Una istruzione del Cardinale D'Avanzo
pel 1° Concilio Vaticano
In pieno svolgimento del Concilio Vaticano II non è senza un certo
interesse che ci siamo accostati alla istruzione pastorale dettata dal Mons.
Bartolomeo D'Avanzo, Vescovo di Calvi e Teano e Amministratore della
Diocesi di Castellaneta, poi Cardinale, nel dicembre 1869, in occasione
della solenne apertura del Concilio Vaticano I, presieduto da Pio IX.
E' una istruzione oltre che valida per l'argomento che il D'Avanzo
prende a considerare, rifacendo la storia teologica dei Concili, intesi come
processione dallo Spirito Santo, interessante per l'apparato delle note le
quali, mentre chiariscono le assunzioni teologiche, denunziano una cultura
vasta e aperta alle problematiche dell'epoca.
Il D'Avanzo, infatti, passa in rassegna tutte le correnti del pensiero
allora in voga; e guarda con un sospetto ed un'apprensione che, per noi
che dopo un secolo abbiamo avuto modo di valutarle nel loro sviluppo e
nel loro estrinsecarsi, puntualizzano la perspicacia di un uomo tanto accorto e lungimirante.
La istruzione si snoda per circa settanta pagine, con una dialettica
aperta, non intristita da luoghi comuni o da letture di seconda mano; quello che il D'Avanzo propone ed afferma è conquista effettiva, studiata e
riferita prima a se stesso, anche se irretito talora in qualche preconcetto
di ordine politico, appena appena sfiorato, e che riporta alla memoria
l'uomo dalle vedute particolari, ancorato purtroppo ad una situazione
che non poteva sbloccarsi nel senso di un borbonismo ormai decaduto e
addirittura sepolto.
* * *
La preparazione al grande avvenimento del Concilio il D'Avanzo non
soltanto l'intese come fatto pastorale, per cui troviamo notizia di altra lettera ai fedeli dopo la bolla di indizione, ma ne fece materia di studio personale, preparandosi con metodo e con scrupolo alla grande assise ecumeni397
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ca. Senza dubbio il teologo e vescovo D'Avanzo fu un uomo di grande statura spirituale, un pastore di anime preoccupato non solo delle esigenze
quotidiane, ma sopratutto della vita religiosa, per cui, specialmente nelle
lettere private (e ne abbiamo riscontrato qualcuna) apriva il suo animo ad
una sensibilità fuori dell'apparato ufficiale del Vescovo, per scendere a tu
per tu con l'interlocutore.
Per comprendere appieno l'istruzione pastorale dell'8 dicembre 1869
è opportuno il richiamo alla prima lettera sul Concilio, frutto non soltanto dell'entusiasmo per il grande annunzio, ma propedeutica al discorso
successivo, teologico e conseguenziale, che suscitò certamente vasta eco nelle due Diocesi, pur così lontane e diverse per tradizione e per storia.
Solo che nessun accenno, nemmeno per incidens, alla Diocesi Castellanetense, dalla quale gli avvenimenti politici lo avevano strappato, con un
velo di rimpianto ed un puntiglio insieme.
Oltre che ai frequenti contatti epistolari con i vicari ed i parroci, al
D'Avanzo non rimaneva l'altro ufficio delle lettere pastorali, nelle quali
condensava la profonda dottrina teologica ed umanistica, e tutte le ansie
apostoliche di un padre lontano dai figli.
Nella istruzione pastorale del 1869 e g li, come abbiamo accennato,
si intrattiene sull'insegnamento del Vecchio Testamento, sulle lotte del male
contro il bene, sui rimedi che vi si oppongono, fino a giungere alla necessità del Concilio come « rimedio straordinario », manifestatosi ben diciotto
volte in sedici secoli.
Il dotto presule passa poi ad enumerare le diverse correnti di pensiero
che ostacolano il propagarsi del bene e la sua vittoria sul male, e si sofferma sul deismo, sul naturalismo, sul razionalismo filosofico, sul razionalismo biblico, sull'eclettismo, sul socialismo, sul comunismo e sul materialismo.
La voce di Dio — egli scrive sventa la trama intimando il decimonono generale Concilio ».
Mons. D'Avanzo indugia quindi sulla preghiera del suo popolo e
conclude quasi alla vigilia della partenza per Roma, con accenti di paterno
affetto. Stralciamo la parte puramente culturale, per riesumare una pagina
chiara ed efficace, che riesce 'a dare la vera statura della dottrina del Prelato « Già in altra occasione accennammo come Satana mettendo a profitto
le mille divisioni di sétte, cui il principio dissolvente dello spirito privato
solo interprete della divina Scrittura aveva fatto pullulare specialmente
in Germania, ne spingesse alla indifferenza religiosa fino a farlo introdurre
nel diritto pubblico Europeo sotto le forme d'indifferentismo o libertà di
coscienza. Mentre si raffredda così in Alemagna l'entusiasmo religioso, comincia nella Europa occidentale a mettere in su la Ragione emancipandola
dalla Religione, dalla quale vuole che prescinda. Da qui fu facile lo sdrucciolo al panteismo filosofico e da questo alle forme succedanee del Deismo
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volteriano, e Naturalismo anglicano, tutte forme dirette a dichiarare la Rivelazione impossibile. Se non che siffatte forme di empietà non attanagliandosi ancora allo spirito religioso tuttora dominante in Germania, grazie alla forte educazione religiosa ricevuta nei precedenti secoli di fede,
Satana promuove amalgama tra la Religione e la Ragione, tra la Teologia
e la Filosofia, e ne proclama la identità in modo però che la Religione
sia simbolo della Ragione, e mito. Ed ecco sorto il Razionalismo biblico,
il quale s'impossessa della Bibbia, ed a forza d'interpretazione sia volgare,
sia gnostica e del mito ora istorico, or filosofico, or poetico, or misto, si
adopra a farne scomparire la ispirazione divina.
Intanto bandita una volta l'autonomia della Ragione e la maggioranza
assoluta della Filosofia sulla Teologia, spacciandosi quella come l'ultimo
verbo di spiegazione o sia distruzione del domina religioso, fu naturale che
i filosofi razionalisti di Germania discendenti da Spinoza per Kant facessero loro proprii i lavori dei Razionalisti biblici ancora essi discendenti
da Spinoza per Semmler. Ed eccoti i filosofi Fichte, Schelling, Hegel con
le turbe pedisseque sedere gravemente alla teologica scranna, ed a furia di
spiegazione per mito sforzarsi di annientare i dommi più sacrosanti della religione cattolica.
E dalla Germania siffatto empio amalgama ritornando in Francia,
donde con la veste di filosofismo era partito, i novelli adepti di Satana si
denominano Eclettici; i quali ritenendo in sostanza la panteistica soluzione
degli Alemanni, fanno una copia mal condotta ed indigesta delle dottrine
germaniche mescolate alla vecchia incredulità volteriana ; ed essi credono
di trovare i dommi cristiani sotto le più strane cose del mondo. Ed eccoti
gli spiriti tutti agitati dalle quistioni religiose : le cattedre filosofiche e di
letteratura invadono il campo della teologia ; non si può in Francia come
in Germania ascoltare una lezione di storia, di belle lettere, di economia
ed altro senza trovarvi della teologia.
E dal campo astratto dello scibile Satana spinge perchè all'ordine sociale scendendo deducano nella pratica le più arrischiate e perniciose conseguenze; il Socialismo ed il Comunismo prendono in tal modo l'origine e
si danno il nome di Cristianesimo novello!
Satana raggiunge lo scopo, perchè gli stessi figli del secolo, perchè annoiati da siffatto polverizzamento del domma rivelato dato in pascolo ai
giornali, ai romanzi, e disceso nelle conversazioni e nei trivii; e perchè
smarriti dalle terribili pratiche conseguenze sociali, altri domandano se poi
cotesto ordine sovrannaturale fosse così necessario da non potersene fare a
meno ! e concludono si serbasse Pure la Rivelazione per coloro che la vogliono, in quanto a sè contentarsi dell'ordine naturale.
Altri vogliono affatto soppresso il domma, e proclamano la così detta
morale indipendente da ogni domma. Altri, e sono i più, finalmente in
questo caos di opinioni e spiegazioni, seguendo l'indole di questo secolo,
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materia, tanto
che quanto maggiore attività mostra nell'assoggettarsi alla
più si appalesa infingardo nelle investigazioni dello spirito, sconfortati
affatto dall'indagine di qualunque causa finale, vogliono restringersi alla
sola testimonianza dei sensi ».
E' solleticante l'invito a indagare più (la vicino su tutti gli scritti del
Cardinale D'Avanzo, allo scopo di delineare la sua personalità, per meglio
inquadrarla nella storia civile e religiosa del secolo XIX e per sfrondarla
dai luoghi comuni, che ne hanno offuscato il valore.
PAOLO CATUCCI
Sono interessanti nella istruzione del D'Avanzo i riferimenti ai suoi precedenti
scritti e alla più recente produzione filosofica, letteraria e storica. Segno evidente della
spiccata personalità culturale del Prelato, al quale non sfuggivano le problematiche del
tempo, delle quali discutere sempre dopo maturata assimilazione.
Troviamo, infatti, riferimenti alla sua pastorale della Quaresima del 1854: « Sul
carattere provvidenziale del grande avvenimento dell'otto dicembre 1854 », agli opuscoli
« Razionalismo biblico » « Strauss, ovvero sistema mitico applicato alla vita di Gesù »,
« I Profeti in Francia al secolo XIX », « Il Cristo, il Vangelo ed i socialisti », riuniti
poi in volume dalla Società Biblioteca Cattolica di Napoli.
Fa anche riferimento ad una sua dissertazione, letta all'Accademia di Religione
Cattolica, a proposito del « satanico sistema del prescindere dalla Rivelazione », nella quale
osservò « che Satana aveva disposto da lungo tempo la mina di siffatto suo novello assalto,
chè per mezzo di Scoto Erigena, di Roscellino, di Abelardo, ed altrettanti aveva la ragione umana pressochè indiata; ed in seguito, con l'occasione dell'arrivo in Italia de'
profughi da Bisanzio, aveva Satana passionati i figliuoli suoi per una parte nel culto
del divino Platone, e di altri filosofi gentili, e per l'altra nell'amore del bello naturale
sì nelle arti che nelle lettere antiche greche e latine, ecc... ».
Ricorda ancora l'altra pastorale del 1865 sul « Naturalismo moderno » e si dilunga
a trattare dell'avversione contro il Papa e per la infallibilità delle definizioni dominatiche
L'antesignano di tutti fu il Richer il quale dall'anno 1591 cominciò a spargere sì
perniciose dottrine nella Università di Parigi fino al 1613 in cui furono condannate. In
seguito furono esse adottate dai Parlamentari in Francia ed indi dai Giansenisti per
eludere la condanna del 1653; furono poscia formulate in quattro proposizioni dai Gailicani nella famosa assemblea del 1682, riprovata da Papa Innocenzo XI e finalmente
amplificate dai Febroniani, condannati con decreto di Clemente XIII nel 1764 ».
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