Regione Marche N. 1 - FEBBRAIO/MARZO 2006 Questa newsletter periodica costituisce uno dei prodotti ideati e promossi dalla Partnership del progetto Equal “Diritto d’Accesso” Cod. IT-G2-MAR-012 Editoriale Quando le parole sono stanche di Vincenzo Castelli Nell'Europa dei mercati e delle finanze, nella fase in cui la vecchia Europa a Quindici dilata le sue frontiere verso Est e si accinge ad allargarle ancora (con l'ingresso della Bulgaria e della Romania), in un tempo difficile sia a livello politico sia identitario, forse non c'è troppo spazio per consolidare una riflessione attenta sulla cosiddetta Europa sociale, ovvero pianificare una politica d'intervento che indichi e promuova buone pratiche in grado di ridurre l'esclusione sociale e supportare percorsi di inclusione sociale sostenibile, ridisegnando nuove mappe nella costruzione degli "Orientamenti strategici comunitari sulla coesione 20072013" o inventando nuove parole (diritti sociali, sviluppo sociale sostenibile, partecipazione democratica….) che vadano un po' oltre quelle già prenotate per il prossimo Piano Comunitario (convergenza, competitività, lavoro, cooperazione territoriale). Eppure viviamo un tempo di forte criticità se non di emergenza per l'Europa sociale: l'emersione della povertà metropolitana, il conflitto nelle periferie, la difficile gestione dei flussi migratori, la globalizzazione della devianza urbana, il complesso assorbimento e la stabilizzazione dei disagi sociali portati in dote dai nuovi arrivati sono fenomeni che mettono in crisi la convivenza sociale e che dovrebbero far pensare a un vero e proprio Piano Marshall sulle politiche sociali da parte della Unione Europea. Si potrebbe obiettare che abbiamo avuto l'Agenda di Lisbona (in cui i Capi di Stato e di governo hanno deciso che urgeva una strategia che sradicasse la povertà), (Segue a pagina 8) Î 2 Strategie di aiuto per uscire dalle nuove schiavitù Parte il progetto: le azioni e gli interventi in rete su più livelli >> Î 5 Relazioni deboli, processi forti Il ruolo fondamentale delle Unità di strada nell’attivare percorsi di uscita dalla prostituzione>> Î 3 Una partnership per lo sviluppo I soggetti, pubblici e privati, che lavoreranno secondo una logica di reciprocità >> Î 7 Tratta degli esseri umani: orientamenti per l’Unione Europea L’analisi e le scelte del Rapporto voluto dalla Commissione >> Î Í torna al sommario N.1 - FEBBRAIO/MARZO2006 Strategie di aiuto per uscire dalle nuove schiavitù Parte il progetto “Diritto d'Accesso”: è rivolto a uomini, donne e ragazzi “trafficati” per sesso o per lavoro. Un’ampia rete e un programma di interventi su più livelli di Annalia Savini* Rumene, albanesi, ucraine, ma anche nigeriane e da qualche tempo cinesi. Arrivano un po' da tutto il mondo povero, ma soprattutto dall'est europeo le ragazze "trattate" che sono costrette a prostituirsi nelle Marche. Su strada, nei locali della costa. Ma non ci sono solo le ragazze: giovani, senza documenti, ricattate da organizzazioni violente. Ci sono anche gli uomini e i minori, che le organizzazioni che trafficano in esseri umani costringono a lavori massacranti e mal pagati nell'edilizia e all'accattonaggio. E' difficile dire quanti esattamente siano, ma sono tanti quelli che nelle Marche passano, in arrivo da est o da nord, e che magari si fermano per qualche tempo. Per la sua collocazione geografica, la regione risente dei flussi provenienti dal resto d'Italia e da altre nazioni ed è una significativa area di traffico interno. Contro le discriminazioni Per questo è importante pensare a strategie di intervento innovative ed efficaci per aiutare chi è vittima di tratta - che sia per sfruttamento sessuale o lavorativo - a uscire dalla spirale di costrizione e violenza e a sperimentare percorsi di integrazione e di occupazione. E attivare buone pratiche per poi mettere a sistema azioni forti. Per questo una rete di soggetti che da tempo si occupano del fenomeno in vario modo (le Associazioni On the Road e Free Woman, la Lega delle Cooperative Marche, la Confindustria di Macerata, l'Università di Macerata, la provincia di Ancona e di Ascoli Piceno, l'Ambito sociale territoriale XX di Porto Sant'Elpidio, il Consorzio Nova, Redattore sociale e Metabolé) ha sviluppato il progetto Equal geografico "Diritto d'Accesso", finanziato sull'asse Occupabilità dei Fondi sociali europei che insiste su vaste zone delle Marche, in par- "Diritto d'Accesso" è rivolto a uomini, donne e ragazzi trafficati per sesso o per lavoro (nei servizi alla persona, nell'edilizia), spinti a matrimoni fittizi, ad accattonaggio, traffico di organi e spesso anche all'illegalità. Gente spesso molto giovane, con una scarsa conoscenza della nostra lingua, senza cognizione dei propri diritti e del nostro diritto, sottoposta dalle organizzazioni a violenze fisiche e psicologiche, inganni, rapimenti e false promesse. Persone molto distanti dal Per la sua particolare collocazione geografica, la regione Marche risente dei flussi provenienti dal resto d'Italia e da altre nazioni ed è una area di traffico interno piuttosto importante ticolare sull'area della provincia di Ascoli Piceno e Ancona. Il progetto ha fatto propria la sfida della Commissione Europea - accolta dalla regione Marche - nel Documento di Programmazione 2004-2006 dell'Iniziativa Comunitaria Equal (Fse): <<Stare in Europa in un'ottica di innovazione, cooperazione transnazionale, circolazione delle idee e patti territoriali>> per promuovere nuovi strumenti al fine di combattere le forme di disuguaglianza nel mercato del lavoro, la tratta e le discriminazioni. nostro universo culturale, così tanto da faticare nelle relazioni, nell'approccio, nell'inserimento lavorativo. Inadeguatezze Rispetto a questa situazione si riscontra una parziale inadeguatezza negli interventi di settore che stentano a configurare modelli standardizzati e al contempo diversificati e flessibili in particolare nella fase conclusiva dell'inserimento occupazionale. Spicca dunque la necessità di riadattare il processo, i saperi, le strategie, le metodologie e le 2 Î Í torna al sommario pratiche per una politica di lotta alla tratta centrata su obiettivi nuovi, diversificati e ben definiti. In tale senso, “Diritto d’Accesso” vuole contribuire a costruire e validare percorsi di inclusione di persone escluse o in via di esclusione. Il progetto ha lo scopo specifico di far crescere in qualità e quantità le possibilità di inserimento sociale e lavorativo di chi è oggetto di tratta, avendo come sfondo strategico la sua piena autonomia. Per riuscirci, sono necessari alcuni step. Una logica di sistema In particolare “Diritto d’Accesso” intende porre condizioni e creare strumenti per avviare programmi individualizzati di assistenza e di integrazione; spinge sull'innovazione dei sistemi finalizzati alla formazione, all'inserimento lavorativo e all’occupazione, nella logica di uno sviluppo locale sensibile all'integrazione, anche sociale; opera per creare opportunità di inserimento stabile e regolare nel mercato del lavoro di fasce di popolazione emarginata su cui interviene anche con forme di qualificazione professionale. Vi è poi una significativa attenzione alla comunità territoriale su cui agisce con interventi di mediazione dei conflitti, mentre lavora per lo sviluppo di relazioni e di lavoro di rete fra le realtà pubbli- Strategie di aiuto che e private con l'obiettivo di allargare l'intervento. Il progetto segue una logica di sistema, opera su più fronti che si muovono in simultanea. Sul piano del target, parte con la mappatura, il contatto e l'aggancio attraverso le Unità mobili, attività che richiede una forte collaborazione con chi, oltre agli operatori sociali, sul territorio entra in contatto con le persone, cioè le forze dell'ordine e i servizi sociali. La presa in carico comporta un processo specifico per ogni persona accolta che include l'alfabetizzazione e una prima formazione su lingua, cultura e diritti del nostro paese. Vi è poi una fase di orientamento al lavoro, in cui operano insieme i centri per l'impiego, imprese e cooperative per far incontrare le predisposizioni e le abilità dei singoli con le opportunità di occupazione sviluppando anche una formazione specifica e una sperimentazione del lavoro indivduato. Le persone accolte sono costantemente accompagna- N.1 - FEBBRAIO/MARZO2006 te in un processo inteso come processo di emancipazione. I patti territoriali Sul piano della formazione, "Diritto d’Accesso" interviene anche sugli operatori del pubblico e del privato sociale; all'interno delle imprese punta a creare la figura del delegato sociale, che funga da raccordo tra le esigenze di chi viene inserito e quelle della realtà imprenditoriale che inserisce. Prevede una fase di ricerca-azione sullo sfruttamento lavorativo e sessuale. E interviene anche sostenendo la creazione di patti territoriali, vale a dire una relazione forte fra enti locali, privato sociale, imprese per rilanciare e mettere a sistema metodi e interventi che sostengano il processo di emancipazione e le metodologie sperimentate. In modo che mettano le radici sul territorio e diventino a tutti gli effetti politiche di inclusione. *coordinatrice del progetto Una partnership per lo sviluppo e l’inclusione sociale di A.S. L'inclusione sociale e lavorativa di fasce svantaggiate e, nello specifico di "Diritto d'Accesso", di donne vittime di tratta per sfruttamento sessuale è un processo complesso: chiama in causa non solo le dinamiche del mercato del lavoro ma anche ambiti istituzionali di diversa natura, elementi culturali che interagiscono fra loro e non possono prescindere da progetti più ampi di inserimento, nella società locale ma anche nell'ambito di programmazioni territoriali più estese. Stare dentro una programmazione vuol dire entrare in una logica di concertazione sociale per cui gli attori devono riconoscersi in quanto tali. Vuol dire passare dal paradigma della <<supremazia>> di qualcuno alla reciprocità tra una pluralità di 3 Î Í torna al sommario Una partnership per lo sviluppo soggetti perché in un territorio, nella logica del welfare comunitario, non esistono egemonie, ma realtà con competenze differenti in base alle quali si assumono una specifica responsabilità, manifestandole e agendole poi in una rete condivisa e collaborativa di azioni. Parlare di "Diritto d'Accesso" significa avere a che fare con le dinamiche dei rapporti e delle relazioni sociali, mettere insieme i differenti attori che costituiscono il giacimento di risorse e di intelligenze del territorio, per poter esprimere una programmazione negoziata, partecipata e concordata. A partire da ciò, il progetto si caratterizza, in modo per altro peculiare al Programma di Iniziativa Comunitaria Equal, per lo specifico ruolo attribuito a una partnership attiva, competente, territoriale. Diverse competenze per un lavoro comune Il partenariato di sviluppo si è andato definendo secondo un criterio di collegamento con gli obiettivi e la strategia della proposta progettuale, si caratterizza per una forte coesione e si fonda su un'esperienza consolidata di lavoro comune sulla tratta su più piani. Non è ininfluente la ricaduta sulla specifica rete di riferimento di ogni singolo partner, alcuni dei quali hanno nel tempo contribuito all'elaborazione delle politiche di settore, partecipato al Comitato interministeriale del governo contro la tratta di donne e minori, promosso il tavolo di coordinamento nazionale. E sono impegnati nella realizzazione dei progetti sull'articolo 18 e nella gestione del Numero verde. Il quadro dei partner è dunque composto da molti soggetti che svolgono differenti attività a ogni livello della progettazione. "Diritto d’Accesso" ha una nutrita partnership del pubblico: la provincia di Ancona, l'Ambito Sociale territoriale numero XX di Porto Sant'Elpidio (con i comuni di Porto Sant'Elpidio, Monteurano, Sant'Elpidio a mare) la provincia di Ascoli Piceno. Comuni e province operano a tutto campo, con una particolare attenzione alla implementazione dei patti territoriali e allo sviluppo dell'inserimento lavorativo attraverso i centri per l'impiego. E' poi importante la presenza del privato sociale con l'associazione On the Road - titolare del progetto - e l'associazione Free Woman, unici due enti nelle Marche a essere accreditati nell'albo nazionale per N.1 - FEBBRAIO/MARZO2006 Stare in una programmazione vuol dire passare dal paradigma della <<supremazia>> di qualcuno alla reciprocità tra una pluralità di soggetti occuparsi di vittime di tratta. On the Road coordina e fa la supervisione del progetto nazionale e transnazionale, oltre a svolgere attività diretta sul target. Free Woman svolge in particolare lavoro su campo: aggancio, presa in carico e accompagnamento delle ragazze vittime di tratta. E' presente anche l'Università di Macerata che, fra le altre cose, ha il compito di sviluppare la formazione della figura del tutor socio-occupazionale. La Lega delle cooperative delle Marche e la Confindustria di Macerata hanno il compito di operare per l'avviamento delle ragazze al lavoro e la loro formazione specifica oltre a individuare, sensibilizzare e formare il delegato sociale. Il Consorzio Nova e l'agenzia stampa sociale Redattore Sociale si occupano del mainstreaming del progetto, della sua diffusione e pubblicizzazione. La società Metabolé svolge la supervisione scientifica. Più in generale, i partner si muoveranno su più piani: normativo, per contribuire a migliorare l'impianto legislativo in vigore e sviluppare nuove metodologie nell'inserimento socio-lavorativo; relazionale, nel senso di promuovere sensibilità e abilità al lavoro di rete, modi innovativi di operare perché caratterizzati da una chiara definizione degli attori in gioco, dalla precisazione dei ruoli e dei compiti, dalla individuazione di procedure di lavoro e di connessione semplici e, infine, dalla istituzione di un luogo di sintesi di tutto il percorso; metodologico-organizzativo al fine di mettere a disposizione degli operatori strumenti per lavorare al meglio. Il partenariato di sviluppo, quindi, è un interlocutore chiave: traccia le linee di sviluppo strategiche, esercita una funzione di indirizzo che si traduce in scelte operative e in prassi in grado di promuovere e avviare azioni di sistema e di accompagnamento per la creazione di opportunità di inclusione socio-lavorativa per le persone escluse. E infine ha un ruolo di supervisione del percorso. Confindustria di Macerata Provincia di Ancona Provincia di Ascoli Piceno Università degli studi di Macerata 4 Î Í torna al sommario N.1 - FEBBRAIO/MARZO2006 Relazioni deboli, processi forti: il ruolo cruciale delle Unità di strada On the Road e Free Woman avranno il compito di monitorare l’evoluzione del traffico di esseri umani di Vincenzo Maroni Questa newsletter telematica costituisce uno dei prodotti ideati e promossi dalla Partnership del progetto Equal "Diritto d'Accesso" Cod. IT-G2-MAR-012 Partenariato di sviluppo Associazione On the Road (ente referente) Provincia di Ascoli Piceno Provincia di Ancona Ambito Sociale XX-Porto Sant'Elpidio Associazione Free Woman Legacoop Marche Confindustria Macerata Università degli Studi di Macerata Agenzia Redattore Sociale Metabolè Consorzio Nova Direttore editoriale Vincenzo Castelli Redazione Via delle Lancette 27/27 A 64014 Martinsicuro (TE) Tel. 0861.796666 Fax 0861.765112 [email protected] www.dirittodaccesso.ontheroadonlus.it Coordinamento di Fabrizia Bagozzi - Consorzio Nova (www.consorzionova.it) Impaginazione di Sabrina Lupacchini - Agenzia Redattore Sociale (www.redattoresociale.it) Hanno collaborato: Vincenzo Castelli Annalia Savini Vincenzo Maroni Giamaica Brilli Isabella Orfano Pippo Costella Spetta all'Associazione On the Road e all'Associazione Free Woman svolgere una delle prime attività di “Diritto d'Accesso” cioè analizzare e monitorare il fenomeno del traffico di esseri umani a scopo sessuale nella regione Marche. E, più avanti nel corso della realizzazione del progetto, lavorare alla ricerca-azione sulla tratta ai fini dello sfruttamento lavorativo. I due partner svilupperanno le azioni nei territori dove operano di consueto: On the Road lungo la fascia costiera centro-sud delle Marche (nelle province di Macerata e Ascoli Piceno) e l'area Vallata del Tronto (zona di confine tra Marche e Abruzzo, nella provincia di Ascoli Piceno) e Free Woman nel centro-nord delle Marche con particolare riferimento ai Comuni di Ancona, Falconara Marittima, Monte-marciano e Senigallia. In queste zone si faranno interventi per l'emersione del fenomeno del traffico di esseri umani nella prostituzione di strada seguendo una metodologia consolidata che si concretizza a partire dal contatto diretto con le ragazze, dalla distribuzione di materiale informativo sulle malattie sessualmente trasmis- sibili e sulla tutela della salute, e dalla prevenzione sull'uso di sostanze psicotrope, nella logica della riduzione del danno. In questi ultimi anni il fenomeno della tratta e dello sfruttamento della prostituzione sia nella Regione Marche sia nel resto dell'Italia, si sono riconfigurati al di là della strada, spostandosi a occupare spazi sommersi, meno visibili e meno avvicinabili, come appartamenti e locali notturni di vario genere. Le Unità di strada hanno un ruolo di fondamentale importanza nel primo contatto con il target, perché operano dove le persone si prostituiscono, e a più livelli. Si va infatti dall'informazione sanitaria all'accompagnamento ai servizi, fino alla costruzione di relazioni durature. Tali relazioni, che nascono spesso in situazioni destrutturate, possono indurre una presa di coscienza e contribuire ad avviare un percorso di autonomia delle persone che si incontrano. Nelle uscite di contatto l'obiettivo è esattamente creare una relazione con chi si prostituisce: la tipologia del contatto, la sua strutturazione, il livello di reale comunicazione che si crea sono molto variabili. Foto: Simone Perolari alle pagine 1 e 3 5 Î Í torna al sommario Si passa da cose brevi, in cui viene presentato il servizio offerto, distribuiti preservativi e fornite informazioni, a contatti più significativi, tesi a instaurare una vera e propria relazione con la persona. Spesso un primo rapporto significativo si instaura mediante l'accompagnamento ai servizi sanitari: qui si possono creare le condizioni per l'instaurazione di una dinamica più profonda, della quale si possono dare vari svilup- Relazioni deboli, processi forti Generalmente dopo un primo accompagnamento il rapporto tende ad arricchirsi di modalità e significati più profondi, acquisisce una potenziale continuità. Per la persona l'incontro con l'équipe dell'Unità di strada può essere uno dei pochi momenti per entrare in contatto con figure estranee al giro della prostituzione, specialmente in questi territori, dove la carenza di forti comunità straniere e la scarsa abitudine dei cittadini autoctoni a inteagire con persone Il fenomeno della tratta e dello sfruttamento della prostituzione sia nelle Marche sia nel resto dell'Italia si sono riconfigurati al di là della strada, spostandosi a occupare spazi sommersi, meno visibili e meno avvicinabili, come appartamenti e locali notturni di vario genere pi che vanno dall'educazione all'accesso ai servizi, alla richiesta di aiuto per risolvere problemi più complessi, come, ad esempio, la costruzione di un percorso di uscita dalla prostituzione. immigrate complica la creazione di una rete di relazioni significative. Per sua natura, la relazione in strada è "a legame debole": è occasionale, non prevede di per sé alcuna continuità, alcun patto "terapeuti- N.1 - FEBBRAIO/MARZO2006 co", è un'opportunità che può essere utilizzata o ignorata. La realizzazione del contatto è un optional e in tale scelta ogni soggetto è autonomo e libero. E' proprio dalla scelta autonoma di aderire al contatto che deriva la significatività intrinseca di un eventuale incontro. L'utente assume il ruolo di soggetto attivo, definisce se stesso, cercando il contatto: afferma la propria esistenza. Analogamente l'operatore propone se stesso. E questo scambio comunicativo si connota come un rapporto tra due persone: presenza e riconoscimento di due soggetti. E' qui che si può notare come una relazione di contatto, anche se a volte fragile e veloce, possa essere importante ed efficace: è da qui che emerge la forza di una relazione apparentemente "debole". E proprio seguendo la logica di attivare processi forti anche attraverso una relazione apparentemente "debole" che da tempo On the Road e Free Woman operano nelle Marche e lavoreranno per “Diritto d'Accesso”. Per strada in tante, soprattutto nigeriane Nel 2005 le Unità di strada di On the Road e Free Woman hanno contattato circa 1200 persone di varie nazionalità: nigeriana, italiana, albanese, russa, rumena, brasiliana, colombiana. Più di metà delle ragazze proviene dalla Nigeria: tendono a vivere isolate, non sono ben inserite nei propri contesti socio territoriali anche dopo tempo dall'insediamento, non conoscono i servizi della città e preferiscono lavorare in un luogo diverso da dove vivono, spostandosi con i treni anche molto lontano. Le albanesi entrano di più in contatto con le Unità di strada, sovente hanno il permesso di soggiorno, per lo più per motivi di famiglia, grazie al legame matrimoniale con cittadini italiani. Le italiane in genere rappresentano le "prostitute storiche", sono di mezza età, a volte sopra i 60 anni, anche se si regi- stra la presenza di donne fra i 30 e i 40 anni: di solito sole, senza reti familiari o sociali sovente con problemi legati all'abuso di sostanze; in particolare di alcool. Molte hanno figli da mantenere. In strada vengono contattate anche transessuali italiane e straniere (Centro e Sud America): alcune delle italiane hanno problemi legati a droga e alcolismo, mentre alcune straniere vivono una condizione di forte degrado. In genere preferiscono lavorare in appartamento. Infine, molte le donne provenienti dall' ex Unione Sovietica e dagli altri paesi dell'Est Europa (Moldavia, Ucraina, Russia, Romania, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Polonia). Di recente in strada si vedono meno: sono negli appartamenti o nei locali. (v.m) 6 Î Í torna al sommario N.1 - FEBBRAIO/MARZO2006 Tratta degli esseri umani: orientamenti per l’Unione Europea di Pippo Costella e Isabella Orfano Nel 2003, la Commissione europea ha istituito un gruppo di venti esperti indipendenti, provenienti da diversi paesi dell'Europa allargata e con profili professionali distinti, chiedendo loro di redigere un rapporto sulla tratta per orientare i futuri sviluppi politici e strategici europei. Il rapporto, presentato a fine 2004, propone le dimensioni concettuali e operative che devono caratterizzare le strategie anti-tratta: prevenzione; assistenza, protezione e inclusione sociale delle persone trafficate; applicazione della legge e strategie di repressione. Inoltre identifica e Il rapporto propone le dimensioni concettuali e operative che devono caratterizzare le strategie anti-tratta dell’Unione sviluppa principi e questioni trasversali, anche con lo scopo di connettere più saldamente, in una relazione di sistema, le diverse fasi del fenomeno, le diverse competenze e i differenti mandati di chi, a vario titolo, deve far fronte alla tratta, per garantire continuità e consistenza all'analisi del problema e lo sviluppo di risposte efficaci. La natura soprattutto (anche se non solo) transfrontaliera della tratta e quindi il coinvolgimento e la relazione tra sistemi legislativi, politici, economici e culturali diversi contribuisce alla complessità del problema e alla difficoltà interpretativa e operativa che condiziona la realizzazione di strategie di contrasto e assistenza. La carenza di dati e informazioni attendibili dovuta alla clandestinità del fenomeno ma anche alla difficoltà di identificare categorie di analisi e strumenti di rilevazioni condivisi sono stati ritenuti ulteriori elementi critici. Da ciò deriva, da un lato, la scelta di non proporre numeri e stime proprio in quanto inattendibili e scarsamente sostanziati, dall'altro, la proposta di nominare, sia a livello nazionale sia europeo, specifici relatori sulla tratta degli esseri umani e di istituire una rete europea contro la tratta. Viene inoltre sottolineata la contiguità del crimine con problemi legati a fenomeni connessi come la migrazione e il suo controllo, la deregolamentazione del mercato del lavoro, la domanda/offerta di prestazioni e servizi che spesso si realizzano sul crinale della legalità o, in molti casi, nell'illegalità più completa, a causa di un'assenza di definizione normativa appropriata. Tali fenomeni, a cui si devono fattori che facilitano la realizzazione di pratiche schiavistiche o paraschiavistiche, coinvolgono dirette responsabilità istituzionali sui problemi aperti nel dibattito politico europeo e degli Stati membri. Il rapporto sottolinea con forza che la tratta è una violazione e un abuso dei diritti umani fondamentali e che sono questi stessi diritti e la loro tutela a doversi costituire sia come obiettivo sia come modalità utile a leggere il fenomeno, per determinare le diverse responsabilità, formulare strategie e azioni capaci di colpire i criminali ma anche per attivare le competenze istituzionali tenute a garantire il rispetto e la realizzazione dei diritti individuali. Il dossier dedica ampio spazio alle politiche e alle misure da attivare per l'assistenza e la protezione delle persone trafficate, che devono basarsi su un approccio multisettoriale e multidisciplinare. Vengono inoltre proposte l'istituzione di standard di assistenza comuni a livello nazionale e internazionale e l'uso puntuale di sistemi di monitoraggio e valutazione per garantire l'erogazione di servizi specializzati di qualità in tutti i paesi e rendere i meccanismi messi in campo trasparenti, chiari e accessibili. Infine, il rapporto tratta le questioni concernenti il diritto penale sostanziale e i procedimenti penali e parla di cooperazione giudi- Clandestinità del fenomeno e assenza di categorie di analisi condivise rendono difficile avere dati attendibili e sostanziati ziaria e di polizia, con particolare attenzione alla specializzazione, al coordinamento e all’esigenza che la questione diventi prioritaria. La versione italiana del rapporto si può leggere su: www.ontheroadonlus.it/pdf/RapportoTratta_Grup poespertiCE.pdf 7 Î Í N.1 - FEBBRAIO/MARZO2006 torna al sommario Editoriale (Segue da pagina 1) opera da sempre il Fondo Sociale Europeo (che ha finanziato interventi per l'inclusione socio-lavorativa di fasce deboli e Iniziative come Equal per il riequilibrio delle opportunità di inclusione), sono stati varati Piani d'Azione Comunitari (sull'Esclusione sociale, sulla Discriminazione, sulle Pari Opportunità). Nella Nuova Strategia Comunitaria sono già previste alcune linee di intervento: si pensi a Progress (che dovrebbe promuovere la cooperazione e lo scambio nella lotta contro la discriminazione e l'occupazione e nel genere), alla pubblicazione della Comunicazione della Commissione sull'Agenda sociale 2006-2010 (che si occuperà di povertà), alla imminente produzione di una Comunicazione sull'inclusione attiva delle persone lontane dal mercato del lavoro (prevedibilmente su "Reddito minimo e accesso al lavoro"), ai nuovi Fondi strutturali sulla promozione della coesione e dell'inclusione sociale. Davanti a Comunicati, Documenti, Programmi e Iniziative Comunitarie la sensazione è che il sociale (ovvero il disagio, la marginalità, la devianza sociale) non sia un vero e proprio problema tanto da avere una priorità nelle Agende (e dunque nelle strategie) politiche della nuova Unione Europea. Si ripete l'atavico errore di pensare a costruire politiche sociali soltanto a partire da situazioni emergenziali (come quella delle banlieue francesi), occasionali (la ingestibilità dei flussi migratori in Europa) o estemporanee (pensiamo all'attivazione di alcuni Programmi a partire da variabili del momento, si chiamino tratta degli esseri umani o sostanze psicotrope). Davanti a questioni cruciali che mettono profondamente in crisi lo stesso futuro dell'Europa non si può pensare alla creazione di politiche sociali strutturate sulla navigazione a vista. Occorre provare a gettare un sasso nello stagno per ridisegnare strategie di reale e incisiva politica sociale che indirizzi (come in altri comparti) gli Stati membri alla definizione di buone pratiche centrate sui diritti di cittadinanza delle fasce deboli. agenda (a cura di Giamaica Brilli) 02. Master di primo livello "Genere, migrazione e asilo. Dimensione socio-culturale, aspetti giuridici e pratiche di intervento". Il corso fornisce a operatori dei servizi sociali e sanitari, operatori del diritto, medici, personale di pubblica sicurezza, nonché a insegnanti, formatori, ricercatori competenze disciplinari e interdisciplinari sulle migrazioni femminili, sui modelli e le politiche di accoglienza e integrazione in Italia, nell'Unione Europea, in Usa e in Canada, con particolare attenzione all'asilo. Organizzano l'Università degli studi di Firenze, l'Università per stranieri di Siena in collaborazione con l'Université du Quebec à Montreal con Ics e Bivs di Berlino. Informazioni: www.unifi.it\master. Segreteria del master: 349.7711265 (dalle 12:30 alle 14:00); e-mail: [email protected]. 02. “Equal Tratta No”. Continua il ciclo di seminari per sensibilizzare gli animatori territoriali che operano sulla tratta in modo che, per il ruolo svolto nelle proprie organizzazioni, possano migliorare il modo di comunicare il tema e replicare il modello informativo del progetto "Tratta No". Organizzano Exxa Onlus (www.trattano.it; [email protected]) e la Fondazione Regina Pacis. Tel. 0832-244213. Fax 0832-575020. [email protected]. Si replica a novembre a Verona, Bari, Reggio Calabria e Milano. 11-13/05 Teramo. Secondo meeting transnazionale del progetto “Intervento sociale per vittime della tratta”. Nella due giorni si approfondiranno gli obiettivi del progetto transnazionale e gli aspetti legati all'inserimento lavorativo delle categorie sociali deboli con una particolare attenzione alle persone vittime di tratta. Al centro del dibattito le questioni della formazione e dello sviluppo locale. Particolare attenzione sarà fornita alla comparazione fra i sistemi di inclusione sociale e inserimento lavorativo per chi è oggetto di traffico nei diversi paesi europei. Verrà poi stabilita una prima programmazione delle attività dei partner europei fino al seminario successivo che si terrà in Slovacchia a ottobre. segnalazioni Una "Guida per l'informazione sociale". Seguendo l'impostazione e il linguaggio dell'agenzia giornalistica quotidiana, la Guida 2006 elaborata da Redattore sociale (www.redattoresociale.it) prende in esame i fenomeni della "normalità" insieme a quelli del disagio, ne fa emergere volti poco illuminati, crea connessioni per comprenderli oltre gli schemi tradizionali. Un compendio di interpretazioni, nomi e numeri utili per ricercatori e operatori dell'informazione. Accogliere e non solo. E' in partenza il progetto "Percorsi di prima accoglienza e rientro volontario assistito per donne vittime di tratta". La Provincia di Ascoli Piceno con la collaborazione dell'Associazione On the Road lavoreranno per un anno per individuare le vittime, attivare uno sportello ad hoc e inserirle in uno spazio protetto, una casa di prima accoglienza. L'obiettivo strategico è riallacciare i rapporti con i paesi di origine (l'Albania e la Nigeria saranno coinvolti nel progetto) per il rientro assistito in quei paesi, in un contesto sicuro e accogliente. "North Country - Storia di Josey" Usa (2005). Da metà febbraio al cinema un film del regista Niki Caro che ha al centro il tema drammatico delle molestie sessuali sul lavoro. E' ispirato a una storia vera, uno dei primi casi di molestie sessuali che hanno portato a una causa in tribunale. La storia: quando Josey Aimes torna nel nord Minnesota dopo il fallimento del suo matrimonio, ha bisogno di un buon lavoro. Quello più redditizio è in miniera. Il lavoro è duro ma la paga è buona. Tuttavia è un ambiente dominato dagli uomini, in un posto non abituato ai cambiamenti. Josey è pronta a faticare duramente ma non ad affrontare le molestie sessuali. Mtv EXIT. Al via una campagna multimediale per porre fine allo sfruttamento e al traffico di esseri umani che si avvale di diversi mezzi informativi tra i quali alcuni filmati e un sito web in 14 lingue. E’ stato inoltre realizzato un opuscolo multilingue in collaborazione tra Mtv e Associazione On the Road. Info www.mtvexit.org. (a cura di G. B.) 8 Î