U521.03 Campagna informativa
Progetto di:
Miriam Genchev
CV3 | DACD - SUPSI
A.A. 2012-2013 | V Sem
Docenti:
A. Bocci, M. Tanner
Opzione progetto 6 - Comunicazione
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
Indice
Indice
FASE 1: ANALISI
1. Ricerca
FASE 2: IPOTESI
3
Tema scelto: Spazio-Tempo
1° Brainstorming
2° Brainstorming
3° Brainstorming
- Convenzioni della misurazione del tempo
- Calendari nella storia
4° Brainstorming - Concetto di circolarità
Libri
7
8
10
11
2. Parole chiave per categoria
12
Tempi moderni
- Fretta/Frenesia
- Spostamenti
Soggettività
- Percezione
- Stress
Convenzione
- Clessidra
- Sole e Luna
Influsso sulla materia
- Irreversibilità
- Mutamento
Aspetto formale
- Cono/8
- Circolarità
Simbologia
- Enso
- Serpente
3. Briefing
Enso, l’equilibrio nello Zen
Essere senza tempo
Otium e Negotium
Regalarci un po’ di (non)tempo
3
4
5
12
12
13
13
14
14
4. Concetti chiave per un applicativo
Etica della lentezza
Riscoprire il significato di “ozio”
Un tempo personale
I sensi
Quando non sentiamo lo scorrere del tempo?
Bioritmo, ritmo circadiano ed altro
Cerchio Onso aperto
5. Possibili applicativi
Terapia
Orologio personale
Campagna “Regaliamo del tempo”
6. Applicativi
Unione dei tre intenti
Target
Campagna “Prenditi il tempo!”
Artefatto personale “NEGOTIUM”
20
20
20
20
20
20
20
20
21
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23
24
24
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25
26
15
15
16
16
17
17
19
19
19
19
19
FASE 3: REALIZZAZIONE
7. Supporti
Campagna “Prenditi il tempo!”
Applicazione “NEGOTIUM”
27
27
29
8. Scenari d’uso dell’applicazione
30
9. Video esplicativo
34
2
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
1. Ricerca
3
FASE 1: ANALISI
1. Ricerca
Tema scelto: Spazio-Tempo
La scelta del tema Spazio-Tempo è stata dettata dal fatto che esso appartiene alla
mia quotidianità sin dall’età infantile, grazie alla mia passione per l’astronomia.
Con gli anni, questo campo d’interesse si è esteso, alla ricerca di qualcosa che potesse avvicinare diverse tematiche a me care: l’universo, la natura, la ricerca della
conoscienza, uno stile di vita etico e via dicendo. Questa volontà unificatrice mi ha
portata a vedere ciascuno di questi temi sotto un’unica luce, quella del “flusso della vita”. Questo stesso flusso, infine, mi ha spinta a scegliere il tema dello spazio e
del tempo, visto in un’ottica meno scientifica e più specifica, più vicina alla vita che
sto conducendo in qualità di essere umano, su questo particolare pianeta da noi
chiamato Terra. Ma qual’è il nostro rapporto con il concetto da me scelto? Che cosa significa per noi “Spazio-Tempo” e come influenza la nostra vita?
Per capire questo è stata necessaria una ricerca approfondita volta anche ad individuare delle parole-chiave che mi permettessero di affrontare il tema in vista di
una sua possibile applicazione nell’ambito di una campagna informativa. Il risultato di questa ricerca dev’essere spinto quindi da un intento comunicativo, che andrò a definire in base ai nuclei concettuali venuti a galla lungo il percorso.
Spazio-Tempo
Durante la prima presentazione, ho portato due parole-chiave che hanno direzionato i miei intenti iniziali, ovvero: “spostamenti” e “frenesia”.
Nelle immagini a lato possiamo notare l’associazione tra i fenomeni presenti nello
spazio, legati alla distorsione spazio-temporale dei corpi celesti dovuta alla forza di
gravità, e quelli presenti nella nostra realtà quotidiana, legati agli spostamenti
sempre più frenetici che la società ci impone. Notiamo subito che l’associazione
non è solo concettuale ma pure visiva.
1.
2.
1.
2.
Buco nero: fonte www.bastet.it
Frenesia: Foto di Feberico Hatti, fonte www.flickr.com
Sp
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
1° Brainstorming
Durante la stesura del primo brainstorming ho seguito in primis le associazioni
spontanee che la mia esperienza mi portava alla mente. Nel frattempo, ho iniziato
ad approfondire questo tema su più fronti, tra le quali il dizionario Einaudi che mi
ha permesso di estrapolare qualche parola correlata ai termini “tempo/temporalità”, “spazio”, “percezione” ed altro.
Anche l’analisi etimologica della parola composta “spaziotempo” può aiutare a
trovare degli agganci con il mondo che sta dietro ad un termine o un oggetto.
DEFINIZIONE DI SPAZIO-TEMPO:
spaziotèmpo (o spàzio-tèmpo) s. m. (pl. spaziotempi, ma anche spazitempo
e spazitempi; raro invar.). – Spazio quadridimensionale (detto anche continuo
spazio-temporale o cronotopo) utilizzato nella teoria della relatività per rappresentare il mondo fisico sulla base delle tre dimensioni corrispondenti allo
spazio ordinario e di una quarta corrispondente al tempo; tale estensione è resa
necessaria dal fatto che nella teoria della relatività ristretta l’intervallo temporale tra due eventi distanti nello spazio non è una quantità assoluta, ma dipende
dal sistema di riferimento spaziale in cui viene misurato: nelle trasformazioni tra
sistemi di riferimento diversi, le coordinate temporali si trasformano anche in
funzione delle coordinate spaziali, e viceversa (trasformazioni di Lorentz: v. trasformazione). La formalizzazione matematica del concetto di spazio-tempo
prende il nome di spazio di Minkowski, dal matematico lituano H. Minkowski
(1864-1909) che l’ha introdotta.
DEFINIZIONE DI TEMPO:
tèmpo s. m. [lat. tĕmpus -pŏris, voce d’incerta origine, che aveva solo il sign. cronologico, mentre quello atmosferico era significato da tempestas -atis]. –
1. L’intuizione e la rappresentazione della modalità secondo la quale i singoli
eventi si susseguono e sono in rapporto l’uno con l’altro (per cui essi avvengono
prima, dopo, o durante altri eventi), vista volta a volta come fattore che trascina
ineluttabilmente l’evoluzione delle cose (lo scorrere del t.) o come scansione
ciclica e periodica dell’eternità, a seconda che vengano enfatizzate l’irreversibilità e caducità delle vicende umane, o l’eterna ricorrenza degli eventi astronomici; tale intuizione fondamentale è peraltro condizionata da fattori ambientali (i cicli biologici, il succedersi del giorno e della notte, il ciclo delle stagioni,
ecc.) e psicologici (i varî stati della coscienza e della percezione, la memoria) e
diversificata storicamente da cultura a cultura3.
Questa acerba analisi ha portato alla luce quattro principali categorie di elementi
legati al tema principale, ovvero quella legata al suo aspetto scientifico, quella legata alle convenzioni presenti nella società per calcolare il tempo e lo spazio, quella che descrive i tempi moderni ed infine quella legata alla percezione, per lo più
soggettiva, dello scorrere e del mutare delle dimensioni spazio-temporali.
Prima di proseguire con la ricerca, ho voluto quindi rielaborare questa mappa
mentale suddividendo in modo più marcato tali categorie.
3.
fonte: dizionario Treccani
1. Ricerca
4
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
2° brainstorming
1. Ricerca
5
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
La prima categoria (in alto a destra) riguarda i tempi moderni e i suoi ingranaggi
volti a sfruttare al massimo il tempo con più spostamenti e cambiamenti di stato
possibili. Le persone efficienti in tal senso sono ben considerate, nella società
odierna, mentre coloro che non stanno al passo finiscono per esserne esclusi, etichettati come nullafacenti. Naturalmente, pur essendo contrario alla natura sia
umana ma in generale terrestre, l’andare oltre ogni limite per produrre di più è divenuta ormai la normalità. Questa frenesia è stata ben descritta dal film di Charlie
Chaplin, chiamato appunto “Tempi moderni” (1936) e che ho voluto usare come
rappresentante della categoria.
Da questa sezione, è emersa anche l’immagine del tunnel, artefatto ideato per arrivare da un punto all’altro nel minor spazio e tempo possibili, associabile anche ai
tunnel spazio-temporali e alla nostra percezione del tempo in contesti simili. Il tunnel infatti è qualcosa di oscuro, in sé. Conosciamo il punto di partenza e quello di
arrivo, ma quel che accade nel mezzo è meno chiaro.
La frenesia porta a stress, che a sua volta è connesso alla percezione, ai sentimenti umani sollecitati fino al limite. È quindi interessante capire quanto questi siano
collegati alla percezione del tempo, che fisicamente non è una cosa tangibile ed
inoltre ci viene imposto sotto una forma standardizzata. La relatività di Einstein ci
permette di individuare questo fattore soggettivo anche nei sistemi composti da
corpi celesti, non soltando da fattori psicologici umani, viene dunque da pensare
se in effetti ogni essere vivente non abbia un suo tempo personale, magari scandito dal battito del cuore piuttosto che da altre predisposizioni genetiche e non.
Lo studio astronomico e l’arricchimento della conoscenza fisica, quindi scientifica, del concetto di tempo e spazio si riferisce ad un cambiamento dello stato della materia, quindi ad un’attività (non esiste l’immobilità totale). Ciò rende inevitabilmente irreversibile il tempo. Esso, come lo spazio, è però influenzato dalla forza
di gravità.
È anche necessario riprendere il già citato modello di Minkowski (vedi capitolo: 1°
Brainstorming) poiché è stato proprio questo matematico ad introdurre, nel 1907,
una struttura quadrimensionale per l’universio, che tiene conto delle relazioni fra
spazio e tempo e di forma a cono, dove il fulcro è costituito dal presente.
Infine, sono passata all’analisi dell’aspetto convenzionale del conteggio del tempo (in alto a sinistra), attraverso la Storia. Nel prossimo brainstorming approfondirò la visione del tempo nelle diverse civiltà e la proiezione di credenze e studi sotto
forma di calendario. Nella mitologia il tempo viene considerato irreversibile in alcuni casi, continuo, ciclico in altri.
Come associare la variabile fisica della gravità a quella percettiva, che ci porta ad
avvertire lo scorrere tempo diversamente in base ai sentimenti?
La soluzione può fungere forse da chiave anche per i problemi legati alla frenesia,
quindi come anti-stress? La storia forse può aiutarci a capirlo.
1. Ricerca
6
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
1. Ricerca
7
3° Brainstorming
Convenzioni della misurazione del tempo
In questa parte della ricerca ho dapprima voluto capire quale tipo di oggetti venissero usati dai nostri antenati per cronometrare il tempo ed orientarsi nell’arco
dell’anno. Notando spesso una stretta relazione con il Sole e la Luna, ho distinto
tutto ciò che ad essi era legato, evidenziandolo rispettivamente in arancione-giallo e azzurro-blu.
orologio
Grandi clessidre sono state trovate in Grecia, Cina, Roma e
Alessandria.
Inizialmente la clessidra era costituita da un vaso dotato di
graduazioni e di un foro sul fondo. Dalla diminuzione del
livello dell'acqua che lentamente defluiva dall'apertura
inferiore si riusciva a misurare il passare del tempo. Però
non era molto preciso poiché il deflusso del liquido dipende
da vari fattori: la forma del vaso, l'altezza dell'acqua del
recipiente, la temperatura, ecc...
Col passare del tempo le clessidre sono diventate più
complicate e un pò più esatte, fino a diventare veri e propri
orologi ad acqua, che muovevano col flusso del liquido
complicati congegni, i quali animavano pupazzi e lancette.
In Grecia le clessidre giunsero ad errori di circa 8 minuti e
mezzo ogni ora; più tardi si sostituirà l'acqua con la sabbia.
Altri strumenti per misurare il tempo furono la candela, che
attraverso una serie di tacche poteva indicare, con il livello
in cui arrivava la fiamma, il passare del tempo. Altri ancora
erano i bastoncini segnatempo, la cui durata, quando
venivano bruciati, indicava il tempo trascorso.
Tempo Universale Coordinato (UTC)
= tempo solare medio sul meridiano
di Greenwich
ticchettìo
ore/minuti/secondi
Merckhet: posizione delle stelle
per misurare le ore notturne
controllo della giornata
pendolo
quarzo/piezoelettrico
Clessidra: usato per
- conteggi brevi
- misura del tempo quando è nuvoloso
Meridiana
Polos
Dea Madre, Venere
Gnomone
Circolarità
"mas" in sanscrito è misura . Da tale radice provengono i termini:
mese (latino, mensis) ma anche mestruazione e metro,
mah (avestico e antico prussiano), manu (lituano), mena (gotico),
mène (Luna, greco), measure (inglese), e in tedesco Monat (mese)
e Mond (Luna).
Quando l'uomo da cacciatore diviene agricoltore, avendo
da conoscere i ritmi della natura per seminare e raccogliere
dalla terra, afferra la nozione del tempo più lungo : dopo
circa 12 lunazioni le stesse stagioni (individuate in
stagione calda e stagione fredda oppure stagione piovosa
e stagione secca) si ripetevano portando così alla nascita
dell'anno -in sanscrito anu.
concetto di Mese
LUNARE
CALENDARIO
Tempo Atomico Internazionale (TAI)
automatico
PHARAO e SHM per l'ACES = Atomic Clock
Ensemble in, accuratezza 1x10 E-16
Instabilità della rotazione terrestre:
deviazione dal giorno solare medio
(> immagine)
continue ricerche per una precisione e
una durata massima... perché?
CONVENZIONE
Luna (da 28'000 anni)
atomico
SOLARE
Si arriva comunque con precisione
ogni giorno, grazie al sole. I giorni
sono proprio il giro intorno al
Sole, non possiamo essere più
precisi del Sole stesso.
Perdere di vista l'obiettivo
Ormai è l'ora convenzionale cominciata con
l'orologio che per noi è quella reale, più di quella
"reale" del Sole, dalla quale siamo partiti. Perché?
Non siamo più dipendenti dall'ambiente e dal Sole
Prima meridiana usata dai babilonesi: riproduceva al rovescio il cammino del sole:
su di una pietra su cui era scavata una semisfera, era posto al centro uno stilo, che
termina sul punto centrale della calotta. Una minuscola sferetta proietta la sua
ombra sulla superficie della calotta, simulando la posizione del Sole sulla volta
celeste.
Antichi popoli Caldei e Babilonesi residenti nel bacino della Mesopotamia,
oggi Iraq, inizio in modo razionale dello studio delle ombre solari, prima per
elaborare un calendario che permettesse di conoscere l'avvicendamento delle
stagioni, poi per misurare il trascorrere del tempo, ma anche per effettuare
gli studi sull'astronomia.
Poi sulle coste settentrionali dell'Africa gli Egizi furono eminenti studiosi delle
discipline astronomiche, geometriche e matematiche dando inizio alla scienza
che poi i greci svilupperanno col nome di Gnomonica (orientazione meridiana
di certi antichissimi edifici a testimonianza di ciò - quarto millennio a.C.).
Stesso periodo: Nord Europa, numerosi monumenti megalitici.
Oggi tribù del Borneo utilizzano lo gnomone per fissare a mezzo dell'ombra i
momenti più importanti dell'anno.
calendario solare:
per agricoltura e
uso di tutti i giorni
1° calendario: lunare
per rituali ed eventi
V secolo a.C.
ricerca ed esplorazione spaziale
geologia/oceanografia/rilevamenti ambientali
controllo traffico aereo
sorveglianza delle flotte di trasporto
obelischi
test della teoria della relatività generale
Sole: occhio destro
4000 a.C
3 stagioni di 4 mesi
Fasi della luna si ripetono con continuità ogni 19 anni
l calendario lunisolare si basa sul ciclo lunare, ma cerca anche di accordarsi con le stagioni;
l'anno è di 12 mesi lunari di 29 o 30 giorni (355 giorni) e periodicamente si inserisce un
mese eccezionale per mantenere l'allineamento dell'anno con le stagioni.
Ebrei
1° calendario: lunare
per rituali ed eventi.
Basato su testimoni
che informavano
quando cominciava
un nuovo mese o
c'era una festività.
2° calendario: lunisolare
Le testimonianze storiche ed etnografiche confermano un po' ovunque il nesso tra
l'aumento della complessità sociale, la diversificazione delle attività produttive e lo
sviluppo del le conoscenze calendariche. Tuttavia, si può affermare che l'evoluzione di
queste ultime non sia iniziata, e comunque portata avanti, solo per esigenze di tipo
pratico: troppo numerosi sono gli esempi di sistemi calendarici sovradimensionati
rispetto ai fabbisogni cronometrici delle società che li hanno prodotti. Tanto più che,
nelle forme più elaborate, raramente la conoscenza e l'impie go dei calendari si sono
estesi al di fuori di una ristretta cerchia di specialisti, venendo anzi spesso a costituirsi
come un sapere esoterico il cui possesso è in grado di conferire autorità e potere.
PERCHE' COSÌ TANTI?
calendario basato sulla Torah
santificazione del Tempo
religione del tempo
non vi sono due ore uguali;
ciascuna ora è unica, la sola
concessa in quel momento,
esclusiva e preziosa
geodesia di precisione
progetto GALILEO
Ciclo di Metone (Ciclo Lunare)
365.2422 giorni x 19 anni = 6939.602 giorni
29.5306 giorni x 235 lunazioni = 6939.691 giorni
Separare il tempo usato per
sistemi di reale necessità e
automatici da quello per la
gestione della vita umana e degli
esseri viventi in generale?
individuazione dei guasti nella rete elettrica
LUNISOLARE
235 mesi lunari paragonabili a 19 anni solari
sistemi di comunicazione
sistemi di contabilità bancaria
calendario astronomico
Il calendario lunare si basa sul ciclo delle fasi lunari, che dura 29,53 giorni: un anno
è dunque formato da 12 mesi alternativamente di 29 e 30 giorni e dura 354 o 355
giorni. Perde da 10 a 12 giorni rispetto al calendario solare e alle stagioni, anche se
dopo 30 anni torna a coincidere.
Riscoprire il legame con la Natura
reti di computer
Egizi
cielo ha due occhi
Siamo sicuri di noi stessi e crediamo di avere un
sistema migliore di quello naturale, almeno per noi.
sistemi di navigazione/guida automatica
concetto di stagioni
Luna: occhio sinistro
ritorno alle origini
meno stress
tempi biologici in sintonia con quelli naturali
Nel calendario solare si rinuncia al ciclo lunare: i mesi vengono
conservati, ma non sono più legati alle lunazioni; l'anno è di 365 o 366
giorni per mantenere stretto l'allineamento con le stagioni.
L'osso di un aquila ritrovato a Le Placard, in
Francia, risale all'11.000 a.C. e presenta delle
incisioni che sembrano seguire il ciclo lunare.
Ripercorrere i propri passi per cambiare strada
"Carpe Diem"
sabato
luna nuova
feste collegate a giorni importanti del passato
(esodo dall'Egitto, Israele si fermò nel Sinai, ...)
Loro più grande speranza è l'attesa di un giorno,
della fine dei giorni
non era molto preciso poiché il deflusso del liquido dipende
da vari fattori: la forma del vaso, l'altezza dell'acqua del
recipiente, la temperatura, ecc...
Col passare del tempo le clessidre sono diventate più
complicate e un pò più esatte, fino a diventare veri e propri
orologi ad acqua, che muovevano col flusso del liquido
complicati congegni, i quali animavano pupazzi e lancette.
In Grecia le clessidre giunsero ad errori di circa 8 minuti e
mezzo ogni ora; più tardi si sostituirà l'acqua con la sabbia.
Altri strumenti per misurare il tempo furono la candela, che
attraverso una serie di tacche poteva indicare, con il livello
in cui arrivava la fiamma, il passare del tempo. Altri ancora
erano i bastoncini segnatempo, la cui durata, quando
venivano bruciati, indicava il tempo trascorso.
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
- misura del tempo quando è nuvoloso
continue ricerche per una precisione e
una durata massima... perché?
CONVENZIONE
Si arriva comunque con precisione
ogni giorno, grazie al sole. I giorni
sono proprio il giro intorno al
Sole, non possiamo essere più
precisi del Sole stesso.
Meridiana
Gnomone
Antichi popoli Caldei e Babilonesi residenti nel bacino della Mesopotamia,
oggi Iraq, inizio in modo razionale dello studio delle ombre solari, prima per
elaborare un calendario che permettesse di conoscere l'avvicendamento delle
stagioni, poi per misurare il trascorrere del tempo, ma anche per effettuare
gli studi sull'astronomia.
Poi sulle coste settentrionali dell'Africa gli Egizi furono eminenti studiosi delle
discipline astronomiche, geometriche e matematiche dando inizio alla scienza
che poi i greci svilupperanno col nome di Gnomonica (orientazione meridiana
di certi antichissimi edifici a testimonianza di ciò - quarto millennio a.C.).
Stesso periodo: Nord Europa, numerosi monumenti megalitici.
Oggi tribù del Borneo utilizzano lo gnomone per fissare a mezzo dell'ombra i
momenti più importanti dell'anno.
Circolarità
"mas" in sanscrito è misura . Da tale radice provengono i termini:
mese (latino, mensis) ma anche mestruazione e metro,
mah (avestico e antico prussiano), manu (lituano), mena (gotico),
mène (Luna, greco), measure (inglese), e in tedesco Monat (mese)
e Mond (Luna).
Quando l'uomo da cacciatore diviene agricoltore, avendo
da conoscere i ritmi della natura per seminare e raccogliere
dalla terra, afferra la nozione del tempo più lungo : dopo
circa 12 lunazioni le stesse stagioni (individuate in
stagione calda e stagione fredda oppure stagione piovosa
e stagione secca) si ripetevano portando così alla nascita
dell'anno -in sanscrito anu.
LUNARE
concetto di Mese
CALENDARIO
SOLARE
Ripercorrere i propri passi per cambiare strada
Perdere di vista l'obiettivo
Non siamo più dipendenti dall'ambiente e dal Sole
Prima meridiana usata dai babilonesi: riproduceva al rovescio il cammino del sole:
su di una pietra su cui era scavata una semisfera, era posto al centro uno stilo, che
termina sul punto centrale della calotta. Una minuscola sferetta proietta la sua
ombra sulla superficie della calotta, simulando la posizione del Sole sulla volta
celeste.
Polos
Dea Madre, Venere
3° Brainstorming
Calendari nella Storia
Ormai è l'ora convenzionale cominciata con
l'orologio che per noi è quella reale, più di quella
"reale" del Sole, dalla quale siamo partiti. Perché?
1. Ricerca
Luna (da 28'000 anni)
(> immagine)
PHARAO e SHM per l'ACES = Atomic Clock
Ensemble in, accuratezza 1x10 E-16
automatico
8
Siamo sicuri di noi stessi e crediamo di avere un
sistema migliore di quello naturale, almeno per noi.
Riscoprire il legame con la Natura
sistemi di comunicazione
Separare il tempo usato per
sistemi di reale necessità e
automatici da quello per la
gestione della vita umana e degli
esseri viventi in generale?
tempi biologic
sistemi di navigazione/guida automatica
reti di computer
sistemi di contabilità bancaria
individuazione dei guasti nella rete elettrica
ricerca ed esplorazione spaziale
geologia/oceanografia/rilevamenti ambientali
controllo traffico aereo
sorveglianza delle flotte di trasporto
obelischi
geodesia di precisione
Nel calendario solare si rinuncia al ciclo lunare: i mesi vengono
conservati, ma non sono più legati alle lunazioni; l'anno è di 365 o 366
giorni per mantenere stretto l'allineamento con le stagioni.
progetto GALILEO
test della teoria della relatività generale
concetto di stagioni
Egizi
L'osso di un aquila ritrovato a Le Placard, in
Francia, risale all'11.000 a.C. e presenta delle
incisioni che sembrano seguire il ciclo lunare.
Il più famoso strumento ideato dall’uomo sin dall’antichità per sincronizzare le attività (agricole, spirituali ed altro) è il calendario. Come si può vedere dallo schema a lato, parte del terzo brainstorming, legato alle convenzioni, possiamo riconoscere tre principali tipi di calendario: quello lunare (azzurro), legato ai cicli
lunari e al concetto di mese, spesso usato per le funzioni di tipo spirituale e religioso; quello solare (arancione), legato all’annualità e i periodi di semina e raccolto, nonché alle principali festività (legate a solstizi ed equinozi); quello lunisolare,
che unisce aspetti dell’uno e dell’altro astro per stabilire in maniera più precisa fenomeni legati all’agricoltura e alla vita sociale.
Inevitabilemente, anche i miti e le leggende erano spesso legati ad aspetti astronomici, poiché da essi dipendeva la vita dell’intera comunità. Quest’aspetto fondamentale della storia dell’umanità ci ha da sempre legati alla terra e agli astri
che la fanno vivere, così come lo sono anche altri orologi, come quello biologico.
Penso che questo aspetto debba trapelare nella soluzione allo stress che userò
nel mio artefatto comunicativo, poiché la frenesia e li scompensi da essa derivati
sono probabilmente legati anche all’allontanamento del nostro stile di vita da
quello che più si confà alla nostra natura di esseri viventi terrestri. È anche vero
che, comunque, gli strumenti di cui disponiamo oggi per orientarci nel corso del
tempo sono ancora, per lo meno in parte, legati a questi aspetti ancestrali, sebbene vi siano stati degli adattamenti di tipo puramente convenzionale, imposti al
tempo della cristianizzazione. Quel che intendo quindi ri-trasmettere non è tanto
un modo antico di calcolare lo scorrere del tempo, quanto più un legame rinnovato con i fattori ambientali che un tempo venivano rispettati con più rigore e che
ora, a causa delle esigenze della vita moderna, vengono spesso messi da parte a
discapito della salute e, spesso, della qualità del lavoro e della vita.
cielo ha due occhi
Luna: occhio sinistro
Sole: occhio destro
calendario astronomico
Il calendario lunare si basa sul ciclo delle fasi lunari, che dura 29,53 giorni: un anno
è dunque formato da 12 mesi alternativamente di 29 e 30 giorni e dura 354 o 355
giorni. Perde da 10 a 12 giorni rispetto al calendario solare e alle stagioni, anche se
dopo 30 anni torna a coincidere.
calendario solare:
per agricoltura e
uso di tutti i giorni
1° calendario: lunare
per rituali ed eventi
4000 a.C
LUNISOLARE
V secolo a.C.
Ciclo di Metone (Ciclo Lunare)
235 mesi lunari paragonabili a 19 anni solari
3 stagioni di 4 mesi
Fasi della luna si ripetono con continuità ogni 19 anni
365.2422 giorni x 19 anni = 6939.602 giorni
29.5306 giorni x 235 lunazioni = 6939.691 giorni
l calendario lunisolare si basa sul ciclo lunare, ma cerca anche di accordarsi con le stagioni;
l'anno è di 12 mesi lunari di 29 o 30 giorni (355 giorni) e periodicamente si inserisce un
mese eccezionale per mantenere l'allineamento dell'anno con le stagioni.
1° calendario: lunare
per rituali ed eventi.
Basato su testimoni
che informavano
quando cominciava
un nuovo mese o
c'era una festività.
Ebrei
2° calendario: lunisolare
PERCHE' COSÌ TANTI?
Le testimonianze storiche ed etnografiche confermano un po' ovunque il nesso tra
l'aumento della complessità sociale, la diversificazione delle attività produttive e lo
sviluppo del le conoscenze calendariche. Tuttavia, si può affermare che l'evoluzione di
queste ultime non sia iniziata, e comunque portata avanti, solo per esigenze di tipo
pratico: troppo numerosi sono gli esempi di sistemi calendarici sovradimensionati
rispetto ai fabbisogni cronometrici delle società che li hanno prodotti. Tanto più che,
nelle forme più elaborate, raramente la conoscenza e l'impie go dei calendari si sono
estesi al di fuori di una ristretta cerchia di specialisti, venendo anzi spesso a costituirsi
come un sapere esoterico il cui possesso è in grado di conferire autorità e potere.
calendario basato sulla Torah
santificazione del Tempo
religione del tempo
non vi sono due ore uguali;
ciascuna ora è unica, la sola
concessa in quel momento,
esclusiva e preziosa
"Carpe Diem"
sabato
luna nuova
feste collegate a giorni importanti del passato
(esodo dall'Egitto, Israele si fermò nel Sinai, ...)
Loro più grande speranza è l'attesa di un giorno,
della fine dei giorni
L'inizio del giorno ebraico si ha al tramonto del
sole, convenzionalmente (ai fini dei calcoli del
calendario) alle ore 18, ora di Gerusalemme.
Ogni ora è suddivisa in 1080 parti.
la vera frequenza del tempo è 13:20
Babilonesi
Mesoamericani
unità più piccola è il giorno, kin.
NEOMENIA: Primo giorno del mese
= prima apparizione della falce di luna
a ovest poco dopo il tramonto del sole.
Base vigesimale: 20 è un numero sacro, come il 13.
Architettura: costruzioni poste sull'asse percorsa dal sole
osservazione visuale > imprecisioni causate dalla
posizione della luna sull'orizzontale al tramonto.
creazione di una teoria sul moto lunare e
approssimazione del giorno lunare con quello
solare (vedi tithi indiano)
250 giorni e 365 giorni: due calendari che si
incontrano ogni 52 anni.
corpo umano formato da 20 aminoacidi
sintetizzati nel DNA, 13 articolazioni principali
e la somma delle dita di mani e piedi è 20
Conoscenza dei movimenti dei corpi celesti
tramite l'osservazione di traguardi e marcatori
naturali ed artificiali, per registrare il passaggio
del sole per lo zenit, il sorgere, il tramonto.
Venere molto importante.
Equinozio = inizio dell'anno.
Giorno e notte si equivalgono
Eclissi: eventi carichi di pericolo, in cui le divinità
del sole e della luna rischiavano di essere divorate
Breve punto di equilibrio fra i domini del Dio Sole
e del Dio Luna, dopo il quale prevale uno o
l'altro. Forte valenza religiosa (festa di Akitu)
Cinesi
calendario tradizionale o agricolo: lunisolare
(usato ancora oggi dal 75% della popolazione)
Un aspetto molto interessante emerso è quello del cerchio, usato praticamente in
ogni civiltà e legato non solo alla forma di Luna e Sole, ma sopratutto al moto terrestre e quello degli astri, nonché diversi aspetti poi legati alla quotidianità poi ricollegati ad essi, come ad esempio la ruota del carro, che per il solstizio invernale
veniva usata come simbolo del sole vecchio che muore, per lasciare spazio a quello nascente (Sol Invictus). Ad esso si lega anche un altro simbolo interessante,
emerso da questa ricerca: quello del serpente come rappresentante del tempo,
che giunge alla sua fine per poi ricominciare il suo ciclo nuovamente (vedi serpente che si morde la coda, o il gigantesco serpente marino Miðgarðsormr della mitologia norrena, che è così grande da circondare completamente il mondo, mordendosi la coda, anch’esso simbolo del tempo).
VIII - VII a.C. calendario lunare: 12 mesi, 355 giorni.
Inizio del mese cominciava con la Luna Nuova
(Calendae = calare, chiamare a raccolta, convocare)
Numero d'Oro (19 anni)
calendario pubblico: gregoriano (dal 1912)
Romani
24 periodi (jieqi) strettamente legati ai
cambiamenti della natura e seguono le
variazioni stagionali. Molto utili ai contadini.
2'637 a.C., dinastia Xia
almanacco
13 modelli di orologi (meridiane), alcuni anche in metallo
46 a.C. Giulio Cesare riforma > calendario giuliano
Indiani
Luna come più importante guida
per ciò che riguarda il tempo.
Esiodo: primo calendario messo per iscritto, 2'800 anni fa
Greci
clessidre
Successione di giorni, notti e le
loro rispettive durate sono il più
semplice dei nostri orologi naturali
orologi solari
Secondo la cosmologia buddhista vi sono nello spazio
illimitato infiniti mondi che nascono e periscono nell'arco
di tempi lunghissimi. Ma se l'universo è immenso,
immenso è il dolore del samsara, il ciclo continuo delle
morti e delle rinascite a cui tutti gli esseri sono soggetti.
Il saggio indiano Siddhartha Gautama scoprì una via di
liberazione dalla sofferenza del samsara e per questo è
chiamato il Buddha (l'Illuminato).
L'era buddhista inizia con la morte di Siddhartha, cioè
con la sua entrata definitiva nel nirvana. Poiché il
Buddhismo si è diffuso in molti paesi e le date riportate
dalle varie tradizioni non coincidono, il computo degli
anni è fissato a partire dalla data convenzionale della
nascita del Buddha (560 a.C.).
fonte delle informazioni e delle immagini
“La misura del tempo nella storia dell’umanità”, web.arte.unipi.it,
wwwusers.ts.infn.it e wikipedia.org
Solare: 12 mesi
fase crescente propizia
Gli universi si formano e si dissolvono in un
processo ciclico senza fine; solo l'Assoluto, cioè
il Dharma (armonia, ordine, legge) è eterno e
immutabile.
Yuga: ere cosmiche. Si succedono in serie di
quattro: la prima è un'epoca di virtù e felicità, poi
si fanno strada la dissoluzione e la decadenza;
nella quarta ed ultima era (kali-yuga), tutto è
dolore, nell'attesa di una nuova età dell'oro.
12 mesi lunari di 29 giorni
Buddisti
Periodi immensi, anni divini: Un "anno degli dei"
corrisponde a 360 anni umani.
100 "anni di Brahma" (cioè la durata completa di
un universo) corrispondono a 311.040 miliardi di
anni umani.
Calendari diversi per ogni stato indiano.
Alcuni lunari, altri solari. Quello ufficiale è solare.
Celti
Calendario di base vedica
che è una sovrapposizione di uno solare e uno lunare
Calendario di Coligny: lunare.
12 mesi che iniziavano in concomitanza
del primo quarto di luna.
Tavola bronzea
Lunare: comincia dopo il primo
novilunio del primo mese solare
il Sole rivestì il ruolo importante nel calcolo delle date
delle feste le quali erano calcolate dai Druidi sulla base
delle Levate Eliache - prima apparizione nel mattino
della stella, sull'orizzonte ad Est, poco prima del
sorgere del Sole, di Antares, Aldebaran, Sirio e Capella.
fase calante non propizia
plenilunio è pienezza (purnima)
Eclissi per calibrare il calendario
Persiani
per le festività ci si rifà a quello lunare musulmano
capodanno l'equinozio di primavera
nessun mese, ogni giorno ha il
nome di un angelo o arcangelo
calendario solare
discendente dall'antico calendario
zoroastriano, 622 d.C.
Algoritmo per codificare il calendario,
tramandato oralmente solo tra druidi.
Musulmani
calendario puramente lunare
ritorno alle or
meno stress
12 mesi lunari, 30-29 giorni
ciascun giorno inizia al tramonto
inizio del mese fisso ad ogni luna nuova.
Oggi solo per il Ramadan (mese più sacro)
Vincoli astronomici per le festività
posizione del sole e i 12 segni
dello zodiaco cinese (animali)
Jieqi basati sull'ordine dell'universo: la natura è governata
da una suprema armonia che lega insieme il cielo, la terra
e l'uomo. Per avere successo, tutte le attività umane
devono seguire il passo di questi ritmi.
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
1. Ricerca
La clessidra più antica mai ritrovata, appartenuta al Faraone Amenhotep III. Fonte ibidem
In alto: Thor contro Miðgarðsormr
- mitologia norrena.
In alto a destra: Stonehenge, GB
In basso, gli orologi nella storia e il
cerchio Onso.
Fonte ibidem.
9
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
1. Ricerca
10
4° Brainstorming
Concetto di circolarità
si lavora a qualsiasi ora, andando
contro al bioritmo naturale
completezza
cerchio del tempo
Serpente che si morde la coda
Mitologia
positivo
negativo
CIRCOLARITÀ
continuità
ZEN
diavolo tentatore
Miðgarðsormr (essere infinitamente potente)
in tempo che scorre inesorabile
riposo
LUNA
SOLE
meditazione/preghiera
attività
lavoro
ricarica
attività diurne
"L'unica cosa bella del giorno è che finisce di sera".
Ho voluto infine collegare l’elemento circolare, comune alla Luna e al Sole, con
l’argomento principale della mia ricerca, ovvero la società moderna.
Ho riscontrato due tipi di visione del cerchio del tempo e del serpente ad esso legato: uno positivo, legato alla filosofia zen, alla completezza di uno stato d’equilibrio e continuità; un altro negativo che, invece, si lega al simbolo del diavolo tentatore, del serpente infinitamente potente dell’inganno e di un presagio di male,
oltre allo scorrere inesorabile del tempo.
Tutti questi aspetti sono collegabili alla società moderna, con il suo voler sfuggire
alla vecchiaia, alla società in costante declino ed invecchiamento, nonché alla corsa contro il tempo e la relativa frenesia, considerando che si tende persino a sfasare bioritmi e quant’altro, in funzione dell’ottimizzazione del lavoro, per mezzo
di un severo calcolo del tempo.
calcolo del tempo
soluzione allo stress
frenesia
figlio dell'astuzia, viltà, inganno (Loki)
figlio della gigantessa Angrboða, "presagio di male"
Società moderna
SOCIETÀ MODERNA
una corsa contro il tempo
fase di decadenza (società invecchiata)
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
Libri
Per trovare nuovi spunti, ho selezionato alcuni libri che abbiano contenuti interessanti per il mio proposito. Tra questi, troviamo anche un racconto per ragazzi intitolato “Il cerchio del tempo”, di Tanith Lee (1976, Mondadori), che conservo da
una quindicina d’anni e ricordo per il modo di rappresentare il cerchio, come appunto un cerchio che compie ciclicamente il suo giro all’infinito.
Un altro libro importante storicamente è quello di Martin Heidegger, intitolato
“Sein und Zeit” (prima edizione 1927, Halle, Germania), poiché da una svolta
all’analisi del tempo in quanto “attimo” e dell’avvenire in quanto “realizzazione
del presente”, come qualcosa che già c’è e deve solo arrivare.
Infine, sempre restando in ambito filosofico, mi sono imbattuta nel libro di Diego
Fusaro, “Essere senza tempo” (2010, Bompiani), che tratta della società e del suo
essere come incatenata in un continuo presente che non ha presupposti per un
futuro migliore, dal momento che il presente è il futuro delle generazioni passate,
che in vista di un mondo migliore si davano da fare per sviluppare l’economia
mondiale nei tempi più ristretti possibili.
Da questo ho estrapolato alcune parti interessanti per il mio tema e per capire di
cosa parla il libro nello specifico:
“Il nostro presente è l’epoca della fretta, un “tempo senza tempo” in cui tutto
corre scompostamente e senza fermarsi mai, impedendoci non soltanto di vivere
pienamente gli istanti presenti, che si succedono vorticosamente, ma anche di riflettere serenamente su quanto accade intorno a noi.”
“È questa l’assurdità del nostro tempo, il suo più grande paradosso. Non c’è più
una mèta futura e, non di meno, continuiamo a correre. Verso dove? A che
serve questa fretta carica di presente?”
“Il segreto della nostra accelerazione nichilistica e postmoderna sta secondo me in
un sistema di produzione – quello capitalistico – che deve garantire efficientismo,
produttività, profitti sempre più rapidi e al tempo stesso non ha più bisogno del
futuro, e deve anzi scongiurarlo come possibilità del diverso, dell’essere-diversamente-da-come-si-è. Rimozione del futuro e fretta esistenziale e produttiva
possono così enigmaticamente convivere nel quadro di un’epoca che ha smesso di
credere a Dio ma non al Mercato.”
Diego Fusaro, Essere senza tempo
1. Ricerca
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Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
2. Parole chiave
2. Parole chiave per categoria
Dopo una ricerca approfondita, è stato necessario delineare delle parole chiave da
portare avanti, categorizzandole a dipendenza del settore di appartenenza. In
questa fase vi è anche stata una selezione più accurata delle immagini da utilizzare per descrivere le parole chiave scelte.
Tempi moderni
Per quanto riguarda la categoria di parole legate alla società moderna, queste sono quelle che più sono emerse:
FRENESIA/FRETTA
frenesìa s. f. [dal lat. mediev. phrenesia, lat. class. phrenēsis, der. di «mente»]. –
1. Termine generico (e non tecnico) per indicare uno stato di delirio continuato e
furente o di pazzia furiosa. Per estens., nel linguaggio letter., manifestazione di
rabbia, di furore, o, più genericam., stato di eccitazione.
2. Nell’uso com., voglia smaniosa, irragionevole.
frétta s. f. [der. di frettare, dal lat. *frictare «fregare»]. –
1. Necessità o desiderio di fare presto.
2. Rapidità nei movimenti, negli atti. Include spesso l’idea di rapidità eccessiva;
s’accompagna perciò spesso all’agg. o avv. troppo: parli troppo in f.; giudichi con
troppa fretta. Frequente l’espressione in f. e furia, in gran fretta, precipitosamente: dovettero sgombrare in f. e furia.
La scelta di quest’immagine penso sia adatta al contesto di una società frenetica e
sempre alla ricerca della massima efficienza. L’ingranaggio della società schiaccia
le volontà e le esigenze personali, per un bene comune ormai raggiunto e superato, ormai, ma perseguito tutt’oggi in maniera quasi fittizia, oltre che insensata.
3.
SPOSTAMENTI
Lo spostamento è una delle chiavi di lettura per individuare la situazione attuale,
dal momento che esso è collegato alla volontà degli esseri umani moderni di voler
correre sempre più velocemente da un posto all’altro, da un lavoro all’altro, uno
scopo temporaneo ogni giorno rinnovato. Ogni attimo di attesa, ad esempio ad
una stazione del treno o in una colonna stradale, ci sembra un attimo sprecato,
tolto a qualcosa d’altro. Persino le vacanze sono vissute con la stessa angoscia dello spostamento più veloce e breve possibile.
Quest’immagine rimane la migliore, a mio avviso, per rappresentare questo stato.
3.
4.
Tempi Moderni: Charlie Chaplin, USA, 1936
vedi immagine 2.
4.
12
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
2. Parole chiave
Soggettività
PERCEZIONE
percezióne s. f. [dal lat. perceptio -onis, der. di percipĕre «percepire», part. pass.
perceptus]. –
1. L’atto del percepire, cioè del prendere coscienza di una realtà che si considera
esterna, attraverso stimoli sensoriali, analizzati e interpretati mediante processi
intuitivi, psichici, intellettivi: la p. dei colori, degli odori, dei suoni; la p. di un movimento; non aveva la p. esatta del pericolo che correva; ebbe la p. immediata che
la situazione stava precipitando; anche, la facoltà di percepire: velocità di p., la
prontezza con la quale l’apparato sensoriale-intellettivo percepisce la realtà esterna (in partic., velocità di p. auditiva, visiva, ecc., dipendenti in maniera complessa
dall’intensità degli stimoli sonori, luminosi, ecc., in rapporto con la variabile risposta individuale); disturbi della p., anomalie delle p., dissociazione delle p., in patologia e psicologia. In oculistica, velocità di p., la prontezza con la quale l’occhio
percepisce la presenza degli oggetti (è in rapporto con l’illuminazione). Talvolta
con sign. non diverso da sensazione, come acquisizione sensibile di fenomeni
esterni: la p. del caldo, del freddo.
2. In psicologia, sensazione accompagnata da forme variamente avvertite di coscienza; più in generale, tutta la sequenza di eventi che va dal presentarsi di uno
stimolo, attraverso il realizzarsi e l’oggettivarsi della sensazione, fino al suo essere
avvertita, base quindi della conoscenza e dell’interazione con la realtà interna ed
esterna all’organismo. L’insieme dei processi organici e mentali che compongono
tale sequenza può essere specificamente analizzato e studiato a seconda che si
considerino le componenti fisiche, fisiologiche, cognitive e affettive.
La percezione dello scorrere del tempo può variare a dipendenza delle situazioni in
cui ci troviamo, che influiscono sui nostri sentimenti. Non sono rari i casi in cui ci
pare che i minuti e le ore scorrano in maniera estremamente lenta, rispetto al normale, oppure che non ci accorgiamo delle ore che passano. Accade sia in situazioni piacevoli che spiacevoli. Si notano anche differenze da persona a persona e,
probabilmente, ancor più tra una specie e l’altra.
Vi sono quindi fattori soggettivi, sentimentali e biologici, oltre ai fattori oggettivi,
che influenzano la nostra percezione. Bisogna quindi lavorare su questi, per andare incontro alle esigenze di chi vuole uscire dalla frenesia e dallo stress.
STRESS
stress ‹strès› s. ingl. [propr. «sforzo»: dal fr. ant. estrece «strettezza, oppressione»
(der. del lat. strictus «stretto»), e insieme aferesi di distress «angoscia, dolore»],
usato in ital. al masch. –
L’immagine a fianco illustra in maniera simpatica la triste condizione in cui sempre
più ci ritroviamo al giorno d’oggi; siamo messi sotto pressione non solo di giorno,
ma se occorre anche di notte. I ritmi di lavoro sono sempre più lontani da quello
che era un tempo, dal momento che pensiamo di non dover più dipendere dalla luce del sole per esercitare le nostre funzioni. Ciò, a lungo andare, porta tuttavia ad
uno stress anche fisico, oltre che psicologico, quindi a possibili crolli.
5.
Stress: fonte: lessonsonstress.tumblr.com
5.
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Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
2. Parole chiave
Convenzione
Estrapolando quanto ritenuto più interessante dalla ricerca nella storia del calcolo
del tempo da parte dell’umanità, ho trovato due parole chiave.
CLESSIDRA
clessidra (ant. clepsidra) s. f. [dal lat. clepsydra, comp. di «rubare» e «acqua»]. –
Orologio usato nell’antichità, formato essenzialmente da un vaso contenente acqua o sabbia, che può gradatamente vuotarsi dal fondo: la valutazione del tempo
trascorso si ricava dall’abbassamento del livello nel vaso, oppure dalla quantità di
liquido o sabbia affluita in un altro vaso collocato inferiormente. La clessidra è
stata adoperata anche in seguito per misurare grossolanamente brevi intervalli di
tempo (per es., a bordo delle navi, col nome di ampollina, per il computo della
velocità della nave stessa, oppure per misurare le unità di una conversazione telefonica interurbana, il tempo della cottura di un uovo, ecc.) o per uso decorativo, e
in questo caso ha assunto e conservato la forma caratteristica di due ampolle comunicanti fra loro per mezzo di un sottile orifizio attraverso cui fluisce la sabbia o
l’acqua (capovolgendo poi lo strumento, si inverte la posizione dei due vasi o si
protrae lo scorrimento del fluido e, quindi, l’intervallo di tempo misurato). Nell’iconografia, è simbolo dello scorrere del tempo e della caducità della vita terrena.
La clessidra è stato il primo cronometro della storia, anche se in forma diversa da
quella conosciuta al giorno d’oggi (vedi immagine 6). Rappresenta lo scorrere del
tempo e ne è spesso il simbolo. Potrà essere usato come oggetto da vedere negativamente, in quanto simbolo della severità delle convenzioni imposte dalla società per stare al suo passo e dal quale vorrei ci si distacchi.
6.
SOLE E LUNA
Per rappresentare in una sola immagine i nuclei concettuali del 4° brainstorming,
ho unito il cerchio con la luna ed il sole, a rappresentare i calendari nella storia ma
anche ciò che vi sta dietro e al quale da sempre l’uomo si è sentito legato.
In quest’immagine, i due astri sono raffigurati in una forma zen, il taijitsu, a voler
dire che fanno parte di un sistema unico, come nel caso del calendario lunisolare.
6.
Clessidra: fonte “La misura del tempo nella storia dell’umanità”
web.arte.unipi.it/salvatori/didattica/vecchiprog/storiadeltempo/opuscolo.htm
7.
Sole e Luna - taijitsu: fonte www.spinozablue.com
7.
14
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
2. Parole chiave
Influsso sulla materia
Le parole chiave legate all’aspetto scientifico e materiale dello spazio-tempo sono
risultati essere i seguenti.
IRREVERSIBILITÀ
irreversìbile agg. [comp. di in-2 e reversibile]. –
1. Non reversibile; detto in genere di qualsiasi cosa che non può essere invertita,
rispetto al movimento, all’azione esercitata, al funzionamento, alla trasmissione
di energia, e in senso fig. rispetto all’equivalenza, al rapporto logico, ecc.
2. Nel linguaggio filos., con senso più prossimo al lat. reverti «ritornare», detto
talvolta di ciò che non può tornare indietro o al suo stato primitivo; così, per es., è
tale il passato, in quanto non può tornare a essere il presente che fu (può bensì
essere rivissuto dalla nostra coscienza, ma solo acquistando in questa un suo
nuovo essere).
3. Avv. irreversibilménte, in modo irreversibile: un processo degenerativo che
avanza irreversibilmente.
In alcune culture, come quella ebraica, il tempo è visto come qualcosa di irreversibile e lineare, che non si ripeterà mai più, in altri invece esso gira e prima o poi gli
eventi si ripresentano. Ciò che, fisicamente, accade alla materia è comunque un
flusso che non può essere ripercorso nuovamente. Come nel caso del vaso rotto,
esso potrà forse essere riparato, ma ciò non cambierà mai il fatto che si sia precedentemente rotto e abbia cambiato, anche solo con l’erosione, la sua forma originale, anch’essa frutto di altri mutamenti. Anche se un giorno, nell’aspetto, il vaso
tornerà alla sua forma originaria, la sua storia ci fa capire che non sarà mai come
prima e che non è possibile cambiare questi fatti.
MUTAMENTO
mutaménto s. m. [der. di mutare]. – L’azione e l’effetto del mutare o del mutarsi:
non soggetta a variazioni o alterazioni. È forma più letter. di cambiamento, d’uso
com. spec. in talune locuz. Nel linguaggio sociologico, m. sociale, o anche socioculturale, espressioni con cui si indica, in generale, il complesso delle variazioni e
alterazioni, non temporanee, che avvengono nelle componenti strutturali, o nei
maggiori sistemi sociali, di una determinata società, o nell’intera società umana;
in senso stretto, ogni singola trasformazione significativa che si produce, in un
determinato periodo, nella struttura della società. Nella filosofia di Aristotele, il
termine designa il passaggio da un contrario all’altro, e precisamente dal non-essere all’essere (la nascita), dall’essere al non-essere (la morte), da un essere ad altro essere (il movimento).
Il discorso precedente si applica anche alla questione dello stato della materia e dei
suoi mutamenti. Dal momento che, nel nostro mondo, è impossibile evitare un
cambiamento anche minimo della materia, persino nella sua forma atomica, in
continuo movimento, possiamo dire che finché c’è mutamento, si può parlare di
“tempo” e del suo scorrere. Viceversa, qualora ogni cosa fosse in uno stato di immobilità assoluta, probabilmente non avrebbe più senso parlare di tempo.
8.
Irreversibilità: fonte “broken vessel” www.justcris.com
8.
15
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
2. Parole chiave
16
Aspetto formale
Per quel che riguarda la forma simbolica più consona al concetto di ciclicità ho trovato due varianti conosciute universalmente.
CIRCOLARITÀ
cérchio (ant. cérco) s. m. [lat. cĭrcŭlus; la forma cerco è il lat. cĭrcus]. –
La superficie piana racchiusa da una circonferenza, luogo dei punti del piano
aventi distanza minore o uguale di un assegnato valore (raggio) da un determinato punto detto centro: il diametro del c.; trovare l’area o la superficie del c.; spesso, anche se impropriam., la circonferenza stessa: tracciare un c. col compasso,
descrivere un mezzo cerchio. Quadratura del c., antichissimo problema di geometria, consistente nel costruire con soli riga e compasso un quadrato di area pari
a quella di un cerchio di dato raggio; soltanto nel 1822 fu dimostrato (F. Lindeman) che il problema è irresolubile in tali termini elementari. Per estens., nel linguaggio tecn. e scient., con riferimento a strumenti astronomici e topografici, c.
graduato, corona circolare o disco metallico o di vetro, su cui sono incise le graduazioni angolari dell’angolo giro, variamente suddivise e numerate; c. fantasma,
nelle bussole giroscopiche, cerchio solidale con la rosa o asservito ad essa; c. verticale (o zenitale), cerchio graduato per la misurazione di angoli zenitali o di altezza sull’orizzonte; cerchi distanziometrici, in un indicatore per radar di tipo panoramico, circonferenze concentriche, che appaiono sullo schermo del tubo indicatore e che individuano punti a uguale distanza dall’antenna. In astronomia, c. (più
propriam. circolo) massimo e c. minore o minimo, le sezioni di una superficie sferica, e in partic. della sfera terrestre e della volta celeste, con un piano passante o
no, rispettivamente, per il suo centro; c. (o circolo) orario di un astro, cerchio massimo della sfera celeste passante per esso e per i poli celesti; per il c. o circolo verticale (o anche assol. verticale s. m.), v. verticale, n. 3 b.
Il cerchio è la forma primaria per eccellenza, simbolo della perfezione e della bellezza della semplicità. Questo elemento formale sarà senz’altro utilizzato più in là
nel mio lavoro. Anche Escher ha studiato il cerchio nella sua geometria ancora misteriosa, così vicina all’infinito ma allo stesso tempo compatta e unica.
(vedi anche cap. 1. Ricerca: 4° Brainstorming sul concetto di circolarità)
9.
CONO/8
In numerologia quello dell’otto è fra i simboli più antichi: questo è il numero della
rosa dei venti, ma anche della Torre dei Venti ateniese e, ancora, dei petali del loto
e perciò, nella terminologia buddista, dei sentieri della Via.È universalmente considerato il numero dell’equilibrio cosmico: la forma ottagonale è quella di templi
buddisti imperniati su colui che fa girare la ruota del centro stesso dell’universo.
Ruotato di 90 gradi diventa il simbolo di infinito. Ricorda anche il grafico detto “cono di luce”, di Minkowski e la forma della clessidra a due vasi.
9 .
Limite del cerchio III: Escher, 1959, fonte www.occhionudo.it
Simbolo dell’infinito, derivante da un 8 girato.
11.
Cono di luce: Spaziotempo di Minkowski,
fonte it.wikipedia.org/wiki/Spaziotempo_di_Minkowski
10.
10.
11.
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
2. Parole chiave
17
Simbologia
In base all’ultimo brainstorming, legato alla circolarità e alla storia, fino all’epoca in
cui viviamo oggi, ho trovato particolarmente interessanti due simboli molto radicati nella cultura.
ENSO (CERCHIO)
Enso è una parola giapponese che significa cerchio. L’enso è forse il soggetto più
comune della calligrafia giapponese. Esso simboleggia l’illuminazione, la forza,
l’universo. È ritenuto da molti che l’indole dell’artista sia completamente rivelata
dal modo in cui disegna questo cerchio; inoltre si ritiene che solo chi sia mentalmente e spiritualmente completo possa disegnare un vero ensó. Alcuni artisti disegnano un enso ogni giorno, come una sorta di diario spirituale.
Alcuni disegnano l’enso con un’apertura nel cerchio, mentre altri lo completano.
L’apertura potrebbe simboleggiare che questo cerchio non sia separato dal resto
delle cose ma faccia parte di qualcosa di più grande e sembra essere la forma più
corretta di rappresentarlo. Questo simbolo è considerato sacro nel buddhismo
zen, ed è spesso usato dai maestri zen come firma nelle loro opere. La filosofia zen,
come il cerchio stesso, si legano quindi agli aspetti positivi della circolarità, ovvero
quelli dell’equilibrio, della completezza e della continuità.
SERPENTE
Come accennato in precedenza, a riguardo del simbolo del serpente ritroviamo
aspetti più inquietanti e negativi del tempo, ovvero quello del suo essere estremamente potente, quindi indomabile, inesorabile e figlio del male. Nella mitologia
norrena, il serpente Miðgarðsormr verrà sconfitto dal Dio del Tuono, Thor, soltanto al Crepuscolo degli Dei, la fine del tempo. In effetti, proprio questa sconfitta
simboleggia la fine del tempo, che poi riprende daccapo. Esso è quindi legato alla
nostra visione negativa del concetto di tempo, inteso come qualcosa da rincorrere, che non guarda in faccia le ambizioni e le esigenze di nessuno. Utilizzare questo simbolo per descrivere il tempo convenzionale usato nella società odierna può
essere sensato, ma forse un po’ troppo religioso, per non suscitare scetticismo.
12.
13.
14
15.
12.
Cerchio Zen Enso: fonte Google
Enso: Calligrafia di Kanjuro Shibata XX , fonte wikipedia.it
14.
Wheel of Time: Darrell K. Sweet , fonte wikipedia.en
15.
Uroborus: fonte wikipedia.en
13.
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
Infine, ho selezionato alcune solo alcune delle parole chiave riscontrare, per portarle avanti in un intento coerente. Ho scelto quelle che si conciliavano meglio al
mio intento (definito nel prossimo capitolo), ovvero:
- FRENESIA/FRETTA
- SPOSTAMENTI
- PECEZIONE
- STRESS
- CLESSIDRA
- SOLE/LUNA
- CIRCOLARITÀ
- ENSO (CERCHIO)
Come possiamo notare, sostanzialmente ho eliminato l’aspetto scientifico del mio
tema, più che altro perché non intendo cambiare il senso di tempo come cambiamento, dal momento che il tempo è oggettivamente questo. Ciò che voglio cambiare nella coscienza delle persone è l’aspetto convenzionale, strettamente legato
alle esigenze della società moderna, quindi è sugli aspetti ad essa legati che mi
concentrerò. Per lo stesso motivo, ho scelto la circolarità e scartato la conicità,
sempre legata all’aspetto più universale dello scorrere del tempo. Ho però mantenuto l’idea della clessidra in quanto cronometro, sempre per gli stessi motivi.
Ho poi scartato il serpente, anche se mi è interessato molto approfondirlo dal punto di vista mitologico per il fatto che nei racconti antichi lo si usava come metafora, per il semplice motivo che è legato all’aspetto negativo del termine ma non è
necessario alla comunicazione, dal momento che questo aspetto negativo è già
ben chiaro nella frenesia dei tempi moderni, anche senza rappresentarlo simbolicamente. Se la gente non fosse già, almeno in parte, consapevole del suo stato di
stress, la mia comunicazione si sarebbe forse concentrata maggiormente su questo aspetto, andando a scavare nei simbolismi e nelle metafore per renderla sensibile sulla negatività portata da questo modo di fare, ma da un’analisi della società
ho potuto evincere quanto questa sia sempre più staccata dal simbolismo del serpente e, nel mentre, sempre più consapevole di correre verso il nulla. Il vero problema è, infatti, dare alle persone una via di fuga da questo ingranaggio, dare una
possibilità a coloro che accettano di fermarsi un attimo, mostrando loro cosa possono fare.
2. Parole chiave
Tema
Spazio-Tempo
Parole chiave
FRENESIA/FRETTA
SPOSTAMENTI
PECEZIONE
STRESS
CLESSIDRA
SOLE/LUNA
IRREVERSIBILITÀ
MUTAMENTO
CIRCOLARITÀ
CONO/8
ENSO (CERCHIO)
SERPENTE
Briefing
DEFINIZIONE DELL’INTENTO
18
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
3. Briefing
3. Briefing
Enso, l’equilibrio nello Zen
La volontà è quella di ritrovare un equilibrio psico-fisico in sintonia con il nostro
bioritmo, con le esigenze della nostra vita privata e con quelle lavorative, familiari
e sociali. Formalmente parlando, riprenderò la forma del cerchio aperto, l’Enso,
che penso si avvicini a questo concetto, pur restando legato al mutamento delle
cose, ovvero il rapporto con lo spazio-tempo.
Essere senza tempo
Da quanto estrapolato in precedenza (vedi capitolo 1. Ricerca: Libri) dal libro di
Diego Fusaro, vediamo la necessità di staccarsi dal circolo vizioso nel quale siamo
incatenati, per ritrovare un futuro, un “essere diversi da come si è”, un mutamento dello stato delle cose, senza temere di essere giudicati male dalla società.
16.
Otium e Negotium
Mi sono imbattuta quindi nella parola “otium”, che banalente sembrerebbe significare “ozio”, ma che in realtà racchiude uno stile di vita molto più ricco ed indispensabile di quanto non si immagini. Il “negotium” comprende tutto ciò che riguarda:
• famiglia ed impegni connessi;
• attività lavorativa;
• azioni indispensabili connesse con la ordinaria contingenza.
In contrapposizione al “negotium” è appunto indispensabile l’”otium”, cioè i momenti che uno dedica esclusivamente a sé stesso, non per egoismo, ma per consapevole scelta intellettuale.
Un corretto equilibrio fra otium e negotium è alla base di un corretto equilibrio psico-fisiologico e di un buon rapporto con sé stessi.
Oggi, invece, questo termine ha assunto un significato dispregiativo, non più lavoro che eleva lo spirito, ma parola legata a chi non ha voglia di fare niente.
Riscoprire il significato di questa dualità sarà uno degli obiettivi della campagna.
Regalarci un po’ di (non)tempo
Per ovviare a quanto detto sopra, è necessario che le persone si sentano libere di
ritagliarsi il tempo che serve loro per bilanciare la mole di “negotium” accumulata
durante una giornata, un mese, un anno o periodi diversi. Non bisogna più sentirsi in colpa a voler oziare un po’, poiché “ozio” significa crescita interiore, studio
personale e spontaneo, attività non imposte da doveri e scadenze. Tempo per sé
stessi, semplicemente, cosa non evidente al giorno d’oggi.
Da questo è nata l’espressione “regalare un po’ di tempo”, ma non scandito da
orologi o calendari, bensì dalle nostre reali esigenze psico-fisiche.
16.
17.
Sconosciuto. fonte google.com
Cigarette Break: Banksy
17.
19
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
4. Concetti chiave per un applicativo
FASE 2: IPOTESI
4. Concetti chiave per un applicativo
Etica della lentezza
Sfuggire dall’ingranaggio della società e riscoprire la lentezza, l’impiegare il tempo
necessario per svolgere bene qualcosa o per spostarsi, senza sentirne la pressione.
Riscoprire il significato di “ozio”
Proporre delle sedute, delle giornate o semplicemente dei momenti in cui poter fare quel che si vuole, senza programmarlo, per liberare la mente dall’onere di pensare razionalmente, di attivarsi a pieno regime per soddisfare qualcuno o qualcosa.
Un tempo personale
Senza tempo, Francesco Russo
Io e te senza tempo, Nic,
fonte www.artmajeur.com
Utilizzare un altro tipo di orologio, che rappresenti il proprio stato personale, suscettibile a fattori psicologici e soggettivi ma che serva ad ascoltare i nostri segnali.
Potrebbe fungere da tachigrafo, registrando le nostre attività e mettendole in correlazione con altri input, calcolando il nostro personale stato.
I sensi
Come mai, tra i diversi sensi che abbiamo (tra cui anche quello dell’equilibrio, dello spazio, ecc) non abbiamo un senso del tempo? Probabilmente la risposta è che
appunto non ha senso averlo, perché non è qualcosa di tangibile e cambia da soggetto a soggetto. O forse abbiamo qualcosa che scandisce il mutare delle cose, ai
nostri occhi, che abbia piuttosto a che fare con i battiti del nostro cuore o altro.
Quando non sentiamo lo scorrere del tempo?
Cercando qualche escamotage per sfuggire al tempo inculcatoci sin da bambini,
ho riflettuto su quali siano le situazioni dove non siamo in nessun modo legati alla
convenzione. Una soluzione è il sonno, durante il quale tutto viene sfalzato e diventa completamente schiavo del nostro cervello, formando enormi discrepanze
con lo scorrere “da vegli” del tempo. Può quindi essere una soluzione.
Bioritmo, ritmo circadiano ed altro
Stabilire dei fattori fisiologici che vadano incontro alle esigenze della natura umana (fisicamente e biologicamente legata alla Terra, al Sole, alla Luna, ed altro) e rispettarli come rispettiamo le scadenze e i paletti imposti dal nostro stile di vita.
Cerchio Onso aperto
Riprendere la forma di questo simbolo ampiamente discusso in precedenza.
Ritmo cirdadiano, coniato da Franz Halberg dal latino “circa” e “diem”, ovvero
“intorno al giorno”. Esempi di ritmo circadiano sono il ritmo veglia-sonno, il ritmo
di variazione della temperatura corporea e del sistema circolatorio. Oltre ai ritmi
circadiani sono stati identificati i circasettimanali, circamensili, circannuali.
Fonte wikipedia.it
Persistence of Memory, Salvador Dalì (1936)
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Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
4. Concetti chiave per un applicativo
5. Possibili applicativi
Terapia
18.
19.
Cerchio
Nel passato, per varie ragioni, si ricorreva a forme di addestramento vigorose e difficili, come le arti marziali, per sviluppare la resistenza nelle persone.
Queste discipline non corrispondono più alle necessità dell’uomo moderno poiché
molti oggi mancano di tempo libero per potersi impegnare in programmi che esigono tempo e dispendio di troppe energie. In secondo luogo, questi programmi
già di per sé richiedono proprio quel tipo di elasticità spirituale e di resistenza che
mancano all’uomo moderno. È quindi poco probabile avere successo in questo
ambito.
Il tipo di addestramento spirituale e fisico di cui l’uomo oggi ha bisogno deve basarsi sulla conoscenza scientifica più recente e la sua efficacia deve essere confermata da una lunga applicazione pratica.
La filosofia zen ricerca l’equilibrio in ogni aspetto della vita e lo fa in armonia con
quel che ci circonda. Il cerchio è una figura che spesso ritroviamo nelle pratiche
zen.
Altri modi di fare terapia in relazione al cerchio sono quelli eseguiti nelle terapie di
gruppo, dove per mettersi in comunicazione con gli altri ci si dispone in cerchio, alle volte unendo mani o piedi.
Avendo considerato sopratutto la forma del cerchio per quel che rappresenta formalmente e storicamente, comunque, essa può essere usata in ambito terapeutico anche e sopratutto per gli aspetti legati alla comunicazione e la segnaletica,
quindi nell’ambito della parte visuale dell’artefatto, così da poter essere ricollegato all’intento dell’artefatto stesso.
Etica della lentezza
L’etica della lentezza è uno stile di vita che si applica a diverse funzioni, come per lo
zen. Ad esempio, in un mondo sempre più veloce, dove anche mangiare è diventata un’attività che fa perdere del tempo prezioso, le catene “slow food” si prestano a questa filosofia di vita, più tradizionale e genuina.
A livello terapeutico, si può ricercare questo stile di vita in un’attività che poi entri
a far parte del nostro essere applicandosi così di conseguenza alle scelte che si fanno nella quotidianità, come il mangiare ma anche lo spostarsi. Per quest’ultimo
scopo, ad esempio, scegliere la bicicletta o i propri piedi, eventualmente coi mezzi
pubblici, per potersi prendere il tempo di sentire il viaggio, di sfruttarlo per riflettere, riposare o imparare. Non vedere più, insomma, lo spostarsi come un modo per
spostasi da un punto all’altro, dove ciò che sta nel mezzo deve durare il meno possibile poiché insignificante e non produttivo.
Un applicazione della terapia della lentezza la possiamo ricercare sempre nell’oriente, con il Taiji Quan o il Qi Gong, come in altre discipline antiche. È interessante che vi sia comunque una connessione con il passato, in armonia con il mio intento di ritrasmettere la forma del cerchio e del sole e la luna, insieme a tutto quel che
collega il nostro tempo personale ad influssi naturali; poter cioè risincronizzare
questo tempo personale a quello biologico, circadiano e naturale, per poter facilitare anche la nostra parte percettiva a staccarsi dalla convenzione e dalla fretta.
18.
19.
Bambini africani che fanno un cerchio. fonte matteoredaelli.wordpress.com
Lumaca, fonte google.com
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Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
4. Concetti chiave per un applicativo
Orologio personale
20.
21.
Un ipotetico oggetto personale che si sostituisca all’orologio o che lo complementi, dovrebbe avere queste caratteristiche principali:
- misurazione del battito del cuore
- funga da orologio ma senza lancette e senza ore/minuti
- tenga conto del bioritmo/ritmo circadiano
- ci sia una visualizzazione del proprio stato (per esempio, righe = frenesia,
cerchio aperto = equilibrio)
Dal momnto che volevo sfruttare la forma del cerchio incompleto (Onso), la quantità sarà mostrata in base alla percentuale di completezza del simbolo. Potrebbe
esserci una variazione di colore in base allo stato (stress, rilassato, o altro) e, in caso di allarme, un segnale di allarme comparirebbe in primo piano suggerendo la
soluzione al problema, in base ai dati rilevati.
20.
Take your time: Sophie Milton, fonte cargocollective.com
24-hour-clock-sentence-maker: fonte www.geekalerts.com
22.
Enso Pearl: www.geekalerts.com
21.
22.
22
Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
4. Concetti chiave per un applicativo
Campagna “Regaliamo del tempo”
23.
24.
Ho poi valutato l’idea di effettuare una sorta di guerrilla marketing per una campagna di sensibilizzazione sul bisogno di fermarsi un po’. Un contesto urbano, per
tale scopo, sarebbe l’ideale e lo stile della campagna potrebbe essere volto ad offrire del tempo, da usare a propria discrezione e, finalmente, senza obblighi, oppure a sollecitare le persone a rallentare e ritrovare il valore della lentezza.
Alcune idee:
Giornate dell’ozio
dalla ricerca precedentemente svolta riguardo al significato di “ozio”, arrivata a
definire i due opposti “otium” e “negotium”, valorizzare l’ozio è un modo per far
capire alle persone che, in uno stato d’equilibrio, bisogna bilanciare entrambe le tipologie di attività. In una società totalmente dedita al negotium, bisogna quindi
regalare degli attimi di ozio.
Affissioni sugli orologi pubblici
In stile guerrilla marketing, sarebbe anche interessante ricoprire gli orologi pubblici con dei messaggi o delle immagini volti a suggerire alle persone di prendersi il
tempo”, oppure apporre un’immagine di un orologio senza lancette.
Dimostrazione
Simbolicamente, usando la clessidra come simbolo del conteggio del tempo che
scorre inesorabile scandendo le nostre giornate, potremo apporle un tappo, per
fermare quel conteggio.
25.
26.
23-24.
Take your time: Sophie Milton, fonte cargocollective.com
La strategia della lumaca: articolo di Martina Forti, fonte altrablog.it
26.
Slow Down, take it easy: Campagna di ASA/upi, fonte www.slow-n-easy.ch
25.
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Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
4. Concetti chiave per un applicativo
6. Applicativi
Unione dei tre intenti
Prima di procedere con la concretizzazione delle tre possibilità di applicativo identificate, ho valutato l’ipotesi di unire gli intenti in un unico artefatto che li soddisfi
tutti. Per fare ciò, esso dovrà quindi avere uno scopo terapeutico, nel senso di aiutare la persona singola a migliorare la sua qualità di vita equilibrando i tempi dedicati alle attività quotidiane. Potrà quindi essere un oggetto personale che, con delle misurazioni, suggerisca il da farsi, anche nell’ambito di un percorso spirituale,
come quello della filosofia zen o dell’etica della lentezza, applicabile ad ogni attività della vita corrente.
Per soddisfare l’intendo della campagna, che vuole raggiungere un maggior numero di persone contemporaneamente, questo artefatto personale farà parte della stessa, in qualità di applicativo. Con ciò s’intende che se la campagna aiuta a far
capire alle persone di aver bisogno di prendersi del tempo per loro stesse, l’applicativo è ciò che effettivamente potrà poi portarli a raggiungere questo scopo in
modo efficace.
Un’alternativa è quella di un intervento più invasivo, sempre in sintonia con il guerrilla marketing, dove un programma che inciti gli utenti a fermarsi e prendersi il
proprio tempo si diffonda come un virus su diverse piattaforme, ad esempio computer, tablet-pc e smartphones, magari in concomitanza con una campagna di affissioni su diversi supporti, anche elettronici.
Dividerò quindi le due declinazioni della scelta finale in:
- campagna per la massa (ovvero la parte diffusa sulle diverse piattaforme)
- applicativo (che nel dettaglio mostra l’artefatto ad uso personale)
Target
Come stabilito al momento di selezionare le parole chiave da portare avanti (vedi
capitolo 2. Parole chiave), il mo intento è raggiungere un maggior numero di persone possibile, tra quelle che vivono in uno stato costante di frenesia e stress, in
particolare nelle città, dove la ricerca dell’efficienza è sempre più esigente. Questo
tipo di persone è ormai staccata dalla religione, dalla sua storia, dalle forze della
natura dalle quali un tempo si dipendeva in maniera stretta. È però necessario fare
un passo indietro e rendersi conto che non avere questi legami non è sinonimo di
avanguardia, se ciò comporta scompensi psico-fisici, a lungo andare.
La soluzione è quindi quella di bilanciare il tempo dedicato ad attività necessarie
per la società, per il bene della comunità, con quello dedicato a noi stessi, alla nostra crescita personale e al nostro benessere.
Come detto, il target saranno quindi persone con poco tempo, poche energie da
dedicare ad un’attività terapeutica, ma consapevoli dello stato di frenesia in cui si
trovano. Non per forza devono essere persone già convinte di aver bisogno di questo applicativo, ma piuttosto persone che, come praticamente tutti gli abitanti dei
Paesi sviluppati, sentono il peso del lavoro e delle pretese ma non sanno bene se
ciò è un bene o meno. È infatti normale sentirsi sotto pressione e stressati, ma alcuni non si rendono conto di aver bisogno di prendersi una pausa, forse per paura
di venir lasciato indietro o di essere etichettato come nulla facente. Far capire a
queste persone che invece l’Otium è un’attività altrettanto importante e non negativa è l’intento principale del mio applicativo.
L’artefatto ad uso personale, inoltre, può essere usato su diverse piattaforme co-
nosciute ormai da ogni cittadino moderno (piattaforme che infondo alimentano
proprio questo stato di stress, rendendo sempre più immediate le comunicazioni
ed aumentando così la mole di lavoro rispetto ad un lasso di tempo), ad esempio il
personal computer, il tablet-pc o lo smartphone, oppure essere un oggetto a sé
stante. Ciò si adatta quindi ai supporti più diffusi al momento, prestandosi ad una
diffusione sul larga scala, in concomitanza con la comunicazione preliminare della
campagna per la massa, utile ad introdurre quest’artefatto personale.
In sintesi, il mio TARGET PRIMARIO è:
- Cittadino moderno, integrato nella società, lavoratore
- Studenti del grado terziario (università e scuole universitarie professionali)
poiché sempre più staccati dallo svago, rispetto agli adolescenti
- Utilizzatori di strumenti tecnologici personali (PC, tablet, smartphone, ecc)
Vi è un target secondario, che verrà coinvolto in ogni caso dalla campagna, dal
momento che essa è diffusa su diversi medium e può sicuramente sfruttare questo
applicativo in vista di un futuro nel quale, cominciando sin da ora ad equilibrare i
propri tempi, potrà vivere in maniera più equilibrata. L’artefatto può infatti funzionare anche per evitare il troppo ozio. Questo TARGET SECONDARIO, che ha un
margine di manovra più ampio, è rappresentato da:
- Adolescenti, studenti ed apprendisti
- Lavoratori a tempo parziale
- Disoccupati o non lavoratori
Frenesia sotto i portici: I portici di Bologna. Foto scattata da Sara Alberghini,
fonte www.provincia.bologna.it
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Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
Campagna “Prenditi il tempo!”
I punti principali che ho voluto riprendere dalle ipotesi precedenti sono:
- Giornate dell’ozio
- Stop
- Ritagliarsi un attimo per noi stessi, “taking my time”
- Affissioni, interventi su diverse piattaforme pubbliche
Da qui ho analizzato il tipo di comunicazione che potrebbe funzionare meglio per
un maggior numero di persone. Ho quindi dedotto che doveva essere un messaggio semplice, diretto e chiaro, anche perché il mio targt non ha tempo di soffermarsi a lungo su un messaggio pubblicitario. Usare termini come “Otium” e “Negotium” in questo frangente, può risultare poco chiaro, perché necessiterebbe di
una spiegazione antecedente.
Ho quindi analizzato la segnaletica stradale, che semanticamente da un messaggio in forma visiva e diretta, per mezzo di un indicatore. Ho scelto quindi la forma
che segnala l’obbligo di fermarsi, ovvero lo STOP, sia per visibilità che per il suo essere in accordo con il messaggio da trasmettere. Applicando una scritta aggiuntiva, otteniamo una frase, come ad esempio: “Stop and take your time”.
Nell’ambito della campagna di sensibilizzazione, possiamo usare la strategia di
guerrilla proprio sui segnali stradali, come indicato nell’immagine qui a fianco, da
me realizzata. Questo segnale può così diventare anche una sorta di logo, applicabile su più supporti, anche non visivi (ad esempio un minuto di silenzio alla radio).
4. Concetti chiave per un applicativo
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Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
Applicativo “NEGOTIUM”
Riassumendo quanto detto prima in merito all’applicativo ad uso personale e in seguito a diverse nuove considerazioni, possiamo inizialmente elencare questi punti:
- Bracciale, applicazione su smartphone, o altro
- Forma un cerchio aperto (Onso) se si è equilibrati
- Da un segnale d’allarme se si è stressati
- Misurazioni fatte come per un tachigrafo
- Suggerisce una terapia o un attimo di ozio
Inizialmente avevo pensato ad un unico cerchio, di colore diverso a dipendenza
dello stato attuale, che tenesse in considerazione il bioritmo e altri fattori misurati
e calcolati. Dal momento che però questo strumento deve suggerire anche la soluzione, ho pensato di evitare troppi messaggi esplicativi ad ogni tipo di allarme,
quindi ho reso più compatto il concetto di applicativo facendo in modo che lo stato e la soluzione siano intuibili al primo colpo d’occhio, come lo è l’ora in un orologio convenzionale. Questo applicativo si sostituisce quindi all’orologio, mostrando
diversi stati contemporaneamente, ad esempio lo stato di relax, quello di sonno, di
cura personale, degli spostamenti, del lavoro e dello stress. Al centro, inoltre, intendo mostrare anche in che modalità si trova l’utente al momento, sfruttando la
duplicità del binomio “Otium” e “Negotium”, riportato anche dal nome dell’applicativo stesso. Questo artefatto necessita di imput esterni sui quali basare i suoi calcoli, pertanto avrà una funzione simile a quella del tachigrafo dei camionisti, in un
certo senso. Alcuni dati saranno misurati direttamente dallo strumento (ad esempio i battiti del cuore), altri saranno inseriti dall’utente (ad esempio quale tipo di attività si sta svolgendo in questo momento e se è di tipo “Otium” o di tipo “Negotium”. In questo modo, la circonferenza del relativo cerchio si allungherà o si accorcerà e sarà evitabile arrivare al compimento del cerchio dello stress, quello che porta al segnale di allarme più intenso. Quando uno dei cerchi è quasi chiuso, si è al
completo con le attività di quel tipo ed è il momento di cambiare attività. Quando
tutti i cerchi, tranne quello dello stress, sono ad un livello pari, si è in una fase di
equilibrio. Lo scopo è che, alla fine di una giornata (o, meglio, di un ciclo circadiano) o di un tempo stabilito dall’utente, si arrivi al completamento di tutti i cerchi fino a quasi la totalità (il cerchio deve sempre essere quasi completo, non può arrivare ad un completamento totale, altrimenti vi è un segnale di allarme).
L’idea grafica di questo artefatto nasce da quella dell’orologio polare.
4. Concetti chiave per un applicativo
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FASE 3: REALIZZAZIONE
7. Supporti
Campagna “Prenditi il tempo!”
I supporti su cui verrà diffusa la campagna saranno:
Elettronici
- Siti web
- TV
- radio
Cartacei
- Riviste
- Giornali
- Adesivi
- Ev. manifesti
Oggetti fisici
- Cartello stradale
- Pulsante “STOP” sul computer
- Cartellino da appendere alla maniglia
Nei casi illustrati a fianco, troviamo quello della televisione. La campagna consiste
nel regalare un po’ di (non)tempo, ovvero dare agli spettatori un tot (un minuto, ad
esempio) durante il quale poter fare quello che si vuole. Comparirà quindi la schermata raffigurata con una breve spiegazione, simile a quella presente nella rivista in
basso. Seguendo questa logica, si può applicare il medesimo concetto su diverse
declinazioni. Per la radio, ad esempio, sarebbe un minuto di silenzio, nel cartello
stradale vorrebbe dire di prendersi una sosta e così via.
Nei siti web avrebbe la forma di un banner o un advertising di forma quadrata, a
dipendenza della pagina che ospita la nostra pubblicità.
7. Supporti
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Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
7. Supporti
Il pulsante “STOP” (qui a fianco) avrebbe una funzione universale sul proprio supporto elettronico, bloccando ogni attività e mettendosi in “stop” (uno stato in cui
il consumo è al minimo e i dischi sono fermi, ma la memoria temporanea rimane,
per quando si riattiva il dispositivo). Eventualmente potrà essere impostata una
funzione supplementare che avvisi anche i social network o sistemi di instant chat
e call, nei quali si ha effettuato l’accesso in quel momento, aggiornando il proprio
stato in “pausa” o altro.
Per quanto riguarda il cartellino da appendere alla maniglia della porta, lo si potrebbe usare nei momenti dove appunto si vuole staccare dal “negotium” presi
spontaneamente o in risposta ai messaggi sopracitati, così come pure nei momenti in cui lo si fa seguendo i consigli del proprio applicativo “NEGOTIUM”.
Per quest’ultimo utilizzo, usando il termine “otium” contro “negotium”, ho elaborato una variante che permetta di commutare lo stato anche tramite questo cartellino, dalla doppia faccia.
NEGOTIUM
MODE
OTIUM
MODE
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Applicativo “NEGOTIUM”
L’applicativo potrà essere installato su diverse piattaforme:
- Personal computer
- Laptop
- Tablet-PC
- Smatphones
- Altri dispositivi compatibili
7. Supporti
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Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
8. Scenari d’uso dell’applicazione
Questo esempio mostra un possibile utilizzo su un dispositivo mobile, come lo
smartphone. L’immagine dei cerchi può essere impostata come costante sul desktop, ovvero sullo sfondo dove solitamente compare anche l’orologio. L’oggetto
è sempre cliccabile sia al centro, per definire se si è in uno stato di “otium” o di “negotium”, sia su ogni cerchio colorato, per impostarla come attività corrente.
A seguire vedremo il percorso svolto in una situazione come quella qui mostrata,
dove il cerchio dello stress è quasi al completo e sopraggiungerà cosi un segnale di
allarme (vedi prossima pagina).
4. Concetti chiave per un applicativo
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Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
1. In una fase di quasi completezza
del cerchio dello stress, compare il
segnale di allarme indicante il motivo
che l’ha fatto scaturire.
4. Concetti chiave per un applicativo
2. Cliccando sul segnale si ritorna alla
schermata precedente, con il cerchio
in questione selezionato. Quando un
cerchio è selezionato, compare una
finestra contenente i dati relativi misurati e calcolati, in questo caso il
battito cardiaco, la pressione e un
calcolo della velocità del “cambiamento”, inteso come indice per stabilire che si va ad un ritmo più accelerato del dovuto (rispetto all’ideale).
3. A questo punto, se si vuole ristabilire l’equilibrio, occorre commutare il
tipo di attività svolta in questo momento, così da riparare allo stress eccessivo. Si deve in questo caso passare da una fase di “negotium” ad
una di “otium”, cliccando sul cerchio
situato nel mezzo.
4. Si passa quindi alla fase di
“otium”, durante la quale possiamo
svolgere un’attività a noi prediletta
in questo momento, ci si può semplicemente rilassare, prendere cura di
noi stessi o dormire.
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Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
5.Una volta scelta l’attività, si clicca
sul cerchio relativo per segnalarlo al
programma, che di conseguenza ne
terrà conto per la visualizzazione del
proprio stato.
4. Concetti chiave per un applicativo
6. Scegliendo, ad esempio, il dormire
verrà visualizzata l’ipotetica attività
celebrale, quella fisica e il guadagno
energetico dato da quest’attività.
Dal momento che si clicca, la circonferenza comincia ad aumentare e le
percentuali a cambiare, in base anche ai battiti misurati.
7. A questo punto, ipotizzando che
l’utente si sia svegliato e abbia ora intenzione di svolgere qualche altra attività di “otium”, si seleziona il cerchio relativo al “relax”. In questo caso compare una finestra nella quale
poter selezionare più nello specifico
il genere di attività svolta, dal momento che esse possono avere influssi diversi sul guadagno o il dispendio dii energia e di altri fattori.
8. Qui possiamo appunto vedere l’incremento del cerchio del sonno, del
relax e la conseguente diminuzione
di quello dello stress.
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Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
4. Concetti chiave per un applicativo
9. Infine, una volta incrementati i
cerchi relativi allo stato di “otium”, si
può ritornare alla fase di “negotium”
oppure continuare con le attività. Se
tuttavia il sonno o il relax si protraggono troppo a lungo, arrivando quasi alla completezza, come nel caso
del cerchio verde di questa schermata, allora si tende ad essere troppo
oziosi, pertanto bisognerà equilibrarsi lavorando o muovendosi un po’.
10. Nel caso che l’utente non passi
comunque alla fase di “negotium” di
sua iniziativa, al completamento del
cerchio di relax compare un segnale
simile a quello di allarme ma in senso
opposto. È simile ad un segnale di
completamento che indica che esso
è terminato con successo. Sottilmente indica anche che è il momento per
cambiare attività.
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Miriam Genchev ­- CV3 - Campagna informativa
9. Video esplicativo
Per far capire quanto spiegato sopra ad un aspirante utente che, vista la campagna
per il pubblico, ha deciso di usare l’applicativo e cerca maggiori informazioni al riguardo, ho valutato che al posto di una pagina con le istruzioni, un video fosse più
esplicativo. L’utilizzo può essere spiegato in breve con le schermate precedenti, ma
per far capire all’utente il modo di usarlo, lo spirito, l’intento, ci vuole qualcosa di
più universale, che facilmente sia visibile e abbia una diffusione più vasta grazie ai
media ed i social network. In questo modo, anche il video stesso potrà aiutare per
la campagna “STOP”, altrimenti non collegata direttamente all’artefatto personale (poiché priva di indicazioni), anche se comunque coerente pure a sé stante.
Eventualmente si può ipotizzare uno scenario d’uso come quello della televisione,
dove in seguito al minuto di vuoto dato dalla campagna “STOP”, potrebbe esserci
un video simile che mostri anche l’applicativo personale.
4. Concetti chiave per un applicativo
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OTHIUM – Dossier di progetto