voce
Q
NUMERO 100
i l g i o r n a l e s e n z a p e l i s u l l a li n g u a
TARIFFA R.O.C. - Poste italiane SpA
Spedizione in abbonamento postale
D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004) art. 1 c. 1
DCB Roma - Autorizzazione n. 110 del 5.6.2007
la
SETTIMANALE anno IV numero 100 EURO 1,00
14-27 maggio 2010
di Ferdinando Vignola
D E M O C R AT I C A
Uno schiaffo ai Castelli romani
che non vogliono l’inceneritore
Il sindaco di Guidonia ha le idee chiare:
i rifiuti dell’Inviolata li bruceremo ad Albano
I
daco di Guidonia Montecelio Eligio
Rubeis, che pare avere le idee molto
chiare sul futuro dei rifiuti nei territori
che circondano la Capitale.
“Entro il 2012 - dice - noi come Comune, e anche gli altri 4 siti laziali che
come noi ospitano una discarica, siamo
obbligati dalla Regione a costruire una
fabbrica per lo smaltimento di rifiuti
mal differenziati. Nella conferenza dei
servizi di circa due mesi fa, con la Regione e il Colari (Consorzio laziale rifiuti), ci siamo impegnati a costruire
questa struttura a patto che la parte sia
Claudio Zarro
(segue a pagina 3)
uesto è il centesimo numero de
“la Voce democratica”. Quando
abbiamo iniziato,
nel maggio 2007, in pochi - anzi pochissimi - hanno creduto nella nostra iniziativa di fare “un giornale
senza peli sulla lingua”. E invece,
tiè, eccoci qui a festeggiare le nostre prime cento candeline.
Il traguardo raggiunto mi emoziona non poco. Io, che di questo
giornale sono l’editore, in un certo
senso mi sento “premiato”, “ricompensato” delle tante fatiche che ho
fatto nella mia vita: la fatica di andare a scuola e a malapena arrivare
alla quinta elementare, la fatica del
lavorare tanto, la fatica di aver raccontato in due libri (“Bastardo, perché” e “Anche questa è vita”) la
mia complicata esistenza.
I lettori di questo giornale ormai
mi conoscono e sanno che sono
sempre pronto a nuove “sfide”.
E allora questa “voce libera e democratica”, che non ha mai chiesto
niente a nessuno (se non l’euro per
una copia e meno dell’euro a copia
per l’abbonamento), la festeggiamo
potenziandola.
Ecco le novità, a partire dal prossimo numero che sarà nelle edicole
venerdì 28 maggio. Aumentiamo le
pagine e la periodicità la stabilizziamo in quindicinale (usciremo un
venerdì sì e uno no). La redazione è
già al lavoro per migliorarne l’impostazione, puntando soprattutto su
“approfondimenti”. E poi, aumenteremo la nostra informazione, con
un quotidiano sempre in linea nei
computer di tutto il mondo. Anche
noi sbarchiamo su quel terreno che
chiamano web, con Lavocedemocratica.it.
Guardiamo al futuro, pensando
soprattutto ai giovani che ormai
“mangiano pane e computer”.
Forse a qualcuno dispiacerà, ma
“La Voce di Nando” urlerà tutti i
giorni, verso il tramonto. E poi prometto “Il Vocione di Nando” ogni
quindici giorni, sull’edizione stampata e diffusa nelle edicole.
Intanto grazie, grazie di cuore a
chi ci stampa, a chi ci distribuisce,
a chi ci vende e a chi ci legge.
voce DEMOCRATICA.it
la
presto nel World Wide Web
il quotidiano on line senza peli sulla lingua
di Domenico Commisso
asce una nuova
testata, una “sorella” de “la Voce
democratica”,
nasce Lavocedemocratica.it, quotidiano on line. Informiamo ogni giorno e poi, ogni
quindici giorni approfondiremo
quei fatti e quelle informazioni che
necessitano di qualche commento e
di qualche ragionamento in più.
Nei giorni scorsi qualcuno (o,
meglio, il solito...) ha detto che in
Italia c’è fin troppa libertà di
stampa. Sì, è vero. Ma è una libertà
di stampa che hanno fin troppo soprattutto quelli che Mario Melloni
(un grande e poco ricordato maestro del giornalismo italiano che si
firmava con lo pseudonimo di Fortebraccio) chiamava “Lor Signori”.
Sì, oggi ne hanno davvero fin
troppa, “Lor Signori”, di libertà
per “prendere per il culo la gente”.
Sono liberi di farlo perché sono i
padroni dei giornali e anche perché
gran parte dei giornalisti hanno
“appeso al chiodo” i ferri del loro
mestiere, consentendo che il giornalismo “lo fan tutti”.
Il risultato è il “sistema della comunicazione”, come lo chiamano
adesso, un sistema molto articolato
e sofisticato che fa sì che quello che
esce sui giornali e che si racconta
nelle televisioni viene deciso fuori
dalle redazioni. La politica - ammesso che quella di oggi si possa
chiamare politica - ci ha messo il
carico da novanta e l’informazione
è, appunto, solo quella di “Lor Signori”.
Noi de “la Voce democratica”
non siamo “Signori” e nemmeno
“Signorini”. Facciamo il nostro lavoro, anche se con pochi e modesti
mezzi, con la passione che “c’era
una volta”, con l’ossessione di dire
verità ai nostri lettori, per far loro
capire meglio “come va il mondo”.
E a garanzia del nostro lavoro abbiamo un editore straordinario
come il “nostro Nando”.
Prossimamente (appena risolti alcuni problemi tecnici) la nostra
“voce” si amplificherà, informando
tutti i giorni, utilizzando le nuove
vie del web. Lavoreremo di più, ma
ci sentiamo in dovere di farlo.
www.lavocedemocratica.it
www.lavocedemocratica.it
Castelli rischiano grosso. Rischiano di diventare il mondezzaio del Lazio. Rischiano di
vedere il loro territorio “incenerito” dai
fumi di un nuovo impianto. E a dare un
ulteriore “schiaffo” alle speranze di chi
il gassificatore ad Albano Laziale proprio non lo vuole, ci ha pensato il sin-
N
Le nostre prime L’informazione
cento candeline tutti i giorni
Mobilitazione e eventi
contro il gassificatore
L
a popolazione dei Castelli non ci sta.
Sempre più numerosi sono i cittadini
che seguono le iniziative dei vari comitati
riuniti nel Centro di coordinamento contro
l’inceneritore.
Che ha in programma una serie di eventi
2
per mobilitare i residenti del Comune di Albano e dei Comuni limitrofi contro la creazione del gassificatore in un territorio
sempre più martoriato dai rifiuti e minacciato da orizzonti non certo edificanti sotto
il profilo ambientale, specie in vista della
chiusura della discarica di Malagrotta.
Per il 15 maggio, quindi, alle ore 17.30,
in Piazza Pia ad Albano Laziale, è prevista
l’assemblea cittadina per informare, co-
TERRITORIO E AMBIENTE
municare e organizzare la protesta
contro la
costruzione del
gassificatore.
Non si tratta di
un evento a sé:
sarà infatti seguito subito, già il
giorno successivo
(16 maggio) dallo spettacolo teatrale di Ulderico Pesce, intitolato “Asso di Monnezza”, che andrà in scena dalle 21 presso il
Teatro Alba Radians Via Appia situato in
Corso Garibaldi 6.
Si tratterà di una serata a sottoscrizione
per autofinanziare la lotta contro lo “scempio” che alcuni forti interessi privati vorrebbero imporre al paesaggio dei Castelli
Romani.
14-27 MAGGIO 2010
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la
DEMOCRATICA
La vita a due passi dalla discarica di Albano Laziale
C
Uno dietro l’altro sono “cresciuti” i diversi invasi per l’immondizia creati nel sito di Roncigliano
Ecco le foto della “collinetta” maleodorante che è sorta a pochi metri dalle case e dalle coltivazioni
hi vive accanto a una discarica sa quando è iniziata, ma non sa quando
e come finirà.
Albano Laziale: nel 2003 è stato
scavato il sesto invaso.
Doveva durare cinque anni, fino
al 2008, ma ancora è attivo e siamo
arrivati al settimo invaso.
Questi invasi sono ormai diventati
delle vere e proprie colline - come si
può vedere dalle foto - che in alcuni
tratti nascondono l’orizzonte agli
abitanti delle case circostanti e sorgono a pochi metri da vigne e uliveti
e dalla scuola elementare di Cancelliera, i cui bambini spesso devono fare lezione anche nel periodo
primaverile con le finestre chiuse
per l'insopportabile puzza che promana dalla discarica.
Secondo l'ex-sindaco di Albano
Marco Mattei (da poco nominato
assessore regionale all’Ambiente) la
discarica nel 2005 avrebbe dovuto
chiudere.
Peccato che nel 2006 lo stesso
Mattei abbia coinvolto i sindaci dei
Comuni dei Castelli Romani ad accettare la costruzione dell'inceneritore proprio in quel sito...
E i cittadini sono stati beffati ancora una volta.
Stella Tundo
Quattro “cartoline” da Albano Laziale: la collina di rifiuti a poca distanza da un vigneto, con tanto di ruspe al lavoro e fuoriuscite di acqua putrida
voce
la
DEMOCRATICA
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n. 114/2007 del 5 aprile 2007. Direttore responsabile: Do-
menico Commisso. Coordinamento redazionale: Leonardo Luciani. Gra-
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testato a Editoriale la voce democratica Srl, viale Palmiro
Togliatti 1473, 00155 Roma). www.lavocedemocratica.it
Periodico
associato
all’Unione
stampa
periodica
italiana
E Nicola Zingaretti
va a studiare in Israele
S
tudiare le più innovative infrastrutture
per l’ambiente e le tecnologie più evolute
per lo smaltimento dei rifiuti ed il riciclaggio.
Questo è il senso del viaggio a Tel Aviv, in
Israele, di una delegazione della Provincia di
Roma guidata dal presidente Nicola Zinga-
voce
la
DEMOCRATICA
retti. Il gruppo, accompagnato da Vittorio Pavoncello, presidente della Federazione italiana
Maccabi, ha prima visitato l’Arrow Ecology,
una società per il trattamento dei rifiuti solidi
urbani che utilizza il sistema idromeccanico
per la separazione e la preparazione dei materiali, poi è stata la volta di Miya, un’azienda
per il monitoraggio dell’efficienza dell’acqua
urbana. Infine la Zenith Solar, che fabbrica
pannelli fotovoltaici da terra in grado di pro-
14-27 MAGGIO 2010
durre contemporaneamente energia termica ed
elettrica. La Zenith, con meno di
30 pannelli solari,
mantiene un kibbutz di oltre 1100 Nicola Zingaretti
persone. Ha detto
Zingaretti: “Vogliamo fare un esperimento in
TERRITORIO E AMBIENTE
Dieci “precisazioni”
sull’incenerimento dei rifiuti
M
a sugli inceneritori ci raccontano proprio
tutta la verità? Siamo andati a chiederlo a
Simone Carabella, membro del Comitato
contro l’inceneritore di Albano e esperto di energie alternative, per quanto concerne l’argomento discariche
e inceneritori.
Con Simone, anzi, stiliamo un vero e proprio decalogo, per chiudere in dieci punti quelle che moltissimi
comitati sorti spontaneamente in tutto il territorio nazionale, identificano come falsità e luoghi comuni sull’incenerimento.
Innanzitutto, vi è differenza tra inceneritori, termovalorizzatori e gassificatori?
Per quello che riguarda l’impatto ambientale non ci
sono differenze: tutti e tre i sistemi, come vedremo, inquinano e inquinano molto pesantemente, l’unica differenza è che i cosiddetti termovalorizzatori e i
gassificatori producono una modesta quantità di energia elettrica o termica comunque inferiore all’energia
occorsa per produrre le risorse (plastica ecc) che vanno
a bruciare, mentre gli inceneritori propriamente detti
no. D’altro lato, come Lavoisier insegna, “in natura
nulla si crea e nulla si distrugge” e per l’appunto, le sostanze immesse in questi apparati producono pochissima energia ma in cambio emettono una grande
quantità di sostanze altamente dannose.
Esistono filtri in grado di fermare le sostanze
emesse da tali impianti?
No, non esistono filtri in grado di selezionarle perché
alle temperature alle quali le polveri (chiamate polveri
secondarie condensabili) escono dai camini degli inceneritori (circa 2000 gradi), si comportano come gas
e non sono pertanto intercettabili da nessun filtro. Soltanto una volta usciti dalle ciminiere, raffreddandosi,
questi gas tornano a essere solidi in forma di nanopolveri.
Ma molti ritengono che comunque sia meglio l’inceneritore della discarica...
Forse per l’odore può essere così, dato che dalla discarica emana continuamente, e soprattutto in estate,
un fetore spesso insopportabile ma, dal punto di vista
delle sostanze realmente nocive e pericolose, assolutamente no. Non si può paragonare il sia pure insopportabile lezzo con i danni prodotti da diossine e
nanopolveri.
Se si realizza l’inceneritore, però, si può eliminare
la discarica...
Altra e ancor più vergognosa falsità: nell’inceneritore si può bruciare solo il cosiddetto Combustibile da
rifiuto (il cdr: proprio quell’insieme di materiali che
più facilmente e vantaggiosamente potrebbero venire
riciclati e riutilizzati, come legno, vetro, metalli, plastica...) mentre tutto ciò che macerandosi emana cattivo odore, gli scarti umidi, in presenza di un
inceneritore deve continuare ad alimentare la discarica.
Pertanto si avrà il danno delle sostanze altamente cancerogene emesse dall’inceneritore e la beffa del permanente fetore dalla discarica: come si dice... cornuti
e mazziati! Come se non bastasse, a quel punto servirebbe anche un ulteriore discarica per lo stoccaggio
provincia di Roma: far diventare un piccolo
Comune totalmente autosufficiente dal punto
di vista delle energie rinnovabili come questo
kibbutz. La green economy è sottoposta a una
continua innovazione. Per questo oggi abbiamo voluto incontrare queste aziende tra le
più importanti nel settore. Dobbiamo sempre
tenerci aggiornati per capire come poter mutuare anche in Italia esperienze straordinarie”.
delle polveri pesanti prodotte dall’inceneritore, quelle,
cioè, non trasformate in gas e disperse nell’atmosfera.
Eppure in altre città i termovalorizzatori, o gassificatori o inceneritori si trovano nel centro abitato...
Sì, è vero, ma nessuna Asl si ha mai reso pubblica
l’incidenza dei tumori in quelle città; laddove uno
screening è stato fatto, ad esempio da parte della società del dottor Stefano Montanari, che si occupa da
anni di tumori legati alle nanoparticelle, poiché non si
tratta di un ente pubblico, i risultati non vengono presi
in considerazione... Occhio non vede, cuore non duole,
insomma...
Avendo a disposizione l’inceneritore, quantomeno, non si dovrebbe più pagare la Tarsu...
E’ assolutamente falso, semmai è il contrario: a
Roma l’inceneritore ce l’hanno, enorme, a Malagrotta,
ed è notizia di qualche settimana fa che la Tarsu del
Comune capitolino è stata aumentata del 10 per cento;
inoltre, come già detto sopra, si bruciano risorse economiche in termini di materiali altrimenti riutilizzabili.
Si dice che con l’inceneritore avremmo acqua
calda e corrente gratis...
Non è vero, l’unico modo per avere acqua calda e
corrente gratis è usare le energie alternative: solare, eolico, geotermico eccetera. Basta farsi un giro nei pressi
di un gassificatore e chiedere ai cittadini lì residenti.
La distanza di sicurezza da un inceneritore è di
sette chilometri?
Non esiste distanza di dì sicurezza da un inceneritore. Il vento disperde le sostanze nocive prodotte da
questi impianti in qualsiasi direzione e a qualsiasi distanza: pensiamo alle piogge rosse che vengono dal deserto del Sahara o alle ceneri del vulcano islandese che
stanno invadendo i cieli di tutta l’Europa seguendo traiettorie che nessuno è in grado di prevedere. Lo stesso
vale per le polveri prodotte dai cosiddetti termovalorizzatori.
Ad ogni modo gli inceneritori di più recente realizzazione sono sicuri...
Al contrario: in realtà raggiungono temperature più
alte producendo polveri più sottili e quindi sono potenzialmente più pericolosi e più dannosi.
Ma in tutto il mondo si sono costruiti e sono attivi
inceneritori...
Sì, ma li stanno smantellando in favore di soluzioni
più adeguate alle nuove realtà produttive: quando fu
realizzato, nel 1895 in Germania il primo inceneritore,
non esistevano sostanze come le plastiche ed altre che
bruciando producono diossine e nanopolveri; adesso
quegli stessi paesi stanno eliminando gli inceneritori,
come nel caso di San Francisco, o ne stanno limitando
l’uso a quella sola minima frazione di Cdr che non può
assolutamente venire riciclata in altro modo. Qui invece si progetta di far finire all’interno dell’inceneritore tutto, ma proprio tutto, come accaduto a
Colleferro: pneumatici e chissà cos’altro, visto che i
dati circa le emissioni vennero alterati... Ma questa è
ancora un’altra storia...
Francesco De Ficchy
La “monnezza”
in viaggio
dall’Inviolata
a Roncigliano
(segue dalla prima pagina)
bruciata in luogo diverso da questo.
Essendo la discarica dell’Inviolata, gestita appunto dal Colari, così come la
futura fabbrica nella discarica di Roncigliano ad Albano, credo che il sito
più probabile dove saranno destinati
questi rifiuti da bruciare, sia appunto
quello dei Castelli Romani, se non
altro anche per una questione di trattative e unione del gestore rifiuti”.
E’ stata infatti sottoscritta dall’amministrazione del Comune tiburtino,
una convenzione con la Regione
Lazio, secondo la quale la maggior
parte dei rifiuti attualmente dislocati
nella discarica dell’Inviolata e quelli
inviati momentaneamente in quel sito,
verranno bruciati in uno degli inceneritori che la stessa Regione indicherà.
E molto probabilmente la scelta
cadrà su quello di nuova costruzione
ad Albano Laziale. Una struttura che
attualmente non c’è, ma che ben presto, stando ai piani regionali dovrà vedere la luce. Bocciata dalla stessa
3
amministrazione di Guidonia Montecelio la possibilità di costruire un inceneritore nella zona attigua alla
discarica, il sindaco spiega per filo e
per segno come verrà gestita la grana
rifiuti: “Per quanto riguarda il nostro
Comune, è stata fatta una scelta precisa. Sono previste quattro diverse attuazioni per lo smaltimento dei rifiuti.
La prima prevede l’applicazione della
raccolta differenziata porta a porta, una
raccolta spinta per così dire, già iniziata nelle zone di Marco Simone e
Setteville, che dovrà raggiungere livelli di percentuali accettabili con l’attuazione anche negli altri territori
comunali. Nella settimana entrante inizierà la raccolta anche nelle zone di
Villalba, Villanova, Bivio di Guidonia
ed Albuccione. E’ stato sottoscritto un
accordo con il Conai, Consorzio imprese per la vendita dei rifiuti differenziati, e per ogni tonnellaggio, a seconda
del tipo di rifiuti, l’amministrazione di
Guidonia riceverà dei soldi”. Specifica
poi Rubeis: “Il nostro obiettivo è quello
di dislocare presso il sito dell’Inviolata
una percentuale che si aggira sul 7 per
cento del volume attuale della discarica, insomma solo i rifiuti inerti”. Una
seria possibilità, questa, a conferma
delle recenti voci di corridoio che indirizzavano lo sguardo verso Albano in
cerca di ipotesi e soluzioni. (c. za.)
La realtà va in scena
nei “Teatri di vetro”
I
n scena dal 14 al 23 maggio la quarta edizione di “Teatri di Vetro” con la direzione
artistica e organizzativa della compagnia Triangolo scaleno. Il “festival”, realizzato a partire
dal 2007 vede il contributo dell’Assessorato
alle politiche culturali della Provincia di Roma
L
4
in collaborazione con la Fondazione Romaeuropa.
La manifestazione si pone come fotografia
di un territorio in fermento e conferma la sua
vocazione urbana e territoriale ampliando la
sua attenzione all’intero panorama nazionale.
“Teatri di Vetro - ha detto l’assessore alle Politiche culturali della Provincia di Roma Cecilia D’Elia - ha per protagonista la scena teatrale
contemporanea ed è una rassegna che interagi-
RIFIUTI E AMBIENTE
uogo di ritrovo di anziani
e adolescenti, piazza Bologna da anni è ormai al
centro di diatribe politiche. Nucleo
del dibattito, che vede fronteggiare
le forze politiche locali è lo stato di
impudicizia urbana che quotidianamente regna sovrana sulla piazza.
A provocarlo sembra essere un
“esercito” di studenti fuori sede e
sce con la comunità cittadina. Il festival parte
da un bando pubblico a cui tutte le compagnie
possono partecipare. Dai 180 progetti presentati
nella prima edizione del 2007 siamo arrivati
agli attuali 285. Segno di quanto l’iniziativa sia
cresciuta e rappresenti un punto di riferimento
per tutta la scena indipendente nazionale”.
La quarta edizione, costruita, come le precedenti, attraverso lo strumento del monitoraggio,
mantiene ampio il suo sguardo programmando
14-27 MAGGIO 2010
In piazza del degrado
non, che accalca la zona soprattutto
nelle ore notturne. Problemi di disordine pubblico e di sporcizia si
presentano puntualmente sotto gli
occhi dei passanti e soprattutto dei
residenti, che da sempre lamentano
degli universitari il non rispetto
delle regole della normale convivenza. “Di sera la piazza è un
campo minato. Bottiglie rotte, cic-
compagnie emergenti e giovani formazioni.
Città di Ebla, Compagnia Franca Battaglia,
Caterina Moroni, Muna Mussie, Macellerie Pasolini, Gruppo Nanou, Zeitgeist, Dionisi, Lotte
Rudhart, Fibre Parallele Compagnia Andrea
Saggiomo, Sineglossa, Andrea Cosentino,
Imargini, Gaspare Balsamo sono solo alcune
delle 35 compagnie che negli otto giorni di programmazione si alterneranno sul palco del Palladium, negli spazi urbani della Garbatella.
che di sigarette, immondizia sparsa
ovunque. Spalanco gli occhi per
evitare di farmi male”, racconta Letizia Bruni, un’abitante del quartiere. Per ovviare ad una condizione
definita “d’indecenza”, il Pdl tenacemente promuove la chiusura del
piazzale con delle cancellate. Conclusione respinta dal centro-sinistra,
che si dichiara invece aperto a
nuove soluzioni. Al fine infatti, di
dare notevoli benefici in termini di
assistenza sanitaria, di mobilità e di
diritti civici e politici, il
terzo municipio (governato dal centro-sinistra) ha
lavorato
all’istituzione della residenza temporanea per
gli studenti fuori sede.
Tante le iniziative
miranti a riqualificare il
sito. Contro ogni forma
di vandalismo, giovani
del partito democratico
sono scesi in piazza sabato 24 aprile, al fine di
promuovere una campagna di sensibilizzazione all’ambiente e di
corretta gestione dei rifiuti. “A Voi ora, che
siate studenti fuori sede
o meno chiediamo di
dare una prova di civiltà rispettando
il decoro della piazza, luogo dove si
vivono momenti di aggregazione e
di socializzazione” si legge nei tanti
depliant distribuiti.
“Necessita sicuramente una ricognizione delle buone pratiche al
fine di ampliare la cultura ambientalistica e di buona educazione civica” dichiara il consigliere
all’ambiente, aree verdi e mobilità,
Enrico Cola.
L’Ama, società addetta nella capitale alla raccolta, al trasporto, al
trattamento, al riciclaggio e allo
smaltimento dei rifiuti, ogni mattina
incontrando notevoli difficoltà
provvede al ripristino del piazzale.
“Proprio per far fronte a questi disagi, -sostiene il consigliere- sono
state intensificate le turnazioni nei
week-end e immesso all’alba un aggiuntivo servizio”.
Molti s’interrogano sulla terza
edizione di “Municipio pulito”. Risale a qualche anno fa infatti, la seconda edizione promossa dal
comitato delle associazioni cultu-
voce
la
DEMOCRATICA
rali, sportive e di solidarietà della
ex circoscrizione, mirante al miglioramento del decoro urbano del
territorio. Già allora, un comunicato
alle agenzie di stampa del presidente Dario Marcucci manifestava
il bisogno di nuovi spazi d’aggregazione per i giovani, aree dove intrattenersi non oltraggiando la
pubblica quiete. Buoni propositi di
cui oggi, tuttavia, rimane solo un ricordo. A riguardo, anche forum di
discussione si attivano sui principali social network.
“Dico una cosa banale, ma se i
secchi dell’immondizia a piazza
Bologna sono pieni alle tre del pomeriggio come si può sperare che
la sera gli studenti non buttino le
cose per terra??? Raddoppiare i secchi sarebbe la soluzione più intelligente!!” scrive Lorenzo Mancuso
alla voce “Discussioni sul degrado
di piazza Bologna” aperto su facebook dal centro-destra.
Circa 400.000 euro, i soldi stanziati per il rifacimento del piazzale
che avverrà entro la fine del 2012.
Data che tuttavia posticipa di due
anni l’iniziale progetto. “ Un rinvio,
reso necessario per non alimentare
nella zona i già tanti problemi di
viabilità causati dalla costruzione
della metro B1”, dichiara lo stesso
Enrico Cola. Sebbene l’area si presenti provvista di un bar, di un
ascensore per i diversamente abili e
di giochi per bambini, le sei traverse che su questa si affacciano
fanno della stessa una “rotatoria”
intasata dal traffico.
“Faccio fatica ad attraversare perfino sulle strisce pedonali” dichiara
Marco Torrini, un avvocato che ha
lo studio nella zona.
Laura Piazza
Angeli nel vento:
regata di solidarietà
T
re weekend con “Angeli nel vento”, la
regata di solidarietà organizzata dalle
Associazioni sportive dilettantistiche Anemos e
Anemos Kids, e patrocinata dalla presidenza del
Consiglio provinciale di Roma.
La manifestazione, giunta alla sua terza edi-
A
voce
la
DEMOCRATICA
zione, nasce con l’obiettivo di promuovere l'integrazione tra persone diversamente abili e non,
attraverso l'esperienza della vela.
La regata, che ha preso il via l’8 e il 9 maggio, proseguirà nei giorni 15, 16, 22 e 23 maggio, presso il Porto turistico di Roma,
coinvolgendo trecento tra ragazzi e ragazze
chiamati alla partecipazione dalle Consulte territoriali dei disabili.
Presente all’evento la presidente del Consi-
14-27 MAGGIO 2010
San Cesareo, tra i vigneti e
le coltivazioni di pesche ed
olio, c’è una grande realtà
aziendale, una realtà che posa le sue
basi sull’energia solare: L’Etika Solar
Spa. Nata nel 2007 dall’unione di due
affermate imprese, l’Etika Esco Spa
di Giovanni Liotta e la Tlc Italia Spa,
che fa capo a Mauro Moroncelli,
l’Etika Solar Spa opera nell’ambito del
risparmio energetico e dell’installazione di pannelli fotovoltaici per impianti residenziali. Il patrocinio di
tredici Comuni laziali e lo sviluppo del
progetto “1000 volte fotovoltaico”
sono il fiore all’occhiello di questa società che fa della preservazione ambientale e dello sviluppo di fonti
energetiche alternative i suoi punti di
forza. Direttore generale e facente
parte del consiglio di amministrazione
è il già citato Mauro Moroncelli, che
abbiamo interpellato per farci illustrare la realtà del fotovoltaico in Italia
e l’impegno della sua società nella Regione Lazio.
Dottor Moroncelli, ci spieghi in
breve i vantaggi del fotovoltaico.
Un semplice cittadino intenzionato
a passare al sistema di alimentazione
per mezzo dell’energia solare ha numerosi vantaggi. Innanzitutto quello di
avere un’abitazione senza nessuna
emissione di Co2. In pratica un rispetto dell’ambiente totale. In secondo
luogo il vantaggio puramente economico, quello di non dover pagare più
l’energia elettrica, ma anzi, di poter divenire produttore della stessa. Terzo:
la possibilità, se si vuole, di poter fare
a meno anche del costo del riscaldamento e dell’acqua calda, tramite l’installazione
di
un
impianto
termodinamico associato a quello fotovoltaico.
Chiarisca meglio questa possibilità di diventare produttori di energia elettrica...
Una volta installato l’impianto fotovoltaico, questo viene collegato al Gse
(Gestore servizi elettrici) e per la quantità d’energia prodotta non consumata
istantaneamente, viene riconosciuto un
valore per kilowattora (kWh). Il risparmio per l’energia non acquistata
dal gestore di rete, più il riconoscimento da parte del Gse della quantità
di energia immessa in rete equivale all’incirca a 720 euro annui. Un cittadino facente parte dei 13 Comuni da
cui abbiamo ricevuto il patrocinio può
ottenere l’installazione dell’impianto
a costo zero, avendo una spesa annuale
di 220 euro di manutenzione e assicurazione, altrimenti coloro che non
sono serviti dal nostro progetto “1000
volte fotovoltaico” possono comunque
glio provinciale di Roma, Giuseppina Maturani.
“L’entusiasmo di questi ragazzi e i loro sorrisi
- ha detto - sono il ringraziamento più grande
per chi ha lavorato a questo importante progetto. E’ il secondo anno che la presidenza del
Consiglio provinciale sostiene Angeli nel vento,
una manifestazione che affronta il tema dell’integrazione dando non solo un contributo
serio e concreto, ma anche definendo nuove
strategie di sviluppo delle politiche sociali”.
ENERGIA E AMBIENTE
La sfida del fotovoltaico
installare dei pannelli solari rivolgendosi a noi come cittadini privati.
Qual è il costo in questo caso?
Il costo medio di un impianto da 3
kWh, che fornisce energia elettrica ad
un nucleo familiare composto da quattro persone è di 14.500 euro.
In quanti anni questo costo è ammortizzato?
Il costo dell’impianto è ammortizzato in circa 12-15 anni, a seconda dell’impianto installato.
Quali sono i Comuni serviti dal
progetto “1000 volte fotovoltaico”?
Sono tredici Comuni dei Colli Prenestini. Palestrina, Cave, Zagarolo,
San Cesareo, Genazzano, Olevano,
Castel San Pietro e Guidonia Montecelio sono i Comuni più importanti del
progetto, partito a febbraio 2010 e in
via di sviluppo. Come ho spiegato precedentemente il costo di installazione
è zero, a fronte di una piccola spesa
una tantum (240 euro) e quella annuale
per la manutenzione (220 euro).
Come sono stati informati i cittadini di questi Comuni di tale possibilità?
Sarò sincero, noi abbiamo chiesto
alle varie amministrazioni comunali il
patrocinio, ma per quanto riguarda la
comunicazione del progetto, abbiamo
volutamente deciso di attendere gli
sviluppi e le prime richieste, per vedere a quante esse ammontassero.
E in che modo ora la popolazione
verrà a conoscere questa iniziativa?
Inizieremo a breve la diffusione di
opuscoli informativi tramite brochure,
ma già i primi risultati di adesione che
ci arrivano sono ottimi.
La scelta di 13 Comuni dei Colli
Prenestini ha un preciso motivo?
No, è puramente una scelta di convenienza geografica, la nostra sede è a
San Cesareo, e conveniva alla società
avere dei Comuni vicini a livello territoriale.
Usufruite di finanziamenti europei, nazionali o privati per questo
progetto?
No, assolutamente e ci tengo a precisarlo, perché è stata fatta molta confusione sotto questo punto di vista.
Noi come società ci esponiamo personalmente tramite found bancari con
degli istituti di credito. Per “1000 volte
fotovoltaico” abbiamo chiesto solo il
patrocinio alle varie amministrazioni
comunali, mentre per un singolo cittadino che non aderisce o non può aderire a questa iniziativa ci sono varie
forme di nostre offerte per le quali ci
esponiamo direttamente con gli istituti
bancari. Questi ci coprono finanziariamente per ogni installazione effettuata,
poi è la stessa Etika che nel corso degli
anni rientra con un surplus della spesa
avuta in precedenza.
Quanti dipendenti ha la Etika
Solar Spa e qual è la vostra previsione di fatturato?
Abbiamo 20 dipendenti e il fatturato
dell’anno 2010 ammonta attualmente
a circa 4 milioni di euro.
Come vi posizionate all’interno
del mercato nazionale e di quello europeo?
Noi siamo un’azienda molto focalizzata sul mercato residenziale, co-
Mauro Moroncelli
scienti che tali opportunità sono rivolte
al cittadino, non ai player... (per player
s’intendono le grosse aziende o i
grandi enti nazionali, ad esempio Enel
nel campo del fotovoltaico).
Quanti impianti avete installato
dal 2007 a livello nazionale?
5
Circa 170 impianti su tutto il territorio italiano portano la nostra “firma”.
Come considera il mercato e lo
sviluppo del fotovoltaico in Italia?
Pochi sanno che dal 1991 gli italiani
pagano nella bolletta dell’elettricità un
piccolo contributo per lo sviluppo dell’energia solare sul territorio nazionale. Quasi nessuno lo sa. Eppure
pochissimo è stato fatto per quanto riguarda lo sviluppo di questo tipo di
energia alternativa. Il mercato fotovoltaico nel mondo del residenziale
non è mai partito, quel poco che è stato
fatto è stato determinato da grossi interessi economici. Niente è stato fatto
a beneficio del cittadino, ed anche la
scelta attuale di puntare sull’energia
nucleare piuttosto che su energie pulite e rinnovabili è mossa solo ed
esclusivamente da interessi economici.
Come giudica il fatto che un
gruppo di conversione installato in
Italia non può essere utilizzato in un
altro paese dell’Unione Europea e
viceversa? E perché il comitato tecnico italiano Cei numero 11 è stato
quello che ha rifiutato l’adozione in
Europa della norma internazionale
che avrebbe standardizzato questi
dispositivi in Europa e che avrebbe
consentito di comprare un inverter
in Germania e installarlo in Italia,
tanto per fare un esempio?
Non sono un tecnico... ma sicuramente ognuno tende a fare i propri interessi... in Italia si arriva sempre un
po’ dopo sulle cose e molto spesso c’è
questa tendenza a non voler sviluppare le cose, anche quando queste risolverebbero molti problemi...
In sostanza ci sta dicendo che
questa scelta ha di fatto paralizzato
a livello europeo lo sviluppo del fotovoltaico?
Ripeto, non sono un tecnico... ma
di fatto ha limitato, e di molto, le possibilità di espansione di un’energia
pulita e rinnovabile come è quella solare. (c. za.)
Lavori al tribunale di Tivoli
terminata la prima fase
I
l tricolore sventola sulla nuova ala del Tribunale di Tivoli, segno che lo “scheletro”
in cemento della struttura è ultimato. Al via,
adesso, lavori di completamento e rifinitura dei
cinque piani dell’opera (di cui due seminterrati)
che ospiteranno scrivanie e uffici, tra cui quello
“I
6
TACCUINO
l riformismo è il metodo
politico che consente di
conciliare la democrazia
con la libertà”. Con queste parole, le
prime della presentazione del libro,
“Nella democrazia con il riformismo”
a cura di Francesco Colucci (edito da
“Amici di Critica sociale”), si apre attraverso le riflessioni di grandi personaggi che hanno fatto la storia del
socialismo italiano - un percorso che
mette in risalto le battaglie del socialismo in Italia rappresentato da una
grande e variegata ricchezza di idee e
conseguentemente di azioni tutte finalizzate alla costruzione di assetti sociali migliori e più giusti.
In questi anni “difficili” le persone
si trovano a vivere un apparente stato
di benessere, ma in realtà è sotto gli
occhi di tutti l’avanzare galoppante
delle ingiustizie sociali; proprio quelle
ingiustizie che hanno fatto germogliare l’ideale riformista che era alla
base del socialismo e che fu costantemente presente nel pensiero che lo ha
generato. Vi è stata, senza dubbio,
un’involuzione il cui inizio è difficile
da individuare e che conseguentemente sta producendo un regresso
storico relativo ai diritti dei lavoratori,
i quali vivono uno stato di “semischiavitù”. La condizione della
donna e della società in generale è assoggettata a tutto ciò che ruota intorno
al consumismo e a quello che oggi
sembra essere l'unico valore: il “denaro”.
Sono passate tante generazioni che
hanno dato vita a grandi cambiamenti,
alcuni dei quali si sono perfettamente
mascherati dietro l’importanza di una
necessaria emancipazione, ma in realtà hanno prodotto un forte malessere sociale che con sfumature diverse
sembra non cambiare mai e, inoltre vi
si aggiunge l’aggravante di una quasi
totale assenza di ideali fondamentali
per avviare quei processi finalizzati
alla costruzione di strumenti coi quali
si sostiene e si dà equilibrio a una società. Ovviamente si parla di processi
che sono connaturati nella naturale
evoluzione delle cose, le cui spinte
devono essere impostate in modo che
costruiscano qualcosa che veramente
rappresenti un valore condiviso e che
non sia causa di danni sociali.
Questa cultura di oggi non rappresenta al meglio il concetto di libertà!
E’ una “schiavitù” mascherata perché
tutto ciò che non rientra negli schemi
collettivi odierni, viene considerato
un pericolo. Il diverso è quindi destinato a vivere in modo “emarginato” e
attraverso questi parametri si giudicano i fatti e l’importanza degli indi-
davvero cosa rara che nella realizzazione di
un’opera pubblica il cantiere proceda non solo
nel rispetto dei tempi, ma addirittura in anticipo
e a tempo di record come in questo caso”. Ferraro ha poi esaltato il lavoro di squadra degli
operai, ricordando come “anche un team di
grossi nomi, se non costituisce una squadra affiatata non raggiunge i risultati sperati, si
guardi, tanto per fare un paragone, al Barcellona sconfitto in Champions League...”.
del Procuratore generale della Repubblica.
E come è consuetudine per i cantieri, a struttura pronta si festeggia. Così al piano terra della
“nuova ala” si è brindato tutti assieme, lo
scorso 7 maggio, alla presenza dell’ex sindaco
di Tivoli e attuale assessore provinciale ai Lavori pubblici, Marco Vincenzi, e soprattutto del
Presidente del Tribunale di Tivoli, Bruno Ferraro, che ha avuto parole d’elogio per gli operai impiegati nei lavori, sottolineando come “è
14-27 MAGGIO 2010
Quando si dice “riformismo”
Anna Kuliscioff
vidui. Pare superfluo mettere in risalto
che tutto ciò è destinato a fomentare
nelle coscienze una mentalità opportunistica che, oramai, ha messo ampie
radici nel tessuto sociale italiano e che
Filippo Turati
costituisce per i più illuminati un buon
motivo per cui allarmarsi seriamente.
E’ proprio in questo contesto attuale
che il pensiero di quegli uomini e
donne, divenuti un punto di riferi-
La condizione femminile
Anna Kuliscioff: “Ma quelle creazioni poetiche erano forse
donne davvero? Le Beatrici, le Laure, le Leonore non furono che allucinazioni, create dal vago intuito dei grandi poeti, che sentivano l’uomo un
mezzo essere, se non è completato dalla donna; e poiché l’eterno femminino
reale era disprezzato ed oltraggiato, la fantasia ascetica doveva pur foggiarlo in un forma eterea di donna bionda, linfatica, vicina agli angioli e
possibilmente lontanissima dal poeta. Queste creazioni poetiche, più che lusingare l’amor proprio femminile, sono atte a rattristare l’animo pensando
che gli uomini d’ingegno, per trovare uno sfogo alla loro espansione affettiva, dovevano collocare la donna immaginaria nel cielo o nelle visioni
allucinatorie. E non poteva essere diversamente, data la condizione reale
della donna in quei tempi, nei quali i precetti d’una religione, allora in
tutto il suo vigore, le prescrivevano, norma suprema, l’ubbidire ed il soffrire in silenzio”.
Dal fisico al cervello
Gianni De Michelis: “La differenza tra il neoriformismo e il riformismo che io chiamo del XIX secolo, cioè il riformismo classico durato
però fino al 1970, nasce dalla modificazione straordinaria che ha coinvolto
tutti gli aspetti della vita umana negli ultimi 15-20 anni e ha chiuso con l’Ottocento. Quali sono questi cambiamenti? Il più grande di tutti è la mondializzazione dei problemi. Mai gli eventi che si determinano nel globo erano
stati così capaci d’interagire gli uni sugli altri. Il secondo grandissimo cambiamento è che si è passati dal cibo all’energia e all’informazione come
cuore dell’attività umana. Prima la stragrande maggioranza degli uomini
erano considerati semplici produttori di energia fisica nel senso materiale
muscolare. Oggi una parte crescente dell’umanità è valorizzata per il suo
cervello. Il lavoro manuale scompare, tutto diventa lavoro intellettuale anche
a bassissimo livello. Aggiungo un terzo cambiamento, che non riguarda tutto
il mondo, ma i paesi industriali: il tenore di vita, il reddito medio sono enormemente cresciuti e quindi di colpo sono emersi i cosiddetti nuovi bisogni.
Si sta passando dalla centralità del tempo di lavoro alla centralità del tempo
di non lavoro. Noi veniamo dall’Ottocento industriale in cui tutto veniva organizzato sul tempo di lavoro, l’uomo era nutrito, alloggiato, vestito, trasportato, curato in rapporto a quelle otto ore di lavoro, o quelle che erano”.
mento essenziale per correggere gli
squilibri che si insediano nella vita dei
singoli e della collettività, rappresenta in modo innegabile ancora una
volta la forza motrice dalla quale si
può ripartire. Non c’è una formula
diametralmente opposta a quella del
vero riformismo che possa offrire una
base migliore per intraprendere un
cammino che guidi la società verso
l’ordine scongiurando quel vuoto che
può generare scarsa speranza nel futuro e danni sociali con conseguenze
difficili da stimare.
Francesco Colucci, nel selezionare
tra le più rilevanti riflessioni prodotte
da grandi personaggi della storia socialista, ha il grande merito di scegliere quelle dichiarazioni che
evidenziano quei temi che in realtà
non si devono e non si possono collo-
Tutti i nomi
dell’antologia
L’
Francesco Colucci
antologia “Nella democrazia con il riformismo”
curata da Francesco Colucci contiene scritti di: Andrea Costa,
Filippo Turati, Anna Kuliscioff, Ettore
Ciccotti, Enrico Ferri, Leonida Bissolati, Claudio Treves, Giuseppe Di
Vagno, Gaetano Salvemini, Bruno
Buozzi, Giacomo Matteotti, Giuseppe
Emanuele Modigliani, Ezio Vigorelli,
Giuseppe Saragat, Riccardo Lombardi, Mario Marino Guadalupi, Matteo Matteotti, Giovanni Mosca,
Giovanni Pieraccini, Francesco Forte,
Giacomo Brodolini, Pietro Nenni,
Sandro Pertini, Giuliano Vassalli, Massimo Severo Giannini, Loris Fortuna,
Giacomo Mancini, Francesco De Martino, Bettino Craxi, Silvano Labriola,
Gennaro Acquaviva, Claudio Martelli,
Rino Formica, Maurizio Sacconi, Ugo
Finetti, Franco Frattini, Fabrizio Cicchitto, Margherita Boniver, Carlo Tognoli e Gianni De Michelis.
voce
la
DEMOCRATICA
care in un passato remoto perchè sono
perfettamente calzanti e confrontabili
con i tempi di oggi.
Tra i vari personaggi trattati nell’antologia curata da Francesco Colucci vanno obbligatoriamente
ricordate due figure di particolare importanza, quelle di Filippo Turati e di
Anna Kuliscioff. Entrambi ci hanno
fatto dono dello splendore e delle
prime linee tracciate nella storia del
riformismo socialista italiano che
hanno avuto origine nel lontano fine
Ottocento e colpisce immensamente
la grandezza, la lungimiranza e la modernità del loro pensiero al centro del
quale vi era la costante ricerca di soluzioni capaci di procurare un effettivo vantaggio all'uomo. Le loro
idee,vera e propria forza di tante generazioni che hanno gettato le basi solide di grandi conquiste, basti pensare
alla creazione dell’identità di quella
classe di lavoratori che prima risultava invisibile; alle otto ore lavorative,
allo Statuto dei lavoratori, al suffragio
universale, all’emancipazione delle
donne. Va sottolineato il pensiero di
Filippo Turati , il quale sosteneva che
non era responsabile evocare la lotta
selvaggia di classe perchè non
avrebbe illuminato di colpo le masse.
La classe proletaria si sarebbe emancipata con l’educazione delle coscienze e attraverso le riforme,
strumento necessario per ottenere dei
risultati positivi. Era contro ogni
forma di governo che non facesse uso
dell’intelligenza, libertà e civiltà.
Tutto ciò suscita ammirazione e nostalgia! Queste persone che hanno
pagato col carcere e spesso anche con
la propria vita hanno fatto dono di
quei diritti che ormai tutti consideriamo acquisiti, senza mai interrogarci
sul perchè delle cose.
Il pensiero corre all'oggi. Si può
dire con grande amarezza che quel
lungo cammino che aveva visto, nell'autentica passione umana, il percorso di uomini le cui idee e le cui
parole sono state delle sciabolate che
hanno spezzato i blocchi che si opponevano a un’evoluzione sociale più
giusta , sembra essere stato abbandonato. E’ mancato l’impegno? Sono
mancate le idee? Oppure ci si è adagiati sul “finto benessere” che ha inaridito la naturale propensione umana
verso nuove aspirazioni adeguabili a
una società articolata in modo molto
complesso che ci ha tentato e poi abituati alla superficialità che ha poco da
insegnare. Questo è un segnale tristemente allarmante per le presenti e future generazioni.
Marcela Filippi Plaza
Con la Voce democratica
vinto il campionato
L
a squadra di calcio di San Gregorio da
Sassola (la “Gregoriana” i cui campioni
portano la testata de “la Voce democratica” sulle
maglie di gioco) ha vinto il campionato e passa
dalla seconda alla prima categoria. “Vittoria, vittoria, vittoria”, questo il coro dei tifosi sugli spalti
L’abbonamento
voce
la
dello stadio di Poli, dove domenica 9 maggio si
è giocato il “derby”. La partita è finita due a zero
per la Gregoriana. Una partita memorabile, ma
anche sofferta fino alla fine. La tensione dei giocatori delle due squadre è stata la protagonista
quasi totale della disputa: falli, punizioni, difficoltà ad entrare nell’area avversaria e a “concludere” le azioni. Ma al trentaduesimo del secondo
tempo, ecco il primo goal della Gregoriana, su rigore, battuto da Antonio Clementi, e la seconda
DEMOCRATICA
14-27 MAGGIO 2010
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TACCUINO
De Andrè, la mostra
osa avrebbe potuto
fare alla fine degli
anni Cinquanta un
giovane nottambulo, incazzato, mediamente colto, sensibile alle vistose
infamie di classe, innamorato dei
topi e dei piccioni, forte bevitore,
vagheggiatore di ogni miglioramento sociale, amico delle bagasce,
cantore feroce di qualunque cordata
politica, sposo inaffidabile, musicomane e assatanato di qualsiasi pezzo
di carta stampata? Se fosse sopravvissuto e gliene si fosse data l’occasione, costui, molto probabilmente
sarebbe diventato un cantautore.
Così infatti è stato ma ci voleva un
esempio”. Si apre con queste parole
la mostra in omaggio a Fabrizio De
Andrè allestita fino al 30 maggio all’Ara Pacis di Roma.
Curata da Guido Harari, Pepi
Morgia, Vittorio Bo e Vincenzo
Mollica in collaborazione con la
fondazione Fabrizio De Andrè
Onlus e Genova Palazzo ducale fondazione per la cultura, la rassegna
celebra i 70 anni dalla nascita del
cantautore genovese, spentosi nel
1999 per un tumore ai polmoni.
Quattro grandi sale espositive attraverso un percorso interattivo e multimediale ideato e realizzato da
Studio Azzurro raccontano la poetica, l’etica, la musica, i personaggi
e l’ingegno di “Faber” in un viaggio
ricco di suggestioni visive e acustiche. Difficile per un visitatore non
lasciarsi affascinare dalle foto, dai
reperti video, dai libri annotati, dai
manoscritti e dagli oggetti che ricostruiscono i frammenti di una vita
tormentata e gloriosa dell’artista.
“Una preziosa ricerca che ha dissepolto immagini di cui nemmeno
Fabrizio, ne sono certa, ricordava
l’esistenza. E’ come se, per simmetria, questa volta si fossero lasciate
Fabrizio De Andrè
cantare le immagini”. Parla così
Dori Ghezzi in una delle tante videointerviste proiettate.
Le contraddizioni del cantautore
messe a nudo dalle testimonianze di
chi l’ha conosciuto, amato e apprezzato, si fondono ai temi a lui cari
quali l’amore, l’anarchia, la libertà,
le donne, la morte e Genova. Sei
grandi schermi trasparenti allineati
in prospettiva ottica illustrano nella
prima sala filmati d’attualità, manoscritti delle canzoni più belle, fotografie di De Andrè, mentre nel
secondo ambiente tavoli multimediali offrono ai visitatori proiezioni
dei principali dischi di studio.
“La musica mi sedusse un po’ alla
volta, come una troia prudente”, si
legge in una delle tante stampe appese al muro. Eppure questo musicista così complesso manifestava
grandi dolcezze alla madre nei bigliettini a lei indirizzati, mostrando
anche molta ingenuità nel chiedere i
doni a Gesù Bambino.
“Vorrei dei soldatini americani, le
bestie che mi mancano e dei libri comici” scriveva da fanciullo. E’ forse
proprio questa voglia di sorridere, di
voce DEMOCRATICA.it
la
presto nel World Wide Web
il quotidiano on line senza peli sulla lingua
7
scappare da quella solitudine vista
ora come costrizione, ora come
aiuto nell’affrontare i problemi, che
l’ha portato ad essere quell’artista
che tutti oggi amano, oggi ricordano. Quattro grandi teche raccolgono le tracce di tutta una vita del
“poeta”: una lettera scritta al padre
durante la prigionia sul Supramonte,
appunti di lavoro, citazioni annotate,
pagelle scolastiche, libri di astrologia, una biografia di Fabrizio scritta
dalla madre Luisa per i giornalisti e
anche una simpatica nota scritta da
Faber per la sua segreteria.
Nella terza sala, rievocando la
scenografia della sua ultima tournèe
“Le Nuvole” realizzata da Pepi
Morgia, trentuno personaggi delle
più celebri ballate dell’artista vengono rappresentati su tarocchi virtuali. Il visitatore scegliendo tra
diverse immagini selezionate su una
lavagna touch-screen potrà personalizzarne dei propri, ed evocare altresì, attraverso lastre posizionate in
apposite cornici un periodo della
vita del cantautore. Una mostra da
non perdere, ricca di suggestioni ed
emozioni. (la. pia.)
www.lavocedemocratica.it
www.lavocedemocratica.it
Per abbonarsi
a 25 numeri
versare 20 Euro
“C
rete realizzata da Andrea Poloni a cinque minuti
dalla fine, che ha messo al sicuro vittoria e campionato. Emozione, tanta emozione. Bandiere,
striscioni, suoni di trombe e fumogeni, per festeggiare i campioni di San Gregorio da Sassola.
Anche Franco Carocci - presidente della squadra
- ha esultato con i suoi ragazzi fin dentro agli spogliatoi, dove tra champagne e fotografie si è conclusa una tappa “magica” del calcio locale a
Nord-Est di Roma. (mi. le.)
Mille chilometri
di piste ciclabili
M
ille chilometri di piste ciclabili a
Roma? Un “piano speciale” è stato
presentato dal Comune e prevede , entro
dieci anni, 986 chilometri di piste ciclabili.
Un obiettivo da raggiungere a piccole tappe,
con i primi 100 chilometri da realizzare nei
“C’
8
prossimi due anni. Nel medio periodo l’intervento prioritario consisterà, invece, nel
completare il collegamento tra le piste ciclabili esistenti creando una rete di 350 chilometri. L’obiettivo finale, sviluppando
progressivamente le reti locali e i percorsi
del Tevere e dell’Aniene, è quello di puntare
per il 2020 a sfiorare i mille chilometri (più
436 per cento). Sono in sintesi le linee di indirizzo del Piano quadro della ciclabilità, ap-
INSEGNANTI E STUDENTI
è bisogno di
un’altra cultura”, è lo slogan della marcia per la pace
Perugia-Assisi di domenica 16
maggio. Per la pace bisogna ancora marciare. La nuova marcia
sarà solo una tappa di un percorso
iniziato da tempo e che continuerà
attraverso le altre iniziative che i
promotori della “Tavola per la
Pace” hanno in programma per
tutto il prossimo anno.
Come spiega Flavio Lotti, coordinatore nazionale della “Tavola
per la Pace”, la nostra società vive
una grande crisi, non solo economica e sociale, ma soprattutto c’è
una crisi culturale, Dobbiamo puntare sui giovani, dalla scuola e dalle
università, per creare una cultura
dell’accoglienza lontana dalle logiche egoistiche, “sostituendo la cultura della violenza e della guerra
con la cultura della pace, dei diritti
umani e della nonviolenza, sostituendo l'esclusione con l’accoglienza, l’intolleranza con il
dialogo, il razzismo con il riconoscimento dell’altro, l’egoismo con
la solidarietà, l’illegalità con la legalità, la separazione con la condivisione, l’arricchimento con la
giustizia sociale, la competizione
provato con la delibera di Giunta del 24
marzo 2010.
“Bisogna dare un messaggio culturale
nuovo - ha sottolineato il Sindaco di Roma,
Gianni Alemanno - facendo capire al cittadino che esiste la possibilità effettiva di muoversi in città nel quotidiano. Roma è una città
complessa, è una sfida forte ma dobbiamo
creare un sistema compiuto in sinergia con il
ministero dell’Ambiente”.
14-27 MAGGIO 2010
La marcia per la pace
deve iniziare
tra i banchi di scuola
selvaggia con la cooperazione”.
E’ necessario che ogni istituto
scolastico riesca ad avviare un percorso annuale che preveda la conoscenza dei diritti e che inserisca
all’interno del Pof (Piano di offerta
formativa) delle azioni di educazione alla pace. Esse prevedono, di
conseguenza, l’educazione alla convivenza, alla solidarietà, al rispetto
dell’altro, all’ambiente, alle pari
opportunità. E’ questa la proposta
concreta che Flavio Lotti ha proposto alle scuole.
La “Tavola per la Pace” ha
ideato una “Moleskine” che contiene i diritti e doveri di ognuno di
noi, un libricino tascabile, dunque
che, come sottolinea Flavio Lotti,
“dovrebbe essere nella tasca di
ogni ragazzo. Non è un libro di
scuola, è un libro di vita. Conoscere
i propri diritti è il primo passo per
farli rispettare. Proponiamo inoltre
che in ogni classe vengano affissi la
bandiera dei diritti umani, il manifesto con la Dichiarazione Universale dei diritti umani e il manifesto
con i principali diritti nominati uno
per uno, per esempio: diritto alla
vita, diritto all’acqua, diritto alla
salute”.
Nelle scuole romane, altre iniziative sono state messe in atto già lo
voce
la
DEMOCRATICA
scorso anno dalle autorità competenti, per contrastare i numerosi atti
di bullismo che sempre più spesso si
verificano nelle classi a partire già
dalle scuole elementari. Spesso è
difficile riconoscere di essere vittima di atti di bullismo, c’è anche
reticenza da parte dei bambini stessi
a denunciare gli abusi subiti, ed è
per questo che è necessario conoscere i propri diritti ed educare i
giovani alla legalità.
Gli immigrati che vivono e lavorano a Roma e provincia sono sempre più numerosi, siamo ormai alle
seconde e terze generazioni di immigrati che fanno parte del tessuto
sociale ed economico della città, è
un realtà che qualcuno vede come
un’opportunità altri come una minaccia.
Nelle classi crescono insieme
bambini provenienti da culture diverse, ma questo per i piccoli non
può che essere un arricchimento, e
la proposta di fare classi differenziate per gli stranieri è un qualcosa
che va anche contro il principio di
accoglienza e di integrazione.
Per avere un futuro diverso c’è
bisogno di una cultura diversa.
Cambiare cultura significa non rimanere assuefatti alla violenza fino
a diventarne indifferenti, non può
essere più un problema legato alle
iniziative delle associazioni pacifiste e ai movimenti non violenti.
L’obiettivo deve essere quello di
riconciliarsi con il mondo che ci
circonda, perché ognuno sia responsabile della costruzione di una
pace duratura.
Agli incontri con i giovani che si
tengono a Perugia alla vigilia della
marcia, le adesioni sono state superiori alle aspettative: dei duemila
studenti previsti, ne saranno presenti almeno cinquemila. Da Roma
saranno presenti, tra gli altri, gli
studenti del Liceo scientifico Lazzaro Spallanzani.
Stando ai dati delle scorsa edizione il popolo in marcia è stato di
oltre duecentomila persone, e per
l’edizione 2010 un altro fiume di
persone marcerà insieme lungo i
ventiquattro chilometri che dividono
Perugia da Assisi.
La marcia di domenica 16 maggio sarà solo l’inizio di un nuovo
cammino verso la pacificazione, che
continuerà per almeno un anno in
tutte le scuole d’Italia con gemellaggi con scuole di altri Paesi come
quelle già avviate in Libano ed in
Medio Oriente.
Rossella Smiraglia
Progetti degli studenti:
fondi alla Sapienza
P
er gli studenti iscritti all’Università
degli studi di Roma “La Sapienza” che
hanno un progetto in cantiere da tempo, è arrivata l’occasione giusta per metterlo in pratica. Si tratta del bando tramite cui la prima
università di Roma permette di ottenere un fi-
E
voce
la
DEMOCRATICA
14-27 MAGGIO 2010
ntrerà in vigore dal 2011,
varato dal ministro dell’Istruzione Mariastella
Gelmini il tetto del 30 per cento per
gli alunni stranieri nelle classi. Limite, che potrà alzarsi o ridursi dinanzi a bambini con o senza
adeguate competenze linguistiche.
Fine della direttiva (che subentrerà
gradualmente dalla scuola primaria a
quella secondaria) è quello di evitare
la formazione di aule di soli immigrati e favorirne così l’inserimento.
A riguardo, una nota dal titolo: “Indicazioni e raccomandazioni per l’integrazione di alunni con cittadinanza
non italiana” inviata dal ministero
dell’Istruzione a tutte le scuole,
rende esplicita l’assegnazione di risorse finanziarie agli istituti per
l’ammissione di bambini stranieri.
Accordi tra enti locali e uffici scolastici regionali saranno anche ammessi allo scopo di evitare numerose
iscrizioni di alunni extracomunitari.
Ma ci sono favorevoli e contrari,
ci sono due di un Italia che si dibatte
ancora sulla proposta.
“Problemi didattici” ha più volte
ribadito il ministro a quanti l’accuserebbero di razzismo. Tante in merito
le perplessità sollevate da insegnanti
e genitori.
“Sono pienamente d’accordo. E’
I
nanziamento per realizzare iniziative di carattere universitario, didattico e sociale attinenti
alla realtà universitaria. Il tutto è visibile sul
portale
dell’ateneo
romano
“www.uniroma1.it” nella sezione “borse di
studio”. La cifra complessiva ammonta a circa
234mila euro e ogni iniziativa riceverà un
massimo di diecimila euro. Il senatore accademico Giuseppe Alessio Messano sostiene
che questa proposta è molto importante: “Essa
ntorno alla fine di aprile il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini ha annunciato
che avrebbe accolto la proposta leghista di introdurre nella scuola le
graduatorie regionali. Il 7 Maggio è
stato reso noto il disegno di legge
che ha come primo firmatario l’onorevole leghista Paolo Goisis. Il ddl,
che dovrebbe entrare in vigore nel
2011, prevede albi e concorsi regionali i quali, a differenza di quanto
era stato annunciato precedentemente, ovvero che questi erano accessibili solo ai residenti in quella
data regione, sono aperti alla partecipazione degli insegnanti di tutta
Italia, con l’obbligo però di rimanere
cinque anni nella regione in cui ottengono la cattedra. Oltre a questo, i
contratti di lavoro saranno regionali
e verranno eliminate le rappresentanze sindacali unitarie di scuola.
Ma questo è davvero il modo di
elevare la qualità della didattica,
come ha sostenuto il ministro Gelmini? Cosa ne pensano gli insegnanti?
Giovanna Cassone, insegna
presso la scuola elementare Luigi Pirandello, situata in zona Magliana.
permette di incentivare l’aggregazione e lo
sviluppo all’ interno dell’ università sui temi
vicini agli interessi degli studenti, dato che
sono progetti ideati dagli studenti”. Però c’è
una nota dolente: “I fondi a disposizioni sono
stati tagliati a causa della nuova legge e per il
prossimo anno non c’è la certezza che questi
saranno ancora disponibili”. Chi è interessato
si affretti, perché il bando scade il 28 maggio
2010 alle ore 12. (il. pa.)
INSEGNANTI E STUDENTI
Stranieri sotto il tetto
giusto creare un tetto di stranieri soprattutto per il problema della lingua.
Svantaggi di ordine istruttivo verrebbero sicuramente meno, favorendo così l’integrazione di quei
bambini non accettati”, dichiara
Carmelo Pulvirenti, docente di matematica presso il 51 Circolo Didattico
Principessa Mafalda di Roma. La
presenza di alunni non italiani invero, porterebbe la classe a procedere a ritmi diversi rallentando le
normali attività scolastiche.
“L’integrazione è fondamentale. I
bambini di altre nazionalità sono per
noi tutti un’incredibile fonte di cultura. E’ possibile attraverso i loro
sguardi vedere delle potenzialità e
non delle diversità. Sono fonti di ricchezza per la classe e non devono essere ghettizzati”, aggiunge la collega
di sostegno Filena Piccolo Antonio.
Eppure c’è chi esce fuori dal coro
e non è d’accordo. Grande rammarico esprime infatti per il provvedimento ministeriale Fabiana Zaza,
madre di un bambino iscritto alla
scuola. “Bisogna prima dare spazio
agli italiani. Non è un discorso di di-
scriminazione, ma per evitare che
un’intera classe proceda a rilento, io
credo sia meglio collocare quei bambini che non parlino correttamente la
lingua in un’unica aula. Ho delle
amiche insegnanti che mi raccontano
i tanti problemi affrontati. Per questo
non sono favorevole alla legge. Dico
sì invece alle classi ponte”. Aule di
inserimento di durata limitata difatti,
sono state previste dalla Gelmini al
fine di insegnare l’italiano a chi da
poco è arrivato nel nostro Paese.
Di pareri opposti sono invece Parracino Michela e Rita Bracalenti, rispettivamente mamma e maestra di
Precari “confinati”
Lei è calabrese e ogni due settimane
prende il treno per tornare da suo
marito nella sua regione d’origine:
“Questo non è il modo per elevare la
qualità della scuola. Purtroppo non
trovando lavoro nella propria regione, si deve andare per forza via.
Inoltre con tutti questi tagli non si dà
neanche la possibilità di lavorare. E
poi l’Italia è unica”. Sandra Ammara, che insegna nella stessa scuola
in cui lavora Giovanna, è un’insegnante precaria e romana e vede in
questa proposta una sorta di complotto: “Secondo me vogliono eliminare i vecchi precari, cioè avanti i
giovani e fuori i vecchi. Però se non
ci sono doppi fini, mi sembra una
soluzione giusta. Quello che penso è
che ogni regione dovrebbe proporre
il lavoro». Già il lavoro. Proprio il
18 aprile scorso il Miur (ministero
dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca) ha confermato circa
40mila posti di lavoro in meno tra
cattedre e personale Ata. Senza di-
Giovanna Cassone
menticare poi la riforma, la quale,
oltre ad aver reintrodotto nelle scuole
elementari la figura del maestro
unico, ha stravolto l’insegnamento
anche nelle scuole medie inferiori e
superiori, con la dipartita di una materia fondamentale come la storia
dell’arte dai professionali e la diminuzione delle ore di insegnamento di
italiano, latino, matematica, lingue
Sandra Ammara
straniere e storia. La scuola deve formare la persona sia culturalmente
che socialmente e togliere ore a materie che hanno programmi vastissimi come la letteratura italiana di
certo non favorisce la crescita personale dell’individuo: “Gli studenti
hanno bisogno innanzitutto di continuità - afferma Giovanna - e noto la
differenza che c’è fra i miei primi
9
un’alunna della II elementare. “Sono
d’accordo al tetto - dice la mamma perché è un’apertura anche per gli
altri bambini” sostiene la madre.
“Super contraria” si dichiara viceversa l’insegnante.
“L’integrazione è una ricchezza
per la socializzazione e per l’apprendimento cooperativo tra pari. Sì, è
vero, all’inizio subentrano sicuramente delle difficoltà, ma poi col
tempo tutto si recupera. Accade
anche con i bambini italiani. Non è
un problema irrisolvibile. E’ bello
vedere quelle classi colorate. Gli
stranieri accrescono la nostra cultura.
Ghettizzarli come accade da tempo
in Svizzera equivarrebbe a formare
un sostrato sociale pericoloso, perché si direbbe no all’integrazione.”
Che concludere? La scuola prima
che luogo di apprendimento, deve
essere spazio di socializzazione.
Deve saper infondere ai bambini il
rispetto e l’amore verso altri popoli,
altre culture. “Il diverso” visto dai
loro occhi non è certo il compagno
dalla pelle più scura o dai tratti somatici differenti. Sarà forse “diverso” allora il giudizio che gli adulti
comunicano loro o “diversa” è questa società che ancor’oggi alimenta
ingiustificate polemiche ideologiche? O no? (la. pia.)
anni di carriera, quando cambiavo
ogni anno classe, ed ora, che insegno
da quattro anni agli stessi alunni.
Inoltre loro hanno il diritto di avere
insegnanti preparate». Dello stesso
parere è Sandra:”Gli studenti hanno
bisogno di solidarietà e di continuità,
perché uno dei mali che affligge la
scuola è la precarietà, a causa della
quale gli alunni non trovano più dei
punti di riferimento e fa sì che essi
siano in continuazione sballottati di
qua e di là e perdano di vista il loro
orientamento”.
E’ dunque di fondamentale importanza risolvere il problema della
precarietà, perché con l’impegno da
parte dell’insegnante di rimanere
nella regione in cui ha ottenuto la
cattedra per cinque anni si tamponano le ferite della discontinuità
nell’apprendimento, ma non si risolve la questione dell’assenza di un
posto fisso, che dia certezze, senza
obbligare chi vuole lavorare a riempire le fila dei cervelli in fuga dalla
propria terra. Perché i cervelli non
fuggono solo dall’Italia verso
l’estero. Essi fuggono anche dall’Italia verso l’Italia.
Ilaria Pantusa
Le bambole
hanno una nuova casa
L
a storica bottega della signora Pierina
Cesaretti, che da anni si dedica al restauro delle bambole, ha ora una nuova sede.
L'assessore al Patrimonio, Antoniozzi, insieme al delegato per il Centro Storico, Gasperini, hanno consegnato all’artigiana romana le
L’
chiavi dei nuovi locali dove la signora Cesaretti
potrà continuare la tradizionale attività che
svolge da oltre vent’anni insieme al marito.
I locali assegnati alla Casa delle Bambole,
che si trovano in via Flaminia 58, saranno ristrutturati a spese del Comune.
“Finalmente il Campidoglio - ha dichiarato
l’assessore Antoniozzi - trova una soluzione ad
una situazione ereditata dal passato nell'ottica d
tutelare le attività storiche della città”.
10 NEGOZIANTI ALL’ATTACCO
unione fa la forza. E’
questo che devono
aver pensato tutti
quei piccoli commercianti che un
po’ in tutta Italia hanno deciso
di costituirsi in associazioni “difensive”, nate per far fronte alle
numerose difficoltà. In particolare i disagi degli imprenditori
del IV Municipio (Montesacro),
che ora si moltiplicano anche a
causa della crisi economica, cominciarono già nel 2005, anno in
cui partirono i
lavori per la
metro B1 (tratta Bologna-Conca
D’Oro) che portarono a tanti
stravolgimenti nella viabilità e
deviazioni delle linee dei mezzi
Una domenica
in mezzo al verde
I
l Dipartimento Ambiente (Aree protette
e Parchi Regionali) della Provincia di
Roma, nell’ambito del programma di turismo
educativo e sostenibile “Giorniverdi”, ha organizzato per domenica 16 maggio una
“uscita” nella Riserva Naturale “Monte Ca-
tillo”.Sarà possibile fare attività in piena natura, con degustazione dell’olio d.o.p. della
Sabina Romana. La lunghezza del percorso è
di 8 chilometri, con un dislivello di circa 340
metri. Il grado di difficoltà dell’escursione è
considerato medio-alto.
L’appuntamento è per domenica 16 maggio,
alle 10.30, davanti all’Arco di Quintiliolo di
Tivoli. Per informazioni 06 676633683890753907.
14-27 MAGGIO 2010
Centro commerciale?
Meglio quello “naturale”
La crisi economica e la pressione dei “grandi”
hanno messo in ginocchio i “piccoli”. E allora...
pubblici.
I rappresentanti delle imprese
locali e il Municipio cominciarono così una fitta rete di rapporti e riunioni, che portarono
nel 2007 alla creazione di un sito
internet e poi, l’anno
seguente, alla nascita
di una associazione
denominata “Kommercio Quarto Municipio” (oggi ha
cambiato nome, sostituendo la k con la
più consueta C), per
tutelare gli interessi
degli imprenditori e
progettare insieme a
loro, istituzioni e organizzazioni economiche, lo sviluppo
del territorio.
La pressione dei Giulio Credazzi
grandi Centri commerciali, primo tra tutti il vicino bito una sistemazione, cosa assai
Porta di Roma, unita alla crisi più difficile per impiegati di altri
generalizzata del mercato, ha settori, come il vestiario per
portato i proprietari di piccole esempio”.
attività sull’orlo del baratro. “Il
L’Associazione ha così iniziato
calo di fatturato è stato notevole, a muoversi sul territorio, propoper tutti, con ripercussioni sui nendo e attuando iniziative finanegozi più grandi e su quelli più lizzate a risollevare in qualche
piccoli”, afferma Giulio Cre- modo la situazione. Una di queste
dazzi, fondatore della Associa- si chiama Centro Commerciale
zione e anche lui proprietario di Naturale, è un’idea nata in Toun negozio di assistenza tecnica scana, e che ora è stata adottata
computer. Che continua: “Para- anche dalla Regione Lazio: in
dossalmente chi aveva più dipen- pratica degli esercenti ubicati in
denti ha dovuto licenziarli, cosa una stessa zona si uniscono allo
che non fa mai piacere, soprat- scopo di creare servizi utili e stratutto se si lavora insieme da anni. tegie comuni per potenziare le atIo ho dovuto fare la stessa cosa tività commerciali e fronteggiare
con un tecnico, che però essendo così la grande distribuzione e i
molto qualificato ha trovato su- centri commerciali in continua
voce
la
DEMOCRATICA
espansione sul territorio nazionale. Per questa iniziativa hanno
fatto richiesta i commercianti di
Roma come quelli di Guidonia
Montecelio, che hanno ottenuto
un fondo di circa 150 mila euro.
I fondi servono a creare
un’area di commercio (all’aperto) che sia confortevole,
omogenea e accessibile a tutti. In
realtà non è chiarissimo di cosa si
tratti precisamente: a Guidonia
Montecelio vorrebbero dei negozi
“selezionati”, mentre il progetto
del IV Municipio prevede una riqualificazione dell’area già esistente con delle migliorie di tipo
urbanistico e estetico. “Noi otterremo per esempio:
fioriere
nuove, banchine, degli espositori,
un’area gioco per i bambini e
degli stendardi per segnalare meglio il Centro Commerciale Naturale”. Il luogo prescelto è Piazza
Minucciano, a Nuovo Salario,
“sempre sperando che i fondi arrivino al più presto, dato che sono
già in viaggio”. Si tratta di circa
249 mila euro, il cui beneficiario è
in pratica il Municipio, che li
spenderà per l’iniziativa. Quello
che emerge, però, tra i piccoli imprenditori è un generale scontento che non accenna a
diminuire. Innanzitutto si teme
che il progetto rimanga un caso
isolato, per il cambio della amministrazione regionale, e poi non si
vedono da parte delle istituzioni
reali sforzi nei confronti di chi è
costretto a tirare la cinghia, a
vendere addirittura la propria
casa, per rimanere aperto.
“Non esiste niente che miri
davvero a tenere in vita le piccole
aziende - denuncia di Credazzi né a destra né a sinistra. Il nostro
vero problema sono le banche,
che non ci fanno prestiti nonostante alcuni abbiano idee brillanti, semplicemente perché
siamo considerati a rischio fallimento. Ma purtroppo sono le
banche a tenere in pugno il potere, e manca il coraggio per fare
interventi contro di loro: basta
guardare quello che sta accadendo in Grecia.”
Tuttavia la “guerra”, come la
chiamano i negozianti, non è ancora persa del tutto e non c’è l’intenzione di arrendersi. Le
iniziative continuano e si moltiplicano sul sito www.kommercio.it, aperto a chiunque voglia
fare delle proposte.
Barbara DʼAlessandro
Troppi gatti morti
Una taglia per il killer
C
accia, a Monterotondo, per scoprire chi
è il “serial killer” dei gatti. C’è anche
una taglia. “Sono oramai diverse le segnalazioni relative alle sparizioni di gatti che stanno
avvenendo a Monterotondo. In pochi mesi
sono oramai una ventina i gatti scomparsi
voce
la
14-27 MAGGIO 2010
LA VOCE
DI NANDO
DEMOCRATICA
M
Il buongiorno
si vede
dalla Giunta
a come si fa, dico io? Ma
che tristezza, che brutto
spettacolo, che teatrino
dei burattini! Che schifo di politica!
Ci sono tanti detti popolari nei paesi,
che tutti conoscono e che tutti sappiamo portano dentro un pezzo di verità, di esperienza di vita.
Il buongiorno si vede dal mattino.
Se uno nasce tondo non può diventare quadrato. Se mia nonna aveva i
coglioni era mio nonno. Che poi in
tempi meno antichi, si diceva pure che
se sto benedetto nonno ne aveva tre, di
palle, allora era un flipper.
Quello che voglio dire è questo: che
quando uno raggiunge un risultato, allora si parte con un nuovo inizio. Inizia
una nuova stagione, una nuova avventura con nuove sfide e impegni da affrontare. E dal modo in cui si comincia
si capiscono tante cose di come sarà il
futuro di quella stagione.
Così per una volta sono proprio
d’accordo con Storace, che la vede
dura sul destino di questa nuova Regione Lazio targata Polverini.
Io non lo so, forse sono fatto strano
io, ma se vincessi un’elezione e ottenessi incarichi di governo, la prima
cosa che farei sarebbe gioire dell’opportunità di mettere insieme una squa-
A CAVALLO
M
dalle case del paese e alcuni di loro sono stati
ritrovati morti. La morte è stata data mediante un potente veleno così come risulta
anche dalle autopsie effettuate sui corpi di alcuni dei gatti ritrovati uccisi. Ora, una volta
accertato che alcuni gatti spariti prevalentemente dalla zona di via Gramsci sono stati uccisi dalla stessa mano, è scattata la ricerca del
maniaco assassino di gatti che nel giro degli
ultimi quattro mesi potrebbe essere il respon-
Come Caino
e Abele
i si consenta, a volte la
mia vita si fa stessante.
Mi tirano tutti per la
giacchetta, riobò: i ministri, i pentiti, le
veline, mia moglie! Stamane mi aveva
prestato i vestiti Brunetta e tra un po’
mi tocca passarli a Borghezio... Comunque, l’importante è gestire una
cosa per volta: il ministero l’ho già “riciclato”, e finalmente con Fini ho definito una volta per tutte i rapporti...
- Cavaliè! Sirvio! Viè, cori! Hanno
pistato a sangue Gianfranco...
...gliel’avevo pur detto: sono disposto a mettere una pietra sopra a tutto!
Errante Cavaliere
dra fidata e efficiente, e soprattutto di
scegliermela da me, dietro la mia responsabilità.
E chi volesse mettere bocca, sempre
per come sono fatto io, se ne potrebbe
pure andare affanculo. Altro che.
Vedere che chi ha vinto le elezioni
ora sta lì a grattarsi la testa piuttosto
che le chiappe per accontentare tutti
quelli che gli hanno portato voti è avvilente, ti fa venire voglia di espatriare.
Certi discorsi, certe compravendite
di poltrone, almeno si facessero in privato, senza offendere quei cittadini che
dovresti amministrare e che, loro sì,
quando c’è da lavorare non hanno
mica il tempo di stare a cincischiare o
a discutere con la moglie o il marito.
E poi i panni sporchi si lavano in
casa, tanto per usare un altro proverbio: e si lavano pure al momento opportuno e senza perdere troppo tempo,
aggiungo io. Sennò si fa come quello
che per decidere quale autobus pigliare
è rimasto a piedi.
Senza contare che, se tutti questi voti
“guadagnati” alla causa valgono poi
per chiedere assessorati o presidenze
dell’assemblea, mi viene il sospetto
che sono voti conquistati “a peso
d’oro” in tutti i sensi. Così ora di quegli “investimenti” si presenta il conto.
Poi ci sarebbe l’Udc, che fa e riceve
accordi in cambio di poltrone ormai
sfacciatamente, senza nemmeno risparmiarci dal pensiero che le scelte
politiche non esistono proprio più. Non
mi alleo più con questo o con quello in
base alle idee e ai programmi che porta
avanti, ma secondo quello che mi
aspetto di ricevere dopo.
Bella merda, fumante e calda.
A
llòra Walzer, che dizi, gliele fazziamo le
zcarpe a quel bacchettone di Berzani? Cozì
pozziamo tornare a fare una ziniztra che fa
tanta bella poezìa al pozto della politica... - “Mah, non
so, forse sì ma anche no: mi sta bene fare le scarpe, ma
anche i mocassini. E le pantofole? E poi parli di poesia, poesia... ma io faccio i romanzi adesso! E i diritti
d’autore chi li incassa? Io ci devo pagare il mutuo a
Manhattan...” - Walzer, io zono pronto al zacrifizio, a
ezzere un martire come Zacco e Vanzetti... - “...ma
anche come Gianni e Pinotto!” - ...o Garibaldi e Anita...
- “...ma anche Sordi e Verdone!” - Ma bazta con il zinema! Parliamo di politica, di poezìa... - “A Nichi, io
c’ho da pagà la casa de mi’ fija: vedi tu che pòi fà!” E vabbè allòra vada per Bonny e Clyde come al zòlito...
Nikka De Mocraticis
incivili che si divertono a uccidere i gatti con
il veleno. Nel caso di Monterotondo, poi, abbiamo la certezza che in diversi casi i gatti
sono stati avvelenati con lo stesso tipo di veleno e per questo crediamo che l’avvelenatore
sia una singola persona. Da qui la decisione
di mettere una ricompensa di cinquecento
euro per chi denuncia con prove certe l’avvelenatore bloccando così questa assurda moria
di mici”.
IDEE, OPINIONI E COMMENTI 11
Non casco mica dalle nuvole, capiamoci bene: che con questa merda si è
concimata un’intera nazione fin dal
dopoguerra lo so bene. Eppure chiamatemi antiquato, chiamatemi nostalgico, chiamatemi un po’come cazzo vi
pare: a me quando le cose sono spiattellate davanti agli occhi di tutti come
se fossero “normali” mi fanno girare i
coglioni ancora di più.
E’ come quando una volta noi ragazzi potevamo vedere solo una caviglia, un braccio scoperto, al limite uno
stinco delle donne: tutto il resto te lo
immaginavi e magari te lo immaginavi
pure bello e pulito e sano.
Ora invece, che tutto è spiattellato lì
come dal macellaro, e quarti di coscia
e mammelle gonfiate te le sbattono in
faccia pure quando non vuoi, siamo diventati sempre più pigri annoiati e depravati di sesso, per non dire froci.
Questo lo dico per chiarire che la
mia incazzatura e la mia preoccupazione davanti allo spettacolo di una
Giunta regionale che si forma a forza
di ricatti e ripicche, magari “rimpastando” prima ancora di partire, è di
varia natura. Per i tempi e i modi.
E come al solito, alla fine, viene
fuori che a essere soddisfatto deve essere sempre e solo lui, il Cavaliere: che
tristezza pensare alla Polverini come a
un altro dei burattini di Silvietto.
Che tristezza pensare che questa
gente la andiamo a votare, e poi la
riempiamo di privilegi e denaro, e
quando è il momento per loro di darsi
una mossa e lavorare che fanno? Mettono davanti gli inciuci, le spartizioni
di posti, i “conti” ancora da sistemare.
I cazzi loro, come sempre. (f. vi.)
IN BARCA
Come Bonny
e Clyde
sabile della morte per avvelenamento di almeno venti gatti”. Così, in un comunicato,
l’Aidaa, l’Associazione italiana difesa animali
e ambiente, che “ha stanziato una taglia di 500
euro per chi individua e denuncia con prove
inconfutabili all’associazione e alle forze dell’ordine il responsabile di questa mattanza”.
“E’ una cosa vergognosa - ha dichiarato
Lorenzo Croce, presidente nazionale dell’Aidaa - che ancora oggi ci siano in giro persone
La sorella di D’Alema
H
a fatto parecchio discutere (sui giornali,
ma anche nei bar) il
vada a farsi fottere rivolto in televisione da Massimo D’Alema al
giornalista Alessandro Sallusti. Si
parlava dell’ormai ex ministro
Claudio Scajola e del suo appartamento con vista Colosseo e il
giornalista ha tirato in ballo la
casa di un ente pubblico affittato
a D’Alema “a un decimo del
prezzo di mercato”.
“L’accostamento - ha replicato
D’Alema con voce alterata prima
di arrivare al vada a farsi fottere è del tutto improprio. Io come migliaia di persone pagavo ciò che
era previsto dalla legge, e non
troppo poco”.
Era il 1995 quando D’Alema
rimase coinvolto nella cosiddetta
“affittopoli”, una campagna mediatica promossa da “Il Giornale”: enti pubblici davano in
locazione a vip appartamenti ad
equo canone. Dopo una dura
campagna mediatica D’Alema lasciò l’appartamento in affitto per
comprarne un altro. E lo fece
dopo essersi presentato a una trasmissione televisiva di Raitre in
cui giustificò la cosa affermando
che avesse bisogno della casa
degli enti perché versava metà del
suo stipendio da parlamentare al
partito (all’epoca consistente in
circa dodici milioni di lire al
mese). L’immobile in questione
era un appartamento di 146 metri
quadrati in zona Porta Portese
per il quale pagava un equo canone pari a un milione e sessantamila lire (che rivalutati secondo
l’inflazione che calcola l’Istat al
2010 corrispondono a circa 780
euro).
Ma quell’appartamento dove
abitava D’Alema, che poi l’ente
pubblico proprietario ha venduto
a prezzo pare vantaggioso, chi se
lo è comprato? Nei bar di Roma
non hanno dubbi. E adesso la
ghiotta “informazione” circola
anche tra giornalisti. Quell’appartamento se l’è comprato la sorella. Di chi? Di Massimo
D’Alema. Lo “scandalo” gira di
bocca in bocca da un bel po’... e,
si sà, quando lo dicono tutti la
cosa è vera.
C’è solo un problemino per
dare “attendibilità” a questo
“scoop”. Il problemino è che
Massimo D’Alema una sorella
non ce l’ha. Ha solo un fratello,
che si chiama Marco e fa lo psichiatra.
“Salutame ‘a soreta”, direbbe
Nicola Arigliano a chi vuol trasformare le balle in verità.
Paolette Renard
Se chi deve combattere la crisi
in crisi non c’è mai stato...
I
n un momento di crisi è normale che ci sia
una contrazione dell’economia con la conseguente diminuizione della domanda e
dell’offerta e con gli effetti negativi che tale fattispecie può comportare.
Di fronte ad una situazione sicuramente non
tranquilla, il Governo ha affrontato il tema con arroganza e sciatteria, facendo solo chiacchiere,
raccontando di un Paese bellissimo, appena sfiorato da una crisi virtuale, pieno di amore e comunque molto lontano dalla realtà. E nonostante
tutto, molti cittadini comunque sembrano “abboccare”. Per rimettere i piedi per terra, invece,
basta leggere con attenzione quanto risulta dal
Rapporto “Taxing Wages” dell’Ocse, che mette
in evidenza alcuni allarmi e certe contraddizioni.
Basti pensare che nonostante la nostra economia stia decisamente meglio di quella di altri
Paesi in Europa, i nostri stipendi sono inferiori del
17 per cento della media Ocse: il che ci colloca al
23 mo posto in classifica. Cioè in Italia si guadagna meno che negli Stati Uniti o in Germania,
Francia, Inghilterra, ma anche meno di quello che
si guadagna in Grecia, Irlanda e Spagna: Paesi le
cui economie sono entrate in allarme.
Al solito, però, se l’Italia è al 23esimo posto in
fatto di stipendi a operai e impiegati, non sfigura
in fatto di stipendi ai parlamentari: i nostri sono
tra i meglio pagati, con un’indennità media di
circa 134 mila euro, molto vicina a quella di un
parlamentare europeo. E’ evidente e non c’è da
stupirsi se, per i nostri politici, la crisi economica
rappresenta un argomento di infinite e purtroppo
sterili discussioni, dibattute tra i pochi che si degnano di partecipare alle sedute...
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