IL CHIMICO ITALIANO Periodico di informazione dei Chimici d’Italia Anno XII • N° 3 maggio - giugno 2001 COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEI CHIMICI TRIENNIO 2001 -2004 Prof. Dott. Armando Zingales Dott. Giancarlo Gatti Dott. Elio Rambaldi Dott. Giovanni Abbate Dott. Carlo Bresciani Dott. Elio Calabrese Prof. Sergio Facchetti Dott. Fernando Maurizi Dott. Domenico Mencarelli Dott. Antonio Ribezzo Dott. Franco Tau dell’Ordine di Venezia dell’Ordine di Modena dell’Ordine di Cremona dell’Ordine di Palermo dell’Ordine di Gorizia dell’Ordine di Lecce dell’Ordine di Milano dell’Ordine di Roma dell’Ordine di Ancona dell’Ordine di Roma dell’Ordine di Parma ELENCO Ordine dei Chimici di Ancona sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro Via Canale, 18 Tel. e Fax 071.53672 Casella postale 486 60124 Ancona Presidente: Dott. Ferdinando De Rosa Ordine dei Chimici di Bari Via Caduti di tutte le guerre, 10 Tel. e Fax 080.5583351 70121 Bari Presidente: Dott. Onofrio Lattarulo Ordine dei Chimici di Bergamo Via Zelasco, 1 Tel. 035.238727 - Fax 035.238615 E-mail: [email protected] 24100 Bergamo Presidente: Prof. Giovanni Parigi Ordine dei Chimici di Bologna sono iscritti anche i Chimici residenti nella provincia di Ravenna Via Azzurra, 20 Tel. 051.342772 - Fax 051.344600 40138 Bologna Presidente: Dott. Giovanni Nespoli Ordine dei Chimici di Brescia Via Marsala, 17 Tel. 030.40043 - Fax 030.296831 25122 Brescia Presidente: Dott. Sandra Regazzoli DEGLI Presidente Vice Presidente Segretario Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere ORDINI Ordine dei Chimici di Cagliari sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Nuoro, Oristano P.zza Giovanni XXIII, 35 Tel. 070.403132 E-mail: [email protected] 09128 Cagliari Presidente: Dott. Francesco Spissu Ordine dei Chimici di Catania Via Conte Ruggero, 69 Tel. 095.536898 - Fax 095.7462066 E-mail: [email protected] 95129 Catania Presidente: Dott. Claudio Torrisi Ordine dei Chimici di Cremona Via Palestro, 66 Tel. 0372.535411- Fax 0372.457934 26100 Cremona Presidente: Dott. Giuseppe Termenini Ordine dei Chimici di Ferrara Via L. Borsari, 46 Tel 0532.291120 - Fax 0532.240709 E-mail: [email protected] 44100 Ferrara Presidente: Dott. Luca Scanavini Ordine dei Chimici di Firenze sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Arezzo, G ro s s e t o, L i v o rn o, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato, Siena Via Panciatichi, 96 Tel. 055.4368753 - Fax 055.4286338 E-mail: [email protected] 50127 Firenze Presidente: Dott. Lario Agati Ordine dei Chimici di Foggia V.le Colombo, 185 Tel. e Fax 0881.635833 71100 Foggia Presidente: Dott. Saverio Buffa Ordine dei Chimici di Forlì sono iscritti anche i Chimici residenti nella provincia di Rimini Via Ravennate, 1020 Tel. e Fax 0547.383732 47023 Cesena Presidente: Dott. Antonio Semprini Ordine dei Chimici di Genova sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Imperia, Savona Via XX Settembre, 2.42 Tel. e Fax 010.587171 16121 Genova Presidente: Prof. Teresio Valente Ordine dei Chimici di Gorizia sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Pordenone e Udine Via Lantieri, 3 Tel. e Fax 0481.530692 34170 Gorizia Presidente: Dott. Rodolfo Flego Ordine dei Chimici di La Spezia P.zza S. Agostino, 32 Tel. e Fax 0187.770989 E-mail: [email protected] 19121 La Spezia Presidente: Dott. Fabio Lazzini Sommario IL CHIMICO ITALIANO ANNO XII NUMERO 3 MAGGIO - GIUGNO 2001 Bimestrale di informazioni giuridiche, economiche, professionali e tecniche dei Chimici dÕItalia Spedizione in abb. postale Art. 2, comma 20/C - legge 662/96 - Filiale di Roma Editore Consiglio Nazionale dei Chimici EDITORIALE DAL C.N.C. Attività svolta e linee programmatiche Intervento sulla Bozza di regolamento per l’accesso alla libera professione - Ministero della Università e della Ricerca Scientifica X Convegnodegli Ordini dei Chimici I Convegno Nazionale dei Chimici 2 7 8 Direzione, redazione e amministrazione P.zza S. Bernardo, 106 00187 Roma Tel. 06.47883819 Fax 06.47885904 E mail: [email protected] Web: http:\\www.chimici.it Direttore responsabile ARMANDO ZINGALES GIURISPRUDENZA NOTIZIE DAGLI ORDINI Sentenza TAR Lazio 11353/2000: accolte le ragioni del CNC Dagli Ordini di Mantova, di Verona, di Venezia, di Piacenza, di Ragusa 11 ANTONIO RIBEZZO 14 Dall’Ordine di Padova 15 RICORDO DI UN NOBEL PER LA CHIMICA Linus Pauling, scienziato del secolo 16 DAGLI ISCRITTI Applicazioni della tecnologia avanzata nelle analisi di controllo Il fenomeno del doping Direttore editoriale 19 20 NOTIZIE DALL’EUROPA 27 LETTURE PER IL CHIMICO 41 Redazione GIANCARLO GATTI ELIO RAMBALDI GIOVANNI ABBATE CARLO BRESCIANI ELIO CALABRESE SERGIO FACCHETTI FERNANDO MAURIZI DOMENICO MENCARELLI FRANCO TAU Gli articoli e le note, firmati, esprimono soltanto l’opinione dell’autore e non impegnano il Consiglio Nazionale dei Chimici, né la redazione del periodico. Quanto pubblicato nel Bollettino raccoglie gli atti ufficiali del Consiglio Nazionale dei Chimici Coordinamento editoriale: Just in Time - Tel. 06.88522032 Stampa: Lito Sud S.r.l. - Tel. 06 2280138 Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 0032 del 18 gennaio 1990 ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICAITALIANA marzo/aprile 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 1 Editoriale Attività svolta e linee programmatiche C ari colleghi, le ultime votazioni hanno portato ad un rinnovo del nostro Consiglio Nazionale per quasi metà dei membri. All’inizio di un nuovo corso ci si ripromette di fare meglio pur nella continuità di quanto fin qui realizzato. Infatti già della prima riunione,successiva all’insediamento, abbiamo ritenuto che ogni Consigliere abbia, per così dire, una funzione ed una capacità operativa propria. In tale ottica abbiamo individuato oltre venti commissioni nelle quali due o più Consiglieri delegati provvederanno ad individuare, organizzare, indirizzare sia l’attività del CNC che i collegamenti con gli Ordini, le Istituzioni, i Sindacati di categoria, il contenzioso, le problematiche professionali, ecc. Importante riteniamo sia l’effettuazione di un breve sunto dell’attività svolta nei tre anni precedenti, base di partenza per migliorare la nostra immagine e posizione nel mondo delle professioni. • NUOVA SEDE DEL CNC Tanti potrebbero essere gli argomenti per iniziare questo breve resoconto dell’attività svolta dal CNC durante l’anno appena trascorso, ma credo che sia opportuno iniziare da quello che più di ogni altro ha rappresentato un cambiamento per il Consiglio. Finalmente possiamo dire con orgoglio, il CNC ha una sede degna di questo nome. Dopo anni trascorsi nella piccola e pur decorosa, ma ormai insufficiente sede di Via Sicilia, il Consiglio si è trasferito in una molto più funzionale e prestigiosa nuova sede che, oltre alle esigenze dell’Ente, permette, come abbiamo potuto verificare in occasione dell’ultima Assemblea dei Presidenti, di ospitare riunioni anche con un numero relativamente elevato di partecipanti direttamente in casa nostra. • IL SITO INTERNET Anche in questo caso si può dire finalmente! Nel novembre 2000, è stato messo in linea il nuovo sito, che sta riscuotendo favorevoli consensi. Internet sta diventando sempre di più lo strumento per raggiungere i nostri iscritti. Il nostro sito rappresenta la nostra immagine nel mondo della professione, ma soprattutto la nostra immagine verso i nostri iscritti. Sta solo a noi fare in modo che quanto prima non perda di qualità e allo scopo il nuovo Consiglio non stancherà di sforzarsi per mantenere il sito all’altezza della situazione. Nell’ottica della sempre maggior informatizzazione del Consiglio, al più presto verranno attivate le caselle di posta per tutti gli Ordini con il dominio chimici.it. 2 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 Editoriale Questo permetterà di creare una rete di comunicazione alternativa e molto veloce non solo tra gli Ordini ed il Consiglio, ma anche tra tutti gli iscritti e gli ordini, collegamento che in questo momento è forse l’anello debole della nostra organizzazione. Fatto non secondario, la realizzazione di questa rete, quando sarà a punto, permetterà di trasferire documenti a tutti gli ordini non più in formato cartaceo ma direttamente in formato elettronico. Ciò, oltre a consentire una più facile e razionale gestione dell’archivio permetterà una sensibile riduzione delle spese che attualmente il Consiglio sostiene per inviare la documentazione agli Ordini. • IL CHIMICO ITALIANO Una fase nuova si apre per “Il Chimico Italiano”. Recuperati i pesanti ritardi nei tempi di pubblicazione, grazie all’impegno di tutti, ci troviamo oggi a dover decidere se lasciare che il giornale resti nella forma attuale o se trasformarlo in qualcosa di più “commerciale” inserendo la pubblicità. Certamente l’apertura alla pubblicità è per diversi motivi, non ultimo quelli di una riduzione dei costi di realizzazione della rivista, ormai necessaria. Di converso, l’inserimento pubblicitario ci obbligherà ad un ulteriore attenzione al rispetto dei tempi di pubblicazione e alla qualificazione dei contenuti, che dovranno essere obblighi che il Consiglio tutto, lavorando con l’attenzione e la puntualità di cui può essere capace, può serenamente assolvere. • LA CASSA DI PREVIDENZA L’avvio dell’attività di riscossione della Cassa ha creato alcune perplessità negli iscritti che, a ragione, riteniamo non giustificate. Alcuni colleghi, invece di affrontarli e risolverli nei modi dovuti le problematiche evidenziate, hanno ritenuto di superarle cancellandosi dall’Ordine. Si temeva invero una “emorragia” nelle iscrizioni, ma ciò, in realtà, non è avvenuto. La Cassa è un istituto che non può che giovare alla categoria ed in questa ottica riteniamo che il Consiglio appena insediatosi dovrà instaurare con essa un dialogo sicuramente più continuo e costruttivo di quanto non sia stato quello avuto fino ad ora. La crescita e l'affermazione dell’una sono vane senza il continuo supporto dell’altro: a tale scopo lavoreremo affinché l’interazione tra i nostri due Istituti porti a risultati positivi. • L’ATTIVITÀ GIURISDIZIONALE Per quanto riguarda l’attività giurisdizionale possiamo dire che il Consiglio, su questo punto, ha lavorato con scrupolo e attenzione, risolvendo tutti gli arretrati così da non lasciare alcuna incombenza al nuovo Consiglio. • LA DIFESA DELLA PROFESSIONE Per quanto riguarda invece l’attività in difesa della professione non si può non rilevare come la riforma delle professioni intellettuali sia ormai giunta ad un punto cruciale. Il contributo che il CNC ha portato all’interno del CUP, per quanto riguarda la maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 3 Editoriale redazione del testo di riforma,è stato molteplice e di una certa rilevanza; auspichiamo che ora quello sforzo profuso vada nella giusta direzione. Situazione più complessa invece per quanto riguarda la riforma dell’Università. In ambito legislativo è stata una annata di luci ed ombre: tariffario dei Chimici di Porto, Commissione per il Doping, Erboristeria, Istituti Zooprofilattici Sperimentali, Riforma dei cicli scolastici solo per citarne alcuni degli argomenti sui quali il CNC è intervenuto con risultati spesso positivi. Riteniamo tuttavia che il Consiglio appena insediatosi porrà la stessa energia e la stessa tenacia nel perseverare su quegli argomenti che fino ad oggi non ci hanno visti vincitori. E ciò al fine di poter arrivare a soluzioni positive e foriere di benefici per la categoria intera. Occorre infatti sottolineare che il sistema delle professioni in Italia è al centro di una turbolenza che ne mette in discussione anche l’esistenza. Una parte dell’opinione pubblica, forse orchestrata da chi ne ha interesse, parrebbe contraria “tout-court” al sistema ordinistico, che viene dipinto come un insieme di corporazioni che hanno il solo scopo di difendere le proprie rendite di posizione. Basta ricordare che non molto tempo fa, si è svolto addirittura un referendum di iniziativa popolare per l’abrogazione dell’albo dei giornalisti. A tale proposito occorre dire che l’indagine conoscitiva dell’autorità garante della concorrenza e del mercato, al di là delle conclusioni raggiunte, ha contribuito ad alimentare questo clima. Le nuove professioni premono, a decine, per ottenere uno spazio nel sistema e nel mercato. La difesa della pubblica fede e la garanzia di qualità ante litteram che sono implicite nel sistema delle professioni recepito nella Costituzione, non vengono da alcuni riconosciuti come valori realmente difesi dagli ordini professionali. A suffragare questa posizione, bisogna ammettere, sono stati anche comportamenti censurabili di alcuni ordini professionali che hanno precluso di fatto l’accesso di giovani attraverso l’inasprimento abnorme delle prove di abilitazione professionale. Tutto questo, al contrario, non trova riscontro nella nostra professione, per la quale la selezione si attua spontaneamente negli anni di studio, e le percentuali di promossi all’esame di abilitazione sono molto elevate. Tuttavia, mentre le professioni più note al grande pubblico e numericamente più rappresentate riescono a contrastare il quadro negativo che offrono, dando visibilità alle loro peculiarità, per i chimici la situazione si è fatta particolarmente delicata. Infatti la nascita di altre professioni (protette, regolamentate o non) ha creato situazioni di contiguità o addirittura di sovrapposizione con quanto forma oggetto della nostra professione (si veda ad esempio il caso dei biologi, molto più numerosi). Inoltre il progredire della scienza e della tecnica ha profondamente mutato il tipo di attività che il chimico svolge: non più soltanto “analista”, ma sempre più 4 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 Editoriale “consulente” per le aziende ed i cittadini. A tale proposito dobbiamo precisare che la dialettica interna agli ordini dei chimici e allo stesso Consiglio Nazionale dei Chimici ha messo in evidenza l’esistenza di punti di vista, opinioni e modi di farle valere, spesso diversi da richiedere una seria, approfondita e serena pausa di riflessione da parte di tutti, ma nel contempo un rinnovato impegno alla risoluzione dei problemi sul tappeto. • RUOLO DEL CNC Al di là delle funzioni esplicitamente attribuite dalla legge al CNC (costituire il grado d’appello dei procedimenti disciplinari, dare pareri su leggi riguardanti la professione, e stabilire il contributo dovuto dagli iscritti, avviare la cassa di previdenza), che chiameremo “istituzionali”, vi sono altre funzioni, implicite nel sistema ordinistico, o attribuite dalla consuetudine, che pure sono molto importanti. In primo luogo un ruolo, per così dire, “esterno”, quale ad esempio: • Diffusione dei valori propri del sistema ordinistico, per evitare che la società in evoluzione disordinata, cessi di riconoscerne la funzione prevista dalla Costituzione. • Diffusione e difesa dei valori propri della professione di chimico, per farne riconoscere le peculiarità ed insostituibilità. • Coordinamento con le professioni omologhe in Europa, che è l’attuale contesto su cui ci si deve misurare. In secondo luogo un ruolo “interno”, rivolto agli iscritti: • Avviamento dei giovani alla professione • Predisposizione, diffusione e mantenimento di strumenti atti a migliorare e certificare la qualità delle prestazioni professionali rese dai chimici. Infine un ruolo “organizzativo”, indirizzato agli Ordini e/o ai singoli iscritti. • Azioni di indirizzo, necessarie per orientare le attività dei Consigli degli Ordini. • Servizi di consulenza tecnica, fiscale, legale, amministrativa. In base a questi ruoli, si possono riconoscere gli obiettivi prioritari dell’attività del CNC per i prossimi anni e, di conseguenza, gli strumenti per conseguirli. Questi sono impliciti in quanto fin qui detto: il CNC, infatti, non può venir meno alle funzioni “istituzionali” e quindi dovrà spendere molte delle sue energie per la: - Revisione e aggiornamento del regolamento della professione, insistendo sulle specificità. - Regolare revisione e aggiornamento del tariffario. - Coordinare su scala nazionale le attività degli Ordini a difesa della professione ed intervento ad adiuvandum in alcuni casi oculatamente selezionati per il loro interesse generale. - Posizione dei titolari di Diploma universitario in chimica nei confronti dell’Albo professionale. - Corretta impostazione della nuova regolamentazione dell’attività professionale in forma societaria. maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 5 Editoriale Per quanto riguarda il ruolo “esterno” del C.N.C., si dovrà: • Contribuire ad alimentare un dibattito costruttivo sul ruolo del sistema italiano delle professioni in Italia ed in Europa, tenendo conto anche delle legittime istanze delle professioni c.d. “nuove” • Accrescere la “visibilità” della nostra professione verso la società, anche attraverso una maggiore presenza sui “media”. Per quanto riguarda il ruolo “interno”, occorrerà: • Raccogliere e diffondere il materiale informativo e formativo, soprattutto sui nuovi aspetti della professione. • Organizzare una seria attività di “tutoraggio” presso i consigli degli Ordini, a favore dei giovani che intraprendono la professione. • Organizzare banche dati di interesse dei chimici. Per quanto riguarda il ruolo “organizzativo”, si dovrà: • Organizzare (anche in via del tutto indipendente dagli attuali consulenti del CNC, ed eventualmente di concerto con i Presidenti degli Ordini) un ufficio studi che possa fornire ai Consigli territoriali pareri e indicazioni. • Organizzare sistematicamente momenti di incontro e confronto con i Presidenti, sia al centro che per aree territoriali omogenee, per migliorare i contatti e accelerare la circolazione delle idee e dei problemi da affrontare. • Organizzare a cadenza fissa il congresso degli Ordini. • Fornire agli Ordini il supporto tecnico-amministrativo e anche informatico, di cui hanno bisogno per lo svolgimento della loro attività. In conclusione, il CNC ha certamente molto lavoro da fare su molti fronti, in particolare per accogliere la sfida della società che cambia e ottenere per la nostra professione la collocazione che le spetta. Riteniamo che condizione necessaria iniziale affinché questo avvenga è che al nostro interno la dialettica si svolga secondo un confronto costruttivo,nel rispetto delle altrui opinioni ed in osservanza dell’applicazione delle norme vigenti. Sempre si dovrà tenere conto delle finalità dell’Ente sia nella difesa delle posizioni raggiunte e la tutela della professione, che per il miglioramento della stessa, avendo sempre nella giusta considerazione gli interessi di tutti, cittadini e professionisti chimici. Roma, maggio 2001 6 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 Dal C.N.C. Intervento sulla Bozza di regolamento per l’accesso alla libera professione - Ministero della Università e della Ricerca Scientifica ROMA 22 FEBBRAIO 2001 Prot. n. 0157/01/cnc/faut Ill.mo Presidente Prof. dott. Giuliano Amato Presidenza del Consiglio dei Ministri Palazzo Chigi Piazza Colonna, 370 00187 ROMA e p.c. On.le Piero Fassino Ministro della Giustizia Via Arenula, 71 00186 ROMA Illustre Presidente, questo Consiglio Nazionale è stato interessato ai sensi dell’art. 1, comma 18, della legge 14 gennaio 1999, n. 4 dal Ministero della Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica alla bozza di regolamento messo a punto dalla Commissione istituita con D.M. 29 maggio 2000, ai fini dell’espressione del relativo parere. È necessario preliminarmente evidenziare la circostanza che la bozza di regolamento non ha ancora acquisito il concerto del Ministero della Giustizia, così del testo è stato trasmesso il Titolo I nella sua interezza mentre il Titolo lI solo limitatamente alla disciplina professionale di riferimento. Per conseguenza, questo Consiglio Nazionale si ritiene in punto di fatto, ancora prima che di diritto, nell’impossibilità di esprimere il parere richiesto ai sensi del succitato art. 1. Ciò in quanto non è messo nella condizione di apprezzare l’articolato regolamentare nella sua elaborazione definitiva nonché nella sua unitarietà e organicità. A questo riguardo è doveroso richiamare l’attenzione sui principi fondamentali dell’ordinamento professionale secondo i quali - come è stato anche recentemente ribadito dalla Suprema Corte di Cassazione (Se z . III civ n. 7023/1999) - “è all’esame di abilitazione professionale che occorre far riferimento al fine di stabilire se un soggetto possa compiere una determinata attività” nei termini in cui “in assenza di ... riserva di una determinata prestazione, la sola tipicità della stessa in relazione ad una professione non esclude, di per sé, che essa possa essere compiuta anche da soggetti in possesso di diversa abilitazione”. Appare evidente che neI momento in cui non è dato conoscere l'intervento del legislatore delegato nelle singole discipline di settore - che, come previsto espressamente dalla lettera c) del succitato comma 18 dell’art. 1, devono occuparsi anche delle “prove di esame” - ogni valutazione in ordine alla conformità della riforma ai principi dell’ordinamento non può che essere viziata nei suoi presupposti logici e giuridici. L’eccezione ha carattere pregiudiziale, per cui questo Consiglio Nazionale ha l’onore di sottoporre all’attenzione della S.V. le considerazioni seguenti in ossequio al principio di collaborazione che informa il rapporto tra amministrazioni, ma fa espressa riserva di esprimere il p a re re previsto dall’art. 1, comma 18, della legge 14 gennaio 1999. n. 4, solo a seguito della trasmissione dello schema di regolamento che ai sensi di legge abbia acquisito il concerto del Ministero della Giustizia. Ciò premesso e nei limiti di cui innanzi, si osserva quanto segue. maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 7 Dal C.N.C. 1. Competenze. Il criterio di delega di cui alla lettera a) dell’art. 1, comma 18, ha come ambito soggettivo i possessori dei titoli istituiti in sede di rifo rm a . A tutta evidenza esula dai compiti del legislatore delegato la delimitazione delle competenze e funzioni che l’ordinamento ha attribuito alle professioni medesime. Di contro, la bozza entra nel merito di siffatte competenze, occupandosi infatti non solo come doveroso - dell’“ambito consentito di attività professionali” ai suddetti possessori ma anche delle più generali competenze della categoria professionale. A ciò si aggiunga che l’intervento di disciplina assume dei criteri - quali quello delle “attività riservate”, delle “attività consentite” e delle “attività attribuite”- che, posti in via astratta e generale, non tengono affatto conto delle interpretazioni di settore che giurisprudenza e prassi hanno consolidato nella pluridecennale applicazione dei singoli ord i n amenti professionali. Corollario naturale è il rischio della ridefinizione della vigente ripartizione di competenze intra e interprofessionale che non solo non trova indice nei criteri di delega ma - si auspica - non risponde nemmeno alla volontà del legislatore delegato. Tale rischio trova ulteriore e grave riscontro nella circostanza di fatto e di diritto per cui non si rinviene una disposizione che faccia espressamente salvi i criteri esegetici di settore. Tale omissione unitamente alI’opzione di specificare la sfera di competenze mediante elencazione di attività senza alcuna indicazione del carattere esemplificativo dell’elencazione medesima, può comportare in sede applicativa gravi dubbi interpretativi sulla portata dell’intervento legislativo. 2. Accesso dei laureati agli albi tenuti dai C o l l e g i . Nella Relazione al Ministro si apprende che l’opzione “si pone in attuazione” delle direttive 89/48/CEE e 92/51/CEE. Senza voler qui entrare nel merito della op- portunità di siffatta “attuazione”, è doveroso richiamare l’attenzione della S.V. sulla circostanza per cui le richiamate direttive hanno come finalità il superamento agli ostacoli alla libera circolazione delle persone e dei servizi (v. 1° Considerando direttiva 92/51 e 1° Considerando direttiva 89/48). A tutta evidenza, esula dalle stesse la riforma dei requisiti e competenze alle quali l’ordinamento nazionale subordina l’esercizio di una determinata professione. Di contro, in ragione della pretesa “attuazione” delle suddette direttive, la bozza mira a riformare anche gli ordinamenti interni delle categorie professionali interessate alla circolazione. Qui non si intende entrare nel merito della opportunità o necessità di addivenire a una tale rifo rm a ; piuttosto si ritiene che la stessa non possa essere realizzata surrettiziamente richiamando una normativa comunitaria che ha ben altre finalità. A questa considerazione si aggiunga che la previsione dell’accesso dei laureati agli albi dei d i p l o m ati rischia di pre g i u d i c a re la stessa riforma. Come è noto, la Corte Costituzionale ha ancora di recente avuto occasione di affermare che “compete al legislatore, nell'esercizio della sua discrezionalità individuare compet e n ze ed at t r i buzioni di ciascuna cat ego r i a professionale, essenzialmente sulla scorta del principio di professionalità specifica, il quale richiede, per l’esercizio delle attività intellettuali rivolte al pubblico, un adeguato livello di preparazione e di conoscenza delle materie inerenti alle attività stesse (vedi, tra le molte, sentenze n. 5 del 1999, n. 456 del 1993 e n. 29 del 1990)” (sentenza n. 411/2000). Là dove allo stesso laureato sia consentito di iscriversi in un Collegio, con le competenze riservate ai relativi iscritti, nonché di iscriversi in un Ordine, con una serie di competenze di livello intermedio tra quello proprio degli appartenenti al Collegio e quello degli iscritti al- maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 9 Dal C.N.C. l’Ordine di riferimento non si può non porre un pro blema di rispetto del fo n d a m e n t a l e principio di eguaglianza non corrispondendo le competenze ai livelli di preparazione. 3. Riforma degli Ordini e Collegi. La riorganizzazione si sostanzia, e limita, alla istituzione di sezioni e alla riserva di rappresentanti dei relativi iscritti in seno agli organi. La previsione non sembra tenere conto dei principi che reggono gli ordinamenti professionali. È ampiamente noto come la istituzione di ordini e collegi abbia la sua ragione giustificatrice nella circostanza per cui “l’appartenenza” a una collettività la quale, in quanto istituzione è ordinamento giuridico, c rea ap p u n t o rapporti fra il gruppo eretto in persona e il singolo che concorre a formarla, in virtù dei quali questo è tenuto ai comportamenti richiesti dai fini istituzionali del gruppo. Questo ordinamento a sé tutela i propri fini direttamente e per sé nell’ambito di esso si profilano funzioni distinte e poteri distinti (come, del resto, nell’unità dello Stato i diversi poteri) si esauriscono di norma nell’interno di esso, come aspetto della sua attività complessiva che è di amministrazione” (Cass. S.U. n. 579/1961). Sempre la Suprema Corte ha p re c i s ato che “potere di vigilanza e potere di imporre agli iscritti attraverso regole di etica pro fe s s i o n a l e, d e t e rm i n ati comport amenti nell’interesse generale della categoria, rappresentano espressioni diverse del medesimo potere di autogove rn o, cui corrispondono limitazioni che gli stessi appartenenti alla collettività di professionisti hanno consentito, nel conferire ai propri rappresentanti la cura degli interessi di categoria anche at t rave rso l’enunciazione delle regole di comportamento e di deontologia cui assogge t t a re tutti gli a p p a rtenenti al gr u p p o ” (Cass. n. 6312/1990). L’indice fondamentale, a cui l’ordinamento professionale subordina l’applicazione di un determinato regime, è dato quindi dall’appar- 10 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 tenenza alla collettività costituita da tutti coloro che hanno una data formazione a cui corrisponde l’attribuzione di una serie di compet e n ze. Ciò giustifica l’assoggettamento deI professionista alle regole e al giudizio della collettività medesima. A seguito dell’accesso della comunità dei laureati, e dell’attribuzione agli stessi di specifiche competenze, diverse necessariamente da quelle dei laureati specialisti, la riorganizzazione non può essere risolta nella mera ripartizione della rappresentanza negli organi collegiali in quanto devono essere altresì affrontate le implicazioni in ordine alla deontologia, alla giurisdizione nonché alla più generale rappresentanza e tutela degli interessi della categoria professionale. Si tratta di questioni che afferiscono immediatamente all’esercizio delle funzioni istituzionali e, quindi, a ben vedere alla ragion ultima della elezione in ente dotato di personalità giuridica pubblica della collettività professionale. Una constatazione, quest’ultima, che si pone ancora più nel caso in cui - come si stabilisce nella bozza - il laureato sia iscritto ad un collegio nei termini in cui l’assoggettamento al giudizio di una collettività diversa - quella dei diplomati - non può non suscitare riserve radicali, trovando la distinzione il suo termine di riferimento nello stesso livello di studi e, quindi, nelle correlate conoscenze e capacità. Ciò premesso e nei limiti di cui sopra, questo Consiglio Nazionale si dichiara a disposizione della S.V. per gli approfondimenti del caso, nella convinzione che sia opportuno, e necessario, completare la disciplina in modo da assicurare nel rispetto dei fondamentali principi dell’ordinamento l’immediata e certa entrata in vigore della riforma nell’anno accademico in itinere. Deferenti ossequi Il Presidente Prof. dott. Armando Zingales Giurisprudenza Sentenza TAR Lazio 11353/2000: accolte le ragioni del CNC AVV. ANTONIO M. LEOZAPPA Consiglio Nazionale dei Chimici c. a. Presidente Prof. Armando Zingales SEDE Roma, 5 gennaio 2001 Si trasmette copia della sentenza del Tar Lazio con la quale sono state accolte le ragioni di codesto Consiglio Nazionale nel ricorso p roposto dalla F. N. O O. M . M . n . 1 3 4 7 6 / 1996. Distinti saluti Avv. Antonio M. Leozappa ***** SENT. 11353/2000 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio (Sezione Prima Bis) ha pronunciato la seguente SENTENZA sul ricorso n. 13476/96 proposto dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici C h i ru rghi e degli Odontoia t r i (F.N.OO.M.M.), in persona del suo Presidente p.t., dott. Aldo Pagni, e dal dott. Giuseppe Lavra, rappresentati e difesa dall’avv. Vito Bellini ed elettivamente domiciliat i presso lo stesso in Roma, via Orazio n. 3 contro il Ministero della Sanità, in persona del Ministro p.t., costituitosi in giudizio, rappresentato e difeso dall’Avvocatura Generale dello Stato, presso i cui Uffici domicilia, in Roma, Via dei Portoghesi n. 12; e nei confronti dell’Ordine Nazionale dei Biologi, in persona del suo rappresentante legale p.t., costituitosi in giudizio, rappresentato e difeso dall’avv. Giuseppe Barone ed elettivamente domiciliato presso lo studio dell’avv. Angelo Clarizia, in Roma, via Principessa Clotilde n.2 del Consiglio Nazionale dei Chimici, in persona del suo rappresentante legale p.t., costituitosi in giudizio, rappresentato e difeso (da ultimo) dagli avv.ti Antonio Maria Leozappa e Patrizio Leozappa ed elettivamente domiciliato presso il primo in Roma, piazza Cola di Rienzo, n. 80/A con l’intervento ad opponendum del Sindacato Nazionale Biologi Chimici Fisici Italiani (S. Na. Bi ), in persona del legale rappresentante p.t., costituitosi in giudizio, rappresentato e difeso dagli avv.ti Giovanni C. Sciacca e Piero d’Amelio, ed elettivamente domiciliato presso gli stessi in Roma, via G. B. Vico n. 29; di F.P. C.G.I.L., FISOS CISL, UIL SANITÀ, in persona dei relativi Segretari Generali, nonché del dott. Vito Carvelli, tutti rappresentati e difesi dall’avv. Luigi Fiorillo ed elettivamente domiciliati presso lo stesso in Roma, via Giuseppe Zanardelli n. 36; per l’annullamento del Decreto Ministero della Sanità 16.5.1996. n. 413, nella parte in cui (in particolare art. 14 punti 6.3, 8.1, 8.2, 8.3, 8.4, 9.1 e 9.2) ha previsto l’accesso di laureati non maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 11 Giurisprudenza medici agli esami di idoneità nazionale alle funzioni di direzione in discipline di specifica competenza medica nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguenziale Visto il ricorso con i relativi allegati; Visti gli atti di costituzione in giudizio dell’Amministrazione intimata e dei controinteressati e gli atti di intervento ad opponendum indicati in epigrafe; Visti gli atti tutti della causa; Data per letta alla pubblica udienza del 13 novembre 2000 la relazione del cons. Giancarlo Tavarnelli. Ritenuto e considerato in fatto ed in diritto quanto segue: FATTO e DlRITTO La ricorrente Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (F.N.OO.M.M.) ha impugnato, unitamente agli atti connessi, il D.M. 16.4.1996, n. 413 nella parte in cui ha previsto l’accesso di laureati non medici agli esami di idoneità nazionale alle funzioni di direzione in alcune discipline (specificate nelle disposizioni indicate in epigrafe) che sarebbero di specifica competenza medica. In via preliminare va esaminata la questione della eventuale permanenza dell’interesse alla coltivazione del ricorso. Al riguardo va tenuto presente che: - il possesso dell’idoneità nazionale era prevista quale requisito per l’accesso al secondo livello dirigenziale (art.15, c.3, secondo periodo, e ar t. 17, c.1, D.Lgs. 30/12/1992, n. 502, nel testo vigente alla data di proposizione del ricorso); - successivamente alla proposizione del ricorso è stato emanato, (ai sensi del D.L. 18/11/96, n. 583, convertito in legge, con modificazioni, dalla L. 17/1/97, n.4) il D.P.R. 10.12.1997, n. 484, cioè il Regolamento recante la determinazione dei 12 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 requisiti per l’accesso alla direzione sanitaria aziendale e dei requisiti e dei criteri per l’accesso al secondo livello dirigenziale per il personale del ruolo sanitario del Servizio Sanitario Nazionale. Il cit. D.P.R. n. 484/1997, da un lato, non ha più previsto il possesso della predetta idoneità quale requisito per l’accesso al secondo livello dirigenziale (cfr. art. 5), e, dall’altro, ha individuato, in via provvisoria, le discipline nelle quali possono essere conferiti gli incarichi di secondo livello dirigenziale per i profili professionali del ruolo sanitario (cfr. art. 4, c.2). Relativamente alla categoria professionale dei farmacisti (che comprende i laureati in farmacia e in chimica e tecnologie fa rm aceutiche) e a quelle dei biologi e dei chimici le discipline sono, tra l’altro, quelle già individuate come oggetto dell’esame di idoneità per le stesse ca t egorie dal decreto n. 413/1996 impugnato in parte qua in questa sede. In conclusione il D.P.R. n. 484/1997 ha dettato una regolamentazione che ha superato quella prevista dal D.M. 413/96, e tale circostanza è sufficiente per ravvisare la sopravvenuta carenza di interesse nella presente impugnat iva , che ha sollevato una questione attinente agli esami di idoneità non più previsti per l’accesso al secondo livello dirigenziale. Questa soluzione appare, altresì, coerente con il D.Lgs 19.6.1999, n. 229, che ha innovato profondamente la disciplina della dirigenza sanitaria “collocata in un unico ruolo, distinto per profili pro fe s s i o n a l i , e in un unico livello, articolato in relazione alle diverse responsabilità professionali e gestionali” prevedendo, fra l’altro, che “Gli incarichi di dir ezione di struttura complessa sono attribuiti a coloro che siano in possesso dei requisiti di cui al decreto del Presidente della Re pubblica 10 dicembre 1997, n. 484, e Giurisprudenza secondo le modalità dallo stesso stabilite...” (Art. 15, c.1 e 7 D.Lgs n.502/1992, nel testo sostituito dall’ar t . 13 del D.Lgs n. 229/1999). La soluzione in argomento non trova ostacolo nelle disposizioni transitorie contenute nell’art. 15 del D.P.R. n. 484/1997 e, in particolare, in quella secondo cui “Limitatamente ad un quinquennio dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, coloro che sono in possesso dell’idoneità conseguita in base al pregresso ordinamento possono accedere agli incarichi di secondo livello dirigenziale nella corrispondente disciplina anche in mancanza dell’attestato di fo rmazione manage r i a l e, fermo restando l’obbligo, nel caso di assunzione dell’incarico, di acquisire l’attestato nel primo corso utile”. Si tratta di disposizioni che non incidono sugli interessi generali della categoria rappresentata dalla Federazione ricorrente o sugli interessi del dott. Giuseppe Lavra coll egati alla semplice qualità di medico in quanto riguardano la salvaguardia delle posizioni di singoli appartenenti alle diverse categorie professionali, contestabili, pertanto, solo dai singoli controinteressati alle specifiche procedure. Le predette disposizioni so- no, poi, state parzialmente modificate per effetto delle norme transitorie dettate dall’art. 17 del D.Lgs. n. 229/1999, in base alle quali “Le procedure per il conferimento degli incarichi di secondo livello della dirigenza sanitaria con avvisi pubblici già pubblicati nella Gazzetta Ufficiale alla data di entrata in vigore del presente decreto... sono portate a termine secondo le norme vigenti”. Per le ragioni indicate va dichiarata l’improcedibilità della presente impugnativa. Sussistono giusti motivi per compensare tra le parti le spese del presente giudizio. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio (Sezione Prima Bis), definitivamente pronunciando sul ricorso in epigrafe lo dichiara improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse. Spese compensate. Così deciso in Roma, il 13 novembre 2000, dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio (Sezione Prima Bis), in Camera di Consiglio, con l’intervento dei signori: Luigi TOSTI - Presidente Anna LEONI - Consigliere Giancarlo TAVARNELLI - Consigliere est. maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 13 Dagli Ordini Dagli Ordini di Mantova, di Verona, di Venezia, di Piacenza, di Ragusa Ordine di Mantova Il Consiglio direttivo per il biennio 20012002 è composto come segue: DOTT. GIUSEPPE RAFFALDINI, presidente DOTT. ERNESTO SANTANIELLO, segretario DOTT. ODDINO MINARI, tesoriere DOTT. GIORGIO DALL’AMICO, consigliere DOTT. ADELE PAOLA FABBRETTI, consigliere Ordine di Verona Il Consiglio direttivo per il biennio 20012002 è composto come segue: DOTT. FRANCESCO PAVANELLO, presidente DOTT. PAOLO BENDAZZOLI, segretario DOTT. LINO MAZZI, tesoriere DOTT. CLAUDIO CORREZZOLA, consigliere DOTT. MARIO DAL GRANDE, consigliere DOTT. GIOVANNI FACCINI, consigliere DOTT. PIERLUIGI TEZZA, consigliere Ordine di Venezia Il Consiglio direttivo per il biennio 20012003 è composto come segue: DOTT. GIORGIO BOCCATO, presidente 14 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 DOTT. GIUSEPPE GASPARRINI, segretario DOTT. ALBERTO BORGHETTI, tesoriere DOTT. ANGELO BORTOLI, consigliere DOTT. GIOVANNI COCCO, consigliere DOTT. ROCCO DI PAOLA, consigliere DOTT. LUIGI MAROLI, consigliere Ordine di Piacenza Il Consiglio direttivo per il biennio 20012003 è composto come segue: DOTT. FABIO DAL POZZO, presidente DOTT. MARINO MANSTRETTA, segretario DOTT. ATTILIO SAGNER, tesoriere DOTT. TATIANA MACCAGNI, consigliere DOTT. GABRIELE RIZZI, consigliere Ordine di Ragusa Il Consiglio direttivo per il biennio 20012003 è composto come segue: DOTT. CARMELA OCCHIPINTI, presidente DOTT. GIUSEPPE NOTO, segretario DOTT. BIAGIO LAURETTA, tesoriere DOTT. FABIO FERRERI, consigliere DOTT. EMANUELE SPADOLA, consigliere Dagli Ordini Dall’Ordine di Padova CONGRESSO UNIVERSITÀ - UNINDUSTRIA - ORDINE Il giorno 23/02/2001 presso l’aula Nasini dell’Istituto di Chimica Generale di Padova si è tenuto il Congresso “La Scuola Chimica Padovana ed il Mondo Produttivo del Triveneto” organizzato in collaborazione con la la Commissione per i rapporti tra l’Università, l’Industria e gli Ordini professionali. Da parte dei presidenti dei Consigli dei Corsi di Laurea in Chimica, Chimica Industriale, Scienza dei Materiali e Biotecnologie, sono stati presentati i nuovi itinerari fo rm at iv i previsti con l’entrata in vigore della riforma degli studi universitari a partire dall’Anno Accademico 2001/2002. È seguita una relazione del nostro Ordine presentata dal presidente dr. De Pace che ha espresso le perplessità sul risultato di una formazione abbreviata nei tempi e sui possibili motivi di confusione che potranno generare nei cittadini sia la presenza di due categorie di laureati, sia la possibilità che entrino a far parte dell’Albo dei Chimici anche laureati che, grazie all’intersecabilità delle nuove classi di formazione, potrebbero aver seguito percorsi formativi diversi da quelli tradizionali. Ha evidenziato inoltre che il grado di prepa- DEI CHIMICI razione attuale dei laureati fa sì che al momento dell’inserimento nel mondo del lavoro essi si trovino troppo spesso ad affrontare situazioni molto diverse da quelle per le quali le materie oggetto degli studi universitari li avevano formati. Il presidente Regionale della Sezione Industrie Chimiche di Unindustria ha avanzato proposte di collaborazione tendenti a favorire la formazione del laureato soprattutto sul piano pratico e sulla ricerca applicata. Nel pomeriggio alcuni docenti hanno illustrato i programmi di ricerca seguiti nei diversi dipartimenti di chimica. Al ter mine una tavola rotonda ha dibattuto i problemi dello sviluppo della ricerca. Per l’Ordine è intervenuto il Consigliere dr. Padovan che ha illustrato la possibilità che con la riforma della legislazione riguardante gli Ordini venga conferita agli stessi la facoltà di controllo e organizzazione degli stages in vista dell’inserimento nel mondo del lavoro dei neolaureati di 1° livello e l’organizzazione di corsi per la formazione permanente, nonché la possibilità di rilasciare gli attestati di qualità del professionista. maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 15 Ricordo di un Nobel per la Chimica Linus Pauling, scienziato del secolo Nel 2001 cade il centenario della nascita di due giganti del sa p e re, Enrico Fe r mi (1901-1954) e Linus Pauling (1901-1994), entrambi premi Nobel. Il primo, il grande fisico italiano, padre dell’energia nucleare e della bomba atomica, è il più noto ed il suo centenario è al centro di molte iniziative scientifiche e culturali. Il secondo, un chimico americano, è meno noto al grande pubblico italiano, anche se si devono a lui contributi fondamentali nella chimica e nella biologia e una grande lezione di impegno civile per la pace e contro le bombe atomiche. Nato nell’Oregon, uno degli stati della costa del Pacifico degli Stati uniti, da modesta famiglia, lavorò per poter studiare e frequentare l’Università dove si diplomò in scienze per passare poi a studiare chimica fisica all ’ U n ive rsità della Califo rnia a Pa s a d e n a . Molti libri e articoli descrivono i suoi successi scientifici, a cominciare dalle prime ricerche sulla “natura del legame chimico”. Un fondamentale libro di Pauling, con questo nome, f u p u bbl i c at o n e l 1 9 3 9 ( p e r inciso lo lessi da studente ed era uno dei primi libri americani che arrivarono in Italia, dopo la Liberazione, alla fine della lunga notte di isolamento internazionale imposto dal fascismo). La prima importante sede di insegnamento e di ricerca di Pauling fu il California Institute of Technology a Pasadena e qui, oltre a molti altri temi, affrontò quello della struttura delle proteine. Come è ben noto, le proteine sono costitute da lunghe successioni di amminoacidi uniti fra loro con legami --CO—NH. Alla fine degli anni trenta non 16 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 si sapeva, però, come fosse organizzata questa successione di amminoacidi; Pauling, insieme col collega Corey, avanzò l’ipotesi che essi fossero disposti in una elica, una ipotesi che si rivelò vera quando Pauling vide, in Inghilterra, nel 1948, le prime “fotografie” degli spettri di diffrazione della cheratina. Il primo articolo di Pauling sulla struttura delle proteine apparve nel 1952 ed ebbe una grandissima risonanza; Pauling estese la teoria della struttura ad elica all’acido desossiribonucleico, DNA, un tema su cui stavano la vo ra n d o, in Inghilterra, i chimici Watson e Crick. Nel 1951 furono ottenuti gli spettri di diffrazione delle molecole del DNA che furono rese pubbliche nell’aprile 1952 durante un congresso a Londra e Watson e Crick, sulla base di tali “fotografie”, proposero per il DNA quella struttura “a doppia e lica” per cui sarebbero divenuti celebri nel mondo. Sarebbe arrivato allo stesso risultato, prima di loro, se avesse potuto partecipare a Londra allo stesso congresso, a n ch e Pauling che invece non poté allontanarsi dagli Stati uniti perché il governo gli aveva tolto il passaporto per le sue presunte attività “antiamericane”. E quello di contestatore fu un altro volto di Linus Pauling, ispirato anche dalla moglie Ava Helen (1903-1981), che aveva sposato nel 1923 e che era una attivista nei movimenti dei diritti civili e pacifisti. Davanti ai risultati delle esplosioni delle bombe atomiche americane su Hiroshima e Nagasaki e agli effetti delle esplosioni nucleari sperimentali nell’atmosfera, Pauling decise di dedicare una parte rilevante del suo impegno Ricordo di un Nobel per la Chimica nei movimenti per la cessazione dei tests nucleari e per l’abolizione delle bombe atomiche. A partire dal 1950 era cominciata la persecuzione di tutti coloro che erano sospetti di “comunismo”, cioè di idee liberali e pacifiste, costretti, per poter continuare a lavorare, a “denunciare” altri colleghi sospetti anche loro di “comu n i s m o ” . Pauling si rifiutò di testimoniare davanti alla speciale commissione del senatore repubblicano Joe McCarthy, continuò nelle marce contro le bombe atomiche e, come ricordavo prima, fu privato del p a s s ap o rt o. I suoi successi s c i e n t i f i c i e ra n o s t at i c o mu n q u e t a l i ch e nel novembre 1954 ebbe il premio Nobel per la chimica; per tutti gli anni cinquanta del Novecento continuò la sua campagna c o n t ro l e b o m b e at o m i ch e. I l s u o l i b ro “Mai più guerre !” del 1958 contribuì moltissimo alla mobilitazione dell’opinione pubblica che portò all’accordo del 1963, con cui sovietici e americani decisero di sospendere i tests nucleari nell’atmosfera. Per il suo impegno civile Pauling ebbe nell’ottobre 1963 un secondo premio Nobel, questa volta per la pace, unica persona ad avere avuto due premi Nobel non divisi con altri. Poco dopo il California Institute of Technology mostrò di non gradire l’impegno po litico di Pauling che lasciò l’insegnamento e c o n t i nu ò l e r i c e rch e n e l p ro p r i o “ L i nu s Pauling Institute”. Tali ricerche riguardarono temi anche controversi come quello della medicina e della psichiatria “ortomolecolare” e quello degli effetti che fo rt i dosi quotidiane di vitamina C hanno sulla prevenzione delle malattie. Pauling ha disposto che la sua biblioteca e il suo archivio, di decine di migliaia di libri e articoli e di centinaia di migliaia di lettere e appunti, fosse lasciato all’università dell’Oreg o n , d a c u i aveva m o s s o i p r i m i p a s s i . Un catalogo di tale immenso patrimonio, una bibliografia completa e molte notizie su Linus e Alma Pauling si trovano in Internet nel sito: www.orst.edu/Dept/Special Collections/subpaes/ahp (2500 pagine su Pauling si trovano anche nell’archivio dell’FBI; anche in questo caso il coraggio civile ha avuto la meglio sull’oscurantismo e sulle persecuzioni politiche). Alcuni libri di Linus Pauling • L. Pauling e E. B. Wilson, “Introduction to quantum mechanics with applications to chemistry”, New York, 1935; ristampa New York, Dover, 1985; traduzione italiana col titolo: “Introduzione alla meccani ca quantistica”, Padova, Piccin, 1968. • L. Pauling, “The nature of the chemical bond and the structure of molecules and c ry s t a l s. A n i n t ro d u c t i o n t o m o d e rn structural chemistry”, Ithaca (NY), Corn e l l Un ive rs i t y P re s s, p r i m a e d i z i o n e 1939; 2a edizione, 1945; 3a edizione 1960; in italiano col titolo: “La natura del legame chimico”, traduzione di G.B. Bonino dalla 2a edizione americana, Roma, Edizioni italiane, 1949; traduzione dalla 3a edizione americana, Roma, Edizioni italiane, 1961. Edizione americana abbreviata col titolo: “The chemical bond. A brief introduction to modern structural chemistry”, Ithaca, Cornell University Press, 1967: • L.Pauling, “General chemistry”, San Francisco, Freeman, 1948, 1953, 1988; traduzione italiana col titolo: “Chimica generale, Milano, Longanesi, 1952, 1958, 1960. • L. Pauling e R. Hayward, “The architecture of molecules”, San Francisco, Freeman, 1964. • L. Pauling, “No more war!”, New York, Dodd, Mead & Co., 1958,1974, 1983. • L. Pauling, “Vitamin C and the common cold”, San Francisco, Freeman, 1970. An- maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 17 Ricordo di un Nobel per la Chimica che: “Vitamin C and the common cold and the flu”, 1976. • L. Pauling, “Orthomolecular psychiatry: va ry i n g the concentrations of substances normally present in the human body m ay c o n t ro l mental diseases”, S c i e nce, 19 April 1968, p. 265-271. Anche il successivo: D. Hawkins e L.Pauling, “Orthomolecular psych i at ry : treatment of schizophrenia”, San Francisco, Freeman, 1973. • E. Cameron and L. Pauling, “Cancer and Vitamin C”, 1979, 1981, 1993. • L. Pauling, “How to live longer and feel better”, 1986; traduzione italiana col titolo: “Come vivere più a lungo e sentirsi meglio”, Milano, Frassinelli, 1989 Alcuni scritti su Linus Pauling • A. Serafini, “Linus Pauling. A man and his science”, New York, Paragon I louse, 1989. • T. Hager, “Force of nature: the life of Linus Pauling”, New York, Simon & Schuster, 1995 recensione in New Scientist, 25 November 1995. Anche, dello stesso autore: “Linus Pauling and the chemistry of life”, New York, Oxford University Press, 1998. • D.E.Newton,“Linus Pauling, scientist and advocate”,New York, Facts-on-Files, 1994. • G. B. Kauffmann, molti articoli fra cui il recente: “Linus Pauling: scientist of the century”, Chemistry and Industry, 19 february 2001. Dott. Prof. Giorgio Nebbia LA REDAZIONE DE ÒIL CHIMICO ITALIANOÓ INVITA I PROPRI LETTORI AD INVIARE CONTRIBUTI SCRITTI SU PROBLEMI DI ATTUALITAÕ DELLA CHIMICA E DELLA PROFESSIONE 18 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 Dagli Iscritti Applicazioni della tecnologia avanzata nelle analisi di controllo Siamo nel 2000 e certamente l’evoluzione della ricerca scientifica un po’ in tutti i campi ha portato a profonde innovazioni. I Laboratori di analisi merceologiche forse sono fra i più strettamente interessati a questa evoluzione, poiché operando in un settore di controllo dei più svariati prodotti in circolazione, da quello di comune uso industriale e non, hanno avuto esigenza di allinearsi alla modernizzazione dei metodi di analisi. Per quanto riguarda l’analisi alimentare determinante è stata la ricerca quantitativa del Li nei vini destinati alla distillazione obbligatoria nelle campagne vitivinicole annuali, grazie alla spettroscopia ad assorbimento atomico. Nel campo di prodotti alcolici, di fondamentale importanza è stata inoltre la determinazione del metanolo, a seguito dei ben noti trascorsi degli anni ‘90, per via gascromatografica, o anche per via colorimetrica. Sono stati anche messi a punto metodi per accertare la presenza di eventuali zuccheri aggiunti nella fermentazione. Per quanto riguarda invece i prodotti cerealicoli di fondamentale importanza oltre che l’analisi morfologica, è la deter minazione del frumento tenero negli sfarinati di grano duro grazie all’elettroforesi. Analisi rigorose per la classificazione degli oli vegetali, e per la determinazione di eventuali frodi sono certamente la gas-cromatografia per la determinazione di lipasi, steroli, cere e acidi grassi. Di fondamentale importanza per la classificazione degli oli vegetali (e degli estratti di conserve) è la determinazione del ∆K per via spettrofotometrica e dei trigliceridi per mezzo di HPLC (cromatografia liquida ad alta pressione). Per la determinazione dei concimi, dai semplici ai composti, si adopera la spettrometria ad assorbimento atomico, per l’analisi di Na e K. Per quanto riguarda poi i prodotti petroliferi di fondamentale importanza è la distillazione (oggi possibile anche grazie a distillatori automatici) che permettono di determinare i parametri chiave per la classificazione dei p rodotti finiti da immettere sul merc at o. Inoltre, quali additivi, si rende necessaria la determinazione quantitativa del colorante (verde per le benzine super e senza Pb, viola per la benzina agricola, verde per il gasolio agricolo, celeste per le benzine Avio, rosso per il gasolio da riscaldamento, etc.) grazie all’analisi colorimetrica. Di fondamentale importanza è inoltre la determinazione quantitativa del Pb per via spettrometrica ad assorbimento atomico, e del benzene, i cui limiti sono in continua revisione, per le benzine super e super senza Pb, grazie alla gas-cromatografia. Anche per i gas di autotrazione e non si usa l’analisi gas-cromatografica. Oggi come oggi, per la classificazione dei prodotti petroliferi, di fondamentale importanza è diventata la determinazione dello Zolfo, che avviene mediante spettroscopia a Raggi X. Resta inoltre da contemplare un campo di analisi delicato quale è quello delle droghe, che se pure possono essere determinate per via gas-cromatografica, per IR e per spettrometria di massa, devono essere accuratamente preparate per le analisi. Alla luce di quanto esposto risulta chiaro quanto sia vasto il campo di azione di determinati laboratori di controllo, e quanto versatile devono essere gli analisti e l’uso delle apparecchiature in loro dotazione. Dott.ssa Maria Lepore Chimico Direttore Agenzia delle Dogane - Bari maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 19 Dagli Iscritti Il fenomeno del doping Sport e doping. Da tempo, ormai, è questo il binomio che accompagna le più diverse discipline e le più disparate manifestazioni con un crescendo che le denunce dei “media” negli ultimi tempi sottolineano con forza. Non c’è sport senza doping, dunque? Come si è arrivati a questo punto? E che rischi comporta il dilagare di questo fenomeno anche nelle fasce di praticanti più impensabili ( giovani, amatori, ecc.)? Processi penali, inchieste, indagini, casi di positività sono lì a lanciare l’allarme. Ma più che la fascia “alta” dei praticanti, tutto sommato una minoranza dei praticanti totali, il fenomeno preoccupa per la sua diffusione in basso. Se il 10% dei ragazzini della scuola elementare a Roma, secondo una recente inchiesta del Comune e del Ministero della PI, assume integratori e creatina, cioè è “aperta”, disponibile all’abbinamento farmaco-attività spor tiva, c’è da essere preoccupati. Perché dall’integratore al farmaco lecito il passo è breve, dal farmaco lecito a quello illecito, ancora più breve. Dunque il doping allarma per i suoi risvolti nella società. Per i rischi futuri (tutti da indagare). Per i costi che minaccia di imporre alla comunità in termini di tutela di una salute facilmente compromessa da farmaci proibiti. Non solo un problema dello sport, dunque. Dove, peraltro, la trasformazione economica degli ultimi anni, la spettacolarizzazione, l’avvento di tv e sponsor, la crescente monetizzazione costituiscono molle fortissime verso il doping. Uno sport gove rn ato dagli interessi economici è uno sport sempre più dopato. Per questo il fenomeno non deve e non può essere sottova l u t at o. Non dimentichiamo che l’attività professionistica rap p re s e n t a soltanto la punta di un iceberg, che l’esem- 20 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 pio dei campioni trascina e con il passare del tempo - se non si prenderanno adeguate contromisure - i danni sociali saranno certi e pesanti. Cercare di migliorare le proprie prestazioni agonistiche non è un fatto recente. Sin dai tempi dell’ antica Grecia, durante lo svolgimento dei Giochi Olimpici, era prassi usuale l’assunzione da parte dei concorrenti di infusi di erbe e funghi allo scopo di migliorare le proprie performance; è stato infatti anche ipotizzato che le numerose statue di Giove, situate nella vicinanza degli stadi, fossero state poste dagli atleti per invocare il perdono divino a seguito “dell’imbroglio” praticato durante la competizione. Più recentemente, nel XIX secolo in Francia era molto diffusa una mistura di vino e foglie di coca nota con il nome di “vin maraini” capace di ridurre le sensazioni di fatica e di fame durante attività intense e protratte nel tempo. Agli inizi del novecento i maratoneti assumevano alcool durante la gara e gli atleti americani iniziavano le pratiche farmacologiche utilizzando uno stimolante di diffusione popolare quale la stricnina. Con il passare degli anni, e con i progressi della farmacologia, tale attività é diventata sempre più intensa sino al punto di costituire un fenomeno internazionale noto con l’appellativo di doping. L’ipotesi più attendibile sull’origine del termine doping (sostantivo anglosassone), è che derivi da un dialetto Sudafricano ed identifichi un liquore stimolante che veniva servito nelle cerimonie religiose. Un’altra ipotesi fa riferimento alla lingua olandese ed in particolare ai termini doop (che significa salsa) e dopen (mescolare). Oggi il termine doping identifica l’assunzione di sostanze ad uso non terapeutico ed in- Dagli Iscritti dica qualsiasi trattamento inteso ad elevare artificiosamente le prestazioni dell’atleta in gara per favorirlo nella competizione, alterando così gli equilibri della competizione stessa. Infatti il doping non comprende soltanto l’uso di farmaci, ma anche alcune tecniche quali la deidratazione, la auto-trasfusione del sangue dello stesso atleta (rara), l’ipnosi, la terapia megavitaminica, la somministrazione endovenosa di liquidi, la somministrazione di ossigeno, ecc. Il termine doping si diffuse intorno ai primi del ‘900 per indicare la stimolazione illecita degli animali in competizione nei cinodromi e negli ippodromi ed in seguito venne esteso anche all’uomo. Il sospetto dell’uso di sostanze stimolanti iniziò nei Giochi Olimpici invernali del 1952 e si intensificò nel 1954 quando si diffusero sul mercato gli steroidi a n ab o l i z z a n t i . L’evidente utilizzo di quest’ultimi nei Giochi Olimpici del 1964 condusse all’introduzione del “Controllo doping” nei successivi Giochi del 1968. Qualora questi controlli fossero stati inseriti più precocemente probabilmente si sarebbe potuto evitare il sospetto che le morti di al- cuni ciclisti (ricordiamo il danese Knut Jensen alle Olimpiadi di Roma nel 1960 e “in diretta” l’inglese Tommy Simpson in una tappa del Tour de France), fossero legate all’uso di amfetamine. In contrasto all’espandersi del fenomeno doping, le federazioni sportive mondiali sembrano essere d’accordo sul fatto che i farmaci non dovrebbero essere assunti dagli atleti per migliorare la loro performance. Infatti, ciò avrebbe come conseguenza che il vincitore si identifichi con l’atleta che pratichi il programma farmacologico più efficace e non colui che ottenga le vere migliori prestazioni. Oltre alle valutazioni prettamente morali, esistono anche delle conseguenze fisiche, non certo da sottovalutare, derivanti dall’assunzione a lungo termine di questi farmaci. Allo scopo di scoraggiare l’uso e l’abuso di farmaci nella pratica sportiva la Commissione medica del Comitato Olimpico Internazionale (IOC) ha stabilito una lista di sostanze, suddivise in classi, e di metodi proibiti applicando severe sanzioni disciplinari agli atleti che dovessero risultare positivi ai controlli effettuati. Ovviamente l’elenco vie- Affrancare secondo le vigenti tariffe IL CHIMICO ITALIANO Periodico d’informazione dei Chimici d’Italia P.zza San Bernardo, 106 00187 Roma Dagli Iscritti ne continuamente ag g i o rn at o ; di seg u i t o vengono riportati, suddivisi in classi, le sostanze ed i metodi proibiti. Tab. I: Elenco delle classi di sostanze e dei metodi proibiti dal ClO. I Classi di farmaci A. Stimolanti B. Narcotici - analgesici C. Agenti Anabolizzanti D. Diuretici E. Peptidi, Ormoni glicoproteici ed analoghi II Metodi doping A. Doping del sangue (Trasfusioni) B. Manipolazioni farmacologiche, chimiche e fisiche III Classi di farmaci soggetti ad alcune restrizioni A. Alcool B. Marjuana C. Anestetici locali D. Corticosteroidi E. Beta - bloccanti C’è chi sostiene che liste di questo tipo sia- no una guida pratica per fare doping e non promuovano alcuna educazione né in campo sportivo né in quello medico-biologico, tale affermazione appare comunque inesatta in quanto la regolamentazione farmacologica ha già prodotto, sebbene limitatamente, effetti restrittivi sull’abuso di queste sostanze. Come è noto, i danni provocati dal doping possono essere rilevabili a breve ed a lungo termine. Tra i primi, dopo le morti da doping causate dalle “vecchie” tipologie di a m fe t a m i n e, vanno assumendo rilievo le “nuove” morti indotte da beta-bloccanti. I danni a lungo termine possono essere correlati: a) alla mutagenesi farmacologica (ossia mutazione di una cellula germinale portatrice dei caratteri ereditari) le cui conseguenze possono manifestarsi nella prima generazione o dopo molte generazioni successive; b) alla cancerogenesi chimica, fenomeno che implica la comparsa di tumori indotti da sostanze chimiche, tra cui alcuni farmaci, anche a distanza di molti anni; c) alla teratogenesi farmacologica. In cam- La Redazione de “Il Chimico Italiano” invita i propri lettori ad inviare contributi scritti su problemi d’attualità della chimica. L’invio dei contributi scritti è gratuito. Nell’inviare i manoscritti si prega di specificare i seguenti dati: Cognome Nome C/o Indirizzo Provincia Professione Località CAP Tel. Settore a cui intende collaborare Fax Dagli Iscritti po sportivo essa riguarda un campione ridotto, ossia le atlete ai primi stadi di gravidanza in cui farmaci teratogeni inducono malformazioni nel feto correlate all’epoca di somministrazione. Se le analisi anti-doping effettuate sono, da una parte, sempre più specifiche e precise, d’altro canto gli atleti assumono sempre più nuove sostanze dopanti per migl i o ra re le proprie condizioni sportive e risultare negativi ai test anti-doping. L’opinione di coloro che propongono l’effettuazione dei test farmacologici, e divisa su tre fronti diversi: ci sono coloro che pensano che se i test fossero effettuati più frequentemente e con strumentazione ad elevata sensibilità, l’uso del farmaco potrebbe addirittura venir eliminato non solo nelle gare, ma addirittura negli allenamenti precedenti la gara stessa . Altri affermano che, vietando l’uso di farmaci conosciuti dal punto di vista chimico e biologico, si spingono gli atleti a cercare altri farmaci sui quali si conosce poco o nulla, sia per quanto riguarda i tipi d’analisi da eseguire e le sostanze intermedie da ricercare, che per quanto riguarda gli effetti collaterali a breve e a lungo termine. Una terza opinione in merito è data da coloro che sostengono che i test debbano essere quantitativi piuttosto che qualitativi e che lo scopo delle federazioni sia quello di prevenire l’uso eccessivo dei fa rm a c i . Una trattazione completa del doping fa rm a c o l ogico incontra molte difficoltà, prima fra tutte la illiceità del fenomeno, che ne impedisce una conoscenza approfondita, sia per quanto riguarda i farmaci impiegati che la loro efficacia farmacologica. La diffusione del doping rappresenta un p ro blema complesso che interessa v a r i aspetti. Tra i fattori responsabili della diffusione del doping sono da tenere in considerazione: il professionismo sportivo, la scarsa formazione sportiva del pubblico, il protagonismo, l’intento speculativo degli atleti e di coloro che li circondano, la diseducazione familiare. Inoltre, le reazioni psicologiche dell’atleta non sono probabilmente estranee alla diffusione del doping il calo sportivo (con conseguente calo del divismo) conseguente ad una condotta di vita inadatta alle prestazioni atletiche, finisce per indurre a tale fenomeno. Purtroppo, data l’incompetenza nell’uso delle sostanze prescelte, il doping, e sovente occasione d’intossicazione e può finanche arrivare a mettere in pericolo la vita dell’atleta stesso. Per poter comprendere gli effetti derivanti dall’abuso di queste sostanze è necessario conoscerne la natura, la farmacologia e le modalità di smaltimento da parte dell’organismo; queste informazioni consentono di poter ipotizzare la drammatica situazione in cui potremo trovarci tra qualche anno se non verranno prese adeguate contromisure. L’entità e la pericolosità del fenomeno implicano l’adozione di misure sempre più efficaci ed appare evidente che l’attuale strategia, basata sulla ricerca dei metaboliti urinari, appare del tutto insufficiente. Per migliorare l’efficacia della lotta al doping occorre utilizzare un nuovo modello in cui confluiscano in modo sinergico, data la complessità dell’argomento, figure di diverse professionalità ed attuare un programma di controllo capillare (nonché di info rm azione) che coinvolga l’atleta sin dai primi anni di attività sportiva basato sul monitoraggio dei suoi parametri biochimici onde intervenire tempestivamente qualora si riscontrino situazioni fisiologicamente non spiegabili. (1 - continua) Dott. Dario D’Ottavio maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 23 Dagli Iscritti Un “inquinante insolito” in acque di falda: il 3-sec-butil-6-metiluracile Nei controlli sulle acque di falda per la ricerca di pesticidi accade frequentemente di rinvenire, oltre ai principi attivi commerciali, anche qualche loro metabolita, a volte pred o m i n a n t e, come nel caso desetilat ra z i na/atrazina. È tuttavia molto difficile individuare un metabolita “nuovo”, come pure qualsiasi sostanza per la quale non venga mirata la ricerca. Il caso in argomento può presentare un interesse particolare per le possibili relazioni con il principio attivo diserbante noto come “Bromacile”. La caccia alla sostanza in questione è iniziata quando, in alcuni campioni di acque di falda provenienti da un centro abitato, è stato notato un nuovo picco cromatografico, durante le analisi di routine per la quantificazione dei diserbanti (analisi in GC/NPD previa estrazione preconcentrazione in fase solida degli analiti). Il fatto che lo stesso picco fosse presente solo in acque provenienti da alcuni pozzi vicini, in più campioni ripetuti a distanza di tempo, ha attratto l’attenzione, escludendo la possibilità di un artefatto analitico. Tuttavia le verifiche in GC-MS, inizialmente, sono state di scarso aiuto, in quanto lo spettro del composto non è presente nelle librerie commerciali (es. Wiley 275.1). L’impressione che potesse trattarsi di un diserbante, ha spinto a continuare i campionamenti, risalendo la falda a monte e delimitando sempre più l’area interessata, ad una stretta fascia. Il fatto che questa avesse origine da un’area depressa molto vasta (un’ex cava), adibita alla coltivazione di mais, e l’assenza di pozzi a monte ha fuorviato le ricerche, 24 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 rafforzando l’idea che si trattasse di un nuovo diserbante, impiegato solo in quell’area. La vera origine è stata individuata più tardi, a seguito dei controlli periodici condotti su una discarica di rifiuti speciali sita molto più a monte: il “picco incognito” era presente solo a valle della discarica, e nel percolato. Anche se era accertato da almeno due anni che la discarica perdeva percolato in falda (con punte di 100 mg/l di ammoniaca nei pozzi spia più vicini), era difficile prevedere che qualche inquinante, sia pure in tracce, potesse percorrere i sei chilometri di distanza tra questa e il centro abitato. La cosa colpisce ancora di più se si pensa che in genere gli inquinanti “tradizionali” (ammoniaca in particolare) non sono più rilevabili in falda dopo qualche centinaio di metri, anche in un terreno di natura prevalentemente ghiaiosa. A questo punto diventava impellente tentare di identificare il composto, caratterizzato da: • uno spettro di massa con uno ione molecolare poco evidente di massa = 182 (1,7%), vicino ad altri fonte di possibile confusione; • picco base massa = 127 (100%); • masse caratteristiche: 167 (5-6%), 153 (10%), 110 (23%), 84 (30%), 70 (89%); • assenza di alogeni in base agli spettri ed al comportamento verso il detector ECD. Tra gli spettri individuati dal programma di ricerca della biblioteca a disposizione, è stato valutato come “più somigliante” quello del 3-propil-6-metiluracile (massa 168) che differisce di 14 unità e mostra alcune carat- Dagli Iscritti teristiche di frammentazione in comune, alle masse più basse. Nell’ipotesi che la molecola incognita differisse solo per un gruppo -CH2- o -CH3, sono stati cercati in letteratura i possibili derivati del 6-metiluracile. Anche questa semplificazione ha portato a dover verificare un gran numero di composti: 12 con massa = 182, e 4 con massa = 1 6 8 , per confro n t o. Di questi, i p o t i z z at i considerando anche i possibili tautomeri cheto-enolici derivati dal 6-metiluracile, il “Beilstein Handbuch der Organische Chemie” (versione “on-line”), ha fornito “solo” i riferimenti di cinque composti. Per una fortunata coincidenza è stato facile reperire subito la descrizione dello spettro di massa del 3-sec-butil-6-metiluracile, che è risultato coincidente con quello del composto incognito, riscontrato nella falda 1. La cosa forse più interessante è che il composto veniva citato, negli articoli consultati, come una possibile via di degradazione di un principio attivo usato come diserbante, il 5-bromo-3sec-butil-6-metiluracile, commercialmente noto come “Bromacil” (Bromacile) o “Hyvar”, fornendo così una possibile indicazione sull’origine della sostanza. Un’altra possibile origine è emersa successivamente, riscontrando che il composto viene citato quale intermedio per la produzione dello stesso Bromacile, per bromurazione con bromo elementare (brevetto US 3330640). A posteriori, è stato possibile reinterpretare estesamente lo spettro di massa (e confermare l’attribuzione della struttura), grazie a due articoli specifici 2-3. Ironia della sorte, si è poi verificato che la biblioteca spettri a disposizione comprende, tra i derivati del 6metiluracile, oltre al già citato 3-propil, anche quelli del 3-metil, 3-etil, 3-n-butil, che possiedono alcune caratteristiche simili, evidenti anche ad un profano. Il programma di ricerca automatico, tuttavia, tra i vari spettri somiglianti a quello del metabolita segnala solamente il 3-propil-6-metiluracile, con una probabilità più bassa rispetto ad altri quattro composti molto eterogenei. Identificato il composto, il passo successivo diventa la misura della quantità. L’unico (!) problema è che lo standard non è commercialmente disponibile presso i principali rivenditori specializzati, nonostante il composto sia stato senz’altro prodotto, in quantità industriali, quale intermedio per la sintesi del Bromacile. Fortunatamente, contattando (via internet) tre gruppi di ricerca che hanno utilizzato il composto negli ultimi 10 anni, è stato possibile ottenerne un campione gratuito, generosamente fornito dal Prof. J. Suflita (Univ. Oklahoma). Quest’ultimo è autore di un interessante studio sulla degradazione anaerobica del Bromacile, in condizioni simili a quelle presenti in una discarica 4. Lo standard così ottenuto ha permesso di confermare in modo definitivo, se ancora ce n’era bisogno, I’attribuzione della struttura, e soprattutto di misurare in modo affidabile le concentrazioni in falda e nel percolato. Le concentrazioni riscontrate a circa sei chi lometri di distanza dal punto di immissione in falda sono così risultate dell’ordine delle frazioni di microgrammo, crescendo progressivamente sino a valori dell’ordine della decina di microgrammi nei pozzi spia più vicini alla discarica. Il fatto che questa molecola sia facilmente estraibile e identificabile anche a basse concentrazioni, insieme alla discreta solubilità in acqua ne fanno, per certi aspetti, un tracciante ideale. Benchè a questi livelli sia difficile dare indicazioni tossicologiche su una sostanza di cui non si hanno notizie specifiche, fa riflettere il fatto che questa può essere solo una fra le tante, fuoriuscite dalla discarica, destinate a percorrere lo stesso “ca- maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 25 Dagli Iscritti n a l e ” ge o l ogico in una falda (in terre n o ghiaioso) che ha dimostrato un’alta velocità. Un aspetto importante, ancora oscuro, riguarda l’origine del composto: potrebbe essere stato smaltito direttamente in discarica, o p p u re deriva re da residui di Br o m a c i l e smaltiti allo stesso modo. La ricerca del Bromacile nel percolato finora non ha dato esito; tuttavia la sua assenza non è un criterio sufficiente per eliminare la seconda ipotesi, vista la sua rapida degradazione in ambiente anaerobico e la stabilità del possibile derivato nelle stesse condizioni (4). La vicenda insegna che, nel caso di discariche con perdite conclamate, non è sufficiente il semplice monitoraggio dei parametri “classici” (ammoniaca, cloruri, solventi) per definire in modo esauriente la diffusione dell’inquinamento nella falda. Per di più alcuni di questi composti, come l’ammoniaca, subiscono una rapida degradazione o assorbimento nel terreno, scomparendo rapidamente. Altri inquinanti non vengono invece rimossi con la stessa facilità, e possono essere indicatori più affidabili (es: N-AlchilB e n ze n s o l fo n a m m i d i , Tr i a l ch i l fo s fat i , 2 ldrossi-Benzotiazolo, riscontrati in dive rs i casi). Il problema principale è che la ricerca va mirata al singolo caso e comporta sempre la necessità di notevoli capacità professionali specifiche. Emerge inoltre il bisogno di dover reperire informazioni più complete possibili sulla natura dei rifiuti smaltiti nelle discariche, anche se “controllate”. Un aspetto che merita una riflessione finale è il fatto di trovare in circolazione composti che, pur se prodotti su scala industriale, non sono inseriti nelle librerie di spettri commerciali e nemmeno disponibili come standard. Dott. Tiziano Vendrame e Dott. Alfredo Mussato Servizio Laboratori del Dipartimento Provinciale ARPAV di Treviso Bibliografia 1. A. Acher, C. Hapeman J. Agric. Food Chem. 1994, 42, pp. 2040-2047: Comparision of formation and biodegradation of bromacil oxidation products in aqueous solutions; 2. J. M. Rice J. of the American Chemical Society, (1965) pp. 4569-4576: Mass spectra of nucleic acid derivatives. Pyrimidines; 3. E. Falch Acta Chemica Scandinavica, 24 (1970) pp.137-144: Mass spectra of Pyrimidines (Part 1. N-Alkiluracils); 4. A. Neal, J. Suflita Appl. Environ. Microbiol. 56 (1), pp. 292-294: Reductive dehalogenation of a nitrogen heterocyclic herbicide in anoxic aquifer slurries. 26 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 Notizie dall’Europa Le comunicazioni a seguito riportate nella rubrica “Notizie dall’Europa” sono tratte dagli ultimi numeri di “CORDIS”, editoriale dell’Ufficio delle Pubblicazioni Ufficiali delle Comunità Europee. Disponibile il bollettino n. 20 delle pubblicazioni del CCR Il Centro comune di ricerca (CCR) della Commissione europea ha emesso il proprio bollettino delle pubblicazioni per l’anno 1999 (n. 20 del 2001). Il bollettino elenca le pubblicazioni redatte nel 1999 dai seguenti istituti del CCR: • Istituto dei materiali e misure di riferimento; • Istituto dei transuranici; • Istituto dei materiali avanzati; • Istituto dei sistemi, dell’informatica e della sicurezza, • Istituto dell’ambiente; • Istituto delle applicazioni spaziali; • Istituto per la salute e la protezione dei consumatori; • Istituto per le prospettive tecnologiche; • Direzione generale del CCR. Sono presenti anche informazioni dettagliate sui brevetti ottenuti dal CCR nel 1999 e dati statistici, oltre a un indice degli autori. Il bollettino effettua una distinzione tra relazioni, articoli pubblicati in periodici internazionali, pubblicazioni speciali e presentazioni congressuali. L’opera, che va a completare la relazione annuale del CCR, si propone di offrire una rassegna delle attività scientifiche e tecniche del CCR, nonché “di essere un utile volume di consultazione e di incorag giare un’ulteriore collaborazione tra il CCR e le organizzazioni di ricerca e le industrie nazionali. Allo stesso tempo, rappresenta un riconoscimento per gli scienziati del CCR che hanno documentato il proprio lavoro tramite i vari tipi di pubblicazioni elencate”, ha affermato il direttore generale del CCR H. J. Allgeier. Per ricevere una copia del bollettino, rivolgersi al Servizio gestione delle conoscenze: Centro comune di ricerca 1-21020 Ispra (VA) T. P. 301 Fax +39-0332-789623 E-mail: [email protected] Altre informazioni di carattere generale sul CCR sono disponibili all’indirizzo http://www.jrc.cec.eu.int Bollettino delle pubblicazioni del CCR per il 1999 (n. 20/2000) RCN 15953 maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 27 Notizie dall’Europa Disponibili le pubblicazioni sul programma “Qualità della vita” Sono ora disponibili le seguenti pubblicazioni sul programma “Qualità della vita e gestione delle risorse biologiche” della Commissione europea: • “Information package 2001” Comprende il nuovo programma di lavoro per il terzo invito a presentare proposte nell’ambito del programma “Qualità della vita”; • “TSE booklet” Si tratta di una raccolta di 54 progetti di ricerca ai quali partecipano 150 laboratori di ricerca finanziati dal piano d’azione europea sulle malattie EST (129 pagine). Numero di catalogo: ISBN 92-828-9581S. • “EC-US task force on biotechnology research” L’opuscolo dal titolo “Mutual understanding” recensisce un decennio di collaborazione (34 pagine). Numero di catalogo: EUR 19407 • Brochure: “Migliorare la qualità della vita” Tale brochure di 16 pagine presenta il p rogramma utilizzando un linguag g i o semplice e ricorrendo ad esempi di progetti svolti in passato. Numero di catalogo: ISBN 92-828-5549-X. Per ottenere copie di dette pubblicazioni, rivolgersi a: Fax +32-2-2991860 E mail: [email protected] Bollettino “Qualità della vita” n. 5 (novembre 2000) RCN 15964 “Alzheimer Europe” esorta a non abbandonare la ricerca sulla demenza Vari ambiti della ricerca sono assenti dai dibattiti in corso presso la Commissione europea in merito ai contenuti del prossimo programma quadro di RST. Uno di questi ambiti riguarda la ricerca sull’invecchiamento della popolazione, che, secondo fonti della Commissione, pare avere poche probabilità di essere inserito nella sesta tornata del programma di finanziamento comunitario a favore della RST. Anche in assenza di dichiarazioni ufficiali al riguardo, i gruppi d’interesse cominciano a manifestare la loro preoccupazione. “A livello europeo, il riconoscimento della 28 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 dimensione europea della demenza e di conseguenza il finanziamento di importanti progetti pilota attraversano al momento una crisi profonda”, ha dichiarato l’attuale presidente dell’organizzazione ‘’Alzheimer Europe” Jearnot Krecké in un editoriale pubblicato nell’ultimo numero della newsletter dell’associazione. Lo storno dei fondi per la ricerca sulla demenza a favore di un budget di promo- Notizie dall’Europa zione della salute più in generale porrà in serio pericolo il futuro della cooperazione paneuropea nel campo della demenza, ammonisce Krecké. L’organizzazione ha sottolineato l’assenza della ricerca sulla demenza tra le future priorità di finanziamento indicate finora dalle istituzioni europee. “Alzheimer Eur ope” sta ora operando per ottenere più visibilità tramite maggiori contatti con i parlamentari europei, con le organizzazioni nazionali che la compongono e con i Ministeri nazionali della sanità. L’associazione ha inoltre illustrato la propria posizione al Commissario europeo per la Salute David Byrne nel tentativo di assicurare un maggiore sostegno a lungo termine alla ricerca sulla demenza. Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Alzheimer Europe 145, route de T hionville L-2611 Luxembourg Fax +352-297972 E-mail: [email protected] http://www.alzheimer-europe.org Newsletter di “Alzheimer Europe”, n. 6 (ottobre 2000) RCN 15970 Ricerca sulle biotecnologie: un decennio di collaborazione UE-USA La Commissione europea ha pubblicato la relazione dal titolo “The EC-US Task Force on Biotechnology Research”. L’opera, che tratta il periodo di collaborazione eurostatunitense compreso tra il 1990, anno di istituzione della taskforce CE-USA per la ricerca in materia di biotecnologia, e il 2000, si avvale di una prefazione redatta dal Commissario per la Ricerca Philippe Busquin e da Neal Lane, direttore del dipartimento di politica della scienza e della tecnologia presso l’ufficio esecutivo del Presidente degli Stati Uniti. La relazione comprende interviste con i membri della taskforce e articoli sui seguenti temi: bioinformatica, strumenti molecolari per l’ecologia, genomi animali, biotecnologia ambientale, immunologia e biotecnologia, neuroinformatica, biotecnologia marina, nanobiotecnologia e il futuro della ricerca biologica e biotecnologica. In una di queste interviste, Bruno Hansen, direttore della direzione per il coordinamento delle scienze biologiche presso la DG Ricerca della Commissione europea, fornisce una panoramica del futuro ruolo svolto dalla Commissione nel settore della ricerca sulle biotecnologie. La relazione è disponibile rivolgendosi all’Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee (Lussemburgo). Sulla base di una pubblicazione della Commissione europea RCN 15988 maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 29 Notizie dall’Europa Busquin illustra le proposte per il nuovo programma quadro Il 21 febbraio, il Commissario per la Ricerca Philippe Busquin ha illustrato le proposte che andranno a formare il nuovo programma quadro dell’UE, evidenziando i vantaggi che quest’ultimo apporterà in termini di maggiore cooperazione e focalizzazione. La dotazione di 17,5miliardi proposta per il nuovo programma quadro (2002-2006) rappresenta un aumento del 17% rispetto al precedente, incremento che Busquin ha definito necessario per il raggiungimento degli obiettivi europei. “L’Europa intende diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e di maggior successo al mondo. La ricerca e l’innovazione costituiscono la chiave per raggiungere tale obiettivo”, ha affermato il Commissario. Secondo Busquin il nuovo programma quadro apporterà vantaggi alle imprese, al mondo accademico e agli istituti di ricerca. Nello svolgimento delle attività di ricerca ciascuno di essi incontra dei problemi, che ver ranno affrontati dal nuovo programma. Esso, in particolare, aumenterà la mobilità dei ricercatori, cercherà di fare dell’Europa un luogo ideale per la ricerca di prim’ordine, contribuirà a intensificare la collaborazione fra gruppi di ricerca e concentrerà l’attenzione su un numero limitato di priorità. Sette priorità chiave Il Commissario ne ha evidenziate sette, illustrando i relativi obiettivi: ■ tecnologie della Società dell’informazione: sviluppare le principali tecnologie dell’informazione per rafforzare l’industria europea e aiutare i cittadini europei a beneficiare dell’economia basata sulla conoscenza; 30 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 sviluppo sostenibile: rafforzare la capacità scientifica e tecnologica necessaria all’Europa per realizzare uno sviluppo sostenibile e per contribuire in modo significativo agli sforzi internazionali volti alla comprensione e al controllo del cambiamento globale; ■ genomica e biotecnologie a favore della salute: utilizzare le recenti scoperte nel campo della decodificazione del genoma umano, soprattutto nella lotta contro le malattie e nel potenziamento dell’industria europea delle biotecnologie; ■ n a n o t e c n o l og i e, m ateriali intelligenti e nuovi metodi di produzione: aiutare l’industria europea a beneficiare di queste tecnologie all’avanguardia; ■ spazio e aeronautica: mantenere la leadership dell’Europa nel settore aerospaziale e concentrare l’attenzione sulla sicurezza e la protezione ambientale; ■ sicurezza alimentare e rischi per la salute: definire la base scientifica necessaria alla p roduzione di alimenti sani e sicuri e controllare i rischi relativi alla produzione alimentare; ■ cittadini e governo nella società europea: mobilitare la capacità di ricerca nell’ambito delle scienze economiche, politiche, sociali e umane, migliorando così la comprensione dell’importanza di una società basata sulla conoscenza in tutta l’Europa. La ripartizione preliminare dello stanziamento nelle singole voci mostra che il con■ Notizie dall’Europa t r i buto del prossimo programma quadro ammonterà a 16,275 miliardi, mentre il resto è rappresentato dall’Euratom. Poco più di tre miliardi sono destinati alla creazione dello Spazio europeo della ricerca. In base a tale suddivisione, delle sette priorità di ricerca illustrate da Busquin, le tecnologie della Società dell’informazione rappresentano la singola voce di spesa più cospicua, con un importo invariato rispetto al Quinto programma quadro di 3,6 miliardi. Le imprese europee, sia piccole che grandi, d ov rebb e ro beneficiare dei risultati delle proposte. Accanto all’enfasi posta sulla necessità di garantire che i risultati della ricerca siano accessibili alle imprese e contribuiscano a creare nuovi investimenti e posti di lavoro, le PMI (piccole e medie imprese) riceveranno maggiore attenzione. Il tasso di partecipazione al programma previsto per le PMI, infatti, è passato dal 10 al 15% sul totale dei partecipanti. Tali aziende b e n e f i c e ranno inoltre dei migl i o ra m e n t i proposti per quanto riguarda l’accesso ai capitali di rischio e la ricerca di partner. “Le proposte che sto avanzando nell’ambito di tale programma mirano ad aiutare le aziende a sviluppare le tecnologie chiave per il futuro e a consentire alle nostre università e ai nostri centri di ricerca di intensificare la collaborazione per rafforzare la base scientifica europea”, ha affermato Busquin. A n che la Commissione europea intende operare nello spirito di cooperazione che caratterizza le nuove proposte. Essa, pertanto, intensificherà la collaborazione con i centri e gli istituti internazionali di ricerca e avanzerà due nuove e importanti proposte. La prima riguarda la fornitura di assistenza agli organismi nazionali di ricerca affinché aprano maggiormente i loro programmi ai ricercatori di altri Stati membri e li integrino, contribuendo così a creare le condizioni per lo Spazio europeo della ricerca. La seconda verte sull’utilizzo, per la prima volta, di uno strumento del Trattato (articolo 169) che consente all’Unione di partecipare ai programmi nazionali degli Stati membri condotti congiuntamente. Ai partecipanti di tali programmi verrebbe garantita la flessibilità di proposta nell’ambito dei vari argomenti, nonché la possibilità di adeguare quest’ultimi alle loro esigenze di ricerca. Tale iniziativa, unita all’intenzione della Commissione di snellire l’amministrazione e la gestione dei programmi, dovrebbe contribuire alla riduzione dei costi di attuazione degli stessi. Le proposte, che devono ancora essere approvate dal Parlamento europeo e dal Consiglio, costituiscono una delle parti più significative del documento strategico che verrà presentato al prossimo vertice di Stoccolma, il 23 e 24 marzo. Per ulteriori informazioni, consultare il sito Web: http://www.cordis.lu/rtd2002 maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 31 Notizie dall’Europa Gli europarlamentari commentano le proposte di Busquin sul nuovo programma quadro Nel corso del suo intervento alla riunione della commissione dell’industria, del commercio esterno, della ricerca e dell’energia del Parlamento europeo, svoltasi il 26 febbraio, Philippe Busquin, Commissario responsabile per la Ricerca, ha sottolineato la necessità di aumentare del 17% la dotazione di bilancio destinata al nuovo programma quadro. La ma ggior parte degli europarlamentari ha accolto favo revolmente i progetti di Busquin e ha ammesso che un aumento del 9% nell’ambito dello stesso bilancio era stato approvato negli Stati Uniti, Paese che l’Europa cerca di raggiungere in termini di finanziamenti a favore della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione. Il 26 febbraio Busquin ha riferito alla commissione parlamentare che la dotazione di bilancio complessiva pari a 17,5 miliardi rappresenta un aumento del 17% rispetto al programma precedente. C i o n o n o s t a n t e, alcuni euro p a rl a m e n t a r i hanno espresso delle riserve circa lo stanziamento delle risorse finanziarie. L’eurodeputato francese Gérard Caudron ha apprezzato la proposta, ma ha messo in causa il modo in cui il finanziamento verrà destinato al coordinamento delle politiche di ricerca nazionali. Altri eurodeputati hanno auspicato che sia destinata alle tecnologie della Società dell’informazione una somma più elevata rispetto ai 3,6 miliardi previsti. Mentre le priorità in materia di ricerca indicate della Commissione sono state in larga misura accettate dalla commissione parlamentare, un certo numero di eurodeputati crede che debba essere dedicata maggiore attenzione allo sviluppo sostenibile, alla collaborazione internazionale con i Paesi in via di sviluppo nel settore delle energie rinnovabili, nonché all’assunzione di giovani ricercatori. I Ministri della ricerca accolgono favorevolmente la proposta per il prossimo programma quadro I Ministri della ricerca e dell’istruzione dell’UE riuniti a Uppsala (Svezia) hanno accolto con favore le proposte della Commissione per il nuovo programma quadro in materia di ricerca, ponendo l’accento sugli ambiti nei quali è necessario intensificare gli sforzi. La proposta della Commissione per il 6PQ è stata presentata dal Commissario per la R i c e rca Philippe Busquin il 21 febb ra i o 2001. Essa prevede un aumento della dotazione finanziaria del 17%, che verrà impiegato, fra 32 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 l’altro, a favore di una maggiore mobilità dei ricercatori e della promozione di una collaborazione più intensa fra i principali ambienti di ricerca dell’UE. Oltre a ciò, verrà accordata priorità a 7 ambiti di ricerca: biot e c n o l og i e, t e c n o l ogie della Società del- Notizie dall’Europa l’informazione, nanotecnologie, aeronautica e spazio, sicurezza dei prodotti alimentari, sviluppo sostenibile e rapporto tra cittadini e governo. “I Ministri hanno apprezzato la visione strat egica e il ch i a ro messaggio di sosteg n o espresso nei confronti della ricerca e dell’innovazione. Essi hanno altresì sottoscritto il principio chiave in base al quale l’attenzione verrà concentrata su un numero limitato di priorità, al fine di ottenere una massa critica e generare valore aggiunto europeo”, ha affe rm ato l’attuale presidente del Consiglio “Ricerca” Thomas Östros chiudendo i lavori della riunione. Tu t t av i a , egli ha aggiunto che sono stat i espressi timori per quanto concerne la marginalizzazione degli attori minori nel campo della ricerca alla luce di tale concentrazione. Fra i temi prioritari, i Ministri hanno sottolineato l’importanza di un’azione concertata per lo sviluppo delle biotecnologie in Europa, che tenga pienamente in considerazione la ricerca, l’innovazione industriale, l’imprenditorialità e la qualità della vita, nonché l’importanza di un dibattito pubblico aperto sulle questioni etiche. I Ministri hanno posto l’accento sulla necessità di coinvo l ge re maggiormente le PMI (piccole e medie imprese) e di affrontare il problema della mancanza di risorse umane nel settore della ricerca. Essi hanno inoltre accolto favorevolmente le proposte della Commissione relative a un maggior sostegno a favore delle azioni volte a promuovere la partecipazione delle PMI, hanno ribadito l’importanza di dar seguito alle iniziative lanciate dal Consiglio europeo di Lisbona in materia di competenze di base nel campo delle TI e hanno affermato che i Paesi dovrebbero utilizzare appieno i programmi e i fondi esistenti sia a livello nazionale che comunitario. I Ministri hanno inoltre apprezzato le proposte volte a migliorare la forma- zione e la mobilità dei ricercatori. La Commissione ha proposto i nuovi strumenti che essa stessa impiegherà per l’attuazione del 6PQ. “ Vista l’importanza e la complessità della materia, si è ritenuto che il tema degli strumenti dovesse essere esaminato approfonditamente. Tale analisi dovrà avvenire con una certa urgenza in seno agli organismi del Consiglio deputati, ai quali d ov rebb e ro essere inv i t ati a par t e c i p a re esperti nazionali di alto livello”, ha dichiarato Östro s. “I Ministri hanno ap p rez z at o l’intenzione di Busquin di organizzare un seminario aperto con i rappresentanti della c o munità di ricerc a , per consentire uno scambio di idee sulle modalità di definizione di regole dettagliate per l’attuazione”. I partecipanti alla riunione si sono dichiarati concordi sulla necessità di affrontare la questione da una prospettiva più ampia, tenendo conto delle esigenze della ricerca e dell’istruzione. “Secondo i Ministri è necessario effettuare un’analisi più approfondita, comune al settore dell’istruzione e della ricerca, che tenga in considerazione tutte le varie possibilità di stimolare l’interesse delle giovani generazioni nei confronti dell’istruzione a livello universitario e della ricerca in generale, nonché della fo rmazione degli insegnanti e della scienza e la tecnologia in particolare. È stato sottolineato inoltre che, fra le misure da adottare per stimolare il reclutamento dei giovani, dovranno figurare un ammodernamento generale della pedagogia e la creazione di efficaci collegamenti con il mondo del lavoro e l’industria in tutto il sistema educativo”, ha concluso Östros. Anche le scuole dovranno dare il loro contributo al dibattito sull’etica, il quale ha acquisito maggiore rilevanza a seguito dei rapidi sviluppi avvenuti in campo biotecnologico e genomico. “Il modo in cui le scuole s ap ranno aff ro n t a re queste tematiche in- maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 33 Notizie dall’Europa fluenzerà gli atteggiamenti dei giovani, mentre la fiducia che la società nel suo complesso ripone nello sviluppo scientifico e tecnologico inciderà sulla propensione delle nuove generazioni ad avviare una carriera nel campo della scienza e della tecnologia”, ha dichiarato il Ministro, aggiungendo che anche i rappresentanti del mondo scientifico e dell’industria devono intraprendere un dialogo con i cittadini su tali questioni. Le discussioni proseguiranno in seno al CREST (Comitato della ricerca scientifica e tecnica) e durante la riunione del Consiglio dei ministri della Ricerca del prossimo giugno, allo scopo di definire un’azione concreta. Il Regno Unito esprime grande apprezzamento per i piani di lavoro della Commissione relativi alla futura politica europea di ricerca L’Ufficio britannico per la scienza e la tecnologia, presso il Ministero del commercio e dell’industria, presieduto da Lord Sainsbury, ha ampiamente apprezzato “l’originalità e l’ampiezza di vedute” della comunicazione della Commissione europea dal titolo “Realizzazione dello Spazio europeo della ricerca [SER]: orientamenti per le azioni dell’Unione europea nel settore della ricerca (2002-2006)”. “Il Regno Unito riconosce che la ricerca scientifica e l’innovazione rappresentano gli elementi chiave ai fini della crescita, della competitività e di una migliore qualità della vita. Condividiamo pienamente l’importanza attribuita al sostegno della mobilità, fattore essenziale all’interno di un SER autentico”, afferma l’Ufficio britannico, il quale ag giunge che i finanziamenti a favore della mobilità dovrebbero essere raddoppiati. L’Ufficio fa eco alla posizione della Commissione circa la necessità di migliorare il contributo delle donne alla ricerca europea: “A questo vorremmo aggiungere l’importante questione del coinvolgimento dei giovani”. In particolare, il Regno Unito appoggia la decisione della Commissione di intraprendere un’azione di benchmarking delle politiche nazionali di ricerca e sviluppo, sottolineando l’importanza di gestire qualsiasi investimento in tale settore. “Questo sforzo richiederà un ap- 34 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 proccio di apertura verso l’esterno e di orientamento alla produzione di risultati. La stessa logica dovrà essere applicata alla gestione dei fondi europei per la ricerca”. L’Ufficio condivide il parere della Commissione, secondo cui il prossimo programma quadro non dovrà semplicemente sommarsi ai 15 già esistenti dei Paesi dell’Unione, “ma dovrà essere integrato e aggiungere valore agli sforzi nazionali”. Tuttavia, l’Ufficio britannico critica la Commissione per non aver dato all’innovazione “sufficiente risalto nelle sue proposte” e aggiunge che “su quest’aspetto è necessario un capitolo dai connotati più forti. Fornire sostegno alla ricerca per realizzare sviluppi nel campo della politica di innovazione e promuovere la valorizzazione dei risultati della ricerca attraverso il programma quadro costituiscono gli obiettivi chiave da perseguire”. L’Ufficio chiede inoltre che venga mag- Notizie dall’Europa g i o rmente incorag g i ata la par t e c i p a z i o n e delle piccole e medie imprese e affe rm a : “Nutriamo alcune preoccupazioni sul modo in cui il principio delle ‘attività di ricerca collettive’ potrà essere applicato e apportare benefici diretti alle PMI”. Secondo i britannici, il prossimo programma quadro dovrà pro mu overe la mobilità dei ricercatori e sostenere, a livello comunitario, programmi più specificamente mirati e a costi ripartiti, concentrandosi sulla creazione di una massa critica nei settori scientifici e tecnologici di rilevanza mondiale. Essi chiedono inoltre un maggior coinvolgimento dell’utenza finale nella ricerca, accanto a una migliore divulgazione e utilizzo della conoscenza. Il programma, a loro avviso, dovrebbe essere proiettato verso l’esterno, “rivolgendosi in particolare ai nostri principali concorrenti e partner commerciali a livello mondiale, nonché agli Stati candidati all’adesione e ai Paesi in via di sviluppo”. L’Ufficio britannico aggiunge inoltre che “è necessaria un’attività di monitoraggio e di valutazione più intensa”. Sebbene tutto ciò sia in linea con le attuali idee della Commissione, il Regno Unito non concorda pienamente con la proposta della stessa di contribuire alla fornitura dei servizi infrastrutturali. “Le decisioni in materia di finanziamenti rientrano necessariamente fra le competenze del Pa e s e, s o p rattutto di quello ospitante. Tali investimenti hanno una nat u ra di lungo periodo che non si confà alla durata quinquennale dei programmi quadro. Il ruolo della Commissione e del programma quadro dovrebbe essere di facilitazione ed estendersi, eventualmente, alla realizzazione di studi di fattibilità”, continua l’Ufficio. Tuttavia, nel campo delle scienze biologiche, dove sempre maggiore è la dipendenza dalla condivisione di risorse limitate, il Regno Unito ritiene che “forse sarebbe opportuno sostenere, a livello comunitario, l’eccellenza nei servizi offerti alla comunità europea della ricerca, piuttosto che l’eccellenza nella ricerca di base”. maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 35 Notizie dall’Europa Genoma umano: pubblicate le sequenze Le riviste “Science” e “Nature” hanno pubblicato le informazioni complete sulla sequenza del genoma umano nella settimana del 12-17 febbraio, aprendo così una nuova era per la comprensione e il trattamento delle malattie. Lo sforzo internazionale per decodificare il DNA umano è stato compiuto congiuntamente dal consorzio del Progetto Genoma umano, finanziato con fondi pubblici, e dalla società Celera Genomics (Stati Uniti). Entrambi i gruppi forniscono gratuitamente dati al pubblico, sebbene Celera Genomics abbia affermato che potrebbe limitare l’accesso alle società che richiedono dati a fini commerciali. Secondo la rivista”Science”, i dati coprono all’incirca il 95% del genoma, con una precisione stimata del 99,96%, e rivelano “un testo antico, sorprendentemente condiviso da tutti i gruppi etnici, e la cui grandezza è soltanto il doppio di quella del programma genetico di una drosofila”. I dati indicano inoltre “vaste distese di regioni simili a deserto, dove la sequenza del genoma umano contiene relativamente pochi o nessun gene codificante per le proteine”, recita “Science”. “I geni vivono in larga misura in isole di cluster sep a rate da estesi deserti della lunghezza di milioni di coppie di base, che contengono pochi o nessun gene... ogni essere umano del nostro pianeta condivide il 99,99% dello stesso codice genetico con tutti gli altri. I n realtà persone provenienti da diversi gr uppi razziali possono essere più simili, da un punto di vista genetico, di individui del medesimo gruppo”. Non sempre grande è bello, afferma la Grecia nel documento di reazione alle proposte per il SER e il 6PQ La preoccupazione nei confronti delle proposte della Commissione volte ad autorizzare progetti di ricerca più vasti costituisce uno dei principali elementi della reazione preliminare del governo greco alle proposte avanzate dalla Commissione europea per lo Spazio europeo della ricerca (SER) e il Sesto programma quadro (6PQ). Nel documento, redatto dal Ministro greco per lo sviluppo, la Grecia definisce il prossimo programma quadro europeo uno dei principali strumenti per la creazione del SER e illustra quelle che, a suo avviso, dovrebbero essere le priorità per entrambe le p o l i t i ch e. I n n a n z i t u t t o, esse dov rebb e ro condurre a un aumento della competitività 36 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 delle imprese europee a livello internazionale e, in secondo luogo, dovrebbero fornire un sostegno alle altre politiche comunitarie (fra cui le politiche regionali, ambientali, di innovazione, ecc). Nella relazione si legge in seguito che il Paese è favorevole alla concentrazione della ricerca e delle risorse in settori mirati di im- Notizie dall’Europa portanza strategica, ma non a scapito di un approccio più generico. La scelta dei settori strategici dovrebbe essere motivata e basata su studi prospettici, nonché integrata a un approccio dal basso, che consenta alla ricerca di svilupparsi secondo sia le esigenze, sia le possibilità dei ricercatori. “Siamo contrari all’esclusione dei progetti minori dal Sesto programma quadro, nonché all’idea di sostenere e promuovere esclusivamente i progetti di ampie dimensioni e alto livello di spesa. L’introduzione di una soglia di spesa elevata per i progetti di ricerca non sembra rispondere agli interessi della Grecia e neppure a quelli dell’UE”, recita il documento. Esso prosegue sottolineando che molte delle scoperte scientifiche più importanti sono opera di ristretti gruppi di ricerca e che le infrastrutture di ricerca più piccole offrono maggiore flessibilità di quelle grandi. Secondo il governo greco, il valore aggiunto europeo, nonché il valore e l’eccellenza in campo scientifico, dovrebbero rappresentare i criteri base per la valutazione dei progetti di ricerca. Inoltre, è opportuno tenere in considerazione anche la dimensione internazionale e regionale degli argomenti di ricerca, piuttosto che”i criteri in base ai quali viene data priorità ai progetti finanziati anche a livello nazionale”. INNOVAZIONE: COLONNA DEL SER E DEL 6PQ L’innovazione dovrebbe costituire una delle colonne portanti nella costruzione del SER e del 6PQ, secondo il documento, nel quale si legge: “Il modello lineare di sviluppo dell’innovazione dovrebbe essere potenziato e promosso in tutt’Europa, principalmente mediante il programma ‘Società dell’informazione’ e le iniziative strutturate in base al modello CRAFT. In sostanza, l’innovazione dovrebbe costituire uno degli elementi chia- ve del prossimo programma quadro e delle azioni connesse al SER”. La relazione elenca in modo chiaro le misure che a giudizio del Paese sarebbe opportuno adottare per fo rn i re mag giore coesione al prossimo programma quadro. Fra queste figurano la necessità di aumentare la coesione interna dei programmi caratterizzati da una maggiore cooperazione tra la ricerca in ambito pubblico e privato, da maggiori raggruppamenti innovativi e dalla capacità di favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di scienziati sia nel settore privato che in quello pubblico. La Grecia vor rebbe inoltre che si utilizzasse una base finanziaria diversificata per le infrastrutture di ricerca. Oltre agli Stati membri, fra le possibili fonti di finanziamento i greci indicano la Banca europea degli investimenti, i Fondi strutturali europei e i capitali del settore privato. “Non condividiamo l’idea di finanziare i costi per la costruzione di una nuova infrastruttura o per l’ampliamento e la gestione di strutture esistenti tramite il Sesto programma quadro”. La mobilità dei ricercatori costituisce un tema centrale delle proposte della Commissione, fattore che ha riscosso l’approvazione della Grecia, la quale condivide la necessità di considerare la mobilità uno degli obiettivi principali sia del 6PQ, sia del SER. I greci suggeriscono inoltre che intraprendere nuove azioni, come l’assegnazione di borse e la creazione di posti di lavoro negli enti di ricerca per periodi di tempo determinati, contribuirebbe a limitare la fuga di cervelli. Essi sostengono la necessità di incoraggiare un numero maggiore di giovani a intraprendere studi ingegneristici, scientifici e tecnici e a migliorare la disponibilità dei servizi per l’apprendimento permanente. Per quanto riguarda il ruolo della Commissione europea, la Grecia condivide l’iniziativa di semplificare ulteriormente le procedure maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 37 Notizie dall’Europa di selezione dei progetti per l’assegnazione dei finanziamenti e per il loro monitoraggio, ma ha espresso alcune riserve circa l’esternalizzazione delle attività di gestione dei progetti. La Grecia raccomanda inoltre l’assunzione, da parte della Commissione, di un ruolo centrale nella definizione delle modalità di attuazione dei programmi congiunti e del coordinamento dei programmi nazionali. Insieme agli Stati membri, la Commissione dovrà definire un quadro per questo tipo di cooperazione, garantendo la partecipazione di tutti gli Stati membri e l’accesso alle informazioni che da essa scaturiranno. Secondo i greci, il coordinamento potrà essere s t ru t t u rato su tre livelli: preparazione dei programmi e definizione degli obiettivi; redazione e attuazione dei progetti; valorizzazione dei risultati dei progetti. “L’apertura reciproca dei programmi nazionali non deve rappresentare l’obiettivo finale, poiché è necessario tener conto anche delle particolari esigenze di ogni Stato membro [...] L’apertura dei programmi nazionali dovrebbe avvenire in settori che generano valore aggiunto europeo”, si legge nel documento. Thomas Östros: “Il 6PQ deve fungere da strumento per l’attuazione del SER” Il Sesto programma quadro deve essere considerato uno strumento per l’attuazione dello Spazio europeo della ricerca (SER), ha affermato Thomas Östros il6 febbraio, nella sua attuale veste di presidente del Consiglio “Ricerca”. Östros ha illustrato alla commissione dell’Europarlamento per l’industria, il commercio con l’estero, la ricerca e l’energia, il programma di lavoro della Presidenza svedese in materia di ricerca, prendendo ufficialmente atto della posizione della commissione stessa in merito al settore della ricerca. “Ho letto con grande interesse la relazione preliminare della vostra relatrice, l’eurodeputata Plooij-van Gorsel, di cui la commissione ha appena discusso. Per la Presidenza svedese è molto importante che il programma quadro venga considerato uno strumento strategico per l’attuazione dello Spazio europeo della ricerca. Inoltre attribuiamo altrettanta importanza alla qualità scientifica e al valore aggiunto europeo - in altre parole, a un’accorta applicazione del principio di sussidiarietà - che costi- 38 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 tuiscono la base del sostegno comunitario alla ricerca”, ha dichiarato Östros. Il Ministro ha affermato che un accordo sul 6PQ darebbe vita al primo caso di programma quadro approvato a mag gioranza, secondo la procedura di codecisione. “È necessario che tutte le istituzioni, e il Parlamento europeo in particolare, lavorino in stretta collaborazione, affinché il processo decisionale possa svolgersi in modo lineare ed essere trasparente, efficiente e puntuale. La Presidenza svedese attribuirà la massima priorità agli sforzi tesi a ottenere un ampio consenso politico.” Il Ministro ha illustrato le altre priorità della Presidenza svedese, fra cui l’incremento della cooperazione transnazionale, l’ulteriore sviluppo del rapporto tra scienza e società, l’ampliamento del sistema educativo e l’in- Notizie dall’Europa centivazione dell’interesse per l’istruzione a ogni livello della stessa, nonché l’intensificazione dei rapporti tra istruzione e ricerca, i due ambiti di competenza del Ministro in Svezia. La Presidenza svedese desidera dedicare particolare attenzione alle biotecnolog i e, ha aff e rm ato Östr o s, secondo il quale”in questo campo è necessario adotta- re misure vigorose, partendo da una prospettiva molto ampia, innanzitutto per rilanciare tale settore di ricerca, in secondo luogo per promuovere l’applicazione industriale dei risultati della ricerca stessa e da ultimo, anche se non per importanza, per stimolare il doveroso dibattito sulle questioni etiche”. La Commissione getta le basi per lo sviluppo di una chimica sostenibile La Commissione europea ha adottato un Libro bianco che illustra la strategia per una politica futura in materia di sostanze chimiche. Obiettivo principale della nuova strategia è il conseguimento di un elevato livello di tutela della salute umana e dell'ambiente a fronte di un funzionamento efficiente del mercato interno e della promozione dell’innovazione e della competitività dell’industria chimica europea. “Il Libro bianco tiene anche conto dell’importanza di aumentare la trasparenza, rendendo più facilmente accessibili le informazioni sulle sostanze chimiche e chiarendo al pubblico le varie fasi del processo decisionale”, ha dichiarato la Commissione. Elementi principali della nuova strategia È previsto un quadro normativo uniformato, coerente ed efficiente in base al quale le informazioni sulle sostanze presenti sul mercato, sia anteriormente che successivamente alla data spartiacque del settembre 1981 (sostanze “esistenti” e sostanze “nuove” e sui pericoli connessi al loro uso devono essere di livello equivalente per g a ra n t i re lo stesso tipo di protezione. ■ Le responsabilità connesse allo svolgimento delle analisi e alla valutazione dei rischi vengono ribaltate: delle prime si occuperà l’industria, della seconda le autorità competenti. ■ L’innovazione e la competitività sono due aspetti da promuovere, senza che ciò vada a scapito di un livello elevato di protezione. ■ Viene proposta l’introduzione di un sistema di autorizzazione “su misura” per ciascuna sostanza per garantire controlli severi sulle sostanze più pericolose. ■ Le informazioni sulle sostanze chimiche saranno più trasparenti e approfondite. È una delle iniziative più importanti che la Commissione abbia mai intrapreso ai fini dello sviluppo sostenibile”, ha commentato il Commissario per l’Ambiente, M a rgo t Wa l l s t ro m . “Il nu ovo ap p roccio preve d e una serie di tappe che porteranno ad eliminare gradualmente e sostituire le sostanze più pericolose, ossia le sostanze cancerogene, quelle che si accumulano nell’organismo e nell’ambiente e quelle che possono compromettere la capacità di riproduzione. Si tratta dunque di un documento decisivo per le generazioni future”. ■ maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 39 Notizie dall’Europa Erkki Liikanen, Commissario per le Imprese, ha aggiunto: “[La] strategia approvata è fondamentale per poter raccogliere dati attendibili e di qualità sui quali basare le analisi delle numerosissime sostanze chimiche presenti attualmente sul mercato, di cui sappiamo molto poco a livello di effetti sulla salute o sull’ambiente. È una decisione importante anche per lo sviluppo di un efficiente mercato interno delle sostanze chimiche nel quale le imprese europee del settore possano operare in condizioni di parità. Il sistema adottato [...l contribuirà anche a sti- molare l’innovazione e a creare un quadro operativo nell’ambito del quale l’industria europea potrà competere a pieno titolo con altri concorrenti mondiali”. La tappa immediatamente successiva consisterà nella presentazione del Libro bianco al Consiglio e al Parlamento europeo. In seguito, la Commissione organizzerà a Bruxelles e negli Stati membri una serie di conferenze alle quali verranno invitati i gruppi di interesse del settore. In tali occasioni verrà presentato il Libro bianco e le sue implicazioni e si discuterà degli sviluppi futuri. Il CES sollecita la creazione di uno Spazio europeo dell’istruzione Il 1° marzo il CES (Comitato economico e sociale) dell’UE ha sollecitato la creazione di uno Spazio europeo dell’istruzione, una maggiore mobilità degli studenti, la formazione permanente, in particolare in relazione alle nuove tecnologie, nonché la promozione dell’apprendimento elettronico (elearning). Il Comitato ha adottato un documento a cura dei membri del gruppo di lavoro M. Koryfidis (Grecia) e M. Rupp (Germania) in merito alla forma del sistema di istruzione da attuare nell’UE. Il documento raccomanda un’intensificazione degli sforzi per creare un autentico Spazio europeo dell’istruzione, privilegiando la mobilità in tutte le sue forme, comprese la mobilità virtuale e fisica di insegnanti e studenti, nonché la mobilità di nuove idee e buone prassi. 40 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 Il Comitato è stato concorde nell’affermare che la formazione permanente rappresenta un elemento essenziale affinché i cittadini partecipino alla Società dell’informazione, alle nuove tecnologie e alla new economy. I n o l t re, secondo il Comitato l’iniziat iva eLearning” costituisce la base della strategia della Commissione volta a promuovere l’utilizzo di Internet, a creare una rete di istruzione e a sviluppare la mobilità virtuale. Per ulteriori info rm a z i o n i , visitare il sito Web del CES: http://www.esc.eu.int Letture per il Chimico In questa rubrica si segnalano, ed eventualmente si recensiscono, i libri e le pubblicazioni non periodiche che pervengono a Il Chimico Italiano o al Consiglio Nazionale dei Chimici. Microbiologia dei prodotti di origine vegetale. Ecologia ed analisi microbiologica. Coordinato da Franco Ottaviani per Istituto Lattiero Caseario e di Biotecnologie Agro-Alimentari di Thiene. Chiriotti Editori. Un volume di 707 pagine, 85.000 lire. L’Istituto di Biotecnologie Agro-Alimentari di Thiene ha inteso offrire un contributo concreto per un innovativo approccio alle procedure da adottare per valutare e garantire il rispetto delle caratteristiche e delle prestazioni di un alimento o di una bevanda. Il manuale è indirizzato ai tecnici dei laboratori aventi rilevanza esterna ed ai lab o rat o r i aziendali, ai produttori e trasformatori del settore nonché come testo didattico al fine di favorire nell’agro-alimentare l’evoluzione del concetto di controllo qualità verso quello di assicurazione della qualità di un prodotto. Al testo hanno contribuito, oltre ai collaboratori dell’Istituto lattiero caseario di Thiene altri esperti responsabili del controllo qualità di importanti aziende industriali e commerciali. Gli argomenti trattati si susseguono secondo questo ordine. Verifica, prevenzione e certificazione della qualità di produzione degli alimenti: dalla garanzia igienico-sanitaria alla certificazione di sistema qualità I piani di campionamento dei prodotti alimentari destinati alla analisi microbiologica. Norme di buona conservazione e di buona distribuzione. Struttura e funzione delle cellule microbiche. Classificazione dei microrganismi. Gli obiettivi della ricerca dei microrganismi nei prodotti alimentari di origine vegetale. Mezzi per la ricerca dei microrganismi: il laboratorio ed i terreni di coltura. Modalità per l’analisi microbiologica dei prodotti di origine vegetale. Aeromonas mobili. I conteggi batterici (cariche) totali: temperatura e sviluppo microbico. I batteri lattici: antagonismo microbico. I batteri sporigeni e la stabilizzazione degli alimenti. “ E n t e ro b a c t e r i a c e a ” c o l i fo rmi totali ed “Escherichia coli”: microrganismi ed acidità. Gli stafilococchi aurei: attività dell’acqua e sviluppo microbico. Gli enterococchi: pastorizzazione - batteri termodurici. Salmonelle: danni subletali e rivitalizzazione. L i s t e r i a , m o n o cy t oge n e s : m a l attia da alimenti. Miceti, muffe, lieviti: conservanti chimici. Le micotossine nei prodotti vegetali. Sterilizzazione: principi e applicazioni. Surgelazione dei prodotti vegetali: principi ed applicazioni. Pulizia e sanificazione. Bevande analcoliche, definizione e caratteristiche. La bir ra. Cacao e cioccolato. I prodotti da forno. Microbiologia ed ecologia del grano e della farina. Prodotti derivati dalla lavorazione della fr u t t a . I vegetali di Quart a Gamma. Le paste alimentari. Le spezie. Il vino: ecologia dalla vinificazione, processo delle vinificazioni, rischio. Vinificazione in non conformità: controlli, tecniche di controllo, analisi lieviti e microrganismi. Scienza del latte - Principi di tecnologia del latte e derivati - 3a edizione. Charles Alais. Tecniche Nuove Editrice. Un volume di 739 pagine, 119.000 lire. Si può definire l’enciclopedia del latte, frutto di una intera vita dedicata a conoscere, sempre meglio conoscere, le infinite verità che il latte contiene e che lentamente si van no conoscendo. maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 41 Letture per il Chimico Sono particolarmente importanti oltre alle conoscenze relative alla struttura delle casein e, delle siero p ro t e i n e, del gra s s o, d e l l a membrana globulare grassa, dei microcostituenti già presenti nella precedente edizione, le ricerche e le innovazioni inserite nei capitoli dedicati alle proteine, al Caseificio, ai prodotti diversi. Il testo comprende i seguenti arg omenti: nozioni fondamentali, la secrezione del latte; la sua struttura; i glucidi, il lattosio, l’acido lattico; i lipidi, la sostanza grassa, la crema; i protidi del latte, la caseina, il fenomeno della coagulazione; le sostanze minerali, gli acidi organici; i costituenti con attività biologica; la fisica, e fisica-chimica del latte; microbiologia e igiene del latte e derivati; sviluppo dei microrganismi nel latte e la loro attività; i batteri lattici e gli innesti; l’infezione della mammella e le sue conseguenze; i problemi igienici, il risanamento del latte; i fattori che influenzano la produzione e la composizione del latte; le condizioni della produzione, la mungitura; le condizioni della raccolta del latte, il raffreddamento, la pulizia; pastorizzazione e sterilizzazione; la crema e il burro; i formaggi, gli enzimi, i metodi moderni; i prodotti lattiero-caseari diversi; i problemi alimentari ed in particolare gli effetti di integrazione, allergia, intolleranze, potere nutritivo nella alimentazione umana. Da notare infine le ampie informazioni su componenti e derivati del latte difficilmente reperibili presso i fornitori dei singoli prodotti. I prodotti alimentari geneticamente modificati. Francesco Aversano. Editore “Il Sole - 24 Ore”. Un volume di 225 pagine, 35.000 lire. Fino al 1997 non era dato conoscere quali fossero le regole generali in materia di nuovi prodotti, noti ai più, quali alimenti cosiddetti transgenici, perché in realtà, il legislatore na- 42 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 zionale non ne aveva neanche considerato l’esistenza (solo i decreti del 1993 inquadravano la materia) mentre in campo europeo si progettava l’emanazione di norme specifiche. Il principale obiettivo del volume è quello di dare il resoconto di quanto finora è stato fatto in campo nazionale e comunitario dal punto di vista normativo nel settore delle bio tecnologie con particolare riferimento ai prodotti alimentari geneticamente modificati. Sono trascritti e commentati tutti i decreti, i regolamenti, le raccomandazioni, mettendo in evidenza il profilo generale, il profilo salutistico, il profilo etico, il profilo informativo sostanziale di ogni norma. L’ o p e ra è sud d ivisa in otto capitoli ch e comprendono la materia in oggetto. 1. D.Lgs, 91/1993: attuazione della direttiva 9 0 / 2 1 9 / C E E , c o n c e rnente l’impiego confinato di microrganismi geneticamen te modificati. 2. D.Lgs. 92/1993: attuazione della direttiva 90/220/CEE, concernente l’emissione d e l i b e rata di organismi ge n e t i c a m e n t e modificati. 3. I nuovi prodotti ed i nuovi ingredienti alimentari. 4. L’etichettatura dei prodotti geneticamente modificati. 5. I requisiti generali e specifici in materia di etichettatura dei prodotti modificati geneticamente. 6. L’etichettatura dei prodotti e ingredienti alimentari contenti additivi e aromi geneticamente modificati o derivanti da OGM. 7. Le sanzioni in materia di etichettatura dei nuovi alimenti. 8. Il principio di precauzione, il D.P.C.M. 4 agosto 2000 e il pare re europeo dello Scientific Committee on food. Negli allegati sono inseriti il testo delle disposizioni: D.Lgs., circolari, regolamenti nazionali, CE, delle Commissioni, del Parlamento europeo fino al 2000. Letture per il Chimico Prodotti chimici - Guida per il consumatore. John Emsley. Ed. Zanichelli. Un volume di 254 pagine, 34.000 lire. Chimica e qualità dell’ambiente. E. Cianetti, P. Papetti. Ed. Nuovo Studio Tecna. Un volume, 188 pagine. Molti ritengono che parecchi prodotti chimici dovrebbero essere proibiti. In realtà alcuni composti considerati pericolosi non lo sono pur essendo sottoposti a molta disinformazione. Il volume illustra molti di questi prodotti e volutamente l’autore non usa termini chimici ad evitare il fuoco di sbarramento di una cattiva nomea. C’è chi descrive un qualsiasi prodotto come “privo di sostanze chimiche” che non ha senso, ma che molti interpretano questa affermazione come “privo di additivi”. P u rt roppo l’effetto negat ivo del ter m i n e “chimico” è difficile da eliminare e frasi come “disastro chimico” o “guerra chimica” servono solo a rinforzare l’immagine negativa, rischiando di danneg giare una scienza che può risolvere molti dei problemi che si stanno affrontando: trovare farmaci contro il cancro, il morbo di Alzheimer e l’AIDS; sviluppare risorse energetiche rinnovabili; sostituire certe risorse naturali esaurite o in via di esaurimento; allontanare la minaccia dell’inquinamento non sempre provo c at o dalla industria chimica. Il testo è suddiviso nei seguenti capitoli: i profumi; i dolcificanti; l’alcool; il colesterolo, i grassi e le fibre; gli antidolorifici; il PVC; le diossine; i nitrati; l’anidride carbonica. Ai capitoli indicati segue tuttavia l’appendice con i dati chimici dei prodotti descritti ed una bibliografia con la indicazione dei più importanti testi di consultazione con l’accortezza di riportare separatamente - capitolo per capitolo - i testi più accessibili al lettore non esperto e i testi più approfonditi e specialistici. Da citare infine la meditazione dell’autore sul futuro della chimica nel capitolo “Abbiate riguardo”. È il volume ideale per chi. senza una cultura specifica desidera conoscere e comprendere tutti gli aspetti dell’ecologia conscio ch e l’uomo è responsabile della realizzazione della sua identità personale e delle modalità di gestione del proprio ambiente. Si inizia con i principi di ecologia; gli esami di laboratorio e misure; classificazione dei contaminanti; campionamento e preconcentrazione; combustione e combustibili; inquinamento atmosferico; emissioni e loro misure; incendi; inquinamento idrico; inquinamento da rifiuti; rischi da antiparassitari; ossigeno terapeutico e aeronautico; ozono; esplosivi e propellenti; eco-audit e eco-label. Il volume si completa con tre appendici: glossario dei termini chimici; metodi di analisi; norme ISO sulla qualità dell’aria, delle acque, del suolo. Innovazione nei liquidi alimentari 1° Convegno internazionale. Chiriotti Editore L’innovazione costituisce oggi uno dei punti nodali della strategia e della gestione delle imprese di ogni tipo e dimensione configurandosi come condizione essenziale per la loro esistenza. L’innovazione non è rappresentata solo da fenomeni di iniezione di tecnologia o conoscenza scientifica in un certo apparato produttivo, ma piuttosto da processi di cambiamento ed integrazione, fra nuove impostazioni e vecchi sistemi che coinvolgono la struttura, la organizzazione e la cultura delle imprese. Ciò implica uno sforzo costante per ricondurre ad omogeneità fattori apparentemente contrapposti: creatività e progettualità, fles- maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO 43 Letture per il Chimico sibilità ed organizzazione, capacità di direzione strategica del cambiamento ed abilità di gestione dello stesso. La MOE Fiera di Milano ha dato vita ad un convegno internazionale sull’innovazione nell’industria dei liquidi alimentari. Le relazioni in lingua inglese e italiana sono state suddivise in cinque sessioni. La prima sessione sulla innovazione nella gestione e nella strategia di impresa ha presentato sette relazioni. La seconda sulla innovazione nella distribuzione di bevande: just in time al punto vendita è stata discussa in una tavola rotonda. La terza sull’innovazione dell’imballaggio: nuovi materiali, il riciclaggio, l’ambiente, con nove relazioni. La quarta sessione sul riempimento asettico con nove relazioni. La quinta sessione: l’innovazione nel settore della packaged water giudicato il marketing del futuro con nove relazioni. L’acqua in bottiglia materia prima o prodotto a valore aggiunto? Ricerche ed innovazioni nell’industria alimentare. Volume IV a cura di Sebastiano Porretta. Chiriotti Editore. Un volume di 1.406 pagine, 110.000 lire. Il volume comprende le relazioni presentate al 4° Congresso Italiano di Scienza e Tecnologia degli Alimenti svoltosi a Cern o bb i o nel settembre 1999. 44 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001 Le relazioni sono state suddivise in sette sessioni e precisamente: I Sessione - Aspetti igienici degli alimenti: microbiologia ed entomologia (comprende 17 relazioni). II Sessione - Innovazioni di materiali e tecnologie per il confezionamento (15 relazioni). III Sessione - Qualità dei prodotti trasformati (36 relazioni). IV Sessione - L’innovazione e il trasferimento tecnologico (22 relazioni). V Sessione - Proprietà funzionali degli alimenti e biotecnologie (23 relazioni). Vl Sessione - Proprietà degli alimenti: tecniche analitiche (27 relazioni). VII Sessione - Analisi sensoriali: scienza sui consumatori. Frazioni aromatiche (18 relazioni). Citazione particolare merita la prima relazione che aff ronta il pro blema etico ch e coinvolge in maniera sempre più evidente e pressante il mondo della produzione agroalimentare. L’introduzione di Organismi Geneticamente Modificati (OGM) nella catena alimentare, il rispetto delle regole del benessere animale negli allevamenti, la protezione del consumatore da sostanze tossiche involontariamente o intenzionalmente introdotte nei cibi, la chiarezza e trasparenza dei marchi e delle certificazioni della qualità dei cibi, sono tutti temi di grande rilevanza sociale e con evidenti implicazioni etiche che vanno approfonditi e dibattuti. Ordine dei Chimici di Lecce sono iscritti anche i Chimici residenti nella provincia di Brindisi Via Capitano Ritucci, 41 Tel. e Fax 0832.346996 73100 Lecce Presidente: Dott. Pietro Tedesco Ordine dei Chimici di Mantova Via Pescheria, 22 Tel. 0376.328348 - Fax 0376.320567 46100 Mantova Presidente: Dott. Giuseppe Raffaldini Ordine dei Chimici di Palermo sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Agrigento, Caltanisetta, Enna, Siracusa, Trapani Via P. Calvi, 2.E Tel. 091.325652 - Fax 091.329742 90139 Palermo Presidente: Dott. Eugenio Cottone Ordine dei Chimici di Parma Strada Manara, 5.A Tel. 0521.944934 43040 Parma Presidente: Dott. Irio Bianconi Ordine dei Chimici di Matera Via Ridola, 53 Tel. e Fax 0835.243409 75100 Matera Presidente: Dott. Gaetano Di Monte Ordine dei Chimici di Pavia Viale della Libertà, 12 - C.P. 13 Tel. 0382.301585 27100 Pavia Presidente: Dott. Paolo Gerardo Ordine dei Chimici di Messina Via Garibaldi, 150 Tel. 090.59314 - Fax 090.59315 E-mail: [email protected] 98121 Messina Presidente: Dott. Antonino Abate Ordine dei Chimici di Piacenza Galleria S. Giuseppe 8 Via Martiri della Resistenza Tel. 0523.712674 - Fax 0523.712675 29100 Piacenza Presidente: Dott. Fabio Dal Pozzo Ordine dei Chimici di Milano sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di C o m o, Lecco, Lodi, Sondrio e Varese Via Camperio, 9 Tel. 02.875440 - Fax 02.86995570 E-mail: ordine_chimici_lombardia@ hotmail.com 20123 Milano Presidente: Prof. Emilio Marozzi Ordine dei Chimici di Modena Piazzale Boschetti, 8 Tel. 059.225910 - Fax 059.223955 E-mail: [email protected] 41100 Modena Presidente: Dott. Giuseppe Sant’Unione Ordine dei Chimici di Potenza Via della Chimica s.n.c. Tel. e Fax 0971.53593 85100 Potenza Presidente: Dott. Giuseppe Carella Ordine dei Chimici di Ragusa Via Archimede, 183 97100 Ragusa Tel. 0932.624649 - Fax 0932.653974 Presidente: Dott.ssa Carmela Occhipinti Ordine dei Chimici di Reggio Calabria sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valenzia Via Cairoli, 24 Tel. e Fax 0965.893607 89127 Reggio Calabria Presidente: Dott. Giuseppe Salvator e Panzera Ordine dei Chimici di Napoli sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Av e l l i n o, Benevento, Caserta, Salerno Via A. Tari, 22 Tel. 081.204590 - Fax 081.5548645 E-mail: [email protected] 80138 Napoli Presidente: Dott. Luigi Romano Ordine dei Chimici di Reggio Emilia Via G. Bolognesi, 4 Tel. e Fax 0522.302070 42100 Reggio Emilia Presidente: Dott. Paolo Magnani Ordine dei Chimici di Padova sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di B e l l un o, R o v i g o, Vi c e n z a Via Monte Solarolo, 22 Tel. e Fax 049.8723207 E-mail: [email protected] 35141 Padova Presidente: Dott. Antonio De Pace Ordine dei Chimici di Roma sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo, Perugia, Te rn i, Chieti, L’Aquila, Pescara, Teramo, Campobasso, Isernia Via di Colle di Mezzo, 15.b Tel. e Fax 06.5030468 00143 Roma Presidente: Dott. Luciano Ginestroni Ordine dei Chimici di Sassari Via Nulvi, 27 Tel. e Fax 079.252568 E-mail: [email protected] 07100 Sassari Presidente: Dott. Giuseppe Cabizza Ordine dei Chimici di Taranto Via d’Aquino, 74 Tel. 099.4528216 74100 Taranto Presidente: Dott. Nicola Virtù Ordine dei Chimici di Torino sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania, Vercelli e Aosta Via Livorno, 60 Tel. 011.2258581/3 - Fax 011.2258582 10144 Torino Presidente: Dott. Giuseppe Geda Ordine dei Chimici del TrentinoAlto Adige Via Valentina Zambra, 16 Tel. 0461.825094 - Fax 0461.825768 38100 Trento Presidente: Dott. Aldo Peruzzini Ordine dei Chimici di Treviso Via P. M. Pennacchi, 15 Tel. e Fax 0422.307023 31100 Treviso Presidente: Dott. Giampaolo Bassetto Ordine dei Chimici di Trieste c.o Lab. Chimico C.C.I.A.A. Viale S. Nicolò, 7 Tel. - fax 040.630600 34121 Trieste Presidente: Dott. Ervino Zotti Ordine dei Chimici di Venezia Dorsoduro, 2137 Università, Dipartimento di Chimica Tel. 041.2578560 - Fax 041.2578662 30123 Venezia Presidente: Dott. Giorgio Boccato Ordine dei Chimici di Verona c/o Unione Italiana Vini Viale del Lavoro, 8 Tel. 045.8200901 - Fax 045.8231805 37135 Verona Presidente: Dott. Francesco Pavanello IL CHIMICO ITALIANO