ACTA ORDINIS FRATRUM MINORUM VEL AD ORDINEM QUOQUO MODO PERTINENTIA IUSSU ET AUCTORITATE Fr. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO TOTIUS ORD. FR. MIN. MINISTRI GENERALIS IN COMMODUM PRAESERTIM RELIGIOSORUM SIBI SUBDITORUM IN LUCEM AEDITA Veritatem facientes in caritate (Eph. 4,15). Peculiari prorsus laude dignum putavimus, dilecte Fili, consilium quo horum Actorum collectio atque editio suscepta est. (Ex Epist. L eonis P p . XIII ad Min. Gen.) ROMA CURIA GENERALIS ORDINIS CUM APPROBATIONE ECCLESIASTICA Fr. José R. Carballo, ofm, Min. Gen. Fr. Luigi Perugini Director Fr. Gianpaolo Masotti Director responsabilis Autoriz. N. 10240 del Trib. di Roma, 8-3-1965 Impaginazione e grafica John Abela per l’Ufficio Comunicazioni OFM – Roma Stampato dalla Tipografia Mancini s.a.s. – Tivoli (Roma) nel mese di gennaio dell’anno 2010 EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 1. Discorso di Benedetto XVI alla cittadinanza di Bagnoregio Braccio”, mantenete viva la memoria e approfondite la dottrina, specialmente mediante il Centro di Studi Bonaventuriani fondato da Piazza Sant’Agostino, Bagnoregio, Bonaventura Tecchi, che con cadenza annuale 6 settembre 2009 promuove qualificati convegni di studio a lui dedicati. CERCATORE DI DIO Non è facile sintetizzare l’ampia dottrina E CANTORE DEL CREATO filosofica, teologica e mistica lasciataci da san Bonaventura. In questo Anno Sacerdotale vorCari fratelli e sorelle! rei invitare specialmente i sacerdoti a mettersi alla scuola di questo grande Dottore della La solenne celebrazione eucaristica di que- Chiesa per approfondirne l’insegnamento di sta mattina a Viterbo ha aperto la mia visita sapienza radicata in Cristo. Alla sapienza, che pastorale alla vostra Comunità diocesana, e fiorisce in santità, egli orienta ogni passo della questo nostro incontro qui a Bagnoregio, pra- sua speculazione e tensione mistica, passanticamente la chiude. Vi saluto tutti con affetto: do per i gradi che vanno da quella che chiama Autorità religiose, civili e militari, sacerdoti, “sapienza uniforme” concernente i principi religiosi e religiose, operatori pastorali, giova- fondamentali della conoscenza, alla “sapienni e famiglie, e vi ringrazio per la cordialità za multiforme”, che consiste nel misterioso con cui mi avete accolto. Rinnovo il mio rin- linguaggio della Bibbia, e poi alla “sapienza graziamento in primo luogo al vostro Vescovo onniforme”, che riconosce in ogni realtà creata per le sue affettuose parole che hanno richia- il riflesso del Creatore, sino alla “sapienza inmato il mio legame con san Bonaventura. E forme”, l’esperienza cioè dell’intimo contatto saluto con deferenza il Sindaco di Bagnoregio, mistico con Dio, allorché l’intelletto dell’uograto per il cortese benvenuto che mi ha indi- mo sfiora in silenzio il Mistero infinito (cfr rizzato a nome di tutta la Città. J. Ratzinger, San Bonaventura e la teologia Giovanni Fidanza, che divenne poi fra’ della storia, Ed. Porziuncola, 2006, pp. 92ss). Bonaventura, unisce il suo nome a quello di Nel ricordo di questo profondo ricercatore ed Bagnoregio nella nota presentazione che di se amante della sapienza, vorrei inoltre espristesso fa nella Divina Commedia. Dicendo: mere incoraggiamento e stima per il servizio “Io son la vita di Bonaventura da Bagnoregio, che, nella Comunità ecclesiale, i teologi sono che nei grandi offici sempre posposi la sinistra chiamati a rendere a quella fede che cerca l’incura” (Dante, Paradiso XII,127-129), sottoli- telletto, quella fede che è “amica dell’intelnea come negli importanti compiti che ebbe a ligenza” e che diventa vita nuova secondo il svolgere nella Chiesa, pospose sempre la cura progetto di Dio. delle realtà temporali (“la sinistra cura”) al beDal ricco patrimonio dottrinale e mistico di ne spirituale delle anime. Qui, a Bagnoregio, san Bonaventura mi limito questa sera a traregli trascorse la sua infanzia e l’adolescenza; re qualche “pista” di riflessione, che potrebbe seguì poi san Francesco, verso il quale nutriva risultare utile per il cammino pastorale della speciale gratitudine perché, come ebbe a scri- vostra Comunità diocesana. Egli fu, in privere, quando era bambino lo aveva “strappato mo luogo, un instancabile cercatore di Dio dalle fauci della morte” (Legenda Maior, Pro- sin da quando frequentava gli studi a Parigi, logus, 3,3) e gli aveva predetto “Buona ventu- e continuò ad esserlo sino alla morte. Nei suoi ra”, come ha ricordato poc’anzi il vostro Sin- scritti indica l’itinerario da percorrere. “Poidaco. Con il Poverello di Assisi seppe stabilire ché Dio è in alto – egli scrive - è necessario un legame profondo e duraturo, traendo da che la mente si innalzi a Lui con tutte le forze” lui ispirazione ascetica e genio ecclesiale. Di (De reductione artium ad theologiam, n. 25). questo vostro illustre concittadino voi custo- Traccia così un percorso di fede impegnativo, dite gelosamente l’insigne reliquia del “Santo nel quale non basta “la lettura senza l’unzione, 326 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 la speculazione senza la devozione, la ricerca senza l’ammirazione, la considerazione senza l’esultanza, l’industria senza la pietà, la scienza senza la carità, l’intelligenza senza l’umiltà, lo studio senza la grazia divina, lo specchio senza la sapienza divinamente ispirata” (Itinerarium mentis in Deum, prol. 4). Questo cammino di purificazione coinvolge tutta la persona per arrivare, attraverso Cristo, all’amore trasformante della Trinità. E dato che Cristo, da sempre Dio e per sempre uomo, opera nei fedeli una creazione nuova con la sua grazia, l’esplorazione della presenza divina diventa contemplazione di Lui nell’anima “dove Egli abita con i doni del suo incontenibile amore” (ibid. IV,4), per essere alla fine trasportati in Lui. La fede è pertanto perfezionamento delle nostre capacità conoscitive e partecipazione alla conoscenza che Dio ha di se stesso e del mondo; la speranza l’avvertiamo come preparazione all’incontro con il Signore, che segnerà il pieno compimento di quell’amicizia che fin d’ora ci lega a Lui. E la carità ci introduce nella vita divina, facendoci considerare fratelli tutti gli uomini, secondo la volontà del comune Padre celeste. Oltre che cercatore di Dio, san Bonaventura fu serafico cantore del creato, che, alla sequela di san Francesco, apprese a “lodare Dio in tutte e per mezzo di tutte le creature”, nelle quali “risplendono l’onnipotenza, la sapienza e la bontà del Creatore” (ibid. I,10). San Bonaventura presenta del mondo, dono d’amore di Dio agli uomini, una visione positiva: riconosce nel mondo il riflesso della somma Bontà e Bellezza che, sulla scia di sant’Agostino e san Francesco, afferma essere Dio stesso. Tutto ci è stato dato da Dio. Da Lui, come da fonte originaria, scaturisce il vero, il bene e il bello. Verso Dio, come attraverso i gradini di una scala, si sale sino a raggiungere e quasi afferrare il Sommo Bene e in Lui trovare la nostra felicità e la nostra pace. Quanto sarebbe utile che anche oggi si riscoprisse la bellezza e il valore del creato alla luce della bontà e della bellezza divine! In Cristo, l’universo stesso, nota san Bonaventura, può tornare ad essere voce che parla di Dio e ci spinge ad esplorarne la presenza; ci esorta ad onorarlo e glorificarlo in tutte le cose (cfr ibid. I,15). Si avverte qui l’animo di san Francesco, di cui il nostro Santo condivise l’amore per tutte le creature. San Bonaventura fu messaggero di speranza. Una bella immagine della speranza la troviamo in una delle sue prediche di Avvento, dove paragona il movimento della speranza al volo dell’uccello, che dispiega le ali nel modo più ampio possibile, e per muoverle impiega tutte le sue forze. Rende, in un certo senso, tutto se stesso movimento per andare in alto e volare. Sperare è volare, dice san Bonaventura. Ma la speranza esige che tutte le nostre membra si facciano movimento e si proiettino verso la vera altezza del nostro essere, verso le promesse di Dio. Chi spera - egli afferma - “deve alzare il capo, rivolgendo verso l’alto i suoi pensieri, verso l’altezza della nostra esistenza, cioè verso Dio” (Sermo XVI, Dominica I Adv., Opera omnia, IX, 40a). Il Signor Sindaco nel suo discorso ha posto la domanda: “Che cosa sarà Bagnoregio domani?”. In verità tutti ci interroghiamo circa l’avvenire nostro e del mondo e quest’interrogativo ha molto a vedere con la speranza, di cui ogni cuore umano ha sete. Nell’Enciclica Spe salvi ho notato che non basta però una qualsiasi speranza per affrontare e superare le difficoltà del presente; è indispensabile una “speranza affidabile”, che, dandoci la certezza di giungere ad una meta “grande”, giustifichi “la fatica del cammino” (cfr n.1). Solo questa “grande speranza-certezza” ci assicura che nonostante i fallimenti della vita personale e le contraddizioni della storia nel suo insieme, ci custodisce sempre il “potere indistruttibile dell’Amore”. Quando allora a sorreggerci è tale speranza non rischiamo mai di perdere il coraggio di contribuire, come hanno fatto i santi, alla salvezza dell’umanità, aprendo noi stessi e il mondo all’ingresso di Dio: della verità, dell’amore, della luce (cfr n. 35). Ci aiuti san Bonaventura a “dispiegare le ali” della speranza che ci spinge ad essere, come lui, incessanti cercatori di Dio, cantori delle bellezze del creato e testimoni di quell’Amore e di quella Bellezza che “tutto muove”. Grazie, cari amici, ancora una volta per la vostra accoglienza. Mentre vi assicuro un ricordo nella preghiera imparto, per intercessione di san Bonaventura e specialmente di Maria, Vergine fedele e Stella della speranza, una speciale Benedizione Apostolica, che volentieri estendo a tutti gli abitanti di questa Terra bella e ricca di santi. Grazie per la vostra attenzione! Benendetto XVI [L’Osservatore Romano, 7-8 settembre 2009, p. 8] EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 2. Messaggio per la giornata missionaria mondiale 2009 Domenica, 18 ottobre 2009 “LE NAZIONI CAMMINERANNO ALLA SUA LUCE” In questa domenica, dedicata alle missioni, mi rivolgo innanzitutto a voi, Fratelli nel ministero episcopale e sacerdotale, e poi anche a voi, fratelli e sorelle dell’intero Popolo di Dio, per esortare ciascuno a ravvivare in sé la consapevolezza del mandato missionario di Cristo di fare “discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19), sulle orme di san Paolo, l’Apostolo delle Genti. “Le nazioni cammineranno alla sua luce” (Ap 21,24)). Scopo della missione della Chiesa infatti è di illuminare con la luce del Vangelo tutti i popoli nel loro cammino storico verso Dio, perché in Lui abbiano la loro piena realizzazione ed il loro compimento. Dobbiamo sentire 1’ansia e la passione di illuminare tutti i popoli, con la luce di Cristo, che risplende sul volto della Chiesa, perché tutti si raccolgano nell’unica famiglia umana, sotto la paternità amorevole di Dio. È in questa prospettiva che i discepoli di Cristo sparsi in tutto il mondo operano, si affaticano, gemono sotto il peso delle sofferenze e donano la vita. Riaffermo con forza quanto più volte è stato detto dai miei venerati Predecessori: la Chiesa non agisce per estendere il suo potere o affermare il suo dominio, ma per portare a tutti Cristo, salvezza del mondo. Noi non chiediamo altro che di metterci al servizio dell’umanità, specialmente di quella più sofferente ed emarginata, perché crediamo che “l’impegno di annunziare il Vangelo agli uomini del nostro tempo... è senza alcun dubbio un servizio reso non solo alla comunità cristiana, ma anche a tutta l’umanità” (Evangelii nuntiandi, 1), che “conosce stupende conquiste, ma sembra avere smarrito il senso delle realtà ultime e della stessa esistenza” (Redemptoris missio, 2). 1. Tutti i Popoli chiamati alla salvezza L’umanità intera, in verità, ha la vocazione radicale di ritornare alla sua sorgente, che è Dio, nel Quale solo troverà il suo compimento finale mediante la restaurazione di tutte le cose in Cristo. La dispersione, la molteplicità, il conflitto, l’inimicizia saranno rappacificate e 327 riconciliate mediante il sangue della Croce, e ricondotte all’unità. L’inizio nuovo è già cominciato con la risurrezione e l’esaltazione di Cristo, che attrae tutte le cose a sé, le rinnova, le rende partecipi dell’eterna gioia di Dio. Il futuro della nuova creazione brilla già nel nostro mondo ed accende, anche se tra contraddizioni e sofferenze, la speranza di vita nuova. La missione della Chiesa è quella di “contagiare” di speranza tutti i popoli. Per questo Cristo chiama, giustifica, santifica e invia i suoi discepoli ad annunciare il Regno di Dio, perché tutte le nazioni diventino Popolo di Dio. È solo in tale missione che si comprende ed autentica il vero cammino storico dell’umanità. La missione universale deve divenire una costante fondamentale della vita della Chiesa. Annunciare il Vangelo deve essere per noi, come già per l’apostolo Paolo, impegno impreteribile e primario. 2. Chiesa pellegrina La Chiesa universale, senza confini e senza frontiere, si sente responsabile dell’annuncio del Vangelo di fronte a popoli interi (Evangelii nuntiandi, 53). Essa, germe di speranza per vocazione, deve continuare il servizio di Cristo al mondo. La sua missione e il suo servizio non sono a misura dei bisogni materiali o anche spirituali che si esauriscono nel quadro dell’esistenza temporale, ma di una salvezza trascendente, che si attua nel Regno di Dio (cfr Evangelii nuntiandi, 27). Questo Regno, pur essendo nella sua completezza escatologico e non di questo mondo (cfr Gv 18,36), è anche in questo mondo e nella sua storia forza di giustizia, di pace, di vera libertà e di rispetto della dignità di ogni uomo. La Chiesa mira a trasformare il mondo con la proclamazione del Vangelo dell’amore, “che rischiara sempre di nuovo un mondo buio e ci dà il coraggio di vivere e di agire e... in questo modo di far entrare la luce di Dio nel mondo” (Deus caritas est, 39). È a questa missione e servizio che, anche con questo Messaggio, chiamo a partecipare tutti i membri e le istituzioni della Chiesa. 3. Missio ad gentes La missione della Chiesa, perciò, è quella di chiamare tutti i popoli alla salvezza operata da Dio tramite il Figlio suo incarnato. È necessario pertanto rinnovare l’impegno di annunciare il Vangelo, che è fermento di libertà e di 328 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 progresso, di fraternità, di unità e di pace (cfr Ad gentes, 8). Voglio “nuovamente confermare che il mandato d’evangelizzare tutti gli uomini costituisce la missione essenziale della Chiesa” (Evangelii nuntiandi, 14), compito e missione che i vasti e profondi mutamenti della società attuale rendono ancor più urgenti. È in questione la salvezza eterna delle persone, il fine e compimento stesso della storia umana e dell’universo. Animati e ispirati dall’Apostolo delle genti, dobbiamo essere coscienti che Dio ha un popolo numeroso in tutte le città percorse anche dagli apostoli di oggi (cfr At 18,10). Infatti “la promessa è per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro” (At 2,39). La Chiesa intera deve impegnarsi nella missio ad gentes, fino a che la sovranità salvifica di Cristo non sia pienamente realizzata: “Al presente non vediamo ancora che ogni cosa sia a Lui sottomessa” (Eb 2,8). base ad una logica umana o contando sulle ragioni della forza, ma seguendo la via della Croce e facendosi, in obbedienza filiale al Padre, testimone e compagna di viaggio di questa umanità. Alle Chiese antiche come a quelle di recente fondazione ricordo che sono poste dal Signore come sale della terra e luce del mondo, chiamate a diffondere Cristo, Luce delle genti, fino agli estremi confini della terra. La missio ad gentes deve costituire la priorità dei loro piani pastorali. Alle Pontificie Opere Missionarie va il mio ringraziamento e incoraggiamento per l’indispensabile lavoro che assicurano di animazione, formazione missionaria e aiuto economico alle giovani Chiese. Attraverso queste Istituzioni pontificie si realizza in maniera mirabile la comunione tra le Chiese, con lo scambio di doni, nella sollecitudine vicendevole e nella comune progettualità missionaria. 4. Chiamati ad evangelizzare anche mediante il martirio 5. Conclusione In questa Giornata dedicata alle missioni, ricordo nella preghiera coloro che della loro vita hanno fatto un’esclusiva consacrazione al lavoro di evangelizzazione. Una menzione particolare è per quelle Chiese locali, e per quei missionari e missionarie che si trovano a testimoniare e diffondere il Regno di Dio in situazioni di persecuzione, con forme di oppressione che vanno dalla discriminazione sociale fino al carcere, alla tortura e alla morte. Non sono pochi quelli che attualmente sono messi a morte a causa del suo “Nome”. È ancora di tremenda attualità quanto scriveva il mio venerato Predecessore, Papa Giovanni Paolo II: “La memoria giubilare ci ha aperto uno scenario sorprendente, mostrandoci il nostro tempo particolarmente ricco di testimoni che, in un modo o nell’altro, hanno saputo vivere il Vangelo in situazioni di ostilità e persecuzione, spesso fino a dare la prova suprema del sangue” (Novo millennio ineunte, 41). La partecipazione alla missione di Cristo, infatti, contrassegna anche il vivere degli annunciatori del Vangelo, cui è riservato lo stesso destino del loro Maestro. “Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15,20). La Chiesa si pone sulla stessa via e subisce la stessa sorte di Cristo, perché non agisce in La spinta missionaria è sempre stata segno di vitalità delle nostre Chiese (cfr Redemptoris missio, 2). È necessario, tuttavia, riaffermare che l’evangelizzazione è opera dello Spirito e che prima ancora di essere azione è testimonianza e irradiazione della luce di Cristo (cfr Redemptoris missio, 26) da parte della Chiesa locale, la quale invia i suoi missionari e missionarie per spingersi oltre le sue frontiere. Chiedo perciò a tutti i cattolici di pregare lo Spirito Santo perché accresca nella Chiesa la passione per la missione di diffondere il Regno di Dio e di sostenere i missionari, le missionarie e le comunità cristiane impegnate in prima linea in questa missione, talvolta in ambienti ostili di persecuzione. Invito, allo stesso tempo, tutti a dare un segno credibile di comunione tra le Chiese, con un aiuto economico, specialmente nella fase di crisi che sta attraversando l’umanità, per mettere le giovani Chiese locali in condizione di illuminare le genti con il Vangelo della carità. Ci guidi nella nostra azione missionaria la Vergine Maria, stella della Nuova Evangelizzazione, che ha dato al mondo il Cristo, posto come luce delle genti, perché porti la salvezza “sino all’estremità della terra” (At 13,47). A tutti la mia Benedizione. Dal Vaticano, 29 giugno 2009 Benedetto XVI EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 3. The II Special Assembly for Africa of the Synod of Bishops MESSAGE TO THE PEOPLE OF GOD During the Eighteenth General Congregation held this morning, Friday 23th October 2009, the Synodal Fathers approved the Nuntius (Message), at the conclusion of the II Special Assembly for Africa of the Synod of Bishops. INTRODUCTION 1. It was a special gift of grace and like a last will and testament to Africa when the Servant of God Pope John Paul II, towards the end of his life, on November 13th, 2004, announced his intention to convoke a Second Special Assembly for Africa of the Synod of Bishops. This same intention was confirmed by his successor, our Holy Father, Pope Benedict XVI, on the 22nd of June, 2005, in one of the first major decisions of his pontificate. As we gather here for this Synod, from all countries of Africa and Madagascar and the adjacent Islands, with brother bishops and colleagues from all continents, with and under the Head of the Episcopal College, with the participation of some fraternal delegates from other Christian traditions, we thank God for this providential opportunity to celebrate the blessings of the Lord on our continent, to assess our stewardship as Pastors of God’s flock, and to seek fresh inspiration and encouragement for the tasks and challenges that lie ahead. It is now fifteen years since the First Assembly in 1994. The teachings and directives of the Post Synodal Apostolic Exhortation Ecclesia in Africa have not ceased to be a valid guide for our pastoral efforts. In this follow-up assembly, however, the Synod has been able to concentrate on a theme of the greatest urgency for Africa: our service to reconciliation, justice and peace in a continent that is very much in dire need of these graces and virtues. 2. We started our work here with an inaugural celebration of the Holy Eucharist, presided over by His Holiness, Pope Benedict XVI, invoking the Holy Spirit to “lead us into all truth” (Jn 16:13). On that occasion, the Pope reminded us that the Synod is not primarily a study session. Rather, it is God’s initiative, calling 329 us to listen: listen to God, to one another and to the world around us, in an atmosphere of prayer and reflection.3. As we prepare to disperse to our various places of assignment, with renewed commitment and courage, we wish to address this message to the whole Church, Family of God, especially to the Church in Africa: to our brother bishops on whose behalf we are here; to the priests, deacons, religious and all the lay faithful, and to all whose hearts God may open to listen to our words. PART I LOOKING AT AFRICA TODAY 4. We live in a world full of contradictions and deep crisis. Science and technology are making giant strides in all aspects of life, equipping humanity with all that it takes to make our planet a beautiful place for us all. Yet tragic situations of refugees, abject poverty, disease and hunger are still killing thousands on a daily basis. 5. In all this, Africa is the most hit. Rich in human and natural resources, many of our people are still left to wallow in poverty and misery, wars and conflicts, crisis and chaos. These are very rarely caused by natural disasters. They are largely due to human decisions and activities by people who have no regard for the common good and this often through a tragic complicity and criminal conspiracy of local leaders and foreign interests. 6. But Africa must not despair. The blessings of God are still abundant, waiting to be prudently and justly employed for the good of her children. Where the conditions are right, her children have proved that they can reach, and have indeed reached, the height of human endeavours and competence. There is much good news in many parts of Africa. But the modern media often tend to emphasize bad news and thus seem to focus more on our woes and defects than on the positive efforts that we are making. Nations have emerged from long years of war and are moving gradually along the path of peace and prosperity. Good governance is making appreciable positive impact in some African nations, challenging others to review past and present bad habits. Signals abound of many initiatives seeking to bring effective solutions to our problems. This Synod, precisely by its theme, hopes to be part of such positive initiatives. We call on all and sundry to join hands to address the challenges 330 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 of Reconciliation, Justice and Peace in Africa. Many are suffering and dying: there is no time to waste. 7. Our office as bishops obliges us to consider everything in the light of faith. Soon after the publication of EIA, the bishops of Africa, through the Symposium of Episcopal Conferences of Africa and Madagascar (SECAM), published a pastoral letter, with the title: “Christ our Peace” (cf. Final Document of the Plenary Assembly of SECAM at Rocca di Papa, 1-8 October 2000, published in Accra, 2001). During this assembly, we have frequently reminded ourselves that the initiative for all reconciliation and peace comes from God. As the Apostle Paul declares: “God was in Christ reconciling the world to himself”. This is done by his gratuitous gift of pardon without condition, “not counting their trespasses against them” (2Cor 5:17-20) and thus introducing us to his peace. As for justice, this too is God’s doing, through his justifying grace in Christ. 8. In the same passage, St. Paul goes on to say that God is “entrusting to us the message of reconciliation”, and has indeed appointed us “ambassadors for Christ, God making his appeal through us”. This is the exalted mandate that we have received from our merciful and compassionate God. The Church in Africa, both as family of God and as individual faithful has the duty to be instruments of peace and reconciliation, after the heart of Christ, who is our peace and reconciliation. And it shall be able to do this to the extent that she is herself reconciled to God. Her strategies for reconciliation, justice and peace in society must go beyond and deeper than how the world handles these matters. Like St. Paul, the Synod calls on all the people of Africa: “We beseech you on behalf of Christ, be reconciled to God” (2Cor 5:20). In other words, we call on all to allow themselves to be reconciled to God. It is this that opens the way to genuine reconciliation among persons. It is this that can break the vicious circle of offence, revenge and counter attack. In all this, the virtue of pardon is crucial, even before any admission of guilt. Those who say that pardon does not work should try revenge and see. True pardon promotes the justice of repentance and reparation, leading to a peace that goes to the roots of conflict, making friends, brothers and sisters out of former victims and enemies. Since it is God who makes this kind of reconciliation possible, we must give adequate place for prayer and the sacraments in this ministry, especially the Sacrament of Penance. PART III TO THE WORLD-CHURCH 9. This Synod is beaming its light of concern and solidarity on the continent of Africa. We thank the Holy Father for walking with Africa in her struggles and defending her cause with the full weight of his enormous, moral authority. Like his predecessors, he has always been a true friend of Africa and of Africans. In addressing our challenges, we have been enriched and guided by the treasures and wisdom of the magisterium of the Popes on socio-political issues. In this regard, The Compendium of the Social Doctrine of the Church is a vademecum and resource-material which we hereby earnestly recommend to all our lay faithful, especially those in high office in our communities. 10. The Holy See has set up many direct initiatives for the development and good of Africa. A case in point is the John Paul II Sahel Foundation to fight against desertification of the Sahel regions. Nor can we underestimate the great services which the pontifical representatives render in our local Churches. Today, the Holy See has nuncios in 50 out of the 53 nations of Africa. This is a strong indication of the commitment of the Holy See to the service of the continent. For this, the Synod expresses deep appreciation. 11. We greet with fraternal affection the entire Church beyond the coasts of Africa, all of us members of the same Family of God scattered all over the world. The presence and active participation of delegates from other continents at this assembly confirms our bond of effective and affective collegiality. We thank all those local Churches who have been reaching out to render service in and for Africa in both the spiritual and material domains. In the area of reconciliation, justice and peace, the Church in Africa will continue to count on the effective advocacy of Church leaders in those rich and powerful countries whose policies, actions or inactions go to cause or aggravate the predicament of Africa. There is a special historic link between Europe and Africa. In this regard, therefore, the existing relationship between the two continental episcopal bodies, the Council of Episcopal Conferences EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS of Europe (CCEE) and SECAM needs to be strengthened and deepened. We also welcome with joy the emergent fraternal rapport between the Church in Africa and the Church in the Americas. 12. Many sons and daughters of Africa have left home to seek abode in other continents. Many of them are doing well, contributing validly to the life of their new resident countries. Others are just struggling to survive. We recommend them all to the adequate pastoral care of the Church-Family of God, wherever they are. “I was a stranger and you made me welcome” (Mt 25:35) is not only a parable about the end of the world but also a duty to be accomplished today. The Church in Africa thanks God for many of her sons and daughters who are missionaries on other continents. In this holy exchange of gifts, it is important that all the stakeholders continue to work for a transparent, fair, dignified and Christian relationship. During the Synod session, the Church in Africa accepted the challenge to take an interest in people of African descent in other continents, especially the Americas. 13. At this point, this Synod feels the duty to express deep appreciation to the many missionaries, clergy, religious and lay faithful, from other continents who have brought the faith to most of the countries of Africa, many of whom are still working there with zeal and heroic dedication. Special thanks go to those who have remained with their people even in times of war and grave crisis. Some have even paid for their fidelity with their very lives. PART IV THE CHURCH IN AFRICA 14. We recall with just pride that Christianity has been in Africa since its very beginning, in Egypt and Ethiopia, and soon after in other parts of North Africa. This ancient Church has enriched the universal Church with prestigious theological, spiritual and liturgical traditions, illustrious saints and martyrs, as Pope John Paul II has so eloquently pointed out (cf. EIA, 31). The Churches of Egypt and Ethiopia, which have survived numerous trials and persecutions, deserve high regard, and closer collaboration with the much younger Churches in the rest of the continent. Such collaboration is particularly important if we consider the thousands of migrants and young students from south of the Sahara doing higher studies in the 331 Maghreb. Many of them are Catholics, bringing with them their attachment to the faith, which greatly refreshes the local Church of their place of residence. The Church in these places, and other places made up mainly of foreigners, counts on the solidarity of the Sister-Churches of Africa to send Fidei Donum priests and other missionaries. 15. All over the continent, the Church will continue to march in solidarity with her people. The joys and sorrows, the hopes and aspirations of our people are our own too (cf. GS,1). We are convinced that the first and most specific contribution of the Church to the people of Africa is to proclaim the Gospel of Christ. We are therefore committed to pursuing vigorously the proclamation of the Gospel to the people of Africa, for “life in Christ is the first and principal factor of development”, as Pope Benedict XVI says in Caritas in veritate (CV, 8). For a commitment to development comes from a change of heart, and a change of heart comes from conversion to the Gospel. In this light, we accept our responsibility to be instruments of reconciliation, justice and peace in our communities, “ambassadors for Christ” (2Cor 5:20), who is our peace and reconciliation. In this regard, all members of the Church, clergy, religious and lay faithful, must be mobilised to work together in the unity that brings strength. We are challenged and encouraged by the African proverb which says that “an army of well organised ants can bring down an elephant”. We should not be afraid of, less still be discouraged, by the enormity of the problems of our continent. 16. The Church in Africa gladly welcomes the call made in the Synod Hall for a “SouthSouth” collaboration in our efforts. Many of the problems of and pressures on Africa are found also in Asia and Latin America. We believe that we have a lot to gain by not only comparing notes but also joining hands. May the Lord show us the way forward in this direction. 17. SECAM is the institution of the organic pastoral solidarity of the Church hierarchy in Africa (cf. EIA, 16). Unfortunately, this irreplaceable organ has not received the support that it should have, even from the bishops of Africa. We thank God that this Synod has been a blessed opportunity to highlight the importance of SECAM. There is every reason to believe that the calls made by many Synod Fathers for greater commitment to SECAM have 332 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 not fallen on deaf ears. As we prepare to return home, we are committed to give SECAM the little that it needs to fulfil its mission. Established at the initiative of SECAM and operating in loyal communion with her, the Confederation of Conferences of Major Superiors of Africa and Madagascar (COMSAM), is gradually growing into an effective instrument of promoting on the continental level organic pastoral solidarity in the life and apostolate of the religious in Africa. The Synod welcomes their valid contribution to the life and mission of the Church in Africa. 18. As bishops, we challenge ourselves to work in unity in our various Episcopal Conferences and Assembly, giving our nations a model of a reconciled and just national institution, ready to offer ourselves as artisans of peace and reconciliation, whenever and wherever called upon. We commend those bishops who have been playing such roles, especially on an ecumenical and/or interfaith basis, as we have seen them do in places like Mali, Democratic Republic of the Congo, Burkina Faso, Senegal, Niger and others. The unity of the episcopacy is a source of great strength, while its absence wastes energies, frustrates efforts and gives room for the enemies of the Church to neutralise our witness. An important area where such national cooperation and cohesion is very useful is in the media and social communications. Since EIA was published, there has been a veritable explosion of Catholic radio stations in Africa, from only about 15 in 1994 to over 163 today in 32 nations. We commend those nations which have encouraged this development. We call on those nations which still have reservations in this regard to review their policies, for the good of their nations and people. 19. Each bishop must put issues of reconciliation justice and peace high up on the pastoral agenda of his diocese. He should ensure the establishment of a Justice and Peace Commission at all levels. We should continue to work hard on forming consciences and changing hearts, through effective catechesis at all levels. This must go beyond the “simple catechism” for children and catechumens preparing for the sacraments. We need to put in place an on-going formation programme for all our faithful, especially those in high positions of authority. Our dioceses must be models of good governance, transparency and good financial management. We have to continue to do our best to tackle poverty, which is a major obstacle to peace and reconciliation. Here suggestions for micro-finance schemes deserve careful attention. Finally, as head of his local Church, the bishop has the duty to mobilise all his faithful, and get them involved in their appropriate roles in the planning, formulating, implementing and evaluating of diocesan policies and programmes for reconciliation, justice and peace. 20. The priest is the “necessary and closest collaborator of the bishop”. In this Year for Priests, dear brothers in the priesthood, we address you in particular, who occupy a key position in the apostolate of the diocese. You represent the face of the clergy most visible to the people, both within and outside the Church. Your example of living together in peace across tribal and racial lines can be a powerful witness to others. This is demonstrated, for example, as you gladly welcome whoever the Holy See appoints as bishops over you, irrespective of place of birth. On you will depend much of the implementation of diocesan pastoral plans for reconciliation, justice and peace. Catechesis, formation of the laity, the pastoral care of people in high office; none of these will go far without your full commitment in your parishes and different places of assignment. The Synod exhorts you not to neglect your duty in this area. You will achieve greater success, if you are able to work on the basis of a collaboratory ministry, bringing on board all other segments of the parish community; deacons, religious, catechists, laity, men and women and the youth. In many cases, the priest is among the most enlightened in the local community and sometimes would be expected to play some leadership role in the affairs of the community. You should know how best to offer your services in a non-partisan, pastoral and evangelical way. Your fidelity to the priestly commitment, particularly to a life of celibacy in chastity, as well as detachment from material things is an eloquent witness to the People of God. Many of you have left Africa to offer your missionary services in other continents. When you work in full respect of good order, you project a good image of Africa. The Synod commends your commitment to the missionary task of the Church. May you all receive the reward promised to all those “who have left home… for the sake of the Kingdom” (Lk 18:28). 21. Africa in recent years has also become very fertile ground for religious vocations: EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS priests, brothers and sisters. We thank God for this great blessing. We commend you, our dear consecrated men and women, for the witness of your religious life of evangelical counsels of chastity, poverty and obedience, which often make you prophets and models of reconciliation, justice and peace, in circumstances of extreme pressures. The Synod exhorts you to give maximum effectiveness to your apostolate through loyal and committed communion with the local hierarchy. In particular, the Synod congratulates you, women religious, for your dedication and zeal in your apostolate of health, education and other areas of human development. 22. This Synod turns with deep affection to the lay faithful of Africa. You are the Church of God out in the market places of society. It is in and through you that the life and witness of the Church are made visible to the world. You therefore share in the mandate of the Church to be “ambassadors for Christ” working for reconciliation of people to God and among themselves. This requires of you to allow your Christian faith to permeate every aspect and facet of your lives; in the family, at work, in the professions, in politics and public life. This is no easy task. That is why you must assiduously access the means of grace, through prayer and the sacraments. The scripture text of the theme of our Synod, addressed to all followers of Christ, refers in a special way to you: “You are the salt of the earth…You are the light of the world” (Mt 5:13-14). Here we would like to reiterate the recommendation of Ecclesia in Africa about the importance of Small Christian Communities (cf. EIA, 93). Beyond prayer, you must also arm yourself with sufficient knowledge of the Christian faith to be able to “give a proof of the hope that you bear” (1Pet 3:15) in the market places of ideas. Those higher up among you have the duty to acquire a commensurate level of religious culture. In particular, we strongly recommend the basic sources of Catholic faith: the Holy Bible, The Catechism of the Catholic Church, and most relevant to the theme of the Synod, The Compendium of the Social Doctrine of the Church. All these are available at affordable costs. There is no excuse to remain ignorant in the faith. In this regard, EIA fervently recommended the establishment of Catholic Universities. We thank God that many such institutions have emerged in the last 15 years, and many more are in the pipe-line. This is a 333 project of capital importance. It also costs a lot of money. But it is necessary, if we are to invest for a future of well formed Catholic laity, including members of new ecclesial Movements, especially intellectuals, ready and able to stand up and witness to the faith in the world of today. This is certainly an area where the universal solidarity of the Church-Family of God is greatly needed. 23. The Synod has a very important and special message for you, our dear African Catholics in public life. We commend the many of you who, not minding all the dangers and uncertainties of politics in Africa, have generously offered yourselves for the public service of your people, as an apostolate to promote the common good and God’s kingdom of justice, love and peace, in line with the teachings of the Church (cf. GS, 75). You can always count on the encouragement and support of the Church. EIA expressed the hope that saintly politicians and heads of state would emerge in Africa. This is by no means a futile wish. It is heartening that the cause of the beatification of Julius Nyerere of Tanzania is already on course. Africa needs saints in high political office: saintly politicians who will clean the continent of corruption, work for the good of the people, and know how to galvanize other men and women of good will from outside the Church to join hands against the common evils that beset our nations. The Synod has strongly recommended that local Churches intensify their apostolate for the spiritual care of people in public office, to create effective chaplaincies for them and organize high level liaison offices to evangelise legislative houses. We exhort you, all our lay faithful in politics, to take full advantage of any such programmes, where they exist. Many Catholics in high office have fallen woefully short in their performance in office. The Synod calls on such people to repent, or quit the public arena and stop causing havoc to the people and giving the Catholic Church a bad name. 24. We now turn our attention to our dear Catholic families of Africa. We congratulate you for doggedly remaining true to the ideals of the Christian family and retaining the best values of our African family. We alert you to be on your guard against some virulent ideological poisons from abroad, claiming to be “modern” culture. You should continue to welcome children as gift from God, and train them in the knowledge and fear of God, to be 334 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 people of reconciliation, justice and peace in future. We are aware that many of our families are under great stress. Poverty often makes parents unable to take good care of their children, with disastrous consequence. We call on governments and civil authorities to remember that a nation whose legislation destroys its own families does so at its own detriment. Most families are asking for just what is enough for survival. They have a right to live. 25. The Synod has a special word for you, Catholic women. You are often the back bone of the local Church. In many countries, the Catholic Women Organisations are a great force for the apostolate of the Church. EIA recommended that in the Church, “women should be properly trained so that they can participate at appropriate levels in their apostolic activity” (n.121). In many places, progress has been made along these lines. But a lot still needs to be done. The specific contribution of women, not only in the home as wife and mother but also in the social sphere should be more generally acknowledged and promoted. The Synod recommends to our local Churches to go beyond the general statement of EIA, and put in place concrete structures to ensure real participation of women “at appropriate levels”. The Holy See has given us good example in this regard by appointing women to very high levels of office. All over Africa, there is much talk about women’s rights, especially through the plans of action of some UN agencies. Much of what they say is right and in line with what the Church has been saying. But there is need for caution in the concrete projects being advocated, often with a hidden agenda. We charge you, our Catholic women to be fully involved in the women’s programmes of your nations, with your eyes of faith wide open. Armed with good information and the social teachings of the Church, you should make sure that the good ideas are not high jacked by the peddlers of foreign and morally poisonous ideologies about gender and human sexuality. May our Mother Mary, the Seat of Wisdom, guide you in doing this. 26. Similarly, the Synod calls on you, our Catholic men, to play your important roles as responsible fathers and good and faithful husbands. Follow the example of St. Joseph (cf. Mt 2:13-23), in the care of the family, in the protection of life right from the moment of conception and the education of the children. Make sure that you organize yourselves into associations and Catholic Action Groups that would enable you to improve the quality of Christian life and commitment to the Church. This would also put you in a better position to play leading roles in society and to become more effective witnesses and promoters of reconciliation, justice and peace, as salt of the earth and the light of the world. 27. Finally, we address you, our sons and daughters, the youth in our communities. You are not just the future of the Church: you are with us already in big numbers. In many countries of Africa, over 60% of the population are under 25. The ratio in the Church would not be much different. You should be in the forefront of positive social change and instruments of peace. We feel the need to pay particular attention to you, young adults. You are often neglected, left adrift as targets for all kinds of ideologies and sects. You are the ones most often recruited and used for violence. We urge all the local Churches to consider the apostolate to the youth a high priority. 28. Jesus said, “Let the little children come to me. To such belongs the kingdom of God” (Mt 19:14). The Synod has not forgotten you our dear little children. You are always the object of our care and attention. But we also acknowledge and are anxious to positively use your enthusiasm and effectiveness as active agents of evangelization, especially among your peers. You shall be given adequate space, facilities and direction to organize yourselves for the apostolate. We recommend to you especially the Pontifical Mission Societies organization for children: the Holy Childhood Association. PART V AN APPEAL TO THE INTERNATIONAL COMMUNITY 29. The Family of God goes beyond the visible boundaries of the Church, including the whole humanity. When it comes to issues of reconciliation, justice and peace, we all meet at the deeper level of our common humanity. This project concerns all, and calls for our common action. We therefore raise our voices in appeal to all men and women of good will. In particular, we call on those with whom we profess the same faith in Jesus Christ and also to people of other faiths. 30. On the whole, the UN agencies are doing good work in Africa for development, peace EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS keeping, defence of the just rights of women and the child, and combating poverty and diseases: HIV/AIDS, malaria and tuberculosis and other issues. The Synod commends the good work that they are doing. However, we call on them to be more consistent and transparent in implementing their programmes. We urge the countries of Africa to carefully scrutinise the services being offered to our people, to ensure that they are good for us. In particular, the Synod denounces all surreptitious attempts to destroy and undermine the precious African values of family and human life (e.g. the obnoxious art. 14 of the Maputo Protocol and other similar proposals). 31. The Church is second to none in the fight against HIV/AIDS and the care of people infected and affected by it in Africa. The Synod thanks all those who are generously involved in this difficult apostolate of love and care. We plead for sustained support to meet the needs of many for assistance (cf. EIA, 31). This Synod, with the Holy Father, Pope Benedict XVI, seriously warns that the problem cannot be overcome by the distribution of prophylactics. We appeal to all who are genuinely interested in arresting the sexual transmission of HIV/AIDS to recognise the success already obtained by programs that propose abstinence among those not yet married, and fidelity among the married. Such a course of action not only offers the best protection against the spread of this disease but is also in harmony with Christian morality. We address ourselves particularly to you, the youth. Let no one deceive you into thinking that you cannot control yourselves. Yes you can, with the grace of God. 32. To the great powers of this world, we plead: treat Africa with respect and dignity. Africa has been calling for a change in the world economic order, with unjust structures piled heavily against her. Recent turmoil in the financial world shows the need for a radical change of rules. But it would be a tragedy if adjustments are made only in the interest of the rich and again at the expense of the poor. Many of the conflicts, wars and poverty of Africa derive mainly from these unjust structures. 33. Humanity has a lot to gain, if it listens to the wise counsel of our Holy Father, Pope Benedict XVI in Caritas in veritate. A new and just world order is not only possible but necessary for the good of all humanity. A change is called for with regard to the debts burden 335 against poor nations, which literally kills children. Multinationals have to stop their criminal devastation of the environment in their greedy exploitation of natural resources. It is short-sighted policy to foment wars in order to make fast gains from chaos, at the cost of human lives and blood. Is there no one out there able and willing to stop all these crimes against humanity? PART VI “AFRICA, RISE UP!” 34. It is said that the cradle of the human species is somewhere in Africa. Our continent has a long history of great empires and illustrious civilizations. The future history of the continent is still to be written. God has blessed us with vast natural and human resources. In the international ratings of material and development indices, the countries of Africa are often at the bottom of the table. But this is no cause for despair. There have been gross acts of historic injustices, like slave trade and colonialism, whose negative consequence still lingers on. But these are no longer any excuse for not moving on. Much is actually happening. We commend the efforts to liberate Africa from cultural alienation and political bondage. Now Africa must face the challenge of giving her children a dignified level of living conditions. On the political level, there is progress in continental integration, as the Organization for African Unity (OAU) developed into an African Union (AU). The AU and other regional groups, at times in collaboration with the UN, have undertaken initiatives for resolving conflicts and keeping peace in many crisis situations. On the economic front, Africa has tried to fashion for herself a strategic framework for development called NEPAD, New Economic Partnership for African Development. She has even made provisions for an APRM (African Peer Review Mechanism) to monitor and measure the compliance of nations. The Synod commends these efforts, because these programmes clearly link economic emancipation of Africa with the installation of good governance. Here, unfortunately, is the sticking point. For most African nations the beautiful documents of NEPAD are still a dead letter. We look forward to a general improvement of governance in Africa. 35. The Synod happily congratulates the few countries in Africa which have started on 336 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 the route of genuine democracy. They are already witnessing the good dividends of doing things well. Some have emerged from many years of wars and conflict and are gradually building up their shattered nations. We hope that their good example will challenge others to change bad habits. 36. The Synod is sad to note that the situation in many countries is a great shame. We think in particular about the sad situation in Somalia, engulfed in a virulent conflict for almost two decades, which is already affecting neighbouring countries. We do not forget the tragic plight of millions of people in the Great Lakes Region, and the still lingering crisis in Northern Uganda, South Sudan, Darfur, Guinea Conakry and other places. Those who control the affairs of those nations must take full responsibility for their woeful performance. In most cases, we are dealing with greed for power and wealth at the expense of the people and nation. Whatever may be the responsibility of foreign interests, there is always the shameful and tragic collusion of the local leaders: politicians who betray and sell out their nations, dirty business people who collude with rapacious multi-nationals, African arms dealers and traffickers who thrive on small arms that cause great havoc on human lives, and local agents of some international organizations who get paid for peddling toxic ideologies that they don’t believe in. 37. The negative consequence of all this is there before the whole world: poverty, misery and disease; refugees within and outside the country and overseas, the search for greener pastures which leads to brain drain, clandestine migration and human trafficking, wars and blood shed, often by proxy, the atrocity of child soldiers and unspeakable violence against women. How can anybody be proud of “presiding” over such chaos? What has happened to our traditional African sense of shame? This Synod proclaims it loud and clear: it is time to change habits, for the sake of present and future generations. PART VII JOINING OUR SPIRITUAL FORCES 38. We wish to recall again what Pope Benedict XVI said in his homily at the inaugural Mass of this Synod: that Africa is the “spiritual lung” of the humanity of today. This is a precious resource, more valuable than our min- erals and oil. But he warned us that this lung runs the risk of getting infected by the double virus of materialism and religious fanaticism. In its determination to preserve our spiritual patrimony, against all attacks and infections, the Synod calls for ever greater ecumenical collaboration with our brothers and sisters of other Christian traditions. We also look forward to more dialogue and cooperation with Muslims, the adherents of African Traditional Religion (ATR) and people of other faiths. 39. Religious fanaticism is spreading all over the world. It is causing havoc in many parts of Africa. From our traditional religious culture, Africans have imbibed a deep sense of God, the Creator. They have brought this into their conversion to Christianity and Islam. When this religious fervour is misdirected by fanatics or manipulated by politicians, conflicts are provoked that tend to engulf everyone. But under proper direction and leadership, religions are a strong power for good, especially for peace and reconciliation. 40. The Synod heard the testimony of many Synod Fathers who have successfully walked the road of dialogue with Muslims. They have given witness to the fact that dialogue works and collaboration is possible and often effective. The issues of reconciliation, justice and peace generally are concerns for entire communities, irrespective of creed. Working on the many shared values between the two faiths, Christians and Muslims can contribute greatly towards restoring peace and reconciliation in our nations. This has already happened in many cases. The Synod commends these efforts and recommends them for others. 41. Dialogue and collaboration will thrive when there is mutual respect. We Catholic Bishops have clear guidelines for dialogue, holding firm to our faith but leaving others to freely choose. The Synod received good news of Islamic communities which allow the Church freedom of worship. They also gladly welcome and benefit from the social works of the Church. While we commend this, we insist that this is not enough. Freedom of religion includes also freedom to share one’s faith, to propose, not impose it, to accept and welcome converts. Those nations which by law forbid their citizens from embracing the Christian faith are depriving their own citizens of their fundamental human right to freely decide on the creed to embrace. Although this has been going on for a long time, it is time to revisit EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS the situation in the light of respect for fundamental human rights. This Synod warns that such restriction of freedom subverts sincere dialogue and frustrates genuine collaboration. Since Christians who decide to change their religion are welcomed into the Muslim fold, there ought to be reciprocity in this matter. Mutual respect is the way forward. In the emerging world, we need to make room for every faith to contribute fully to the good of humanity. CONCLUSION 42. Dear brothers in the episcopate, dear sons and daughters of the Church-Family of God in Africa, all you men and women of good will in Africa and beyond, we share with you the strong conviction of this Synod: that Africa is not helpless. Our destiny is still in our hands. All she is asking for is the space to breathe and thrive. Africa is already moving; and the Church is moving with her, offering her the light of the Gospel. The waters may be turbulent. But with our gaze on Christ the Lord (cf. Mt 14:28-32), we shall make it safely to the port of reconciliation, justice and peace. 43. We entrust this message and all our fervent commitments to the maternal intercession of the Most Holy Mary, Queen of Peace and Our Lady of Africa. Africa, rise up, take up you pallet, and walk (Jn 5:8)! “In the meantime, brothers, we wish you happiness. Try to grow perfect, help one another. Be united; live in peace and the God of love and peace will be with you”. (2Cor 13:11) Amen. 4. Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale della Pace SE VUOI COLTIVARE LA PACE, CUSTODISCI IL CREATO 1. In occasione dell’inizio del Nuovo Anno, desidero rivolgere i più fervidi auguri di pace a tutte le comunità cristiane, ai responsabili delle Nazioni, agli uomini e alle donne 337 di buona volontà del mondo intero. Per questa XLIII Giornata Mondiale della Pace ho scelto il tema: Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato. Il rispetto del creato riveste grande rilevanza, anche perché «la creazione è l’inizio e il fondamento di tutte le opere di Dio» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 198) e la sua salvaguardia diventa oggi essenziale per la pacifica convivenza dell’umanità. Se, infatti, a causa della crudeltà dell’uomo sull’uomo, numerose sono le minacce che incombono sulla pace e sull’autentico sviluppo umano integrale – guerre, conflitti internazionali e regionali, atti terroristici e violazioni dei diritti umani –, non meno preoccupanti sono le minacce originate dalla noncuranza – se non addirittura dall’abuso – nei confronti della terra e dei beni naturali che Dio ha elargito. Per tale motivo è indispensabile che l’umanità rinnovi e rafforzi «quell’alleanza tra essere umano e ambiente, che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino» (BENEDETTO XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2008, 7). 2. Nell’Enciclica Caritas in veritate ho posto in evidenza che lo sviluppo umano integrale è strettamente collegato ai doveri derivanti dal rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale, considerato come un dono di Dio a tutti, il cui uso comporta una comune responsabilità verso l’umanità intera, in speciale modo verso i poveri e le generazioni future. Ho notato, inoltre, che quando la natura e, in primo luogo, l’essere umano vengono considerati semplicemente frutto del caso o del determinismo evolutivo, rischia di attenuarsi nelle coscienze la consapevolezza della responsabilità (cfr. n. 48). Ritenere, invece, il creato come dono di Dio all’umanità ci aiuta a comprendere la vocazione e il valore dell’uomo. Con il Salmista, pieni di stupore, possiamo infatti proclamare: «Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi?» (Sal 8,4-5). Contemplare la bellezza del creato è stimolo a riconoscere l’amore del Creatore, quell’Amore che «move il sole e l’altre stelle» (Dante Alighieri, Divina Commedia, Paradiso, XXXIII, 145). 3. Vent’anni or sono, il Papa Giovanni Paolo II, dedicando il Messaggio della Giornata Mondiale della Pace al tema Pace con Dio creatore, pace con tutto il creato, richiamava 338 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 l’attenzione sulla relazione che noi, in quanto creature di Dio, abbiamo con l’universo che ci circonda. «Si avverte ai nostri giorni – scriveva – la crescente consapevolezza che la pace mondiale sia minacciata... anche dalla mancanza del dovuto rispetto per la natura». E aggiungeva che la coscienza ecologica «non deve essere mortificata, ma anzi favorita, in modo che si sviluppi e maturi, trovando adeguata espressione in programmi ed iniziative concrete» (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, 1). Già altri miei Predecessori avevano fatto riferimento alla relazione esistente tra l’uomo e l’ambiente. Ad esempio, nel 1971, in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’Enciclica Rerum Novarum di Leone XIII, Paolo VI, ebbe a sottolineare che «attraverso uno sfruttamento sconsiderato della natura, (l’uomo) rischia di distruggerla e di essere a sua volta vittima di siffatta degradazione». Ed aggiunse che in tal caso «non soltanto l’ambiente materiale diventa una minaccia permanente: inquinamenti e rifiuti, nuove malattie, potere distruttivo totale; ma è il contesto umano, che l’uomo non padroneggia più, creandosi così per il domani un ambiente che potrà essergli intollerabile: problema sociale di vaste dimensioni che riguarda l’intera famiglia umana» (Lett. Ap. Octogesima adveniens, 21). 4. Pur evitando di entrare nel merito di specifiche soluzioni tecniche, la Chiesa, «esperta in umanità», si premura di richiamare con forza l’attenzione sulla relazione tra il Creatore, l’essere umano e il creato. Nel 1990, Giovanni Paolo II parlava di «crisi ecologica» e, rilevando come questa avesse un carattere prevalentemente etico, indicava l’«urgente necessità morale di una nuova solidarietà» (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, 10). Questo appello si fa ancora più pressante oggi, di fronte alle crescenti manifestazioni di una crisi che sarebbe irresponsabile non prendere in seria considerazione. Come rimanere indifferenti di fronte alle problematiche che derivano da fenomeni quali i cambiamenti climatici, la desertificazione, il degrado e la perdita di produttività di vaste aree agricole, l’inquinamento dei fiumi e delle falde acquifere, la perdita della biodiversità, l’aumento di eventi naturali estremi, il disboscamento delle aree equatoriali e tropicali? Come trascurare il crescente fenomeno dei cosiddetti «profughi ambientali»: persone che, a causa del degrado dell’ambiente in cui vivono, lo devono lasciare – spesso insieme ai loro beni – per affrontare i pericoli e le incognite di uno spostamento forzato? Come non reagire di fronte ai conflitti già in atto e a quelli potenziali legati all’accesso alle risorse naturali? Sono tutte questioni che hanno un profondo impatto sull’esercizio dei diritti umani, come ad esempio il diritto alla vita, all’alimentazione, alla salute, allo sviluppo. 5. Va, tuttavia, considerato che la crisi ecologica non può essere valutata separatamente dalle questioni ad essa collegate, essendo fortemente connessa al concetto stesso di sviluppo e alla visione dell’uomo e delle sue relazioni con i suoi simili e con il creato. Saggio è, pertanto, operare una revisione profonda e lungimirante del modello di sviluppo, nonché riflettere sul senso dell’economia e dei suoi fini, per correggerne le disfunzioni e le distorsioni. Lo esige lo stato di salute ecologica del pianeta; lo richiede anche e soprattutto la crisi culturale e morale dell’uomo, i cui sintomi sono da tempo evidenti in ogni parte del mondo (cfr. Benedetto xvi, Lett. enc. Caritas in veritate, 32). L’umanità ha bisogno di un profondo rinnovamento culturale; ha bisogno di riscoprire quei valori che costituiscono il solido fondamento su cui costruire un futuro migliore per tutti. Le situazioni di crisi, che attualmente sta attraversando – siano esse di carattere economico, alimentare, ambientale o sociale –, sono, in fondo, anche crisi morali collegate tra di loro. Esse obbligano a riprogettare il comune cammino degli uomini. Obbligano, in particolare, a un modo di vivere improntato alla sobrietà e alla solidarietà, con nuove regole e forme di impegno, puntando con fiducia e coraggio sulle esperienze positive compiute e rigettando con decisione quelle negative. Solo così l’attuale crisi diventa occasione di discernimento e di nuova progettualità. 6. Non è forse vero che all’origine di quella che, in senso cosmico, chiamiamo «natura», vi è «un disegno di amore e di verità»? Il mondo «non è il prodotto di una qualsivoglia necessità, di un destino cieco o del caso... Il mondo trae origine dalla libera volontà di Dio, il quale ha voluto far partecipare le creature al suo essere, alla sua saggezza e alla sua bontà» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 295). Il Libro della Genesi, nelle sue pagine iniziali, ci riporta al progetto sapiente del cosmo, frutto del pensiero di Dio, al cui vertice si collocano l’uomo e la donna, creati ad immagine e somiglianza del Creatore per «riempire la terra» e «dominarla» come «amministratori» di Dio stesso (cfr. Gen 1,28). L’armonia tra il Creato- EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS re, l’umanità e il creato, che la Sacra Scrittura descrive, è stata infranta dal peccato di Adamo ed Eva, dell’uomo e della donna, che hanno bramato occupare il posto di Dio, rifiutando di riconoscersi come sue creature. La conseguenza è che si è distorto anche il compito di «dominare» la terra, di «coltivarla e custodirla» e tra loro e il resto della creazione è nato un conflitto (cfr. Gen 3,17-19). L’essere umano si è lasciato dominare dall’egoismo, perdendo il senso del mandato di Dio, e nella relazione con il creato si è comportato come sfruttatore, volendo esercitare su di esso un dominio assoluto. Ma il vero significato del comando iniziale di Dio, ben evidenziato nel Libro della Genesi, non consisteva in un semplice conferimento di autorità, bensì piuttosto in una chiamata alla responsabilità. Del resto, la saggezza degli antichi riconosceva che la natura è a nostra disposizione non come «un mucchio di rifiuti sparsi a caso» (Eraclito di Efeso (353 a.C. ca.-475 a.C. ca), Frammento 22B124, in H. Diels-W. Kranz, Die Fragmente der Vorsokratiker, Weidmann, Berlin 1952), mentre la Rivelazione biblica ci ha fatto comprendere che la natura è dono del Creatore, il quale ne ha disegnato gli ordinamenti intrinseci, affinché l’uomo possa trarne gli orientamenti doverosi per «custodirla e coltivarla» (cfr. Gen 2,15; Benedetto xvi, Lett. Enc. Caritas in veritate, 48). Tutto ciò che esiste appartiene a Dio, che lo ha affidato agli uomini, ma non perché ne dispongano arbitrariamente. E quando l’uomo, invece di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio, a Dio si sostituisce, finisce col provocare la ribellione della natura, «piuttosto tiranneggiata che governata da lui» (Giovanni Paolo ii, Lett. enc. Centesimus annus, 37). L’uomo, quindi, ha il dovere di esercitare un governo responsabile della creazione, custodendola e coltivandola (cfr. Benedetto xvi, Lett. enc. Caritas in veritate, 50). 7. Purtroppo, si deve constatare che una moltitudine di persone, in diversi Paesi e regioni del pianeta, sperimenta crescenti difficoltà a causa della negligenza o del rifiuto, da parte di tanti, di esercitare un governo responsabile sull’ambiente. Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha ricordato che «Dio ha destinato la terra e tutto quello che essa contiene all’uso di tutti gli uomini e di tutti i popoli» (Cost. Past. Gaudium et spes, 69). L’eredità del creato appartiene, pertanto, all’intera umanità. Invece, l’attuale ritmo di sfruttamento mette seriamente in pericolo la disponibilità di alcune risorse 339 naturali non solo per la generazione presente, ma soprattutto per quelle future (cfr. Giovanni Paolo ii, Lett. enc. Sollecitudo rei socialis, 34). Non è difficile allora costatare che il degrado ambientale è spesso il risultato della mancanza di progetti politici lungimiranti o del perseguimento di miopi interessi economici, che si trasformano, purtroppo, in una seria minaccia per il creato. Per contrastare tale fenomeno, sulla base del fatto che «ogni decisione economica ha una conseguenza di carattere morale» (Benedetto xvi, Lett. enc. Caritas in veritate, 37), è anche necessario che l’attività economica rispetti maggiormente l’ambiente. Quando ci si avvale delle risorse naturali, occorre preoccuparsi della loro salvaguardia, prevedendone anche i costi – in termini ambientali e sociali –, da valutare come una voce essenziale degli stessi costi dell’attività economica. Compete alla comunità internazionale e ai governi nazionali dare i giusti segnali per contrastare in modo efficace quelle modalità d’utilizzo dell’ambiente che risultino ad esso dannose. Per proteggere l’ambiente, per tutelare le risorse e il clima occorre, da una parte, agire nel rispetto di norme ben definite anche dal punto di vista giuridico ed economico, e, dall’altra, tenere conto della solidarietà dovuta a quanti abitano le regioni più povere della terra e alle future generazioni. 8. Sembra infatti urgente la conquista di una leale solidarietà inter-generazionale. I costi derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni non possono essere a carico delle generazioni future: «Eredi delle generazioni passate e beneficiari del lavoro dei nostri contemporanei, noi abbiamo degli obblighi verso tutti e non possiamo disinteressarci di coloro che verranno dopo di noi ad ingrandire la cerchia della famiglia umana. La solidarietà universale, ch’è un fatto e per noi un beneficio, è altresì un dovere. Si tratta di una responsabilità che le generazioni presenti hanno nei confronti di quelle future, una responsabilità che appartiene anche ai singoli Stati e alla Comunità internazionale» (Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 467; cfr. Paolo vi, Lett. enc. Populorum progressio, 17). L’uso delle risorse naturali dovrebbe essere tale che i vantaggi immediati non comportino conseguenze negative per gli esseri viventi, umani e non umani, presenti e a venire; che la tutela della proprietà privata non ostacoli la destinazione universale dei beni (cfr. Giovanni Paolo 340 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 ii, Lett. enc. Centesimus annus, 30-31.43); che l’intervento dell’uomo non comprometta la fecondità della terra, per il bene di oggi e per il bene di domani. Oltre ad una leale solidarietà inter-generazionale, va ribadita l’urgente necessità morale di una rinnovata solidarietà intra-generazionale, specialmente nei rapporti tra i Paesi in via di sviluppo e quelli altamente industrializzati: «la comunità internazionale ha il compito imprescindibile di trovare le strade istituzionali per disciplinare lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili, con la partecipazione anche dei Paesi poveri, in modo da pianificare insieme il futuro» (Benedetto xvi, Lett. enc. Caritas in veritate, 49). La crisi ecologica mostra l’urgenza di una solidarietà che si proietti nello spazio e nel tempo. È infatti importante riconoscere, fra le cause dell’attuale crisi ecologica, la responsabilità storica dei Paesi industrializzati. I Paesi meno sviluppati e, in particolare, quelli emergenti, non sono tuttavia esonerati dalla propria responsabilità rispetto al creato, perché il dovere di adottare gradualmente misure e politiche ambientali efficaci appartiene a tutti. Ciò potrebbe realizzarsi più facilmente se vi fossero calcoli meno interessati nell’assistenza, nel trasferimento delle conoscenze e delle tecnologie più pulite. 9. È indubbio che uno dei principali nodi da affrontare, da parte della comunità internazionale, è quello delle risorse energetiche, individuando strategie condivise e sostenibili per soddisfare i bisogni di energia della presente generazione e di quelle future. A tale scopo, è necessario che le società tecnologicamente avanzate siano disposte a favorire comportamenti improntati alla sobrietà, diminuendo il proprio fabbisogno di energia e migliorando le condizioni del suo utilizzo. Al tempo stesso, occorre promuovere la ricerca e l’applicazione di energie di minore impatto ambientale e la «ridistribuzione planetaria delle risorse energetiche, in modo che anche i Paesi che ne sono privi possano accedervi» (Ibid.). La crisi ecologica, dunque, offre una storica opportunità per elaborare una risposta collettiva volta a convertire il modello di sviluppo globale in una direzione più rispettosa nei confronti del creato e di uno sviluppo umano integrale, ispirato ai valori propri della carità nella verità. Auspico, pertanto, l’adozione di un modello di sviluppo fondato sulla centralità dell’essere umano, sulla promozione e condivisione del bene comune, sulla responsabilità, sulla consapevolezza del necessario cambiamento degli stili di vita e sulla prudenza, virtù che indica gli atti da compiere oggi, in previsione di ciò che può accadere domani (cfr. San Tommaso d’Aquino, S. Th., II-II, q. 49,5). 10. Per guidare l’umanità verso una gestione complessivamente sostenibile dell’ambiente e delle risorse del pianeta, l’uomo è chiamato a impiegare la sua intelligenza nel campo della ricerca scientifica e tecnologica e nell’applicazione delle scoperte che da questa derivano. La «nuova solidarietà», che Giovanni Paolo II propose nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990 (cfr. n. 9), e la «solidarietà globale», che io stesso ho richiamato nel Messaggio per la Giornata della Pace 2009 (cfr. n. 8), risultano essere atteggiamenti essenziali per orientare l’impegno di tutela del creato, attraverso un sistema di gestione delle risorse della terra meglio coordinato a livello internazionale, soprattutto nel momento in cui va emergendo, in maniera sempre più evidente, la forte interrelazione che esiste tra la lotta al degrado ambientale e la promozione dello sviluppo umano integrale. Si tratta di una dinamica imprescindibile, in quanto «lo sviluppo integrale dell’uomo non può aver luogo senza lo sviluppo solidale dell’umanità» (Paolo vi, Lett. enc. Populorum progressio, 43). Tante sono oggi le opportunità scientifiche e i potenziali percorsi innovativi, grazie ai quali è possibile fornire soluzioni soddisfacenti ed armoniose alla relazione tra l’uomo e l’ambiente. Ad esempio, occorre incoraggiare le ricerche volte ad individuare le modalità più efficaci per sfruttare la grande potenzialità dell’energia solare. Altrettanta attenzione va poi rivolta alla questione ormai planetaria dell’acqua ed al sistema idrogeologico globale, il cui ciclo riveste una primaria importanza per la vita sulla terra e la cui stabilità rischia di essere fortemente minacciata dai cambiamenti climatici. Vanno altresì esplorate appropriate strategie di sviluppo rurale incentrate sui piccoli coltivatori e sulle loro famiglie, come pure occorre approntare idonee politiche per la gestione delle foreste, per lo smaltimento dei rifiuti, per la valorizzazione delle sinergie esistenti tra il contrasto ai cambiamenti climatici e la lotta alla povertà. Occorrono politiche nazionali ambiziose, completate da un necessario impegno internazionale che apporterà importanti benefici soprattutto nel medio e lungo termine. È necessario, insomma, uscire dalla logica del mero consumo per promuovere forme di produzione agricola e industriale rispettose EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS dell’ordine della creazione e soddisfacenti per i bisogni primari di tutti. La questione ecologica non va affrontata solo per le agghiaccianti prospettive che il degrado ambientale profila all’orizzonte; a motivarla deve essere soprattutto la ricerca di un’autentica solidarietà a dimensione mondiale, ispirata dai valori della carità, della giustizia e del bene comune. D’altronde, come ho già avuto modo di ricordare, «la tecnica non è mai solo tecnica. Essa manifesta l’uomo e le sue aspirazioni allo sviluppo; esprime la tensione dell’animo umano al graduale superamento di certi condizionamenti materiali. La tecnica, pertanto, si inserisce nel mandato di «coltivare e custodire la terra» (cfr. Gen 2,15), che Dio ha affidato all’uomo, e va orientata a rafforzare quell’alleanza tra essere umano e ambiente che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio» (Lett. enc. Caritas in veritate, 69). 11. Appare sempre più chiaramente che il tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noi, gli stili di vita e i modelli di consumo e di produzione attualmente dominanti, spesso insostenibili dal punto di vista sociale, ambientale e finanche economico. Si rende ormai indispensabile un effettivo cambiamento di mentalità che induca tutti ad adottare nuovi stili di vita «nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti» (Giovanni Paolo ii, Lett. enc. Centesimus annus, 36). Sempre più si deve educare a costruire la pace a partire dalle scelte di ampio raggio a livello personale, familiare, comunitario e politico. Tutti siamo responsabili della protezione e della cura del creato. Tale responsabilità non conosce frontiere. Secondo il principio di sussidiarietà, è importante che ciascuno si impegni al livello che gli corrisponde, operando affinché venga superata la prevalenza degli interessi particolari. Un ruolo di sensibilizzazione e di formazione spetta in particolare ai vari soggetti della società civile e alle Organizzazioni non-governative, che si prodigano con determinazione e generosità per la diffusione di una responsabilità ecologica, che dovrebbe essere sempre più ancorata al rispetto dell’«ecologia umana». Occorre, inoltre, richiamare la responsabilità dei media in tale ambito, proponendo modelli positivi a cui ispirarsi. Occuparsi dell’ambiente richiede, cioè, una visione larga e globale del mondo; 341 uno sforzo comune e responsabile per passare da una logica centrata sull’egoistico interesse nazionalistico ad una visione che abbracci sempre le necessità di tutti i popoli. Non si può rimanere indifferenti a ciò che accade intorno a noi, perché il deterioramento di qualsiasi parte del pianeta ricadrebbe su tutti. Le relazioni tra persone, gruppi sociali e Stati, come quelle tra uomo e ambiente, sono chiamate ad assumere lo stile del rispetto e della «carità nella verità». In tale ampio contesto, è quanto mai auspicabile che trovino efficacia e corrispondenza gli sforzi della comunità internazionale volti ad ottenere un progressivo disarmo ed un mondo privo di armi nucleari, la cui sola presenza minaccia la vita del pianeta e il processo di sviluppo integrale dell’umanità presente e di quella futura. 12. La Chiesa ha una responsabilità per il creato e sente di doverla esercitare, anche in ambito pubblico, per difendere la terra, l’acqua e l’aria, doni di Dio Creatore per tutti, e, anzitutto, per proteggere l’uomo contro il pericolo della distruzione di se stesso. Il degrado della natura è, infatti, strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana, per cui «quando l’«ecologia umana» è rispettata dentro la società, anche l’ecologia ambientale ne trae beneficio» (cfr. Benedetto xvi, Lett. enc. Caritas in veritate, 51). Non si può domandare ai giovani di rispettare l’ambiente, se non vengono aiutati in famiglia e nella società a rispettare se stessi: il libro della natura è unico, sia sul versante dell’ambiente come su quello dell’etica personale, familiare e sociale (cfr. ibid., 15.51). I doveri verso l’ambiente derivano da quelli verso la persona considerata in se stessa e in relazione agli altri. Volentieri, pertanto, incoraggio l’educazione ad una responsabilità ecologica, che, come ho indicato nell’Enciclica Caritas in veritate, salvaguardi un’autentica «ecologia umana» e, quindi, affermi con rinnovata convinzione l’inviolabilità della vita umana in ogni sua fase e in ogni sua condizione, la dignità della persona e l’insostituibile missione della famiglia, nella quale si educa all’amore per il prossimo e al rispetto della natura (cfr. ibid., 28.51.61; Giovanni Paolo ii, Lett. enc. Centesimus annus, 38.39). Occorre salvaguardare il patrimonio umano della società. Questo patrimonio di valori ha la sua origine ed è iscritto nella legge morale naturale, che è fondamento del rispetto della persona umana e del creato. 13. Non va infine dimenticato il fatto, al- 342 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 tamente indicativo, che tanti trovano tranquillità e pace, si sentono rinnovati e rinvigoriti quando sono a stretto contatto con la bellezza e l’armonia della natura. Vi è pertanto una sorta di reciprocità: nel prenderci cura del creato, noi constatiamo che Dio, tramite il creato, si prende cura di noi. D’altra parte, una corretta concezione del rapporto dell’uomo con l’ambiente non porta ad assolutizzare la natura né a ritenerla più importante della stessa persona. Se il Magistero della Chiesa esprime perplessità dinanzi ad una concezione dell’ambiente ispirata all’ecocentrismo e al biocentrismo, lo fa perché tale concezione elimina la differenza ontologica e assiologica tra la persona umana e gli altri esseri viventi. In tal modo, si viene di fatto ad eliminare l’identità e il ruolo superiore dell’uomo, favorendo una visione egualitaristica della «dignità» di tutti gli esseri viventi. Si dà adito, così, ad un nuovo panteismo con accenti neopagani che fanno derivare dalla sola natura, intesa in senso puramente naturalistico, la salvezza per l’uomo. La Chiesa invita, invece, ad impostare la questione in modo equilibrato, nel rispetto della «grammatica» che il Creatore ha inscritto nella sua opera, affidando all’uomo il ruolo di custode e amministratore responsabile del creato, ruolo di cui non deve certo abusare, ma da cui non può nemmeno abdicare. Infatti, anche la posizione contraria di assolutizzazione della tecnica e del potere umano, finisce per essere un grave attentato non solo alla natura, ma anche alla stessa dignità umana (cfr. Benedetto xvi, Lett. enc. Caritas in veritate, 70). 14. Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato. La ricerca della pace da parte di tutti gli uomini di buona volontà sarà senz’altro facilitata dal comune riconoscimento del rapporto inscindibile che esiste tra Dio, gli esseri umani e l’intero creato. Illuminati dalla divina Rivelazione e seguendo la Tradizione della Chiesa, i cristiani offrono il proprio apporto. Essi considerano il cosmo e le sue meraviglie alla luce dell’opera creatrice del Padre e redentrice di Cristo, che, con la sua morte e risurrezione, ha riconciliato con Dio «sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli» (Col 1,20). Il Cristo, crocifisso e risorto, ha fatto dono all’umanità del suo Spirito santificatore, che guida il cammino della storia, in attesa del giorno in cui, con il ritorno glorioso del Signore, verranno inaugurati «nuovi cieli e una terra nuova» (2Pt 3,13), in cui abiteranno per sempre la giustizia e la pace. Proteggere l’ambiente naturale per costruire un mondo di pace è, pertanto, dovere di ogni persona. Ecco una sfida urgente da affrontare con rinnovato e corale impegno; ecco una provvidenziale opportunità per consegnare alle nuove generazioni la prospettiva di un futuro migliore per tutti. Ne siano consapevoli i responsabili delle nazioni e quanti, ad ogni livello, hanno a cuore le sorti dell’umanità: la salvaguardia del creato e la realizzazione della pace sono realtà tra loro intimamente connesse! Per questo, invito tutti i credenti ad elevare la loro fervida preghiera a Dio, onnipotente Creatore e Padre misericordioso, affinché nel cuore di ogni uomo e di ogni donna risuoni, sia accolto e vissuto il pressante appello: Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato. Dal Vaticano, 8 dicembre 2009 Benedetto xvi [L’Osservatore Romano, 16 dicembre 2009] 5. Discorso all’Udienza generale del mercoledì Città del Vaticano, Aula Paolo VI, 23.12.2009 LA NOTTE DI GRECCIO CI RIDONA LA BELLEZZA DELLA FESTA DEL NATALE Cari fratelli e sorelle, con la Novena di Natale, che stiamo celebrando in questi giorni, la Chiesa ci invita a vivere in modo intenso e profondo la preparazione alla Nascita del Salvatore, ormai imminente. Il desiderio, che tutti portiamo nel cuore, è che la prossima festa del Natale ci doni, in mezzo all’attività frenetica dei nostri giorni, serena e profonda gioia per farci toccare con mano la bontà del nostro Dio e infonderci nuovo coraggio. Per comprendere meglio il significato del Natale del Signore vorrei fare un breve cenno all’origine storica di questa solennità. Infatti, l’Anno liturgico della Chiesa non si è sviluppato inizialmente partendo dalla nascita di Cristo, ma dalla fede nella sua risurrezione. Perciò la festa più antica della cristianità non è il Natale, ma è la Pasqua; la risurrezione di Cristo fonda la fede cristiana, è alla base dell’annuncio del Vangelo e fa nascere la Chiesa. Quindi essere cristiani significa vivere EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS in maniera pasquale, facendoci coinvolgere nel dinamismo che è originato dal Battesimo e che porta a morire al peccato per vivere con Dio (cfr Rm 6,4). Il primo ad affermare con chiarezza che Gesù nacque il 25 dicembre è stato Ippolito di Roma, nel suo commento al Libro del profeta Daniele, scritto verso il 204. Qualche esegeta nota, poi, che in quel giorno si celebrava la festa della Dedicazione del Tempio di Gerusalemme, istituita da Giuda Maccabeo nel 164 avanti Cristo. La coincidenza di date verrebbe allora a significare che con Gesù, apparso come luce di Dio nella notte, si realizza veramente la consacrazione del tempio, l’Avvento di Dio su questa terra. Nella cristianità la festa del Natale ha assunto una forma definita nel IV secolo, quando essa prese il posto della festa romana del “Sol invictus”, il sole invincibile; si mise così in evidenza che la nascita di Cristo è la vittoria della vera luce sulle tenebre del male e del peccato. Tuttavia, la particolare e intensa atmosfera spirituale che circonda il Natale si è sviluppata nel Medioevo, grazie a san Francesco d’Assisi, che era profondamente innamorato dell’uomo Gesù, del Dio-con-noi. Il suo primo biografo, Tommaso da Celano, nella Vita seconda racconta che san Francesco «Al di sopra di tutte le altre solennità celebrava con ineffabile premura il Natale del Bambino Gesù, e chiamava festa delle feste il giorno in cui Dio, fatto piccolo infante, aveva succhiato a un seno umano» (2Cel n. 199). Da questa particolare devozione al mistero dell’Incarnazione ebbe origine la famosa celebrazione del Natale a Greccio. Essa, probabilmente, fu ispirata a san Francesco dal suo pellegrinaggio in Terra Santa e dal presepe di Santa Maria Maggiore in Roma. Ciò che animava il Poverello di Assisi era il desiderio di sperimentare in maniera concreta, viva e attuale l’umile grandezza dell’evento della nascita del Bambino Gesù e di comunicarne la gioia a tutti. Nella prima biografia, Tommaso da Celano parla della notte del presepe di Greccio in un modo vivo e toccante, offrendo un contributo decisivo alla diffusione della tradizione natalizia più bella, quella del presepe. La notte di Greccio, infatti, ha ridonato alla cristianità l’intensità e la bellezza della festa del Natale, e ha educato il Popolo di Dio a coglierne il messaggio più autentico, il particolare calore, e ad amare ed adorare l’umanità di Cristo. Tale particolare approccio al Natale ha offerto 343 alla fede cristiana una nuova dimensione. La Pasqua aveva concentrato l’attenzione sulla potenza di Dio che vince la morte, inaugura la vita nuova e insegna a sperare nel mondo che verrà. Con san Francesco e il suo presepe venivano messi in evidenza l’amore inerme di Dio, la sua umiltà e la sua benignità, che nell’Incarnazione del Verbo si manifesta agli uomini per insegnare un nuovo modo di vivere e di amare. Il Celano racconta che, in quella notte di Natale, fu concessa a Francesco la grazia di una visione meravigliosa. Vide giacere immobile nella mangiatoia un piccolo bambino, che fu risvegliato dal sonno proprio dalla vicinanza di Francesco. E aggiunge: «Né questa visione discordava dai fatti perché, a opera della sua grazia che agiva per mezzo del suo santo servo Francesco, il fanciullo Gesù fu risuscitato nel cuore di molti, che l’avevano dimenticato, e fu impresso profondamente nella loro memoria amorosa» (1Cel n. 86). Questo quadro descrive con molta precisione quanto la fede viva e l’amore di Francesco per l’umanità di Cristo hanno trasmesso alla festa cristiana del Natale: la scoperta che Dio si rivela nelle tenere membra del Bambino Gesù. Grazie a san Francesco, il popolo cristiano ha potuto percepire che a Natale Dio è davvero diventato l’“Emmanuele”, il Dio-con-noi, dal quale non ci separa alcuna barriera e alcuna lontananza. In quel Bambino, Dio è diventato così prossimo a ciascuno di noi, così vicino, che possiamo dargli del tu e intrattenere con lui un rapporto confidenziale di profondo affetto, così come facciamo con un neonato. In quel Bambino, infatti, si manifesta DioAmore: Dio viene senza armi, senza la forza, perché non intende conquistare, per così dire, dall’esterno, ma intende piuttosto essere accolto dall’uomo nella libertà; Dio si fa Bambino inerme per vincere la superbia, la violenza, la brama di possesso dell’uomo. In Gesù Dio ha assunto questa condizione povera e disarmante per vincerci con l’amore e condurci alla nostra vera identità. Non dobbiamo dimenticare che il titolo più grande di Gesù Cristo è proprio quello di “Figlio”, Figlio di Dio; la dignità divina viene indicata con un termine, che prolunga il riferimento all’umile condizione della mangiatoia di Betlemme, pur corrispondendo in maniera unica alla sua divinità, che è la divinità del “Figlio”. La sua condizione di Bambino ci indica, inoltre, come possiamo incontrare Dio e godere della Sua presenza. È alla luce del Natale 344 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 che possiamo comprendere le parole di Gesù: «Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,3). Chi non ha capito il mistero del Natale, non ha capito l’elemento decisivo dell’esistenza cristiana. Chi non accoglie Gesù con cuore di bambino, non può entrare nel regno dei cieli: questo è quanto Francesco ha voluto ricordare alla cristianità del suo tempo e di tutti tempi, fino ad oggi. Preghiamo il Padre perché conceda al nostro cuore quella semplicità che riconosce nel Bambino il Signore, proprio come fece Francesco a Greccio. Allora potrebbe succedere anche a noi quanto Tommaso da Celano – riferendosi all’esperienza dei pastori nella Notte Santa (cfr Lc 2,20) – racconta a proposito di quanti furono presenti all’evento di Greccio: “ciascuno se ne tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia” (1Cel n. 86). È questo l’augurio che formulo con affetto a tutti voi, alle vostre famiglie e a quanti vi sono cari. Buon Natale a voi tutti! Benedetto XVI [L’Osservatore Romano, 24 dicembre 2009, p. 1] EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 1. Omelia nella Festa delle Stigmate di san Francesco Santuario della Verna, 17.09.2009 SONO STATO CROCIFISSO CON CRISTO Gal 6, 14-18; Lc 9,23-26 Cari fratelli e sorelle, cari pellegrini, «la grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito. Amen» (Gal 6,18). Con il cuore ricolmo di commozione, anche quest’anno, siamo saliti su questo santo monte, toccato dal dito dell’Onnipotente e segnato dalla presenza del Poverello, per incontrarci con “il crocifisso della Verna”, con Francesco d’Assisi, l’alter Christus, nel cui corpo il Signore, due anni prima della sua morte, volle imprimere le stigmate della sua passione, per infiammare il nostro spirito con il fuoco del suo amore (cf Colletta), e attraverso Francesco, incontrarci con colui che lui stesso canta come l’«altissimo, onnipotente, bon Signore» (Cant 1). Francesco, che fin dalla sua conversione nutrì una profonda e tenera devozione a Cristo crocifisso, desiderò ardentemente configurarsi a Lui «nelle sofferenze e nei dolori della passione» (LegM XIII, 2). E qui, a poca distanza da dove ci troviamo, «un mattino, all’appressarsi della festa dell’Esaltazione della Santa Croce», l’«amico di Cristo», come lo chiama san Bonaventura, venne «trasformato tutto nel ritratto visibile di Cristo crocifisso, non mediante il martirio della carne, ma mediante l’incendio dello spirito», portando nelle mani, nei piedi e nel costato le stigmate di Gesù, «come quelle che poco prima aveva osservato nell’immagine dell’uomo crocifisso (LegM XIII, 3). È così che Francesco si trasforma nell’immagine del Crocifisso e da vero amante si configura interamente a Lui. Da questo momento potrà davvero far sue le parole di Paolo: «sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20); e anche quelle che abbiamo ascoltato nella prima lettura: «Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo ... D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo (Gal 6,14.17). Francesco sta vivendo forse il momento peggiore della sua vita. Una delle sue biografie, lo Specchio di perfezione, parla di tentazioni, tribolazioni e sofferenze (cf Sp 99). Francesco soffre nel suo corpo, pieno di malattie, ma soffre in particolare nello spirito: i suoi, quelli che ha sempre accolto come un dono di Dio – «il Signore mi diede dei fratelli», dice nel suo Testamento (14) – sono quelli che ormai non lo ritengono più necessario e rifiutano i suoi insegnamenti perché sembrano troppo radicali. La sua vita, umanamente parlando, gli si presenta come una frustrazione. E in questa situazione, come reagisce Francesco? Guardiamo alle Lodi di Dio Altissimo che Francesco ha composto qui alla Verna proprio dopo lo stigmatizzazione. Nel mezzo della grande notte oscura che sta attraversando, il Poverello scopre che il Signore è tutto: «il bene, ogni bene, il sommo bene» (LodAl 3). Nel mezzo della tempesta interiore l’assisiense comincia a cantare: Tu sei sapienza, umiltà, pazienza, bellezza, mansuetudine, sicurezza, quiete, gioia, speranza e letizia, giustizia, temperanza e tutta la nostra ricchezza a sufficienza (cf LodAl, 4s). E quando tutti i sostegni umani vengono meno, Francesco dice: Tu sei bellezza, protettore, custode e difensore, Tu sei refrigerio, Tu sei tutta la nostra dolcezza (cf LodAl 6s). Francesco ha finalmente capito che la vera felicità, la vera gioia, non nasce dall’autorealizzazione, dalle risposte gratificanti che gli altri possono dare, ma dall’adempimento del progetto del Signore. Se le stigmate sono la risposta del Signore all’autenticità di Francesco, «alla [sua] ricerca del volere di Dio, a cui bramava con sommo ardore di conformarsi in tutto e per tutto», come afferma il Dottore Serafico (LegM XIII, 1), le Lodi di Dio Altissimo sono la risposta credente di Francesco che sperimenta nella propria carne che cosa significa rinnegare se stessi, prendere la propria croce ogni giorno e seguire Gesù, come è detto nel Vangelo che abbiamo ascol- 346 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 tato (cf Lc 9,23). Se Gesù stesso ha sofferto tentazioni, tribolazioni, afflizioni, e aveva provato nella sua carne il prezzo del tradimento di uno dei suoi amici, che cosa poteva aspettarsi Francesco volendo seguire le sue orme? Finalmente Francesco può dire: «per me il vivere è Cristo» (Fil 1,21). Vivere come Gesù, seguire le sue orme, vivere di Cristo: questo è ormai il solo progetto esistenziale di Francesco. Essere tutto per Colui che è il tutto. Cari fratelli e amici, la nostra salita sul monte della Verna non può lasciarci indifferenti al messaggio che gridano queste rocce. Esse ci parlano di amore e passione. Amore di Gesù per l’umanità: «Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine» (Gv 13,1). Amore di un uomo, Francesco d’Assisi, per il Dio vivo e vero; amore che lo ha portato a configurarsi in tutto al volto visibile di Dio, al Crocifisso, diventando «di lui vero amante e imitatore», come lo ha definito sorella Chiara (TestsC 5). Ma questo monte ci parla anche della necessità di tornare ai fratelli, anche a quelli che ci fanno soffrire, per condividere con loro ciò che il Signore opera in ciascuno. Francesco, stando alle fonti biografiche, soffriva intensamente perché i fratelli non comprendevano la sua situazione e perché lui non poteva mostrare loro la gioia che era nel suo cuore. D’altra parte non tiene per sé il dono ricevuto, lo condivide scendendo dalla montagna e portando a tutti l’immagine del Cristo crocifisso (cf LegM 5). Alla luce di questa esperienza veramente mistica di Francesco due sono gli inviti molto concreti che ci rivolge oggi lo stigmatizzato della Verna: configurarci all’amore che ci ha amati per primo (cf 1Gv 4,19); essere per i nostri fratelli immagini viventi di Cristo e del suo amore per l’umanità, in particolare quella sofferente. Amici e fratelli, noi, che siamo stati toccati dall’amore di Cristo, che siamo stati chiamati ad essere discepoli e a seguirlo nel Vangelo, conosciamo il percorso per rispondere a questo amore e a questa vocazione: rinnegare noi stessi e prendere la croce ogni giorno. Il programma di viaggio non è facile, ma Francesco ci grida: non abbiate paura, nulla è impossibile perché il Signore è la nostra forza. Francesco, vieni, torna tra noi, abbiamo bisogno di te, perché tu ci dica che la gioia vera non sta nella sapienza umana, nelle ricchezze, nelle ricompense che ci vengono dagli uomini, ma nell’essere fedeli al progetto del Signore. Francesco, vieni, torna tra noi, abbiamo bisogno di te, per imparare che per seguire Gesù vi è un solo percorso: quello seguito anche da Lui, fatto di espropriazione e di rinnegamento di sé. Francesco, vieni, torna tra noi, abbiamo bisogno di te, perché tu ci dica come amare coloro che ci fanno soffrire e come fare perché l’Amore sia ogni giorno un po’ più amato; per convertirci, anche noi, in amici di Cristo, in veri suoi amanti e imitatori. Vieni, Frate Francesco. Abbiamo bisogno di te... José Rodríguez Carballo, OFM Ministro generale 2. Lettera del Ministro e del Definitorio generale per la Festa di san Francesco SEGUIRE IL SANTO VANGELO PER RENDERLO OGGI VIVO E VISIBILE Carissimi fratelli, il Signore Gesù doni a ciascuno di voi ogni bene e la Sua pace. All’inizio del nostro servizio alla Fraternità universale, e continuando una tradizione ormai consolidata, in occasione della festa del nostro serafico Padre san Francesco desideriamo inviarvi un saluto fraterno e un semplice messaggio per riprendere insieme il cammino della nostra vita e missione francescana, «con autenticità e aperti al futuro». Abbiamo percorso tre anni di riflessione, di approfondimento, di riscoperta della “grazia delle origini”, e siamo stati ricondotti all’ispirazione originaria del nostro carisma, all’«intuizione» primordiale di Francesco, ispirata dal Signore, che ha preceduto l’«istituzione» che ne è seguita. Rendiamo insieme grazie al Signore per i molteplici frutti che tale risalita al “bocciolo” originario ha sicuramente prodotto nelle Fraternità e nelle Entità dell’Ordine. È stato come un ritorno al «primo amore» e quanto vorremmo che l’entusiasmo e la passione delle origini possa continuare ad alimentare e rendere dinamica la nostra fedeltà quotidiana! Riandando all’origine del nostro carisma abbiamo incontrato con occhi nuovi Francesco, ma non abbiamo voluto tornare indietro, come ad un passato storico e nostalgico; abbiamo invece rivisitato l’esperienza fondante di Francesco come l’icona del nostro futuro, EX ACTIS MINISTRI GENERALIS come la forma vitae che tutti siamo chiamati a realizzare e rendere eloquente testimonianza per il mondo di oggi. Quando noi celebriamo la “grazia delle origini” guardiamo a Francesco d’Assisi. Ma Francesco, per andare alla radice del suo progetto di vita, vedeva Gesù Cristo, presente nel lebbroso baciato, visibile nel Crocifisso di san Damiano, ispiratore nella Parola ascoltata alla Porziuncola. E quando ancora Francesco non sapeva cosa dovesse fare, il Signore stesso gli rivelò che doveva «vivere secondo la forma del santo Vangelo» (Test 14). Francesco rinvia noi tutti al Vangelo, alla persona di Gesù povero e crocifisso! Questo è il grande dono che anche noi abbiamo ricevuto! Di questo dono unico, come degli altri innumerevoli doni che riceviamo – il dono della vita, della vocazione, dei fratelli, della Parola, dell’Eucaristia – noi rendiamo continuamente grazie al Signore e Gli siamo profondamente riconoscenti. Il recente Capitolo generale ce lo ha ricordato e riproposto con chiarezza: «È questa la buona notizia che abbiamo ricevuto: il Vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio, dono che cambiò la vita di Francesco d’Assisi e che cambia quella di ciascuno di noi» (Portatori del dono del Vangelo [PdV] 5). «Osservare il santo Vangelo» (Rb 1,1), che vuol dire «seguire l’insegnamento e le orme del Signore nostro Gesù Cristo» (Rnb 1,1) è la nostra «regola e vita» (Rb 1,1). Come Francesco «comprese se stesso interamente alla luce del Vangelo» (Benedetto XVI), così anche noi siamo chiamati a ripartire dal Vangelo per viverlo nelle diverse e mutevoli condizioni attuali in cui ciascuno si trova, insieme con Francesco e come Francesco ce lo ha trasmesso. In questo modo, in fedeltà gioiosa e creativa (cf. VC 37), daremmo risposte adeguate ai segni dei tempi, come ci ha chiesto il Capitolo generale 2003 (cf. Il Signore ti dia pace 6). Per poter «seguire più da vicino il Vangelo» (CCGG 5,2), come abbiamo promesso, per tenere «ferme le parole, la vita e l’insegnamento e il santo Vangelo» (Rnb 22,12) di Gesù, dobbiamo in primo luogo accogliere sempre nelle nostre vite la Parola che ci viene donata, accogliere il Vangelo come dono gratuito che ci viene offerto ogni giorno, accoglierlo con l’assidua lettura orante della Parola, che purifica le nostre intenzioni, guida le nostre azioni, tiene vivo il fuoco della missione. Con le parole del Capitolo generale straordinario del 2006, che riprende quelle del Ministro genera- 347 le, ci ridiciamo con forza e con convinzione: «Torniamo al Vangelo e la nostra vita riavrà la poesia, la bellezza e l’incanto delle origini… Liberiamo il Vangelo e il Vangelo libererà noi» (Il Signore ci parla lungo il cammino 14). Lasciamoci liberare dal torpore spirituale, dall’arida abitudine, dalla stanchezza e dalla rassegnazione, per ripartire con il Cristo e la sua Parola, accompagnati da Francesco, con il forte desiderio di essere veri discepoli di Gesù nel mondo e per il mondo di oggi. Ma non possiamo essere veri discepoli se non siamo nello stesso tempo anche testimoni e missionari di Gesù, c’insegna san Francesco. Il Vangelo ricevuto e accolto non possiamo tenerlo solo per noi: dobbiamo restituirlo andando per il mondo ad annunciarlo a tutti gli uomini. È quanto il Capitolo generale ci ha detto chiamandoci «portatori del dono del Vangelo». Sì, il Vangelo che è la nostra forma vitae, il Vangelo che è all’origine delle nostre Fraternità e della nostra missione evangelizzatrice, dobbiamo restituirlo con la testimonianza dell’amore reciproco nelle Fraternità, con l’annuncio esplicito, con le scelte evangeliche coraggiose per «incarnare il Vangelo in maniera concreta» (PdV 8), con la fantasia creatrice che sa trovare, nelle diverse circostanze, forme nuove e adatte ai diversi destinatari del mondo odierno. Il dono del Vangelo, accolto e restituito secondo la logica evangelica del dono (cf. Il Signore ci parla lungo il cammino, 19ss), è dunque la nostra “professione” fondamentale. Secondo le recenti ricostruzioni storiche del probabile contenuto essenziale della ProtoRegola presentata al Papa Innocenzo III Francesco non avrebbe precisato nessuna modalità di attività apostoliche, avrebbe invece chiaramente indicato le condizioni della sequela Christi, la sua maniera di intendere e di voler vivere radicalmente il Vangelo: spirito di orazione e devozione, fraternità, povertà e minorità, “annuncio del Vangelo di pace” (PdV 9), predicazione ed evangelizzazione (cfr. CCGG 1,2). Sono le Priorità che abbiamo cercato di approfondire e di mettere in atto in questi ultimi anni e che ora ritroviamo radicate nella scelta fondamentale del Vangelo vissuto sine glossa, sul quale le medesime Priorità ritrovano la loro unità carismatica. Il Capitolo generale ha voluto riproporre ancora le Priorità in quanto «valori fondamentali», rivisitate sotto una duplice luce: da una parte come dimensioni evangeliche del discepolo-missionario, e dunque «in chiave di 348 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 missione evangelizzatrice e nella prospettiva di apertura al mondo» (Mandati del Capitolo generale 1); dall’altra come impegno e responsabilità di ciascuna Entità che deve «trovare una propria metodologia o un processo per studiare, approfondire e mettere in pratica le Priorità» (Mandati del Capitolo generale 6). Questo è il cammino concreto che il Capitolo di Pentecoste 2009 ci ha indicato e che ciascun Frate, ogni Fraternità ed Entità, sono chiamati a riprendere e percorrere sin da adesso. Ora ci preme sottolineare l’importanza assoluta di entrare tutti nella dinamica della logica del dono per superare anzitutto ogni forma di “immobilismo” spirituale e pastorale, per superare qualsiasi tendenza o tentazione di “autoreferenzialità” che chiude ogni orizzonte, in modo da aprirsi, anche espropriandosi di tante forme di indebita appropriazione, e andare ad «abitare le frontiere» antropologiche e sociali, curare le ferite provocate dalle «fessure di un mondo frammentato, con un impegno di integrazione per superare queste ed altre dicotomie, come cammino di restituzione» (PdV 22). Riteniamo ugualmente importante promuovere tra di noi una «sensibilità sociale» (cfr. PdV 29-30) ed avviarci tutti verso una nuova «evangelizzazione condivisa» promuovendo «la condivisione della nostra missione con i laici» nostri fratelli (cfr. PdV 25-27). Noi, nuovo Definitorio generale, prenderemo il nostro tempo nella seconda metà di settembre fino alla prima settimana di ottobre per fare insieme una riflessione approfondita sul documento del Capitolo generale. Continueremo nei mesi successivi e verso Natale pensiamo di fare conoscere a tutti voi il frutto delle nostre riflessioni e le decisioni che lo Spirito ci suggerirà per l’animazione dell’Ordine e la attuazione dei Mandati capitolari. In questo primo messaggio abbiamo voluto semplicemente riportare noi e voi al contenuto essenziale della nostra Regola, il Vangelo, che poi è la Persona stessa di Gesù, che abbiamo promesso di “seguire” più che di “imitare” , per renderlo vivo e visibile agli uomini di oggi. Il modo migliore per onorare e celebrare san Francesco è quello di rivivere fedelmente l’eredità che ci ha lasciato: ascoltare e accogliere in noi il Vangelo di Gesù, viverlo con autenticità e totalità di adesione, restituirlo agli uomini e alle donne di oggi, «camminando per le strade del mondo come Frati Minori evangelizzatori con il cuore rivolto al Signore» (PdV 10). Buona festa del nostro Padre san Francesco, al quale chiediamo che ci benedica come suoi figli e ci accompagni sul cammino del Vangelo. Roma, 17 settembre 2009 Festa delle Stigmate di san Francesco I vostri fratelli del Definitorio generale: Fr. José Rodríguez Carballo ofm (Min. gen.) Fr. Michael Anthony Perry, ofm (Vic. gen.) Fr. Vincenzo Brocanelli, ofm (Def. gen.) Fr. Vicente-Emilio Felipe Tapia, ofm (Def. gen.) Fr. Nestor Inácio Schwerz, ofm (Def. gen.) Fr. Francis William Walter, ofm (Def. gen.) Fr. Roger Marchal, ofm (Def. gen.) Fr. Ernest Karol Siekierka, ofm (Def. gen.) Fr. Paskalis Bruno Syukur, ofm (Def. gen.) Fr. Julio César Bunader, ofm (Def. gen.) Fr. Vincent Mduduzi Zungu, ofm (Def. gen.) Fr. Aidan McGrath, ofm (Seg. gen.) Prot.100238 3. Lettera per la morte di Fr. Daniele Hechich Prot. 100297 Caro Fr. Bruno, Ministro, cari Fratelli della Provincia Veneta di S. Antonio di Padova, ho appreso la notizia che sorella morte ha chiamato con sé il nostro confratello Padre Daniele Hechich e desidero esprimere la mia personale partecipazione e vicinanza alla Fraternità Provinciale nel momento in cui restituiamo al Signore il dono di un Frate Minore così singolare. Ho conosciuto da tempo Padre Daniele, per averne ripetutamente sentito parlare; ho custodito per anni il desiderio di poterlo incontrare personalmente; ho avuto il dono di avvicinarlo e di condividere con lui la preghiera e l’Eucaristia esattamente un anno fa, nella circostanza della mia visita alla Provincia Veneta: un momento e un incontro per me indimenticabili. La vita e il ministero di Padre Daniele sono stati segnati dalla sofferenza e dal servizio agli altri. La sofferenza lo ha accompagnato costantemente fin dalla giovane età. Il servizio ai fratelli consisteva nell’accoglienza amorevole di chiunque lo avvicinasse, nell’ascolto paterno, nel donare la misericordia e il perdono, nel EX ACTIS MINISTRI GENERALIS confortare e guarire innumerevoli animi afflitti e malati. Tutto è stato reso possibile dalla materna intercessione della Vergine Madre e dalla profonda e filiale devozione che egli trasmetteva sempre ai fedeli. Nell’offerta della sua vita egli ha servito fedelmente ed eroicamente la Chiesa, testimoniando il Cristo e avendolo reso presente come misericordioso e sofferente. Ma in Padre Daniele vedo anche una di quelle figure che costruiscono l’Ordine, anzitutto perché egli lo ha tanto amato e poi perché, con coraggio e fede, ha risposto nel modo più alto alla chiamata del Signore alla santità. Anche di lui Francesco affermerebbe: “ora posso dire d’avere un vero Frate Minore”. Mentre mi unisco a tutta la Fraternità nel consegnare al Padre delle Misericordie questo nostro amato fratello, provo in me grande riconoscenza per un dono così speciale che il Signore ha dato all’Ordine. Sento che possiamo maggiormente confidare nel suo amorevole servizio di ottenere per noi dal Signore: sostegno, serenità e grazia. Pertanto fiducioso affido nuovamente alla sua orante intercessione tutti i Frati e il mio servizio all’Ordine. Laudato si’, mi Signore, per Frate Daniele, perché lo hai tanto amato e poiché egli ti ha tanto amato. In lui ci hai benedetti per un lungo tempo di passione e di grazia. Donagli ora di contemplare il tuo volto. E a noi continua, o Signore, a far giungere la tua benedizione. Ministro provinciale e Fratelli cari, nella condivisione del ricordo e del temporaneo dolore per la morte di P. Daniele, partecipo vivamente al devoto suffragio e vi abbraccio con affetto. Fr. José Rodríguez Carballo, ofm Ministro generale _____________________________ Ministro provinciale Fr. Bruno Miele Curia Provinciale via P. Gelain, 5 30175 VENEZIA MARGHERA 4. Message du Ministre Général pour le rassemblement de Lourdes Lourdes, le 30 octobre 2009 Mes bien chers frères et sœurs de la Famille franciscaine et vous les amis des Franciscains, 349 En ce 8ème Centenaire de la Fondation du charisme franciscain, je viens à vous porteur d’une action de grâces et d’un appel. Je rends grâces au Seigneur pour notre et votre famille spirituelle si diverse et pourtant animée d’un même souffle évangélique, pour tout ce qu’elle a représenté au cours de ces huit siècles dans le paysage spirituel, moral mais aussi culturel, scientifique de vos pays. Vos pays ont connu l’évolution progressive d’une pensée philosophique et théologique qui fut à l’origine non seulement de la création d’universités mais aussi de la Renaissance et d’un projet de modernité dont nous vivons les séquelles jusqu’à aujourd’hui. En toute humilité, il nous faut bien reconnaitre aujourd’hui que la spiritualité franciscaine a elle aussi contribué à forger notre civilisation chrétienne occidentale. Sans pour autant nous limiter à des personnages d’envergure internationale comme saint Louis, saint Louis d’Anjou, les saints rois de Naples, sainte Jeanne de France, sainte Colette de Corbie, saint Yves, les martyrs de Gorkum, la petite Bienheureuse Marie-Céline et tant d’autres, nous sommes heureux de constater que les racines chrétiennes de vos pays sont aussi des racines franciscaines. Je sais, qu’en France, en Suisse et en Belgique, le charisme franciscain vit aujourd’hui une merveilleuse renaissance. L’affluence des jeunes de vos contrées à Assise et en Terre sainte en témoignent. Il est vrai que votre charisme est aujourd’hui porté en communion par des frères, des sœurs, des laïcs. Les médias s’en emparent et le monde scientifique français redécouvre avec joie la richesse d’un patrimoine franciscain profondément ancré dans la conscience collective de vos pays. Nous ne pouvons que nous réjouir de l’impact du professeur Paul Sabatier et de ses nombreux successeurs sur l’étude de la question franciscaine depuis plus d’un siècle. Ensemble à l’écoute de l’Evangile, comme François, vous ressentez le besoin d’enraciner davantage votre vie dans la prière et l’accueil de la Parole de Dieu. Rassemblés tous ensemble dans un fécond dialogue, croyants et incroyants, vous cherchez de nouveaux chemins de présence, en accordant une attention renouvelée aux petits et aux marginaux de notre société. Il importe plus que jamais que vous vous aidiez mutuellement à vivre la vocation qui est la votre, dans l’Eglise et pour l’Eglise, frères 350 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 et sœurs clarisses, franciscaines et laïcs. Notre mission ne peut se vivre et témoigner de la vérité que dans une joyeuse et sereine complémentarité. Vivre à la suite de François et de Claire exige souvent de grands sacrifices mais peut aussi être la source jaillissante d’un merveilleux bonheur. Vous quittez tout pour aimer comme le Christ sur les traces de François, Une véritable passion pour Dieu et pour l’humanité vous animent et vous inspirent. Ne permettez pas à la fragilité personnelle et aux crises passagères de vous détourner de la suite du Christ. Rien n’est plus beau que le choix de cette forme de vie, celui de saint Damien, celui de la Portioncule. Ouvrez-vous au souffle de l’Esprit qui tout renouvelle chaque matin ! Avec l’apôtre Paul, j’ose vous lancer cet appel: Ne brisez pas l’élan de votre générosité! Croyez en la bonté et en la beauté de Dieu. Plus que jamais aujourd’hui le monde a besoin de notre, de votre différence évangélique. Osez vivre la radicalité de l’option de François, comme pèlerins et étrangers en ce monde, mais enivrés d’amour pour l’humanité et la création. Les jeunes ont dépassé le matérialisme de leurs parents. Comprenez-les, aimez-les, ne leur imposez pas vos modèles du passé. Ils ont besoin de foi et d’espoir, de témoignage et d’une immense compassion, celle du Christ en croix. Répondez-leur par le choix du partage, de la fraternité et d’une sobriété heureuse assoiffée de beauté et de tendresse. A ceux, jeunes et moins jeunes qui souffrent tant de la solitude, offrez un espace de vie où chacun sera reçu comme un frère, comme une sœur. Ne craignez surtout pas leurs excès identitaires. Ils répondent au vent de l’Esprit. A ceux qui cherchent un sens pour leur vie, à ces mendiants de sens qui nous harcèlent, offrez un baiser de paix, ouvrez la porte de la prière, aidez-les à rencontrer Jésus-Christ, celui qui est Tout Bien. Dieu vous a confié un trésor: la vie évangélique telle que François et Claire nous l’ont transmise. Offrez à vos contemporains la joie de vivre l’Evangile. Osez proposer cette vie qui vous anime et vous comble de joie. Frères et sœurs, portez l’Evangile dans l’esprit d’humilité et de pauvreté de notre Père saint François. Frères et sœurs bien-aimés, l’avenir nous attend, commençons car nous n’avons encore rien fait! Que le Seigneur vous protège et vous bénisse! Fr. José Rodríguez Carballo, ofm Ministre général 5. Relazione all’incontro con i Visitatori generali Roma, Curia generale, 16-19.11.2009 LA VISITA CANONICA: UN TEMPO PROPIZIO PER CAMMINARE PARTENDO DAL VANGELO La mia esposizione comprenderà due parti. Prima di tutto parlerò degli obbiettivi della Visita canonica e del compito del Visitatore, mentre nella seconda indicherò i grandi temi che si devono tener presente nella Visita, partendo dal Capitolo generale di Pentecoste 2009. I. La Visita canonica e la figura del Visitatore nella mente di san Francesco e nella nostra legislazione La Visita canonica è regolata dal Codice di Diritto Canonico (CIC 628), dalle Costituzioni generali (CCGG 213), dagli Statuti generali (SSGG 155), dagli Statuti per la Visita canonica e la Presidenza del Capitolo provinciale (SVC, Roma 2007), e da altri documenti della Chiesa. Secondo questi documenti, spetta al Ministro realizzare la Visita canonica, personalmente o per mezzo di Delegati (cf. SVC 1). La Visita può essere ordinaria o straordinaria, generale o provinciale, totale o parziale (SVC 2,1-2). Nel vostro caso la Visita è ordinaria, dato che viene fatta nel momento stabilito; è generale, perché convocata dal Ministro generale; ed è totale, perché riguarda tutti i frati dell’Entità e tutte le case. Poiché è una Visita canonica bisogna, senza dubbio, osservare le prescrizioni giuridiche, ma questa Visita deve essere realizzata all’interno dello spirito che Francesco indica per la visita ai fratelli. 1. La Visita nella mente di san Francisco San Francesco considerava la visita ai frati come uno dei suoi obblighi principali. E, quando non poteva visitarli a causa della “infermità e debolezza” del suo corpo (cf. 2Lf 3), scelse di scrivere lettere e di inviare messaggeri per continuare a servirli e a somministrare loro «le EX ACTIS MINISTRI GENERALIS fragranti parole» del suo Signore (2Lf 2). Cosciente dell’importanza di tali visite e di quel servizio o ministero, scrive nella Regola non Bollata: «Tutti i frati, che sono costituiti ministri e servi degli altri frati, nelle province e nei luoghi in cui saranno, assegnino il luogo ai loro frati, e spesso li visitino e li esortino e li confortino secondo lo Spirito» (Rnb 4,2). Questa stessa avvertenza si trova anche nella Regola bollata, con alcune sfumature che mi sembrano importanti: «i frati, che sono ministri e servi degli altri frati, visitino ed ammoniscano i loro fratelli e li correggano con umiltà e carità» (Rb 10,1). Dal contesto in cui si trovano questi testi possiamo trarre alcune indicazioni importanti sugli obbiettivi e sul modo di realizzare la visita ai frati, così come la voleva San Francesco. Nella vita di Francesco appare chiara l’importanza che ha la persona, e questo implica, da parte dei Ministri e servi, e in questo caso del Visitatore, lo stare sempre vicino al fratello e visitarlo con frequenza. L’obiettivo della visita è duplice: uno positivo e l’altro negativo. Francesco esprime questo duplice obiettivo con i verbi e le espressioni seguenti: servire, amministrare le fragranti parole del mio Signore, animare, ammonire, correggere. È importante sottolineare che il primo obiettivo della visita è evangelizzare i fratelli, comunicando loro “le parole del Signore nostro Gesù Cristo, che è il Verbo del Padre, e le parole dello Spirito Santo, che sono spirito e vita” (2Lf 3). Il Ministro, o il frate che visita gli altri fratelli, è chiamato a rivelare la presenza di Cristo tra i fratelli, essendo, lui per primo, «il profumo di Cristo», per poter chiedere altrettanto agli altri. La visita ai frati è, quindi, in primo luogo un mezzo privilegiato per evangelizzare, nella misura in cui il Ministro o Visitatore si lascia evangelizzare. Questo stesso aspetto della visita, che abbiamo chiamato positivo, appare nel termine animare. Nella Visita, i Ministri e servi, o i frati che fanno la Visita, devono animare, cioè: devono comunicare afflato, affinché i frati vivano secondo lo spirito (cf Rnb 5,7), in obbedienza alla volontà del Signore (cf SalVir 15). In altre parole, la Visita deve spingere i frati a crescere nella vita dello Spirito e «stimolare tutti e tutto dal buono al meglio» (SVC 3,9). Dato che Francesco è ben consapevole della presenza del peccato nella Fraternità, non può fare a meno di ricordare altri obiettivi 351 della Visita, che mirano alla conversione del fratello: «ammonire» e «correggere» (cfr. Rnb 10,1). Né il Ministro, né il suo messaggero, il Visitatore, possono essere indifferenti di fronte al peccato del fratello, ma devono ammonire e correggere i frati che hanno peccato (cf. CCGG 213). Infine, sul modo di realizzare la Visita Francesco è molto chiaro. Il Ministro e servo, o chi realizza la visita in suo nome, deve usare con i frati tenerezza e vigore; carità e, a volte, chiarezza: Francesco lo dice chiaramente quando afferma che il Ministro o Visitatore deve realizzare il suo servizio con umiltà, senza superbia o vanagloria (cf. Rb 10,7), senza “turbarsi o adirarsi per il peccato del fratello” (Rnb 5,7), con familiarità e benignità (cf. Rb 10,5), e sempre mosso dalla carità e dall’amore al fratello (cfr. Am 11,2; 25); però, allo stesso tempo, è chiamato a realizzare questo servizio “diligentemente” (Rb 5,5), ammonendo e correggendo quando è necessario (cf. Rnb 10,1), ricordando che dovremo rendere conto al Signore del fratello che si perde a causa del nostro silenzio (cf. Rnb 4,6). 2. La Visita negli Statuti per la Visita canonica Secondo gli Statuti per la Visita canonica e la presidenza del Capitolo provinciale, in consonanza con le indicazioni che ci vengono date da Francesco stesso, la Visita è un momento di verifica dell’attività del governo provinciale o custodiale, e della vita delle Entità e dei frati (cf SVC 1); ossia, la Visita ha come primo obiettivo il “fare verità, verificare le attività e la vita dei frati, particolarmente la vita fraterna (cf SVC 26), alla luce delle priorità della vita francescana (cf. SVC 26-32). Questa valutazione comporta concretamente: confortare, ammonire e, quando necessario, correggere i frati; conoscere le condizioni di vita dei frati, personale ed economica, e le loro iniziative più importanti, stimolandole se si considerano buone; promuovere la formazione iniziale e permanente nelle seguenti dimensioni: scientifica, ministeriale e professionale; stimolare la partecipazione attiva dei frati alle attività dell’Ordine, il che significa sviluppare il senso di appartenenza al medesimo; fare in modo che i frati osservino quanto prescrivono le nostre leggi e quelle della Chiesa; e stimolarli a passare dal buono al meglio (cf SVC 3,9). Oltre a quanto detto si può dire che niente di quanto si riferisca alla vita dei frati 352 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 nella sua triplice dimensione – umana, cristiana e francescana – deve considerarsi estraneo alla Visita. 3. Autorità e doveri del Visitatore Durante la Visita, il Visitatore è delegato del Ministro generale o provinciale (cf. SVC 2,2), e «rappresenta il Ministro e agisce in suo nome» (SVC 8,1). Pertanto, il Visitatore gode di «potestà delegata» (cf. SVC 11) e ha il diritto di ordinare, dirigere, eseguire e correggere, secondo il diritto comune e proprio, tutto quanto sia necessario «per l’utilità dei frati e delle Province» (SVC 11,2). Senza dubbio non può interferire nelle questioni ordinarie di governo (cf. SVC 12,1), dato che durante la Visita non cambia la potestà ordinaria del Ministro provinciale o del Guardiano (cf SVC 12,2). L’autorità del Visitatore, se è anche il Presidente del Capitolo, come nel vostro caso, «termina trenta giorni dopo la conclusione del Congresso capitolare» (SVC 17). Per quanto riguarda i doveri del Visitatore – al di là di preparare con cura la Visita ed il Capitolo, in stretta collaborazione con il Ministro ed il Definitorio provinciale – penso che si possano sintetizzare nelle seguenti parole: valutare correttamente, accertare, controllare, verificare attentamente, confortare, proporre, ammonire e correggere. Per questo deve assumere il suo servizio con sollecitudine, prendendosi il tempo necessario, senza fretta (cf. SVC 14), per poter interrogare i frati con carità e benignità, ascoltarli con familiarità (cf SVC 22,3) e discernere con serenità, tenendo conto del bene dei frati (cf SVC 9,1; 11,2). Per quanto riguarda il suo comportamento, gli SVC ricordano che quando corregge deve farlo umilmente e caritativamente (cf. SVC 3,1) e, in ogni momento deve agire con benignità, familiarità (cf. SVC 3,1), prudenza e molta discrezione (obbligo al segreto) (cf SVC 11,2; 33), comportandosi sempre con semplicità nel trattare con i frati e nell’uso delle cose (cf. SVC 14,1). Per poter essere il più imparziale possibile nel suo “giudizio”, il Visitatore «cerchi su quale fondamento si fondi e da quali prove è sostenuto quanto ascolta» (SVC 22,3). II. La Visita canonica alla luce del Capitolo generale di Pentecoste 2009 Pochi mesi fa abbiamo celebrato il Capitolo generale di Pentecoste 2009. Le indicazioni del Capitolo contenute nel documento finale dello stesso, Portatori del dono del Vangelo, e nei Mandati capitolari, sono le linee guida per l’animazione di questo sessennio e, devono essere ben presenti nel vostro servizio di Visitatori e Presidenti del Capitolo e del Congresso Capitolare. Il Capitolo generale 2009, come ben si riflette nello slogan che ci ha riuniti Verbum Domini nuntiantes in universo mundo, ha avuto come tema principale la missione evangelizzatrice. Lo stesso Capitolo, specificando ancora di più la “definizione” di Frate Minore, ci ha chiamati a percorrere le strade del mondo come Frati Minori evangelizzatori con il cuore rivolto verso il Signore (cf. Portatori del dono del Vangelo =PdV 10). Alla luce di questa “definizione” di Frate Minore, voglio sottolineare alcuni aspetti importanti da tenere presenti durante la Visita canonica, senza dimenticare alcune indicazioni che considero molto opportune e che ci vengono dal documento finale del Capitolo straordinario del 2006, Il Signore ci parla lungo il cammino (= Spc). 1. Missionari/Evangelizzatori Essere missionario, evangelizzare, richiede l’essere discepolo, sentirsi inviato. Come il Figlio non dice nulla che non abbia sentito dal Padre, con molta più ragione il missionario/ evangelizzatore. Non si può essere missionario se prima uno non si pone in atteggiamento di discepolo. Tra le altre cose questo comporta: • relazionarsi profondamente con il Signore: «li chiamò perché stessero con lui e per mandarli a predicare» (Mc 3,14); • ascoltarlo quotidianamente, stare con il Signore, frequentarlo e corteggiarlo costantemente, lasciarsi abitare da lui, per non predicare se stessi, né una mera ideologia. Essere discepolo presuppone edificare la nostra vita fraterna sul Vangelo (cf. PdV 6), lasciarsi evangelizzare dal Vangelo, lasciare che sia il Vangelo quello che cambia la nostra vita, come cambiò la vita di Francesco (cf. PdV 5), lasciare che sia il Vangelo a trasformare le nostre comunità in Fraternità segno, in Fraternità profetiche (cf. PdV 8), in Fraternità significative. Per questo è necessario riscoprire la presenza del Vangelo attraverso la preghiera contemplativa, la lettura orante della Parola (cf. Mandati EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 22), lo studio delle Scritture, la liturgia, come pure attraverso la lettura dei segni dei tempi. È l’autentica esperienza di Dio quella che ci farà camminare (cf. PdV 11). Senza una profonda adesione al Vangelo la nostra missione evangelizzatrice sarà superficiale e sterile, la nostra Fraternità si decompone; • assumere individualmente e in Fraternità il Vangelo come un dono destinato ad essere restituito (cf. PdV 11), a partire dalla gratuità e dalla logica del dono (cf. PdV 9); • porsi in cammino (non solo geografico, ma mentale e di cuore), uscire da noi stessi, essere meno provincialisti per uscire e abitare le frontiere; essere attraversatori di frontiere, decentrarci da noi stessi per andare incontro all’altro e fargli un’offerta di fede (cf. PdV 11; 14; 22); • assumere l’evangelizzazione inter gentes come elemento essenziale della nostra chiamata ad essere missionari ed evangelizzatori, ed essere fedeli alla vocazione ad gentes, quando il Signore chiama ad essa (cf. PdV 13-21), anche se si devono ridimensionare presenze significative. In questo contesto, come Visitatori vi chiedo di verificare e potenziare lo spirito missionario nelle Entità che andate a visitare, individuando vocazioni per i progetti missionari, in modo particolare per la Terra Santa ed il Marocco. Vi chiedo anche che verifichiate quale posto occupano il Vangelo e le Sacre Scritture nella vita dei frati, individualmente e nella vita delle Fraternità, spingendo, dove è necessario, verso la Lettura orante della Parola. Vi chiedo che verifichiate con che logica evangelizziamo: con la logica del dono, o del guadagno, del potere e del prestigio? Quale logica regna quando si tratta di mantenere, chiudere o aprire presenze? 2. Come fratelli La Fraternità ci definisce, è un elemento essenziale del nostro carisma (cf. CCGG 1,1). La Fraternità è il nostro modo di fare missione, è il nostro biglietto da visita di fronte al mondo e alla Chiesa. Non si può parlare di missione evangelizzatrice francescana che non parta dalla Fraternità e non ritorni alla Fraternità. L’evangelizzazione in chiave francescana deve realizzarsi in Fraternità e con la testimonianza della vita fraterna (cf. Mandati 13). Un determinato lavoro missionario non viene 353 affidato ad un individuo, ma alla Fraternità attraverso la persona concreta di uno o vari frati. Perché la testimonianza della nostra vita fraterna sia realmente mezzo di evangelizzazione, dobbiamo curarla attentamente, come già ci chiedeva il Capitolo del 2006: «lo scambio di esperienze ci ha persuaso che la nostra Fraternità ha bisogno di una cura particolare da parte nostra» (Spc 31). Perché questa cura? Il documento finale del Capitolo generale straordinario, Il Signore ci parla lungo il cammino, riconosce l’esistenza di divisioni, all’interno della Fraternità universale, provinciale e locale; riconosce che la nostra comunicazione è superficiale; riconosce che siamo ancora lontani da essere una Fraternità multiculturale. Lo stesso documento ci pone in guardia dalla tentazione di fermarci e di fuggire dalla Fraternità. Durante la Visita il Visitatore deve stare molto attento a tutti questi aspetti. Un’attenzione particolare va prestata al tema delle divisioni, molte volte motivate dall’ambizione di potere. In Province e Custodie divise si devono potenziare «gesti di perdono reciproco e cammini di comunione» (Spc 31), «processi di riconciliazione» (Spc 51). Il Capitolo provinciale o custodiale deve mettere le basi per sviluppare «una cultura dell’accompagnamento fraterno, della correzione, del perdono e della riconciliazione» (Spc 53). Però, soprattutto, si deve insistere sulla necessità di una comunicazione profonda autentica, e sulla necessità di creare «spazi comuni di dialogo, condividendo le nostre storie, celebrazioni e feste» (Spc 50), in modo che si sperimenti la gioia profonda della nostra vocazione (cf. Spc 53). In molte occasioni si rende necessario recuperare la fede orizzontale, la fiducia negli altri, sapendo che la fede verticale e quella orizzontale «sono strettamente collegate» (Spc 15). Durante la Visita si deve valutare il modo in cui i frati comunicano tra loro (cf. Spc 50). Chiedo che prestiate attenzione alla tentazione di fuggire dalla Fraternità. Ci sono molti frati feriti che stanno al margine della Fraternità, anche vivendo sotto lo stesso tetto. Il Visitatore deve fare il possibile per “recuperare” questi fratelli alla Fraternità, e lo stesso vale per coloro che hanno progetti individuali che niente o poco hanno a che vedere con la Fraternità. In questo contesto vi chiedo anche che prestiate particolare attenzione alle diverse forme di individualismo, quelle “scandalose” e quel- 354 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 le nascoste. L’individualismo è un male proprio della nostra società che sta entrando fortemente nelle nostre Fraternità. Da una prospettiva francescana non c’è posto per i progetti personali; c’è posto per progetti personali se si intende la persona come un essere in relazione. Un altro aspetto importante a cui prestare attenzione è quello delle strutture materiali. Che siano a servizio della vita e non la vita al servizio della semplice conservazione delle strutture. È necessario “liberare” le nostre Entità dal peso di strutture che hanno perso significato, ponendole al servizio della società, principalmente dei più poveri. Però, così come ci mette in guardia il documento Portatori del dono del Vangelo, «prima di preoccuparci di adeguare le nostre strutture, dovremmo cominciare a leggere con attenzione i segni dei tempi e dei luoghi e lasciarci interpellare da essi» (PdV 29). 3. Come minori Per i seguaci di Francesco, la “minorità” non è un optional, ma una dimensione essenziale della nostra vita, un elemento che qualifica la nostra Fraternità. Afferma il documento finale del Capitolo 2006: «Non basta dire che siamo fratelli, siamo Frati Minori» (Spc 28). A questo punto il documento ci pone in guardia contro due pericoli: uno che vede la “minorità” come una semplice scelta sociale, e l’altro che vede la “minorità” solo come una scelta spirituale. La minorità per Francesco non è un semplice categoria sociologica. Il Poverello prese il termine “minore” dal Vangelo (cf Spc 28). E tanto per lui come per noi, in quanto Frati Minori, il «paradigma della minorità non è altri che Cristo» (Spc 29). La nostra scelta di essere “minori” nasce dalla contemplazione di Cristo Gesù che «non considerò un tesoro geloso la sua condizione divina, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo» (Fil 2,611). Senza dubbio, questa dimensione cristologica non impedisce che la minorità si esprima in categorie sociali. A questo riguardo, il documento Il Signore ci parla lungo il cammino aggiunge: «La minorità è la forma concreta che qualifica la nostra relazione fraterna e la pratica dei nostri ministeri” ordinati o meno, dato che “tutti siamo Frati Minori» (Spc 28). La minorità, pertanto, deve segnare il nostro stile di vita “ad intra”, con i frati della Fraternità, e la nostra missione “ad extra”, con ogni umana creatura. La minorità segna non solo la nostra relazione tra i frati, ma in maniera più ampia, con ogni umana creatura. Ci sentiamo e siamo realmente Frati Minori di ogni uomo e ogni donna, in accordo con lo stile con cui Francesco invia i suoi frati per il mondo: non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio (Rnb 16,6). Il documento finale del Capitolo 2006 ci ha chiesto di essere «minori tra i minori della terra» (Spc 30), «vivere il Vangelo come minori tra i minori» (Spc 33). Un presenza evangelica tra loro, ci ricorda il Capitolo 2009, è un segno di restituzione “particolarmente eloquente” nel nostro mondo (cf. PdV 23). La nostra condizione di minori ci impegna a camminare con i “minori”, facendo nostre le loro gioie e il loro dolore. In questo modo, la minorità, che è iniziata con la contemplazione di Cristo che si fa “minore” e con «il contatto con la realtà di dolore e di speranza di ogni persona» (Spc 11), termina necessariamente con una scelta di vita e di missione. In questo contesto è obbligatorio ricordare la chiamata del Capitolo 2009 ad abitare le frontiere e la marginalità (cf. PdV 22-24). Chiedo che nel vostro servizio di Visitatori e Presidenti del Capitolo e del Congresso capitolare prestiate molta attenzione alla nostra condizione di minori. Nelle Entità che visitate è vostro dovere portare i frati a chiedersi: quali spazi sociali abitiamo? Quali sono le espressioni concrete della nostra minorità, (per esempio nell’assunzione dei lavori domestici, e nella relazione con i fratelli), e ad extra: a fianco di chi stiamo? Quali sono le nostre preferenze? Un aspetto importante nella relazione con la minorità è anche l’economia. Lavorate instancabilmente perché si facciano passi concreti al fine di raggiungere un’economia trasparente, solidale e che rifletta un tenore di vita austero e basata sul lavoro. Siate chiari al momento di denunciare economie parallele ed individuali, non trasparenti e che non sono in consonanza con il nostro essere minori. 4. Nel mondo Il mondo è il nostro chiostro, ripetiamo giustamente. Come i discepoli siamo stati chiamati per stare nel mondo senza essere del mondo. La tentazione è di assumere nella nostra vita i criteri del mondo, senza farci presenti in esso EX ACTIS MINISTRI GENERALIS come “missionari” ed evangelizzatori, rinunciando ad essere “luce” e “sale” nella nostra società. Essere missionari nel mondo, tra le altre cose comporta: • Amare il nostro mondo, porci di fronte ad esso con simpatia e con una visione positiva, ma allo stesso tempo critica (cf. PdV 7.15). Solo così potremo assumere ciò che c’è di buono e denunciare gli pseudo valori che ci sono nella nostra società. La missione evangelizzatrice è «movimento di andare e venire” e “comporta un dare, ma anche un ricevere, in un atteggiamento di dialogo» (PdV 15). • Incarnare il messaggio del Vangelo nei distinti contesti culturali in cui viviamo, imparando il linguaggio del mondo e i suoi codici comunicativi per rendere intelligibile il messaggio (cf. PdV 16). • Entrare in un processo di inserimento nella realtà della vita dei nostri popoli, come prolungamento del mistero dell’incarnazione: «l’incarnazione reale ed effettiva dell’evangelizzatore nella realtà socio-culturale di un popolo è un’ineludibile esigenza della sua missione» (PdV 13, cf. 30). • «Essere meno autoreferenziali ed essere più in tensione verso il divenire del mondo». «Non possiamo voltare le spalle al divenire del mondo» (PdV 29). È necessario ascoltare la voce dello Spirito che continua a parlarci, oggi come ieri, attraverso fenomeni come l’interculturalità, la rivendicazione e difesa dei diritti umani, la situazione delle minoranze, la crisi economica, il disastro ambientale e i fenomeni migratori (cf. PdV 14). • Darsi anche una formazione intellettuale adeguata per poter entrare in dialogo, critico e senza complessi, con la cultura attuale, come già affermato dal Capitolo generale di San Diego (1991): «la formazione intellettuale è un’esigenza dell’evagelizzazione» (Acta Capitoli Generalis Ordinarii, Roma 1991, 555). «Non si tratta di accomodarsi al mondo e tanto meno di sospendere ogni giudizio critico nei suoi confronti» (PdV 15). Vi chiedo, cari fratelli Visitatori, che aiutiate i frati a stare nel mondo senza essere del mondo. Per questo aiutateli a chiedersi con serietà: quali criteri animano la nostra vita? Siamo luce e sale per la nostra società, o siamo del “mucchio”, uno dei tanti? Come è il nostro inserimento nella realtà delle nostre genti che siamo chiamati ad evangelizzare? Siamo pre- 355 parati intellettualmente e spiritualmente per “dialogare criticamente” con la nostra società? La formazione iniziale e permanente ci preparano a questo? 5. Con il cuore rivolto al Signore La nostra vocazione e missione sono inseparabili dalla fede: «la vita nella fede è la vera sorgente della nostra letizia e della nostra speranza, della nostra sequela di Gesù Cristo e della nostra testimonianza nel mondo» (Spc 18). Già lo facevo notare nella mia relazione al Capitolo 2006, Con lucidità e audacia (=Cla), quando dicevo: «è il momento di esercitarci nella fede, di muoverci a partire dalla fede, di vivere della fede». Solo la fede, infatti, riuscirà a metterci in cammino, perché solo a partire da essa potremo «assumere il Vangelo come Buona Notizia, passare all’altra sponda, vivere il presente con audacia e coraggio evangelici. Senza la fede, nulla di questo è possibile. Senza la fede, il pericolo di fermarci, ripeterci, annullare i sogni più profondi, di perdere, a poco a poco, la gioia che sgorga dalla passione del vivere la nostra vocazione e missione, è qualcosa di più di una possibilità» (cf. Cla n. 8, pp. 16-18). D’altra parte, il lavoro dei capitolari sulla mia relazione ha sottolineato con forza la necessità della fede per superare la crisi in cui sembra trovarsi la vita religiosa in generale e la nostra in particolare. In questo contesto si fece notare come la vera crisi che viviamo è una crisi di fede, che poi si trasforma anche in crisi di autenticità. Se la fede è essenziale per comprendere la nostra vita e missione, non è per niente strano che il Capitolo affermi che le relazioni fondamentali della nostra vita, con il mondo, Dio e i fratelli, sono costruite a partire dalla fede (cf. Spc 15). La fede, “in una circolarità permanente” con la vita, ci permette un’interpretazione adeguata della nostra esistenza e di quella degli altri, con tutto quello che comporta: le esperienze di ciascuno, il contatto umano con la realtà dolorosa e speranzosa di ogni persona, di ogni popolo e con la natura (cf. Spc 11). Chiamati a portare il Vangelo agli uomini e alle donne di oggi, non potremo rispondere a questa vocazione/missione se non siamo uomini di fede, una fede che coinvolga tutto ciò che siamo e che sia fonte di tutto ciò che facciamo (cf Spc 18). Il Capitolo 2009 si domanda se la mancanza di ardore missionario, il nostro immobili- 356 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 smo e lo stallo che soffriamo non si spieghi con una crisi di fede nel Dio Uno e Trino; e, allo stesso tempo, mentre ci invita ad essere autocritici in questo campo, afferma che la missione si capisce solo se si basa sulla fede e una spiritualità trinitaria. Per questo non ha dubbi nell’affermare: «Nella centralità dovuta al Dio trino come principio integratore della nostra vita, delle nostre Fraternità e dei doni dei fratelli, si gioca la speranza che anima la nostra missione evangelizzatrice» (PdV 12). Secondo un’espressione dello stesso Capitolo, «un’autentica esperienza di Dio ci mette in movimento» (PdV 11). Solo la sete saziata, come nel caso della Samaritana, attraverso un incontro personale con il Signore, con il Vangelo, si trasforma in messaggio (cf. Spc 17). A volte ho l’impressione che la nostra formazione permanente ed iniziale non ci diano “l’equipaggiamento di base” nel campo della fede e della relazione con il Signore, e che molte volte le attività che realizziamo, anche se buone e necessarie, sono sotterfugi per riempire un vuoto esistenziale. Questo fa sì che la dimensione contemplativa passi in secondo o terzo piano. Penso che sia urgente lavorare sulla “educazione della fede” e sulla “personalizzazione della fede” partendo dalla formazione iniziale e nella formazione permanente (cf. Spc 16.27). Il Capitolo del 2006, cercando di provocare una profonda riflessione, nel suo documento finale, ci lancia una domanda che è bene che ci “tormenti” e ci “perseguiti”: abbiamo questa fede, una fede che ci porta a vedere la nostra realtà, la realtà degli altri e della storia, da una prospettiva nuova? (cf. Spc 27). Durante la Visita canonica e al momento di prendere le decisioni che orientano il futuro di una Entità, durante la celebrazione del Capitolo e del Congresso capitolare, chiedo che diate a questa dimensione essenziale e fondante della nostra vita e missione, una reale priorità. Non abbiate dubbi nel subordinare altre scelte a questa, costi quello che costi. Non dubitate nel favorire e accompagnare verso il ridimensionamento delle attività, se questo non sono alimentate da una vita di fede e di preghiera appropriate. Non abbiate paura, cari fratelli Visitatori, nel portare il fratello a interrogarsi sulla propria fede. Ricordate che durante la Visita «vi è stata affidata la cura delle anime dei frati» (cf Rnb 4,6). Verificate la vita di fede dei frati e la vita di preghiera, manifestazione di una vita di fede, dei singoli frati e delle Fraternità per quanto riguarda i tempi dedicati alla preghiera, il modo di celebrare la liturgia, l’incontro personale e fraterno con il Vangelo attraverso la lettura orante della Parola. Esaminate i progetti formativi anche a partire da questa priorità. Conclusione Il Capitolo 2009 ci ha ricordato che siamo chiamati a percorrere le strade del mondo come Frati Minori evangelizzatori con il cuore rivolto al Signore (cf. PdV 10). Questa è la nostra vocazione e missione. Come Visitatori dovete aiutare i frati affinché, come dice il Capitolo stesso in uno dei suoi mandati, tutte le priorità, programma base anche per questo sessennio, siano proposte e accolte «in chiave di missione evangelizzatrice e nella prospettiva di apertura al mondo» (cf. Mandati 1). Tutto questo esige, come ci ha ricordato il Capitolo del 2006, «un permanente discernimento e una verifica continua della nostra vita» (Spc 35), una «revisione critica continua [...] de nostri ministeri attuali» (Spc 58), così che possiamo «ritrovare il centro della nostra missione», e da lì possiamo «abbracciare la frontiera» e «abitare la marginalità» (cf Spc 33), creando nuovi spazi e assumendo rischi «che diano testimonianze concrete della nostra vocazione e missione» come «Fraternità in missione al servizio della Chiesa e del mondo» (Spc 58). A questo punto tutto esige da noi «un progetto di evangelizzazione con chiara identità francescana» (Spc 34), che si integri pienamente nel progetto di vita fraterna, chiesto dal Capitolo 2009 (cf. Mandati 7). Un progetto che unisca e integri vocazione, vita fraterna e missione, a partire dalla minorità. I criteri che appaiono nel mandato 13 del Capitolo 2009 devono aiutarci ad elaborare questo progetto di evangelizzazione missionaria in chiave francescana. Questi stessi criteri devono servire per verificare il lavoro di evangelizzazione delle Entità che visitate. A questo riguardo vi chiedo anche che sollecitiate le diverse Entità a scegliere chiaramente la collaborazione tra loro. La missione evangelizzatrice sta esigendo strategie di “cooperazione” e di “interscambio” tra le Entità (Spc 57). La missione evangelizzatrice «comporta la ricerca di rendere porosi i nostri confini per permettere il flusso della intercomunione e la intercomunicazione» (PdV 22). EX ACTIS MINISTRI GENERALIS La Visita canonica che farete deve essere una forte e pressante chiamata a vivere la nostra vita in profondità, una chiamata alla conversione, a vivere di fede e a partire da essa, a tornare al Vangelo per tornare a Cristo, a rivivere l’esperienza fondante della nostra Fraternità, con lo scopo di re-identificarci e ri-appropriarci dell’intuizione originale di Francesco. Deve essere un forte richiamo a migliorare la nostra comunicazione, particolarmente a livello di fede e di vissuto vocazionale, a “rivolgerci” gli uni agli altri, a demolire le barriere e i pregiudizi, ad accoglierci con ascolto reciproco, a superare provincialismi, etnocentrismi, caste e regionalismi, a espandere il cuore alla dimensione del mondo. Il Capitolo 2009, come in precedenza quello del 2006, ci ha fatto una chiamata urgente a non lasciarci attanagliare dalla crisi e dalla paura, a non chiuderci in noi stessi, a non ridurre le nostre presenze al confortevole e sicuro spazio dei nostri conventi, ma ad uscire, a decentrarci per ri-centrarci, a de-localizzarci per ri-localizzarci, a sradicarci per ripiantarci, a sentirci itineranti verso il limite, la frontiera, la periferia, verso i “chiostri dimenticati”, abitati dai “lebbrosi” di oggi. In ogni momento, ci ha ricordato il Capitolo, i frati devono stare attenti a non offrire culto agli idoli dell’attivismo e dell’efficienza per poter mantenere l’aspetto profetico della nostra vita. In questo contesto il Capitolo ci ha fatto una forte chiamata a de-centrarci da ciò che è urgente per tornare all’essenziale e dare qualità evangelica alla nostra vita. Tutto questo passa attraverso una scelta chiara per la formazione permanente alla quale si deve dare priorità. Essa è ciò che può nutrire una profonda fedeltà creativa, nella nostra vita, così come la creatività e la fantasia necessarie, oggi più che mai, nella nostra missione evangelizzatrice (cf. Mandati 9-10). La Visita canonica che siete chiamati a fare deve tener presenti tutte queste chiamate del Capitolo, così come le sue proposte. Il documento finale del Capitolo ci sta chiedendo di prestare molta attenzione alla frammentazione che spesso caratterizza le nostre vite e la nostra missione. In questo contesto si inserisce il mandato capitolare sul moratorium (cf. Mandati 9). Dobbiamo riflettere e discernere. Dobbiamo chiederci: dove siamo? Dove vogliamo andare? Dove ci spinge lo Spirito, tenendo presente la nostra realtà (debolezze e possibilità), gli inviti della Chiesa, gli ultimi documenti dell’Ordine e i segni dei tempi? E 357 dopo questo discernimento e riflessione, sul moratorium, dobbiamo avere il coraggio di prendere decisioni che portino a vivere il presente con passione e abbracciare il futuro con speranza, camminando a partire dal Vangelo. Fr. José Rodríguez Carballo, ofm Ministro generale 6. Homilía a la conclusión del encuentro con los Visitadores generales Roma, Curia general, 20.11.2009 ¡EL SEÑOR NOS VISITA! Ma 2, 15-29; Sal 49; Lc 19, 41-44 Queridos hermanos Visitadores, queridos hermanos de la fraternidad: ¡El Señor os dé la paz! Llegados al final de nuestro encuentro, el Señor se hace el encontradizo en nuestro camino y nos ofrece su palabra que quiere ser, una vez más, guía para nuestros pasos, luz en nuestro camino (cf. Sal 119,105). Y, como siempre, la Palabra nos revela, ante todo, el rostro o, mejor aún, el corazón de Dios, a la vez que ilumina la respuesta que estamos llamados a dar. Así el texto del Evangelio de hoy, (cf. Lc 19,41-44), en el llanto de Jesús nos revela el misterio más grande de Dios: su pasión, su amor sin límites, por la humanidad. Jonás se detuvo irritado, hasta tal punto de desearse la muerte, ante Nínive convertida y perdonada (cf. Jon 4, 3. 8. 9). Jesús se detiene ante Jerusalén apóstata, y llora amargamente por el castigo que se le avecina. La diferencia entre los dos es simplemente la diferencia que existe entre Dios y el hombre: la misericordia. “Mi corazón se me revuelve dentro a la vez que mis entrañas se estremecen. No ejecutaré el ardor de mi cólera, no volveré a destruir a Efraín, porque soy Dios, no hombre [ ] no me gusta destruir” (Os 11,8ss). El llanto de Jesús manifiesta su impotencia ante el rechazo por parte del hombre, y al mismo tiempo la gloria de un amor fiel, incluso en la infidelidad, pues, como dice el Apóstol, “no puede renegar a sí mismo” (2Tm 2,13). Sus palabras no son una amenaza, sino la constatación sufrida de lo que el pueblo, sin saberlo, se hace a sí mismo. El llanto de Jesús expresa la debilidad extrema que a él le llevó a la cruz (cf. 2Cor 13,4), y 358 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 a nosotros a la salvación. Su potencia nos ha creado, su impotencia nos ha recreado. El motivo del llanto de Jesús está en no haber reconocido, en este día, la venida de Jesús. Con Jerusalén, también a nosotros se nos invita a reconocer hoy el día del Señor, su presencia silenciosa en medio de nosotros; se nos invita a convertirnos, a nacer de nuevo (cf. Jn 3,3), a no domesticar las palabras proféticas del Evangelio para acomodarlas a un estilo de vida cómodo; se nos invita a permanecer fieles aun en medio de situaciones adversas. Así hemos de interpretar, también, el texto del libro de los Macabeos que hemos apenas escuchado. El primer libro de los Macabeos, del que está tomada la primera lectura, fija en su introducción, capítulos 1-2, el adversario al que se enfrenta el pueblo de Israel: el helenismo invasor, que halla cómplices en algunos judíos, y la reacción de la conciencia nacional, adherida a la Ley y al templo. Matatías se da cuenta que lo que está en juego es la fe y se transforma en el protagonista de una lucha contra la helenización, salvando, de este modo, el judaísmo en un momento decisivo. Queridos hermanos Visitadores: La Visita Canónica es un momento oportuno y propicio para descubrir el paso de Señor por la vida de los hermanos y de las entidades que vais a visitar. ¡Cuántas cosas buenas encontraréis! Es un momento propicio para invitar a los hermanos a permanecer fieles al primer amor. Al mismo tiempo los hermanos han de acoger la Visita como el un tiempo saludable –un kairós-, para dejarse revisitar por el Señor y por el Evangelio que han profesado como Regla y vida (cf. 2R 1,1), re-crear su experiencia de fe, y renovar la fidelidad creativa y gozosa a su propósito. Seguramente que encontraréis muchos hermanos que vivirán la Visita como un tiempo fuerte de la visita el Señor, un tiempo de gracia, un tiempo oportuno que el Señor les ofrece para progresar en el camino del bien, pero también puede que encontréis otros hermanos que no lo vivan así y que sus ojos, como los ojos de Jerusalén estén cerrados. A éstos gritadles, como le gritaron al ciego Bartimeo: “El Señor te llama” (cf. Mc 10,49), recordándoles con las palabras del salmo que hemos proclamado, a no endurecer el corazón ante el Señor que les habla (cf. Sal 94,8). Abrazando a todos con misericordia, invitad a los cansados y desanimados a caminar, a los pecadores a la conversión, a los acomodados a dejarse seducir por los claustros olvi- dados, y a los que están en camino a que no se cansen de hacer el bien y de pasar de lo bueno a lo mejor. A todos recordad que cuanto más se vive de Cristo, tanto mejor se le puede servir en los demás, y cuanta más íntima sea la entrega al Señor y más fraterna nuestra vida, más ardiente será el compromiso en la misión evangelizadora, llegando hasta las avanzadillas de la misión (cf. VC 72.76). Administrad a todos, particularmente a los cansados, resignados o con ganas de volver su mirada atrás, “las palabras de nuestro Señor Jesucristo, que es el Verbo del Padre, y las palabras del Espíritu Santo, que son espíritu y vida” (2CtaF 3). Con la palabra y con la vida, sed portadores del don del Evangelio a los hermanos que encontraréis y comunicadles en todo momento las odoríficas palabras del Señor, como quería Francisco (1CtaF 2,19). Ellas abrirán los ojos a los ciegos, y los oídos a los sordos; soltarán la lengua de los mudos, que recobrarán el habla y bendecirán al Señor (cf. Lc 1,64); pondrán en movimiento los pies cansados, y alargarán las manos tullidas al compartir; cambiarán el corazón y la vida de los hermanos, como cambiaron el corazón y la vida de Francisco, y harán salir de sus sepulcros a los muertos que yacen en él. No os canséis, mis queridos hermanos, de invitar a los hermanos a encontrarse personalmente y comunitariamente con el Evangelio, a dejarse habitar por él, a través de la lectura orante de la Palabra. No dudéis en invitar a los hermanos a un serio discernimiento, hecho con lucidez, audacia evangélica y visión de futuro, para optar por lo que agrada al Señor. La realidad confirma que el trigo y la cizaña crecen juntos (cf. Mt 13,2430), lo cual constituye una fuerte llamada al discernimiento evangélico para decidir qué dirección debe seguir nuestro camino de transformación personal e institucional. Detectad y animad a los hermanos a celebrar las iniciativas que buscan encarnar de forma creativa y radical el Evangelio. Ayudad a los hermanos a ponerse en camino, pues es en el camino donde el Señor nos muestra las exigencias de nuestra vocación y misión de Hermanos Menores, y pedid a los hermanos que alarguen los espacios de sus tiendas (cf. Is 54,2), para saber acoger al Señor que pasa. ¡Es la hora del paso del Señor! ¡Es la hora de abrir los ojos! ¡Es la hora de escrutar los signos de los tiempos y de interpretarlos a la luz del Evangelio! Hermanos Visitadores: ¡Poneos en camino! ¡Saludad a todos los hermanos que encon- EX ACTIS MINISTRI GENERALIS tréis en el camino, y que, en todo momento, os acompañe siempre la bendición del Señor! Señor: • En la encrucijada en que nos encontramos: enséñanos el camino, ilumina las tinieblas que anidan en nuestro corazón. • En medio de tantas palabras que nos confunden: enséñanos a escuchar tu Palabra, para que tengamos vida y vida en abundancia. • Cuando algunos gritan: no hay salvación, la barca se hunde, envíanos ráfagas de luz en la noche, generadoras de esperanza, para remar mar adentro. • Ante la tentación de gritar: ¡basta ya!, líbranos del peligro de instalarnos, de repetirnos, de anular los sueños más profundos, de perder poco a poco la alegría contagiosa de la fe. • Ante el peligro de pasar de largo, dejando a tantos que yacen medio muertos a la vera del camino: danos la gracia de comprometernos en sanar las heridas de nuestro mundo, y de comunicar a todos que eres amor. ¡Amén! ¡Fiat! ¡Fiat! Fr. José Rodríguez Carballo, ofm Ministro general 7. Carta con ocasión de la solemnidad del Nacimiento de nuestro Señor Jesucristo El Verbo de Dios se hizo carne Evangelio del Padre llamado a ser restituido Queridos hermanos: ¡El Señor os dé la paz! VIII Centenario de la fundación de la Orden Estamos a punto de clausurar el año Jubilar con el que hemos conmemorado los 800 años de la fundación de nuestra Orden, con la aprobación, por parte del Papa de la forma vitae evangélica que el Altísimo reveló a Francisco, y que el Poverello había mandado escribir en pocas y sencillas palabras (cf. Test 14,15). Al final de estas celebraciones queremos, una vez más, alabar y bendecir al Altísimo, Omnipotente y Buen Señor por el don de Francisco a la Iglesia y al mundo, y por el don de tantos hermanos y hermanas que durante este tiempo, siguiendo la inspiración del Señor (cf. 1R 2,1), han vivido en fidelidad creativa y gozosa la forma de vida que nos trasmitió Francisco. 359 Entre todos ellos sobresale la figura de Clara, la Plantita de Francisco. Las celebraciones del octavo Centenario de la Fundación de la Orden de los Hermanos Menores se iniciaron con una invitación urgente a la refundación, es decir, con una llamada a volver a lo esencial, a los fundamentos de nuestro carisma; a volver a las raíces de nuestra espiritualidad; y, al mismo tiempo, a reconocer, leer e interpretar, a la luz del Evangelio, los signos de los tiempos: “ráfagas de luz presentes en la noche oscura de nuestras vidas y de nuestros pueblos, faros generadores de esperanza” (El Señor os dé la paz (= Sdp), 6), “voces que el Espíritu nos lanza y que piden respuesta” (Portadores del don del Evangelio (= PdE), 14). Entonces resonó fuerte en nuestros corazones la llamada apremiante a “nacer de nuevo” (Jn 3,3), a “no domesticar las palabras proféticas del Evangelio para adaptarlas a un estilo de vida cómodo” (Sdp 2), pues sólo así podremos “nutrir desde dentro, con la fuerza liberadora del Evangelio, nuestro mundo fragmentado, desigual, y hambriento de sentido, tal como hicieron en su tiempo Francisco y Clara de Asís” (Sdp 2), siendo nosotros mismos “signos de vida legibles para un mundo sediento de un cielo nuevo y una tierra nueva” (Sdp 7). Esa misma llamada a la conversión sigue acompañándonos hoy en nuestro camino, como exigencia para dar a luz una nueva época, y despertar una nueva visión de la vida, cimentadas en la justicia, el amor y la paz (cf. Sdp 2). Y volviendo a lo esencial, a nuestras raíces y fundamentos, nos hemos encontrado con el Evangelio. No podía ser de otra forma, ya que nuestra Fraternidad está enraizada, tiene su origen, en la escucha del Evangelio, y, por tanto, en Cristo que nos habla a través de él (cf PdE 6). Haciendo memoria agradecida de nuestro pasado hemos tomado mayor conciencia que para gustar la gracia de los orígenes, vivir el presente con pasión, y abrazar el futuro con esperanza (cf. Novo Millemnio Ineunte, 1), objetivos últimos de las celebraciones jubilares, era necesario volver al Evangelio, poner a Cristo en el centro de nuestras vidas, pues sólo así nuestra vida podrá recuperar la belleza, la poesía, y el entusiasmo de los orígenes. Y hemos intuido también el camino que, además de llevarnos a lo esencial de nuestra experiencia de fe y de nuestra espiritualidad nos llevase también a responder a las exigencias más profundas de nuestra sociedad. Este 360 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 camino lo hemos señalado con tres palabras: centrarse, concentrarse, y descentrarse. Centrarse en aquel que para nosotros lo ha de ser todo: el bien, todo bien, sumo bien, como lo fue para Francisco (cf. AlDA 4). De ahí la razón por la cual “tener el corazón constantemente vuelto hacia el Señor” (1R 22,19) se nos presentaba, y sigue presentándosenos, como la prioridad de las prioridades; y abandonar todo impedimento y dejar de lado toda preocupación para poder servir, amar y honrar al Señor Dios, con corazón y mete puros (cf. 1R 22,26) aparecía y aparece ante nosotros como el gran reto en este momento en que el activismo, también el apostólico, a menudo se presenta como una huída hacia delante, que intenta, inútilmente, llenar un vacío de Dios en la propia existencia. Concentrarse en los elementos esenciales de nuestro carisma, con la finalidad de evitar la fragmentación y la dispersión, que tantas veces nos afecta. Y estos elementos esenciales los hemos individuado en las llamadas Prioridades que nos acompañan desde el Capítulo de 1997 como “llave de lectura para vivir nuestra identidad y para comprender las aspiraciones del mundo” (Sdp 4), y que, por voluntad del Capítulo de Pentecostés 2009, nos seguirán acompañando en este sexenio (cf. Mandato capitular 1). Estas Prioridades –espíritu de oración y devoción, vida fraterna en comunidad, minoridad, pobreza y solidaridad, evangelización y formación-, no son valores opcionales, sino valores que nos identifican como Hermanos Menores, pilastras de nuestra fidelidad al Evangelio, consecuencia de una vida radicalmente evangélica, tal y como la vivió Francisco y nos la propuso en su propósito de vida. Descentrarse para ir al mundo, nuestro claustro, y allí, inter gentes, proclamar que sólo Él es omnipotente (cf. CtaO 9). Hoy, más que nunca, somos conscientes que no hemos sido llamados para nosotros mismos, sino para los demás, y que nuestras fraternidades no son para ellas mismas, sino para hacer conocer el Reino de Dios. Somos y queremos seguir siendo los frailes del pueblo y para ello hemos de salir por los caminos del mundo siendo, portadores del don del Evangelio. De cara al futuro Asumida nuestra total pertenencia al Señor –centrarse-, y nuestra identidad como Hermanos Menores –concentrarse-, es ahora el mo- mento de ir por todo el mundo –descentrarse-, siempre inter gentes, pero también ad gentes, para llevar, con nuestra vida y nuestra palabra, la Buena Noticia a todos los hombres y mujeres de buena voluntad. Precisamente el Capítulo general 2009, en su documento final Portadores del don del Evangelio, nos piensa y define así: “recorriendo los caminos del mundo, como Hermanos Menores evangelizadores, con el corazón vuelto hacia el Señor” (PdE 10). He ahí nuestro programa para un presente lleno de pasión por el Reino, y para un futuro en clave de esperanza: revivir el carisma, dinamizando la misión. He ahí nuestro compromiso para estos próximos años: reavivar en nosotros el ardor misionero y evangelizador, para restituir el don del Evangelio, dentro de los confines geográficos de nuestros propios pueblos, pero, si ello place al Señor, hasta los confines de la tierra. Sí, conscientes que “el Evangelio es un don destinado a ser compartido”, somos llamados a ir, por los caminos del mundo, cruzando fronteras, atravesando confines geográficos y culturales, “para hacer una oferta de la fe mediante un testimonio compartido” (PdE 11), con todos los otros agentes de evangelización: sacerdotes, religiosos/as y laicos; y siempre partiendo de la centralidad debida “al Dios trino, como principio integrador de nuestra vida, de nuestras fraternidades y de nuestros hermanos”, pues sólo partiendo de este presupuesto de fe, podremos entender que la misión evangelizadora es esencialmente inherente a nuestra vocación franciscana (PdE 12). Ninguna barrera puede detener a aquel que ha sido tocado por el dinamismo del Evangelio. Este continuo esfuerzo por cruzar fronteras nos permitirá habitar las fisuras de un mundo fragmentado, caracterizado muchas veces por “la discriminación, la exclusión y, en ocasiones extremas, violencia física, psíquica e ideológica” (PdE 22). Nuestra historia es una historia de inculturación y de encarnación, particularmente entre las gentes menos favorecidas. Desde nuestra identidad franciscana, reconocemos la urgencia de “dejarnos seducir por los claustros olvidados e inhumanos, donde la belleza y la dignidad de la persona son constantemente mancilladas” (Sdp 37), la necesidad de escoger, con mayor decisión, “lugares de frontera y marginalidad” (El Señor nos habla en el camino (=Shc), 33), y en ellos, desde la lógica del don y del servicio gratuito, con creatividad y fantasía, restituir el don del EX ACTIS MINISTRI GENERALIS Evangelio a los pobres, nuestros maestros (cf. Juan Pablo II. Mensaje 8.2.2004). Es también desde estos principios, y teniendo en cuenta los desafíos que se ponen ante nosotros, desde los que estamos llamados a llevar a cabo una seria revisión de nuestra misión evangelizadora, e iniciar, con lucidez y audacia, caminos inéditos de presencia y de testimonio (cf. Shc 33. 35). En estos momentos hemos de reconocer que el ardor misionero ha decaído entre nosotros en estos últimos años. También es bien palpable que en algunos hermanos y entidades el inmovilismo amenaza con paralizar el dinamismo evangelizador. En todo ello no es secundario el peso de ciertas estructuras que nos impiden sentirnos libres a la hora de partir hacia otras tierras, o a la hora de iniciar nuevas presencias evangelizadores más en consonancia con las exigencias de hoy. Con razón el Capítulo 2009 non invitaba a descentrarnos de nosotros mismos, a ejemplo de Jesucristo (cf. Fil 2,6-7), a ser menos autoreferenciales, a ocuparnos menos por nuestra propia supervivencia, a superar la mentalidad provincialista, y a crecer en el sentido de pertenencia a la Orden (cf. PdE 14.31). Cada vez estoy más convencido de la necesidad del redimensionamiento de presencias si queremos que nuestras fraternidades sean verdaderamente fraternidades-signo, fraternidades proféticas, y si queremos responder a nuestra vocación misionera ad gentes, así como una formación adecuada, permanente e inicial, en clave de misión evangelizadora. Cada vez se hace más necesaria la docilidad al Espíritu, que sopla donde quiere y como quiere, y nos impulsa a la misión, a salir al encuentro con el otro para comunicarle la Buena Noticia; cada vez es más urgente una lectura atenta de los signos de los tiempos y de los lugares y dejarnos interpelar por ellos para encarnarnos real y efectivamente en la realidad socio-cultural de nuestros pueblos y de nuestra sociedad. Pero, sobre todo, se hace necesario cultivar una fe y espiritualidad trinitarias. En este contexto hemos de ser autocríticos y preguntarnos, como nos pide el Capítulo 2009, “si el inmovilismo y la instalación que amenazan con paralizar el dinamismo evangelizador no estarán hablando de una crisis de fe que toca a algunos de nosotros” (PdE 12). Sólo “el Dios uno y trino nos conduce fuera de nosotros mismos hacia el encuentro con el otro, con el diverso de nosotros mismos (cf. Shc 22). ¿No será, también, que nos falta una 361 auténtica experiencia de Dios? Sólo “una auténtica experiencia de fe, en efecto, nos pone en movimiento, porque no es posible sentir el abrazo de un Dios locamente enamorado porque es amor y sólo amor, sin sentir al mismo tiempo la necesidad urgente de compartir esta experiencia con los demás” (PdE 11). ¿No será que estamos demasiado centrados sobre nosotros mismos y no nos dejamos interrogar por fenómenos como la interculturalidad, la reivindicación y la defensa de los derechos humanos, la crisis económica, el ecocidio, y la pobreza espiritual y material que nos rodea? (cf PdE 14). ¿No será que estamos dando la espalda al devenir del mundo, cuando nuestra misión es precisamente la de acompañar nuestro mundo, no como quien tiene respuestas para todo, sino porque al igual que nuestros contemporáneos somos mendicantes de sentido? (cf. PdE 29, Shc 6). Es Navidad Queridos hermanos: es Navidad. Hemos sido bendecidos con un don, el don por excelencia que brota del amor del Padre por la humanidad: “su Hijo bendito y glorioso que nos ha dado y que por nosotros nació” (2CtaF 11). Esta es la Buena Noticia que como don hemos recibido y de la que no somos propietarios, y, por tanto, que estamos obligados a restituir: “El Evangelio de Jesucristo, Hijo de Dios” (2Cel 15). El padre y hermano Francisco vivió la Navidad como un don a restituir. ¡Levantaos! ¡Poneos en camino! Siento, queridos hermanos que el Señor nos dice, es más, nos grita ¡Levantaos! ¡Poneos en camino! ¡Levantaos! ¡Poneos en camino! Sanad las heridas de vuestro mundo, acompañando en los lugares de fractura a vuestros hermanos y hermanas en un proyecto común de paz y de justicia, radicado en el Evangelio; y, a ejemplo del Hijo de Dios, despojaos, asumid la condición de los hombres y mujeres de vuestro tiempo (cf. Fil 2,6-7), y como el Apóstol Pablo haceros todo para todos, haced todo por el Evangelio (cf. 1Cor 9,22-23). ¡Levantaos! ¡Poneos en camino! Cuidad la calidad evangélica de vuestra vida fraterna, favoreciendo el que la vida de oración sea vivida como manifiesta prioridad, de tal modo que vuestras fraternidades sean verdaderas “escuelas de oración”; donde la comunicación sea de tal espesor que sea posible expresar y celebrar 362 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 el gozo de vuestra vocación y vuestra experiencia de fe; donde se dé un acompañamiento “materno” de unos para con otros; y donde los hermanos permanezcáis en permanente actitud de discernimiento. ¡Levantaos! ¡Poneos en camino! Acoged el Evangelio en vuestra vida, dejaros habitar por él, y será el mismo Evangelio el que cambie vuestras vidas, como cambió la de Francisco, haciéndoos evangelio viviente (cf. PdE 5). Nutriros cotidianamente del Evangelio, para que la sed saciada se transforme en mensaje, como en el caso de la Samaritana (cf. Shc 17). Id por el mundo y, en fraternidad y desde la fraternidad, en minoridad y desde la lógica del don, con lucidez y audacia evangélicas, y siempre en comunión con la Iglesia, anunciad a todos que Jesús, Evangelio del Padre a la humanidad, manifestación del Dios amor, es nuestro hermano, el Salvador de la humanidad. ¡Levantaos! ¡Poneos en camino! ¡FELIZ NAVIDAD A TODOS! Roma, 8 de diciembre de 2009, Solemnidad de la Inmaculada Concepción Reina y Madre de la OFM Fr. José Rodríguez Carballo, ofm Ministro General Prot. 100409 8. Omelia in occasione del 50° della Pontificia Accademia Mariana Internazionale Roma, Basilica di S. Antonio, 20.12.2009 UNA STORIA D’AMORE Cari confratelli e sorelle, il Signore vi dia la sua pace! Quanti ci onorate con la vostra partecipazione in questa celebrazione vi saluto fraternamente e vi ringrazio cordialmente della vostra presenza. Il mio saluto deferente va a Fr. Vincenzo Battaglia, Presidente della PAMI, e al Segretario della medesima, Fr. Stefano Cecchin. A pochi giorni del Natale del Signore nostro Gesù Cristo, celebriamo il 50° anniversario della Pontificia Accademia Mariana Internazionale (=PAMI). È stato, infatti, il Papa Giovanni XXIII con il motu proprio Maiora in dies, pubblicato con data dell’8 dicembre 1959, a dare all’Accademia Mariana Internazionale il titolo di Pontificia. In questo modo veniva riconosciuto quanto l’Ordine dei Frati Minori aveva fatto nei secoli precedenti in favore della mariologia, e in special modo per la definizione del dogma dell’Immacolata Concezione. Allo stesso tempo, però, veniva riconosciuto il lavoro dell’Accademia Mariana Internazionale, particolarmente nell’organizzazione e celebrazione dei tre primi Congressi Mariologici Internazionali, e di diversi Congressi Mariani celebrati a Roma nel 1950 e nel 1954, e a Lourdes nel 1958. Rivisitandone la storia ci accorgiamo come l’attuale Pontificia Accademia Internazionale Mariana affonda le sue radici nella Commissione Mariana Francescana, nominata dal Definitorio generale del nostro Ordine il 27 luglio 1946, assegnandole il compito di organizzare e dirigere le iniziative che l’Ordine dei Frati Minori avrebbe intrapreso nell’ambito degli studi mariologici e della pietà mariana. Questa Commissione costituì un anno dopo l’Accademia Mariana, presentata ufficialmente all’Ordine un anno dopo, il 29 aprile 1947, dall’allora Ministro generale Fr. Pacifico Perantoni. Nel 1950 ebbe origine l’Accademia Mariana Internazionale, che, come ricordato prima, nel 1959 ricevette il titolo di Pontificia, dando così un riconoscimento ufficiale alle attività della PAMI, quale ente internazionale e centrale per il coordinamento del lavoro mariologico delle singole nazioni e di singole entità scientifiche, e affidando alla medesima il Consiglio Stabile per l’indizione dei Congressi Mariologico-Mariani Internazionali. Come ricorda lo stesso Giovanni XXIII nel motu proprio Maiora in dies, tutto è sorto dal clima di profonda pietà mariana e dal grande sviluppo teologico della mariologia che seguì alla definizione del dogma dell’Immacolata (1954). L’Ordine dei Frati Minori, profondamente mariano nella sua spiritualità fin dalle sue origini, approfittando di questo grande movimento mariano ha voluto dare il suo singolare contributo alla diffusione della pietà mariana e alla dottrina immacolista, e allo stesso tempo contribuire attivamente alla definizione del dogma dell’Assunta, con l’organizzazione di Congressi di carattere internazionale e di alto livello scientifico, che mettessero in luce le prerogative della “tota pulchra”, della Vergine fatta chiesa, nella quale fu ed è ogni pienezza EX ACTIS MINISTRI GENERALIS di grazia e ogni bene (SalV 1.3). Iniziatore e gran propulsore nel secolo scorso di questo movimento mariologico all’interno dell’Ordine e nella Chiesa stessa, e primo Presidente della PAMI, fu Fr. Carlo Balić, uomo con grandi doti intellettuali e di straordinaria creatività, e inoltre, un francescano profondamente conoscitore degli studi e delle ricerche in campo mariologico che l’Ordine francescano ha promosso fin dalle origini, ma soprattutto un figlio di Francesco profondamente innamorato di Maria. Notevole è stato il suo contributo scientifico alla definizione del dogma dell’Assunta, e alla stesura del capitolo VIII della Lumen Gentium. È stato lui a organizzare i 6 primi Congressi Mariologici Internazionali. Fu lui, inoltre, che insieme al Rettore del Pontificio Ateneo Antonianum, oggi PUA, Fr. Roberto Zavalloni, stipulò una convenzione di aggregazione tra i due enti. La PAMI, sorta per volere dell’Ordine dei Frati Minori, veniva cosi associata al PAA, pur mantenendo la sua autonomia, in quanto Accademia Pontificia. Continuatore fedele dell’opera insaziata dal Balić fu Fr. Paolo Melada, che per vent’anni fu Presidente della PAMI, dopo essere stato Segretario della medesima dalla sua fondazione. Sotto la sua presidenza, e con Fr. Dinko Aracić come segretario, furono celebrati 5 Congressi Mariologici Mariani Internazionali. Il 15 agosto 1996 fu nominato Presidente della PAMI Fr. Gaspar Calvo, e Segretario della medesima Fr. Stefano Cecchin. Sotto la loro guida si celebrarono i Congressi Mariologico Mariani Internazionali del 2000, e si è istituita, nell’ambito della facoltà di teologia della PUA, la Cattedra di studi mariologici “Beato Giovanni Duns Scoto” (1999), dove si studia la mariologia dal punto di vista della scuola francescana. Nel 2002 è stato nominato Presidente Fr. Vincenzo Battaglia e riconfermato come Segretario Fr. Stefano Cecchin, uffici per i quali sono stati riconfermati nel 2007, e che ricoprono con grande competenza fino ad oggi. In questo periodo si sono organizzati i Congressi Mariologico Mariani Internazionali del 2004 e del 2008. Questa è a grandi linee la storia della PAMI e per la quale ringrazio quanti l’hanno scritta con il loro assiduo lavoro, e la Chiesa che l’ha affidata al nostro Ordine. Una storia però che continua attraverso la creazione di nuove Società Mariologiche, con la collaborazione con istituzioni di studio e di ricerca nel campo 363 della mariologia, e il coordinamento tra i cultori di mariologia di tutto il mondo. A nome dell’intero Ordine serafico voglio ringraziare la PAMI per la speciale e privilegiata attenzione che presta al patrimonio mariologico della grande tradizione francescana. “Stillate dall’alto, o cieli, la vostra rugiada e dalle nubi scenda a noi il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore” (Is 45,8). Queste parole del Profeta, proposte come antifona d’ingresso di questa IV domenica di Avvento, fatte preghiera dai poveri lungo i secoli, diventano ora Vangelo, Buona Notizia di grazia per tutti, promessa realizzata nel mistero della Visitazione di Maria alla cugina Elisabetta: “Appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo”. Arriva una vergine, la accoglie una sterile. Con la vergine arriva, come figlio nel suo seno, la rugiada dal cielo, la giustizia dall’alto, la salvezza di Dio. Nel seno della sterile salta di gioia il figlio che percepisce presente il refrigerio dalla rugiada, la consolazione della giustizia, la luce della salvezza. “Stillate dall’alto, o cieli, la vostra rugiada e dalle nubi scenda a noi il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore” (Is 45,8). Queste parole del profeta diventano oggi Vangelo per noi che celebriamo l’Eucaristia, come diventano Buona Notizia per noi le parole del salmo responsoriale con il quale abbiamo pregato: “Risveglia la tua potenza, vieni a salvarci, vedi, visita questa vigna, proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato, il germoglio che ti sei coltivato” (Sal 79). Con questa celebrazione entra nella nostra casa, nel nostro cuore, la rugiada del cielo. Oggi si apre la terra, la nostra umile terra, e germoglia il Salvatore. Oggi il Signore viene a salvarci, ci visita, e ci protegge con la sua potenza. Oggi, nel seno della Chiesa, saltano di gioia i suoi figli, poiché Cristo il Signore entra nella nostra casa, e con lui ci visita la giustizia di Dio. Oggi, nel seno della Chiesa, saltano di gioia i suoi figli, perché per mezzo del corpo di Gesù Cristo offerto una volta per sempre e oggi nostro cibo, siamo stati santificati (cf. Eb 10,10). E noi, che facciamo esperienza di tutto questo, siamo invitati, come Maria, a correre per annunciare questo Vangelo di salvezza agli uomini e donne del nostro tempo. Chi fa esperienza di essere salvato, infatti, non può fare a meno di mettersi in viaggio per annunciare che Dio ha mandato il suo Figlio, nato da donna, per salvare quanti siamo nati da donna. Non è 364 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 possibile sentire l’abbraccio infinito di un Dio follemente innamorato, perché è amore e solo amore, senza sentire al medesimo tempo l’urgente necessità di condividere questa stessa esperienza con altri. E allora sarà Natale; Natale per noi e per quanti attraverso di noi riceveranno questo annuncio: Dio è con noi. E allora, per mezzo nostro, come otto secoli fa attraverso Francesco, Gesù risusciterà nel cuore di molti che lo hanno dimenticato (cf. 1Cel 86). Fr. José Rodríguez Carballo, ofm Ministro generale 9. Omelia nella Messa di mezzanotte Roma, Santa Maria Mediatrice, 25.12.2009 VI È NATO IL SALVATORE Cari fratelli e amici: in questa notte santa di Natale, giunga a tutti noi, alle nostre case e fraternità, alle nostre famiglie, ai giovani agli anziani, agli infermi e ai sani, a quelli che credono e a tutti gli uomini e donne di buona volontà, la Pace ed il Bene che il Salvatore ci porta. «Non temete… Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore» (Lc 2,10-11). È Natale, non c’è più nulla da temere: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa, una luce rifulse» (Is 9,2). L’Altissimo si abbassa fino a farsi uno di noi: «per noi è nato un Bambino, un figlio a noi è dato» (Is 9,6). L’Onnipotente, colui che può ogni cosa, assume la condizione umana ed il suo nome è: «Emanuele, Dio-con-noi» (Mt 1,23). Il peccato non ha più l’ultima parola: «Il Signore sta in mezzo a te, come Salvatore potente» (Sof 3,17). «Vi annuncio una grande gioia che sarà di tutto il popolo” (Lc 2,10). È Natale. «Esultiamo!», «Rallegriamoci» ed «Esultiamo» (cf. Sof 3,14ss). «Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto ancora: rallegratevi» (Fil 4,4). C’è motivo in abbondanza per questo. Nonostante le nostre stanchezze, le nostre fragilità, dobbiamo mantenere la speranza. Colui che i profeti dicevano sarebbe venuto e che Paolo contemplava vicino, è arrivato: «Si compirono per lei i giorni del parto e diede alla luce il suo figlio primogenito» (Lc 2,6-7). Egli è la buona notizia di Dio all’umanità. Non siamo soli. «Dio, che aveva parlato molte volte e in molti modi ai nostri padre per mezzo dei profeti, in questi giorni ci parla per mezzo di suo Figlio» (cf. Eb 1,1). «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna» (Gal 4,4). «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Sì miei cari fratelli: è Natale, e la nostra anima proclama la grandezza del Signore ed il nostro cuore, pieno di gioia e allegria, glorifica il Signore. È Natale, e la notte si fa chiara come il giorno. È Natale, un bambino è nato per noi, è arrivato il nostro Salvatore,si è manifestata la bontà i Dio ed il suo amore per l’umanità (cf. Is 62,11-12; Tt 3,4-7). Mai l’umanità si sarebbe sognata una cosa simile. Quando ci si aspettava un giudice pieno di potere e maestà, arriva un Bambino. Quando si aspettavano giorni di collera e castigo, arriva la salvezza, manifestazione dell’amore di Dio senza limiti. È Natale: è ore di metterci in cammino, come i pastori andiamo a Betlemme! Non si arresti il nostro camminare. Là ci aspettano Maria, Giuseppe ed il Bambino (cf. Lc 2,1516). Contempliamo, come ha fatto Francesco a Greccio, “i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello” (1Cel 84). Sì, il “Bambino di Betlemme”, come amava chiamarlo san Francesco, non lo troveremo in un palazzo, ma in una stalla. I nostri occhi non lo contempleranno avvolto in tessuti preziosi, ma in poveri panni. Lì tutto parla di povertà, di umiltà, di kénosi. Questa è la realtà profonda del mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio: da ricco si è fatto povero, essendo primo si è fatto ultimo, pur essendo Signore, si è fatto servo. Finalmente Dio abbraccia la nostra condizione, fa sua la sorte degli ultimi, non ricerca la grandezza umana, cerca semplicemente la solidarietà totale con l’uomo. Dio si fece uomo con tutte le conseguenze. È proprio in questo modo che egli si è convertito in nostro Salvatore e Redentore. Per questo il Natale è la festa dei poveri. Dei poveri come Maria, la prima ad accogliere il Salvatore nel suo cuore di donna credente, per accoglierlo poi nel suo grembo verginale. «Eccomi sono la serva del Signore, si faccia di me secondo la tua parola» (Lc 1,38). Dei poveri come i pastori, ufficialmente peccatori, i primi a prostrarsi e ad adorare il Dio Bambino, riconoscendolo come loro Salvatore. Poveri come i magi che mettono la loro intelligen- 365 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS za nella ricerca di “colui che è appena nato”. Poveri come Francesco di Assisi, che è tanto povero da avere solo Dio. Solo chi si abbandona al progetto divino, come Maria; solo chi è cosciente della sua povertà e del suo peccato, e per tanto è cosciente della necessità di essere salvato, come i pastori; solo chi, come i magi, spende la propria vita alla ricerca del Signore; solo i poveri di cuore, gli anawin, possono intendere il mistero della Natività, e solo essi possono accogliere nel proprio cuore colui che è appena nato. Quelli, invece, che non sentono il bisogno di un Salvatore, come Erode, i sommi sacerdoti e gli scribi, come il fariseo della parabola, costoro non possono capire che Dio si faccia uomo per amore totalmente gratuito, né tanto meno possono accogliere la sua salvezza, frutto esclusivo della sua misericordia. Andiamo a Betlemme! E da lì partiamo per portare a tutti il dono della Buona Novella, comunicando a tutti ciò che i nostri occhi contemplano e che il nostro cuore sente. In questi giorni le strade dei nostri paesi e delle nostre città e le nostre stesse case si riempiono di luci, vengono adornate con alberi di Natale e, in molte di esse, fedeli ad una tradizione che non dobbiamo lasciar cadere nell’oblio, abbiamo messo il presepe. Tutto questo va bene, dobbiamo manifestare pubblicamente la nostra gioia per la nascita del Salvatore dell’umanità, però non basta. È necessario, miei cari fratelli, che ci domandiamo: come abbiamo preparato il nostro cuore per accogliere il Figlio di Dio che vuole trovare riposo in esso? “Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto”, dice san Giovanni (cf. Gv 1,11). Che triste sarebbe se questa fosse la sorte che rischiamo di correre anche noi! Perché ciò non accada, sentiamoci poveri, sentiamo necessità della salvezza. Natale: mistero d’amore, di un amore pazzo e appassionato di un Dio che, proprio perché è Amore (cf. 1Gv 4,8), è profondamente innamorato dell’uomo. Un amore gratuito e senza limiti, che lo porta a salvarci, non in virtù dei nostri meriti, ma in virtù della sua misericordia verso la creatura della sue mani (cf. Tt 3,5). Mai l’umanità si sarebbe sognata una cosa simile! Esulti di gioia il nostro cuore! Le nostre labbra si aprano alla lode! È festa, la festa di Dio con l’umanità, che non sarà mai più abbandonata, ma cercata (cf. Is 62,12); cercata da Dio per salvarla, cercata per consolarla, cercata per riscattarla (cf. Is 52,7-10). Non siamo più lasciati alla nostra sorte. Il Signore stesso ha fatto sua la nostra sorte. Questa certezza è quella che fa traboccare di gioia il cuore di Francesco a Greccio, quando tre anni prima della sua morte (1223) rappresenta la nascita di Gesù. Questa è la certezza, la ragione di tanta gioia, di tanta allegria, di tanta festa. Fratelli: abbiamo bisogno del Natale. Sono passati più di 2000 anni dalla prima Santa Notte, e continuano ad esserci guerre, terrorismo, morte di tanti innocenti. Abbiamo bisogno di accogliere la pace che Cristo ci porta. Abbiamo bisogno del Natale. Più di 2000 anni ci separano dalla nascita del Figlio di Dio, e molti vivono ancora nelle tenebre. Abbiamo bisogno di accogliere la luce che è Cristo e comunicarla agli altri. Abbiamo bisogno del Natale. Sono passati 20 secoli da quando Dio ha abbracciato la nostra umanità ferita. Abbiamo bisogno di far sentire la nostra solidarietà a quanti si sentono feriti e, mezzo morti, giacciono lungo il bordo delle nostre strade. Accogliamo, cari fratelli il mistero del Natale. In questo modo per mezzo nostro oggi, come ieri per mezzo del suo servo Francesco, Gesù, sepolto nell’oblio o nell’ignoranza di molti cuori, risusciterà per sua grazia, e la sua immagine rimarrà impressa nel cuore di tutti quelli che ci circondano (cf. 1Cel 87). BUON NATALE! Fr. José Rodríguez Carballo, ofm Ministro generale 10.Omelia nel giorno di Natale Greccio, 25.12.2009 ANDIAMO A BETLEMME! A quanti siete giunti da lontano e da vicino in questo luogo benedetto di Greccio, per celebrare questo giorno di gioia ed esultanza del Natale del Signore: il Bimbo di Betlemme, nato dal grembo verginale di Maria Vergine, vi faccia traboccare di gioia e sperimentare la singolare consolazione che sperimentò frate Francesco di fronte al presepe (cf. 1Cel 85). Greccio, luogo scelto dalla Provvidenza perché il Serafico Padre san Francesco facesse memoria della nascita di Gesù a Betlemme (cf. 1Cel 84), in una forma così inusuale in quel tempo che «perché ciò non venisse ascritto a desiderio di novità, chiese ed ottenne prima il 366 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 permesso del sommo Pontefice» (LegM 10,7). Greccio, nuova Betlemme, dove, così come nel primo Natale della storia, «risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà» (1Cel 85). Greccio, luogo consacrato alla memoria di Francesco e a cui, da quella notte memorabile del 1223, accorrono pellegrini da ogni parte per ricordare questo innamorato del mistero dell’Incarnazione che in questo luogo ha voluto contemplare con i suoi occhi la modalità scelta dal Figlio di Dio per il suo ingresso nella storia dell’umanità. In effetti, fu qui, a Greccio, dove, tre anni prima della sua morte, il Poverello ha voluto, in qualche maniera, vedere con i propri occhi i disagi in cui si è trovato il Bambino di Betlemme per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello, e in questo modo fede preparare (1Cel 84). Questa è la ragione della riproduzione vivente della nascita di Gesù a Betlemme: vedere con gli occhi della carne, ma ancor di più con gli occhi del cuore, Gesù che da ricco si fece povero, pur essendo Signore si fece servo, da primo si fece ultimo. Si tratta di un vedere che va molto al di là del guardare fisico. Lo sguardo di Francesco è uno sguardo amoroso, lo sguardo di un innamorato alla persona amata. Ce lo fa vedere il Celano quando dice che Francesco «è lì estatico di fronte al presepio, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile» (1Cel 85), così come san Bonaventura quando afferma che il Poverello con tenerezza d’amore predica sulla nascita del Re povero (cf. LegM 10,7). È questo sguardo che apre alla conoscenza e alla penetrazione profonda del mistero dell’Incarnazione. Non una conoscenza intellettuale, ma una conoscenza che, come nella Bibbia, è relazione amorosa, e che manifesta una certa complicità tra l’amante (Dio che ama l’uomo e invia suo Figlio) e l’amato (Francesco che lasciandosi amare, si trasforma nell’amato). Ed è la presenza dell’amato che porta Francesco a vibrare di gioia ineffabile. Non c’è più motivo di aver paura. A Francesco, come a tutto i poveri di cuore, è stata rivelata una grande notizia: è nato il Salvatore (cf. Lc 2,11). Non c’è più una situazione, per disperata che sembri, che possa portar via questa gioia che solo Dio può dare. Finalmente il nostro Dio non si manifesta più nel fuoco o nella nube, non si fa più sentire tra i tuoni, come faceva nell’Antico Testamento; il nostro Dio lascia l’altezza per abbassarsi e abbracciare, con tutte le sue conseguenze, la nostra natura ferita. Il nostro Dio non è più un Dio lontano: si è fatto uomo, e si chiama Emanuele, Dio-con-noi. In questo modo il processo di fede iniziato con il vedere, porta Francesco a incontrarsi con il Verbo fatto carne, rivelazione di un Dio amore, e così lo porta a credere. Di nuovo dobbiamo dire che la sua fede non è una semplice adesione intellettuale, ma è una trasformazione profonda del suo essere, che lo spinge alla sequela. Possiamo così dire che Francesco, riproducendo in modo plastico a Greccio la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme, vuole vedere per conoscere, e conoscere per credere, e credere per seguirlo. Francesco che ha visto con i propri occhi la nascita di un Re povero, nato in una città piccola, in una stalla, da una madre poverella,vuole ora, imitando le sue orme, seguirlo nella povertà più radicale, – sine proprio, senza nulla di proprio –, e in minorità e umiltà. Se il Verbo eterno del Padre ha scelto questo cammino per farsi uomo, Francesco sceglierà questo cammino per seguire Cristo. In questo modo la sua stessa vita sarà un’icona del mistero dell’Incarnazione, e la sua esistenza un vangelo vivente. Cari fratelli: accompagnati per mano dalle letture di queste celebrazioni natalizie, anche noi siamo invitati ad andare a Betlemme, per vedere e contemplare, Con Giuseppe e Maria sua madre, il bimbo appena nato, avvolto in fasce che giace in una mangiatoia (Lc 2,12). Come i pastori andiamo senza indugio, correndo (cf. Lc 2,16), là ci aspetta qualcosa di meraviglioso, mai pensato: colui che fin dal principio era unito a Dio, perché Dio egli stesso, colui per il quale tutto fu fatto, e in cui stava la vita, al compimento della pienezza dei tempi, si fa uomo e pianta la sua tenda in mezzo a noi (cf. Gv 1,1ss; Gal 4,4), e allora i nostri occhi potranno vedere il ritorno del Signore (cf. Is 52,8) e contemplare la bontà di Dio e il suo amore per l’umanità (cf. Tt 3,4). Andiamo a Betlemme e come i pastori, una volta visto e contemplato questo prodigio dell’amore di Dio per l’umanità, torniamo alle nostre case, al nostro lavoro, e lì, nella quotidianità della nostra vita raccontiamo quello che abbiamo visto e udito di questo Bambino, il Dio-con-noi. In questo modo il Natale si trasformerà nella festa della testimonianza, della missione. E noi, come gli angeli nella santa notte del Natale, come i pastori che corsero EX ACTIS MINISTRI GENERALIS a vedere il neonato, come Francesco che qui a Greccio fece memoria vivente del mistero dell’Incarnazione, ci convertiremo in evangelisti, banditori e missionari della Buona Novella che è per tutto il popolo: nella città di Davide è nato il Salvatore (cf. Lc 2,10-11). Sì, fratelli: il nostro Natale non può ridursi ad una festa qualsiasi. Non basta adornare le nostre case e le nostre città, non basta nemmeno metterci quei bei presepi. Gesù viene e chiede posto nei nostri cuori, nelle nostre vite. Vuol nascere in essi. Giovanni afferma: «Venne tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto» (Gv 1,11). I “suoi” erano troppo distratti o avevano altri interessi. Il cuore di molti era offuscato. Faremo anche noi lo stesso? Abbiamo bisogno del Natale. Abbiamo bisogno di questo Bambino indifeso che porta la salvezza del nostro Dio (cf. Is 52,10). Abbiamo bisogno di questo Bambino avvolto in 367 fasce, che porta la pace ed è fonte della vera gioia. Però il nostro mondo ha bisogno anche di uomini e donne che annuncino e testimonino con la loro parola e con le proprie vite la presenza in mezzo a noi dell’Emanuele, del Dio-con-noi. «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi» (Is 52,7), dice il profeta. Questa è la nostra missione: essere messaggeri di colui che ci da la possibilità di essere figli di Dio (cf. Gv 1,12). Essere figli nel Figlio: questa è la vocazione alla quale siamo stati chiamati. E allora, come in quel Natale di Greccio del 1223, Cristo risusciterà nel cuore e nella vita di coloro che lo avevano dimenticato (cf. 1Cel 86). E la gioia regnerà in tutti, perché per tutti sarà Natale. Fr. José Rodríguez Carballo, ofm Ministro generale E SECRETARIA GENERALI 1. Capitulum Prov. S. Francisci de Quito in Aequatoria El Capítulo Provincial de la Provincia de San Francisco de Quito, en Quito (Ecuador), celebrado legítimamente conforme a Derecho, en el Convento de Ntra. Sra. de la Nube, en la ciudad de Azogues, y presidido por el Visitador General, Concha Fr. Jorge, el día 7 de agosto de 2009, eligió: para el Oficio de Ministro provincial Ortega Abarca Fr. Mario Liroy para el Oficio de Vicario provincial Bonilla Bonilla Fr. Áureo Patricio para el Oficio de Definidores provinciales Castillo Gaona Fr. Santos Daniel Gallardo Loja Fr. Luis Arcesio Sisalema Hidalgo Fr. Gonzalo Fabián Suárez Salazar Fr. Fausto Hermigio Verdezoto Vargas Fr. Walter Romeo. El Definitorio General, en la Sesión del día 3 de septiembre de 2009, examinó las Actas auténticas de estas elecciones y las aprobó. Prot. 100193/290-S09 2. Capitulum Prov. Annuntiationis BMV in Albania Il Definitorio generale, nella sessione del 3 settembre 2009, a norma dell’art. 163 §2 degli SSGG, ha eletto “ad instar Gubernii regularis” della nostra Provincia dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria in Albania, per un triennio: Ministro provinciale Tinaj Fr. Gazmend Vicario provinciale Deja Fr. Leonard Definitori provinciali Gjoka Fr. Dedë Jaku Fr. Landi Mamala Fr. Włodzimierz Pepushaj Fr. Sokol. In virtù del presente Decreto confermo queste elezioni, conferendo ai singoli eletti tutti i diritti e le facoltà previsti dalle CCGG e dagli SSGG dell’Ordine. Questo Decreto entra in vigore dal giorno della proclamazione, che ne farà il Visitatore generale, Fr. Ferdinando Campana, durante il Capitolo provinciale 2009. Roma, Curia Generale dell’Ordine dei Frati Minori, 4 settembre 2009. Fr. José Rodríguez Carballo Ministro generale Fr. Ernest K. Siekierka Segretario generale Prot. 100218/309-S09 3. Capitulum Intermedium Prov. Bononinesis Christi Regis in Italia Nel Capitolo Provinciale 2009 della Provincia di Cristo Re, in Italia, regolarmente celebrato secondo le disposizioni del Diritto, nel Seminario vescovile di Bedonia, sotto la presidenza del Ministro Provinciale, Bartolini Fr. Bruno, il giorno 3 luglio 2009 sono statti eletti: per l’ufficio di Definitori provinciali, Ballati Fr. Secondo Grossi Fr. Andrea Nico Piazza Fr. Maurizio Pini Fr. Sandro. Queste elezione sono state ratificate dal Definitorio generale il 3 settembre 2009. Prot. 100155/S265-09 4. Capitulum Prov. S. Francisci Assisiensis in Polonia Nel Capitolo provinciale della nostra Provincia di S. Francesco d’Assisi, in Polonia, regolarmente celebrato secondo le disposizioni del Diritto, nella Casa di Wronki, sotto la presidenza del Visitatore Generale, Styś Fr. Zenon, il giorno 24 aprile 2009 sono statti eletti: per l’ Ufficio di Ministro provinciale Janka Fr. Filemon T. per l’ufficio di Vicario provinciale Soiński Fr. Borys per l’Ufficio di Definitori provinciali Dąbrowski Fr. Bonus Michalski Fr. Klaudiusz 370 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 Szymborski Fr. Lesław Timoszyk Fr. Bożysław Tyberiusz Fr Nitkiewicz. Queste elezioni sono state ratificate dal Definitorio generale il 3 settembre 2009. Prot. 100178/S283-09 5. Capitulum Prov. Ss. Redemptoris in Croatia Nel Capitolo della Provincia del Santissimo Redentore in Croazia, regolarmente celebrato secondo le disposizioni del Diritto, nella casa O. fra Ante Antić, in Split, sotto la presidenza del Visitatore Generale, Koren Fr. Matija, il 3 settembre 2009 sono statti eletti per l’ Ufficio di Ministro provinciale: Tolić Fr. Željko per l’ufficio di Vicario provinciale: Vuleta Fr. Bože per l’Ufficio di Definitori della Provincia: Babić Fr. Ante, Bošnak Fr. Dinko Modrić Fr. Miroslav Nimac Fr. Ivan Vidović Fr. Ivan Zebić Fr. Jure. Queste elezioni sono state ratificate dal Definitorio generale il 21 settembre 2009. Prot. 100213/S304-09 6. Capitulum Intermedium Prov. S. Francisci Assisiensis in Kenia et Madagascaria During the Provincial Chapter of our Province of St. Francis in Africa and Madagascar, regularly celebrated according to the norms of Canon Law in the House of Dimesse Sisters Retreat Center on the 15th of July 2009, presided over by the Minister Provincial, Unsner Br. Sebastian, the following were elected: to the office of Provincial Definitors, Giannone Br. Carmelo Harelimana Br. Innocent Kule Br. Matthias Oyoo Br. Michael Twahirwa Br. Theoneste. The General Definitory, during its session of the 8th October 2009, carefully examined and approved the election. Prot. 100322/M065-09 7. Capitulum Prov. Nostræ Dominæ de Guadalupe in USA In the Provincial Chapter of the Province of Our Lady Of Guadalupe, in USA, regularly celebrated according to the norms of Canon Law, in the Nativo Lodge, Albuquerque, under the presindency of the Visitator General, Espelage Br. Arthur, the following were elected on the 30th of June 2009: for the office of Minister Provincial Correa Br. Gino for the office of Vicar Provincial, Walters Br. Ronald for the office of Provincial Definitors, Moreno Br. Gonzalo Murnan Br. Sean Rodriguez Br. Jose Torisky Br. Duane. The General Definitorium, during its session of the 8th of October 2009, carefully examined and approved the election. Prot. 100340/S385-09 8. Electio extra Capitulum Prov. Nostræ Dominæ Reginæ Pacis in Africa Meridionali The General Definitory, during its session of the 1st of October 2009, examined and approved the Acts of the extra-capitular elections by the Definitory of the Province of Our Lady of Peace, in South Africa, held during an ordinary session in Pretoria, the 14th of August 2009, and ratified, in accordance with the prescriptions of art. 189 of the General Statutes of the Order the election to the Office of Definitor Provincial of Potolwana Br. Mawethu. Given at the General Curia of the Order of Friars Minor, in Rome, on the 12th of October 2009. Prot. 100202/M 052-09 9. Electio extra Capitulum Prov. S. Familiæ in Ægypto Il Congresso definitoriale della Provincia della Sacra Famiglia in Egitto, regolarmente celebrato secondo le disposizioni del diritto, presso la Casa di Santa Caterina, in Alessandria, presieduto dal Ministro Provinciale, Amin Fr. Joseph, il 9 settembre 2009 ha eletto, extra-capitolo, E SECRETARIA GENERALI per l’ufficio di Definitore della Provincia: Giouda Fr. Bishara. Questa elezione è stata ratificata dal Definitorio generale il 9 novembre 2009. Prot. 100380/M080-09 10. Capitulum Prov. S. Thomi Apostoli in India In the Provincial Chapter of our Province of Saint Thomas the Apostle, in India, regularly celebrated according to the norms of Canon Law, in the Friary of St Louis, Palmaner, Andhra Pradesh, under the presidency of the Visitator General, Ante Br. Oscar, the following were elected on the 11th day of October 2009: for the office of Minister Provincial, Pamplany Br. Babu Jose for the office of Vicar Provincial, Mathias Br. Gabriel for the office of Provincial Definitors, Kallan Br. Paul Mandapathil Br. Tojy Nayagam Br. James Reddy Br. Sleeva. The General Definitorium, during its session of the 13th November 2009, carefully examined and approved the election. Prot. 100406/S427-09 11. Capitulum Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV in Brasilia El Capítulo Provincial de la Provincia de la Inmaculada Concepción, en Brasil, celebrado legítimamente conforme a Derecho en el Convento-Seminario Santo Antonio, en Agudos, São Paolo, y presidido por el Visitador General, Valvasori Fr. Flaerdi S., el día 9 y el 11 de noviembre de 2009 eligió: para el Oficio de Ministro Provincial, Vanboemmel Fr. Fidêncio para el Oficio de Vicario Provincial, Ottenbreit Fr. Estêvão para el Oficio de Definidores Provinciales, Da Costa Fr. Sandro Roberto Ferreira de Lima Fr. Samuel Külkamp Fr. César Michels Fr. Antônio Scheidt Fr. Guido M. Tagliari Fr. Mário Luiz. El Definitorio General, en la Sesión del día 24 de noviembre de 2009, examinó las Actas 371 auténticas de estas elecciones y las aprobó. Prot. 100454 / S 455-09 12. Capitulum Intermedium Prov. Ss. Nominis Iesu in Brasilia Capítulo Provincial ordinario de la Provincia del Smo. Nombre de Jesús, en Brasil, celebrado ritualmente conforme a Derecho en el Seminario Regina Minorum, en Anápolis, presidido por el Ministro Provincial, Carvalho do Couto Fr. Wanderley, OFM, el día 20 de octubre de 2009, eligió para el oficio de los Definidores Provinciales: Aurélio da Cruz Fr. Marco Limíro Fr. Nivaldo José Pereira de Castro Fr. Donizete Rodrigues de Menezes Fr. Longuinho. El Definitorio General, en la Sesión del 15 de diciembre de 2009, examinó las Actas auténticas y aprobó estas elecciones. Prot. 100490/S474-09 13. Visitatores generales – Tahoces Fernández Fr. Manuel, Prov. Bæticæ, in Hispania, pro Prov. Valentiæ et Aragoniæ S. Ioseph, in Hispania; 30.09.2009; prot. 100095/S226-09. – Dister Fr. Syukur Nikolaus, Cust. Aut. S. Farncisci, in Indonesia, pro Prov. S. Michaëlis Archangeli, in Indonesia: 01.10.2009; prot. 1000243/S319-09. – Arias Fr. Alex Antonio, Prov. S. Iacobi de Compostela, in Hispania, pro Prov. Fluvii Platensis Assumptionis BMV, in Argentina: 01.10.2009; prot. 100118/S245-09. – Dunham Fr. Larry, Prov. Nostræ Dominæ de Guadalupre, in FCAS, pro Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, in FCAS: 07.10.2009; prot. 100256/S323-09. – Link Fr. Fred, Prov. S. Ioannis Baptistæ, in FCAS, pro Prov. Ss. Nominis Iesu, in FCAS: 07.10.2009; prot. 100261/S326-09. – Metz Fr. Eduardo, Prov. S. Crucis, in Brasilia, pro Cust. Aut. S. Benedicti in Amazonia, in Brasilia: 07.10.2009; prot. 100194/ S291-09. 372 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 – Nguyen Van Si Fr. Ambrosio, Prov. S. Francisci Assisiensis, in Vietnamia, pro Cust. Aut. S. Antonii Patavini, in Philippinis: 23.10.2009; prot. 100147/S259-09. – Alvarado Segura Fr. Edwin de Jesus, Prov. Dominæ Nostræ de Guadalupe, in America Centrale et Panama, Visit. Absistens pro Cust. Immaculatæ Conceptionis BMV in Venetiola, dep. a Prov. S. Iacobi de Compostela in Hispania: 10.11.2009; prot. 100136/249-09. – Mistrih Fr. Rachid, Cust. Terræ Sanctæ, in Israele, pro Prov. S. Familiæ, in Ægypto: 09.10.2009; prot. 100150/M048-09. 14. Domus Suppressæ – Franziskanerkloster, Haßlerstraße 11, Ulm, Germania: 17.11.2009; prot. 100400/ S425-09. – Casa Franciscana, Calle Fernando de Aguirre 1114, Copiapó, Chile: 17.11.2009; prot. 100408/S428-09. – Casa San Buenaventura, Calle Chacabuco 184, Quillota, Chile: 17.11.2009; prot. 100408/S428-09. – Casa Nstra Sra de Luján, Calle Tegualda 1971, Santiago, Chile: 17.11.2009; prot. 100408/S428-09. – Casa Patronato de San Antonio, Calle Carmen 1553, Santiago, Chile: 17.11.2009; prot. 100408/S428-09. – Casa San Bernardino de Siena, Calle 2 Poniente y 1 Sur, Talca, Chile: 17.11.2009; prot. 100408/S428-09. 15. Notitiæ particulares 1. Procuratore generale – Perry Fr. Michael A., Prov. Ss. Cordis Iesu, USA, è stato eletto da Definitorio generale il 22 settembre 2009 Procuratore dell’Ordine: 29.09.2009; prot. 100285/S336-09. generale 2. Commissioni giuridiche – Il Definitorio generale ha nominato la Commissione “Ad hoc” per la preparazione del testo definitivo degli Statuti generali secondo gli emendamenti del Capitolo generale. I Membri sono: Fr. Aidan McGrath (Presidente), Fr. Francesco Antonelli, Fr. Nikolaus Schöch (Segretario): 22.09.2009; prot. 100402. – Il Definitorio generale ha nominato la seguente Commissione giuridica dell’Ordine: Fr. Aidan McGrath (Presidente), Fr. Priamo Etzi, Fr. Nikolaus Schöch, Fr. Jorge Horta, Fr. Moacyr Malaquías Junior: 23.11.2009; prot.100458. 3. Delegati del Ministro generale – Tierrablanca González Fr. Rubén, della Prov. Ss. Petri et Pauli, Messico, è stato eletto Delegato del Ministro generale per visitare e presiedere il Capitolo della Federazione Francescana del Marocco: 23.10.2009; prot. 099774. – Folgado López Fr. Carlos, della Prov. S. Antonii, Bolivia, è stato eletto Delegato del Ministro generale con le seguenti finalità: ascoltare il parere dei due Ministri provinciali del Perù, dai quali dipendono le Custodie peruviane del Ss.mo Nome e di S. José dell’Amazzonia; sentire il parere dei Custodi e dei Frati delle Custodie; studiare la loro situazione e proporre dei passi concreti per il futuro: 10.11.2009; prot. 100037. 4. Soppressioni ed erezione – La Fondazione di S. Antonio in Guatemala e El Salvador, dipendente dalla Prov. Venetæ S. Antonii Patvini in Italia, è stata soppressa: 12.11.2009; prot. 100389/S417-09. – Il Commissariato di Terra Santa di prima specie (cf. SSGG 71 §1) di Palermo, dipendente dalla Terra Santa, è stato soppresso: 27.11.2009; prot. 100361/M073-09. – È stato eretto Il Commissariato di Terra Santa di seconda specie (cf. SSGG 71 §2) di Palermo; la Casa dipende dalla Provincia del Ss.mo Nome di Gesù in Sicilia: 27.11.2009; prot. 100390/M081-09. E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 1. Omelia in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico della PUA Roma, Basilica S. Antonio, 20.10.2009 Lo studio indispensabile per il rinnovamento dell’Ordine 1Cor 12, 3- 7.12-13; Sal 103 Gv. 14, 15-16. 23-26 Autorità accademiche, Professori, Studenti, Personale amministrativo e ausiliare, carissimi fratelli e sorelle, il Signore vi dia pace! Iniziamo oggi ufficialmente il nuovo anno accademico 2009-2010. E lo facciamo invocando il dono dello Spirito del Signore Gesù, che confessiamo, con la liturgia odierna, luce da luce e splendore della gloria del Padre (colletta). In questa occasione saluto tutti voi con affetto, e vi manifesto, a nome proprio, del Definitorio e dell’intero Ordine, l’apprezzamento per il vostro lavoro, sia come professori, sia come studenti o come personale al servizio della nostra Università. Parafrasando la prima lettura ben possiamo dire che ci sono diversità di doni e di servizi – professori, studenti, personale amministrativo e ausiliare –, ma tutti siete chiamati a lavorare insieme, come un unico corpo, nel rispetto del servizio che presta ciascuno, poiché tutti siete necessari per la missione che la nostra Università è chiamata ad svolgere. In questo contesto riaffermo, anche, la volontà del Definitorio generale di una stretta collaborazione con la PUA e la Facoltà di Scienze Bibliche e d’Archeologia di Gerusalemme, “perché sia garantita una sempre migliore qualità accademica” (Capitolo generale 2009, Mandati 38). L’Ordine ha bisogno di questa Università, e l’Università ha bisogno dell’Ordine. Una fraterna collaborazione si fa oggi più necessaria che mai. Sì, l’Ordine ha bisogno di Centri di studio come la PUA dove lo studio, la ricerca e l’insegnamento, intesi come cammino verso la Vita, la Verità e il Bene, come ascolto e dialogo con l’altro, nutrano “il necessario dialogo tra conoscenza e devozione, tra ricerca e contemplazione, tra scienza e carità” (San Bonaven- tura, Itin., Prol. 4; Ratio Studiorum OFM (= RS) 19). Gli studi, la ricerca e l’insegnamento, “affrontati sia nella docilità alla Spirito […], sia tenendo conto delle opzioni fondamentali che caratterizzano la forma di vita francescana” (RS 20), sono imprescindibili per un rinnovamento profondo dell’Ordine e una rivitalizzazione del nostro carisma, per il dialogo con la cultura attuale, e per poter portare il dono del Vangelo agli uomini e donne di oggi, e trovano nell’Università e nei Centri di studio e di ricerca il luogo appropriato di elaborazione e di promozione. Questa coscienza ci fa riaffermare e rinnovare, all’inizio di questo nuovo sessennio, la profonda stima per la PUA, e le diverse istituzioni di ricerca dell’Ordine, a condizione, però, che siano strutture che mettano in risalto il rapporto tra gli aspetti fondamentali della tradizione francescana rivisitata nelle sue diverse espressioni (storica, filosofica, teologica, spirituale, artistica…) e la cultura odierna, in modo che diventino un luogo di dialogo tra i problemi e le speranza del mondo di oggi e il carisma francescano; cooperino alla diffusione e valorizzazione del patrimonio dottrinale e spirituale della tradizione francescana, tramite l’insegnamento e le pubblicazioni scientifiche, preparino gli studenti ad una significativa e incisiva testimonianza evangelica nella società, basata su una formazione intellettuale qualificata, che li abiliti a contribuire validamente alla promozione della cultura e al dialogo tra fede e cultura (cf. RS 121; Capitolo 2009, Mandati 39). Tante sono le possibilità, tante le sfide. Per potenziare quelle e rispondere a queste, all’inizio del nuovo anno accademico sentiamo il bisogno di chiedere la presenza dello Spirito di Gesù in mezzo a noi. È Lui, infatti, che suscita l’adesione vitale al Figlio di Dio (cf. Gv 3,5ss), fine ultimo dello studio e della ricerca in una Università pontificia; è Lui che, nell’ora della prova, parla per bocca dei discepoli e gli rende testimoni forti e coraggiosi del Signore Gesù dinanzi al mondo (cf. Lc 24,48; At 1,8.22), missione alla quale siamo chiamati in quanto portatori del dono del Vangelo agli uomini e 374 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 donne del nostro tempo. È Lui il maestro interiore dei discepoli che ci porterà a penetrare nella verità del Cristo, introducendoli nella verità “tutta intera” (Gv 16,13), aspirazione ultima di ogni uomo e donna, e, quindi, meta di ogni ricerca teologica o filosofica. Se il vero studioso e ricercatore è prima di tutto un discepolo, un mendicante della Verità, quindi uno che cerca di avere il cuore costantemente rivolto al Signore, è lo Spirito che deve orientare la sua vita e missione verso il Cristo-Verità (cf. Gv 16,13-15). Per questo motivo la nostra Ratio Studiorum afferma che lo studio deve trarre alimento dalla contemplazione, mettersi al suo servizio e condurre ad essa (cf. RS 21). Se il vero studioso e ricercatore è colui che cerca in ogni momento l’adesione alla Verità, sentirà fortemente nel suo cuore il bisogno di chiedere la presenza dello Spirito, “che purifica, illumina e infiamma” (cf. LegM 13,7; RS 19), guida dei credenti per condurli nel cuore della rivelazione del Cristo. Se la missione di ogni credente, e quindi anche del vero studioso e ricercatore, consiste nel rendere testimonianza del Cristo, è lo Spirito che costituisce discepoli araldi e testimoni del Signore Gesù. Lo Spirito, sarà, quindi, il maestro interiore dei veri studiosi e ricercatori, perché li farà penetrare nel mistero di amore del Figlio di Dio e li porterà a osservare i comandamenti del Signore e la sua parola (cf. Gv 14,15s), come ascoltavamo nel Vangelo appena proclamato. Come dicevo prima, lo studio in chiave francescana, e non solo, ci fa diventare mendicanti della Verità, in quanto ci porta alla scoperta, mai causa di complessi d’inferiorità, ma bensì scoperta appassionata, – studium significa anche passione –, di essere ignoranti di tante cose, e, quindi, bisognosi di una illuminazione interiore per comprendere ciò che in un primo momento è nascosto alla nostra limitata intelligenza, per poter, in questo modo, avvicinarci un po’ di più alla Verità. Questo processo di avvicinamento alla Verità produce, in chi lo sperimenta, meraviglia – studium significa anche meraviglia –, facendo dei nostri Centri di studio scuole di vera gioia, proprio perché partono della certezza che è possibile l’avvicinamento alla Verità e a un certo intendimento del nostro mondo e della nostra vita. La Scrittura Santa ci dice che la Sapienza danza davanti al trono di Dio mentre crea il mondo. È questa, cari fratelli e sorelle, la finalità di ogni studio e ricerca: condividere il piacere della Sapien- za nella creazione del mondo. Per lo studio la gioia è cosi indispensabile come il respiro e indispensabile per poter correre. In un mondo come il nostro, pieno di sospetti riguardo qualunque insegnamento, poiché viene visto come addottrinamento e fanatismo, studiare, concepito come partecipazione alla creazione del mondo, diventa una azione eucaristica: apriamo il nostro cuore e la nostra mente per accogliere, pieni di gratitudine, i doni che il Signore ci regala attraverso lo studio e la ricerca. In questo modo lo studio ci libera degli stretti confini della propria esperienza e dei propri pregiudizi, e ci porta ad avvitare spazi aperti di una verità che nessuno può dominare. In questo senso, lo studio e la ricerca sono chiamati a liberarci anche del fondamentalismo che procede dalla paura di pensare e che, nel campo religioso, offe una falsa sicurezza di una fede senza ambiguità. Mai saremmo veri ricercatori e studiosi a meno che abbiamo l’umiltà e il coraggio di prestare attenzione e di prendere sul serio argomenti di quelli con i quali non siamo d’accordo. Il vero studioso e ricercatore è, inoltre, l’uomo e la donna delle questioni, colui che ha imparato a prendere su serio le questioni, anche quelle che sembrano assurde. Studium, tra altre molte accezioni, vuol dire anche lavoro, fatica. Lo studio e la ricerca, come ben sappiamo per propria esperienza è un lavoro che, oltre alla dedizione continua, proprio perché è un lavoro faticoso, è esigente, e comporta cura, diligenza, sollecitudine; comporta un metodo e una grande dose di autodisciplina. Sia i professori che gli studenti devono essere ben consapevoli che “lo studio, comporta un investimento intellettuale prolungato e profondo, austero senza dubbio, ma che, a lungo andare, produce i suoi frutti” (cf. RS 12). Senza l’impegno, la dedizione e la disciplina, sì, una forte disciplina, non saremmo mai veri studiosi e ricercatori, e la nostra formazione intellettuale non sarà mai una formazione adeguata alle esigenze di oggi, e la nostra ricerca non sarà mai una ricerca scientifica. Tutto questo processo, però, soltanto sarà possibile se i nostri Centri di studio e di ricerca saranno veri oasi di pace e di riflessione attenta e profonda. Soltanto così l’Università, come le Istituzioni di ricerca, saranno animati dello spirito dello studio. Per finire, vorrei sottolineare un aspetto che considero fondamentale. Del sapere umano San Bonaventura, fedelissimo interprete di san E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS Francesco, fa una valutazione equilibrata, ma critica, paragonandolo alle donne belle che suscitarono l’interesse e i desideri di Salomone, snervandone la sapienza. Solo quando è unito alla santità della vita, la scienza può essere un mezzo per giungere alla sapienza. Egli inventa una parola “sursum actio” (agire nel soprannaturale) per indicare il traguardo che attende il sapiente cristiano. Lo studio e la ricerca soltanto saranno utili che si traducono in vita. Lo studio e la ricerca, se non vogliono essere lettera che uccide (cf. Am 7), devono essere impostati in stretta relazione con la vita e la prassi. È la vita quella che autentica il nostro studio e la nostra ricerca. Partendo da san Francesco giustamente possiamo dire che il sapere, specialmente il sapere umano, non può essere fine a se stesso, e che lo stesso studio diventa un disvalore se serve per accantonare il bisogno di Dio, o se serve come modo per evadere dalle condizioni di minori, o di mendicanti di senso e della Verità. • Vieni Spirito Santo, donaci un cuore di discepolo. • Vieni Spirito Santo, sii la nostra guida, il nostro maestro. • Vieni Spirito Santo, illumina le nostre menti. • Vieni Spirito Santo, riempi i nostri cuori e accendi in essi il fuoco del tuo amore. • Vieni Spirito Santo, portaci alla conoscenza della bellezza, la bontà e la verità di Dio. • Vieni Spirito Santo, donaci la capacità di un dialogo critico con la cultura odierna, e la sapienza necessaria per proporre una risposta umana, cristiana e francescana alle sfide che ci vengono detta cultura. • Vieni Spirito Santo, vieni su di noi. Fr. José Rodríguez Carballo, ofm Ministro generale e Gran Cancelliere della PUA 2. Discorso del Ministro generale in occasione della memoria liturgica del beato Duns Scoto Roma, PUA, 09.11.2009 IL BEATO GIOVANNI DUNS SCOTO, MAESTRO DI IERI E DI OGGI 1. Una volta ancora ci riunisce la memoria del Dottor Sottile, il Beato Giovanni Duns 375 Scoto, il “Dottore dell’Ordine”, il “Dottor Mariano”, nomi con cui è conosciuto questo illustre figlio del Poverello, ed esimio rappresentante della cosiddetta “Scuola Francescana”. Permettetemi che situi convenientemente questo nostro fratello che, secondo le parole di Giovanni Paolo II alla nostra Commissione Scotista Internazionale, dopo secoli “continua ad essere ancora oggi un pilastro della teologia cattolica, un Maestro originale e ricco di idee e provocazioni per una conoscenza sempre più completa delle verità di fede”1. 2. Tanto Francesco d’Assisi che Domenico di Guzmán, tenendo presente la situazione culturale ed ecclesiale del loro tempo, hanno cercato di rinnovare profondamente la Chiesa. I seguaci di Domenico lo faranno, soprattutto, frenando e contrastando le eresie. I figli del Poverello cercano il rinnovamento della Chiesa e l’arresto delle eresie, soprattutto, attraverso il ritorno al Vangelo sine glossa, vissuto in fraternità, inseriti inter gentes, e con un preciso orientamento morale. Ciò comporta atteggiamenti diversi nei confronti dell’Università. I Domenicani vanno a Parigi per studiare. I Francescani studiano a Parigi perché stanno lì. Questa differenza porterà con sé orientamenti teologici diversi. 3. Nell’ambito francescano, all’inizio, non c’è quella che si potrebbe chiamare “dottrina di Scuola”, con criteri di pensiero validi per tutti, come nel caso dei domenicani. Antonio di Padova, Alessandro di Hales, Giovanni della Rochelle, Oddone Rigaldo, Guglielmo di Meliton, Roberto Grossatesta, Riccardo Rugo, ecc, dagli studi che l’Ordine ha a Parigi, Oxford, Cambridge e Bologna, fanno teologia tenendo conto, principalmente, della propria cultura di origine, gli insegnamenti teologici in uso, le proprie preferenze dottrinali, le correnti interne all’Ordine nell’interpretazione del carisma di Francesco e, soprattutto, il contesto universitario in cui si muovono2. Quello che distingue i nostri autori della prima ora non sono le idee originali, o i sistemi di pensiero coerenti e chiusi su se stessi, ma un aspetto proprio, un modo di porsi di fronte alla vita. Dovrà passare un po’ di tempo, fino a quando l’Ordine non avrà la propria Ratio Studiorum, prima che si possa parlare di una precisa corrente di pensiero francescano o di Scuola Francescana, senza che per questo si perda la libertà nella scelta dei temi, in questo senso il pensiero francescano è veramente universale, e la praticità, visto che tutto è orientato alla vita, ad una pratica 376 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 o etica genuinamente evangelica. La scienza, per i nostri pensatori, non è fine a se stessa, ma “perché facciamo il bene”, intrinsecamente orientata all’esperienza dell’amore e a partire dalla libertà compresa come obbedienza a Dio, che è l’unica relazione capace di salvaguardare l’autonomia umana. Libertà e praticità saranno, i due aspetti che caratterizzeranno sempre la concezione degli studi nell’Ordine, ed il suo modo di fare teologia. 4. In questo contesto si affaccia Giovanni Duns Scoto, il Cantore dell’Immacolata. Questo fedele figlio di san Francesco “riuscì ad incarnare il Vangelo e ad essere attento alle realtà socio-culturali della sua epoca, alle quali mai si sottrasse e per le quali offrì un suo contributo a partire dalle proposte filosoficoteologiche di allora”3. Per questo, Scoto si propone di fare una nuova sintesi tra la corrente platonico-agostiniana e quella aristotelicotomista. Questa sintesi lo portò a mettere in evidenza l’armonia tra fede e ragione, a definire la natura della teologia in relazione con l’azione, l’operare, la prassi, l’amore, prima che come mera speculazione4. 5. Non sono pochi quelli che accusarono e accusano Scoto di essere un pensatore astratto, teorico e oscuro. Chi fa tale accusa mostra di non conoscere Duns Scoto, né le ultime e serie ricerche che sono state fatte sul suo pensiero, e grazie alle quali sono stati distrutti molti pregiudizi sul Dottor Sottile e Mariano. Scoto è, certamente, sottile nel suo pensiero, però questa subtilitas scotista non ha niente a che vedere con un pensiero che tende all’astrazione ultima. La sua sottigliezza “è esigenza di rigore intellettuale, posta al servizio della carità”. Tutta la sottigliezza di Scoto è al servizio della prassi, tende ad orientare l’essere umano perché non si smarrisca nell’amore: errare in amando, qualcosa di molto distinto da un “evangelismo impaziente e superficiale, allergico alla speculazione e al pensiero profondo e meditativo”5, a favore del quale non si può certamente invocare Scoto. Egli è un grande e profondo pensatore e, allo stesso tempo una persona eminentemente pratica, preoccupato per la persona come essere relazionale – la solitudo in Scoto è solidarietà –, un essere costitutivamente rivolto e aperto a Dio, agli uomini e al mondo. Per questo tutta la sua speculazione sboccia in un’etica dell’azione. “Il Dottor Sottile ci offre la splendida articolazione di un umanesimo cristiano, dove il sapere è al servizio del vivere bene e del buon convivere, os- sia, di una società giusta, pacifica e fraterna”6. 6. Questa concezione del sapere ha conseguenze importanti per quanto riguarda la concezione di una teologia come “scienza pratica”. Per il nostro autore la teologia è, per propria natura, una “scienza pratica”, che ha come oggetto non tanto il dissipare l’ignoranza, ma, soprattutto, il mettere in ordine la vita quotidiana. La teologia, di fatto, per Scoto, non pretende altro che mostrare all’uomo il suo destino e le strade per raggiungerlo. Questa attività dell’intelligenza che porta alla crescita nella conoscenza della verità –“nella storia dell’umanità, dice Scoto, cresce sempre la conoscenza della verità7”–, comporta una ricerca costante, appassionata e faticosa, ma rimane sempre pratica. 7. In altre parole, per Scoto non esiste una scienza teologica meramente speculativa, poiché, semplicemente, non sarebbe teologia. Per lui non basta l’assioma che dice: “crede ut intelligas” (credi affinché tu possa capire)8; è necessario, anche, “intellige ut credas” (intendi affinché tu possa credere), poiché al contrario, come dice sant’Anselmo sarebbe negligenza: “Negligentia mihi videtur si postquam confirmati sumus in fide, non studemos – quod credimus – intelligere” (Da parte nostra mi sembra negligenza, se dopo essere stati confermati nella fede, non ci sforziamo di comprendere con la ragione ciò che crediamo con la fede)9. 8. Questa concezione della “scienza teologica” di Scoto ci pone in guardia contro due tentazioni. La prima è quella di pensare che fare “scienza teologica” sia una perdita di tempo, visto che ciò che non si può spiegare velocemente nella cura delle anime, pensa più di qualcuno, deve essere rifiutato immediatamente come inutile e contrario alla finalità della Rivelazione. In questo modo il necessario senso pastorale arriva ad essere un vero impedimento allo sviluppo della teologia stessa. L’altra è quella di fare una teologia meramente speculativa senza conseguenze per la vita concreta di ogni giorno. Alla luce della dottrina di Scoto dobbiamo dire: né pastorale o spiritualità senza una scienza teologica che le sostenga e dia loro una vera solidità, perché sarebbero sterili; né una “scienza teologica” che non abbia nulla a che vedere con la spiritualità e con l’attività, perché sarebbe una deviazione della teologia. 9. Chiedo a tutti i nostri studiosi e ricercatori nel campo filosofico e teologico, così come nel campo della spiritualità, e anche a tutti i E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS professori delle nostre Università, particolarmente a tutti i professori francescani, che, attraverso un lavoro critico, attento e minuzioso, mettano in risalto gli elementi ancora validi del pensiero del Dottor Sottile e Mariano, e degli altri grandi Maestri Francescani, convinto, come sono, che quegli elementi possono incidere e orientare il pensiero attuale, e dare risposte adeguate, come affermò il Papa Giovanni Paolo II, alle domande esistenziali, molte volte “drammatiche”, dell’umanità all’inizio di questo terzo millennio10. In questo senso faccio pienamente mie le parole di Fr. Constantino Koser, ofm, che scrisse in occasione del VII Centenario della nascita di Scoto: “Ci sono valori perenni contenuti nell’opera del Dottor Sottile […], trascurarli sarebbe come lasciare inutilizzata una parte importante del tesoro che l’Ordine francescano deve diffondere oggi nella Chiesa”11. 10. Dopo il Concilio abbiamo fatto un grandissimo sforzo e un lavoro imprescindibile: scoprire o riscoprire la persona di Francesco, grazie allo studio dei suoi Scritti. In questo senso ha aiutato molto l’edizione scritta dei suddetti Scritti, pubblicata nel 1976 da K. Esser12, in occasione del 750 anniversario della morte del padre san Francesco, e che per più di 30 anni ha costituito il punto di riferimento obbligato per studiosi e lettori. E visto che la ricerca non si ferma, in occasione della celebrazione degli 800 anni della Fondazione dell’Ordine dei Frati Minori, io stesso ho incaricato Fr. Carlo Paolazzi, di “rivedere” quella edizione critica per aggiornarla; revisione che poi si è trasformata in una nuova edizione critica degli Scripta Francisci Assisiensis, che è quasi pronta e che speriamo veda la luce prima della fine dell’anno, e che ci avvicinerà, senza dubbio, alla forma più vicina possibile all’originale, finalità di ogni edizione critica. 11. Fatto questo lavoro di avvicinamento a Francesco e di conoscenza del suo pensiero, dobbiamo fare uno sforzo per conoscere coloro che resero possibile lo sviluppo delle intuizioni del Poverello. Tra questi sono da citare, in primo luogo, il Beato Giovanni Duns Scoto, “torre spirituale della fede”, come lo definì Giovanni Paolo II nel suo discorso nella cattedrale di Colonia (1980), “fedele discepolo di san Francesco d’Assisi”, come lo qualificò Benedetto XVI13, “perfezionatore di san Bonaventura”, e il rappresentante “più qualificato” della Scuola Francescana, come lo ha chiamato Paolo VI. Avvicinarsi a Scoto è avvicinarsi 377 a Francesco, poiché nella sua opera, dice Paolo VI “latent certe ferventque S. Francisci Asisinatis perfectionis pulcherrima forma et seraphici spiritus ardores”. D’altra parte dal tesoro teologico di Scoto si potranno ricavare “lucida arma ad impugnandam et amovendam piceam atheismi nubem, quae aetati nostrae caliginen offundit”, e la cui dottrina potrà offrire “un ordito aureo” per “sereni colloqui” tra la Chiesa Cattolica e le altre Confessioni cristiane14. 12. Questo sforzo di attualizzare e porre in rilievo l’attualità del pensiero di Scoto esige prima di tutto una conoscenza profonda del suo pensiero. In questo ci aiuta il lavoro encomiabile della monumentale edizione critica dell’Opera Omnia del Dottor Sottile e Mariano, portata avanti dalla Commissione Scotista Internazionale, superando difficoltà fuori dal comune per un lavoro come questo, e con immenso sudore, competenza professionale e con molto amore verso questo maestro del pensiero francescano. Finora la Commissione ha pubblicato 11 volumi corrispondenti alla Ordinatio e 4 volumi corrispondenti alla Lectura del libro delle Sentenze. In questi giorni si sta preparando la pubblicazione del XVI volume che contiene il trattato di Scoto sull’Eucaristia, il maggior trattato scritto su questa materia nel medioevo. Senza il lavoro sacrificato della Commissione non sarebbe possibile avvicinarsi al pensiero genuino del Dottor Sottile. Ai Soci della Commissione, di ieri e di oggi, a nome mio, di tutto l’Ordine e degli studiosi di Scoto, esprimo tutta la gratitudine e riconoscenza, ed il desiderio che nuovi investigatori vengano a far parte del gruppo di Soci investigatori. 13. Lo sforzo per attualizzare e mettere in risalto l’attualità del pensiero di Scoto esige anche, nei professori, ricercatori e studiosi, un metodo e una disciplina; tale studium implica un impegno intellettuale prolungato, profondo e, senza dubbio, austero. I nostri Maestri sono grandi pensatori. Entrare nelle loro categorie di pensiero, la maggior parte delle volte molto distanti dalle nostre, esige tutto questo. Invito chi si avvicina a Scoto a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà, perché a lungo andare troverà una giusta soddisfazione e gratificazione al proprio lavoro; la soddisfazione e gratificazione che trova ogni studioso che cerca e si avvicina alla conoscenza della Verità, meta di ogni studio. Invito anche i nostri studenti a fare tesi dottorali su Scoto e i grandi Maestri, senza paura di confrontare il proprio pensiero 378 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 con quello di questo grande scolastico, il cui messaggio è ancora futuro, e il cui pensiero continua ad essere fecondo nel dialogo con la cultura del nostro tempo15. 14. Il Dottor che oggi onoriamo, non è un Dottore del passato, non è un “fossile” da ammirare, è un Maestro vivo e palpitante, pieno di preziose intuizioni, però, soprattutto, è un “esimio figlio di Francesco”, come lo ha chiamato Benedetto XVI16, pieno di passione per Dio, per Gesù Cristo, per la Chiesa, per la creazione e per l’uomo, in quanto persona come identità e alterità. Fr. José Rodríguez Carballo, ofm Ministro generale ______________ Note 1 AOFM 121 (2002) 11. 2 Cf. Martínez Fresneda Francisco, Textos y contextos de la Teología Franciscana, en Manual de Teología Franciscana, B.A.C., Madrid 2003, 19. 3 Lettera dei Ministri generali del Primo Ordine e del TOR in occasione del VII Centenario della morte (=CMG), in AOFM, An CXXVII, n. 3, pg. 405. 4 Benedetto xvi, Lettera Apostolica in occasione del VII Centenario della morte del Beato Giovanni Duns Scoto, Roma, 2008. 5 Cf. CMG, pg. 405. 6 Idem, 408. 7 Ordinatio IV, d.1, q.3, n.8 8 S. Agostino, Sermones, sermo 43, c.7, n. 9 (PL 38, 258 9 S. Anselmo, Cur Deus homo, I, c.2 (PL 158, 362). 10 Giovanni Paolo ii, Messaggio al Congresso Internazionale di Università e Centri di Studi OFM (=CIUCS), Castel Gandolfo 19/09/2001, in Acta CIUCS, pg. 25. 11 Fr. Constantino Koser, ofm, Lettera enciclica in occasione VII Centenario della nascita di Giovanni Duns Scoto, 15 agosto 1966, n. 9. 12 K. Esser, Die Opuscula des hl. Franziskus von Assisi. Neue textkritische Edition, Editiones Collegii S. Bonaventurae ad Claras Aquas, Grottaferrata (Romae 1989 13 Benedetto xvi, Lettera Apostolica in occasione del VII Centenario della morte del Beato Giocanni Duns Scoto, Roma, 2008. 14 AAS 58 (1966) 609-614. 15 Cf. CMG, pg. 409. 16 Benedetto xvi, Lettera Apostolica in occasione del VII Centenario della morte del Beato Giocanni Duns Scoto, Roma, 2008. 3. Notitiæ particulares 1. Segretaria Generale per la Formazione e gli Studi • Prot.100282(215/09). Con Decreto del 29.09.2009 il Ministro generale ha promulgato l’elezione a Segretario generale per la Formazione e gli Studi, per il sessennio 2009-2015, di Rodríguez López Fr. Vidal, membro della Provincia “Betica” in Spagna. • Prot.100284(217/09). Con Decreto del 29.09.2009 il Ministro generale ha promulgato l’elezione a Vice Segretario per la Formazione e gli Studi, ad nutum Ministri generalis, di Baldyga Fr. Sergiusz, membro della Provincia della “Assunzione della BVM” in Polonia. • Nei giorni 14-15 novembre il Ministro generale, accompagnato da Fr. Vidal Rodríguez, ha partecipato alla conclusione delle giornate vocazionali in occasione della riforma del Centro di Pastorale Giovanile e Vocazionale a Cáceres, della Provincia Bética in Spagna. In tale circostanza il Ministro ha benedetto il suddetto Centro “Joven Agora Francesco”. 2. Pontificia Università Antonianum • Prot. 100128(183/09). Con Lettera del 29 settembre 2009, Prot. 1558/86, il Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica ha inoltrato al Ministro generale e Gran Cancelliere della PUA, il rinnovo ad alterum decennium dell’affiliazione dello Studio Teologico “Madonna delle Grazie”, di Benevento (Italia), alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum in Urbe. • Prot. 100462(240/09). Con Decreto del 25 novembre 2009 il Ministro generale e Gran Cancelliere della PUA, dietro richiesta del Rettore Magnifico del 20 novembre 2009, Prot 138/09, ha nominato per un triennio come Professore aggiunto alla Cattedra dei Beni Temporali della Chiesa della Facoltà di Diritto Canonico della PUA Malaquias Júnior Fr. Moacyr, ofm, membro della Custodia della Sette Allegrie della BVM in Brasile. E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS • Prot. 100428(230/09). Con Decreto del 23 novembre 2009 il Ministro generale e Gran Cancelliere della PUA, dietro richiesta del Rettore Magnifico del 3 novembre 2009, Prot. 127/09), ha nominato Professore aggiunto alla Cattedra di Storia della Chiesa del Studio Biblico di Gerusalemme della PUA Klimas Fr. Stanisław Narcyz, ofm, membro della Custodia di Terra Santa. • Il 20 ottobre 2009 c’è stata l’Inaugurazione del anno accademico 2009-10 della Pontificia Università Antonianum di Roma con una concelebrazione eucaristica, presieduta dal Ministro generale e Gran Cancelliere della Università, Fr. José Rodríguez Carballo. • Il 9 novembre 2009 si è tenuto l’Atto accademico in onore del Beato Giovanni Duns Scotto nell’Aula S. Antonio, promosso dalla Pontificia Università Antonianum e dalla Commissione Scotista. L’Atto Accademico ha avuto il seguente svolgimento: Relazione sull’anno accademico 2008-09 (Prof. J. B. Freyer, ofm, Rettore Magnifico); L’eucaristia, sacramento dell’amore puro e dell’unità della Chiesa secondo Duns Scoto (Prof. B. García de Armellada, ofmcap); Presentazione del volume XII dell’Opera omnia del beato Duns Scoto: il trattado sull’Eucaristia (Fr. B. Hechich, ofm, Presidente della Commissione Scotistica); Inter- 379 vento e saluto dal Ministro generale e Gran Cancelliere dell’Università, Fr. José Rodríguez Carballo. • Il Segretario generale per la Formazione e gli Studi, Fr. Vidal Rodríguez López, ha partecipato all’inaugurazione dell’anno accademico 2009-10 dell’Istituto Teologico OFM di Murcia (Spagna), aggregato alla Pontificia Università Antonianum, con una Conferenza su Lo studio francescano, mezzo per portare il dono del Vangelo. 3. Fraternità Francescana Internazionale “Ven. Fr. Gabriele M. Allegra OFM” • Prot.100293(206/09). Con Decreto del 29.09.2009 il Ministro generale ha nominato Rettore dei Frati Studenti della Fraternità Internazionale “Ven. Fr. Gabriele M. Allegra” in Roma, Balajić Fr. Siniša, membro della Provincia del “Ss.mo Redentore” in Croazia. • Prot. 100303(219/09). Con Decreto del 02.10.2009 il Ministro generale ha promulgato l’elezione a Guardiano della “Fraternità Internazionale “Ven. Fr. Gabriele M. Allegra” Allimant Jiménez Fr. Raúl, membro della Provincia della “Ss.ma Trinità” in Cile. E SECRETARIATU PRO MISSIONIBUS ET EVANGELIZATIONE 1. Master em Evangelização: conclusão do primeiro grupo No dia 30 de outubro de 2009, no Instituto Teológico Franciscano (ITF) de Petrópolis, Brasil, se concluiu o primeiro ano de Máster em Evangelização. Um grupo de 15 alunos, sendo 13 frades, uma Irmã Franciscana e uma leiga da Ordem Franciscana Secular, de diferentes países da América Latina, recebeu o certificado de conclusão. O ato contou com a presença do Diretor do ITF, Frei Sandro Costa, dos Diretores do Máster, Frei Sinivaldo Tavares e Ir. Delir Brunelli, do Ministro provincial da Província da Imaculada Conceição do Brasil, Frei Augusto Könnig, do Definidor geral pela América Latina, Frei Nestor Inácio Schwerz, de alguns professores e de pessoas convidadas. Várias pessoas fizeram uso da palavra. Entre esses discursos, se fez a memória da construção desse Curso, destacando os vários momentos em que ficou evidente o sentido de colaboração em âmbito de Família Franciscana da América Latina e no nível da relação com a Universidade Antonianum de Roma. Igualmente se fez memória, com uso de PowerPoint, do percurso do ano no Máster. Em outros discursos se enfatizou o bom nível de qualidade do Curso, o empenho e a competência da equipe de professores, a metodologia participativa nas aulas e fora delas, a admirável integração do grupo de frades do Máster com a Fraternidade que o acolheu, a riqueza de vida e experiências partilhadas no grupo com sua diversidade de proveniências, de culturas, de contextos eclesiais e de atividades exercidas anteriormente. O clima reinante era de satisfação, de gratidão, de reconhecimento. Também se fez presente nos discursos a preocupação pelo futuro, pela continuidade de uma tal iniciativa. Foi enfatizado que tal Curso é necessário em vista da busca por qualificação na missão evangelizadora, faz bem para a Família Franciscana na América Latina e para a Ordem. Sabe-se dos desafios para manter um número mínimo de alunos, bem como de ampliar o raio de ação e influência desse projeto. Daí que já se anunciou a presença de uma Comissão franciscana internacional para elaborar possíveis propostas que vão além do Curso propriamente dito. Após a cerimônia de conclusão, se passou para uma festiva e animada confraternização. Fr. Nestor Inacio Schwerz 2. Simpósio teológico latino-americano sobre Evangelização Após a conclusão do Máster em Evangelização, do dia 31 de outubro a 1° de novembro de 2009, seguiu a reunião de uma Comissão de Irmãos e Irmãs de diferentes Centros Acadêmicos da América Latina para elaborar proposta ligada ao Máster em Evangelização e que ampliasse seu raio de ação. Seus participantes eram: Ir. Delir Brunelli, CF-Brasil (ITF Petrópolis), Isabel Corpas de Posada-Colômbia (Faculdade de Teologia-USB Bogotá), Frei Luis Antonio Scozzina, OFM-Argentina (CEFEDER-UCA Rosário), Frei Marcelo Cisneros, OFM-Argentina (ITF Buenos Aires), Frei Nestor Inácio Schwerz, OFM-Roma (Cúria Geral, Definidor pela América Latina), Frei Sandro Roberto da Costa, OFM-Brasil (ITF Petrópolis), Frei Sinivaldo Tavares, OFMBrasil (ITF Petrópolis). Ainda tinham sido convidados alguns outros, mas que não puderem comparecer. A proposta é propor e organizar um Congresso teológico em âmbito América Latina e Caribe. A Comissão refletiu sobre a importância e viabilidade dessa proposta. Entre outros aspectos, foi sublinhado o seguinte: • é importante não permanecer isolado no aprofundamento na área de Evangelização, pois existem grupos de pesquisa em universidades franciscanas e outras universidades católicas e isto possibilita trabalhar em rede, promovendo o intercâmbio; • é bom envolver os Institutos teológicos e as Universidades para favorecer uma visão interdisciplinar nas pesquisas sobre determinados aspectos da Evangelização, unindo teoria e prática; 382 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 • um dos maiores desafios, hoje, é o diálogo com o mundo e isso interessa aos Institutos de Teologia e também às Universidades; é bom que o congresso seja programado a partir do Máster em Evangelização, pois pode oxigenar o Master e todo o Projeto Evangelização, ajudando a vislumbrar novas possibilidades; • é importante que o congresso esteja articulado com outras programações da OFM, como o Seminário sobre Diálogo Ecumênico e Inter-Religioso, os Encontros dos Reitores de Centros Acadêmicos superiores, o projeto Amazônia, o projeto de Formação de Missionários/as; • é importante criar, antes ou a partir do congresso, uma espécie de “Rede Franciscana de Evangelização” para que o congresso não se limite ao evento e termine ali; • não pode ser apenas um congresso de divulgação, mas deve ajudar a refletir sobre a prática evangelizadora e levar ao compromisso; • o congresso pode ser misto, incluindo exposições de assessores, momentos de partilha de pesquisas que já estão sendo feitas e mesas de outras áreas (missionária, educativa, paróquias...); • incluir também um momento final de consenso sobre alguns pontos importantes, um momento para se tomar alguma decisão, não propriamente um documento, mas algo que venha a nos comprometer. Após essa partilha, passou-se à reflexão sobre a temática, objetivos, destinatários, metodologia, data e local do evento. Concluiu-se que não será um congresso, mas um simpósio, convocado a partir do Master em Evangelização. O título e o tema terão esse enunciado: Simpósio Teológico Latino-Americano e Caribenho sobre Evangelização. Discípulos/as Missionários/as face aos novos cenários, na perspectiva franciscana. Tal Simpósio terá como objetivos: analisar e compreender os novos cenários na América Latina e Caribe, em vista da ação evangelizadora; discernir as interpelações desses cenários à missão evangelizadora franciscana e assumir as implicações teológico-pastorais, nos âmbitos acadêmico e da prática evangelizadora. O Simpósio será destinado aos professores, pesquisadores, estudantes de teologia, responsáveis pela formação e estudos e pela animação evangelizadora da famí- lia franciscana, e outras pessoas interessadas. O local do encontro será Petrópolis, RJ-Brasil, e sua data de realização ficou para 2011. A reflexão teológico-pastoral levaria em conta sobretudo três cenários novos: a crise ecológica, a mobilidade humana e a cultura midiática. Foram ainda elencados vários assessores possíveis, os sub-temas para debates em mesa redonda, os diferentes momentos com suas dinâmicas e metodologias. Fr. Nestor Inacio Schwerz 3. Prima Casa OFM in Sudan Dopo quattro anni di trattative col Governo per acquistare il terreno edificabile, finalmente il progetto di costruire il Convento dei frati a Khartoum sta per essere realizzato. Capitale del più grande Paese africano, Khartoum ha ospitato i cristiani che a più ondate sono migrati dal Sud e qui rifugiati in condizioni povere ed anche miserevoli. Da un paio d’anni, il ritorno dei Frati Minori ha acceso una speranza in più per tanti cattolici sul cui volto è leggibile lo schiaffo dell’emarginazione violenta. L’attuale Fraternità – tre sudanesi Fr. Peter, Fr. John e Fr. Charles, l’egiziano Fr. Magdy e il filippino Fr. Melito, guardiano – si occupa di due parrocchie di periferia, delimitate da un affocato deserto e inghiottite nell’arida sabbia di grande povertà. Tredici i centri pastorali, ognuno con la sua chiesetta di fortuna, edificata con due-tre pareti di mattoni crudi, pencolanti, sopra i quali tendoni bisunti fanno da ombrello per il sole (qui sora acqua sopraggiunge solo nei mesi di luglio e di agosto). Oasi per la messa domenicale, questi centri servono anche ad annodare amicizie, a risuscitare speranze che, nei giorni pesanti della settimana lavorativa, rischierebbero di restare sigillate nella tomba. I Frati gestiscono anche sei scuole per le centinaia di bambini della zona. Sono scuole in cui vige la totale provvisorietà. In basso, un pavimento fatto di deserto, con la sua sabbia polverosa che, agitata dal vento, ti arriva in faccia ed entra negli occhi. Sopra, un tetto di canne per velare il dardeggiare del sole, qui sovente vicino allo zenit. Qualche altra scuola sembra migliore perché costruita in muratura. Ma si tratta di costruzioni obsolete, vicine al crollo, con spaventose crepe e senza porte e finestre. E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE Ma proprio qui, ai lembi del deserto, in questa città completamente islamizzata secondo i canoni più restrittivi e polizieschi, i Frati amministrano ai poveri il coraggio della speranza. Prossimamente il Ministro generale farà visita a questa neonata Fondazione del Sudan. Con il suo gesto, intende portare l’affetto e la preghiera di tutto l’Ordine sia ai Frati sia ai cattolici sudanesi. La costruzione del nuovo Convento inizierà a gennaio e, se tutto andrà bene, si concluderà con l’estate, prevedendone l’inaugurazione per san Francesco, 4 ottobre 2010. La nuova 383 Casa, oltre ai Frati, accoglierà anche i giovani aspiranti che da qualche tempo intendono abbracciare la forma di vita del Poverello d’Assisi. Così il saio di san Francesco circolerà, impolverato della fine sabbia del deserto, per incontrare non solo i cattolici, ma anche i discendenti di quel Sultano che il Santo avvicinò un giorno, parlandogli amabilmente di Gesù. Tornerà san Francesco sudanese a camminare sulle strade della pace. Fr. Massimo Tedoldi E POSTULATIONE GENERALI 1. Litterae Decretales quibus beato Simoni de Lipnica, presbytero, Sanctorum honores decernuntur BENEDICTUS PP. XVI SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM «Salutis omnium sitibundus». Hic titulus, quocum beatus Simon de Lipnica in sanctitatis annales est ingressus, immensam exprimit caritatem, qua ipse aeternae gregis Christi saluti se devovit. Nam hic eximius filius sancti Francisci Assisiensis divinam gratiam strenue secutus est vitam mutans in continuum actum amoris erga Deum et proximum, usque ad evangelicae perfectionis culmen assequendum. Lipnicae natus in Polonia australi circiter annos mcdxxxv-mcdxl. Familia dedit ei christianam educationem et rudimenta litterarum procuravit, primum in schola paroeciali ac deinde apud Academiam Cracoviensem, ubi baccalaureatum est consecutus. Ab adulescentia saeculares defugiebat blanditias ut tempus scientiae studio et orationi dedicaret. Inflammatus praedicatione sancti Ioannis de Capestrano, ad vitam consecratam maturavit vocationem et ingressus est conventum Ordinis Fratrum Minorum in loco vulgo Stradom, prope Cracoviam. Post annum novitiatus religiosam nuncupavit professionem. Expleto praescripto curriculo, ordinationem suscepit sacerdotalem, circa annum mcdlx. Primum fuit guardianus Tarnoviae; translatus in Stradom, praedicationi se dedit, ostendens haud consuetas ingenii dotes, ita ut huius aetatis in annalibus «ferventissimus praedicator» sit appellatus atque postea vocatus ad huiusmodi officium explendum in cathedrali ecclesia Cracoviensi. Sermo eius simplex et sublimis, plenus ardoris ac oratione sustentatus atque Sacrae Scripturae assidua lectitatione et meditatione; animos audientium ita inflammabat ut complures peccatores ad conversionem concitaret. Anno mcdlxxvi electus est definitor sui Ordinis atque in hoc offício constitutus duos post annos petivit Ticinum ad capitulum ge- nerale. Peregrinus Romam invisit ac Terram Sanctam, paratus ad vitam suam immolandam ut Christi nuntium iis afferret qui eum ignorabant. Apostolatus eius confirmabatur efficaciusque efficiebatur exemplari vitae consuetudine, quae insigniebatur fidelitate cotidiana erga propriam vocationem, accurata impletione proprii ordinis officiorum, constanti hilarique omnium virtutum exercitio. Ipse fidem testificatus est in omnibus rerum adiunctis eamque copiose aluit intensa et diuturna oratione, pietate erga Eucharistiam, erga sanctissimum Nomen Iesu quod praedicatione divulgavit, exemplum sequens sancti Bernardini Senensis, et erga Virginem Mariam, quam saepe sub titulo «Amasia», id est Amata, invocabat. Ex eius amore in Deum et proximum profluit synthesis, quam ipse perficere valuit, inter munera evangelizationis et operosae caritatis testimonium. Iuvante divina Providentia, in qua sine ulla haesitatione confidit, copiosos fructus sui sacerdotalis ministerii colligere potuit. Veluti guardianus gubernavit conventum cum prudentia et iustitia. Sodalibus suis consiliabatur sapienter et provide. Assiduus fuit in Regula et Ecclesiae praeceptis observandis. Vitam conduxit sobriam et austeram. Paenitentiae instrumentis utebatur tunc adhibitis in vita religiosa: cilicium induebat corpusque disciplinae exercitio mortificabat. Sobrius in cibo fuit ieiuniisque praescriptis sponte alia adiungebat. Requiei solum tempus stricte necessarium concedebat. Sancti Francisci Assisiensis aemulus, pauper fuit, oboediens et castus. Humiliter diligenterque labores graviores complebat, nec aestimationem quaesivit pro suo opere omniaque merita semper Domino tribuit. Anno mcdlxxxii Cracovia lue afflicta est. Beatus intellexit hanc esse occasionem propitiam suae vitae oblationem Domino perficiendi. Confratribus igitur se sociavit in opere morbo affectis succurrendi: solamen aegrotis ferebat et operam dabat ut morientes cum Christo reconciliati de vita discederent. Ipse in luem incidens, exemplum dedit mirae fortitudinis in doloribus patiendis ob hanc aegritudinem. Die xviii mensis Iulii anno mcdlxxxii domum Patris petiit, cui fideliter serviit sua in 386 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 terrestri exsistentía. Desiderium manifestavit sese sub ecclesiae pavimento sepultum iri ut ab omnibus conculcaretur. Ille proponitur in Seraphicae Familiae itinere uti exemplar vigens sanctitatis amore innixae in debiliores et derelictos, aptus ad aerumnas sibi assumendas eorum qui iniustítiam aut violentiam patiuntur propter veritatis et libertatis dilectionem. Perpensis sanctitatis et miraculorum fama, qua circumdatus est etiam post mortem, atque cultu ei ab immemorabili tempore praestito, die xxiv mensis Februarii anno mdclxxxv Decessor Noster beatus Innocentius xi approbavit eius cultum itaque ei honores beatorum tribuit. Deinde anno mcmxcix Archiepiscopus Cracoviensis investigationem dioecesanam incohavit. Expletis rite omnibus iure statutis, Nobis coram promulgata sunt decreta: de virtutibus heroico in gradu exercítis die xix mensis Decembris anno mmv, deque miraculo eius intercessioni adscripto die xvi mensis Decembris anno mmvi. Faventibus Patribus Cardinalibus, Archiepiscopis Episcopisque, in Consistorio die xxiii mensis Februarii huius anni mmvii coadunatis, statuimus ut canonizationis ritus die iii insequentis mensis Iunii Romae celebraretur. Hodie igitur in foro Petriano inter sacra hanc pronuntiavimus formulam: Ad honorem sanctae et individuae Trinitatis, ad exaltationem fidei catholicae et vitae christianae incrementum, auctoritate Domini nostri Iesu Christi, beatorum Apostolorum Petri et Pauli ac Nostra, matura deliberatione praehabita et divina ope saepius implorata, ac de plurimorum Fratrum Nostrorum consillo, Beatos Georgium Preca, Simonem de Lipnica, Carolum a Sancto Andrea Houben et Mariam Eugeniam a Iesu Milleret Sanctos esse decernimus et definimus, ac Sanctorum Catalogo adscribimus, statuentes eos in universa Ecclesia inter Sanctos pia devotione recoli debere. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Deinde Ipsi Nos venerati sumus novum Sanctum, virtutes extollentes eiusque merita, praesertim erga religiosae sacerdotalisque vocationis offícia accuratam et constantem fídelitatem, fervidam precationem, prudentem animarum moderationem, actuosam evangelicam praedicationem ac denique heroicum exemplum deditionis aegrotis, moribundis cunctisque afflictis et auxilio indigentibus. Quae autem his Litteris decrevimus, nunc et in posterum rata et firma esse volumus, contrariis quibuslibet rebus minime obstantibus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, in sollemnitate Sanctissimae Trinitatis, die tertio mensis Iunii, anno Domini bismillesimo septimo, Pontificatus Nostri tertio. EGO BENEDICTUS Catholicae Ecclesiae Episcopus Marcellus Rossetti Protonot. Apost. (AAS 2008, n. 3, pp. 121-124) 2. Litterae Apostolicae. Venerabilibus Servis Dei Victori Chumillas Fernández, presbytero professo ex Ordine Fratum Minorum, et xxi Sociis eiusdem Ordinis Beatorum martyrum honores decernuntur BENEDICTUS PP. XVI Ad perpetuam rei memoriam «Et eritis odio omnibus propter nomen meum; qui autem perseveraverit in fínem, hic salvus erit» (Mt 10,22). Divinus Magister suos discipulos commonuerat mundum eos esse persecuturum, simulque hortatus est illos ut in fídelitate erga Eum ad aeternam salutem consequendam perseverarent. Huiusmodi hortationem excipientes plurimi christiani per saeculorum decursum mori potius maluerunt quam fidem catholicam abiurare. Inter quos annumerandi sunt Venerabiles Servi Dei Victor Chumillas Fernández et xxi Socii, omnes sodales Ordinis Fratrum Minorum. Dum enim persecutio religiosa in Hispania grassabatur annis mcmxxxvi-mcmxxxix, ipsi vitam obtulerunt ne unionis cum Christo eiusque Ecclesia vinculum abrumperent. Viginti sodales ex illis pertinebant ad communitatem loci Consuegra, ubi variis officiis fungebantur. Plurimi eorum iam antea manifestabant desiderium martyrii palmam consequendi. Bellum civile cum exardesceret, coacti sunt deserere conventum, quapropter confugerunt apud familiares et benefactores. Seditiosi tamen ceperunt eos et in carcerem miserunt. Manuballista interfecti sunt die xvi mensis Augusti anno mcmxxxvi et, ad exemplum Divini Redemptoris, antequam exspirarent, suis ignoverunt occisoribus. Ipsi sunt: 1. Victor Chumillas Fernández, presbyter. Natus est die xxvii mensis Iulii anno mcmii in E POSTULATIONE GENERALI loco Olmeda del Rey, dioecesis Conchensis. Apostolico compulsus fervore cupiebat mitti in terras missionis. Variis in conventibus franciscalibus officia sibi commissa cum deditione et diligentia explevit. 2. Angelus Hernández-Ranera de Diego, presbyter. Natus est die i mensis Octobris anno mdccclxxvii in loco Pastrana, dioecesis Seguntinae-Guadalaiarensis. Missionarius fuit in Philippinis. 3. Dominicus Alonso de Frutos, presbyter. Natus est die xii mensis Maii anno mcmii loco Navares de Ayuso, dioecesis Segobiensis. Theologiam dogmaticam docuit et etiam aliis muneribus in suo Ordine assidue functus est. 4. Martinus Lozano Tello, presbyter. Natus est die xix mensis Septembris anno mcm in loco Corral de Almaguer, tunc dioecesis Conchensis. Praeceptor fuit variis in conventibus. 5. Iulianus Navío Colado, presbyter. Natus est die xii mensis Augusti anno mcmiv in loco Mazarete, dioecesis Seguntinae-Guadalaiarensis. Sedulo varia exercuit officia. 6. Benignus Prieto del Pozo, presbyter. Natus est die xxv mensis Novembris anno mcmvi in loco Salce, dioecesis Legionensis. Addictus est muneri docendi exercendo. 7. Marcellinus Ovejero Gómez, alumnus. Natus est die xii mensis Februarii anno mcmxiii in loco Becedas, dioecesis Abulensis. 8. Iosephus de Vega Pedraza, subdiaconus. Natus est die xxx mensis Augusti anno mcmxiii in loco Dos Barrios, Archidioecesis Toletanae. 9. Iosephus Álvarez Rodríguez, subdiaconus. Natus est die xiv mensis Octobris anno mcmxiii in loco Sorriba, dioecesis Legionensis. 10. Andreas Majadas Málaga, subdiaconus. Natus est die ii mensis Martii anno mcmxiv in loco Becedas, dioecesis Abulensis. 11. Iacobus Maté Calzada, subdiaconus. Natus est die xxv mensis Iulii anno mcmxiv in loco Cañizar de Argano, Archidioecesis Burgensis. 12. Alfonsus Sánchez Hernández-Ranera, alumnus. Natus est die xxvi mensis Ianuarii anno mcmxv in urbe Ilerdensi. Parum ante martyrium receperat tonsuram et ordines minores. 13. Anastasius González Rodríguez, alumnus. Natus est die xi mensis Octobris anno mcmxiv in loco Villaute, Archidioecesis Burgensis. 14. Felix Maroto Moreno, alumnus. Natus est die xxx mensis Ianuarii anno mcmxv in loco Gutierremuñoz, dioecesis Abulensis. 387 15. Fridericus Herrera Bermejo, alumnus. Natus est die xxi mensis Februarii anno mcmxv in loco Almagro, dioecesis Civitatis Regalensis. Parum ante martyrium receperat tonsuram et ordines minores. 16. Antonius Rodrigo Antón, alumnus. Natus est die viii mensis Iulii anno mcmxiii in loco Velamazán, dioecesis Oxomensis-Sorianae. 17. Saturninus Río Rojo, alumnus. Natus est die xvi mensis Februarii anno mcmxv in loco Mansilla de Burgos, Archidioecesis Burgensis. Paucas hebdomadas ante martyrium receperat tonsuram et ordines minores. 18. Raimundus Tejado Librado, alumnus. Natus est die xx mensis Aprilis ann mcmxv in loco Alcázar de San Juan, dioecesis Civitatis Regalensis. 19. Vincentius Majadas Málaga, alumnus. Natus est die xxvii mensis Octobris anno mcmxv in loco Becedas, dioecesis Abulensis. 20. Valentinus Díez Serna, alumnus. Natus est die xi mensis Novembris anno mcmxv in loco Tablada de Villadiego, Archidioecesis Burgensis. Ad eundem martyrum manipulum pertinent quoque alii duo Servi Dei: 21. Felix Gómez-Pinto Pinero, presbyter. Natus est die xviii mensis Maii anno mdccclxx in loco La Torre de Esteban Hambrán, Archidioecesis Toleta-nae. Ministerium suum exercuit variis in conventibus Ordinis. Martyrium passus est die vii mensis Septembris anno mcmxxxvi et antequam moreretur crimen suis condonavit occisoribus. 22. Perfectus Carrascosa Santos, presbyter. Natus est die xviii mensis Aprilis anno mcmvi in loco Villacanas, Archidioecesis Toletanae. Munera explevit praeceptoris et secretarii provincialis. Apprehensus atque torturis cruciatus, noluit tamen catholicam fidem abiurare. Interfectus est die xvii mensis Octobris anno mcmxxxvi Populus Dei universos eos fidei martyres consideravit. Huiusmodi per annos confirmata fama permovit Archiepiscopum Toletanum ut Causam beatifícationis seu declarationis martyrii incoharet, per Processus Ordinarii celebrationem annis mcmlxvi-mcmlxxxvii habitam, ad xix Servos Dei attinentem. Demum anno mcmxcii apud eandem Curiam incohata est pervestigatio etiam de tribus ceteris martyribus, cuius iuridicam validitatem Congregatio de Causis Sanctorum probavit decreto die xxvii mensis Novembris eodem anno emisso. Peractis rite omnibus iure statu- 388 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 tis, Congressus Peculiaris Consultorum Theologorum die ix mensis Decembris anno mmiii, et Patres Cardinales et Episcopi, in Sessione Ordinaria congregati die xv mensis Martii anno mmv, agnoverunt mortem horum Venerabilium Servorum Dei verum fuisse martyrium. Deinde Nos Ipsi die xix mensis Decembris anno mmv praecepimus Congregationem de Causis Sanctorum ut promulgaret Decretum de martyrio, ac deinde statuimus ut sollemnis ritus eorum beatificationis Romae die xxviii mensis Octobris anni mmvii celebraretur. Hodie igitur Romae, in Foro ante Basilicam Sancti Petri, ingenti adstante catholicorum Pastorum et Christifidelium multitudine ex Hispania aliisve nationibus, de mandato Nostro Iosephus S. R. E. Cardinalis Saraiva Martins, Congregationis de Causis Sanctorum Praefectus, textum Litterarum Apostolicarum legit, quibus Nos in Beatorum numerum adscribimus Venerabiles Servos Dei Victorem Chumillas Femández et xxi Socios, Ordinis Fratrum Minorum sodales. Nos, vota Fratum Nostrorum Aloisii Martínez Sistach, Archiepiscopi Barcinonensis, Francisci Gil Hellín, Archiepiscopi Burgensis, Antonii S.R.E. Cardinalis Canizares Llovera, Archiepiscopi Toletani, Iosephi Mariae Yanguas Sanz, Episcopi Conchensis, Antonii Angeli Algora Hernando, Episcopi Civitatis Regalensis, Iacobi García Aracil, Archiepiscopi Emeritensis Augustani-Pacensis, Antonii Mariae S.R.E. Cardinalis Rouco Varela, Archiepiscopi Matritensis, Caroli Osoro Sierra, Archiepiscopi Ovetensis, Caroli S.R.E. Cardinalis Amigo Vallejo, O.F.M., Archiepiscopi Hispalensis, Raimundi del Hoyo López, Episcopi Giennensis, Vincentii Jiménez Zamora, Episcopi Santanderiensis, Ioannis Antonii Reig Pla, Episcopi Carthaginensis in Hispania, Caroli Soler Perdigó, Episcopi Gerundensis, Antonii Dorado Soto, Episcopi Malacitani, atque Cyriaci Benavente Mateos, Episcopi Albasitensis, necnon plurimorum aliorum Fratrum in Episcopatu multorumque christifidelium explentes, de Congregationis de Causis Sanctorum consulto, auctoritate Nostra Apostolica facultatem facimus ut Venerabiles Servi Dei: Lucas a Sancto Ioseph Tristany Pujol, presbyter professus Ordinis Fratrum Discalceatorum Beatae Mariae Virginis de Monte Carmelo; Leonardus Iosephus Aragonés Mateu, religiosus professus Instituti Fratrum Schola- rum Christianarum, Apollonia Lizarraga a Sanctissimo Sacramento, religiosa professa et moderatrix generalis Congregationis Carmelitanarum a Caritate, necnon lxi Socii et Sociae; Bernardus Fábrega Juliá, religiosus professus Instituti Fratrum Maristarum a Scholis; Victor Chumillas Fernández, presbyter professus Ordinis Fratrum Minorum, et xxi Socii eiusdem Ordinis; Antherus Mateo García, paterfamílias, ex Tertio Ordine Sancti Dominici, et xi Socii ex Secundo et Tertio Ordine Sancti Dominici; Crux Laplana y Laguna, Episcopus Conchensis, et Ferdinandus Español Berdié, presbyter; Narcissus de Esténaga y Echevarría, Episcopus Cluniensis, et x Socii; Liberius González Nombela, presbyter, et xii Socii ex clero Archidioecesis Toletanae; Eusebius a Iesu Infante Fernández Arenillas, presbyter professus Ordinis Fratrum Discalceatorum Beatae Mariae Virginis de Monte Carmelo, et xv Socii eiusdem Ordinis; Felix Echevarría Gorostiaga, presbyter professus Ordinis Fratrum Minorum, et vi Socii eiusdem Ordinis; Theodosius Raphaél, religiosus professus Instituti Fratrum Scholarum Christianarum, et iii Socii ex eodem Instituto; Bonaventura García Paredes, presbyter professus Ordinis Fratrum Praedicatorum, Michaél Léibar Garay, presbyter professus Societatis Mariae, et xl Socii; Simon Reynés Solivellas et v Socii, professi ex Congregatione Missionariorum a Ss. Cordibus Iesu et Mariae necnon ex Congregatione Sororum Franciscalium Filiarum Misericordiae, et Prudentia Canyelles y Ginestá, laica; Caelestinus Iosephus Alonso Villar et ix Socii, ex Ordine Fratrum Praedicatorum; Angelus Maria Prat Hostench et xvi Socii, ex Ordine Fratrum Beatae Mariae Virginis de Monte Carmelo; Henricus Sáiz Aparicio et lxii Socii, ex Societate Sancti Francisci Salesii; Marianus a Sancto Ioseph Altolaguirre y Altolaguirre et ix Socii, ex Ordine Sanctissimae Trinitatís; Euphrasius a Iesu Infante Barredo Fernández, presbyter professus Ordinis Fratrum Discalceatorum Beatae Mariae Virginis de Monte Carmelo; 389 E POSTULATIONE GENERALI Laurentinus Alonso Fuente, Vergilius Lacunza Unzu et xliv Socii ex Instituto Fratrum Maristarum a Scholis; Henricus Izquierdo Palacios, presbyter, et xiii Socii, ex Ordine Fratrum Praedicatorum; Ovidius Bertrandus Anuncibay Letona, Hermenegildus Laurentius Sáez Manzanares, Lucianus Paulus García García, Stanislaus Victor Cordero Fernández et Laurentius Iacobus Martínez de la Pera y Alava, religiosi professi Instituti Fratrum Scholarum Christianarum, atque Iosephus Maria Cánovas Martínez, presbyter dioecesanus; Maria a Monte Carmelo, Rosa et Magdalena Fradera Ferragutcasas, sorores professae Congregationis Filiarum Sanctissimi et Immaculati Cordis Mariae; Avellinus Rodríguez Alonso, presbyter professus ex Ordine Fratrum Sancti Augustini, et xcvii Socii eiusdem Ordinis, necnon vi Socii ex clero dioecesano; Emmanuela a Corde Iesu Arriola Uranga et xxii Sociae, ex Congregatione Ancillarum Adoratricum Sanctissimi Sacramenti et Caritatis; qui in Hispania vicesimo saeculo sanguinem suum effuderunt testimonium perhibentes de Evangelio Iesu Christi, Beati nomine in posterum appellentur, eorumque festum die sexta Novembris in locis et modis iure statutis quotannis celebrari possit. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Tantam laudantes horum sancti Francisci Assisiensis dignorum filiorum atque catholicae fídei spectabilium testium heroicam confessionem, qui pro Christi nomine vitam deponere non dubitarunt, omnes hortamur christifideles ad Christianas virtutes eorum, praesertim firmam fidem, laetam spem et sedulam in bonis operibus explendis caritatem, actuose imitandas. Quod autem his Litteris Nostris decrevimus, volumus et nunc et in posterum tempus vim habere, contrariis rebus quibuslibet non obstantibus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die xxviii mensis Octobris, anno mmvii, Pontificatus Nostri tertio. De mandato Summi Pontificis Tharsicius card. Bertone (AAS 2008, n. 4, pp. 260-265) 3. Competentia fori in Causa SD Gabrielis Mariae Nicolai datur Congregatio de Causis Sanctorum Prot. N. 2529-2/09 CHRISTOLIEN. seu AGENNEN. Beatificationis seu Confirmationis Cultus Servi Dei Gabrielis Mariae Nicolai (in saec.: Giliberti). Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum et Confundatoris Ordinis Ss. Annuntiationis B. Mariae Virginis. Rev.dus P. Ioannes Iosephus Califano, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petiit ut Inquisitio Dioecesana super vita, virtutibus, continuatione famae sanctitatis ac signorum Servi Dei Gabrielis Mariae Nicolai (in saec.: Giliberti), Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum et Confundatoris Ordinis Ss. Annunciationis Beatae Mariae Virginis necnon cultu ab immemorabili tempore eidem Servo Dei praestito, apud curiam ecclesiasticam Christoliensem peragi possit, licet praefatus Servus Dei supremum diem intra fines dioecesis Agennensis obiisset. Haec porro Congregatio, attentis peculiaribus in supplici libello expositis adiunctis necnon assensu Exc.morum ac Rev.morum Dominorum D. Michaelis Santier, Episcopi Christoliensis et D. Huberti Herbreteau, Episcopi Agennensis, pro gratia iuxta preces benigne annuit: servatis de cetero omnibus aliis de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet: Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 21 mensis Iulii A.D. 2009. + Angelus Amato, S.D.B. Archiepiscopus tit. Silensis Praefectus † Michaël Di Ruberto Archiepiscopus tit. Biccarensis a Secretis 4. Ponens in Causa Beati Iacobi Illyrici de Bitecto eligitur Congregatio Causis Sanctorum de Prot.N. 1716-15/09 390 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 BAREN. – BITUNTINA Canonizationis Beati Iacobi Illyrici de Bitecto Laici professi Ex Ordine Fratrum Minorum. Cum Causa Canonizationis Beati Iacobi Illyrici de Bitecto, Laici professi ex Ordine Fratrum Minorum, suo indigeat Ponente, Rev. mus P. Ioannes Iosephus Califano, Postulator Generalis eiusdem Ordinis, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis, Ponentem praefati Beati Causae eligere ac deputare benigne dignetur. Haec Congregatio, attentis expositis, precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum Dominum D. Marcellum Semeraro, Episcopum Albanensem, Ponentem Causae Canonizationis Beati Iacobi Illyrici de Bitecto, omnibus cum iuribus et facultatibus necessariis et opportunis, elegit et nominavit. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 18 mensis Septembris A.D. 2009. †Angelus Amato, S.D.B. Archiepiscopus tit. Silensis Praefectus †Michaël Di Ruberto Archiepiscopus tit. Biccarensis a Secretis 5. Ponens in Causa SD Antoniae Mariae Verna eligitur Congregazione Cause dei Santi delle Prot. N. 129-34/09 EPOREDIEN. Beatificationis et Canonizationis Servae Dei Antoniae Mariae Verna Fundatricis Instituti Sororum Caritatis ab Immaculata Conceptione. Cum Causa Beatificationis et Canonizationis Servae Dei Antoniae Mariae Verna, Fundatricis Instituti Sororum Caritatis ab Immaculata Conceptione, suo indigeat Ponente, Rev.mus P. Ioannes Iosephus Califano, O.F.M., Postulator legitime constitutus in eiusdem Servae Dei Causa, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis, Ponentem praefatae Servae Dei Causae eligere ac deputare benigne dignetur. Haec Congregatio, attentis expositis, precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum Dominum D. Marcellum Semeraro, Episcopum Albanensem, Ponentem Causae Beatificationis et Canonizationis Servae Dei Antoniae Mariae Verna, omnibus cum iuribus et facultatibus necessariis et opportunis, elegit et nominavit. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 15 mensis Octobris A.D. 2009. †Angelus Amato, S.D.B. Archiepiscopus tit. Silensis Praefectus †Michaël Di Ruberto Archiepiscopus tit. Biccarensis a Secretis 6. Ponens in Causa SD Iunii Tinarelli eligitur Congregazione Cause dei Santi delle Prot. N. 1251-11/09 INTERAMNEN. ET NARNIEN. Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Iunii Tinarelli Christifidelis Laici, Piae Unionis Primariae “Silentes a Cruce Operarii”. Cum Causa Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Iunii Tinarelli Christifidelis Laici, Piae Unionis Primariae “Silentes a Cruce Operarii” suo indigeat Ponente, Rev.mus P. Ioannes Iosephus Califano, O.F.M., Postulator legitime constitutus in eiusdem Servi Dei Causa, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petiit ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis, Ponentem praefatae Servi Dei Causae eligere ac deputare benigne dignetur. Haec Congregatio, attentis expositis, precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum Dominum D. Marcellum Semeraro, Episcopum Albanensem, Ponentem Causae Beatificatíonis et Canonizationis eiusdem Servi Dei Iunii Tinarelli, omnibus cum iuribus et facultatibus necessariis et opportunis, elegit et nominavit. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 17 mensis Novembris A.D. 2009. †Angelus Amato, S.D.B. Archiepiscopus tit. Silensis Praefectus E POSTULATIONE GENERALI †Michaël Di Ruberto Archiepiscopus tit. Biccarensis a Secretis 7. Relator in Causa SD Clementis Gatti nominatur Congregazione delle Cause dei Santi Roma, 14 novembre 2009 Prot. N. 2468-4/09 Il Congresso Ordinario di questo Dicastero, in data 30 ottobre 2009, ha affidato al Rev.mo Relatore P. Hieronim Fokcinski, S.I., la Causa Patavina del Servo di Dio Clemente Gatti. Tanto si comunica al Postulatore della Causa per conoscenza e norma. Mons. Marcello Bartolucci Sottosegretario _______________________ Rev.mo P. Giovangiuseppe Califano Postulatore 8. Relator in Causa SD M.Teresiae De Vincenti nominatur Congregazione delle Cause dei Santi Roma, 14 novembre 2009 Prot.N. 1326-11/09 Il Congresso Ordinario di questo Dicastero, m data 30 ottobre 2009, ha affidato al Rev. mo Relatore P. Cristoforo Bove, OFM Conv, la Causa Cosentina-Bisinianensis della Serva di Dio Maria Teresa De Vincenti (al sec.: Raffaella). Tanto si comunica al Postulatore della Causa per conoscenza e norma. Mons. Marcello Bartolucci Sottosegretario _______________________ Rev.mo P. Giovangiuseppe Califano Postulatore 391 9. Notitiae particulares 1. Promulgatio Decretorum Sabato 19 dicembre 2009 il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza privata S.E. Mons. Angelo Amato, SDB, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza íl Santo Padre ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti le seguenti Cause affidate alla nostra Postulazione generale: – un miracolo, attribuito all’intercessione della Beata Battista da Varano (al secolo: Camilla), Monaca professa dell’Ordine di Santa Chiara e Fondatrice del Monastero di Santa Chiara nella città di Camerino; nata il 9 aprile 1458 a Camerino (Italia) ed ivi morta il 31 maggio 1524; – le virtú eroiche del Beato Giacomo Illirico da Bitetto, Laico professo dell’Ordine dei Frati Minori; nato nel 1400 a Zara (Dalmazia) e morto intomo all’anno 1496 a Bitetto (Italia); – le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Chiara Serafina di Gesù Farolfi (al secolo: Francesca), Fondatrice delle Suore Clarisse Francescane Missionarie del Ss.mo Sacramento; nata il 7 ottobre 1853 a Tossignano (Italia) e morta il 18 giugno 1917 a Badia di Bertinoro (Italia); – le virtù eroiche della Serva di Dio Antonia Maria Verna, Fondatrice dell’Istituto delle Suore della Carità dell’Immacolata Concezione dette d’Ivrea; nata a Pasquaro di Rivarolo (Italia) il 12 giugno 1773 ed ivi morta il 25 dicembre 1838; – le virtù eroiche del Servo di Dio Giunio Tinarelli, Laico, Socio della Pia Unione Primaria Silenziosi Operai della Croce, nato a Terni (Italia) il 27 maggio 1912 ed ivi morto il 14 gennaio 1956. 2. Congregationes Ordinariae Il 27 ottobre, i Padri Cardinali e Vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi radunati in Congregazione Ordinaria, dopo aver ascoltato la relazione del Ponente S. E. Rev.ma Mons. Marcello Semeraro, Vescovo di Albano, hanno espresso il parere favorevole “super sanctitatae vitae” del Beato Giacomo Illirico da Bitetto, religioso professo dell’Ordine dei Frati minori, nato a Zara c.1400 e morto a Bitetto c.1485. 392 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 Ancora i medesimi Padri Cardinali e Vescovi, in due successive Congregazioni Ordinarie, hanno approvato rispettivamente: il 17 novembre, le virtú eroiche della Serva di Dio Antonia Maria Verna, Fondatrice delle Suore della Carità dell’Immacolata Concezione, dette “d’Ivrea”, nata a Pasquaro di Rivarolo (Italia) il 12 giugno 1773 ed ivi morta il 25 dicembre 1838; il 15 dicembre, le virtù eroiche del Servo di Dio Giunio Tinarelli, laico, socio della Pia Unione Primaria “Silenziosi operai della Croce”, nato a Terni il 27 maggio 1912 ed ivi morto il 14 gennaio 1956. Il 16 novembre si è celebrata inoltre una Congregazione Ordinaria super miro nel corso della quale gli Eminentissimi Cardinali e gli Eccellentissimi Vescovi hanno espresso il loro parere favorevole sul miracolo attribuito all’intercessione della Beata Battista da Varano (al secolo: Camilla), Monaca professa dell’Ordine di Santa Chiara e Fondatrice del Monastero di Santa Chiara nella città di Camerino; Ponente della Causa è stato S. Ecc.za Rev.ma Mons. Franco Croci, Arc. Titolare di Potenza Picena. 3. Congressus Peculiaris super martyrio I Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, nel Congresso peculiare super martyrio il 29 ottobre hanno esaminato la Positio dei Servi di Dio Antonio Faundez Lopez, OFM e tre Soci, riconoscendo all’unanimità il martirio in odium fidei dei suddetti Servi di Dio, avvenuto nel corso della Persecuzione in Spagna nel 1936. 4. Congressus Peculiaris super miro Il 21 settembre sotto la presidenza del Rev. mo Promotore Generale della Fede, si è celebrato, con esito pienamente favorevole, il Congresso dei Consultori Teologi sulla presunta guarigione miracolosa attribuita all’intercessione della Beata Battista da Varano (al secolo: Camilla), Monaca professa dell’Ordine di Santa Chiara e Fondatrice del Monastero di Santa Chiara nella città di Camerino. 5. Congressus Peculiaris super virtutibus Il 26 giugno i Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, radunati in Congresso peculiare sotto la presidenza del Rev.mo Promotore Generale della Fede, espressero unanime voto favorevole circa le virtù cristiane praticate in grado eroico dal Servo di Dio Giunio Tinarelli, laico, membro della Pia Unione “Silenziosi Operai della Croce”, nato a Terni il 27maggio 1912 ed ivi morto il 14 gennaio 1956. 6. Sessiones Peritorum Medicorum super adsertis miris sanationibus Il 6 giugno 2009 i Consultori Medici della Congregazione delle Cause dei Santi hanno espresso il loro unanime voto favorevole sulla presunta guarigione miracolosa della bambina Clelia Ottavini da rachitismo, avvenuta nel 1877 e attribuita all’intercessione della Beata Battista Camilla Varano. Nel corso della Consulta Medica della Congregazione delle Cause dei Santi del 29 ottobre, i Periti medici hanno esaminato con la dovuta ponderazione la presunta guarigione miracolosa della signora Maria Vallarino da tumore alla mammella destra, avvenuta a Genova nel 1866 e attribuita all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria Cristina di Savoia, Regina del Regno delle Due Sicilie. 7. Conclusio Inqusitionis dioecesanae super miro Nella Diocesi di Cincinnati (USA) il 14 dicembre 2009 l’Ordinario ha dichiarato conclusa l’Inchiesta Diocesana su una presunta guarigione miracolosa attribuita all’intercessione della Beata Maria Francesca Schervier Vergine dell’Ordine Francescano Regolare, Fondatrice della Congregazione delle Suore Francescane dei poveri, nata ad Aachen in Germania nel 1819 ed ivi morta nel 1876, beatificata da Paolo VI il 28 aprile 1974. 8. Introductio novae Causae Giovedi 17 dicembre, presso il monastero delle Sorelle Povere di S. Chiara di Palestrina, l’Ordinario Diocesano S. E. Mons. Domenico Sigalini ha presieduto la prima sessione pubblica dell’Inchiesta diocesana “sulla vita, le virtù, la fama di santitá e di segni” della Beata Margherita Colonna, monaca professa dell Ordine di Santa Chiara. Giovangiuseppe Califano EX OFFICIO OFS 1. Decisione pontificia definitiva ed inappel ne dei Fratelli e delle Sorelle Penitenti istituito dal Beato Francesco d’Assisi (Niccolò IV, labile sull’uno ed unico OFS in Italia Regola Supra Montem, 1289). Nonostante le sue vicissitudini storiche, l’Ordine ha semCongregazione per gli pre mantenuto la sua sostanziale unità e, con Istituti di vita consacrata la Regola di Papa Paolo VI, ha recuperato la e le Società di vita apostolica primitiva autonomia e ottenuto dalla Chiesa la Città del Vaticano, 5 ottobre 2009 sua piena unità strutturale a regime centralizzato in tutto il mondo. Tutti coloro che hanno emesso la ProfessioProt. n. 43297/1998 ne nell’Ordine Francescano Secolare, secondo le norme emanate dalla Santa Sede, appartenReverendo Padre, allegato alla presente Le si trasmette il de- gono, pertanto, all’unico Ordine Francescano creto di questa Congregazione per gli Istituti Secolare che la Santa Sede riconosce come sodi vita consacrata e le Società di vita apostoli- lo e autentico proseguimento dell’Ordine dei ca contenente la decisione approvata in forma Penitenti Francescani istituito dal Beato Franspecifica da Sua Santità Benedetto XVI, che cesco e non possono appartenere a nessun’alchiude definitivamente la questione dell’uno tra denominazione, oggi superata, o sezione ed unico Ordine Francescano Secolare in Ita- distaccata di esso. Sua Santità Benedetto XVI, a causa dei lia, con l’indicazione delle modalità per coloro perduranti equivoci e resistenze che si frapche intendono aderirvi. PregandoLa di far conoscere ai Ministri pongono ancora alla piena unità dell’Ordine, provinciali del Suo istituto la decisione ponti- nonostante la Sua chiara volontà espressa il 17 ficia e le modalità fissate da questo Dicastero, novembre 2008 al Cardinale Prefetto di questo colgo l’occasione per esprimere vive cordia- Dicastero e comunicata alle persone interessate (cf. Lettera della CIVCSVA alla Sig.ra lità. Maria Cinato e firmatari, 5 dicembre 2008), ha † Gianfranco A. Gardin, OFMConv ritenuto di intervenire in maniera definitiva ed Arcivescovo Segretario inappellabile per porre fine a tale spiacevole situazione che ha causato profondo disagio e con allegato sofferenza a tutti i Francescani d’Italia e del ________________________ mondo. In data 1° ottobre 2009, nell’udienza Rev.do Padre benignamente concessa al Cardinale Prefetto P. José Rodríguez Carballo di questo Dicastero, il Santo Padre si è degnato Ministro generale di approvare in forma specifica, ovvero senza dell’Ordine dei Frati Minori alcuna possibilità di ricorso, la seguente deciRoma sione: I Francescani Secolari che in Italia non abbiano ancora aderito all’unico Ordine Congregazione per gli Francescano Secolare, pur essendo già memIstituti di vita consacrata bri dello stesso in forza della loro Professioe le Società di vita apostolica ne, devono aderire esplicitamente ad esso in forma individuale entro il 29 novembre del Prot. n. 43297/1988 corrente anno 2009, secondo le modalità che saranno determinate dalla Congregazione per Decreto gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita L’Ordine Francescano Secolare è uno ed apostolica. La mancata manifestazione di taunico (Giovanni Paolo II, 22 novembre 2002) le adesione entro la data stabilita sarà intesa ed esiste in ininterrotta continuità con l’Ordi- come una disobbedienza alla volontà espressa 394 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 dai Romani Pontefici e comporterà ipso facto l’uscita dall’Ordine Francescano Secolare. Pertanto questa Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, in ottemperanza alla decisione pontificia, indica le seguenti modalità per quanti intendono aderire all’unico Ordine Francescano Secolare: 1. Tutti coloro che, pur avendo emesso la Professione nell’Ordine Francescano Secolare, non abbiano ancora aderito all’unico Ordine Francescano Secolare, dovranno presentare, individualmente, al legittimo Ministro della propria Fraternità locale, una dichiarazione scritta di adesione all’unico Ordine Francescano Secolare entro il 29 novembre 2009. 2. In mancanza di un legittimo Ministro della Fraternità Locale, si potrà presentare la dichiarazione scritta di adesione al corrispondente legittimo Ministro Regionale o anche al Ministro Nazionale dell’Ordine Francescano Secolare d’Italia, che ne forniranno conferma scritta agli interessati. 3. Coloro che, alla data del 29 novembre 2009, non avranno presentato la propria adesione, non faranno più parte dell’Ordine Francescano Secolare, con tutte le conseguenze che ne derivano. 4. Per quanti saranno usciti dall’Ordine Francescano Secolare per mancata adesione entro la data stabilita, l’eventuale riammissione all’Ordine potrà essere presa in considerazione dietro presentazione di apposita richiesta scritta al Ministro della Fraternità locale nella quale l’interessato era stato incorporato. Tale richiesta sarà esaminata dal Consiglio di Fraternità, con realismo e carità e operando il necessario discernimento sulle reali intenzioni dell’interessato. La richiesta, accompagnata dal parere del Consiglio di Fraternità, sarà poi inoltrata al Ministro del Consiglio Regionale corrispondente. Il Consiglio Regionale potrà respingerla o confermarla. In quest’ultimo caso sarà subordinata ad un congruo periodo di formazione e ad una nuova emissione della Professione, nelle forme previste dal Rituale dell’Ordine Francescano Secolare. 5. Si ribadisce, come già indicato nelle disposizioni della Presidenza del Consiglio Internazionale dell’Ordine Francescano Secolare del 3 aprile 2009, a firma della Sig.ra Encarnación del Pozo, Ministro generale, che le Fraternità Locali, erette dall’autorità ecclesiastica competente, esistono in quanto espressioni dell’unico Ordine Francescano Secolare riconosciuto dalla Chiesa. Di esse fanno parte solamente quanti hanno emesso la Professione e si riconoscono come membri dell’unico Ordine Francescano Secolare esistente. Solo ad essi spetta, secondo il diritto della Chiesa, universale e proprio, animare e guidare la Fraternità, coordinarla e collegarla con il resto dell’Ordine, come pure gestire la sede e l’amministrazione dei beni, a norma delle Costituzioni Generali. 6. Ogni documento relativo alle Fraternità locali o di altro livello e, in generale, all’Ordine Francescano Secolare, detenuto da persone uscite dall’Ordine, dovrà essere consegnato alle corrispondenti legittime autorità dell’Ordine. Inoltre, ogni situazione relativa ad eventuali beni – mobili, immobili e patrimoniali – in qualsiasi modo appartenenti o facenti capo all’Ordine Francescano Secolare, gestiti da persone non più membri dello stesso Ordine, dovrà essere regolata dalla Presidenza del Consiglio Internazionale dell’Ordine Francescano Secolare. 7. Si fa obbligo ai Ministri generali e ai Ministri provinciali del Primo Ordine Francescano e del Terzo Ordine Regolare, per quanto di propria competenza ed in virtù dell’altius moderamen ad essi affidato dalla Santa Sede, di vigilare e di collaborare con le legittime autorità dell’Ordine Francescano Secolare, affinché le presenti disposizioni siano fedelmente adempiute. Dal Vaticano, il 4 ottobre 2009. Franc Card. Rodé, CM Prefetto †Gianfranco A. Gardin, OFMConv Arcivescovo Segretario 2. Egitto – Convegno nazionale dell’OFS Dal 3 all’8 agosto 2009, presso la casa dei Frati Minori di Mokatam in Cairo, si è svolto il Convegno nazionale dell’OFS d’Egitto. Erano presenti diversi Francescani secolari delle varie Fraternità locali, insieme con Shehata Habib, Ministro nazionale, Fr. Lukas Sawarsan, OFM, Definitore provinciale, ed altri membri del Consiglio nazionale che hanno organizzato e curato lo svolgimento del Convegno. Oltre EX OFFICIO OFS ad alcuni Assistenti spirituali hanno partecipato, a nome della Presidenza del Consiglio Internazionale dell’OFS (CIOFS), Benedetto Lino, Consigliere della Presidenza, e Fr. Ivan Matić OFM, Assistente generale. Il tema principale del Convegno è stato: «La parola di Dio. “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6,68)». Riflessioni e conferenze hanno aiutato i partecipanti ad approfondire l’importanza della Parola di Dio nella vita e nelle missione di ogni cristiano e in modo particolare nella vita dei Francescani secolari. Inoltre, sono stati presentati da Benedetto e Fr. Ivan altri temi importanti per la vita e la missione dei francescani secolari, come la spiritualità francescana e l’evangelizzazione, i rapporti tra religiosi e secolari francescani, l’assistenza spirituale e pastorale, la professione dell’OFS e l’ultimo Capitolo generale dell’OFS, celebratosi nel novembre 2008. Durante il Convegno c’è stata un’attiva partecipazione dei presenti e si è creato un bellissimo clima di fraternità e comunione. Il Convegno si è concluso con una solenne Celebrazione eucaristica, in rito copto, presieduta da Fr. Joseph Amin, OFM, Ministro provinciale, con la presenza anche di alcuni Frati studenti che hanno animato la liturgia e i canti. Durante questa celebrazione i Francescani secolari hanno rinnovato la loro professione di vita, ringraziando il Signore per il dono della vocazione francescana. 3. Lituania – V Congresso dei Giovani Francescani Europei Dal 18 al 24 agosto 2009 si è celebrato in Lituania il V Congresso dei Giovani Francescani Europei dal tema principale: «Attraverso il martirio alla risurrezione». Vi hanno partecipato giovani di circa undici paesi europei con i loro Assistenti spirituali. A nome della Presidenza del CIOFS erano presenti Ana Fruk, Consigliera della Presidenza per la GiFra, e Fr. Ivan Matić OFM, Assistente Generale OFS-GiFra. La Gioventù Francescana dell’Europa in questa circostanza, con grande gioia e in comunione con tutta la Famiglia francescana, ha voluto rendere grazie al Signore per l’VIII Centenario del carisma francescano. Ci sono stati altri due motivi molto significativi che coincidevano con la celebrazione di questo Congresso: il primo riguardava la Lituania, che quest’anno ricorda i mille anni del suo nome; il 395 secondo, la città di Vilnius, proclamata Capitale europea della Cultura per il 2009. Per questo è stato davvero un grande privilegio e onore per i Giovani francescani d’Europa il poter celebrare il proprio V Congresso qui in Lituania. Il Congresso si è svolto come un pellegrinaggio di ringraziamento, di riflessione, di amicizia e di condivisione fraterna, comprendendo anche la visita ai luoghi simbolo della Chiesa e della Famiglia francescana in Lituania: la Collina delle Tre Croci a Vilnius, luogo di memoria e di culto del martirio di alcuni Frati Minori nel XIV secolo; la Collina delle Croci di Siauliai, luogo sacro, meta di tanti pellegrini, reso famoso nel mondo intero da Papa Giovanni Paolo II, ed altri luoghi significativi per la fede di questo paese. Per ulteriori notizie si può visitare il sito web ufficiale del Congresso http://www.jaupra.lt/congress e http://www. jaupra.lt/congress/congress_gallery.htm. 4. Croazia – Celebrazione conclusiva dell’ottavo centenario del Carisma francescano Fr. Ivan Matić, Assistente generale dell’OFS-GiFra, ha partecipato alla celebrazione conclusiva dell’ottavo centenario del carisma francescano, che si è tenuta nei giorni 17-19 settembre a Zagabria, con la partecipazione di tutta la Famiglia Francescana della Croazia e della Bosnia/Erzegovina. La celebrazione ha avuto i seguenti momenti: Concerto solenne (giorno 17); Giornata di riflessione sul francescanesimo e veglia della Famiglia Francescana davanti alla croce di S. Damiano (giorno 18); Celebrazione eucaristica conclusiva nella cattedrale di Zagabria, presieduta dall’Arcivescovo di Zagabria, il Cardinale Josip Bozanić (giorno 19). 5. Svezia - Visita fraterna-pastorale e celebrazione del Capitolo nazionale elettivo dell’OFS Nei giorni 25-27 settembre 2009 a Marielund, vicino a Stoccolma, si è svolta la Visita fraterna-pastorale e la celebrazione del Capitolo nazionale elettivo dell’OFS di Svezia. Come Visitatori erano presenti Benedetto Lino, Consigliere della Presidenza CIOFS, e Fr. Ivan Matić OFM, Assistente generale dell’OFS. I Visitatori hanno incontrato prima dell’inizio 396 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 del Capitolo nazionale Yvonne Ricci, Ministra nazionale, e Fr. Henrik Roelvink, OFM, Assistente nazionale dell’OFS, e durante il Capitolo altri membri del Consiglio nazionale. Il tema principale del Capitolo è stato: «Come Francescani siamo chiamati a servire. Cosa vuol dire questo per noi?». Il tema è stato illustrato da Benedetto e Fr. Ivan e approfondito attraverso un dialogo con tutti i partecipanti al Capitolo. La sessione elettiva si è tenuta nel pomeriggio del 26 settembre. Sono stati eletti Jan-Olof Hellsten, come Ministro nazionale, e Maurice Devenney, come Consigliare internazionale. L’OFS di Svezia è formato da quattro Fraternità locali con 75 membri professi e altri 26 tra candidati e simpatizzanti. Le due Fraternità locali sono assistite dall’OFM, una dall’OFMCap e una dal TOR. L’Assistente nazionale, Fr. Henrik Roelvink OFM, è l’unico Frate Minore attualmente presente in Svezia e segue da anni con tanto amore le Fraternità dell’OFS, sia a livello locale che nazionale. 6. Albania - Visita fraterna-pastorale e celebrazione del Capitolo nazionale elettivo dell’OFS Nei giorni 12-18 ottobre 2009 si è svolta la Visita fraterna-pastorale e la celebrazione del Capitolo nazionale elettivo dell’OFS di Albania. I Visitatori sono stati Benedetto Lino, Consigliere della Presidenza CIOFS, e Fr. Ivan Matić OFM, Assistente generale dell’OFS e della GiFra. La Visita e il Capitolo nazionale sono stati organizzati dal Consiglio nazionale, con la collaborazione di Fr. Julio Gómez OFM, Assistente nazionale dell’OFS in Albania. Durante la Visita i Visitatori hanno incontrato i membri del Consiglio nazionale dell’OFS e quello della GiFra, i fratelli e le sorelle delle tre Fraternità locali dell’OFS: Scutari, Bajza e Lac. Sono circa 120 i membri dell’OFS di Albania. Inoltre si sono svolti incontri con Mons. Angelo Massafra, arcivescovo di Scutari, Mons. Rrok Mirdita, arcivescovo di Tirana, Fr. Gasmend Tinaj OFM, Ministro provinciale, e le sorelle Clarisse di Scutari. Benedetto e Fr. Ivan hanno partecipato anche al Capitolo, che ha avuto la sessione elettiva nel pomeriggio della domenica 17 ottobre. È stato eletto come Ministro nazionale Ndreke Ndreka. Il Capitolo si è concluso con una Celebrazione eucaristica durante la quale è stato confermato il nuovo Consiglio nazionale. 7. Stati Uniti - Celebrazione del Capitolo nazionale elettivo dell’OFS Il Capitolo nazionale elettivo dell’OFS degli Stati Uniti si è celebrato nei giorni 20-25 ottobre 2009 a Rio Rancho, vicino a Albuquerque in New Mexico. Erano presenti circa 100 persone, tra capitolari, osservatori e i quattro Assistenti nazionali. A nome della Presidenza CIOFS erano presenti Doug Clorey, Vice Ministro generale dell’OFS, e Fr. Ivan Matić OFM, Assistente generale dell’OFS e della GiFra. L’organizzazione del Capitolo è stata curata dalla Fraternità regionale dell’OFS del New Mexico. Sono stati giorni di comunione fraterna e di condivisione delle diverse esperienze di vita e della missione delle varie Fraternità regionali. Inoltre ci sono stati anche diverse sessioni di formazione permanente, preparata e guidata dagli Assistenti nazionali e dai responsabili per la formazione. La sessione elettiva del Capitolo si è tenuta il giorno 24 ottobre ed è stato eletto il nuovo Consiglio. Come Ministro nazionale è stato eletto Tom Bello e come Consigliera internazionale è stata rieletta Anne Mulqueen. Nella Messa solenne per la conclusione del Capitolo nazionale, celebrata da Fr. Ivan, si è svolto anche il rito della conferma del nuovo Consiglio. La Fraternità Nazionale degli Stati Uniti è composta da 30 Fraternità regionali con circa 15.000 membri professi e altri 1.300 candidati per la professione. Ci sono circa 674 Fraternità locali, canonicamente erette e altre 44 in via di erezione canonica. Inoltre esistono anche gruppi di giovani francescani. Per ulteriori informazioni sulla Fraternità dell’OFS e della GiFra degli Stati Uniti si può visitare la seguente pagina web: http://www.nafra-sfo.org. 8. Repubblica Centrafricana – Capitoli nazionali dell’OFS e della GiFra Nei giorni 19-26 novembre 2009, nella città di Bangui, si è celebrato il Capitolo nazionale elettivo dell’OFS e il Capitolo delle Stuoie della GiFra della Repubblica Centroafricana. La Fraternità dell’OFS proprio quest’anno celebra i 50 anni di vita. Prima delle celebrazioni dei Capitoli si è svolto un corso di formazione per l’OFS e la GiFra. A questi appuntamenti hanno partecipato numerosi membri dell’OFS e della EX OFFICIO OFS GiFra. Un grande apporto alla preparazione e allo svolgimento degli incontri è stata dato dagli Assistenti spirituali: Fr. Aristide Ngoto, OFMCap, Assistente nazionale dell’OFS, Fr. Toussaint Zoumalde, OFMCap e Fr. Thaddee Kusy, OFM, entrambi Assistenti Regionali dell’OFS. A nome della Presidenza del Consiglio Internazionale dell’OFS (CIOFS) erano presenti Encarnación del Pozo, Ministra generale dell’OFS, Michèle Altmeyer, Consigliera della Presidenza per la lingua francese, Elisabeth Collet, Delegata della GiFra, e Fr. Ivan Matić OFM, Assistente generale OFS-GiFra. La Sessione elettiva del Capitolo dell’OFS si è svolta il giorno 23 novembre ed è stato rieletto come Ministro nazionale dell’OFS, Cyriaque Dominique Kangala, mentre è stato eletto come Consigliere internazionale, Adolphe Leon Nzafio Binguinimi. Le celebrazioni si sono concluse con una solenne Eucaristia, presieduta da Mons. Dieudonné Nzapalainga, Amministratore apostolico di Bangui, a cui hanno partecipato gli Assistenti spirituali presenti. 9. Messaggio dei partecipanti al V Congresso europeo della Gioventù Francescana a tutta la Famiglia Francescana Cari fratelli e sorelle, noi, partecipanti al V Congresso Europeo della Gioventù Francescana, tenutosi in Lituania dal 18 al 24 agosto 2009, siamo riuniti per celebrare in modo speciale gli 800 anni del carisma francescano. Questa tipologia di incontri sta diventando una tradizione per i rappresentanti delle Fraternità Nazionali GiFra. Quest’anno, alla luce degli 800 anni del carisma francescano e della storia del cristianesimo in Lituania, il tema principale del Congresso è stato “Attraverso il martirio alla risurrezione”. Come i martiri, in Lituania e in tutto il mondo, testimoniarono l’amore per Dio dando a Lui la propria vita, così fece S. Francesco di Assisi, nostro modello per imitare Cristo. Martirio non significa solo testimoniare con il sangue la nostra fede, ma anche, come ci mostrò S. Francesco, convertirsi ogni giorno, morire a se stessi in ogni cosa in modo che Cristo possa mostrare le meraviglie del Suo amore attraverso noi. 397 Questo è un messaggio che vorremmo condividere con voi, cari fratelli e sorelle della Famiglia Francescana, specialmente con coloro che sono particolarmente responsabili per noi, Gioventù Francescana. Diventiamo gli uni gli altri testimoni dell’amore di Dio attraverso il dono quotidiano delle nostre vite a Dio affinché Egli possa usarci come strumenti del suo Amore, della sua Pace, Speranza, Fede, Gioia e Perdono. Noi umilmente vi chiediamo di aiutarci nel nostro cammino attraverso la vostra preghiera, assistenza, animazione fraterna e testimonianza. Che il buon Dio ci dia forza e amore per non aver paura di essere testimoni nel terzo millennio, attraverso l’intercessione di S. Francesco, S. Chiara, S. Elisabetta d’Ungheria, S. Luigi e S. Casimiro. Pace ed ogni bene! Vilnius, 24 Agosto 2009 Festa di San Bartolomeo 10. Come interpretare ed applicare alcuni articoli delle CCGG e dello Statuto INTERPRETAZIONE PRATICA dell’art. 89.4, lettera b, delle Costituzioni Generali, e dell’art. 15.4, item 2º, dello Statuto per l’Assistenza Spirituale e Pastorale all’OFS, e relativa applicazione. “Quando non è possibile dare alla Fraternità un tale Assistente spirituale, il Superiore maggiore competente può affidare il servizio dell’assistenza spirituale a chierici diocesani o altre persone, specificamente preparate per questo servizio, appartenenti all’OFS” (CCGG, art. 89.4.b). “Quando non è possibile dare alla Fraternità un Assistente spirituale, membro del Primo Ordine o del TOR, il Superiore maggiore competente può affidare il servizio dell’Assistenza spirituale a Francescani secolari, chierici o laici, specificamente preparati per questo servizio” (Statuti per l’Assistenza Spirituale e Pastorale all’OFS, art. 15.4, 2º). Introduzione 398 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 L’Assistenza spirituale all’Ordine Francescano Secolare 1. Esiste nella Chiesa una pluralità di famiglie spirituali, con diversità di carismi. Tra queste si annovera la Famiglia Francescana che, nei suoi vari rami, riconosce come padre, ispiratore e modello San Francesco d’Assisi (cfr. Regola 2). 2. Nella Famiglia Francescana, fin dall’inizio, ha una sua specifica collocazione l’Ordine Francescano Secolare. Questo si configura come un’unione organica di tutte le fraternità cattoliche sparse nel mondo e aperte ad ogni ceto di fedeli (cfr. Regola 2). 3. In virtù dell’appartenenza alla medesima famiglia spirituale, la Santa Sede ha affidato la cura pastorale e l’assistenza spirituale dell’OFS al Primo Ordine Francescano e al Terz’Ordine Regolare (TOR) (cf. CCGG 1.4). 4. Dalla storia francescana e dalle Costituzioni del Primo Ordine Francescano e del TOR appare in forma patente che questi Ordini si riconoscono impegnati, in virtù della comune origine e carisma e per volontà della Chiesa, all’assistenza spirituale e pastorale dell’OFS (cf. Cost. OFM 60; Id. OFM Conv. 116; Id. OFM Cap. 95; Id. TOR 157; Regola del Terz’Ordine del Papa Leone XIII 3,3 e Regola OFS approvata da Paolo VI 26). 5. I Ministri provinciali e gli altri Superiori maggiori, nell’ambito della propria giurisdizione, assicurano l’assistenza spirituale alle Fraternità locali affidate alla giurisdizione e sono responsabili per l’assistenza spirituale delle Fraternità locali che hanno erette (cf. CCGG art. 88, 1 e 3). 6. Per essere testimone della spiritualità francescana e dell’affetto fraterno dei religiosi verso i francescani secolari e vincolo di comunione tra il suo Ordine e l’OFS, l’Assistente spirituale sia un religioso francescano, appartenente al Primo Ordine o al TOR (cf. CCGG 89.3). 7. Quando non è possibile dare alla Fraternità un Assistente spirituale, membro del Primo Ordine o del TOR il Superiore maggiore competente può affidare il servizio dell’Assistenza spirituale a: a. religiosi o religiose appartenenti ad altri Istituti francescani; b. Francescani secolari, chierici o laici, specificamente preparati per questo ser- vizio; c. altri chierici diocesani o religiosi non francescani (cf. CCGG 89.4 e cf. anche Statuto per l’Assistenza Spirituale e Pastorale all’OFS, art. 15.4). Applicazione A seguito di quanto esposto ed in conformità all’articolo 5.3 delle Costituzioni generali, la Presidenza del Consiglio Internazionale dell’OFS: a. ravvisata la necessità di chiarire e uniformare l’applicazione dell’art. dell’art. 89.4, lettera b, delle Costituzioni Generali, e dell’art. 15.4, item 2º, dello Statuto per l’Assistenza Spirituale e Pastorale all’OFS e tracciare direttrici per gli Statuti Nazionali; b. considerando che, nella definizione dell’Assistente, non si specifica la sua condizione sacerdotale, poiché il suo compito specifico non è l’assistenza “sacramentale”, bensì l’assistenza spirituale. Ciò permette al Primo Ordine ed al TOR che ogni fratello, sacerdote o no, purché “idoneo e preparato” assista una Fraternità dell’OFS. c. considerando che, compete ai Superiori maggiori, laddove manchi un frate, provvedere per l’assistenza spirituale ad una Fraternità dell’OFS: Chiarifica a. L’Assistente Spirituale secolare (laico o chierico) viene nominato, per i vari livelli: locale, regionale e nazionale, dalla competente autorità (Superiore Maggiore o Conferenza del Primo Ordine o del TOR) alla quale deve riferire regolarmente. b. Per assumere la funzione di Assistente Spirituale, il francescano secolare deve avere almeno 5 anni di Professione definitiva. c. L’Assistente spirituale francescano secolare non appartenga alla stessa Fraternità locale. Questo, perché: – i legami di amicizia, di fraternità, di convivenza possono pregiudicare la sua opera, principalmente per quel che riguarda la correzione fraterna, impedendogli di agire con imparzialità nei suoi orientamenti; – nel momento di applicare le direttive provenienti dal livello superiore, il coinvolgimento nella sua stessa Fraternità EX OFFICIO OFS renderebbe più difficile la sua opera; – l’Assistente appartenente ad altra Fraternità è in condizione di vedere con maggiore chiarezza le difficoltà, i problemi e anche i progressi della Fraternità. d. L’Assistente spirituale secolare sia idoneo e preparato al ministero dell’assistenza spirituale, cioè: – abbia capacità e condizioni psicologiche per disimpegnare la funzione che l’assistenza spirituale esige; – abbia rettitudine di carattere; – dia testimonianza di vita cristiana autentica; – sia fedele alla fede cattolica e al carisma francescano; – dia testimonianza di vita coerente con la Regola e le Costituzioni dell’OFS. e. L’Assistente spirituale secolare abbia una solida formazione, in vista della sua grande importanza e influenza nella Fraternità, con conoscenza: – delle Sacre Scritture; – delle Fonti Francescane; – della Regola e delle Costituzioni Generali dell’OFS; – dei documenti dell’OFS e dei documenti della Chiesa, poiché una delle funzioni dell’Assistente Spirituale è adoperarsi affinché la Fraternità non perda l’identità francescana. f. L’Assistente Spirituale francescano secolare non ha diritto di voto nelle questioni finanziarie della Fraternità che assiste e non gode di voce attiva e passiva nella medesima (cf. CCGG art. 77.1 e 2; e 90.2). Approvato dal Capitolo generale dell’OFS in Ungheria, nov/2008 11. Statuto per l’assistenza spirituale e pastorale all’Ordine Francescano Secolare Roma, 4 ottobre 2009 Conferenza dei Ministri generali del Primo Ordine e del TOR Carissimi fratelli Ministri Provinciali e Custodi, il Signore vi dia pace! Con la presente, la Conferenza dei Ministri generali del Primo Ordine e del TOR ha voluto 399 raggiungervi per esprimere a tutti voi la nostra gratitudine per il prezioso servizio della cura pastorale e spirituale, che voi offrite, nell’ambito delle vostre rispettive giurisdizioni, alle Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare (OFS) e della Gioventù francescana (GiFra) sparse in tutto il mondo. Tale assistenza, che è il più importante servizio affidatoci dalla Chiesa verso i Francescani secolari, è in atto ormai da otto secoli e si manifesta come un vero segno della nostra straordinaria familiarità, nel segno della comunione vitale reciproca. Questa comunione tra gli Ordini francescani deve essere sempre più forte, attraente e profetica nella nostra comune missione nella Chiesa e nella società. In quest’anno nel quale celebriamo l’VIII centenario della nascita del nostro carisma, con i cuori pieni di gratitudine e dei ricordi meravigliosi dell’ormai storico Capitolo delle Stuoie, celebrato come Famiglia francescana ad Assisi nello scorso aprile, vogliamo incoraggiarvi nel continuare ad accompagnare le Fraternità dell’OFS e della GiFra con un nuovo slancio e con un nuovo impulso. A tale proposito ricordiamo anche l’invito del Santo Padre Benedetto XVI a Castel Gandolfo, nell’indimenticabile incontro alla fine del suddetto Capitolo, che ci ha incoraggiato con amore paterno ad andare, con fiducia e coraggio, ad annunciare a tutti il Vangelo di Cristo e la sua bellezza e, come Francesco, a ripartire per riparare oggi la casa del Signore, la Chiesa. Consapevoli della nostra comune chiamata e missione, vogliamo quindi insieme rendere presente il carisma del comune Serafico Padre nella vita e nella missione della Chiesa, in modi e forme diverse, ma in comunione vitale reciproca, che ci caratterizza fin dalle origini. Infatti già dall’inizio del carisma esistevano legami molto vivi e fraterni tra i Frati Minori e i penitenti secolari che volevano vivere una forma di vita simile a quella di Francesco e dei suoi frati. Dalla loro testimonianza e dalla predicazione itinerante nascevano intorno ai frati altre forme di vita francescana, sia attive sia eremitiche e contemplative, che raccoglievano religiosi, laici e chierici in un nuova famiglia spirituale, quella francescana. Tra le diverse forme di vita che ancora oggi esistono nella Famiglia francescana occupa un posto tutto particolare quella propria dei Francescani secolari, laici e chierici, che riconoscono in Francesco il loro fondatore e ne vivono il carisma nella loro dimensione seco- 400 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 lare. Per loro, in quanto parte integrante della Famiglia francescana e storicamente legati a noi religiosi francescani, la Chiesa ha dato il privilegio di avere come primi responsabili della loro cura spirituale e pastorale i Superiori maggiori del Primo Ordine e del TOR. Noi siamo responsabili della più alta direzione (l’ altius moderamen, di cui al can. 303 del CIC), che mira a garantire la fedeltà dell’OFS al carisma francescano, la comunione con la Chiesa e l’unione con la Famiglia Francescana, valori che rappresentano per i francescani secolari un impegno di vita (cfr. CCGG, art 85, 1-2). Ecco da dove nasce il nostro compito e la nostra responsabilità in quanto, come Superiori maggiori, siamo chiamati ad esercitare questo compito personalmente o tramite i nostri delegati, gli Assistenti spirituali, per garantire ad ogni Fraternità la cura pastorale e spirituale. Anche oggi, dopo 31 anni dall’approvazione dell’ultima Regola da parte del Papa Paolo VI, e con le Costituzioni generali approvate nell’ottobre del 2000 dalla Congregazione IVCSVA, l’OFS e la GiFra hanno bisogno di un’assistenza spirituale e pastorale che li aiuti nel loro camino di fede e di santificazione, nella loro missione specifica e nella solida formazione cristiana e francescana. Per questo motivo, e in segno concreto di comunione e di corresponsabilità, su richiesta dei Consigli ai diversi livelli, noi Superiori maggiori siamo chiamati a nominare gli Assistenti spirituali, scegliendoli con attento discernimento perché siano idonei per questo servizio. Oltre a ciò, dobbiamo curarne la formazione specifica perché siano anche preparati ad offrire un’assistenza spirituale autentica e ben radicata nella spiritualità francescana e possano validamente affiancare i responsabili secolari e i rispettivi Consigli nel campo della formazione iniziale e permanente dei francescani secolari. Questo vale anche per tutte le altre persone, che in mancanza dei Frati, possiamo nominare come Assistenti spirituali secondo le Costituzioni generali dell’OFS (art. 89). Una volta nominati, gli Assistenti spirituali non possono esser lasciati a se stessi, ma vanno seguiti e incoraggiati a lavorare con entusiasmo e amore verso i secolari, da parte della loro Comunità e del loro Superiore Maggiore, proprio nello spirito di famiglia. Allo stesso modo bisogna assolutamente evitare che ci siano fraternità prive di questa guida essenziale e, nello stesso tempo, che l’indisponibilità di religiosi o religiose francescani porti all’estinzione di qualche fraternità secolare. Un punto che consideriamo altrettanto importante è la collegialità del servizio dell’assistenza spirituale alle Fraternità OFS-GiFra dei livelli superiori a quello della Fraternità locale. Questa caratteristica offre anzitutto a noi frati una preziosa occasione di collaborare fra di noi nel campo dell’assistenza e, nello stesso tempo, diventa un segno concreto dell’affetto fraterno che il Primo Ordine e il TOR nutrono per l’OFS e la GiFra. Sicuramente un strumento chiave, che ci aiuta a capire meglio e svolgere adeguatamente questo servizio, è lo Statuto per l’assistenza spirituale e pastorale all’OFS, approvato dalla nostra Conferenza nel marzo del 2002. Dopo sette anni dall’approvazione, la Conferenza degli Assistenti generali, ci ha informato che lo Statuto è stato molto ben accolto in tutte le parti del mondo e ha portato davvero tanti frutti nel servizio all’OFS e alla GiFra. Comunque adesso, sulla base della loro esperienza, gli Assistenti generali ci hanno presentato, chiedendone l’approvazione, alcuni ritocchi di articoli dello Statuto, che secondo loro possono essere meglio chiariti per il servizio dell’assistenza spirituale. Noi, dopo un attento esame, li abbiamo approvati e con questa lettera ve li trasmettiamo in allegato. Concludendo questa lettera vogliamo di nuovo ringraziare voi e tutti gli Assistenti spirituali per il vostro servizio e incoraggiarvi ancora di più ad assistere, promuovere e curare, con un interesse e affetto del tutto particolare, le Fraternità dell’OFS e della GiFra nel mondo intero, mentre vi ricordiamo le parole che Encarnación del Pozo, Ministra Generale dell’OFS, ha rivolto ai frati presenti durante il Capitolo Internazionale delle Stuoie (Assisi, 16 aprile 2009): «la cura pastorale e l’Assistenza spirituale all’OFS, spirituale all’OFS, più che dalla norma giuridica, deve scaturire dall’amore e dalla fedeltà alla propria vocazione e dal desiderio di comunicarla, rispettando la natura della Fraternità secolare e dando priorità alla testimonianza di vita francescana e in modo speciale all’accompagnamento fraterno». Rendiamo grazie al Signore per ogni nostro fratello e sorella dell’OFS e della GiFra che, con amore e coraggio, seguono le orme del nostro serafico padre S. Francesco nelle gioie e nei dolori di questo mondo, promuovendo la spiritualità francescana negli ambienti della famiglia, del lavoro, della cultura, della poli- 401 EX OFFICIO OFS tica, dello sport e in tanti altri luoghi della vita ecclesiale e sociale. Rimaniamo sempre uniti nel cammino e nella testimonianza, insieme con l’OFS e la GiFra, nelle vie del Signore e nelle realtà dove vivono gli uomini e donne del nostro tempo. Che il Signore ci accompagni con il suo Spirito per essere fedeli alla nostra chiamata e missione. Roma, 4 ottobre 2009. Fr. José Rodríguez Carballo, OFM Ministro Generale Fr. Marco Tasca, OFMConv Ministro Generale Fr. Mauro Jöhri, OFMCap Ministro Generale Fr. Michael Higgins, TOR Ministro Generale Conferenza dei Ministri generali Primo Ordine e del TOR del Roma, 28 marzo 2002 Caro fr. Valentín, con lettera del 13 febbraio scorso, a nome della Conferenza degli Assistenti generali dell’Ordine Francescano Secolare, ci hai inviato lo Statuto per l’Assistenza spirituale e pastorale all’Ordine Francescano Secolare, riveduto a seguito di uno studio attento e approfondito fatto sulla base delle Costituzioni Generali dell’OFS approvate definitivamente dalla CIVCSVA l’8 dicembre 2000. Vengo ora a comunicarti che la nostra Conferenza di Ministri generali del Primo Ordine e del TOR, riunitasi in data 25 marzo 2002, ha approvato il medesimo Statuto, il quale, in forza della sua approvazione, entra immediatamente in vigore in sostituzione del precedente, approvato nel 1992. I Ministri generali impegnano la CAS a portare a conoscenza di tutti i Fratelli del Primo Ordine Francescano e del TOR il nuovo Statuto promovendone la conoscenza e lo studio, affinché questo strumento possa servire come base per il nostro servizio fraterno all’OFS e possa guidare tutti nelle relazioni con il medesimo Ordine in conformità alla nostra vocazione e alla specifica indole dell’OFS. Approfitto dell’occasione per ringraziare, anche a nome degli altri Ministri generali, te e gli altri Assistenti generali dell’OFS per il vostro generoso e costante servizio. A te e agli altri Assistenti auguro una Santa Pasqua. Fraternamente. Fr. Joachim Giermek Ministro generale OFMConv Presidente di turno Per conoscenza: Emanuela De Nunzio __________________________________ Fr. VALENTÍN REDONDO, OFMConv Presidente di turno della CAS Roma STATUTO PER L’ASSISTENZA SPIRITUALE E PASTORALE ALL’ORDINE FRANCESCANO SECOLARE Titolo I: Principi generali Art. 1 1. La cura spirituale e pastorale dell’OFS è stata affidata dalla Chiesa, in virtù dell’appartenenza alla medesima famiglia spirituale, al Primo Ordine Francescano ed al Terzo Ordine Regolare (TOR) ai quali da secoli è collegata la Fraternità secolare1. 2. I Francescani religiosi e secolari infatti, in modi e forme diverse, ma in comunione vitale reciproca, intendono rendere presente il carisma del comune Serafico Padre nella Chiesa e nella società2. 3. Perciò, in segno concreto di comunione e di corresponsabilità, i Superiori religiosi devono assicurare l’assistenza spirituale a tutte le Fraternità dell’OFS3. Art. 2 1. La cura spirituale e pastorale si realizza in un doppio servizio: a. l’ufficio fraterno dell’altius moderamen da parte dei Superiori maggiori4; b. l’assistenza spirituale alle Fraternità ed ai loro Consigli. 2. L’altius moderamen mira a garantire la fedeltà dell’OFS al carisma francescano, la comunione con la Chiesa e l’unione con la Famiglia Francescana5. 402 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 3. L’assistenza spirituale ha lo scopo di favorire la comunione con la Chiesa e con la Famiglia Francescana attraverso la testimonianza e condivisione della spiritualità francescana, di cooperare alla formazione iniziale e permanente dei francescani secolari e di manifestare l’affetto fraterno dei frati verso l’OFS6. Art. 3 1. Questo doppio servizio integra ma non sostituisce quello dei Consigli e dei Ministri secolari ai quali spetta la guida, il coordinamento e l’animazione delle Fraternità ai vari livelli7. 2. Si esercita secondo il presente Statuto comune ai quattro Ordini religiosi (OFM, OFMConv, OFMCap, TOR) e va svolto collegialmente a tutti i livelli superiori a quello locale8. Art. 4 1. Il presente Statuto ha lo scopo di definire, in modo unitario e concreto, il servizio della cura spirituale e pastorale all’OFS tenendo conto dell’unità del medesimo Ordine. 2. Questo Statuto è approvato dalla Conferenza dei Ministri generali. Ad essa appartiene il diritto di modifica e di interpretazione autentica. 3. Le disposizioni che non concordano con il presente Statuto sono abrogate. Titolo II: Il ruolo dei Superiori maggiori a. Principi generali Art. 5 1. La cura spirituale e pastorale dell’OFS è dovere anzitutto dei Superiori maggiori del Primo Ordine e del TOR9. 2. Essi esercitano il loro ufficio mediante: a. l’erezione delle Fraternità locali; b. la visita pastorale; c. l’assistenza spirituale. Possono esercitare questo compito personalmente o tramite un delegato10. 3. I Superiori maggiori francescani sono responsabili per la qualità del servizio pastorale e dell’assistenza spirituale, anche nei casi in cui per la nomina dell’Assistente è necessaria l’autorizzazione previa di un Superiore religioso o dell’Ordinario del luogo11. 4. Devono inoltre curare la formazione e l’interessamento dei religiosi nei riguardi dell’OFS ed assicurare una preparazione specifica agli Assistenti perché siano idonei e preparati12. 5. Infine devono approvare il Regolamento interno delle Conferenze degli Assistenti spirituali a tutti i livelli. Art. 6 1. L’erezione canonica di nuove Fraternità locali sia fatta a richiesta dei francescani secolari interessati, previa consultazione e con la collaborazione del Consiglio dell’OFS di livello superiore, con il quale la nuova Fraternità sarà in relazione secondo lo Statuto nazionale. È necessario il consenso scritto dell’Ordinario del luogo per l’erezione canonica di una Fraternità, fuori dalle case o chiese dei religiosi francescani del Primo Ordine o del TOR13. 2. L’eventuale passaggio di una Fraternità locale alla cura pastorale di altro Ordine religioso francescano si effettua secondo le modalità previste dallo Statuto nazionale dell’OFS14. 3. La visita pastorale è un momento privilegiato di comunione con il Primo Ordine e il TOR. Essa è effettuata anche in nome della Chiesa, e serve a garantire la fedeltà al carisma francescano ed a favorire la comunione con la Chiesa e la Famiglia Francescana15. Art. 7 1. I Superiori maggiori del Primo Ordine e del TOR concordano il modo più adeguato di assicurare l’assistenza spirituale alle Fraternità locali che, per cause superiori, ne fossero rimaste sprovviste16. b. I Ministri generali Art. 8 1. I Ministri generali esercitano collegialmente l’altius moderamen e l’assistenza pastorale nei confronti dell’OFS nel suo insieme17. 2. Spetta in particolare alla Conferenza dei Ministri generali del Primo Ordine e del TOR: a. curare i rapporti con la Santa Sede per quanto concerne l’approvazione dei documenti legislativi o liturgici di competenza della stessa; b. visitare la Presidenza del CIOFS18; c. presiedere e confermare l’elezione della Presidenza del CIOFS19; d. accettare, eventualmente, la rinunzia del Ministro generale dell’OFS20. EX OFFICIO OFS Art. 9 1. I Ministri generali esercitano le loro competenze verso l’OFS a norma del diritto universale, delle proprie Costituzioni e nel rispetto del diritto proprio dell’OFS. Essi hanno la facoltà di erigere, visitare ed incontrare le Fraternità locali dell’OFS assistite dal proprio Ordine. 2. Nei confronti del proprio Ordine spetta a ciascun Ministro generale: a. nominare l’Assistente generale per l’OFS, che, sotto l’autorità del Ministro generale, tratta gli affari riguardanti il servizio all’OFS21; b. in caso di necessità, confermare o nominare gli Assistenti nazionali appartenenti al proprio Ordine. c. I Ministri provinciali Art. 10 1. I Ministri provinciali e gli altri Superiori maggiori esercitano le loro competenze verso l’OFS nel territorio della propria giurisdizione. 2. Dove più Superiori maggiori dello stesso Ordine hanno giurisdizione in uno stesso territorio, concordano il modo più adeguato di svolgere collegialmente il loro ufficio alle Fraternità regionali e nazionali dell’OFS22. 3. Devono altresì stabilire collegialmente le modalità della nomina degli Assistenti nazionali e regionali, ed anche a quali Superiori i Consigli nazionali e regionali dell’OFS si devono rivolgere per chiedere l’Assistente23. Art. 11 1. I Ministri provinciali e gli altri Superiori maggiori assicurano l’assistenza spirituale alle Fraternità locali affidate alla propria giurisdizione24. 2. Spetta in particolare ad essi, in nome della propria giurisdizione: a. erigere canonicamente nuove Fraternità locali, assicurando ad esse l’assistenza spirituale; b. nominare gli Assistenti spirituali25; c. animare spiritualmente, visitare ed incontrare le Fraternità locali assistite dal proprio Ordine; d. tenersi informati sull’assistenza spirituale prestata all’OFS e alla Gi.Fra.26. Titolo III: Il ruolo degli Assistenti spirituali 403 a. Principi generali Art. 12 1. L’Assistente spirituale è la persona designata dal Superiore maggiore competente per lo svolgimento di questo servizio verso una Fraternità determinata dell’OFS e della Gi.Fra.27. 2. Per essere testimone della spiritualità francescana, dell’affetto fraterno dei religiosi verso i francescani secolari, e vincolo di comunione tra il suo Ordine e l’OFS, l’Assistente spirituale sia preferibilmente un religioso francescano, appartenente al Primo Ordine o al TOR28. 3. L’Assistente spirituale è membro di diritto, con voto, del Consiglio e del Capitolo della Fraternità a cui presta l’assistenza e collabora con essa in tutte le attività. Non gode del diritto di voto nelle questioni economiche né nelle elezioni ai vari livelli29. Art. 13 1. Il compito precipuo dell’Assistente è favorire l’approfondimento della spiritualità francescana e cooperare alla formazione iniziale e permanente dei francescani secolari30. 2. Nel Consiglio di Fraternità, nei Capitoli elettivi o ordinari, agisce nel rispetto delle responsabilità e del ruolo dei secolari, dando loro la priorità per quanto riguarda la guida, il coordinamento e l’animazione della Fraternità. 3. Partecipa attivamente e vota nelle deliberazioni e nelle decisioni prese nel Consiglio o nel Capitolo. In particolare è responsabile per l’animazione delle celebrazioni liturgiche e delle riflessioni spirituali durante le riunioni del Consiglio o del Capitolo. Art. 14 1. La visita pastorale è un momento privilegiato di comunione del Primo Ordine e del TOR con l’OFS. Essa è effettuata anche in nome della Chiesa, e serve a ravvivare lo spirito evangelico francescano, assicurare la fedeltà al carisma e alla Regola, offrire aiuto alla vita di fraternità, rinsaldare il vincolo dell’unità dell’OFS e promuovere il suo più efficace inserimento nella Famiglia Francescana e nella Chiesa31. 2. Il Visitatore fortifica la Fraternità nella sua presenza e missione nella Chiesa e nella società; verifica il rapporto tra la Fraternità 404 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 secolare e quella religiosa; dedica particolare attenzione ai programmi, metodi ed esperienze formative; si interessa della collaborazione e del senso di corresponsabilità tra i Responsabili secolari e gli Assistenti spirituali; accerta la qualità dell’assistenza spirituale che si dà alla Fraternità visitata; incoraggia gli Assistenti spirituali nel loro servizio e promuove la loro permanente formazione spirituale e pastorale32. 3. Su richiesta del rispettivo Consiglio, un delegato della Conferenza degli Assistenti effettua la visita pastorale, nel rispetto della organizzazione e del diritto proprio dell’OFS33. Per cause urgenti e gravi, ovvero in caso di inadempimento del Ministro e del Consiglio a farne richiesta, la visita pastorale può essere effettuata per iniziativa della Conferenza degli Assistenti spirituali, sentito il Consiglio dell’OFS di pari livello34. 4. È consigliato di fare la visita pastorale congiuntamente con quella fraterna, concordandone il programma. Il Visitatore o i Visitatori comunicheranno tempestivamente al Consiglio interessato l’oggetto e il programma della visita. Prenderanno visione dei registri e degli atti, compresi quelli relativi alle precedenti visite, all’elezione del Consiglio e all’amministrazione dei beni. Stenderanno una relazione della visita effettuata, annotandola agli atti nell’apposito registro della Fraternità visitata, e la porteranno a conoscenza del Consiglio del livello che ha effettuato la visita35. 5. Nella visita alla Fraternità locale, il Visitatore o i Visitatori s’incontreranno con l’intera Fraternità e con i gruppi e sezioni in cui essa si articola. Riserveranno particolare attenzione ai fratelli in formazione e a quei fratelli che dovessero richiedere un incontro personale. Procederanno, ove occorra, alla correzione fraterna delle manchevolezze che dovessero riscontrare36. Art. 15 1. L’Assistente è nominato dal Superiore maggiore competente, sentito il Consiglio della Fraternità interessata37. 2. Dove più di un Superiore maggiore dello stesso Ordine è coinvolto nella nomina di un Assistente, si seguono le norme stabilite collegialmente dai Superiori con giurisdizione nel territorio38. 3. La nomina dell’Assistente sia fatta per iscritto e per un tempo limitato, complessiva- mente non superiore a dodici anni. 4. Quando non è possibile dare alla Fraternità un Assistente spirituale, membro del Primo Ordine o del TOR, il Superiore maggiore competente può affidare il servizio dell’assistenza spirituale a: a. religiosi o religiose appartenenti ad altri Istituti francescani; b. francescani secolari, chierici o laici, specificamente preparati per questo servizio; c. altri chierici diocesani o religiosi non francescani39. Art. 16 1. Il numero degli Assistenti, che fanno parte dei Consigli ai vari livelli, corrisponda al numero degli Ordini che in effetti danno l’assistenza alle Fraternità locali nell’ambito della Fraternità internazionale, nazionale o regionale. 2. A livello internazionale, nazionale e regionale gli Assistenti, se sono più di uno, formano una Conferenza e rendono il servizio collegialmente all’OFS e alla Gi.Fra.40 3. Ogni Conferenza di Assistenti funziona secondo un proprio regolamento interno, approvato dai rispettivi Superiori maggiori. 4. Gli Statuti nazionali e regionali dell’OFS stabiliscono il numero degli Assistenti che parteciperanno al Capitolo nazionale o regionale, come si scelgono, e che tipo di partecipazione avranno. b. Gli Assistenti generali Art. 17 1. Gli Assistenti generali sono nominati dal rispettivo Ministro generale, sentita la Presidenza del CIOFS41. 2. Prestano il loro servizio alla Presidenza del CIOFS, formano una Conferenza e curano collegialmente l’assistenza spirituale all’OFS nel suo insieme42. 3. È compito della Conferenza degli Assistenti generali: a. collaborare con il Consiglio internazionale e la sua Presidenza nell’animazione spirituale e apostolica dell’OFS e in particolare nella formazione dei responsabili secolari; b. coordinare, a livello internazionale, l’assistenza spirituale all’OFS e alla Gi.Fra.; c. promuovere l’interessamento dei frati e dei superiori nei confronti dell’OFS e EX OFFICIO OFS della Gi.Fra.; d. provvedere alla visita pastorale dei Consigli nazionali dell’OFS43 e alla presenza nei capitoli nazionali elettivi44. Art. 18 1. L’Assistente generale ha il compito di tenere informato il Ministro generale e il suo Ordine sulla vita e le attività dell’OFS e della Gi.Fra. 2. Deve inoltre trattare le cose riguardanti il servizio dell’assistenza prestata dal suo Ordine all’OFS e alla Gi.Fra., incontrare le Fraternità locali assistite dal proprio Ordine e tenere rapporti fraterni e costanti con gli Assistenti del proprio Ordine. c. Gli Assistenti nazionali Art. 19 1. Gli Assistenti nazionali dell’OFS e della Gi.Fra. sono nominati dal Superiore maggiore competente, sentito il rispettivo Consiglio nazionale45. Dove più di un Superiore maggiore dello stesso Ordine è coinvolto nella nomina, si seguono le norme stabilite collegialmente dai Superiori con giurisdizione nel territorio nazionale46. 2. Prestano il loro servizio al Consiglio nazionale e curano l’assistenza spirituale alla Fraternità nazionale. Se sono più di uno, formano una Conferenza e rendono il servizio collegialmente47. 3. È compito della Conferenza degli Assistenti nazionali, o dell’Assistente nazionale, se è unico: a. collaborare con il Consiglio nazionale per il lavoro di animazione spirituale e apostolica dei francescani secolari nella vita ecclesiale e sociale della nazione e, in particolare, per la formazione dei responsabili; b. provvedere alla visita pastorale dei Consigli regionali dell’OFS48 e alla presenza nei capitoli regionali elettivi49; c. coordinare a livello nazionale il servizio dell’assistenza spirituale, la formazione degli assistenti e l’unione fraterna tra loro; d. promuovere l’interessamento dei frati per l’OFS e per la Gi.Fra. Art. 20 1. L’Assistente nazionale ha il compito di tenere informati i Superiori maggiori e il suo Ordine sulla vita e le attività dell’OFS e della Gi.Fra. nella nazione. 405 2. Deve inoltre trattare le cose riguardanti il servizio dell’assistenza prestato dal suo Ordine all’OFS e alla Gi.Fra., incontrare le Fraternità locali assistite dal proprio Ordine nella nazione e tenere rapporti fraterni e costanti con gli Assistenti regionali e locali del proprio Ordine. d. Gli Assistenti regionali Art. 21 1. Gli Assistenti regionali dell’OFS e della Gi.Fra. sono nominati dal Superiore maggiore competente, sentito il rispettivo Consiglio regionale50. Dove più di un Superiore maggiore dello stesso Ordine è coinvolto nella nomina, si seguono le norme stabilite collegialmente dai Superiori con giurisdizione nel territorio regionale51. 2. Prestano il loro servizio al Consiglio regionale e curano l’assistenza spirituale alla Fraternità regionale. Se sono più di uno, formano una Conferenza e rendono il servizio collegialmente52. 3. È compito della Conferenza degli Assistenti regionali, o dell’Assistente regionale, se è unico: a. collaborare con il Consiglio regionale per il lavoro di animazione spirituale e apostolica dei francescani secolari nella vita ecclesiale e sociale della regione e, in particolare, per la formazione dei responsabili; b. provvedere alla visita pastorale dei Consigli locali dell’OFS53 e alla presenza nei capitoli locali elettivi54; c. coordinare a livello regionale il servizio dell’assistenza spirituale e della formazione degli Assistenti e l’unione fraterna tra loro; d. promuovere l’interessamento dei frati per l’OFS e per la Gi.Fra. Art. 22 1. L’Assistente regionale ha il compito di tenere informati i Superiori maggiori e il suo Ordine sulla vita e le attività dell’OFS e della Gi.Fra. nella regione. 2. Deve inoltre trattare le cose riguardanti il servizio dell’assistenza prestato dal suo Ordine all’OFS e alla Gi.Fra., incontrare le Fraternità locali assistite dal proprio Ordine nella regione e tenere rapporti fraterni e costanti con gli Assistenti locali del proprio Ordine. 406 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 e. Gli Assistenti locali Art. 23 1. L’Assistente locale è nominato dal Superiore maggiore, a norma del diritto proprio, sentito il Consiglio della Fraternità interessata55. 2. L’Assistente locale promuove la comunione all’interno della Fraternità e fra quella ed il Primo Ordine o il TOR. D’intesa con il Guardiano o il Superiore locale, procuri che si instauri una vera comunione vitale reciproca tra la Fraternità religiosa e quella secolare. Promuove la presenza attiva della Fraternità nella Chiesa e nella società. Art. 24 1. L’Assistente locale, insieme con il Consiglio della Fraternità, è responsabile della formazione dei candidati56 ed esprime la sua valutazione sui singoli candidati prima della Professione57. 2. Insieme con il Ministro instaura un dialogo con i fratelli che si trovino in difficoltà, che intendono ritirarsi dalla Fraternità o che si comportano in grave contrasto con la Regola58. ________________ Note 1 2 3 4 5 Cf. Cost OFS 85.1: «Dalla storia francescana e dalle Costituzioni del Primo Ordine Francescano e del TOR appare in forma patente che questi Ordini si riconoscono impegnati in virtù della comune origine e carisma e per volontà della Chiesa all’assistenza spirituale e pastorale dell’OFS. Cfr. Costituzioni OFM, 60; Costituzioni OFM Conv., 116; Costituzioni OFM Cap., 95; Costituzioni TOR, 157; Regola del Terz’Ordine del Papa Leone XIII, 3, 3; Regola approvata da Paolo VI, 26». Cf. Regola OFS 1. Cf. Cost OFS 89.1. Cf. CIC 303. Cost OFS 85.2. 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 Cf. Cost OFS 89.3; 90.1. Cf. Cost OFS 86.2. Cf. Cost OFS 87.1; 88.5; 90.3. Cf. Regola OFS 26; Cost OFS 85.2. Cf. Cost OFS 86.1. Cf. Cost OFS 89.5. Cf. Cost OFS 87.3; Regola OFS 26. Cost OFS 46.1. Cf. Cost OFS 47.2. Cf. Cost OFS 95.1 e 3. Cost OFS 88.4. Cost OFS 87.1. Cf. Cost OFS 92.2-3. Cf. Cost OFS 76.2. Cf. Cost OFS 83.1. Cf. Cost OFS 91.2-3. Cost OFS 88.5. Cf. Cost OFS 91.2. Cf. Cost OFS 88.1. Cf. Cost OFS 89.2; 91.3. Cf Cost OFS 88.2. Cf. Cost OFS 89.2; 96.6. Cost OFS 89.3. Cf. Cost OFS 90.2; 77.1-2. Cf. Cost OFS 90.1. Cf. CIC 305.1; Cost OFS 92.1; 95.1. Cf. Cost OFS 95. Cf. Cost OFS 92.2. Cf. Cost OFS 92.3. Cf. Cost OFS 93.2 e 4. Cost OFS 93.3. Cf. Cost OFS 91.3. Cf. Cost OFS 91.2; Cf. art. 10. Cost OFS 89.4. Cf. Cost OFS 90.3. Cf. Cost OFS 91.3. Cf. Cost OFS 90.3. Cf. Cost OFS 92.2. Cf. Cost OFS 76.2. Cf. Cost OFS 91.2. Cf. Cost OFS 91.2. Cf. Cost OFS 90.3. Cf. Cost OFS 93.1-2. Cf. Cost OFS 76.2. Cf. Cost OFS 91.2. Cf. Cost OFS 91.2. Cf. Cost OFS 90.3. Cf. Cost OFS 93.1-2. Cf. Cost OFS 76.2. Cf. Cost OFS 91.3. Cost OFS 37.2. Cost OFS 41.1. Cost. OFS 56.1-2; 58.1-2. AD CHRONICAM ORDINIS 1. De itineribus Ministri Generalis 1. Visita alla Provincia Picena S. Giacomo della Marca Grottammare, Italia, 01.09.2009 In occasione del Capitolo spirituale della Provincia, che si è svolto poco tempo dopo la celebrazione del Capitolo generale, il Ministro generale Fr. José R. Carballo, di recente rieletto per un secondo sessennio, è stato invitato, insieme al Definitore generale per la COMPI, Fr. Vincenzo Brocanelli, ad incontrare i Frati della Provincia Picena e presentare loro il Documento finale del Capitolo generale. L’incontro si è avuto il giorno 1° settembre 2009, nel Convento-Oasi S. Maria dei Monti a Grottammare con una numerosa partecipazione di Frati. Al mattino il Ministro generale ha presentato il metodo, i destinatari, il contesto e i contenuti principali del Documento «Portatori del dono del Vangelo». Mentre poi lo stesso Ministro incontrava il Definitorio provinciale, i Frati riflettevano in piccoli gruppi sulle riflessioni del Ministro e preparavano alcune domande per il pomeriggio. La seconda parte della giornata è stata occupata dal dialogo dell’Assemblea dei Frati con il Ministro generale, il quale ha condiviso le informazioni e il suo pensiero su vari aspetti della vita dell’Ordine e della Provincia. Il dialogo è stato molto fraterno, animato da numerose domande dei Frati, ed è risultato ricco per i contenuti delle risposte date dal Ministro. Essendo la casa anche sede dell’Infermeria provinciale, il Ministro generale ha voluto incontrare ciascuno dei Frati infermi intrattenendosi brevemente con ciascuno di essi, ed ha apprezzato i miglioramenti che si stanno facendo nella struttura adibita a tale scopo. La giornata si è conclusa con la solenne celebrazione eucaristica alla quale hanno partecipato anche l’OFS locale, numerosi amici e benefattori del Convento e gli stessi Frati infermi. Nelle brevi parole di ringraziamento dell’attuale Ministro provinciale, Fr. Valentino Natalini ha espresso la gratitudine della Provincia al Ministro generale e la volontà di tutti di far tesoro e di obbedire alle sue indicazioni. Fr. Vincenzo Brocanelli 2. Solennità dell’Impressione delle Stimmate del padre san Francesco Santuario della Verna, 16-17.09.2009 La Verna sempre affascina. Affascina con la sua natura; seduce con i capolavori artistici che la arricchiscono; innamora con il mistero di amore e dolore che custodisce. Proprio questo mistero, al centro della vita quotidiana del Santuario, è stato celebrato – anche quest’anno – con particolare solennità e intensità di preghiera. La festa delle Sacre Stimmate è stata aperta con la celebrazione dei primi vespri presieduti da un ospite di eccellenza: Sua Eminenza Card. Angelo Comastri. Un Presule, affezionato amico della Verna, ha accolto volentieri l’invito ad essere presente per la festa e ad animare, con una illuminata catechesi, i numerosi giovani saliti al Santuario per la consueta “Veglia delle Stimmate”. Presente anche il Ministro generale Fr. José R. Carballo con il Vicario dell’Ordine e gran parte del Definitorio generale. Nella Catechesi, Mons. Angelo Comastri, ha invitato a contemplare, con occhi illuminati dalla fede, la bellezza del Crocifisso, segno eloquente di un amore più forte dell’odio, più forte di ogni umano potere, più forte della morte. Proprio dalla contemplazione di questo mistero può nascere, per ciascuno di noi come un giorno per Francesco d’Assisi, il desiderio di cambiare, di rinnovarsi interiormente di «riparare la nostra casa che va in rovina». Davanti al Crocifisso per ciascun uomo può rinnovarsi il mistero di una bellezza che attrae a Sé e trasforma con la potenza dell’Amore. Anche il Ministro generale, nell’omelia della messa nella notte, ha ribadito la possibilità di questo “miracolo d’Amore” e ha invitato i presenti, ma soprattutto i giovani, ad abbandonarsi a questa seduzione per poter, come Francesco d’Assisi, gridare al mondo che “l’Amore non è amato”. 408 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 Il 17 è stato caratterizzato dalla solenne concelebrazione presieduta dal Ministro generale e dalla processione alla Cappella delle Stimmate con la benedizione, dal piazzale della basilica, alla valle del Casentino con la Reliquia del sangue di San Francesco. Le celebrazioni sono state arricchite dalla presenza del Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, e del Gonfalone della Città, a significare la profonda vicinanza tra il Santuario della Verna e la città di Firenze. [Notiziario della Provincia Toscana di san Francesco Stimmatizzato, n. 5 (2009) p. 33] 4. Il Ministro e il Definitorio generale ad Ischia Ischia, Italia, 23-26.09.2009 Il giorno 23 settembre 2009 Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro generale, Fr. Michael Perry, Vicario generale, Fr. Aidan McGrath, Segretario generale e i tutti i Frati del Definitorio generale hanno raggiunto il porto di Napoli, da dove sono partiti diretti all’isola d’Ischia. Accompagnati da Fr. Agostino Esposito, Ministro provinciale, che li ha accolti alla Stazione Centrale, si sono recati presso il Convento di S. Antonio in località Ischia Ponte. Dopo la sistemazione in convento il Definitorio generale ha iniziato i lavori del tempo forte. Intense le giornate vissute dal Definitorio generale, scandite dalla celebrazione della Liturgia delle Ore, dalla celebrazione Eucaristica, dal lavoro definitoriale e dai momenti di fraternità (colazione, pranzo e cena), questi ultimi vissuti insieme alla Fraternità locale. Nel pomeriggio di venerdì 25 settembre il Ministro e il Definitorio generale si sono concessi una pausa di lavoro; e guidati da Fr. Agostino Esposito e Fr. Giorgio Ascione, Guardiano del Convento, si sono recati al Castello Aragonese. Dall’alto del Castello hanno potuto ammirare, oltre che le bellezze artistiche e architettoniche del luogo, anche uno spettacolare paesaggio che permetteva di godere di una visione completa del golfo di Napoli, dal litorale flegreo a punta Campanella (Sorrento) e all’isola di Capri. Completata la visita del Castello, dove si conservano le memorie della presenza delle Sorelle Clarisse – vi si trova un monastero disabitato dalla fine dell’ottocento –, e dell’infanzia di Carlo Gaetano Calosirto (S. Giovan- Giuseppe della Croce), il Ministro e il Definitorio generale hanno raggiunto il comune di Forio, città dove sorge una chiesa dedicata a san Francesco, ancora officiata dai Frati Minori, e un piccolo convento, non più dimora stabile dei Frati. In detta chiesa la festa principale è quella di san Francesco d’Assisi, e annualmente ci si prepara alla festa del Santo di Assisi con un Solenne Novenario che ha inizio il 25 settembre. Quest’anno, VIII centenario della fondazione dell’Ordine, la Provvidenza ha voluto che sull’isola fossero presenti il Ministro e il Definitorio generale; e, pertanto, Fr. Gerardo Ciufo, rettore della chiesa, ha desiderato che il novenario si aprisse con una solenne Concelebrazione presieduta dal Ministro generale. Numerosa è stata la partecipazione dei foriani e dei devoti di san Francesco alla Concelebrazione Eucaristica. Il Ministro provinciale nel suo indirizzo di saluto ha sottolineato l’unicità dell’evento e ha ringraziato “l’Altissimo, Onnipotente e bon Signore”, che attraverso la presenza del Ministro e del Definitorio generale, espressione della Fraternità universale, ha manifestato nell’oggi il Suo amore per la Fraternità provinciale e per la comunità ecclesiale e civile di Forio. Nell’omelia il Ministro generale, partendo dalle domande rivolte da Gesù ai discepoli nel Vangelo: «La gente chi dice che io sia… voi chi dite che io sia» (Lc 9,18-22), ha invitato tutti i presenti a non dare risposte che si fondino sul sapere umano o addirittura sul sapere teologico, ma a saper rispondere come Francesco con il cuore, sapendo riconoscere in Gesù l’unico nostro Salvatore, colui che infonde il coraggio necessario per progredire nel cammino della vita. Al termine della concelebrazione, vissuta in un clima di grande partecipazione e di intima fraternità, dopo aver salutato i rappresentanti del Comune, i fratelli e le sorelle dell’Ordine Francescano Secolare, che continuano a tener vivo il carisma francescano nel Comune di Forio, e i numerosi devoti di S. Francesco, il Ministro e il Definitorio generale, accompagnati da Fr. Agostino e Fr. Giorgio, sono ritornati a Ischia e si sono recati in pizzeria, dove ad attenderli vi era Sua Ecc. Rev.ma Mons. Filippo Strofaldi, Vescovo della Diocesi di Ischia, che in segno di comunione e di accoglienza ha voluto essere presente alla cena. Anche questo momento si è rivelato di vera e profonda comunione e cordialità non solo tra i Frati presenti, ma anche con il Pastore della Chiesa locale. AD CHRONICAM ORDINIS Il giorno successivo, sabato 26 settembre, al termine della Celebrazione Eucaristica delle ore 8.00, sono ripresi i lavori definitoriali, che si sono protratti fino all’orario di pranzo. Dopo pranzo il Ministro generale ha ringraziato, a nome suo personale e dell’intero Definitorio generale, la Fraternità locale per l’accoglienza, che ha definito “unica”, e tutti i collaboratori che hanno prestato il loro servizio rendendo più confortevole il suo soggiorno e quello dei Frati del Definitorio. Il Ministro e il Definitorio generale hanno poi fatto ritorno a Napoli alle ore 16.40. Ad attenderli al porto di Napoli vi erano Fr. Salvatore Vilardi, Segretario Provinciale e un Frate del post-novizio che hanno accompagnato i Frati del Definitorio alla Stazione Centrale di Napoli. In serata il Ministro e il Definitorio generale hanno fatto rientro in Curia generale. Fr. Salvarote Vilardi, ofm 5. El Ministro general en el Valle de Rieti y en san Damián El 10-11 de octubre de 2009 El día 10 de octubre de 2009, Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro general y Fr. Francisco Javier Arellano Suárez, su secretario particular, viajaron a Rieti y a Fontecolombo, para participar en las terceras jornadas culturales-religiosas que organiza la Asociación “I giorni di san Francesco”, junto con el Ayuntamiento de Rieti. El Ministro general hizo un alto en el camino, visitando a los novicios de Fontecolombo, donde compartió con toda la Fraternidad la comida del mediodía. Allí, encontrando a los hermanos en probación les dirigió unas palabras de ánimo a ser fieles en el camino evangélico emprendido, insistiéndoles que hicieran de este año singular, un momento de encuentro con Dios, con ellos mismos, con los hermanos y con Francisco; y que se apasionaran por el estudio de los Escritos de nuestro padre, especialmente con la Regla. Al mediodía, visitó a las hermanas Clarisas del Convento de Rieti. Y a continuación, en el salón Angelo Tancredi del Convento de las Hermanas, pronunció una conferencia intitulada “Francisco hombre libre”, como conclusión de las jornadas sobre san Francisco organizadas por la Delegación de las Actividades Socio-culturales y Recreati- 409 vas del Ayuntamiento de Rieti, que desde hace tres años, intentan subrayar el Valle Santo como uno de los lugares fundamentales en la vida del santo de Asís. Posteriormente el Ministro y su secretario se marcharon a Asís, donde llegaron al Convento de San Damián. Allí participaron de la oración de la tarde con toda la comunidad y los novicios, así como de un momento fraterno. A la mañana siguiente, del día 11 de octubre, después de la oración de Laudes, el Ministro general tuvo un pequeño encuentro con los novicios y algunos hermanos jóvenes de la Fraternidad. Les insistió mucho en ser fieles a este año de noviciado, y a tener una auténtica experiencia de vida en fraternidad y minoridad, sabiendo hacer de este año una experiencia de encuentro, acentuando el valor de la oración y el silencio, y el estudio de los Escritos de san Francisco y el acompañamiento personal. A las 9,30 de la mañana, el Ministro general presidió la Eucaristía con ocasión del 25 aniversario de la donación del ConventoSantuario de san Damián a la Casa general de la Orden de los Frailes Menores, por parte de Lord Peter Francis Walter kerr, XII marqués de Lothian. Estaban presentes además de algunos de los guardianes anteriores al actual, Fr. Claudio Peraro, y toda la Fraternidad, Lord Ralph Kerr, Lady Mary von Westernholz, Lady Clare Kerr y Fr Brian McGrath, Hermano Menor de la Provincia de Inglaterra. En la eucaristía el Ministro general pronunció su homilía a toda la asamblea allí reunida, que ocupaba sus puestos en los bancos y en los pasillos, e insistió, con el Evangelio del domingo (Mc 10, 17-30) en dejarse mirar por Jesús que sigue invitando a dejarlo todo y a seguirlo, haciendo de la propia vida un don. Así mismo agradeció vivamente la donación del marqués de Lothian y aseguró que los hermanos que viven en este lugar cumplen con excelencia las cláusulas marcadas en la donación, haciendo de este lugar franciscano un “oasis de paz, oración, contemplación, pobreza y alegría”. Fr. José Rodríguez Carballo, entregó a la familia Lothian la medalla conmemorativa del octavo centenario de la fundación de la Orden. Posteriormente regresaron a Roma. En alabanza de Cristo y del pobrecillo Francisco. Fr. Francisco J. Arellano Suárez, ofm 410 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 6. Visit to the Province of St. Paul the Apostle in Malta Siliema, Malta, October 27-30, 2009 The Minister General, Br. José Rodriguez Carballo, OFM and the Definitor General, Br. Francis Walter, OFM arrived in the early afternoon of October 27th. Br. Sandro Overend, OFM, Minister Provincial, and Br. Richard Grech, OFM.Vicar Provincial, welcomed us at the airport, and then escorted us the the Siliema friary, where we would be staying for the next three days. After a meeting with the Sliema fraternity, the Minister General visited the Hamrun Fraternity and met with a congregation that included the Franciscan Sisters of the Immaculate Heart of Mary (CIM) and the Ħamrun OSF. There was also an opportunity to visit the Rabat Fraternity, and in the evening we proceeded by ferry to island of Gozo to visit the Fraternity of St. Anthony at Mġarr. We shared an evening with the brothers and enjoyed a wonderful meal. Early on the morning of the October 28th, we began a full day of visits with the celebration of Eucharistic Liturgy at the Monastery of the Poor Clares at San Ġiljan. After Mass there was time to meet with the large community and for the sisters to dialogue with the Minister General. On this same morning there was also a visit with the Franciscan Missionaries of the Sacred Heart (FCJ). This was then followed by a visit to the Fraternity of Valletta where a Formation Meeting was held with the Minister General and the Definitor General, along with a visit to the Commissariat of the Holy Land and a guided tour of the Provincial Archives by Br. George Aquilina. Later in day, Br. Dionysius Mintoff gave us a tour of the Peace Laboratory in Ħal-Far and he explained its work with migrants from Africa. This was followed by a short visit to the Fraternity of St. Mary of the Angels Parish in Baħar iċ-Ċagħaq. The day concluded with a gathering of all the brothers of the Province at the Porziuncola Retreat House in Baħar iċ-Ċagħaq, where the Minister General spoke especially of the final document of the our recent General Chapter, “Bearers of the Gift of the Gospel.” On the morning of the October 29, the Minister General accompanied by the Definitor General, Provincial and Vicar Provincial met with Archbishop Paul Cremona, OP of Malta and Bishop Mario Grech of Gozo at the Archbishop’s residence. After this we visited the priests’ rest home “Christus Sacerdos” at Birkirara where we had an opportunity to chat with the elderly friars residing there. Then it was on to met with the Franciscan Missionaries of Mary gathered at Balzan, where Br. José spoke with the sisters and addressed their questions. Upon returning to the Sliema friary, a Definitory was held. This eventful day concluded at the same friary with a Solemn Mass of Thanksgiving with a full choir and orchestra, in occasion of the 800th anniversary of the foundation of the Order. The Mass was attended by various civil officials and it was transmitted on Radio Sacro Cuor. Brothers Joseph Ciappara and Walter Vassallo received the ministry of Acolyte during the Eucharistic celebration. On the morning of October 30th, we took our leave of the brothers of Malta, grateful for the warm fraternal hospitality and for the opportunity to visit with them for three days and to share our hopes and dreams, as we are called to walk through the streets of the world as “bearers of the gift of the Gospel.” Walter Br. Francis William 7. Encuentro de los Presidentes de las Conferencias Latinoamericanas con el Ministro general y Definidores generales por Latinoamérica Buenos Aires, Argentina, 03-06.11.2009 Los días 3 al 6 de noviembre de 2009 se reunieron los hermanos Presidentes de las cuatro Conferencias de Latinoamérica y el Caribe en la Ciudad Autónoma de Buenos Aires, Argentina, sede de la Curia Provincial de la Provincia Franciscana de la Asunción, convocados en la ultima reunión extraordinaria de los Ministros y Custodias de la UCLAF mantenida durante el Capitulo General 2009. Los hermanos presentes fueron: Fr. Gustavo Rodríguez, Conferencia del Cono Sur-Presidente de la UCLAF; Fr. Wanderley Carvalho, Conferencia Brasilera; Fr. Mauro Vallejo Lagos, Conferencia Bolivariana; Fr. Eulalio Gómez Martínez, Conferencia Guadalupe; Fr. Julio Cesar Bunader, Definidor General. Los días 2 y 3 de noviembre asistieron Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro General y Fr. Nestor Inácio Schwerz, Definidor General, con el objetivo de compartir los temas y coordinar los eventos de la Orden en Latinoamérica. AD CHRONICAM ORDINIS Se trataron los siguientes temas: 1. Restructuración de la UCLAF y revisiónformulación de los estatutos UCLAF; 2. Proyecto Amazonas y Seminario Amazonas, Iquitos-Perú 2010; 3. Formación de misioneros desde AL y Master en Evangelización, Petrópolis-Brasil. Congreso de Educadores, Cholula-México 2010; 4. Animación de los Definidores Generales en las Conferencias (cf. PdE, Man.5). Algunos mandatos del Capítulo General para las Entidades y Conferencias. El encuentro se organizó y desarrolló en dos momentos: el primero dedicado a plantear los temas con su problemática, para clarificar y orientar el trabajo, contando con el aporte de las Conferencias y de los hermanos del Definitorio General; el segundo momento se dedicó a la profundización y elaboración de los instrumentos que serán presentados en las instancias correspondientes de animación en las Conferencias y la Asamblea anual de UCLAF. Vistos los resultados y el parecer de los participantes, se consideró importante el encuentro, debido a que facilitó el intercambio directo entre las Entidades-Conferencias con el Ministro General y Definidores Generales, permitiendo una más estrecha colaboración entre las diversas instancias de animación de la vida y misión de la Orden. Podemos resaltar la conveniencia de abordar los temas y eventos que se programan en Latinoamérica, en el periodo que se inicia el sexenio, favoreciendo la inclusión de las orientaciones del documento “Portadores del Don del Evangelio”, Capítulo General 2009. El día miércoles 4, Fr. José y Fr. Nestor viajaron a San Pablo, para participar en los Capítulos de la Provincia Inmaculada Concepción del Brasil. El encuentro de los Presidentes de las Conferencias finalizó el día viernes 6, con el compromiso de seguir creciendo en la animación de la Orden y de la UCLAF, para una presencia viva en “clave de misión evangelizadora y desde la perspectiva de apertura al mundo” (PdE, Man. 1). Agradecemos al hermano Ministro General, por su presencia fraterna y su invitación a vivir el Evangelio con fidelidad y compromiso de hermanos menores. Agradecemos el servicio y dedicación en la animación de los hermanos Presidentes de las Conferencias de la UCLAF. Damos Gracias a Dios por los hermanos que nos recibieron con solicitud en la 411 Casa de la ciudad de Buenos Aires, al hermano Ministro Provincial y fraternidad de la Curia Provincial por permitirnos compartir la vida orante, fraterna y festiva. Encomendamos los proyectos, seminarios, congresos y preparativos de la Asamblea de la UCLAF 2010 a la Intercesión de Santa María, bajo la advocación de Nuestra Señora de Lujan, patrona de Argentina. Fr. Julio Cesar Bunader, ofm 8. Capítulo das Esteiras e Capítulo eletivo da Província Imaculada Conceição do Brasil De 3 a 5 de novembro de 2009, a Província da Imaculada Conceição do Brasil, S. Paulo, celebrou, em Agudos, seu Capítulo das Esteiras dentro do espírito do VIII Centenário da graça das origens e em preparação ao Capítulo eletivo, com particular enfoque no tema da restituição. Esse Capítulo espiritual teve excelente receptividade entre os frades da Província, sendo que quase trezentos deles se fizeram presentes. Participaram também o Ministro geral Frei José Carballo e o Definidor pela América Latina, Frei Nestor Inácio Schwerz. O evento teve um caráter bastante celebrativo, artístico e de convivência fraterna, incluindo também uma sessão solene de homenagem aos 60 anos do Seminário de Agudos e a celebração da profissão solene de 14 jovens frades, presidida pelo Ministro geral. Os familiares de quase todos esses jovens participaram com particular emoção de parte do Capítulo das Esteiras e da cerimônia da profissão. O Ministro geral partilhou com os frades suas reflexões, recebeu os neo-professos na Vida Religiosa Franciscana e teve um encontro específico com os formandos e seminaristas. No dia 6 de novembro iniciou, no mesmo local do Seminário de Agudos, o Capítulo eletivo da mesma Província. O Ministro geral celebrou a missa de abertura, deixando aos capitulares sua mensagem de animação. Na primeira sessão, o Ministro Frei José Carballo leu e comentou aos Capitulares a carta que escrevera especialmente para esta ocasião. Depois disso, ele regressou para S. Paulo rumo à viagem de volta à Roma. Enquanto isso, o Definidor Frei Nestor Schwerz permaneceu por mais dois dias, acompanhando o desenrolar do Capítulo e deixando também sua mensagem e suas comunicações. O Capítulo teve a presi- 412 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 dência do Visitador geral Frei Flaerde Valvassori. Tanto no Capítulo das Esteiras como no eletivo havia um clima e um espírito de ativa e fraterna participação por parte dos Frades. Fr. Schwerz Nestor Inácio 9. Visit to the Custody of the Holy Family in Chicago and the General Secretariat of the Franciscan Missions in Waterford December 2-7, 2009 On December 2, 2009, Br. José Rodriguez Carballo, Minister General, and Br. Francis Walter, Definitor General for the Englishspeaking Conference, journeyed to Chicago to visit the Custody of the Holy Family. They arrived that same day in Chicago and were met at the airport by Br. Paul Maslach, Custos and Br. Marko Puljić, and taken to the Headquarters of the Custody. Afterwards they went to St. Anthony Friary, located next to the Custodial Headquarters, to meet the friars in residence. The morning of December 3 began with a celebration of the Eucharist, attended by a large number of friars of the Custody, two friars of the Slovenian Foundation of the Holy Cross in Lemont, IL and friars of the interprovincial post-novitiate house of formation at the Chicago Theological Union. Afterwards in a two hour meeting, the Minister General spoke to the assembled friars concerning our identity as Franciscan evangelizers in light of the final document of the General Chapter 2009, “Bearers of the Gift of the Gospel.” This was followed by questions and a lively exchange of ideas. After enjoying the warm hospitality of the brothers and sharing a meal with them, there was short visit to the Croatian Institute with preserves the rich documentation of the Croatian presence in the United States and Canada. The Custos then drove the Minister General and Definitor General to the Secretariat for the Franciscan Missions in Waterford for the next phase of the visit. Upon arrival in the late afternoon of December 3, the Minister General and Definitor General were warmly welcomed to the Franciscan Secretariat of the Franciscan Missions by Brs. Sereno Baiardi, Sante DeAngelis and Ponziano Macabalo. The Secretariat for the Franciscan Missions located Waterford, WI is a house dependent on the Minister General, which was established to fulfill the needs of the missionary projects set forth by the Minister General and the General Definitorum, to gather financial support for Franciscan missions among the poor and needy, and to broaden Franciscan missionary awareness among the donors of the General Secretariat. The purpose of this visit was to encourage the friars in their important work and to attend the Secretariat’s Board of Directors Meeting. The three day stay in Waterford was a valuable opportunity to meet with the friars on two occasions, to share with them their life in fraternity and to strengthen the bonds between the Secretariat and the General Curia. The Minister General and Definitor General also attended the Board of Directors Meeting which discussed the economic situation and budget of the Secretariat and also ways to promote the better functioning of the Secretariat. The Minister General and Definitor General also visited the nearby Queen of Peace Friary in Burlington WI, which is the retirement home for the friars of the Assumption Province. There they were warmly welcomed by Br. Leslie Hoppe, Minister Provincial and Br. John Puodziunas, Vicar Provincial, and the other brothers. They both concelebrated at the funeral liturgy of Br Rudolph Wiesczek and afterwards shared a meal with the fraternity. The visit came to an end on December 6, when Brs. Jose and Francis left a wintery and snowy Waterford to return to Rome after good visit with the brothers in the Midwestern United States. Br. Francis Walter 2. Visita di Benedetto XVI a Bagnoregio Bagnoregio, 6 settembre 2009 UNA POPOLAZIONE CHE VIVE DI STORIA Una fede amica dell’intelligenza per restituire ali alla speranza. È il messaggio che Benedetto XVI ha lasciato ai fedeli di Bagnoregio, al termine di una giornata vissuta tra le genti dell’Alto Lazio, per trovare un nuovo slancio verso il futuro. Il Papa ne ha parlato nella terra natale di san Bonaventura. A una comunità che si specchia in quello scrigno di storia, di arte, di cultura e 413 AD CHRONICAM ORDINIS di tradizioni, rappresentato da quel ciuffo di abitazioni sulla rocca che domina un territorio in cui il tempo sembra quasi essersi fermato. Civita di Bagnoregio, patrimonio dell’umanità, esempio di una meraviglia unica nel suo genere, oggi è nota come «la città che muore». Si sta lentamente, ma inesorabilmente, sgretolando lo sperone tufaceo che poggia sul sottostante terreno argilloso; dunque un terreno, instabile e per sua natura esposto all’azione erosiva degli agenti atmosferici che lo modellano nelle tipiche forme dei calanchi. Gli abitanti si sono via via trasferiti nel più recente insediamento di Bagnoregio, dove hanno portato con sé tutte le loro più care memorie. Quasi superfluo soffermarsi sull’entusiasmo con il quale i cittadini di questo antico borgo medioevale hanno accolto il Papa. Un evento eccezionale e vissuto con comprensibile soddisfazione. Nonostante, infatti, i suoi illustri trascorsi di territorio dello Stato pontificio, Bagnoregio come ha ricordato il sindaco Bigiotti salutando il Papa, fu solo sfiorata da Papa Pio IX durante una visita nelle province settentrionali dello Stato. Festa grande dunque per la visita di Benedetto XVI. Emozionante il passaggio del corteo papale attraverso i vicoli stretti del paese, tra centinaia di bandiere con i colori vaticani, appese ai balconi e alle finestre di tutti i palazzi affacciati sul percorso. Numerosi anche i manifesti affissi un po’ dovunque per dare il benvenuto al Papa. Alcuni addirittura erano scritti in latino. Dopo una breve sosta in cattedrale, per venerare la reliquia del braccio di san Bonaventura e ammirare la Bibbia detta di san Bonaventura, un manoscritto risalente alla metà del Duecento, il Papa è giunto in piazza Sant’Agostino dove, davanti alla grande statua marmorea di san Bonaventura, era stato allestito il palco per l’incontro con la popolazione. Una «comunità viva – come l’ha descritta il sindaco salutando il Papa – che sa di essere immersa in una corrente di vita che viene da tempi remoti, portando con sé caratteri propri di storia, di cultura, di operosità, di qualità spirituali, morali e civili che la distinguono» e ne disegnano l’identità mite «come i calanchi che la stringono a oriente e cedono al trascorrere del tempo mostrando tutto intero il loro arrendevole lacerato chiarore», ma allo stesso tempo tenace «come il basalto che porta in sé la durezza di quanti come noi, sentono da secoli la sua rasserenante solidità». «Cosa sarà – si è chiesto il sindaco – Bagnoregio domani?» e qui è tornato a riecheggiare l’insegnamento del patrono: «Se la vita è un itinerario vuol dire che è necessario sollecitare i nostri passi verso un domani da costruire oggi». E Benedetto XVI prima di lasciarli si è inserito proprio su questo cammino verso il futuro. «In verità – ha detto – tutti ci interroghiamo circa l’avvenire nostro e del mondo e questo interrogativo ha molto a che vedere con la speranza». Ma quello che serve è una speranza che sia necessariamente «affidabile», capace di dare «la certezza di giungere ad una meta grande» tale da giustificare «la fatica del cammino». Dunque, come aveva scritto nella Spe salvi, ha ripetuto che «solo questa grande speranza-certezza ci assicura che, nonostante i fallimenti della vita personale e le contraddizioni della storia nel suo insieme, ci custodisce sempre il potere indistruttibile della speranza». L’esemplarità di san Bonaventura deve servire proprio per aiutarci oggi a «dispiegare le ali della speranza» e a essere come lui «incessanti cercatori di Dio, cantori delle bellezze del creato e testimoni di quell’amore e di quella bellezza “che tutto muove”». Un saluto alle autorità, un abbraccio ad alcuni malati e poi in macchina verso l’improvvisato eliporto. Da qui il Papa è rientrato direttamente a Castel Gandolfo. Mario Ponzi [L’Osservatore Romano, 7-8 settembre 2009, p. 7] 3. Discorso del Card. Angelo Comastri ai giovani nella “Veglia delle Stimmate” Santuario della Verna, 16.09.2009 La Verna, davanti al Crocifisso 1. Ernesto Renan, un ex-seminarista che perse la fede nella divinità di Gesù, ebbe però l’onestà di scrivere: “Gesù non sarà superato. Il suo culto ringiovanirà continuamente; (...); i suoi patimenti commuoveranno i cuori migliori; tutti i secoli proclameranno che tra i figli degli uomini non è nato mai uno più grande di Gesù”. Queste parole impressionano: Gesù è la vetta della storia dell’umanità, è il punto di partenza del più grande cambiamento della storia. 414 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 Ma chi è Gesù? Trema la voce nel dare la risposta: Gesù è Dio (Colui che, con una parola, ha creato la luce; Colui che ha creato la terra, sospesa nel vuoto, e la fa girare velocemente su se stessa nel vuoto con un asse appositamente inclinato per garantire il prodigio delle diverse stagioni; Colui che ha creato la nostra galassia, la Via Lattea, che ha il diametro di 100.000 anni luce: un miliardo di miliardi di miliardi di km!). Gesù è Dio, l’Onnipotente, e si è fatto uomo nel grembo di Maria e si è imparentato con l’umanità che ha rifiutato e ancora rifiuta Dio. Mistero di bontà, che lascia veramente con il fiato sospeso! 2. E perché è venuto in questo mondo e che cosa ha lasciato il passaggio di Gesù dentro la nostra storia? La risposta si trova guardando il Crocifisso. Andiamo ai piedi della Croce: Gesù si è lasciato colpire dai flagelli, si è lasciato sporcare dagli sputi, si è lasciato inchiodare al patibolo degli schiavi. Mentre è in questa condizione umiliante... gli giunge la più insidiosa provocazione. Coloro che passano davanti... gli dicono: “Tu, che distruggi il Tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei il Figlio di Dio, e scendi dalla croce. Ha salvato gli altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele: scenda ora dalla croce e noi crederemo in Lui!” (Mt 27,39-42). Perché Gesù non è sceso dalla Croce? Che cosa gli costava? Nulla! Aveva fermato il mare di Galilea agitato dalla tempesta... con una sola parola: “Fermati!”. E il mare aveva obbedito come un cagnolino! Aveva cambiato l’acqua in vino senza fatica... soltanto per salvare la gioia di un pranzo di nozze. Aveva sfamato migliaia e migliaia di persone, moltiplicando il pane con una semplice benedizione. Aveva guarito ciechi, storpi, zoppi... aveva ordinato a Lazzaro, morto da quattro giorni, di uscire dal sepolcro... e Lazzaro obbedì e riprese vita e uscì dal sepolcro con tutte le bende con cui era stato avvolto per la sepoltura. E potremmo continuare. Perché, allora, Gesù non scese dalla Croce? Non scese perché, se l’avesse fatto, ci avrebbe detto la più grande menzogna: ci avrebbe detto che la forza è onnipotente, ci avrebbe detto che il potere è onnipotente e governa la storia come un tiranno invincibile. No! La verità è ben diversa: Dio è Amore; la forza di Dio è l’Amore; l’Onnipotenza di Dio è onnipotenza di Amore e di Perdono! E, pertan- to, l’Amore... la Bontà è la forza vincente della storia. E resta sulla Croce trasformandola in un atto di amore infinito... e risponde a tutta la cattiveria umana dicendo: “Padre, perdonali!”. E, al primo mascalzone che accanto a Lui si pente e gli consegna il cuore pentito, Gesù promette: “Oggi sarai con me in Paradiso!” (Lc 23,43). E, da quel momento, l’onnipotenza dell’Amore di Dio sfida la cattiveria umana; attraversa la storia, e, dove trova un cuore aperto, lo trasforma creando i Santi. Quante meravigliose trasformazioni potremmo raccontare! E, alla fine della storia, tutti... tutti... saremo confrontati con l’Amore di Dio e saremo tutti pesati con la sola bilancia dell’Amore e ognuno varrà tanto quanto vale il suo amore. 3. Sostiamo ancora brevemente davanti al Crocifisso. L’annuncio cristiano sta tutto qui: “lo ritenni – dice S. Paolo ai cristiani di Corinto, che vivevano in una città corrottissima – io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo... e Cristo crocifisso” (1Cor 2,2). Però, ai cristiani di Filippi, Paolo scrive: “Molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – molti si comportano da nemici della Croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione... Perché il ventre (cioè, l’egoismo, l’orgoglio, l’avidità) è il loro Dio” (Fl 3,18ss). E questo falso “dio”, prima o poi, andrà in frantumi. Ma come si diventa nemici della Croce di Cristo? Per capirlo, dobbiamo tener presente che Gesù crocifisso è un’autentica mazzata (dico: mazzata!) contro le certezze diffuse nel mondo, ieri e, soprattutto, oggi! Infatti... che cosa grida la vicenda del Crocifisso, la vicenda di Dio che si lascia crocifiggere? Grida la certezza che i poveri sono più felici dei ricchi e il successo non si misura con la quantità degli applausi e dei soldi. Vedi il caso recentissimo di Michael Jackson... e di tantissimi altri! Il Crocifisso grida la certezza che i miti e gli onesti sono più forti dei malvagi e degli egoisti, i quali, secondo le parole coraggiose di Maria, alla fine si ritroveranno a mani vuote. Grida la certezza che i violenti e i prepotenti non sono i vincitori della storia. Ricordiamo le decise e precise parole del Salmo 37: “Ho visto l’empio ergersi come cedro rigoglioso... Sono ripassato e non c’era più, l’ho cercato e non l’ho più trovato”. Ricordiamo anche la lezione della storia: AD CHRONICAM ORDINIS 415 chi è più forte... Maria Goretti vittima, o Alessandro Serenelli, assassino? Chi è più forte... Massimiliano Kolbe, vittima, o Adolfo Hitler, assassino? La risposta della storia è più che eloquente e, un giorno, davanti a Dio sarà ancora più chiara e più evidente e più schiacciante. Il Crocifisso grida la certezza che i gaudenti (coloro che usano se stessi e tutti gli altri per la sola fame di piacere egoista e per la sola soddisfazione dei propri capricci) non sono liberi ed emancipati e, men che meno, sono felici! Luigi Santucci ha potuto scrivere, per esperienza personale, queste stupende parole: “Sappiano bene i gaudenti di questo mondo che noi evitiamo le loro orge non per paura dell’inferno, ma perché la limpidezza e la rettitudine morale rendono immensamente più felici”. E Julien Green nel suo diario ha potuto aggiungere senza esitazione: “Se volete sapere dove non abita la gioia, frequentate i luoghi di divertimento. Li troverete qualche briciola di piacere, ma di gioia neppure l’ombra”. Il Crocifisso grida la certezza che i persecutori sono perdenti, mentre le vittime escono vittoriose dalla storia. Confrontiamo la vicenda storica di Nerone... e di Pietro. Gesù Crocifisso e Risorto ci svela che Dio sta dalla parte dei poveri in spirito, dei miti, dei misericordiosi, dei puri di cuore, delle vittime di tutte le arroganze e di tutte le prepotenze degli uomini. E, contemporaneamente, il Crocifisso annuncia che l’Amore è l’Onnipotenza di Dio... e la Croce è un atto di infinito amore collocato dentro la storia... per salvarla. E questo atto di infinito amore si fa presente in ogni Eucaristia per combattere quotidianamente il nostro orgoglio, il nostro egoismo, la nostra cattiveria... e renderci vivi con la vita stessa di Dio, la vita della Carità. Francesco capisce che anche i cristiani possono tradire Cristo, possono rinnegarlo, possono allontanarsi da Lui, possono aprire crepe nella sua casa. Terribile responsabilità, che abbiamo tutti! Apriamo gli occhi! Che fare? “Ripara la mia casa!”. Francesco capisce che Gesù affida a ciascuno di noi il compito di riparare, di ricostruire... rispondendo all’Amore svelato nella Croce e collocato dentro il mondo con la Croce. E Francesco risponde facendosi povero, umile, mite, libero dai falsi poteri e dalle false ricchezze di questo mondo... e diventa un autentico cristiano... desideroso soltanto di vivere alla lettera il Vangelo di Gesù. Alla lettera! E, a La Verna, Gesù ha impresso le stimmate nel corpo di Francesco... per firmare l’autenticità della sua risposta. E per dire a tutti noi: la strada di Francesco è la strada del Vangelo, è la strada che anche noi siamo chiamati a seguire. “Ripara la mia casa, che, come vedi, va tutta in rovina”. Comincia oggi... tu... partendo della tua casa, dalla tua vita ancora poco cristiana. Non rimandare a domani, perché il domani non è nelle tue mani: tu possiedi soltanto l’oggi! Un giornalista disse un giorno a Madre Teresa: “Per quanto sia santa, anche lei vede che nella Chiesa tante cose non vanno bene. Che cosa bisognerebbe cambiare, prima di tutto?”. “Prima di tutto dovremmo cambiare io e lei: e subito la Chiesa diventerebbe migliore. Il resto non dipende da noi”. È il messaggio che vi consegno questa sera: è il messaggio di S. Francesco d’Assisi! 4. Francesco, deluso da tutte le esperienze precedenti (la guerra, il successo, il denaro... non l’avevano reso felice!), improvvisamente si trova davanti al Crocifisso nella piccola e povera chiesetta di San Damiano. E prende coscienza che la sua vita di cristiano è poco cristiana. Lo capisce davanti al Crocifisso... e cambia vita. Il Crocifisso gli parla e gli dice: “Francesco, Francesco, ripara la mia casa che, come vedi, va tutta in rovina”. Roma, Curia generale, 16-19.11.2009 † Angelo Card. Comastri [Notiziario della Provincia Toscana di San Francesco Stimmatizzato. Frati Minori, n. 5 (2009) pp. 34-36] 4. Incontro del Ministro e Definitorio generale con i Visitatori Dal 16 al 19 novembre 2009 si è tenuto, presso la Curia generale, l’incontro dei Visitatori generali con il Ministro generale e il suo Definitorio. Partecipanti Definitorio generale Fr. José Rodríguez Carballo (Min. gen.), Fr. Michael Anthony Perry (Vic. gen.), Fr. 416 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 Vincenzo Brocanelli (Def. gen.), Fr. Vicente-Emilio Felipe Tapia (Def. gen.), Fr. Nestor Inácio Schwerz (Def. gen.), Fr. Francis William Walte (Def. gen.), Fr. Roger Marchal (Def. gen.), Fr. Ernest Karol Siekierka (Def. gen.), Fr. Paskalis Bruno Syukur (Def. gen.), Fr. Julio César Bunader (Def. gen.), Fr. Vincent Mduduzi Zungu (Def. gen.), Fr. Aidan McGrath (Segr.Gen.). Visitatori Fr. Alberto Tosini, Prov. Liguriae Ss. Cordis BVM (Italia), pro Prov. Mediolanensis S. Caroli (Italia); Fr. Xavier Yu Su Il, Prov. Ss. Martyrum Coreanorum (Corea), pro Prov. BMV Reginae Sinarum (Taivania); Fr. Robert Hoogenboom, Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium (Nederlandia), Visitator et Delegatus Generalis ad 4 Provincias Coniungendas in Germania; Fr. Frans Gerritsma, Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium (Nederlandia), pro Prov. S. Ioseph Sponsi B.M.V. (Belgium); Fr. Rufin Maryjka, Prov. S. Mariae Angelorum (Polonia), pro Prov. Assumptionis BVM (Polonia); Fr. Wacław Michalczyk Vis. Assistens, Prov. S. Mariae Angelorum (Polonia), Prov. Assumptionis BVM (Polonia) pro Fratribus morantibus extra Poloniam; Fr. Livio Crisci, Prov. Tusciae S. Francisci Stigmat. (Italia), pro Prov. Venetiarum S. Antonii Patavini (Italia); Fr. Antonio Riccio, Prov. Samnito-Hirpina S. M. Gratiarum (Italia), pro Prov. Aprutiorum S. Bernardini Senensis (Italia); Fr. Carlo Serri, Prov. Aprutiorum S. Bernardini Senensis (Italia), pro Prov. Salernitano-Lucana Immaculatae Conceptionis BVM (Italia); Fr. Valmir Ramos, Vis. Assistens, Cust. Ss. Cordis Iesu (Brasilia), dep. a Prov. Neapolitana, pro Fund. Missionaria D. N. De Fatima (Brasilia), dep. a Prov. Salernitano-Lucana Immaculatae Conceptionis BVM; Fr. Juan I. Muro Aréchiga, Prov. B. Iuniperi Serra (Mexicum), pro Prov. S. Philippi a Iesu (Mexicum); Fr. Stipe Nosic, Prov. Dalmatiae S. Hieronymi (Croatia), pro Prov. S. Crucis (Slovenia); Fr. Jan M. Vianney Dohnal, Prov. Bohemiae et Moraviae S. Venceslai (Cecha Resp.), pro Prov. S. Salvatoris (Slovakia); Fr. Francesco Bravi , Prov. Mediolanensis S. Caroli (Italia), pro Cust. Terrae Sanctae; Fr. Jimmy Zammit, Vis. Assistens, Prov. S. Pauli Apostoli (Melita), Cust. Terrae Sanctae, pro Fratribus morantibus apud Commissariatus Vashington (USA) et Buenos Aires (Argentina) necnon in Domibus Syriae, Libani, Cypri, Rhodi et Aegypti.; Fr. José Ángel Eguiguren Iraola, Prov. Franciscana De Arant- zazu (Hispania), pro Prov. S. Iacobi de Compostela (Hispania); Fr. Ángel Esteban Talens Albiñana, Prov. Valentiae S. Ioseph Sponsi BVM (Hispania), pro Prov. Catalauniae S. Salvatoris ab Horta (Hispania); Fr. Manuel Tahoces Fernández, Prov. Baetica (Hispania), pro Prov. Valentiae S. Joseph Sponsi BVM (Hispania); Fr. Alex Antonio Arias, Cust. Immac. Conc. (Venetiola), dep. a Prov. S. Iacobi de Compostella (Hispania), pro Prov. Fluvii Platensis Assumpt. BVM (Argentina); Fr. Nicolas Dister Syukur, Cust. Aut. S. Francisci (Indonesia), pro Prov. S. Michaëlis Archangeli (Indonesia); Fr. Eduardo Metz, Prov. S. Crucis (Brasilia), pro Cust. Aut. S. Benedicit in Amazzonia (Brasilia); Fr. Fred Link, Prov. S. Joannis Bapt. (USA), pro Prov. Ss. Nominis Jesu (USA); Fr. Larry Dunham, Prov. N. D. de Guadalupe (USA), pro Prov. Immac. Conc. BVM (USA); Fr. Rachid Mistrih, Cust. Terrae Sanctae, pro Prov. S. Familiae (Aegyptus); Fr. Ambrose Nguyen Van Si, Prov. S. Francisci (Vietnamia), pro Cust. Aut. S. Antonii Patav. (Philippinae); Fr. Marko Puljic Vis. Assistens, Cust. S. Familiae dep. a Prov. Assumpt. BVM (Bosnia-Hercegovina), Prov. S. Crucis (Slovenia), pro Fratribus morantibus in USA; Fr. Marijan Glamocak, Vis. Assistens, Prov. Ss. Cyrilli et Methodii (Croatia), Prov. S. Crucis (Slovenia) pro Fratribus morantibus in Australia; Fr. Rubén Tierrablanca González, Delegatus Ministri Generalis, Prov. Ss. Petri et Pauli (Mexicum), Delegatus MG pro Fratribus Foederationis Marochiensis; Fr. Edwin Alvarado Segura, Prov. N. D. de Guadalupe (America Centralis et Panama), Cust. Immac. Conc. (Venetiola), dep. a Prov. S. Iacobi de Compostella (Hispania). Segreteria generale: Fr. Aidan McGrath, Fr. Stefano Lovato; Traduttori/Interpreti: Fr. Edwin Paniagua, Fr. Oscar G. Villalobos Avendaño, Fr. Giovanni Rinaldi; Verbalista: Fr. Stefano Lovato; Logistica: Fr. Azariasz Hess; Autista: Fr. Francisco Candray; Liturgia e Sagrestia: Fr. Gianni Califano, Fr. Raimundo Domínguez, Fr. Salvatore Wójtowicz; Culinaria/Refettorio: Fr. Ángel Flores, Fr. Pietro Tran Van Huan, Fr. Miguel Álvarez, Fr. Elias Dalla Rosa; Computer: Fr. Robert Bahčič; Internet: Fr. John Abela Agenda Dopo la Celebrazione delle Lodi e dell’Eucaristia, presieduta dal Vicario generale, Fr. AD CHRONICAM ORDINIS Michael Perry, l’incontro è iniziato nell’Aula “Duns Scoto” alle ore 9. Dopo la presentazione dei Partecipanti, il Ministro generale, Fr. J. R. Carballo, ha tenuto la sua Relazione su: «La Visita canonica: un tempo propizio per camminare partendo dal Vangelo». Dopo un breve dialogo con il Ministro si chiude la sessione del mattino. Nel primo pomeriggio i Visitatori lavorano in gruppi linguistici cercando di approfindire due argomenti: paure di fronte al compito della Visita e attese nei confronti della Visita. Alle 17.15 ci si è ritrovati in Aula per condividere quanto emerso nei lavori di gruppo. Nella prima parte della mattinata del giorno 17 novembre il Segretario generale, Fr. Aidan McGrath, ha presetnato gli Statuti Particolari della Visita canonica e della Presidenza del Capitolo provinciale. Subito dopo i Visitatori si sono incontrati nei gruppi di studio per la formulazione delle domande da sottoporre al Relatore nel primo pomeriggio. Nella seconda sessione pomeridiana Fr. Ernest Siekierka, Definorore generale, ha presentato il lavoro della Segreteria generale, e Fr. Valentino Menegatti, Segreatrio della Procura generale, ha illustrato il servizo che la Procura svolge a nome dell’Ordine. La mattinata della terza giornata è stata dedicata all’ascolto di due Relatori: Fr. Giancarlo Lati, Economo generale, ha illustarto le varie problematiche dell’Economia; Fr. M. Perry, Vicario generale, ha presentato il Documento del Capitolo generale 2009. Il pomeriggio è inziato con i lavori nei gruppi linguistici e si è concluso con la presentazione di alcune “questioni giuridiche” all’esperto Fr. Francesco Antonelli. L’ultima giornata è inziata con l’incontro personale con il Ministro e la Visita a vari Segretariati o Uffici della Curia, è proseguita con la verfica dell’incontro e si è conclusa con la Celebrazione eucaristica, presieduta dal Ministro generale. Fr. Luigi Perugini, ofm 5. La Pontificia Accademia Mariana Internazionale ha celebrato il 50° anniversario della sua promozione a Pontificia Il 20 dicembre 2009 la Pontificia Accademia Mariana Internazionale, affidata dalla Santa Sede all’Ordine dei Frati Minori, ha 417 celebrato il 50° anniversario del conferimento del titolo di “Pontificia”, concesso dal Beato Giovanni XXIII con il Motu proprio «Maiora in dies» promulgato l’8 dicembre 1959 (AAS 51, 1960, p. 26). La celebrazione commemorativa si è svolta presso il Collegio Internazionale di Sant’Antonio in Roma, dove si trova la sede operativa dell’Accademia, guidata dal Presidente, Fr. Vincenzo Battaglia ofm, e dal Segretario, Fr. Stefano Cecchin ofm. Alle 17.15 – nella Basilica di Sant’Antonio – il gruppo vocale “Vocalia Consort”, diretto dal maestro Marco Berrini, ha proposto una serie di brani incentrati sul tema «Ritratti di Maria. Immagini e vita della Vergine nella polifonia». L’esecuzione è stata di alto livello professionale ed artistico, ed ha ottenuto il plauso convinto e unanime del numeroso pubblico presente. Alle 18.30 si è svolta la solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal Ministro generale, Fr. José Rodriguez Carballo ofm. Tra i concelebranti erano presenti: P. Bernard Ardura O. Praem., Presidente del Pontificio Consiglio di Scienze Storiche, già Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura; i membri del Definitorio generale; il Segretario generale per la Formazione e gli Studi, Fr. Vidal Rodriguez; rappresentanti della Curia generale e delle Case dipendenti dal Ministro generale. Dopo la S. Messa, gli invitati si sono ritrovati insieme alla comunità locale per condividere la mensa nella fraternità e nella gioia. La storia della Pontificia Accademia Mariana Internazionale inizia con l’istituzione della Commissio Marialis Franciscana, avvenuta il 27 luglio 1946 per volontà del Definitorio generale dell’Ordine dei Frati Minori. La presidenza fu affidata a Fr. Carlo Balić ofm, che si era già messo in luce per la sua competenza nel campo degli studi scotisti e mariologici. Alla Commissione venne chiesto di preparare le celebrazioni per il primo centenario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione e di favorire gli studi per la successiva definizione dell’Assunzione della Vergine Maria. Questi compiti segnarono i primi passi di quella che sarà l’Accademia Mariana. L’Academia Mariana fu presentata ufficialmente all’Ordine il 29 aprile 1947 dal Ministro generale Fr. Pacifico Perantoni durante il «Primo Congresso Mariologico dei Frati Minori d’Italia» (Atti del Congresso nazionale mariano dei Frati Minori d’Italia, Commissio 418 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 Marialis Franciscana, Roma 1947, p. 16). Nel 1950 le fu affidata dalla Santa Sede l’organizzazione del 1° Congresso Mariologico Internazionale e dell’8° Congresso Mariano Internazionale che ne riprendeva la celebrazione sospesa a causa delle guerre mondiali. Da questo momento operò sempre con il nome di Academia Mariana Internationalis. All’Academia furono affidati i successivi Congressi del 1954 e del 1958. Per la buona riuscita di questi Congressi e in seguito alla richiesta fatta da Fr. Carlo Balić, l’8 dicembre 1959 il Sommo Pontefice Giovanni XXIII conferiva all’Accademia il titolo di “Pontificia”. Con questo atto dava un riconoscimento ufficiale alle attività della PAMI, quale ente internazionale e centrale per il coordinamento del lavoro mariologico delle singole società mariologiche nazionali e di singole entità scientifiche. «È nostro desiderio che questa nostra Accademia come ha fatto sin oggi, così abbia premura di adoperarsi per l’avvenire in modo amichevole unendo le forze e gli intenti con tutte le altre accademie e società mariane che esistono in tutto il mondo per contribuire a dare lode ed onore alla Vergine Maria». Inoltre, affidava all’Accademia il Consiglio Stabile per l’indizione e l’organizzazione scientifica dei Congressi Mariologico-Mariani Internazionali. La Pontificia Accademia Mariana Internazionale ha lo scopo di promuovere gli studi scientifici sulla beata Vergine Maria e di favorire l’autentica pietà mariana. I nuovi Statuti sono stati approvati da Giovanni Paolo II il 9 gennaio 1997. Nel perseguire le proprie finalità, l’Accademia opera in stretta collaborazione sia con il Pontificio Consiglio della Cultura, sia con le Società Mariologiche Nazionali e con vari centri accademici, tra cui la Pontificia Università Antonianum, con la quale è stata stipulata una convenzione che ha comportato, tra le varie iniziative, anche la creazione della cattedra di studi mariologici «Beato Giovanni Duns Scoto» nell’ambito della Facoltà di Teologia. Tra le attività scientifiche e culturali, il primo posto spetta ai Congressi MariologicoMariani Internazionali. L’Accademia è l’istituzione permanente deputata dalla Santa Sede a promuovere, organizzare e celebrare questi Congressi che si svolgono ogni quattro anni. Si tratta di avvenimenti il cui valore scientifico è riconosciuto a livello internazionale: consentono, infatti, agli studiosi e ai cultori di mariologia di tutto il mondo di incontrarsi per dialogare, per condividere i risultati delle loro ricerche e, allo stesso tempo, per lodare Dio Uno e Trino per le opere meravigliose compiute nella beata Vergine Maria Madre di Dio. I molteplici contributi scientifici vengono poi raccolti e pubblicati negli Atti. Il XXII Congresso si è svolto a Lourdes, dal 4 all’8 settembre del 2008, sul tema: «Le apparizioni della Beata Vergine Maria. Tra storia, fede e teologia». Considerando che finora sono stati celebrati 22 Congressi, si può ben dire che l’Accademia Mariana mette a disposizione degli studiosi una vera e propria biblioteca, che rappresenta ormai una fonte documentaria di primaria importanza per le ricerche in campo mariologico. Oltre agli Atti, l’attività editoriale comprende anche la collana «Studi mariologici», che conta già 12 titoli, e altri saggi monografici. Tra questi, va segnalato il testo a firma dell’Accademia: «La Madre del Signore. Memoria, presenza e speranza», Si tratta di un vero e proprio manuale orientativo per lo studio della mariologia, che – per il suo valore formativo – è stato tradotto in varie, lingue. L’Accademia promuove anche gli studi mariologici nell’ambito della scuola e della tradizione francescana. A tale riguardo, tra le varie iniziative, ha organizzato nel mese di dicembre del 2003, presso S. Maria degli Angeli-Assisi, un Congresso Mariologico Francescano sul tema: «La Scuola Francescana e l’Immacolata Concezione». Gli Atti sono stati pubblicati nella collana «Studi mariologici». Inoltre, l’Accademia porta avanti da alcuni anni l’opera di coordinamento tra i docenti e i cultori di mariologia, per favorire una formazione sempre più rigorosa e aggiornata nel campo degli studi mariologici. Per ulteriori informazioni e per tutte le notizie e gli aggiornamenti s può consultare il sito: www.accademiamariana.org Fr. Vincenzo Battaglia ofm Presidente 6. Inaugurato l’Auditorium Antonianum in Roma Roma, Pontificia Università Antoninum, 21.12.2009 Il Capitolo Generale del 2003 aveva deciso la ristrutturazione e la messa a norma dell’Aula Magna della PUA, indicandone modalità e AD CHRONICAM ORDINIS scopi (cfr. Il Signore ti dia pace, Proposte, 5054). I lavori di ristrutturazione sono andati per le lunghe, poiché il principale problema da risolvere era l’apertura di porte verso l’esterno, da utilizzare come vie di fuga. Infatti, l’immobile è ubicato nel Centro storico di Roma ed è protetto dalla Soprintendenza ai beni Culturali. Grazie a dei funzionari dello Stato molto comprensibili ed intelligenti, che hanno considerato la ristrutturazione come una “restituzione alla città” di un bene inutilizzato ed in deterioramento, è stata concessa l’opportunità di mettere a norma e riattivare una struttura valida ed importante per la stessa città di Roma. Finalmente il 21 dicembre 2009, alle ore 21, è stata inaugurata la nuova struttura, denominata Auditorium Antonianum, con uno spettacolo su «Francesco il frate piccolino». Durante lo spettacolo, ripreso dalla RAI e trasmesso il 5 gennaio 2010 in seconda serata, si sono alternati attori, che hanno proclamato dei brani degli Scritti e delle Biografie di san Francesco, e Frati, che hanno raccontato le loro esperienze: Fr. Mariano Guglielmoni del lebbrosario di Cumura in Guinea Bissau, Fr. Guido Trezzani del Villaggio dell’Arca in Kazakistan, Fr. Paul Iorio della Fraternità Internazionale di Palestrina e Fr. Eligio Gelmini di “Mondo X”. Alla serata inaugurale hanno partecipato circa 600 persone, il Ministro generale con il suo Definitorio e numerosi Frati della Case dipendenti dal Ministro generale. Per l’occasione, Fr. Alvaro Cacciotti, con alcuni suoi collaboratori, ha allestito una Mostra dal titolo: «Nel nome di Francesco una presenza senza confini», per ricordare l’VIII centenario della nascita dell’Ordine. Fr. Luigi Perugini 7. Capitolo generale dei Frati Minori 2009 I Frati Minori e la Missione evangelizzatrice Scelte creative e audaci Non si può essere veri discepoli se non si è nello stesso tempo anche testimoni e missionari di Gesù. Il Vangelo ricevuto e accolto non si può tenerlo solo per sé: bisogna restituirlo andando per il mondo ad annunciarlo a tutti gli uomini. È stata questa la grande consegna del recente Capitolo generale. 419 È senza dubbio di grande interesse, e istruttivo per tutti, leggere il documento finale, frutto del 187° capitolo generale che l’Ordine dei frati minori ha celebrato ad Assisi dal 24 maggio al 20 giugno di quest’anno. Si tratta di un documento sulla missione evangelizzatrice, “a carattere ispirazionale”, come scrive il ministro generale, Fr. José Rodríguez, nella “Presentazione”, di «una proposta piena di speranza per cammini da percorrere» e di un invito ad essere “evangelicamente creativi e audaci”, tenendo lo sguardo rivolto al futuro per «incarnare il dono del Vangelo nei diversi contesti in cui il Signore chiama ad essere presenti». Il capitolo ha avuto luogo in coincidenza con l’ottavo centenario dell’approvazione della forma vitae francescana e si è tenuto significativamente proprio nel luogo che ha visto nascere l’istituto. Il documento finale si pone al termine di un lungo laborioso cammino e possiede una forza ispirante molto forte. Non è stato quindi il risultato di una elaborazione compiuta a tavolino da una volenterosa quanto improvvisata commissione. «Abbiamo percorso, ha scritto fr. Carballo in una lettera in occasione della solennità di san Francesco, fissata nel calendario il 4 ottobre, tre anni di riflessione, di approfondimento, di riscoperta della “grazia delle origini”, e siamo stati ricondotti all’ispirazione originaria del nostro carisma, all’ “intuizione” primordiale di Francesco, ispirata dal Signore… è stato come un ritorno al “primo amore”». Ha quindi precisato: «Riandando all’origine del nostro carisma abbiamo incontrato con occhi nuovi Francesco, ma non abbiamo voluto tornare indietro, come a un passato storico e nostalgico: abbiamo invece rivisitato l’esperienza fondante di Francesco come l’icona del nostro futuro, come la forma vitae che tutti siamo chiamati a realizzare e rendere eloquente testimonianza per il mondo d’oggi». C’è quindi un filo ideale che collega passato e presente, destinato a prolungarsi nel futuro con rinnovato slancio. Il tema del capitolo è stato la missione evangelizzatrice, bene espressa nel titolo stesso: Portatori del dono del Vangelo: dono da ricevere e nello stesso tempo da restituire. «Parliamo di “dono”. Ha sottolineato Fr. Carballo, nel senso in cui egli ne parla, quando dice che il Signore gli “diede” dei fratelli, e parliamo di restituzione nel senso in cui egli dice: e restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti 420 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 rendiamogli grazie, perché procedono tutti da Lui. Tale restituzione si riferisce, dunque, anche alla espropriazione». Sono due aspetti che «coniugandosi, danno origine alla nostra vita e missione, situandoci nel contesto della vita, delle necessità, delle domande e delle sfide dei nostri popoli; per essi l’annuncio della buona Notizia del Regno di Dio, germe di un mondo nuovo di giustizia, di pace e di fraternità, vuol essere oggi più che mai generatore di speranza». Il dono del Vangelo Scrive il documento finale: «Il dono del Vangelo sta all’origine della nostra fraternità. Nel Testamento di Francesco il dono dei fratelli e quello della forma di vita evangelica sono strettamente uniti. Quando i primi due compagni di Francesco gli chiesero che cosa dovevano fare per vivere con lui, egli rispose: “Chiediamo consiglio a Cristo” e con loro si recò in chiesa per aprire tre volte il libro del Vangelo. In esso è Cristo che parla, e da questo ascolto della voce del Signore nasce quel nuovo legame nello Spirito che è la prima fraternità. Il piccolo gruppo di fratelli, germe dell’Ordine francescano, in questo momento fontale precede ogni distinzione ministeriale. Sono soltanto dei credenti che vogliono prendere sul serio il Vangelo. Fin dai primi giorni la Fraternità si scopre chiamata ad annunciare quello che vive. Tommaso da Celano narra che subito alle origini, quando i fratelli erano solo in otto, avvenne il primo invio per il mondo. Francesco e i suoi diventano così annunciatori ed evangelizzatori. Questo sarà un tratto caratteristico della vita francescana, cui viene dedicata esplicita attenzione in entrambe le Regole(cf Regola non bollata 14; Regola bollata 3). È itineranza, è simpatia per il mondo, dal quale non si vuole fuggire, ma nel quale si riconosce piuttosto il proprio chiostro, è condividere la vita dei poveri e di quelli che si trovano lungo la strada. Questo andare per il mondo è una restituzione del dono del Vangelo ricevuto. Francesco e i suoi mostrano di essere capaci di scelte che rendono concrete le loro intuizioni. Essi scelgono di non toccare denaro, ma non per questo rinunciano al lavoro o alla cura dei lebbrosi, scelgono di non andare a cavallo senza per questo rinunciare a girare per il mondo, rinunciano decisamente ai privilegi ecclesiastici, pur dichiarandosi sempre sudditi e soggetti ai piedi della santa Chiesa, scelgono di affidarsi alla Provvidenza per il loro sostentamento, e proprio per questo sono liberi di mangiare quello che sarà loro posto innanzi. In questo modo la prima Fraternità ci appare come una Fraternità profetica, una Fraternità-segno che sa leggere i segni dei tempi e incarnare il Vangelo in maniera concreta e comprensibile alla cultura del proprio tempo. Va ugualmente segnalata la fantasia evangelica con cui Francesco e i suoi sanno annunciare il Vangelo di pace: basti pensare al modo in cui egli riesce a rappacificare il vescovo e il podestà di Assisi, in lotta tra loro. Francesco agisce in maniera semplice e intelligente: non entra in merito alle questioni economiche o di potere che avevano diviso i due, non pretende di trovare una soluzione “politica”, ma semplicemente li invita ad ascoltare il Cantico, cioè una canzone di cui egli aveva composto parole e musica. La sua fantasia gli suggerisce il modo di aiutarli a risolvere le loro contese, a partire dal proprio dono. Che cosa c’è di più efficace della musica e del canto per muovere gli affetti e parlare al cuore? La “logica del dono” appare chiaramente come una alternativa alla logica del prezzo, del guadagno, dell’utilità e del potere, che dominava allora come anche nel mondo di oggi. Come Francesco e molti fratelli della nostra storia, che seppero porre i propri doni particolari al servizio della buona novella, anche noi ci sentiamo chiamati ad accogliere il dono del Vangelo e a restituirlo creativamente con la vita, con gesti concreti, mediante l’esercizio dei nostri doni specifici. Vogliamo imparare ad ascoltare la parola di Gesù e a restituirla agli uomini e alle donne di oggi, nello spirito del Vangelo (cf. Mt 25,40), camminando per le strade del mondo come frati minori evangelizzatori con il cuore rivolto al Signore». Vangelo, dono da restituire Riferendosi a questa indicazione capitolare, fr. Carballo nella lettera per il 4 ottobre, commenta: «Ma non possiamo essere veri discepoli se non siamo nello stesso tempo anche testimoni e missionari di Gesù, c’insegna san Francesco. Il Vangelo ricevuto e accolto non possiamo tenerlo solo per noi: dobbiamo restituirlo andando per il mondo ad annunciarlo a tutti gli uomini. È quanto il capitolo generale ci ha detto chiamandoci «portatori del dono del Vangelo». Sì, il Vangelo che è la nostra AD CHRONICAM ORDINIS forma vitae, il Vangelo che è all’origine delle nostre Fraternità e della nostra missione evangelizzatrice, dobbiamo restituirlo con la testimonianza dell’ amore reciproco nelle Fraternità, con l’annuncio esplicito, con te scelte evangeliche coraggiose per «incarnare il Vangelo in maniera concreta», con la fantasia creatrice che sa trovare, nelle diverse circostanze, forme nuove e adatte ai diversi destinatari del mondo odierno». Il documento finale del capitolo infatti osserva: «Nella sua essenza più profonda il Vangelo è un dono destinato a essere condiviso. L’invio ad evangelizzare sorge dalle sue stesse viscere ed è contemporaneamente una esigenza della fede. Una autentica esperienza di Dio, infatti, ci mette in movimento perché non è possibile sentire l’abbraccio infinito di un Dio follemente innamorato perché è amore e solo amore, senza sentire al medesimo tempo l’urgente necessità di condividere questa stessa esperienza con altri. In ultima analisi, evangelizzare è fare l’esperienza di Emmaus, ponendosi in cammino per fare una offerta di fede mediante una testimonianza condivisa; e colui che condivide, restituisce». Ma l’autentica esperienza di fede che mette in movimento richiede anche di interrogarsi sull’idea che si ha di Dio: quella di una fede monoteista o quella di Dio Trinità. Osserva infatti il documento capitolare: «A questo proposito è necessaria una sana autocritica e domandarci se l’immobilismo e lo stallo che minacciano di paralizzare ogni dinamismo evangelizzatore non stiano segnalando una crisi di fede che tocca alcuni di noi. E forse il nodo del problema non consiste nel fatto che non crediamo, ma piuttosto nel chiederci quale idea di Dio abbiamo posto al centro della nostra fede. Non si dà forse il caso che accentuiamo con eccessiva insistenza, in maniera unilaterale, il lato monoteista della nostra fede, a detrimento della sua dimensione trinitaria, nella quale si radica la sua originalità? Questa domanda è pertinente, perché l’invio ad evangelizzare ha senso soltanto a partire dalla fede in un Dio che è Padre e che dagli abissi della sua intimità di comunione e amore invia il suo Figlio ad annunciare e a rendere presente la buona novella del suo Regno per l’azione dello Spirito. Inoltre, solo a partire da questo presupposto di fede possiamo capire che la missione evangelizzatrice è essenzialmente inerente alla nostra vocazione francescana, visto che tutti abbiamo professato questa forma di vita sotto il segno 421 della fede trinitaria: a lode e gloria della santissima Trinità. Sul fondamento di una fede e di una spiritualità trinitarie possiamo entrare nella dinamica della logica del dono, che fa sì che la ricchezza dei doni che i fratelli apportano, insieme alla diversità di contesti sociali, culturali e religiosi che ci sfidano, conferisca alla missione del nostro Ordine la sua caratteristica di carismatica, e quindi plurale e diversa. Nella centralità dovuta al Dio trino come principio integratore della nostra vita, delle nostre Fraternità e dei doni dei fratelli, si gioca la speranza che anima la nostra missione evangelizzatrice». Una missione inter gentes Insistendo sull’aspetto del dono, fr. Carballo nella citata lettera per il 4 ottobre, osserva: «Ci preme sottolineare l’importanza assoluta di entrare tutti nella dinamica della logica del dono per superare anzitutto ogni forma di “immobilismo” spirituale e pastorale, per superare qualsiasi tendenza o tentazione di “autoreferenzialità” che chiude ogni orizzonte, in modo da aprirsi, anche espropriandosi di tante forme di indebita appropriazione, e andare ad «abitare le frontiere» antropologiche e sociali, curare le ferite provocate dalle «fessure di un mondo frammentato, con un impegno di integrazione per superare queste e altre dicotomie, come cammino di restituzione». Riteniamo ugualmente importante promuovere tra di noi una «sensibilità sociale» ed avviarci tutti verso una nuova «evangelizzazione condivisa» promuovendo «la condivisione della nostra missione con i laici» nostri fratelli». Il discorso si apre quindi alla missione che deve essere anzitutto, prima ancora di una missione ad gentes, una missione inter gentes. Ciò richiede, scrive il documento finale del capitolo, ampiezza di orizzonti, empatia verso il mondo, decentramento da se stessi e soprattutto inculturazione. «Un altro cammino di restituzione che il capitolo ha sottolineato in questi giorni è la cosiddetta missione inter gentes, espressione che indica un modo di renderci presenti là dove il Signore ci invia, come pure un atteggiamento verso il mondo. È un processo di inserimento nella realtà che ci fa condividere la vita dei nostri popoli con tutta la sua complessità. La missione inter gentes suppone questa empatia verso il mondo ed è conseguenza e prolungamento del mistero dell’incarnazione. Per annunciare la buona 422 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 novella del Regno, il Verbo – il primo minore – si fa carne in un corpo umano e si inserisce anche in un tempo storico, in una società e in una cultura concrete, condividendo così in tutto la condizione umana, eccetto il peccato (cf Gv 1,14; Eb 4,5; Fil 2,7-8; Preghiera eucaristica IV). Se Cristo è il paradigma di ogni evangelizzazione, l’incarnazione reale ed effettiva dell’evangelizzatore nella realtà socio-culturale di un popolo è una ineludibile esigenza della sua missione. Per realizzare questa desiderata incarnazione c’è bisogno di de-centrarsi da noi stessi, sull’esempio del Figlio di Dio che non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini ((cf Fil 2,6-7) . L’Ordine si sente chiamato ad essere meno autoreferenziale e ad essere più attento verso il divenire del mondo; a preoccuparsi meno per il proprio futuro e di più per il destino dell’umanità; a darsi da fare non tanto per adeguare le proprie strutture interne, quanto per adeguarsi ai tempi che corrono. Fenomeni come l’interculturalità, la rivendicazione e difesa dei diritti umani, l’emergere e il rendersi visibili delle minoranze di ogni tipo; la crisi del modello economico neo-liberale che impoverisce sempre più i settori deboli delle nostre popolazioni, lo spietato disastro ambientale, i fenomeni migratori, sono, tra gli altri, appelli che lo Spirito ci lancia e che chiedono risposta. Crediamo che lo Spirito continua ad agire, parlando e manifestandosi, oggi come ieri. La missione inter gentes implica un atteggiamento di simpatia per il mondo, come condizione per entrare in dialogo con gli uomini e le donne di oggi e per la evangelizzazione. Non si tratta di accomodarsi al mondo e tanto meno di sospendere ogni giudizio critico nei suoi confronti. Si tratta piuttosto di imparare ad essere capaci di gettare uno sguardo positivo sui contesti e sulle culture in cui siamo immersi, scoprendovi le inedite opportunità di grazia che il Signore ci offre.Viviamo un nuovo kairós che il Signore ci offre attraverso il collasso dei precedenti paradigmi sociali, culturali e religiosi, e l’emergere dei nuovi che accompagnano il cambio di epoca che stiamo vivendo. In tal modo la missione evangelizzatrice si converte in un movimento di andare e venire, che comporta un dare ma anche un ricevere, in un atteggiamento di dialogo. La missione inter gentes si esprime anche attraverso l’inculturazione. Sedotti da Cristo, Parola di Dio inculturata per eccellenza, anche noi vogliamo imparare a incarnare il messaggio evangelico nei diversi contesti in cui viviamo. Perché il Vangelo sia significativo non si deve aspettare che siano gli uomini e le donne di oggi a sforzarsi per capire quello che cerchiamo di trasmettere; piuttosto spetta a noi imparare il linguaggio del mondo e i suoi codici di comunicazione per rendere intelligibile il messaggio. Mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno, dice l’apostolo. E aggiunge: tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe con loro (1Cor 9,22b-23). La situazione della Chiesa al tempo di Francesco offre una lezione: prigioniera delle strutture feudali, aveva perso la capacità di comunicare il Vangelo alla società di allora, aveva perso il linguaggio della missione, le sfuggiva il nuovo mondo». Dall’inter gentes all’ad gentes «La missione inter gentes trova la sua piena espressione e, in certo modo, il suo compimento nella missione ad gentes. In molte occasioni il capitolo ha espresso per essa il suo sincero apprezzamento e ha sottolineato l’importanza di questo tratto essenziale di ogni evangelizzazione. La missione ad gentes, infatti, mette in singolare evidenza il momento iniziale della fede, che nasce dall’annuncio del kerigma a quanti ancora non conoscono il Vangelo e che chiama alla conversione. Per tale fede annunciata e condivisa lo Spirito genera legami di comunione da cui fa nascere la Chiesa. Questa dinamica missionaria appartiene essenzialmente alla fisionomia della Chiesa, obbediente al mandato di Gesù che dice: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28,19-20). Francesco e i suoi fratelli della prima ora furono particolarmente colpiti dai testi evangelici dell’invio in missione dei discepoli, che ispirarono il loro andare per il mondo sprovvisti di quanto poteva dar loro sicurezza (cf. Lc 9,3.). Questo è un tratto tipico della nostra tradizione francescana e fin dalle origini i Frati hanno saputo oltrepassare i confini, per avventurarsi al di là delle frontiere della cristianità. La storia della prima Fraternità è segnata da missioni oltre le montagne, verso il nord dell’Europa, e oltre il mare, verso l’Oriente. È Francesco che suscita queste prime spedizioni AD CHRONICAM ORDINIS missionarie fin dal Capitolo del 1217 ed è lui stesso che, due anni dopo, parte per l’Oriente...». Abitare le frontiere Un volta poste queste premesse è facile comprendere quali sono gli atteggiamenti che devono caratterizzare l’evangelizzatore e i luoghi in cui svolgere la sua attività. L’immagine che meglio ne delinea i tratti è quella dell’itineranza, che consiste nell’ “abitare e attraversare le frontiere”. «L’evangelizzatore - scrive il documento finale - è uno che continuamente attraversa confini per il semplice fatto di essere inviato. Può trattarsi di confini geografici, come talvolta accade nel caso delle missioni ad gentes, però ne esistono anche di altro tipo e dobbiamo imparare a oltrepassarli. Viviamo in società divise a settori dove talvolta le divisioni si fanno troppo rigide, originando così discriminazioni, esclusione e, in casi limite, violenza fisica, psichica e ideologica. Nell’attuale contesto sociale, ecclesiale e dell’Ordine stesso alcune di quelle divisioni hanno speciale rilevanza e ci spingono a esercitare la nostra itineranza attraversando frontiere come quelle che dividono uomo e donna, chierico e laico, ricco e povero, cultura e natura, anima e corpo, cittadino e immigrante, preghiera e lavoro, Ordine e mondo, comunità e soggetto individuale. Evangelizzare comporta la ricerca di rendere porosi i nostri confini per permettere il flusso della intercomunione e la intercomunicazione. Ancora una volta, solo la fede e la spiritualità trinitaria ci permetteranno di abitare le fessure di un mondo frammentato, con un impegno di integrazione per superare queste e altre dicotomie, come cammino di restituzione. Allo stesso tempo, esiste il fenomeno di altre frontiere che diventano imprecise e delimitano sempre meno. La globalizzazione può essere addotta come un esempio paradigmatico di tutto ciò. Essa è uno dei grandi paradossi del nostro tempo: per alcuni le frontiere diventano invalicabili, per altri quasi non esistono. Il fenomeno dell’immigrazione si iscrive in questa dialettica, specialmente quando si tratta di rifugiati. Ogni anno sono innumerevoli quelli che la miseria o la violenza espellono dai propri paesi e non sono pochi coloro che muoiono nell’intento di trovare i mezzi per sostentare le proprie necessità più elementari e quelle delle rispettive famiglie. La loro è una itineranza 423 povera e minoritica. Noi frati minori possiamo trovare uno spazio sociale in cui questi valori del nostro carisma siano meglio rappresentati? Una presenza evangelica tra di loro sarebbe un segno di restituzione particolarmente eloquente in questo mondo dove solo il flusso di denaro, di beni e di servizi trova libero transito, ma non le persone, e tanto meno i poveri, sacramento del Figlio di Dio che fu povero e ospite. In forza della sua incarnazione, il Verbo si pone dal lato della periferia, della vulnerabilità, della povertà. Non possiamo dimenticare, perciò, che “la nostra minorità, che ha Cristo come paradigma […], deve tradursi in scelte coraggiose, che ci portano “ad abbandonare alcune situazioni sociali ed ecclesiali per scegliere con maggiore decisione i luoghi di frontiera e la marginalità, che sono parte integrante della nostra tradizione”. Assistiamo alla nascita di un mondo nel quale sorgono diverse sensibilità che condividono lo spazio comune: africana, asiatica, latino-americana…; culture e religioni che fino a poco tempo fa erano maggioritarie in certi ambienti incominciano a non esserlo più, mentre altre vanno emergendo e riaffermando il proprio diritto ad essere riconosciute e ad esistere. Ormai non è necessario viaggiare per migliaia di chilometri per incontrare altre culture e altre religioni. Le opportunità per dialogare con esse stanno ormai a portata di mano. Formarci per il dialogo e restituire il Vangelo in questi ambiti è opera dello Spirito la cui azione non conosce frontiere, perché è lo Spirito che spinge ad andare sempre oltre, non solo in senso geografico, ma anche al di là delle barriere etniche e religiose, per una missione veramente universale» (Redemptoris missio 25; cf 30). I laici e l’evangelizzazione condivisa Un posto importante nella missione spetta ai laici. Il capitolo ha recepito questo principio e l’ha sottolineato con forte evidenza nel documento finale, tenendo presente anche la particolare sensibilità che esiste nell’Ordine dei frati minori, concepito e costituito fin dall’inizio come fraternità di chierici e laici, in cui è valorizzato il dono della vocazione religiosa laicale. «La missione di evangelizzare – si legge nel documento finale – appartiene a tutta la Chiesa, non solo ai ministri ordinati. Nella diversità dei ministeri, tutti i cristiani sono chiamati a rispondere alla parola del Signore 424 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 che invia ad annunciare la buona novella del Regno. Una corretta concezione di Chiesa riconosce nella comune condizione battesimale il fondamento dei diversi carismi e ministeri. Per questi motivi noi, frati minori, ci sentiamo chiamati a promuovere la condivisione della nostra missione con i laici come un atto di autentica restituzione del Vangelo, dono di Dio per tutta la sua Chiesa. Così i laici esercitano il loro diritto e dovere di ritenere, praticare e professare la fede trasmessa. Il laico è evangelizzatore per diritto proprio, non per graziosa concessione né tanto meno a titolo di supplenza per venire in soccorso alle nostre carenze di personale. Di conseguenza, dobbiamo entrare in una “conversione ecclesiologica” che ci faccia superare la mentalità clericale che ancora prevale tra alcuni fratelli. Un modello di Chiesa che fosse basato unicamente sul sacerdote e sul missionario chierico non permetterebbe una evangelizzazione condivisa, poiché questa implica la disponibilità a rinunciare a certe sicurezze e a cedere spazi di potere e di protagonismo. Per questo una tale restituzione sarebbe un segno concreto dello Spirito: e a noi, frati minori, spetta il compito di essere inventori profetici di segni. Il nostro Ordine, formato da frati chierici e laici, comprende e valorizza il dono della vocazione religiosa laicale. Riteniamo utile riprendere qualche orientamento emerso in questo capitolo a proposito dei frati laici. È stato ricordato che in alcune regioni dell’Ordine […]si vivono ancora situazioni di discriminazione per quanto riguarda le opportunità di formazione che, per la nostra legislazione, devono essere le stesse per tutti e che il modo di esercitare i nostri ministeri non sempre favorisce la partecipazione attiva dei Frati laici nella missione evangelizzatrice. A tale proposito, è stata ribadita l’esigenza di una formazione unica per tutti i frati, che però sia insieme rispettosa del dono di ciascun fratello e delle diverse vocazioni suscitate dallo Spirito. Bisogna che tutti i nostri candidati si formino per evangelizzare, non per esercitare un solo modello di evangelizzazione. In questo stesso ordine di idee dobbiamo chiederci se il clericalismo nell’Ordine non si deve in parte e in alcuni casi alle nostre attuali strutture formative che fanno sì che alcuni dei nostri fratelli in formazione con vocazione laicale finiscano per farsi ordinare semplicemente perché non trovano altri spazi con altre dinamiche formative fuori del cursus clericale». Un altro punto fondamentale sottolineato è che l’evangelizzazione esige un progetto fraterno di vita e di missione. Leggiamo ancora nel documento finale: «Nessun progetto di evangelizzazione è iniziativa o patrimonio personale di nessuno; è sempre la Fraternità che evangelizza. La reciproca cura che i fratelli si scambiano a somiglianza della comunione trinitaria ci chiede di coltivare particolare attenzione alla qualità della vita fraterna. Una parte importante del servizio di animazione dei ministri e guardiani è la ricerca dei mezzi per ricreare comunione, mutua comunicazione, calore e verità nelle relazioni reciproche. La vita segnata dal dinamismo del Vangelo si trasforma in passione incontenibile per il Regno. Bisogna dar forma alla vita per non perdere i frutti di quello che il Signore ha seminato. Manteniamo perciò la nostra convinzione che è necessario che le Fraternità e le Entità entrino in una cultura del progetto fraterno di vita e missione. Ciò che ci spinge a crederlo non è anzitutto una preoccupazione di efficacia operativa, ma piuttosto la necessità di integrare la missione evangelizzatrice nel contesto della nostra vita e di stabilirvi priorità che guidino le nostre decisioni. In questi anni abbiamo lavorato sulle priorità della nostra vita; ora affermiamo la convinzione che tra le priorità e la missione evangelizzatrice debba stabilirsi una dinamica circolare di alimentazione reciproca, all’interno della quale si inseriscono i nostri progetti. In questa ampia prospettiva, l’evangelizzazione si presenta come l’orizzonte di tutto il cammino di conversione del frate minore e quindi della formazione permanente. La missione non è semplicemente la dimensione “esterna” alla nostra vita. Infatti, «la stessa vita consacrata, sotto l’azione dello Spirito Santo che è all’origine di ogni vocazione e carisma, diventa missione, come lo è stata tutta la vita di Gesù» (Vita consecrata 72, citato in Siete stati chiamati a libertà 20). È necessaria anche una sensibilità sociale perché il contatto con la realtà, letta con gli strumenti critici delle scienze sociali e soggetta a discernimento con gli occhi della fede, ci suggerisca il progetto che il Signore ci chiede. Non possiamo voltare le spalle al divenire del mondo, specialmente in questi tempi nei quali la cultura postmoderna con il suo strascico di opportunità, ma anche di incertezze, di disincanto e di scetticismo, ci pone tante sfide. L’Ordine ha scelto di accompagnare 425 AD CHRONICAM ORDINIS questo mondo nel cammino, non come chi ha già pronte le risposte a tanti interrogativi che si pongono, ma perché alla pari dei nostri fratelli e sorelle, gli uomini e le donne di questo mondo, anche noi siamo mendicanti di senso. Saremo coerenti con questa scelta? Non si può dunque elaborare un progetto fraterno di vita e missione evangelizzatrice senza coscienza sociale. Perciò prima di preoccuparci di adeguare le nostre strutture dovremmo cominciare a leggere con attenzione i segni dei tempi e dei luoghi e lasciarci interpellare da essi. La spiritualità che alimenta la nostra vita e missione evangelizzatrice non è mai aliena dalla vita dei nostri popoli e da quanto la riguarda. La cosiddetta giustizia ambientale, la non violenza attiva, i rifugiati, gli emigranti, i senza terra, le minoranze etniche, l’uso etico e solidale delle risorse finanziarie, l’epidemia di AIDS, sono alcune delle realtà che devono essere portate nella preghiera e soggette a discernimento nella nostra pratica quotidiana della lettura orante della Parola. I valori della giustizia, della pace e dell’integrità del creato, che sono valori radicati nel Vangelo, devono rendersi naturalmente presenti nella nostra vita di orazione e devozione, come pure nella vita quotidiana e nell’esercizio dei nostri ministeri. Siamo chiamati a costruire ponti di dialogo, di incontro, di riconciliazione e di pace; ad essere messaggeri della cultura della vita in tutto l’arco del suo sviluppo; ad essere, infine, custodi di speranza. Il “ridimensionamento” delle presenze e delle Entità che spesso comporta chiusure e fusioni per le une e le altre è parte delle revisioni e ristrutturazioni. Si tratta di un processo doloroso nel quale, tuttavia, siamo chiamati a scoprire un momento di grazia pasquale per tentare di ridarci significato, in una maniera più semplice e più vulnerabile, ma anche più profetica e certo maggiormente da minori, là dove siamo già presenti. Nel nostro Ordine questo cambiamento è una realtà che si fa ogni volta più visibile e che può rappresentare una inedita opportunità per superare la mentalità provincialista e incrementare la interprovincialità e il senso di appartenenza alle Conferenze e all’Ordine». Per l’attuazione di queste linee, il documento finale riporta in dettaglio i cosiddetti “mandati” operativi da tradurre nei vari ambiti in cui è articolato l’Ordine. Fra i vari, segnaliamo soprattutto la forte insistenza sulla formazione alla missione evangelizzatrice, in vista di quella creatività e audacia di cui si parlava all’inizio. Lo sguardo dovrà essere sempre rivolto avanti. È detto infatti: «Senza tralasciare le attività di evangelizzazione ordinaria, si privilegino le nuove iniziative. Per favorire la dimensione missionaria ed evangelizzatrice, con un’attenzione particolare ai luoghi di frontiera e con nuove forme di evangelizzazione itinerante e di Fraternità “inserite”, il definitorio generale, con il coinvolgimento delle rispettive Conferenze, promuova itinerari formativi tipicamente francescani per Frati e laici insieme». Dopo otto secoli di feconda esistenza nella Chiesa, i frati minori riprendono così il loro cammino con rinnovata giovinezza e col loro esempio sono di incoraggiamento anche a tutta la vita consacrata, nel momento delicato e confuso che sta attraversando. Antonio Dall’Osto [Testimoni, n. 18 (2009) 22-29] 8. La ristampa anastatica della biografia di Fedele da Fanna artefice dell’edizione critica dell’Opera Omnia di san Bonaventura INTRODUZIONE ALLA RISTAMPA La divulgazione delle ricerche e degli studi in ambito francescano quasi sempre si è fortemente orientata su s. Francesco e i movimenti cui ha dato origine, e oggi più che mai sembra perseguire questa direzione, assecondando – talvolta lusingando – un bisogno reale o indotto di ricerca delle radici e dell’autenticità di una figura o di un messaggio spirituale, particolarmente vivo e sentito tra gli appartenenti di questo Ordine. Così fuori dai recinti eruditi, rappresentati da alcune sedi e riviste specializzate – che offrono contributi settoriali precisi e importanti, ma spesso poco attraenti per chi non pratica il duro esercizio delle analisi storiche, filologiche e paleografiche –, restano in ombra, per non dire ignote al grande pubblico di oggi, altre storie: quelle di avvenimenti, fatti e imprese, successi e sconfitte di uomini, che in vario modo e in vari ambiti – istituzionale, spirituale, dottrinale, economico, politico, artistico – dopo Francesco nel corso di secoli, ispirandosi all’esperienza e al modello della sua vita, hanno messo al servizio dell’Ordine le loro fatiche e il loro impegno intellettuale. 426 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 Una di queste storie è particolarmente avvincente e significativa: è la storia della vita di un uomo e, indissolubilmente legata a questa, quella della nascita e attuazione tra difficoltà di ogni genere, di una delle più grandi imprese scientifiche di tutti i tempi, che diverrà un modello per quelle coeve e future: l’edizione dell’Opera omnia di Bonaventura, il maggiore teologo francescano del secolo XIII. Ideatore del progetto scientifico e suo esecutore materiale fu Fedele da Fanna (18381881), un frate friulano di modeste origini, di malferma salute, schivo, poco diplomatico, ma di eccezionale capacità lavorativa, incredibile tenacia di propositi, appartenente Provincia Veneta di s. Francesco (fino al 1897 detta Riformata di s. Antonio), allora sotto l’Impero austro-ungarico, dove prima che l’italiano si parlava il veneto, il friulano, il tedesco e tra i dotti il latino. All’origine però dell’impresa, che difese e sostenne sempre con lungimirante convinzione, vi fu un altro uomo appartenente alla stessa Provincia: Bernardino da Portogruaro (1822-1895), prima Provinciale (1855-1861), poi per un lungo periodo Generale dell’Ordine (1869-1889). Di solida cultura e preparazione intellettuale, ma soprattutto attento e illuminato politico, già durante il suo provincialato avvertì l’esigenza di rinnovare e promuovere profondamente gli studi all’interno dell’Ordine, fortemente decaduti soprattutto in seguito alle soppressioni napoleoniche, e, attraverso una lettura più diretta di testi teologici e filosofici medievali, di formare frati intellettualmente e spiritualmente più preparati, colti, e religiosamente motivati. A tal fine egli curò personalmente una ristampa tascabile di tre opuscoli bonaventuriani, formulò direttive sui manuali e i testi filosofici e teologici da adottare nella sua Provincia indicando il Breviloquio di Bonaventura come testo di insegnamento di teologia dogmatica, e ne commissionò un’“edizione”, più precisamente una ristampa, con commenti e aggiunte. Guidato dai suoi intenti pedagogico-formativi, Bernardino riteneva fosse sufficiente ristampare e integrare le vecchie edizioni, e da Generale - in vista del VIo Centenario della morte di Bonaventura - incaricò Fedele di curare una “nuova edizione” delle opere di questo autore. Fedele da Fanna seguì un’altra via. Lavorando sul campo, ovvero studiando le vecchie edizioni di Bonaventura, capì e soprattutto mise in pratica ciò che fino ad allora nessuno aveva sistematicamente fatto: capì che un’edi- zione migliorata non bastava, sarebbe stato un lavoro di facciata, non avrebbe avuto i requisiti di edizione critica, insomma non sarebbe stata “una nuova edizione”. A suo giudizio era necessario infatti riprendere dalle fondamenta e a 360 gradi tutto il lavoro precedente, ossia per ricostruire un testo attendibile, ovvero critico, si doveva stabilirne l’autenticità, ricostruirlo filologicamente alla luce della sua tradizione manoscritta, documentarlo e valutarlo. E ciò era possibile soltanto dopo aver individuato, descritto ed esaminato minuziosamente tutti i testimoni manoscritti di un’opera conservati nelle varie biblioteche d’Europa, anche le più remote. Questo Fedele fece per un decennio dal 1871 all’80. Il libro racconta i viaggi scomodi in terza classe e a cavallo per tutta l’Europa, il vitto spesso insufficiente e cattivo, il freddo, il lavoro forsennato e insonne nei conventi, le visite negli archivi e nelle biblioteche anche le più inaccessibili alla ricerca, descrizione, studio di nuovi codici, le sofferenze fisiche e morali patite, le nevrosi di Fedele, le incomprensioni e invidie dei confratelli, la costante penuria di mezzi finanziari e di collaboratori, alcuni ignavi, altri incapaci, quasi sempre riottosi a una vita di simili sacrifici; ma racconta anche il sostegno sempre affettuoso, vigile e comprensivo di Bernardino, il grande credito e i riconoscimenti tributati dai dotti di tutta Europa, bibliotecari, uomini di studio, regnanti, che più dei suoi confratelli capirono il valore del suo impegno scientifico e i frutti che esso avrebbe dato: frutti che Fedele non riuscì a vedere, perché sfinito dalla stanchezza e dalla tisi, morì prima, nel Collegio s. Bonaventura di Quaracchi (Firenze), la casa di studio comperata da Bernardino per ospitare i materiali, la tipografia, e gli editori e collaboratori delle opere di Bonaventura e di altre iniziative editoriali francescane che si stavano avviando. Dietro a Fedele c’è sempre l’ombra paterna di Bernardino: la storia del primo ha singolari tratti comuni con quella del suo Generale: appartenenti alla stessa Provincia religiosa, la abbandonano presto per viaggiare austeri, in povertà e soprattutto senza sosta per tutta Europa: Fedele per motivi scientifici, Bernardino per scopi istituzionali e diplomatico-pastorale: la loro Provincia si è allargata, è diventata ormai tutto il continente europeo, del quale Fedele conosce più i manoscritti e i materiali documentari, Bernardino invece gli uomini. Hanno compiti e ruoli diversi nell’Ordine: il primo è AD CHRONICAM ORDINIS lo studioso che vive un po’ a margine, spesso insofferente perché si sente incompreso, non esaudito nelle sue richieste di mezzi e di personale; il secondo è piuttosto l’uomo d’azione che vive al centro dell’Ordine, in qualità di Generale, di grande mediatore di situazioni e avvenimenti che si trova a dover affrontare e decidere. Ambedue però sono motivati nel loro operare da un valore condiviso: quello dello studio, per Bernardino segno e condizione imprescindibile della vocazione sacerdotale, perché – come sosteneva nel suo programma da Generale – soltanto lo studio conduce alla scienza e questa è così necessaria al sacerdote che se la rifiuta, Dio lo rifiuta “ricusando il ministero del sacerdote ignorante”. Il valore dello studio, dunque: una sfida grande per quei tempi, nei quali, specie tra i giovani Francescani conoscenze dottrinali, impegno scientifico e ricerca rigorosa latitavano. Fedele da Fanna che non teorizza, ma opera concretamente gettando solidissime basi alla più grande impresa editoriale dei Francescani nell’Ottocento, che dà in senso metaforico e reale il sangue per essa, è certamente una delle incarnazioni più alte della nobiltà dello studio come vocazione, dovere e serietà. Tutto questo tratta il libro di Meneghin: esso è l’appassionante ricostruzione della biografia di Fedele, della storia delle origini e dello sviluppo dell’edizione dell’Opera omnia di Bonaventura e della fondazione del Collegio di Quaracchi, trasferito nel 1971 a Grottaferrata (Roma) e nel 2008 nel Collegio di S. Isidoro (Roma), e offre la presentazione di uno spaccato vivissimo della storia dei frati minori nel secolo XIX e della cultura neo-scolastica del tempo, della quale il da Fanna è un’espressione marginale (essendo più interessato ai manoscritti che ai dibattiti teorici), ma non per questo meno significativa. Complessivamente il libro rivela un segmento della storia culturale dei Francescani, appunto quella dell’Ottocento, che ancora oggi può insegnare molto. La figura di Fedele indica l’importanza dello studio, l’impegno di un grande rigore e l’austera nobiltà della ricerca scientifica che non fa sconti, non cerca scorciatoie, né compromessi, valori spesso disattesi oggi nel servire Dio e la sociètà con il lavoro intellettuale come in quello manuale. La ricostruzione di come nell’Ottocento si sia venuta configurando e attuando la grande edizione critica, indica come tra s. Francesco e 427 l’oggi si debba recuperare tutta una storia delle istituzioni, delle imprese dottrinali, di pratiche di studio e metodologiche, che al pari di s. Francesco, sono patrimonio costitutivo della storia dell’Ordine, e pertanto devono essere attentamente prese in considerazione. Il giusto e ponderato rilievo che nel libro di Meneghin assume la Provincia Veneta di s. Francesco, testimonia che forse un efficace modo per tentare di tracciare una storia dell’Ordine dei Francescani è partire dalle microstorie delle singole province religiose, dall’osservazione dei loro caratteri identitari prima di intraprendere ricostruzioni e sintesi complessive. Rivolgendosi nel 1940 ai lettori, Meneghin osservava che il nome del da Fanna - per un decennio della sua breve vita onorato dagli studiosi di tutta Europa - ai suoi tempi “non era del tutto ignorato dagli studiosi di cose francescane e particolarmente dai cultori della Scolastica medioevale”. Oggi non è così. Pochi - giovani francescani e non - affrontano ormai i testi di Bonaventura nell’Opera omnia; pochi sanno che cosa è stato il Collegio di Quaracchi; quasi nessuno ormai chi sia stato Fedele e che cosa abbia fatto. Soltanto chi studia come si sono costituite le grandi edizioni critiche dell’Ottocento, francescane e non, sa che Fedele ha cambiato radicalmente il modo di far ricerca sui manoscritti e sulle edizioni. Non sa però come materialmente egli abbia elaborato un metodo di ricerca, concretamente abbia lavorato, quale ricchissima documentazione abbia lasciato: non conosce soprattutto le condizioni avventurose, difficili, talvolta penose affrontate da questo frate, che malgrado tutto ha sempre creduto con tenacia, senza tentennamenti al valore della sua impresa. Se, dunque, ai tempi di Meneghin il nome di Fedele era ancora noto, oggi rischia fortemente di non esserlo più: per questo motivo, si ritiene opportuno ristampare il libro rimettendolo così in circolazione, e non solo perché i Francescani riscoprano un loro confratello e trovino in lui un esempio al quale ispirarsi, ma più in generale perché chi studia il pensiero di Bonaventura non sulle traduzioni, ma sul testo critico di Quaracchi, sappia chi c’è stato in carne ed ossa dietro di esso, quale genesi e vicissitudini ha avuto, il duro e lungo lavoro costato. Ma vi è un altro motivo: nel panorama delle letteratura francescana contemporanea vi è una certa dicotomia tra contributi docu- 428 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 mentati, eruditi, ma noiosi “per chi non è del mestiere”, e un proliferare di libri divulgativi, brillanti, ma spesso di esiguo spessore storicoscientifico. Fare alta divulgazione scientifica, e proprio nell’era della comunicazione e con tutti i mezzi ora a disposizione, è diventato difficile, eppure è più che mai necessario: non basta infatti conoscere, conservare la memoria del passato - come si ripete di frequente oggi - ma bisogna comunicarla, saperla trasmettere senza banalizzazioni e semplificazioni di facile richiamo. Ora Meneghin ha fatto proprio questo e per tale motivo il suo modo di fare ricerca e di divulgarla, consegnato in questo libro, è un valido modello. Ma come è nata questa ricerca? Chi era Meneghin? Nel 1938, in occasione del centenario della nascita di Fedele, il provinciale della Provincia Veneta di s. Francesco, I. Beschin, autore di una monografia su Bernardino da Portogruaro, commissiona una completa biografia del da Fanna a Vittorino Meneghin (1908-1993), bibliotecario/archivista a S. Michele in Isola (Ve), luogo di conservazione della maggior parte del materiale documentario della Provincia. Di solida formazione archivistica, storica e teologica, e come Bernardino dotato di ampi interessi in ambito letterario ed egli stesso fine letterato dalla prosa semplice, ma allo stesso tempo concreta e pregnante, Meneghin, mosso da intenti scientifici, prima che celebrativi, lavora sui documenti, come era nella migliore tradizione degli storici francescani. Frequenta assiduamente biblioteche e archivi: quello della sua Provincia anzitutto, l’Archivio generale OFM a Roma e quello del Collegio s. Bonaventura a Quaracchi. In essi trova, legge, trascrive e ordina cronologicamente copioso materiale in massima parte inedito: principalmente lettere, ma anche note di spesa e promemoria. Di tale materiale 138 pezzi sono riportati nel libro e ne formano circa la metà. Una cospicua parte di essi è costituito dalle lettere di Fedele a Bernardino inviate durante i suoi viaggi da tutt’Europa. Meneghin inoltre, in base alla documentazione reperita, ricostruisce e presenta in tabel- le ordinate cronologicamente le singole tappe dei viaggi di lavoro di Fedele dal 1871 all’80, indicando giorno, mese, anno e luogo e stila un catalogo delle 410 biblioteche da lui visitate nel corso di tali itinerari. Questo nudo elenco dei viaggi e delle biblioteche frequentate è più eloquente di tante parole per cogliere l’eccezionalità e il respiro dell’impresa del da Fanna, considerate le distanze, il poco tempo a disposizione, la penuria e la lentezza dei mezzi di comunicazioni, lo scarso aiuto dei confratelli. Ma Meneghin non si limita a questo, perché nella prima parte del libro, quella che si ristampa, collega ed espone tutti i dati documentari da lui raccolti in una narrazione che ha il ritmo sinuoso e coinvolgente - a tratti commovente come nella descrizione degli ultimi giorni di Fedele - di un romanzo e che l’ampio corredo fotografico rende ancora più viva. L’uomo d’archivio, di biblioteca ha questo grande dono: sa scrivere, e bene, e proprio per questo ha un’efficace capacità comunicativa. E non è solo questo: la sua intelligente passione e il risultato della sua ricerca sono per noi, oggi più che mai fissi davanti allo schermo di un computer, un invito a frequentare di nuovo e di persona, non solo virtualmente, archivi e biblioteche; a scoprire il fascino e l’imprevedibilità di ricchezze inesauribili; a cercare le carte, palparle, annusarne l’odore, trascriverle; a decifrare le grafie, quella nervosa di Fedele e quella più posata di Bernardino. Il libro di Meneghin, infine, invita a ritornare alla dimensione della pazienza, della cura, del dettaglio, perché indagini come le sue richiedono, tempo, dedizione e diligenza e trovano forma in pagine dagli ampi margini, dai caratteri nitidi, e istoriate con eleganti fregi; e tutto questo, soprattutto oggi, non è poco. Roma, 17 settembre 2009, nel 750° dell’Itinerarium mentis in Deum Barbara Faes Consiglio Nazionale delle Ricerche ISPF, Milano AD CHRONICAM ORDINIS 429 9. 100 anni fa S. Maria degli Angeli veniva dichiarata Basilica Patriarcale e Cappella Papale SS. D. N. Pii PP. X. Litterae Apostolicae quibus Ecclesia S. Mariæ Angelorum in Portiuncula Caput et Mater Ordinis Minorum Basilica Patriarchalis et Cappella Papalis declaratur Lettera Apostolica del Signore Nostro Pio Papa X colla quale la chiesa di S. Maria degli Angeli o Porziuncola Capo e Madre dell’Ordine Minoritico è dichiarata Basilica Patriarcale e Cappella Papale PIUS PP. X. AD PERPETUAM REI MEMORIAM. PIO PP. X. A PERPETUA MEMORIA Omnipotens ac misericors Dominus, qui in terram universam, sicut imbres salutares, coelestes gratias effundit, sapientissimo Suae Providentiae consilio sanctiora quaedam in orbe loca praesenti numine illustrat, ut inde christianus populus, quasi e fonte perenni, divina charismata uberiori haustu nanciscatur. Celeberrima haec inter Sanctuaria, quis dubitet esse accensendum illud Sanctae Mariae ab Angelis, sive de Portiuncula appellatum, inclyti Franciscalis Ordinis origine clarum ac nedum Italiae, sed etiam totius Catholici mundi ornamentum ac decus? Memoriae traditum est, quarto reparatae salutis saeculo, dum Petri Cathedram obtineret sanctae memoriae decessor Noster Liberius Pontifex, quatuor pios fideles peregre Ierusalem advenientes, consedisse in valle, Assisii moenibus supposita, ibique Sacellum aedificasse, quod ob fragmentum sepulchri Deiparae, una cum insignibus reliquiis a Cyrillo Patriarcha acceptis, eodem in Sacello depositum, Sanctae Mariae a Iosaphat dicarunt. Ex hoc fragmine Beati illius sepulchri, ubi Virginis corpus iacuit, brevi sideribus inter Angelorum choros assumptum, Mariae ab Angelis nomen aediculae est factum. Hanc Sanctus Benedictus Monachorum Occidentis pater anno dxi post Christum natum instauravit eideimque dono adsignavit modicam continentis agri partem, unde Portiuncula dicta fuit. Sanctissimae vitae monachi et heremitae illam per saecula summa religione excoluerunt, atque etiam cum iniuria temporum pene diruta mansit. Assisienses cives labentem Virginis ab Angelis aediculam pie celebrarunt, ipsaque divi Francisci genitrix Pica fertur ibidern maternitatis gratiam assequuta fuisse. Hoc igitur Sacellum vel a prima iuventute gratum acceptumque Francisco fuit, qui filiali illud obsequio recolens restituendum prius ornandumque curavit, ac postea evangelicae perfectionis viam, Deo vocante, ingressus, L’Onnipotente e misericordioso Iddio, che spande su tutta la terra, a modo di piogge salutari, le celestiali sue grazie, per sapientissimo consiglio di Sua Provvidenza predilige e illustra con particolari favori alcuni luoghi nel mondo, affinché il popolo cristiano ne tragga, come da fonte perenne, i divini carismi in più larga copia. Tra questi celeberrimi Santuari senza alcun dubbio si deve annoverare quello chiamato di Santa Maria degli Angeli o della Porziuncola, insigne per l’origine dell’inclito Ordine Francescano, e ornamento e decoro non dell’Italia soltanto, ma di tutto il mondo cattolico. Si narra che nel quarto secolo dell’era cristiana, sotto il pontificato di Liberio, Nostro Predecessore di santa memoria, quattro pii fedeli venuti da Gerusalemme si fermarono nella valle sottostante alle mura di Assisi, ed ivi costruissero una Cappella che dedicarono a Santa Maria di Giosafat per avervi riposto un frammento del Sepolcro della Divina Madre con altre reliquie avute in dono dal Patriarca Cirillo. Pel frammento di quel beato sepolcro, in cui giacque il corpo della Vergine assunta ben presto al cielo fra i cori angelici, la Cappella, fu chiamata Santa Maria degli Angeli. Nell’anno dxi dell’era cristiana, san Benedetto Patriarca dei Monaci d’Occidente restaurò la Cappella, assegnandole in dono una porzioncella del vicino terreno, donde prese il nome di Porziuncola. Per lo spazio di qualche secolo la ebbero in custodia monaci e romiti di vita santissima, ed anche quando, per ingiuria dei tempi, era rimasta quasi diruta, i cittadini d’Assisi frequentarono devoti la cadente Edicola della Vergine degli Angeli, e la stessa Pica, genitrice di Francesco, vuolsi che quivi ottenesse la grazia della maternità. Pertanto questa Cappella fu cara e diletta fin dai più teneri anni a Francesco, il quale onorandola con ossequio di figlio, primamente la volle restaurata e ornata, e poi, entrato per divina vocazione nella via della perfezione evangelica, 430 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 Minoritici Ordinis fundamenta ibi posuit. Primis enim sibi adscitis Sodalibus, hic mirabilem illam paupertatis, obedientiae et sacri apostolatus regulam mente molitus est, quam paulo post Romae Innocentius Papa III, clarae memoriae praedecessor Noster, coelesti visu monitus, ut labantes Lateranas aedes Francisci ope atque opera reficeret, oblatam ab Ipso sancto, Eoque adstante, die xvi mensis Aprilis anno mccix auctoritate Apostolica probavit. Hoc ctiam in loco, ubi Fratrum Minorum Ordinem inchoaverat feliciter, Clarae nobili Assisiensi puellae rudem Seraphicae religionis tunicam Franciscus imposuit, eaque pia caeremonia sacram Monialium Franciscalium familiam instituit. Hic primi sunt habiti capitulares coetus, hic celeberrima est legifero Patri illa divini Salvatoris ac Mariae Virginis obiecta coelestis visio, unde Portiunculae indulgentiae manavit. Quam vero vivens ante omnes dilexerat tantisqnc miraculis illustraverat sedem, etiam in morte Sanctus confratribus suis commendavit: «Videte, filii, ne unquam hunc locum relinquatis, nam locus iste vere sanctus est et habitatio Christi ac Virginis matris eius» . Hic penes aram Virginis ab Angelis et Portiunculae Sanctuarium mandavit Franciscus asservari post obitum cor suum, quasi significaret hunc locum eum esse, quem prae omnibus adamasset in terris: hic optavit mortalis aevi cursum implere: huc iussit socios se morientem adducerent: hic denique dissolvi cupiens et cum Christo esse, in dulcissimo asylo supremum diem placide obiit. Sed postquam Sanctus fundator e vivis excessit, et corpus Eius Assisii in praenobili Basilica conditum est, non intermisso tamen per saecula concursu, christianus populus aedes Sanctae Mariae Angelorum sive de Portiuncula celebravit. Innumeri quotannis ex omni conditione cives, advenae principes, dynastae, reges atque imperatores ad indulgentiam rite acquirendam illuc peregre convenerunt, atque etiam in praesens, die pro lucrandis indulgentiis designata maximum templum confluentium peregrinorum turmis continendis aegre par est. Nec paulum honoris eidem Sanctuario ex eo accessit, quod plures Romani Pontifices Nostri Decessores, nempe Gregorius IX, Innocentius IV, Clemens IV, Honorius IV, Benedictus XI, Urbanus VI et Bonifacius IX devotam ad templum Sanctae Mariae Ange- gittò ivi i fondamenti dell’Ordine Minoritico. Imperocché uniti a sé i primi Compagni, quivi concepì e maturò nella mente quella meravigliosa regola di povertà, di obbedienza e di sacro apostolato, che poco dopo Innocenzo Papa III, Predecessore Nostro di chiara memoria, il quale era stato ammonito da celeste visione di riparare, coll’aiuto e coll’opera di Francesco, il Laterano minacciante rovina, approvò in Roma con autorità Apostolica il giorno 16 aprile dell’anno mccix al cospetto dello stesso Santo che gliel’aveva presentata. Qui ancora, dove felicemente aveva dato principio all’Ordine dei Frati Minori, Francesco impose la ruvida tonaca della serafica religione a Chiara nobile donzella Assisana, e con quella pia cerimonia istituì la sacra famiglia delle Monache Francescane. Qui si tennero le prime capitolari adunanze; qui il Santo Patriarca ebbe quella celeste apparizione di Gesù e di Maria, dalla quale trasse origine l’indulgenza della Porziuncola. Quel luogo poi che il Santo in vita aveva amato più d’ogni altro e illustrato con tanti miracoli, anche in morte volle raccomandato a’ suoi Frati. «Badate, figliuoli, di non abbandonare mai questo luogo, poiché desso veramente è santo e abitazione di Cristo e della Vergine sua Madre». Qui presso l’altare della Vergine degli Angeli e il Santuario della Porziuncola comandò Francesco che si conservasse dopo la morte il suo cuore, per significare esser questo il luogo cui egli aveva amato a preferenza d’ogni altro sulla terra: qui desiderò di chiudere la mortale carriera: qua moriente volle essere portato dai compagni: qui, finalmente, bramando di sciogliersi ed essere con Cristo nel suo dolcissimo asilo placidamente s’addormentò nel Signore. Dopo che il Santo Fondatore passò di vita e il corpo di Lui fu riposto nella nobilissima Basilica Assisiense, non cessarono giammai i fedeli nel corso dei secoli dal frequentare la chiesa di Santa Maria degli Angeli ossia della Porziuncola. Tutti gli anni innumerevoli cittadini d’ogni condizione, principi stranieri, dinasti, re ed imperatori colà si recarono da lontani paesi per lucrare l’indulgenza, e anche oggidì tanta è la moltitudine dei pellegrini nei giorni assegnati per l’acquisto delle indulgenze, che il vastissimo tempio a stento li può contenere. Né fu piccolo onore per lo stesso Santuario, che parecchi Romani Pontefici, Nostri Predecessori, cioè Gregorio IX, Innocenzo IV, Clemente IV, Onorio IV, Benedetto XI, Urbano VI e Bonifacio IX siansi recati in devoto pellegrinaggio al tempio di Santa Maria AD CHRONICAM ORDINIS lorum peregrinationem susceperint, atque in continenti coenobio interdum morati sint, ut non modo Sanctuarium venerarentur, verum etiam singulare, quo flagrarent, in Portiunculam studium ostenderent, et sacras easdem aedes praesentia Pontificiae Maiestatis implerent. Sanctuarium ipsum invisere Pius II, Xistus IV, Iulius II, Clemens VII, Paulus III, ac Pius VII, quorum postremus Romam repetens die xv Maii mensis anno mdcccv in templo Angelorum Eucharisticum Sacrum litavit. Romani etiam Pontifices Gregorius XVI et Pius IX, recentioribus temporibus, Ecclesiam ipsam ab Angelis augusta visitatione cohonestarunt. Meminisse tamen potissimum juvat Pium V sanctae memoriae, Decessorem Nostrum, cuius munificentia in custodiam venerandae aediculae de Portiuncula excitatum fuit immani molitione templum, amplitudine, structura ac mirandis operibus splendidum, cum arduo ac mirifico tholo, qui longe lateque prospiciens totius Umbriae incolis Seraphici Patris gloriam enarrat. Nec minus memoria dignum arbitramur, Gregorium Papam XVI, qui eversam terraemotu Ecclesiam anno mdcccxl restituit novoque cultu decorandam curavit. Sollicitam quoque curam Romani Pontifices Nostri Decessores gesserunt, ut in sancto loco, in quo Franciscus pater gratiae spiritum acceperat, suique Ordinis iecerat fundamenta, religiosi viri eius filii regulam ab Illo praescriptam et huius Sanctae Sedis auctoritate probatam accuratiori studio servarent. Sapienti prorsus consilio etiam iidem Nostri Praedecessores consuluerunt, ut gloriosae traditiones ac memoriae Portiunculae debito in honore haberentur omnes, atque immutatae perseverarent. Ad haec suum in Portiunculam peculiarem cultum latis etiam sollemnibus decretis demonstrarunt, quibus prohibuere ne quis circa ambitum Sanctuarii, vel adnexi conventus, habitationis domos vel stabiles tabernas condere auderet; aliisque praeterea decretis tum aquaeductus reparationibus tum viarum conservationi providerunt. Iidem denique Pontifices Sacris Iubilaei annis indulgentiam de Portiuncula in templo Angelorum lucrandam ab universali indulgentiarum suspensione iugiter exceperunt, probe reputantes non decere indulgentiam a Deo immediate derivatam per Pontifices revocari vel suspendi. Non intermissa vero liberalitate placuit Decessoribus Nostris, multiplicibus spiritualium gratiarum thesauris ac singularibus 431 degli Angeli ed abbiano talvolta fatto dimora nell’attiguo convento, mostrando per tal modo non solo la loro venerazione per il Santuario, ma anche il particolare affetto di cui ardevano verso la Porziuncola, e riempiendo quelle sacre mura colla presenza della Maestà Pontificia. Lo stesso Santuario ebbe visitatori Pio II, Sisto IV, Giulio II, Clemente VII, Paolo III e Pio VII, il quale ultimo, tornando a Roma il giorno xv Maggio dell’anno mdcccv, celebrò il Sacrificio Eucaristico nel tempio degli Angeli. Anche in tempi a noi più vicini, i Romani Pontefici Gregorio XVI e Pio IX onorarono la stessa Chiesa degli Angeli con la loro augusta visita. Ma Ci piace rammentare principalmente Pio V di santa memoria, Predecessore Nostro, per la cui munificenza fu costruito a custodia della veneranda chiesetta di Porziuncola un grandiosissimo tempio, splendido per ampiezza, architettura ed opere meravigliose, coronato da elegantissima cupola, che, slanciandosi alta nello spazio, narra agli abitatori di tutta l’Umbria la gloria del Serafico Padre. Non meno degno di memoria Ci pare che sia Gregorio XVI, per cura del quale la Chiesa, rovinata dal terremoto fu riedificata e di nuove opere abbellita verso l’anno mdcccxl. I Romani Pontefici, Nostri Predecessori, ebbero anche a cuore, che nel luogo santo, dove Francesco aveva ricevuto lo spirito della grazia e gittati i fondamenti del suo Ordine, i religiosi suoi figli osservassero più accuratamente la regola da Lui prescritta e approvata dall’autorità di questa Santa Sede. Con savio consiglio provvidero altresì gli stessi Nostri Predecessori, che le gloriose tradizioni e memorie della Porziuncola si avessero tutte nel dovuto onore e si mantenessero inviolate. Manifestarono inoltre la loro speciale affezione verso la Porziuncola, promulgando solenni decreti, coi quali proibirono che nessuno ardisse di fabbricare case o botteghe stabili prossime all’ambito del Santuario e dell’annesso convento; e con altri decreti provvidero ai restauri dell’acquedotto e alla manutenzione delle strade. Finalmente gli stessi Pontefici negli anni santi del Giubileo vollero sempre eccettuata l’indulgenza della Porziuncola dalla universale sospensione delle indulgenze, rettamente giudicando non doversi revocare o sospendere dai Pontefici un’indulgenza derivata immediatamente da Dio. Con liberalità non mai interrotta, sino dai primordi dell’Ordine Serafico, piacque ai Nostri Predecessori di ornare, am- 432 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 indulgentiis praecipuisque privilegiis, vel a primordiis Seraphici Ordinis Sacram eamdem aedem cohonestare, augere atque locupletare. Enitet prae ceteris omnino singularis atque in universo Catholico orbe percelebris plenaria de Portiuncula nuncupata indulgentia, quotannis a fidelibus sacramentali admissorum confessione expiatis, die secunda mensis Augusti, a primis vesperis usque ad occasum solis diei eiusdern toties lucranda quotidies Sacellum de Portiuncula visitent. Alia autem inter peculiaria privilegia accenseri debent, indulgentia plenaria perpetua consuetis sub conditionibus in Angelorum templo quotidíe acquirenda, quam Decessor Noster Innocentius Papa XII largitus est Pontificiis Literis, quarum initium est «Redemptoris» die xviii mensis Augusti anno mdclxxxxv datis; nec non similiter plenaria, quotannis die anniversario Consecrationis templi eiusdem a fidelibus ex utroque sexu lucranda, qui admissorum confessione expiati et coelestibus epulis refecti, Ecclesiam Angelorum, a primis vesperis ad occasum solis eiusdem diei, pro Christianorum Principum concordia, haeresum extirpatione, peccatorum conversione ac Sanctae Matris Ecclesiae exaltatione pias ad Deum preces fundentes visitent; quam indulgentiam anno mdcccxxxx a clarae memoriae Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinali Lambruschini vivae vocis oraculo prolatam accepimus. Praeterea eodem in templo Angelorum pio fidelium sodalitio canonice instituto Pius Papa IX recolendae memoriae, Decessor Noster, Archisodalitatis titulum singularesque indulgentias impertitus est. Tandem tum privilegia Missarum pro defunctis a Purgatorii poenis vindicandis, quibus plura pollent templi eiusdem altaria; tum privilegium Missae votivae pro nonnullis Portiunculae Sacellis; tum peculiares facultates pro confessariis ac poenitentiariis; tum aliae quam plures gratiae omnino speciales ipsi Sanctuario concessae, impensam Romanorum Pontificum devotionem ac munificentiam erga perinsigne illud templum luculentissime testantur. Nunc autem cum die sexta decima praesentis mensis Aprilis, septimum sese vertat feliciter saeculum ex ea die in universo coetu Seraphicae familiae summopere veneranda, qua Sanctus pater Franciscus professus Ordinis regulam in manibus Innocentii III Pontificis, Apostolicam adprobationem ab eo est adeptus, atque ita Minorum Ordini initium dedit; eaque de causa Ordinis illius Praepositus generalis, suo et universae religiosae familiae, cui ipse plificare e arricchire il medesimo Santuario di molti tesori di grazie spirituali, di singolari indulgenze e di speciali privilegi. Eccelsa fra le altre la singolarissima e celeberrima indulgenza plenaria detta della Porziuncola, che dai fedeli debitamente confessati può lucrarsi ogni anno altrettante volte, quante visitano la Cappella della Porziuncola nel giorno due di Agosto, incominciando dai primi vespri sino al tramonto del sole del medesimo giorno. Fra i privilegi speciali si devono annoverare l’indulgenza plenaria perpetua da lucrarsi ogni giorno con le solite condizioni, largita dal Predecessore Nostro Innocenzo Papa XII con lettera Pontificia, il cui inizio è “Redemptoris” in data del xviii Agosto dell’ anno mdclxxxxv; e l’altra similmente plenaria da potersi lucrare ogni anno nel giorno anniversario della Consacrazione del medesimo tempio dai fedeli d’ambo i sessi, che confessati e comunicati visiteranno la Chiesa degli Angeli, dai primi vespri sino al tramonto del sole dello stesso giorno, pregando per la concordia dei Principi Cristiani, per l’estirpazione delle eresie, per la conversione dei peccatori e per l’esaltazione della Santa Madre Chiesa; la quale indulgenza sappiamo essere stata promulgata coll’oracolo di viva voce dal Cardinale di Santa Romana Chiesa Lambruschini, di chiara memoria, l’anno mdcccxxxx. Inoltre Pio IX, di veneranda memoria, concesse il titolo di Arciconfraternita e singolari indulgenze ad un pio sodalizio di fedeli canonicamente istituito nello stesso tempio degli Angeli. Finalmente e i privilegi delle Messe per liberare le anime dalle pene del Purgatorio, di cui sono dotati molti altari della medesima chiesa; e il privilegio della Messa votiva per alcune Cappelle della Porziuncola; e le speciali facoltà per i confessori e i penitenzieri; e altre moltissime grazie affatto speciali concesse al Santuario stesso dimostrano evidentemente la gran devozione e munificenza dei Romani Pontefici verso quel famosissimo tempio. Ora, il 16 del corrente Aprile, compiendosi felicemente il settimo secolo dal giorno, per tutti i Francescani memorabilissimo, in cui il Santo Padre Francesco professando la regola dell’Ordine nelle mani di Papa Innocenzo III, ottenne da lui l’approvazione Apostolica e diede così principio all’Ordine dei Minori; e per ciò avendoci istantemente pregato il Ministro Generale di detto Ordine, a nome suo e di tutta la religiosa famiglia a cui presiede, AD CHRONICAM ORDINIS praeest, nomine, Nos enixis precibus flagitaverit, ut auspicatissimam nacti occasionem, Sanctuarium Beatae Mariae Virginis ab Angelis in Portiuncula appellatum ad Basilicae Patriarchalis gradum dignitatemque evehere de Apostolica potestate velimus; Nos probe noscentes hanc celeberrimam Ecclesiam tot claram memoriis tantisque inclytam prodigiis, maxime venerabilem extare Minorum Fratrum Ordini, qui debet in ea natalem fontem respicere, votis hisce annuendum quantum in Domino possumus existimavimus. Quae cum ita sint, Nos filialis devotionis obsequio ducti, quo divum Franciscum prosequimur, atque etiam singulare et praecipuum voluntatis Nostrae pignus exhibere volentes universo Fratrum Minorum Ordini, cuius Nos ipsi patroni sumus protectoresque, Motu proprio atque ex certa scientia et matura deliberatione Nostris, deque Apostolicae Nostrae potestatis plenitudine, praesentium vi, illud edicimus, propriis suadentibus causis maximeque gloriosis Franciscalium fastorum memoriis, Ecclesiam Sanctae Mariae Angelorum in Portiuncula, intra fines sitam Dioecesis Assisiensis, caput et Matrem Ordinis Minorum iure esse appellandam, quemadmodum Assisiensis Basilica, in qua Sancti Francisci Corpus requiescit, suarum ob momenta laudum a Decessoribus Nostris Gregorio IX et Benedicto XIV simili titulo est aucta. Praeterea item Motu proprio deque Nostrae potestatis plenitudine, tenore presentium, Ecclesiam eamdem Angelorum in Portiuncula in Basilicam Patriarchalem et Cappellam Papalem erigimus, ac talem ex nunc in futurum perpetuo esse et fore decernimus: eamque Basilicam Patriarchalem et Cappellam Papalem aeque ac pariformiter nuncupari et haberi volumus ac aliae Basilicae Patriarchales intra Almam Urbem et extra illius muros, nec non Cappellae Papales in Pontificiis aedibus et prope eas constitutae appellantur atque censentur. Propterea Patriarchalem Basilicam Sanctae Mariae Angelorum in Portiuncula et continentem illi Conventum, una cum rebus omnibus, quae ad Basilicam ipsam conventumque pertineant, Apostolica pariter Nostra auctoritate, tenore praesentium, iurisdictioni, patronatui ac dominio Nostris et successorum Nostrorum atque huius Sanctae Sedis de pleno iure subiicimus, relinquentes, uti antea, usum perennem perpetuamque utriusque custodiam Fratibus Minoribus Seraphicae provinciae. Expresse tamen praecipimus, ut ipsius provinciae Minister ad maius insignis 433 affinché prendendo occasione da tale faustissima ricorrenza Ci degnassimo con Apostolica potestà innalzare al grado e alla dignità di Basilica Patriarcale il Santuario nomato della Beata Maria Vergine degli Angeli in Porziuncola; Noi, ben sapendo che questa celeberrima Chiesa, chiara per tante memorie, inclita per innumerabili prodigi, merita massima venerazione dall’Ordine dei Frati Minori, che deve riconoscere in essa la sua culla, giudicammo di accondiscendere a tali preghiere quanto possiamo nel Signore. Mossi pertanto dalla devozione figliale che Noi portiamo a San Francesco, e volendo eziandio mostrare un singolare e segnalato pegno del nostro affetto a tutto l’Ordine dei Frati Minori, di cui Noi medesimi siamo patrono e protettore, con Motu proprio e di Nostra certa scienza e matura deliberazione, e con la pienezza dell’Apostolica Nostra potestà, in virtù delle presenti, decretiamo: la Chiesa di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, posta nei confini della Diocesi Assisiense, doversi a diritto chiamare Capo e Madre dell’Ordine dei Minori, così volendo e la natura della cosa e le gloriosissime memorie dei fasti Francescani; come la Basilica d’Assisi, nella quale riposa il Corpo di San Francesco, fu decorata per le sue glorie di somigliante titolo dai Nostri Predecessori Gregorio IX e Benedetto XIV. Parimente di Motu proprio e con la pienezza della Nostra potestà, col tenore delle presenti erigiamo la stessa Chiesa degli Angeli di Porziuncola in Basilica Patriarcale e Cappella Papale, e decretiamo che da questo momento tale debba essere in perpetuo: e vogliamo che essa venga chiamata e ritenuta Basilica Patriarcale e Cappella Papale in quello stesso modo e nell’istessa forma che sono chiamate e ritenute le altre Basiliche Patriarcali dentro e fuori le mura di quest’alma Roma e le Cappelle Papali costituite nei palazzi Pontificii e vicino ad essi. Per la qual cosa, colla stessa Nostra autorità Apostolica, col tenore delle presenti, assoggettiamo di pieno diritto alla giurisdizione, al patronato e al dominio Nostro e dei Nostri Successori e di questa Santa Sede la Basilica Patriarcale e l’annesso Convento, con tutte le cose spettanti alla Basilica e al Convento stesso, lasciando, come prima, l’uso perenne e la perpetua custodia dell’una e dell’altro ai Frati Minori della Provincia Serafica. Comandiamo però espressamente che il Ministro della stessa Provincia, a maggior decoro dell’insigne 434 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 Sanctuarii decus stabilem inibi residentiam ponat, atque una cum Custode, in capitulis aut in congregationibus provincialibus electo, personaliter atque efficaciter consulat, ut eadem Basilica excelsam illam dignitatem tueatur, qua eam, Patriarchalis addito perhonorifico titulo, Apostolica Sedes cohonestare dignata est. In memoriam autem immediatae subiectionis tum Basilicae ipsius, tum conventus una cum omnibus pertinentiis Apostolicae huic Sanctae Sedi, auctoritate Nostra censum imponimus unius librae cerae albae quotannis in pervigilio Natalis Sanctorum Apostolorum Petri et Pauli, perpetuis futuris temporibus, Camerae Apostolicae solvendum. Volumus praeterea, ut in Ecclesia Angelorum, sic ad sublimem Patriarchalis Basilicae honorem evecta, penes Altare maius, in cornu evangelii, Pontificius thronus, sive Cathedra, stabili modo erigatur pro solius Romani Pontificis ac nullius alterius usu. Altare autem maius, in ipsa Patriarchali Basilica positum, ex ea parte dumtaxat, qua thronum Pontificium respicit, Altare Pontificium, seu Papale, ex nunc in posterum esse et fore declaramus, ita ut nemini liceat absque speciali indulto, seu extra casus, qui in Caeremoniali recensentur, Missam in eo sive privatim sive sollemniter celebrare. Quod vero spectat ad sacras actiones eadem in Basilica peragendas et caeremoniales ritus ibidem servandos, Nos rem committimus pertractandam Sacrorum Rituum Congregationi, cuius erit multiplices leges et regulas in unum codicem colligere, a Nobis suo tempore probandum, iuxta caeremonialem qui Patriarchalibus Basilicis de iure competit. Verum omnibus et singulis, ad quos pertinet, aut in posterum pertinere poterit, praesentium vi, mandamus, ut ea omnia servent adamussim, quae ab eadem Rituum Congregatione idcirco statuta erunt, ipsiusque Congregationis praescriptionibus ac dispositionibus in omnibus ac per omnia se conformari studeant iisquc obsequantur. Ad perennandam vero praesentis concessionis memoriam, qua Sanctuarium ab Angelis caput et mater Ordinis Minorum ad Patriarchalis Basilicae honorem erigitur, indulgemus, ut auspicati eventus mentio fiat in lectionibus Officii Ordinis Seraphici. Nunc autem oculos mentis Nostrae convertentes ad innumeros pene ac praecipuos indulgentiarum thesauros, quibus Sanctuarium in Portiuncula nobilitatur, Nos de Apostolicae Nostrae potestatis plenitudine, praesentium vi, ea omnia confirmamus privilegia, quae a Santuario, ponga ivi la sua stabile residenza e insieme col Custode, eletto nei capitoli o nelle congregazioni provinciali, provveda di persona ed efficacemente, acciocché la medesima Basilica mantenga quella eccelsa dignità, cui la Sede Apostolica, aggiungendole il titolo onorificentissimo di Patriarcale, si è degnata di sublimarla. A memoria poi della immediata soggezione della stessa Basilica e del Convento e di tutte le loro pertinenze a questa Santa Sede Apostolica, di Nostra autorità, imponiamo il censo d’una libra di cera bianca da pagarsi in perpetuo alla Camera Apostolica nella vigilia del Natalizio dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Vogliamo inoltre che nella Chiesa degli Angeli, innalzata così al sublime onore di Basilica Patriarcale, si eriga stabilmente, presso l’Altare maggiore, dalla parte del vangelo, il trono ossia la Cattedra Papale per uso del solo Romano Pontefice e di nessun altro. Dichiariamo inoltre che l’Altar maggiore posto nella stessa Patriarcale Basilica, dalla parte soltanto che guarda il trono Pontificio, sia da questo momento e per sempre Altare Pontificio, ossia Papale, cosicché a nessuno, senza uno speciale indulto e fuor dei casi ricordati dal Ceremoniale, sia lecito di celebrare in esso la Messa sia privatamente, sia solennemente. Per ciò poi che spetta alle sacre funzioni da celebrarsi nella stessa Basilica e alle cerimonie da osservarvisi, Noi rimettiamo il trattamento della cosa alla Congregazione dei Sacri Riti, cui spetterà di raccogliere le molteplici leggi e regole in un codice, che a suo tempo dovrà essere da Noi approvato, secondo il cerimoniale che per diritto compete alle Basiliche Patriarcali. Comandiamo però in virtù delle presenti a tutti e singoli, ai quali spetta, o potrà spettare in avvenire, che osservino esattamente tutte quelle cose che verranno stabilite dalla medesima Congregazione dei Riti, e si studino di conformarsi in tutto e per tutto e di essere ossequenti alle prescrizioni e disposizioni della stessa Congregazione. Ed a perennare la memoria della presente concessione, con la quale il Santuario degli Angeli, Capo e Madre dell’Ordine dei Minori, viene innalzato all’onore di Basilica Patriarcale, permettiamo che il fausto evento sia menzionato nelle lezioni dell’Officio dell’Ordine Serafico. Ora poi rivolgendo gli occhi della Nostra mente ai tesori presso che innumerevoli e speciali delle indulgenze, che nobilitano il Santuario della Porziuncola, Noi colla pienezza della Nostra potestà Apostolica, in virtù delle AD CHRONICAM ORDINIS Decessoribus Nostris per autentica documenta concessa fuisse compertum est, Immutatam manere volumus imprimis insignem Portiunculae indulgentiam dumtaxat quotannis die secunda mensis Augusti, a primis vesperis ad occasum usque solis diei ipsius, a fidelibus ex utroque sexu, tantummodo confessis, toties acquirendam quoties sitam in Patriarchali Basilica Sanctae Mariae ab Angelis Sacram Portiunculae aediculam visitent. Concessionem Innocentii Papae XII confirmantes, volumus, ut singulis quibusque diebus fideles qui admissorum confessione rite expiati ac divinis dapibus refecti Basilicam Angelorum visitent, ibique pro Christianorum Principum concordia, haeresum extirpatione, peccatorum conversione ac Sanctae Matris Ecclesiae exaltatione pias ad Deum preces effundant, plenaria indulgentia potiantur in perpetuum: et similiter perpetuo, quo anni die Basilicae ipsius memoria recolitur, videlicet novissima Iulii mensis Dominica fidelibus, qui vere poenitentes et confessi ac Sacra Communione refecti, eamdem visitent, a primis vesperis ad occasum solis diei huiusmodi, preces, uti superius diximus, fundentes, etiam plenariam omnium peccatorum suorum indulgentiam et remissionem, auctoritate Nostra Apostolica, concedimus. Fas esto fidelibus ipsis plenariis his indulgentiis labes poenasque defunctorum, si malint, piare. Archisodalitati eodem in Patriarchali templo institutae privilegia omnia atque indulgentias confirmamus, quibus ipsa pollet, per similes Apostolicas Litteras a Pio IX Decessore Nostro datas. Quo piis fidelium votis, maxime sacerdotum et peregrinorum, aptius occurramus, auctoritate Nostra Apostolica, vi praesentium, concedimus, ut Missae votivae Deiparae Virginis et Sancti Patris Francisci, iam pro Sacello Portiunculae et Cappella transitus ipsius Francisci patris, cuilibet Sacerdoti inibi Sacrum facturo, ab hac Sancta Sede concessae, ex nunc in posterum celebrari queant iis diebus, quibus, Missa votiva Sancti eiusdern Patriarchae ad sepulchrum illius in Assisiensi Basilica permittitur, nec non cum iisdem iuribus ac privilegiis, quibus Missae votivae in Sanctuariis maioribus Ordinis, in Terra Sancta exornantur. Et similitcr auctoritate Nostra confirmamus, ut in pervetusto Sacello a Rosis nuncupato, Sancti ipsius Patris Francisci miris virtutum exemplis gestisque clarissimo, cuilibet Sacerdoti ibidem Sacrum facturo, Missam de Sancto Francisco, ut in die IV Octobris fas 435 presenti, confermiamo tutti i privilegi che per documenti autentici consta essere stati concessi dai Nostri Predecessori. Innanzi tutto vogliamo che rimanga immutata la insigne indulgenza della Porziuncola, che soltanto ogni anno il due d’agosto, dai primi vespri sino al tramonto del sole dello stesso giorno, i fedeli d’ambo i sessi solamente confessati, possono lucrare tante volte quante visitano la santa Cappella della Porziuncola posta nella Basilica Patriarcale di Santa Maria degli Angeli. Confermando la concessione di Papa Innocenzo XII, vogliamo che in tutti e singoli giorni i fedeli che debitamente confessati e comunicati visitano la Basilica degli Angeli ed ivi pregano per la concordia dei Principi Cristiani, per la estirpazione delle eresie, per la conversione dei peccatori e per l’esaltazione di santa Madre Chiesa, lucrino in perpetuo l’indulgenza plenaria; e similmente in perpetuo nel giorno in cui si celebra la memoria della Basilica medesima, cioè nell’ultima Domenica del mese di Luglio, ai fedeli, che veramente pentiti e comunicati la visitano, dai primi vesperi sino al tramonto del sole di detto giorno, pregando, come sopra dicemmo, con la Nostra Apostolica potestà concediamo la plenaria indulgenza e remissione di tutti i loro peccati. Potranno i fedeli, a loro beneplacito, applicare le dette indulgenze plenarie a suffragio dei defunti. All’Arciconfraternita istituita nello stesso tempio Patriarcale confermiamo tutti i privilegi e le indulgenze, onde con somiglianti Lettere Apostoliche la volle ornare Pio IX, Nostro Predecessore. Per secondare i santi voti dei fedeli, massimamente dei sacerdoti e dei pellegrini, coll’Apostolica Nostra potestà, in virtù delle presenti, concediamo che le Messe votive della Beata Vergine già accordate da questa Santa Sede per la Cappella della Porziuncola e per la Cappella del transito dello stesso Padre San Francesco ad ogni Sacerdote che ivi celebrerà il Divino Sacrificio, possano d’ora innanzi celebrarsi in quei giorni, nei quali è permessa la Messa votiva del medesimo Santo Patriarca al sepolcro di Lui nella Basilica di Assisi, con gli stessi diritti e privilegi di cui godono i maggiori Santuari dell’Ordine in Terra Santa. E similmente coll’autorità Nostra confermiamo, che nell’antichissima Cappella detta delle Rose, resa celebre dagli esempi di virtù e dalle gesta ammirande dello stesso Padre San Francesco, ad ogni Sacerdote, che voglia ivi offrire il Santo Sacrificio, sia lecito celebrare la Messa di San Francesco, come nel giorno 436 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 sit celebrare, dummodo non occurrat duplex primae vel secundae classis, aut festum de praecepto servandum, nec non feria, Vigilia vel Octava, quae sit ex privilegiatis. Confirmamus praeterea omnia alia similia indulta Missarum et privilegia quoque Missarum pro defunctis tum Basilicae, tum continentium Cappellarum altaribus, a Decessoribus Nostris per Apostolicas Litteras rite concessa: et quoad numerum Poenitentiariorum et Sacerdotum in Basilica eadem sacramentales confessiones excipientium, ipsorumque speciales facultates, ea omnia rata habemus ac religiose servari volumus, quae Romani Pontifices Nostri Decessores, uti supra memoravimus, benigne largienda censuerunt. Tandem pariter Motu proprio atque ex certa scientia et matura deliberatione Nostris, per nostras hasce Literas in perpetuum valituras, reliqua omnia et singula privilegia, praerogativas, libertates, exemptiones aliaque indulta tum supradictae Basilicae Sanctae Mariae ab Angelis in Portiuncula, tum adnexo coenobio a Decessoribus Nostris quandocumque et qualitercumque concessa, seu confirmata atque innovata, dummodo non sint actu revocata, vel sub aliqua generali revocatione comprehensa, Nos etiam Apostolica auctoritate approbamus, confirmamus atque innovamus: eamdemque Basilicam ad Patriarchalis honorem per Nos evectam ab Ordinarii loci atque omnium et quorumcumque Praesulum seu Superiorum, etiam Regularium, tam ordinaria quam delegata iurisdictione, visitatione et auctoritate liberam atque immunem volumus, edicimus atque declaramus; illam enim, uti supra diximus, sub immediata Nostra et successorum Nostrorum Romanorum Pontificum et Sedis Apostolicae potestate, dominio ac proprietate immutabiliter constituimus. Decernentes praesentes Nostras Literas firmas, validas atque efficaces semper existere et fore suosque plenarios et integros effectus sortiri et obtinere, illisque ad quos spectat et in posterum spectabit in omnibus et per omnia plenissime suffragari, sicque in praemissis per quoscumque iudices ordinarios vel delegatos iudicari et definiri debere atque irritum esse et inane, si secus super his a quoquam, quavis auctoritate, scienter vel ignoranter contigerit attentari. Non obstantibus Constitutionibns et Ordinationibus Apostolicis, etiam speciali et individua mentione ac derogatione dignis, ceterisque omnibus in contrarium facientibus quibuscumque. Volumus autem ut praesentium Litterarum transumptis, seu exemplis iv di ottobre, purché non occorra un doppio di prima o di seconda classe, ovvero una festa di precetto, o una feria, Vigilia od Ottava, che sia tra le privilegiate. Confermiamo inoltre tutti gli altri simili indulti di Messe, come pure i privilegi delle Messe per i defunti, concessi dai Nostri Predecessori con Lettere Apostoliche tanto alla Basilica, quanto agli altari delle Cappelle che le appartengono; e in riguardo al numero dei Penitenzieri e dei Sacerdoti che nella stessa Basilica ascoltano le sacramentali confessioni, e alle loro speciali facoltà, ratifichiamo e vogliamo che sia religiosamense mantenuto tutto ciò che i Romani Pontefici Nostri Predecessori, come sopra ricordiamo, vollero benignamente concedere. Finalmente con Motu proprio, di Nostra certa scienza e matura deliberazione, con queste Nostre Lettere da valere in perpetuo, anche Noi per Apostolica autorità approviamo, confermiamo e rinnoviamo gli altri tutti e singoli privilegi, prerogative, libertà, esenzioni ed altri indulti quando e comunque concessi, confermati dai Nostri Predecessori tanto alla Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, quanto all’annesso Convento, purché non siano attualmente rivocati, o compresi in qualche revoca generale: e la stessa Basilica da Noi elevata all’onore di Patriarcale vogliamo, ordiniamo e dichiariamo sia libera ed immune sì dall’ordinaria che delegata giurisdizione, visita ed autorità dell’Ordinario del luogo e di tutti e qualsivogliano Prelati o Superiori, anche Regolari; come quella che fu da Noi, come sopra dicemmo, sottomessa all’immediata potestà, dominio e proprietà Nostra e dei Pontefici Romani Nostri Successori e della Sede Apostolica. Decretiamo che le presenti Nostre Lettere siano e abbiano ad essere sempre valide, ferme ed efficaci, e sortiscano e ottengano i loro pieni e intieri effetti, e a coloro, cui spetta o potrà in appresso spettare, riescano in tutto e per tutto favorevoli, e che così debbasi giudicare e definire sulle predette cose da quali si vogliano giudici ordinari o delegati, rimanendo irrito e vano tutto quello che sopra ciò fosse attentato da chicchessia, con qualsiasi autorità, scientemente o ignorantemente. Non ostante le Costituzioni e Ordinazioni Apostoliche, anche degne di speciale e individua menzione e derogazione, o qualsivoglia altra cosa in contrario. Vogliamo poi che ai transunti, o esemplari anche stampati delle presenti Lettere, firmate 437 AD CHRONICAM ORDINIS etiam impressis, manu alicuius Notarii publici subscriptis et sigillo personae in ecclesiastica dignitate constitutae munitis, eadem prorsus fides adhibeatur, quae adhiberetur ipsis praesentibus, si forent exhibitae vel ostensae. per mano di qualche pubblico Notaio e muniti del sigillo di persona costituita in ecclesiastica dignità, si presti affatto la medesima fede che si presterebbe alle presenti, se fossero esibite o mostrate. Datum Romae apud Sanctum Petrum sub Annulo Piscatoris, sollemni die Paschatis Resurrectionis Domini Nostri, xi Aprilis mdccccix Pontificatus Nostri anno sexto. Dato in Roma presso San Pietro sotto l’Anello del Pescatore, nel giorno solenne della Pasqua di Resurrezione di Nostro Signore, xi Aprile mdccccix, anno sesto del Nostro Pontificato. R. Card. Merry del Val a Secretis Status R. Card. Merry Del Val Segretario di Stato [AOFM, V(1909)149-163] 10. Notitiæ particulares – Fr. Adel Zaki Stafanos, OFM, è stato nominato da Benedetto XVI Vicario Apostolico di Alessandria di Egitto (Egitto), assegnandogli la sede titolare vescovile di Flumenzer. (L’Osservatore Romano, 2 settembre 2009) Breve nota biografica Fr. Adel Zaki è nato il 1° dicembre 1947 a Luxor. Nel 1959 ha frequentato il Collegio Serafico di Assiut; nel 1963 è entrato nel Seminario dei Frati Minori di Guizeh. Ha iniziato il Noviziato il 30 settembre 1968 ed ha emesso la professione temporanea il 1 ottobre 1969. Dopo aver conseguito il Baccalaureato in Teologia, il 10 settembre 1972 ha emesso i voti perpetui. Il 24 settembre 1972 è stato ordinato sacerdote al Cairo. Nel 1973 si è iscritto all’Università St. Joseph dei Padri Gesuiti, a Beirut, dove nel 1975 ha conseguito la Licenza in Teologia Dogmatica. Dal 1975 al 1989 ha esercitato il suo apostolato presso le parrocchie di Assiut, El-Tawirat e a Nag-Hammadi; si è occupato della pastorale giovanile ed è stato direttore scolastico. Dal 1989 al 1998 è stato Ministro provinciale, con residenza al Daher (Cairo). Dal 1998 è stato Parroco a Boulacco (Cai- [Archivio Basilica Santa Maria, Cart. 114] ro). È stato anche Segretario dell’Assemblea dei Gerarchi Cattolici in Egitto. Parla l’arabo e l’italiano, conosce il latino e comprende il francese ed anche l’inglese. – Frati Minori al Sinodo per l’Africa Alla Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, tenutosi dal 4 al 25 ottobre 2009, sul tema «La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. “Voi siete il sale della terra... voi siete la luce del mondo”», vi hanno partecipato i seguenti Cardinali e Vescovi OFM: Card. Cláudio Hummes, Prefetto della Congregazione per il Clero; Card. Wilfrid Fox Napier, Arcivescovo di Durban (Sud Africa); Card. Alexandre José dos Santos, Arcivescovo emerito di Maputo (Mozambico), il quale non ha però potuto partecipare al Sinodo per motivi di salute; Mons. Adriano Langa, Vescovo di Inhambane (Mozambico); Mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vescovo titolare di Tabuda, Vicario Apostolico di Tripoli (Libia); Mons. Paul-Siméon Ahouanan Djro, Arcivescovo di Boiaké (Costa d’Avorio); Mons. Giorgio Bertin, OFM, Amministratore Apostolico ad nutum Sanctæ Sedis di Mogadiscio (Somalia) e Vescovo di Djibouti (Djibouti). (L’Osservatore Romano, 3 ottobre 2009, pp. 6-7) 438 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 – Irineu Andreassa, OFM, della Custodia del Ss.mo Cuore di Gesù (Brasile), dipendente dalla Provincia napoletana in Italia, è stato nominato da Benedetto XVI Vescovo di Lages (Brasile). Breve nota biografica Fr. Irineu, nato il 15 dicembre 1949 a Iacri, nella diocesi di Marília, Stato di São Paulo, è entrato nel noviziato il 20 gennaio 1973 e ha emesso la Professione temporanea il 31 gennaio 1974. Dopo aver compiuto gli studi di Filosofia e di Teologia presso l’Istituto Francescano “Sagrado Coração de Jesus” a Petrópolis, il 30 settembre 1977 ha emesso la professione solenne nell’Ordine dei Frati Minori ed è stato ordinato sacerdote il 16 dicembre 1978. Ha svolto i seguenti incarichi: Parroco della Parrocchia “Nossa Senhora Aparecida” a Olimpia e membro del Consiglio Presbiterale della diocesi di Barretos (1979-1981); Consigliere della Custodia Francescana “Sagrado Coração de Jesus” (1980-1983 e 1986-1995), dipendente dalla Provincia del Ss.mo Cuore di Gesù di Napoli; Parroco della Parrocchia “Santo Antônio Maria Claret” a Ribeirão Preto (1982-1987 e 2001-2007); Formatore degli studenti di Filosofia e Teologia della Custodia Francescana (1982-1987); Membro del Consiglio Presbiterale e del Collegio dei Consultori dell’arcidiocesi di Riberão Preto (1982-1987); Parroco della Parrocchia “São Judas Tadeu” in Franca (1987); Formatore dei Postulanti e Filosofi della Custodia Francescana (19881993); Parroco della Parrocchia “Sagrado Coração de Jesus” nella diocesi di Jaboticabal (1994-1998); Custode della Custodia Francescana “Sagrado Coração de Jesus” (19982001). Dal febbraio 2007 era Parroco delle Parrocchie di “Sant’Ana” in Herculândia e “Nossa Senhora Aparecida” a Queiroz, nella diocesi di Marília. (L’Osservatore Romano, 12 novembre 2009) BIBLIOGRAPHIA Libri – Acevedo Quiroz Luis Hernando, Procesos canónicos de nulidad matrimonial, Universidad de San Buenaventura, Bogotá 2009, pp. 218. – Biagi Maino Donatella - Gandolfi Giulia, L’Osservanza di Bologna. Convento e chiesa di san Paolo in Monte, Tipografia San Francesco, Bologna 2009, pp. 303. – Bracci Silvano (a cura di), Camilla Battista da Varano, Autobiografia e opere complete, Edizioni HAMSA, Vicenza 2009, pp. 293. – Cicchello Claudio Vito, Chiesa S. Maria di Gesù in Catania. “Dove la bellezza del posto si sposa al Sacro e al Divino”, Edizioni Signorello, Catania 2009, pp. 63. – Concetti Giuseppe, Fioritura di santità a Santa Maria delle Grazie in Sanseverino Marche 1400-1800, Tipografia S. Giuseppe (Pollenza), San Severino Marche 2009, pp. 143. – Conferenza Ministri generali del 1° Ordine e del TOR, Capitolo internazionale delle stuoie. VIII Centenario delle origini (1209-2009). Atti del Capitolo, AssisiRoma 15-18 aprile 2009, Roma 2009, pp. 160+DVD. tutiarum, Tom. XXXVI, Editiones Collegii S. Bonaventuræ ad Claras Aquas, Grottaferrata (Roma) 2009, pp. 504 (versione in lingua latino-italiana: Francesco d’Assisi, Scritti, Edizione critica a cura di Carlo Paolazzi, Frati Editori di Quaracchi, Fondazione Collegio S. Bonaventura, Grottaferra 2009, pp. 504). – Huculak Benedykt Jacek (a cura di), Religioni et Litteris, Miscellanea di Studi dedicata a P. Barnaba Hechich, Pontificia Academia Mariana Internationalis, Città del Vaticano 2005, pp. 342. – Korošak Bruno J., Theological Essays, Branko Editor, Nova Gorica 2009, pp. 64. – Mandolini Giancarlo, Ciro Pavisa da Mombaroccio. L’arte, la fede e la natura. 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Caracciolo” Fulgenzio - Lecce, Editrice Salentina, Lecce 2009, pp. 131. – Solares Cristóbal, La antropologia de Martín Buber. Implicaciones psicologicas y educativas, Ed. PUNTOPACE, Taranto 2009, pp. 235. – Francisci Assisiensis, Scripta, critice edidit Carolus Paolazzi, Spicilegium Banaven- – Sorci Pietro (a cura di), Dalla Schiavitù alla Santità. San Benedetto il Moro a due- 440 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 cento anni dalla canonizzazione, Officine Grafiche Riunite, Palermo 2009, pp. 158. – Torreggiani Valerio - Gidoni Anna Maria, Giorgio La Pira Uomo di Dio. Tratti di spiritualità del “sindaco santo”, Editrice Shalom, Camerata Picena 2008, pp. 239. – Villalobos Avendaño Oscar G., La verdadera historia de un Cristo franciscano Se- ñor del Sacromonte de la Basílica de Zapopan, Publicaciones Franciscanas, ZapopanJalisco 2009, pp.72. – Volpe Gianni e Bracci Silvano (a cura di), La Chiesa di Santa Maria Nuova a Fano, Grapho 5, Fano 2009, pp. 294. NECROLOGIA 1. Fr. Giacinto Marinangeli Pettino, Italia, l 6.11.1919 L’Aquila, Italia, 30.09.2009 Omelia del Ministro provinciale alle esequie Carissimi Fratelli, siamo convocati attorno all’altare del Signore in questa città, così duramente provata e oggi ancor più universalmente amata perché le sue rovine celano la ricchezza di memorie, di arte, di civiltà, espressioni di un popolo tenace ed onorato da grandi figure di santità. L’Aquila era particolarmente diletta al suo figlio e nostro caro fratello padre Giacinto, nato nella località di Pettino il 6 novembre del 1919 e ieri tornato alla Casa del Padre: alla sua città egli ha dedicato passione, studio ricerca, nei lunghi anni di permanenza nel Convento di San Giuliano, culla dell’Osservanza abruzzese e luogo caro alla memoria dei nostri Santi, ai quali padre Giacinto aveva dedicato pubblicazioni apprezzate. Voglio solo ricordare la sua passione, nel 2000, durante la canonizzazione di San Cesidio da Fossa che, proprio a San Giuliano, ha espletato la sua formazione, ricevendo lì l’ordinazione sacerdotale. Padre Giacinto era davvero entusiasta di questo giovane martire: con grande fervore ne pubblicò la vita, scrisse una preghiera in suo onore, partecipò attivamente alle varie iniziative celebrative. Era un santo confratello della sua amata Provincia Abruzzese e confidava che quello che lo colpiva era la linearità della vita di questo Martire, quasi legata da un filo di coerenza che lo condusse al martirio. Anche la vita di padre Giacinto è stata caratterizzata da questa coerenza: nei suoi 65 anni di sacerdozio e 74 di vita religiosa ha costantemente coltivato lo studio. La laurea in lettere classiche, conseguita a Roma , unitamente alla specializzazione in paleografia ed archivistica al Vaticano e, quindi, in Filologia classica agli Stati Uniti, gli garantirono un bagaglio culturale da lui messo a servizio dell’Ordine: Segretario dell’Antonianum, dove ebbe l’onore di preparare il conferimento del dottorato honoris causa al Venerabile Gabriele Allegra, da lui ricordato con venerazione; Segretario dell’Ordine, ufficio che gli consentì la gioia, da lui spesso ricordata, di poter vedere e parlare con il Beato Giovanni XXIII, in visita a Bellegra; Ministro Provinciale dal 1966 al 1972, formatore e, per tanti anni membro della Deputazione di Storia Patria abruzzese con un servizio encomiabile come Segretario e soprattutto come autore di conferenze e articoli, nonché altre pubblicazioni, di rilievo per lo studio della storia locale. Proprio dai suoi uffici e dalla storia padre Giacinto aveva attinto un grande amore per la tradizione del nostro Ordine: con nostalgia, ricordava l’epoca gloriosa del Francescanesimo abruzzese, dei sacri ritiri, dei frati insigni per santità e da qui scaturiva un suo sincero desiderio di corrispondere fedelmente alla vocazione francescana. In tal modo egli ha potuto gustare il dono della Sapienza, intesa innanzitutto come esperienza di Dio, risposta al Suo Amore ed alla Sua rivelazione, dono che infonde il gusto per la Bellezza e per tutte le nobili espressioni dell’animo umano. Una conferenza da lui tenuta nel 1956, sul nostro grande Giovanni da Capestrano, portava il titolo: una vita spesa per la lotta nella riforma della Chiesa e la vita di padre Giacinto si può ben definire una vita spesa per il servizio al nostro Ordine e, quindi alla Chiesa. Né voglio dimenticare il suo silenzioso e fecondo lavoro apostolico nella chiesa di Pettino, dove per anni ha celebrato l’Eucaristia domenicale, con apprezzate omelie; il servizio ad alcuni Istituti religiosi, come padre nello spirito e, particolarmente, il faticoso e prezioso lavoro come incaricato per la causa di beatificazione della madre Fondatrice delle Suore Clarisse del Santissimo Sacramento. Padre Giacinto è sempre stato riservato e davvero egli ha messo in pratica lo spirito di umiltà e modestia tanto caro al nostro stile francescano: il Signore lo ricompensi per le sue fatiche e la Vergine Immacolata, da lui teneramente invocata con il titolo di “Madonna delle Grazie”, carissimo ai pettinesi, gli schiuda le porte del Cielo e gli mostri il volto soave 442 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 del Salvatore. I nostri Santi, da lui appassionatamente amati, gli ottengano il dono del premio eterno e la sua testimonianza sia di sprone ai nostri giovani. Padre Giacinto, sempre premuroso della Provincia preghi perché sempre generose vocazioni ci siano donate che continuino, nella memoria del nostro Ordine, a portare l’annuncio di Gesù Cristo, Via, Verità e Vita. Fr. Virgilio Di Virgilio 2. Anno 2009 mortui sunt * 12 febbraio 2009: Fischer Fr. Clement, Basil, nato a London, Inghilterra, della Prov. Nostræ Dominæ Reginæ Pacis, Sud Africa. Dopo l’Ordinazione sacerdotale si è recato in Sud Africa. Dopo aver appreso la lingua bantu, parlata dagli Zulù, è stato a servizio di varie missioni, per poi lavorare per 15 anni ad Amakhasi, dove ha stimolato la gente ha coltivare le verdure. Ha vissuto negli ultimi anni nella Parroccchia di Amanzimtati. È morto a Maria Ratschitz, Wasbank, all’età di anni 84, di vita francescana 56 e di sacerdozio 52. * 28 febbraio 2009: Sánchez Zamarripa Fr. Leonardo, Ausencio, nato a Fresnillo, della Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico. Ha studiato Storia presso l’Academy of American Franciscan History, Università Cattolica di America in Washington e la St. Bonaventure di New York, USA. Tra i molti ed ultimi lavori a cui ha collaborato c’è stato il Diario de Narvais di Fr. Mariano Antonio de Vasconcelos. Ha preparato, assieme ad altri, le celebrazioni degli 80 anni della Provincia. È morto a Guadalajara all’età di anni 74, di vita francescana 55 e di sacerdozio 48. * 25 marzo 2009: Villarruel Cervantes Fr. Pablo, Juan Manuel, nato ad Ocotlán, della Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico. Dopo essersi dedicato alla formazione, è stato Maestro dei Postulanti e dei Novizi, ha svolto attività parrocchiale, Parroco ad Etzatlán e Santa Anita Jal.. Svolse anche altri uffici. È morto a San Pedro Garza García all’età di anni 84, di vita francescana 55 e di sacerdozio 49. * 29 giugno 2009: Panduro Rangel Fr. José, Bonifacio, nato a Tecalitlá, della Prov. B. Juniperi Serra, Messico. È morto a Tijuna all’età di anni 79, di vita francescana 60 e di sacerdozio 51. * 3 luglio 2009: Rosier Fr. Jean-François, Guy, nato a Leuven, della Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio. Ha insegnato per 34 anni nel collegio francescano di Marcheen-Famenne. Fu un eccellente pedagogo e, dopo la chiusura del collegio, si dedicò alla catechesi. Rinnovate le sue conoscenze teologiche, non aveva uguali nel raccontare in modo vivo ai bambini le storie bibliche. È morto a Bertrix, Belgio, all’età di anni 89, di vita francescana 62 e di sacerdozio 56. * 28 luglio 2009: López Martínez Fr. Ramiro, nato ad Aguascalientes, della Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico. Gran parte della sua vita religiosa la spese per la formazione: direttore, professore o incaricato dei Collegi. È morto ad Aguascalientes all’età di anni 67, di vita francescana 38 e di sacerdozio 32. * 4 agosto 2009: Piras Fr. Antonino, nato a Ittiri, della Prov. Sardiniæ S. Mariæ Gratiarum, Italia. Entrato nel collegio serafico di Bonorva nel 1950, è ammesso al noviziato nel convento di Ittiri (1955-56). Compie gli studi di filosofia a Frascati (1956-59) e quelli di teologia a Fiesole (1959-63), dove emette la professione solenne il 02.07.1961. Ordinato presbitero a Sassari il 07.07.1963, si trasferisce al PAA di Roma dove consegue la licenza in teologia (1964). Vicerettore e docente delle materie letterarie nel collegio serafico di Sassari (1964-65) e poi a Bonorva (1965-70), negli anni 1970-72 è trasferito nel convento di S. Antonio Abate e consegue la laurea in Diritto all’Università di Sassari. Segretario provinciale dal 1972 al 1978, è il primo Guardiano-Parroco di Luogosanto. Dopo il servizio di Ministro provinciale (1981-87), è trasferito come Guardiano e Maestro dei Postulanti a Bonorva (1987-90), quindi come Guardiano a S. Pietro (1990-96). Nel 1991 è nominato Visitatore generale della Provincia del S. Cuore in Napoli. Ormai colpito gravemente da una forma di sclerosi multipla, che lo accompagnerà fino alla morte, nel 1996 viene trasferito nel convento di Ittiri per godere della vicinanza e dell’assistenza dei familiari. Lascia il ricordo di un religioso gene- NECROLOGIA roso e amante dell’amicizia, che il Signore ha purificato con 15 anni di malattia e di sofferenze. È morto nell’Ospedale Alivesi di Ittiri all’età di anni 74, di vita francescana 53 e di sacerdozio 46. * 8 agosto 2009: López Hurtado Fr. José Miguel, nato a Santa Rosa de Cabal, della Prov. S. Pauli Apostoli, Colombia. È morto presso l’Hospital San Jorge de Pereira all’età di anni 91, di vita francescana 71 e di sacerdozio 63. * 8 agosto 2009: De Paoli Fr. Paolo, nato a Poggio Berni, della Prov. Bononiensis Christi Regis, Italia. Si è dedicato soprattutto all’attività pastorale nelle parrocchie di Predappio (1994-1997), Modena (19972000) e Cesena. Ha svolto, inoltre, il suo ministero sacerdotale a Montepaolo, Fiorenzuola e alle Grazie di Rimini. È morto improvvisamente nel Convento delle Grazie di Rimini all’età di anni 65, di vita francescana 47 e di sacerdozio 39. * 11 agosto: Marentes Ontiveros Fr. Abundio, nato a Sombrerete, della Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico. Fu Segretario provinciale dal 1981 al 1987 e dal 1993 al 1996, si dedicò in modo particolare all’insegnamento, prestò vari servizi alla Diocesi di Zacatecas e nell’Arcidiocesi di Guadalajara. È morto all’età di anni 60, di vita francescana 40 e di sacerdozio 33. * 12 agosto 2009: Byrne Fr. Thomas, Bruno, nato a Roscommon, Irlanda, della Prov. Nostræ Dominæ Reginæ Pacis, Sud Africa. Dopo l’ordinazione presbiterale, si è recato nella missione della Provincia irlandese in Sud Africa. Ha lavorato in vari luoghi, ha costruito scuole e si è preso cura dei poveri. È stato anche Segretario del Vescovo. È morto a Kokstad all’età di anni 85, di vita francescana 64 e di sacerdozio 58. * 21 agosto 2009: Brancher Fr. Mauro, nato ad Alta Forquetinha, della Prov. S. Francisci Assisiensis, Brasile. Missionario in Indonesia, dove si è dedicato alla formazione ed è stato Parroco in varie Parrocchie di Java Ovest e Flores. Dal 2001 ha lavorato nella Fondazione “S. Antonio di Lisbona” a Timor Est. È morto presso l’Ospedale S. Carlo di Jakarta, Indonesia, all’età di anni 443 76, di vita francescana 59 e di sacerdozio 53. * 27 agosto 2009: Drew Fr. Jiustin, Mervyn James, nato a Rockhampton, della Prov. Sancti Spiritus, Australia. È morto a Rockhampton all’età di anni 72 e di vita francescana 43. * 30 agosto 2009: Gaytán Vázquez Fr. Norberto, José de Jesús, nato a Aguascalientes, della Prov. Ss. Francisci et Petri, Messico. Fu Vicario in varie Fraternità, Parroco e Guardiano. È morto a Guadalajara all’età di anni 75, di vita francescana 54 e di sacerdozio 44. * 1 settembre 2009: Slišković Fr. Zdenko, Nedjeljko, nato a Mokro, della Prov. Ss. Cyrilli et Methodii, Crazia. È morto a Zagreb all’età di anni 72, di vita francescna 54 e di sacerdozio 45. * 5 settembre 2009: Polita Fr. Gabriele, Gaetano, nato a San Donà di Piave, della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Il suo ministero e la sua figura sono legati alla comunità di Trieste Madonna del Mare, dove giunse nel 1968 e vi dimorò per ben 36 anni, svolgendo a più riprese il delicato servizio di Guardiano della Fraternità e per oltre 30 anni quello di parroco. Era difficile vederlo fermo: dedito alla pastorale, alla catechesi, all’annuncio, a visitare gli ammalati, promotore di gruppi e di iniziative. La disposizione interiore all’ascolto, l’attenzione pastorale attraverso un linguaggio semplice e insieme profondo, il carattere popolare, schietto e dalla battuta facile lo hanno reso vicino a tante persone, soprattutto a quanti desideravano ricevere da lui un consiglio, un aiuto, una parola. Animato da un profondo spirito di fede, ha dimostrato disponibilità pronta e piena, assumendo in questi ultimi anni il servizio di Guardiano prima a Vicenza, poco dopo a Saccolongo e ultimamente a Padova. È morto nel Convento Sacro Cuore di Saccolongo all’età di anni 82, di vita francescana 64 e di sacerdozio 56. * 7 settembre 2009: Teclić Fr. Draško, nato a Komorani, della Prov. Dalmatiæ Ss. Redemptoris, Croazia. È morto all’età di anni 58, di vita francescana 39 e di sacerdozio 31. 444 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 * 8 settembre 2009: Giampieri Fr. Gabriele, nato ad Ancona, della Prov. Picenæ S, Iacobi de Marchia, Italia. Fratello buono, gioviale, sempre disponibile. Ha testimoniato il carisma francescano e vissuto il ministero sacerdotale in varie Fraternità della Provincia. È morto nell’Ospedale di S. Benedetto del Tronto all’età di anni 94, di vita francescana 77 e di sacerdozio 70. * 10 settembre 2009: Falasconi Fr. Nazzareno, nato a San Severino Marche, della Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia, Italia. È morto nell’Infermeria provinciale di Grottammare all’età di anni 87, di vita francescana 69 e di sacerdozio 61. * 10 settembre 2009: González Martínez Fr. José Antonio, nato a Rincón, Prov. Carthaginensis, Spagna. Dopo essersi dedicato all’insegnamento e alla formazione, dal 1954 al 1964 ha lavorato in Guatemala e in El Salvador. Tornato in Provincia è stato Definitore provinciale, Ministro provinciale (1972-1978), Assistente dell’OFS. È morto a Murcia all’età di anni 84, di vita francescana 67 e di sacerdozio 60. * 10 settembre 2009: Vizzotto Fr. Isnardo, Egidio, nato a Campo di Pietra di Salgareda, della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Visse e prestò servizio in varie case della Provincia: Taglio di Po, S. Vito al Tagliamento, Motta di Livenza, S. Francesco del Deserto, Venezia Ognissanti, Monfalcone, Vicenza e Peschiera del Garda. Nel 1971 giunse nella Fraternità di Treviso S. Maria Ausiliatrice, che divenne la sua casa: quasi quarant’anni di ministero pastorale offerto con semplicità e generosità. Qui fu Vicario parrocchiale per molti anni, occupando buona parte del suo ministero tra la gente, in atteggiamento di ascolto e di servizio. È morto nel Convento Sacro Cuore di Saccolongo all’età di anni 83, di vita francescana 66 e di sacerdozio 58. * 14 settembre 2009: Double Fr. Cassian, Mervyn James, nato ad Invercargill, New Zealand, della Prov. Sancti Spiritus, Australia. È morto a Brisbane, Australia, all’età di anni 84, di vita francescana 61 e di sacerdozio 55. * 14 settembre 2009: Beach Fr. Raymond, Theodore William, nato a West New York, della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Dal 1947 al 1950, è stato vicario parrocchiale nella chiesa St. Joseph in East Rutherford, NJ. Nel 1950 è stato Vice Parroco presso la chiesa Holy Name di Garfield, NJ, e poi parroco dal 1955 al 1961. Si è poi trasferito nella Parrocchia St. Francis in Wanaque, NJ, svolgendo il servizio di Vice Parroco (1961) e di Parroco (1964). Nel 1970, fu assegnato a Our Lady della Assumption Church in Wood-Ridge, NJ, dove è stato Vice Parroco per sei anni (1970-76), poi è passato alla Sacred Heart Church in Rochelle Park, NJ, sempre come Vice Parroco (1976-81). Dal 1981 al 2005 è stato Cappellano a Warwick, NY, al Monte Verna Health Care Center, poi nella comunità delle suore a Mount St. Francis a Ringwood, NJ e, infine, presso le Piccole Sorelle dei Poveri nella Casa St. Joseph per anziani in Totowa, NJ. È morto a Totowa, NJ, all’età di anni 91, di vita francescana 69 e di sacerdozio 64. * 15 settembre 2009: Patiño Arias Fr. Octavio, nato a Circasia, della Prov. S. Pauli Apostoli, Colombia. Svolse il servizio di accompagnamento in vari luoghi di comunità, gruppi, persone; fu Economo provinciale. È morto all’età si anni 78 e di vita francescana 25. * 15 settembre 2009: Erni Fr. Francis, nato a Taumaruni, New Zealand, della Prov. Sancti Spiritus, Australia. È morto ad Aukland, New Zealand, all’età di anni 70 e di vita francescana 48. * 15 settembre 2009: Faccio Fr. Eligio, Guerrino, nato a Belvedere di Villaga, della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Visse i primi anni del suo ministero sacerdotale nel territorio veneziano a S. Francesco della Vigna e all’Ospedale al Mare. Dopo aver trascorso 10 anni a Taglio di Po quale vicario parrocchiale, venne trasferito nella casa “S. Maria” di Dolo, accanto alla nuova sede della tipografia I.T.E. Operò anche nell’infermeria provinciale di Saccolongo, svolgendo l’impegnativo e delicato servizio di Guardiano della casa. A Chiampo trascorse il periodo più lungo della sua vita: quasi vent’anni accanto alla grotta dell’Immacolata e alla tomba del NECROLOGIA 445 beato Claudio che tanto venerava, svolgendo un generoso servizio presso il santuario, soprattutto donando a tanti fedeli il perdono di Dio e la pace del cuore È morto nell’Ospedale di Padova all’età di anni 92, di vita francescana 76 e di sacerdozio 65. eucaristica, la Guardia alla Vergine di Zapopan, patrona di El Crucero. L’amore per gli indigeni huicholes gli meritò il titolo di TUCHI (papà-nonno o anziano). È morto nel Sanatorio San Francisco all’età di anni 79 e di vita francescana 49. * 17 settembre 2009: Sapio Fr. Thaddeus, Raymond Nicholas, della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Ha svolto il suo servizio nella Parrocchia St. Francis a Beach Haven, NJ; presso il Mexican American Cultural Center a San Antonio, Texas; nel St. Francis Retreat Center a Rye Beach, NH; nelle Parrocchie: St. Anthony in Camden, NJ, St. Anthony in Yulan, NY, Holy Cross in Bronx, NY, e Santa Maria degli Angeli in Anderson, SC. È morto ad Anderson all’età di anni 71, di vita francescana 50 e di sacerdozio 44. * 24 settembre 2009: Rampinelli Fr. Nereu, nato a São José, SC, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. Per 69 anni ha lavorato nel ministero parrocchiale. È morto ad Agudos all’età di anni 93, di vita francescana 75 e di sacerdozio 69. * 21 settembre 2009: Meda Fr. Damiano, Pietro, nato a Molina di Malo, della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Il suo ministero e la sua figura sono legati al santuario di Madonna dei Miracoli di Motta di Livenza, dove giunse nel 1980 e vi dimorò per quasi 30 anni. Qui svolse soprattutto il servizio pastorale in Basilica, donando conforto e soprattutto il perdono di Dio e la pace del cuore a quanti si accostavano al suo ministero sacerdotale. Nel 1985 diede alle stampe il libro «La Madonna dei Miracoli in Motta di Livenza», una storia completa ed approfondita della Basilica dalla sua costruzione, avvenuta in seguito all’apparizione del 9 marzo 1510. Fin da studente manifestò capacità e gusto nel campo musicale, doti che mise a frutto nel servizio liturgico, accompagnando con il suono dell’organo le celebrazioni e curando la formazione e l’animazione di gruppi corali che, con il bel canto, aiutassero i fedeli a pregare e a innalzare la vita a Dio. Una vita allietata dalla musica, una vita caratterizzata soprattutto dalla scelta evangelica di Frate Minore. È morto nell’Ospedale di Padova all’età di anni 80, di vita francescana 64 e di sacerdozio 56. * 24 settembre 2009: Gómez Mejía Fr. Hugo, José Carmen, nato a Los Charcos, della Prov. Ss. Francisci et Iacobi. Messico. Fu profondo conoscitore dei costumi e della cultura indigena. Propagò l’adorazione * 24 settembre 2009: Mori Fr. Vincenzo, Renato, nato a Granagliole, della Prov. Tridentinæ S. Vigilii, Italia. Ha vissuto ispirandosi alla carità del santo protettore Vincenzo. Dopo alcuni anni come Assistente nel Collegio di Villazzano ha passato il resto della sua vita a Castelletto di Brenzone a servizio delle Piccole Suore della S. Famiglia, soprattutto nell’infermeria. Ha esercitato il ministero della carità con dedizione e devozione, accompagnando le Sorelle nel momento del passaggio alla casa del Padre. Pur malato ha continuato con coraggio e sacrificio il suo servizio finché non è stato chiamato a ricevere il premio riservato ai servi fedeli. È morto a Castelletto di Brenzone all’età di anni 73, di vita francescana 53 e di sacerdozio 44. * 26 settembre 2009: Campagne Fr. Marien, Paulin, nato a Ransart, Belgio, della Prov. Trium Socirum, Francia/Belgio. Dopo l’ordinazione sacerdotale (1946) è partito per il Congo, dove ha lavorato in vari luoghi della Prefettura apostolica di Lac Moëro, poi ha servito i fratelli con “procuratore” a Lubumbashi. Ritornato in Belgio, senza dimenticare il suo zelo missionario, si è segnalato per la sua grande devozione mariana e come organizzatore di pellegrinaggi alla cappella “de la rue du Bac” a Parigi. È morto a Montignies-sur-Sambre all’età di anni 94, di vita francescana 69 e di sacerdozio 63. * 26 settembre 2009: Hechich Fr. Daniele, nato a S. Pietro in Selve (Antignana - Pola), della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Terminati gli studi, prestò la sua opera in vari conventi della Provincia: Trieste Madonna del Mare (1954-55), Gemona 446 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 (1955-56), S. Nicolò al Lido (1956-57); Treviso (1957-59); Verona SS. Redentore (1959-62); Monselice (1969-70). Trascorse poi un lungo periodo a Cittadella (1962-69 e 1970-81), addetto all’editrice «La voce dei pastori», direttore spirituale e confessore. Ma, ancora giovane cominciarono a manifestarsi i primi sintomi di una malattia, la sclerosi multipla, che portò ad un progressivo ed inesorabile deterioramento delle funzioni neurologiche. Per questo motivo dal 1981 l’infermeria di Saccolongo fu la sua casa. Quando qualcuno gli diceva che pregava per la sua salute, la risposta era sempre la stessa: «Prega perché io possa compiere la volontà di Dio». Nonostante la malattia che lo rendeva sempre più debole, dalla sua carrozzina, una compagna di vita che non lo abbandonò mai, continuò a dedicarsi al ministero della riconciliazione, della consolazione e del conforto, soprattutto dei fedeli che si trovavano in condizione di sofferenza psico-fisica, spirituale e morale e che necessitavano di un sostegno forte e adeguato con la preghiera e l’invocazione del Signore. Proseguendo il suo lento ed inesorabile calvario, perse anche l’uso della parola, ma nonostante questo la sua sola presenza fisica continuò ad attirare moltissimi fedeli. Tutto è stato reso possibile dalla materna intercessione della Vergine Madre e dalla profonda e filiale devozione che egli trasmetteva sempre a quanti gli si accostavano. Devotissimo della Madre di Dio, scrisse anche alcune preghiere alla Vergine Maria e un libretto «Il mio rosario quotidiano». Di carattere mite, obbediente e silenzioso, la grazia di Dio lo ha trasformato in un’offerta vivente, in una candela che pian piano si è consumata, continuando ad illuminare, ad orientare, a scaldare gli animi, parlando anche senza poter proferire più neanche una parola. Nell’offerta della sua vita egli ha servito fedelmente ed eroicamente la Chiesa, testimoniando il Cristo e rendendolo presente come misericordioso e sofferente. Il 20 gennaio 2007 a Saccolongo è stata inaugurata una comunità alloggio che porta il suo nome. Un flusso continuo di fedeli si è recato nella camera ardente preparata presso la nostra infermeria per venerare la sua salma e migliaia di persone hanno partecipato al funerale che si è svolto davanti alla chiesa parrocchiale di Saccolongo ed è stato presieduto dal Ve- scovo di Padova Mons. Antonio Mattiazzo. È morto nel Convento S. Cuore di Saccolongo all’età di anni 83, di vita francescana 64 e di sacerdozio 57. * 28 settembre 2009: Jaumain Fr. Gratien, Paul, nato a Namur, Belgio, della Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio. Ha vissuto la sua consacrazione come servizio: Guardiano in molte Fraternità, Assistente spirituale della Clarisse, Segretario provinciale, Redattore Capo della rivista provinciale; molto apprezzato nel lavoro pastorale sia in parrocchia che con le Suore Francescane È morto a Bruxelles, Belgio, all’età di anni 78, di vita francescana 56 e di sacerdozio 49. * 30 settembre 2009: Marinangeli Fr. Giacinto, nato a Pettino, della Prov. Aprutiorum S. Bernadrini Senensis, Italia. È morto a L’Aquila all’età di anni 90, di vita francescana 74 e di sacerdozio 65. * 30 settembre 2009: Baldini Fr. Fausto, Enrico, nato a Milano, della Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromæi, Italia. Fu Guardiano in diversi conventi, insegnante di religione nel nostro Liceo di Luzzago (1955-56.1974-88), stimato confessore e Penitenziere nel Duomo di Milano (20002006). È morto a Sabbioncello di Merate all’età di anni 81, di vita francescana 62 e di sacerdozio 55. * 30 settembre 2009: Spyrka Fr. Józef Antoni, nato a Bogucice, della Prov. S. Mariæ Angelorum, Polonia. È morto a Rzeszów all’età di anni 76 e di vita francescana 51. * 2 ottobre 2009: Cordoni Fr. Pietro, nato a Campovalano, della Prov. Seraphicæ S. Francisci Assisiensis, Italia. Frate con carattere un po’ burbero, ma molto buono e che ha sempre voluto molto bene, soprattutto attraverso gesti pratici, ai “suoi” frati e alle persone che di volta in volta il Signore gli poneva davanti. Tutti lo ricordano con grande affetto e stima ed hanno potuto cogliere la bella testimonianza della sua vita, la perseveranza della sua vocazione e la sua forza nella malattia. Durante la sua vita ha sempre cercato l’aiuto nella Madonna, a cui era molto devoto. È morto a Perugia all’età di anni 71 e di vita francescana 50. NECROLOGIA * 8 ottobre 2009: Rampinelli Fr. Domiciano, José, nato a São José, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. Ha dedicato i suoi 63 di sacerdozio alla pastorale parrocchiale, come Vice Parroco. È deceduto 14 giorni dopo la morte del suo fratello di sangue, Fr. Nereu, anche lui Frate Minore. È morto a Rio de Janeiro all’età di anni 88, di vita francescana 69 e di sacerdozio 63. * 11 ottobre 2009: Deshaies Fr. Ferdinand, nato a Thunder Bay, della Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Canada. Per 40 è stato Missionario nel Vicariato apostolico San José della Amazzonia, Perú. In questi anni ha fondato un Ufficio postale ad Aucayo; ha costruito una chiesa, la residenza francescana ed una scuola. Il 16 luglio 1982 ha ricevuto dal Ministero dell’Educazione del Perú la decorazione “Las Palmas Magisteriales”, per i 25 anni dedicati all’educazione della gioventù peruana nella foresta amazzonica. È morto nell’Infermeria provinciale in Montréal all’età di anni 90, di vita francescana 69 e di sacerdozio 62. * 15 ottobre 2009: Lorenzetti Fr. Joel, Mariano, nato a Três Arroios, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. Per anni ha fatto parte dell’équipe provinciale delle Missioni al Popolo. Entusiasta della vita francescana, mise a servizio del canto liturgico e della pastorale la sua voce forte e vibrante. È morto ad Agudos all’età di anni 80, di vita francescana 56 e di sacerdozio 50. * 17 ottobre 2009: Swinnen Fr. Daniel, Leopold, nato a Eversel-Heudsen, della Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. È stato Professore in vari luoghi, Guardiano a Bruxelles (1966-2001 e a Sint-Truiden (20042009), Redattore capo de “La voix de Saint Antoine” (1988-2009), Visitatore generale della Provincia olandese. Un frate di grande dedizione, che ha messo a disposizione degli altri, fino alla fine, i suoi talenti. È morto a Sint-Truiden all’età di anni 68, di vita francescana 49 e di sacerdozio 42. * 20 ottobre 2009: Lunardi Fr. Goffredo, Giovanni, nato a Bertesina, della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Nel luglio 1956 giunse in Giappone, dove iniziò un 447 lungo apostolato missionario, durato cinquant’anni. Dal 1989 al 1995 ricoprì l’incarico di Superiore regionale. Ma l’impegno principale è stato il contatto con una cultura molto lontana dalla nostra e che poco si lascia coinvolgere o penetrare. Ha operato in varie parrocchie dell’Hokkaido, dedicandosi con passione e dedizione ad una pastorale dove non esiste la tentazione dei grandi numeri; ciò che conta è la presenza attenta alle persone, il contatto personale, con predilezione particolare per i piccoli (fu direttore di vari asili) per raggiungere attraverso di loro i genitori, le famiglie e la società. Nel 2005 le condizioni di salute lo costrinsero a rientrare in Provincia e fu inserito nella Fraternità di Cittadella. È morto nell’Ospedale di Padova all’età di anni 80, di vita francescana 63 e di sacerdozio 55. * 23 ottobre 2009: Álvarez Partida Fr. Rafael, Luis, nato ad Ahualulco de Mercardo, della Prov. Ss. Francisci et Iacobi. È stato confessore e direttore spirituale nel collegio serafico, maestro dei teologi, maestro dei filosofi, Guardiano, Ministro provinciale (1977-1983), Definitore provinciale. Svolse vari altri uffici. È morto a Guadalajara all’età di anni 78, di vita francescana 61 e di sacerdozio 51. * 24 ottobre 2009: Baković Fr. Zvonko, Franjo, nato a Mrkonjić Grad, della Prov. S. Curicis, Bosnia/Erzegovina. È stato Vicario parrocchiale in vari luoghi, Parroco a Pdomilačje e Zenice. È stato anche Segretario della Provincia (1963-1964; 19841986), Vicario provinciale (1973-1976) e Definitore provinciale (1982-1985). È morto a Jajce all’età di anni 72, di vita francescana 54 e di sacerdozio 45. * 24 ottobre 2009: Barbiero Fr. Emiliano, Mario, nato a Valnogaredo di Cinto Euganio, della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. I dati della sua vita possono essere così riassunti: ventisei anni di insegnamento, sei di Guardiano (a Motta di Livenza: 1957-60 e a Lonigo: 1963-66), quindici di Definitore provinciale (1971-80; 1986-92), trentadue di Economo provinciale (19661998), cinquanta di legale rappresentante della Provincia, trentanove anni trascorsi a S. Francesco della Vigna (1966-05), Cavaliere di S. Marco e della Repubblica. Nono- 448 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 stante i molti servizi a livello provinciale, non ha trascurato il ministero sacerdotale. Tra i numerosi impegni non è mancata in lui la disponibilità ai fedeli, alla celebrazione dei sacramenti, in particolare alla confessione. Cercava ogni occasione che gli consentisse di esercitare il suo sacerdozio e aveva un legame particolare con il santuario mariano di Motta di Livenza. Nelle nostre case è conosciuto per la geniale invenzione del Fondo comune, strumento di vera fraternità apprezzato e adottato da molte Province religiose, per i lavori, per i restauri, per le opere realizzate in favore delle missioni, delle suore, dei poveri. Fuori le mura dei conventi e tra la gente forse è apprezzato per le sue opere: il progetto delle acque a S. Francesco della Vigna e a S. Francesco del Deserto, il libro sulle omonimie, la conoscenza di personaggi illustri… Ma prima ancora di tutto ciò che ha realizzato, la testimonianza più grande che ci ha lasciato resta il suo stile di Frate Minore, pronto a servire, sempre distaccato da tutto. Ha amministrato tanto, ha intrapreso grandi lavori, ha progettato, ma con una costante: tutto per gli altri, niente per sé. In questo ha dimostrato grande generosità coniugata con costante fedeltà. È morto nel Convento S. Cuore di Saccolongo all’età di anni 93, di vita francescana 78 e di sacerdozio 70. * 6 novembre 2009: Carrabba Fr. Piergiorgio, Pio, nato a Napoli, Prov. Neapolitanæ Ss. Cordis Iesu, Italia. Ha espresso la sua consacrazione religiosa e sacerdotale in una vita nella quale le priorità erano il Signore e la sua Parola che, in tutte le occasioni, non si stancava di annunciare, predicare e testimoniare. Costantemente pronto ad accogliere con compassione le ansie, le difficoltà e le sofferenze dei fratelli, è stato sempre a disposizione nell’accogliere, ascoltare e confessare chiunque si rivolgesse a lui. È stato un frate laborioso, sempre in movimento per riparare e aggiustare, al fine di rendere il Convento più accogliente e funzionante. Un frate cordiale, in cui prevaleva il senso dell’obbedienza e della disponibilità. È morto presso l’Ospedale Fatebenefratelli in Napoli all’età di anni 77, di vita francescana 54 e di sacerdozio 48. * 6 novembre 2009: Fuchs Fr. Bruno, Georg, nato a Castrop-Rauxel, Germania, del- la Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. Per anni ha fatto parte dell’équipe provinciale della pastorale biblica ed ha offerto il suo servizio a numerose parrocchie, comunità e diocesi. Dopo aver partecipato al Capitolo delle Stuoie per commemorare l’VIII centenario dell’approvazione della Regola, è morto improvvisamente a Rodeio all’età di anni 78, di vita francescana 53 e di sacerdozio 47. * 8 novembre 2009: Leibold Fr. Harald Hugo, nato a Dipperz, della Prov. Thuringiæ S. Elisabeth, Germania. È morto nel Convento di Fraunberg all’età di anni 96, di vita francescana 76 e di sacerdozio 71. * 9 novembre 2009: Maire Fr. François, Gérard, nato a Sélestat, della Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio. È stato Vice Parroco a Lulhouse e a Rixheim, Vice Maestro dei Novizi, per lungo tempo Cappellano dell’Ospedale. Il suo servizio agli ammalati, la sua attenzione fraterna alle persone più fragili e la sua amabile accoglienza furono molto apprezzati. È morto a Metz-Borny all’età di anni 76, di vita francescana 56 e di sacerdozio 47. * 10 novembre 2009: Brunelli Fr. Maurizio, Cesare Luciano, nato a Brescia, della Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromæi, Italia. Per tanti anni (1975-2007) nel Convento di Busto Arsizio svolse con paziente dedizione il suo servizio di aiuto Assistente dell’Oratorio e di conforto per gli ammalati. È morto a Merate all’età di anni 74, di vita francescana 53 e di sacerdozio 35. * 10 novembre 2009: Barnhoorn Fr. Hieronymus, Wouterus, nato a ‘s-Gravenhage, della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Si è dedicato alla pastorale parrocchiale, è stato Guardiano, Vicario, sempre disponibile ad aiutare i Frati anziani. È morto a Weert all’età di anni 80, di vita francescana 59 e di sacerdozio 52. * 15 novembre 2009: Alonso Mancebo Fr. Daniel, nato ad Olives, della Prov. S. Iacobi de Compostela, Spagna. Modello di laboriosità, affabile e servizievole, si dedicò al lavoro dell’orto e alla cura delle api. Questo gli ottenne il premio Vagalume che il Comune concede alle persone e alle isti- NECROLOGIA tuzioni distintesi nella città per il servizio verso gli altri. Varie volte è stato Discreto della Fraternità di Santiago. È morto a Santiago de Compostela all’età di anni 85 e di vita francescana 63. * 17 novembre 2009: Mika Fr. Joseph, nato a Chicago, della Prov. Assumptionis BMV, USA. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale e si impegnato ad attuare la liturgia alle indicazioni del Concilio Vaticano II. Infine, è stato Cappellano degli anziani. È morto a Manitowoc all’età di anni 84, di vita francescana 65 e di sacerdozio 59. * 18 novembre 2009: Yáñez Ledzma Fr. Jaime, José Felipe de Jesús Francisco, nato a Jerécuaro, della Prov. Ss. Petri et Pauli de Michoacán, Messico. Ha servito la Chiesa e l’Ordine come Maestro e Formatore al St. Anthony’s Seminary, El Paso, per più di 50 anni, più volte Guardiano, Rettore, Professore, Vicario e Direttore spirituale. È stato anche Assistente dell’OFS e Confessore nella Parrocchia Our Lady of Guadalupe. È morto a El Paso, Tex., all’età di anni 85, di vita francescana 70 e di sacerdozio62. * 18 novembre 2009: Mauri Fr. Benedetto, Samuele Biagio, nato a Maggianico di Lecco, della Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromæi, Italia. Frate semplice e schietto, sarto, portinaio e questuante in diversi conventi della Provincia, seppe intessere legami profondi e sinceri con tutti, con i poveri che bussavano alla porta per chiedere un po’ di pane, con i lavoratori, con gli anziani e con i giovani. Sempre attivo e laborioso nonostante il passare degli anni, santamente indaffarato per procurare ai suoi frati e alla gente i frutti della Provvidenza, lascia un esempio luminoso di serafica letizia. È morto a Dongo all’età di anni 83 e di vita francescana 60. * 20 novembre 2009: Irudayam Fr. Jesu, nato a Thinaikulam, Tamil Nadu, della Prov. S. Thomæ Apostoli, India. Per oltre 19 anni è stato Direttore di Nesakkaram, una casa per i ragazzi di strada in Chennai. È morto all’età di anni 59, di vita francescana 36 e di sacerdozio 29. * 22 novembre 2009: Tinneny Fr. Joachim, Joseph, nato a London, della Prov. Immacu- 449 latæ Conceptionis BMV, Inghilterra. Con la sua morte cessa la missione della nostra Provincia in India, iniziata il 21 giugno 1925. Nel 1956 si è recato in India, dove ha lavorato nelle Parrocchie di Kowtal, Maski, Jawalgera, Raichur nella Diocesi di Bellary e in Shahabad in Gulbarga. Religioso semplice, ha dedicato tutta la sua vita ai poveri. È morto a Bellary, India, all’età di anni 85, di vita francescana 59 e di sacerdozio 54. * 23 novembre 2009: Zapico Ramos Fr. Faustino, nato a Andorra, Prov. Valentiæ et Aragoniæ S. Ioseph, Spagna. Nel 1989 si recò in Perù, dove svolse un grande lavoro pastorale e sociale nella città di Contamana. Per aiutare concretamente i più poveri, fondò un Collegio per i bambini con handicap fisici e psichici. È morto a Lima, Perù, all’età di anni 53, di vita francescana 34 e di sacerdozio 20. * 24 novembre 2009: Gavran Fr. Ignacije, Mijo, nato a Vares, della Prov. S Crucis, Bosnia/Erzegovina. È stato professore nel Seminario francescano di Visoko dal 1941 al 2003 e nello Studentato di Teologia a Sarajevo dal 1945 al 1950, Direttore della Scuola di Visoko dal 1967 al 1976, Definitore provinciale dal 1961 al 1967. Ha pubblicato vari libri e molti articoli in diverse periodici. È morto a Visoko all’età di anni 96, di vita francescana 78 e di sacerdozio 72. * 28 novembre 2009: Van Rompaey Fr. Armien, Rene, nato a Lier, della Porv. S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Per 50 anni è stato missionario in Congo. Portato alla musica e alla tecnica, è stato Direttore della scuola tecnica a Kamina, dove ha formato centinaia di giovani non solo a livello professionale, ma anche umano e cristiano. Un uomo profondamente religioso, che ha vissuto la povertà come solidarietà con il popolo congolese. È morto ad Antwerpen all’età di anni 84, di vita francescana 64 e di sacerdozio 58. * 29 novembre 2009: Mosqueda Espinoza Fr. Celso, Moisés, nato a Silao, della Prov. Ss. Petri et Pauli de Michoacán, Messico. Ha svolto il suo ministero in molti luoghi. È morto a Celaya all’età di anni 71, di vita francescana 47 e di sacerdozio 40. 450 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 * 1 dicembre 2009: Wieszczek Fr. Rudolph, Edward, nato a Hamtramck, della Prov. Assumptionis BMV, USA. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale. È stato anche Caplleno di un grande Ospedale cattolico. È morto a Burlington all’età di anni 86, di vita francescana 64 e di sacerdozio 55. * 6 dicembre 2009: Simons Fr. Balthasar, Theodorus, nato a Rotterdam, della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensim, Olanda. È stato Professore di matematica e di musica. È stato Ministro provinciale e membro della Commissione internazionale per le finanze dell’Ordine. È morto a Warmond all’età di anni 84, di vita francescana 65 e di sacerdozio 58. * 11 dicembre 2009: Zuska Plasek Fr. Simón, Jaroslav, nato ad Uherské Hradiste, Cecoslovacchia, della Prov. Bohemiæ et Moraviæ S. Venceslai, Rep. Ceca. Al termine della Seconda Guerra Mondiale lasciò il Paese, rifugiandosi a Valenzia, Spagna. Nel 1960 ottenne la cittadinanza spagnola. Partecipò a vari Capitoli generali come membro della Segreteria ed anche come Delegato della sua Provincia di S. Venceslao in Boemia. Nella Provincia di Valenzia svolse vari uffici: Professore nel Collegio di Ontinyent, Segretario provinciale, Bibliotecario, Commissario e Vice Commissario di Terra Santa, Amministratore della Rivista “Seleciones de franciscanismo”. È morto ad Ontinyent, Spagna, all’età di anni 91, di vita francescana 72 e di sacerdozio 66. * 14 dicembre 2009: Esquivel Pérez Fr. Pedro, José Pedro, nato a Puruándiro, della Prov. Ss. Petri et Pauli de Michoacán, Messico. È stato più volte Guardiano, Segretario per la Formazione e gli Studi, Definitore provinciale, Direttore del Bollettino, Segretario provinciale, Ministro provinciale. È morto a Querétaro all’età di anni 71, di vita francescana 51 e di sacerdozio 44. * 16 dicembre 2009: Di Matteo Fr Emanuele, Carlo, nato a Magliano dei Marsi, della Prov. Aprutiorum S. Benrnardini Senensis, Italia. È stato un Frate semplice e laborioso, nella cucina e nel servizio di sagrestano, soprattutto al Santuario della Madonna dei Bisognosi in Pereto dove è stato diversi anni. Dopo una lunga malattia, è morto nella Casa di Cura di Magliano all’età di anni 77 e di vita francescana 58. * 19 dicembre 2009: Ampe Fr. Gundulf, Marc, nato ad Oostrozebeke, della Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Dopo l’ordinazione sacerdotale ha lavorato, soprattutto, nella pastorale parrocchiale, prima come Vice Parroco a Waterschei e Lokeren, poi come Parroco a Lokeren e Ronse, dove è stato anche Guardiano. Dotato per la tecnica e la cucina, è stato un uomo di grande bontà verso i confratelli e la gente. È morto ad Antwerpen all’età di anni 74, di vita francescana 53 e di sacerdozio 46. * 19 dicembre 2009: Coacci Fr. Nazzareno, nato a Cingoli, della Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia, Italia. Religioso umile, mite e disponibile, ha testimoniato la vocazione francescana e il ministero sacerdotale nelle nostre Fraternità, specialmente nella pastorale parrocchiale e nel Sacramento della Riconciliazione. È morto nell’Infermeria provinciale in Grottammare all’età di anni 88, di vita francescana 70 e di sacerdozio 62. * 22 dicembre 2009: Vieira Fr. Rosario, Antonio, nato a Sande, Portogallo, della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Ha svolto il servizio di refettoriere nei conventi del St. Bonaventure a Paterson, NJ (1955-56), dell’Holy Name College di Washington, DC (1956-58) e del St. Stephan d’Ungheria di New York (1958-59). Ha poi proseguito gli studi in scienze infermieristiche a St. Francis Hospital di Olean, NY. Dopo aver ricevuto la LPN nel 1960, si offrì volontario per la missione della Provincia in Goiás, Brasile, dove ha prestato servizio per quasi trent’anni. Ha lavorato prima come infermiere presso Araguacema (1961-1970) e Cristalândia (1971-1983), e poi ha fatto parte del team di formazione a Goiânia (1983-84) e Anápolis (1984-1985). Dopo un breve periodo presso la parrocchia di Pires do Rio (1985-86), ha prestato servizio come Vicario e poi Guardiano a Goiânia (1986-1989) e infine come assistente parrocchiale di Quirinópolis (1989-90). Tornato negli Stati Uniti nel 1990 ha prestato servizio presso l’Infermeria provinciale di Ringwood, NJ. È morto a Ringwood all’età di anni 85 e di vita francescana 54. NECROLOGIA * 23 dicembre 2009: Sluijs Fr. Gandulf, Wilhelmus, nato a Bodegraven, della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiemnsium, Olanda. È stato molto attivo sul piano pastorale, specialmente con i Membri dell’OFS. Infine, si è posto a servizio della Catholic Union per gli anziani. È morto a Utrecht all’età di anni 89, di vita francescana 70 e di sacerdozio 63. * 23 dicembre 2009: Papparella Fr. Anselmo, Antonio, nato a Molfetta, Italia, della Cust. Terræ Sanctæ, Israele. È morto al Cairo, Egitto, all’età di anni 74 e di vita francescana 52. * 29 dicembre 2009: Bambir Fr. Vjekoslav, Vinko, nato ad Uskoplje, della Prov. Ss. 451 Assumptionis BMV, Bosnia/Erzegovina. Dopo il Dottorato in Diritto Canonico presso l’Antonianum in Roma, si è recato negli USA nel 1946, dove ha svolto vari servizi: Vice Parroco, Custode, Consigliere custodiale, Cappellano militare, Direttore delle Franciscan Publications. È morto nel Mercy Hospital di Chicago, USA, all’età di anni 93, di vita francescana 76 e di sacerdozio 69. * 29 dicembre 2009: Bercik Fr. Michael, nato a McKeesport, PA, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, USA. È morto presso la Saint Christopher Fraiary in Boston all’età di anni 57, di vita francescana 34 e di sacerdozio 30. INDEX NOMINUM PRO ANNO 2009 (CXXVIII) A Abela John 93, 190, 416 Accossato Giampietro 170 Aceto Gabriel 189 Acevedo Quiroz Luis Hernando 439 Adalberto Rosat 153 Agirre Unanue Frantzisko 168 Aguilar Rojas Isaías Óscar 189 Agulló Pascual J. Benjamín 155 Ahles Jerome 172 Ahouanan Djro Paul-Siméon 437 Aiello Gerardo 172 Albert de la Torre Luis 172 Albert Leánder 275 Alcalde Quintas Víctor Manuel 276 Alliata Eugenio 157 Allimant Jiménez Raúl 379 Alonso Mancebo Daniel 448 Alvarado Segura Edwin de Jesus 190, 372, 416 Álvarez Cabrera Raul 58 Álvarez Miguel 416 Álvarez Partida Rafael 447 Álvarez Rodríguez Iosephus 387 Alves Pereira Aluisio 137, 189 Aman Petrus Kanisius 277 Amanzi Cristoforo 275 Amaral Bernardo Amaral 73, 123, 130, 134, 137, 189 Amato Angelo 76-79 passim, 289-286 passim, 389-390 Amato Carmelo 317 Amigo Valle Francisco 313 Amigo Vallejo Carlos 311 Amin Joseph 133, 189, 370, 395 Ampe Gundulf 450 Anaut Espinosa Manuel 190, 311 Andjelović Petar 169 Andreassa Irineu 437 Angelisanti Alessandro 189 Anghur Cosmas Michael 125 Angulo Jerome 176 Ante Óscar 59, 371 Antonelli Francesco 372 Aquilina George 410 Aracić Dinko 363 Arango Trujillo José Ignacio 169 Ardura Bernard 417 Arellano Suárez Francisco Javier 190, 409 Arias Alex Antonio 371, 416 Armenta Eduardo 189 Arozena Lizeaga Enrike 167 Arregi Guridi José María 276 Arriaga Larragan Iñaki 168 Arrighini Angelo 11, 69, 299, 300 Arzelus Esnaola Angel 167 Ascione Giorgio 408 Auberger Jean-Baptiste 146 Aurélio da Cruz Marco 371 B Baan Melchior 173 Babić Ante 370 Baek Nam-Yong John 58 Bagarić Ivo 176 Bahcic Robert 293, 416 Bahlmann Bernardo Johannes 152 Baiardi Sereno 412 Bailey Justin 318 Bakoma Marcel 189 Baković Zvonko 447 Balajić Siniša 379 Baldini Fausto 446 Bałdyga Sergiusz 311, 378 Balestri Paolino 177 Balić Carlo 363, 417, 418 Ballati Secondo 369 Baltar Duyos Salvador 176 Bamberg Callistus 174 Bambir Vjekoslav 451 Banks Evan 174 Baratto Cláudio 171 Barbariga Basilio 319 Barbiero Emiliano 447 Barbosa de Sousa Wellegton Jean 58 Barden Franz-Leo 189 Barnhoorn Hieronymus 448 Barralet Roger 57 Barrio Jiulián 295, 308 Barroso Maria 132 Bartolini Bruno 162, 189, 369 Bartolucci Marcello 391 Basile Agnello 315 Basili Nasser 287 Battaglia Vincenzo 362, 417-418 Battista da Varano (beata) 391 Baumann Otmar 170 Beach Raymond 444 Beciani Danilo 189 Belkacem Joseph-Adrien 171 Bello Tom 396 Beltrami Carolina 76, 283 Benedetto XVI 3-7 passim, 39, 145, 153, 181-188 passim, 325-344 passim, 347, 377-378, 385, 391, 393, 399, 412-413, 433, 435, 437 Benigar Alessio 77 Benítez Martínez Marcelus 189 Bercik Michael 451 Berhidai Piusz 276 454 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 Beristain Uzkudun Iñaki 276 Berkvens Adrianus 317 Bermejo Enrique 182 Bernacchi Leonardo Mario 308 Berrini Marco 379, 417 Berrueta López de la Calle Jesús 276 Bertin Giorgio 437 Bertone Tarcisio389 Bertulucci Marcello 77 Betti Umberto 164-166 Biagi Maino Donatella 439 Biasi Saverio 59, 189 Biber Egidije 320 Biemmi Enzo 68 Biesok Ezdrasz 189 Bini Giacomo 11, 12, 14, 27, 67, 121, 141, 189 Bir Stanley174 Bitzer Martín 88, 90 Blastic Michael W. 157 Bőjte Mihály 295 Bołd Wit Michał 277 Bonaventura da Bagnoregio (San) 325, 412 Bonenfant Roland 129 Bonifacio Francesco Giovanni 75 Bonilla Bonilla Áureo Patricio 369 Boruta Alexander 169 Bošnak Dinko 370 Bourdeau Gilles 128 Bove Cristoforo 77 Bozanić Josip 395 Brac de La Perrère Thierry 123 Bracci Silvano 311, 439 Brailly Christian 277 Brancher Mauro 321, 443 Bravi Francesco 66, 127, 137, 150, 189 Brázda Cyril Jaroslav 275 Breis Pereira Carlos Alberto 58 Brigidi Silvestro 170 Brkić Blago 321 Brocanelli Vincenzo 137, 189, 308, 311, 348, 607, 416 Broccato Aldo 14 Brunelli Delir 381 Brunelli Maurizio 448 Budnik Austin 316 Buljac Mirko 320 Bunader Julio César 189, 348, 410-411, 416 Buonamano Giambattista 90 Burrascano Guseppe 292 Buscemi Alfio Marcello 311 Byrne Thomas 443 C Cabrera Herrera Luis Gerardo 63, 137, 154, 293 Cacciotti Alvaro 419 Calderón Martínez Severino 189 Calderón Peña Jaeme 276 Califano Giovangiuseppe 285, 291, 391-392, 416 Calvo Gaspar 363 Cambrini Sanchini Gabriella 311 Campagna Robert 189 Campagne Marien 445 Campana Ferdinando 369 Canali Paolo 190 Candray Francisco 416 Cangelosi Felice 90 Cantalamessa Raniero 11, 12, 14, 297 Carfagna Pietro 189 Caro Eddie 311 Caroli Ernesto 162 Carpentieri Ludovico 173 Carpio Ponce Emilio Erasmo 189 Carrabba Piergiorgio 448 Carrascosa Santos Perfectus 387 Carrero Ángel Darío 311 Carrero Morales Angel Dário 189 Carvalho do Couto Wanderley 189, 371, 410 Carvalho Neto Francisco 189 Casalini Nello 311 Casini Maria Teresa 284 Cassano Luigi 174 Castillo Amendaño Milton Jacinto 171 Castillo Gaona Santos Daniel 369 Castro Joel Alcides 189 Catalan Jorge David 279 Cavagna Luigi 148 Cecchin Stefano 363, 417 Černý Bartoloměj Pavel 275 Cerrato Chamizo Guillermo 276 Chacour Elias 185 Chagnon Lionel 129 Chambi Cruz Ernesto 189 Chan-seon Leonardo Kim 58 Cheng Kia Shio Pietro Alcantara 167 Chomik Wacław 189, 277 Chumillas Fernández Victor 386 Ciappara Joseph 410 Cicchello Claudio Vito 439 Ciscar Puig Filippo 79 Cisneros Marcelo 381 Ciufo Gerardo 410 Civitavecchia Leonardo 278 Clorey Doug 98, 396 Coacci Nazzareno 450 Coelho Pedro 132 Cofano Antonio 278 Colombini Giorgio 315 Colombo Roquette Jesús Ignacio 317 Colombotti Tarcisio 278 Colomer Barber Rafael 276 Colonna Margherita 392 Comastri Angelo 407, 413, 415 Concetti Giuseppe 439 Concha Jorge 293, 369 Consoli Salvatore 439 Conti Maurizio 275 Contini Andrea 275 INDEX NOMINUM Copps Michael 57 Cordoni Pietro 446 Corpas Isabel 381 Correa Gino 370 Corrillon Manuel 133 Corriveau John 11, 12, 14, 23, 141, 297, 299 Corullón Fernández Manuel 189 Covero Rogelio 189 Crapp Austen Robin 153 Crisci Livio 278, 279, 416 Csoska Fabian Jan 168 Cugnata Daniele 292 Cvitković Budimir 176 D Dąbrowski Bonus 369 Da Costa Sandro Roberto 371, 381 Da Fanna Fedele 425-428, 439 Dalla Rosa Elias 416 Dall’Osto Antonio 136, 305, 425 Dalmastri Benedetto 170 D’Andrea Aniceto 169 D’Antonio Salza Nicolás 320 Da Portogruaro Bernardino 426, 428 Daquilanea Arturo 189 Da Silva Fernandes José Carlos 58 De Angelis Sante 412 De Balsi Ugo 79 De Bianchi Vito 168 De Frutos Dominicus Alonso 387 Deja Leonard 369 De la Mata Merayo Miguel 190 Delautre Hugues 168 Delić Frano 277 Del Pozo Enarnación 14, 124 Del Prete Vincenzo 76 Del Val R. Merry 432, 437 De Muyt Bernard 169 De Paoli Paolo 443 De Rosa Luca 77-79 passim, 284, 311 Deshaies Ferdinand 447 De Smet Floribert 320 De Vega Pedraza Iosephus 387 Devenney Maurice 396 De Vincenti Maria Teresa 285, 391 De Wit Archangelus 175 Dezza Ernesto 157 Díaz Sierpe Bernardino 312 Díez Serna Valentinus 387 Di Franco Manlio 189 Di Matteo Emanuele 450 Di Ruberto Michele 76-79 passim, 284-286 passim, 389-390 Dister Syukur Nikolaus 371 Di Virgilio Virgilio 189, 442 Doherty Michael 58 Dohnal Jan Maria Vianney 275, 279, 416 Domínguez Raimundo 416 Domínguez Serna Joaquín 189 Donders Dignus 173 Dorronsoro Mujika Juan Miguel 276 Dos Santos Alexandre José 437 Dos Santos Mascarenhas Amarildo 189 Double Cassian 444 Douglas Marian 174 Drew Jiustin 443 Dubigeon Benoît 137, 189 Dunham Larry 119, 189, 371, 416 Durigon Natale 310 E Eguiguren Iraola José Ángel 279, 416 Ekka Leos 189 Elewaut Emmanuel 170 Elisabeth Castro 89 Erni Francis 444 Espelage Arthur 370 Esposito Agostino 189, 408 Esquivel Pérez Pedro 450 Etxebeste Arregi Iñaki 168 Etzi Priamo 153, 372 F Fabris Contardo 315 Fabuel Vicente Sebastián 157 Faccio Eligio 444 Faes Barbara 428, 439 Failla Giuseppe 90 Falasconi Nazzareno 444 Falo Espés José María 189 Fantaccini Paolo 189 Faranda Tindaro 292 Farlow Wenceslaus 316 Farolfi M. Chiara 391 Faustin Roland 190 Favretto Mario 123, 128, 137, 189, 292 Febbraro Antonio 157, 439 Felipe Tapia Vicente-Emilio 189, 348, 416 Félix Palomares Ramón 58 Ferdico Francesco 292 Fernández Fernández Dionísio 189 Fernández Sousa Alfonso 172 Ferrari Caetano 154 Ferrari Roberto 147, 152, 189 Ferreira Lessa Luís Augusto 58, 189 Ferreira de Lima Samuel 371 Ferreira de Sousa Francisco Robério 58 Ferro Salvatore António 190 Figueiredo Teixeiria José 314 Filoni Fernando 7 Fischer Clement 442 Fitzsimons Kieran 57 Flores Ángel 416 Flores Interiano Saúl Orlando 137, 189 Fobes Peter 137 Focardi Francisco 309 455 456 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 Fokcinski Hieronim 391 Foley John 187 Folgado López Carlos 372 Fong Franklin 58 Francis Shaw Sebastian 152 Freddi Marco 190 Fregona António 90 Frész Timóteus 276 Freyer J. B. 379 Fruk Ana 89, 395 Fuandez Lopez Antonio 392 Fuchs Bruno 448 Fuentes Cruz Eusebio 315 Fusarelli Massino 63, 66, 147, 189 G Gábor Tamás 275 Gaglione Giacomo 78 Gallardo Loja Luis Arcesio 369 Gallina Riccardo 59 Gandarela Manuel Gonçalves 169 Gandolfi Giulia 439 García de Armellada B. 379 García Escudero Pablo 313 García Fernández Arsenio 317 Gardin Gianfranco Agostino 11, 12, 14, 29, 142, 297, 299-301, 393 Garzon Ramirez Fernando 137, 189 Gatti Clemente 286, 391 Gavran Ignacije 449 Gavran Lovro 189 Gaytán Vázquez Norberto 443 Gdyk Nikodem 189 Gelo Marko 321 Gemelli Agostino 146 Gerritsma Frans 279, 416 Giacomo da Bitetto (Beato) 77, 389 Giampieri Gabriele 444 Giannone Carmelo 370 Giardina Rosario 292 Gidoni Annamaria 440 Gieoux Oscar 317 Giermek Joachim 401 Gimmnich Otho 175 Giorgino Francesco 141, 299 Giouda Bishara 371 Giovanni Paolo II 338-339, 340-341, 375, 377-378, 393, 395 Giovanni Rinaldi 137 Giovanni XXIII 362, 417-418, 441 Gjoka Dedë 369 Glamocak Marijan 416 Gniecki Czesław 189 Gohly Jozafat Roman 277 Gołąbek Emilian Piotr 277 Gómez Julio 396 Gómez Marcellinus Ovejero 387 Gómez Martínez Eulalio 189, 410 Gómez Mejía Hugo 445 Gómez-Pinto Pinero Felix 387 González González Amado 189 González Martínez José Antonio 444 González Porres Antonio 189 González Rodríguez Anastasius 387 González Víctor Hugo 277 Gorzołka Rafał 277 Grassi Massimo 278 Gray Reginald 57 Grossi Andrea Nico 369 Guarguaglini Sandro 278 Guglielmoni Mariano 375, 419 Gutay Jose Femilou 189 Gutiérrez Olmos José Enid 279 Gyeong-ho Francisco Ki 58 Gyeong-hun John Lee 58 H Habib Shehata 394 Harada Hermógenes 316 Hardin John 119, 189 Harelimana Innocent 370 Hasegawa Paulus 189 Hechich Barnaba 379, 439 Hechich Daniele 348, 445 Heinze Markus 189 Hellsten Jan-Olof 396 Heras Segarra Walter Jehowá 153, 277, 393 Herbas Balderrama Jorge 153 Hernández Martínez Raúl 190 Hernández Venegas Miguel Ángel 58 Hernández-Ranera de Diego Angelus 387 Hernansanz Chico Mikel 276 Hernawan Yohanes Budi 189 Herrera Bermejo Fridericus 387 Hess Azariasz J. 277. 416 Higgins Michae l 9, 144, 296, 401 Highton Edmund 57 Hölscher Ronald 170 Holtz Leonard 169 Hoogenboom Robert 416 Hooper Peter 318 Hoppe Leslie J. 189, 412 Horta Jorge 372 Huculak Benedykt Jacek 439 Hudson Patrick 190 Huerta Muro Juan María 58, 189 Hummes Cláudio 19, 144, 437 I Iacono Lorenzo Benedetto 292 Iannuzzi Sabino 189 Ilunga Mikombe Alex 189 Iorio Paul 419 Irudaya Samy 81 Irudayam Jesu 449 INDEX NOMINUM J Jackson Jerry 175 Jácome Manuel 293 Jaku Landi 369 Janka Filemon 189, 369 Janssoone Frédèric 128 Jaumain Gratien 446 Jawaheer Jeff 57, 278 Jeurissen Roeland 322 Jiménez Durán Salvador 276 Jiukić Marko 311 João Evódio 133, 137, 189 Jöhri Mauro 9, 119, 144, 296, 401 Joly Dominique 277 Jordá Tomás José António 189 Jordan Brian 119 Jurisch Mel 119 Jurka Jeroným 189, 275 K Kallan Paul 371 Kaltbach Fabian Gerard 277 Kao Cheng-Chai Thaddaeus 189 Karaula Marijan 275 Kee Kyoung-Ho Francesco 89 Kenneth Laverone 58 Kerr Clare 409 Kerr Ralph 409 Khanyile Makhomba Augustine 57, 278 Ki Gyung-ho Francis 189 Ki-moon Ban 263 Klimas Stanisław Narcyz Kloppenburg Boaventura 314 Klučka Didak Robert 275 Kobaš Marko 170 Koenig Augusto 189 Kohler José 277 Kolarić Krunoslav 189 Könnig Augusto 381 Kopysterynskyi Dobroslav 189 Koren Matija 370 Kornfeld Adalberto 172 Korošak Bruno J. 439 Koštroman Vlado 314 Kotnik Bertrand 171 Kovács Antal 275 Kretschmer Konrad 171 Kule Matthias 370 Külkamp César 371 Kungys Astijus 189 Kusy Thaddee 397 Lamelas Isidro 132 Lammers Martinho 152 Langa Adriano 437 Lanuti Egidio 318 Lanza Sergio 66 L Lanzillotta Francesco 189 Lapierre Revuelto Luís Fernando 279 Larrea Arrizabalaga Juan Ignacio 276 Larrinaga Bilbao Philippus 171 Lati Giancarlo 138, 190 Laverone Ken 119 Lázaro de Souza Jorge 189 Le Goanvec Marc 128, 137, 189 Legall Robert 123 Leibold Harald Hugo 448 Lendvai Zalán 276 Leone XIII 338, 398, 406 Leopizzi Tommaso 137, 189 Leroy Roger 168 Leyva Soto Juan 314 Liberati Vincenzo 176 Limíro Nivaldo José 371 Link Fred 371, 416 Lino Benedetto 90, 395-396 Lins de Araújo Marconi 58, 189 Loch Leo 176 Lombardi Emanuele 159 Łopata Simone 137 Lopera Trujillo Alberto 317 López Hurtado José Miguel 443 López Lema Federico 173 López Martínez Ramiro 442 López Nacarino Miguel 124 Lorenzetti Joel 447 Lotito Floyd 319 Lourido Díaz Ramón 313 Lovato Stefano 137, 190, 416 Lovera Sereno 59 Lovett William 57, 278 Lozano Tello Martinus 387 Lukovits Milán 276 Luna Ruiz José Manuel 173 Lunardi Goffredo 447 Lynch Kevin 129 M Macabalo Ponziano 412 Macák Cyriak 169 Madariaga Rodríguez Oscar 295 Magyar Gergely 189 Maire François 448 Majadas Málaga Andreas 387 Majadas Málaga Vincentius 387 Majdandžić Mirko 275 Malaquías Junior Moacyr 372 Mamala Włodzimierz 369 Mandac Stanko 318 Mandapathil Tojy 371 Mandolini Giancarlo 439 Marchal Roger 137, 189, 348, 416 Marcucci Antonio 78 Marentes Ontiveros Abundio 443 Maria Cristiana di Savoia 392 457 458 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 Maria Cristina di Sabaudia 285 Marinangeli Giacinto 441, 446 Marković Luka 275 Maroto Moreno Felix 387 Martín de Santos José María 316 Martín Hernández José 276 Martinelli Giovanni Innocenzo 437 Martínez de Estivarez Perez de san Roman Apolinar 167 Martinez de Ilarduya Fdz de Troconizb Juan Maria 276 Martínez Manjón Eugenio 276 Martínez Martínez Ángel 175 Martini Massimiliano 175 Maryjka Rufin 279, 416 Mascarenhas Louis 58 Masih Moghal Peter 189 Massafra Angelo 396 Massaro Umberto 168 Maté Calzada Iacobus 387 Mathias Gabriel 190, 371 Matić Ivan 134, 287, 395-397 Matura Thaddée 307 Mauri Benedetto 449 Mayer Peter Paul 176 McBride Mark 14, 143 McGinn Finian 119, 128, 189 McGrath Aidan 57, 190, 289, 348, 372, 408, 416-417 McGrath Brian 409 McSweeney Patrick 175 Mduduzi Zungu Vincent 57, 137, 189, 238, 348, 416 Meda Damiano 445 Meeuwis Winnibald 317 Melada Paolo 363 Melícias Lopes Vítor José 189 Melicias Vitor 132 Melillo Giacomo 321 Mellano Daniele 59 Mendez-Guzman Oscar 58 Menegatti 138 Meneghin Vittorino 425-428 passim, 439 Merino Antonio José 281 Metz Eduardo 371, 416 Michalczyk Wacław 279, 416 Michali Flawian Józef 277 Michalski Klaudiusz 369 Michels Antônio 371 Miele Bruno 189, 349, 189 Migliorati Samuele 172 Mihály Juraj Andrej 189 Mika Joseph 449 Mintoff Dionysius 410 Mioč Gabrijel 275 Mirdita Rrok 396 Mistrih Rachid 372, 416 Modrić Miroslav 370 Monte Moreira Antonio 131 Montes Moreira Américo 320 Moo Kil Paolo Lee 89 Morales Valerio Francisco 137, 189 Moreira Adriano 131 Morello Giorgio 314 Moreno Camuñas Rubén 276 Moreno Gonzalo 370 Mori Vincenzo 445 Mosqueda Espinoza Celso 449 Mphela Solomon 57 Mrvelj Ante 277 Mújica Quintero Genaro 58 Mulholland Seamus 57 Müller João Inácio 189 Mulqueen Anne 396 Mun José Murguzur 58 Muniz Alves João 189 Muñoz Vargas Jesús Ramiro 59 Murhabale André 133 Murnan Sean 370 Muro Aréchiga Juan Ignacio 137, 189, 279 Musara Emanuel 133, 189 N Nahak Daniel Klau 277 Najib Ibrahim 66 Nambiar Vjiay 264 Napier Wilfrid Fox 437 Napolitano Giorgio 43 Natalini Valentino 278 Navío Colado Iulianus 387 Nayagam James 371 Ndreka Ndreke 396 Nesta Roberto 278 Ngga Gabriel 137, 189 Ngoto Aristide 397 Nguyen Van Si Ambrogio 137, 189, 372, 416 Nicacci Alviero 311 Nicolai Gabriele M. 389 Niemier Roch 311 Nimac Ivan 370 Nitkiewicz Tyberiusz 370 Nobile Marco 439 Nogueiro García Benito 174 Norman Dave 129 Nosić Stipe 279, 416 Noto Giuseppe 137, 189 Nunes Jorge Walter 177 Núñez Azpilicueta Onofre 276 Nuñez Martin 281 O Obieta Inchausti Iosephus 172 O’Connor John Francis 189 O’Donoghue Benedict 171 Ó Laoide Kevin (Caoimhín) 189 Olivas Abel 119 Oliver Alcón Francisco 276 Olmedo Ana Maria 98 Olmo Luis S. 311 Oppes Stéphane 153 INDEX NOMINUM Orbán Szabolcs 189 Órdenes Acuña Guillermo 168 Orlando Luigi 439 Orosz Lóránt 276 Ortega Abarca Mario 277 Ortega Abarca Mario Liroy 369 Ottavi Bruno 137, 189 Ottenbreit Estêvão 371 Overend Rigillo Sandro 137, 189, 410 Oviedo Miguel Ángel 170 Oyoo Michael 370 P Padovese Luigi 126 Palacios Barrio Carlos 276 Páll Leó 275 Pamplany Babu Jose 371 Panduro Rangel José 442 Paniagua Edwin 137, 190, 416 Panini Fábio 174 Paolazzi Carlo 439 Paolo VI 338, 340, 377, 392, 398, 400, 406 Papež Viktor 189 Papparella Anselmo 451 Parente Ulderico 157 Patiño Arias Octavio 444 Patton Francesco 190 Pavarino Diego 170 Paz Guzmán Carlos Guillermo 189 Pazzini Massimo 311 Pedicini Gerardo 167 Pedraza Carrillo Leocadio 58 Pepushaj Sokol 369 Perantoni Pacifico 362, 417 Peraro Claudio 409 Pereira de Castro Donizete 371 Pereira Hermenegildo 320 Pérez Gutierrez Gustavo 167 Perreault Roch-M. 318 Perry Michael Anthony 137, 189, 238, 301, 302, 307, 348, 372. 408, 415, 417 Perugini Luigi 15, 93, 137, 417, 419 Péter Arthur 275 Peter Moghal 137 Petroselli Livio 176 Piasentin Fabio 295 Piazza Maurizio 369 Piccione John 173 Piccirillo Michele 183, 311 Picucci Egidio 12 Pieraccini Paolo 311 Pinheiro Manuela 132 Pini Luigi 175 Pini Sandro 369 Pio X 428 Piras Antonino 442 Pisacane Severino 312 Pizzaballa Pierbattista 12, 14, 144, 186, 189 Pizzileo Giuseppina 439 Platan Sanchez Maria 78 Plessers Octaaf 169 Plogmann Norbert 189 Plouvier Silas 317 Pokorný Pavel 320 Policarpo José 131 Polita Gabriele 443 Ponzi Mario 413 Porcelli Marino 120, 189 Portka Samuele 137 Potolwana Mawethu 370 Pozzebon Antonietta 311 Pozzi Luca 275 Pradella Fedele 59 Prévost Réal 177 Prieto del Pozo Benignus 387 Priori Arduino 311 Puljić Marko 189, 416 Puodziunas John 412 Pusma Guerrero Salomon 189 Put Antoon 319 Q Quadros Valerian 316 Quematcha Victor 133, 189 R Racek Matúš 189 Rainville Laurence Paul 176 Ramos Valmir 189, 416 Rampinelli Domiciano 447 Rampinelli Nereu 445 Ramponi Angelo 314 Rangel Mendoza Salvador 153 Raonizampenoarivo Pascal 189 Rautenstrauch Guido 176 Rauzi Ermete 316 Recchia Stefano 190 Reddy Sleeva 371 Redondo Valentín 401 Reho Cosimo 311 Reiling Didakus 171 Renard Marti Antonio 79 Renzi Matteo 408 Rey Blanco Valentín 175 Ribera Puchol Giuliano 79 Ribera Puchol Romualdo 79 Ricci Claudio 139, 195, 306 Riccio Antonio 279, 291, 416 Rinaldi Giovanni 190, 416 Río Rojo Saturninus 387 Rivi Prospero 90 Rocha Grande Emilio 276 Rodé Franc 5, 14, 16, 144, 394 Rodrigo Antón Antonius 387 Rodrigues de Menezes Longuinho 371 Rodrigues Robert 58 459 460 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 Rodríguez Carballo José 9, 11, 12, 14, 22, 38, 39, 42, 45-55 passim, 62, 66, 70, 119-134 passim, 137, 139, 145, 149, 182, 184, 189, 263-273 passim, 279, 281, 285, 291-296 passim, 301, 303, 305, 311, 345-367 passim, 369, 375, 378-379, 393, 401, 407-412 passim, 415, 417, 419, 420 Rodriguez Jose 370 Rodríguez López Vidal 378, 379, 417 Rodríguez Paniagua Jorge Gustavo 137, 189 Roelvink Henrik 396 Romero García Francisco Manuel 137 Roncalli Emanuele 157 Roncarà Cândido 173 Rosier Jean-François 442 Rossetti Marcello 386 Ruano Santateresa Pedro 276 Ruffato Giulio Francesco 278 Ruiz Vadillo Pablo 320 Rutten Gregoor 318 S Sabattini Alberto 311 Sabbah Michel 185 Sainz Giménez José María 189, 276 Salezze Danilo 14, 143 Šalić Juro 168 Samac Šime 137, 189 Sanche Viloria M. Natividad 77 Sánchez Hernández-Ranera Alfonsus 387 Sánchez Zamarripa Leonardo 442 Santiago Ortega Felipe de Jesus 58 Santos Ballesteros Edgar 189 Sapio Thaddeus 445 Sappl Seibold Martín Kilian 189 Saraiva Martins José 7, 76, 234-237, 306 Sartucci Placido 311 Savone Antonio 275 Sawarsan Lukas 394 Scandella Angela Emanuela 296 Scanfella Emmanuela 11, 33 Schaumleffel Anton 315 Scheeler Jeffrey 137, 189 Scheidt Guido M. 371 Scheltens Gonzalf 176 Schervier M. Francesca 392 Schillings Philippe 123, 190 Schneider Herbert 439 Schöch Nikolaus 308, 372 Schott Basil Myron 153 Schreiber Walter 58 Schwab Joseph 58 Schwarzl Rupert 189 Schwerz Nestor Inácio 189, 348, 381-382, 410-412, 416 Schwieters João 137 Scocca Fernando 89 Scozzina Luis Antonio 381 Sebastiani Marco 278 Sehn Donato 173 Sellitto Mirko Antonio 190 Serri Carlo 279, 416 Sersa Egidio 316 Servaes Adolf 169 Sesar Ivan 189 Seurynck Pamphiel 172 Short William 190 Siekierka Ernest Karol 57, 137, 138, 189, 285, 348, 369, 416-417 Simon Archange 169 Simon Johannes 321 Simone da Lipnica 385 Simons Balthasar 450 Sisalema Hidalgo Gonzalo Fabián 189, 369 Sisto Gianfrancesco 190 Skowroński Roman 171 Slišković Zdenko 443 Sluijs Gandulf 451 Smith Paul 189 Soares Mario 132 Soiński Borys 369 Solares Cristóbal 439 Solinas Angelo Maria 137, 189 Soo Up Kim 89 Sopta Josip 189 Sorci Pietro 439 Sorrentino Domenico 12, 15, 139, 312 Spendov Vendelin 318 Spyrka Józef Antoni 446 Stafanos Adel Zaki 437 Starnini Gerardo 173 Stewart Robert 57 Stipić Valerije 318 Stoppa Maggiorino 59 Strofaldi Filippo 408 Styś Zenon 369 Suárez Salazar Fausto Hermigio 369 Sullivan Thomas 172 Sunarko Adrianus 277 Sundar Arok 189 Šustić Božidar 277 Swinnen Daniel 447 Syukur Nicolas Dister 416 Syukur Paskalis Bruno 189, 348, 371, 416 Szymborski Lesław 370 T Tagliari Mário Luiz 371 Tahoces Fernández Manuel 371, 416 Talens Albiñana Ángel Esteban 279, 416 Talley Charles 58 Tang Emery 317 Tasca Marco 9, 141, 296, 401 Tavares Sinivaldo 381 Teclić Draško 443 Tedoldi Massimo 383 Tejado Librado Raimundus 387 Telles Casas José Wilson 65 461 INDEX NOMINUM Tembra Gómez Antonio 321 Tettamanzi Dionigi 148 Tierrablanca González Rubén 125, 190, 372, 416 Tillek Ashley 57 Timoszyk Bożysław 370 Tinaj Gazmend 189, 369, 396 Tinarelli Giunio 390 Tinneny Joachim 449 Tolić Željko 189, 370 Tomiri Giuseppe 278 Topić Mato 275 Torisky Duane 119 Torisky Duane 370 Torre Domenico 314 Torreggiani Valerio 440 Tosini Alberto 59, 275, 416 Tran Van Huan Pietro 416 Trezzani Guido 137, 419 Trivellin Gabriele 59, 189 Troiani Genesio 174 Trujillo Cano Amando 90 Tshikez Kangwej Marcel 190 Turnbull David 319 Twahirwa Theoneste 370 Twal Fouad 185, 187 U Unsner Sebastian 133, 189, 370 Uribe Fernando 312 V Vaccari Mario 189 Vaiani Cesare 147, 190 Valdivia Covarrubias Lorenzo 189 Valer Dominik Daniel 275 Valkovic Jerko 171 Vallecillo Martín Miguel J. 124, 130, 132, 137, 189 Vallejo Lagos Mauro Alberto 137, 189, 410 Valvasori Flaerdi S. 371 Valzania Ettore 90 Van Avermaet Ulriek 167 Van Den Eijnden Jan 189 Van der Neut Servatius 168 Van Der Reijken Ferdinand 189 Van Laer Robert 189 Van Rompaey Armien 449 Vanboemmel Fidêncio 371 Várnai Jakab 123, 137, 189 Vassallo Walter 410 Vaughn John 119 Vavrek Dennis 129, 189 Vega Sánchez Mariano 317 Verbij Licinius 315 Verdezoto Vargas Walter Romeo 369 Verna Antonia M. 390 Vetrali Tecle 66 Vidal Abellán Saturnino 189 Vidović Ivan 370 Vieira Rosario 450 Vilà Virgili Francesc 189 Vilar Olivier Salvador 189 Vilardi Salvatore 409 Vilić Juro 169 Villalobos Avendaño Oscar Guadalupe 137, 190, 416, 440 Villamán Barriga Román Agustín 313 Villarruel Cervantes Pablo 442 Viola Vittorio 190 Vizzotto Isnardo 444 Vlašić Andrija 318 Volpe Gianni 440 Von Westernholz Mary Vrebac Pero 275 Vu Phan Long François Xavier 137, 189 Vuleta Bože 370 W Wagner Maximilian 189 Walter Francis William 189, 348, 410, 412, 416 Walters Ronald 119, 370 Wieszczek Rudolph 412 Wilken Felix 314 Williams Peter 58, 119 Williamson Paschal 173 Wójtowicz Salvatore 416 Wouters Duchateau Rogelio 189 Xavier Paulo 14 X Y Yáñez Ledzma Jaime 449 Yates Philippe 190 Yeon Hee Park 89 Yoon Jin-Young John 89 Yu Soo Il Xavier 59, 89, 416 Z Zahner Paul 189 Zaki Adel 287 Zammit Jimmy 279, 416 Zapico Ramos Faustino 449 Zatloukal Augustin Jiří 275 Zavalloni Roberto 363 Zavier Paulo 143 Zebić Jure 370 Železnjak Željko 189 Žilinský Donát 175 Zintzún García Luis 189 Zounalde Toussint 397 Zuluaga Zuluaga Samuel 321 Zurera Ribó Joaquín 276 Zuriarrain Urretabizkaia Juan Telesforo 189 Zuska Plasek Simón 450 Zwartjes Carolinus 319 TABULA MATERIARUM PERIODICI «ACTA ORDINIS» FRATRUM MINORUM (An. CXXVIII, IANUARII - DECEMBRIS 2009 – N. 1-3) EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS Fasc. 1 1. Messaggio per la 46ª giornata mondiale di preghiera per le vocazioni........................................... 3 2. Omelia in occasione della XIII Giornata della Vita Consacrata...................................................... 5 3. Nomina dell’Inviato speciale a presiedere l’elezione del nuovo Ministro generale............................. 6 Fasc. 2 1. Visita del Santo Padre a Tierra Santa.......................... 181 2. Mount Nebo................................................................ 182 3. Basilica of the Annunciation....................................... 184 4. Jerusalem: Basilica del Santo Sepolcro..................... 186 Fasc. 3 1. Discorso di Benedetto XVI alla cittadinanza di Bagnoregio.................................................................. 325 2. Messaggio per la giornata missionaria mondiale 2009......................................... 327 3. The II Special Assembly for Africa of the Synod of Bishops................................................................... 329 4. Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale della Pace............................................................................. 337 5. Discorso all’Udienza generale del mercoledì............. 342 DE CAPITULO GENERALI ORDINIS Fasc. 2 1. Partecipanti ................................................................ 189 2. Homilía de Apertura................................................... 190 3. Discurso de Apertura del Capítulo general 2009........ 192 4. Saluto del Vescovo di Assisi....................................... 193 5. Saluto del Ministro Provinciale dell’Umbria.............. 193 6. Messaggio del Sindaco di Assisi................................. 194 7. Presentación del Informe del Ministro general al Capítulo...................................................................... 195 8. Omelia del Card. José Saraiva Martins, C.M.F........... 234 9. Saluto del Card. José Saraiva Martins Inviato di Papa Benedetto XVI al Capitolo................................. 236 10.Il “Governo” dell’Ordine per il sessennio 2009-2015.237 11.Messaggio del Capitolo generale OFM ..................... 239 ai Ministri dell’economia del G8................................ 239 12.Discurso de clausura del Ministro general.................. 239 13.Homilia de clausura del Ministro general................... 244 14. Documento del Capítulo general................................. 246 15. Mandati del Capitolo generale 2009........................... 254 CAPITULUM SESTORIORUM Fasc. 1 1. Lettera di indizione del Capitolo..................................... 9 2. Verso il capitolo delle stuoie ad Assisi........................... 9 3. Cronaca......................................................................... 13 4. Omelie.......................................................................... 15 6. Discorsi......................................................................... 36 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS Fasc. 1 1. Lettera per l’80° compleanno di Fr. Francesco Antonelli................................................. 45 2. Omelia nell’incontro con i Ministri provinciali e Custodi....................................................................... 45 3. Carta con ocasión de la Pascua 2009............................ 47 4. 5. 6. 7. Lettera per il 50° di Professione di Fr. Luca M. De Rosa..................................................... 50 Terremoto negli Abruzzi............................................... 50 Carta a todos los Hermanos.......................................... 51 Saluto in occasione della giornata di studio su “Santità francescana oggi e la grazia delle origini”................................................ 54 Fasc. 2 1. Sri Lanka and the United Nations............................... 263 2. Carta con motivo de la Fiesta de Santa Clara.............. 264 3. Carta a las Hermanas de la Orden de la Inmaculada Concepción . ........................................... 267 4. Omelia per l’apertura del Perdono di Assisi............... 269 5. Discorso in occasione della XXIX marcia francescana................................................................. 270 6. Homilía en la conclusión del 2° Meeting europeo de jóvenes franciscanos.............................................. 272 Fasc. 3 1. Omelia nella Festa delle Stigmate di san Francesco... 345 2. Lettera del Ministro e del Definitorio generale per la Festa di san Francesco....................................... 346 3. Lettera per la morte di Fr. Daniele Hechich................ 348 4. Message du Ministre Général pour le rassemblement de Lourdes.......................................... 349 5. Relazione all’incontro con i Visitatori generali.......... 350 6. Homelía a la conclusión del encuentro con los Visitadores generales ................................................. 357 7. Carta con ocasión de la solemnidad del Nacimiento de nuestro Señor Jesucristo .................... 359 8. Omelia in occasione del 50° della Pontificia Accademia Mariana Internazionale............................ 362 9. Omelia nella Messa di mezzanotte.............................. 364 10.Omelia nel giorno di Natale........................................ 365 E SECRETARIA GENERALI Fasc. 1 1. Capitulum Intermedium Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV in Britannia Magna ...................... 57 2. Capitulum Prov. Nostræ Dominæ Reginæ Pacis in Africa Meridionale ............................ 57 3. Fund. Franciscanæ “La Santa Cruz” in Haiti erectio.............................................................. 57 4. Capitulum Prov. S. Barbaræ in USA............................ 57 5. Capitulum Prov. Ss. Martyrum Coreanorum in Corea......................................................................... 58 6. Capitulum Intermedium Prov. S. Antonii Patavini in Brasilia........................................................ 58 7. Capitulum Intermedium Prov. B. Juniperi Serra in Mexico...................................................................... 58 8. Electio Vicarii provincialis Prov. B. Juniperi Serra in Mexico............................................................. 58 9. Capitulum Prov. Pedemontanæ S. Bonaventuræ in Italia................................................ 59 10. Visitatores generales..................................................... 59 11. Domus suppressæ.......................................................... 59 12. Notitiæ particulares....................................................... 59 Fasc. 2 1. Capitulum Prov. S. Crucis in Bosnia/Herzegovina.................................................... 275 2. Capitulum Prov. Liguriæ Ss. Cordis Mariæ in Italia... 275 464 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 3. Capitulum Prov. S. Venceslai in Ceca Republica ...... 275 4. Capitulum S. Stephani Regis in Romania................... 275 5. Capitulum Prov. Franciscanæ de Arantzazu in Hispania...................................................................... 276 6. Capitulum Prov. Castellanæ S. Gregorii Magni in Hispania...................................................................... 276 7. Capitulum Prov. Granatensis Nostræ Dominæ a Regula in Hispania...................................................... 276 8. Capitulum Prov. Magnæ Dominæ Hungarorum in Hungaria................................................................. 276 9. Electio extra Capitulum Prov. S. Francisci de Quito in Aequatoria ................................................... 276 10.Capitulum Prov. S. Hedvigis in Polonia..................... 277 11 Capitulum Intermedium Prov. Dalmatiæ S. Hieronymi in Croatia.................................................. 277 12.Electio extra Capitulum Prov. Trium Sociorum in Gallia/Belgio........................................................... 277 13.Electio extra Capitulum Prov. S. Michaëlis Archangeli in Indonesia.............................................. 277 14.Electio extra Capitulum Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia in Italia..................................................... 278 15.Capitulum Intermedium Prov. Apuliæ S. Michaëlis Archangeli in Italia..................................... 278 16.Electio extra Capitulum Prov. Nostræ Dominæ Reginæ Pacis in Africa Meridionale........................... 278 17.Capitulum Prov. Tusciæ S. Francisci Stigmatizati in Italia........................................................................ 278 18. Electio extra Capitulum Prov. Assumptionis BMV in Argentina...................................................... 278 19.Visitatores generales................................................... 279 20. Domus suppressæ........................................................ 279 21. Notitiæ particulares..................................................... 279 Fasc. 3 1. Capitulum Prov. S. Francisci de Quito in Aequatoria.............................................................. 369 2. Capitulum Prov. Annuntiationis BMV in Albania...... 369 3. Capitulum Intermedium Prov. Bononinesis Christi Regis in Italia.................................................. 369 4. Capitulum Prov. S. Francisci Assisiensis in Polonia.. 369 5. Capitulum Prov. Ss. Redemptoris in Croatia.............. 370 6. Capitulum Intermedium Prov. S. Francisci Assisiensis in Kenia et Madagascaria............................ 370 7. Capitulum Prov. Nostræ Dominæ de Guadalupe in USA........................................................................ 370 8. Electio extra Capitulum Prov. Nostræ Dominæ Reginæ Pacis in Africa Meridionali ..................................370 9. Electio extra Capitulum Prov. S. Familiæ in Ægypto.................................................................... 370 10. Capitulum Prov. S. Thomi Apostoli in India............... 371 11. Capitulum Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV in Brasilia.................................................................... 371 12. Capitulum Intermedium Prov. Ss. Nominis Iesu in Brasilia.................................................................... 371 13. Visitatores generales................................................... 371 14. Domus Suppressæ....................................................... 372 15. Notitiæ particulares..................................................... 372 E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS Fasc. 1 1. Saluto del Ministro generale al Convegno scotista presso la PUA.................................................. 61 2. OFM Course for Formators of SAAOC and EAC: accompaniment in the franciscan tradition and in a pluralistic Asian context.................................. 62 3. III Congreso de Centros de Estudios Superiores Franciscanos en América Latina y el Caribe................ 63 4. Visita alla Custodia del Madagascar ............................ 65 5. Notitiæ particulares....................................................... 65 Fasc. 2 1. Emeriti Professoris nominatio....................................... 281 2. Notitiæ particulares....................................................... 281 Fasc. 3 1. Omelia in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico della PUA.............................. 373 2. Discorso del Ministro generale in occasione della memoria liturgica del beato Duns Scoto............ 375 3. Notitiæ particulares..................................................... 378 E SECRETARIATU PRO MISSIONIBUS ET EVANGELIZATIONE Fasc. 1 1. Secondo incontro europeo dei Frati Minori sulle nuove forme di evangelizzazione......................... 67 2. La presenza dei Frati Minori nella Repubblica Centrafricana................................................................ 72 Fasc. 3 1. Master em Evangelização: conclusão do primeiro grupo...................................... 381 2. Simpósio teológico latino-americano sobre Evangelização............................................................. 381 3. Prima Casa OFM in Sudan......................................... 382 E POSTULATIONE GENERALI Fasc. 1 1. Decretum super martyrio SD Francisci Ioannis Bonifacio.......................................................... 75 2. Ponens in Causa SD Carolinæ Beltrami nominatur....................................................... 76 3. Facultas Transuptum Inqu. dioec. super vita et virtutibus SD Sosii Del Prete aperiendi..................... 76 4. Facultas Transuptum Inqu. dioec. super vita et virtutibus SD Alexii Benigar aperiendi..................... 77 5. Validitas iuridica Inquisitionis in Causa B. Iacobi Illyrici de Bitecto........................................... 77 6. Relator eligitur in Causa SD Mariæ Franciscæ a Iesu Infante................................................ 77 7. Ponens in Causa SD Icobi Gagliole nominatur............. 78 8. Tertuis peritus in Causa super miro intercessioni SD Francisci Antonii Marcucci tributo nominatur....... 78 9. Facultas Transuptum Inqu. dioec. super vita et virtutibus SD Humilitatis Patlan Sanchez aperiendi......................................................... 78 10. Facultas Transuptum Inqu. dioec. super vita et virtutibus SD Hugonis De Blasi aperiendi................ 79 11. Facultas Transumptum Inqu. dioec. super martyrio SS. D. Antonii Renard Marti et Sociorum aperiendi................................................... 79 Fasc. 2 1. Decretum super virtutibus SD Carolinæ Beltrami...... 283 2. Facultas Transumptum Inquisitionis super miro aperiendi in Causa Ven. SD Mariæ Teresiæ Casini.... 284 3. Facultas Transumptum inquisitionis super miro aperiendi in Causa Ven. SD Mariæ Christinæ a Sabaudia...................................................................... 285 4. Decretum seu Deputatio Postulatoris Generalis.......... 285 5. Validitas iuridica Inquisitionis super vita et virtutibus in Causa SD Mariæ Teresiæ De Vincenti................................................................. 285 6. Validitas iuridica Inquisitionis super vita et martyrio in Causa SD Clementis Gatti........................ 286 Fasc. 3 1. Litterae Decretales quibus beato Simoni de Lipnica, presbytero, Sanctorum honores decernuntur.................................................... 385 TABULA MATERIARUM 2. Litterae Apostolicae. Venerabilibus Servis Dei Victori Chumillas Fernández, presbytero professo ex Ordine Fratum Minorum, et xxi Sociis eiusdem Ordinis Beatorum martyrum honores decernuntur.................................................... 386 3. Competentia fori in Causa SD Gabrielis Mariae Nicolai datur............................................................... 389 4. Ponens in Causa Beati Iacobi Illyrici de Bitecto eligitur......................................................................... 389 5. Ponens in Causa SD Antoniae Mariae Verna eligitur.............................................................. 390 6. Ponens in Causa SD Iunii Tinarelli eligitur................ 390 7. Relator in Causa SD Clementis Gatti nominatur........ 391 8. Relator in Causa SD M.Teresiae De Vincenti nominatur.................................................................... 391 9. Notitiae particulares.................................................... 391 EX OFFICIO OFS Fasc. 1 1. Conclusioni del XII Capitolo generale dell’Ordine Francescano Secolare................................ 81 2. Incorporazione nell’OFS dei membri della GiFra.................................................................... 84 3. Italia, Padova - Riunione annuale della Conferenza degli Assistenti generali............................ 88 4. Honduras - Primo incontro della GiFra dell’America Centrale................................................... 88 5. Italia, Roma - Incontro di verifica alla fine del sessennio................................................................. 89 6. Corea - Visita fraterna e pastorale, Capitolo nazionale elettivo dell’OFS ......................................... 89 7. Italia, Roma - Incontro con i nuovi Ministri provinciali e Custodi OFM........................................... 89 8. Italia, Nola - Incontro regionale degli Assistenti OFS-GiFra.................................................................... 89 9. Italia, Assisi - Corso per Assistenti OFS e GiFra d’Italia........................................................................... 90 10. Croazia - Corso di formazione per gli Assistenti OFS e GiFra ................................................ 90 Fasc. 2 1. Italia, Roma - Incontro Presidenza CIOFS...................... 287 2. Egitto – Incontro con i Ministri Provinciali OFM di Africa e la visita all’OFS-GiFra in Egitto .............. 287 3. Colombia – Celebrazione dell’VIII Centenario del Carisma francescano............................................. 287 Fasc. 3 1. Decisione pontificia definitiva ed inappellabile sull’uno ed unico OFS in Italia................................... 393 2. Egitto – Convegno nazionale dell’OFS ..................... 394 3. Lituania – V Congresso dei Giovani Francescani Europei........................................................................ 395 4. Croazia – Celebrazione conclusiva dell’ottavo centenario del Carisma francescano............................ 395 5. Svezia - Visita fraterna-pastorale e celebrazione del Capitolo nazionale elettivo dell’OFS.................... 395 6. Albania - Visita fraterna-pastorale e celebrazione del Capitolo nazionale elettivo dell’OFS.................... 396 7. Stati Uniti - Celebrazione del Capitolo nazionale elettivo dell’OFS......................................................... 396 8. Repubblica Centrafricana – Capitoli nazionali dell’OFS e della GiFra................................................ 396 9. Messaggio dei partecipanti al V Congresso europeo della Gioventù Francescana a tutta la Famiglia Francescana ................................................ 397 10. Come interpretare ed applicare alcuni articoli delle CCGG e dello Statuto................................................. 397 11. Statuto per l’assistenza spirituale e pastorale all’Ordine Francescano Secolare................................ 399 465 STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM (31 Decembris 2008) Fasc. 1 I. Relatio de statu personali et locali Ordinis................... 93 II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel Cust. Aut. adscripti ..................................................... 97 III. Fratres et domus secundum regiones.......................... 101 IV. Status domum et presentia fratrum in singulis nationibus...................................................... 104 V. Provinciae vel Cust. Aut. juxta numerum fratrum et novitiorum.................................. 107 VI. Incrementum vel decrementum numeri fratrum......... 110 VII. Inter 2007 et 2006 comparatio................................... 114 VIII. Alumni cursus Philosophiae, Theologiae et ad Gradus Academicos......................... 117 EX OFFICIO IURIDICO Fasc. 2 Activitas Officii Iuridici una cum Commissione Iuridica........................................................................ 289 E “SERVITIO PRO DIALOGO” Fasc. 1 II Seminario franciscano sobre ecumenismo y diálogo interreligioso en América Latina................... 91 AD CHRONICAM ORDINIS Fasc. 1 1. De itineribus Ministri Generalis.................................. 119 1. Visit the Province of St. Barbara, California........ 119 2. Minister General’s visit to the province of Guadalupe, Albuquerque, NM, USA................. 119 3. Visita alla Provincia romana................................ 120 4. Visit to the Custody of “The Good Shepherd” in Zimbabwe....................................... 122 5. Visita in Francia e Belgio..................................... 123 6. Celebración del VIII centenario de la fundación de la Orden por toda la Familia franciscana.............................................. 124 7. Visit to the Province of St. Michael the Archangel in Indonesia................................... 124 8. Viaggio del Definitorio generale in Turchia sulle orme di S. Paolo......................... 125 9. Inaugurazione del Santuario francescano a Cava de’ Tirreni................................................ 127 10. Visite au Canada de l’Est..................................... 128 11. Visit to the Province of Christ the King in Western Canada............................................... 129 12. La Provincia de los santos Mártires de Marruecos de Portugal inicia las celebraciones del VIII centenario de la fundación de la Orden franciscana.................. 130 13. Partecipazione alla Conferenza Africana e visita alla Provincia della S. Famiglia in Egitto................................................................ 133 2. Sussidio OFM di formazione permanente sul IV cap. delle Costituzioni...................................... 134 3. Incontro con i nuovi Ministri provinciali e Custodi..................................................................... 137 4. Chapitre des Nattes 2009 racontée aux Confrères.............................................................. 138 5. Celebrazioni all’Università Cattolica in occasione del 50° anniversario della morte di Fr. Agostino Gemelli.................................... 146 6. Notitiæ particulares..................................................... 152 Fasc. 2 1. De itineribus Ministri Generalis.................................... 291 1. Partecipazione alla Festa di san Bernardino............ 291 466 AN. CXXVIII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2009 – N. 3 2. Visita alla Provincia OFM della Sicilia...... 292 3. Visita a Ecuador............................................... 293 4. XIX Marcia francescana a piedi verso Assisi......294 5. II Meeting de jóvenes franciscanos de Europa.295 Ancora sul Capitolo Internazionale delle Stuoie... 296 Il 187° Capitolo generale OFM............................. 301 Numerosi giovani al secondo European Franciscan Meeting............................................... 308 Notitiæ particulares............................................... 308 promozione a Pontificia ......................................... 417 6. Inaugurato l’Auditorium Antonianum in Roma.... 418 7. Capitolo generale dei Frati Minori 2009............... 419 8. La ristampa anastatica della biografia di Fedele da Fanna artefice dell’edizione critica dell’Opera Omnia di san Bonavenmtura................................ 425 9. 100 anni fa S. Maria degli Angeli veniva dichiarata Basilica Patriarcale e Cappella Papale.............. 429 10. Notitiæ particulares............................................... 437 Fasc. 3 1. De itineribus Ministri Generalis............................ 407 1. Visita alla Provincia Picena S. Giacomo della Marca.................................................... 407 2. Solennità dell’Impressione delle Stimmate del padre san Francesco............................. 407 4. Il Ministro e il Definitorio generale ad Ischia.408 5. El Ministro general en el Valle de Rieti y en san Damián................................................ 409 6. Visit to the Province of St. Paul the Apostle in Malta....................................................... 410 7. Encuentro de los Presidentes de las Conferencias Latinoamericanas con el Ministro general y Definidores generales por Latinoamérica................................................ 410 8. Capítulo das Esteiras e Capítulo eletivo da Província Imaculada Conceição do Brasil.411 9. Visit to the Custody of the Holy Family in Chicago and the General Secretariat of the Franciscan Missions in Waterford........... 412 2. Visita di Benedetto XVI a Bagnoregio................. 412 3. Discorso del Card. Angelo Comastri ai giovani nella “Veglia delle Stimmate”.......................... 413 4. Incontro del Ministro e Definitorio generale con i Visitatori...................................................... 415 5. La Pontificia Accademia Mariana Internazionale ha celebrato il 50° anniversario della sua Fasc. 1 Libri............................................................................. 157 2. 3. 4. 5. BIBLIOGRAPHIA Fasc. 2 Libri............................................................................. 311 Fasc. 3 Libri............................................................................. 439 NECROLOGIA Fasc. 1 1. Fr. Emanuele (Erminio) Lombardi ...................... 159 2. Fr. Ernesto Caroli.................................................. 160 3. Cardinale Umberto Betti, OFM............................ 162 4. Fr. Luca De Rosa.................................................. 164 5. Anno 2008 mortui sunt......................................... 167 6. Anno 2009 mortui sunt......................................... 168 Fasc. 2 1. Fr. Ramón Lourido Díaz ...................................... 313 2. Anno 2008 mortui sunt......................................... 313 3. Anno 2009 mortui sunt......................................... 313 Fasc. 3 1. Fr. Giacinto Marinangeli....................................... 441 2. Anno 2009 mortui sunt......................................... 442 SUMMARIUM FASCICULI (An. CXXVIII, SEPTEMBRIS - DECEMBRIS 2009 – N. 3) EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 1. Discorso di Benedetto XVI alla cittadinanza di Bagnoregio........................................................ 325 2. Messaggio per la giornata missionaria mondiale 2009................................... 327 3. The II Special Assembly for Africa of the Synod of Bishops.................................................. 329 4. Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale della Pace.............................................................. 337 5. Discorso all’Udienza generale del mercoledì....... 342 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 1. Omelia nella Festa delle Stigmate di san Francesco.............................................................. 345 2. Lettera del Ministro e del Definitorio generale per la Festa di san Francesco.................. 346 3. Lettera per la morte di Fr. Daniele Hechich.......... 348 4. Message du Ministre Général pour le rassemblement de Lourdes.................................... 349 5. Relazione all’incontro con i Visitatori generali.... 350 6. Homelía a la conclusión del encuentro con los Visitadores generales ..................................... 357 7. Carta con ocasión de la solemnidad del Nacimiento de nuestro Señor Jesucristo .............. 359 8. Omelia in occasione del 50° della Pontificia Accademia Mariana Internazionale...................... 362 9. Omelia nella Messa di mezzanotte........................ 364 10.Omelia nel giorno di Natale.................................. 365 E SECRETARIA GENERALI 1. Capitulum Prov. S. Francisci de Quito in Aequatoria............................................................ 369 2. Capitulum Prov. Annuntiationis BMV in Albania.369 3. Capitulum Intermedium Prov. Bononinesis Christi Regis in Italia............................................ 369 4. Capitulum Prov. S. Francisci Assisiensis in Polonia.................................................................. 369 5. Capitulum Prov. Ss. Redemptoris in Croatia........ 370 6. Capitulum Intermedium Prov. S. Francisci Assisiensis in Kenia et Madagascaria......................370 7. Capitulum Prov. Nostræ Dominæ de Guadalupe in USA................................................ 370 8. Electio extra Capitulum Prov. Nostræ Dominæ Reginæ Pacis in Africa Meridionali ...........................370 9. Electio extra Capitulum Prov. S. Familiæ in Ægypto.................................................................. 370 10. Capitulum Prov. S. Thomi Apostoli in India......... 371 11. Capitulum Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV in Brasilia.................................................... 371 12. Capitulum Intermedium Prov. Ss. Nominis Iesu in Brasilia...................................................... 371 13. Visitatores generales............................................. 371 14. Domus Suppressæ................................................. 372 15. Notitiæ particulares............................................... 372 1. 2. 3. E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS Omelia in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico della PUA........................ 373 Discorso del Ministro generale in occasione della memoria liturgica del beato Duns Scoto...... 375 Notitiæ particulares............................................... 378 E SECRETARIATU PRO MISSIONIBUS ET EVANGELIZATIONE 1. Master em Evangelização: conclusão do primeiro grupo................................ 381 2. Simpósio teológico latino-americano sobre Evangelização....................................................... 381 3. Prima Casa OFM in Sudan................................... 382 E POSTULATIONE GENERALI 1. Litterae Decretales quibus beato Simoni de Lipnica, presbytero, Sanctorum honores decernuntur........................................................... 385 2. Litterae Apostolicae. Venerabilibus Servis Dei Victori Chumillas Fernández, presbytero professo ex Ordine Fratum Minorum, et xxi Copertina: Vita di San Francesco di Benozzo Gozzoli (Montefalco) ❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈❈ «ACTA ORDINIS FRATRUM MINORUM» CURIA GENERALIS O.F.M. Via S. Maria Mediatrie, 25 00165 ROMA (Italia) Fax +39.06.68.491.364 / e-mail: [email protected] ______________________________________________________________________________________ DISTRIBUTIO GRATUITA – DISTRIBUZIONE GRATUITA FUORI COMMERCIO 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Sociis eiusdem Ordinis Beatorum martyrum honores decernuntur.............................................. 386 Competentia fori in Causa SD Gabrielis Mariae Nicolai datur............................................. 389 Ponens in Causa Beati Iacobi Illyrici de Bitecto eligitur...................................................... 389 Ponens in Causa SD Antoniae Mariae Verna eligitur................................................................... 390 Ponens in Causa SD Iunii Tinarelli eligitur.......... 390 Relator in Causa SD Clementis Gatti nominatur.. 391 Relator in Causa SD M.Teresiae De Vincenti nominatur.............................................................. 391 Notitiae particulares.............................................. 391 EX OFFICIO OFS 1. Decisione pontificia definitiva ed inappellabile sull’uno ed unico OFS in Italia............................. 393 2. Egitto – Convegno nazionale dell’OFS ............... 394 3. Lituania – V Congresso dei Giovani Francescani Europei.............................................. 395 4. Croazia – Celebrazione conclusiva dell’ottavo centenario del Carisma francescano...................... 395 5. Svezia - Visita fraterna-pastorale e celebrazione del Capitolo nazionale elettivo dell’OFS................................................................ 395 6. Albania - Visita fraterna-pastorale e celebrazione del Capitolo nazionale elettivo dell’OFS................................................................ 396 7. Stati Uniti - Celebrazione del Capitolo nazionale elettivo dell’OFS.................................. 396 8. Repubblica Centrafricana – Capitoli nazionali dell’OFS e della GiFra.......................................... 396 9. Messaggio dei partecipanti al V Congresso europeo della Gioventù Francescana a tutta la Famiglia Francescana .......................................... 397 10. Come interpretare ed applicare alcuni articoli delle CCGG e dello Statuto................................... 397 11. Statuto per l’assistenza spirituale e pastorale all’Ordine Francescano Secolare.......................... 399 AD CHRONICAM ORDINIS 1. De itineribus Ministri Generalis............................ 407 1. Visita alla Provincia Picena S. Giacomo della Marca.................................................... 407 2. Solennità dell’Impressione delle Stimmate del padre san Francesco................................. 407 4. Il Ministro e il Definitorio generale ad Ischia.408 5. El Ministro general en el Valle de Rieti y en san Damián................................................ 409 6. Visit to the Province of St. Paul the Apostle in Malta....................................................... 410 7. Encuentro de los Presidentes de las Conferencias Latinoamericanas con el Ministro general y Definidores generales por Latinoamérica................................................ 410 8. Capítulo das Esteiras e Capítulo eletivo da Província Imaculada Conceição do Brasil.411 9. Visit to the Custody of the Holy Family in Chicago and the General Secretariat of the Franciscan Missions in Waterford........... 412 2. Visita di Benedetto XVI a Bagnoregio................. 412 3. Discorso del Card. Angelo Comastri ai giovani nella “Veglia delle Stimmate”.......................... 413 4. Incontro del Ministro e Definitorio generale con i Visitatori...................................................... 415 5. La Pontificia Accademia Mariana Internazionale ha celebrato il 50° anniversario della sua promozione a Pontificia ......................................... 417 6. Inaugurato l’Auditorium Antonianum in Roma.... 418 7. Capitolo generale dei Frati Minori 2009............... 419 8. La ristampa anastatica della biografia di Fedele da Fanna artefice dell’edizione critica dell’Opera Omnia di san Bonavenmtura.............. 425 9. 100 anni fa S. Maria degli Angeli veniva dichiarata Basilica Patriarcale e Cappella Papale.... 429 10. Notitiæ particulares............................................... 437 BIBLIOGRAPHIA Libri............................................................................. 439 NECROLOGIA 1. Fr. Giacinto Marinangeli....................................... 441 2. Anno 2009 mortui sunt......................................... 442 INDICES 1. Index nominum pro anno 2009............................. 454 2. Index anni 2009.................................................... 463 FRANCISCI ASSISIENSIS Scripta critice edidit Carolus Paolazzi Spicilegium Banaventurianum, Tom. XXXVI Editiones Collegii S. Bonaventuræ ad Claras Aquas Grottaferrata (Roma) 2009, pp. 504 Testo in lingua latino-italiana: FRANCESCO D’ASSISI Scritti Edizione critica a cura di Carlo Paolazzi Frati Editori di Quaracchi Fondazione Collegio S. Bonaventura Grottaferra 2009, pp. 504. La presente edizione critica degli Scripta di frate Francesco fa parte delle iniziative promosse dal Governo dei Frati Minori per l’VIII Centenario della nascita dell’Ordine (1209-2009). Il lavoro di fr. Carlo Paolazzi, che prosegue con criteri nuovi le indagini compiute dai Frati editori di Quaracchi e in particolare di fr. Kajetan Esser, corrisponde non solo agli orientamenti della Chiesa contemporanea, secondo la quale «il rinnovamento della vita religiosa comporta il continuo ritorno alle fonti di ogni forma di vita cristiana e alla prima ispirazione degli istituti» (Perfectæ caritatis, 2), ma anche alle preoccupazioni di frate Francesco, che vieta di aggiungere o di togliere parti al testo della Regola del 1221, raccomanda ripetutamente di trascrivere e diffondere le sue lettere, e di leggeere e osservare «con semplicità e purezza» il testo della Regola bollata e del Testamento (cfr. Test 37). Ogni scritto di frate Francesco riecheggia la Parola di Dio, e la prima forma di rispetto per la Parola in tutte le sue manifestazioni è conservarla nella sua integrità originale, o riportarvela qualora se ne fosse allontanata: è questo obiettivo primario della nuova edizione degli Scritti, destinata sia agli specialisti (introduzioni e testo critico), sia ai lettori comuni (traduzione e commento). Alimentate costantemente dai due grandi libri delle Scritture e della creazione, in questa nuova edizione critica le “parole scritte” di frate Francesco si dispongono secondo un ordine che è insieme tematico e cronologico: la Parola accolta con fede deve innanzitutto diventare “lode” e rendimento di grazie a Dio (Laudi e preghiere), per poi trasformarsi in annuncio personale ed ecclesiale (Epistole) e in norme e orientamenti di vita comunitaria (Regole ed esortazioni). Se letti con attenzione, gli Scritti si rivelano eco e applicazione della Parola di Dio, oltre che documento di una straordinaria esperienza di vita cristiana, (Dalla Prefazione)