rischi, il
Monte Bianco sarebbe ancora da scalare. Quella prima
ascensione avvenne senza
l’utilizzo della corda perché
considerata una vigliaccheria all’epoca.
Aprire un nuovo itinerario
su un versante sconosciuto
di una montagna non permette di prevedere le difficoltà e i rischi ai quali si va
incontro e cosi è stato e sarà
sempre.
Signor Cominetti, direbbe
mai che Balmat, Lammer,
Preuss, Dibona. Comici,
Cassin,
Bull,
Bonatti,
Messner, Harding, Ferrari,
Cesen, Edlinger erano e sono
dei cattivi esempi da seguire
perché troppo hanno rischiato spingendo con le loro
imprese su uno scalino più
in alto l’alpinismo in tutto il
mondo?
Si deve fare molta attenzione nel mettere a confronto
l’attività di un alpinista e
dell’alpinismo di élite con ciò
che viene insegnato nelle sedi
del Club alpino e dalle guide
alpine. Sono due mondi
paralleli ma difficilmente si
incontreranno.
Venendo al mio caso specifico vorrei riportare per intero ciò che sul numero 21 di
Alp Wall ho scritto:
“È toccato a me salire questo tiro di misto. Un vero e
proprio problema psicologico. Io che di roccia marcia ne
mastico parecchia quando
faccio la guida alpina sul
Cervino non avevo mai visto
niente di simile. Un conglo-
esperienze di viaggio ai limiti del mondo
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merato marcio che come
pezzi di un puzzle si rompeva sotto i ramponi e si sgretolava tra le mani. Un vero
schifo che non mi permetteva
di mettere nemmeno una
protezione in tutti i sessanta
metri nei quali per più volte
ho imprecato, salendo pochi
centimetri alla volta e nel
quale non potendo più tornare indietro ho dovuto
rischiare troppo, più del
dovuto…
“Alla fine quando ero finalmente in sosta sul fungo di
vetta, con il vento che sembrava volesse ributtarmi giù,
ero veramente felice e non
per esser stato più o meno
- Il testo (max 400 battute) va mandato via fax o per posta
elettronica a [email protected], fax 011/9916208 oppure
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38973 - ABI 8904/5 - CAB 88310/8- oppure inviando assegno
bancario non trasferibile intestato a GNP Sas di Nenzi Giorgio
& C. La pubblicazione sarà effettuata a incasso avvenuto. Per
informazioni tel. n.011.9961533.
- Guide alpine. Gli interessati ad apparire sotto questa voce
devono dichiarare, sotto la loro responsabilità, il Collegio di
appartenenza loro personale o della scuola o associazione.
bravo, ma per non essere
caduto. Spero sinceramente
che questo tiro di corda sia
l’ultimo di questo genere
nella mia vita”.
Nelle mie parole non ho
assolutamente esaltato il mio
gesto ma casomai l’opposto.
Trovandomi nella situazione
obbligata di dover salire ho
avuto la fortuna e le capacità
di farlo.
Ciò non toglie che magari,
tra qualche anno, sarà ridicolo affrontare lo stesso passaggio per chi ne effettuerà la
ripetizione con tecniche e
mezzi di nuova generazione.
Ciò che alla fine del sedicesimo secolo era pazzia oggi
vede quattromila persone in
vetta ogni anno. Chi dice che
non sarà lo stesso per la via
aperta da me e i miei compagni sul San Lorenzo tra
cento anni?
Ricordo inoltre che il
Riconoscimento
Paolo
Consiglio del Club alpino
premia per l’appunto “l’attività alpinistica esplorativa”,
ovvero l’apertura di nuovi
itinerari su montagne o
pareti non ancora salite dall’uomo. E dunque si deve
mettere in conto che alcuni
rischi, questi alpinisti, per
forza di cose dovranno pur
prenderseli.
Hervé Barmasse
LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 39
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lo scarpone 11