Il ritmo
va in scena
a Case
Nuove
a pagina 7
La Banda c’è:
incontro
con le scuole
elementari
Corso di
autodifesa
per le donne
sommesi
a pagina 9
a pagina 23
spazio
aperto
A N N O
X I I
N.
2
M A G G I O
2 0 0 8
Rivista civica a cura
dell’Amministrazione
comunale di
Somma Lombardo
Sped. in abb. post. 45%, art. 2, comma 20/b,
legge 662/96 Filiale di Varese
Il mercato
globale
Riflessioni del Sindaco su
modernità, centri commerciali,
ambiente e... cittadini protagonisti
Cammino per strada.
Alcune persone mi fermano.
Protestano per la chiusura
dell’edicola di Piazza San
Bernardino, e nel parlare si
arriva facilmente a dare la
responsabilità al Sindaco e
all’Amministrazione Comunale. Parlo con loro, rifletto
con loro. No!
L’Amministrazione comunale non centra, non ha
nessuna responsabilità... è
il mercato... già come se
fosse possibile spiegare in
modo semplice che cosa è
il mercato e le logiche che
lo governano... e la difficoltà
che l’Amministrazione comunale incontra nell’incentivare la riapertura dei negozi
chiusi. I centri commerciali
nati nei sobborghi urbani
degli Stati Uniti negli anni
‘50 sono ormai un modello
globale. I centri commerciali
si moltiplicano in Italia, dove
risultano ancora meno diffusi
che negli altri paesi europei, e
per abbassare i prezzi e porre
tutto e tutti in concorrenza le
liberalizzazioni portano i libri,
i quotidiani ed i medicinali nei
grandi centri commerciali;
stiamo aspettando la vendita dei carburanti mentre
la commercializzazione della
automobili è già in atto.
Il fatto è che le famiglie italiane nei centri commerciali
si trovano bene; sono spazi
spettacolari, luminosi, accattivanti e coinvolgenti.
Dai centri commerciali si esce
rinfrancati convinti che tutto
sommato il nostro mondo ed
il nostro tempo non siano poi
così malaccio, lo dicono i sociologi, perché è il luogo della
vita, dove trovare le merci e
anche il cibo, il divertimento,
le banche, lo spettacolo e
anche i rapporti umani.
Certo, questi paradisi dello
shopping cambiano il nostro
modo di fare acquisti, il nostro tempo libero ed anche
il panorama della città.
C’e un luogo nella nostra
città storicamente deputato
al commercio: il centro storico, che di fatto, è un vero e
proprio centro commerciale
all’aperto, che ha svolto da
sempre un ruolo sociale ed
economico di grande importanza.
Come dobbiamo fare per
rilanciare questo luogo naturale del commercio, rivalutare le nostre vie commerciali ed i nostri luoghi
d’incontro?
La prima cosa è il rendersi
conto che il centro storico
e le vie che lo percorrono
ed i negozi che in esso si
affacciano non potranno
mai essere “un luogo sociale della piacevolezza”
come i centri commerciali, ma piuttosto sono
un “luogo sociale delle
pene”, perché la città è
per sua natura il luogo dei
conflitti, delle differenze
e delle diversità.
La seconda cosa e capire che
le strade del centro storico offrono occasione di incontri,
scambio, curiosità e attenzione. Non c’e da meravigliarsi,
perché le strade del centro
storico sono state fatte per
il moto degli esseri umani e
non per le auto. Il moto degli
uomini è lento, impreciso,
erratico perché tende a percorrere traiettorie sinuose,
cerca l’incontro e quando lo
trova può capitare che cambi
percorso, che torni indietro;
si affatica ma non tanto in
proporzione alla distanza
percorsa ma in relazione alla
quantità di stimoli che incontra. Invece il moto delle automobili è veloce, perentorio,
determinato; evita l’incontro
perché sarebbe scontro e
non torna mai indietro se
non dopo aver raggiunto
la destinazione prestabilita. È del tutto indifferente
all’ambiente che attraversa
perché il suo rapporto è con
l’asfalto. Già l’asfalto; il degrado dei rapporti lo si ha
percorrendo la strada. Come
si guida, come ci si guarda
da dentro la macchina, in
un traffico impazzito, dove
si perde la nostra ricchezza
più preziosa: la relazione con
le altre persone.
Segue a pagina 2
Sculture e il bene della nostra città
“La scultura...” leggiamo
nel Vasari è “... un’arte che
levando il superfluo dalla
materia soggetta, la riduce a quella forma di corpo
che nell’idea dello artefice è
disegnata”... Di quest’arte,
antica quanto la cultura, il
lascito è vastissimo, e sua
caratteristica è mettere in
campo una forma che è un
volume, che è un solido:
volume materiale, tangibile,
soppesabile, che occupa
uno spazio reale con la sua
effettiva tridimensionalità.
Transitando sulla strada che
da Sesto Calende porta
ad Oneda, molte volte ho
accostato, ed ho lasciato
trascorrere il mio tempo nell’ammirazione delle opere
del Maestro Giancarlo Sangregorio.
Nell’osservare quelle forme
di grandi dimensioni che
danno fattezze antropomorfiche alla pietra ed al
legno, ricordo un concetto
scritto da Luciano Caramel:
“Aveva ragione Baudelaire. La scultura è un’arte da
primitivi.
Richiede una dimensione
che non è quella del dinamismo metropolitano, un
tempo che è inconciliabile
con l’effimero della civiltà
dei consumi, uno spessore
significante che non può
applicarsi sull’hic et nunc”.
Qualche settimana fa il nostro art -director Lorenzo
Schievenin Boff, ci ha fatto
conoscere il Maestro Giancarlo Sangregorio, persona
minuta, intellettualmente
raffinata, di grande cultura
e umanità, e come capita
spesso per le vie del destino
sconosciute a tutti noi, sic
erat in fatis, il tutto si è ricondotto alla nostra città.
Al ricordo delle famiglie
Piantanida ed Aliverti, a
quel lontano 1916 quando la nonna di Giancarlo
Sangregorio serviva ai tavoli
dell’Albergo Sempione i pionieri del volo che con il loro
entusiasmo fecero alzare le
prime macchine destinate
alla conquista del cielo, al
grande fortunale che abbattè il millenario cipresso.
Lo scultore Giancarlo Sangregorio dona una parte
delle sue opere alla nostra
Città ed alla Fondazione
Visconti di San Vito; ne
diverremo proprietari.
Opere imponenti come “Il
cavallo di Troia” realizzato
in legno di sequoia, marmo
e vetro; la “Cassandra” in
marmo; “Vino al vino” in
legno di thuja e di sequoia;
i “Naviganti” in marmo scintillante del Brasile e legno,
ed altre opere minori per
dimensione che troveranno
collocazione in Palazzo Viani
Visconti ed in Fondazione
Visconti di San Vito.
Sarà nostro compito preservarle e renderle visibili, entrare nel circuito dell’arte, nella
consapevolezza che tutto ciò
non può che far bene alla
nostra Città, poiché sono gli
uomini con le loro idee e non
le case, a fare la città.
Davanti ad un’opera d’arte,
affermava Schopenhauer,
bisogna comportarsi come
di fronte ad un principe e mai
prendere la parola per primi;
altrimenti si rischia di sentire
soltanto la propria voce.
Per noi tutti sarà una nuova
sfida, un nuovo tassello in
un progetto che vede nella
nostra Città, al 31 dicembre
2007, circa 187.000 presenze negli hotel delle quali
123.000 straniere.
Dobbiamo far fronte a questa realtà e porre in atto politiche di “cambiamento”
e di “governo”, sapendo
consapevolmente che
ogni sforzo che si compie
per “cambiare” e “governare” un nuovo progetto
di città non avvengono
mai senza qualche inconveniente.
Il Sindaco
Guido Colombo
spazio
aperto
amministrazione comunale
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 2
Segue dalla prima
Il mercato globale
Sorpassi a destra, colpi di
clacson, fari abbaglianti che
chiedono strada la dove la
strada non c’è, il finestrino
che si abbassa per imbrattare
la strada e la città di fazzoletti
di carta... perché l’auto è
un bene prezioso; è pulita
dentro e lucente fuori.
Ormai l’auto fa talmente
parte della nostra vita che
ha ragione McLuhan a dire
che essa è un vestito, senza il
quale non si entra nel mondo
e non ci si sente sicuri.
L’auto inquina.
A Bruxelles è stata diffusa la
classifica dell’inquinamento
che vede in testa le tedesche
Porche (282 grammi per
chilometro) Dalmier Chrisler
(184), Bmw (182), Wolkswagen (165) .
Seguono le giapponesi
Mazda (173), Mitsubishi
(169), Nissan e Suzuki (164),
Honda (153), Toyota (152) e
le statunitensi Ford (162) e
Gm (157).
Fiat (144) è con le francesi
Renault e Peugeot-Citroen
(142) tra le più virtuose.
Ho letto, da qualche parte,
che il sistema più semplice e sicuro per combattere
l’inquinamento da anidride
carbonica è piantare gli alberi. Ci sono nazioni, come
la Lituania, dove le piante
assorbono più anidride carbonica di quanta ne venga
prodotta nell’intero paese.
La pulizia, il mantenimento
dei boschi e la loro espansione rappresentano una
strategia vincente sia per i
cambiamenti climatici che
per la biodiversità.
Ho avuto modo di conoscere
il progetto “neogreen”.
Sono Americani che poco
hanno a che vedere con le
associazioni ecologiste.
Essi ritengono che la difesa
dell’ambiente possa essere
conquistata e garantita, da
ogni singolo consumatore
se pronto ad acquistare in
maniera “verde” tenendo
ben in mente cosa fa bene
e cosa nuoce alla terra.
Allora come cittadini e consumatori perché non diventiamo protagonisti?
Il Sindaco
Guido Colombo
ABBIGLIAMENTO
FEMMINILE
La celebrazione della “Giornata del Ricordo”
Saluto cordialmente tutti i presenti, e ringrazio il Comitato
Nazionale Ricerche ed Onoranze ai Caduti della Repubblica
Sociale Italiano, ed in particolare
al Suo presidente nazionale
Giampiero Ingignoli, per questo
momento di conoscenza e di
riflessione che si inserisce nelle
celebrazioni della “Giornata
del Ricordo” voluta dal nostro
Parlamento.
Ringrazio anche il prof. Marco
Pirina, storico e presidente del
Centro Studi “Silentes Loquimur” per la sua presenza in
mezzo a noi, per aver dato
voce per anni alle genti che
non hanno potuto celebrare
con giusto rilievo una pagina
tragica della nostra storia, quasi
dovessero vergognarsi. Ho studiato a Venezia e spesso nei
giorni di sabato e di domenica,
insieme ad altri colleghi universitari, ci recavamo a Trieste:
città dell’Ulisse di Joyce, città
malinconica, nostalgica e piena
di vitalità.
Ancor oggi in quella parte
d’Italia, si respira un’aria mitteleuropea, un sapore di quel
mondo, di quello spazio politico culturale che fu la Duplice
Monarchia, nella quale vi erano
città che appartenevano allo
stesso mondo: Trieste, Fiume,
Zagabria, Budapest e Vienna.
Un bel libro del 1988, scritto
da Francois Fejtò dal titolo “Requiem per un Impero defunto”,
fa risalire i problemi di quelle
terre ed i problemi che oggi
l’Europa centro orientale sta
affrontando, alla distruzione
dell’impero Austro-Ungarico.
Dobbiamo oggi riconoscere che
la Duplice Monarchia era stata,
a dispetto del suo ruolo poliziesco, saggia e non insensibile alle
diverse esigenze dei popoli che
ne facevano parte.
In quel nostro giovanile peregrinare in quell’Italia di provincia
piena di vita e di intelligenza, nulla lasciava intravedere
l’esistenza di una ferita così
profonda per quella terra:
il crimine delle foibe e dell’esodo istriano, fiumano e
dalmata. La verità può essere
soffocata in tanti modi: tacendola, alterandola, isolandola
dalla vita e dalla storia.
Ma perché l’oblio di quella
tragedia, di quei crimini, l’indifferenza, il cinismo e l’ignoranza
nei loro confronti?
I motivi di chi “dimentica” non
sono sempre nobili; tante ragioni possono spiegare l’oltraggioso silenzio e l’oblio; nessuno
però può giustificarlo.
A palazzo Municipale su una
parete della galleria di ingresso
alla Sala Consigliare ho appeso
PELLICCERIA
un bel quadro che mi è stato
regalato; rappresenta la penisola di Rovigno.
È stato dipinto da un malato
istriano che ho conosciuto presso il nostro ospedale, il signor
Nerino Consulich.
Con lui, guardando le sue tele
rivolte a quel mondo ed al suo
mare, abbiamo ricordato che
spesso in quelle terre a grattare
un cognome italianizzato, si
scopre lo strato slavo, un Lampi
diventa un Lampich, ma se si
continua si può scoprire uno
strato più antico venuto dall’altra sponda dell’Adriatico a
da terre più lontane.
Ci sono voluti sessanta lunghi anni di silenzio calato sul
dramma delle foibe prima di
conquistare anche noi il punto
più alto di ogni civiltà degna
di questo nome, che poi è la
condivisione della memoria, il
rispetto delle vittime e l’ammissione di quanto è successo.
Solo chi conosce il perché del
proprio passato, può dire di
averlo vinto. La sala che ci ospita
e dedicata Papa Giovanni Paolo
II; una Sua frase mi è rimasta
impressa: “ ...col trascorrere del
tempo, i ricordi non devono impallidire; devono piuttosto farsi
lezione severa per la nostra
e per le future generazioni”.
Allora, ben venga ogni occasio-
ne di ricordare quella tragedia e
le sue vittime; è bene che se ne
parli di quella pagina terribile,
che si conosca e si sappia la
storia delle foibe; è bene che si
ascoltino i nostri nonni di Pola,
Fiume e Zara che non vogliono
nessuna vendetta, nessuna
rivolta ma chiedono solo di
poter parlare e di non scordare.
Soprattutto, dobbiamo essere
noi a non perdere l’incisività
della memoria e dobbiamo
farlo ogni giorno, tenendo viva
la fiamma del ricordo soffiando
sulle sue braci.
Il Sindaco
Guido Colombo
A luglio 2008
il prossimo
numero di
Spazio Aperto
Il termine per la consegna degli articoli da
pubblicare sul prossimo numero di Spazio
Aperto è stato fissato
per il 20 giugno. L’ufficio comunale preposto al ritiro è l’Ufficio
Cultura e Biblioteca.
ABBIGLIAMENTO
MASCHILE
Via Zancarini, 7 - Tel. 0331 252193 - Somma Lombardo (VA), vicino alla Parrocchia S. Agnese
spazio
aperto
Pagina a cura di
Rossana Vergani
assessorato all’ambiente - agenda 21 C.u.v.
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 3
“Risparmiare acqua...
un gioco da ragazzi”
Campagna di
sensibilizzazione 2008
A seguito del successo
riscontrato dalla campagna di sensibilizzazione
2007 sull’uso consapevole dell’acqua (progetto
“Risparmiare acqua... un
gioco da ragazzi! ) attraverso l’installazione di
riduttori di flusso per rubinetti e docce, il Comune
di Somma Lombardo e i
commercianti presenti sul
territorio - Virexgomma,
La Cà del Ciod, il Gigante
- hanno rinnovato il protocollo d’intesa per l’anno
in corso. Alla campagna
2008 ha aderito anche
Martelectric di Briante
Elena.
Risultati emersi dal
monitoraggio delle vendite anno 2007:
- Periodo promozionale: 15.06.2007 31.12.2007;
- Esercizi commerciali
coinvolti: Virexgomma di
Boso Remo & C. s.n.c., Cà
del Ciod s.n.c., Supermercati il Gigante S.p.a.;
- Totale riduttori di flusso
per rubinetti venduti: n.
6.979. Totale riduttori di
flusso per docce venduti:
n. 1.051.
Questi dati hanno dimostrato quanto la cittadinanza, a seguito di una
campagna divulgativa
continua, sia sensibile alle
tematiche di sostenibilità
ambientale.
Con la firma del protocollo d’intesa, il Comune
di Somma Lombardo si
impegna a promuove-
re attraverso Convegni
/ Giornate divulgative il
proseguo del progetto
“Risparmiare acqua... un
gioco da ragazzi!”, e a
pubblicizzare attraverso
manifesti e brochure la
promozione all’acquisto
dei riduttori di flusso,
sensibilizzando i cittadini,
attraverso piccole azioni
quotidiane, ad un uso
virtuoso di questa preziosa
risorsa.
I commercianti si impegnano, a loro volta, a
pubblicizzare all’interno
del proprio punto vendita
la suddetta iniziativa, e a
vendere i riduttori di flusso
al prezzo promozionale di
Euro 0,50 quelli dei rubinetti ed Euro 2,80 quelli
delle docce (stesso prezzo
dell’anno scorso!!). Periodo promozionale concordato: dal 1° aprile al 31
dicembre 2008.
L’obiettivo è quello di
estendere l’uso di questi piccoli dispositivi ad
un numero sempre più
ampio di famiglie, e promuovere l’iniziativa anche
a realtà imprenditoriali
e non (negozi, aziende,
alberghi, associazioni ecc.
) presenti sul territorio.
È importante ricordare che
i riduttori di flusso consentono un risparmio dal
30 al 50% del consumo
di acqua!
Per ulteriori informazioni
contattare lo Sportello
Agenda 21 C.u.v.
Investire per una città sostenibile
Il Comune di Somma Lombardo, Assessorato all’Ambiente,
Agenda 21 C.u.v., a seguito
dell’interesse mostrato dai cittadini e dalle aziende in merito
all’utilizzo di fonti rinnovabili,
ha sottoscritto un protocollo
d’intesa con due banche del
territorio: Banca di Credito
Cooperativo di Busto Garolfo
e Buguggiate e Banca Popolare di Bergamo. Questi due Istituti di Credito hanno mostrato
il loro interesse a collaborare
alle attività promosse dal Comune per la sensibilizzazione
e la divulgazione delle energie
rinnovabili. Pertanto, hanno
predisposto dei finanziamenti
agevolati a favore dei cittadini,
imprese, enti e associazioni
che intendono effettuare degli
interventi di riqualificazione
energetica:
- acquisto e installazione di
pannelli solari e fotovoltaici,
caldaie a condensazione e ad
alta efficienza;
- sostituzione finestre ed infissi;
- operazioni di ottimizzazione
dell’efficienza energetica quali
rifacimento tetti, facciate a
cappotto e miglioramento dei
processi produttivi aziendali
(es. coibentazione, pompe di
calore, ecc.):
- realizzazione di sistemi per la
raccolta e riutilizzo dell’acqua
piovana;
- acquisto e/o conversione
automezzi a GPL e metano,
installazione antiparticolato
su automezzi a gasolio;
- interventi di rimozione, bonifica e smaltimento di coperture in amianto.
Tutte le informazioni legate
agli investimenti finanziabili
le potete trovare sulle brochure predisposte dalle Banche
stesse nelle proprie filiali o
presso lo Sportello Agenda 21
C.u.v. (tutti i mercoledì dalle
15.00 alle 18,00). L’Agenda
21 C.u.v. ricorda, inoltre, che
con la Finanziaria 2008 (a
proseguo della Finanziaria
2007), per tutti gli interventi
di riqualificazione energetica
degli edifici, indicati dalla
Legge stessa, sono previsti
degli sgravi fiscali che consentono una detrazione IRPEF
del 55%, a partire dall’anno
in corso fino al 2010! Per
informazioni tecniche e per
gli incentivi statali previsti, il
Punto E3, in collaborazione
con Agenda 21 C.u.v., è a
disposizione per ulteriori chiarimenti tutti i mercoledì dalle
15,00 alle 18,30. I messaggi
che la Pubblica Amministrazione insieme agli Istituti di
Credito vogliono trasmettere
sono: “Uniti per l’ambiente
e lo sviluppo sostenibile del
nostro territorio - Investire
nell’ambiente conviene”.
Somma Lombardo alla conferenza
europea sul clima di Rovigo
Ha partecipato con il coordinamento Agenda
21 Cuv all’importante appuntamento a livello
mondiale in cui si è discusso di risparmio
energetico, energia rinnovabile e tutela
dell’ambiente a fronte dei cambiamenti climatici
Anche Somma Lombardo
presente a Rovigo alla Conferenza Europea sul Clima che
si è svolta dal 2 al 4 aprile. La
nostra Città ha partecipato
come capofila di Agenda 21 Cuv, assieme ai rappresentanti
di altri Comuni del coordinamento. Il ciclo di conferenze
“Rovigo 2008” rientrano in
una serie di appuntamenti sul
clima organizzati da Iclei - Local Governments for Sustainability e rivolti agli enti locali: nel
2006 la sessione si era svolta
a Stoccolma, quest’anno a
Rovigo si è discusso del tema della protezione climatica
soprattutto nei Comuni di
dimensioni medio-piccole.
Hanno partecipato alla Conferenza Europea 29 Paesi a
livello mondiale e tra gli enti italiani appariva appunto
anche Somma Lombardo,
con l’Assessore all’Ambiente
Daniele Marco Consonni.
“Si è trattato di un momento
di studio e approfondimento
molto interessante - commenta Consonni - soprattutto
perché alle parti teoriche, che
hanno comunque portato
esperienze di Paesi europei
presi a esempio per i risultati
raggiunti nel rispetto ambientale e nel risparmio energetico,
hanno fatto seguito veri e propri laboratori di discussione
incentrati sia sulle linee politiche e tecniche di intervento,
sia sul coinvolgimento reale e
concreto della comunità, dei
cittadini e su come modificare
i propri stili di vita nell’ottica
della protezione del clima,
dell’ambiente e dell’utilizzo
sempre più vasto e corretto
dell’energia rinnovabile”.
Somma Lombardo è da
tempo molto attiva e attenta nel settore del risparmio energetico, delle fonti
rinnovabili, dell’educazione
al rispetto dell’ambiente: a
breve la Città potrà interamente contare sulla fornitura
di energia verde, attualmente
applicata per il 30% dei consumi, e all’interno di Agenda
21 è attivo, per ora fino al 7
maggio, ma con concrete
possibilità di proroga, uno
sportello, aperto il mercoledì
dalle 15 alle 18.30 (al 1°
piano del palazzo municipale
di Piazza Vittorio Veneto 2,
settore Ufficio Tecnico/Lavori Pubblici), che fornisce
informazioni sulle normative
per il risparmio energetico
legate a edifici e impianti,
sulle fonti rinnovabili e di
detrazioni fiscali e incentivi
collegati alla certificazione
energetica, nonché informazioni pratiche di tipo tecnico a
chi intende installare impianti
di energia alternativa nelle
proprie abitazioni.
Lo sportello è stato attivato dall’Assessorato all’Ambiente con il contributo di
Fondazione Cariplo. “La
partecipazione di Somma
Lombardo alla conferenza di
Rovigo - conclude l’Assessore
Daniele Marco Consonni - ha
sicuramente fornito molti
elementi in più per poter
proseguire sulla strada che
abbiamo intrapreso nel senso del risparmio energetico,
offrendo anche materia di
discussione e confronto per
quanto riguarda le azioni in risposta ai cambiamenti climatici, nel rispetto dell’ambiente
e esempi di azione reali e
percorribili per un approccio
efficace alla protezione del
clima e all’uso dell’energia
sostenibile”.
L’Agenda 21 C.u.v. ricorda,
inoltre, che con la Finanziaria 2008 (a proseguo della
Finanziaria 2007), per tutti gli
interventi di riqualificazione
energetica degli edifici, indicati dalla Legge stessa, sono
previsti degli sgravi fiscali che
consentono una detrazione
IRPEF del 55%, a partire dall’anno in corso fino al 2010!
Per informazioni tecniche e
per gli incentivi statali previsti,
il Punto E3, in collaborazione
con Agenda 21 C.u.v., è
a disposizione per ulteriori
chiarimenti tutti i mercoledì
dalle 15,00 alle 18,30.
I messaggi che la Pubblica
Amministrazione insieme
agli Istituti di Credito vogliono trasmettere sono: “Uniti
per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile del nostro
territorio - Investire nell’ambiente conviene”.
Somma Lombardo sceglie
l’energia verde al 100%
L’Amministrazione Comunale decide
di affidarsi totalmente alle fonti rinnovabili
Energia verde al 100%:
questa la grande novità a
Somma Lombardo, grazie all’accordo del Comune con il
Cev, fornitore di energia nella
città. Se dallo scorso gennaio
Somma Lombardo poteva
contare su energia verde dunque da fonti rinnovabili
- per il 30% della fornitura,
ora la città sarà invece totalmente inserita in un importante e virtuoso percorso di
risparmio energetico e di
utilizzo di energia prodotta
da fonti rinnovabili.
Una scelta che l’Assessorato
all’Ambiente ha compiuto
dimostrando ancora una
volta una grande attenzione
alle problematiche legate
all’inquinamento e alla salvaguardia dell’ambiente e
del territorio, legando allo
stesso tempo questi concetti a quelli del risparmio
energetico.
Inoltre, garantendo il 100%
di fornitura di energia verde,
il Comune di Somma Lombardo viene riconosciuto con
certificazione Recs, vale a dire
la garanzia di utilizzo di impianti a fonte rinnovabile. Un
documento importante, che
sottolinea la positiva azione
svolta dalla città dei Tre Leoni
sulla tutela del territorio e il
ruolo importante anche dal
punto di vista sociale che ha
assunto con questa innovativa scelta. “La decisione di
integrare la quota del 30%
con la totale fornitura di
energia verde - commenta
l’Assessore all’Ambiente del
Comune di Somma Lombardo Daniele Marco Consonni
- è una scelta di cui siamo
orgogliosi, perché permette
di affrontare in maniera seria
un discorso di energia pulita
e di attenzione all’ambiente
che ci circonda. Sono convinto che questo passaggio sia molto significativo
e testimoni un’attenzione
ecologica particolarmente
alta. Un impegno, questo,
che caratterizza da tempo
l’operato dell’Amministrazione Comunale di Somma
Lombardo e che vuole essere
sempre più la strada da percorrere”.
spazio
aperto
amministrazione comunale
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 4
I “nonni nella rete” ringraziano
Ha prodotto una curiosa
sensazione questo corso
(“Nonni nella rete”).
Parlare dei “nonni” non solo
dal punto di vista sociologico,
ma a partire proprio dalla figura simbolo del “nonno”.
L’attenzione è sempre e costantemente puntata sulla
famiglia e sui sempre maggiori pericoli che la insidiano,
con due o più genitori. Più
che mai in questo panorama
la figura dei nonni appare
cruciale per i bambini, un’ancora a cui aggrapparsi.
Nelso Ganzaroli
Egregio Direttore,
sono un nonno che frequenta il corso di P.C. “Nonni
nella rete” organizzato dal Comune di Somma
Lombardo, grazie alla Provincia di Varese.
Questo mio scritto per ringraziare tutti coloro che
si sono impegnati nell’organizzare e coordinare
tale iniziativa.
Tengo a precisare che io frequento il secondo
turno che si tiene due giorni la settimana dalle
16,30 alle 18.
In origine il progetto prevedeva solo un turno di
n. 30 partecipanti.
Visto la grande affluenza di richieste di adesione,
gli organizzatori, grazie ad un ulteriore impegno,
sono riusciti ad ampliare il progetto a due turni
con un totale di n. 60 partecipanti.
Sono entusiasta di questa iniziativa e per questo
voglio ringraziare gli organizzatori, il Comune di
Somma Lombardo, la Provincia di Varese e le scuole
Rodari che ci ospitano.
Infine un grosso grazie ai nostri “professori”, ragazzi
molto preparati, pazienti e molto disponibili.
Mi auguro che in futuro tale iniziativa possa ripetersi.
Cordiali saluti.
Giancarlo Nardi
Pasti caldi a domicilio
“Le età della vita:
parliamo di salute”
ssa Gabriella Franzone, psicologhe
psicoterapeute dell’A.S.L. Provincia di
Varese
L’Assessorato ai Servizi Sociali e Sanità
del Comune di Somma Lombardo in
collaborazione con l’Asl della Provincia
di Varese e la Croce Rossa Italiana, Comitato di Gallarate, promuove un ciclo
di incontri, aperti a tutta la cittadinanza,
dal titolo “Le età della vita: ...parliamo
di salute” articolato in quattro serate.
Assessore ai Servizi Sociali
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garden
nella tipologia che può
beneficiare del servizio.
La consegna dei pasti caldi
a domicilio alle fasce più
deboli e bisognose è una
delle iniziative che l’Assessorato ai Servizi Sociali sta
attivando, anche sulla base
di quanto emerso dagli incontri con i medici di base,
per poter offrire un reale
e concreto servizio anche
sulle necessità quotidiane
ai cittadini in difficoltà.
L’Ufficio è a disposizione per fornire ogni chiarimento e spiegazione e
per ascoltare e raccogliere
eventuali altre segnalazioni
così da poter intervenire
tempestivamente e in maniera diretta.
dei primi interventi attivati
a seguito di un sondaggio
condotto con l’aiuto dei
medici di base per capire
quali sono le necessità più
urgenti per le fasce più deboli della popolazione.
La consegna del pasto caldo a domicilio, già porzionato e consegnato in
contenitori termici, viene
effettuata nell’orario del
mezzogiorno da lunedì
a sabato e il costo è calcolato sulla base Isee del
richiedente.
Chi volesse beneficiare di
questa opportunità può
rivolgersi per informazioni
all’Ufficio Servizi Sociali del
Comune di Somma Lombardo, in piazza Vittorio
Veneto 2, al numero telefonico 0331989016: potrà
avere tutte le informazioni
anche per capire se rientra
• 5 giugno 2008 - ore 21,00
presso la Sala Giovanni Paolo II
“Come affrontare le emergenze
sanitarie: attività della C.R.I. sul
territorio”
relatore Dott. Mirto Costa e Dott.
Michele Aspesi, medici in Gallarate
- Comitato C.R.I. di Gallarate
• 5 maggio 2008 - ore 21,00
presso la Sala Giovanni Paolo II
“Adolescenza: comprendere ed accompagnare il cambiamento”
relatore Dott.ssa Lorena Turri e Dott.
VENDITA ED ASSISTENZA
Pasti caldi a domicilio per
anziani, disabili, persone
sole o in difficoltà. Il servizio
è partito in queste settimane ed è curato dall’Assessorato ai Servizi Sociali del
Comune: nasce come uno
• 19 maggio 2008 - ore 17,00
presso la Fondazione Casolo
“Terza età: tempo di star bene”
relatore Dott.ssa Donatella Nava, medico e direttore R.S.A. in Castellanza
• 24 aprile 2008 - ore 21,00
presso la Sala Giovanni Paolo II
“Prima infanzia: crescita in salute e
sviluppo armonico”
relatore Dott.ssa Lia Gnemmi, pediatra
in Somma Lombardo
MACCHINARI PER GIARDINAGGIO
Spett.le Amministrazione Comunale,
sono una anziana signora, mi chiamo Maria
Rosa Baretta, frequento le lezioni di Computer
alle scuole “Rodari” di Somma Lombardo, e
desidero, prima di tutto, ringraziare per questa lodevole ed importante iniziativa, questa
Amministrazione e tutte le persone che si sono
impegnate per la realizzazione del corso, che
mi trova personalmente entusiasta, poiché pur
essendo un poco difficoltoso per persone della
mia età, per via della memoria non più giovanile,
mi offre comunque la possibilità di conoscere
ed usare un importantissimo strumento che
permette anche alle persone anziane come la
stessa sottoscritta, di stare al passo con i tempi,
per cui, grazie all’aiuto dei pazienti e bravissimi
giovani insegnanti che ci seguono costantemente, posso sinceramente dire di sentirmi gratificata
per l’impegno che queste persone svolgono
con grande passione e serietà, nell’offrire a noi
anziani una possibilità di grande utilità, quale è
oggi considerato il Computer.
Quindi, nuovamente ringrazio tutti per la pregevole e utile iniziativa...
In fede
Maria Rosa Baretta Sartorio
di Garzonio Matteo e La Mendola Alessandro
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aperto
amministrazione comunale
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 5
Concorso Per la realizzazione di un dolce
di Idee (pasticceria secca) che abbia tradizione locale
e privilegi ingredienti locali
✁
Art. 1
Il Comune di Somma Lombardo istituisce un concorso di idee per l’individuazione di un
Dolce Locale (pasticceria secca) che abbia tradizione e privilegi ove possibile ingredienti provenienti dal territorio. Il concorso è aperto ad artigiani, pasticceri, pastai, panettieri, gelatai
che abbiano attività nel comune di Somma Lombardo.
Scheda di partecipazione
Referente .....................................................................
Art. 2
Il dolce deve avere caratteristiche di conservabilità a temperatura ambiente e deve poter
essere trasportato con facilità. Può trattarsi di torta o di biscotti e/o pasticcini.
Nome...........................................................................
Art. 3
La specifica scheda tecnica che identifichi le caratteristiche: ingredienti e loro quantità,
modalità di conservazione, caratteristiche nutrizionali, del prodotto dovrà pervenire
presso l’Area Educativa Culturale a mezzo fax 0331.989087 e/o e-mail alessandro.
[email protected] entro le 12,00 del 31 maggio 2008. Il Dolce locale (pasticceria secca) che abbia tradizione e privilegi ove possibile ingredienti provenienti dal territorio,
deve essere consegnato sabato 7 giugno 2008 alle 10,00 al cospetto della Commissione
Giudicatrice che nelle more sarà stata insediate all’uopo.
L’Amministrazione
Comunale in un secondo tempo ha deciso di aprire il Concorso a tutti i cittadini.
Cognome ....................................................................
Tel./Fax .........................................................................
Art. 4
La ricetta diventerà di dominio pubblico e di proprietà dell’Amministrazione Comunale di
Somma Lombardo.
Art. 5
Al vincitore sarà assegnata una pubblica riconoscenza ed il prodotto sarà sempre accompagnato dal nome del suo ideatore.
Il carnevale del quartiere
Che bello il carnevale! Ritornare dopo tanti anni a
riproporre una festa popolare così sentita da bambini
e adulti; tutti insieme mascherati, truccati, contenti e
scherzosi per un giorno.
Carnevale del quartiere dove
tutti ci conosciamo e apprezziamo, quartiere che in quel
giorno si unisce alla festa
cittadina. Abbiamo lavorato
con impegno e fatica in tanti
per raggiungere l’obiettivo
finale: il carro di carnevale.
È stato un successo e per
questo ringrazio di cuore chi
ha collaborato con me e ha
creduto nella mia idea.
Sono stato circondato per
settimane da persone meravigliose, giovani e meno
giovani, tutti hanno dato
qualcosa. Grazie ragazzi!
Alcuni di loro sono riusciti a
trasmettermi emozioni che
non ricordavo.
Nelle settimane in cui abbiamo lavorato insieme, ho
“disturbato” molte famiglie,
eppure nessuna di loro mi
ha rifiutato un aiuto, anzi si
dimostravano entusiasti di
partecipare ai lavori. Grazie
ancora.
Un ringraziamento anche
alla mia famiglia, ai miei
fratelli e agli amici che hanno
lavorato al mio fianco.
Nel mese di dicembre abbiamo iniziato con la festa
di Babbo Natale, abbiamo
continuato con il Carnevale
per concludere con la “Festa
APPARTAMENTO TIPO B
APPARTAMENTO TIPO A
PIANO TERRA CON
GIARDINO PRIVATO
PIANO PRIMO
CON BALCONI
PIANO INTERRATO
CON BOX AUTO
VENDE
villette e appartamenti con giardino
di Primavera” tenutasi il 30
marzo nell’area mercato che
si è rivelata un successo.
Un grazie particolare alla
famiglia Bignami Franco
che ci ha ospitati durante
la realizzazione del carro,
a Reginetta Preti di “Ago e
Filo” per i costumi, Caccin
Roberto della ditta “Metalca” per il materiale, Biagio
Galdangelo per le riprese
video che documenta tutte
le nostre avventure. Dopo il
duro lavoro alla fine però la
ricompensa c’è stata: abbiamo vinto il primo premio! Il
Sindaco ci ha consegnato
una grande medaglia, le
chiavi della città per una
settimana e come se non
bastasse ci ha affidato la
custodia delle maschere simbolo di Somma: GIUANIN
E LA ROSINA. Bene sono
molto soddisfatto e orgoglioso, ma non mi fermo
certo qui, vedrete ci saranno
altre sorprese!
Naturalmente chi volesse
unirsi al nostro gruppo di lavoro è ben accetto, chiamatemi sono il vostro Segretario
di Quartiere.
Vi abbraccio.
Segretario di Quartiere
S. Bernardino
Lino Marzolo
PER INFORMAZIONI
PIANO
MANSARDA
0331/23.40.49
spazio
aperto
cultura
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 6
Come una Biblioteca...
Pecore nere e cantastorie
in Biblioteca
La biblioteca “Giuseppina
Aliverti” fa il pieno di cultura.
Aderisce infatti venerdì 16,
sabato 17 e domenica 18
maggio all’iniziativa promossa dalla Direzione Generale Culture della Regione
Lombardia che quest’anno
ha voluto potenziare il tradizionale “open day” delle
biblioteche in un evento su tre giornate,
denominandolo,
appunto, “Fai il
pieno di cultura”.
Il programma che
propone la biblioteca
di Somma Lombardo
si sviluppa in una
serie di iniziative
di promozione
della lettura sotto
diversi aspetti, capace di rivolgersi a
un pubblico molto
ampio, ma con una
particolare attenzio-
ne ai bambini e ai ragazzi.
Venerdì 16 maggio alle ore
10 sarà inaugurata nella
sala polivalente “Giovanni
Paolo II” la mostra - che
resterà allestita fino al 24
maggio - “La pecora nera
& altri sogni”, a cura di Ivan
Giovannucci e Rosangela
Percoco, 36 tavole dell’illustratore Andrea Valente,
creatore proprio del personaggio della Pecora Nera.
La mostra si inserisce in un
vasto intervento, sviluppato
all’interno dell’istituto penale minorile di Nisida (Napoli),
che ha ottenuto il Premio
Andersen 2007 come miglior progetto educativo,
raccolto anche in un libro.
All’inaugurazione saranno
presenti lo stesso Valente
e Giovannucci e la giornata, che si protrarrà fino alle
17, vedrà il coinvolgimento
degli studenti delle scuole
secondarie di 1° e 2° grado
e dei giovani adulti sommesi
attraverso la collaborazione
con La Fucina.
Sabato 17, apertura della
biblioteca dalle 9,30 alle 13,
mentre domenica 18 alle 15
nella sala “Giovanni Paolo
II” momento dedicato ai
bambini tra i 6 ed i 10 anni
con un’animazione di fiabe
in musica, “CantaFavole”,
presentato da KosmoComico Teatro. A ingresso libero,
lo spettacolo è il frutto di
una lunga ricerca sul lavoro
dei cantastorie antichi, riproposto in chiave moderna
per il pubblico dell’infanzia:
luminarie circensi, strumenti
musicali, teli dipinti a quadri
dalla pittrice Alessia Bussini
aiutano a seguire le vicende
narrate da un cantastorie
che suona, canta, recita le
fiabe in maniera originale e
coinvolgente.
Scelti per voi...Per tutti i ragazzi di Somma
Lunedì 5 maggio
Spazio-Cantiere
di Via Visconti
Il progetto In... Somma inaugura il laboratorio musicale
aperto a tutti i ragazzi fra i
15 ed i 20 anni
MAGGIO
Venerdì 9 - ore 21
Castello Visconti
di S. Vito
Letture 2008: Incontro con
Andrea Pezzi, VJ di MTS
passato poi a TV-radio, racconta la sua nuova stagione
artistica e propone la sua idea
di televisione completamente interattiva.
Sabato 10 - ore 21
Cortile del Comune
Serata musicali 2008: Music on Movie con Wally’s
Big Band
Venerdì 16, sabato
17 e domenica 18
Open day Biblioteca Comunale Giuseppina Ali-
verti
ore 21
Cortile del Comune
Serate musicali 2008:
South American Rythms:
gruppo musicale che propone i calienti e travolgenti
ritmi sudamericani
Sabato 24 - ore 15
Biblioteca Comunale di
Via Marconi
Più leggi più vinci!: i ragazzi delle medie si confrontano in una competizione di
cultura, capacità di attenzione e memoria narrativa: un
appassionante duello a colpi
di domande con un ambito
premio finale. Organizzato in
collaborazione con la Scuola
Media Leonardo Da Vinci
In tutte le case
tutti lo leggono
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Corbetta (MI)
Tel. 02.972111 - Fax 02.97211280
Giovedì 8 maggio
Spazio-Cantiere di Via
Visconti
Il progetto In... Somma inaugura il laboratorio artistico
creativo aperto a ragazzi fra
gli 11 ed i 14 anni
GIUGNO
Sabato 7 - ore 21
Cortile del Comune
Serate Musicali 2008:
all’interno della rassegna
estiva una serata di Tango
Argentino
Domenica 22
Biblioteca
di Via Marconi
Giornata del liutaio: una
giornata dedicata agli appassionati di musica e non
solo, in cui imparare l’arte
della fabbricazione degli
strumenti lignei.
Sabato 28 - ore 21
Attenzione!
Sono attivi i servizi on-line della Rete bibliotecaria della
Provincia di Varese.
Da qualsiasi PC collegato ad internet puoi:
- consultare il catalogo on-line;
- richiedere e prenotare libri e materiale multimediale
di ogni biblioteca della Rete;
- indicare la biblioteca cui far consegnare il documento;
- visualizzare lo stato di prenotazioni, prestiti e ritardi;
- salvare i risultati delle tue ricerche, creando così delle
bibliografie personali;
- rinnovare autonomamente il documento che hai in
prestito (solo una volta e se non prenotato da altri).
Come si fa?
1) Devi essere iscritto ad una qualsiasi biblioteca della
Rete provinciale.
2) Collegati al sito http://webopac.bibliotecheprovinciavarese.it.
3) Clicca su “servizi on line”.
4) Procedi all’inserimento dei seguenti dati: login: il tuo
codice fiscale; password: il tuo codice fiscale; e-mail:
inserisci quella che utilizzi con più frequenza per motivi
di sicurezza al primo accesso il sistema ti chiederà di
cambiare la password.
NOTA BENE
Ricorda di verificare sempre nel tuo spazio
personale se il documento richiesto è arrivato e
ritiralo al più presto, altrimenti dopo 15 giorni
verrà restituito alla biblioteca proprietaria.
Nel catalogo on-line per problemi tecnici i libri della Biblioteca di Somma Lombardo non sono ancora presenti.
L’angolo di Rodari
Chiesa di San Rocco
Coro Gospel “Divertimento Vocale”, in occasione
della tradizionale festa di
S. Rocco
Nella splendida cornice del
Castello Visconteo nelle
serate di domenica 8 e
15 Giugno alle ore 19,30
avrai l’occasione per gustare
un aperitivo accompagnato
da note jazz.
LUGLIO
Dal primo mercoledì di
luglio presso il cortile del
Comune alle 21,30 prende il via la prima rassegna
cinematografica “Ciak in
Cortile”. Una selezione di
film di diversi generi. Sei
appuntamenti imperdibili
con il grande cinema!
Nei giorni 18-19-20 luglio
consueto appuntamento
con “Rock Inn Somma”.
A partire dalle ore 19,30
presso il campo sportivo
di Via Novara
L’INGRESSO
È GRATUITO
Gli uomini a testa in giù
Giovannino Perdigiorno
tra il Caucaso e il Perù,
capitò nel paese
degli uomini a testa in giù.
Brava gente, tipi in gamba,
né stupidi né strani
avevano quell’abitudine
di camminare sulle mani.
Andassero a bottega,
a casa, oppure a spasso,
sempre i piedi per aria
e la testa in basso.
Pareva di stare al circo,
all’arena dei saltimbanchi:
mai perdevano l’equilibrio,
non erano mai stanchi.
“Perché state a quel modo?
- Giovannino domandò È un voto? un giuramento?
Vi divertite?” “No,
ma i piedi, caro signore,
li dobbiamo risparmiare,
sono molto importanti:
ci servono per ragionare”.
Tratto da “I viaggi di Giovannino Perdigiorno”,
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aperto
cultura
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 7
Poesie
Il ritmo va in scena
a case nuove
Il giorno 9 aprile, presso la
scuola primaria “E. Fermi”
di Case nuove, è andato in
scena un riuscitissimo spettacolo musicale, a degna
chiusura di un percorso di
studio ed esercizi che ha visto
tutti gli alunni impegnati per
ben sette mesi.
Alla presenza della Dirigente
Dott.ssa Gandini e dei genitori, i bambini del plesso guidati dal maestro Luca Orioli
hanno portato in scena la vicenda dell’orologio che non
voleva più segnare le ore: un
susseguirsi ben pianificato di
divertenti canti mimati, dove
sia i più grandi sia i più piccini
hanno potuto mostrare, senza dubbio, di aver appreso a
seguire la musica con ritmo
e precisione.
I ragazzi più grandi si sono
anche esibiti nell’utilizzo di
semplici strumenti, dimo-
La panchina
del pensionato
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strando non solo di conoscere note e pause ma anche di
saperle leggere velocemente
rimanendo a tempo con
gli altri.
La bravura e la preparazione
degli alunni ha senz’altro
lasciato stupito e affascinato
il pubblico presente e persino
le insegnanti, le quali hanno
seguito passo passo i ragazzi
durante tutte le prove di
questi mesi, si sono dette
piacevolmente impressionate dalla serietà e competenza
dimostrata.
Ciò che questa esibizione
ha avuto il merito di porre in luce è che non sono
stati necessari strumenti e
apparecchiature costosi per
la sua buona riuscita: sono
bastati la preparazione del
maestro Luca e l’impegno
di tanti piccoli musicisti in
erba volenterosi di imparare
divertendosi.
Al termine della recita gli
alunni hanno voluto omaggiare le insegnanti Maristella,
Maria e Renata, e la preziosa
collaboratrice Fabrizia con
splendidi mazzi di gigli, per
ringraziarle della loro guida
premurosa e dei loro preziosi insegnamenti. Questo
momento è stato ancora
particolarmente emozionante e toccante poiché il
pensiero di tutti è andato
alla fine dell’anno scolastico,
quando il plesso chiuderà
definitivamente e tutti, bambini, insegnanti e collaboratori si troveranno a lasciare
la confortante e famigliare
dimensione cui sono abituati
per inserirsi, loro malgrado,
in nuove e più grandi realtà
scolastiche.
Elisa Guglielmo
Piano piano mi incamminai per prendere la mia
misera pensione. Mi misi in coda e aspettai.
Ritornando a casa con passo incerto, vidi
una lunga panchina. Sollevata mi sedetti
a riposare. Ero in piazza centrale.
Un via e vai di macchine moto sfrecciavano
veloci gettando nell’aria gas irrespirabile
rumore assordante.
Pensai: ma che panchina è?
Obiettivo finale per pensionati?
Tossendo respirando con affanno mi avviai
verso casa.
Franca Naldi
�
Il cardellino
Sul balcone stamane un cardellino
zampettava giulivo e col suo cinguettio
sembrava mi dicesse:
“Guarda ci sono anch’io”.
Poi con un volo venne
sull’oleandro in fiore
e il canto melodioso
riempiva il mio cuore.
Ma il gatto che lo vide
lo fece volar via,
così in un batter d’ali
finì la compagnia.
Il gatto Pallino
“Perché piangi?“ Ho chiesto ad un bambino.
“Sai signora non ho più il mio gattino.
Era un bel micio ed era tutto nero,
aveva gli occhi grandi eran color del cielo.
Al mattino era lui che mi svegliava,
leccava il mio nasino e poi mi mordicchiava.
Credi che un giorno rivedrò il mio Pallino?”
“Sicuramente tu lo rivedrai; ma non esser triste
perché ora in Paradiso il tuo gattino
starà giocando con Gesù Bambino”.
Aristocratica
signora di campagna,
sei racchiusa,
austera,
tra le alte mura
dei tuoi giardini.
Gli archi armoniosi
dei tuoi portoni
si aprono
su aviti cortili,
pieni di vita,
allora.
Le donne dalle forti braccia,
ciarliere come gazze,
si accalcavano nei tuoi lavatoi,
ora distrutti.
Ricordo
le tue strade
nelle sere invernali,
un po’ buie,
deserte.
E dal circolo
usciva
brusio di voci
fumo e odore di vino.
Dedicata
a Coarezza
Borgo gentile e silenzioso,
profumato di robinie
fiorite,
sei protetto da un muro
fragile di boschi,
immerso
nel parco selvaggio
del tuo Ticino.
A sera ti giunge
l’odore salmastro
del grande padre fiume
e i sentori
di una vita lontana,
sul lago.
La tua gente
frugale e schiva
ti ama
e prega nella sua fede
per la tua eternità.
La chiesa di
sant’Agnese
Kitty
Arrotolata nel suo grigio pelo,
sprofondata nella sua poltrona,
mi guarda, immobile, sorniona.
I suoi grandi occhi verdi
sembrano ammiccare.
Mi avvicino lentamente
la mano tesa ad una carezza.
Il suo balzo felino mi sorprende.
Mi viene incontro,
posa teneramente la sua zampa
sulla mia mano ancora tesa
e dice: “ Miaoooo! Miaooooooo!
Dedicata
a Somma
Lidia Sgrò
Come una montagna
di pietra splendente
emergi,
superba,
dal borgo
e lo benedici.
Noi, gregge di piccoli tetti,
stiamo accoccolati
ai tuoi piedi,
sicuri.
Silvana Ferrario
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aperto
cultura
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 8
“Un incantevole lago montano: Lake Moraine, in Canada”
Un incantevole lago
montano (Canada)
Lo scopersi in Canada, ma
non è il famoso Lake Louise,
un tempo chiamato Lago
Smeraldo, cui fu cambiato il
nome in onore di una figlia
della Regina Victoria, sposa
di un lord, governatore generale del Canada.
È indubbiamente una perla del Parco Nazionale di
Banff, chiuso da montagne
maestose formanti la linea
spartiacque fra l’Alberta e
la British Columbia. Nel Lake
Louise, in cui si specchia
col suo ghiacciaio il Monte
Victoria (m. 3464), il verde
smeraldo muta in blu-verde
a causa del limo contenuto in
sospensione in quelle acque
gelide che riflettono i raggi
verdi dello spettro solare.
Dalle sue sponde non ci si
vorrebbe allontanare, se non
spinti dal desiderio di andare
a conoscere un altro lago incantevole, distante solamente una decina di chilometri:
il Lake Moraine.
Mentre il Louise si formò
per il ritiro del ghiacciaio
Victoria migliaia di anni fa,
la cui morena ostruì quasi
completamente la valle, il
Moraine deve la sua origine
ad un’enorme frana precipitata dal Monte Torre di
Babele (m. 2313), che sbarrò
la via ai corsi d’acqua fluenti
ai piedi della giogaia dei Dieci
Picchi.
Il lago è a quota 1.880 metri.
Vi si giunge percorrendo
una strada ripidissima fra
a
i
r
e
t
a
l
e
G
t
n
e
del B
Una cascata
di freschezza!
pinete sempre fittissime da
ambedue i lati.
Per qualche breve minuto
appare alta fra gli alberi la
cima innevata di un monte
dalle pareti scoscese; subito
dopo ci si trova di fronte ad
uno spettacolo indimenticabile. L’occhio spazia su una
splendida catena montuosa:
sono i Dieci Picchi, una decina di cime che gl’Indiani
chiamavano Wenkehemna
(= 10) e che soltanto loro,
fino al 1882, avevano la
fortuna di ammirare. Poi in
quell’anno li scoprì un inglese
della Canadian Pacific, accompagnato da una guida
locale.
Immagino la sua meraviglia,
immensa almeno quanto la
mia, quando, inoltratami
verso la fine di una valle dalle
cime coperte di nevi eterne,
mi trovai davanti al più bel
lago alpino che la vita mi ha
concesso di conoscere.
Nelle sue acque smeraldine il
manto verde della foresta di
pini andava ad accarezzare le
rocce e le nevi che vi si specchiavano tranquille, infondendo un gran senso di pace
e di stupore nell’animo di chi
ammira lo splendido quadro
offerto dalla natura.
A quell’ora i numerosi turisti della giornata avevano
abbandonato le sponde del
lago, diretti altrove. Intorno
a me regnava un profondo
silenzio, rotto di tanto in
tanto da qualche dolce rumore proveniente da una
piccola imbarcazione, che
ancora solcava le acque smeraldine.
Ammiravo e contemplavo
lo spettacolo e immediatamente sorgeva il desiderio
che i miei famigliari, che
tutti i miei amici potessero
un giorno rimanere incantati
di fronte a tali sublimi bellezze e provassero l’immensa
emozione che pervadeva
me, sola in quell’angolo del
mondo, lontana da tutti,
quasi settantenne, lontana dalla patria, calata in un
Paese di cui ignoravo persino
la lingua, ma infinitamente
sicura, immersa in una specie
di beatitudine celestiale.
Ammiravo la giogaia dei
Dieci Picchi, simile “a un
mare in burrasca scolpito
nella roccia”, contemplavo
“le vette scintillanti di neve,
con qua e là, come cera
colata da una candela posta
su un dirupo, un piccolo
ghiacciaio aggrappato alla
parete” e “lungo le cenge,
lindi fazzoletti di bucato stesi
ad asciugare sulle rocce brulle”. .....Vorrei avere la penna
di Durrell per descrivere le
sensazioni che mi pervadevano. Giunse il tempo di
tornare sui miei passi.
Dove avevano camminato
centinaia di turisti, per terra
non c’era un rifiuto, nemmeno un pezzetto di carta.
Una giovane coppia di Calgary mi accompagnò fin
sulla soglia dell’aberge che
mi ospitava. Kayo, maestra
canadese, fu ben lieta di
prepararmi la cena e il dì
successivo mi fu di grande aiuto: al telefono parlò
con l’operatore per mettermi in comunicazione coi
miei famigliari e poi, con lo
shuttle, mi fece giungere
tranquillamente al Jasper
International Hostel, distante
un centinaio di chilometri.
La magnificenza degli spettacoli naturali e gli atti di
bontà usatimi dal prossimo
mi colmarono di gioia l’animo, accrescendo il senso di
gratitudine nei riguardi di chi
mi concedeva di scoprire il
mondo in solitaria.
Marisa Castelli Dal Toso
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da quest’anno anche alla
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spazio
aperto
Incontro con
le scuole
elementari
opinioni e cittadini
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 9
La Banda c’è
Lo scorso 2 Aprile, grazie
alla collaborazione dell’amministrazione comunale, alla
disponibilità della direttrice e delle maestre, il corpo
musicale “La Cittadina” ha
incontrato gli alunni delle
scuole elementari.
Si è trattato di un momento
formativo che ha coinvolto
la scuola elementare Milite
Ignoto ed una delegazione del corpo musicale “La
Cittadina” capitanata dal
presidente Mario Gianello e
dal segretario Paolo Massari.
Il corpo musicale ha presentato ai ragazzi gli strumenti
principali del proprio organi-
co intervallando gli interventi
didattici inerenti la nascita e
l’evoluzione della musica, dei
complessi bandistici e degli
strumenti musicali con “assaggi” di musica suonata.
I bambini hanno inoltre avuto la possibilità di provare
concretamente a suonare
alcuni strumenti della famiglia degli ottoni: tromba,
tuba, bombardino ed un
bellissimo pellittone di ben
110 anni!
Gli alunni hanno seguito
molto diligentemente e con
autentico interesse e divertimento, dimostrando una
preparazione e una reattività
che ha piacevolmente sorpreso tanto i musicanti quanto il maestro Giorgio Poli,
mattatore dell’incontro.
I ragazzi hanno accompagnato con grande trasporto
tutte le esecuzioni musicali,
dalla marcia tradizionale alle
colonne sonore tratte dai noti cartoni animati della Walt
Disney “La Bella e la Bestia”,
“La carica dei 101”, ma il
brano che hanno accolto
con maggior entusiasmo è
stato niente meno che l’Inno
di Mameli. Non esagero
definendo commovente
l’esecuzione del nostro inno nazionale accompagnato
dal canto dei bambini delle
Milite Ignoto tutti ritti in piedi
con la mano sul cuore. Al
solito i bimbi hanno davvero tanto da insegnare ai
“grandi”.
Il 21 aprile l’esperienza è
stata ripetuta presso le scuole
elementari Gianni Rodari.
Speriamo che questi incontri
facciano nascere nei ragazzi
la curiosità verso la musica ed
il desiderio di conoscere un
po’ più da vicino gli strumenti
musicali presentati e, perché
no, la voglia di avvicinarsi
a “La Cittadina”, sempre
desiderosa di accogliere nuovi allievi e nuovi musicanti,
iscrivendosi ai corsi di orientamento musicale.
Suonare uno strumento è
una continua scoperta. Da
“grandi” aiuta a mantenersi
attivi e vitali e da piccoli rappresenta esperienza importante che aiuta a crescere
poiché, come dimostrato da
studi pedagogici, lo studio
della musica e di uno strumento musicale influenza lo
sviluppo globale dell’individuo contribuendo a migliorarne l’apprendimento e le
performance in altri campi
cognitivi, facilitandone le
capacita di espressione e di
socializzazione.
Inoltre, se da un lato richiede
passione, volontà e tempo,
dall’altro insegna che con un
po’ di impegno si progredi-
sce e si possono raggiungere
belle soddisfazioni. L’ambiente del Corpo Musicale
è poi estremamente aperto
e “familiare” libero da stress
e ansie “da prestazione”
e fa da cornice ideale ad
un apprendimento giocoso
ma non per questo meno
rigoroso.
“La Cittadina” è infatti molto
orgogliosa dei brillanti risultati raggiunti dai propri allievi
che dopo aver “assaggiato”
la musica in banda hanno
scelto di frequentare il conservatorio dove, in diversi casi, sono stati subito ammessi
al secondo anno.
Simona Callegari
Il Comune è vicino ai cittadini! Gli amministratori un po’ meno!
Quando improvvisamente
viene chiusa in faccia quella
“porta aperta sull’Europa” o
“Somma che vola” precipita,
il tonfo dovrebbe insegnare
qualcosa! Non è così per
i nostri amministratori che
avendo perso contatto con
la realtà, con il quotidiano,
con i bisogni primari dei cittadini, perseverano nelle spese
pazze. Ora si sono inventati
l’URP e lo IAT, che non sono
due parolacce, ma altri due
Uffici.
L’URP Ufficio Relazioni con il
Pubblico! Sono tre anni, che
come segretari di quartiere,
tentiamo di relazionarci con
chi ci governa informandoli
delle richieste o lamentele
dei cittadini e dei problemi
piccoli e grandi della città.
La risposta, gentile o arrogante dipende da chi ci sta
di fronte, è sempre quella:
“Vi ascoltiamo, ma facciamo
come vogliamo”. Ed ecco qui
di seguito la prova.
Cimitero
Avevamo richiesto una lastricatura parziale dei viali centrali del cimitero, sufficiente
per consentire il passaggio di
una carrozzina per disabili.
Ci è stato risposto che non
ci sono soldi! Sappiamo con
sicurezza che uno dei bilanci
sempre in attivo è quello
cimiteriale.
Siepi e cani
Non basta che il Sindaco
emetta delle ordinanze!
Occorre poi qualcuno che
le faccia rispettare! L’Ufficio
Tecnico ci ha più volte risposto
che questo è compito della
Polizia Municipale. Ma loro
lo sanno? Sembrerebbe il
contrario, dato che, per fare
un piccolo esempio riguardo
alle siepi, davanti alle scuole
Macchi e Da Vinci dove i
vigili sono costantemente
presenti, c’è una villa la cui
siepe invade il marciapiede su
due lati. E scuole a parte, dove
sono i vigili a Somma?
Cani
È una vera vergogna! In occasione della nostra Festa di
Primavera sulla zona mercato, il nostro amico Vittorio
Trevisan (il cui aiuto è stato
determinante) per poter rendere utilizzabile una piccola
aiuola ha raccolto mezzo
sacco (di quelli grandi) di
escrementi canini! Se ci fosse
la volontà di far rispettare le
ordinanze del Sindaco perché
non cominciare proprio da
questa zona?
Viabilità
Via Giusti, Via Marconi ecc. Lo
studio sulla viabilità affidato
ad una ditta specializzata (che
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È arrivata la primavera...
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ci è costato 55.000 euro) ha
dato ragione alla cittadinanza
per cui la viabilità nelle vie oggetto della sperimentazione
doveva ritornare come prima.
Vi pare che a Palazzo potessero accettare una cosa del
genere? Così per salvare la
faccia e per spendere ancora
un po’ di soldi hanno pensato
di fare una rotonda all’incrocio della Via Giusti con Corso Repubblica. Nell’ultima
riunione della Commissione
Viabilità, ai cittadini infuriati,
il presidente della Commissione Senatore Peruzzotti
e il Sindaco stesso hanno
garantito che i lavori in programma (rifacimento nuova
rotonda in Largo S. Agnese,
ampliamento della Via Giusti
ai paletti al termine dei lavori
del palazzo in costruzione,
rotonda di Via Giusti) termineranno a settembre ed entro
tale mese verrà restituita alla
cittadinanza la Via Giusti a
doppio senso di circolazione.
Non per essere pessimisti, ma
ormai ci hanno abituato alle
false promesse, considerando i tempi tecnici (si parla
anche di espropri) e visto
che nel piano Opere Pubbliche l’inizio di questi lavori è
previsto solo per novembre,
ci chiediamo se il Sindaco
parlando di settembre non si
riferisse a quello del 2009.
Il Sig. Colombo ci aveva anche
assicurato che avrebbe portato in Giunta la rimozione
del demenziale divieto di
svolta a destra a salire da
Via Roma verso la Piazza
Vittorio Veneto. A distanza
di due mesi tutto è rimasto
immutato.
Tangenziale
L’Arch Selvini, nell’ultimo
consiglio comunale, ricordando l’EXPO 2015, lo ha
ritenuto l’ultimo treno per il finanziamento di quest’opera.
Visto che mancano ancora 7
anni ci auguriamo che i nostri
amministratori (gli attuali e
quelli che seguiranno) non ci
dormano sopra, ma si diano
anzi da fare a tirare la giacca
a qualcuno per portare a casa
quello che per Somma è diventata una favola infinita.
Sicurezza
Da quando i ladri hanno saputo che Somma Lombardo è
la città più sicura del Nord (come hanno sempre sostenuto
i nostri amministratori nelle
varie assemblee di Quartiere)
non si limitano solo a visitare
le nostre case, ma addirittura
si fermano a banchettare! Finalmente si è messa a bilancio
l’assunzione di altri vigili (che
ci auguriamo siano utilizzati
per questo scopo e non per
fare multe di divieto di sosta)
una maggiore illuminazione
delle zone a rischio e l’installamento di apparecchi di
videosorveglianza che se non
saranno però collegati con
la Stazione dei Carabinieri,
serviranno solo a sprecare
altri soldi.
Inquinamento
Il Sindaco ed i suoi tecnici
hanno sempre proclamato
che la sperimentazione della
viabilità è stata attuata per
ridurre anche l’inquinamento
prodotto dalle troppe auto
nella zona bassa. Peccato
però che non si siano accorti
nel frattempo che per pulire
i nostri marciapiedi vengono usati impropriamente
dei soffiatori a spalla che
sollevano nugoli di polve-
re (PM10, microrganismi,
parassiti) e che emettono
ululati che superano i 100
decibel. Queste macchine
sono nate per raggruppare
erba e fogliame su superfici
erbose e solo a questo scopo
devono venire utilizzate. E
che dire poi dell’immissione
nell’atmosfera, da parte di
aziende della nostra zona, di
fumi tossici che fanno mancare il respiro e che al cimitero
hanno cambiato il colore a
qualche monumento? Ma
che ci sta a fare un Ufficio
Ecologia se poi sono sempre
i cittadini a doversi accorgere
di queste cose e seppure più
volte sollecitati non riescono
a risolverle?
Piano del Governo
del Territorio
Invitati ufficialmente, insieme
a tutte le associazioni presenti
sul territorio alla presentazione del Piano stesso, abbiamo
chiesto ai relatori di esprimersi
in un modo più semplice e
non comprensibile solo agli
addetti. Ci hanno snobbato
dandoci quasi degli ignoranti.
È vero siamo gente semplice, senza titoli di studio,
che cercano di fare del loro
meglio. Meglio certo di chi
si è occupato della stesura
del documento arrivato in
questi giorni nelle case dei
Sommesi (opuscolo e CD)
e che ha scritto (e non è la
prima volta che lo vediamo)
“aereoporto”!!!
A proposito quanto ci è venuto a costare tutto questo???
I segretari dei Quartieri
di San Rocco
e San Bernardino
spazio
aperto
opinioni e cittadini
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 10
Di palo in frasca
“Quando ero ragazzino e frequentavo la chiesa (in quel piccolo
paesello chiesa, oratorio e osterie
erano le uniche distrazioni, ma,
per le osterie, ero ancora troppo
piccolo) nelle sue, a volte focose,
omelie, il parroco (era un tipo
un po’ fumantino: famosa la
sua invettiva “non illudetevi,
cristiani!”, con la quale ci metteva
in guardia dal maligno e dalle
lusinghe del mondo) si scagliava con veemenza, assai poco
cristiana, contro “i nostri liberaloni”. Digiuno com’ero allora di
politica non è che ci facessi molto
caso, poi, crescendo, capii che il
buon uomo, abbondantemente
pre-conciliare o, meglio, postconciliare del Vaticano I di Pio IX,
nato a pochi anni dalla breccia di
Porta Pia e imbevuto della cultura
del “non expedit”, del “non possumus” e dell’antimodernismo,
si riferiva a quei soggetti politici
che avevano come caratteristica un vigoroso anticlericalismo
aggravato, spesso, dall’essere
massoni. Va da sè che non amava
nemmeno i socialisti e, vade retro
Satana, i comunisti, da poco opportunamente, per la DC e soci,
scomunicati da quel fior fiore di
reazionario di Pio XII. Dei liberali
non me ne può importare di
meno, ma chissà se quel tipo là,
quello che si chiede costernato
perché non ci sono più i “compagni” di una volta, non si chieda
ora, tanto per cambiare, per par
condicio, dove sono i liberali di
una volta. Quelli che, in nome del
libero mercato, combattevano
trust e monopoli, erano per la
libera concorrenza, difendevano
la laicità dello stato, avversando
il clericalismo oscurantista e il
confessionalismo bigotto e parruccone, stavano sì dalla parte
dei ricchi e dei possidenti ma,
perlomeno, avevano scrollato
un parassita dalla pelliccia dello
stato unitario. Discorso lungo e
complesso, lo so, e quindi non
affrontabile in poche righe.
Solo un’ultima riflessione. I “liberaloni” odierni, che invocano gli
smithiani “animal spirits” del capitalismo e rimproverano sempre
i lavoratori col ditino alzato (famosa la frase di Agnelli negli anni
’80: “la festa è finita”. Per lui no di
certo, e per noi è mai cominciata?)
non disdegnano di ricorrere agli
aiuti del tanto vituperato Stato,
a volte prendendo sovvenzioni e
scappando con la cassa, a volte,
nei periodi di difficoltà, frignando
per avere aiuti e sgravi fiscali
a fondo perduto, quel che va
sotto il nome di pubblicizzazione
delle perdite e privatizzazione dei
profitti. Magari evadendo anche
tasse e contributi così, tanto per
gradire. A volte, semplicemente,
corrompendo e creando vere e
proprie associazioni per delinquere. Verrebbe da ire: liberali sì,
ma non fessi! I fessi sono quelli
che credono alle panzane del
“capitalismo compassionevole”
propugnato da quel “genio” di
Bush e dai suoi squallidi “neocons”, che hanno subito trovato
in Italia fervidi ammiratori.
Più passa il tempo, più la bulimia
di profitti fa strage di legalità:
lavoro nero, lavoro precario, morti
sul lavoro, evasione ed elusione di
tasse e contributi, inquinamento
e distruzione ambientale, disprezzo anche delle regole di quel
libero mercato di cui ci si riempie
la bocca, ma che viene lasciato
praticare agli altri. Ai fessi, appunto. E tralascio la finanziarizzazione
dell’economia, vera truffa, anzi,
grassazione.
Allora, figliolo, dove sono i “liberaloni” di una volta? Mi sorge un
dubbio: uno non sarà per caso il
Berlusca, quello che ha costruito
il suo impero mediatico, e non
solo, all’ombra del “socialista”
Craxi, del gran maestro della P2
Gelli, e con la compiacente legge
sull’emittenza del repubblicano
Mammi? Atroce dubbio!
- La Costituzione compie 60 anni:
è più giovane di me, che sono
nato mentre le odiose dittature
nazista e fascista agonizzavano
sotto i colpi dei partigiani e degli
alleati, non senza commettere
ulteriori stragi e massacri. Ma
queste vittime, come già detto,
pare non interessino molto agli
attuali amministratori di Somma
e ai loro elettori. Ce ne faremo
una ragione.
Pilastri di questa Carta sono la
libertà, la democrazia, la pace,
il lavoro, il rispetto dell’uomo,
la libertà di stampa e di parola
e tanti altri principi che sotto il
fascismo furono conculcati, ma
che qualcuno, forse, rimpiange,
avendone tratto, direttamente o indirettamente, vantaggi.
Molti di quegli enunciati sono
stati disattesi, o applicati solo
in parte. Dobbiamo a queste
resistenze conservatrici, e a volte
reazionarie, gli attuali ritardi e le
sperequazioni che polarizzano la
società: ricchi sempre più ricchi
(e piagnoni) e poveri sempre più
poveri, con lavoratori e pensionati
che faticano a tirare fine mese.
Ma, perlomeno, a dispetto di
fascisti, golpisti, stragisti, massonerie deviate, servizi segreti pure,
Stay Behind e Gladio, e brigatisti
vari, la democrazia ha tenuto: alla
faccia dei funerei nostalgici!
-...Noi certo abbiamo portato
pazienza dinanzi a cose stupefacenti... noi che siamo stati insidiati perché non parlassimo e
non udissimo più. Insieme con
la parola ci sarebbe stata rubata
perfino la memoria... (Tacito, Vita
di Giulio Agricola)
Si è tenuta anche a Somma la
“giornata del ricordo”. Naturalmente, le vittime ricordate sono
quelle delle foibe giuliano-dalmate. Non sia mai che si renda
omaggio alle vittime dell’Olocausto (sei milioni di ebrei) o ai milioni
di vittime della follia nazifascista
(politici, zingari, omosessuali,
minorati psico-fisici, ecc.) in tutta
Europa (venti milioni nella sola
Unione Sovietica!). O alle vittime
della risiera di S. Sabba, lì, da
quelle parti. O del lager fascista
di Arbe, sempre lì, in Istria.
Non parliamo, poi dei caduti della
resistenza, i “cosiddetti partigiani”, come ama dire un poveraccio
nostalgico nostrano. Nel suo
intervento S.E. il primo cittadino
(dobbiamo chiamarlo Sindaco o
Podestà?) ha pronunciato queste
alate parole (traggo dalla Prealpina): “È un’idea di Resistenza
che non è totalmente quella
che ci fanno passare”. Un po’
criptico il linguaggio, ma chiaro il
concetto. E qual è, di grazia, l’idea
di Resistenza che Lei vorrebbe, a
suo uso e consumo?
Quando uscirà questa nota (se
uscirà, sperabilmente senza
commenti in diretta) si sarà già
celebrato un altro 25 Aprile, il
63° dalla Liberazione. Sarà ancora
la solita solfa, qui a Somma? La
solfa di veder celebrati, accanto ai
combattenti per la libertà, i fascisti
servi, complici e manutengoli dei
nazisti? Si ricordi, il primo cittadino, che la fascia tricolore che
indossa, a volte a sproposito, è la
fascia tricolore della Repubblica
Italiana nata dalla Resistenza,
non quella della Republichetta
sanguinaria di Salò.
- Vi sarete accorti come, nella
regione leghista-ciellino-formigoniana tanto (da lui) decantata,
quella, per parafrasare i tedeschi,
a cui si ispira, del “modell Lombardei”, sia sempre più difficile
respirare. Superiamo abbondantemente i limiti giornalieri delle
polveri sottili e i giorni annui di
superamento degli stessi (alla
faccia dell’Europa, invocata solo
quando serve!). Va da sè che, con
le polveri, ingeriamo CO, CO2,
NOX, benzene, ozono, ossidi di
zolfo e tutte quelle sostanze
che fanno dell’aria lombarda
un micidiale cocktail che, più
o meno lentamente, scava la
fossa prematuramente a chi è
già verso il traguardo e scatena
una sequela di patologie anche
nei bambini e nei giovani. E qui,
in più, abbiamo Malpensa, capolavoro della “sagacia” dei forzisti
e dei leghisti (loro sì che vedono
lontano!).
Certo, non tutte le colpe sono
ascrivibili al ceto politico regionale, per quanto penoso e intellettualmente limitato sia. Concorrono anche i comportamenti
individuali, l’uso sconsiderato
dell’auto, la congestione edilizia
frutto dell’avidità e della miopia
di speculatori, a cui tengono bordone amministratori altrettanto
miopi e adusi a visioni di corso
respiro. D’altra parte, se il motto
del capitalismo è “arricchitevi”,
tutti i mezzi sono buoni. Peccato
che i soldi, i future, i bond, e le
obbligazioni non ci ridaranno mai
la purezza dell’aria, la chiarezza
delle acque, i profumi in base ai
quali, anche senza calendario,
sapevi in quale stagione eri. Ma
sì, basta, coi piagnistei. Avanti
così, verso il sole (offuscato 300
giorni l’anno) dell’avvenire. Ingurgitando chimica per sfuggire ad
altra chimica. Malati nello spirito
prima che nel corpo. Vittime
inconsapevoli del fuoco di chi
si dice nostro amico, che lo fa
per il nostro bene. Sempre più
alienati, sempre più sconnessi
dalla vita. Tutto questo capita
quando al “robinsonismo”, cioè
alla capacità di misurarsi con la
natura, rispettandola, si sostituisce la bruta e violenta volontà di
sfruttamento e di rapina propri
del capitalismo, laddove si eleva
il valore di scambio a misura di
tutte le cose. Tempo al tempo:
i nodi stanno già venendo al
pettine. Fa dire Sofocle al coro
nell’Antigone: “...alcune volte il
male stesso è bene / agli occhi di
colui / di cui sospinge a perdizione
l’anima / un dio...” Il che fa il paio
col detto di Euripide: “Quos vult
Iupiter perdere, dementat prius”
(Giove toglie prima la ragione a
quelli che vuole rovinare). A tanto
ci porterà questo agghiacciante
materialismo liberista, così povero
di laica spiritualità, così ricco di
disvalori.
-Quando, circa quarant’anni
orsono, mi affacciai all’attività
sindacale, molti erano ancora i
problemi sul tappeto: l’eterna
questione salariale, tutt’ora irrisolta, il problema dei diritti in
fabbrica, il controllo dei ritmi di
lavoro, la lotta contro l’autoritarismo di padroni, capi e capetti,
il problema delle mense e quello
dell’orario di lavoro ecc. Su quest’ultimo punto, lo slogan era:
“lavorare meno, lavorare tutti”. Si
pensava che, nel tempo liberato, i
lavoratori potessero dedicarsi allo
studio, allo svago, alla famiglia,
ad accrescere il loro bagaglio
culturale e professionale: in poche
parole, a migliorare la qualità
della vita. Che peccassimo di
ingenuità e di utopismo si è scoperto dopo, durante i “favolosi
anni ’80” di craxiana memoria,
durante i quali la controffensiva
padronale cominciò ad erodere
le conquiste raggiunte. Gli anni
’90 aggiunsero la “conquista”
della flessibilità (per i padroni,
chiaro!) che, spesso, era sinonimo
di precarietà.
Oggi, lo slogan di quasi tutti è:
detassiamo gli straordinari. Il che
ci riporta, dritti dritti, allo slogan
che piace a lorsignori, “lavoriamo
di più, lavoriamo in meno”. Tutto
nel nome di santa Produttività e
santa Competitività.
Chiaro che i salari sono spesso insufficienti, ma altrettanto
chiaro che vi è un nesso stretto
tra incidenti sul lavoro e numero
delle ore lavorate (e stendiamo un
velo pietoso su sicurezza e lavoro
nero!). È ormai scientificamente
provato che, all’aumentare delle
ore lavorate, cresce la fatica e,
specularmente, cala la curva dell’attenzione, il che porta, ormai
troppo frequentemente all’incidente. Ma tanto, che importa:
morto uno, ce ne sono cento
ai cancelli della fabbrica: morirò
senza essere capace di digerire
questo delinquenziale cinismo
vile e assassino!
Se peggiorano le condizioni di
lavoro, peggiora la qualità della
vita, eternamente sospesa tra il
consumismo coatto e la frustrazione del non avere. Già ma la
concorrenza, il PIL... A volte non
sorge anche a voi il dubbio di
essere avvolti nelle spire mortali
di un meccanismo che si autoperpetua e ci soffoca?
Per parafrasare Primo Levi, giudicate voi “se questo è un uomo”,
e se questo è un mondo e una
vita degna di essere vissuta. Sempre con la testa bassa, sempre
eterodiretti, sempre più schiavi e
sempre meno padroni del nostro
destino.
-Due ultime notazioni. Abito a
poca distanza da Via Marconi, e
vi transito spesso. Da quando è
aperto il “grande cantiere”, quasi
quotidianamente vi vengono
bruciati “en plein air” materiali
di scarto tra cui, dall’odore nauseabondo, non manca la plastica.
Ora, ogni somaro sa ormai che,
bruciando la plastica a bassa temperatura, si sprigiona diossina.
Già così sarebbe grave (ma, si sa,
agli amici e ai potenti si permettono cose che ai comuni mortali
sono vietate!) se non fosse che,
a pochi metri, vi sono le scuole, la
biblioteca e il campetto dove gli
studenti fanno sport (campetto
usato, ahimè, anche per le scorribande pomeridiane in motorino
da parte di alcuni disadattati).
Nessuno ha mai protestato? Dove
sono i responsabili del cantiere?
E gli apprensivi genitori? E gli
insegnanti?
Proseguo ed entro nel parco Porro. Qui lo sconcio è vergognoso.
Una parte è stata adibita a latrina
a cielo aperto, con annessi e
connessi. I lampioni distrutti. Una
parte del tappeto verde altrettanto, perché usato come campo di
calcio (i pali della porta, va da sè,
vengono ricavati demolendo la
staccionata in legno). Cartacce,
mozziconi, lattine, bottiglie. Le
panchine lordate dalle suole dei
tamarri che, si sa, non si siedono
come i comuni mortali, no: loro
siedono sulla spalliera appoggiano le loro luride scarpacce
(firmate, of course!) sul sedile,
Ma tanto, ormai, è territorio loro.
Da tempo non vedo più anziani,
lì: il branco impera (e, anche qui,
motorini a go-go, alla faccia dei
divieti).
La mia domanda è semplice: posto che educare i tamarri è ardua
impresa, chi lo fa? La famiglia?
La scuola? Quando mai. Loro
sono figli della TV, del computer,
dei videogiochi, del telefonino,
a cui si delega il compito, con
gli esiti che sono sotto gli occhi
di tutti: irrispettosita, maleducazione, prepotenza, violenza
(corre l’obbligo di precisare, per
il politically correct, che si tratta di
una minoranza, anzi, di un’infima
minoranza: senz’altro mio figlio
no. E chi ne dubitava?). Allora,
forse sarebbe tempo, visto che
la carota della tolleranza e del
permissivismo non funziona (da
tempo ha fatto retromarcia anche
il dott. Spock!), di usare il bastone
(metaforicamente, per carità).
Esisteranno dei responsabili nell’amministrazione comunale a cui
è delegata la tutela della salute e
dei parchi. Suppongo di sì. Ecco,
allora, visto che la primavera è
arrivata, il sole brilla, la natura è
in fiore, gli uccellini cinguettano
allegri, alzino per cortesia il loro
riverito deretano e si degnino di
svolgere il lavoro per il quale sono
pagati, verificando e controllando
“de visu” lo stato di degrado, e
adottino gli opportuni provvedimenti.
Personalmente mi sono convinto
che solo con la pressione costan-
te, col fiato sul collo e con giuste
sensazioni si riesca non dico ad
eliminare il fenomeno della maleducazione ma, quantomeno,
a limitare i danni. Questa gente
deve imparare che il bene pubblico (e anche l’aria lo è) non è
“res nullius”, e che, pertanto, va
tutelato. I giovani hanno diritto ad
avere strutture aggregative che,
ne sono convinto, sia l’ultimo
dei pensieri di questa amministrazione, visto che ha avversato
e boicottato i timidi tentativi
dell’altra. Beh, invece di piangersi
addosso, i giovani si organizzino, si facciano sentire, lottino,
esercitino pressioni, non stiano lì
come amebe e, soprattutto, non
sottraggano alla collettività intera
la fruizione degli spazi verdi, quei
pochi che abbiamo: a quello già
ci pensano avidi palazzinari, col
beneplacito di chi ci amministra.
Non ho molta simpatia per Grillo
e per la sua vena populista e a
volte sguaiata e volgare (pur fra
indubbie verità) ma certe volte
mi vien voglia di urlare a squarciagola il suo slogan: un tonante
vaffa... Ma è poco educativo, e
mi trattengo.
-Ultim’ora - Sursum corda! È
tornato l’Unto del Signore, quello
che aveva talmente sballato i conti
da costringere i suoi successori a
una cura da cavallo per non essere
buttati fuori dall’Europa.
Ci attendiamo miracoli a manetta:
meno tasse, più salari e pensioni,
più sicurezza e, a Natale, il panettone. Tra i primi provvedimenti
promessi, il taglio dell’ICI (auguri,
sindaci: basta che non aumentiate l’IRPEF per pareggiare i conti, il
che sarebbe una semplice partita
di giro, che fotterebbe oltretutto
gli inquilini e avvantaggerebbe i
soli proprietari).
È allo studio la realizzazione in
ogni piazza d’Italia (non so in
“Padania”) di monumenti all’ex
stalliere di Berlusconi, Mangano,
pluriomicida mafioso, come consigliato da Dell’Utri, uno che se ne
intende e che lo giudica un eroe
(sfortunata quella nazione che ha
bisogno di eroi!), e la costruzione
di case di cura per i magistrati
che, notoriamente, soffrono di
turbe psichiche, sempre secondo l’untuoso pensiero. Ma non
facciamo dell’antiberlusconismo,
via: chi vince governa, chi perde
abbassa la testa e riparte, caparbiamente e senza complessi, ma
cercando di evitare i tanti, troppi
errori commessi nel tempo, che
hanno dissipato un patrimonio di
lotte e di saperi. Resta da capire
perché gli italiani abbiano sempre
bisogno di una figura forte, di un
taumaturgo, in cui identificarsi:
non è un comportamento infantile? Non sarà forse perché siamo
arrivati tardi alla democrazia, che
poi è stata tanto bistrattata da
una classe di governo indecorosa? Sorrido quando leggo sui
nostri giornali commenti sulla
capacità o meno di altri popoli
di essere adatti alla democrazia:
ma perché non ci guardiamo
allo specchio e facciamo un po’
di sana autocritica?
Mauro Picchetti
spazio
aperto
opinioni e cittadini
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 11
Case (in)popolari
All’inizio dell’anno, come
per incanto, si è venuti a
conoscenza che, grazie ad
un contributo dell’Aler e
della regione Lombardia di
euro 1.200.000,00, parte
della ex scuola elementare
doveva essere trasformata in
10 mini alloggi da destinare
ad anziani o giovani coppie
prevalentemente della frazione. Tutto ciò è avvenuto
senza alcun dibattito che
coinvolgesse la frazione, le
decisioni sono state tenute nascoste ai cittadini che
tutto si aspettavano fuorché
gli alloggi per anziani, comunità predominante nella frazione non certa bisognosa di
abitazioni; la quasi totalità
ha una casa in proprietà, ma
forse necessita di attenzioni
diverse e più mirate. Allora
a chi servono? Perché il sindaco ha taciuto? Da dove
è arrivata questa brillante
idea?
Quelle che preoccupano
sono le parole del sindaco
quando afferma che parte
degli alloggi saranno destinati ad anziani della frazione,
sapendo invece che le graduatorie vengono effettuate
su un regolamento regionale
e l’amministrazione non ha
alcuna voce in capitolo per le
assegnazioni, dovendo attenersi al regolamento. Come
se tutto ciò non bastasse si è
poi cambiato idea abbandonando la scuola e spostando
tutto il progetto su un PIC-
COLO terreno comunale
di circa 800 mq edificabile
(955 catastali) per costruire
12 mini appartamenti di
48 mq ciascuno dove gli
anziani o le giovani coppie
non avranno neppure la
possibilità di uscire di casa, e
si sentiranno in gabbia!!! E le
automobili, almeno 18, dove le metteranno? Nell’unica
assemblea di quartiere effettuata, il sindaco, che prima
di affrontare il problema
ha elencato tutti i progetti
promessi e non realizzati,
non poteva, per l’ennesima
volta, fare la figura di chi
cambia nuovamente idea,
altrimenti quale immagine
potrebbe dare di se stesso?
Certamente non si contesta
che “la gente di Coarezza è
molto accogliente e dotata
di grande umanità quindi
saprà integrare le persone disagiate”, ma l’affermazione
è apparsa in tale occasione
mirata allo scopo di non
lasciare possibilità di scelta,
concludendo con la domanda “quindi la vogliamo dare
una risposta alle persone che
hanno un degrado sociale
si o no?” Ma il sindaco non
si rende conto che si creerà
un nuovo problema a queste
persone sfortunate che si
sentiranno ancora più ghettizzate in una frazione già
con tanti disagi da affrontare
e risolvere.
Certe decisioni, signor Sindaco, vengono prese con
Destinazione del
5‰ delle imposte
Fondazione Casa di Riposo
“C. e V. Bellini” ONLUS
Si avvicina il periodo fissato
per la presentazione della denuncia dei redditi per l’anno
2007 e rinnoviamo l’invito
ai nostri concittadini di destinare il 5‰ delle imposte
che ciascuno deve allo Stato,
alla Casa di Riposo Bellini, da
tanti anni dedita all’accoglienza degli anziani privi di
assistenza famigliare.
Tra qualche mese inizieranno
i lavori di ristrutturazione per
creare e migliorare alcuni
ambienti e dare maggior
conforto ai nostri Ospiti; essendo la spesa necessaria
molto consistente, qualsiasi
aiuto rappresenta una boccata di ossigeno per le nostre
finanze.
Il nostro numero di codice fiscale è il seguente:
82007230129.
Confidiamo nella fiducia dei
nostri concittadini ringraziamo in anticipo e auguriamo
un ottimo 2008.
Il Presidente
troppa superficialità ci si
doveva pensare prima!
Si ricorda del grande progetto della via Orsa? Doveva
essere un fiore all’occhiello
e invece è stato un grande
fallimento con 200.000,00
euro sottratte alla comunità;
decine di persone multate
e quando, da Lei sollecitate
a consegnare le contravvenzioni, non ottenevano
soddisfazione: oltre al danno
anche la beffa.
Si ritiene che si debba riflettere, non è possibile andare
avanti con gli occhi chiusi
solo perché si hanno i soldi
da spendere. È molto più importante spenderli bene, via
Orsa è solo un esempio.
Una delle possibili alterna-
tive è di utilizzare il terreno
per costruire delle villette a
edilizia convenzionata per le
giovani coppie della frazione
che non trovano disponibilità di nuove abitazioni e
quindi costrette ad abbandonare il paese.
Tenga fede a quanto ha
scritto nel documento di
presentazione al PGT “la
valorizzazione delle frazioni
di Maddalena e Coarezza
inserite in un contesto di
grande valenza ambientale,
nell’ambito del consumo
“ecologico” e del “tempo
libero”.
Il progetto proposto va nella
direzione opposta.
Comitato Vivere
a Coarezza
Associazione Amici
della Chiesa
di San Vito ONLUS
Gentile amica/amico,
Anche quest’anno Ti chiediamo di destinare il 5
per mille delle Tue imposte dovute per il 2007
per aiutarci nella raccolta dei fondi necessari per
continuare i lavori di restauro della Nostra bella
Chiesa di San Vito.
Indica nella casella riguardante il “sostegno
delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale ecc..” il seguente codice fiscale:
91027390128.
Abbiamo bisogno del Tuo sostegno.
Grazie di cuore.
Il direttivo
Praga 1968: la speranza, l’illusione
Che strano effetto sapere che
sono passati quarant’anni dalla
famosa “Primavera di Praga”, la
breve stagione che caratterizzò
le speranze di molti ceco-slovacchi, fiduciosi di un cambiamento
che sembrava dover arrivare,
complice anche il vento di rinascita che soffiava in Europa e in
America; soprattutto alla luce
del nostro tempo, così diverso
e così lontano da quella realtà.
Sembrava vicina per quel piccolo
popolo l’ora della rivincita dei
giovani, degli studenti, degli
operai e degli intellettuali, su
una vecchia e obsoleta classe
dirigente, burocrate e conservatrice che doveva tener conto
delle imposizioni di Mosca e
che al suo interno aveva ancora
membri del partito compromessi
col passato staliniano; era un
bel sogno che la gente stava
vivendo, fiduciosa che quei politici che avevano osato sfidare
il Cremlino potessero garantire
al paese un futuro migliore,
senza il pesante bavaglio che il
regime sovietico aveva imposto
al pensiero e alla cultura della
Cecoslovacchia. Erano gli anni
sessanta, quelli che per certi versi
molti amano ricordare come “I
Favolosi”, fatti di libertà sessuale,
di emancipazione della donna,
di innovazioni nel campo della
musica, del design e della moda;
gli anni dei Beatles, degli Who e
dei Rolling Stones, di Bob Dylan e
la sua caustica poesia, dei capelli
lunghi, delle minigonne, delle
droghe leggere e dei grandi
raduni Hippie che dal 1967 in
poi si stavano diffondendo tra i
giovani; poi col ’68 il pacifismo
e la stagione dell’amore lasciarono improvvisamente il posto
alle contestazioni studentesche,
agli scioperi e alle occupazioni di
fabbriche e università; in Italia, in
Francia e in Inghilterra leader carismatici come Mario Capanna,
Daniel Cohn-Bendit o Tariq AIì
guidavano la protesta studentesca, e negli Stati Uniti la polizia
uccideva quattro manifestanti
alla convenzione del Partito Democratico a Chicago, le “Black
Panther” mettevano a ferro e
fuoco i ghetti nelle metropoli, gli
atleti neri Tommy Smith e John
Carlos, salutavano col pugno
chiuso la loro premiazione alle
olimpiadi di Mexico City, per
protestare contro la discriminazione razziale e l’odiosa guerra
del Viet-Nam che il loro paese
stava insensatamente portando avanti e Bobby Kennedy e
Martin Luther King venivano
ammazzati dai colpi sparati da
due fanatici.....
lo me lo ricordo bene il giorno dell’invasione della Cecoslovacchia da parte dei carri
armati delle truppe sovietiche
(ma c’erano anche bulgari, ungheresi e polacchi), nonostante
nel 1968 avessi solo 12 anni
- un’età strana, in cui non sei
più un bambino, e quindi hai
già perso quella visione infantile
del mondo e stai già per uscire dalla sfera “protettiva” dei
genitori, ma non hai ancora la
consapevolezza e la capacità di
comprendere in fondo gli avvenimenti, la politica, il costume
e soprattutto di valutarne con
sufficiente maturità la portata
- Si, mi ricordo di quell’estate:
avevo finito di frequentare la
prima media, e mi ero distinto
per via del fatto di farmi regolarmente allontanare dall’aula dal
prete, durante l’ora di religione;
nonché per le mie stravaganze.
Ricordo soprattutto le “discussioni” con il mio compagno di
banco, lui filo-americano e io
filo-russo, in una polemica più
dai sapori calcistici che non politici - “I russi hanno la dittatura
e la gente non è libera di comprarsi ciò che vuole!” - diceva il
mio amico; “Ma gli americani
fanno la guerra nel Viet-Nam
e uccidono tanti innocenti!”
rispondevo io... “Si ma loro sono
più forti e presto andranno sulla
luna... e i russi no!”. Era una
bella disputa. Poi era arrivata
l’estate, avevo passato il mese
di luglio in vacanza coi nonni
materni sulle colline bolognesi,
e il mese successivo ero tornato
a casa; mia madre era al mare
e mio padre in giro per lavoro;
una sera, mentre ero in casa di
un amico, sua mamma entrò di
colpo nel salotto terrorizzata: “I
russi hanno invaso la Cecoslovacchia!” - urlò e ricordo che
tutti noi cademmo in un lugubre
silenzio per qualche istante. Nei
giorni seguenti, tra un gioco e
l’altro e la spensieratezza di sempre, ogni tanto qualcuno diceva
che la Russia aveva fatto una carognata ai ceco-slovacchi e che:
“mio papà mi ha detto che sono
solo dei comunisti bastardi!”
Erano cose “da grandi” di cui
non si poteva capire il significato,
certo, ma in fondo al cuore, e
nonostante avessi simpatie per
una certa ideologia di sinistra,
sapevo che quel fatto era molto
grave e una cosa brutta, come la
guerra del Viet-Nam. Eppure per
l’immaginario di un ragazzino di
dodici anni la Cecoslovacchia
era un posto dove non avrei
mai voluto andare, così cupo e
opprimente (almeno pensavo),
fatto di immagini sgranate in
bianco e nero che derivavano
dalla memoria di racconti ascoltati da bimbo sui ghetti ebrei
durante l’invasione nazista, di
popolazione ridotta alla fame, di
oscuri personaggi che parevano
usciti da un racconto di Kafka.
“lo non andrei mai in Cecoslovacchia, in vacanza!” - dicevo
agli amici, “Sono tutte persone tristi, che vivono sempre al
freddo e sotto un cielo grigio...”
Neanche potevo sognarmi a
quel tempo che invece a Praga,
la vita era tutta un fermento e
non era poi tanto diversa dalle
altre capitali europee; c’erano
famosi registi d’avanguardia
come Vera Chytilová, che aveva
vinto il premio della critica nel
1967 al Festival del Cinema
Indipendente di Bergamo con
il suo bel film del ‘66 “Sedmikvásky”, (Le Margheritine),
capolavoro di lirismo onirico;
oppure Jan Nemec, Juraj Jakubisko, o Svánkmajer, maestro
della tecnica a metà fra la ripresa
fotografica e il disegno animato,
e leader del gruppo surrealista;
o ancora Zdenec Kapác, Karol
Zeman, di cui si ricorda il bel film
sul Barone di Münchaushen,
sempre per metà cartone e per
metà girato con attori o Miloš
Forman, in seguito fuggito negli
Stati Uniti e divenuto regista di
fama mondiale. Ma poi c’erano
anche pittori come Albìn Brunovsky e artisti come Jirí Srnec e il
suo “Teatro Nero”, lo spettacolo
in piccole sale rivestite di pareti
nere e illuminate con la famosa
lampadina ultravioletta, o poeti
e scrittori come Ladislav Novak,
Jirí Kolar, Vaclav Havel, artista
figurativo e sceneggiatore che
in futuro sarà presidente della
Repubblica Ceca. E c’erano parecchi locali nel centro come lo
Sunshine o l’F-Club e concerti di
gruppi beat ogni fine settimana;
i più famosi erano i Matadors,
che suonavano covers di complessi inglesi, i Rebels che proponevano un genere folk-rock,
i Framus Five che suonavano
rhythm and blues, gli Olympics
che cantavano in ceco alla maniera dei Beatles e i Primitives,
il primo gruppo psichedelico di
Praga a cantare brani dei Doors;
c’erano le bellissime ragazze in
minigonna che venivano guardate con occhi sbalorditi dai
turisti russi in giro per le strade
e i giovani hippies dai capelli
incolti che vendevano collanine
a Ponte Carlo...
Poi, dopo l’invasione di agosto
l’aria si era fatta pesante, gli
scontri aperti tra manifestanti
e milizia sempre più sanguinosi,
i capi della rivolta incarcerati o
fatti sparire “misteriosamente”
e infine si arrivò al 13 gennaio
1969 e al tragico gesto di lan
Palach, lo studente che, seguendo l’esempio dei monaci
buddisti, i “bonzi”, per protesta
contro l’invasione si cosparse
di benzina e si diede fuoco in
Piazza San Venceslao e morì in
ospedale dopo qualche giorno
tra sofferenze atroci - anche
di quello mi ricordo e di come
la gente ne parlasse inorridita;
ricordo anche che una decina
d’anni fa, alla radio trasmisero
un frammento originale di una
registrazione di un’intervista che
un giornalista fece a Palach nel
suo letto d’ospedale, e il sentire
quella voce fioca, rotta da respiri
di dolore, ma alquanto lucida
nelle risposte, mi diede i brividi.
Altri studenti di cui purtroppo
non è rimasta memoria seguirono l’esempio di lan, ma nessuna
azione concreta, a parte le parole
di condanna fu presa da parte
dei governi occidentali; la paura
di una guerra atomica, le ripercussioni e le piccole “sporche
faccende” dei vari paesi non lo
avrebbero permesso. Nel resto
dell’anno poi gli americani arrivarono finalmente sulla Luna,
con grande soddisfazione del
mio compagno di banco, ma
per (vero o falso a seconda
delle convinzioni) che sia stato
l’allunaggio, da quel momento il
nostro satellite, simbolo magico
di innamorati e romantici o
oggetto vituperato dai futuristi,
perse molto del suo fascino,
ridotto a semplice, muta pietra grigia. Ci fu in seguito il
monumentale festival pop di
Woodstoc che segnò il declino
dell’era hippie e l’uccisione di
un ragazzo nero da parte degli
Hell’s Angels ad Altamont e la
violenza, lo spaccio di droghe
pesanti, ne decretarono la fine.
E ancora, la strage di Bel-Air a
Los Angeles, dove membri della
“famiglia” di Charles Manson
trucidarono varie persone tra
cui Sharon Tate, la bella moglie del regista polacco Roman
Polansky; la guerra nel Biafra
e la bomba di Piazza Fontana
del 12 dicembre con tutti i suoi
morti... gli anni sessanta erano
definitivamente conclusi e con
essa l’utopia, la gioia, la speranza
e l’illusione di mille Primavere
di Praga.
Luca Selvini
spazio
aperto
Genitori informati e formati
Corso di formazione per i genitori del Circolo didattico
“G. Rodari” di Somma Lombardo
Nel mese di febbraio, per
tre serate, la sala Giovanni
Paolo II è stata aperta a tutti
i genitori dei bambini e dei
ragazzi che frequentano le
scuole del circolo didattico
Rodari. Ad invitarli è stata
la direzione didattica, che
ha risposto alla crescente
domanda di informazione
e di formazione su temi oggi emergenti. Nella prima
serata numerosi genitori ed
insegnanti hanno incontrato
alcuni esperti, appartenenti
all’ASL di Varese, che coadiuvano i docenti nella gestione
di un progetto denominato
“Gli stili di vita nella scuola”
finalizzato all’acquisizione
di corrette abitudini relative
all’alimentazione, all’attività fisica e alla pratica del
fumo. Le informazioni ricevute hanno da un lato
confermato quanto ormai
consolidato, dall’altro hanno
rappresentato degli elementi
sorprendenti. Siamo tutti
consapevoli, infatti, che i
nostri ragazzi potrebbero
mangiare in modo più equilibrato, rispettando la “piramide alimentare” e le cinque
porzioni minime giornaliere
di frutta e verdura. Sappiamo che ormai è necessario
integrare la loro attività fisica,
perché non è più sufficiente
il gioco pomeridiano per
mantenersi in forma. I mezzi
di comunicazione, infine, ci
hanno già fatto capire che
l’età a rischio di tabagismo
si sta abbassando fino a toccare l’ultimo periodo di frequenza della scuola primaria.
Sorprendono, invece, alcune
dichiarazioni raccolte tramite
questionari rivolti ai ragazzi
spazio
aperto
Direttore responsabile:
Gerardo Locurcio
Comitato di Redazione:
Gianluca Sari, Paolo Tatti,
Alberto Visco Gilardi,
Mauro Picchetti,
Andrea Vaccariello,
Cristiana Marzolo,
Saverio Fantacuzzi,
Luciano Lombardi
della nostra Provincia: le scarse conoscenze e la precocità
di situazioni di disagio.
I consigli non sono poi stati
molti: essere coerenti alle
buone abitudini di vita prima
di tutto noi adulti e fare fatica
oggi e tutti i giorni perché i
nostri figli apprendano a vivere in modo sano e salutare,
in vista del loro domani.
Le successive serate sono
state di stampo diverso e
con una diversa relatrice:
la dottoressa Coglitore, psicologa, che ha affrontato il
tema toccante del ruolo genitori odierno. La dottoressa innanzitutto ha spiegato
come la propria esperienza
infantile, dell’essere figlio,
sia fondamentale per identificarsi come genitori; in
altri termini, i nostri attuali
modi di relazionarci si sono
costituiti già nel passato,
quando abbiamo imparato
ad avere relazioni nel rapporto coi nostri genitori.
Questa eredità potrebbe
sembrare quasi “genetica”
ed immodificabile; in realtà,
mediante la maturazione di
una consapevolezza circa i
comportamenti quotidiani,
è possibile intervenire sugli
stili relazionali critici e perseguirne di virtuosi. Pertanto
non si devono sentire sopraffatti dai sensi di colpa quei
genitori che riconoscono di
aver commesso degli sbagli
coi figli.
Si può, infatti, dar senso e
costruire proprio a partire
dagli errori, a condizione
di farli emergere mediante il dialogo, nella consapevolezza che non esiste
il genitore perfetto, bensì
“sufficientemente buono”.
Un altro tema affrontato è
stato quello della difficile
ricomposizione dell’identità
femminile e maschile. Se per
la donna tale ricomposizione
richiede la mediazione tra
l’essere mamma amorevole
dedita alla prole, donna sociale lavoratrice e moglie, per
l’uomo tale processo risulta
ancora più difficile. Il ruolo
paterno, in effetti, risulta in
tensione tra l’uomo delle
regole sociali distante dalle
affettuosità il padre padrone
del passato ed il cosiddetto
“mammo”, troppo compromesso nella relazione con
la prole perché incapace di
portare la parte normativa
della coppia genitoriale.
Tra gli altri temi dibattuti,
particolarmente apprezzati
dai genitori presenti, occorre
ricordare il rapporto complicato dei figli con le mode.
L’oggetto del desiderio del figlio può essere, per esempio,
la merendina gustosa ma
poco nutriente, da mangiare
nell’intervallo o il cellulare da
farsi regalare per la Prima
Comunione, perché “ormai
ce l’hanno tutti”; in qualsiasi
caso il genitore deve vivere
il conflitto, avere il coraggio
di reggere il confronto e
mantenere le proprie linee
educative, a costo di sofferenze da ambo le parti.
Tutti gli spunti di riflessione,
approfonditi e discussi con
chiarezza ed interesse da
parte della dottoressa Coglitore, hanno sicuramente
arricchito i partecipanti incoraggiandoli nel loro mandato
educativo.
Cristina Boldarin
opinioni e cittadini
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 12
Riflessioni di una mamma
Comincio così: è difficile fare il genitore oggi se ci si vuole mettere in
discussione...
Così, con questo pensiero, ho deciso di partecipare agli incontri proposti
dalla Scuola, con la voglia di mettermi in discussione, con la voglia di
imparare, con la voglia di “vivere” i miei figli...
Gli incontri con la Dottoressa sono stati molto interessanti, pieni di
partecipazione, così cercherò, nel mio piccolo, di scrivere ciò che ho
“interiorizzato”.
La GENITORIALITA’, parolona per cui siamo stati chiamati a partecipare a questi incontri, è il lungo e continuo apprendistato per imparare l’arte di essere genitori,
è il processo attraverso il quale si impara a diventare genitori capaci di prendersi cura
e di rispondere in modo sufficientemente adeguato ai bisogni dei figli.
Essere genitori è cercare di percepire quello spazio interiore che inizia a formarsi proprio
ora, quando i nostri figli cominciano a crescere e a confrontarsi con il mondo, quando
a poco a poco nel loro piccolo cominciano a interiorizzare i comportamenti, i messaggi
verbali e non-verbali, le aspettative, i desideri, le fantasie dei loro genitori (noi).
Abbiamo, noi genitori, costantemente bisogno di offrire cure adeguate ai bisogni del
bambino, di vivere e rivivere emozioni positive e stimolanti insieme a lui, di aiutarlo a
“regolare” i propri stati emotivi e organizzare l’esperienza e le risposte comportamentali adeguate che ne conseguono; vorremmo essere una struttura di riferimento, una
cornice e corrispondere a quel bisogno fondamentale del bambino che è il bisogno
di avere dei limiti e vorremmo poter modificare continuamente noi stessi in base alla
crescita del bambino, coinvolgendolo, facendogli nuove proposte o sapendo cogliere
dal bambino i suoi nuovi segnali evolutivi: direi che, se tutto questo e molto altro ,è
genitorialità, il “voler imparare ad essere genitori” è un’impresa veramente complessa,
ma allo stesso tempo affascinante.
Tra quanto ho appreso e interiorizzato una cosa si è rivelata estremamente importante:
per educare bene un figlio, occorre innanzitutto educare se stessi. Per quel
che mi riguarda posso dire che mi sono impegnata molto sia nel cercare di ampliare
le mie conoscenze che nel provare a migliorarmi sotto il profilo umano, professionale
e soprattutto genitoriale; e il fatto che la Scuola possa aiutare i genitori in questo
percorso l’ho trovata un’idea assolutamente positiva.
Il potersi confrontare, anche nella quotidianità, con altri genitori e poi con un’esperta,
mi ha fatto sentire meno fragile in alcune mie scelte e mi ha fatto mettere in discussione
su altre. L’aver potuto sentire parlare altri genitori di esperienze personali e confrontarle
con la mia realtà ed esperienza ha fatto si che, nel mio inconscio, mi si sia aperta una
nuova “porticina” rimasta chiusa un po’ per pigrizia, un po’ per “ma si passiamoci
sopra”, un po’ per “l’inesperienza di fare il genitore”.
Far partecipi tanti genitori del fatto che il modo per scrollarci di dosso i retaggi educativi (che non ci procurano benessere) esiste davvero, che per favorire una buona
crescita soprattutto spirituale dei bambini occorre dare una mano ai loro papà e alle
loro mamme nel divenire coscienti di quali siano i veri presupposti di una salutare
educazione è quanto ho colto da questi incontri.
Una mamma, Francesca
La nostra provincia è immune dalla Mafia?
Consulenza editoriale,
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Corbetta (MI)
tel. 02.972111
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Questa pubblicazione viene
stampata in 7.000 copie
su carta riciclata ed inviata
gratuitamente
a tutti i nuclei familiari
residenti nel Comune
0331 259854
Nonostante la parvenza di
tranquillità che regna qui al
nord, anche le nostre zone
sono affette dal male della
criminalità organizzata. Come gruppo scout abbiamo
svolto un’attività di ricerca
su “che fenomeno è la Mafia? (per meglio capire cos’è
e come agisce la Mafia)”.
Dopo un anno di lavoro,
durante il quale abbiamo
cercato di capire le origini
e le peculiarità di questo
fenomeno che affligge il
nostro Paese, abbiamo voluto incontrare un agente
della Digos di Varese che,
oltre ad aver partecipato
al Maxi-Processo del 1986,
svolge tutt’ora indagini nel
nostro territorio. S., l’agente
sopra citato, ci ha riferito che
anche nella nostra provincia sono presenti numerosi
fatti di Mafia. In seguito ad
un’indagine congiunta tra
la magistratura milanese e
quella elvetica è stato scoperto un giro di riciclaggio di
denaro da parte della cosca
Ferrazzo di Mesoraca. Il denaro frutto di atti criminali
veniva trasferito in Svizzera
passando dalla provincia di
Varese. Il fatto più scandaloso è che i giornali della
nostra provincia non hanno
riportato la notizia, mentre
è apparsa su un giornale locale calabro “Il Crotonese”
del 5 febbraio 2008.
Vogliamo pertanto mettere
in rilievo questo fatto: sono
più informati di ciò che accade nelle nostre zone coloro
che abitano a più di mille
chilometri di distanza. Forse,
nonostante tanti uomini
coraggiosi abbiano perso
la loro vita per combattere
la Mafia, oggi noi abbiamo
paura a dire questa parola, forse anche i mezzi di
informazione preferiscono
insabbiare piuttosto che
denunciare. È importante
che noi giovani troviamo il
coraggio di aprire gli occhi e
di far sentire la nostra voce
per dire che non ci lasceremo
vincere dalla Mafia.
Per Clan Arcobaleno,
Somma Lombardo 1
Silvia Calzolari,
Stefano Fontana,
Andrea Antoniotti
spazio
aperto
Pellegrinaggi 2
Immaginate una macchina
stracarica... con tutto il necessario ed anche qualcosa
in più per una vacanza libera
in “plein air”.
Si partiva per un nuovo viaggio con qualche apprensione, non avevamo notizie
di prima mano su ciò che
avremmo trovato, ma la
nostra passione vinceva su
tutto e tutti!
A chi ci chiedeva la nostra
destinazione rispondevamo
vagamente che saremmo
andati in Grecia traghettando a Brindisi... Spesso è
inutile descrivere un’idea di
viaggio specialmente a chi
non condivide questa passio-
ne oppure non concepisce
come ad agosto l’unica meta
possibile non siano spiaggia
e mare!!! Valga ad esempio
l’affermazione di un titolare
di campeggio romagnolo:
“Ma cosa andate a fare fino
là? C’è il mare anche qui!”
Beata ignoranza.
Nonostante l’ora tarda l’aria
era calda, appiccicaticcia, il
mare a pochi metri non portava alcun beneficio, il piazzale una piastra arroventata,
la nave era già lì ad aspettarci
anche se mancavano ore alla
partenza...
Noi ovviamente eravamo
giunti con largo anticipo
“Prima arriviamo, prima sa-
...in ricordo di
Guido Mosterts
Ho letto con attenzione la
lettera del Signor Maurizio
Maria Rossi riguardo al ricordo del Sig. Ing. Guido
Mosterts che, ovviamente,
coinvolge anche il pensiero a
tutta la famiglia di ”Suzette e
Giorgio” capostipiti dell’era
industriale. Quello che mi ha
colpito l’affermazione ”Somma conobbe la prodigalità
della Famiglia Mosterts che fu
sempre pronta a considerare
i dipendenti del lanificio la
loro famiglia allargata”. Si
deve quindi sapere che la
riconoscenza dei due terzi
dei dipendenti, di un certo
giorno, sfilarono con le bandiere per il paese di Somma
Lombardo inveiendo contro
i proprietari del lanificio additandoli come sfruttatori
e ricattatori... Il fatto che
fossero due terzi furono le
dichiarazioni pubbliche degli
organizzatori della sfilata i cui
rappresentanti erano e sono
sempre gli stessi! Io ero dal
barbiere (Ercolino) e con me
c’erano alcuni amici e, tutti
dico tutti, restammo esterefatti per l’evento ma scioccati
dalle cattive espressioni miste
a volgarità che uscivano dalle
bocche dei contestatori. Credo proprio che il signor Maurizio Maria Rossi non fosse al
corrente di quanto avvenuto
perché, probabilmente, la
sua evocazione si sarebbe
fermata al fatto industriale
in cui la coperta di Somma
fece conoscere il nome di
Somma nel mondo. Il finale
della manifestazione fu che
,guarda caso, il giorno dopo
cominciò la lenta “voluta
crisi” del lanificio di Somma!
Comunque, per quel poco
che può valere, un sincero
plauso alla Famiglia Mosterts
ed un ringraziamento per
quanto hanno tentato di
fare malgrado l’ignoranza e
la cattiveria politica.
Ritengo giusto, quindi, che
chi c’era si ricordi e coloro i
quali non c’erano sappiano
di questo fatto perché la memoria umana è elastica...
Albino Vaglietti
liamo” si pensava! E invece
NO! Ci passarono avanti
praticamente tutti, semplicemente perché essendo
noi tra i pochi a scendere
al primo porto della tratta,
naturalmente dovevamo
essere i più vicini al punto
di sbarco.
Nel mezzo di una notte poco tranquilla un repentino
bussare ci desta da un lieve
sonno: lo steward avvisava
che entro poco saremmo
giunti alla nostra destinazione. Erano le quattro del
mattino!
A quell’ora solo il porto era
animato, il resto della città,
il resto di Igoumenitsa, era
spento.
Tentando di vincere il sonno
ci dirigiamo verso l’entroterra
ma arrivati sulle sponde del
lago di Ioannina... il crollo.
Con la schiena rotta per
aver dormito in macchina
ripartiamo decisi a raggiungere la nostra meta: le “Meteore”.
La prima volta, mentre arrivi,
neanche te ne accorgi tanto
ti sovrastano, tanto le prime
pareti così strapiombanti
sul paesino di kalambaka
nascondono quasi tutto alla
vista.
opinioni e cittadini
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 13
Quando poi ti infili nella strada che si inerpica tra questa
meraviglia della natura scopri
che una volta tanto su questa
bellezza l’uomo è riuscito a
metterci la così detta ciliegina: al limitare di un altopiano
si staccano enormi picchi rocciosi simili a colossali menhir
sulla cima dei quali, uomini di
fede hanno costruito secoli
fa bellissimi ed inespugnabili
conventi.
Tutto era nato anni prima
dall’utilizzo, come rifugio,
delle aperture nelle rocce
da parte di anacoreti che poi
con l’aiuto dei loro discepoli
hanno iniziato la costruzione
di questi aerei luoghi di fede
e contemplazione, protetti
dalla confusione del mondo
dai loro vertiginosi confini.
Il passare del tempo non ha
intaccato la semplicità, la
povertà di questi ambienti
dove tutto è indirizzato alla
vita monastica: preghiera,
contemplazione e lavoro.
L’unica ricchezza, l’unica
concessione alla bellezza
terrena è a privilegio del
luogo più sacro: la chiesa,
sempre riccamente decorata
come d’uso nella religione
ortodossa.
I santuari sono ora più facil-
mente raggiungibili, scale e
passaggi scavati tra le rocce
hanno sostituito gli argani
che tempi addietro recuperavano persone e materiali,
questo consente un flusso
continuo di pellegrini e viaggiatori che se da un lato ha
portato un po’ di scompiglio
nella vita dei monaci, d’altro
canto consente di recuperare
finanze utili al mantenimento e restauro di questi straordinari “eterei” edifici.
La visita è sicuramente
emozionante e l’atmosfera ti invita ad un contegno
particolarmente rispettoso,
parlare sommessamente è
un’esigenza, non un obbligo
ed è un piacere acquistare
piccoli manufatti prodotti da sapienti quanto umili
artisti.
Guardando oltre le finestrelle
di uno scricchiolante infisso
che permetteva di contemplare il baratro sottostante
ed uno spicchio della pianura tessalica, pensavo come
questi uomini e donne che
hanno scelto di vivere isolati,
osservando il mondo esterno
lo vedano così piccolo... e
non solo perché lontano.
Stefano Dal Tin
Vergiate: Villaggio del Fanciullo
12° Anniversario
della scomparsa
di Padre
Oreste Cerri
Si è svolta domenica 24 febbraio 2008 la commemorazione di Padre Oreste Cerri
(molto conosciuto anche a
Somma Lombardo) con una
grande manifestazione al
Villaggio del Fanciullo dove si
è tenuta la S. Messa officiata
dal Vescovo Mons. Luigi
Stucchi, presso il Sacrario
internazionale dei Caduti
e Dispersi in Russia. Anche
quest’anno il Comitato
Nazionale Ricerche Onoranze Caduti della R.S.I.
ha presenziato a questa importante manifestazione con
il Presidente Nazionale Giampiero Ingignoli, la signora
Franca e Giampietro Villa con
la nostra Bandiera. Il Sacrario
Internazionale dei Caduti e la
Cripta votiva dei Dispersi in
Russia fu costruito nel 1955
all’interno della struttura di
accoglienza voluta da Padre
Cerri (Cappellano Militare
dell’ARMIR) ed affiancato
nel 2003, dal Museo della Memoria, che conserva
cimeli e testimonianze di
guerra appartenuti a Padre
Cerri e raccolti dalle varie
Associazioni d’Arma. Con la
presenza di numerose autorità politiche, militari e religiose
tra cui il Parroco di Vergiate
Don Claudio e il Prevosto
di Somma Lombardo Don
Franco la manifestazione ha
preso avvio da Piazza Matteotti dove si sono radunati i
gruppi delle varie associazioni
d’arma e di volontariato e con
la regia del Gruppo Alpini di
Vergiate il lungo corteo, con
la Fanfara dei Bersaglieri di
Vergiate in testa, ha marciato
sino al Villaggio. Durante la
funzione religiosa, l’alfiere
del Comitato Naz. Ricerche ed Onoranze Caduti
della R.S.I. Giampietro Villa
e il portabandiera dell’ANPI
di Vergiate (si proprio loro:
l’associazione partigiani!)
sono stati invitati entrambi
a partecipare all’Offertorio.
Gesto molto significativo
apprezzato anche da Mons.
Stucchi; alla fine il pranzo
che ha concluso in bellezza
la giornata. Prossimo appuntamento al Villaggio il
14 settembre: “Giornata del
Ricordo”.
Franco De Tomasi
Comp. il Direttivo Nazionale Comitato Ricerche
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aperto
opinioni e forze politiche
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 14
Considerazioni sui risultati delle elezioni politiche
del 13-14 aprile 2008
La chiusura delle recenti elezioni
politiche ha riservato due sorprese di grande rilevanza: il successo
elettorale della Lega Nord e la
caduta rovinosa della sinistra
massimalista che ha trascinato
con se il Partito Socialista presente
in Parlamento da 116 anni.
È chiara quindi la tentazione
di esprimere giudizi, formulare
ipotesi, commentare senza pregiudizi ma senza ipocrisie fatti
così importanti per la vita politica
del Paese, anche per calibrare
l’azione politica di governo della
nostra comunità.
Sul significato ultimo della vicenda Lega riteniamo abbia pesato,
oltre alla difesa degli interessi
territoriali, anche la questione
posta in grande evidenza in tutti
i sondaggi preelettorali riguardante la sicurezza individuale
e dei beni, soprattutto quella
percepita dal singolo più che
quella garantita (si fa per dire)
dal Governo in carica.
Dall’orefice costretto a farsi giustizia da se, alla signora aggredita,
rapinata, massacrata e scaraventata in un fosso; dalla coppia anziana aggredita in casa, torturata
e uccisa per farsi consegnare le
chiavi della casa padronale, all’uccisione di quattro ragazzini investiti da un automobilista ubriaco
e rimandato libero sulla parola ed
ai recentissimi tentativi di violenza
ed omicidio di donne indifese da
parte di immigrati clandestini a
Milano e Roma, tutto concorre a
creare un forte movimento di ripulsa dell’illegalità e di richiesta di
tutela più puntuale ed avvertita.
Di ciò beneficiano senza dubbio
movimenti politici radicati sul
territorio e devono rendersi interpreti i partiti e le organizzazioni
premiati dal voto.
Per quanto riguarda la seconda
sorpresa e cioè l’esclusione imprevista dell’ala sinistra estrema dal
consesso parlamentare, l’analisi
deve essere più approfondita in
quanto la giustificazione della
ripulsa degli italiani nei riguardi
di formazioni da sempre attive
nel panorama politico non può
essere liquidata con quattro considerazioni affrettate.
Dei rapporti tra la Sinistra Arcobaleno, il governo Prodi e
il Partito Democratico e delle
reciproche accuse, nonché dell’intercettazione dei voti della
classe operaia da parte della Lega,
altri parleranno e ne sono pieni gli
organi di stampa. In questa sede
si ritiene opportuno analizzare
(ovviamente sommariamente)
comportamenti e riferimenti storici che concorrono a giustificare
l’opinione andata formandosi tra
la gente e che di conseguenza
hanno condizionato l’espressione del voto.
È anche una buona occasione per
rispondere dalle colonne dello
stesso giornale ad un articolo
comparso nel numero precedente, elogiativo del comunismo
con l’enfasi delle vestali a guardia
della probità, infarcito dei soliti
riferimenti eruditi a rinforzo di
deboli e fuorvianti argomentazioni, zeppo di insulti gratuiti e
di propagandistiche affermazioni che evidentemente hanno
lasciato il tempo che trovavano
e non hanno impedito che l’elet-
Elezioni politiche e provinciali 2008:
valutazioni in sede locale
Le recenti consultazioni elettorali
hanno sancito un risultato netto
sia a livello nazionale, sia a livello
locale a favore della coalizione
di Centro-Destra (PDL e LEGA
NORD) ed hanno archiviato
definitivamente l’esperienza del
governo Prodi. Certamente nel
voto si può leggere un giudizio
negativo nei confronti del governo uscente, ma anche una
scelta alternativa allo stesso,
senza che abbia prodotto risultati
apprezzabili il tentativo di “riciclarsi come nuovo” affannosamente
compiuto da Walter Veltroni . Ad
una analisi più attenta appaiono
evidenti anche altre situazioni
francamente inaspettate che
meritano, a mio parere, una serie
di approfondimenti, tenendo
sempre a mente che ogni vero democratico non può che
prendere atto del risultato delle
urne, che piaccia o no, ed a nulla
valgono anatemi o risentimenti
verso gli elettori. La scelta degli
italiani, infatti, non lascia spazio
a molte interpretazioni: sono
scomparsi dal nostro Parlamento,
complice il sistema elettorale, tutti
i partiti ed i gruppi politici con un
esplicito riferimento ideologico
sia a sinistra (sinistra arcobaleno
e partito socialista su tutti) sia a
destra (la destra-fiamma tricolore)
e ciò indipendentemente dalla
loro storia più o meno recente o
dalle ragioni della loro genesi e lo
stesso grande successo della Lega
Nord, partito tutt’altro che ideologico, va nella stessa direzione.
Personalmente non mi aspettavo
una tale rivoluzione, ma tant’è: il
risultato, come dicevo prima, è
inequivocabile. A livello locale
l’esito elettorale ha rispecchiato
molto da vicino, nelle elezioni
politiche, i risultati complessivi
della regione Lombardia, rispettando una tradizione Sommese,
sempre molto allineata al voto
regionale e nazionale. Nelle consultazioni Provinciali, abbiamo
avuto un ulteriore incremento
dei consensi della Lega Nord,
fenomeno comune a tutta la
provincia, a dimostrazione, a mio
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parere ,come questo movimento
abbia saputo meglio di tutti interpretare gli umori dei cittadini.
Ciò non significa che solo la Lega
rappresenti il nostro territorio,
infatti il PDL rimane il primo Partito
provinciale ed a Somma anche
con uno scarto maggiore, circa
quattro punti in percentuale, ma
certamente ci aiuta a capire come
sia importante, giustamente,
seguire da molto vicino i problemi
della gente. Il nostro impegno
sarà sempre più quello, anche
perché l’unico somme se che è
entrato a far parte del Consiglio
Provinciale è Massimiliano Carioni
del PDL e grava da oggi sulle
sue spalle la rappresentanza del
nostro territorio. Sono certo che
con l’aiuto di tutti, sarà utilissima
la sua presenza a Varese per
garantirci quei servizi essenziali
che i nostri cittadini richiedono
e, credo, meritano appieno di
veder realizzati.
Marcello Pedroni
Coordinatore cittadino
di Forza Italia
torato (anche quello di Somma
in particolare) allontanasse senza
ripensamenti l’ala sinistra massimali sta dal Parlamento. Adeguato alla succitata pubblicazione
mi diverte qui ricordare quanto
detto recentemente da Luciana
Litizzetto alla trasmissione “Che
tempo che fa” rivolgendosi a
Diliberto: - Dili! Per una volta
togliti gli occhiali e guardati nello
specchio e dì: “ma che c...o sto
dicendo!”.
Contrariamente a quanto sarebbe semplice supporre, riteniamo
sia negativo che forze politiche,
anche se rappresentative di minoranze ferocemente avversarie,
non siano presenti in Parlamento
nell’arco della legislatura garantendo la dialettica democratica.
È inevitabile tuttavia che si rifletta
sulle ragioni che hanno generato
tale situazione e che non ci si
fermi alla giustificazione dettata
da rapporti conflittuali contingenti tra componenti dello stesso
schieramento; ben più profondo
deve essere stato il malessere
dell’elettorato se il flusso di voti
dall’estrema verso il centro è
stato così consistente da essere
determinante.
Si impone quindi, a nostro avviso,
una non ipocrita analisi del significato che nell’epoca moderna
assumono ideologie che hanno
caratterizzato il novecento e della
loro corrispondenza alla domanda di ceti, categorie ed in ultima
analisi alle aspettative della popolazione coinvolta in fenomeni
planetari come la globalizzazione
e la prevalenza del mercato.
È stato scritto e detto che chi non
è comunista a vent’anni è senza
cuore, chi lo è ancora a cinquanta
è uno sconsiderato. Veramente
non era quest’ultimo il termine
usato, ma, fatto salvo il senso,
non ho intenzione di riferire insulti
(in questo caso non gratuiti) come
qualcuno di mia conoscenza usa
fare da queste pagine.
In effetti non sono completamente d’accordo con questa
battuta, anche se ne apprezzo
validità e sinteticità, perché non
è una accusa di sconsideratezza
quella più adeguata in quanto
bisogna distinguere tra chi non
accetta che i suoi convincimenti
vengano messi in discussione
trattandosi delle poche certezze
accumulate in anni di frustrazioni, e chi ostinatamente ricerca
il potere e lo vuole esercitare
prepotentemente su un “parco
buoi” da indottrinare e usare per
fini personali. Dei due preferisco
tutto sommato il primo.
Nato da una scissione del Partito
Socialista nel 1921, il Partito
Comunista Italiano non è mai
stato forza di governo (tranne
sporadiche e contingenti esperienze), ma la sua nomenclatura
ha strumentalizzato l’originale
ideologia solidale del Partito Socialista, che contemperava gli
interessi dei singoli con quelli
della collettività, al fine di costruire
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un’utopia prevaricatrice in cui
il pretesto della lotta di classe
era strumento per la conquista,
detenzione e gestione del potere
in quanto tale e perlopiù fine a
se stesso.
Visto da un socialista, il comunismo nella sua evoluzione
planetaria ha rappresentato la
degenerazione del socialismo,
appannandone valori e ideali e
capovolgendo finalità ed interessi. Il socialismo sostenitore della
sovranità del popolo e del riscatto
sociale delle classi lavoratrici, nel
corso del novecento in molte
nazioni è diventato il sistema
totalitario comunista persecutore
delle masse proletarie, affossatore delle libertà fondamentali,
prepotente padrone delle menti
e delle coscienze, accanito killer
dei dissidenti o anche solo di chi
intendesse discutere le azioni
di una ristretta oligarchia. Poco
importa che in Italia abbia assunto una veste più moderata
e consona alla natura tollerante
degli italiani; la fedeltà e l’acquiescenza alle formazioni sovietiche
e maoiste ha caratterizzato e
tuttora marchia i comportamenti
dei nostri sostenitori.
Anche oggi, in ogni luogo al
mondo in cui si sia insediata
l’utopia comunista, l’azione
di governo è rappresentata
da dittature che solo obtorto
collo accettano forme limitate
temporalmente e localmente di
evoluzione democratica costrette
a ciò dalla diffusione incontrollabile dei mezzi di informazione
(telefoni e televisioni satellitari in
primo luogo). Da una analisi dei
rapporti internazionali risulta poi
evidente come una organizzazione di governo comunista tenda a
definire rapporti sodali con ogni
forma di governo autoritaria o
dittatoriale in quanto si sente da
questa sostenuta, legittimata e
garantita. Per chiarire il concetto si
potrebbero riportare esempi reali
che fanno parte delle cronache,
anche attuali, riportate dai mezzi di informazione di normale
diffusione.
Su questo tema, per esempio, si
registra in questi giorni la reazione
della Cina (ancora comunista per
chi si fosse distratto) alla protesta
e annessa manifestazione dei
monaci tibetani.
L’organizzazione del potere ha
reagito esattamente come pochi
mesi fa ha reagito la dittatura
militare del Myanrnar (ex Birmania): lungi dal dialogare, capire
ragioni e motivazioni e concedere le necessaria autonomia,
ha provveduto a massacrare e
imprigionare la dissidenza disarmata e non violenta.
A chi segue le vicende politiche
internazionali appare altrettanto
evidente la strenua difesa delle
posizioni di potere acquisite dalla
nomenclatura comunista che si
inventa il diritto di successione
dinastico come nell’ottocento.
Tanti esempi si potrebbero ci-
Ric.
tare, comprendendovi anche
casi nostrani, che confermano e
documentano come conquistare
il potere ed esercitarlo anche
contro le legittime attese delle
popolazioni è stato, è e sarà lo
sport prediletto degli esponenti
comunisti, lontani mille miglia
dall’originale idealità socialista.
Queste annotazioni non sono
frutto avvelenato di una campagna revisionista, ma semplicemente riferimenti di cronache
attuali che chiunque può leggere
sui quotidiani presenti in edicola;
non c’è bisogno di inventare nulla: è tutto chiaro e descritto nei
particolari sulla stampa di destra
e di sinistra ed evidentemente
l’elettore non ha fatto fatica a
formarsi una idea di come sia
ormai inattuale e consegnata
ad un passato molto prossimo la
riproposizione di forme di governo demagogiche, massimaliste e
totalitarie.
Il tentativo di proporre il governo
di una aggregazione di sinistra
conservatrice, disomogenea ,
ricattata da minoranze rossoverdi-comuniste massimaliste,
motivata solo dal contrasto personalizzato al lider dello schieramento avverso, è naufragato
due volte, innescando da ultimo un processo di revisione a
360 gradi della rappresentanza
parlamentare, e molto probabilmente della stessa significatività
dei termini “destra” e “sinistra”,
più ragionevolmente sostituibili
con i termini “ conservatori” e
“progressisti”, evidenziando il
paradosso che “conservatrice”
è sicuramente l’ala sinistra dello
schieramento.
Ultima considerazione, e un
rimpianto, suggerita dall’esito
delle elezioni e, purtroppo, dalla
conseguente cancellazione dal
lessico parlamentare dei termini
“comunista” e “socialista” per
scomparsa dei partiti di riferimento, e riguardante un fenomeno
che ci distingue in negativo tra
le democrazie occidentali: la presenza in Italia di una consistente
componente comunista più o
meno massimalista perennemente opposta al riformismo
socialista ha sempre impedito,
come è stato recentemente rilevato, che in Italia si creassero
le condizioni per la crescita e
l’affermazione di una forte socialdemocrazia laica alternativa
di governo come avvenne nelle
maggiori nazioni Europee: Germania, Francia, Spagna, Inghilterra, Portogallo, ecc.
Ben venga quindi il terremoto prodotto dalle consultazioni
elettorali del 12 aprile 2008,
terremoto che forse la comunità
dovrà pagare con qualche scossa
di assestamento ma che alla
lunga si spera sia salutare per la
democrazia e la governabilità di
questo Paese.
Renato Trucco
Direttivo di Forza Italia
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L’ora del
cambiamento
opinioni e forze politiche
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 15
Le elezioni politiche 2008 hanno significato per il nostro
Movimento una crescita al di
là di ogni aspettativa; a Somma
siamo passati dal 14,5%, ottenuto nel 2006 alla Camera, al
24,6%; questo valore migliora
ancora, superando il 26%,
nello scrutinio per il rinnovo
degli organi provinciali. Vuol
dire aver saputo intercettare
gli orientamenti di molti nuovi
elettori ed avere contribuito
alla grande affermazione della
Lega in tutti i territori e le città
del Nord, dal Piemonte al Friuli
all’Emilia, nei centri come nelle
periferie. Chi si ostina ad attribuire a questo esito il senso di
una protesta non ha capito che
con questo voto si sono allineati gli obiettivi di rappresentanti
e rappresentati. Non si tratta
quindi di un semplice moto di
ribellione ma del risveglio delle
coscienze. Quelle di un popolo
che ha finalmente preso atto
della impossibilità di risolvere
i problemi con le logiche della
vecchia classe politica ed ha
trovato il coraggio di affrontare
il cambiamento concentrando
la scelta sull’unico progetto
politico serio, concreto e vicino
ai bisogni reali dei cittadini. Si
sono avvicendati i governi,
si sono trasformati anche i
partiti, ma i problemi si sono
incancreniti.
La cosa che rende la vittoria
ancora più significativa è che,
nonostante infinite difficoltà
ed ostilità, il disegno politico
della Lega sia rimasto invece sempre coerente per oltre
vent’anni. Questo disegno si
regge su tre elementi essenziali:federalismo, sicurezza,
infrastrutture, obiettivi che
oggi sono addirittura diventati punti di riferimento nei
programmi di altri partiti. Un riscontro così esteso ci riconosce
dunque le capacità ed il peso
politico necessari per attuare il
rinnovamento, promuovendo
la conversione degli ideali in
realizzazioni tangibili. Duemilacinquecentosettantanove
volte grazie agli elettori di Somma che ci hanno accordato la
loro fiducia.
Una attenta
analisi
del voto
Claudio Scandroglio
Sezione di
Somma Lombardo
Evviva, siamo in 17.000,
con tanti, tanti extracomunitari
1.309 i residenti di cittadinanza straniera
Lo scorso 31 dicembre la
popolazione sommese ha
sfiorato i 17.000 abitanti, per
la precisione 16.988. Ma il
dato più eclatante è il nuovo
record di 1.309 stranieri
regolarmente residenti,
con un incremento annuo
del 25%. Se aggiungiamo le
diverse centinaia di clandestini, molti dei quali in attesa
dell’ennesima sanatoria, di
fatto almeno il 10% dell’intera popolazione che vive sul
nostro territorio è costituita
da stranieri. E non potranno
che crescere ulteriormente
se consideriamo i futuri ricongiungimenti famigliari
ed il loro indice di natalità
che è almeno triplo rispetto
a quello dei Sommesi.
Significativo il fatto che la
soglia dei 17.000 abitanti
era stata già raggiunta circa
trent’anni fa, mentre oggi lo
stesso numero è costituito da
una percentuale sempre più
crescente di stranieri. Pertanto il futuro della nostra città,
benché variopinto e multicolore non sarà certo roseo. E se
la realtà odierna è già quella
di un centro divenuto terra di
conquista di extracomunitari
spesso dediti, con le dovute eccezioni, a ubriacature,
risse e vandalismi, è facile
prevedere a quale ulteriore
degrado andremo incontro
quando, nell’arco di uno o
due decenni gli stranieri,
Europa
Albania
221
Romania
199
Ucraina
38
Gran Bretagna
15
Polonia
14
Altri Stati dell’Europa 63
Totale
550
Africa
Marocco
203
Senegal
56
Costa d’Avorio
21
Tunisia
17
Nigeria
6
Altri Stati dell’Africa 25
Totale
328
Asia
Pakistan
Cina
India
Sri Lanka
Bangladesh
Altri Stati dell’Asia
Totale
America
79
68
68
31
21
19
286
Perù
74
Ecuador
30
Brasile
15
Argentina
7
El Salvador
5
Altri Stati dell’America14
Totale
145
anche se divenuti per legge italiani a tutti gli effetti,
costituiranno la maggioranza della popolazione.
E lasciamo pure ai nostri
avversari il solito ritornello
che si tratta di un fenomeno
inarrestabile di cui bisogna
prendere atto e che rientra
nei grandi mutamenti della
storia dei popoli. Deve essere
chiaro che le cause vanno ricercate in scelte politiche ben
precise: quando due anni fa,
l’allora governo Prodi, insieme a pochi altri dell’Unione
europea, spalancò le frontiere a rumeni e bulgari, di fatto
diede il via ad una invasione
biblica che è tuttora in corso.
Si stima che in tutta Italia
ne siano già arrivati oltre
seicentomila. In particolare
per quanto riguarda la nostra
città, il numero dei rumeni,
regolarmente residenti,
in un anno è quasi quadruplicato passando da
57 a 199. Ma dove avranno
trovato alloggio tutti questi
fuggiaschi dalla terra di Dracula? Rivolgiamo la domanda al sindaco Colombo, nella
speranza che, tra una crisi di
pianto e l’altra per qualche
aereo in meno, trovi il tempo
di rispondere. Vorremmo
sapere se sono stati verificati
i requisiti dell’alloggio che, a
norma di legge, nell’ipotesi
di quattro occupanti, devono
essere di almeno 65 mq. E
anche come si sbarca il lunario a Somma con circa 200
euro mensili pro-capite, cifra
ritenuta sufficiente (!) da una
recente delibera della Giunta
Comunale (per la precisione
5.061 euro annui per il soggiorno del richiedente e di un
suo famigliare).
Nell’attesa che chi governa
la città, oltre che ad autorizzare la costruzione di nuovi
alberghi e di altre centinaia di
appartamenti, si faccia carico
delle reali preoccupazioni dei
Sommesi, pubblichiamo i
dati che abbiamo acquisito
dai servizi demografici del
Comune aggiornati al 31
dicembre 2007.
Luigi Bollazzi
Insieme per
Difendere Somma
Elezioni del 13-14
aprile 2008
I risultati elettorali hanno premiato quelle forze politiche
che più di altre hanno saputo interpretare sia l’emergenza
della sicurezza dei cittadini nei confronti dei clandestini e
degli immigrati in genere, sia l’emergenza del crescente
costo della vita che, almeno al Nord, trova la sua risposta
nel federalismo fiscale. Meno tasse a Roma significa
non solo più soldi in busta paga, ma anche più risorse
per il nostro territorio e in particolare per la viabilità.
Lo sanno, ad esempio, i nemici del federalismo che i
Sommesi, in un solo anno, versano allo stato centrale
oltre 100 milioni di euro che corrispondono all’incirca
al costo della Tangenziale? E che, senza finanziamenti,
non verrà mai realizzata?
Ci preoccupa, invece, il pressoché totale disinteresse
di tutte le forze politiche nei confronti dell’emergenza
ambientale, che, nonostante la temporanea riduzione
dei voli di circa il 15% affligge sempre il nostro territorio.
E questo, per quanto ci riguarda, preclude in prospettiva
qualunque possibilità di dialogo sia con il centrodestra
che con il centrosinistra.
Luigi Bollazzi
Insieme per Difendere Somma
Cari concittadini, alla luce dei
risultati delle recenti elezioni
politico-amministrative è doverosa una breve analisi.
Adesso è evidente a tutti
l’obiettivo che i due schieramenti maggioritari avevano
in mente: la cancellazione
dei partiti minori.
Purtroppo, per molti di essi
l’annientamento politico si
è verificato (vedi il partito di
Storace e i partiti di estrema
sinistra). In questo contesto
emerge il grande risultato
dell’UDC che, nonostante
la campagna aggressiva dei
due grandi schieramenti nei
suoi confronti, ha mantenuto inalterati i consensi che
aveva in passato. Forti della
nostra storia e del nostro
orgoglio, noi siamo ancora
presenti sul territorio e in
Parlamento, dove lavoreremo per non deludere tutti
coloro che hanno voluto
darci fiducia. Anche nelle
amministrative siamo andati
molto bene, aumentando i
consensi e riconfermando
un dato politico che imporrà
a chiunque vorrà governare
Somma un confronto con
noi. Grazie a tutti gli elettori
che ci hanno supportato ed
aiutato nell’intensa battaglia
elettorale che si è appena
conclusa esprimendoci la
loro fiducia con il voto.
Anche se, nonostante lo
sforzo e i lavori compiuti,
il risultato non è stato sufficiente a farci raggiungere
l’obiettivo, siamo comunque
orgogliosi del consenso ottenuto e dell’ottimo lavoro
svolto in questi anni al servizio dei Sommesi.
Il nostro impegno continua,
va avanti il progetto comune
condiviso con PDL e Lega,
con cui collaboriamo con
serietà e professionalità.
Un caloroso in bocca al lupo
va al nostro concittadino Assessore Massimiliano Carioni
che è stato eletto Consigliere
provinciale a Villa Recalcati, e
che sarà anche la nostra voce
oltre che la voce della nostra
città in Provincia.
Lombardi Alberto
UDC Somma Lombardo
Ahi Malpensa,
vituperio delle genti
Selezione di versi del poeta e saggista Luigi
Crenna di Sesto Calende
Stelle cadenti non vedo,
ma aerei grifoni rampanti
gremire di continuo
l’ormai livido, plumbeo cielo;
e le sventagliate di luce
delle discomusic
continuo scandaglio
ricordano la guerra;
e per rifugio le cantine.
Ma finalmente una meteora
repentina sembra manifestarsi
missile aria-aria sfiorare un aereo;
poi deflette e si perde nel vuoto.
Disprezzo, sopruso:
quel rumore prepotente continuo
penetra la carne e corrode la psiche.
Ed è acuto lo sento, altissimo
il soffocato rabbioso urlo
del prigioniero assediato.
Notti serene e cielo blu,
tremule stelline occhieggianti da lassù;
malinconici amori
naso all’insù;
nell’estatico silenzio della notte
dialoghi creature creatore;
ora è il rumore
e le luci sguaiate di un reattore.
Ma di già ormai
altre luci prepotenti
odori e rumori
inquinamento e gas
trafiggono e penetrano ovunque;
per molti è impossibile coesistenza,
sfrattati, delocalizzati;
insignificanti esistenze
scosse nel proprio essere.
Inutili affanni, amari disinganni
delocalizzazione, amara illusione.
Ma forse delocalizzato dovrebbe
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aperto
opinioni e forze politiche
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 17
Intervista sul bilancio 2008 di Somma Lombardo
Circolo di
Somma Lombardo
A cura di Francesco Calò
Fra qualche giorno si andrà
ad approvare l’atto più importante del Consiglio Comunale ovvero il Bilancio.
Abbiamo intervistato l’ex
assessore al bilancio della
giunta precedente Aurelio
Gorlini per avere una sua
indicazione.
Ci si appresta ad approvare il Bilancio 2008, come
lo vede l’ultimo assessore
della precedente Amministrazione?
Premetto che quanto affermerò è il pensiero di tutto
il PD del quale faccio parte
come socio fondatore. Alla
sua domanda rispondo che
lo vedo poco chiaro; sia per
le entrate sia per le spese.
Soprattutto lo vedo poco
chiaro e molto penalizzante
nel futuro per i cittadini.
Una piccola analisi elettorale
Il dato elettorale del Partito
Democratico, per alcuni, potrebbe sembrare fallimentare
ma personalmente non reputo che le elezioni del 13
aprile siano state un fallimento. Il Partito Democratico si è
presentato per la prima volta
agli elettori ed ha ricevuto a
livello nazionale il 35% dei
voti. Questo è un dato che se
non ci fa cogliere la vittoria a
livello nazionale, comunque
fa trasparire come un unico
partito, e non l’insieme dei
3/4 partiti, si sia ben radicato
sul territorio dopo pochi mesi
dalla nascita.
Ma il dato importante che
esce fuori dalle urne è che il
PD non è la semplice somma
dei Democratici di Sinistra e
della Margherita. Il Partito
Democratico ha ottenuto
una somma maggiore dei
voti espressi dai partiti suoi
fondatori. Insieme a questo
se veniamo al nord, il PD
rispetto all’Ulivo è in netta
crescita. Addirittura a Varese
è il secondo partito (battendo
la Lega) e a Somma per un
centinaio di voti non lo è.
Se guardiamo anche il dato
delle provinciali, anche qui il
circolo sommese, può uscire
con un sorriso. Il risultato ottenuto è buono visto che nel
nostro seggio forse è stato
quello con delle candidature
importanti. Il dato importante è come una cittadina
di Ferno si sia imposta in
maniera ottima su un territorio come quello di Somma Lombardo. Vorrei quindi
ringraziare la professoressa
Franca Magnoli per la buona
campagna elettorale che ha
sviluppato sul territorio.
Il circolo di Somma del Partito
Democratico reputa che questo sia un buon inizio ma allo
stesso tempo si rende conto
che bisogna rimboccarsi le
maniche ed incominciare a
lavorare per le elezioni comunali. In che modo? Partendo
dal fatto che non ci piace una
politica di immagine ma una
di concretezza, vorremmo
continuare a lavorare come
abbiamo fatto durante la
campagna elettorale portando persone del calibro
di Enrico Letta e parlando di
problemi concreti che hanno
i nostri cittadini. Per far questo utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione,
dalle assemblee pubbliche, al
nostro sito internet (www.
partitodemocraticosomma.
com). Mettendo al centro il
cittadino e non l’immagine
della città.
Francesco Calò
Portavoce Partito
Democratico
di Somma Lombardo
Vuole indicare il perché.
Vede io ho fatto parte di una
maggioranza ed esprimo un
ringraziamento all’Amministrazione precedente, perché
ha lavorato per i cittadini e
non per l’immagine di se
stessi, come sembra quell’attuale. Lo scopo nostro era
quello di mettere al primo
posto i bisogni delle persone
e poi il resto, fatto salvo tutto
quanto risulta essere obbligatorio o indifferibile.
Nel concreto, come si esprime nei riguardi dei due
argomenti indicati delle
entrate e delle spese?
Nei riguardi delle entrate mi
vengono i brividi se noto che,
dopo ben sette anni che non
si accendevano mutui, se non
per l’emergenza fognatura di
Corso Repubblica nel 2003 di
470000 euro, si fa accesso a
questa modalità di finanziamento per 960.000 euro per
il 2008 e di oltre 5000000 per
il 2009 con altri 2500000 nel
2010. Questi mutui, ai quali
deve essere data una motivazione, comportano degli
impegni di spesa per tutta
la durata del mutuo stesso,
non tanto per il rateo quanto
per gli interessi; e vanno ad
aggravare le spese correnti.
I mutui si devono accendere
per le opere primarie e non
per l’immagine. Certo che se
si usa il sotterfugio di accenderli per finanziare in parte
le opere primarie, sembrano
indispensabili.
Ho l’impressione che si vuole
mandare la finanza comunale in disfacimento.
Per le entrate è l’unico
problema?
No. Si rileva anche la previsione di un avanzo colossale pari
a 2000000 di euro, avanzo
determinato dopo l’ultimo
assestamento di novembre
2007, chissà da che cosa
determinato, tanto più che
questi non possono essere
usati prima di luglio 2008, ossia dopo il consuntivo 2007.
Un’altra voce riguarda le entrate per la tassa d’imbarco;
ipotizzata in 400000 euro
ma non definito l’utilizzo.
Di questi si deve prevedere
un utilizzo per la mitigazione
ambientale per chi soffre dei
disagi di Malpensa.
E nel campo delle spese
cosa ritiene di indicare.
Due sono le voci di spesa su
cui si dovrebbe intervenire,
stornando quote per altri capitoli di spesa. Il primo relativo
al costo del personale incrementato di 430000 euro.
Dovuto in parte al rinnovo
contrattuale senz’altro giustificato; ma la quota maggiore è causata all’aumento
di personale, ben 11 persone
in organico più alcune fuori
organico.
Ma da cosa sono causate
queste assunzioni.
Alcune dovute a passaggio di
attività al comune come il Catasto, oppure ad accresciute
esigenze dei servizi alle persone, come l’assistente sociale,
accanto a questi ce ne sono
altre di cui non si comprende
la necessità. Sarebbe meglio
usare parte di queste risorse
e trasferirle nel Sociale per i
bisogni della gente, viste le
criticità in aumento. D’altro
poi, nell’ipotesi di costituire
una patrimoniale, sarebbe
logico vedere come si risolve
questa per definire quali sono gli organici da trasferire.
Vi sono poi alcune spese
d’investimento che, a mio
parere, sono eccessivamente
concentrate.
A quali si riferisce?
Mi riferisco ad 1900000
euro destinati a piazze e
pavimentazione strade. Credo che siamo all’esagerazione. Pur ritenendo utili questi
interventi, ritengo debbano
essere diluite nel tempo, destinando una quota di queste
ad altri interventi primari o
alla riduzione di mutui o per la
sicurezza ambientale da sempre trascurata. Tanto più che
è dimostrato che non si ha la
capacità di spesa così elevata
per questi interventi.
In conclusione cosa pensa
del bilancio nel suo complesso.
Penso e spero che sia rivisto considerando queste
osservazioni e quelle che
presenteranno i consiglieri PD, altrimenti credo che
ci si troverà costretti a fare
sempre più sacrifici, perché
oggi privilegiano l’apparire
e l’immagine che pensare
al cittadino sempre più in
difficoltà.
propria della Lega. Il terzo
aspetto, fortemente legato
al secondo, ci parla di un
fallimento le cui responsabilità sono tutte in capo alle
forze politiche della sinistra.
Questo è il dato di realtà da
cui occorre partire per uscire
da questa situazione e ridare
alla sinistra il ruolo che storicamente ha sempre avuto
in questo Paese, quello della
difesa prioritaria del mondo
del lavoro. L’esperienza dei
due anni di Governo, nonostante l’impegno delle forze
della sinistra, non è riuscita
a restituire al mondo del
lavoro quei provvedimenti
fortemente attesi per andare incontro al reddito dei
lavoratori, per contrastare
la precarietà del lavoro, per
contrastare il carovita, per
alzare la gran parte delle
pensioni. Quando si era riu-
sciti, seppure in ritardo, ad
approvare la redistribuzione
del “tesoretto” verso salari e
pensioni, qualcuno ha fatto
cadere il Governo. Un dato
è certo: più la sinistra si è indebolita nel corso degli ultimi
anni e più sono regredite le
condizioni del mondo del
lavoro. Gli errori non sono
certo dei lavoratori, sono
tutti della sinistra che a partire da qui deve riprendere in
fretta il proprio cammino per
tornare ad essere forza politica determinante in questo
Paese, forza politica capace
di rappresentare in termini di
massa il mondo del lavoro.
Sembra un paradosso, ma
nel momento più difficile
per la sinistra italiana è proprio della sinistra che c’è più
bisogno.
Carmelo Foti
Rifondazione Comunista
I pericoli di una Sinistra indebolita
Il risultato uscito dalle urne
delle ultime elezioni politiche è degno di attenzione
per tre elementi che si sono
prodotti nel sistema politico
del nostro Paese: il primo è la
polarizzazione del voto verso
le due coalizioni sino a disegnare un sistema che tende
non già al bi-polarismo bensì
al bi-partitismo (il partito di
Berlusconi e quello di Veltroni), il secondo è il successo
della Lega Nord, il terzo (inedito) l’uscita dal Parlamento
della Repubblica delle forze
politiche della sinistra storica,
che si presentavano con la
lista della Sinistra Arcobaleno, per la prima volta in
Italia dal dopoguerra. Sul
primo aspetto ha pesato una
campagna elettorale che ha
visto i due “grandi partiti”, in
teoria avversari l’uno all’altro,
complici in realtà di una svolta istituzionale cui entrambi
mirano per accaparrarsi nei
prossimi anni la totalità della
scena politica. Lo strumento
da entrambi utilizzato è stato
il passaggio dal “voto libero”
alla messa in scena del “voto
utile”, utile appunto ai due
per detenere loro la quasi
totalità dei rappresentanti
in Parlamento.
Su questo primo aspetto
pensiamo che l’operazione
messa in campo da Veltroni
con il Partito Democratico,
sebbene abbia raggiunto
l’obiettivo di estromette-
re dal Parlamento le forze
della sinistra, abbia fallito
nell’obiettivo prioritario, cioè
quello di battere Berlusconi
(Yes, we can!) o per lo meno
di raggiungere una situazione di pareggio al Senato. Il
risultato è stato invece il Paese consegnato alle destre con
una maggioranza che mai
avevano avuto dalla scesa in
campo di Berlusconi.
Sul secondo aspetto ci interessa più indagare la sua
motivazione sociale che
non le ripercussioni che tale risultato avrà e sta già
avendo nella coalizione di
centrodestra con la Lega che
sventola quel risultato sotto
il naso di Berlusconi e Fini
per rivendicare postazioni
di comando.
L’esplosione della Lega al
nord (ma non solo al nord) è
un fenomeno che ci riguarda
da vicino, dal momento che
anche un pezzo di elettorato
della sinistra ha deciso di dare
il proprio voto al “partito
padano”, convinto che il
federalismo fiscale e la “linea
dura” contro gli immigrati (la
Bossi Fini è ancora legge in
vigore) risolverà le condizioni
di sofferenza dei lavoratori e
pensionati del nord. Questo
è forse il terreno che dovrà
impegnarci maggiormente nei prossimi mesi, per
riconquistare alla sinistra il
consenso di molti lavoratori
e lavoratrici che si sono sentiti
“traditi” dalla sinistra, “traditi” dalle aspettative che avevano riposto due anni fa nel
Governo Prodi e che quindi
hanno scelto al posto della
rappresentanza della “identità di classe”, di lavoratori
appunto, la rappresentanza
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spazio
aperto
attualità
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 18
La nuova visione del mondo
Chiedo scusa ai Lettori di
questa bella rivista civica, se
affronto un argomento alquanto fuori dal comune.
Credo però che le cose che
sto per dire, possano essere di
un qualche interesse almeno
per i Lettori più curiosi.
In un libro che ho pubblicato
una trentina di anni fa, fornivo
i dati ONU sulla copertura cartografica della Terra agli inizi
degli anni Settanta: il 35%
era rappresentato in scala
1: 250.000 o minore (per
esempio, le carte stradali del
nostro TCI); il 15% alla scala di
1:100.000; il 10% alla scala di
1: 50.000, il solo 5% alla scala
di 1: 25.000 (tutte carte per
uso militare!) e soltanto l’uno
per cento alle scale tipiche per
la progettazione di massima
delle infrastrutture civili.
Una situazione quindi allora
allarmante: senza le carte
adatte alla progettazione delle infrastrutture, il progresso
civile e tecnologico è impossibile. Ebbene, trent’anni dopo
tutto è cambiato ed in maniera inaspettata. Cercherò di
spiegarlo, anche prendendo
le cose un po’ alla larga.
La possibilità di “misurare”
non direttamente sugli oggetti (dagli edifici sino al terreno
in generale) e di sostituire
quindi al pesante e gravoso
lavoro “in campagna” dell’ingegnere o del geometra ed
ai fini più disparati: da quello
limitato per le riconfinazioni o
per la valutazione dei terreni,
sino a quello assai più generale della redazione di carte
topografiche alle varie scale,
inizia a metà dell’Ottocento.
È però solo dopo la fine della prima guerra mondiale,
quindi dopo l’avvento del
volo “col più pesante del-
FIGURA1
FIGURA2
l’aria”, che la nuova disciplina
riguardante l’utilizzo delle
fotografie (allora non c’erano
altri tipi di immagine) riprese
dall’aeroplano (oppure da
terra, per ambiti limitati sia a
scopi architettonici che d’altro
genere, quale per esempio
l’archeologia) si afferma e
diventa autonoma. Saltando
due o tre decenni, nel corso
dei quali la “fotogrammetria”
(la seconda parte del sostantivo indica la parte metrica
dell’immagine fotografica)
matura pienamente e diventa
fondamentale ai fini della
redazione delle carte urbane
a grande scala, si giunge agli
anni Sessanta del Novecento.
Sono gli anni iniziali dell’informatica; nascono i primi
elaboratori elettronici insieme
ai linguaggi di programmazione, che rendono possibile
l’esecuzione di calcoli lunghi e
complessi in frazioni di secondo. La fotogrammetria, che si
era sviluppata con strumenti
e metodi che prescindevano
dal calcolo numerico, in quei
tempi impossibile da eseguire
per la lunghezza del tempo
necessario a determinare la
posizione sul terreno anche di
un solo punto dell’immagine
fotografica, viene rivoluzionata. Ai vecchi strumenti costruiti secondo tecniche finissime
di meccanica e di ottica, capaci di trasformare le immagini
fotografiche prese sia dall’alto
che da terra, mutandole da
prospettive centrali a proiezioni ortogonali (ovvero in
carte topografiche, oppure in
prospetti e piante per le prese
di edifici o porzioni limitate
del terreno) in breve tempo
si affiancano nuovi strumenti
assai meno complessi dal
punto di vista ottico-meccanico ma collegati direttamente
ad un elaboratore (che a sua
volta nel giro di un decennio
diventa sempre più potente,
così come sa chiunque usi oggi un “personal computer”).
La fotogrammetria si trasforma quindi da “analogica” in
“analitica”; vale a dire che
il processo di trasformazio-
ne proiettiva non si avvale
più del movimento di organi
meccanici seguiti dalla proiezione puramente grafica di
punti o di linee, bensì diviene
conseguenza della soluzione
di complessi sistemi di equazioni: cosa resa possibile così
come si è detto, dall’impiego
dell’elaboratore elettronico
con i conseguenti programmi
di calcolo. Ma nel giro di un
altro paio di decenni, cambia
pure il modo di ottenere immagini, anche fotografiche.
Alle pellicole che vengono
“impressionate” dalla luce
la quale modifica lo stato
chimico delle emulsioni dei
sali di argento di cui le pellicole
sono spalmate, ottenendo
immagini “negative” degli
oggetti, immagini formate
quindi da “granuli” irregolarmente disposti sul supporto
pellicolare (basta ingrandire
una immagine fotografica,
per notare chiaramente “la
grana” dell’emulsione) si
sostituiscono le cosiddette
immagini “digitali”. Ciò avviene dapprima sulle speciali
macchine montate sui satelliti
artificiali e sulle stazioni orbitanti, poi subito dopo anche
sulle semplici camere fotografiche amatoriali (siamo
all’inizio degli anni Ottanta
del ventesimo secolo). Per
dirla in breve, l’immagine
digitale è impressa su di una
memoria magnetica per opera di speciali sensori (CCD,
“Charge-Coupled Device”,
o dispositivi a cariche accoppiate) aventi dimensioni di
pochi centesimi di millimetro,
ed è costituita da “matrici”, ovvero da “quadratini”
ordinati per righe e colonne (come in un quaderno a
quadretti). La disponibilità di
queste immagini modifica
ulteriormente la fotogrammetria, che da “analitica”
diventa “digitale”. Verso la
fine del millennio compaiono
anche per le normali riprese
aeree a scopo cartografico,
le camere da presa digitali:
la fotogrammetria è di nuovo
ad una svolta.
Ma già negli anni Settanta
erano stati lanciati satelliti
artificiali capaci di riprendere
immagini della Terra di tipo
non propriamente fotografico: i sensori quindi non erano
più (o non erano solo) camere
da presa a pellicola e poi digitali, bensì complessi sistemi
capaci di ricevere, memorizzare e trasformare informazioni non solo “luminose”
bensì anche d’altro genere
fisico: per esempio variazioni
termiche oppure radiazioni
elettromagnetiche in genere.
Alla fotogrammetria si stava
allora affiancando il “telerilevamento”, che a differenza
della prima disciplina metteva
l’accento sulle caratteristiche
qualitative od in generale
fisiche dell’oggetto analizzato, piuttosto che sulle sue
caratteristiche dimensionali e
perciò quantitative.
Ed ora, cambierò per un poco
l’argomento.
La diffusione, tipica degli anni
Novanta, di Internet, (attraverso www = world wide
web, “ragnatela” diffusa per
tutto il mondo!) rende incredibilmente facile lo scambio
di notizie, dati, immagini da
un luogo all’altro del nostro
pianeta. Fra i molti “motori
di ricerca” si afferma Google, sviluppato all’università
di Standford da due giovani
informatici: Sergey Brin e Larry
Page. Siamo nel settembre
1999. Per ogni dato di ricerca occorrono in media
0,29 secondi (!) ed l’archivio
di Google conta più di un
miliardo di pagine censite,
cui ne vengono aggiunte
mediamente 1,5 milioni al
giorno. Cosa incredibile solo
un decennio prima!
Altra cosa ancor poco credibile negli anni Settanta del
millennio appena concluso:
satelliti artificiali di ogni tipo
riprendono giornalmente immagini della Terra da quote
diverse e per scopi diversi:
informazioni militari, meteorologiche, ambientali, cartografiche, oceano grafiche, e
via dicendo; le risoluzioni delle
spazio
aperto
attualità
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 19
FIGURA5
FIGURA4
immagini vanno dalle decine
di metri a meno del metro
sul suolo. Ad esse vanno aggiunte le informazioni più
specificamente cartografiche
tipiche della fotogrammetria,
enormemente più limitate
per estensione ma anche
enormemente più precise dal
punto di vista quantitativo:
anche meno del decimetro
al suolo! Non solo: alla ripresa fotografica sia con le
tradizionali camere a pellicola oppure con le nuove
camere digitali si è da pochi
anni affiancata la presa con
sensori altimetrici “discreti”,
ovvero non continui come le
immagini fotografiche bensì
disposti a distanze prefissate
(anche di pochi decimetri fra
un punto e l’altro) ma capaci
di esaminare il terreno anche
sotto il fogliame e le coperture vegetali (cosa impossibile
per la fotografia). Si tratta di
“scanner” (in italiano “scansori”) laser. Una radiazione
FIGURA3
elettromagnetica di piccola
lunghezza d’onda viene inviata dall’aereo sul terreno
e vi ritorna, “misurando” la
distanza dal vettore al suolo.
Anche se il nome poco dirà
ai Lettori, mi si lasci ricordare
fra questi sensori il più diffuso
anche in Italia: il “TopEye MK
11’’, capace di fornire sino a
30 punti ogni metro quadrato
di terreno, con incertezza di ±
5 cm! Ed ecco che a partire dal
2006, Google mette a disposizione di chiunque disponga
di un computer allacciato ad
Internet un nuovo servizio:
si chiama Google Maps e
non solo dispone di immagini
satellitari o aerofotogrammetriche di ogni sito (o quasi)
della Terra, bensì anche di
immagini cartografiche oppure miste (“fotografie” con
sovrapposta la cartografia).
In realtà Google non è oggi la
sola fonte di tali informazioni:
se ne sono subito affiancate
altre, fra cui www.local.live.
com di Microsoft. In definitiva, per quasi tutto il mondo
conosciuto (l’ecumene della
civiltà greca) sono ormai disponibili immagini ed informazioni molto ridondanti.
Le figure che seguono, a colori in origine e qui solo in
B&N, perciò meno leggibili,
riguardano la nostra cittadina
e sono state ottenute per
l’appunto da Google Maps;
vediamole in ordine. La fig.
1 è la cartografia generale
a piccola scala con al centro
Somma Lombardo (in basso,
le piste di Malpensa). Ingrandendo l’immagine si ottiene la
fig. 2; stavolta la scala è assai
maggiore e si leggono molti
nomi delle vie.
Scegliendo l’opzione “satellite” si vede l’immagine
fotografica, ingrandibile sino
a scala molto grande: la fig. 3
ha la freccia sul centro della
piazza del Castello Visconti
ed appena a destra si vede la
piazza Vittorio Veneto con la
chiesa di Sant’Agnese.
Scegliendo ora l’opzione
“ibrida”, si ha l’immagine
fotografica con sovrapposta
la mappa: è il caso di fig. 4,
che riguarda Mezzana con il
locale cimitero, il Santuario e
le indicazioni stradali (va notato che la sovrapposizione è
sommaria; per esempio il viale
“Madonna della Ghianda
è vistosamente spostato in
basso rispetto all’immagine
fotografica). Gli è che l’immagine cartografica è ripresa
da una carta stradale locale
piuttosto grossolana: si noti
per esempio che la via ove
abita l’autore di questa nota
è detta “Cappirolo” e non
correttamente “Coppirolo”.
Ma “Google maps” fornisce
per tutto il mondo (o buona
parte di esso) un mare di
altre informazioni: si vedano
le figure 5 e 6. Fra le molte
opzioni, chi scrive ha cercato
a titolo di esempio “pizzerie”,
e la fig. 5 ha immediatamente risposto non solo con le
immagini, ma anche con le
indicazioni viarie e telefoniche. La ricerca “bar” ha dato
l’immagine 6: anche qui non
c’è bisogno di commento,
salvo notare che l’immagine
si può ingrandire come si
vuole, mostrando anche le
vie più interne oltre alle tre o
quattro di figura 6.
Ai curiosi che dispongono
di un PC collegato in rete,
auguro buon divertimento
nel cercare la propria casa
o quant’altro di loro gradimento: la cosa è oltremodo
facile!
Attilio Selvini
professore nel Politecnico
di Milano
Bibliografia
G. Bezoari, C. Monti,
A. Selvini - Topografia e
cartografia; CLUP, Milano, 1978.
A. Selvini, F. Guzzetti,
- Fotogrammetria generale; UTET, Torino,
2000.
A. Selvini, F. Guzzetti
- Cartografia generale;
UTET, Torino, 1999.
A. Selvini - Misura, rilevamento e rappresentazione; EPITESTO,
Milano, 2005.
FIGURA6
STUFE A PELLET,
LEGNA, TERMOSTUFE
NUOVA ESPOSIZIONE
Via Milano, 94 - 21019 Somma Lombardo (VA)
tel. 0331.256107
spazio
aperto
storia
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 20
Resistenza e Poesia: dalla
Nella vita di ognuno di noi ci
sono passaggi contrassegnati da esperienze forti, a volte
positive e cariche d’attese,
in altre occasioni negative o
addirittura drammatiche.
Momenti unici, impregnati di
emozioni che nel tempo tornano a farci visita e che non
possiamo cancellare; stanno
lì attaccati al nostro corpo e
ogni tanto si spostano: dalla
pelle al cuore. Ci sono anche
passaggi che meritano di
essere ricordati e soprattutto raccontati, perché non
sono solo il resoconto di
esperienze personali, ma
rimandano a situazioni simili
vissute da tante altre persone
in un particolare momento
storico.
L’insieme di tanti racconti
personali, che hanno come
sfondo la stessa scenografia, diventa un epistolario
collettivo che può aiutarci
a capire da dove veniamo
e ad indicarci strade nuove,
percorsi migliori.
C’è una data nella storia del
nostro paese che ha cambiato tutto, perché ha messo
la parola fine ad un’epoca:
quella della dittatura, del
fascismo e del nazismo; e ne
ha liberata un’altra: quella
della democrazia.
Questa data è il 25 aprile del
1945 e la lotta per conquistarla porta un nome preciso:
Resistenza.
Chi ha combattuto per realizzare quel cambiamento della
società, non può dimenticare, non vuole dimenticare.
Il bisogno collettivo di ricordanza ha prodotto mi-
Clelia Renosto
Clelia Renosto vive a Biandronno; da una
sua raccolta, che Santina, mia vicina di casa,
mi ha prestato, ho rubato questa poesia
dedicata ai partigiani del San Martino.
Al Sacrario di San Martino
Era un giorno freddo
ma sereno,
proseguivo la strada
che portava a Laveno.
Forse è stato
come un destino
salire in quel monte
chiamato “San Martino”
dove i nostri Partigiani
si nascosero così senza inganni,
volevano sol l’Italia libera e forte,
ma sopra quel monte trovaron la morte.
Era limpido il cielo
e l’aria pura,
moriron cintati
senza una mura.
Il loro grido
nell’aria si disperde,
rimane il silenzio
ma il pensiero non si perde.
Su verso il cielo
osserva ... un momento,
di pietra, di sasso
un gran monumento.
Siam morti per voi
è questa la frase,
che scritta nel muro
per sempre rimase.
Sembra che ogni cosa
dica alla gente:
ognuno per noi
risponda “Presente”
Il fatto: Battaglia del San Martino 14 novembre 1943
Subitodopol’8settembre1943iltenente
colonnello dei bersaglieri Carlo Croce
si schiera contro l’oppressore tedesco
e il fascismo repubblicano che andava
costituendosi. Crea il Gruppo Cinque
Giornate e si stabilisce nelle fortificazioni
della “Linea Cadorna” del San Martino
ammassandovi materiale bellico, armi e
viveri prelevati dalla caserma di Porto Valtravaglia dove prestava servizio. il Gruppo
inizialmente, visse alterne fortune. Molti
se ne allontanarono, poi altri, militari
(anche sbandati ed ex prigionieri inglesi,
serbi e alcuni greci) e civili, vi confluirono
fino a raggiungere una consistenza di
170 uomini. Il 20 ottobre del ’43 vi si
unì anche il capitano di artiglieria Enrico
Campodonico; a lui si deve la stesura di
una relazione circostanziata dell’episodio
che oltre a tramandarci la memoria dei
fatti, rivela anche lo spirito e le motivazioni
che spinsero quegli uomini a schierarsi
contro il potere nazifascista (Giorgio Bocca lo definisce gruppo “risorgimentale”)
e i metodi di lotta che attuarono. Croce
organizzò la formazione e la dispose
secondo i classici criteri della guerra frontale, attestandola nelle fortificazioni del
San Martino e attrezzandola per resistere
ad un possibile assedio nemico. I colpi di
mano che venivano portati avevano lo
scopo di recuperare armamenti e materiali per meglio munire le postazioni. La
presenza di questa struttura rappresentava una spina nel fianco per i nazifascisti,
sia per l’oggettiva pericolosità, sia per
Eugenio Beltrami nasce a San Fermo di Omegna il 12 ottobre
del 1925. Poco più che diciottenne partecipa alla Resistenza nella
divisione Valtoce di Alfredo Di Dio, con lui si ritrovarono anche
alcuni giovani provenienti da Somma Lombardo. Alla caduta della
Repubblica dell’Ossola ripara in Svizzera, vivendo per nove mesi
come internato nel Canton Berna. Il componimento è tratto dal
suo libro “L’urlocc a cucù - L’orologio a cucù.
Al sul c’al gneva su strac
dadré di Corni da Nibi
la matin dal tredas febrar
l’à truvà la fioca rusa.
La rabia di mitrali
s’eva calmà
lasando ‘n l’aria
l’udur particular
d’la pulvara.
Dudas statuu
sbatai giù dal vent
stringevan
cum i man giazz
i fer
ca evan spuà fog.
A lusivan
comè i facc
d’un diamant taià,
suta la poca brina
c’ai quarciava,
spantigai chì e là,
tra i piant di castegn
spilatai,
che ausavan
int al ciel
i brasc magar
par fà vega che Lur
evan già su là
in mezz ai stell.
ìFebrar 1944
locale.
Persone che, finita la guerra,
pur seguendo percorsi di
vita profondamente diversi,
si ritrovarono uniti da una
grande passione per la scrittura e da un desiderio sentito
di ricordare e dare voce a
quelle emozioni che dalla
pelle passano al cuore.
Il resto è poesia.
Ermanno Bresciani
Don Remigio Biancossi
il significato che essa assumeva per la
resistenza e la dissidenza locale quale
strumento di incitamento alla ribellione
armata. Già dalla sera del 12 novembre
truppe tedesche e carabinieri si muovono
attorno al San Martino con la complicità
di una spia sfuggita miracolosamente
all’esecuzione decisa tempo prima dal
tribunale del Gruppo Cinque Giornate.
La battaglia iniziò nel pomeriggio del 14
novembre e la sera gli attaccanti furono
costretti a ritirarsi. L’indomani ripresero le
ostilità con il bombardamento aereo delle
fortificazioni. Quindi tedeschi e fascisti
attaccarono con forze preponderanti e
armamento pesante. Il Colonnello Croce
e i superstiti del suo gruppo furono costretti a ritirarsi e, percorrendo le gallerie
delle fortificazioni, riuscirono a riparare
in Svizzera attraverso il valico di Ponte
Tresa. Il Gruppo Cinque Giornate perse,
secondo Campodonico, 38 uomini di cui
36 catturati e fucilati. Alcuni uomini, fra
cui il colonnello Carlo Croce, rientrarono
dalla Confederazione nei mesi successivi,
cercando di unirsi ad altri gruppi combattenti: il colonnello fu catturato all’Alpe
Painale, presso Sondrio, e rimediò una
ferita a un braccio che gli venne amputato. Morì il 24 luglio 1944 all’ospedale di
Bergamo presso il comando tedesco, in
seguito alle torture inflittegli dalle SS. Chi
volesse approfondire può leggere il libro
di Francesca Boldrini “Se non ci ammazzano i crucchi ne avrem da raccontar“
editore Mimosa Srl - Milano
Eugenio Beltrami
La fioca rusa
gliaia di testimonianze sulla
Resistenza, sotto forma di
interviste, ricerche storiche,
ma anche testi di canzoni,
racconti, romanzi e poesie,
tante poesie.
Ho ritenuto giusto, in occasione dell’Anniversario della
Liberazione, recuperarne alcune, dando la preferenza
a quelle composte da poeti
spesso letti solo in ambito
La neve rossa
Il sole che saliva stanco
dietro i Corni di Nibbio
la mattina del tredici
Febbraio
ha trovato la neve rossa
La rabbia delle mitraglie
si era calmata
lasciando nell’aria
l’odore particolare
della polvere.
Dodici statue
abbattute dal vento
stringevano
nelle mani di ghiaccio
i ferri
che avevano
sputato fuoco.
Splendevano
come le facce
d’un diamante tagliato,
sotto la poca brina
che li copriva,
sparsi qua e là
tra le piante di castagno
spelacchiate,
che alzavano
al cielo
le braccia magre
per far vedere che Loro
erano già su là
in mezzo alle stelle
ìfebbraio 1944
Il Fatto: MEGOLO 13 Febbraio 1944 Resistenza eroica
Caduti: Arch. Cap. Filippo Maria
Beltrami - Avv. Cap. Gianni Citterio (Redi) - Ten. Antonio Di Dio
- Carlo Antibo - Bassano Bassetto
- Aldo Carletti - Angelo Clavena
- Bartolomeo Creola - Emilio
Gorla - Paolo Marino - Gaspare
Pajetta - Elio Toninelli.
Le prime ore del mattino di quel
13 febbraio 1944 erano dense
di nebbia. Oltre cinquecento
uomini fra SS e una compagnia
della Guardia Nazionale Repubblichina, comandati dal capitano
Simon, entrarono silenziosamente in Megolo sorprendendo
nel sonno Bassano Bassetto e
Bartolomeo Creola. I due giovanissimi partigiani, malgrado
i furiosi pestaggi a cui furono
sottoposti, non rivelarono niente
al nemico e furono fucilati dai
fascisti nella piazza del paese.
Intanto, sulle alture circostanti, il
capitano Filippo Maria Beltrami
dispose alla difesa i suoi cinquantatre partigiani, rifiutando
per due volte l’ordine di resa e
ingaggiando il combattimento.
I partigiani tennero testa per tre
ore al nemico, più numeroso e
meglio armato con mitragliatrici
pesanti e mortai, causandogli
gravi perdite. Poi, verso le 10,
i nazifascisti ricevettero rinforzi
dai presidi dell’Ossola; cade il
capitano Citterio. I partigiani
erano ormai a corto di munizioni
e Beltrami decise una sortita
che sorprese gli attaccanti, ne
scompigliò le file e li costringe
alla fuga disordinata fin dentro
Megolo. L’entusiasmo tradì i
giovanissimi della formazione
che inseguirono allo scoperto i
fuggitivi. Caddero Antibo, Gorla, Toninelli, Clavena, Carletti
e Marino. Il capitano Beltrami
dette disposizioni per attuare
un’azione di sganciamento ed
evitare di rimanere accerchiati e
mentre controllava le posizioni,
venne falciato da una raffica. Di
Dio e Pajetta andarono in suo
aiuto, cercarono di trasportarlo al
riparo di una baita vicina mentre
egli comunicava loro a gesti di
ritirarsi per sfuggire all’accerchiamento. I tre vennero bersagliati
da colpi di mortaio e caddero
mentre i superstiti riuscirono a
ripiegare e disperdersi guadagnando la boscaglia. L’epilogo
aggiunge ulteriore tristezza alla
tragedia: mentre un fascista
andava ad infierire col pugnale
sul corpo del capitano Beltrami, il
capitano Simon gli fece tributare
gli onori militari da un reparto di
SS riconoscendone il valore.
Solo qualche frase
Voglio dire a questa generazione
nata quando noi si moriva:
“imparate a memoria nelle scuole
solo qualche frase delle ultime lettere
dei compagni condannati.
Vi servirà nella vita
più delle teorie di Platone
o di tante parole vaporose
Qualcosa a suo tempo
vi germoglierà dentro”
Fate silenzio
Quando parlate dei nostri Caduti
inaugurando una stele,
scrivendo un libro,
predicando in una cattedrale,
per favore non fate retorica.
Furono già troppo martoriati
da eserciti di canaglie.
Se voi non avete sofferto qualcosa,
per giustizia, tralasciate parole salivari,
non convinte, imprestate.
Fate silenzio per chi s’era allenato
a morire, tacendo.
Don Remigio Biancossi, originario di Bognanco,
prete, scrittore, musicista, fu cappellano militare degli
alpini e non volle venir meno alla sua opera pastorale
anche nei difficili momenti della guerra: pur avendo
la possibilità di rientrare in Ossola. volle avere la stessa
sorte dei suoi alpini come volontario, vivendo nei campi
di concentramento in Germania e in Polonia.
Organista diplomato al Conservatorio insegnò poi
musica ai seminaristi, a Novara e Arona.
Nell’immediato Dopoguerra fu sacerdote a Villadossola
e quindi a Monteossolano, predicatore al Santuario
di Re, oltreché a Como e in Brianza, e insegnante di
religione alle scuole medie dell’Ossola.
Don Remigio amò tanto l’Ossola da descriverla in una
quindicina di raccolte di poesie dedicate alla montagna
e in numerosi articoli per settimanali locali che firmava
con lo pseudonimo L’uomo qualunque. I suoi primi libri
furono quelli dedicati al suo hobby preferito, la pesca,
poi seguirono i libri di poesia; don Remigio vinse anche
numerosi premi in campo letterario, tra i quali il “Cortina,
il Campidoglio d’oro e la Coppa Pertini.
Nella prefazione di un suo libro scriveva:
“ Le poesie non vogliono alimentare la velenosissima
pianta dell’odio dai frutti che, purtroppo, ancora oggi
siamo costretti a mangiare; vogliono reinserire, ma
con profondità, nel vocabolario di molti, due parole:
Resistenza, Libertà“.
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aperto
storia
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 21
pelle al cuore
Walter Alberisio
La guerra è finita
Ecce homo
Quel giorno che da lontano lo vide avvicinarsi, faticò a riconoscerlo: sembrava avesse combattuto non
una ma cento battaglie, e forse così era stato. L’aveva lasciato ragazzo e ora la guerra le riconsegnava
un’altra persona: pareva di colpo invecchiato, e forse lo era...
Si era fatto partigiano
Con fucile di suo nonno
E un tascapane di coraggio.
La trappola sul monte.
Incatenato a una quercia
Con le braccia appese al cielo
Non fu che un edera sfinita
Nella veronica del vento.
L’insulto del nazista.
Martire di casa nostra
Su una scala a pioli
Il suo primo monumento.
Ugo Maspero. Nato a Colico (So) il 13 marzo 1926,
ma residente a Somma Lombardo, entrò in giovane età
nelle file della Resistenza. Combatté la guerra partigiana
nell’Ossola con la Divisione Valtoce, di Alfredo Di Dio,
il cui motto era: La vita per l’Italia.
Morì l’8 settembre del 1944 nell’assalto al presidio
nazifascista di Piedimulera.
In biblioteca potete trovare una pubblicazione a lui
dedicata dal titolo: UGO MASPERO - PARTIGIANO
SMITH - RIBELLE PER AMORE
Walter Alberisio
In quel giorno di settembre del 1944, Walter Alberisio,
apprezzato poeta di Piedimulera, vide Ugo Maspero. In
una sua lettera inviata nel 1989 all’Associazione di ex
Partigiani Raggruppamento Alfredo Di Dio scriveva: “Io
ragazzotto di 13 anni, vidi il Maspero disteso su
una scala a pioli appoggiata all’entrata del presidio
repubblichino. Sono trascorsi ormai tanti anni, ma
per me è come fosse accaduto stamattina”.
Pensando a quel giorno, a Ugo che aveva solo alcuni
anni più di lui, Walter scrisse questa poesia.
Il 25 aprile arrivò anche tra
quelle quattro case.
Abbandonata la strada che
corre a cavallo dell’argine del
Grande fiume e camminando
il polveroso sentiero che porta
a ridosso dell’abitato, un lungo corteo d’uomini e donne
entrò nella piazza. Facce mai
viste prima, ma anche visi
di persone che sembravano
scomparse nel vortice della
guerra e della resistenza, ora
erano lì: a ripopolare un luogo
che nei lunghi anni del conflitto si era svuotato di corpi
e voci. Portavano fazzoletti
colorati stretti intorno al collo, sventolavano bandiere,
alzavano armi verso il cielo;
alcuni cantavano parole di
libertà, finalmente in libertà,
altri ridevano o piangevano,
altri ancora si stringevano in
lunghi ed infiniti abbracci. E fu
un giorno di festa quel giorno
d’aprile. Non per tutti però.
La guerra era terminata, ma
per lei e per molti altri non
si poteva dire finita. Il mese
di maggio passò e anche
giugno, ma del suo uomo
nessuna traccia. Il giovane
marito fu costretto ad arruolarsi poco dopo il matrimonio, e lei rimase sola con
un figlio in arrivo. Per un po’,
attraverso le vie più strane,
prima ufficiali e poi clandestine, era riuscita a seguire
il percorso di guerra del suo
uomo: Venezia, Germania,
Genova, e dopo il settembre
del 43, partigiano in Val Sesia
e nell’Ossola; poi la cattura, la
prigionia a Torino, e di nuovo
in Germania, questa volta in
un campo d’internamento.
Da quel momento il filo che
la legava al marito e che nel
tempo era diventato sempre
più sottile, si spezzò, e non
seppe più niente: non una
lettera e nessuno che potesse
aiutarla; sola con il suo bambino e senza il conforto di una
speranza. Durante le settimane d’attesa che seguirono il
25 aprile, si chiese parecchie
volte com’era riuscita a farcela
in quegli anni, a sopportate la
fatica di un lavoro così pesante: lei che non aveva il fisico
e mani grandi da contadino.
Bisognava pensare alla stalla,
e poi c’era quel piccolo coltivo
che, nonostante l’aiuto dei
genitori, si prendeva buona
parte della giornata; inoltre,
ma forse sarebbe meglio dire
prima di tutto, c’era il figlio da
crescere. Altre donne si erano
ritrovate nella stessa situazione, questo lo sapeva, però a lei
sembrava comunque d’aver
compiuto un miracolo per
quel figlio che, indipendentemente da quello che intorno
a lui accadeva, reclamava
carezze e pane.
Quell’alba che lo vide arrivare, avrebbe voluto corrergli
incontro e lasciare che le loro
forze residue si stringessero
in un lungo e interminabile
abbraccio; ma uno strano
malessere bloccò i suoi movimenti. Troppi giorni, mesi,
anni quella guerra, ingorda di
sangue e arida di pietà, aveva
imprigionato, troppe famiglie spezzate e anime perse.
Sentiva nell’aria la vicinanza
furiosa di tutte quelle mancanze, ed era una sensazione
amara, quasi fisica: dolorosa
come ricevere pugni nello
stomaco.
Per cercare di mandare indietro quel malessere lacerante,
tornò ai momenti d’amore
vissuti con il suo uomo nei
pochi mesi di matrimonio
che avevano preceduto il
distacco.
Gli stessi ricordi che tante
volte le avevano fatto visita
nelle ore vuote di sonno passate accanto al figlio, o alla
finestra che guardava verso
l’argine del fiume, nella speranza che le ombre della notte
assumessero le sembianze del
suo giovane compagno....
Udendo all’improvviso urlare
il suo nome, tornò in sé e
capì che da quel momento
in poi bisognava pensare al
futuro, tenendo i ricordi, belli
o brutti che fossero, per altri
momenti.
Strinse tra le braccia il figlio e
poi, indicando l’uomo che si
avvicinava, esclamò: “Guarda
piccolo, quello è tuo padre...
adesso la guerra è finita!“.
Ermanno Bresciani
COS’E’
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storia locale
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 22
Supestiziu’mm
Oggigiorno sono poche le persone che apertamente dichiarano di credere all’esistenza dei fantasmi, come pure d’essere superstiziosi perché, così motivano, “siamo nel
Duemila” e quella roba lì è da medioevo. Ma sarà vero?
Io direi di no, poiché basta entrare in un qualsiasi negozio d’oggettistica da regalo e
vedreste quanti cornetti di varie misure e colore (rossi, rosa e neri), sono a disposizione
dei clienti durante tutto l’anno. Non parliamo poi nel periodo del carnevale, quando
con la scusante di “scongiurare il maleficio” si provvedono di varie maschere, scherzi e
cornetti da usare durante tutto l’anno. Al vedere quanti si portano addosso vari amuleti,
si direbbe che, in fondo in fondo, un pochino di questa “superstizione” rimane in tutti
noi. Chi riesce a passare sotto ad una scala senza fare gli scongiuri? Oppure chi alla
vista di un gatto nero che gli sta attraversando la strada non cerchi di evitarlo... magari
rischiando di uscire malamente di strada?
Ora di seguito trascriverò una serie di superstizioni che, nel corso dei secoli, in special modo
le nonne consigliavano alla loro nipote, quando questa era in stato interessante.
Non sono tutti, poiché di questi “consigli pratici” se ne potrebbero riempire parecchie
pagine, ed io ne ho scritti solamente quelli che, molto probabilmente, si potrebbero
mettere in pratica al giorno d’oggi in considerazione di quanta pubblicità “Maghi e
Maghette” fanno su ogni rotocalco e, specialmente, in televisione.
Supestiziu’mm da
soma e circundari
Quand v’una l’è in cumpra
la def mia fisà la fiama di
candir in gesa, se-da-nò ul
sò fioeu al nasarà cunt la vista
incantava.
Quando una donna è incinta
non deve fissare la fiamme
delle candele in chiesa, altrimenti suo figlio nascerà con
difetti di vista.
***
Quand v’una l’è in cumpra
la def mia purtà al coll una
culana, se-da-nò ul sò fioeu al
sa struzarà cunt ul curdùmm
umbelical.
Quando una donna è in stato
interessante non deve portare
al collo una collana altrimenti
suo figlio si strozzerà con il
cordone ombelicale.
***
Al primm da l’ann a def andà
foeura da cà par primm un
omm., parchè se l’andass
foeura una dona a fà i auguri
da bùmm ann, par tutt l’ann
ga sarà disgrazi in chela cà.
Al primo dell’anno deve uscire
di casa un uomo, perché se
andasse fuori una donna a
fare gli auguri di buon anno,
per tutto l’anno ci saranno
disgrazie per quella casa.
***
Se una dona in cumpra la
desidera un quajcoss cume: un
frutt, una roba da mangià o altar, la def mia tucass ul sò corp,
parchè indua la sa toca in dal
stess post al sò fioeu ga vegnarà
foeura di smacc ross.
Se una donna incinta desidera
qualcosa come: un frutto, una
cosa da mangiare o altro, non
deve toccarsi il suo corpo
perché dove si toccherà nello
stesso posto a suo figlio gli
verranno delle macchie rosse,
le cosiddette “voglie”.
***
Una dona in cumpra la def
mia fass fa di puntour, parchè
ul sò fioeu al pudaria nass kul
cò balengh.
Ad una donna in stato interessante non deve mai tarsi fare
delle punture, altrimenti suo
figlio nascerà deficiente.
***
Quand ‘na dona l’è in cumpra
la def mangià par dù, parchè
sa la mangia tantu la po’ fa a
menu dal dutour.
Quando un donna è incinta
deve mangiare per due perché se mangia tanto può fare
a meno del dottore.
***
Quand la dona l’è in cumpra la
def mia fass toucà dal dutour,
parchè se ul dutour la toca la
pò ruinala.
Quando una donna è incinta
non deve farsi toccare dal
dottore perché se il dottore
la tocca la può rovinare.
***
Quand la dona l’è in cumpra
la def mia andà al cinema, mia
legg né guardà fiss i giurnaj
ilustràa cunt personn o besti,
parchè ul fioeu al pudaria nass
cunt i sumiglianz da chèl ka
l’ha impresiunava pusè:
Quando una donna è in stato
interessante non deve andare
al cinema, non deve leggere
né guardare fisso dei giornali
con figure di persone o bestie,
perché il figlio potrà nascere
con le sembianze di quello che
l’ha impressionata di più.
***
Quand la dona l’è in cumpra e
la incuntra ‘na persona bruta
o malfurmava, la def spuà in
tèra tre volt sa la voeur mia
che ul sò fioeu al nasa cume
chel là.
Quando una donna è incinta e dovesse incontrare una
persona brutta o malformata,
deve sputare per terra tre volte
se non vuole che, suo figlio,
nasca con le stesse fattezze.
***
Quand ‘na dona l’è in cumpra
la def fa nient cuntra i brusur
da stomich, parchè a l’è ul
sò fioeu ka l’è drè a mett i
caveji.
Quando una donna è incinta
non deve fare niente contro i
bruciori di stomaco, perché a
suo figlio, che ha in grembo, gli
stanno spuntando i capelli.
***
Quand ‘na dona l’è in cumpra
la def sempur setas begn e
mia cunt i gamb incavalàa,
parchè se da nò ul fioeu al
mument da nas al cavalarà
i sò gamb.
Quando una donna è incinta
deve sempre sedersi bene
e mai accavallare le gambe,
altrimenti suo figlio al momento della nascita anche lui
accavallerà le gambe.
***
Quand ‘na dona l’è in cumpra
la def mai setass sul ciment o
su ‘na preja, parchè ul sò fioeu
al nasarà cunt i pè stort o la
schena bifida.
Quando una donna è incinta
non deve sedersi su un sedile di
cemento o di pietra, altrimenti
suo figlio nascerà con i piedi
storti e la schiena bifida.
***
Quand ‘na dona l’è in cumpra
la def mia purtà di bracialett,
se da nò ul sò fioeu al nasarà
cunt di righ prufund ai puls.
Quando una donna è incinta
non deve portare braccialetti,
altrimenti suo figlio nascerà
con delle profonde rughe
ai polsi.
***
Quand ‘na dona l’è in cumpra la def mia purtàa culan,
cintur, e nemenu mett di fil
da cutumm sui spall quand
la sa mett a cusì, se da nò ul
fioeu al nasarà cunt ul curdun
umbelical girà sù sul sò coll e
al sa struzarà.
Quando una donna è in stato
interessante non deve portare
collane, cinture, e nemmeno
mettersi dei fili di cotone sulle
spalle quando cuce, altrimenti
suo figlio nascerà con il cordone ombelicale attorcigliato sul
suo collo e si strozzerà.
***
Quand ‘na dona l’è in cumpra
se a ga doeur ul fianch, l’è
parchè nasarà ‘na tuseta.
Quando una donna è incinta
e le duole il fianco, è perché
nascerà una femmina.
***
Quand ‘na dona l’è in cumpra
la def imbutis da lana, par evità
la mastite.
Quando una donna è incinta
deve imbottirsi di lana il petto
per evitare la mastite.
***
Quand ‘na dona l’è in cumpra
la def mia fass futugrafàa, e
nemenu fass ciapà i misur da la
sarta, e nemenu pesass. Cusì
sa dis da tantu temp ma anmò
al sa sa mia ul parchè.
Quando una donna è incinta
non deve farsi fotografare, e
nemmeno farsi prendere le
misure dalla sarta, e nemmeno pesarsi. Questo lo si dice
da tanto tempo fa ma ancora
non si sa il perché.
***
Quand ‘na dona l’è in cumpra la def bef tutt i sir da l’oli
da vaselina parchè a l’è un
rinfrescant.
Quando una donna è incinta
deve bere tutte le sere dell’olio di vaselina, perché è un
rinfrescante.
***
Quand ‘na dona l’è in cumpra
a l’è mej ka la faga testament,
al sa sa mai...
Quando una donna è incinta
è meglio che faccia testamento,... non si sa mai...
***
Maj scuà la cà da sira, parchè
và foeura la furtunascia.
Mai scopare la casa di sera
perché si scopa fuori la fortuna.
***
Ga voeur sempur rifà ul lecc
a la matina, al dopudisnà al
porta gramm.
Bisogna rifare il letto alla mattina, perché farlo di pomeriggio
porta male.
***
Maj andà a la funtana a lavà
i pagn a la domenica, parchè
l’è ul dì dal Signor e sa fa picà
murtal.
Mai andare alla fontana a
lavare i panni alla domenica,
perché è il giorno dedicato a
Dio e, così facendo si commette peccato mortale.
***
Maj tirà foeura la vera, parchè
a moeur ul càp da cà.
Mai togliersi la vera dal dito
perché morirà il capo della
casa.
***
Quand v’un l’ha faj la cumuniùmm a la matina, nisun al po’
fagh dal màa in chel dì lì.
Quando ci si è comunicato di
mattina in quel giorno nessuno gli potrà fargli del male
quel giorno.
Da: “Amarcord di un tempo
che fu”, di Carlo Ferrario
La Chiesa San Bernardino da Siena e la statua di San Francesco
Condivido pienamente il contenuto dell’articolo apparso
a pag. 22 del bimestrale parrocchiale “In cammino” del
mese, novembre-dicembre
2007: “Si torna a venerare
San Francesco e la sua
immagine”. L’articolista si
lamenta (giustamente) per
lo stato di abbandono in cui
da anni versa la statua di San
Francesco d’Assisi - Patrono
d’Italia - sita nel praticello che
circonda la parte retro della
chiesa di San Bernardino
da Siena.
La chiesa di San
Bernardino
Da ragazzino, erano gli anni
cinquanta, abitavo allora in
Vicolo San Francesco, un
vicolo dedicato proprio al
Santo Patrono d’Italia. Ricordo l’attaccamento e la
devozione che gli abitanti
della “parte bassa” di Somma portavano per questa
casa di Dio, che raccoglieva
e raccoglie tutt’ora le spoglie
di San Coronato, guerriero
e martire.
Mi ricordo anche, avendone
fatto parte con alcuni amici della mia stessa età, del
forte interesse che gli allora
paesani di Somma nutrivano
per la Confraternita di San
Bernardino.
Noi ragazzi, ma anche gli
adulti, facevamo a gara per
superare le presenze dei confratelli delle altre chiese: San
Rocco e San Vito, sia alle
Sacre funzioni che ai funerali
(allora ai funerali partecipavano anche le confraternite)
ed era con una certa soddisfazione verificare che il
numero delle “mantelline
rosse” della confraternita di
San Bernardino superavano
di gran lunga le “mantelline
bordeaux” di San Rocco e le
“azzurre” di San Vito.
La statua di San
Francesco d’Assisi
Il praticello, allora recintato
da bassi paletti in ferro, era
sempre rigoglioso e pulito,
il sacrestano che aveva la
propria abitazione accanto
alla chiesa, provvedeva, con
qualche aiuto, a tenerlo in
ordine. Era bello vedere il
verde-rasato del prato e la
maestosa statua bronzea di
San Francesco dalle cui mani
zampillavano flutti d’acqua
e tutt’attorno alla grande
vasca, sempre in bronzo
colombe e tortorelle. Mi ricordo altresì che a Somma
Lombardo in quel tempo,
venivano a trascorrere le va-
canze estive diversi milanesi,
i quali immancabilmente si
fermavano ad ammirare la
bella statua di San Francesco,
e i loro commenti erano di
totale apprezzamento.
Tempi andati!
Oggi tutto è
cambiato
La chiesa di San Bernardino
è sempre tenuta in ordine
come in passato e i fedeli
alquanto numerosi seguono
la Messa domenicale. Purtroppo non è più così per il
praticello e la statua di San
Francesco. Il praticello, tolti
anche i paletti in ferro che lo
delimitavano, per incuria, è
divenuto ricettacolo di cartacce e rifiuti, e non di rado
sono visibili taluni cittadini
“bene educati e rispettosi
del senso civico” che portano i loro cani a sgranchirsi
le gambe, e non solo, in
quel che rimane dell’allora
tappeto verde.
Della statua di San Francesco, dalle cui mani zampillavano flutti d’acqua, ora
non zampilla più nulla e
le colombe e le tortorelle
che attorniavano la grande
vasca “hanno preso il volo”,
come pure si è volatilizzata la
bella vasca ovale di marmopaglierino posta all’estremità del praticello (come
visibile dalla foto).
Inoltre a dimostrazione che
l’imbecillità umana a volte
non ha limiti, circa due anni
fa “qualche testa vuota” ha
avuto la bella pensata di imbrattarla di vernice bleu.
Ora, nell’interesse comune,
affinché questo luogo nel
tempo non subisca ulteriore
degrado, invito il Sindaco
Guido Colombo, che so
particolarmente sensibile in
queste situazioni, a cercare
una fattibile soluzione.
Un suggerimento: accertato che il cartello sanzionatorio - Comune di
Somma Lombardo - È
severamente vietato calpestare le aiuole - posto
dalle precedenti amministrazioni comunali nel praticello medesimo, per “certi
cittadini” rimane solo un
optional; perché non iniziare a sanzionare tramite
la vigilanza urbana, certi
comportamenti scorretti? In
conclusione, ridare dignità
“al contorno” di questa
chiesa, contribuirebbe anche all’abbellimento della
città medesima.
Giampiero Ingignoli
Somma Lombardo: monumento di S. Francesco
(Foto archivio:Carlo Ferrario)
spazio
aperto
sport
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 23
Dall’Assessorato allo Sport un regalo per tutte
le donne sommesi: un corso di autodifesa
8 marzo 2008, festa della
donna. Non la mimosa,
ma la partecipazione gratuita a un corso di difesa
personale femminile è stato l’omaggio alle donne
sommesi. L’idea, del prof.
Antonio Pitrelli, maestro di
judo 6° dan e presidente
dell’Associazione sportiva
Ken Kyu Kai, è stata subito
recepita con entusiasmo
dall’Assessore allo sport
del Comune di Somma,
Marta Birigozzi, la quale
l’ha voluta concretizzare
in tempi rapidi esprimendo la propria sensibilità al
problema della sicurezza
femminile.
Il corso, sviluppato in 10
ore di lezioni, è partito,
e si è rivelato da subito
un successo, non solo in
termini di presenze, ma
per la partecipazione appassionata delle ragazze
che hanno mostrato una
gran voglia d’imparare, a
cominciare dalla conquista
della sicurezza in se stesse e
nelle proprie capacità.
Maestri di Judo, Kung Fu
Shaolin, Capoeira, Jeet
kune do, Krav maga, Thai
boxe, si sono alternati
nell’insegnamento delle
tecniche più semplici ed
efficaci di autodifesa, da
poter mettere in pratica
nell’immediato, insistendo
molto sull’atteggiamento
mentale e sul controllo delle reazioni emotive. Hanno
saputo svolgere questo
lavoro creando un clima
amichevole e divertente.
L’assessore allo sport Marta Birigozzi si dice molto
soddisfatta del successo di
questa iniziativa. “A Milano - dice l’assessore - da
tempo hanno introdotto
corsi di autodifesa nelle
scuole, con buoni risultati.
Mi è sembrata un’ottima
cosa poter concretizzare
questa iniziativa anche
a Somma. Sono stata al
Ken Kyu Kai dove ho potuto parlare con alcune
ragazze presenti al corso,
constatando di persona il
loro entusiasmo. Esse mi
IX Camminata della Preja: km 6,1 serale
Prenderà il via martedì 20 maggio alle ore 20,10
Dopo il successo delle precedenti edizioni che hanno
visto la partecipazione di un
numero sempre crescente
di podisti (471 nel 2007 di
cui circa 70 ragazzi), viene
riproposta anche quest’anno la “Camminata della
Preja”. La manifestazione si
inserisce nei festeggiamenti
del Rione “Madonna della
Preja” che hanno luogo tradizionalmente in maggio. La
Camminata di 6,1 km che
parte dalle 20,10 di martedì
20 maggio, ha un simpatico prologo consistente in 2
minigiri di distanza rispettivamente di 400 e 800 metri
dedicati ai ragazzini fino a 10
anni che vogliono cimentarsi
nella corsa; questi minigiri
si svolgono interamente all’interno del parco di Corso
Europa, al sicuro dal traffico e
dai pericoli della strada.
La Camminata di 6,1 km è
abbastanza atipica rispetto
alle serali tradizionali che si
svolgono prevalentemente su asfalto. Infatti buona
parte del percorso si sviluppa
all’interno dei boschi e delle
pinete che circondano la
Scuderia/Agriturismo “La
Garzonera”. Le ultime edizioni hanno visto la partecipazione di nomi importanti
del podismo lombardo e
piemontese, uno su tutti
Marco Brambilla (vincitore
2004-2005-2006-2007),
pluricampione provinciale e
vincitore di corse blasonate
(Gamba d’oro di Vigevano).
Rinnovo quindi a tutti l’invito a partecipare a questa
manifestazione il cui ricava-
LENTI A CONTATTO
Venerdì
Sabato
Programma
ore 19,00 Ritrovo per tutti (quota di iscrizione euro 3,00)
ore 19,40 Partenza minigiro 5-7 anni
(400 metri all’interno del Parco)
ore 19,50 Partenza minigiro 8-10 anni
(800 metri all’interno del Parco)
ore 20,10 Partenza camminata non competitiva
(6,10 km percorso misto)
ore 21,30 Premiazione per tutti
8,00-12,00 15,00-19,00
8,00-19,00 orario continuato
LA PIÙ ALTA QUALITÀ AL PIÙ BASSO COSTO
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Corsa a Coarezza
Salutiamo l’estate con una serata in compagnia all’insegna dello sport, dell’amicizia e della natura. È in
programma la 5ª Marcia per i boschi e lungo il fiume
Ticino alla memoria di Vincenzo Forte.
Il percorso è misto parte boschivo e parte sull’alzaia.
Programma
NUOVI ORARI
UITO
Lunedì
15,00-19,00
TEST VISIVO GRAT
Martedì 8,00-12,00 15,00-19,00
E DA SOLE Mercoledì 8,00-12,00 15,00-19,00
TA
IS
V
A
D
I
L
IA
H
C
C
Giovedì 8,00-12,00 15,00-19,00
O
(Laura)
“Mi è piaciuto tutto, dal
Judo a tutte le altre specialità. Ho sempre avuto
una predilezione per le arti
marziali”. (Antonella)
“Secondo me è stato molto
utile apprendere il corretto
atteggiamento psicologico
da assumere in caso di
aggressione - dice Miriam
- È importante controllare i
propri nervi senza lasciarsi
prendere dal panico. Mi è
piaciuto molto il Krav-maga perché non derivando
da un’arte marziale, il cui
apprendimento richiederebbe molto tempo, è
molto più facile da utilizzare”.
“Tuttavia - osserva il maestro Pitrelli - devo ribadire
l’importanza di un allenamento costante, poiché
il risultato di un’azione è
frutto soprattutto di una
pratica continua e metodica”. Al Ken Kyu Kai è
tutto pronto per ripartire
con un nuovo corso verso
fine aprile e, vista la lunga
lista d’attesa di ragazze
sommesi desiderose di cominciare, Marta Birigozzi
ha promesso che farà il
possibile per trovare la disponibilità per finanziare
anche questo secondo
corso. Grazie, da parte di
tutte le donne!
Raffaella Re
Si svolgerà martedì 24 giugno
to ha tradizionalmente per
destinazione l’Ospedale di
Fratel Dott. Daniele Giusti
in Uganda per l’acquisto di
apparecchiature mediche.
Aspetto soprattutto i ragazzi
incitandoli ad appassionarsi
a questo meraviglioso e genuino sport.
Alberto Ballabio
[email protected]
OTTICA
LOS
di Prealta & C. s.n.c.
hanno confermato che il
problema della mancanza
di sicurezza è reale e urgente. Le donne hanno sempre
più paura, non sono più
libere di camminare sole,
specie la sera, in alcune
zone della città. Durante
le lezioni di autodifesa le
ragazze hanno imparato
a reagire alla paura, che
generalmente blocca qualsiasi reazione e questo è
certamente un primo passo importante per mettere
in atto una valida strategia
di difesa”. Ecco alcuni
commenti delle partecipanti al corso.
“Il tempo durante la lezione passa velocemente
e ci piace tanto che non
avvertiamo la fatica”. (Manuela)
“È stata un’esperienza molto positiva, specialmente
per quanto riguarda il Jeet
kune do e il Krav Maga.
Infatti in queste discipline
vengono dati suggerimenti
pratici e di facile attuazione. Penso di proseguire
con uno di questi corsi
poiché, essendo monosettimanali, posso benissimo
conciliare la frequenza con
gli impegni familiari.” (Valentina)
“Questo corso mi è stato
molto utile e voglio approfondire e continuare,
per imparare meglio”.
• Ritrovo e iscrizioni presso la Chiesetta di S. Rocco a
partire dalle ore 18,03.
• Girobimbo per bambini da 0 a 6 anni.
• Minigiro di km 2,1 per bambini da 7 a 14 anni.
• Partenza adulti ore 20,00 (km 6,3).
Riconoscimento per tutti.
Favoloso ristoro.
Non mancheranno altre sorprese!
Vi ricordiamo che il ricavato sarà devoluto in
beneficenza.
Per informazioni e iscrizione gruppi telefonare
a: Loredana Forte tel. 0331.253788; Sergio Emigi tel.
0331.256188; Sonia Palma tel. 0331.256770.
Podisti Coarezzesi
Studio Zen
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Riflessologia plantare
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10.00/12.30 •• 14.30/19.00
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spazio
aperto
sport
anno XII n. 2 maggio 2008 • pagina 24
Sci Club “88”, 20 anni di sport e non solo...
Il 25 settembre 1988 con un’
anfitrione come Don Gabrio
ed un padrino come Gustavo
Thoni, nel magnifico Castello
Visconteo di Somma veniva
presentato il primo programma dello Sci Club 88, e veniva
esposto uno statuto con
scopo e finalità ben definite,
essere un’associazione apolitica senza scopo di lucro, atta
a promuovere attivamente i
valori corretti nello sport e
nella vita.
È proprio vero che il tempo
passa velocemente sembra
ieri ed invece sono già passati
vent’anni.
In questi anni ne sono state
fatte di cose, e di questo
va senz’altro riconosciuto
il merito ai Presidenti ed ai
Consiglieri che si sono susseguiti nel tempo.
Hanno permesso all’Associazione di organizzare in
modo particolare lo sport che
rappresenta, lo sci, con corsi
di sci alpino e di snow-board,
gare di circuito provinciale,
gite nelle più importanti località sciistiche delle nostre
Alpi.
Da subito si è formata una
squadra agonistica, che si è
sempre distinta nella provincia, conquistando diversi
titoli provinciali ed altrettanti
piazzamenti individuali e a
squadre. Tutto questo è stato
coronato da un grande risultato, nel 20° Anniversario
ben tre di questi agonisti
hanno superato la selezione
per diventare maestri di sci,
Andrea Poletto, Elena Macchi e Silvia Ferrerio l’anno
prossimo saranno i primi
maestri nati dallo Sci Club
88.
Grazie ad una gestione
sempre molto attenta ed
accurata, alla ricerca di località rispondenti alle nostre
richieste, sono stati organizzati corsi di sci a costi molto
interessanti e soprattutto
gratuiti per i ragazzi delle
scuole elementari, questo ed
anche altro ha fatto sì che si
è riusciti a creare un grande
gruppo, tanto è vero che
anche quest’anno durante
le domeniche del corso ben
150 persone partivano da
Piazza Mercato per le nevi
di Claviere.
I 250 soci dello Sci Club
hanno partecipato con un
buon numero anche alle
gite iniziate all’8 dicembre
al Sestriere e conclusesi il 30
marzo a Cervinia.
Hanno partecipato alla gara
sociale e alla gara intersociale
“Trofeo Sport Center” e lo
sci club 88 ha vinto il Trofeo
del 25°.
Ma lo sci club non si occupa solo di sci, da sempre è
impegnato anche nel sociale, creando e partecipando
a tanti eventi nella città di
Somma.
Prima fra tutte la Festa della
Birra a scopo benefico, in
20 anni è stato dato tanto,
non solo a parole, ma a fatti
concreti.
Da quest’anno è stata ripresa la rappresentazione del
Presepe Vivente, alla fiera
del Castello siamo presenti
con stand impegnativi ed
importanti.
Altre manifestazioni che so-
no ormai ricorrenti negli anni
sono “La Sagra della Frittella” bruciamo la “Gioebia” - il
carnevale e tante altre.
Tutto questo è stato reso
possibile oltre al nostro impegno, grazie anche alla
collaborazione con le amministrazioni comunali che
si sono succedute in questi
20 anni, alla Poli sportiva, alla
Pro loco alla Parrocchia ed al
CAI Somma, e a tutti gli amici
dello Sci Club 88.
A tutti vanno i nostri ringraziamenti per la fattiva
collaborazione passata ed in
anticipo per quella futura.
Ripensando a tutto quello
che è stato fatto in questi 20
anni, mi ritorna alla mente
che alla presentazione dello
Sci Club 88 in Castello, mi si
avvicino un allora Consigliere
Comunale dicendomi che
si fa in fretta a far nascere
un ‘associazione, ma poi
bisogna vedere se si riesce
a farIa crescere. Ebbene non
sono sicuro con quale spirito
lo disse, ma i risultati sono la
più bella risposta che lo Sci
Club 88 possa dare.
Buon compleanno “88”.
Giovanni Bernardinello
Pesistica “Linea e Salute”: inizia bene il 2008
Si è aperto ufficialmente l’anno agonistico 2008, che si
prospetta roseo per la squadra di pesistica Linea e Salute.
Dopo la delusione, se così la
si può chiamare, di essersi
aggiudicati “solo” secondi
al Gran Prix regionale dello
scorso anno, il team sommese si è concentrato sulla
conquista di risultati positivi
per il 2008. La prima occasione si è presentata sabato
16 febbraio, con i Campionati Italiani Senior, Master
e Universitari, che si sono
svolti presso il Polifunzionale
di Soccavo, a Napoli. Nove
gli atleti scesi in pedana: per
le donne hanno gareggiato
Lorena Marangoni, Evelina
Mantovan, Chiara Aielli e
Giorgia Bordignon, mentre
per gli uomini Marco Cotena, Cristian Mazzucchelli,
Giorgio Ghidella, Giuseppe
Marsotto, Giordano Aielli e
Loris Bertagnon. Ancora una
volta, la formazione femminile ha trionfato e con 18
punti ha conquistato il terzo
gradino del podio a squadre,
conquistando tre medaglie.
La maglia azzurra, Giorgia
Chiedi informazioni riguardanti
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VIA VERDI 162 - SAMARATE (VA)
TEL. 0331 220.081 - FAX 0331 720654
Bordignon, con un complessivo di 178 kg sollevati, si è
laureata campionessa italiana senior e ora punta ad un
risultato ancora più prestigioso: i Campionati Europei
Senior, che si sono svolti ad
aprile, a Lignano Sabbiadoro,
validi per la qualificazione
olimpica. Lorena Marangoni,
classe 1983, seppur dopo
una gara poco eccellente,
ha conquistato la medaglia
di bronzo, grazie anche alla
sua pluriennale esperienza
sulle pedane nazionali. Medaglia di bronzo anche per la
veterana Evelina Mantovan,
categoria master B, con un
complessivo di 65 kg sollevati. In campo maschile, invece,
hanno trionfato Marco Cotena e Cristian Mazzucchelli, entrambi terzi classificati
tra gli universitari. Il primo,
Marco, ha gareggiato nella
categoria fino a 62 kg di peso
corporeo, sollevando 185 kg
complessivamente, mentre
Cristian ha conquistato il
bronzo, con 170 kg sollevati
nella categoria fino a 69 kg.
Fuori da podio, invece, Giorgio Ghidella, classe 1962, che
con 182 kg sollevati complessivamente si è posizionato
al quarto posto, sfiorando il
bronzo, Chiara Aielli, sesta
nella categoria fino a 63 kg,
Giuseppe Marsotto, con 222
kg sollevati, si è posizionato
ottavo nella 77 kg, Giordano Aielli, tredicesimo nella
competitiva categoria degli
85 kg e Loris Bertagnon,
settimo, con 232 kg sollevati
complessivamente. Un inizio
appagante per il maestro
Nicola Perri e per l’intero
team di atleti, che ormai da
qualche anno si posiziona ai
vertici della classifica nazionale maschile e soprattutto
femminile e che vanta una
presenza fissa in nazionale,
con Giorgia Bordignon. Il
prossimo appuntamento è
fissato a Roma, con i Campionati Italiani Speranze e
Juniores.
Lorena Marangoni
Scarica

Il mercato globale - Comune di Somma Lombardo