voce Q NUMERO 100 i l g i o r n a l e s e n z a p e l i s u l l a li n g u a TARIFFA R.O.C. - Poste italiane SpA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004) art. 1 c. 1 DCB Roma - Autorizzazione n. 110 del 5.6.2007 la SETTIMANALE anno IV numero 100 EURO 1,00 14-27 maggio 2010 di Ferdinando Vignola D E M O C R AT I C A Uno schiaffo ai Castelli romani che non vogliono l’inceneritore Il sindaco di Guidonia ha le idee chiare: i rifiuti dell’Inviolata li bruceremo ad Albano I daco di Guidonia Montecelio Eligio Rubeis, che pare avere le idee molto chiare sul futuro dei rifiuti nei territori che circondano la Capitale. “Entro il 2012 - dice - noi come Comune, e anche gli altri 4 siti laziali che come noi ospitano una discarica, siamo obbligati dalla Regione a costruire una fabbrica per lo smaltimento di rifiuti mal differenziati. Nella conferenza dei servizi di circa due mesi fa, con la Regione e il Colari (Consorzio laziale rifiuti), ci siamo impegnati a costruire questa struttura a patto che la parte sia Claudio Zarro (segue a pagina 3) uesto è il centesimo numero de “la Voce democratica”. Quando abbiamo iniziato, nel maggio 2007, in pochi - anzi pochissimi - hanno creduto nella nostra iniziativa di fare “un giornale senza peli sulla lingua”. E invece, tiè, eccoci qui a festeggiare le nostre prime cento candeline. Il traguardo raggiunto mi emoziona non poco. Io, che di questo giornale sono l’editore, in un certo senso mi sento “premiato”, “ricompensato” delle tante fatiche che ho fatto nella mia vita: la fatica di andare a scuola e a malapena arrivare alla quinta elementare, la fatica del lavorare tanto, la fatica di aver raccontato in due libri (“Bastardo, perché” e “Anche questa è vita”) la mia complicata esistenza. I lettori di questo giornale ormai mi conoscono e sanno che sono sempre pronto a nuove “sfide”. E allora questa “voce libera e democratica”, che non ha mai chiesto niente a nessuno (se non l’euro per una copia e meno dell’euro a copia per l’abbonamento), la festeggiamo potenziandola. Ecco le novità, a partire dal prossimo numero che sarà nelle edicole venerdì 28 maggio. Aumentiamo le pagine e la periodicità la stabilizziamo in quindicinale (usciremo un venerdì sì e uno no). La redazione è già al lavoro per migliorarne l’impostazione, puntando soprattutto su “approfondimenti”. E poi, aumenteremo la nostra informazione, con un quotidiano sempre in linea nei computer di tutto il mondo. Anche noi sbarchiamo su quel terreno che chiamano web, con Lavocedemocratica.it. Guardiamo al futuro, pensando soprattutto ai giovani che ormai “mangiano pane e computer”. Forse a qualcuno dispiacerà, ma “La Voce di Nando” urlerà tutti i giorni, verso il tramonto. E poi prometto “Il Vocione di Nando” ogni quindici giorni, sull’edizione stampata e diffusa nelle edicole. Intanto grazie, grazie di cuore a chi ci stampa, a chi ci distribuisce, a chi ci vende e a chi ci legge. voce DEMOCRATICA.it la presto nel World Wide Web il quotidiano on line senza peli sulla lingua di Domenico Commisso asce una nuova testata, una “sorella” de “la Voce democratica”, nasce Lavocedemocratica.it, quotidiano on line. Informiamo ogni giorno e poi, ogni quindici giorni approfondiremo quei fatti e quelle informazioni che necessitano di qualche commento e di qualche ragionamento in più. Nei giorni scorsi qualcuno (o, meglio, il solito...) ha detto che in Italia c’è fin troppa libertà di stampa. Sì, è vero. Ma è una libertà di stampa che hanno fin troppo soprattutto quelli che Mario Melloni (un grande e poco ricordato maestro del giornalismo italiano che si firmava con lo pseudonimo di Fortebraccio) chiamava “Lor Signori”. Sì, oggi ne hanno davvero fin troppa, “Lor Signori”, di libertà per “prendere per il culo la gente”. Sono liberi di farlo perché sono i padroni dei giornali e anche perché gran parte dei giornalisti hanno “appeso al chiodo” i ferri del loro mestiere, consentendo che il giornalismo “lo fan tutti”. Il risultato è il “sistema della comunicazione”, come lo chiamano adesso, un sistema molto articolato e sofisticato che fa sì che quello che esce sui giornali e che si racconta nelle televisioni viene deciso fuori dalle redazioni. La politica - ammesso che quella di oggi si possa chiamare politica - ci ha messo il carico da novanta e l’informazione è, appunto, solo quella di “Lor Signori”. Noi de “la Voce democratica” non siamo “Signori” e nemmeno “Signorini”. Facciamo il nostro lavoro, anche se con pochi e modesti mezzi, con la passione che “c’era una volta”, con l’ossessione di dire verità ai nostri lettori, per far loro capire meglio “come va il mondo”. E a garanzia del nostro lavoro abbiamo un editore straordinario come il “nostro Nando”. Prossimamente (appena risolti alcuni problemi tecnici) la nostra “voce” si amplificherà, informando tutti i giorni, utilizzando le nuove vie del web. Lavoreremo di più, ma ci sentiamo in dovere di farlo. www.lavocedemocratica.it www.lavocedemocratica.it Castelli rischiano grosso. Rischiano di diventare il mondezzaio del Lazio. Rischiano di vedere il loro territorio “incenerito” dai fumi di un nuovo impianto. E a dare un ulteriore “schiaffo” alle speranze di chi il gassificatore ad Albano Laziale proprio non lo vuole, ci ha pensato il sin- N Le nostre prime L’informazione cento candeline tutti i giorni Mobilitazione e eventi contro il gassificatore L a popolazione dei Castelli non ci sta. Sempre più numerosi sono i cittadini che seguono le iniziative dei vari comitati riuniti nel Centro di coordinamento contro l’inceneritore. Che ha in programma una serie di eventi 2 per mobilitare i residenti del Comune di Albano e dei Comuni limitrofi contro la creazione del gassificatore in un territorio sempre più martoriato dai rifiuti e minacciato da orizzonti non certo edificanti sotto il profilo ambientale, specie in vista della chiusura della discarica di Malagrotta. Per il 15 maggio, quindi, alle ore 17.30, in Piazza Pia ad Albano Laziale, è prevista l’assemblea cittadina per informare, co- TERRITORIO E AMBIENTE municare e organizzare la protesta contro la costruzione del gassificatore. Non si tratta di un evento a sé: sarà infatti seguito subito, già il giorno successivo (16 maggio) dallo spettacolo teatrale di Ulderico Pesce, intitolato “Asso di Monnezza”, che andrà in scena dalle 21 presso il Teatro Alba Radians Via Appia situato in Corso Garibaldi 6. Si tratterà di una serata a sottoscrizione per autofinanziare la lotta contro lo “scempio” che alcuni forti interessi privati vorrebbero imporre al paesaggio dei Castelli Romani. 14-27 MAGGIO 2010 voce la DEMOCRATICA La vita a due passi dalla discarica di Albano Laziale C Uno dietro l’altro sono “cresciuti” i diversi invasi per l’immondizia creati nel sito di Roncigliano Ecco le foto della “collinetta” maleodorante che è sorta a pochi metri dalle case e dalle coltivazioni hi vive accanto a una discarica sa quando è iniziata, ma non sa quando e come finirà. Albano Laziale: nel 2003 è stato scavato il sesto invaso. Doveva durare cinque anni, fino al 2008, ma ancora è attivo e siamo arrivati al settimo invaso. Questi invasi sono ormai diventati delle vere e proprie colline - come si può vedere dalle foto - che in alcuni tratti nascondono l’orizzonte agli abitanti delle case circostanti e sorgono a pochi metri da vigne e uliveti e dalla scuola elementare di Cancelliera, i cui bambini spesso devono fare lezione anche nel periodo primaverile con le finestre chiuse per l'insopportabile puzza che promana dalla discarica. Secondo l'ex-sindaco di Albano Marco Mattei (da poco nominato assessore regionale all’Ambiente) la discarica nel 2005 avrebbe dovuto chiudere. Peccato che nel 2006 lo stesso Mattei abbia coinvolto i sindaci dei Comuni dei Castelli Romani ad accettare la costruzione dell'inceneritore proprio in quel sito... E i cittadini sono stati beffati ancora una volta. Stella Tundo Quattro “cartoline” da Albano Laziale: la collina di rifiuti a poca distanza da un vigneto, con tanto di ruspe al lavoro e fuoriuscite di acqua putrida voce la DEMOCRATICA Settimanale. Iscrizione Registro stampa Tribunale di Roma n. 114/2007 del 5 aprile 2007. Direttore responsabile: Do- menico Commisso. Coordinamento redazionale: Leonardo Luciani. Gra- fica e impaginazione: Sabrina Salici. Direzione, redazione, amministrazione e pubblicità: 00155 Roma, viale Palmiro Togliatti 1473, telefono 06 77205514, telefax 06 77260342, [email protected]. Editore: Ferdinando Vignola. Editoriale la voce democratica Srl. Iscrizione Registro operatori della comunicazione n. 16246. Direzione editoriale: Marcello Scarpone, Nail Toutaev, Raffaella Vignola. Ufficio pubblicità: Dario Alberghini. Stampa: Rotopress, Roma, viale E. Ortolani 33-37, tele- fono 06 52169495. Distribuzione: Ser, Napoli, via D. de Roberto 44 (com- plesso Neapolis), telefono 081 5845742. 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Il gruppo, accompagnato da Vittorio Pavoncello, presidente della Federazione italiana Maccabi, ha prima visitato l’Arrow Ecology, una società per il trattamento dei rifiuti solidi urbani che utilizza il sistema idromeccanico per la separazione e la preparazione dei materiali, poi è stata la volta di Miya, un’azienda per il monitoraggio dell’efficienza dell’acqua urbana. Infine la Zenith Solar, che fabbrica pannelli fotovoltaici da terra in grado di pro- 14-27 MAGGIO 2010 durre contemporaneamente energia termica ed elettrica. La Zenith, con meno di 30 pannelli solari, mantiene un kibbutz di oltre 1100 Nicola Zingaretti persone. Ha detto Zingaretti: “Vogliamo fare un esperimento in TERRITORIO E AMBIENTE Dieci “precisazioni” sull’incenerimento dei rifiuti M a sugli inceneritori ci raccontano proprio tutta la verità? Siamo andati a chiederlo a Simone Carabella, membro del Comitato contro l’inceneritore di Albano e esperto di energie alternative, per quanto concerne l’argomento discariche e inceneritori. Con Simone, anzi, stiliamo un vero e proprio decalogo, per chiudere in dieci punti quelle che moltissimi comitati sorti spontaneamente in tutto il territorio nazionale, identificano come falsità e luoghi comuni sull’incenerimento. Innanzitutto, vi è differenza tra inceneritori, termovalorizzatori e gassificatori? Per quello che riguarda l’impatto ambientale non ci sono differenze: tutti e tre i sistemi, come vedremo, inquinano e inquinano molto pesantemente, l’unica differenza è che i cosiddetti termovalorizzatori e i gassificatori producono una modesta quantità di energia elettrica o termica comunque inferiore all’energia occorsa per produrre le risorse (plastica ecc) che vanno a bruciare, mentre gli inceneritori propriamente detti no. D’altro lato, come Lavoisier insegna, “in natura nulla si crea e nulla si distrugge” e per l’appunto, le sostanze immesse in questi apparati producono pochissima energia ma in cambio emettono una grande quantità di sostanze altamente dannose. Esistono filtri in grado di fermare le sostanze emesse da tali impianti? No, non esistono filtri in grado di selezionarle perché alle temperature alle quali le polveri (chiamate polveri secondarie condensabili) escono dai camini degli inceneritori (circa 2000 gradi), si comportano come gas e non sono pertanto intercettabili da nessun filtro. Soltanto una volta usciti dalle ciminiere, raffreddandosi, questi gas tornano a essere solidi in forma di nanopolveri. Ma molti ritengono che comunque sia meglio l’inceneritore della discarica... Forse per l’odore può essere così, dato che dalla discarica emana continuamente, e soprattutto in estate, un fetore spesso insopportabile ma, dal punto di vista delle sostanze realmente nocive e pericolose, assolutamente no. Non si può paragonare il sia pure insopportabile lezzo con i danni prodotti da diossine e nanopolveri. Se si realizza l’inceneritore, però, si può eliminare la discarica... Altra e ancor più vergognosa falsità: nell’inceneritore si può bruciare solo il cosiddetto Combustibile da rifiuto (il cdr: proprio quell’insieme di materiali che più facilmente e vantaggiosamente potrebbero venire riciclati e riutilizzati, come legno, vetro, metalli, plastica...) mentre tutto ciò che macerandosi emana cattivo odore, gli scarti umidi, in presenza di un inceneritore deve continuare ad alimentare la discarica. Pertanto si avrà il danno delle sostanze altamente cancerogene emesse dall’inceneritore e la beffa del permanente fetore dalla discarica: come si dice... cornuti e mazziati! Come se non bastasse, a quel punto servirebbe anche un ulteriore discarica per lo stoccaggio provincia di Roma: far diventare un piccolo Comune totalmente autosufficiente dal punto di vista delle energie rinnovabili come questo kibbutz. La green economy è sottoposta a una continua innovazione. Per questo oggi abbiamo voluto incontrare queste aziende tra le più importanti nel settore. Dobbiamo sempre tenerci aggiornati per capire come poter mutuare anche in Italia esperienze straordinarie”. delle polveri pesanti prodotte dall’inceneritore, quelle, cioè, non trasformate in gas e disperse nell’atmosfera. Eppure in altre città i termovalorizzatori, o gassificatori o inceneritori si trovano nel centro abitato... Sì, è vero, ma nessuna Asl si ha mai reso pubblica l’incidenza dei tumori in quelle città; laddove uno screening è stato fatto, ad esempio da parte della società del dottor Stefano Montanari, che si occupa da anni di tumori legati alle nanoparticelle, poiché non si tratta di un ente pubblico, i risultati non vengono presi in considerazione... Occhio non vede, cuore non duole, insomma... Avendo a disposizione l’inceneritore, quantomeno, non si dovrebbe più pagare la Tarsu... E’ assolutamente falso, semmai è il contrario: a Roma l’inceneritore ce l’hanno, enorme, a Malagrotta, ed è notizia di qualche settimana fa che la Tarsu del Comune capitolino è stata aumentata del 10 per cento; inoltre, come già detto sopra, si bruciano risorse economiche in termini di materiali altrimenti riutilizzabili. Si dice che con l’inceneritore avremmo acqua calda e corrente gratis... Non è vero, l’unico modo per avere acqua calda e corrente gratis è usare le energie alternative: solare, eolico, geotermico eccetera. Basta farsi un giro nei pressi di un gassificatore e chiedere ai cittadini lì residenti. La distanza di sicurezza da un inceneritore è di sette chilometri? Non esiste distanza di dì sicurezza da un inceneritore. Il vento disperde le sostanze nocive prodotte da questi impianti in qualsiasi direzione e a qualsiasi distanza: pensiamo alle piogge rosse che vengono dal deserto del Sahara o alle ceneri del vulcano islandese che stanno invadendo i cieli di tutta l’Europa seguendo traiettorie che nessuno è in grado di prevedere. Lo stesso vale per le polveri prodotte dai cosiddetti termovalorizzatori. Ad ogni modo gli inceneritori di più recente realizzazione sono sicuri... Al contrario: in realtà raggiungono temperature più alte producendo polveri più sottili e quindi sono potenzialmente più pericolosi e più dannosi. Ma in tutto il mondo si sono costruiti e sono attivi inceneritori... Sì, ma li stanno smantellando in favore di soluzioni più adeguate alle nuove realtà produttive: quando fu realizzato, nel 1895 in Germania il primo inceneritore, non esistevano sostanze come le plastiche ed altre che bruciando producono diossine e nanopolveri; adesso quegli stessi paesi stanno eliminando gli inceneritori, come nel caso di San Francisco, o ne stanno limitando l’uso a quella sola minima frazione di Cdr che non può assolutamente venire riciclata in altro modo. Qui invece si progetta di far finire all’interno dell’inceneritore tutto, ma proprio tutto, come accaduto a Colleferro: pneumatici e chissà cos’altro, visto che i dati circa le emissioni vennero alterati... Ma questa è ancora un’altra storia... Francesco De Ficchy La “monnezza” in viaggio dall’Inviolata a Roncigliano (segue dalla prima pagina) bruciata in luogo diverso da questo. Essendo la discarica dell’Inviolata, gestita appunto dal Colari, così come la futura fabbrica nella discarica di Roncigliano ad Albano, credo che il sito più probabile dove saranno destinati questi rifiuti da bruciare, sia appunto quello dei Castelli Romani, se non altro anche per una questione di trattative e unione del gestore rifiuti”. E’ stata infatti sottoscritta dall’amministrazione del Comune tiburtino, una convenzione con la Regione Lazio, secondo la quale la maggior parte dei rifiuti attualmente dislocati nella discarica dell’Inviolata e quelli inviati momentaneamente in quel sito, verranno bruciati in uno degli inceneritori che la stessa Regione indicherà. E molto probabilmente la scelta cadrà su quello di nuova costruzione ad Albano Laziale. Una struttura che attualmente non c’è, ma che ben presto, stando ai piani regionali dovrà vedere la luce. Bocciata dalla stessa 3 amministrazione di Guidonia Montecelio la possibilità di costruire un inceneritore nella zona attigua alla discarica, il sindaco spiega per filo e per segno come verrà gestita la grana rifiuti: “Per quanto riguarda il nostro Comune, è stata fatta una scelta precisa. Sono previste quattro diverse attuazioni per lo smaltimento dei rifiuti. La prima prevede l’applicazione della raccolta differenziata porta a porta, una raccolta spinta per così dire, già iniziata nelle zone di Marco Simone e Setteville, che dovrà raggiungere livelli di percentuali accettabili con l’attuazione anche negli altri territori comunali. Nella settimana entrante inizierà la raccolta anche nelle zone di Villalba, Villanova, Bivio di Guidonia ed Albuccione. E’ stato sottoscritto un accordo con il Conai, Consorzio imprese per la vendita dei rifiuti differenziati, e per ogni tonnellaggio, a seconda del tipo di rifiuti, l’amministrazione di Guidonia riceverà dei soldi”. Specifica poi Rubeis: “Il nostro obiettivo è quello di dislocare presso il sito dell’Inviolata una percentuale che si aggira sul 7 per cento del volume attuale della discarica, insomma solo i rifiuti inerti”. Una seria possibilità, questa, a conferma delle recenti voci di corridoio che indirizzavano lo sguardo verso Albano in cerca di ipotesi e soluzioni. (c. za.) La realtà va in scena nei “Teatri di vetro” I n scena dal 14 al 23 maggio la quarta edizione di “Teatri di Vetro” con la direzione artistica e organizzativa della compagnia Triangolo scaleno. Il “festival”, realizzato a partire dal 2007 vede il contributo dell’Assessorato alle politiche culturali della Provincia di Roma L 4 in collaborazione con la Fondazione Romaeuropa. La manifestazione si pone come fotografia di un territorio in fermento e conferma la sua vocazione urbana e territoriale ampliando la sua attenzione all’intero panorama nazionale. “Teatri di Vetro - ha detto l’assessore alle Politiche culturali della Provincia di Roma Cecilia D’Elia - ha per protagonista la scena teatrale contemporanea ed è una rassegna che interagi- RIFIUTI E AMBIENTE uogo di ritrovo di anziani e adolescenti, piazza Bologna da anni è ormai al centro di diatribe politiche. Nucleo del dibattito, che vede fronteggiare le forze politiche locali è lo stato di impudicizia urbana che quotidianamente regna sovrana sulla piazza. A provocarlo sembra essere un “esercito” di studenti fuori sede e sce con la comunità cittadina. Il festival parte da un bando pubblico a cui tutte le compagnie possono partecipare. Dai 180 progetti presentati nella prima edizione del 2007 siamo arrivati agli attuali 285. Segno di quanto l’iniziativa sia cresciuta e rappresenti un punto di riferimento per tutta la scena indipendente nazionale”. La quarta edizione, costruita, come le precedenti, attraverso lo strumento del monitoraggio, mantiene ampio il suo sguardo programmando 14-27 MAGGIO 2010 In piazza del degrado non, che accalca la zona soprattutto nelle ore notturne. Problemi di disordine pubblico e di sporcizia si presentano puntualmente sotto gli occhi dei passanti e soprattutto dei residenti, che da sempre lamentano degli universitari il non rispetto delle regole della normale convivenza. “Di sera la piazza è un campo minato. Bottiglie rotte, cic- compagnie emergenti e giovani formazioni. Città di Ebla, Compagnia Franca Battaglia, Caterina Moroni, Muna Mussie, Macellerie Pasolini, Gruppo Nanou, Zeitgeist, Dionisi, Lotte Rudhart, Fibre Parallele Compagnia Andrea Saggiomo, Sineglossa, Andrea Cosentino, Imargini, Gaspare Balsamo sono solo alcune delle 35 compagnie che negli otto giorni di programmazione si alterneranno sul palco del Palladium, negli spazi urbani della Garbatella. che di sigarette, immondizia sparsa ovunque. Spalanco gli occhi per evitare di farmi male”, racconta Letizia Bruni, un’abitante del quartiere. Per ovviare ad una condizione definita “d’indecenza”, il Pdl tenacemente promuove la chiusura del piazzale con delle cancellate. Conclusione respinta dal centro-sinistra, che si dichiara invece aperto a nuove soluzioni. Al fine infatti, di dare notevoli benefici in termini di assistenza sanitaria, di mobilità e di diritti civici e politici, il terzo municipio (governato dal centro-sinistra) ha lavorato all’istituzione della residenza temporanea per gli studenti fuori sede. Tante le iniziative miranti a riqualificare il sito. Contro ogni forma di vandalismo, giovani del partito democratico sono scesi in piazza sabato 24 aprile, al fine di promuovere una campagna di sensibilizzazione all’ambiente e di corretta gestione dei rifiuti. “A Voi ora, che siate studenti fuori sede o meno chiediamo di dare una prova di civiltà rispettando il decoro della piazza, luogo dove si vivono momenti di aggregazione e di socializzazione” si legge nei tanti depliant distribuiti. “Necessita sicuramente una ricognizione delle buone pratiche al fine di ampliare la cultura ambientalistica e di buona educazione civica” dichiara il consigliere all’ambiente, aree verdi e mobilità, Enrico Cola. L’Ama, società addetta nella capitale alla raccolta, al trasporto, al trattamento, al riciclaggio e allo smaltimento dei rifiuti, ogni mattina incontrando notevoli difficoltà provvede al ripristino del piazzale. “Proprio per far fronte a questi disagi, -sostiene il consigliere- sono state intensificate le turnazioni nei week-end e immesso all’alba un aggiuntivo servizio”. Molti s’interrogano sulla terza edizione di “Municipio pulito”. Risale a qualche anno fa infatti, la seconda edizione promossa dal comitato delle associazioni cultu- voce la DEMOCRATICA rali, sportive e di solidarietà della ex circoscrizione, mirante al miglioramento del decoro urbano del territorio. Già allora, un comunicato alle agenzie di stampa del presidente Dario Marcucci manifestava il bisogno di nuovi spazi d’aggregazione per i giovani, aree dove intrattenersi non oltraggiando la pubblica quiete. Buoni propositi di cui oggi, tuttavia, rimane solo un ricordo. A riguardo, anche forum di discussione si attivano sui principali social network. “Dico una cosa banale, ma se i secchi dell’immondizia a piazza Bologna sono pieni alle tre del pomeriggio come si può sperare che la sera gli studenti non buttino le cose per terra??? Raddoppiare i secchi sarebbe la soluzione più intelligente!!” scrive Lorenzo Mancuso alla voce “Discussioni sul degrado di piazza Bologna” aperto su facebook dal centro-destra. Circa 400.000 euro, i soldi stanziati per il rifacimento del piazzale che avverrà entro la fine del 2012. Data che tuttavia posticipa di due anni l’iniziale progetto. “ Un rinvio, reso necessario per non alimentare nella zona i già tanti problemi di viabilità causati dalla costruzione della metro B1”, dichiara lo stesso Enrico Cola. Sebbene l’area si presenti provvista di un bar, di un ascensore per i diversamente abili e di giochi per bambini, le sei traverse che su questa si affacciano fanno della stessa una “rotatoria” intasata dal traffico. “Faccio fatica ad attraversare perfino sulle strisce pedonali” dichiara Marco Torrini, un avvocato che ha lo studio nella zona. Laura Piazza Angeli nel vento: regata di solidarietà T re weekend con “Angeli nel vento”, la regata di solidarietà organizzata dalle Associazioni sportive dilettantistiche Anemos e Anemos Kids, e patrocinata dalla presidenza del Consiglio provinciale di Roma. La manifestazione, giunta alla sua terza edi- A voce la DEMOCRATICA zione, nasce con l’obiettivo di promuovere l'integrazione tra persone diversamente abili e non, attraverso l'esperienza della vela. La regata, che ha preso il via l’8 e il 9 maggio, proseguirà nei giorni 15, 16, 22 e 23 maggio, presso il Porto turistico di Roma, coinvolgendo trecento tra ragazzi e ragazze chiamati alla partecipazione dalle Consulte territoriali dei disabili. Presente all’evento la presidente del Consi- 14-27 MAGGIO 2010 San Cesareo, tra i vigneti e le coltivazioni di pesche ed olio, c’è una grande realtà aziendale, una realtà che posa le sue basi sull’energia solare: L’Etika Solar Spa. Nata nel 2007 dall’unione di due affermate imprese, l’Etika Esco Spa di Giovanni Liotta e la Tlc Italia Spa, che fa capo a Mauro Moroncelli, l’Etika Solar Spa opera nell’ambito del risparmio energetico e dell’installazione di pannelli fotovoltaici per impianti residenziali. Il patrocinio di tredici Comuni laziali e lo sviluppo del progetto “1000 volte fotovoltaico” sono il fiore all’occhiello di questa società che fa della preservazione ambientale e dello sviluppo di fonti energetiche alternative i suoi punti di forza. Direttore generale e facente parte del consiglio di amministrazione è il già citato Mauro Moroncelli, che abbiamo interpellato per farci illustrare la realtà del fotovoltaico in Italia e l’impegno della sua società nella Regione Lazio. Dottor Moroncelli, ci spieghi in breve i vantaggi del fotovoltaico. Un semplice cittadino intenzionato a passare al sistema di alimentazione per mezzo dell’energia solare ha numerosi vantaggi. Innanzitutto quello di avere un’abitazione senza nessuna emissione di Co2. In pratica un rispetto dell’ambiente totale. In secondo luogo il vantaggio puramente economico, quello di non dover pagare più l’energia elettrica, ma anzi, di poter divenire produttore della stessa. Terzo: la possibilità, se si vuole, di poter fare a meno anche del costo del riscaldamento e dell’acqua calda, tramite l’installazione di un impianto termodinamico associato a quello fotovoltaico. Chiarisca meglio questa possibilità di diventare produttori di energia elettrica... Una volta installato l’impianto fotovoltaico, questo viene collegato al Gse (Gestore servizi elettrici) e per la quantità d’energia prodotta non consumata istantaneamente, viene riconosciuto un valore per kilowattora (kWh). Il risparmio per l’energia non acquistata dal gestore di rete, più il riconoscimento da parte del Gse della quantità di energia immessa in rete equivale all’incirca a 720 euro annui. Un cittadino facente parte dei 13 Comuni da cui abbiamo ricevuto il patrocinio può ottenere l’installazione dell’impianto a costo zero, avendo una spesa annuale di 220 euro di manutenzione e assicurazione, altrimenti coloro che non sono serviti dal nostro progetto “1000 volte fotovoltaico” possono comunque glio provinciale di Roma, Giuseppina Maturani. “L’entusiasmo di questi ragazzi e i loro sorrisi - ha detto - sono il ringraziamento più grande per chi ha lavorato a questo importante progetto. E’ il secondo anno che la presidenza del Consiglio provinciale sostiene Angeli nel vento, una manifestazione che affronta il tema dell’integrazione dando non solo un contributo serio e concreto, ma anche definendo nuove strategie di sviluppo delle politiche sociali”. ENERGIA E AMBIENTE La sfida del fotovoltaico installare dei pannelli solari rivolgendosi a noi come cittadini privati. Qual è il costo in questo caso? Il costo medio di un impianto da 3 kWh, che fornisce energia elettrica ad un nucleo familiare composto da quattro persone è di 14.500 euro. In quanti anni questo costo è ammortizzato? Il costo dell’impianto è ammortizzato in circa 12-15 anni, a seconda dell’impianto installato. Quali sono i Comuni serviti dal progetto “1000 volte fotovoltaico”? Sono tredici Comuni dei Colli Prenestini. Palestrina, Cave, Zagarolo, San Cesareo, Genazzano, Olevano, Castel San Pietro e Guidonia Montecelio sono i Comuni più importanti del progetto, partito a febbraio 2010 e in via di sviluppo. Come ho spiegato precedentemente il costo di installazione è zero, a fronte di una piccola spesa una tantum (240 euro) e quella annuale per la manutenzione (220 euro). Come sono stati informati i cittadini di questi Comuni di tale possibilità? Sarò sincero, noi abbiamo chiesto alle varie amministrazioni comunali il patrocinio, ma per quanto riguarda la comunicazione del progetto, abbiamo volutamente deciso di attendere gli sviluppi e le prime richieste, per vedere a quante esse ammontassero. E in che modo ora la popolazione verrà a conoscere questa iniziativa? Inizieremo a breve la diffusione di opuscoli informativi tramite brochure, ma già i primi risultati di adesione che ci arrivano sono ottimi. La scelta di 13 Comuni dei Colli Prenestini ha un preciso motivo? No, è puramente una scelta di convenienza geografica, la nostra sede è a San Cesareo, e conveniva alla società avere dei Comuni vicini a livello territoriale. Usufruite di finanziamenti europei, nazionali o privati per questo progetto? No, assolutamente e ci tengo a precisarlo, perché è stata fatta molta confusione sotto questo punto di vista. Noi come società ci esponiamo personalmente tramite found bancari con degli istituti di credito. Per “1000 volte fotovoltaico” abbiamo chiesto solo il patrocinio alle varie amministrazioni comunali, mentre per un singolo cittadino che non aderisce o non può aderire a questa iniziativa ci sono varie forme di nostre offerte per le quali ci esponiamo direttamente con gli istituti bancari. Questi ci coprono finanziariamente per ogni installazione effettuata, poi è la stessa Etika che nel corso degli anni rientra con un surplus della spesa avuta in precedenza. Quanti dipendenti ha la Etika Solar Spa e qual è la vostra previsione di fatturato? Abbiamo 20 dipendenti e il fatturato dell’anno 2010 ammonta attualmente a circa 4 milioni di euro. Come vi posizionate all’interno del mercato nazionale e di quello europeo? Noi siamo un’azienda molto focalizzata sul mercato residenziale, co- Mauro Moroncelli scienti che tali opportunità sono rivolte al cittadino, non ai player... (per player s’intendono le grosse aziende o i grandi enti nazionali, ad esempio Enel nel campo del fotovoltaico). Quanti impianti avete installato dal 2007 a livello nazionale? 5 Circa 170 impianti su tutto il territorio italiano portano la nostra “firma”. Come considera il mercato e lo sviluppo del fotovoltaico in Italia? Pochi sanno che dal 1991 gli italiani pagano nella bolletta dell’elettricità un piccolo contributo per lo sviluppo dell’energia solare sul territorio nazionale. Quasi nessuno lo sa. Eppure pochissimo è stato fatto per quanto riguarda lo sviluppo di questo tipo di energia alternativa. Il mercato fotovoltaico nel mondo del residenziale non è mai partito, quel poco che è stato fatto è stato determinato da grossi interessi economici. Niente è stato fatto a beneficio del cittadino, ed anche la scelta attuale di puntare sull’energia nucleare piuttosto che su energie pulite e rinnovabili è mossa solo ed esclusivamente da interessi economici. Come giudica il fatto che un gruppo di conversione installato in Italia non può essere utilizzato in un altro paese dell’Unione Europea e viceversa? E perché il comitato tecnico italiano Cei numero 11 è stato quello che ha rifiutato l’adozione in Europa della norma internazionale che avrebbe standardizzato questi dispositivi in Europa e che avrebbe consentito di comprare un inverter in Germania e installarlo in Italia, tanto per fare un esempio? Non sono un tecnico... ma sicuramente ognuno tende a fare i propri interessi... in Italia si arriva sempre un po’ dopo sulle cose e molto spesso c’è questa tendenza a non voler sviluppare le cose, anche quando queste risolverebbero molti problemi... In sostanza ci sta dicendo che questa scelta ha di fatto paralizzato a livello europeo lo sviluppo del fotovoltaico? Ripeto, non sono un tecnico... ma di fatto ha limitato, e di molto, le possibilità di espansione di un’energia pulita e rinnovabile come è quella solare. (c. za.) Lavori al tribunale di Tivoli terminata la prima fase I l tricolore sventola sulla nuova ala del Tribunale di Tivoli, segno che lo “scheletro” in cemento della struttura è ultimato. Al via, adesso, lavori di completamento e rifinitura dei cinque piani dell’opera (di cui due seminterrati) che ospiteranno scrivanie e uffici, tra cui quello “I 6 TACCUINO l riformismo è il metodo politico che consente di conciliare la democrazia con la libertà”. Con queste parole, le prime della presentazione del libro, “Nella democrazia con il riformismo” a cura di Francesco Colucci (edito da “Amici di Critica sociale”), si apre attraverso le riflessioni di grandi personaggi che hanno fatto la storia del socialismo italiano - un percorso che mette in risalto le battaglie del socialismo in Italia rappresentato da una grande e variegata ricchezza di idee e conseguentemente di azioni tutte finalizzate alla costruzione di assetti sociali migliori e più giusti. In questi anni “difficili” le persone si trovano a vivere un apparente stato di benessere, ma in realtà è sotto gli occhi di tutti l’avanzare galoppante delle ingiustizie sociali; proprio quelle ingiustizie che hanno fatto germogliare l’ideale riformista che era alla base del socialismo e che fu costantemente presente nel pensiero che lo ha generato. Vi è stata, senza dubbio, un’involuzione il cui inizio è difficile da individuare e che conseguentemente sta producendo un regresso storico relativo ai diritti dei lavoratori, i quali vivono uno stato di “semischiavitù”. La condizione della donna e della società in generale è assoggettata a tutto ciò che ruota intorno al consumismo e a quello che oggi sembra essere l'unico valore: il “denaro”. Sono passate tante generazioni che hanno dato vita a grandi cambiamenti, alcuni dei quali si sono perfettamente mascherati dietro l’importanza di una necessaria emancipazione, ma in realtà hanno prodotto un forte malessere sociale che con sfumature diverse sembra non cambiare mai e, inoltre vi si aggiunge l’aggravante di una quasi totale assenza di ideali fondamentali per avviare quei processi finalizzati alla costruzione di strumenti coi quali si sostiene e si dà equilibrio a una società. Ovviamente si parla di processi che sono connaturati nella naturale evoluzione delle cose, le cui spinte devono essere impostate in modo che costruiscano qualcosa che veramente rappresenti un valore condiviso e che non sia causa di danni sociali. Questa cultura di oggi non rappresenta al meglio il concetto di libertà! E’ una “schiavitù” mascherata perché tutto ciò che non rientra negli schemi collettivi odierni, viene considerato un pericolo. Il diverso è quindi destinato a vivere in modo “emarginato” e attraverso questi parametri si giudicano i fatti e l’importanza degli indi- davvero cosa rara che nella realizzazione di un’opera pubblica il cantiere proceda non solo nel rispetto dei tempi, ma addirittura in anticipo e a tempo di record come in questo caso”. Ferraro ha poi esaltato il lavoro di squadra degli operai, ricordando come “anche un team di grossi nomi, se non costituisce una squadra affiatata non raggiunge i risultati sperati, si guardi, tanto per fare un paragone, al Barcellona sconfitto in Champions League...”. del Procuratore generale della Repubblica. E come è consuetudine per i cantieri, a struttura pronta si festeggia. Così al piano terra della “nuova ala” si è brindato tutti assieme, lo scorso 7 maggio, alla presenza dell’ex sindaco di Tivoli e attuale assessore provinciale ai Lavori pubblici, Marco Vincenzi, e soprattutto del Presidente del Tribunale di Tivoli, Bruno Ferraro, che ha avuto parole d’elogio per gli operai impiegati nei lavori, sottolineando come “è 14-27 MAGGIO 2010 Quando si dice “riformismo” Anna Kuliscioff vidui. Pare superfluo mettere in risalto che tutto ciò è destinato a fomentare nelle coscienze una mentalità opportunistica che, oramai, ha messo ampie radici nel tessuto sociale italiano e che Filippo Turati costituisce per i più illuminati un buon motivo per cui allarmarsi seriamente. E’ proprio in questo contesto attuale che il pensiero di quegli uomini e donne, divenuti un punto di riferi- La condizione femminile Anna Kuliscioff: “Ma quelle creazioni poetiche erano forse donne davvero? Le Beatrici, le Laure, le Leonore non furono che allucinazioni, create dal vago intuito dei grandi poeti, che sentivano l’uomo un mezzo essere, se non è completato dalla donna; e poiché l’eterno femminino reale era disprezzato ed oltraggiato, la fantasia ascetica doveva pur foggiarlo in un forma eterea di donna bionda, linfatica, vicina agli angioli e possibilmente lontanissima dal poeta. Queste creazioni poetiche, più che lusingare l’amor proprio femminile, sono atte a rattristare l’animo pensando che gli uomini d’ingegno, per trovare uno sfogo alla loro espansione affettiva, dovevano collocare la donna immaginaria nel cielo o nelle visioni allucinatorie. E non poteva essere diversamente, data la condizione reale della donna in quei tempi, nei quali i precetti d’una religione, allora in tutto il suo vigore, le prescrivevano, norma suprema, l’ubbidire ed il soffrire in silenzio”. Dal fisico al cervello Gianni De Michelis: “La differenza tra il neoriformismo e il riformismo che io chiamo del XIX secolo, cioè il riformismo classico durato però fino al 1970, nasce dalla modificazione straordinaria che ha coinvolto tutti gli aspetti della vita umana negli ultimi 15-20 anni e ha chiuso con l’Ottocento. Quali sono questi cambiamenti? Il più grande di tutti è la mondializzazione dei problemi. Mai gli eventi che si determinano nel globo erano stati così capaci d’interagire gli uni sugli altri. Il secondo grandissimo cambiamento è che si è passati dal cibo all’energia e all’informazione come cuore dell’attività umana. Prima la stragrande maggioranza degli uomini erano considerati semplici produttori di energia fisica nel senso materiale muscolare. Oggi una parte crescente dell’umanità è valorizzata per il suo cervello. Il lavoro manuale scompare, tutto diventa lavoro intellettuale anche a bassissimo livello. Aggiungo un terzo cambiamento, che non riguarda tutto il mondo, ma i paesi industriali: il tenore di vita, il reddito medio sono enormemente cresciuti e quindi di colpo sono emersi i cosiddetti nuovi bisogni. Si sta passando dalla centralità del tempo di lavoro alla centralità del tempo di non lavoro. Noi veniamo dall’Ottocento industriale in cui tutto veniva organizzato sul tempo di lavoro, l’uomo era nutrito, alloggiato, vestito, trasportato, curato in rapporto a quelle otto ore di lavoro, o quelle che erano”. mento essenziale per correggere gli squilibri che si insediano nella vita dei singoli e della collettività, rappresenta in modo innegabile ancora una volta la forza motrice dalla quale si può ripartire. Non c’è una formula diametralmente opposta a quella del vero riformismo che possa offrire una base migliore per intraprendere un cammino che guidi la società verso l’ordine scongiurando quel vuoto che può generare scarsa speranza nel futuro e danni sociali con conseguenze difficili da stimare. Francesco Colucci, nel selezionare tra le più rilevanti riflessioni prodotte da grandi personaggi della storia socialista, ha il grande merito di scegliere quelle dichiarazioni che evidenziano quei temi che in realtà non si devono e non si possono collo- Tutti i nomi dell’antologia L’ Francesco Colucci antologia “Nella democrazia con il riformismo” curata da Francesco Colucci contiene scritti di: Andrea Costa, Filippo Turati, Anna Kuliscioff, Ettore Ciccotti, Enrico Ferri, Leonida Bissolati, Claudio Treves, Giuseppe Di Vagno, Gaetano Salvemini, Bruno Buozzi, Giacomo Matteotti, Giuseppe Emanuele Modigliani, Ezio Vigorelli, Giuseppe Saragat, Riccardo Lombardi, Mario Marino Guadalupi, Matteo Matteotti, Giovanni Mosca, Giovanni Pieraccini, Francesco Forte, Giacomo Brodolini, Pietro Nenni, Sandro Pertini, Giuliano Vassalli, Massimo Severo Giannini, Loris Fortuna, Giacomo Mancini, Francesco De Martino, Bettino Craxi, Silvano Labriola, Gennaro Acquaviva, Claudio Martelli, Rino Formica, Maurizio Sacconi, Ugo Finetti, Franco Frattini, Fabrizio Cicchitto, Margherita Boniver, Carlo Tognoli e Gianni De Michelis. voce la DEMOCRATICA care in un passato remoto perchè sono perfettamente calzanti e confrontabili con i tempi di oggi. Tra i vari personaggi trattati nell’antologia curata da Francesco Colucci vanno obbligatoriamente ricordate due figure di particolare importanza, quelle di Filippo Turati e di Anna Kuliscioff. Entrambi ci hanno fatto dono dello splendore e delle prime linee tracciate nella storia del riformismo socialista italiano che hanno avuto origine nel lontano fine Ottocento e colpisce immensamente la grandezza, la lungimiranza e la modernità del loro pensiero al centro del quale vi era la costante ricerca di soluzioni capaci di procurare un effettivo vantaggio all'uomo. Le loro idee,vera e propria forza di tante generazioni che hanno gettato le basi solide di grandi conquiste, basti pensare alla creazione dell’identità di quella classe di lavoratori che prima risultava invisibile; alle otto ore lavorative, allo Statuto dei lavoratori, al suffragio universale, all’emancipazione delle donne. Va sottolineato il pensiero di Filippo Turati , il quale sosteneva che non era responsabile evocare la lotta selvaggia di classe perchè non avrebbe illuminato di colpo le masse. La classe proletaria si sarebbe emancipata con l’educazione delle coscienze e attraverso le riforme, strumento necessario per ottenere dei risultati positivi. Era contro ogni forma di governo che non facesse uso dell’intelligenza, libertà e civiltà. Tutto ciò suscita ammirazione e nostalgia! Queste persone che hanno pagato col carcere e spesso anche con la propria vita hanno fatto dono di quei diritti che ormai tutti consideriamo acquisiti, senza mai interrogarci sul perchè delle cose. Il pensiero corre all'oggi. Si può dire con grande amarezza che quel lungo cammino che aveva visto, nell'autentica passione umana, il percorso di uomini le cui idee e le cui parole sono state delle sciabolate che hanno spezzato i blocchi che si opponevano a un’evoluzione sociale più giusta , sembra essere stato abbandonato. E’ mancato l’impegno? Sono mancate le idee? Oppure ci si è adagiati sul “finto benessere” che ha inaridito la naturale propensione umana verso nuove aspirazioni adeguabili a una società articolata in modo molto complesso che ci ha tentato e poi abituati alla superficialità che ha poco da insegnare. Questo è un segnale tristemente allarmante per le presenti e future generazioni. Marcela Filippi Plaza Con la Voce democratica vinto il campionato L a squadra di calcio di San Gregorio da Sassola (la “Gregoriana” i cui campioni portano la testata de “la Voce democratica” sulle maglie di gioco) ha vinto il campionato e passa dalla seconda alla prima categoria. “Vittoria, vittoria, vittoria”, questo il coro dei tifosi sugli spalti L’abbonamento voce la dello stadio di Poli, dove domenica 9 maggio si è giocato il “derby”. La partita è finita due a zero per la Gregoriana. Una partita memorabile, ma anche sofferta fino alla fine. La tensione dei giocatori delle due squadre è stata la protagonista quasi totale della disputa: falli, punizioni, difficoltà ad entrare nell’area avversaria e a “concludere” le azioni. Ma al trentaduesimo del secondo tempo, ecco il primo goal della Gregoriana, su rigore, battuto da Antonio Clementi, e la seconda DEMOCRATICA 14-27 MAGGIO 2010 Per abbonarsi a questo giornale bisogna fare un versamento sul Conto corrente postale numero 88550587 intestato a Editoriale la voce democratica Srl viale P. Togliatti, 1473 - 00155 Roma Per abbonarsi a 50 numeri versare 40 Euro TACCUINO De Andrè, la mostra osa avrebbe potuto fare alla fine degli anni Cinquanta un giovane nottambulo, incazzato, mediamente colto, sensibile alle vistose infamie di classe, innamorato dei topi e dei piccioni, forte bevitore, vagheggiatore di ogni miglioramento sociale, amico delle bagasce, cantore feroce di qualunque cordata politica, sposo inaffidabile, musicomane e assatanato di qualsiasi pezzo di carta stampata? Se fosse sopravvissuto e gliene si fosse data l’occasione, costui, molto probabilmente sarebbe diventato un cantautore. Così infatti è stato ma ci voleva un esempio”. Si apre con queste parole la mostra in omaggio a Fabrizio De Andrè allestita fino al 30 maggio all’Ara Pacis di Roma. Curata da Guido Harari, Pepi Morgia, Vittorio Bo e Vincenzo Mollica in collaborazione con la fondazione Fabrizio De Andrè Onlus e Genova Palazzo ducale fondazione per la cultura, la rassegna celebra i 70 anni dalla nascita del cantautore genovese, spentosi nel 1999 per un tumore ai polmoni. Quattro grandi sale espositive attraverso un percorso interattivo e multimediale ideato e realizzato da Studio Azzurro raccontano la poetica, l’etica, la musica, i personaggi e l’ingegno di “Faber” in un viaggio ricco di suggestioni visive e acustiche. Difficile per un visitatore non lasciarsi affascinare dalle foto, dai reperti video, dai libri annotati, dai manoscritti e dagli oggetti che ricostruiscono i frammenti di una vita tormentata e gloriosa dell’artista. “Una preziosa ricerca che ha dissepolto immagini di cui nemmeno Fabrizio, ne sono certa, ricordava l’esistenza. E’ come se, per simmetria, questa volta si fossero lasciate Fabrizio De Andrè cantare le immagini”. Parla così Dori Ghezzi in una delle tante videointerviste proiettate. Le contraddizioni del cantautore messe a nudo dalle testimonianze di chi l’ha conosciuto, amato e apprezzato, si fondono ai temi a lui cari quali l’amore, l’anarchia, la libertà, le donne, la morte e Genova. Sei grandi schermi trasparenti allineati in prospettiva ottica illustrano nella prima sala filmati d’attualità, manoscritti delle canzoni più belle, fotografie di De Andrè, mentre nel secondo ambiente tavoli multimediali offrono ai visitatori proiezioni dei principali dischi di studio. “La musica mi sedusse un po’ alla volta, come una troia prudente”, si legge in una delle tante stampe appese al muro. Eppure questo musicista così complesso manifestava grandi dolcezze alla madre nei bigliettini a lei indirizzati, mostrando anche molta ingenuità nel chiedere i doni a Gesù Bambino. “Vorrei dei soldatini americani, le bestie che mi mancano e dei libri comici” scriveva da fanciullo. E’ forse proprio questa voglia di sorridere, di voce DEMOCRATICA.it la presto nel World Wide Web il quotidiano on line senza peli sulla lingua 7 scappare da quella solitudine vista ora come costrizione, ora come aiuto nell’affrontare i problemi, che l’ha portato ad essere quell’artista che tutti oggi amano, oggi ricordano. Quattro grandi teche raccolgono le tracce di tutta una vita del “poeta”: una lettera scritta al padre durante la prigionia sul Supramonte, appunti di lavoro, citazioni annotate, pagelle scolastiche, libri di astrologia, una biografia di Fabrizio scritta dalla madre Luisa per i giornalisti e anche una simpatica nota scritta da Faber per la sua segreteria. Nella terza sala, rievocando la scenografia della sua ultima tournèe “Le Nuvole” realizzata da Pepi Morgia, trentuno personaggi delle più celebri ballate dell’artista vengono rappresentati su tarocchi virtuali. Il visitatore scegliendo tra diverse immagini selezionate su una lavagna touch-screen potrà personalizzarne dei propri, ed evocare altresì, attraverso lastre posizionate in apposite cornici un periodo della vita del cantautore. Una mostra da non perdere, ricca di suggestioni ed emozioni. (la. pia.) www.lavocedemocratica.it www.lavocedemocratica.it Per abbonarsi a 25 numeri versare 20 Euro “C rete realizzata da Andrea Poloni a cinque minuti dalla fine, che ha messo al sicuro vittoria e campionato. Emozione, tanta emozione. Bandiere, striscioni, suoni di trombe e fumogeni, per festeggiare i campioni di San Gregorio da Sassola. Anche Franco Carocci - presidente della squadra - ha esultato con i suoi ragazzi fin dentro agli spogliatoi, dove tra champagne e fotografie si è conclusa una tappa “magica” del calcio locale a Nord-Est di Roma. (mi. le.) Mille chilometri di piste ciclabili M ille chilometri di piste ciclabili a Roma? Un “piano speciale” è stato presentato dal Comune e prevede , entro dieci anni, 986 chilometri di piste ciclabili. Un obiettivo da raggiungere a piccole tappe, con i primi 100 chilometri da realizzare nei “C’ 8 prossimi due anni. Nel medio periodo l’intervento prioritario consisterà, invece, nel completare il collegamento tra le piste ciclabili esistenti creando una rete di 350 chilometri. L’obiettivo finale, sviluppando progressivamente le reti locali e i percorsi del Tevere e dell’Aniene, è quello di puntare per il 2020 a sfiorare i mille chilometri (più 436 per cento). Sono in sintesi le linee di indirizzo del Piano quadro della ciclabilità, ap- INSEGNANTI E STUDENTI è bisogno di un’altra cultura”, è lo slogan della marcia per la pace Perugia-Assisi di domenica 16 maggio. Per la pace bisogna ancora marciare. La nuova marcia sarà solo una tappa di un percorso iniziato da tempo e che continuerà attraverso le altre iniziative che i promotori della “Tavola per la Pace” hanno in programma per tutto il prossimo anno. Come spiega Flavio Lotti, coordinatore nazionale della “Tavola per la Pace”, la nostra società vive una grande crisi, non solo economica e sociale, ma soprattutto c’è una crisi culturale, Dobbiamo puntare sui giovani, dalla scuola e dalle università, per creare una cultura dell’accoglienza lontana dalle logiche egoistiche, “sostituendo la cultura della violenza e della guerra con la cultura della pace, dei diritti umani e della nonviolenza, sostituendo l'esclusione con l’accoglienza, l’intolleranza con il dialogo, il razzismo con il riconoscimento dell’altro, l’egoismo con la solidarietà, l’illegalità con la legalità, la separazione con la condivisione, l’arricchimento con la giustizia sociale, la competizione provato con la delibera di Giunta del 24 marzo 2010. “Bisogna dare un messaggio culturale nuovo - ha sottolineato il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno - facendo capire al cittadino che esiste la possibilità effettiva di muoversi in città nel quotidiano. Roma è una città complessa, è una sfida forte ma dobbiamo creare un sistema compiuto in sinergia con il ministero dell’Ambiente”. 14-27 MAGGIO 2010 La marcia per la pace deve iniziare tra i banchi di scuola selvaggia con la cooperazione”. E’ necessario che ogni istituto scolastico riesca ad avviare un percorso annuale che preveda la conoscenza dei diritti e che inserisca all’interno del Pof (Piano di offerta formativa) delle azioni di educazione alla pace. Esse prevedono, di conseguenza, l’educazione alla convivenza, alla solidarietà, al rispetto dell’altro, all’ambiente, alle pari opportunità. E’ questa la proposta concreta che Flavio Lotti ha proposto alle scuole. La “Tavola per la Pace” ha ideato una “Moleskine” che contiene i diritti e doveri di ognuno di noi, un libricino tascabile, dunque che, come sottolinea Flavio Lotti, “dovrebbe essere nella tasca di ogni ragazzo. Non è un libro di scuola, è un libro di vita. Conoscere i propri diritti è il primo passo per farli rispettare. Proponiamo inoltre che in ogni classe vengano affissi la bandiera dei diritti umani, il manifesto con la Dichiarazione Universale dei diritti umani e il manifesto con i principali diritti nominati uno per uno, per esempio: diritto alla vita, diritto all’acqua, diritto alla salute”. Nelle scuole romane, altre iniziative sono state messe in atto già lo voce la DEMOCRATICA scorso anno dalle autorità competenti, per contrastare i numerosi atti di bullismo che sempre più spesso si verificano nelle classi a partire già dalle scuole elementari. Spesso è difficile riconoscere di essere vittima di atti di bullismo, c’è anche reticenza da parte dei bambini stessi a denunciare gli abusi subiti, ed è per questo che è necessario conoscere i propri diritti ed educare i giovani alla legalità. Gli immigrati che vivono e lavorano a Roma e provincia sono sempre più numerosi, siamo ormai alle seconde e terze generazioni di immigrati che fanno parte del tessuto sociale ed economico della città, è un realtà che qualcuno vede come un’opportunità altri come una minaccia. Nelle classi crescono insieme bambini provenienti da culture diverse, ma questo per i piccoli non può che essere un arricchimento, e la proposta di fare classi differenziate per gli stranieri è un qualcosa che va anche contro il principio di accoglienza e di integrazione. Per avere un futuro diverso c’è bisogno di una cultura diversa. Cambiare cultura significa non rimanere assuefatti alla violenza fino a diventarne indifferenti, non può essere più un problema legato alle iniziative delle associazioni pacifiste e ai movimenti non violenti. L’obiettivo deve essere quello di riconciliarsi con il mondo che ci circonda, perché ognuno sia responsabile della costruzione di una pace duratura. Agli incontri con i giovani che si tengono a Perugia alla vigilia della marcia, le adesioni sono state superiori alle aspettative: dei duemila studenti previsti, ne saranno presenti almeno cinquemila. Da Roma saranno presenti, tra gli altri, gli studenti del Liceo scientifico Lazzaro Spallanzani. Stando ai dati delle scorsa edizione il popolo in marcia è stato di oltre duecentomila persone, e per l’edizione 2010 un altro fiume di persone marcerà insieme lungo i ventiquattro chilometri che dividono Perugia da Assisi. La marcia di domenica 16 maggio sarà solo l’inizio di un nuovo cammino verso la pacificazione, che continuerà per almeno un anno in tutte le scuole d’Italia con gemellaggi con scuole di altri Paesi come quelle già avviate in Libano ed in Medio Oriente. Rossella Smiraglia Progetti degli studenti: fondi alla Sapienza P er gli studenti iscritti all’Università degli studi di Roma “La Sapienza” che hanno un progetto in cantiere da tempo, è arrivata l’occasione giusta per metterlo in pratica. Si tratta del bando tramite cui la prima università di Roma permette di ottenere un fi- E voce la DEMOCRATICA 14-27 MAGGIO 2010 ntrerà in vigore dal 2011, varato dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini il tetto del 30 per cento per gli alunni stranieri nelle classi. Limite, che potrà alzarsi o ridursi dinanzi a bambini con o senza adeguate competenze linguistiche. Fine della direttiva (che subentrerà gradualmente dalla scuola primaria a quella secondaria) è quello di evitare la formazione di aule di soli immigrati e favorirne così l’inserimento. A riguardo, una nota dal titolo: “Indicazioni e raccomandazioni per l’integrazione di alunni con cittadinanza non italiana” inviata dal ministero dell’Istruzione a tutte le scuole, rende esplicita l’assegnazione di risorse finanziarie agli istituti per l’ammissione di bambini stranieri. Accordi tra enti locali e uffici scolastici regionali saranno anche ammessi allo scopo di evitare numerose iscrizioni di alunni extracomunitari. Ma ci sono favorevoli e contrari, ci sono due di un Italia che si dibatte ancora sulla proposta. “Problemi didattici” ha più volte ribadito il ministro a quanti l’accuserebbero di razzismo. Tante in merito le perplessità sollevate da insegnanti e genitori. “Sono pienamente d’accordo. E’ I nanziamento per realizzare iniziative di carattere universitario, didattico e sociale attinenti alla realtà universitaria. Il tutto è visibile sul portale dell’ateneo romano “www.uniroma1.it” nella sezione “borse di studio”. La cifra complessiva ammonta a circa 234mila euro e ogni iniziativa riceverà un massimo di diecimila euro. Il senatore accademico Giuseppe Alessio Messano sostiene che questa proposta è molto importante: “Essa ntorno alla fine di aprile il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini ha annunciato che avrebbe accolto la proposta leghista di introdurre nella scuola le graduatorie regionali. Il 7 Maggio è stato reso noto il disegno di legge che ha come primo firmatario l’onorevole leghista Paolo Goisis. Il ddl, che dovrebbe entrare in vigore nel 2011, prevede albi e concorsi regionali i quali, a differenza di quanto era stato annunciato precedentemente, ovvero che questi erano accessibili solo ai residenti in quella data regione, sono aperti alla partecipazione degli insegnanti di tutta Italia, con l’obbligo però di rimanere cinque anni nella regione in cui ottengono la cattedra. Oltre a questo, i contratti di lavoro saranno regionali e verranno eliminate le rappresentanze sindacali unitarie di scuola. Ma questo è davvero il modo di elevare la qualità della didattica, come ha sostenuto il ministro Gelmini? Cosa ne pensano gli insegnanti? Giovanna Cassone, insegna presso la scuola elementare Luigi Pirandello, situata in zona Magliana. permette di incentivare l’aggregazione e lo sviluppo all’ interno dell’ università sui temi vicini agli interessi degli studenti, dato che sono progetti ideati dagli studenti”. Però c’è una nota dolente: “I fondi a disposizioni sono stati tagliati a causa della nuova legge e per il prossimo anno non c’è la certezza che questi saranno ancora disponibili”. Chi è interessato si affretti, perché il bando scade il 28 maggio 2010 alle ore 12. (il. pa.) INSEGNANTI E STUDENTI Stranieri sotto il tetto giusto creare un tetto di stranieri soprattutto per il problema della lingua. Svantaggi di ordine istruttivo verrebbero sicuramente meno, favorendo così l’integrazione di quei bambini non accettati”, dichiara Carmelo Pulvirenti, docente di matematica presso il 51 Circolo Didattico Principessa Mafalda di Roma. La presenza di alunni non italiani invero, porterebbe la classe a procedere a ritmi diversi rallentando le normali attività scolastiche. “L’integrazione è fondamentale. I bambini di altre nazionalità sono per noi tutti un’incredibile fonte di cultura. E’ possibile attraverso i loro sguardi vedere delle potenzialità e non delle diversità. Sono fonti di ricchezza per la classe e non devono essere ghettizzati”, aggiunge la collega di sostegno Filena Piccolo Antonio. Eppure c’è chi esce fuori dal coro e non è d’accordo. Grande rammarico esprime infatti per il provvedimento ministeriale Fabiana Zaza, madre di un bambino iscritto alla scuola. “Bisogna prima dare spazio agli italiani. Non è un discorso di di- scriminazione, ma per evitare che un’intera classe proceda a rilento, io credo sia meglio collocare quei bambini che non parlino correttamente la lingua in un’unica aula. Ho delle amiche insegnanti che mi raccontano i tanti problemi affrontati. Per questo non sono favorevole alla legge. Dico sì invece alle classi ponte”. Aule di inserimento di durata limitata difatti, sono state previste dalla Gelmini al fine di insegnare l’italiano a chi da poco è arrivato nel nostro Paese. Di pareri opposti sono invece Parracino Michela e Rita Bracalenti, rispettivamente mamma e maestra di Precari “confinati” Lei è calabrese e ogni due settimane prende il treno per tornare da suo marito nella sua regione d’origine: “Questo non è il modo per elevare la qualità della scuola. Purtroppo non trovando lavoro nella propria regione, si deve andare per forza via. Inoltre con tutti questi tagli non si dà neanche la possibilità di lavorare. E poi l’Italia è unica”. Sandra Ammara, che insegna nella stessa scuola in cui lavora Giovanna, è un’insegnante precaria e romana e vede in questa proposta una sorta di complotto: “Secondo me vogliono eliminare i vecchi precari, cioè avanti i giovani e fuori i vecchi. Però se non ci sono doppi fini, mi sembra una soluzione giusta. Quello che penso è che ogni regione dovrebbe proporre il lavoro». Già il lavoro. Proprio il 18 aprile scorso il Miur (ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha confermato circa 40mila posti di lavoro in meno tra cattedre e personale Ata. Senza di- Giovanna Cassone menticare poi la riforma, la quale, oltre ad aver reintrodotto nelle scuole elementari la figura del maestro unico, ha stravolto l’insegnamento anche nelle scuole medie inferiori e superiori, con la dipartita di una materia fondamentale come la storia dell’arte dai professionali e la diminuzione delle ore di insegnamento di italiano, latino, matematica, lingue Sandra Ammara straniere e storia. La scuola deve formare la persona sia culturalmente che socialmente e togliere ore a materie che hanno programmi vastissimi come la letteratura italiana di certo non favorisce la crescita personale dell’individuo: “Gli studenti hanno bisogno innanzitutto di continuità - afferma Giovanna - e noto la differenza che c’è fra i miei primi 9 un’alunna della II elementare. “Sono d’accordo al tetto - dice la mamma perché è un’apertura anche per gli altri bambini” sostiene la madre. “Super contraria” si dichiara viceversa l’insegnante. “L’integrazione è una ricchezza per la socializzazione e per l’apprendimento cooperativo tra pari. Sì, è vero, all’inizio subentrano sicuramente delle difficoltà, ma poi col tempo tutto si recupera. Accade anche con i bambini italiani. Non è un problema irrisolvibile. E’ bello vedere quelle classi colorate. Gli stranieri accrescono la nostra cultura. Ghettizzarli come accade da tempo in Svizzera equivarrebbe a formare un sostrato sociale pericoloso, perché si direbbe no all’integrazione.” Che concludere? La scuola prima che luogo di apprendimento, deve essere spazio di socializzazione. Deve saper infondere ai bambini il rispetto e l’amore verso altri popoli, altre culture. “Il diverso” visto dai loro occhi non è certo il compagno dalla pelle più scura o dai tratti somatici differenti. Sarà forse “diverso” allora il giudizio che gli adulti comunicano loro o “diversa” è questa società che ancor’oggi alimenta ingiustificate polemiche ideologiche? O no? (la. pia.) anni di carriera, quando cambiavo ogni anno classe, ed ora, che insegno da quattro anni agli stessi alunni. Inoltre loro hanno il diritto di avere insegnanti preparate». Dello stesso parere è Sandra:”Gli studenti hanno bisogno di solidarietà e di continuità, perché uno dei mali che affligge la scuola è la precarietà, a causa della quale gli alunni non trovano più dei punti di riferimento e fa sì che essi siano in continuazione sballottati di qua e di là e perdano di vista il loro orientamento”. E’ dunque di fondamentale importanza risolvere il problema della precarietà, perché con l’impegno da parte dell’insegnante di rimanere nella regione in cui ha ottenuto la cattedra per cinque anni si tamponano le ferite della discontinuità nell’apprendimento, ma non si risolve la questione dell’assenza di un posto fisso, che dia certezze, senza obbligare chi vuole lavorare a riempire le fila dei cervelli in fuga dalla propria terra. Perché i cervelli non fuggono solo dall’Italia verso l’estero. Essi fuggono anche dall’Italia verso l’Italia. Ilaria Pantusa Le bambole hanno una nuova casa L a storica bottega della signora Pierina Cesaretti, che da anni si dedica al restauro delle bambole, ha ora una nuova sede. L'assessore al Patrimonio, Antoniozzi, insieme al delegato per il Centro Storico, Gasperini, hanno consegnato all’artigiana romana le L’ chiavi dei nuovi locali dove la signora Cesaretti potrà continuare la tradizionale attività che svolge da oltre vent’anni insieme al marito. I locali assegnati alla Casa delle Bambole, che si trovano in via Flaminia 58, saranno ristrutturati a spese del Comune. “Finalmente il Campidoglio - ha dichiarato l’assessore Antoniozzi - trova una soluzione ad una situazione ereditata dal passato nell'ottica d tutelare le attività storiche della città”. 10 NEGOZIANTI ALL’ATTACCO unione fa la forza. E’ questo che devono aver pensato tutti quei piccoli commercianti che un po’ in tutta Italia hanno deciso di costituirsi in associazioni “difensive”, nate per far fronte alle numerose difficoltà. In particolare i disagi degli imprenditori del IV Municipio (Montesacro), che ora si moltiplicano anche a causa della crisi economica, cominciarono già nel 2005, anno in cui partirono i lavori per la metro B1 (tratta Bologna-Conca D’Oro) che portarono a tanti stravolgimenti nella viabilità e deviazioni delle linee dei mezzi Una domenica in mezzo al verde I l Dipartimento Ambiente (Aree protette e Parchi Regionali) della Provincia di Roma, nell’ambito del programma di turismo educativo e sostenibile “Giorniverdi”, ha organizzato per domenica 16 maggio una “uscita” nella Riserva Naturale “Monte Ca- tillo”.Sarà possibile fare attività in piena natura, con degustazione dell’olio d.o.p. della Sabina Romana. La lunghezza del percorso è di 8 chilometri, con un dislivello di circa 340 metri. Il grado di difficoltà dell’escursione è considerato medio-alto. L’appuntamento è per domenica 16 maggio, alle 10.30, davanti all’Arco di Quintiliolo di Tivoli. Per informazioni 06 676633683890753907. 14-27 MAGGIO 2010 Centro commerciale? Meglio quello “naturale” La crisi economica e la pressione dei “grandi” hanno messo in ginocchio i “piccoli”. E allora... pubblici. I rappresentanti delle imprese locali e il Municipio cominciarono così una fitta rete di rapporti e riunioni, che portarono nel 2007 alla creazione di un sito internet e poi, l’anno seguente, alla nascita di una associazione denominata “Kommercio Quarto Municipio” (oggi ha cambiato nome, sostituendo la k con la più consueta C), per tutelare gli interessi degli imprenditori e progettare insieme a loro, istituzioni e organizzazioni economiche, lo sviluppo del territorio. La pressione dei Giulio Credazzi grandi Centri commerciali, primo tra tutti il vicino bito una sistemazione, cosa assai Porta di Roma, unita alla crisi più difficile per impiegati di altri generalizzata del mercato, ha settori, come il vestiario per portato i proprietari di piccole esempio”. attività sull’orlo del baratro. “Il L’Associazione ha così iniziato calo di fatturato è stato notevole, a muoversi sul territorio, propoper tutti, con ripercussioni sui nendo e attuando iniziative finanegozi più grandi e su quelli più lizzate a risollevare in qualche piccoli”, afferma Giulio Cre- modo la situazione. Una di queste dazzi, fondatore della Associa- si chiama Centro Commerciale zione e anche lui proprietario di Naturale, è un’idea nata in Toun negozio di assistenza tecnica scana, e che ora è stata adottata computer. Che continua: “Para- anche dalla Regione Lazio: in dossalmente chi aveva più dipen- pratica degli esercenti ubicati in denti ha dovuto licenziarli, cosa una stessa zona si uniscono allo che non fa mai piacere, soprat- scopo di creare servizi utili e stratutto se si lavora insieme da anni. tegie comuni per potenziare le atIo ho dovuto fare la stessa cosa tività commerciali e fronteggiare con un tecnico, che però essendo così la grande distribuzione e i molto qualificato ha trovato su- centri commerciali in continua voce la DEMOCRATICA espansione sul territorio nazionale. Per questa iniziativa hanno fatto richiesta i commercianti di Roma come quelli di Guidonia Montecelio, che hanno ottenuto un fondo di circa 150 mila euro. I fondi servono a creare un’area di commercio (all’aperto) che sia confortevole, omogenea e accessibile a tutti. In realtà non è chiarissimo di cosa si tratti precisamente: a Guidonia Montecelio vorrebbero dei negozi “selezionati”, mentre il progetto del IV Municipio prevede una riqualificazione dell’area già esistente con delle migliorie di tipo urbanistico e estetico. “Noi otterremo per esempio: fioriere nuove, banchine, degli espositori, un’area gioco per i bambini e degli stendardi per segnalare meglio il Centro Commerciale Naturale”. Il luogo prescelto è Piazza Minucciano, a Nuovo Salario, “sempre sperando che i fondi arrivino al più presto, dato che sono già in viaggio”. Si tratta di circa 249 mila euro, il cui beneficiario è in pratica il Municipio, che li spenderà per l’iniziativa. Quello che emerge, però, tra i piccoli imprenditori è un generale scontento che non accenna a diminuire. Innanzitutto si teme che il progetto rimanga un caso isolato, per il cambio della amministrazione regionale, e poi non si vedono da parte delle istituzioni reali sforzi nei confronti di chi è costretto a tirare la cinghia, a vendere addirittura la propria casa, per rimanere aperto. “Non esiste niente che miri davvero a tenere in vita le piccole aziende - denuncia di Credazzi né a destra né a sinistra. Il nostro vero problema sono le banche, che non ci fanno prestiti nonostante alcuni abbiano idee brillanti, semplicemente perché siamo considerati a rischio fallimento. Ma purtroppo sono le banche a tenere in pugno il potere, e manca il coraggio per fare interventi contro di loro: basta guardare quello che sta accadendo in Grecia.” Tuttavia la “guerra”, come la chiamano i negozianti, non è ancora persa del tutto e non c’è l’intenzione di arrendersi. Le iniziative continuano e si moltiplicano sul sito www.kommercio.it, aperto a chiunque voglia fare delle proposte. Barbara DʼAlessandro Troppi gatti morti Una taglia per il killer C accia, a Monterotondo, per scoprire chi è il “serial killer” dei gatti. C’è anche una taglia. “Sono oramai diverse le segnalazioni relative alle sparizioni di gatti che stanno avvenendo a Monterotondo. In pochi mesi sono oramai una ventina i gatti scomparsi voce la 14-27 MAGGIO 2010 LA VOCE DI NANDO DEMOCRATICA M Il buongiorno si vede dalla Giunta a come si fa, dico io? Ma che tristezza, che brutto spettacolo, che teatrino dei burattini! Che schifo di politica! Ci sono tanti detti popolari nei paesi, che tutti conoscono e che tutti sappiamo portano dentro un pezzo di verità, di esperienza di vita. Il buongiorno si vede dal mattino. Se uno nasce tondo non può diventare quadrato. Se mia nonna aveva i coglioni era mio nonno. Che poi in tempi meno antichi, si diceva pure che se sto benedetto nonno ne aveva tre, di palle, allora era un flipper. Quello che voglio dire è questo: che quando uno raggiunge un risultato, allora si parte con un nuovo inizio. Inizia una nuova stagione, una nuova avventura con nuove sfide e impegni da affrontare. E dal modo in cui si comincia si capiscono tante cose di come sarà il futuro di quella stagione. Così per una volta sono proprio d’accordo con Storace, che la vede dura sul destino di questa nuova Regione Lazio targata Polverini. Io non lo so, forse sono fatto strano io, ma se vincessi un’elezione e ottenessi incarichi di governo, la prima cosa che farei sarebbe gioire dell’opportunità di mettere insieme una squa- A CAVALLO M dalle case del paese e alcuni di loro sono stati ritrovati morti. La morte è stata data mediante un potente veleno così come risulta anche dalle autopsie effettuate sui corpi di alcuni dei gatti ritrovati uccisi. Ora, una volta accertato che alcuni gatti spariti prevalentemente dalla zona di via Gramsci sono stati uccisi dalla stessa mano, è scattata la ricerca del maniaco assassino di gatti che nel giro degli ultimi quattro mesi potrebbe essere il respon- Come Caino e Abele i si consenta, a volte la mia vita si fa stessante. Mi tirano tutti per la giacchetta, riobò: i ministri, i pentiti, le veline, mia moglie! Stamane mi aveva prestato i vestiti Brunetta e tra un po’ mi tocca passarli a Borghezio... Comunque, l’importante è gestire una cosa per volta: il ministero l’ho già “riciclato”, e finalmente con Fini ho definito una volta per tutte i rapporti... - Cavaliè! Sirvio! Viè, cori! Hanno pistato a sangue Gianfranco... ...gliel’avevo pur detto: sono disposto a mettere una pietra sopra a tutto! Errante Cavaliere dra fidata e efficiente, e soprattutto di scegliermela da me, dietro la mia responsabilità. E chi volesse mettere bocca, sempre per come sono fatto io, se ne potrebbe pure andare affanculo. Altro che. Vedere che chi ha vinto le elezioni ora sta lì a grattarsi la testa piuttosto che le chiappe per accontentare tutti quelli che gli hanno portato voti è avvilente, ti fa venire voglia di espatriare. Certi discorsi, certe compravendite di poltrone, almeno si facessero in privato, senza offendere quei cittadini che dovresti amministrare e che, loro sì, quando c’è da lavorare non hanno mica il tempo di stare a cincischiare o a discutere con la moglie o il marito. E poi i panni sporchi si lavano in casa, tanto per usare un altro proverbio: e si lavano pure al momento opportuno e senza perdere troppo tempo, aggiungo io. Sennò si fa come quello che per decidere quale autobus pigliare è rimasto a piedi. Senza contare che, se tutti questi voti “guadagnati” alla causa valgono poi per chiedere assessorati o presidenze dell’assemblea, mi viene il sospetto che sono voti conquistati “a peso d’oro” in tutti i sensi. Così ora di quegli “investimenti” si presenta il conto. Poi ci sarebbe l’Udc, che fa e riceve accordi in cambio di poltrone ormai sfacciatamente, senza nemmeno risparmiarci dal pensiero che le scelte politiche non esistono proprio più. Non mi alleo più con questo o con quello in base alle idee e ai programmi che porta avanti, ma secondo quello che mi aspetto di ricevere dopo. Bella merda, fumante e calda. A llòra Walzer, che dizi, gliele fazziamo le zcarpe a quel bacchettone di Berzani? Cozì pozziamo tornare a fare una ziniztra che fa tanta bella poezìa al pozto della politica... - “Mah, non so, forse sì ma anche no: mi sta bene fare le scarpe, ma anche i mocassini. E le pantofole? E poi parli di poesia, poesia... ma io faccio i romanzi adesso! E i diritti d’autore chi li incassa? Io ci devo pagare il mutuo a Manhattan...” - Walzer, io zono pronto al zacrifizio, a ezzere un martire come Zacco e Vanzetti... - “...ma anche come Gianni e Pinotto!” - ...o Garibaldi e Anita... - “...ma anche Sordi e Verdone!” - Ma bazta con il zinema! Parliamo di politica, di poezìa... - “A Nichi, io c’ho da pagà la casa de mi’ fija: vedi tu che pòi fà!” E vabbè allòra vada per Bonny e Clyde come al zòlito... Nikka De Mocraticis incivili che si divertono a uccidere i gatti con il veleno. Nel caso di Monterotondo, poi, abbiamo la certezza che in diversi casi i gatti sono stati avvelenati con lo stesso tipo di veleno e per questo crediamo che l’avvelenatore sia una singola persona. Da qui la decisione di mettere una ricompensa di cinquecento euro per chi denuncia con prove certe l’avvelenatore bloccando così questa assurda moria di mici”. IDEE, OPINIONI E COMMENTI 11 Non casco mica dalle nuvole, capiamoci bene: che con questa merda si è concimata un’intera nazione fin dal dopoguerra lo so bene. Eppure chiamatemi antiquato, chiamatemi nostalgico, chiamatemi un po’come cazzo vi pare: a me quando le cose sono spiattellate davanti agli occhi di tutti come se fossero “normali” mi fanno girare i coglioni ancora di più. E’ come quando una volta noi ragazzi potevamo vedere solo una caviglia, un braccio scoperto, al limite uno stinco delle donne: tutto il resto te lo immaginavi e magari te lo immaginavi pure bello e pulito e sano. Ora invece, che tutto è spiattellato lì come dal macellaro, e quarti di coscia e mammelle gonfiate te le sbattono in faccia pure quando non vuoi, siamo diventati sempre più pigri annoiati e depravati di sesso, per non dire froci. Questo lo dico per chiarire che la mia incazzatura e la mia preoccupazione davanti allo spettacolo di una Giunta regionale che si forma a forza di ricatti e ripicche, magari “rimpastando” prima ancora di partire, è di varia natura. Per i tempi e i modi. E come al solito, alla fine, viene fuori che a essere soddisfatto deve essere sempre e solo lui, il Cavaliere: che tristezza pensare alla Polverini come a un altro dei burattini di Silvietto. Che tristezza pensare che questa gente la andiamo a votare, e poi la riempiamo di privilegi e denaro, e quando è il momento per loro di darsi una mossa e lavorare che fanno? Mettono davanti gli inciuci, le spartizioni di posti, i “conti” ancora da sistemare. I cazzi loro, come sempre. (f. vi.) IN BARCA Come Bonny e Clyde sabile della morte per avvelenamento di almeno venti gatti”. Così, in un comunicato, l’Aidaa, l’Associazione italiana difesa animali e ambiente, che “ha stanziato una taglia di 500 euro per chi individua e denuncia con prove inconfutabili all’associazione e alle forze dell’ordine il responsabile di questa mattanza”. “E’ una cosa vergognosa - ha dichiarato Lorenzo Croce, presidente nazionale dell’Aidaa - che ancora oggi ci siano in giro persone La sorella di D’Alema H a fatto parecchio discutere (sui giornali, ma anche nei bar) il vada a farsi fottere rivolto in televisione da Massimo D’Alema al giornalista Alessandro Sallusti. Si parlava dell’ormai ex ministro Claudio Scajola e del suo appartamento con vista Colosseo e il giornalista ha tirato in ballo la casa di un ente pubblico affittato a D’Alema “a un decimo del prezzo di mercato”. “L’accostamento - ha replicato D’Alema con voce alterata prima di arrivare al vada a farsi fottere è del tutto improprio. Io come migliaia di persone pagavo ciò che era previsto dalla legge, e non troppo poco”. Era il 1995 quando D’Alema rimase coinvolto nella cosiddetta “affittopoli”, una campagna mediatica promossa da “Il Giornale”: enti pubblici davano in locazione a vip appartamenti ad equo canone. Dopo una dura campagna mediatica D’Alema lasciò l’appartamento in affitto per comprarne un altro. E lo fece dopo essersi presentato a una trasmissione televisiva di Raitre in cui giustificò la cosa affermando che avesse bisogno della casa degli enti perché versava metà del suo stipendio da parlamentare al partito (all’epoca consistente in circa dodici milioni di lire al mese). L’immobile in questione era un appartamento di 146 metri quadrati in zona Porta Portese per il quale pagava un equo canone pari a un milione e sessantamila lire (che rivalutati secondo l’inflazione che calcola l’Istat al 2010 corrispondono a circa 780 euro). Ma quell’appartamento dove abitava D’Alema, che poi l’ente pubblico proprietario ha venduto a prezzo pare vantaggioso, chi se lo è comprato? Nei bar di Roma non hanno dubbi. E adesso la ghiotta “informazione” circola anche tra giornalisti. Quell’appartamento se l’è comprato la sorella. Di chi? Di Massimo D’Alema. Lo “scandalo” gira di bocca in bocca da un bel po’... e, si sà, quando lo dicono tutti la cosa è vera. C’è solo un problemino per dare “attendibilità” a questo “scoop”. Il problemino è che Massimo D’Alema una sorella non ce l’ha. Ha solo un fratello, che si chiama Marco e fa lo psichiatra. “Salutame ‘a soreta”, direbbe Nicola Arigliano a chi vuol trasformare le balle in verità. Paolette Renard Se chi deve combattere la crisi in crisi non c’è mai stato... I n un momento di crisi è normale che ci sia una contrazione dell’economia con la conseguente diminuizione della domanda e dell’offerta e con gli effetti negativi che tale fattispecie può comportare. Di fronte ad una situazione sicuramente non tranquilla, il Governo ha affrontato il tema con arroganza e sciatteria, facendo solo chiacchiere, raccontando di un Paese bellissimo, appena sfiorato da una crisi virtuale, pieno di amore e comunque molto lontano dalla realtà. E nonostante tutto, molti cittadini comunque sembrano “abboccare”. Per rimettere i piedi per terra, invece, basta leggere con attenzione quanto risulta dal Rapporto “Taxing Wages” dell’Ocse, che mette in evidenza alcuni allarmi e certe contraddizioni. Basti pensare che nonostante la nostra economia stia decisamente meglio di quella di altri Paesi in Europa, i nostri stipendi sono inferiori del 17 per cento della media Ocse: il che ci colloca al 23 mo posto in classifica. Cioè in Italia si guadagna meno che negli Stati Uniti o in Germania, Francia, Inghilterra, ma anche meno di quello che si guadagna in Grecia, Irlanda e Spagna: Paesi le cui economie sono entrate in allarme. Al solito, però, se l’Italia è al 23esimo posto in fatto di stipendi a operai e impiegati, non sfigura in fatto di stipendi ai parlamentari: i nostri sono tra i meglio pagati, con un’indennità media di circa 134 mila euro, molto vicina a quella di un parlamentare europeo. E’ evidente e non c’è da stupirsi se, per i nostri politici, la crisi economica rappresenta un argomento di infinite e purtroppo sterili discussioni, dibattute tra i pochi che si degnano di partecipare alle sedute... Marcello Scapone IL LABORATORIO DI IDEE DI ARTICOLI TERMOIDRAULICI LA CONSULENZA PER IL RISPARMIO ENERGETICO 20.000 mq per realizzare le tue idee... Nuovo Punto Vendita a Roma AT Extra Porte & Finestre Utensileria Cucine Show Room Condizionamento Termica Idraulica in Via R. Malatesta, 76 Sede: Via Anticoli Corrado, 7/51 - Roma - Tel. 06 41.21.31 (r.a.) Nuovo Punto Vendita: Via R. Malatesta, 76 - Roma - Tel. 06 41.21.34.00 www.gruppoat.com