Spedizione in A.P. Legge 662/96 art. 2 comma 20/c - filiale di Ancona ANNO XXII FEBBRAIO-MARZO 2000 2 S O M M A R 1 IL PLATANO IN CITTÀ 5 7 RANDAGISMO E ZOOTECNIA 8 13 17 23 I O INCIDENTI SUL LAVORO IN CAMPAGNA CEREALI CON AZOSPIRILLO GLI IBRIDI DI GIRASOLE PISELLO DA TRASFORMAZIONE FAGIOLINO DA INDUSTRIA 26 LA FERTILITÀ DEI SUOLI AGRARI 30 AGRICOLTURA FLASH Le opinioni espresse negli scritti pubblicati in questa Rivista impegnano solo la responsabilità degli autori VERDE URBANO IL PLATANO IN CITTÀ CONSERVAZIONE DELLE ALBERATE DI PLATANO Le alberate ornamentali, i parchi ed i giardini, contribuendo a dare risalto a certe prospettive ed a valorizzare strade e luoghi altrimenti poco attraenti, sono da sempre un elemento importante nella caratterizzazione del paesaggio urbano. Oggigiorno, con l’aumentare dei problemi connessi all’inquinamento, le specie da ornamento sono destinate ad assumere ulteriori ed importanti funzioni di “filtro” verso le sostanze inquinanti dell’aria e del suolo. Il platano, maestoso e magnifico albero facilmente adattabile alle diverse situazioni ambientali, risponde pienamente a tali compiti migliorando la qualità degli spazi cittadini. Questa pianta, infatti, associa doti estetiche (la chioma con grandi foglie, la conformazione e colorazione della corteccia, sono caratteri assai belli) alla capacità di risanare l’ambiente favorendo il movimento dell’aria e la riduzione degli inquinanti al suolo. A garanzia di questo sistema è quanto mai opportuno rivolgere particolari attenzioni verificando la sanità delle piante durante tutto il ciclo biologico. SALVAGUARDIA DELLE ALBERATE DI PLATANO La gestione del patrimonio arboreo urbano è senza dubbio un problema di grande attualità. In città il normale sviluppo delle piante, già reso difficol- Una riflessione sulla gestione del patrimonio arboreo negli spazi urbani: problemi specifici come stress termici, inquinamento, scarsa disponibilità nutrizionale, comportano l’insorgere di gravi patologie. Magnifico esemplare di platano toso da molteplici fattori di natura abiotica (stress termici, inquinamento, terreni costipati, scarsa disponibilità nutrizionale, potature eccessive, ecc.), è sempre più spesso minato dall’insorgenza di gravi patologie. Tra queste, il fungo parassita, Ceratocystis fimbriata f.sp. platani, agente del cosiddetto cancro colorato blu, rappresenta una seria minaccia alla sopravvivenza del platano. Questa malattia, segnalata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1935, ha generato i primi focolai in Italia alla fine della seconda guerra mondiale. La causa, pro b a b i lmente, è da ricercare nel legname infetto utilizzato, dall ’ e s e rcito americano, per il confezionamento di materiale bellico destinato alle zone di guerra. Da allora l’avversità si è spostata in diverse parti della penisola determinando in qualche caso un consistente depauperamento dei popolamenti di platano. QUALE DIFESA ATTUARE Con riferimento ai modi di lotta contro il patogeno Cera tocystis fimbriata si deve subito sgombrare il campo dagli interventi diretti con prodotti chimici. La sperimentazione in laboratorio, per la verifica delle strategie e dei mezzi di difesa, ha messo in evidenza l’efficacia di alcuni fitofarmaci appartenenti al gruppo dei benzimidazoli: carbendazim e thiabendazole. Purtroppo, gli stessi anticrittogamici perdo- 1 2 no, quando sono distribuiti per aspersione sulla chioma della pianta, l’efficacia nei confronti del fungo e non riescono, pertanto, a bloccare il decorso della malattia. L’uso di sostanze chimiche nell’ambiente urbano, inoltre, presenta limitazioni legate ai rischi di potenziale inquinamento. La tecnica che prevede l’immissione di fitofarmaci direttamente nella pianta, attraverso iniezioni “endoxilematiche” praticate sul tronco, sembrava in un primo momento più interessante, se non altro per i minori rischi di contaminazione ambientale. Indagini più approfondite dimostrano che neppure questo metodo riesce a debellare definitivamente il parassita il quale, per contro, è in grado di riprendere l’attività patogenetica a distanza di tempo dal trattamento. Un promettente filone di ricerca è il miglioramento genetico del platano finalizzato all’individuazione di soggetti resistenti all’infezione. Dopo questa breve rassegna non rimane che esaminare lo strumento di lotta di tipo legislativo che, al momento, sembra l’unico capace di garantire risultati apprezzabili nella difesa dalla Ceratocystis fimbriata f.sp. platani. Dal giugno 1998 è in vigore in Italia un decreto ministeriale di lotta obbligatoria, contro tale fitopatia (D.M. 17 aprile 1998), che disciplina una serie d’iniziative finalizzate all’immediata individuazione ed eradicazione d’eventuali focolai. In particolare, la localizzazione d’aree con presenza della malattia, attraverso il controllo del territorio, determina l’attuazione di misure di profilassi come l’abbattimento delle piante malate, il divieto di eseguire potature o, qualora queste ultime fossero necessarie, i comportamenti da seguire. Alla stessa stregua, anche il legname infetto, risultante dalle operazioni d’abbattimento e/o potatura, deve es- COS’E’ IL CANCRO COLORATO DEL P L ATANO: biologia, epidemiologia Dal punto di vista biologico il fungo Ceratocystis fimbriata f.sp. platani è un parassita che vive esclusivamente su platano e penetra nei tessuti delle piante attraverso le ferite. Nel momento in cui le strutture di perpetrazione del fungo (spore e conidi) o pezzi di legno infetto, vengono in contatto con soluzioni di continuità della corteccia (ferite) si ha l’immediata colonizzazione della parte attaccata, i tessuti iniziano a necrotizzare e non avviene la cicatrizzazione. Successivamente, la necrosi corticale aumenta e quando interessa tutta la circonferenza di una branca, o del tronco, si ha la morte della parte attaccata. L’osservazione della corteccia evidenzia aree depresse e screpolate; il legno sottostante imbrunisce fino a raggiungere un colore bluastro (da qui il nome della malattia “cancro colorato blu”). Sulla chioma l’avversità può avere due decorsi: uno acuto di tipo apoplettico ed uno cronico, più graduale. La fase acuta si manifesta in primavera-estate attraverso la morte d’alcune branche o dell’intera chioma; se l’andamento dell’infezione è di tipo cronico si assiste ad un progressivo deperimento degli esemplari colpiti. Questa malattia, pertanto, è pericolosa nelle alberate soggette a frequenti tagli di potatura (per di più male eseguiti) o interessate da lesioni del legno causate da altri agenti. L’eccessiva vicinanza delle piante, inoltre, determinando il contatto degli apparati radicali, rende possibile la trasmissione del fungo da un soggetto malato ad uno sano. L’uniformità genetica delle piante di platano e l’assenza di forme di resistenza alla malattia, sono ulteriori elementi di pericolosità che aggravano il rischio di diffusione della fitopatia. Particolare dell’imbrunimento del legno in un platano attaccato da Ceratocystis fimbriata. sere trattato nel rispetto di regole che tendono a limitare la diffusione del patogeno. La disposizione di lotta obbligatoria suddetta avrà, inevitabilmente, una significativa ripercussione nei modi di gestione del verde ornamentale. L’Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche (A..S.S.A.M.) – Servizio Fitosanitario Regionale, tenuto conto delle difficoltà operative introdotte dal decreto di lotta al cancro colorato, ha predisposto uno specifico protocollo tecnico nel quale si annoverano i modi di procedere negli abbattimenti, nelle potature, nella gestione del legname risultante e nell’utilizzo dei prodotti fitosanitari per la difesa dei platani. Tale documento deve rappresentare, secondo i propositi dei tecnici che l’hanno redatto, un riferimento capace di semplificare i compiti cui devono ottemperare i proprietari di piante di platano. ATTIVITÀ DI CONTROLLO NELLA NOSTRA REGIONE L’A.S.S.A.M. – Servizio Fitosanitario Regionale, in ossequio al ruolo che svolge in ambito regionale, ha pro- 3 grammato una serie d’interventi volti all’acquisizione di dati sulla consistenza del patrimonio e sullo stato fitosanitario del genere Platanus. In attuazione del programma d’attività 1999 dell’A.S.S.A.M, si è predisposto il progetto: “Ricerche su organismi nocivi di recente introduzione o presenti in forma endemica”. Esso prevede, tramite un questionario inviato a tutti i Comuni, il censimento dei platani nelle aree urbane ed extra urbane e la verifica del loro stato fitosanitario. Nella seconda fase si procederà all’accertamento dell’eventuale presenza di Ceratocystis fim briata f.sp. platani attraverso sistematiche indagini di laboratorio su campioni vegetali. Questo lavoro (iniziato, per quest’anno, nei Comuni della provincia d’Ancona), ha lo scopo di agevolare la predisposizione della mappa regionale di rischio fitosanitario che rappresenta un importante mezzo per l’attuazione degli interventi di prevenzione o di profilassi nei confronti del parassita Ceratocystis fim briata f.sp. platani. Per raggiungere gli scopi previsti e perché il progetto trovi la più ampia applicazione territoriale, è necessario che le Amministrazioni comunali e gli altri Enti, preposti alla salvaguardia del patrimonio vegetale, collaborino fattivamente. In quest’ottica si è svolto, presso la sala convegni dell’A.S.S.A.M., un seminario sul tema “problematiche fitosani tarie del verde da ornamento”, che ha visto la partecipazione di tecnici addetti alla manutenzione del verde nei comuni della provincia d’Ancona e del Dott. Luigi Marchetti, in qualità d’esperto del settore. La riunione, nella prima fase, ha passato in rassegna le principali avversità delle specie vegetali e le moderne strategie di difesa con particolare riferimento al platano. In un secondo momento, si sono descritti gli interventi previsti Fase di prelievo campioni di legno e corteccia. dal progetto dell’A.S.S.A.M: “Ricerche su organismi nocivi di recente introduzione o presenti in forma endemica”. Nella relazione si è sottolineata l’importanza della puntuale e corretta compilazione della scheda per il censimento dei platani (allegato uno). Il dibattito, a chiusura dei lavori, ha confermato il notevole interesse per l’argomento trattato e la molteplicità dei problemi legati alla gestione del verde in città. Nel contempo si è evidenziata l’opportunità di generare e/o consolidare alleanze tra figure professionali, che si occupano di programmazione e tutela ambientale, nel comune proposito di dare risposte concrete ai quesiti sul tappeto. Viale di platani CONSIDERAZIONI FINALI Da quest’anno l’A.S.S.A.M. ha scelto d’iniziare un nuovo percorso nel settore del verde da ornamento programmando attività, incontri tecnici e stimolando nuove importanti collaborazioni con le realtà locali. L’intento è quello di costituire un punto di riferimento capace di originare e sviluppare sinergie. L’occasione, infine, c’è gradita per invitare coloro che sono interessati all’argomento a prendere contatti con gli autori del testo, ovvero a segnalare, al seguente recapito attraverso la scheda allegata, nuove situazioni riferibili allo stato vegetativo delle alberate di platano: A.S.S.A.M. – Servizio Fitosanitario Regionale, Via Alpi 21 60131 Ancona, tel. 071 8081, fax 071 85979, indirizzo email: [email protected] Lucio Flamini Raffaele Lagnese Renzo Ranieri A.S.S.A.M. – Centro Operativo Servizi Fitosanitari Servizio Fitosanitario Regionale FONTI BIBLIOGRAFICHE: Luzzi D. (a cura di) 1996. “Le alberature in città”. G.E.F. - Contributi informativi Dott. Panconesi A. Malattie ed interventi: “Il cancro del Platano”. Istituto per la Patologia degli Alberi Forestali, FIRENZE 4 A.S.S.A.M. CENTRO OPERATIVO SERVIZI FITOSANITARI Servizio Fitosanitario Regionale SCHEDA PER IL CENSIMENTO DEGLI ESEMPLARI DI PLATANO Rilevatore Data Comune 1. Condizioni vegetative (2): Via/zona (1) alberi mai potati; alberi potati recentemente; alberi potati da più di cinque anni. alberi con foglie di ridotte dimensioni n° ………… 2. Stato fitosanitario (2): alberi sani n° …………; alberi morti n° …………; alberi con presenza di rami e/o foglie secche n° ………… 3. Disposizione delle piante (2): lungo i bordi stradali contigue; isolate; alternate ad altre piante. in aree verdi raggruppate; isolate; in filari. Annotazioni: (1) utilizzare una scheda per ogni zona o via del comune con presenza di platani. (2) barrare la/e casella/e relativa/e alla/e situazione/i riscontrata/e. SPAZIO APERTO RANDAGISMO E ZOOTECNIA na prima e veloce lettura del titolo di questo articolo potrebbe far pensare che tra i danni al patrimonio zootecnico e la prevenzione al randagismo non ci siano molti legami. Infatti mentre l’attività zootecnica è una parte economicamente importante dell’agricoltura marchigiana la prevenzione al randagismo è materia affidata ai Sindaci e alle Aziende Sanitarie Locali, spesso supportati in maniera determinante dall’attività di volontariato delle diverse associazioni animaliste operanti sul territorio regionale. In realtà tra i due problemi i punti in comune sono molti, infatti soprattutto nelle zone costiere sono proprio i cani randagi che, per procurarsi il cibo, provocano i maggiori danni agli allevamenti zootecnici. Così i problemi degli agricoltori si intrecciano con quelli legati al fenomeno dell’abbandono dei cani da parte di proprietari privi di scrupoli. Per meglio conoscere i rapporti tra questi problemi, analizziamo sinteticamente quello che la Regione ha fatto a vantaggio degli allevatori danneggiati. Nel 1991 è stata approvata la legge n. 17 riguardante interventi e indennizzi per danni causati al patrimonio zootecnico da specie animali di notevole interesse scientifico, quali il lupo e l’aquila reale, e da cani randagi. In base a tale legge la Regione ha rimborsato agli agricoltori circa 3 miliardi e 266 milioni di lire per danni al patrimonio zoo- U A confronto due argomenti apparente mente assai distanti allo scopo di mo strare come, soprattutto in ambienti ru rali, la corretta gestione del fenomeno del randagismo abbia risvolti economici positivi anche fra gli agricoltori. E come in generale atteggiamenti eticamente ri gorosi migliorino la vita di tutti, anche di chi non sembra poter essere coinvolto. tecnico dall’anno 1991 al 1° semestre del 1999. L’indennizzo regionale è il 60 percento del reale valore dell’animale oggetto del danno, come stabilito dalle delibere annuali della Giunta Regionale contenenti i criteri e le modalità di concessione di tali aiuti. Per capire quali sono le specie zootecniche più attaccate e le modalità di predazione, risulta di estremo interesse lo studio, relativo agli anni 1996 e 1997, realizzato da Carla Gambaro, Mauro Magrini, Paolo Perna e Jacopo Angelini per il WWF Marche: “Indagine sulla presenza del Lupo Canis Lupus Lupus L. nelle Marche e sulle sue interazioni con l’attività zootecnica”. In base a tale lavoro, risulta che la specie zootecnica più colpita dai danni è di gran lunga quella ovina (con 6473 capi complessivi predati nei 2 anni), mentre si registrano danni molto minori per i caprini (198 capi), bovini (144 capi) ed equini (68). Dal lavoro citato si evidenzia come la metà degli ovini predati si trova nelle aree dove è accertata la presenza del lupo (vedi cartina n.1) mentre la restante parte è fuori di tale zona. Per i caprini, i bovini e gli equini, invece, la maggior parte dei danni è avvenuta in zone montane interne. Da queste ultime considerazioni si deduce che nelle zone collinari più vicine alla costa i maggiori responsabili dei danni al patrimonio zootecnico sono i cani randagi abbandonati, mentre nelle zone collinari più interne e in montagna i tipi di danni sugli animali e le tracce lasciate indicano chiaramente che il responsabile è il lupo, anche se non si possono escludere danni provocati da cani randagi. Quindi, i cani randagi sarebbero responsabili di un numero di predazioni inferiore di soli 200 capi/anno a quelle dei lupi e, da un nostro calcolo approssimativo, risulta che l’eliminazione del problema consentirebbe un risparmio per la Regione pari a circa 150 milioni all’anno. Ecco quindi trovato il legame tra i problemi degli allevatori e quelli provocati dall’abbandono dei cani, e risulta anche facile capire come una drastica riduzione del fenomeno del randagismo limiterebbe considerevolmente i danni degli allevatori. Già da soli questi motivi sarebbero validi stimoli per cercare di risolvere o contenere il fenomeno del randagismo, poi ci sono anche altri motivi di natura sociale ed etica, che in questa sede non affronteremmo, ma la cui importanza 5 6 REGIONE MARCHE WWF ITALIA Assessorato Agricoltura Delegazione Marche CARTA DELLA DISTRIBUZIONE ATTUALE DEL LUPO Canis lupus lupus L. NELLE MARCHE è altrettanto grande e degna di attenzione. E importante però sottolineare che la soluzione non deve essere trovata dai singoli allevatori, con interventi puntuali o atti di violenza inutili e spesso dannosi, ma deve consistere in un intervento a monte del problema, che riduca drasticamente il fenomeno del randagismo. P u rt roppo non esistono dati sul numero di cani randagi presenti sul territorio regionale, gli unici dati disponibili in materia si possono reperire dagli atti della 1a Conferenza Regionale sul randagismo che si è svolta all’Abbadia di Fiastra il 29 maggio 1999. Si tratta di dati nazionali fermi p u rt roppo al 1997, che indicano in circa un milione i cani randagi presenti sull’intero territorio italiano. I primi interventi per la lotta al randagismo sono stati fatti con la legge regionale n. 4 del 1988 che istituiva l’anagrafe canina e prevedeva la creazione di canili per la profilassi veterinaria. A seguito di tale legge la Regione ha stanziato 3 miliardi e 600 milioni di lire alle U.S.L. (oggi A.S.L.) per la costruzione di 8 canili a carattere multizonale. Ad oggi oltre la metà di queste strutture non sono state realizzate oppure se realizzate non sono in funzione. Successivamente le Marche hanno approvato, seguendo le disposizioni della legge nazionale in materia n. 281 del 1991 (“Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo”), la legge n. 10 del 1997, “Norme in materia di animali da affezione e prevenzione al randagismo” con relativo regolamento applicativo (n. 49 del 1998). Queste leggi tutelano gli animali da affezione, ne vietano la soppressione se non in caso di gravi malattie incurabili o in caso di comprovata pericolosità e definiscono le competenze dei diversi soggetti preposti a combattere il fenomeno del randagismo. La legge definisce i compiti dei Comuni singoli o associati e delle Comunità Montane. Infatti spetta a questi soggetti attrezzare appositi canili sanitari dove custodire e mantenere i cani randagi appena catturati, per i quali non è possibile la restituzione al proprietario, in attesa del trasferimento in strutture di lunga accoglienza. E’ invece compito dei Servizi Veterinari delle Aziende Sanitarie competenti per territorio la cattura dei cani vaganti e tutti gli in- terventi di profilassi sanitaria e di tatuaggio per l’iscrizione all’anagrafe canina dei cani che ne risultino sprovvisti. Dopo che sono stati effettuati tutti gli interventi di profilassi veterinaria, i cani devono quindi essere di nuovo trasferiti. Le succitate strutture di lunga accoglienza, denominate dalla legge “rifugi”, devono essere costruiti sempre dai Comuni singoli o associati e dalle Comunità Montane, e in essi i cani devono rimanere fino a quando non sono adottati da qualcuno oppure fino alla morte naturale. La legge prevede inoltre che i Comuni singoli o associati e le Comunità Montane dotate di rifugi possano affidare la gestione di tali strutture ad associazioni di volontariato o a privati. Per l’attuazione della legge 10/97 la Regione ha stanziato fino ad oggi 2 miliardi di lire, di cui un miliardo già trasferito agli Enti locali; a questa cifra va aggiunto il finanziamento dello Stato derivante dalla legge quadro nazionale (circa 900 milioni, di cui solo 600 milioni finiranno agli Enti locali). In conclusione si può affermare che nonostante gli impegni finanziari della Regione, le amministrazioni locali hanno fatto poco o nulla per affrontare e contenere il fenomeno del randagismo, e che spesso sono state le Associazioni di volontariato del settore che hanno fatto il grosso del lavoro per contenere e controllare il problema. Comunque purtroppo i canili, sia pubblici che privati, non sono la soluzione definitiva del randagismo, ma solo provvisoria, infatti occorre investire anche in altri settori perché il problema va affrontato soprattutto a livello culturale e sociale. Ecco allora l’importanza di avviare campagne di sensibilizzazione finalizzate al rispetto degli animali, interessando soprattutto le scuole, di favorire l’adozione di cani abbandonati nei canili, e di incrementare gli interventi delle strutture pubbliche per il controllo delle nascite di cuccioli non desiderati. Ad esempio si potrebbe prevedere, come già avviene in altre realtà nazionali, un aiuto economico per i cittadini con basso reddito per finanziare una parte delle spese di sterilizzazione dei cani di loro proprietà. Con i 150 milioni di lire risparmiati dal risarcimento degli allevatori si potrebbero sterilizzare centinaia di cani ogni anno. Stefano Battisti David Belfiori SPAZIO APERTO INCIDENTI SUL LAVORO IN CAMPAGNA Il settore agricolo è considerato ad alto costo per l’elevata incidenza degli infortuni. Inail ed Assam firmano un protocollo d’intesa - Progetto sicurezza in campagna - che prevede l’analisi dei dati Inail per la programmazione di corsi di formazione are prevenzione significa ottenere un risparmio in termini economici, ma soprattutto in termini sociali, evitando danni significativi alle persone e salvando anche vite umane. In base a questo slogan l’Inail (Istituto nazionale contro gli infortuni sul lavoro) e l’Assam (Agenzia dell’Ente Regione Marche per i servizi agroalimentari) hanno siglato un protocollo d’intesa che prevede un’articolata azione di prevenzione sulle macchine agricole e sugli stessi operatori del settore. A questo proposito la banca dati dell’Inail fornisce una se- F rie di indicazioni preziose proprio sugli infortuni: quali sono le fasce di lavoratori a rischio; quando si verificano gli incidenti più frequenti e una serie di statistiche utili per chi vuole fare informazione e prevenzione. Tradizionalmente l’agricoltura è un settore ad “alti costi” per l’Inail, in quanto l’incidenza degli infortuni è abbastanza elevata rispetto agli altri settori. “ Per questo il senso della convenzione è doppio - ha detto Franco Papa, direttore regionale dell’Inail - in quanto ha un valore economico in sé aiutando a non far lievitare la spesa sociale per gli infortuni, ma, cosa ancora più importante, ha un valore sociale vero e pro- prio perchè dall’informazione e dalla formazione nasce la consapevolezza dell’operatore”. La convenzione sulla prevenzione degli infortuni dovuti alle macchine agricole prevede tre diverse attività: la valutazione dei rischi specifici presenti nelle macchine irroratrici, l’analisi e lo studio dei dati provenienti dalla banca dati Inail, la programmazione di un corso formativo. Per il primo punto i tecnici dell’Inail effettueranno dei sopralluoghi durante prove di taratura delle macchine irroratrici al fine di prendere visione degli eventuali rischi specifici. Verranno a questo scopo convocati gli agricoltori con le macchine in aree agricole determinate, ed i dati presi dalle prove contribuiranno a formulare un “codice di comportamento” che conterrà indicazioni ed azioni di prevenzione. Questo codice sarà raccolto in un fascicolo per gli operatori agricoli che verrà successivamente distribuito e commentato. Per quanto riguarda le attività della banca dati verranno raccolte informazioni in alcune aree selezionate nelle province di Pesaro (area cerealicolo- industriale), Macerata (vite) e Ascoli Piceno (frutticoltura). Scopo di questa attività sarà l’approfondimento e l’analisi dei dati numerici estratti dall’archivio informatico dell’Inail con l’obiettivo di analizzare ulteriori rischi specifici presenti nel settore (ru m o re , agenti chimici, ecc.). Per quanto riguarda la formazione sono previsti alcuni incontri durante i quali gli operatori Inail ed Assam presenteranno il Codice di comportamento. Saranno corsi di 4 moduli ciascuno scelti su specifici aspetti della prevenzione e dell’informazione. Vincenzo Gambini Rossano, amministratore dell’Assam, ha commentato così l’iniziativa: “si tratta di un accordo importante che, tra i primi in Italia, mira a mettere a regime il nostro progetto di “sicurezza in campagna”. Abbiamo anche l’intenzione di coinvolgere le Associazioni di categoria nell’attivazione di incontri periodici per scambio di dati e analisi della situazione. La sicurezza degli operatori, del resto, è così importante che occorre un impegno di tutti sulla informazione e formazione”. Gianni Moreschi 7 8 SPERIMENTAZIONE CEREALI CON AZOSPIRILLO l CERMIS ha iniziato ad occuparsi di microrganismi azotofissatori nel 1986 quando fu avviata una collaborazione con Helibioagri, la società nata in seguito alla costruzione da parte dell’ENEA di un impianto per la produzione su scala industriale di batteri azotofissatori (rizobi e azospirilli). Le prove hanno riguardato l’uso di un ceppo di azospirillo su due varietà di frumento tenero e due di frumento duro, allevate a tre livelli di fertilizzazione azotata. Sinteticamente i risultati di un biennio hanno evidenziato un I Una sperimentazione in direzione del basso impatto ambientale. Il Cermis sta valutando l’utilizzo di questo batterio azotofissatore per razionalizzare l’intervento di fertilizzazione debole - ma non significativo - effetto positivo con un miglioramento produttivo solo in condizioni di metà fertilizzazione azotata, confermando quanto già ottenuto in altre sperimentazioni. Nel 1992 è stato avviato un nuovo progetto nell’ambito del «Programma per un’agricoltura a basso impatto ambientale» commissionato al CERMIS dall’ASSAM, l’Agenzia per i Servizi nel Settore Agroalimentare nelle Marche, allora ESAM, nel quadro delle iniziative volte all’applicazione del regolamento CEE 2078/92. Sono state impostate prove analoghe a quelle sopra de- Campo dimostrativo di mais (1995): a confronto la tesi trattata con azosperillo e quella non trattata scritte, utilizzando un prodotto commerciale indicato dall’ESAM ed impiegato anche in prove di pieno campo coordinate dai divulgatori agricoli regionali (vedi Speciale «Agricoltura ecocompatibile», Regione Marche Agricoltura n. 2/1994). La sperimentazione è stata poi estesa ad altre specie, quali mais e sorgo, impiegando diversi ceppi forniti dal laboratorio di Microbiologia del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Padova. I risultati contrastanti ottenuti già nei primi anni di sperimentazione hanno spinto ad approfondire l’argomento, consultando numerosi lavori 9 e prendendo contatti con i diversi gruppi di ricerca coinvolti in questo settore in Italia. Alcuni dei più importanti fra questi, dopo una intensa fase iniziale di studio e sperimentazione, hanno ridotto il loro impegno ad attività molto marginali, continuando soltanto progetti già avviati, senza obiettivi di prosecuzione per gli scarsi risultati applicativi ottenuti. I gruppi attualmente più impegnati sono quelli delle Università di Firenze e di Padova. Da quest’ultimo il CERMIS ha ricevuto nel 1995 nuovi ceppi di azospirillo - sia di A. brasilen se che di A. lipoferum - derivanti dalle più significative collezioni internazionali e utilizzati in prove su mais e sorgo, sia in forma singola che combinata, distribuiti sul seme in soluzione liquida. SPECIE INTERESSATE ALLE PROVE CEREALI AUTUNNO-VERNINI Le prove sono state effettuate dal 1993 al 1995 presso i campi sperimentali del CERMIS, a Tolentino (MC), su appezzamenti di pianura interna, di buona fertilità, in rotazione, adottando la tecnica colturale comunemente diffusa nella zona. E’ stato utilizzato un unico ceppo di azospirillo (genere Azospirillum) commercializzato dalla Agribiotec Agro di Casalmaggiore (CR) con il nome di METAFIX (formulato indicato dall’ASSAM). Il prodotto, in forma torbosa, è stato distribuito al momento della semina alle dosi consigliate, direttamente sulla semente, senza concia onde evitare possibili danni al batterio. Sono state usate due varietà di frumento tenero, Centauro e Maestra, e due di frumento duro, Grazia e Simeto, scelte sia per diffusione commerciale sia per caratteristiche qualitative. L’azoto è stato distribuito in tre dosi d i ff e renziate e con tre interventi di copertura (fine acce- COSA È L’AZOSPIRILLO Il sistema naturale più efficace per la fissazione organica dell’azoto atmosferico è senza dubbio quello della simbiosi fra specie di piante appartenenti alle leguminose e diverse specie di batteri del gruppo dei rizobi. Questi microrganismi «benefici» sono definiti «rizobatteri promotori della crescita delle piante» e fra questi sono inclusi anche altri batteri in grado di utilizzare l’azoto dell’aria, gli azospirilli, che colonizzano la rizosfera (zona di terreno circostante l’apparato radicale) e stabiliscono con la pianta un qualche scambio - associazione - i cui meccanismi non sono ancora completamente noti. Sono conosciute associazioni di azospirilli con cereali, con specie foraggere ed altre di minore interesse agrario. Questa capacità rappresenta certamente una potenzialità molto interessante in termini agronomici in funzione del ruolo fondamentale che l’azoto gioca nella crescita delle piante. Il primo rapporto sistematico e documentato sull’esistenza degli azospirilli e delle loro associazioni è relativamente recente e risale al 1976 quando alcuni scienziati, nel Primo Simposio Internazionale sulla Fissazione dell’Azoto tenutosi a Pullman (Washington), pubblicarono il loro lavoro sull’isolamento di questi batteri nella rizosfera di numerose piante foraggere tropicali. Studi successivi attribuirono al genere Azospirillum specie diverse; ad oggi ne risultano descritte cinque: A. brasi lense, A. lipoferum, A. amazonense, A. halopraeferans e A. irakense; le prime due sono le specie più diffuse e studiate. Le teorie circa i meccanismi di azione del batterio sono numerose e tutte non ancora sufficientemente verificate: si parla di stimoli ormonali alla pianta da parte del batterio, di scambio reciproco di carbonio e azoto, di assunzione di elementi nutritivi da parte della pianta dopo la decomposizione degli azospirilli, ecc.. L’effetto morfologico più evidente in gran parte delle specie considerate è il maggiore sviluppo del sistema radicale rispetto a quello della pianta non trattata. Dalla bibliografia emerge che le due variabili di base che contribuiscono alla complessità della risposta produttiva della pianta all’inoculazione sono il genotipo (varietà, ibrido, ecotipo), che spesso mostra risposte differenziali al trattamento, e il livello di fertilizzazione azotata: le migliori risposte produttive sono state ottenute con livelli di azoto subottimali. Tuttavia, mentre un certo sforzo è stato fatto nella selezione dei migliori ceppi di azospirillo, un lavoro sicuramente meno intenso è stato svolto nella selezione dei genotipi delle piante in funzione di un miglioramento dell’associazione con il batterio. La gran parte delle ricerche effettuata fino ad oggi ha riguardato prove di laboratorio e di serra nelle quali è possibile c o n t ro l l a re con una certa garanzia i diversi parametri ambientali e soprattutto è possibile garantire la ripetibilità degli esperimenti. Relativamente poche - in particolare in Italia sono state le esperienze in pieno campo e frequentemente queste hanno fornito risultati contrastanti e non riproducibili. stimento, inizio e fine levata). Nelle tabelle 1 e 2 sono sintetizzati i risultati del triennio 1993∏1995 per le due specie valutate. Si precisa che l’annata 94/95 è stata particolarmente sfavorevole alla coltura del frumento duro per i forti attacchi di fusariosi sulla spiga che ne hanno gravemente compromesso la produzione, per la quale, pertanto, sono stati utilizzati soltanto i dati del biennio 1993÷1994. – Nel frumento tenero (tabella 1) mediamente l’azospirillo ha avuto un effetto negativo altamente significativo sulla produzione determinando una riduzione del numero di piante, dell’altezza e, in alcuni anni, del peso dei 1000 semi. L’effetto della concimazione azotata, come atteso, ha fornito differenze significative, al pari del fattore varietà e del fattore annata. L’unica interazione valida è risultata quella «anno x trattamento», infatti mentre nel 1993 e nel 1994 l’andamento produttivo ha rispecchiato la media triennale, nel 1995 c’è stata una tendenziale inversione, anche se non significativa, valida anche per altri parametri valutati. Questo risultato conferma quanto sottolineato in molta letteratura circa la forte influenza del fattore ambientale sull’efficacia dell’inoculazione. – Nel frumento duro (tabella 2), invece, non sono state riscontrate differenze significative ad opera dell’azospirillo ad eccezione del peso dei 1000 semi, risultato più basso in presenza del batterio (-1.8 g), e del numero di piante all’emergenza (-22 piante per m2). Gli altri fattori hanno avuto comportamenti simili a quelli del frumento tenero. Nessuna interazione dell’azospirillo con gli altri fattori è risultata statisticamente valida. In definitiva, in entrambe le specie, sia dai dati dei singoli 10 anni, sia da quelli poliennali, emerge che l’effetto dell’azospirillo non è stato significativo o addirittura, in taluni casi, è stato negativo in misura statisticamente apprezzabile ed il parametro principalmente collegato ad una tale riduzione produttiva è la densità di piante all’emergenza, mentre di minore entità è risultata la riduzione del peso medio delle cariossidi e della taglia. Questo comportamento potrebbe essere spiegato dal fatto che gli azospirilli - in generale sono microrganismi sensibili alle basse temperature, si può pertanto ipotizzare che, trattandosi di specie a ciclo autunno-vernino, il batterio, o meglio il ceppo utilizzato, abbia incontrato nel terreno condizioni sfavorevoli al proprio sviluppo durante i mesi invernali e quindi il suo potenziale effetto sia stato vanificato. SPECIE PRIMAVERILI-ESTIVE SORGO Nel 1995, in relazione alle indicazioni emerse dalla bibliografia e dietro suggerimento del gruppo di ricerca del laboratorio di microbiologia del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Padova, è stata estesa la sperimentazione al sorgo, specie per la quale le informazioni disponibili hanno evidenziato in numerosi casi risposte generalmente positive all’inoculazione con Azospirillum. E’ stata utilizzata la varietà Taxus di sorgo bianco, scelta fra le più valide e diffuse nella nostra zona, in prova parcellare replicata, con disegno a blocco randomizzato, con un investimento di 35 semi germinabili per metro quadrato. Sono stati utilizzati 4 inoculi: 1) Azospirillum brasilense ceppo CD, 2) A. brasilense ceppo 245, 3) A. lipoferum ceppo AlBr17 (ceppo utilizzato su sorgo solo nel primo anno di prove), Tab. 1 - Risultati delle prove agronomiche su azospirillo condotte dal CERMIS su frumento tenero nel triennio 1993-1995 a Tolentino (MC) Alletta- Numero PRODUData Numero PRODUPeso Data AllettaZIONE Peso 1000 mento a a piante Peso Peso 1000spigatura piante mento ZIONE spigatura Altezza t/ha semi (giorni da da pianta /m2 a a ettolitrico (giorni Altezzamaturaziosemi maturazion /m2 t/ha13% 13%elettrolitico umidità kg/hl grammi 1 aprile) cm ne (0-9) emergenza kg/hl 1 aprile) pianta cm e (0-9) emergenza grammi umidita' Fattori Trattamento AZOSPIRILLO 4,77 77,6 31,8 25 79 0 407 TESTIMONE 5,34 ** 77,7 ns 32,4 ns 25 ns 81 ** 0 430 * Azoto N 0 kg/ha 4,34 78,5 34,4 24 75 0 430 N 80 kg/ha N 160 kg/ha 5,37 5,47 77,9 76,5 32,0 29,8 25 26 81 84 0 0 425 402 ** ** ** ** ** 5,36 76,4 33,8 25 75 0 434 4,76 ** 78,9 ** 30,3 ** 25 ns 85 ** 0 404 ** Anno 1993 5,21 78,5 35,1 11 76 0 448 1994 1995 5,60 4,37 82,3 72,1 35,4 25,7 25 39 83 81 0 0 455 354 ** ** ** ** ** Varietà CENTAURO MAESTRA ** ns=differenze non significative; *=differenze significative (95%); **=differenze altamente significative (99%) Tab. 2 - Risultati delle prove agronomiche su azospirillo condotte dal CERMIS su frumento duro nel triennio 1993-1994 a Tolentino (MC) Fattori Trattamento AZOSPIRILLO TESTIMONE Alletta- Numero Numero Numero PRODUPRODUPeso Data Data AllettaNumero ZIONE Peso Peso 1000 a a piante spighe mento Peso 1000spigatura piante spighe ZIONE spigatura Altezza mento t/ha semi (giorni da da pianta /m2 a a /m2 a a (giorni Altezzamaturaziomaturazion /m2 ettolitrico semi /m2 t/ha13% 13%elettrolitico umidità kg/hl grammi cm cm ne (0-9) 1 aprile) pianta e (0-9) emergenza kg/hl grammi 1 aprile) emergenza raccolta raccolta umidita' 5,13 5,57 82,5 82,6 50,4 52,2 19 19 87 88 0 0 378 400 367 362 ns ns * ns ns ns ns * N 0 kg/ha N 80 kg/ha 3,66 6,08 82,8 83,1 52,5 52,2 17 19 80 90 0 0 402 387 299 403 N 160 kg/ha 6,31 ** 81,9 ** 49,3 ** 19 ** 92 ** 1 ** 376 - 392 ** 5,28 5,41 84,1 81,0 46,3 56,3 21 16 92 83 0 1 351 426 362 367 ns ** ** ** ** ** ** ns 5,37 5,33 82,9 82,2 52,0 50,6 11 26 82 93 1 0 345 433 373 355 ns ** ns ** ** * ** ns Azoto Varietà CENTAURO MAESTRA Anno 1993 1994 ns=differenze non significative; *=differenze significative (95%); **=differenze altamente significative (99%) 11 Tab. 3 - Risultati delle prove agronomiche su azospirillo condotte dal CERMIS su sorgo nel triennio 1995-1997 a Tolentino (MC) Produzione t/ha Umidità di raccolta % Peso 1000 semi g Altezza pianta cm Numero panicoli/m2 a raccolta Ceppi 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 245 5,16 6,71 10,07 17,6 14,9 15,3 27,1 24,8 34,0 107 101 119 21 15 24 CD 5,36 7,08 10,04 18,1 14,0 16,8 25,0 24,3 33,9 108 99 114 19 17 25 AlBr17 6,57 - - 15,0 - - 29,4 - 110 - - 21 - - AlBr17+CD 6,11 6,81 10,21 15,3 15,6 14,7 26,6 25,1 34,7 102 100 118 19 15 26 media trattamenti 5,80 6,87 10,11 16,5 14,8 15,6 27,0 24,7 34,2 107 100 117 20 16 25 NON TRATTATO 5,81 6,59 10,69 16,3 14,7 15,4 25,6 24,9 34,6 110 98 118 21 16 25 ** ns ns ** ns ns ** ns ns ns ns ** ns ns ns Differenze ns=differenze non significative; *=differenze significative (95%); **=differenze altamente significative (99%) IL PARERE DELL’UNIVERSITÀ DI PA D O VA L’enorme incremento nella produttività agricola e industriale ha creato seri problemi di inquinamento ambientale: le riserve di acqua e i suoli sono spesso inquinati da residui delle lavorazioni agricole quali i fertilizzanti azotati. Nonostante lo sviluppo di nuove tecnologie nelle formulazioni (fertilizzanti a lento rilascio) e nell’applicazione abbia dato un contributo significativo alla riduzione dell’emissione di composti azotati in atmosfera (come ossidi di azoto), in suolo e nella falda acquifera (come nitrati), purtuttavia rimane la discrepanza tra azoto applicato e azoto assorbito dalle radici delle piante. Vari microrganismi sono già stati introdotti in suolo per la degradazione di una varietà di composti inquinanti o per p ro m u o v e re la crescita delle piante. I batteri del genere Azospirillum sono probabilmente i promotori della crescita non simbiontici (cioè non stabilmente uniti alle radici delle piante) che sono stati più studiati negli ultimi anni. Tra le varie ed interessanti proprietà che possiedono, quali l’azotofissazione, la possibilità di formare cisti, la capacità di incrementare l’estensione radicale ha focalizzato l’attenzione dei ricercatori. Sebbene non possa essere esclusa l’influenza di altri fattori, evidenze speri- mentali condotte con mutanti a bassa produzione di acido indol-acetico (ormone della crescita delle piante) hanno chiaramente dimostrato la relazione causale tra la sintesi di questo ormone da parte del batterio e l’aumentata proliferazione radicale e assorbimento di nutrienti da parte della pianta. Ulteriori ricerche hanno permesso l’identificazione del gene chiave per la sintesi dell’acido indol-acetico e successivamente sono stati ottenuti mutanti con un livello di espressione costitutiva dell’acido stesso. Tali mutanti, inoculati su grano primaverile, in esperimenti condotti in laboratorio, hanno causato un notevole incremento dei peli radicali e la maturazione precoce delle piante inoculate. Nonostante queste spettacolari premesse, tuttavia spesso i risultati delle inoculazioni condotte in campo mancano di consistenza e sembrerebbe quindi che le associazioni pianta-Azospirillum non siano state sufficientemente comprese per assicurarne un uso commerciale sicuro su larga scala. La mancanza di riproducibilità riscontrata nelle applicazioni sperimentali di pieno campo è da ascriversi talvolta alla mancata colonizzazione radicale da parte del microrganismo. Ciò risulta difficilmente dimostrabile con ceppi selvatici (wild type). L’ottenimento di ceppi modificati geneticamente, contenenti marcature inserite in regioni non essenziali del cromosoma, consente oggi il monitoraggio e quindi una maggiore comprensione dei rapporti pianta-batterio, come recentemente dimostrato nell’ambito di progetti di ricerca della UE. L’assenza di un sistema adeguato di riconoscimento non consente infatti di attribuire ai ceppi introdotti con l’inoculazione gli eventuali successi agronomici ottenuti. Tuttavia, la stessa assenza di adeguati marcatori non consente neppure di mettere in relazione eventuali effetti negativi osservati talvolta nelle parcelle inoculate alla presenza dell’azospirillo. Insieme con la necessità di ulteriori studi sugli aspetti di base di questa associazione e sui fattori che la influenzano (esempio genotipo della pianta, condizioni atmosferiche, ecc.) saranno inoltre necessarie ulteriori ricerche sia nell’elaborazione di nuove formulazioni che assicurino la sopravvivenza e la protezione del ceppo, sia nello sviluppo di tecnologie per applicazioni sempre più semplici e precise. Sergio Casella Marina Basaglia Dipartimento di Biotecnologie Agrarie Università di Padova 12 4) una miscela al 50% dei ceppi 1 e 3 (AlBr17+CD). Il seme è stato inoculato con preparati in soluzione acquosa alla dose di 600 millilitri per ettaro a confronto con un testimone non trattato. I dati raccolti, pur numericamente limitati, sono stati sottoposti ad analisi statistica e nella tabella 3 sono riportate le medie del triennio 1995÷1997. Si evidenzia che in tutti e tre gli anni per i diversi parametri non sono emerse differenze statisticamente valide, ad eccezione di produzione, umidità di raccolta e peso unitario delle cariossidi nel 1995 e dell’altezza nel 1997. Gli effetti positivi sulla produzione nel 1995 sono da attribuire alla minore umidità di raccolta e al miglior peso della granella nella tesi trattata con il ceppo AlBr17 rispetto alle altre. Anche in questa specie emerge, come per il frumento, un diverso comportamento negli anni e una risposta differenziata per i diversi ceppi valutati. MAIS Le prove condotte nel triennio 1995÷1997 sono state realizzate in diverse aziende della provincia di Macerata, su coltura irrigua da granella di primo raccolto, valutando l’applicazione di uno o più ceppi di azospirillo. Nei primi due anni le prove sono state organizzate in parcelloni di 2500 metri quadrati, mentre, nel terzo anno, in considerazione della mancata risposta al trattamento anche in presenza di dosi differenziate di concimazione azotata, è stato deciso di realizzare una prova parcellare randomizzata. I risultati del 1997 hanno confermato quelli ottenuti nelle due campagne precedenti nelle prove dimostrative di pieno campo, pertanto, in questa sede sono riportati soltanto i dati dell’ultimo anno. La prova è stata realizzata a Tolentino (MC), in ambiente rappresentativo della pianura interna di fondovalle della provincia, su coltura irrigua da granella di primo raccolto, Tab. 4 - Risultati delle prove agronomiche su azospirillo condotte dal CERMIS su mais nel 1997 Peso 100 Fattori Trattamento AlBr17+CD CD 245 TESTIMONE Azoto N 0 kg/ha N 100 kg/ha N 200 kg/ha PRODUZIONE PRODUZI ONE t/ha t/ha 15,5% 15,5% umidità umidita' Data Altezza Altezza Numero semi antesi pianta spiga piante/m2 Numero Peso 100g Data Altezza Altezza Umidità Umidità di riferito semi gal maschile antesi pianta spiga Numero Numero spighe per (stacco (inserzione raccolta a di % riferito maschile (stacco (inserzione piante spighe 2 pianta 15.5% (giorni da ultima spiga su raccolta al 15,5% (giorni da ultima spiga su /m a per emergenza % umidità cmcm stocco) cm cm emergenza pianta umidità 1 1aprile) luglio) foglia) foglia) stocco) 12,51 30,5 35,6 26 238 119 7 1,1 12,86 13,29 30,3 30,7 34,6 36,3 26 26 238 234 122 115 7 7 1,1 1,1 13,28 30,3 36,0 27 239 123 7 1,1 ns ns ns ns ns ns ns ns 9,87 14,19 30,1 31,0 32,4 36,9 27 26 227 240 116 121 7 7 1,0 1,1 14,90 ** 30,2 ns 37,5 ** 26 ** 245 ** 123 ns 7 ns 1,1 * ns=differenze non significative; *=differenze significative (95%); **=differenze altamente significative (99%) utilizzando l’ibrido Cecilia di classe 500. Sono stati valutati 4 ceppi di azospirillo forniti dal laboratorio di Padova a confronto con un testimone non trattato: 1) Azospirillum brasilense ceppo CD, 2) Azospirillum brasilense ceppo 245, 3) Azospirillum lipoferum ceppo AlBr17, 4) una miscela al 50% dei ceppi CD+AlBr17. La concimazione ha previsto 3 livelli, senza azoto, 100 kg/ha (50% della dose normale) e 200 kg/ha (dose piena). Il seme è stato inoculato con preparati in soluzione acquosa alla dose di 600 ml/ha. La tecnica colturale ha rispecchiato quella normalmente utilizzata per la coltura in questa zona, così come è stato seguito il protocollo sperimentale standard adottato a livello nazionale. I dati elaborati relativi ai principali parametri produttivi e morfo-fisiologici rilevati sono presentati nella tabella 4. Per nessuno dei parametri valutati l’inoculo ha fornito differenze statisticamente significative rispetto al testimone non trattato, evidenziando talora un tendenziale effetto negati- vo sulla produzione. Come atteso, invece, la concimazione azotata ha comportato aumenti significativi della produzione, del peso unitario dei semi, della taglia e del numero di spighe per pianta e una debole differenza nell’epoca di antesi. Le interazioni fra i fattori inoculo e concimazione non sono risultate significative in nessun caso. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Alla luce dei risultati ottenuti in questi anni di sperimentazione e dalla numerosa bibliografica consultata, ad oggi non sembrano emergere elementi certi per poter passare ad una corretta applicazione pratica dei batteri del genere Azospirillum nella coltivazione delle specie prese in considerazione, almeno per quanto riguarda i ceppi utilizzati. Si ritiene, tuttavia, che le potenzialità applicative possano essere molto interessanti, soprattutto in virtù di una possibile razionalizzazione della fertilizzazione azotata, verso un sistema colturale a basso impatto ambientale. Interessante appare, inoltre, la possibilità di poter utilizzare questi microrganismi in agricoltura biologica. In ogni caso una tale realizzazione potrà verificarsi a condizione che: – sia condotta una mirata attività di selezione e che sia possibile, quindi, scegliere il ceppo migliore in funzione delle diverse condizioni pedo-climatiche in cui si andrà ad operare; – si acquisiscano maggiori conoscenze circa le interazioni dei ceppi con il genotipo della specie inoculata; – i genotipi della specie trattata provengano da uno specifico programma di miglioramento genetico; – la sperimentazione sia condotta con microrganismi marcati geneticamente al fine di seguire le fasi di colonizzazione nel terreno. Oriana Porfiri Marino Antonelli Antonella Petrini CERMIS - Centro Ricerche e Sperimentazione per il miglioramento vegetale “N. Strampelli”, Tolentino, MC Il presente lavoro è stato realizzato nell’ambito del Progetto “AZOSPIRILLO”, finanziato dall’ASSAM SPERIMENTAZIONE GLI IBRIDI DI GIRASOLE l girasole, grazie alla semplicità ed economicità di coltivazione e alla politica di sostegno comunitario, ha raggiunto nell’ultimo decennio uno sviluppo considerevole, estendendo il proprio areale a tutto il territorio nazionale. La recente approvazione della riforma della Politica agricola comunitaria (PAC) compiuta con Agenda 2000 potrebbe condizionare fortemente il futuro assetto dei seminativi. Fra le altre misure, infatti, l’abolizione del compenso specifico per i semi oleosi ed il suo riallineamento a quello dei cereali (che dovrebbe avvenire nell’arco di tre anni a p a rt i re dalla campagna agraria in corso) provocherà delle sicure ripercussioni sul reddito aziendale, fattore basilare su cui l’agricoltore imposta le proprie scelte di programmazione. Tutto questo potrebbe tradursi in una drastica riduzione delle superfici investite a colture oleaginose con una conseguente contrazione di avvicendamenti colturali già fin troppo stretti, fino alla monocoltura. La Composita costituisce una valida risorsa nell’economia agricola delle regioni del centro Italia (Marche, Toscana e Umbria investono a girasole oltre il 60% della superficie nazionale) che difficilmente potrà essere sostituita, almeno nel breve periodo. Non rimane che affinare ulteriormente ogni aspetto di tecnica agronomica per ridurre al minimo i costi. Tra le altre riveste un’importanza fondamentale la scelta delle varietà da coltivare. I Anche quest’anno presentiamo i dati delle prove su ibridi di girasole nella regione. Un’occasione per riflettere sulla tecnica colturale che mai come oggi deve orientarsi verso una consistente riduzione dei costi, anche alla luce delle modifiche della PAC, che vedrà allinearsi, nell’arco di alcuni anni, gli aiuti alle oleaginose con quelli ai cereali La Sezione di Osimo dell’Istituto sperimentale per le colture industriali provvede annualmente, ormai da un ventennio, allo svolgimento di prove di valutazione delle varietà di girasole presenti in commercio. Nella presente nota saranno esposti i risultati ottenuti nel comprensorio marchigiano nel 1999. MATERIALI E METODI Sono state confrontati 61 ibridi (12 al primo anno di valutazione, 19 al secondo, 8 al terzo e 9 al quarto o successivi), 11 dei quali ad alto contenuto di acido oleico, in uno schema sperimentale a blocco randomizzato con 5 ripetizioni in parcelle di 16,2 m 2. Le principali operazioni eseguite durante la sperimentazione sono riportate in tabella 1. Durante lo svolgimento della prova sono stati rilevati i caratteri fenologici (emergenza, fioritura e maturazione), biometrici (altezza delle piante, diametro della calatide e della zona sterile centrale) e, su un campione parcellare di 9,36 m2, quelli produttivi (numero di piante raccolte, percentuale di quelle allettate, stroncate e ramificate, peso ed umidità del campione raccolto, peso medio degli acheni, contenuto percentuale e resa di olio e acheni). Su due file di ogni parcella, in tre ripetizioni, è stato effettuato un rilievo sulle principali fitopatie. L’ambiente di sperimentazione presentava le caratteristiche pedologiche riportate in tabella 2 ed è stato caratterizzato dall’andamento termopluviometrico riportato in figura 1. In particolare le precipitazioni sono state superiori alla media e hanno ben accompagnato la coltura durante tutto il ciclo di sviluppo; ne è la prova la produzione media, risultata soddisfacente e superiore a quella dell’anno precedente. RISULTATI I risultati sperimentali sono riassunti nella tabella 3. La cultivar più produttiva è risultata Sanbro con 39,5 q/ha di acheni; ad essa se ne sono affiancate altre 17 che hanno espresso valori statisticamente non differenti. 35 costituzioni, 18 delle quali hanno prodotto più di 35 q/ha, hanno superato l’indice produttivo 13 14 medio, evidenziando il buon livello raggiunto da gran parte degli ibridi in commercio. Riguardo al contenuto in olio degli acheni, determinato con il metodo della risonanza magnetica nucleare (NMR), Laura ha presentato il tenore più alto (53,7 %) non diversamente da altri 10 ibridi; 32 varietà hanno superato il valore medio, 18 delle quali con concentrazioni superiori al 50 %. 27 cultivar hanno espresso le più elevate rese in olio e Select, con 17,7 q/ha, si è posizionato, in asso luto, al vertice della graduatoria relativa. Solo altre tre varietà hanno superato l’indice produttivo medio, diff e re nziandosi statisticamente, però, dal gruppo delle migliori. Sanbro, Nicosol e Forte, caratterizzate da una scarsa concentrazione lipidica, hanno comunque ottenuto una produzione in olio superiore alla media, grazie alla elevata resa in acheni. Pablo è stata la varietà più precoce (113 gg), Bengal la più tardiva (136 gg); entrambe hanno estrinsecato valori produttivi al di sotto della media. Gli intervalli compresi tra i due estremi, per i due caratteri precedentemente esaminati, sono stati abbastanza contenuti. Fra gli ibridi ad alto contenuto in acido oleico in prova solo Olbaril, Carla e Trisun 860 hanno superato la resa media in acheni; i primi due anche quella in olio. Il rilievo fitopatologico ha riguardato principalmente la presenza di Phoma sp. e di Phomopsis helianti, responsabile delle caratteristiche lesioni nerastre sui fusti il primo e delle tacche necrotiche su foglie e fusti la seconda: l’attacco è risultato generalizzato, ma, in definitiva, relativamente tardivo, influenzando limitatamente la produzione. Con riguardo al Phoma, le cultivar Griffon, Ketil e Arbung P 113 hanno presentato il minor numero di piante attaccate, considerando la malattia Tab. 1 - Informazioni agronomiche Coltura precedente Lavori preparatori Lavori complementari Semina: data Sesto Densità Geodisinfestazione Concimazioni: azotata fosfatica Frumento duro Aratura estiva (35 cm) Estirpatura, erpicature 15 aprile cm 60 x cm 30 5,5 piante/m2 Basudin 5G (diazinone) 100 kg/ha di N alla semina 90 kg/ha di P2O5 all’aratura Diserbo Neminfest (trifluralin+linuron) Sarchiatura meccanica 19 maggio Raccolta Scalare dal 9 agosto al 3 settembre zioni, 13 delle quali con produzioni sopra la media. Tra gli ibridi alto oleico, Olbaril si posiziona fra i migliori relativamente alla resa in olio ed acheni mentre Trisun 860, caratterizzato da basse concentrazioni di olio, solo per quest’ultima. Select è risultato l’ibrido più tardivo, Sonrisa, in assoluto, il più precoce. CONCLUSIONI La sperimentazione svolta nel 1999 dalla sezione di Osimo dell’Istituto sperimentale colture industriali ha permesso di acquisire utili indicazioni per Tab. 2 - Caratteristiche del terreno di prova le scelte varietali della prossiNome Campocavallo di Osimo ma campagna elianticola. Altitudine s.l.m. (m) 42 Dei 61 ibridi in valutazione 10 hanno confermato le buone Giacitura Pianeggiante prestazioni degli anni preceSabbia (%) 27 denti e dal riepilogo triennale Limo (%) 48 ben 19 hanno fornito produArgilla (%) 25 zioni in acheni statisticamente Tessitura (U.S.D.A.) franco – limoso non differenti da quelle del pH (in H2O) 8,19 migliore in assoluto, Sanbro. Questa informazione, unita Calcare totale (De Astis) (%) 27,6 anche al fatto che quest’ultiCalcare attivo (Drouineau) (%) 12,1 ma varietà è ormai da qualche Sost. Organica (Walkley e Black) (%) 1,96 anno ai vertici della graduatoAzoto totale (Kjeldahl) (%o) 1,4 ria stilata nell’ambito della rete di valutazione allestita anP2O5 ass. (Olsen) (ppm) 33,2 nualmente nelle maggiori aree K2O ass. (ppm) 240 elianticole italiane, è significativa del buon livello cui sono nel suo complesso, mentre le; della peronospora (Pha - ormai giunte le costituzioni una maggiore suscettibilità è smopara helianti) non è stata presenti sul mercato. Fra le alstata riscontrata in Albion, rilevata alcuna presenza, tre vanno ricordate, accanto al Aneto, Flavia, Vital e Vigor. mentre la Sclerotinia sclero - già menzionato Sanbro, AmeBengal non ha manifestato al- tiorum, agente del marciume ril, Arbung P113, Gloriasol, cun attacco da phomopsis, dello stelo e della calatide, è Isar, Maori, Nicosol, Olbaril, che è stata osservata sporadi- stata riscontrata in una sola Sabrina, Select e Starsol, tutte camente in Ameril, Isar, Ketil, pianta in tutta la prova. con produzione in acheni ed Margot, Panter e Select; in Dall’esame della tabella 4, olio superiori alla media. Magiar, Pablo e Tilt, invece, che riassume i risultati pro- Fra i 12 ibridi al primo anno più del 50 % di piante hanno duttivi di 29 ibridi saggiati di valutazione Eliogen, Moreevidenziato i sintomi tipici nell’ultimo triennio, è possibi- no e RO 2228 hanno fornito della malattia. le avere un’idea della stabilità risultati incoraggianti, ragNon è stata considerata la delle prestazioni delle cultivar. giungendo performances sipresenza del marciume car- Per la resa in acheni, Sanbro mili alla migliore, che dovranbonioso dello stelo (Ma - (33,5 q/ha) ed altre 20 va- no, comunque, esser confercrophomina phaseolina) che, rietà, di cui 15 con rese supe- mate in prove successive. a causa della tardività degli riori ai 30 q/ha, risultano proAndrea Del Gatto attacchi, non desta solita- duttivamente simili dal punto Sandro Pieri mente grosse preoccupazioni, di vista statistico. Al vertice Domenico Laureti né della muffa grigia (Botritis della graduatoria relativa alla Istituto sperimentale colture cinerea) di cui si sono verifi- produzione di olio troviamo industriali - Sezione operativa cati effetti isolati e di lieve en- Ameril (14,8 q/ha) che non si periferica di Osimo (AN) tità nella fase di bottone fiora- differenzia da altre 19 costitu- 15 Tab. 3 - Durata del ciclo biologico (semina-maturazione), produzione di acheni (umidità 9%.), contenuto e resa di olio (su s.s.), con relativi indici (*), di cultivar commerciali di girasole saggiate nel 1999. Varietà ALBERO ALBION (1) AMERIL ANASOL ANETO (1) ARBUNG P113 BENGAL CARLA (1) CARLOS CELINA CELTIC CERMEK DOBLON DRAGOR ECLADOR ELIOGEN FLAVIA FLORALIE FORTE GAMMA GLORIASOL GRIFFON HERCULES IBIS ISANTHOS ISAR KATARINA KETIL KOVA LAURA MADONE MAGIAR MAORI MARGOT MARKO (1) MITO MORENO NICOSOL NIKIL OLBARIL (1) OLEIKALB (1) OLSAVIL (1) PABLO PANTER PILOT RAPID RITMO (1) RO 2228 SABRINA SANBRO SELECT SOLAL (1) SONRISA SPRINTKALB STARSOL TILT TRISUN 860 (1) VIDOC VIGOR VITAL VIVIANA (1) Anno prova 3° 3° 3° 1° 2° 3° 2° 2° 2° 3° 2° 1° 3° 2° 2° 1° 2° 2° 2° 1° >3° 2° 2° 1° >3° 3° 2° >3° 1° 3° 1° 1° >3° 2° >3° 1° 1° 3° >3° >3° >3° 2° >3° 2° 2° 1° >3° 1° 3° >3° >3° 2° >3° 2° >3° 2° 3° >3° >3° >3° >3° Ditta distributrice Durata ciclo Altezza Produz. acheni Contenuto olio Produzione olio Piante malate (%) giorni Indice cm Indice q/ha Indice % Indice q/ha Indice Phoma Phoma Phomo colletto fusto psis NOVARTIS AGRA PIONEER CARGILL PRO.SE.ME. ISAGRO EMILSEME CEREALTOSCANA AGRA ORSEM COPSE AGRA ISAGRO LIMAGRAIN SIVAM PRO.SE.ME. KWS ASGROW ASGROW GREEN TRADE ISEA VERNEUIL DANISCO ISEA ADVANTA ADVANTA SEMUNDO PIONEER AGRA PRO.SE.ME. MAISADOUR AGRA MAISADOUR MAISADOUR AGRA GREEN TRADE EMILSEME CARGILL PIONEER PIONEER DEKALB PIONEER KWS ISEA NOVARTIS SIS COPSE SIS SEMUNDO NOVARTIS SIS EMILSEME DEKALB DEKALB ISEA VENTUROLI MYCOGEN MAISADOUR STILAGRO ORSEM MAISADOUR MEDIE 115 125 120 126 118 122 136 123 125 121 118 118 121 120 124 125 114 119 121 123 120 127 119 124 123 124 123 125 126 124 116 115 119 120 126 126 118 125 121 124 122 128 113 118 118 114 120 120 118 118 134 120 114 115 117 115 115 116 116 116 120 121 or ce jl bd kp ej a di ce gk kp kp gk jl dh cf r jn gk di jl bc jm dh di dh di ce bd dh mr or jm jl bd bd kp ce gk dg ej b r kp kp r jl jl kp kp a jl r or lg or or mr mr mr jl 95 103 99 104 98 101 112 102 103 100 98 98 100 99 102 103 94 98 100 102 99 105 98 102 102 102 102 103 104 102 96 95 98 99 104 104 98 103 100 102 101 106 93 98 98 94 99 99 98 98 111 99 94 95 97 95 95 96 96 96 99 100 172 173 151 166 161 175 159 162 159 170 154 143 158 160 165 174 146 155 158 177 166 172 174 168 184 176 173 183 162 155 165 147 163 167 174 179 149 160 165 165 164 181 176 158 151 141 169 164 167 167 172 179 143 153 174 159 174 170 165 165 168 165 dk cj sv go lr bg ns lq ns el qu vw os mr ho ci uw pt os ae go dk ci fn a af cj ab lq pt ho tw kp go ch ad tw mr ho ho jo ac af os sv w em jo go go dk ad vw ru ci ns ch el ho ho fn 104 105 92 101 98 106 96 98 96 103 93 87 96 97 100 105 88 94 96 107 101 104 105 102 112 107 105 111 98 94 100 89 99 101 105 108 90 97 100 100 99 110 107 96 92 85 102 99 101 101 104 108 87 93 105 96 105 103 100 100 102 100 35,6 aj 32,8 do 37,0 ae 34,2 bn 30,5 mo 35,3 ak 33,1 co 34,2 bn 34,8 bm 33,8 bo 36,3 ai 32,4 fo 36,9 ae 33,7 bo 32,6 eo 35,1 ak 34,1 bn 37,1 ad 34,9 bm 34,3 bn 34,1 bn 34,4 bn 34,5 bn 34,1 jo 32,1 ho 36,8 af 33,8 bo 34,3 bn 34,0 bn 34,5 bn 29,4 o 30,2 no 36,5 ah 35,1 ak 32,6 eo 35,0 bl 37,6 ab 35,8 aj 33,2 bo 35,6 aj 33,1 co 32,7 do 31,9 io 35,5 aj 34,8 bm 32,4 fo 32,7 do 36,6 ag 35,1 ak 39,5 a 37,4 ac 32,3 go 30,9 ko 34,5 bn 34,9 bm 31,4 jo 34,4 bn 33,9 bn 30,6 lo 31,6 jo 30,1 no 34,0 105 96 109 101 90 104 97 101 102 99 107 95 109 99 96 103 101 109 103 101 101 101 101 101 94 108 99 101 100 101 86 89 107 103 96 103 111 105 98 105 97 96 94 104 102 95 96 108 103 116 110 95 91 101 103 92 101 99 90 93 89 100 44,9 Tw 42,0 Xy 51,7 ae 50,5 bi 43,2 wx 49,9 Ck 44,7 uw 49,4 Fm 52,2 ab 46,2 qu 49,6 el 48,8 gn 49,3 Fm 49,4 Fm 47,9 Kr 52,6 ab 48,0 Kr 51,8 ae 48,5 hp 49,7 dl 51,7 ae 47,9 Kr 49,4 Fm 49,2 Fm 49,7 dl 51,4 bf 46,3 pu 46,9 nt 51,8 ae 53,7 a 50,5 bi 45,8 Rv 49,0 gn 48,6 ho 45,9 Rv 47,3 ms 50,7 bh 47,8 Kr 51,8 ae 48,9 gn 47,8 Kr 48,3 Iq 47,8 Kr 52,1 ac 49,3 Fm 47,5 Ls 45,1 Tw 48,2 Jq 51,0 bg 47,8 Kr 51,9 ad 44,0 Vw 48,8 gn 50,4 bj 47,5 Ls 45,9 Rv 41,2 Y 45,4 sv 51,7 ae 50,7 bh 46,5 ou 48,6 I valori con a fianco lettere diverse sono statisticamente differenti per P ≤ 0,05 secondo il criterio di Duncan. (*) = gli indici sono stati calcolati ponendo le medie dei caratteri pari a 100. (1) = cultivar ad alto contenuto di acido oleico. 92 86 106 104 89 103 92 102 107 95 102 101 101 102 99 108 99 107 99 102 106 99 102 101 102 106 95 97 107 110 104 94 101 100 94 97 104 98 107 101 98 99 98 107 101 98 93 99 105 98 107 91 101 104 98 94 85 93 106 104 96 100 14,6 Ep 12,5 Pq 17,4 Ac 15,7 Ak 12,0 Q 16,0 Ai 13,5 Kq 15,4 Bl 16,5 Af 14,2 Gq 16,4 Ag 14,4 Fp 16,5 Af 15,2 Cm 14,3 Fp 16,8 Ae 14,9 Eo 17,5 Ab 15,4 Bl 15,5 Al 16,0 Ai 15,0 Dn 15,5 Al 14,1 Hq 14,5 Fp 17,2 Ad 14,2 Gq 14,7 Ep 16,0 Ai 16,8 Ae 13,5 Kq 12,6 Pq 16,3 Ah 15,6 Al 13,6 Kq 15,1 Dn 17,4 Ac 15,5 Al 15,6 Al 15,9 Aj 14,4 Fp 14,4 Fp 13,9 Iq 16,8 Ae 15,6 Al 14,1 Hq 13,4 Lq 16,0 Ai 16,3 Ah 17,2 Ad 17,7 A 12,9 Nq 13,7 Jq 15,9 Aj 15,1 Dn 13,1 Mq 12,9 Nq 14,0 Iq 14,4 Fp 14,6 Ep 12,7 Oq 15,1 97 83 115 104 79 106 89 102 109 94 109 95 109 101 95 111 99 116 102 103 106 99 103 93 96 114 94 97 106 111 89 83 108 103 90 100 115 103 103 105 95 95 92 111 103 93 89 106 108 114 117 85 91 105 100 87 85 93 95 97 84 100 13 70 37 33 63 17 43 43 33 57 30 57 30 33 53 17 50 40 60 47 37 7 37 40 20 40 23 13 23 27 67 30 53 37 33 33 40 27 37 47 40 20 37 37 37 53 40 30 33 47 33 37 43 30 50 33 23 37 57 57 20 37 53 70 67 67 77 27 63 40 63 50 50 37 53 23 57 30 80 27 47 57 67 30 50 53 30 43 27 30 30 40 47 33 37 60 37 50 43 47 67 50 57 67 30 27 60 60 33 37 40 37 33 63 27 33 30 63 33 30 60 63 73 47 17 23 3 13 13 17 0 43 7 37 27 13 47 20 13 10 47 30 13 23 23 7 23 23 27 3 7 3 17 30 20 60 10 3 27 7 20 37 47 17 17 23 53 3 20 40 27 10 20 23 3 20 40 37 33 53 43 47 33 20 27 24 16 70 30 60 25 50 20 40 15 30 10 20 5 10 0 0 Precipitazioni 1999 Precipitazioni Poliennio Temperature medie 1999 Temperature medie Poliennio Tab. 4 - Durata del ciclo biologico (semina-maturazione), produzione di acheni (umidità 9%.), contenuto e resa di olio (su s.s.), con relativi indici (*), di cultivar commerciali di girasole saggiate nel triennio 1997-1999. Varietà ALBERO ALBION (1) AMERIL ARBUNG P113 CELINA DOBLON GLORIASOL ISANTHOS ISAR KETIL LAURA MAORI MARKO (1) NICOSOL NIKIL OLBARIL (1) OLEIKALB (1) PABLO RITMO (1) SABRINA SANBRO SELECT SONRISA STARSOL TRISUN 860 (1) VIDOC VIGOR VITAL VIVIANA (1) Ditta distributrice NOVARTIS AGRA PIONEER ISAGRO ORSEM ISAGRO ISEA ADVANTA ADVANTA PIONEER PRO.SE.ME. MAISADOUR AGRA CARGILL PIONEER PIONEER DEKALB KWS COPSE SEMUNDO NOVARTIS SIS DEKALB ISEA MYCOGEN MAISADOUR STILAGRO ORSEM MAISADOUR Medie Durata ciclo Produzione acheni giorni Indice q/ha Indice 127 133 128 129 132 129 129 135 130 131 132 133 134 133 128 132 130 130 130 126 130 140 123 127 125 127 126 129 129 130 eh bd dg cg be cg cg b cg bf be bd bc bd dg be cg cg cg fh cg a h eh gh eh fh cg cg 98 103 99 99 101 99 99 104 100 101 101 103 103 103 99 102 100 100 100 97 100 108 95 98 96 98 97 99 99 100 31,9 30,1 32,4 31,5 30,4 30,7 31,3 26,7 32,3 29,5 30,0 31,3 28,7 32,3 29,1 30,5 27,7 27,8 28,6 30,5 33,5 31,0 29,6 31,3 31,6 29,7 29,1 29,8 26,9 30,2 ac ae ab ad ae ae ad e ab ae ae ad be ab be ae de ce be ae a ad ae ad ad ae be ae e 106 99 107 104 101 102 103 89 107 98 99 104 95 107 96 101 92 92 95 101 111 103 98 104 105 98 96 99 89 100 Contenuto olio % Indice 44,7 43,3 50,0 49,8 46,3 46,7 50,8 50,1 49,5 47,3 52,7 49,8 48,3 47,8 51,2 50,3 48,9 47,8 46,6 49,1 46,6 51,1 48,6 48,0 43,2 45,7 49,1 50,3 49,0 48,4 I valori con a fianco lettere diverse sono statisticamente differenti per P ≤ 0,05 secondo il criterio di Duncan. (*) = gli indici sono stati calcolati ponendo le medie dei caratteri pari a 100. (1) = cultivar ad alto contenuto di acido oleico. jk k be bf hj gj ad be bf fi ad bf dh ei ab be bg ei gj bg gj ac ch ei k ij bg be bg 92 89 103 103 96 97 105 103 102 98 109 103 99 99 106 104 101 99 96 101 96 105 101 99 89 94 101 104 101 100 Produzione olio q/ha Indice 13,0 11,8 14,8 14,3 12,8 13,1 14,4 12,2 14,6 12,7 14,4 14,2 12,6 14,1 13,7 14,0 12,3 12,1 12,2 13,7 14,2 14,5 13,1 13,6 12,4 12,4 13,0 13,6 11,9 13,3 ah h a ae ah ah ac eh ab ah ad af bh ag ah ah dh fh fh ah af ad ah ah ch ch ah ah gh 98 89 111 107 96 98 108 91 110 95 108 107 95 106 103 105 93 91 91 103 107 109 98 102 93 93 98 102 90 100 SPERIMENTAZIONE PISELLO DA TRASFORMAZIONE I risultati di due prove comparative, una a semina autunnale e l’altra primaverile. Le migliori cultivar nella sperimentazione dell’ASSAM sono state valutate attraverso una serie di parametri che comprendono il portamento, la maturazione, l’allettamento e l’aspetto sanitario. Redatta una classifica per ogni singolo parametro. ASSAM, in collaborazione con le ditte sementiere (Royal Sluis, Nunhems, S&G, Asgrow, Agis, Van Waveren, Sharp, ASL), nella propria Azienda Agricola Sperimentale di Jesi ha condotto due prove comparative su pisello da industria, di cui una a semina autunnale con 40 cultivar (18 dicembre 1998) e una a semina primaverile con 46 (4 marzo 1999). Questa prova fa parte del “Programma orticoltura” che ha il fine di far conoscere e valutare le caratteristiche delle costituzioni commerciali ma anche di quelle di nuova introduzione. Le due semine sono state effettuate con seminatrice parcellare trainata Wintherstaiger, con un investimento di 120 piante a metro quadro e una superficie occupata da ciascuna tesi di 20 metri quadri (due parcelle affiancate di 8 file ciascuna e della lunghezza di m 6). Di ogni parcella (tab. 2 e 4) sono state rilevate, la data di inizio e piena fioritura, il vigore della pianta, il colore della vegetazione in campo, l’altezza della pianta in campo, l’altezza della pianta, il portamento, la consistenza del fusto, l’allettamento (con rilievo effettuato alla raccolta), la disposizione dei baccelli sulla pianta, l’aspetto sanitario. La raccolta, effettuata manualmente, ha interessato una superficie di mq 4,3 (6 file centrali x 4 metri di lunghezza). Di ogni parcella, prima della trebbiatura con una sgranatrice elettrica fissa è stato rilevato il peso intero delle piante. La granella è stata suddivisa per calibri (<8.75 L’ – 8.75-10.2 - >10.2), con una calibratrice elettrica, quindi è stato determinato il peso per definire la produzione. Dei tre calibri definiti è stato calcolato il grado tenderometrico; inoltre, per il primo e secondo calibro, si è provveduto alla scottatura per la verifica visiva del colore, dell’uniformità della granella, della presenza o meno di grani più chiari e gialli. Poi ogni campione è stato congelato per la successiva determinazione delle sostanze insolubili in alcool (AIS – tab.1) effettuata presso il Laboratorio Agrochimico dell’ASSAM. Questo valore varia in senso positivo con l’aumentare del grado tenderometrico e del calibro. Nella tabella 1 (semina autunnale) e 3 (semina primaverile) per una maggiore uniformità del risultato, per mezzo di un coefficiente di correzione, è stata calcolata la produzione (t/ha) cumulativa del I e II calibro ponendo il grado tenderometrico per tutte le tesi costante ed uguale a 105. La media di campo per la semina autunnale è di 5,78 tonnellate ad ettaro contro le 6,18 della semina primaverile. Bisogna però considerare che nella semina autunnale l’investimento è stato minore, con una media di 98 piante a metro quadro, mentre in quella primaverile l’investimento medio a metro quadro è stato di 131 piante, quindi più che ottimale. Nel primo campo la varietà che ha pro- 17 18 dotto di più in assoluto è risultata CMG 290 (Royal Sluis) con 9,87 tonnellate ad ettaro, seguita da KARINA (Nuhems) con 9,43, FP 2125 della ditta S&G con 8,81 e SPAN (Royal Sluis) con 8,63, FP 2101 (S&G) con 8,06 mentre nel secondo campo EX 374 (Asgrow) è risultata la più produttiva con 13,12 tonnellate ad ettaro seguita da VALVERDE (S&G) con 10,80, WAW 679 (Van Waveren) con 9,93, QUANTUM con 8,97, EX 385 con 8,77, OASIS (Sharp) con 8,75 tonnellate ad ettaro, e di seguito le altre. Delle varietà presenti in semina autunnale e primaverile, le cultivar che hanno ottenuto produzioni superiori alla media di campo in entrambe le epoche sono: Valverde (S&G) t/ha 8,68 di media, Quantum (Asgrow) t/ha 8,28, CMG 302 (Royal Sluis) t/ha 7,58, Oasis e Gemini (Sharp) rispettivamente con t/ha 7,55 e 7,28, EX 357 (Asgrow) con t/ha 7,03 e per finire FP 2094 (S&G) con t/ha 6,56. Nelle tab. 1 e 3 sono inoltre riportati i dati relativi al numero delle piante al metro quadro per la determinazione dell’investimento, la percentuale produttiva dei tre calibri con una colonna che riporta il calcolo del calibro medio della granella ed infine sono state calcolate le unità calore dell’intero ciclo per ciascuna cultivar, sottraendo alla media giornaliera delle temperature il valore di 4,4 °C, rite- nuto l’indice termico di arresto dello sviluppo vegetativo della coltura. Questo parametro è specifico per il pisello e viene impiegato per definire la precocità varietale e quindi per stabilire il momento ottimale di raccolta. Nella prova sono presenti diverse varietà afila. Questo tipo di pisello derivato da mutazione genetica, ha la caratteristica presenza di cirri o viticci i quali legandosi fra di loro sostengono le piante che rimangono erette. Questo portamento apporta diversi vantaggi fra i quali una migliore areazione e luminosità per i baccelli, favorendo così una maggiore uniformità e intensità di colore della granella. Un’altra caratteristica rilevata è una minore incidenza dei marciumi poiché la pianta, resistendo all’allettamento, presenta un buon aspetto sanitario sia dello stelo che dei baccelli per l’assenza di ristagni di umidità. Inoltre la raccolta risulta più efficace e veloce, la pianta più asciutta e la granella raccolta è esente o quasi da tracce di terra, soprattutto perché il pick-up delle podstrippers (trebbiatrici) non lavora a contatto con il terreno. Tra le cultivar in prova (tab. 5) è risultata più produttiva l’epoca di semina primaverile con una media di 6,76 tonnellate ad ettaro, contro le 5,41 dell’autunnale. Le migliori performances sono presenti in cultivar seminate in primavera dove tutte mantengono un buon investimento al metro quadro: ENDEAVOR (Sharp) con 8,60 tonnellate ad ettaro è risultata la migliore seguita da SNAKE (Royal Sluis), 8,17 tonnellate ad ettaro, GEMINI (Sharp), con 7,82 , FP2094 con 7,20 e via via tutte le altre. Per la semina autunnale sono state necessarie due irrigazioni effettuate nei giorni 6 e 19 maggio, mentre nella semina primaverile ne sono risultate necessarie tre, nei giorni 14, 19 e 27 maggio. Nelle figure 1 e 2 vengono riportati i dati decadali relativi alla temperatura media, minima e massima, e dei millimetri di pioggia caduti nel periodo che va dalla semina alla raccolta. Si ricorda inoltre che anche per l’annata agraria 1999/2000 la prova verrà ripetuta: in data 14 dicembre 1999 è stata effettuata la semina di 28 cultivar (tabella 6) e nella prima decade di marzo verrà riproposta con 40 varietà. Per chi fosse interessato alla visita si prega inviare i propri dati ai seguenti indirizzi: ASSAM–Agenzia Servizi Settore Agroalimentare Marche – Via Alpi, 21 – 60131 Ancona o E-mail [email protected] . Articolo redatto dai tecnici del Servizio Produzioni Vegetali dell’ASSAM 19 20 Tab. 2 - Caratteristiche della pianta - semina primaverile Data fioritura inizio piena 10% 80% VARIETA' Vigore (1 - 4) Colore 1 = v.scuro 5= v.chiaro Caratteristiche morfologiche Altezza Altezza Porta_ Fusto Alletta_ in campo pianta mento mento cm cm (1 - 4) (1 - 3) (1 - 4) Disposiz. baccelli (1 - 4) Aspetto sanitario (1 - 3) 2/3 3 3/4 1/2/3 80 4 2 3/4 1/2 3 75/85 3/4 3 3 1/2 1/2 60 4 1/2 3/4 1/2/3 1 20/25 75/85 4 2 4 1/2 1/2 4/5 25/30 45/50 3/4 2 3/4 1/2 3 2 4/5 20/25 65 4 2 3/4 1/2 2/3 14-apr 2 4 20/25 60/65 4 2/3 3/4 1/2 2 15-apr 19-apr 1/2 1 35/40 100/110 4 3 4 1/2 3/4 KARINA 15-apr 20-apr 1 3 30/40 75 4 3 3/4 1/2/3 2 WAV 341 15-apr 20-apr 1 2/3 30 70/85 4 3 3/4 1/2 2 FRASER 18-apr 21-apr 2 3 30 85/90 4 3 4 1/2 3/4 EX 8610027 21-apr 24-apr 1/2 3 60/65 100 2/3 2/3 2 1/2 1/2 FAVORIT 21-apr 24-apr 1 4 40/ 45 90/100 3 3 3 1/2 3 REMUS 20-apr 24-apr 1 3/4 25/30 65 4 3 2/3 1/2 3 AMBASSADOR 22-apr 25-apr 2 3 30/40 95/100 3/4 3 3 1 3 EX 385 22-apr 25-apr 1/2 1 30 80/85 4 3 4 1 2/3 FP 2135 22-apr 25-apr 1/2 3 25/30 80/85 4 3 3/4 1/2 3 NZ 1165 21-apr 25-apr 1 2/3 35/40 90 3/4 3 3/4 1/2 2/3 VRONI 23-apr 25-apr 2 2/3 25/30 100 3/4 3 3/4 1 3 4 1/2 3 3/4 1/2 3/4 3/4 1/2 2 EX 8500547 3-apr 7-apr 2/3 3/4 35/45 SPRING 3-apr 7-apr 1/2 3/4 30/40 FP 2101 4-apr 8-apr 2 3 25/35 NZ 1097 4-apr 8-apr 2 1 30 NZ 1109 4-apr 8-apr 2 1/2 ENTERPRISE 5-apr 10-apr 2 CMG 290 9-apr 13-apr SPAN (CMG 307) 9-apr POLAR 21-apr DORIT 21-apr EX 357 26-apr 26-apr FP 2094 23-apr 26-apr GEMINI 24-apr QUANTUM 24-apr SAMISH (CMG 293) 2 2 2/3 2/3 25/30 30/35 1 2 40/50 26-apr 1 2 45/50 26-apr 1/2 3 40 23-apr 26-apr 2 3 35/40 CMG 302 24-apr 27-apr 1/2 3 ENDEAVOR 24-apr 27-apr 1 EX 374 24-apr 27-apr FR 751 24-apr GERDA 75/80 85/90 90/95 2 3/4 3 3/4 3 85 3 3 4 1/2 3 100 3/4 3 3/4 1 3/4 85/95 4 3 3 1/2 3/4 35 90 3/4 3 3 1/2 2 3 50/55 85/90 3 3 2/3 1/2 2 1/2 3 40 95 4 3 4 1/2 2/3 27-apr 2 2/3 30 95/100 4 3 4 1 3/4 24-apr 27-apr 2/3 2/3 40/45 90/100 3 2/3 3 1/2 3 TANJA 24-apr 27-apr 2 3 30/35 75/80 4 2 3/4 1/2 3 GENEVA 25-apr 28-apr 1 1 25/30 60/70 4 2/3 3/4 1/2 2/3 OASIS 25-apr 28-apr 2 3 35 80/90 4 3 2 1/2 3/4 VADA 25-apr 28-apr 1/2 1 35 95/100 4 3 4 1 2/3 EX 8500587 27-apr 30-apr 2 3/4 40 90/100 3/4 3 2/3 1 2 SNAKE 29-apr 3-mag 2 3/4 50/55 50 1 3 1 1/2 2/3 EX 8500627 30-apr 4-mag 1/2 3/4 35/40 100 4 3 3/4 1 3 VALVERDE 28-apr 4-mag 1/2 2 30/35 85/90 4 3 3/4 1/2 3 WAV 765 28-apr 4-mag 1 3 25/30 100 4 3 3/4 1/2 2/3 Vigore Portamento Maturazione 1=molto vig. 2=med. vig. 3=poco vig. 4=scars. vig. 1=eretto 2=med. eretto 3=legg. coricato 4=coricato 1=concentrata 2=med. concentr. 3=scalare 4=molto scalare Fusto 1=esile 2=medio 3=robusto 75/80 4 2 Allettamento Disposizione Baccelli Aspetto Sanitario 1=eretto 2=inclinato 3=allettato 4=molto allettato 1=apicale 2=mediana 3=basale 4=lungo il fusto 1=buono 2=discreto 3=medio 4=scadente 21 22 Tab. 4 - Caratteristiche della pianta - semina primaverile VARIETA' NZ 1097 NZ 1109 PREMIUM NUN 6035 SPAN (CMG 307 F) CMG 290 FP 2101 ENTERPRISE WAV 375 WAV 355 KARINA FRASER KARESA (NUN 6780) FAVORIT POLAR EX 357 REMUS GEMINI SAMISH (CMG 293) FP 2135 EX 8610027 EX 385 ARGONA ENDEAVOR GERDA FP 2094 SIGRA OASIS VRONI DORIT ASTARA SONJA QUANTUM NZ 1165 CMG 302 SNAKE TANJA VALVERDE BIRGIT EX 374 GENEVA REGINA EX 8500587 TRISTAR WAV 679 EX 8500627 Data fioritura inizio piena 10% 80% 26-apr 29-apr 27-apr 30-apr 27-apr 30-apr 29-apr 1-mag 28-apr 1-mag 28-apr 1-mag 28-apr 1-mag 28-apr 2-mag 1-mag 4-mag 1-mag 4-mag 1-mag 4-mag 3-mag 6-mag 5-mag 8-mag 5-mag 8-mag 5-mag 8-mag 5-mag 8-mag 5-mag 9-mag 8-mag 10-mag 7-mag 10-mag 7-mag 10-mag 6-mag 10-mag 6-mag 10-mag 9-mag 11-mag 8-mag 11-mag 8-mag 11-mag 8-mag 11-mag 9-mag 12-mag 9-mag 12-mag 9-mag 12-mag 9-mag 12-mag 8-mag 12-mag 8-mag 12-mag 8-mag 12-mag 9-mag 13-mag 11-mag 13-mag 11-mag 13-mag 11-mag 13-mag 10-mag 13-mag 9-mag 13-mag 11-mag 13-mag 9-mag 13-mag 12-mag 14-mag 11-mag 14-mag 11-mag 14-mag 13-mag 15-mag 12-mag 15-mag Caratteristiche morfologiche Aspetto Vigore Colore Altezza Altezza Porta_ Fusto Alletta_ Disposiz. sanitario 1 = v.scuro in campo pianta mento mento baccelli (1 - 4) 5= v.chiaro cm cm (1 - 4) (1 - 3) (1 - 4) (1 - 4) (1 - 3) 15/20 1/2 60 4 2 4 1 2 1 2/3 2 1 25/30 75 4 2/3 4 1 1/2 2/3 1 3/4 30 75 4 2 3/4 2/3 1 1 2/3 3 30/40 45/50 2/3 1/2 3/4 1/2 2 3/4 1/2 2 4/5 25 55 1/2 1/2 2 4/5 30 60 3 2 2/3 1/2 2 2 3/4 25/30 60/65 4 2 4 2 3/4 20/25 50/55 4 1/2 4 1 2 3/4 3/4 1/2 2/3 1 1/2 2/3 20/25 35/40 3/4 1/2 3 3/4 1 1 3 30/35 65 1/2 1/2 2 3 30/35 50/55 4 2 3 2/3 2 3 20/25 75/80 4 3 4 1 1/2 2 25/30 50 3/4 2/3 3 1 1 2/3 2/3 1/2 2/3 2 1 4 40 80/85 3/4 2 2/3 1 1/2 1/2 1 35/40 65/70 1 3 25/30 60 3/4 2/3 3 1 1/2 1 3 20/25 45/50 4 2 3/4 1 2 2/3 1 1 1 2/3 30/35 70/75 2/3 2 1/2 2 30 60/65 3 2/3 2/3 1 1/2 1 3 25/30 55/60 4 3 4 1 2 1 4 30/35 65 3 2 2 1 1 3/4 2/3 3 1 2/3 1 1/2 30/35 65 1/2 3/4 25 60 4 2/3 3/4 1 1 1/2 3/4 30 60/65 3 2/3 3 1 1 1 3 25 80 4 2 3/4 1 1/2 3/4 2/3 2/3 1 1/2 1 2/3 25/30 55/60 3/4 3 3 1 1 1/2 3 25 55/60 1/2 1/2 3 20 50 4 2 3/4 1 3/4 1 1/2 1 3 25 65 4 3 1/2 3 20/25 65/70 4 2 3/4 1 1/2 1 2 40 75/80 2/3 3 2 1 2 20/25 80 4 3 4 1 1/2 1 3 1/2 3 25 60/65 4 2 3/4 1 1/2 2/3 1/2 2 2 1 1 3 40/45 80/85 3/4 1 1/2 1 3 20/25 60 4 3 3/4 3 2/3 1 1/2 1 3/4 35 40/45 60/65 4 2/3 3/4 1 1/2 1/2 3 25 1 2/3 25 60/65 4 3 4 1 2 3/4 2/3 2 1 1/2 1 2 20 40/45 1 2/3 25/30 65 4 3 3/4 1 2/3 1 1 30 70/75 4 3 3/4 1 2/3 1 3 25/30 65/70 4 3 4 1 2 2/3 3 2 1 1/2 1 4 40/45 75/80 1 3 25 60/65 3/4 3 3 1 2 3/4 1/2 3 4 1 1 3 30/35 60/65 1 3 25/30 70/80 4 3 3/4 1 2/3 Vigore Portamento Maturazione 1=molto vig. 2=med. vig. 3=poco vig. 4=scars. vig. 1=eretto 2=med. eretto 3=legg. coricato 4=coricato 1=concentrata 2=med. concentr. 3=scalare 4=molto scalare Fusto 1=esile 2=medio 3=robusto Allettamento Disposizione Baccelli Aspetto Sanitario 1=eretto 2=inclinato 3=allettato 4=molto allettato 1=apicale 2=mediana 3=basale 4=lungo il fusto 1=buono 2=discreto 3=medio 4=scadente SPERIMENTAZIONE FAGIOLINO DA INDUSTRIA ell’ambito del “Programma orticoltura” l’ASSAM in collaborazione con le ditte sementiere (Royal Sluis, Holland select, ASL, S&G, Asgrow, Sha fer, Andrè Blondeau, Nunhems) ha effettuato anche nel 1999 nella propria azienda agricola sperimentale di Jesi una prova comparativa fra 34 cultivar di fagiolino (Phaseolus vulgaris L.). Le varietà sono state seminate il 5 luglio con una seminatrice pneumatica monofila (Majorette della ditta Vignoli di Rovigo). L’investimento adottato è di 40 piante a metro quadro, con 4 file per parcella distanti fra di loro 50 cm. È stata effettuata una replica per permettere di valutare meglio ogni singola tesi. Il ciclo biologico del fagiolino risulta molto breve e nella prova in questione la media di campo si attesta sui 58 giorni dalla semina alla maturazione. N I risultati dello scorso anno nel campo sperimentale di Jesi curato dall’ASSAM Sono state effettuate quattro irrigazioni nei giorni 5 e 16 luglio, 12 e 16 agosto per dare alla coltura il giusto apporto idrico, importante specialmente durante la fioritura e la fase di crescita dei baccelli; inoltre una buona disponibilità idrica assicura una migliore allegagione e favorisce lo sviluppo di baccelli perfetti nella forma e poco fibrosi. La raccolta ha interessato solo la prima ripetizione nella misura di un metro quadro per parcella. Dopo la raccolta e il conteggio del numero delle piante la produzione è stata divisa nei 4 calibri (extrafine con diametro compreso a 7.4 centi- Composizione e valore energetico del fagiolino in 100 grammi di prodotto Parte edibile Acqua Proteine Lipidi Glucidi disponibili Fibra alimentare Energia Sodio Potassio Ferro Calcio Fosforo Niacina Vitamina C 95 % 90.5 g 2.1 g 0.1 g 2.4 g 2.9 g 17 kcal 2 mg 280 mg 0.9 mg 35 mg 48 mg 0.8 mg 16 mg Fonte: Istituto Nazionale della Nutrizione metri, fine con diametro compreso fra i 7.5-8.4, medio-fine con diametro fra gli 8.5 e 9.4 e medio con diametro inferiore ai 9.4 centimetri) e lo scarto (costituito da baccelli deformi o sottomisura con lunghezza inferiore ai 6 centimetri). Bisogna precisare che l’andamento stagionale non ha favorito produzioni elevate e soprattutto sono state ottenute rese disformi; inoltre la pezzatura per diverse cultivar in prova (lunghezza del baccello) è stata inferiore allo standard tipico delle varietà. La fioritura e di conseguenza la maturazione è risultata molto scalare: come evidenziato nella tabella 2 il periodo medio di piena fioritura per le varietà in prova è risultato il 13 agosto, ma, ad 23 24 eccezione della cv SB 4212 ri- SCHEDA AGRONOMICA DEL FAGIOLINO sultata la più precoce ( mentre 2/07/1999 concimazione di fondo Perfosfato Triplo q.li/ha 3,5 - Totale unità P2O5 = 160 la W 111 (Van Waveren) è ri5/07/1999 semina sultata la più tardiva ed è stata 5/07/1999 rullatura raccolta l’8 settembre), il 25 5/07/1999 irrigazione (con irrigatore semovente) agosto la quasi totalità delle 16/07/1999 irrigazione (con irrigatore semovente) varietà era ancora in piena fio18/07/1999 concimazione di copertura Nitrato Ammonico - q.li/ha 2 = unità N = 54 ritura con un elevato numero 19/07/1999 trattamento insetticida Decis (p.a. deltametrina) g/hl 60 di fiori e abbozzi fiorali. Questo trattamento geodisinfes. Force (p.a. tefluthrin) Kg/ha 30 (a spaglio in superficie) naturalmente ha provocato 29/07/1999 sarchiatura 12/08/1999 irrigrazione (con impianto fisso) problemi per stabilire l’epoca 16/08/1999 irrigrazione (con impianto fisso) più idonea per la raccolta. Per questo motivo di alcune tesi è stata effettuata una seconda raccolta (+25.9%), ASL 2000 (+ 25%), Romeo per Eloy e W 88 (+ 6.5% e 6.4%). Nel calper valutare di che consistenza fosse (+23.5), Corumba (+23%), BL 406 colo delle percentuali è stato considerato (+19.9%), ASL 606 (+19.3%), WAV 444 un investimento costante per tutte le tesi. l’aumento di produzione. Questo si è puntualmente verificato con la (+18.1%), Xavo (+15.1%), Newton Le fallanze in molte delle cv in prova socv HS 034 (aumento del 32,7%), Mercana (+10.3%) e un aumento meno evidente no dovute ad attacchi di rhizoctonia, Tab.1 - Caratteristiche produttive del fagiolino VARIETA' Peso N° Calibro Produzione SEMENTIERA DITTA DATA piante Piante medio Commerc. Scarto PRODUZIONE BACCELLI Lunghezza Seme COLORE ripartizione % per calibro Baccello Segnato DISTRIB./PRODUT. RACCOLTA intere t/ha mq baccelli t/ha t/ha 1=chiaro scarto cm 1=no 5=si S&G 24-ago 31,65 33 2,2 15,40 3,15 5 56 22 5= scuro 0 17 9,5 2 NUNHEMS 24-ago 28,75 39 1,7 11,85 2,60 26 51 2/3 5 0 18 9,2 2/3 S&G 25-ago 32,75 23 2,6 9,60 0,85 11 2 16 65 0 8 9,5 1,0 ASGROW 26-ago 35,00 35 2,0 13,90 1,35 3 15 64 12 0 9 9,0 1/2 NUNHEMS 26-ago 36,60 38 2,1 8,00 3 1,45 10 58 17 0 15 9,5 1/2 ANDRE' BLONDEAU 27-ago 43,85 35 2,3 2 10,60 1,50 6 54 28 0 12 9,9 1/2 HS 920 HOLLAND select 27-ago 33,15 33 3 2,0 10,60 1,10 7 76 7 0 9 10,5 1,0 1/2 NEWTON (WAV 873) HOLLAND select 27-ago 40,10 NUNHEMS 27-ago 26,95 29 1,3 10,15 0,60 5 19 28 43 6 10,7 1/2 2 29 2,6 7,95 0,90 11 16 63 0 10 10,0 1,0 ASGROW 27-ago 2 26,75 22 1,0 3,60 0,40 0 15 20 55 10 11,8 1,0 JAMAICA ROYAL SLUIS 3 30-ago 37,10 34 2,0 10,70 1,55 7 76 4 0 13 10,5 1 JESSICA 2 ASL 30-ago 36,50 31 2,3 8,60 0,80 5 56 30 0 9 10,8 1,0 2/3 ASL 2000 ASL 30-ago 36 2,2 6,95 1,25 7 23 44 11 15 10,3 2,0 1/2 CANBERRA ROYAL SLUIS 31-ago 54,80 34 1,7 20,05 2,25 27 63 0 0 10 11,0 1/2 2 WAV 444 HOLLAND select 31-ago 34,45 25 1,8 7,75 1,30 19 66 0 0 14 9,0 1/2 2 EX 381 ASGROW 31-ago 28,25 23 2,2 2,35 0,50 23 18 42 0 18 9,5 2 2 GRETA ASL 1-set 44,90 31 1,1 15,60 3,00 79 5 0 0 16 10,5 1,0 3 PROFUSION SHAFER Samenzucht 1-set 37,25 25 1,4 13,10 2,70 52 31 0 0 17 10,4 1/2 3/4 NUN 6248 NUNHEMS 1-set 29,90 33 1,8 11,30 2,65 15 66 0 0 19 10,0 2,0 3 ASGROW 1-set 39,45 35 2,2 5,30 1,20 24 22 36 0 18 9,7 2,0 1/2 HS 034 HOLLAND select 1-set 23 2,6 4,40 0,85 3 28 53 0 16 9,8 1/2 2 TAREM ASL-BRO 1-set 35,70 24 2,1 2,70 1,30 18 29 21 0 33 9,5 2,0 1/2 SB 4212 PALOMA (NUN 1097) SB 4087 EX 8732227 SPEEDY (NUN 5790) EFAL NUN 6960 EX 8104027 EX 8710017 W 88 51,10 34,75 < 7.4 7.5-8.4 8.5-9.4 > 9.5 HOLLAND select 2-set 38,20 28 1,0 11,25 2,60 78 4 0 0 19 11,5 1 3 RICARDA ASL 2-set 42,50 34 1,0 10,90 2,25 83 0 0 0 17 10,3 1,0 3 MEDIANO FOUR 2-set 45,00 28 1,7 8,50 0,90 46 22 22 0 10 10,0 1/2 4 ROYAL SLUIS 3-set 58,50 40 1,3 9,45 2,40 55 24 0 0 20 10,5/11,0 1,0 3/4 XAVO S&G 3-set 40,40 34 1,1 8,65 1,75 74 9 0 0 17 10,5 1,0 3/4 ASL 606 ASL 3-set 45,50 38 1,0 7,95 1,95 80 0 0 0 20 8,8 1 3/4 ELOY (ASL 2910) ASL 3-set 38,30 28 1,2 7,75 1,75 69 13 0 0 18 10,0 1/2 4 ANDRE' BLONDEAU 3-set 42,80 24 1,2 6,65 1,85 66 12 0 0 22 10,2 1/2 3 NUNHEMS 3-set 35,50 30 1,1 5,50 2,20 63 8 0 0 29 10,0 1,0 3/4 CORUMBA (RS 1246) BL 406 MERCANA (NUN 2615) ROMEO RASADA WAV 111 media S&G 3-set 33,40 23 1,4 4,25 1,85 47 16 7 0 30 10,0 2,0 3 NUNHEMS 8-set 38,00 25 1,1 10,30 1,70 75 11 0 0 14 10,0 1/2 4 HOLLAND select 8-set 43,00 25 1,1 7,55 1,60 71 11 0 0 17 8,8 1,0 2 1-set 38,26 30 1,7 9,60 2,02 38 27 14 4 18 10,0 1,5 2,7 25 nonché in forma limitata di nottua e ferretto, che si sono verificati contemporaneamente nello stadio di giovane piantina (seconda decade di luglio). A tal proposito è stato effettuato in data 19/07/1999 un trattamento insetticida con Decis (p.a. deltametrina con dose di g 60/hl) e usato il geodisinfestante Force (p.a. tefluthrin con dose di Kg/ha 30). Un giudizio particolare va dato sulla cv EX 8732227 – Asgrow – che, nonostante fosse stata molto danneggiata si è ben ripresa ottenendo una buona produzione (13,90 t/ha) e soprattutto mantenendo un buon investimento, anche se la vigoria della pianta ne ha un po’ risentito. Dei dati ottenuti dalla prova è interessante la verifica della produzione media di campo ottenuta che è pari a 9.60 t/ha contro le 15.95 t/ha del 1998 (42 cv in prova). La varietà Canberra - Royal Sluis con 20.05 t/ha (Tab.1) è senza dubbio la tesi che ha ottenuto la migliore produzione mantenendo un buon investimento di piante a mq e un’ottima vigoria della pianta. Buone produzioni anche per W 88 - Holland select -(16.90 t/ha), Greta – ASL - (15.60 t/ha), SB 4212 – S&G (15.40 t/ha). Nelle prime posizioni anche la cv Profusion (13,10 t/ha) – Shafer che con un investimento ottimale avrebbe senza dubbio ottenuto una migliore produzione. Articolo redatto dai tecnici del Servizio Produzioni Vegetali dell’ASSAM Tab. 2 - Caratteristiche della pianta VARIETA' SB 4212 DITTA SEMENTIERA Altezza VIGORIA PIANTA INIZIO PIENA rifiorenti al 25/8 Pianta 1=poco vig. - 5= vig. foglia DISTRIB./PRODUT. (10%) (80%) (***) + o - fiori - I e II rep) cm (I e II replica) P=piccola M=media G=grande DATA FIORITURA S&G 7-ago 10-ago PALOMA (NUN 1097) NUNHEMS 8-ago 10-ago NUN 6248 NUNHEMS 9-ago ASL JESSICA ELOY (ASL 2910) grandezza 40 3 P 25/8*** 35 2/3 P 11-ago 25/8*** 25/8*** 35 3 P 10-ago 12-ago 25/8** 45 4 MP 25/8*** 25/8*** 25/8* 25/8*** ASL 9-ago 12-ago 50 4/5 MP HS 034 HOLLAND select 10-ago 12-ago 25/8* 25/8*** 50/55 5 MG W 88 HOLLAND select 10-ago 12-ago 25/8** 25/8*** 40/45 3 P S&G 10-ago 12-ago 25/8** 24/8** 45 4/5 M PROFUSION SHAFER Samenzucht 10-ago 12-ago 22/8*** 25/8*** 40/45 4 P NUN 6960 NUNHEMS 10-ago 12-ago 25/8*** 25/8*** 40 4 P XAVO S&G 10-ago 12-ago 25/8*** 25/8*** 45 5 M RICARDA ASL 11-ago 13-ago 25/8** 45 4 MP GRETA ASL 11-ago 13-ago 25/8*** 25/8*** 45/50 5 MP ASL 606 ASL 10-ago 13-ago 25/8** 25/8*** 50/55 5 MP NEWTON (WAV 873) HOLLAND select 10-ago 13-ago 25/8** 25/8** 50 5 MG WAV 444 HOLLAND select 9-ago 13-ago 25/8* 25/8*** 50 4/5 MP HS 920 HOLLAND select 9-ago 13-ago 25/8* 25/8*** 45 4 M ROYAL SLUIS 10-ago 13-ago 25/8*** 25/8*** 45/50 4/5 M ANDRE' BLONDEAU 10-ago 13-ago 25/8*** 25/8*** 45 4 M ASGROW 11-ago 13-ago 25/8** 25/8*** 30/40 2/3 M NUNHEMS 10-ago 13-ago 23/8*** 22/8*** 30/35 3 P ROYAL SLUIS 10-ago 13-ago 25/8*** 25/8*** 45 4 MP SB 4087 CORUMBA (RS 1246) BL 406 EX 8732227 SPEEDY (NUN 5790) JAMAICA CANBERRA 25/8*** ROYAL SLUIS 11-ago 14-ago 25/8*** 25/8*** 45/50 4/5 P ANDRE' BLONDEAU 11-ago 14-ago 25/8*** 25/8*** 45/50 5 MP EX 8710017 ASGROW 11-ago 14-ago 25/8*** 25/8*** 50/55 5 M EX 8104027 ASGROW 11-ago 14-ago 25/8** 25/8*** 45 4 M ASL 11-ago 14-ago 25/8*** 25/8*** 60 5 M MERCANA (NUN 2615) NUNHEMS 10-ago 14-ago 25/8*** 25/8*** 40 3 M RASADA NUNHEMS 10-ago 14-ago 25/8*** 25/8*** 40/45 3 MP TAREM ASL-BRO 13-ago 16-ago 50/55 4 MP ROMEO S&G 14-ago 16-ago 25/8*** 25/8*** 40/45 4 MP EX 381 ASGROW 14-ago 16-ago 25/8** 25/8*** 45/50 4/5 G MEDIANO FOUR 13-ago 16-ago 25/8*** 25/8** 50 5 MG WAV 111 HOLLAND select 18-ago 21-ago 25/8** 25/8 55 5 M EFAL ASL 2000 25/8* 25/8* Fig. 1 - Dati Meteo - Loc. Jesi - periodo luglio - I decade di settembre 1999 40 50 35 45 40 35 25 30 20 25 15 20 15 10 10 5 5 0 0 I II luglio III I decade e mese II agosto III I settembre precipitazioni mm temperatura °C 30 Temp. Min Temp. Max Precip. mm 26 ANALISI DI LABORATORIO LA FERTILITÀ DEI SUOLI AGRARI Illustriamo di seguito alcuni dei risultati delle analisi del terreno condotte dal Laboratorio del Centro Agrochimico Regionale di I Jesi dell’A.S.S.A.M., nel biennio 1998-99, risultati presentati a tecnici ed addetti di settore in un recente convegno nazionale organizzato dall’A.S.S.A.M. stesso in collaborazione con la S.I.L.P.A. (Società Italiana dei Laboratori Pubblici di Agrochimica). Nel biennio considerato le analisi del terreno hanno rappresentato circa il 57 % dei 6000 campioni analizzati dalla struttura (vedi Fig. 1). I dati oggetto di elaborazione si riferiscono ai campioni di terreno provenienti dalle quattro province della Regione (vedi Fig. 2) con esclusione dei campioni ricevuti da fuori regione e di quelli ri- zati sulla totalità dei campioni: pH, sostanza organica, azoto totale, fosforo assimilabile e potassio scambiabile. Per gli altri parametri (tessitura, magnesio scambiabile, ANALISI DEL TERRENO Provincia Num. Campioni Ancona 1.030 Ascoli Piceno 426 Macerata 682 Pesaro 826 guardanti le prove sperimentali condotte dall’A.S.S.A.M. o da altre istituzioni. I parametri fondamentali considerati in questa prima elaborazione sono quelli analiz- calcare totale, calcare attivo, microelementi, C.S.C., ecc…) pur se frequentemente analizzati si è ritenuto opportuno non elaborarli in questa occasione proprio in quanto non La presentazione di un pratico opuscolo, redatto da ASSAM e SILPA su analisi del terreno e consigli di concimazione, è occasione per un’indagine sulla fertilità dei suoli agrari regionali. Viene confermato un reale problema nutrizionale nei terreni delle Marche relativo all’esiguo contenuto di sostanza organica, che è necessario arginare quanto prima con adeguate tecniche colturali. rapportabili alla globalità dei campioni. Anche per questi dati sono tuttavia disponibili informazioni che possono essere richiesti direttamente al Centro. Per quanto riguarda il “pH”, (Fig. 3), i terreni della regione Marche sono per la quasi totalità classificabili come legger- 27 Ancona Ascoli Piceno Leggermente alcalino 94,48% Leggermente alcalino 97,60% Neutro 0,80% Alcalino 1,60% pH RANGE DI VALORI Da 0,1 a 5,3 = Fortemente acido Da 5,4 a 6 = Acido Da 6,1 a 6,7 = Leggermente acido Da 6,8 a 7,3 = Neutro Da 7,4 a 8,1 = Leggermente alcalino Da 8,2 a 8,6 = Alcalino Da 8,7 a 10 = Fortemente alcalino Alcalino 4,56% Neutro 0,96% Metodica: Potenziometrica Leggermente alcalino 95,51% Leggermente alcalino 94,87% Pesaro Urbino Macerata Alcalino 3,53% Neutro 0,73% Neutro 0,80% Leggermente acido 0,32% Fortemente alcalino 0,16% mente alcalini. Infatti la percentuale di campioni che rientrano nei range di pH da 7,4 a 8,1 – corrispondente al giudizio “leggermente alcalino” – oscilla nelle quattro province da 94,48% a 97,60%. La Fig. 4 illustra la situazione inerente il contenuto in “sostanza organica” dei terreni analizzati. In tutte le quattro province si rileva una prevalenza dei campioni con giudizio “basso” (corrispondente ad un range di valori che va da 10,1 a 18 g/kg) seguito dal “molto basso” (range corrispondente a 0 – 10 g/kg). I valori di questo parametro costituiscono il punto più preoccupante. Andamento similare si riscontra per il contenuto in azoto totale (Fig. 5) per il quale la percentuale maggiore di cam pioni analizzati ricade nel giudizio “scarsamente dotato” (corrispondente al range 0,51 Alcalino 3,64% Fortemente alcalino 0,12% Fortemente acido 0,32% – 1 g/kg). Il fosforo assimilabile (Fig. 6) rileva un andamento meno diversificato; in tutte le province infatti si riscontra una più uniforme ripartizione dei valori tra i diversi ‘range’ di giudizio, con eccezione di Pesaro dove le classi di minor valore sono più frequenti. Per il potassio scambiabile (Fig. 7) la maggior parte di campioni analizzati tende a rientrare nelle classi di giudizio “medio” ed “elevato”; ciò conferma la buona dotazione di tale elemento in molti dei nostri terreni e di ciò è bene tenerne conto. Da quanto esposto si deduce chiaramente che molti dei suoli agrari della regione Marche sono in una situazione piuttosto critica, sia in termini di fertilità attuale e potenziale, sia soprattutto in termini strutturali e quindi di stabilità e di vulnerabilità. Quest’ulti- Ancona Medio 5,44% Basso 59,02% Basso 51,77% Molto basso 31,32% Elevato 1,46% Elevato 1,18% Ascoli Piceno Molto basso 41,61% Medio 8,20% Sostanza organica RANGE DI VALORI Da 0 a 10 = Molto basso Da 10,1 a 18 = Basso Da 18,1 a 25 = Medio Da 25,1 a 100 = Elevato Unità di misura: g/kg Metodica: Walkley e Black Basso 70,32% Basso 59,94% Molto basso Medio 21,67% Macerata Elevato 4,48% Molto basso 13,91% Medio 10,06% Pesaro Urbino 28 mo parametro presenta valori molto elevati nei confronti degli agenti di degrado dei suoli, sia naturali che derivati dalle attività antropiche insistenti e/o ipotizzate. Tale situazione rende ancor più indispensabile il ricorso a scelte colturali ed a pratiche agronomiche più equilibrate e quindi più consone al recupero, o quanto meno al mantenimento, della fertilità e della struttura. Si rende pertanto sempre più necessaria la formulazione di oculati piani di concimazione organica e/o minerale, piani che tengano conto della situazione del suolo e degli asporti colturali, quest’ultimi in linea anche con gli obiettivi produttivi quali - quantitativi prefissati. La conoscenza del suolo inizia da una sua adeguata e completa analisi chimico – fisica, da una corretta interpre- Ancona Ascoli Piceno Azoto totale RANGE DI VALORI Da 0,1 a 0,5 = Molto povero Da 0,51 a 1 = Scarsamente dotato Da 1,01 a 1,6 = Mediamente dotato Da 1,61 a 2,2 = Ben dotato Da 2,21 a 15 = Ricco Mediamente dotato 48,44% Scarsamente dotato 44,71% Macerata Pesaro Urbino Ben dotato 4,02% Molto povero 1,94% Ricco 0,89% Ascoli Piceno Ancona Fosforo assimilabile Macerata Unità di misura: (N) g/kg Metodica: Kjeldahl RANGE DI VALORI Da 0,1 a 5 = Molto basso Da 5,1 a 10 = Basso Da 10,1 a 15 = Medio Da 15,1 a 30 = Elevato Da 30,1 a 500 = Molto elevato Pesaro Urbino Unità di misura: (P) mg/kg Metodica: Olsen tazione anche in chiave agronomica dei referti analitici, considerando non da ultimo anche i parametri climatici della zona in questione. Dall’elaborazione dei dati, si evince chiaramente che le situazioni sono alquanto diversificate per terreno e singolo elemento e quindi qualunque piano di concimazione non basato in primis sulla conoscenza strutturale e di fertilità del suolo, avrà sempre un grosso margine di empiricità e quindi di errore. Per ottenere prodotti di qualità è necessario nutrire equilibratamente la pianta e ciò non significa nutrirla in abbondanza; somministrare eventuali surplus di nutrienti è anche antieconomico e può costituire fonte inquinante per il suolo stesso e per le falde idriche in particolare; per quest’ultime le più indiziate sono le sostanze azotate. 29 Nella formulazione dei programmi di coltivazione possiamo tranquillamente affermare la necessità di recuper are ove possibile un ruolo significativo alle cosiddette “ colture miglioratrici”, le quali hanno di fatto lasciato quasi totalmente il loro spazio alle colture sfruttanti; questo dovuto soprattutto alla drastica riduzione del comparto zootecnico, riduzione considerata la principale concausa della drastica riduzione del tasso di sostanza organica nei terreni agrari. Tutti quegli accorgimenti che possono contribuire a recuperare parte di questa riduzione sono da prendere in seria considerazione. Ascoli Piceno Ancona Potassio scambiabile RANGE DI VALORI Da 0 a 60 = Molto basso Da 61 a 100 = Basso Da 101 a 200 = Medio Da 201 a 400 = Elevato Da 401 a 5000 = Molto elevato Unità di misura: (k) mg/kg Metodica: BaC12 + TEA Pietro Lanari Maddalena Canella A.S.S.A.M. Centro Agrochimico Regionale Macerata Pesaro Urbino E’ stato redatto dall’A.S.S.A.M., in collaborazione con la S.I.L.P.A., un pratico manuale intitolato “Dall’analisi del terreno al consiglio di concimazione”. Il volume si articola in tre sezioni che rappresentano i tre momenti chiave dell’elaborazione di un piano di concimazione a partire dai risultati di una analisi del terreno: 1. il giudizio sul terreno, e la definizione della griglia i n t e rp re t at iva per l’elaborazione di un commento dei risultati relativi ai diversi parametri; 2. gli elementi nutritivi assorbiti dalle diverse colture e la definizione delle asportazioni; 3. il consiglio di concimazione, con cui, a partire da quanto ricavabile dai primi 2 punti, si definisce il piano di apporto dei nutrienti alle colture attraverso la distribuzione di fertilizzanti. La pubblicazione, dietro richiesta, viene distribuita gratuitamente dall’A.S.S.A.M. agli addetti dei comparti agricolo, agroalimentare, ambientale, agroambientale ed alle scuole. 30 AGRICOLTURAFLASHAGRICOLTURAFLASHAGRICOLTURA FLASH SI TORNA A PARLARE DI QUADERNO DI CAMPAGNA Sono ormai passati ben tredici anni da quando questo strumento di monitoraggio e controllo dei trattamenti fitosanitari ha fatto la sua prima comparsa in una circolare ministeriale. Da allora si sono succeduti rinvii e deroghe, alternati a periodi di applicazione del registro sotto forma di schede opportunamente compilate, da inviare alle USL in doppia copia, e registri cronologici da tenere in azienda. Ma la misura non è entrata mai a regime, così come le sanzioni per gli inadempienti, in quanto non erano state stabilite le caratteristiche delle schede. Ultimamente una moratoria ha prorogato fino al 31/12/99 l’esenzione dall’obbligo alla tenuta del quaderno di campagna che, ripreso dalla legge 362/99, prevede la sua applicazione dal 30/04/2000. Che sia la volta buona? LINEA DURA DEL MINISTERO CONTRO LA CHIMICA IN AGRICOLTURA E LE SEMENTI TRANSGENICHE Recentemente il Ministro delle politiche agricole ha bloccato la richiesta, effettuata da Monsanto e Novartis, di iscrizione di alcune varietà vegetali geneticamente modificate nel Registro Nazionale delle sementi autorizzate alla coltivazione in Italia, rinviando la decisione al Consiglio dei Ministri. Inoltre nel collegato alla finanziaria, anche se la misura è passata per ora solo al senato, sono previste misure volte alla disincentivazione dell’uso dei prodotti chimici in agricoltura. Si intende tassare i fitofarmaci, almeno quelli più pericolosi, per realizzare “bonus” fiscali a favore di progetti di agricoltura biologica e di prodotti di qualità. In pratica la tassa, che interessa una ventina di prodotti, colpirebbe detti articoli nella misura dell’1% sul loro prezzo di acquisto. All’iniziativa si sono mostrati contrari gli industriali, i commercianti del settore ed i produttori agricoli (Confagricoltura, CIA, e Coldiretti). LA MULTIMEDIALITÀ A SUPPORTO DEL COMMERCIO DEI VERRI Per la prima volta le aste dei verri sono state effettuate in video, senza cioè fare sfilare i soggetti in vendita. Grazie infatti ad un filmato per ogni singolo soggetto si è potuto procedere presso i locali dell’Associazione Allevatori di Modena all’asta di questi importanti soggetti evitando agli stessi lo stress del trasporto e le successive operazioni legate alla sfilata dei capi. L’ingresso dei moderni mezzi di comunicazione nel settore legato alla compravendita di bestiame da riproduzione è di notevole importanza perché permette di contattare un vasto numero di potenziali acquirenti, con beneficio economico degli allevatori, inoltre vengono superati i problemi legati alle distanze per l’approvvigionamento di capi di rilevante valenza genetica. LEADER PLUS: PREVISTI DALLA UE COSPICUI STANZIAMENTI PER L’ITALIA E’ di oltre 500 miliardi di lire la somma che la Commissione Europea ha accordato all’Italia per il periodo 2000 – 2006, volta al finanziamento di Programmi di sviluppo rurale denominati Leader plus. Le aree interessate, a differenza dei precedenti programmi Leader 1 e 2, sono tutte le aree rurali, anche se con diversa entità di finanziamento (75% nelle aree obiettivo 1 e 50% nelle restanti zone). Il programma è destinato al sostegno delle potenzialità produttive tipiche delle zone rurali tramite costituzione di GAL (Gruppi di azione locale), formati da un insieme eterogeneo di operatori economici e sociali del territorio. LE ACQUE DI VEGETAZIONE GIOVANO AI VIGNETI I risultati di una sperimentazione decennale condotta in Abruzzo da due ricercatori hanno accertato che lo spandimento ripetuto negli anni di acque reflue di vegetazione dei frantoi oleari non presenta rischi di fitotossicità per le colture sperimentate: pomodoro, mais, vite, grano. Si è rilevato inoltre un positivo effetto agronomico soprattutto negli AGRICOLTURAFLASHAGRICOLTURAFLASHAGRICOLTURA FLASH che. Il Comitato delle derrate Alimentari della Unione Europea ha dato via libera infatti all’indicazione nell’etichetta della presenza di mais o soia transgenici se gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) sono presenti nell’alimento in misura superiore all’1% di qualsiasi altra componente. GLI ONERI SOCIALI AGRICOLI ITALIANI SONO I PIÙ ALTI D’EUROPA Le aliquote contributive sostenute dai datori di lavoro agricolo in Italia sono tra le più elevate d’Europa, e questa situazione tenderà ad accentuarsi sempre di più nei prossimi anni in cui l’aliquota crescerà per allinearsi a quella industriale. Questo è questo quanto è emerso da uno studio della Confagri coltura che mette a confronto il costo degli oneri sociali sostenuti dai datori di lavoro agricolo nei vari paesi dell’Unione Europea. L’analisi evidenzia inoltre che il divario esistente con gli altri paesi comunitari è ancora maggiore per i lavoratori assunti a tempo determinato. Per questi dipendenti infatti, che rappresentano il 70% della forza lavoro agricola, l’aliquota non si calcola sulla retribuzione contrattuale effettivamente corrisposta, bensì su un salario convenzionale; ciò fa salire l’aliquota effettivamente corrisposta fino al 50% per le qualifiche inferiori, che in agricoltura sono le più diffuse. ONERI SOCIALI IN EUROPA PAESI impianti arborei vitati. In tali situazioni infatti si sono appurati incrementi nel peso dei grappoli e nella produzione complessiva. Anche la verifica sugli effetti provocati alla pedofauna non ha dato risposte negative e non si sono riscontrate sostanze nocive in grado nuocere alle qualità biologiche del suolo. È IL GIUDICE ORDINARIO COMPETENTE PER I CONTRIBUTI DEI CONSORZI DI BONIFICA Con sentenza n. 496 del 22/07/99 la Corte di Cassazione a Sezioni Riunite ha confermato la competenza del Giudice amministrativo per le questioni riguardanti il corretto esercizio del potere impositivo dei Consorzi di Bonifica, mentre al giudice ordinario va la giurisdizione per le cause in cui si contesti l’esistenza dei requisiti per l’applicazione dei contributi. ETICHETTATURA ED UTILIZZO DI COMPONENTI TRANSGENICHE Un nuovo passo è stato fatto a livello comunitario sull’etichettatura di prodotti alimentari contenenti componenti transgeni- Italia Francia Finlandia Belgio Spagna Svezia Austria Portogallo Germania Irlanda Regno Unito Olanda Percentuale a carico dei datori di lavoro 40,73 36,66 35,72 32,53 32,10 30,98 26,35 22,50 19,35 9,00 5,20 5,15 LO STATO METTERÀ IN VENDITA I PROPRI TERRENI COLTIVABILI Lo Stato ha intenzione di privatizzare non solo banche ed industrie, ma anche terreni agricoli coltivabili di proprietà sia delle Regioni che degli Enti Pubblici. Le assegnazioni di questi terreni, come contenuto dall’emendamento alla Finanziaria ancora in esame, favoriranno i giovani agricoltori al di sotto dei 40 anni. L’estensione di questi terreni pubblici ammonterebbe a circa 4,5 milioni di ettari di cui 3 milioni sono calcolati come Superficie Agricola Utilizzabile (SAU) ed 1,5 come aree boschive. 31 32 AGRICOLTURAFLASHAGRICOLTURAFLASHAGRICOLTURA FLASH COME SARÀ IL “NUOVO” LA “CARD” DELL’AGRICOLTORE MINISTERO DELL’AGRICOLTURA? Il Consiglio dei Ministri ha approvato un provvedimento inerenIl Consiglio dei Ministri ha approvato la riorganizzazione del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Come nel precedente schema di riorganizzazione del Ministero, bloccato dalla Corte dei Conti obiettando l’incostituzionalità del decreto legislativo, il nuovo modello organizzativo prevede l’istituzione di due dipartimenti: “delle politiche di mercato” e “della qualità dei prodotti agroalimentari e dei servizi”. Il primo dipartimento sarà a sua volta articolato in due direzioni generali: “per le politiche agroalimentari” e “per la pesca ed acquacoltura”, mentre al dipartimento della qualità dei prodotti agroalimentari e dei servizi faranno capo le direzioni generali “della qualità dei prodotti agroalimentari e la tutela del consumatore” e “per i servizi infrastrutturali e gli affari regionali”, nonché quello “dell’ispettorato centrale repressione e frodi”. Una direzione aggiuntiva sarà quella che interessa il Corpo Forestale dello Stato, in attesa di trasferimento al Corpo del Ministero dell’Ambiente. te l’agricoltura e la pesca in attuazione del Dlgs 173/98 che disciplina l’istituzione dell’anagrafe delle aziende agricole e della carta dell’agricoltore e del pescatore. Tale iniziativa ha lo scopo di facilitare l’attuazione dei principi di semplificazione amministrativa: infatti, l’identificazione di tutti i soggetti del settore sarà affidata ad un Codice Unico di Identificazione Aziendale. Per mezzo di questa “Carta”, che sarà rilasciata dalle Regioni e collegata elettronicamente con il SIAN (Servizio Statistico Nazionale), saranno più veloci gli aggiornamenti aziendali e le relative consultazioni. a cura di Francesco Pettinari e Angelo Zannotti [Fonte: AGRA] Un altro opuscolo va ad arricchire la collana editoriale dell’Assessorato all’Agricoltura. Il miele è ormai un prodotto significativo nel panorama regionale: sono almeno 1800 i produttori spesso operanti in zone ad alto valore biologico, dove quindi esistono condizioni ottimali per la vita delle api e la qualità del polline. Un prodotto di qualità che purtroppo, sul mercato, si scontra con mieli industriali, spesso stranieri e non in grado di dare assicurazioni sul piano qualitativo e salutare. Un prodotto importante anche nell’alimentazione di tutti i giorni per le sue caratteristiche nutrizionali, ma anche curative: sono infatti note le sue proprietà cicatrizzanti, emollienti, rinfrescanti, depurative e stabilizzanti della flora intestinale. L’opuscolo in questione, che punta a far conoscere il mondo delle api e il miele, ma anche la propoli, polline, pappa reale, cera e idromele, è stato redatto con la collaborazione dell’AMA, l’Associazione Marchigiana Apicoltori, particolarmente attiva sul fronte della promozione e valorizzazione. Non mancano le ricette e, per chi vuole approfondire, un dizionarietto, dove trovare la spiegazione dei termini specifici che vengono usati, oltre a una breve bibliografia. UNA NUOVA COLLANA EDITORIALE Direttore Responsabile: Emma Ratti Direzione Scientifica: Mariano Landi, Federico Bonavia, Ottavio Gabrielli, Enzo Polidori, Carlo Schiaffino Redazione: Flavio Brasili, Gabriella Malanga, Francesco Pettinari, Renzo Pincini, Sabrina Speciale, Luana Spernanzoni, Angelo Zannotti Grafica di copertina: Stefano Gregori Foto di copertina: Giorgio Pegoli Spedizione in abbonamento postale legge 662/96 art.2 comma 20/c - filiale di Ancona Il Periodico viene spedito gratuitamente agli operatori agricoli marchigiani ed a quanti ne faranno richiesta alla Redazione presso l’Assessorato alla Agricoltura - Giunta Regionale, Via Tiziano, 44 - Ancona - Tel. 071/8061. In caso di mancato recapito restituire all’agenzia P. T. CMPP di Passo Varano - AN per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa Autorizzazione del Tribunale di Ancona n. 21/79, in data 16 novembre 1979 Stampa: Tecnoprint srl - 60131 Ancona Via Caduti del Lavoro 12 Tel. 071/2861423 - Fax 071/2861424 Questo numero è stato chiuso il 3/2/00 ed è stato spedito nel mese di aprile 2000