IL CHIMICO
ITALIANO
Periodico di informazione dei Chimici d’Italia
Anno XII • N° 3 maggio - giugno 2001
COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEI CHIMICI
TRIENNIO 2001 -2004
Prof. Dott. Armando Zingales
Dott. Giancarlo Gatti
Dott. Elio Rambaldi
Dott. Giovanni Abbate
Dott. Carlo Bresciani
Dott. Elio Calabrese
Prof. Sergio Facchetti
Dott. Fernando Maurizi
Dott. Domenico Mencarelli
Dott. Antonio Ribezzo
Dott. Franco Tau
dell’Ordine di Venezia
dell’Ordine di Modena
dell’Ordine di Cremona
dell’Ordine di Palermo
dell’Ordine di Gorizia
dell’Ordine di Lecce
dell’Ordine di Milano
dell’Ordine di Roma
dell’Ordine di Ancona
dell’Ordine di Roma
dell’Ordine di Parma
ELENCO
Ordine dei Chimici di Ancona
sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Ascoli
Piceno, Macerata, Pesaro
Via Canale, 18
Tel. e Fax 071.53672
Casella postale 486
60124 Ancona
Presidente: Dott. Ferdinando De Rosa
Ordine dei Chimici di Bari
Via Caduti di tutte le guerre, 10
Tel. e Fax 080.5583351
70121 Bari
Presidente: Dott. Onofrio Lattarulo
Ordine dei Chimici di Bergamo
Via Zelasco, 1
Tel. 035.238727 - Fax 035.238615
E-mail: [email protected]
24100 Bergamo
Presidente: Prof. Giovanni Parigi
Ordine dei Chimici di Bologna
sono iscritti anche i Chimici residenti nella provincia di Ravenna
Via Azzurra, 20
Tel. 051.342772 - Fax 051.344600
40138 Bologna
Presidente: Dott. Giovanni Nespoli
Ordine dei Chimici di Brescia
Via Marsala, 17
Tel. 030.40043 - Fax 030.296831
25122 Brescia
Presidente: Dott. Sandra Regazzoli
DEGLI
Presidente
Vice Presidente
Segretario
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
ORDINI
Ordine dei Chimici di Cagliari
sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Nuoro, Oristano
P.zza Giovanni XXIII, 35
Tel. 070.403132
E-mail: [email protected]
09128 Cagliari
Presidente: Dott. Francesco Spissu
Ordine dei Chimici di Catania
Via Conte Ruggero, 69
Tel. 095.536898 - Fax 095.7462066
E-mail: [email protected]
95129 Catania
Presidente: Dott. Claudio Torrisi
Ordine dei Chimici di Cremona
Via Palestro, 66
Tel. 0372.535411- Fax 0372.457934
26100 Cremona
Presidente: Dott. Giuseppe Termenini
Ordine dei Chimici di Ferrara
Via L. Borsari, 46
Tel 0532.291120 - Fax 0532.240709
E-mail: [email protected]
44100 Ferrara
Presidente: Dott. Luca Scanavini
Ordine dei Chimici di Firenze
sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Arezzo,
G ro s s e t o, L i v o rn o, Lucca, Massa
Carrara, Pisa, Pistoia, Prato, Siena
Via Panciatichi, 96
Tel. 055.4368753 - Fax 055.4286338
E-mail: [email protected]
50127 Firenze
Presidente: Dott. Lario Agati
Ordine dei Chimici di Foggia
V.le Colombo, 185
Tel. e Fax 0881.635833
71100 Foggia
Presidente: Dott. Saverio Buffa
Ordine dei Chimici di Forlì
sono iscritti anche i Chimici residenti nella provincia di Rimini
Via Ravennate, 1020
Tel. e Fax 0547.383732
47023 Cesena
Presidente: Dott. Antonio Semprini
Ordine dei Chimici di Genova
sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Imperia,
Savona
Via XX Settembre, 2.42
Tel. e Fax 010.587171
16121 Genova
Presidente: Prof. Teresio Valente
Ordine dei Chimici di Gorizia
sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Pordenone e
Udine
Via Lantieri, 3
Tel. e Fax 0481.530692
34170 Gorizia
Presidente: Dott. Rodolfo Flego
Ordine dei Chimici di La Spezia
P.zza S. Agostino, 32
Tel. e Fax 0187.770989
E-mail: [email protected]
19121 La Spezia
Presidente: Dott. Fabio Lazzini
Sommario
IL CHIMICO
ITALIANO
ANNO XII NUMERO 3 MAGGIO - GIUGNO 2001
Bimestrale di informazioni
giuridiche, economiche,
professionali e tecniche
dei Chimici dÕItalia
Spedizione in abb. postale
Art. 2, comma 20/C - legge
662/96 - Filiale di Roma
Editore
Consiglio Nazionale
dei Chimici
EDITORIALE
DAL C.N.C.
Attività svolta e linee programmatiche
Intervento sulla Bozza di regolamento per
l’accesso alla libera professione - Ministero
della Università e della Ricerca Scientifica
X Convegnodegli Ordini dei Chimici
I Convegno Nazionale dei Chimici
2
7
8
Direzione, redazione
e amministrazione
P.zza S. Bernardo, 106
00187 Roma
Tel. 06.47883819
Fax 06.47885904
E mail: [email protected]
Web: http:\\www.chimici.it
Direttore responsabile
ARMANDO ZINGALES
GIURISPRUDENZA
NOTIZIE DAGLI ORDINI
Sentenza TAR Lazio 11353/2000:
accolte le ragioni del CNC
Dagli Ordini di Mantova, di Verona, di Venezia,
di Piacenza, di Ragusa
11
ANTONIO RIBEZZO
14
Dall’Ordine di Padova
15
RICORDO DI UN NOBEL
PER LA CHIMICA
Linus Pauling, scienziato del secolo
16
DAGLI ISCRITTI
Applicazioni della tecnologia avanzata
nelle analisi di controllo
Il fenomeno del doping
Direttore editoriale
19
20
NOTIZIE DALL’EUROPA
27
LETTURE PER IL CHIMICO
41
Redazione
GIANCARLO GATTI
ELIO RAMBALDI
GIOVANNI ABBATE
CARLO BRESCIANI
ELIO CALABRESE
SERGIO FACCHETTI
FERNANDO MAURIZI
DOMENICO MENCARELLI
FRANCO TAU
Gli articoli e le note, firmati,
esprimono soltanto l’opinione
dell’autore e non impegnano il
Consiglio Nazionale dei Chimici,
né la redazione del periodico.
Quanto pubblicato nel Bollettino
raccoglie gli atti ufficiali del
Consiglio Nazionale dei Chimici
Coordinamento editoriale:
Just in Time - Tel. 06.88522032
Stampa:
Lito Sud S.r.l. - Tel. 06 2280138
Autorizzazione
del Tribunale di Roma
n. 0032 del 18 gennaio 1990
ASSOCIATO ALL’USPI
UNIONE STAMPA
PERIODICAITALIANA
marzo/aprile 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
1
Editoriale
Attività svolta e linee
programmatiche
C
ari colleghi,
le ultime votazioni hanno portato ad un rinnovo del nostro Consiglio Nazionale per
quasi metà dei membri.
All’inizio di un nuovo corso ci si ripromette di fare meglio pur nella continuità di
quanto fin qui realizzato.
Infatti già della prima riunione,successiva all’insediamento, abbiamo ritenuto che
ogni Consigliere abbia, per così dire, una funzione ed una capacità operativa
propria.
In tale ottica abbiamo individuato oltre venti commissioni nelle quali due o più
Consiglieri delegati provvederanno ad individuare, organizzare, indirizzare sia
l’attività del CNC che i collegamenti con gli Ordini, le Istituzioni, i Sindacati di
categoria, il contenzioso, le problematiche professionali, ecc.
Importante riteniamo sia l’effettuazione di un breve sunto dell’attività svolta nei tre
anni precedenti, base di partenza per migliorare la nostra immagine e posizione nel
mondo delle professioni.
• NUOVA SEDE DEL CNC
Tanti potrebbero essere gli argomenti per iniziare questo breve resoconto dell’attività
svolta dal CNC durante l’anno appena trascorso, ma credo che sia opportuno iniziare
da quello che più di ogni altro ha rappresentato un cambiamento per il Consiglio.
Finalmente possiamo dire con orgoglio, il CNC ha una sede degna di questo nome.
Dopo anni trascorsi nella piccola e pur decorosa, ma ormai insufficiente sede di Via
Sicilia, il Consiglio si è trasferito in una molto più funzionale e prestigiosa nuova sede
che, oltre alle esigenze dell’Ente, permette, come abbiamo potuto verificare in
occasione dell’ultima Assemblea dei Presidenti, di ospitare riunioni anche con un
numero relativamente elevato di partecipanti direttamente in casa nostra.
• IL SITO INTERNET
Anche in questo caso si può dire finalmente!
Nel novembre 2000, è stato messo in linea il nuovo sito, che sta riscuotendo favorevoli
consensi. Internet sta diventando sempre di più lo strumento per raggiungere i nostri
iscritti. Il nostro sito rappresenta la nostra immagine nel mondo della professione, ma
soprattutto la nostra immagine verso i nostri iscritti.
Sta solo a noi fare in modo che quanto prima non perda di qualità e allo scopo il
nuovo Consiglio non stancherà di sforzarsi per mantenere il sito all’altezza della
situazione.
Nell’ottica della sempre maggior informatizzazione del Consiglio, al più presto
verranno attivate le caselle di posta per tutti gli Ordini con il dominio chimici.it.
2
IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
Editoriale
Questo permetterà di creare una rete di comunicazione alternativa e molto veloce
non solo tra gli Ordini ed il Consiglio, ma anche tra tutti gli iscritti e gli ordini,
collegamento che in questo momento è forse l’anello debole della nostra
organizzazione.
Fatto non secondario, la realizzazione di questa rete, quando sarà a punto,
permetterà di trasferire documenti a tutti gli ordini non più in formato cartaceo ma
direttamente in formato elettronico.
Ciò, oltre a consentire una più facile e razionale gestione dell’archivio permetterà
una sensibile riduzione delle spese che attualmente il Consiglio sostiene per inviare la
documentazione agli Ordini.
• IL CHIMICO ITALIANO
Una fase nuova si apre per “Il Chimico Italiano”. Recuperati i pesanti ritardi nei
tempi di pubblicazione, grazie all’impegno di tutti, ci troviamo oggi a dover decidere
se lasciare che il giornale resti nella forma attuale o se trasformarlo in qualcosa di più
“commerciale” inserendo la pubblicità.
Certamente l’apertura alla pubblicità è per diversi motivi, non ultimo quelli di una
riduzione dei costi di realizzazione della rivista, ormai necessaria.
Di converso, l’inserimento pubblicitario ci obbligherà ad un ulteriore attenzione al
rispetto dei tempi di pubblicazione e alla qualificazione dei contenuti, che dovranno
essere obblighi che il Consiglio tutto, lavorando con l’attenzione e la puntualità di cui
può essere capace, può serenamente assolvere.
• LA CASSA DI PREVIDENZA
L’avvio dell’attività di riscossione della Cassa ha creato alcune perplessità negli iscritti
che, a ragione, riteniamo non giustificate.
Alcuni colleghi, invece di affrontarli e risolverli nei modi dovuti le problematiche
evidenziate, hanno ritenuto di superarle cancellandosi dall’Ordine.
Si temeva invero una “emorragia” nelle iscrizioni, ma ciò, in realtà, non è avvenuto.
La Cassa è un istituto che non può che giovare alla categoria ed in questa ottica
riteniamo che il Consiglio appena insediatosi dovrà instaurare con essa un dialogo
sicuramente più continuo e costruttivo di quanto non sia stato quello avuto fino ad
ora.
La crescita e l'affermazione dell’una sono vane senza il continuo supporto dell’altro:
a tale scopo lavoreremo affinché l’interazione tra i nostri due Istituti porti a risultati
positivi.
• L’ATTIVITÀ GIURISDIZIONALE
Per quanto riguarda l’attività giurisdizionale possiamo dire che il Consiglio, su
questo punto, ha lavorato con scrupolo e attenzione, risolvendo tutti gli arretrati così
da non lasciare alcuna incombenza al nuovo Consiglio.
• LA DIFESA DELLA PROFESSIONE
Per quanto riguarda invece l’attività in difesa della professione non si può non
rilevare come la riforma delle professioni intellettuali sia ormai giunta ad un punto
cruciale.
Il contributo che il CNC ha portato all’interno del CUP, per quanto riguarda la
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
3
Editoriale
redazione del testo di riforma,è stato molteplice e di una certa rilevanza;
auspichiamo che ora quello sforzo profuso vada nella giusta direzione.
Situazione più complessa invece per quanto riguarda la riforma dell’Università.
In ambito legislativo è stata una annata di luci ed ombre: tariffario dei Chimici di
Porto, Commissione per il Doping, Erboristeria, Istituti Zooprofilattici Sperimentali,
Riforma dei cicli scolastici solo per citarne alcuni degli argomenti sui quali il CNC è
intervenuto con risultati spesso positivi.
Riteniamo tuttavia che il Consiglio appena insediatosi porrà la stessa energia e la
stessa tenacia nel perseverare su quegli argomenti che fino ad oggi non ci hanno visti
vincitori.
E ciò al fine di poter arrivare a soluzioni positive e foriere di benefici per la categoria
intera.
Occorre infatti sottolineare che il sistema delle professioni in Italia è al centro di una
turbolenza che ne mette in discussione anche l’esistenza.
Una parte dell’opinione pubblica, forse orchestrata da chi ne ha interesse, parrebbe
contraria “tout-court” al sistema ordinistico, che viene dipinto come un insieme di
corporazioni che hanno il solo scopo di difendere le proprie rendite di posizione.
Basta ricordare che non molto tempo fa, si è svolto addirittura un referendum di
iniziativa popolare per l’abrogazione dell’albo dei giornalisti.
A tale proposito occorre dire che l’indagine conoscitiva dell’autorità garante della
concorrenza e del mercato, al di là delle conclusioni raggiunte, ha contribuito ad
alimentare questo clima.
Le nuove professioni premono, a decine, per ottenere uno spazio nel sistema e nel
mercato.
La difesa della pubblica fede e la garanzia di qualità ante litteram che sono implicite
nel sistema delle professioni recepito nella Costituzione, non vengono da alcuni
riconosciuti come valori realmente difesi dagli ordini professionali.
A suffragare questa posizione, bisogna ammettere, sono stati anche comportamenti
censurabili di alcuni ordini professionali che hanno precluso di fatto l’accesso di
giovani attraverso l’inasprimento abnorme delle prove di abilitazione professionale.
Tutto questo, al contrario, non trova riscontro nella nostra professione, per la quale la
selezione si attua spontaneamente negli anni di studio, e le percentuali di promossi
all’esame di abilitazione sono molto elevate.
Tuttavia, mentre le professioni più note al grande pubblico e numericamente più
rappresentate riescono a contrastare il quadro negativo che offrono, dando visibilità
alle loro peculiarità, per i chimici la situazione si è fatta particolarmente delicata.
Infatti la nascita di altre professioni (protette, regolamentate o non) ha creato
situazioni di contiguità o addirittura di sovrapposizione con quanto forma oggetto
della nostra professione (si veda ad esempio il caso dei biologi, molto più numerosi).
Inoltre il progredire della scienza e della tecnica ha profondamente mutato il tipo di
attività che il chimico svolge: non più soltanto “analista”, ma sempre più
4
IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
Editoriale
“consulente” per le aziende ed i cittadini.
A tale proposito dobbiamo precisare che la dialettica interna agli ordini dei chimici e
allo stesso Consiglio Nazionale dei Chimici ha messo in evidenza l’esistenza di punti
di vista, opinioni e modi di farle valere, spesso diversi da richiedere una seria,
approfondita e serena pausa di riflessione da parte di tutti, ma nel contempo un
rinnovato impegno alla risoluzione dei problemi sul tappeto.
• RUOLO DEL CNC
Al di là delle funzioni esplicitamente attribuite dalla legge al CNC (costituire il grado
d’appello dei procedimenti disciplinari, dare pareri su leggi riguardanti la
professione, e stabilire il contributo dovuto dagli iscritti, avviare la cassa di
previdenza), che chiameremo “istituzionali”, vi sono altre funzioni, implicite nel
sistema ordinistico, o attribuite dalla consuetudine, che pure sono molto importanti.
In primo luogo un ruolo, per così dire, “esterno”, quale ad esempio:
•
Diffusione dei valori propri del sistema ordinistico, per evitare che la società
in evoluzione disordinata, cessi di riconoscerne la funzione prevista dalla
Costituzione.
•
Diffusione e difesa dei valori propri della professione di chimico, per farne
riconoscere le peculiarità ed insostituibilità.
•
Coordinamento con le professioni omologhe in Europa, che è l’attuale
contesto su cui ci si deve misurare.
In secondo luogo un ruolo “interno”, rivolto agli iscritti:
•
Avviamento dei giovani alla professione
•
Predisposizione, diffusione e mantenimento di strumenti atti a migliorare e
certificare la qualità delle prestazioni professionali rese dai chimici.
Infine un ruolo “organizzativo”, indirizzato agli Ordini e/o ai singoli iscritti.
•
Azioni di indirizzo, necessarie per orientare le attività dei Consigli degli
Ordini.
•
Servizi di consulenza tecnica, fiscale, legale, amministrativa.
In base a questi ruoli, si possono riconoscere gli obiettivi prioritari dell’attività del CNC
per i prossimi anni e, di conseguenza, gli strumenti per conseguirli.
Questi sono impliciti in quanto fin qui detto:
il CNC, infatti, non può venir meno alle funzioni “istituzionali” e quindi dovrà
spendere molte delle sue energie per la:
- Revisione e aggiornamento del regolamento della professione, insistendo sulle
specificità.
- Regolare revisione e aggiornamento del tariffario.
- Coordinare su scala nazionale le attività degli Ordini a difesa della professione ed
intervento ad adiuvandum in alcuni casi oculatamente selezionati per il loro
interesse generale.
- Posizione dei titolari di Diploma universitario in chimica nei confronti dell’Albo
professionale.
- Corretta impostazione della nuova regolamentazione dell’attività professionale in
forma societaria.
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
5
Editoriale
Per quanto riguarda il ruolo “esterno” del C.N.C., si dovrà:
• Contribuire ad alimentare un dibattito costruttivo sul ruolo del sistema italiano
delle professioni in Italia ed in Europa, tenendo conto anche delle legittime
istanze delle professioni c.d. “nuove”
• Accrescere la “visibilità” della nostra professione verso la società, anche attraverso
una maggiore presenza sui “media”.
Per quanto riguarda il ruolo “interno”, occorrerà:
• Raccogliere e diffondere il materiale informativo e formativo, soprattutto sui
nuovi aspetti della professione.
• Organizzare una seria attività di “tutoraggio” presso i consigli degli Ordini, a
favore dei giovani che intraprendono la professione.
• Organizzare banche dati di interesse dei chimici.
Per quanto riguarda il ruolo “organizzativo”, si dovrà:
• Organizzare (anche in via del tutto indipendente dagli attuali consulenti del
CNC, ed eventualmente di concerto con i Presidenti degli Ordini) un ufficio studi
che possa fornire ai Consigli territoriali pareri e indicazioni.
• Organizzare sistematicamente momenti di incontro e confronto con i Presidenti,
sia al centro che per aree territoriali omogenee, per migliorare i contatti e
accelerare la circolazione delle idee e dei problemi da affrontare.
• Organizzare a cadenza fissa il congresso degli Ordini.
• Fornire agli Ordini il supporto tecnico-amministrativo e anche informatico, di
cui hanno bisogno per lo svolgimento della loro attività.
In conclusione, il CNC ha certamente molto lavoro da fare su molti fronti, in
particolare per accogliere la sfida della società che cambia e ottenere per la nostra
professione la collocazione che le spetta.
Riteniamo che condizione necessaria iniziale affinché questo avvenga è che al nostro
interno la dialettica si svolga secondo un confronto costruttivo,nel rispetto delle altrui
opinioni ed in osservanza dell’applicazione delle norme vigenti.
Sempre si dovrà tenere conto delle finalità dell’Ente sia nella difesa delle posizioni
raggiunte e la tutela della professione, che per il miglioramento della stessa, avendo
sempre nella giusta considerazione gli interessi di tutti, cittadini e professionisti
chimici.
Roma, maggio 2001
6
IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
Dal C.N.C.
Intervento sulla Bozza di regolamento per
l’accesso alla libera professione - Ministero
della Università e della Ricerca Scientifica
ROMA 22 FEBBRAIO 2001
Prot. n. 0157/01/cnc/faut
Ill.mo Presidente
Prof. dott. Giuliano Amato
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi
Piazza Colonna, 370
00187 ROMA
e p.c. On.le Piero Fassino
Ministro della Giustizia
Via Arenula, 71
00186 ROMA
Illustre Presidente,
questo Consiglio Nazionale è stato interessato
ai sensi dell’art. 1, comma 18, della legge 14
gennaio 1999, n. 4 dal Ministero della Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica alla bozza di regolamento messo a punto dalla
Commissione istituita con D.M. 29 maggio
2000, ai fini dell’espressione del relativo parere.
È necessario preliminarmente evidenziare la
circostanza che la bozza di regolamento non
ha ancora acquisito il concerto del Ministero
della Giustizia, così del testo è stato trasmesso
il Titolo I nella sua interezza mentre il Titolo
lI solo limitatamente alla disciplina professionale di riferimento.
Per conseguenza, questo Consiglio Nazionale
si ritiene in punto di fatto, ancora prima che di
diritto, nell’impossibilità di esprimere il parere
richiesto ai sensi del succitato art. 1. Ciò in
quanto non è messo nella condizione di apprezzare l’articolato regolamentare nella sua
elaborazione definitiva nonché nella sua unitarietà e organicità.
A questo riguardo è doveroso richiamare l’attenzione sui principi fondamentali dell’ordinamento professionale secondo i quali - come è
stato anche recentemente ribadito dalla Suprema Corte di Cassazione (Se z . III civ n.
7023/1999) - “è all’esame di abilitazione professionale che occorre far riferimento al fine
di stabilire se un soggetto possa compiere una
determinata attività” nei termini in cui “in assenza di ... riserva di una determinata prestazione, la sola tipicità della stessa in relazione
ad una professione non esclude, di per sé, che
essa possa essere compiuta anche da soggetti
in possesso di diversa abilitazione”.
Appare evidente che neI momento in cui non è
dato conoscere l'intervento del legislatore delegato nelle singole discipline di settore - che, come previsto espressamente dalla lettera c) del
succitato comma 18 dell’art. 1, devono occuparsi anche delle “prove di esame” - ogni valutazione in ordine alla conformità della riforma
ai principi dell’ordinamento non può che essere
viziata nei suoi presupposti logici e giuridici.
L’eccezione ha carattere pregiudiziale, per cui
questo Consiglio Nazionale ha l’onore di sottoporre all’attenzione della S.V. le considerazioni seguenti in ossequio al principio di collaborazione che informa il rapporto tra amministrazioni, ma fa espressa riserva di esprimere il
p a re re previsto dall’art. 1, comma 18, della
legge 14 gennaio 1999. n. 4, solo a seguito
della trasmissione dello schema di regolamento che ai sensi di legge abbia acquisito il concerto del Ministero della Giustizia.
Ciò premesso e nei limiti di cui innanzi, si osserva quanto segue.
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
7
Dal C.N.C.
1. Competenze. Il criterio di delega di cui alla
lettera a) dell’art. 1, comma 18, ha come ambito soggettivo i possessori dei titoli istituiti in
sede di rifo rm a . A tutta evidenza esula dai
compiti del legislatore delegato la delimitazione delle competenze e funzioni che l’ordinamento ha attribuito alle professioni medesime.
Di contro, la bozza entra nel merito di siffatte
competenze, occupandosi infatti non solo come doveroso - dell’“ambito consentito di
attività professionali” ai suddetti possessori
ma anche delle più generali competenze della
categoria professionale.
A ciò si aggiunga che l’intervento di disciplina
assume dei criteri - quali quello delle “attività riservate”, delle “attività consentite” e
delle “attività attribuite”- che, posti in via
astratta e generale, non tengono affatto conto
delle interpretazioni di settore che giurisprudenza e prassi hanno consolidato nella pluridecennale applicazione dei singoli ord i n amenti professionali.
Corollario naturale è il rischio della ridefinizione della vigente ripartizione di competenze
intra e interprofessionale che non solo non
trova indice nei criteri di delega ma - si auspica - non risponde nemmeno alla volontà del
legislatore delegato.
Tale rischio trova ulteriore e grave riscontro
nella circostanza di fatto e di diritto per cui
non si rinviene una disposizione che faccia
espressamente salvi i criteri esegetici di settore.
Tale omissione unitamente alI’opzione di specificare la sfera di competenze mediante elencazione di attività senza alcuna indicazione del
carattere esemplificativo dell’elencazione medesima, può comportare in sede applicativa
gravi dubbi interpretativi sulla portata dell’intervento legislativo.
2. Accesso dei laureati agli albi tenuti dai
C o l l e g i . Nella Relazione al Ministro si apprende che l’opzione “si pone in attuazione” delle direttive 89/48/CEE e 92/51/CEE.
Senza voler qui entrare nel merito della op-
portunità di siffatta “attuazione”, è doveroso richiamare l’attenzione della S.V. sulla circostanza per cui le richiamate direttive hanno
come finalità il superamento agli ostacoli alla
libera circolazione delle persone e dei servizi
(v. 1° Considerando direttiva 92/51 e 1° Considerando direttiva 89/48).
A tutta evidenza, esula dalle stesse la riforma
dei requisiti e competenze alle quali l’ordinamento nazionale subordina l’esercizio di una
determinata professione.
Di contro, in ragione della pretesa “attuazione” delle suddette direttive, la bozza mira
a riformare anche gli ordinamenti interni delle categorie professionali interessate alla circolazione.
Qui non si intende entrare nel merito della
opportunità o necessità di addivenire a una tale rifo rm a ; piuttosto si ritiene che la stessa
non possa essere realizzata surrettiziamente richiamando una normativa comunitaria che ha
ben altre finalità.
A questa considerazione si aggiunga che la
previsione dell’accesso dei laureati agli albi dei
d i p l o m ati rischia di pre g i u d i c a re la stessa
riforma. Come è noto, la Corte Costituzionale
ha ancora di recente avuto occasione di affermare che “compete al legislatore, nell'esercizio
della sua discrezionalità individuare compet e n ze ed at t r i buzioni di ciascuna cat ego r i a
professionale, essenzialmente sulla scorta del
principio di professionalità specifica, il quale
richiede, per l’esercizio delle attività intellettuali rivolte al pubblico, un adeguato livello di
preparazione e di conoscenza delle materie
inerenti alle attività stesse (vedi, tra le molte,
sentenze n. 5 del 1999, n. 456 del 1993 e n. 29
del 1990)” (sentenza n. 411/2000).
Là dove allo stesso laureato sia consentito di
iscriversi in un Collegio, con le competenze riservate ai relativi iscritti, nonché di iscriversi
in un Ordine, con una serie di competenze di
livello intermedio tra quello proprio degli appartenenti al Collegio e quello degli iscritti al-
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
9
Dal C.N.C.
l’Ordine di riferimento non si può non porre
un pro blema di rispetto del fo n d a m e n t a l e
principio di eguaglianza non corrispondendo
le competenze ai livelli di preparazione.
3. Riforma degli Ordini e Collegi. La riorganizzazione si sostanzia, e limita, alla istituzione di sezioni e alla riserva di rappresentanti
dei relativi iscritti in seno agli organi. La previsione non sembra tenere conto dei principi
che reggono gli ordinamenti professionali.
È ampiamente noto come la istituzione di ordini e collegi abbia la sua ragione giustificatrice nella circostanza per cui “l’appartenenza”
a una collettività la quale, in quanto istituzione è ordinamento giuridico, c rea ap p u n t o
rapporti fra il gruppo eretto in persona e il
singolo che concorre a formarla, in virtù dei
quali questo è tenuto ai comportamenti richiesti dai fini istituzionali del gruppo.
Questo ordinamento a sé tutela i propri fini
direttamente e per sé nell’ambito di esso si
profilano funzioni distinte e poteri distinti
(come, del resto, nell’unità dello Stato i diversi poteri) si esauriscono di norma nell’interno
di esso, come aspetto della sua attività complessiva che è di amministrazione” (Cass. S.U.
n. 579/1961). Sempre la Suprema Corte ha
p re c i s ato che “potere di vigilanza e potere
di imporre agli iscritti attraverso regole di
etica pro fe s s i o n a l e, d e t e rm i n ati comport amenti nell’interesse generale della categoria,
rappresentano espressioni diverse del medesimo potere di autogove rn o, cui corrispondono limitazioni che gli stessi appartenenti
alla collettività di professionisti hanno consentito, nel conferire ai propri rappresentanti la cura degli interessi di categoria anche
at t rave rso l’enunciazione delle regole di
comportamento e di deontologia cui assogge t t a re tutti gli a p p a rtenenti al gr u p p o ”
(Cass. n. 6312/1990).
L’indice fondamentale, a cui l’ordinamento
professionale subordina l’applicazione di un
determinato regime, è dato quindi dall’appar-
10 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
tenenza alla collettività costituita da tutti coloro che hanno una data formazione a cui corrisponde l’attribuzione di una serie di compet e n ze. Ciò giustifica l’assoggettamento deI
professionista alle regole e al giudizio della
collettività medesima.
A seguito dell’accesso della comunità dei laureati, e dell’attribuzione agli stessi di specifiche
competenze, diverse necessariamente da quelle dei laureati specialisti, la riorganizzazione
non può essere risolta nella mera ripartizione
della rappresentanza negli organi collegiali in
quanto devono essere altresì affrontate le implicazioni in ordine alla deontologia, alla giurisdizione nonché alla più generale rappresentanza e tutela degli interessi della categoria
professionale. Si tratta di questioni che afferiscono immediatamente all’esercizio delle funzioni istituzionali e, quindi, a ben vedere alla
ragion ultima della elezione in ente dotato di
personalità giuridica pubblica della collettività
professionale.
Una constatazione, quest’ultima, che si pone
ancora più nel caso in cui - come si stabilisce
nella bozza - il laureato sia iscritto ad un collegio nei termini in cui l’assoggettamento al giudizio di una collettività diversa - quella dei diplomati - non può non suscitare riserve radicali, trovando la distinzione il suo termine di
riferimento nello stesso livello di studi e, quindi, nelle correlate conoscenze e capacità.
Ciò premesso e nei limiti di cui sopra, questo
Consiglio Nazionale si dichiara a disposizione
della S.V. per gli approfondimenti del caso,
nella convinzione che sia opportuno, e necessario, completare la disciplina in modo da assicurare nel rispetto dei fondamentali principi
dell’ordinamento l’immediata e certa entrata
in vigore della riforma nell’anno accademico
in itinere.
Deferenti ossequi
Il Presidente
Prof. dott. Armando Zingales
Giurisprudenza
Sentenza TAR Lazio 11353/2000:
accolte le ragioni del CNC
AVV. ANTONIO M. LEOZAPPA
Consiglio Nazionale dei Chimici
c. a. Presidente
Prof. Armando Zingales
SEDE
Roma, 5 gennaio 2001
Si trasmette copia della sentenza del Tar Lazio con la quale sono state accolte le ragioni
di codesto Consiglio Nazionale nel ricorso
p roposto dalla F. N. O O. M . M . n . 1 3 4 7 6 /
1996.
Distinti saluti
Avv. Antonio M. Leozappa
*****
SENT. 11353/2000
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Tribunale Amministrativo Regionale del
Lazio (Sezione Prima Bis) ha pronunciato la
seguente
SENTENZA
sul ricorso n. 13476/96 proposto dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici
C h i ru rghi
e
degli
Odontoia t r i
(F.N.OO.M.M.), in persona del suo Presidente p.t., dott. Aldo Pagni, e dal dott. Giuseppe Lavra, rappresentati e difesa dall’avv.
Vito Bellini ed elettivamente domiciliat i
presso lo stesso in Roma, via Orazio n. 3
contro
il Ministero della Sanità, in persona del Ministro p.t., costituitosi in giudizio, rappresentato e difeso dall’Avvocatura Generale
dello Stato, presso i cui Uffici domicilia, in
Roma, Via dei Portoghesi n. 12;
e nei confronti
dell’Ordine Nazionale dei Biologi, in persona del suo rappresentante legale p.t., costituitosi in giudizio, rappresentato e difeso
dall’avv. Giuseppe Barone ed elettivamente
domiciliato presso lo studio dell’avv. Angelo
Clarizia, in Roma, via Principessa Clotilde
n.2 del Consiglio Nazionale dei Chimici, in
persona del suo rappresentante legale p.t.,
costituitosi in giudizio, rappresentato e difeso (da ultimo) dagli avv.ti Antonio Maria
Leozappa e Patrizio Leozappa ed elettivamente domiciliato presso il primo in Roma,
piazza Cola di Rienzo, n. 80/A
con l’intervento ad opponendum
del Sindacato Nazionale Biologi Chimici Fisici Italiani (S. Na. Bi ), in persona del legale
rappresentante p.t., costituitosi in giudizio,
rappresentato e difeso dagli avv.ti Giovanni
C. Sciacca e Piero d’Amelio, ed elettivamente domiciliato presso gli stessi in Roma, via
G. B. Vico n. 29; di F.P. C.G.I.L., FISOS CISL, UIL SANITÀ, in persona dei relativi
Segretari Generali, nonché del dott. Vito
Carvelli, tutti rappresentati e difesi dall’avv.
Luigi Fiorillo ed elettivamente domiciliati
presso lo stesso in Roma, via Giuseppe Zanardelli n. 36;
per l’annullamento
del Decreto Ministero della Sanità
16.5.1996. n. 413, nella parte in cui (in particolare art. 14 punti 6.3, 8.1, 8.2, 8.3, 8.4, 9.1
e 9.2) ha previsto l’accesso di laureati non
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
11
Giurisprudenza
medici agli esami di idoneità nazionale alle
funzioni di direzione in discipline di specifica competenza medica nonché di ogni altro
atto presupposto, connesso e conseguenziale
Visto il ricorso con i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio dell’Amministrazione intimata e dei controinteressati e gli atti di intervento ad opponendum indicati in epigrafe;
Visti gli atti tutti della causa;
Data per letta alla pubblica udienza del 13
novembre 2000 la relazione del cons. Giancarlo Tavarnelli.
Ritenuto e considerato in fatto ed in diritto
quanto segue:
FATTO e DlRITTO
La ricorrente Federazione Nazionale degli
Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (F.N.OO.M.M.) ha impugnato, unitamente agli atti connessi, il D.M. 16.4.1996,
n. 413 nella parte in cui ha previsto l’accesso di laureati non medici agli esami di idoneità nazionale alle funzioni di direzione in
alcune discipline (specificate nelle disposizioni indicate in epigrafe) che sarebbero di
specifica competenza medica.
In via preliminare va esaminata la questione
della eventuale permanenza dell’interesse alla coltivazione del ricorso.
Al riguardo va tenuto presente che:
- il possesso dell’idoneità nazionale era
prevista quale requisito per l’accesso al
secondo livello dirigenziale (art.15, c.3,
secondo periodo, e ar t. 17, c.1, D.Lgs.
30/12/1992, n. 502, nel testo vigente alla data di proposizione del ricorso);
- successivamente alla proposizione del ricorso è stato emanato, (ai sensi del D.L.
18/11/96, n. 583, convertito in legge,
con modificazioni, dalla L. 17/1/97, n.4)
il D.P.R. 10.12.1997, n. 484, cioè il Regolamento recante la determinazione dei
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requisiti per l’accesso alla direzione sanitaria aziendale e dei requisiti e dei criteri
per l’accesso al secondo livello dirigenziale per il personale del ruolo sanitario
del Servizio Sanitario Nazionale.
Il cit. D.P.R. n. 484/1997, da un lato, non ha
più previsto il possesso della predetta idoneità quale requisito per l’accesso al secondo livello dirigenziale (cfr. art. 5), e, dall’altro, ha individuato, in via provvisoria, le discipline nelle quali possono essere conferiti
gli incarichi di secondo livello dirigenziale
per i profili professionali del ruolo sanitario
(cfr. art. 4, c.2).
Relativamente alla categoria professionale
dei farmacisti (che comprende i laureati in
farmacia e in chimica e tecnologie fa rm aceutiche) e a quelle dei biologi e dei chimici
le discipline sono, tra l’altro, quelle già individuate come oggetto dell’esame di idoneità
per le stesse ca t egorie dal decreto n.
413/1996 impugnato in parte qua in questa
sede.
In conclusione il D.P.R. n. 484/1997 ha
dettato una regolamentazione che ha superato quella prevista dal D.M. 413/96, e tale
circostanza è sufficiente per ravvisare la sopravvenuta carenza di interesse nella presente impugnat iva , che ha sollevato una
questione attinente agli esami di idoneità
non più previsti per l’accesso al secondo livello dirigenziale.
Questa soluzione appare, altresì, coerente
con il D.Lgs 19.6.1999, n. 229, che ha innovato profondamente la disciplina della dirigenza sanitaria “collocata in un unico ruolo,
distinto per profili pro fe s s i o n a l i , e in un
unico livello, articolato in relazione alle diverse responsabilità professionali e gestionali” prevedendo, fra l’altro, che “Gli incarichi di dir ezione di struttura complessa sono
attribuiti a coloro che siano in possesso dei
requisiti di cui al decreto del Presidente della Re pubblica 10 dicembre 1997, n. 484, e
Giurisprudenza
secondo le modalità dallo stesso stabilite...”
(Art. 15, c.1 e 7 D.Lgs n.502/1992, nel testo
sostituito dall’ar t . 13 del D.Lgs n.
229/1999).
La soluzione in argomento non trova ostacolo nelle disposizioni transitorie contenute
nell’art. 15 del D.P.R. n. 484/1997 e, in particolare, in quella secondo cui “Limitatamente ad un quinquennio dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, coloro che sono in possesso dell’idoneità conseguita in base al pregresso ordinamento
possono accedere agli incarichi di secondo
livello dirigenziale nella corrispondente disciplina anche in mancanza dell’attestato di
fo rmazione manage r i a l e, fermo restando
l’obbligo, nel caso di assunzione dell’incarico, di acquisire l’attestato nel primo corso
utile”. Si tratta di disposizioni che non incidono sugli interessi generali della categoria
rappresentata dalla Federazione ricorrente o
sugli interessi del dott. Giuseppe Lavra coll egati alla semplice qualità di medico in
quanto riguardano la salvaguardia delle posizioni di singoli appartenenti alle diverse categorie professionali, contestabili, pertanto,
solo dai singoli controinteressati alle specifiche procedure. Le predette disposizioni so-
no, poi, state parzialmente modificate per
effetto delle norme transitorie dettate dall’art. 17 del D.Lgs. n. 229/1999, in base alle
quali “Le procedure per il conferimento degli incarichi di secondo livello della dirigenza sanitaria con avvisi pubblici già pubblicati
nella Gazzetta Ufficiale alla data di entrata
in vigore del presente decreto... sono portate a termine secondo le norme vigenti”.
Per le ragioni indicate va dichiarata l’improcedibilità della presente impugnativa.
Sussistono giusti motivi per compensare tra
le parti le spese del presente giudizio.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale del
Lazio (Sezione Prima Bis), definitivamente
pronunciando sul ricorso in epigrafe lo dichiara improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse.
Spese compensate.
Così deciso in Roma, il 13 novembre 2000,
dal Tribunale Amministrativo Regionale del
Lazio (Sezione Prima Bis), in Camera di
Consiglio, con l’intervento dei signori:
Luigi TOSTI - Presidente
Anna LEONI - Consigliere
Giancarlo TAVARNELLI - Consigliere est.
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
13
Dagli Ordini
Dagli Ordini di Mantova, di Verona,
di Venezia, di Piacenza, di Ragusa
Ordine di Mantova
Il Consiglio direttivo per il biennio 20012002 è composto come segue:
DOTT. GIUSEPPE RAFFALDINI, presidente
DOTT. ERNESTO SANTANIELLO, segretario
DOTT. ODDINO MINARI, tesoriere
DOTT. GIORGIO DALL’AMICO, consigliere
DOTT. ADELE PAOLA FABBRETTI, consigliere
Ordine di Verona
Il Consiglio direttivo per il biennio 20012002 è composto come segue:
DOTT. FRANCESCO PAVANELLO, presidente
DOTT. PAOLO BENDAZZOLI, segretario
DOTT. LINO MAZZI, tesoriere
DOTT. CLAUDIO CORREZZOLA, consigliere
DOTT. MARIO DAL GRANDE, consigliere
DOTT. GIOVANNI FACCINI, consigliere
DOTT. PIERLUIGI TEZZA, consigliere
Ordine di Venezia
Il Consiglio direttivo per il biennio 20012003 è composto come segue:
DOTT. GIORGIO BOCCATO, presidente
14 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
DOTT. GIUSEPPE GASPARRINI, segretario
DOTT. ALBERTO BORGHETTI, tesoriere
DOTT. ANGELO BORTOLI, consigliere
DOTT. GIOVANNI COCCO, consigliere
DOTT. ROCCO DI PAOLA, consigliere
DOTT. LUIGI MAROLI, consigliere
Ordine di Piacenza
Il Consiglio direttivo per il biennio 20012003 è composto come segue:
DOTT. FABIO DAL POZZO, presidente
DOTT. MARINO MANSTRETTA, segretario
DOTT. ATTILIO SAGNER, tesoriere
DOTT. TATIANA MACCAGNI, consigliere
DOTT. GABRIELE RIZZI, consigliere
Ordine di Ragusa
Il Consiglio direttivo per il biennio 20012003 è composto come segue:
DOTT. CARMELA OCCHIPINTI, presidente
DOTT. GIUSEPPE NOTO, segretario
DOTT. BIAGIO LAURETTA, tesoriere
DOTT. FABIO FERRERI, consigliere
DOTT. EMANUELE SPADOLA, consigliere
Dagli Ordini
Dall’Ordine di Padova
CONGRESSO UNIVERSITÀ - UNINDUSTRIA - ORDINE
Il giorno 23/02/2001 presso l’aula Nasini
dell’Istituto di Chimica Generale di Padova
si è tenuto il Congresso “La Scuola Chimica
Padovana ed il Mondo Produttivo del Triveneto” organizzato in collaborazione con la
la Commissione per i rapporti tra l’Università, l’Industria e gli Ordini professionali.
Da parte dei presidenti dei Consigli dei Corsi di Laurea in Chimica, Chimica Industriale,
Scienza dei Materiali e Biotecnologie, sono
stati presentati i nuovi itinerari fo rm at iv i
previsti con l’entrata in vigore della riforma
degli studi universitari a partire dall’Anno
Accademico 2001/2002.
È seguita una relazione del nostro Ordine
presentata dal presidente dr. De Pace che ha
espresso le perplessità sul risultato di una formazione abbreviata nei tempi e sui possibili
motivi di confusione che potranno generare
nei cittadini sia la presenza di due categorie di
laureati, sia la possibilità che entrino a far parte dell’Albo dei Chimici anche laureati che,
grazie all’intersecabilità delle nuove classi di
formazione, potrebbero aver seguito percorsi
formativi diversi da quelli tradizionali.
Ha evidenziato inoltre che il grado di prepa-
DEI
CHIMICI
razione attuale dei laureati fa sì che al momento dell’inserimento nel mondo del lavoro essi si trovino troppo spesso ad affrontare situazioni molto diverse da quelle per le
quali le materie oggetto degli studi universitari li avevano formati.
Il presidente Regionale della Sezione Industrie Chimiche di Unindustria ha avanzato
proposte di collaborazione tendenti a favorire la formazione del laureato soprattutto
sul piano pratico e sulla ricerca applicata.
Nel pomeriggio alcuni docenti hanno illustrato i programmi di ricerca seguiti nei diversi dipartimenti di chimica. Al ter mine
una tavola rotonda ha dibattuto i problemi
dello sviluppo della ricerca. Per l’Ordine è
intervenuto il Consigliere dr. Padovan che
ha illustrato la possibilità che con la riforma
della legislazione riguardante gli Ordini venga conferita agli stessi la facoltà di controllo
e organizzazione degli stages in vista dell’inserimento nel mondo del lavoro dei neolaureati di 1° livello e l’organizzazione di
corsi per la formazione permanente, nonché la possibilità di rilasciare gli attestati di
qualità del professionista.
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
15
Ricordo di un Nobel per la Chimica
Linus Pauling,
scienziato del secolo
Nel 2001 cade il centenario della nascita di
due giganti del sa p e re, Enrico Fe r mi
(1901-1954) e Linus Pauling (1901-1994),
entrambi premi Nobel. Il primo, il grande
fisico italiano, padre dell’energia nucleare
e della bomba atomica, è il più noto ed il suo
centenario è al centro di molte iniziative
scientifiche e culturali. Il secondo, un chimico americano, è meno noto al grande pubblico italiano, anche se si devono a lui contributi fondamentali nella chimica e nella
biologia e una grande lezione di impegno civile per la pace e contro le bombe atomiche.
Nato nell’Oregon, uno degli stati della costa
del Pacifico degli Stati uniti, da modesta famiglia, lavorò per poter studiare e frequentare l’Università dove si diplomò in scienze
per passare poi a studiare chimica fisica all ’ U n ive rsità della Califo rnia a Pa s a d e n a .
Molti libri e articoli descrivono i suoi successi scientifici, a cominciare dalle prime ricerche sulla “natura del legame chimico”.
Un fondamentale libro di Pauling, con questo nome, f u p u bbl i c at o n e l 1 9 3 9 ( p e r
inciso lo lessi da studente ed era uno dei primi libri americani che arrivarono in Italia,
dopo la Liberazione, alla fine della lunga
notte di isolamento internazionale imposto
dal fascismo).
La prima importante sede di insegnamento e di ricerca di Pauling fu il California Institute of Technology a Pasadena e qui, oltre a molti altri temi, affrontò quello della
struttura delle proteine. Come è ben noto, le
proteine sono costitute da lunghe successioni di amminoacidi uniti fra loro con legami --CO—NH. Alla fine degli anni trenta non
16 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
si sapeva, però, come fosse organizzata questa successione di amminoacidi; Pauling, insieme col collega Corey, avanzò l’ipotesi che
essi fossero disposti in una elica, una ipotesi
che si rivelò vera quando Pauling vide, in Inghilterra, nel 1948, le prime “fotografie” degli spettri di diffrazione della cheratina.
Il primo articolo di Pauling sulla struttura
delle proteine apparve nel 1952 ed ebbe una
grandissima risonanza; Pauling estese la teoria della struttura ad elica all’acido desossiribonucleico, DNA, un tema su cui stavano la
vo ra n d o, in Inghilterra, i chimici Watson
e Crick. Nel 1951 furono ottenuti gli spettri di diffrazione delle molecole del DNA
che furono rese pubbliche nell’aprile 1952
durante un congresso a Londra e Watson e
Crick, sulla base di tali “fotografie”, proposero per il DNA quella struttura “a doppia e
lica” per cui sarebbero divenuti celebri nel
mondo. Sarebbe arrivato allo stesso risultato, prima di loro, se avesse potuto partecipare a Londra allo stesso congresso, a n ch e
Pauling che invece non poté allontanarsi dagli Stati uniti perché il governo gli aveva tolto il passaporto per le sue presunte attività “antiamericane”.
E quello di contestatore fu un altro volto di
Linus Pauling, ispirato anche dalla moglie
Ava Helen (1903-1981), che aveva sposato
nel 1923 e che era una attivista nei movimenti dei diritti civili e pacifisti. Davanti ai
risultati delle esplosioni delle bombe atomiche americane su Hiroshima e Nagasaki e
agli effetti delle esplosioni nucleari sperimentali nell’atmosfera, Pauling decise di dedicare una parte rilevante del suo impegno
Ricordo di un Nobel per la Chimica
nei movimenti per la cessazione dei tests
nucleari e per l’abolizione delle bombe atomiche.
A partire dal 1950 era cominciata la persecuzione di tutti coloro che erano sospetti di
“comunismo”, cioè di idee liberali e pacifiste, costretti, per poter continuare a lavorare, a “denunciare” altri colleghi sospetti anche loro di “comu n i s m o ” . Pauling si rifiutò di testimoniare davanti alla speciale
commissione del senatore repubblicano Joe
McCarthy, continuò nelle marce contro le
bombe atomiche e, come ricordavo prima,
fu privato del p a s s ap o rt o. I suoi successi
s c i e n t i f i c i e ra n o s t at i c o mu n q u e t a l i ch e
nel novembre 1954 ebbe il premio Nobel
per la chimica; per tutti gli anni cinquanta
del Novecento continuò la sua campagna
c o n t ro l e b o m b e at o m i ch e. I l s u o l i b ro
“Mai più guerre !” del 1958 contribuì moltissimo alla mobilitazione dell’opinione pubblica che portò all’accordo del 1963, con cui
sovietici e americani decisero di sospendere i
tests nucleari nell’atmosfera. Per il suo impegno civile Pauling ebbe nell’ottobre 1963
un secondo premio Nobel, questa volta per
la pace, unica persona ad avere avuto due
premi Nobel non divisi con altri.
Poco dopo il California Institute of Technology mostrò di non gradire l’impegno po
litico di Pauling che lasciò l’insegnamento e
c o n t i nu ò l e r i c e rch e n e l p ro p r i o “ L i nu s
Pauling Institute”.
Tali ricerche riguardarono temi anche controversi come quello della medicina e della
psichiatria “ortomolecolare” e quello degli
effetti che fo rt i dosi quotidiane di vitamina C hanno sulla prevenzione delle malattie.
Pauling ha disposto che la sua biblioteca e il
suo archivio, di decine di migliaia di libri e
articoli e di centinaia di migliaia di lettere e
appunti, fosse lasciato all’università dell’Oreg o n , d a c u i aveva m o s s o i p r i m i p a s s i .
Un catalogo di tale immenso patrimonio,
una bibliografia completa e molte notizie su
Linus e Alma Pauling si trovano in Internet nel sito: www.orst.edu/Dept/Special Collections/subpaes/ahp (2500
pagine su Pauling si trovano anche nell’archivio dell’FBI; anche in questo caso il coraggio civile ha avuto la meglio sull’oscurantismo e sulle persecuzioni politiche).
Alcuni libri di Linus Pauling
• L. Pauling e E. B. Wilson, “Introduction
to quantum mechanics with applications
to chemistry”, New York, 1935; ristampa
New York, Dover, 1985; traduzione italiana col titolo: “Introduzione alla meccani ca quantistica”, Padova, Piccin, 1968.
• L. Pauling, “The nature of the chemical
bond and the structure of molecules and
c ry s t a l s. A n i n t ro d u c t i o n t o m o d e rn
structural chemistry”, Ithaca (NY), Corn e l l Un ive rs i t y P re s s, p r i m a e d i z i o n e
1939; 2a edizione, 1945; 3a edizione 1960;
in italiano col titolo: “La natura del legame chimico”, traduzione di G.B. Bonino dalla 2a edizione americana, Roma,
Edizioni italiane, 1949; traduzione dalla 3a edizione americana, Roma, Edizioni italiane, 1961.
Edizione americana abbreviata col titolo: “The chemical bond. A brief introduction to modern structural chemistry”,
Ithaca, Cornell University Press, 1967:
• L.Pauling, “General chemistry”, San Francisco, Freeman, 1948, 1953, 1988; traduzione italiana col titolo: “Chimica generale, Milano, Longanesi, 1952, 1958, 1960.
• L. Pauling e R. Hayward, “The architecture of molecules”, San Francisco, Freeman, 1964.
• L. Pauling, “No more war!”, New York,
Dodd, Mead & Co., 1958,1974, 1983.
• L. Pauling, “Vitamin C and the common
cold”, San Francisco, Freeman, 1970. An-
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
17
Ricordo di un Nobel per la Chimica
che: “Vitamin C and the common cold
and the flu”, 1976.
• L. Pauling, “Orthomolecular psychiatry:
va ry i n g the concentrations of substances normally present in the human body
m ay c o n t ro l mental diseases”, S c i e nce, 19 April 1968, p. 265-271.
Anche il successivo: D. Hawkins e L.Pauling, “Orthomolecular psych i at ry : treatment of schizophrenia”, San Francisco,
Freeman, 1973.
• E. Cameron and L. Pauling, “Cancer and
Vitamin C”, 1979, 1981, 1993.
• L. Pauling, “How to live longer and feel
better”, 1986; traduzione italiana col titolo: “Come vivere più a lungo e sentirsi
meglio”, Milano, Frassinelli, 1989
Alcuni scritti su Linus Pauling
• A. Serafini, “Linus Pauling. A man and his
science”, New York, Paragon I louse, 1989.
• T. Hager, “Force of nature: the life of Linus
Pauling”, New York, Simon & Schuster,
1995 recensione in New Scientist, 25 November 1995. Anche, dello stesso autore:
“Linus Pauling and the chemistry of life”,
New York, Oxford University Press, 1998.
• D.E.Newton,“Linus Pauling, scientist and advocate”,New York, Facts-on-Files, 1994.
• G. B. Kauffmann, molti articoli fra cui il
recente: “Linus Pauling: scientist of the
century”, Chemistry and Industry, 19 february 2001.
Dott. Prof. Giorgio Nebbia
LA REDAZIONE DE ÒIL CHIMICO ITALIANOÓ
INVITA I PROPRI LETTORI
AD INVIARE CONTRIBUTI SCRITTI
SU PROBLEMI DI ATTUALITAÕ
DELLA CHIMICA E DELLA PROFESSIONE
18 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
Dagli Iscritti
Applicazioni della tecnologia
avanzata nelle analisi di controllo
Siamo nel 2000 e certamente l’evoluzione
della ricerca scientifica un po’ in tutti i campi
ha portato a profonde innovazioni. I Laboratori di analisi merceologiche forse sono fra
i più strettamente interessati a questa evoluzione, poiché operando in un settore di controllo dei più svariati prodotti in circolazione, da quello di comune uso industriale e
non, hanno avuto esigenza di allinearsi alla
modernizzazione dei metodi di analisi.
Per quanto riguarda l’analisi alimentare determinante è stata la ricerca quantitativa del
Li nei vini destinati alla distillazione obbligatoria nelle campagne vitivinicole annuali,
grazie alla spettroscopia ad assorbimento
atomico. Nel campo di prodotti alcolici, di
fondamentale importanza è stata inoltre la
determinazione del metanolo, a seguito dei
ben noti trascorsi degli anni ‘90, per via gascromatografica, o anche per via colorimetrica. Sono stati anche messi a punto metodi
per accertare la presenza di eventuali zuccheri aggiunti nella fermentazione.
Per quanto riguarda invece i prodotti cerealicoli di fondamentale importanza oltre che
l’analisi morfologica, è la deter minazione
del frumento tenero negli sfarinati di grano
duro grazie all’elettroforesi.
Analisi rigorose per la classificazione degli
oli vegetali, e per la determinazione di eventuali frodi sono certamente la gas-cromatografia per la determinazione di lipasi, steroli,
cere e acidi grassi. Di fondamentale importanza per la classificazione degli oli vegetali
(e degli estratti di conserve) è la determinazione del ∆K per via spettrofotometrica e
dei trigliceridi per mezzo di HPLC (cromatografia liquida ad alta pressione).
Per la determinazione dei concimi, dai semplici ai composti, si adopera la spettrometria ad
assorbimento atomico, per l’analisi di Na e K.
Per quanto riguarda poi i prodotti petroliferi
di fondamentale importanza è la distillazione
(oggi possibile anche grazie a distillatori automatici) che permettono di determinare i
parametri chiave per la classificazione dei
p rodotti finiti da immettere sul merc at o.
Inoltre, quali additivi, si rende necessaria la
determinazione quantitativa del colorante
(verde per le benzine super e senza Pb, viola
per la benzina agricola, verde per il gasolio
agricolo, celeste per le benzine Avio, rosso
per il gasolio da riscaldamento, etc.) grazie
all’analisi colorimetrica. Di fondamentale importanza è inoltre la determinazione quantitativa del Pb per via spettrometrica ad assorbimento atomico, e del benzene, i cui limiti
sono in continua revisione, per le benzine
super e super senza Pb, grazie alla gas-cromatografia. Anche per i gas di autotrazione e
non si usa l’analisi gas-cromatografica. Oggi
come oggi, per la classificazione dei prodotti
petroliferi, di fondamentale importanza è diventata la determinazione dello Zolfo, che
avviene mediante spettroscopia a Raggi X.
Resta inoltre da contemplare un campo di
analisi delicato quale è quello delle droghe,
che se pure possono essere determinate per
via gas-cromatografica, per IR e per spettrometria di massa, devono essere accuratamente preparate per le analisi.
Alla luce di quanto esposto risulta chiaro
quanto sia vasto il campo di azione di determinati laboratori di controllo, e quanto versatile devono essere gli analisti e l’uso delle
apparecchiature in loro dotazione.
Dott.ssa Maria Lepore
Chimico Direttore
Agenzia delle Dogane - Bari
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
19
Dagli Iscritti
Il fenomeno del doping
Sport e doping. Da tempo, ormai, è questo
il binomio che accompagna le più diverse
discipline e le più disparate manifestazioni
con un crescendo che le denunce dei “media” negli ultimi tempi sottolineano con forza. Non c’è sport senza doping, dunque?
Come si è arrivati a questo punto? E che rischi comporta il dilagare di questo fenomeno anche nelle fasce di praticanti più impensabili ( giovani, amatori, ecc.)?
Processi penali, inchieste, indagini, casi di
positività sono lì a lanciare l’allarme. Ma più
che la fascia “alta” dei praticanti, tutto sommato una minoranza dei praticanti totali, il
fenomeno preoccupa per la sua diffusione
in basso. Se il 10% dei ragazzini della scuola
elementare a Roma, secondo una recente inchiesta del Comune e del Ministero della PI,
assume integratori e creatina, cioè è “aperta”, disponibile all’abbinamento farmaco-attività spor tiva, c’è da essere preoccupati.
Perché dall’integratore al farmaco lecito il
passo è breve, dal farmaco lecito a quello illecito, ancora più breve. Dunque il doping
allarma per i suoi risvolti nella società. Per i
rischi futuri (tutti da indagare). Per i costi
che minaccia di imporre alla comunità in
termini di tutela di una salute facilmente
compromessa da farmaci proibiti. Non solo
un problema dello sport, dunque. Dove, peraltro, la trasformazione economica degli ultimi anni, la spettacolarizzazione, l’avvento
di tv e sponsor, la crescente monetizzazione
costituiscono molle fortissime verso il doping. Uno sport gove rn ato dagli interessi
economici è uno sport sempre più dopato.
Per questo il fenomeno non deve e non può
essere sottova l u t at o. Non dimentichiamo
che l’attività professionistica rap p re s e n t a
soltanto la punta di un iceberg, che l’esem-
20 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
pio dei campioni trascina e con il passare
del tempo - se non si prenderanno adeguate
contromisure - i danni sociali saranno certi
e pesanti.
Cercare di migliorare le proprie prestazioni
agonistiche non è un fatto recente. Sin dai
tempi dell’ antica Grecia, durante lo svolgimento dei Giochi Olimpici, era prassi usuale l’assunzione da parte dei concorrenti di
infusi di erbe e funghi allo scopo di migliorare le proprie performance; è stato infatti
anche ipotizzato che le numerose statue di
Giove, situate nella vicinanza degli stadi,
fossero state poste dagli atleti per invocare il
perdono divino a seguito “dell’imbroglio”
praticato durante la competizione. Più recentemente, nel XIX secolo in Francia era
molto diffusa una mistura di vino e foglie di
coca nota con il nome di “vin maraini” capace di ridurre le sensazioni di fatica e di fame durante attività intense e protratte nel
tempo. Agli inizi del novecento i maratoneti
assumevano alcool durante la gara e gli atleti
americani iniziavano le pratiche farmacologiche utilizzando uno stimolante di diffusione popolare quale la stricnina.
Con il passare degli anni, e con i progressi
della farmacologia, tale attività é diventata
sempre più intensa sino al punto di costituire
un fenomeno internazionale noto con l’appellativo di doping. L’ipotesi più attendibile
sull’origine del termine doping (sostantivo
anglosassone), è che derivi da un dialetto Sudafricano ed identifichi un liquore stimolante
che veniva servito nelle cerimonie religiose.
Un’altra ipotesi fa riferimento alla lingua
olandese ed in particolare ai termini doop
(che significa salsa) e dopen (mescolare).
Oggi il termine doping identifica l’assunzione di sostanze ad uso non terapeutico ed in-
Dagli Iscritti
dica qualsiasi trattamento inteso ad elevare
artificiosamente le prestazioni dell’atleta in
gara per favorirlo nella competizione, alterando così gli equilibri della competizione
stessa. Infatti il doping non comprende soltanto l’uso di farmaci, ma anche alcune tecniche quali la deidratazione, la auto-trasfusione del sangue dello stesso atleta (rara), l’ipnosi, la terapia megavitaminica, la somministrazione endovenosa di liquidi, la somministrazione di ossigeno, ecc.
Il termine doping si diffuse intorno ai primi
del ‘900 per indicare la stimolazione illecita
degli animali in competizione nei cinodromi
e negli ippodromi ed in seguito venne esteso anche all’uomo. Il sospetto dell’uso di sostanze stimolanti iniziò nei Giochi Olimpici
invernali del 1952 e si intensificò nel 1954
quando si diffusero sul mercato gli steroidi
a n ab o l i z z a n t i . L’evidente utilizzo di quest’ultimi nei Giochi Olimpici del 1964 condusse all’introduzione del “Controllo doping” nei successivi Giochi del 1968.
Qualora questi controlli fossero stati inseriti
più precocemente probabilmente si sarebbe
potuto evitare il sospetto che le morti di al-
cuni ciclisti (ricordiamo il danese Knut Jensen alle Olimpiadi di Roma nel 1960 e “in
diretta” l’inglese Tommy Simpson in una
tappa del Tour de France), fossero legate all’uso di amfetamine.
In contrasto all’espandersi del fenomeno doping, le federazioni sportive mondiali sembrano essere d’accordo sul fatto che i farmaci
non dovrebbero essere assunti dagli atleti per
migliorare la loro performance. Infatti, ciò
avrebbe come conseguenza che il vincitore si
identifichi con l’atleta che pratichi il programma farmacologico più efficace e non
colui che ottenga le vere migliori prestazioni.
Oltre alle valutazioni prettamente morali, esistono anche delle conseguenze fisiche, non
certo da sottovalutare, derivanti dall’assunzione a lungo termine di questi farmaci.
Allo scopo di scoraggiare l’uso e l’abuso di
farmaci nella pratica sportiva la Commissione medica del Comitato Olimpico Internazionale (IOC) ha stabilito una lista di sostanze, suddivise in classi, e di metodi proibiti applicando severe sanzioni disciplinari
agli atleti che dovessero risultare positivi ai
controlli effettuati. Ovviamente l’elenco vie-
Affrancare
secondo
le vigenti
tariffe
IL CHIMICO
ITALIANO
Periodico d’informazione dei Chimici d’Italia
P.zza San Bernardo, 106
00187 Roma
Dagli Iscritti
ne continuamente ag g i o rn at o ; di seg u i t o
vengono riportati, suddivisi in classi, le sostanze ed i metodi proibiti.
Tab. I: Elenco delle classi di sostanze e dei
metodi proibiti dal ClO.
I Classi di farmaci
A. Stimolanti
B. Narcotici - analgesici
C. Agenti Anabolizzanti
D. Diuretici
E. Peptidi, Ormoni glicoproteici ed analoghi
II Metodi doping
A. Doping del sangue (Trasfusioni)
B. Manipolazioni farmacologiche, chimiche
e fisiche
III Classi di farmaci soggetti ad alcune restrizioni
A. Alcool
B. Marjuana
C. Anestetici locali
D. Corticosteroidi
E. Beta - bloccanti
C’è chi sostiene che liste di questo tipo sia-
no una guida pratica per fare doping e non
promuovano alcuna educazione né in campo sportivo né in quello medico-biologico,
tale affermazione appare comunque inesatta
in quanto la regolamentazione farmacologica ha già prodotto, sebbene limitatamente,
effetti restrittivi sull’abuso di queste sostanze. Come è noto, i danni provocati dal doping possono essere rilevabili a breve ed a
lungo termine. Tra i primi, dopo le morti da
doping causate dalle “vecchie” tipologie di
a m fe t a m i n e, vanno assumendo rilievo le
“nuove” morti indotte da beta-bloccanti.
I danni a lungo termine possono essere correlati:
a) alla mutagenesi farmacologica (ossia mutazione di una cellula germinale portatrice dei caratteri ereditari) le cui conseguenze possono manifestarsi nella prima
generazione o dopo molte generazioni
successive;
b) alla cancerogenesi chimica, fenomeno
che implica la comparsa di tumori indotti da sostanze chimiche, tra cui alcuni
farmaci, anche a distanza di molti anni;
c) alla teratogenesi farmacologica. In cam-
La Redazione de “Il Chimico Italiano” invita i propri lettori
ad inviare contributi scritti su problemi d’attualità della chimica.
L’invio dei contributi scritti è gratuito.
Nell’inviare i manoscritti si prega di specificare i seguenti dati:
Cognome
Nome
C/o
Indirizzo
Provincia
Professione
Località
CAP
Tel.
Settore a cui intende collaborare
Fax
Dagli Iscritti
po sportivo essa riguarda un campione
ridotto, ossia le atlete ai primi stadi di
gravidanza in cui farmaci teratogeni inducono malformazioni nel feto correlate
all’epoca di somministrazione.
Se le analisi anti-doping effettuate sono, da
una parte, sempre più specifiche e precise,
d’altro canto gli atleti assumono sempre più
nuove sostanze dopanti per migl i o ra re le
proprie condizioni sportive e risultare negativi ai test anti-doping. L’opinione di coloro
che propongono l’effettuazione dei test farmacologici, e divisa su tre fronti diversi: ci
sono coloro che pensano che se i test fossero effettuati più frequentemente e con strumentazione ad elevata sensibilità, l’uso del
farmaco potrebbe addirittura venir eliminato non solo nelle gare, ma addirittura negli
allenamenti precedenti la gara stessa . Altri
affermano che, vietando l’uso di farmaci conosciuti dal punto di vista chimico e biologico, si spingono gli atleti a cercare altri farmaci sui quali si conosce poco o nulla, sia
per quanto riguarda i tipi d’analisi da eseguire e le sostanze intermedie da ricercare, che
per quanto riguarda gli effetti collaterali a
breve e a lungo termine. Una terza opinione
in merito è data da coloro che sostengono
che i test debbano essere quantitativi piuttosto che qualitativi e che lo scopo delle federazioni sia quello di prevenire l’uso eccessivo dei fa rm a c i . Una trattazione completa
del doping fa rm a c o l ogico incontra molte
difficoltà, prima fra tutte la illiceità del fenomeno, che ne impedisce una conoscenza approfondita, sia per quanto riguarda i farmaci
impiegati che la loro efficacia farmacologica. La diffusione del doping rappresenta un
p ro blema complesso che interessa v a r i
aspetti. Tra i fattori responsabili della diffusione del doping sono da tenere in considerazione: il professionismo sportivo, la scarsa
formazione sportiva del pubblico, il protagonismo, l’intento speculativo degli atleti e
di coloro che li circondano, la diseducazione
familiare. Inoltre, le reazioni psicologiche
dell’atleta non sono probabilmente estranee
alla diffusione del doping il calo sportivo
(con conseguente calo del divismo) conseguente ad una condotta di vita inadatta alle
prestazioni atletiche, finisce per indurre a tale fenomeno. Purtroppo, data l’incompetenza nell’uso delle sostanze prescelte, il doping, e sovente occasione d’intossicazione e
può finanche arrivare a mettere in pericolo
la vita dell’atleta stesso.
Per poter comprendere gli effetti derivanti
dall’abuso di queste sostanze è necessario
conoscerne la natura, la farmacologia e le
modalità di smaltimento da parte dell’organismo; queste informazioni consentono di
poter ipotizzare la drammatica situazione in
cui potremo trovarci tra qualche anno se
non verranno prese adeguate contromisure.
L’entità e la pericolosità del fenomeno implicano l’adozione di misure sempre più efficaci ed appare evidente che l’attuale strategia, basata sulla ricerca dei metaboliti urinari, appare del tutto insufficiente.
Per migliorare l’efficacia della lotta al doping occorre utilizzare un nuovo modello in
cui confluiscano in modo sinergico, data la
complessità dell’argomento, figure di diverse professionalità ed attuare un programma
di controllo capillare (nonché di info rm azione) che coinvolga l’atleta sin dai primi
anni di attività sportiva basato sul monitoraggio dei suoi parametri biochimici onde
intervenire tempestivamente qualora si riscontrino situazioni fisiologicamente non
spiegabili.
(1 - continua)
Dott. Dario D’Ottavio
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
23
Dagli Iscritti
Un “inquinante insolito” in acque di
falda: il 3-sec-butil-6-metiluracile
Nei controlli sulle acque di falda per la ricerca di pesticidi accade frequentemente di
rinvenire, oltre ai principi attivi commerciali,
anche qualche loro metabolita, a volte pred o m i n a n t e, come nel caso desetilat ra z i na/atrazina.
È tuttavia molto difficile individuare un metabolita “nuovo”, come pure qualsiasi sostanza per la quale non venga mirata la ricerca. Il caso in argomento può presentare
un interesse particolare per le possibili relazioni con il principio attivo diserbante noto
come “Bromacile”.
La caccia alla sostanza in questione è iniziata quando, in alcuni campioni di acque di
falda provenienti da un centro abitato, è stato notato un nuovo picco cromatografico,
durante le analisi di routine per la quantificazione dei diserbanti (analisi in GC/NPD
previa estrazione preconcentrazione in fase
solida degli analiti).
Il fatto che lo stesso picco fosse presente
solo in acque provenienti da alcuni pozzi vicini, in più campioni ripetuti a distanza di
tempo, ha attratto l’attenzione, escludendo
la possibilità di un artefatto analitico.
Tuttavia le verifiche in GC-MS, inizialmente, sono state di scarso aiuto, in quanto lo
spettro del composto non è presente nelle
librerie commerciali (es. Wiley 275.1). L’impressione che potesse trattarsi di un diserbante, ha spinto a continuare i campionamenti, risalendo la falda a monte e delimitando sempre più l’area interessata, ad una
stretta fascia. Il fatto che questa avesse origine da un’area depressa molto vasta (un’ex cava), adibita alla coltivazione di mais, e l’assenza di pozzi a monte ha fuorviato le ricerche,
24 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
rafforzando l’idea che si trattasse di un nuovo diserbante, impiegato solo in quell’area.
La vera origine è stata individuata più tardi,
a seguito dei controlli periodici condotti su
una discarica di rifiuti speciali sita molto più
a monte: il “picco incognito” era presente
solo a valle della discarica, e nel percolato.
Anche se era accertato da almeno due anni
che la discarica perdeva percolato in falda
(con punte di 100 mg/l di ammoniaca nei
pozzi spia più vicini), era difficile prevedere
che qualche inquinante, sia pure in tracce,
potesse percorrere i sei chilometri di distanza tra questa e il centro abitato.
La cosa colpisce ancora di più se si pensa
che in genere gli inquinanti “tradizionali”
(ammoniaca in particolare) non sono più rilevabili in falda dopo qualche centinaio di
metri, anche in un terreno di natura prevalentemente ghiaiosa.
A questo punto diventava impellente tentare
di identificare il composto, caratterizzato da:
• uno spettro di massa con uno ione
molecolare poco evidente di massa =
182 (1,7%), vicino ad altri fonte di
possibile confusione;
• picco base massa = 127 (100%);
• masse caratteristiche: 167 (5-6%), 153
(10%), 110 (23%), 84 (30%), 70 (89%);
• assenza di alogeni in base agli spettri
ed al comportamento verso il detector
ECD.
Tra gli spettri individuati dal programma di
ricerca della biblioteca a disposizione, è stato valutato come “più somigliante” quello
del 3-propil-6-metiluracile (massa 168) che
differisce di 14 unità e mostra alcune carat-
Dagli Iscritti
teristiche di frammentazione in comune, alle
masse più basse.
Nell’ipotesi che la molecola incognita differisse solo per un gruppo -CH2- o -CH3, sono stati cercati in letteratura i possibili derivati del 6-metiluracile.
Anche questa semplificazione ha portato a
dover verificare un gran numero di composti: 12 con massa = 182, e 4 con massa =
1 6 8 , per confro n t o. Di questi, i p o t i z z at i
considerando anche i possibili tautomeri
cheto-enolici derivati dal 6-metiluracile, il
“Beilstein Handbuch der Organische Chemie” (versione “on-line”), ha fornito “solo”
i riferimenti di cinque composti. Per una
fortunata coincidenza è stato facile reperire
subito la descrizione dello spettro di massa
del 3-sec-butil-6-metiluracile, che è risultato
coincidente con quello del composto incognito, riscontrato nella falda 1. La cosa forse
più interessante è che il composto veniva citato, negli articoli consultati, come una possibile via di degradazione di un principio attivo usato come diserbante, il 5-bromo-3sec-butil-6-metiluracile, commercialmente
noto come “Bromacil” (Bromacile) o “Hyvar”, fornendo così una possibile indicazione sull’origine della sostanza.
Un’altra possibile origine è emersa successivamente, riscontrando che il composto viene citato quale intermedio per la produzione dello stesso Bromacile, per bromurazione con bromo elementare (brevetto US
3330640).
A posteriori, è stato possibile reinterpretare
estesamente lo spettro di massa (e confermare l’attribuzione della struttura), grazie a
due articoli specifici 2-3. Ironia della sorte, si
è poi verificato che la biblioteca spettri a disposizione comprende, tra i derivati del 6metiluracile, oltre al già citato 3-propil, anche quelli del 3-metil, 3-etil, 3-n-butil, che
possiedono alcune caratteristiche simili, evidenti anche ad un profano. Il programma di
ricerca automatico, tuttavia, tra i vari spettri
somiglianti a quello del metabolita segnala
solamente il 3-propil-6-metiluracile, con una
probabilità più bassa rispetto ad altri quattro
composti molto eterogenei.
Identificato il composto, il passo successivo
diventa la misura della quantità. L’unico (!)
problema è che lo standard non è commercialmente disponibile presso i principali rivenditori specializzati, nonostante il composto sia stato senz’altro prodotto, in quantità
industriali, quale intermedio per la sintesi
del Bromacile.
Fortunatamente, contattando (via internet)
tre gruppi di ricerca che hanno utilizzato il
composto negli ultimi 10 anni, è stato possibile ottenerne un campione gratuito, generosamente fornito dal Prof. J. Suflita (Univ.
Oklahoma). Quest’ultimo è autore di un interessante studio sulla degradazione anaerobica del Bromacile, in condizioni simili a
quelle presenti in una discarica 4.
Lo standard così ottenuto ha permesso di
confermare in modo definitivo, se ancora ce
n’era bisogno, I’attribuzione della struttura,
e soprattutto di misurare in modo affidabile
le concentrazioni in falda e nel percolato.
Le concentrazioni riscontrate a circa sei chi lometri di distanza dal punto di immissione
in falda sono così risultate dell’ordine delle
frazioni di microgrammo, crescendo progressivamente sino a valori dell’ordine della
decina di microgrammi nei pozzi spia più
vicini alla discarica.
Il fatto che questa molecola sia facilmente
estraibile e identificabile anche a basse concentrazioni, insieme alla discreta solubilità
in acqua ne fanno, per certi aspetti, un tracciante ideale. Benchè a questi livelli sia difficile dare indicazioni tossicologiche su una
sostanza di cui non si hanno notizie specifiche, fa riflettere il fatto che questa può essere solo una fra le tante, fuoriuscite dalla discarica, destinate a percorrere lo stesso “ca-
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
25
Dagli Iscritti
n a l e ” ge o l ogico in una falda (in terre n o
ghiaioso) che ha dimostrato un’alta velocità.
Un aspetto importante, ancora oscuro, riguarda l’origine del composto: potrebbe essere stato smaltito direttamente in discarica,
o p p u re deriva re da residui di Br o m a c i l e
smaltiti allo stesso modo. La ricerca del
Bromacile nel percolato finora non ha dato
esito; tuttavia la sua assenza non è un criterio sufficiente per eliminare la seconda ipotesi, vista la sua rapida degradazione in ambiente anaerobico e la stabilità del possibile
derivato nelle stesse condizioni (4).
La vicenda insegna che, nel caso di discariche con perdite conclamate, non è sufficiente il semplice monitoraggio dei parametri
“classici” (ammoniaca, cloruri, solventi) per
definire in modo esauriente la diffusione
dell’inquinamento nella falda. Per di più alcuni di questi composti, come l’ammoniaca,
subiscono una rapida degradazione o assorbimento nel terreno, scomparendo rapidamente. Altri inquinanti non vengono invece
rimossi con la stessa facilità, e possono essere indicatori più affidabili (es: N-AlchilB e n ze n s o l fo n a m m i d i , Tr i a l ch i l fo s fat i , 2 ldrossi-Benzotiazolo, riscontrati in dive rs i
casi). Il problema principale è che la ricerca
va mirata al singolo caso e comporta sempre la necessità di notevoli capacità professionali specifiche. Emerge inoltre il bisogno
di dover reperire informazioni più complete
possibili sulla natura dei rifiuti smaltiti nelle
discariche, anche se “controllate”.
Un aspetto che merita una riflessione finale
è il fatto di trovare in circolazione composti
che, pur se prodotti su scala industriale, non
sono inseriti nelle librerie di spettri commerciali e nemmeno disponibili come standard.
Dott. Tiziano Vendrame e
Dott. Alfredo Mussato
Servizio Laboratori del
Dipartimento Provinciale
ARPAV di Treviso
Bibliografia
1. A. Acher, C. Hapeman J. Agric. Food Chem. 1994, 42, pp. 2040-2047: Comparision of
formation and biodegradation of bromacil oxidation products in aqueous solutions;
2. J. M. Rice J. of the American Chemical Society, (1965) pp. 4569-4576: Mass spectra of
nucleic acid derivatives. Pyrimidines;
3. E. Falch Acta Chemica Scandinavica, 24 (1970) pp.137-144: Mass spectra of Pyrimidines (Part 1. N-Alkiluracils);
4. A. Neal, J. Suflita Appl. Environ. Microbiol. 56 (1), pp. 292-294: Reductive dehalogenation of a nitrogen heterocyclic herbicide in anoxic aquifer slurries.
26 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
Notizie dall’Europa
Le comunicazioni a seguito riportate nella rubrica “Notizie dall’Europa” sono tratte
dagli ultimi numeri di “CORDIS”, editoriale dell’Ufficio delle Pubblicazioni Ufficiali
delle Comunità Europee.
Disponibile il bollettino n. 20 delle
pubblicazioni del CCR
Il Centro comune di ricerca (CCR) della Commissione europea ha emesso il
proprio bollettino delle pubblicazioni per l’anno 1999 (n. 20 del 2001).
Il bollettino elenca le pubblicazioni redatte
nel 1999 dai seguenti istituti del CCR:
• Istituto dei materiali e misure di riferimento;
• Istituto dei transuranici;
• Istituto dei materiali avanzati;
• Istituto dei sistemi, dell’informatica e della sicurezza,
• Istituto dell’ambiente;
• Istituto delle applicazioni spaziali;
• Istituto per la salute e la protezione dei
consumatori;
• Istituto per le prospettive tecnologiche;
• Direzione generale del CCR.
Sono presenti anche informazioni dettagliate sui brevetti ottenuti dal CCR nel 1999 e
dati statistici, oltre a un indice degli autori.
Il bollettino effettua una distinzione tra relazioni, articoli pubblicati in periodici internazionali, pubblicazioni speciali e presentazioni congressuali. L’opera, che va a completare la relazione annuale del CCR, si propone
di offrire una rassegna delle attività scientifiche e tecniche del CCR, nonché “di essere
un utile volume di consultazione e di incorag giare un’ulteriore collaborazione tra il
CCR e le organizzazioni di ricerca e le industrie nazionali. Allo stesso tempo, rappresenta un riconoscimento per gli scienziati
del CCR che hanno documentato il proprio
lavoro tramite i vari tipi di pubblicazioni
elencate”, ha affermato il direttore generale
del CCR H. J. Allgeier.
Per ricevere una copia del bollettino, rivolgersi al Servizio gestione delle conoscenze:
Centro comune di ricerca
1-21020 Ispra (VA)
T. P. 301
Fax +39-0332-789623
E-mail: [email protected]
Altre informazioni di carattere generale sul
CCR sono disponibili all’indirizzo
http://www.jrc.cec.eu.int
Bollettino delle pubblicazioni del CCR
per il 1999 (n. 20/2000)
RCN 15953
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
27
Notizie dall’Europa
Disponibili le pubblicazioni sul
programma “Qualità della vita”
Sono ora disponibili le seguenti pubblicazioni sul programma “Qualità della
vita e gestione delle risorse biologiche” della Commissione europea:
• “Information package 2001”
Comprende il nuovo programma di lavoro per il terzo invito a presentare proposte nell’ambito del programma “Qualità
della vita”;
• “TSE booklet”
Si tratta di una raccolta di 54 progetti di
ricerca ai quali partecipano 150 laboratori
di ricerca finanziati dal piano d’azione europea sulle malattie EST (129 pagine).
Numero di catalogo: ISBN 92-828-9581S.
• “EC-US task force on biotechnology research”
L’opuscolo dal titolo “Mutual understanding” recensisce un decennio di collaborazione (34 pagine). Numero di catalogo:
EUR 19407
• Brochure: “Migliorare la qualità della vita”
Tale brochure di 16 pagine presenta il
p rogramma utilizzando un linguag g i o
semplice e ricorrendo ad esempi di progetti svolti in passato. Numero di catalogo: ISBN 92-828-5549-X.
Per ottenere copie di dette pubblicazioni, rivolgersi a:
Fax +32-2-2991860
E mail: [email protected]
Bollettino “Qualità della vita” n. 5 (novembre 2000)
RCN 15964
“Alzheimer Europe” esorta a non
abbandonare la ricerca sulla demenza
Vari ambiti della ricerca sono assenti dai dibattiti in corso presso la
Commissione europea in merito ai contenuti del prossimo programma quadro di RST.
Uno di questi ambiti riguarda la ricerca sull’invecchiamento della popolazione, che,
secondo fonti della Commissione, pare
avere poche probabilità di essere inserito
nella sesta tornata del programma di finanziamento comunitario a favore della RST.
Anche in assenza di dichiarazioni ufficiali al
riguardo, i gruppi d’interesse cominciano a
manifestare la loro preoccupazione.
“A livello europeo, il riconoscimento della
28 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
dimensione europea della demenza e di conseguenza il finanziamento di importanti
progetti pilota attraversano al momento una
crisi profonda”, ha dichiarato l’attuale presidente dell’organizzazione ‘’Alzheimer
Europe” Jearnot Krecké in un editoriale
pubblicato nell’ultimo numero della newsletter dell’associazione.
Lo storno dei fondi per la ricerca sulla
demenza a favore di un budget di promo-
Notizie dall’Europa
zione della salute più in generale porrà in
serio pericolo il futuro della cooperazione
paneuropea nel campo della demenza,
ammonisce Krecké. L’organizzazione ha sottolineato l’assenza della ricerca sulla demenza
tra le future priorità di finanziamento indicate finora dalle istituzioni europee.
“Alzheimer Eur ope” sta ora operando per
ottenere più visibilità tramite maggiori contatti con i parlamentari europei, con le organizzazioni nazionali che la compongono e
con i Ministeri nazionali della sanità.
L’associazione ha inoltre illustrato la propria
posizione al Commissario europeo per la
Salute David Byrne nel tentativo di assicurare un maggiore sostegno a lungo termine
alla ricerca sulla demenza.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi a:
Alzheimer Europe
145, route de T hionville
L-2611 Luxembourg
Fax +352-297972
E-mail: [email protected]
http://www.alzheimer-europe.org
Newsletter di “Alzheimer Europe”, n. 6
(ottobre 2000)
RCN 15970
Ricerca sulle biotecnologie: un
decennio di collaborazione UE-USA
La Commissione europea ha pubblicato la relazione dal titolo “The EC-US
Task Force on Biotechnology Research”. L’opera, che tratta il periodo di collaborazione eurostatunitense compreso tra il 1990, anno di istituzione della
taskforce CE-USA per la ricerca in materia di biotecnologia, e il 2000, si avvale di una prefazione redatta dal Commissario per la Ricerca Philippe
Busquin e da Neal Lane, direttore del dipartimento di politica della scienza e
della tecnologia presso l’ufficio esecutivo del Presidente degli Stati Uniti.
La relazione comprende interviste con i
membri della taskforce e articoli sui seguenti temi: bioinformatica, strumenti molecolari per l’ecologia, genomi animali, biotecnologia ambientale, immunologia e biotecnologia, neuroinformatica, biotecnologia marina, nanobiotecnologia e il futuro della ricerca biologica e biotecnologica. In una di queste interviste, Bruno Hansen, direttore della
direzione per il coordinamento delle scienze
biologiche presso la DG Ricerca della Commissione europea, fornisce una panoramica
del futuro ruolo svolto dalla Commissione
nel settore della ricerca sulle biotecnologie.
La relazione è disponibile rivolgendosi all’Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee (Lussemburgo).
Sulla base di una pubblicazione della
Commissione europea
RCN 15988
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
29
Notizie dall’Europa
Busquin illustra le proposte per il
nuovo programma quadro
Il 21 febbraio, il Commissario per la Ricerca Philippe Busquin ha illustrato
le proposte che andranno a formare il nuovo programma quadro dell’UE,
evidenziando i vantaggi che quest’ultimo apporterà in termini di maggiore
cooperazione e focalizzazione.
La dotazione di 17,5miliardi proposta per il
nuovo programma quadro (2002-2006) rappresenta un aumento del 17% rispetto al
precedente, incremento che Busquin ha definito necessario per il raggiungimento degli
obiettivi europei.
“L’Europa intende diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e di
maggior successo al mondo. La ricerca e
l’innovazione costituiscono la chiave per
raggiungere tale obiettivo”, ha affermato il
Commissario.
Secondo Busquin il nuovo programma quadro apporterà vantaggi alle imprese, al mondo accademico e agli istituti di ricerca. Nello
svolgimento delle attività di ricerca ciascuno
di essi incontra dei problemi, che ver ranno
affrontati dal nuovo programma. Esso, in
particolare, aumenterà la mobilità dei ricercatori, cercherà di fare dell’Europa un luogo
ideale per la ricerca di prim’ordine, contribuirà a intensificare la collaborazione fra
gruppi di ricerca e concentrerà l’attenzione
su un numero limitato di priorità.
Sette priorità chiave
Il Commissario ne ha evidenziate sette, illustrando i relativi obiettivi:
■ tecnologie della Società dell’informazione:
sviluppare le principali tecnologie dell’informazione per rafforzare l’industria europea e
aiutare i cittadini europei a beneficiare dell’economia basata sulla conoscenza;
30 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
sviluppo sostenibile: rafforzare la capacità scientifica e tecnologica necessaria all’Europa per realizzare uno sviluppo sostenibile e per contribuire in modo significativo agli sforzi internazionali volti alla
comprensione e al controllo del cambiamento globale;
■ genomica e biotecnologie a favore della
salute: utilizzare le recenti scoperte nel
campo della decodificazione del genoma
umano, soprattutto nella lotta contro le
malattie e nel potenziamento dell’industria europea delle biotecnologie;
■ n a n o t e c n o l og i e, m ateriali intelligenti e
nuovi metodi di produzione: aiutare l’industria europea a beneficiare di queste
tecnologie all’avanguardia;
■ spazio e aeronautica: mantenere la leadership dell’Europa nel settore aerospaziale
e concentrare l’attenzione sulla sicurezza
e la protezione ambientale;
■ sicurezza alimentare e rischi per la salute:
definire la base scientifica necessaria alla
p roduzione di alimenti sani e sicuri e
controllare i rischi relativi alla produzione
alimentare;
■ cittadini e governo nella società europea:
mobilitare la capacità di ricerca nell’ambito delle scienze economiche, politiche,
sociali e umane, migliorando così la comprensione dell’importanza di una società
basata sulla conoscenza in tutta l’Europa.
La ripartizione preliminare dello stanziamento nelle singole voci mostra che il con■
Notizie dall’Europa
t r i buto del prossimo programma quadro
ammonterà a 16,275 miliardi, mentre il resto è rappresentato dall’Euratom. Poco più
di tre miliardi sono destinati alla creazione
dello Spazio europeo della ricerca. In base a
tale suddivisione, delle sette priorità di ricerca illustrate da Busquin, le tecnologie della
Società dell’informazione rappresentano la
singola voce di spesa più cospicua, con un
importo invariato rispetto al Quinto programma quadro di 3,6 miliardi.
Le imprese europee, sia piccole che grandi,
d ov rebb e ro beneficiare dei risultati delle
proposte. Accanto all’enfasi posta sulla necessità di garantire che i risultati della ricerca
siano accessibili alle imprese e contribuiscano a creare nuovi investimenti e posti di lavoro, le PMI (piccole e medie imprese) riceveranno maggiore attenzione.
Il tasso di partecipazione al programma previsto per le PMI, infatti, è passato dal 10 al
15% sul totale dei partecipanti. Tali aziende
b e n e f i c e ranno inoltre dei migl i o ra m e n t i
proposti per quanto riguarda l’accesso ai capitali di rischio e la ricerca di partner.
“Le proposte che sto avanzando nell’ambito
di tale programma mirano ad aiutare le
aziende a sviluppare le tecnologie chiave per
il futuro e a consentire alle nostre università
e ai nostri centri di ricerca di intensificare la
collaborazione per rafforzare la base scientifica europea”, ha affermato Busquin.
A n che la Commissione europea intende
operare nello spirito di cooperazione che
caratterizza le nuove proposte. Essa, pertanto, intensificherà la collaborazione con i centri e gli istituti internazionali di ricerca e
avanzerà due nuove e importanti proposte.
La prima riguarda la fornitura di assistenza
agli organismi nazionali di ricerca affinché
aprano maggiormente i loro programmi ai
ricercatori di altri Stati membri e li integrino,
contribuendo così a creare le condizioni per
lo Spazio europeo della ricerca. La seconda
verte sull’utilizzo, per la prima volta, di uno
strumento del Trattato (articolo 169) che
consente all’Unione di partecipare ai programmi nazionali degli Stati membri condotti congiuntamente. Ai partecipanti di tali
programmi verrebbe garantita la flessibilità
di proposta nell’ambito dei vari argomenti,
nonché la possibilità di adeguare quest’ultimi
alle loro esigenze di ricerca. Tale iniziativa,
unita all’intenzione della Commissione di
snellire l’amministrazione e la gestione dei
programmi, dovrebbe contribuire alla riduzione dei costi di attuazione degli stessi.
Le proposte, che devono ancora essere approvate dal Parlamento europeo e dal Consiglio, costituiscono una delle parti più significative del documento strategico che verrà
presentato al prossimo vertice di Stoccolma,
il 23 e 24 marzo.
Per ulteriori informazioni, consultare il sito
Web: http://www.cordis.lu/rtd2002
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
31
Notizie dall’Europa
Gli europarlamentari commentano le proposte
di Busquin sul nuovo programma quadro
Nel corso del suo intervento alla riunione della commissione dell’industria,
del commercio esterno, della ricerca e dell’energia del Parlamento europeo,
svoltasi il 26 febbraio, Philippe Busquin, Commissario responsabile per la
Ricerca, ha sottolineato la necessità di aumentare del 17% la dotazione di
bilancio destinata al nuovo programma quadro.
La ma ggior parte degli europarlamentari ha
accolto favo revolmente i progetti di Busquin e ha ammesso che un aumento del
9% nell’ambito dello stesso bilancio era stato approvato negli Stati Uniti, Paese che
l’Europa cerca di raggiungere in termini di
finanziamenti a favore della ricerca, dello
sviluppo e dell’innovazione.
Il 26 febbraio Busquin ha riferito alla commissione parlamentare che la dotazione di
bilancio complessiva pari a
17,5 miliardi
rappresenta un aumento del 17% rispetto al
programma precedente.
C i o n o n o s t a n t e, alcuni euro p a rl a m e n t a r i
hanno espresso delle riserve circa lo stanziamento delle risorse finanziarie.
L’eurodeputato francese Gérard Caudron ha
apprezzato la proposta, ma ha messo in causa
il modo in cui il finanziamento verrà destinato al coordinamento delle politiche di ricerca
nazionali. Altri eurodeputati hanno auspicato
che sia destinata alle tecnologie della Società
dell’informazione una somma più elevata rispetto ai 3,6 miliardi previsti.
Mentre le priorità in materia di ricerca indicate della Commissione sono state in larga
misura accettate dalla commissione parlamentare, un certo numero di eurodeputati
crede che debba essere dedicata maggiore
attenzione allo sviluppo sostenibile, alla collaborazione internazionale con i Paesi in via
di sviluppo nel settore delle energie rinnovabili, nonché all’assunzione di giovani ricercatori.
I Ministri della ricerca accolgono favorevolmente
la proposta per il prossimo programma quadro
I Ministri della ricerca e dell’istruzione dell’UE riuniti a Uppsala (Svezia)
hanno accolto con favore le proposte della Commissione per il nuovo programma quadro in materia di ricerca, ponendo l’accento sugli ambiti nei
quali è necessario intensificare gli sforzi.
La proposta della Commissione per il 6PQ
è stata presentata dal Commissario per la
R i c e rca Philippe Busquin il 21 febb ra i o
2001.
Essa prevede un aumento della dotazione
finanziaria del 17%, che verrà impiegato, fra
32 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
l’altro, a favore di una maggiore mobilità dei
ricercatori e della promozione di una collaborazione più intensa fra i principali ambienti di ricerca dell’UE. Oltre a ciò, verrà
accordata priorità a 7 ambiti di ricerca: biot e c n o l og i e, t e c n o l ogie della Società del-
Notizie dall’Europa
l’informazione, nanotecnologie, aeronautica
e spazio, sicurezza dei prodotti alimentari,
sviluppo sostenibile e rapporto tra cittadini
e governo.
“I Ministri hanno apprezzato la visione strat egica e il ch i a ro messaggio di sosteg n o
espresso nei confronti della ricerca e dell’innovazione. Essi hanno altresì sottoscritto il
principio chiave in base al quale l’attenzione
verrà concentrata su un numero limitato di
priorità, al fine di ottenere una massa critica
e generare valore aggiunto europeo”, ha affe rm ato l’attuale presidente del Consiglio
“Ricerca” Thomas Östros chiudendo i lavori della riunione.
Tu t t av i a , egli ha aggiunto che sono stat i
espressi timori per quanto concerne la marginalizzazione degli attori minori nel campo
della ricerca alla luce di tale concentrazione.
Fra i temi prioritari, i Ministri hanno sottolineato l’importanza di un’azione concertata
per lo sviluppo delle biotecnologie in Europa, che tenga pienamente in considerazione
la ricerca, l’innovazione industriale, l’imprenditorialità e la qualità della vita, nonché
l’importanza di un dibattito pubblico aperto
sulle questioni etiche.
I Ministri hanno posto l’accento sulla necessità di coinvo l ge re maggiormente le PMI
(piccole e medie imprese) e di affrontare il
problema della mancanza di risorse umane
nel settore della ricerca. Essi hanno inoltre
accolto favorevolmente le proposte della
Commissione relative a un maggior sostegno a favore delle azioni volte a promuovere la partecipazione delle PMI, hanno ribadito l’importanza di dar seguito alle iniziative lanciate dal Consiglio europeo di Lisbona
in materia di competenze di base nel campo
delle TI e hanno affermato che i Paesi dovrebbero utilizzare appieno i programmi e i
fondi esistenti sia a livello nazionale che comunitario. I Ministri hanno inoltre apprezzato le proposte volte a migliorare la forma-
zione e la mobilità dei ricercatori.
La Commissione ha proposto i nuovi strumenti che essa stessa impiegherà per l’attuazione del 6PQ. “ Vista l’importanza e la
complessità della materia, si è ritenuto che il
tema degli strumenti dovesse essere esaminato approfonditamente. Tale analisi dovrà
avvenire con una certa urgenza in seno agli
organismi del Consiglio deputati, ai quali
d ov rebb e ro essere inv i t ati a par t e c i p a re
esperti nazionali di alto livello”, ha dichiarato Östro s. “I Ministri hanno ap p rez z at o
l’intenzione di Busquin di organizzare un
seminario aperto con i rappresentanti della
c o munità di ricerc a , per consentire uno
scambio di idee sulle modalità di definizione
di regole dettagliate per l’attuazione”.
I partecipanti alla riunione si sono dichiarati
concordi sulla necessità di affrontare la questione da una prospettiva più ampia, tenendo conto delle esigenze della ricerca e dell’istruzione.
“Secondo i Ministri è necessario effettuare
un’analisi più approfondita, comune al settore dell’istruzione e della ricerca, che tenga
in considerazione tutte le varie possibilità di
stimolare l’interesse delle giovani generazioni nei confronti dell’istruzione a livello universitario e della ricerca in generale, nonché
della fo rmazione degli insegnanti e della
scienza e la tecnologia in particolare. È stato
sottolineato inoltre che, fra le misure da
adottare per stimolare il reclutamento dei
giovani, dovranno figurare un ammodernamento generale della pedagogia e la creazione di efficaci collegamenti con il mondo del
lavoro e l’industria in tutto il sistema educativo”, ha concluso Östros.
Anche le scuole dovranno dare il loro contributo al dibattito sull’etica, il quale ha acquisito maggiore rilevanza a seguito dei rapidi sviluppi avvenuti in campo biotecnologico e genomico. “Il modo in cui le scuole
s ap ranno aff ro n t a re queste tematiche in-
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
33
Notizie dall’Europa
fluenzerà gli atteggiamenti dei giovani, mentre la fiducia che la società nel suo complesso ripone nello sviluppo scientifico e tecnologico inciderà sulla propensione delle nuove generazioni ad avviare una carriera nel
campo della scienza e della tecnologia”, ha
dichiarato il Ministro,
aggiungendo che anche i rappresentanti del
mondo scientifico e dell’industria devono
intraprendere un dialogo con i cittadini su
tali questioni.
Le discussioni proseguiranno in seno al CREST (Comitato della ricerca scientifica e tecnica) e durante la riunione del Consiglio dei ministri della Ricerca del prossimo giugno, allo
scopo di definire un’azione concreta.
Il Regno Unito esprime grande apprezzamento
per i piani di lavoro della Commissione relativi
alla futura politica europea di ricerca
L’Ufficio britannico per la scienza e la tecnologia, presso il Ministero del
commercio e dell’industria, presieduto da Lord Sainsbury, ha ampiamente
apprezzato “l’originalità e l’ampiezza di vedute” della comunicazione della
Commissione europea dal titolo “Realizzazione dello Spazio europeo della
ricerca [SER]: orientamenti per le azioni dell’Unione europea nel settore
della ricerca (2002-2006)”.
“Il Regno Unito riconosce che la ricerca
scientifica e l’innovazione rappresentano gli
elementi chiave ai fini della crescita, della
competitività e di una migliore qualità della
vita. Condividiamo pienamente l’importanza
attribuita al sostegno della mobilità, fattore
essenziale all’interno di un SER autentico”,
afferma l’Ufficio britannico, il quale ag giunge che i finanziamenti a favore della mobilità
dovrebbero essere raddoppiati. L’Ufficio fa
eco alla posizione della Commissione circa
la necessità di migliorare il contributo delle
donne alla ricerca europea: “A questo vorremmo aggiungere l’importante questione
del coinvolgimento dei giovani”.
In particolare, il Regno Unito appoggia la decisione della Commissione di intraprendere
un’azione di benchmarking delle politiche nazionali di ricerca e sviluppo, sottolineando l’importanza di gestire qualsiasi investimento in tale settore. “Questo sforzo richiederà un ap-
34 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
proccio di apertura verso l’esterno e di orientamento alla produzione di risultati. La stessa logica dovrà essere applicata alla gestione dei
fondi europei per la ricerca”.
L’Ufficio condivide il parere della Commissione, secondo cui il prossimo programma
quadro non dovrà semplicemente sommarsi
ai 15 già esistenti dei Paesi dell’Unione, “ma
dovrà essere integrato e aggiungere valore
agli sforzi nazionali”.
Tuttavia, l’Ufficio britannico critica la Commissione per non aver dato all’innovazione
“sufficiente risalto nelle sue proposte” e aggiunge che “su quest’aspetto è necessario un
capitolo dai connotati più forti. Fornire sostegno alla ricerca per realizzare sviluppi nel
campo della politica di innovazione e promuovere la valorizzazione dei risultati della
ricerca attraverso il programma quadro costituiscono gli obiettivi chiave da perseguire”. L’Ufficio chiede inoltre che venga mag-
Notizie dall’Europa
g i o rmente incorag g i ata la par t e c i p a z i o n e
delle piccole e medie imprese e affe rm a :
“Nutriamo alcune preoccupazioni sul modo
in cui il principio delle ‘attività di ricerca
collettive’ potrà essere applicato e apportare
benefici diretti alle PMI”.
Secondo i britannici, il prossimo programma quadro dovrà pro mu overe la mobilità
dei ricercatori e sostenere, a livello comunitario, programmi più specificamente mirati
e a costi ripartiti, concentrandosi sulla creazione di una massa critica nei settori scientifici e tecnologici di rilevanza mondiale. Essi
chiedono inoltre un maggior coinvolgimento dell’utenza finale nella ricerca, accanto a
una migliore divulgazione e utilizzo della conoscenza. Il programma, a loro avviso, dovrebbe essere proiettato verso l’esterno, “rivolgendosi in particolare ai nostri principali
concorrenti e partner commerciali a livello
mondiale, nonché agli Stati candidati all’adesione e ai Paesi in via di sviluppo”. L’Ufficio
britannico aggiunge inoltre che “è necessaria
un’attività di monitoraggio e di valutazione
più intensa”.
Sebbene tutto ciò sia in linea con le attuali
idee della Commissione, il Regno Unito non
concorda pienamente con la proposta della
stessa di contribuire alla fornitura dei servizi
infrastrutturali. “Le decisioni in materia di
finanziamenti rientrano necessariamente fra
le competenze del Pa e s e, s o p rattutto di
quello ospitante. Tali investimenti hanno
una nat u ra di lungo periodo che non si
confà alla durata quinquennale dei programmi quadro. Il ruolo della Commissione e del
programma quadro dovrebbe essere di facilitazione ed estendersi, eventualmente, alla
realizzazione di studi di fattibilità”, continua
l’Ufficio.
Tuttavia, nel campo delle scienze biologiche, dove sempre maggiore è la dipendenza
dalla condivisione di risorse limitate, il Regno Unito ritiene che “forse sarebbe opportuno sostenere, a livello comunitario, l’eccellenza nei servizi offerti alla comunità europea della ricerca, piuttosto che l’eccellenza
nella ricerca di base”.
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
35
Notizie dall’Europa
Genoma umano: pubblicate le sequenze
Le riviste “Science” e “Nature” hanno pubblicato le informazioni complete
sulla sequenza del genoma umano nella settimana del 12-17 febbraio, aprendo così una nuova era per la comprensione e il trattamento delle malattie.
Lo sforzo internazionale per decodificare il
DNA umano è stato compiuto congiuntamente dal consorzio del Progetto Genoma
umano, finanziato con fondi pubblici, e dalla società Celera Genomics (Stati Uniti).
Entrambi i gruppi forniscono gratuitamente
dati al pubblico, sebbene Celera Genomics
abbia affermato che potrebbe limitare l’accesso alle società che richiedono dati a fini
commerciali.
Secondo la rivista”Science”, i dati coprono
all’incirca il 95% del genoma, con una precisione stimata del 99,96%, e rivelano “un
testo antico, sorprendentemente condiviso
da tutti i gruppi etnici, e la cui grandezza è
soltanto il doppio di quella del programma
genetico di una drosofila”.
I dati indicano inoltre “vaste distese di regioni simili a deserto, dove la sequenza del
genoma umano contiene relativamente pochi o nessun gene codificante per le proteine”, recita “Science”. “I geni vivono in larga misura in isole di cluster sep a rate da
estesi deserti della lunghezza di milioni di
coppie di base, che contengono pochi o
nessun gene... ogni essere umano del nostro pianeta condivide il 99,99% dello stesso codice genetico con tutti gli altri. I n
realtà persone provenienti da diversi gr uppi
razziali possono essere più simili, da un
punto di vista genetico, di individui del medesimo gruppo”.
Non sempre grande è bello, afferma la Grecia
nel documento di reazione alle proposte
per il SER e il 6PQ
La preoccupazione nei confronti delle proposte della Commissione volte ad
autorizzare progetti di ricerca più vasti costituisce uno dei principali elementi della reazione preliminare del governo greco alle proposte avanzate
dalla Commissione europea per lo Spazio europeo della ricerca (SER) e il
Sesto programma quadro (6PQ).
Nel documento, redatto dal Ministro greco
per lo sviluppo, la Grecia definisce il prossimo programma quadro europeo uno dei
principali strumenti per la creazione del
SER e illustra quelle che, a suo avviso, dovrebbero essere le priorità per entrambe le
p o l i t i ch e. I n n a n z i t u t t o, esse dov rebb e ro
condurre a un aumento della competitività
36 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
delle imprese europee a livello internazionale e, in secondo luogo, dovrebbero fornire
un sostegno alle altre politiche comunitarie
(fra cui le politiche regionali, ambientali, di
innovazione, ecc).
Nella relazione si legge in seguito che il Paese è favorevole alla concentrazione della ricerca e delle risorse in settori mirati di im-
Notizie dall’Europa
portanza strategica, ma non a scapito di un
approccio più generico. La scelta dei settori
strategici dovrebbe essere motivata e basata
su studi prospettici, nonché integrata a un
approccio dal basso, che consenta alla ricerca di svilupparsi secondo sia le esigenze, sia
le possibilità dei ricercatori.
“Siamo contrari all’esclusione dei progetti
minori dal Sesto programma quadro, nonché
all’idea di sostenere e promuovere esclusivamente i progetti di ampie dimensioni e alto
livello di spesa.
L’introduzione di una soglia di spesa elevata
per i progetti di ricerca non sembra rispondere agli interessi della Grecia e neppure a
quelli dell’UE”, recita il documento. Esso
prosegue sottolineando che molte delle scoperte scientifiche più importanti sono opera
di ristretti gruppi di ricerca e che le infrastrutture di ricerca più piccole offrono maggiore flessibilità di quelle grandi.
Secondo il governo greco, il valore aggiunto
europeo, nonché il valore e l’eccellenza in
campo scientifico, dovrebbero rappresentare i criteri base per la valutazione dei progetti di ricerca. Inoltre, è opportuno tenere
in considerazione anche la dimensione internazionale e regionale degli argomenti di
ricerca, piuttosto che”i criteri in base ai quali viene data priorità ai progetti finanziati
anche a livello nazionale”.
INNOVAZIONE: COLONNA DEL SER
E DEL 6PQ
L’innovazione dovrebbe costituire una delle
colonne portanti nella costruzione del SER
e del 6PQ, secondo il documento, nel quale
si legge: “Il modello lineare di sviluppo dell’innovazione dovrebbe essere potenziato e
promosso in tutt’Europa, principalmente
mediante il programma ‘Società dell’informazione’ e le iniziative strutturate in base al
modello CRAFT. In sostanza, l’innovazione
dovrebbe costituire uno degli elementi chia-
ve del prossimo programma quadro e delle
azioni connesse al SER”.
La relazione elenca in modo chiaro le misure
che a giudizio del Paese sarebbe opportuno
adottare per fo rn i re mag giore coesione al
prossimo programma quadro. Fra queste figurano la necessità di aumentare la coesione
interna dei programmi caratterizzati da una
maggiore cooperazione tra la ricerca in ambito pubblico e privato, da maggiori raggruppamenti innovativi e dalla capacità di favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di
scienziati sia nel settore privato che in quello
pubblico.
La Grecia vor rebbe inoltre che si utilizzasse
una base finanziaria diversificata per le infrastrutture di ricerca. Oltre agli Stati membri, fra le possibili fonti di finanziamento i
greci indicano la Banca europea degli investimenti, i Fondi strutturali europei e i capitali del settore privato. “Non condividiamo
l’idea di finanziare i costi per la costruzione
di una nuova infrastruttura o per l’ampliamento e la gestione di strutture esistenti tramite il Sesto programma quadro”.
La mobilità dei ricercatori costituisce un tema centrale delle proposte della Commissione, fattore che ha riscosso l’approvazione
della Grecia, la quale condivide la necessità
di considerare la mobilità uno degli obiettivi
principali sia del 6PQ, sia del SER. I greci
suggeriscono inoltre che intraprendere nuove azioni, come l’assegnazione di borse e la
creazione di posti di lavoro negli enti di ricerca per periodi di tempo determinati, contribuirebbe a limitare la fuga di cervelli.
Essi sostengono la necessità di incoraggiare
un numero maggiore di giovani a intraprendere studi ingegneristici, scientifici e tecnici
e a migliorare la disponibilità dei servizi per
l’apprendimento permanente.
Per quanto riguarda il ruolo della Commissione europea, la Grecia condivide l’iniziativa di semplificare ulteriormente le procedure
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
37
Notizie dall’Europa
di selezione dei progetti per l’assegnazione
dei finanziamenti e per il loro monitoraggio,
ma ha espresso alcune riserve circa l’esternalizzazione delle attività di gestione dei progetti.
La Grecia raccomanda inoltre l’assunzione,
da parte della Commissione, di un ruolo
centrale nella definizione delle modalità di
attuazione dei programmi congiunti e del
coordinamento dei programmi nazionali.
Insieme agli Stati membri, la Commissione
dovrà definire un quadro per questo tipo di
cooperazione, garantendo la partecipazione
di tutti gli Stati membri e l’accesso alle
informazioni che da essa scaturiranno. Secondo i greci, il coordinamento potrà essere
s t ru t t u rato su tre livelli: preparazione dei
programmi e definizione degli obiettivi; redazione e attuazione dei progetti; valorizzazione dei risultati dei progetti.
“L’apertura reciproca dei programmi nazionali non deve rappresentare l’obiettivo finale, poiché è necessario tener conto anche
delle particolari esigenze di ogni Stato membro [...] L’apertura dei programmi nazionali
dovrebbe avvenire in settori che generano
valore aggiunto europeo”, si legge nel documento.
Thomas Östros: “Il 6PQ deve fungere da
strumento per l’attuazione del SER”
Il Sesto programma quadro deve essere considerato uno strumento per l’attuazione dello Spazio europeo della ricerca (SER), ha affermato Thomas
Östros il6 febbraio, nella sua attuale veste di presidente del Consiglio “Ricerca”.
Östros ha illustrato alla commissione dell’Europarlamento per l’industria, il commercio con l’estero, la ricerca e l’energia, il programma di lavoro della Presidenza svedese
in materia di ricerca, prendendo ufficialmente atto della posizione della commissione stessa in merito al settore della ricerca.
“Ho letto con grande interesse la relazione
preliminare della vostra relatrice, l’eurodeputata Plooij-van Gorsel, di cui la commissione ha appena discusso.
Per la Presidenza svedese è molto importante che il programma quadro venga considerato uno strumento strategico per l’attuazione dello Spazio europeo della ricerca. Inoltre attribuiamo altrettanta importanza alla
qualità scientifica e al valore aggiunto europeo - in altre parole, a un’accorta applicazione del principio di sussidiarietà - che costi-
38 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
tuiscono la base del sostegno comunitario
alla ricerca”, ha dichiarato Östros.
Il Ministro ha affermato che un accordo sul
6PQ darebbe vita al primo caso di programma quadro approvato a mag gioranza, secondo la procedura di codecisione. “È necessario che tutte le istituzioni, e il Parlamento europeo in particolare, lavorino in
stretta collaborazione, affinché il processo
decisionale possa svolgersi in modo lineare
ed essere trasparente, efficiente e puntuale.
La Presidenza svedese attribuirà la massima
priorità agli sforzi tesi a ottenere un ampio
consenso politico.”
Il Ministro ha illustrato le altre priorità della
Presidenza svedese, fra cui l’incremento della cooperazione transnazionale, l’ulteriore
sviluppo del rapporto tra scienza e società,
l’ampliamento del sistema educativo e l’in-
Notizie dall’Europa
centivazione dell’interesse per l’istruzione a
ogni livello della stessa, nonché l’intensificazione dei rapporti tra istruzione e ricerca, i
due ambiti di competenza del Ministro in
Svezia. La Presidenza svedese desidera dedicare particolare attenzione alle biotecnolog i e, ha aff e rm ato Östr o s, secondo il
quale”in questo campo è necessario adotta-
re misure vigorose, partendo da una prospettiva molto ampia, innanzitutto per rilanciare tale settore di ricerca, in secondo luogo per promuovere l’applicazione industriale dei risultati della ricerca stessa e da ultimo, anche se non per importanza, per stimolare il doveroso dibattito sulle questioni
etiche”.
La Commissione getta le basi per lo sviluppo
di una chimica sostenibile
La Commissione europea ha adottato un Libro bianco che illustra la strategia per una politica futura in materia di sostanze chimiche. Obiettivo principale della nuova strategia è il conseguimento di un elevato livello di tutela
della salute umana e dell'ambiente a fronte di un funzionamento efficiente
del mercato interno e della promozione dell’innovazione e della competitività dell’industria chimica europea.
“Il Libro bianco tiene anche conto dell’importanza di aumentare la trasparenza, rendendo più facilmente accessibili le informazioni sulle sostanze chimiche e chiarendo al
pubblico le varie fasi del processo decisionale”, ha dichiarato la Commissione.
Elementi principali della nuova strategia
È previsto un quadro normativo uniformato, coerente ed efficiente in base al
quale le informazioni sulle sostanze presenti sul mercato, sia anteriormente che
successivamente alla data spartiacque del
settembre 1981 (sostanze “esistenti” e
sostanze “nuove” e sui pericoli connessi
al loro uso devono essere di livello equivalente per g a ra n t i re lo stesso tipo di
protezione.
■ Le responsabilità connesse allo svolgimento delle analisi e alla valutazione dei
rischi vengono ribaltate: delle prime si
occuperà l’industria, della seconda le autorità competenti.
■
L’innovazione e la competitività sono
due aspetti da promuovere, senza che
ciò vada a scapito di un livello elevato di
protezione.
■ Viene proposta l’introduzione di un sistema di autorizzazione “su misura” per
ciascuna sostanza per garantire controlli
severi sulle sostanze più pericolose.
■ Le informazioni sulle sostanze chimiche
saranno più trasparenti e approfondite.
È una delle iniziative più importanti che la
Commissione abbia mai intrapreso ai fini
dello sviluppo sostenibile”, ha commentato
il Commissario per l’Ambiente, M a rgo t
Wa l l s t ro m . “Il nu ovo ap p roccio preve d e
una serie di tappe che porteranno ad eliminare gradualmente e sostituire le sostanze
più pericolose, ossia le sostanze cancerogene, quelle che si accumulano nell’organismo
e nell’ambiente e quelle che possono compromettere la capacità di riproduzione.
Si tratta dunque di un documento decisivo
per le generazioni future”.
■
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
39
Notizie dall’Europa
Erkki Liikanen, Commissario per le Imprese, ha aggiunto: “[La] strategia approvata è
fondamentale per poter raccogliere dati attendibili e di qualità sui quali basare le analisi delle numerosissime sostanze chimiche
presenti attualmente sul mercato, di cui sappiamo molto poco a livello di effetti sulla
salute o sull’ambiente. È una decisione importante anche per lo sviluppo di un efficiente mercato interno delle sostanze chimiche nel quale le imprese europee del settore
possano operare in condizioni di parità. Il
sistema adottato [...l contribuirà anche a sti-
molare l’innovazione e a creare un quadro
operativo nell’ambito del quale l’industria
europea potrà competere a pieno titolo con
altri concorrenti mondiali”.
La tappa immediatamente successiva consisterà nella presentazione del Libro bianco al
Consiglio e al Parlamento europeo. In seguito, la Commissione organizzerà a Bruxelles e
negli Stati membri una serie di conferenze
alle quali verranno invitati i gruppi di interesse del settore. In tali occasioni verrà presentato il Libro bianco e le sue implicazioni
e si discuterà degli sviluppi futuri.
Il CES sollecita la creazione di uno Spazio
europeo dell’istruzione
Il 1° marzo il CES (Comitato economico e sociale) dell’UE ha sollecitato la
creazione di uno Spazio europeo dell’istruzione, una maggiore mobilità degli studenti, la formazione permanente, in particolare in relazione alle nuove tecnologie, nonché la promozione dell’apprendimento elettronico (elearning).
Il Comitato ha adottato un documento a
cura dei membri del gruppo di lavoro M.
Koryfidis (Grecia) e M. Rupp (Germania) in
merito alla forma del sistema di istruzione
da attuare nell’UE.
Il documento raccomanda un’intensificazione degli sforzi per creare un autentico Spazio
europeo dell’istruzione, privilegiando la mobilità in tutte le sue forme, comprese la mobilità virtuale e fisica di insegnanti e studenti,
nonché la mobilità di nuove idee e buone
prassi.
40 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
Il Comitato è stato concorde nell’affermare
che la formazione permanente rappresenta
un elemento essenziale affinché i cittadini
partecipino alla Società dell’informazione,
alle nuove tecnologie e alla new economy.
I n o l t re, secondo il Comitato l’iniziat iva
eLearning” costituisce la base della strategia
della Commissione volta a promuovere l’utilizzo di Internet, a creare una rete di istruzione e a sviluppare la mobilità virtuale.
Per ulteriori info rm a z i o n i , visitare il sito
Web del CES: http://www.esc.eu.int
Letture per il Chimico
In questa rubrica si segnalano, ed eventualmente si recensiscono, i libri e le pubblicazioni non periodiche che pervengono a Il Chimico Italiano o al Consiglio
Nazionale dei Chimici.
Microbiologia dei prodotti di origine vegetale. Ecologia ed analisi microbiologica. Coordinato da Franco Ottaviani per Istituto Lattiero Caseario e di
Biotecnologie Agro-Alimentari di Thiene.
Chiriotti Editori. Un volume di 707 pagine,
85.000 lire.
L’Istituto di Biotecnologie Agro-Alimentari
di Thiene ha inteso offrire un contributo
concreto per un innovativo approccio alle
procedure da adottare per valutare e garantire il rispetto delle caratteristiche e delle prestazioni di un alimento o di una bevanda. Il
manuale è indirizzato ai tecnici dei laboratori
aventi rilevanza esterna ed ai lab o rat o r i
aziendali, ai produttori e trasformatori del
settore nonché come testo didattico al fine
di favorire nell’agro-alimentare l’evoluzione
del concetto di controllo qualità verso quello
di assicurazione della qualità di un prodotto.
Al testo hanno contribuito, oltre ai collaboratori dell’Istituto lattiero caseario di Thiene
altri esperti responsabili del controllo qualità di importanti aziende industriali e commerciali.
Gli argomenti trattati si susseguono secondo questo ordine.
Verifica, prevenzione e certificazione della
qualità di produzione degli alimenti: dalla
garanzia igienico-sanitaria alla certificazione
di sistema qualità I piani di campionamento
dei prodotti alimentari destinati alla analisi
microbiologica. Norme di buona conservazione e di buona distribuzione. Struttura e
funzione delle cellule microbiche. Classificazione dei microrganismi. Gli obiettivi della
ricerca dei microrganismi nei prodotti alimentari di origine vegetale. Mezzi per la ricerca dei microrganismi: il laboratorio ed i
terreni di coltura. Modalità per l’analisi microbiologica dei prodotti di origine vegetale.
Aeromonas mobili. I conteggi batterici (cariche) totali: temperatura e sviluppo microbico. I batteri lattici: antagonismo microbico. I batteri sporigeni e la stabilizzazione
degli alimenti.
“ E n t e ro b a c t e r i a c e a ” c o l i fo rmi totali ed
“Escherichia coli”: microrganismi ed acidità. Gli stafilococchi aurei: attività dell’acqua e sviluppo microbico. Gli enterococchi:
pastorizzazione - batteri termodurici. Salmonelle: danni subletali e rivitalizzazione.
L i s t e r i a , m o n o cy t oge n e s : m a l attia da alimenti. Miceti, muffe, lieviti: conservanti chimici. Le micotossine nei prodotti vegetali.
Sterilizzazione: principi e applicazioni.
Surgelazione dei prodotti vegetali: principi
ed applicazioni. Pulizia e sanificazione. Bevande analcoliche, definizione e caratteristiche. La bir ra. Cacao e cioccolato. I prodotti
da forno. Microbiologia ed ecologia del grano e della farina. Prodotti derivati dalla lavorazione della fr u t t a . I vegetali di Quart a
Gamma. Le paste alimentari. Le spezie. Il
vino: ecologia dalla vinificazione, processo
delle vinificazioni, rischio. Vinificazione in
non conformità: controlli, tecniche di controllo, analisi lieviti e microrganismi.
Scienza del latte - Principi di tecnologia del latte e derivati - 3a edizione.
Charles Alais. Tecniche Nuove Editrice. Un
volume di 739 pagine, 119.000 lire.
Si può definire l’enciclopedia del latte, frutto di una intera vita dedicata a conoscere,
sempre meglio conoscere, le infinite verità
che il latte contiene e che lentamente si van no conoscendo.
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
41
Letture per il Chimico
Sono particolarmente importanti oltre alle
conoscenze relative alla struttura delle casein e, delle siero p ro t e i n e, del gra s s o, d e l l a
membrana globulare grassa, dei microcostituenti già presenti nella precedente edizione,
le ricerche e le innovazioni inserite nei capitoli dedicati alle proteine, al Caseificio, ai
prodotti diversi.
Il testo comprende i seguenti arg omenti:
nozioni fondamentali, la secrezione del latte; la sua struttura; i glucidi, il lattosio, l’acido lattico; i lipidi, la sostanza grassa, la crema; i protidi del latte, la caseina, il fenomeno della coagulazione; le sostanze minerali,
gli acidi organici; i costituenti con attività
biologica; la fisica, e fisica-chimica del latte;
microbiologia e igiene del latte e derivati;
sviluppo dei microrganismi nel latte e la loro
attività; i batteri lattici e gli innesti; l’infezione della mammella e le sue conseguenze; i
problemi igienici, il risanamento del latte; i
fattori che influenzano la produzione e la
composizione del latte; le condizioni della
produzione, la mungitura; le condizioni della
raccolta del latte, il raffreddamento, la pulizia; pastorizzazione e sterilizzazione; la crema e il burro; i formaggi, gli enzimi, i metodi moderni; i prodotti lattiero-caseari diversi;
i problemi alimentari ed in particolare gli effetti di integrazione, allergia, intolleranze,
potere nutritivo nella alimentazione umana.
Da notare infine le ampie informazioni su
componenti e derivati del latte difficilmente
reperibili presso i fornitori dei singoli prodotti.
I prodotti alimentari geneticamente
modificati. Francesco Aversano. Editore
“Il Sole - 24 Ore”. Un volume di 225 pagine, 35.000 lire.
Fino al 1997 non era dato conoscere quali
fossero le regole generali in materia di nuovi
prodotti, noti ai più, quali alimenti cosiddetti
transgenici, perché in realtà, il legislatore na-
42 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
zionale non ne aveva neanche considerato
l’esistenza (solo i decreti del 1993 inquadravano la materia) mentre in campo europeo si
progettava l’emanazione di norme specifiche.
Il principale obiettivo del volume è quello di
dare il resoconto di quanto finora è stato fatto in campo nazionale e comunitario dal
punto di vista normativo nel settore delle bio
tecnologie con particolare riferimento ai prodotti alimentari geneticamente modificati.
Sono trascritti e commentati tutti i decreti, i
regolamenti, le raccomandazioni, mettendo
in evidenza il profilo generale, il profilo salutistico, il profilo etico, il profilo informativo sostanziale di ogni norma.
L’ o p e ra è sud d ivisa in otto capitoli ch e
comprendono la materia in oggetto.
1. D.Lgs, 91/1993: attuazione della direttiva
9 0 / 2 1 9 / C E E , c o n c e rnente l’impiego
confinato di microrganismi geneticamen te modificati.
2. D.Lgs. 92/1993: attuazione della direttiva
90/220/CEE, concernente l’emissione
d e l i b e rata di organismi ge n e t i c a m e n t e
modificati.
3. I nuovi prodotti ed i nuovi ingredienti alimentari.
4. L’etichettatura dei prodotti geneticamente modificati.
5. I requisiti generali e specifici in materia di
etichettatura dei prodotti modificati geneticamente.
6. L’etichettatura dei prodotti e ingredienti
alimentari contenti additivi e aromi geneticamente modificati o derivanti da OGM.
7. Le sanzioni in materia di etichettatura dei
nuovi alimenti.
8. Il principio di precauzione, il D.P.C.M. 4
agosto 2000 e il pare re europeo dello
Scientific Committee on food.
Negli allegati sono inseriti il testo delle disposizioni: D.Lgs., circolari, regolamenti nazionali, CE, delle Commissioni, del Parlamento europeo fino al 2000.
Letture per il Chimico
Prodotti chimici - Guida per il consumatore. John Emsley. Ed. Zanichelli.
Un volume di 254 pagine, 34.000 lire.
Chimica e qualità dell’ambiente. E.
Cianetti, P. Papetti. Ed. Nuovo Studio Tecna. Un volume, 188 pagine.
Molti ritengono che parecchi prodotti chimici dovrebbero essere proibiti. In realtà alcuni composti considerati pericolosi non lo
sono pur essendo sottoposti a molta disinformazione.
Il volume illustra molti di questi prodotti e
volutamente l’autore non usa termini chimici
ad evitare il fuoco di sbarramento di una cattiva nomea. C’è chi descrive un qualsiasi prodotto come “privo di sostanze chimiche” che
non ha senso, ma che molti interpretano questa affermazione come “privo di additivi”.
P u rt roppo l’effetto negat ivo del ter m i n e
“chimico” è difficile da eliminare e frasi come “disastro chimico” o “guerra chimica”
servono solo a rinforzare l’immagine negativa, rischiando di danneg giare una scienza
che può risolvere molti dei problemi che si
stanno affrontando: trovare farmaci contro
il cancro, il morbo di Alzheimer e l’AIDS;
sviluppare risorse energetiche rinnovabili;
sostituire certe risorse naturali esaurite o in
via di esaurimento; allontanare la minaccia
dell’inquinamento non sempre provo c at o
dalla industria chimica.
Il testo è suddiviso nei seguenti capitoli: i
profumi; i dolcificanti; l’alcool; il colesterolo,
i grassi e le fibre; gli antidolorifici; il PVC; le
diossine; i nitrati; l’anidride carbonica.
Ai capitoli indicati segue tuttavia l’appendice con i dati chimici dei prodotti descritti ed
una bibliografia con la indicazione dei più
importanti testi di consultazione con l’accortezza di riportare separatamente - capitolo per capitolo - i testi più accessibili al
lettore non esperto e i testi più approfonditi
e specialistici.
Da citare infine la meditazione dell’autore
sul futuro della chimica nel capitolo “Abbiate riguardo”.
È il volume ideale per chi. senza una cultura
specifica desidera conoscere e comprendere
tutti gli aspetti dell’ecologia conscio ch e
l’uomo è responsabile della realizzazione
della sua identità personale e delle modalità
di gestione del proprio ambiente.
Si inizia con i principi di ecologia; gli esami
di laboratorio e misure; classificazione dei
contaminanti; campionamento e preconcentrazione; combustione e combustibili; inquinamento atmosferico; emissioni e loro misure; incendi; inquinamento idrico; inquinamento da rifiuti; rischi da antiparassitari; ossigeno terapeutico e aeronautico; ozono;
esplosivi e propellenti; eco-audit e eco-label.
Il volume si completa con tre appendici:
glossario dei termini chimici; metodi di analisi; norme ISO sulla qualità dell’aria, delle
acque, del suolo.
Innovazione nei liquidi alimentari 1° Convegno internazionale. Chiriotti
Editore
L’innovazione costituisce oggi uno dei punti
nodali della strategia e della gestione delle
imprese di ogni tipo e dimensione configurandosi come condizione essenziale per la
loro esistenza.
L’innovazione non è rappresentata solo da
fenomeni di iniezione di tecnologia o conoscenza scientifica in un certo apparato produttivo, ma piuttosto da processi di cambiamento ed integrazione, fra nuove impostazioni e vecchi sistemi che coinvolgono la
struttura, la organizzazione e la cultura delle
imprese.
Ciò implica uno sforzo costante per ricondurre ad omogeneità fattori apparentemente
contrapposti: creatività e progettualità, fles-
maggio/giugno 2001 - IL CHIMICO ITALIANO
43
Letture per il Chimico
sibilità ed organizzazione, capacità di direzione strategica del cambiamento ed abilità
di gestione dello stesso.
La MOE Fiera di Milano ha dato vita ad un
convegno internazionale sull’innovazione
nell’industria dei liquidi alimentari.
Le relazioni in lingua inglese e italiana sono
state suddivise in cinque sessioni. La prima
sessione sulla innovazione nella gestione e
nella strategia di impresa ha presentato sette
relazioni.
La seconda sulla innovazione nella distribuzione di bevande: just in time al punto vendita è stata discussa in una tavola rotonda.
La terza sull’innovazione dell’imballaggio:
nuovi materiali, il riciclaggio, l’ambiente,
con nove relazioni.
La quarta sessione sul riempimento asettico
con nove relazioni.
La quinta sessione: l’innovazione nel settore
della packaged water giudicato il marketing
del futuro con nove relazioni.
L’acqua in bottiglia materia prima o prodotto a valore aggiunto?
Ricerche ed innovazioni nell’industria alimentare. Volume IV a cura di
Sebastiano Porretta. Chiriotti Editore. Un
volume di 1.406 pagine, 110.000 lire.
Il volume comprende le relazioni presentate
al 4° Congresso Italiano di Scienza e Tecnologia degli Alimenti svoltosi a Cern o bb i o
nel settembre 1999.
44 IL CHIMICO ITALIANO - maggio/giugno 2001
Le relazioni sono state suddivise in sette
sessioni e precisamente:
I Sessione - Aspetti igienici degli alimenti:
microbiologia ed entomologia (comprende
17 relazioni).
II Sessione - Innovazioni di materiali e tecnologie per il confezionamento (15 relazioni).
III Sessione - Qualità dei prodotti trasformati (36 relazioni).
IV Sessione - L’innovazione e il trasferimento tecnologico (22 relazioni).
V Sessione - Proprietà funzionali degli alimenti e biotecnologie (23 relazioni).
Vl Sessione - Proprietà degli alimenti: tecniche analitiche (27 relazioni).
VII Sessione - Analisi sensoriali: scienza sui
consumatori.
Frazioni aromatiche (18 relazioni).
Citazione particolare merita la prima relazione che aff ronta il pro blema etico ch e
coinvolge in maniera sempre più evidente e
pressante il mondo della produzione agroalimentare. L’introduzione di Organismi Geneticamente Modificati (OGM) nella catena
alimentare, il rispetto delle regole del benessere animale negli allevamenti, la protezione
del consumatore da sostanze tossiche involontariamente o intenzionalmente introdotte nei cibi, la chiarezza e trasparenza dei
marchi e delle certificazioni della qualità dei
cibi, sono tutti temi di grande rilevanza sociale e con evidenti implicazioni etiche che
vanno approfonditi e dibattuti.
Ordine dei Chimici di Lecce
sono iscritti anche i Chimici residenti nella provincia di Brindisi
Via Capitano Ritucci, 41
Tel. e Fax 0832.346996
73100 Lecce
Presidente: Dott. Pietro Tedesco
Ordine dei Chimici di Mantova
Via Pescheria, 22
Tel. 0376.328348 - Fax 0376.320567
46100 Mantova
Presidente: Dott. Giuseppe Raffaldini
Ordine dei Chimici di Palermo
sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Agrigento,
Caltanisetta, Enna, Siracusa, Trapani
Via P. Calvi, 2.E
Tel. 091.325652 - Fax 091.329742
90139 Palermo
Presidente: Dott. Eugenio Cottone
Ordine dei Chimici di Parma
Strada Manara, 5.A
Tel. 0521.944934
43040 Parma
Presidente: Dott. Irio Bianconi
Ordine dei Chimici di Matera
Via Ridola, 53
Tel. e Fax 0835.243409
75100 Matera
Presidente: Dott. Gaetano Di Monte
Ordine dei Chimici di Pavia
Viale della Libertà, 12 - C.P. 13
Tel. 0382.301585
27100 Pavia
Presidente: Dott. Paolo Gerardo
Ordine dei Chimici di Messina
Via Garibaldi, 150
Tel. 090.59314 - Fax 090.59315
E-mail: [email protected]
98121 Messina
Presidente: Dott. Antonino Abate
Ordine dei Chimici di Piacenza
Galleria S. Giuseppe 8
Via Martiri della Resistenza
Tel. 0523.712674 - Fax 0523.712675
29100 Piacenza
Presidente: Dott. Fabio Dal Pozzo
Ordine dei Chimici di Milano
sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di C o m o,
Lecco, Lodi, Sondrio e Varese
Via Camperio, 9
Tel. 02.875440 - Fax 02.86995570
E-mail: ordine_chimici_lombardia@
hotmail.com
20123 Milano
Presidente: Prof. Emilio Marozzi
Ordine dei Chimici di Modena
Piazzale Boschetti, 8
Tel. 059.225910 - Fax 059.223955
E-mail: [email protected]
41100 Modena
Presidente: Dott. Giuseppe Sant’Unione
Ordine dei Chimici di Potenza
Via della Chimica s.n.c.
Tel. e Fax 0971.53593
85100 Potenza
Presidente: Dott. Giuseppe Carella
Ordine dei Chimici di Ragusa
Via Archimede, 183
97100 Ragusa
Tel. 0932.624649 - Fax 0932.653974
Presidente: Dott.ssa Carmela
Occhipinti
Ordine dei Chimici di Reggio
Calabria
sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Catanzaro,
Cosenza, Crotone e Vibo Valenzia
Via Cairoli, 24
Tel. e Fax 0965.893607
89127 Reggio Calabria
Presidente: Dott. Giuseppe Salvator e
Panzera
Ordine dei Chimici di Napoli
sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Av e l l i n o,
Benevento, Caserta, Salerno
Via A. Tari, 22
Tel. 081.204590 - Fax 081.5548645
E-mail: [email protected]
80138 Napoli
Presidente: Dott. Luigi Romano
Ordine dei Chimici di Reggio
Emilia
Via G. Bolognesi, 4
Tel. e Fax 0522.302070
42100 Reggio Emilia
Presidente: Dott. Paolo Magnani
Ordine dei Chimici di Padova
sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di B e l l un o, R o v i g o, Vi c e n z a
Via Monte Solarolo, 22
Tel. e Fax 049.8723207
E-mail: [email protected]
35141 Padova
Presidente: Dott. Antonio De Pace
Ordine dei Chimici di Roma
sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Frosinone,
Latina, Rieti, Viterbo, Perugia,
Te rn i, Chieti, L’Aquila, Pescara,
Teramo, Campobasso, Isernia
Via di Colle di Mezzo, 15.b
Tel. e Fax 06.5030468
00143 Roma
Presidente: Dott. Luciano Ginestroni
Ordine dei Chimici di Sassari
Via Nulvi, 27
Tel. e Fax 079.252568
E-mail: [email protected]
07100 Sassari
Presidente: Dott. Giuseppe Cabizza
Ordine dei Chimici di Taranto
Via d’Aquino, 74
Tel. 099.4528216
74100 Taranto
Presidente: Dott. Nicola Virtù
Ordine dei Chimici di Torino
sono iscritti anche i Chimici residenti nelle provincie di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara,
Verbania, Vercelli e Aosta
Via Livorno, 60
Tel. 011.2258581/3 - Fax 011.2258582
10144 Torino
Presidente: Dott. Giuseppe Geda
Ordine dei Chimici del TrentinoAlto Adige
Via Valentina Zambra, 16
Tel. 0461.825094 - Fax 0461.825768
38100 Trento
Presidente: Dott. Aldo Peruzzini
Ordine dei Chimici di Treviso
Via P. M. Pennacchi, 15
Tel. e Fax 0422.307023
31100 Treviso
Presidente: Dott. Giampaolo Bassetto
Ordine dei Chimici di Trieste
c.o Lab. Chimico C.C.I.A.A.
Viale S. Nicolò, 7
Tel. - fax 040.630600
34121 Trieste
Presidente: Dott. Ervino Zotti
Ordine dei Chimici di Venezia
Dorsoduro, 2137
Università, Dipartimento di Chimica
Tel. 041.2578560 - Fax 041.2578662
30123 Venezia
Presidente: Dott. Giorgio Boccato
Ordine dei Chimici di Verona
c/o Unione Italiana Vini
Viale del Lavoro, 8
Tel. 045.8200901 - Fax 045.8231805
37135 Verona
Presidente: Dott. Francesco Pavanello
IL CHIMICO
ITALIANO
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