,;\ INTORNO AGLI ORGANI ITALiANi i j TRE ARTICOLI l del!' AmealG \ i I- P. C. REMONDINI ; f~ Il Estratti da diversi Periodici ~ riveduti dall' Autore 'I ,il I l ~' i, GENOVA I TiPOGRAFIA DEL R. lSTITU'l'O DE' SORnO-~lUTr IJ 18'79 \f; " ii il j,,' 1. L'ORGANO U:.l2.l'è (Ilal l2 It 1"'flOJICù a e quale dovrebbe essere Magica S"cm di Mdano N. ~, :1, 4. 1879j. italiana degli organi da chiesa è ::ìopnt una 1<11sa VhL. e la musica proprht dell' organo è quasi sco nosclllttl, ill n,dia. Così s' (~ detto e :stampato le molte volte in questi nltimi temI)]. e il Congresso Cattolico di Bergamo !leI 1877 lo proclamò altament.e, fhceJl(lo voti per un miindirizzo dell' uno e dell' altra. A molti parrà avven tata simile proposizione, e nOli riusciranno forse et compren dere eOllle ciò possa essere con tanti elogi che si leggono spesso sug'li organi che si vanno lllan mano costruendo: ma liDi hL sosteniamo, e confidiamo che i lettori nostri, se spas vorraUllO tener dietro al nostro ragionare, al pal' di noi si C'onvÌnceranuo che l' orgauo nos1,rale è male incam minato, e vorranno adoperarsi per porvi riparo. L'organo, antichissimo strumento, fu ammesso nella nel secolo VII o, secondo altri, VIII a solo fine di accompa //ilai'e il ccodo. Basta considerar la sua prima forma e la storia per perslladersene. Constava esso da principio di ben voei diatoniche, e i suoi lArghi, lnng'hi e -6 tasti doveallo abbassarsi Gol pugno e col gomito; e un se condo organista si richiedeva q ualldo alla consonanza di (luinta si voleva aggiungere quella di ottava, Iu questa eon si trovava ai tempi di Guido d'Arezzo (secolo XI) nei quali piaceva di armonizzare il canto fermo quinte e otbwe parallele al canto. Col anche. l' organo si ingentilì. Si fecero più piccoli e pii! i tasti, si introdussero i semitoui (secolo XIV) per agevolare i trasporti dei toni ecclesiastici a comodo delle voci, si amnnsero più ordini dì caune che al secolo XV si fecero sonare o tacere secondo che, per mezzo di registri, si dava, o si intercettava il vento. L'organo a,ttuale data da questo punto. Il RijJùmo benchè di poelw canne è l'organo accettato dalla Chiesa per accom pagnare il canto o supplirlo, non già per imitare i mondani , che si vollero anzi coll' introduzione dell' organo allontanare dal tempio. Hoc solo ln?tsico instì'1t1Iteiltolttit1w Ncclesia in di'oC1'sis cailtio?lib1ts et in d i1t lt//1Jtilis (t1ntS1tm hist1'tOnU1n com'm1mite1' inst1"1t?n(!ntis, scrisse Giovanni eolo xrr. Questi però rientrarono in chiesa 80ttO caUIle d'organo IleI 8ecolo XYl, c con essi tornarOllO gli 11busi, contro i quaIi alzarono la voce a più riprese i Papi e i Concili i , e si stabilirono da allora norme severe a re iI suono dell' organo. Da quel tempo l'organo di venne strumento ecclesiastico, e come tale deve non solo uniformarsi alle leggi del bello artistico, ma mettersi in , come dice l'abate Rògnier (1) col servizio litur gico così per la sua fattura, come per lo stile della sua lIlUsica, e la scelta non solo dei suoi artisti, ma ben allCO dei suoi costruttori, affinchè « presentando a Dio le nostre lodi non sia soltanto una macchina insensibile. venduta e trattata da mani mercenarie, ma avente la sostanza e la forma d'un Ilensiero veramente religioso, aoostolico e romano ». Hi:GNJER, L' Naney, 1850. troit"tt~nH' . " .1 Primi ad introdurre stl'llmen ti d' imitaliolle nell' organu furono i Tedeschi, elle avanti delle altre nazioni si diedero alla costruzione degli organi per chiesa (1). Troviamo nel 1585 la chiesa di S. .iViartino a Dam.~w fatti (2) che ìssedeva un organo a tre tastiere e pedali con contrabbassi in 32 piedi, e provvisto di canne {te? ancia imitanti vari strumenti, mentre quelli di Costanzo Antegllati, famoso (:0 italiano al principio del secolo XVII, non aveano che Ripieno fino alla 33." Fla'ltt?:) COTiletti., e Voce Umrt1lrt ehe diceallo FiJ1a'l·(t (3), per cui possiam dire ehe in Italia più tardì che altrove, prendesse l'organo la tinta profan<l, <trricchendosi di timbri più atti IL servire la musica imita tiva e dmmmatica, che non ad accompagnare e sostenere lfl voci dei cantori. Noi vediamo ehe nel Recolo XVII stranieri costruttori provvidero d'organi (li concerto le chiese italiane (4), basta il gesuita G. Hermanll autore di quello di Como (1650) con 3 tastiere, pedali e 48 registri, di quello di Carignano in Genova con 3 tastiere, 42 registri di cui f) ai (~ dell' altro di S. Ambrogio nella stessa città, che servil'@/) di modello ai costruttori llostl'ali, e che dopo 150 anni go devano ancora grande riputazione (6). Illtrodottasi la moda dei registri di concerto si vollero da per tutto, a qualunque costo, anche nei piccoli stnunenti ad una sola tafìtiera, sulla quale, seguendo l'esempio dell' An ~ar.""t; che per l'organo di S, Marco a .iVIilano avea intro slìezzati (7), eioè divisi in soprani e bassi, ma tacentI snp'l1it,() fra loro, applicarono certi strumenti a,i di economia, ed altri ai soli has;;i lI) Ueba die Stmctltl' etc. der 01'gel. Leipzig, lì::i25, pago 7. Orgalwgl'. cito da KOTlIB. Abrùis dcl' "vlusikge Leipzig, 1877, pago 172. C. ANTEGNxrr. L'arte G)·gwlica. Bre8cia, 1608, pago 7. SEllASSI. Lettere sugli O)·pani. Brescia, 1816, pago 33. HOPKINS Thc organo London, 1877, pago 4:30 e 433. BERASSI. Op. e luog, cit. cito pag, 9. SCmUIBAClI. M. ,d,ichte. (3) V. V. V. (6) V, (7) V. PllAllTOIUUS. I :::: -9 -- per ragion di varietà. Crearono in tal modo il nemÌéI) grande all' esecuzione della musica seria, cioè la COi:iÌ detta divisione la quale mettendo un' argine insupera bile tra i bassi e i soprani, divise l' organo in due metà, di circa flue ottave ciascuna, e condannò la mano sinistra al puro accompagnamento della destra, e questa alla esecu ;done di legg'iere cantilene di poca estensione con Flauto, CorNetto, Tromba o Voce umaìla che èrano i registri piìl adoperati. In questo stato di cose rimase l' orgallo italiano per tutto il secolo scorso, finchè sorsero i fratelli Semssi di Berganw dle diedero alla fabbricazione dell' organo un nuovo impulso, e vennero riputrlti in Lombardia come i creatori dell' organo m ...lm,>",. n rom,; stando bella fama anche presso stranieri parecchie loro innovazioni. Ma i progressi clw resero il loro nome popolare, si fecero in gran parte sopra Ulla falsa strada, il loro esempio fu contagioso. Dopo di loro hl sonorità divenne eccessiva e gli ist1'U?Jw!lti da accessori di vennero jJrineipali. E'lauti d'ogni corni inglesi, tomi da ulccia, elanmi, bombarde, pifferi, bande t?wclte invasero il Santuario. Si fosse almeno mantenuto il RiJliel10 dei Serassi che invero, inesperte non abbiano alterato, possiede t' do!eezza insuperabile; ma no. Esso dovette fiLI' posto a,lla tm'ba volgare dei nuovi venuti, e si fece sottile sottile. LI:' canne grosse sparirono le piceole ne presero il luogo, e intesero supplire alla piccolezza loro eon nl7.ar la voce com!:' fa ehi ha torto che più forte grida. L'organo italiano prmw ;l11ol'a il earattere stridente che tanto e con tanta ragiOllt' gli rimproverano gli stranieri (l) e che noi a vvez:d a non "enti!' di meglio confondiamo colla f()rza e col brio. La tastiera italiana crebbe, è vero, negli acuti, nHt ileI basso, son pochi anni che si cominciò a far cromatica. (' r (1) Y. VAN ELEWVGK. xelles, 1875, pago 55. De l'étal actnel è/e la CII Ita.lie, Hm ',o lllolti organisti ancora non solo tollerano, ma preferiscono la ottava raccorCÌata, o come dicono, in sesta perchè nell' apparente intervallo di una sesta mi-do contiene tutta ]a scala, mancante però di. quattro selllitoni, il che rende la musica onnitonica dei moderni, e certi indi spensabili rivolti d'accordi anche nei toni Due tastiere si usano da noi talvolta ma anclle in caso sono ambedue affette dallo stesso morbo, cioè con 1'e incompleti che pamlizz,1ll0 in gran parte i vantaggi d'una seconda tLtstie1'a, la quale dovrebbe avere ben altri che non auello di servir d'eco non parllamo. Tuttora si fanno le pedaliere in sesta, come le tastiere, e qnand' anche siano han sempre tasti corti da non potersi abbassare che colla punta del piede e dell' estensione di un' ottava e mez~o in apparenza, ma in sostanza con sole 12 note di contrabbassi o bomlm,rc1e (l). Con istrumenti costrutti in codesta guisa, la musica seria. 'amliosa, fugata, degna della Chiesa, i capolavori di tanti i;ommi maestri italiani e stranieri non è possibile esegllire, Bisogna adattarli alla capacità" o meglio incavacitd dell' 01' gmtstarli in altri tennini, e o QualChe Pì'iNcinftle. il organisti monotono, non t'Lrdan tante ragioni incomodo combinazioni di cui sono abbon a metter mano alle dantemente provvisti gli organi nost.ri, e ricorrono alle im JJì'01nisazioili, che meglio si attagliano agli searsi mezzi dello strmnento, all' intelligenza degli uditori e a.lla loro abilità. Ma quali felici idee nascano in capo alla degli organisti lo udiamo tutto giorno. Cantilene volgarissime Ulal condotte, o serie d' Il U'usto del DODolo si guasta Il solo Cav. C. G. Bianchi di Novi ha iutrodotto la _ completa con registri corrispondenti nel nuovo organo a N. S. del Car mine a Genova con univGl'sale soddisfazione. I - -11 10- modo, e scompare del tutto il genere sostenuto, polifonico che da F'rescobaldi al P. Martini così bene avevano curato i nostri maestri italiani. Basta dare un' occhiata alla pochis sima musica per organo che si stampa in Italia, la quale è tu tta vuota, teatrale, e spesso scurrile, Qualche rara pag'lna (li qualche raro maestro fa eccezione, ma è appunto che seartmlO i rarissimi compratori di musica d'organo (l). La costruzione degli organi poi è quasi un mistero in Italia, è COllle un segreto di pochi. Nulla se ne scrive e poco se ne Sèk Ohi ordina, chi paga, chi fabbrica, chi SllOlHt, chi ascolta, ehi gi udica un organo, son tutta gente (gene ralmente parlando) che delle leggi che regolano la costru zione dell' organo e del suo vero carattere poco s'intendono, Gli uni vog'liono molta appariscenza e poca \ipesa, gli altri ]' effetto, la sonorità, la varietà dei timbri. 11 teatro, il pia noforte, l'orchestra profi1lla, la banda militare sono il loro tipo, e tutU concorrono così in buona fede a creare un mo stro, uno strumento cioè, piìl o meno grandioso, llJH eziallllio più o meno imperfetto, perchè monco ilei pedali e llei regi ;;tri, mancante di ctl.une gravi, rimpinzato di inutili fischietti eon una tastiera incaricata, di tener. luogo di molte, con unti. lunghissima serie di stecclw provviste di nOllli imponenti e speslclO bugiardi le quali innanzi agli ignoranti tengono luogo di tantiIJe1'i registri, L'organo è collaudato, pagato, applaudito, è un organo di 50 registri, è costato 15, 20, 25 mila lire, e per su una pagina di vera musica cl' organo, serve meuo cl' un ftT1JWltÙttlt con ped~tliera di Alexandre, d'Estey o di :JIason CllldHamlin da due mila; e, quel che è peggio, trova chi lo encomia a voee e per le stampe, e chi lo imita nei suoi (lifetti. In tal modo, l' orgallo da strumento li tUl'gico che, seconùo le intenzioui clelIa Chiesa, dovrebbe unirsi alla voce dei fe deli a celebrare le lodi ùell' Altissimo, riempiendo il sacro recinto delle più elette armonie, diventa un profanatore (1) Chi suona p, e. l' Offertotio delllt Messa di ROBsini '? ,5. tempio, e coopera al fine diabolico di allollt&Ilttl'e la mente ed il cuore da Se noi invece diamo uno sguardo agli organi che si fab bricano in altri paesi (mentre non mancano anche là opere indegne di stare nella casa di Dio) troviamo che la f~tbbri C'azione degli organi si fa con criteri molto mig'liori che non da noi, e la distinzione fra musica e strumenti profani e religiosi é molto più rispettata, Inventori i Tedeschi, come s' è detto, dei registri di concerto, li posero sempre sopra distinta tastiera in modo di essere un aumento non una 'ltS'lt1'pazioue, ed avendo essi conveniente estensione nel grave e nell' acuto, servono alla varietà, non all' esclusione della musica a più parti che è la propria dell' org'ano e della Chiesa, Codesto costume si adottò dai Francesi e dagli lu i II uali non solo due, ma fin cinque ta,stiere adoperano in og'gi, intrecciando cosi voci di tìmbro diverso anche nella stessa ottava, a rendor pill piacovole e piil distinta la con dotta delle diverse melodie, il ehe non puossi ottenere con un solo ordine di tasti. .La necessità. anzi di più tastiere è talmente sentita, che anche gli organi piccoli e per camera ne hanno spessissimo due e così vicine e sporgenti Ulla sul l'altra che eolla massima facilità si toccano entrambe colla stessa mano, Dei piedi poi non si valgono a toccare eol sinistro un basso sui telllpi forti d'un ritmo marcato e del destro a solo fine d'introdurre a titolo di varietà strumenti eli eoncerto nel corsO di un pezzo che, tolto quello sfoggio di mostrerebbe tutta la povertù, del disegno, ma a COllClurre una parte di basso coi pedali che estesi almello di due ottave, e spesHo di 32 note, ricchi di registri speciali e fatti in modo da toccarsi agevolmente colla punttt e col tallone d'ambo i piedi, svolgono la loro melodia non altri menti che un basso canta.nte o un violoncello in un quar tetto, lasciando tutta la libertà alle mani. Vedansi le opere di S. Bach e si stupirà scorgendo che eosa già si facesse co' piedi IleI secolo XvII in Ger mania. I 1:3 13 Le tastiere ÌII< sesta r,ome le nostre, (J comunque abbreviate, scomparvero da due secoli (l l. Registri che partono dal 3.0 do son quasi sconosciuti. I registri di otto piedi. che sono all' unisono della umalla voce, sono i più numerosi, e quelli ad in ben mag gior numero di quelli a lingua. Il Ripieno ben provvisto di canne a suoni è di- in modo da non soverchiar mai la voce dei crmtori. della nrecisionf~ dei meccanismi. f(trsi un' negli organi) perehè mente progredito, mentre da noi quella dell' organo è ri masta quasi stazionaria. Le leve pneumatiche. le pressioni val'iiìte, le nuove di canne, le continue in venziOlli insomma suggerite thllla scienza, dall' arte e da uno stndio indeiosi:ìo, tengono la iitbbricazione degli organi sulla via del vero progresso, quello cioè che ha in mira di l'enderlo della Chiesa. Questo specialmente in [n Germania poi, in FnLllcia, nel Belgio, in voglia istruirsi nell' arte del costrurre gli organi. farlo agevolmente. perchè SOllO moltissimi i trattati specii1Ji cosÌ antichi che model'lli che ne I committenti così si illuminano, i c:lstruttori progred.lscono. e l'ane e la Il solo sig'nor Hmuel nel suo J1::fawl6cl du Facte1w cl' Orgues, in :3 volnl1li (2); accenna a 69 opere in diverse lingue, tranne che in italiano, sulla costruzione organi, e non nomina tutte quelle che esistevano, nè conosceva ancora le altre molte che comparvero dopo il 1849, fra le quali il grosso volume di Hopkins, le opere di :Fischer, di Kothe. di Régnier, di Schllbert, di Simon, di Schmitt, dell' abate Lami:tzou, ecc., e gli articoli continui sulla fattura degli 01' (1) Y. HA~IBL. 11fanncl fin lt'actew' d' (:2 j Y 01. 1. pago XVIII. \'01. 1. pago XLrr. ,~ galli che compariscono settimanalmente nell' Englisk rae c1UltìÙ di Londra, fra, i quali gli importantissimi di .J. W. \Vannall che non saranno terminati prima di einq ue anni. Il confl'onto parrebbe poco lusinghiero per noi Italiani. Con tuttociò noi non dobbiamo sconfortarci troppo. Molti pregi che organi nostri posseggono mancano a quelli di altri paesi, e gli scrittori di buona fede ne convengono. :ì\:folti de' nostri strumenti antichi, e che noi troppo dimen godono bella fama presso gli stranieri, e se ac celmiamo al progresso che altrove s' è fatto ed è innegabile, gli è solo pei desiderio che la fabbricazione ita,liana non abbia a rimanere indietro, ma riacquisti la stima di cui go deva ai tempi degli Antegnati, dei Valvassori, dei Pr rimetterei al livello delle altre nazioni non ci resta moltissimo a fare. Basta che vogliamo. Senza farci serviI i imitatori d'alcuno, dobbiam noi studiare seriamcilte la ma , sceverare il buono dal cattivo, ed alle buone qualità nostre aggiungere quelle altre che possono rendere gli nostri maggiormente atti alla esecuzione delle opere grandi maestri, mantenendo loro ad ogni costo il carattere che 1'organo deve avere anzi tutto nella casa del Signore. In conclusione, ecco in brevi parole ciò che a parer nostro si dovrebbe fare in Italia. . Dovrebbero anzi tutto i fabbricanti ùìrsi coscienza di stu diare i capolavori degli antichi costruttori italiani che eon tanta facilità distrugg'ono, imitarne specialmente la e il carattere religioso; mettersi al corrente della fabbrica zione estera, e introdurre anche non chiesti quelle modificazioni sono volute dall' arte e dalla scienza. I committenti poi il lnminati, dovrebbero da loro pretendere che visitassero gli organi dei grandi' costruttori moderni, e tra gli si dovrebbe sempre dar la preferenza non a chi, solo per pratica, promette maggior numero di canne, e chiede minor prezzo, ma a chi otTre gllarantigie maggiori che le opere sue siano inspirate dalla scienza, dal l' arte, dalla religione. I 14 Dovrebbero tutti figgersi in mente, che uno strumento piccolo ma ben proporzionato, è di gran lunga preferibile ad un altro· di maggior mole carico di imperfezioni, e che una parte anche perfetta non basta se il resto non le corrisponda. Che se ci è lecito scendere a particolari J noi vorremmo; 1. o Che anche gli organi piccoli avessero due tastiere e pedali it registri indipendenti, e che le tastiere avessero non meno di 58 nè più di 61 tasti in progressione cromatica a cominciare da do, e i pedali a tasti lunghi almeno di 27 note, e quelle e questi costrutti in modo che non si udisse sonande il menomo rWllwre nelle catenacciature. 2.0 Che i registl'i di otto piedi, di canne così aperte come otturate, fossero pre(lominanti e distribuiti equabilrnente fra le dne tastiere. 3.0 Che quelli (b Un.rJua si ammettessero con gran par nè mai troppo clamorosi. 4.° Che il Ripieno non fosse mai stridulo, ma ricco di CJllllC 1:1 suono gl'ave, robusto quanto si vuole, ma dolce sempre. Che la varietà dei timbri fosse ben determinata. G. o Che venisse abolita la così detta dÌ1)isione, ma tutti i registri cominciassero dal primo tasto, e per eccezione al 2. o do non mai al :3.°, ed in tal caso, a mantener l' eqni librio, si supplisse la 1." ottava con canne d'altri registri che piil si avvicinassero. ' 7, o Che si abolissero tutti i registri destinati a far fra casso, o ad ottenere effetti puerili. 8. o Che l'organo non si facesse emulo delle orchestre protalle, e molto meno delle bande militari, ma si confor masse alla maestà, alla gravità, alla santità della Casa del Signore, eù alle leggi ecclesiastiche. Il bisogno d'una riforma nell' organo, come in tutto ciò cile riguarda la musica sacra, è fortemente sentito in Italia, ma generalmente la si crede impossibile. Essa è invece faci lissima. Basta cOIllinuiare e poi la verità si fa strada da sè Al bello, al vero, al grande, non sono ancora insensibili, la Dio mercè. gli Italiani. II. LETTERA AL CAV. LUIGI lINGIARDI (Dallo Spelta/Ol"e di Milano N. 81,S, 49, 50, Settemhre IS79). EGREGIO ,r SIGNOn CA VALIE1W , Quando scrissi gli artieoli elle furono pubblicati nel pe riodieo ilfusica Sacra di Milano, N. 2, 8 e 4 di quest' anno, intorno all' organo q naIe attualmente si trova in Italia, io m non supponeva di recar dispiacere alla S. V. Preg. . , nè si conteneva in essi sillaba elle ferisse la fabbricazione Ijin giardi più di quella di tanti altri llloderni costruttori italiani. lo credeva d'altra parte di trovarmi in eccellente relazione colla S. V. come sempre ho ambito di essere e come le cor tesi lettere scambiateci lo scorso anno, in cui Ella mi dava ragione in massima, um ftttribuiva ai tempi l'uso in chiesa della 1l11csica dilettevole e teat1'ale. mi autorizzavano a cre dere che fossi. I difetti ehe ne' miei articoli indicava e ai quali invitava cosÌ i costruttori come i committenti a portar rimedio, non riguardavano alcuna fabbrica in particolare, ma tutta la fab bricazione nostra in generale, la quale. Ella ha bel dire, I III 17 è rimasta molto indietro a quella di tante altre nazioni, specialmente per ciò che riflette la religiosità e la parte eosÌ meccanica che Illusicale dell' organo, malgrado le inno vazioni dalla S. V. introdotte. E a far fede delle mIe non tardò l'arrivo a Milano del celehre Saint-Saens il qnale trovò al COllservatorio un organo su cui non potè metter le lllani, presentandoglisi secondo un sistema elle eominciò a sparire in Germània nel 1576 e scomparve dal resLo di Eu ropa, tranne che in Italia e in qualche sui primi anni del nostro secolo, perchè ganista che voglia trattar con libertà e varietà non solo lo stile fugato e il genere polifonico che sono propri del sacro stru mento, che feeel'o la gloria degli antichi organisti in cui si esercitano tuttavia gli organisti degni di tal nome, t'ome il Saint-Saens, ma lo stile moderno eziandio come lo Lef~bure- W ély Batiste, Lemmens e quale non abbiamo in Italia sgraziatamente quasi esempio. Prendendo oecasione da codesto fittto e in un momento di eattivo umore, la S. V. s'è laseiata andare a scrivere e una Ietterà (l) in cui nOll eOllfuta g'ià i miei arti eoli, ma mi attribuisce desideri e aspirazioni, che cun tutto l'animo, non aver avuto mai, e accumula contro eli me le ac.CJlse seguenti: 1.0 d'ignoranza ,llerchtì parlo SCi!Z{( cognizione di 4. o di tentata distrm~ione dell' arte cercando io di colle mie teorie l' nltùno 5. di disamore ,tlla patria - preferendole gli stranieri per sola .'oaghezza di tutto cio che sa di olt1'e11lOilte, ecc.; 6. o di nuerile petlllallza - volendo, ignorante come l'lulnd(ll'e a SC1Wlrl nientemeno che la S. Y. cavaliere, io compatisco il fabbricantp di , avvez;r,o COllle è a trattar tutta hl vita con persone clIe dell' arte sua non s'intendono punto e che, se rivali lo str;l,zictno calulluiosèunellte, (), se benevole, ne fanno esag'erati panegirici e troppo spesso venali, si truva in terreno nuovo quando s'imbatte in umt critica dente, imparziale e, per qmwto può, illuminata; lo compii' tisco, dico, se allom si mette sulle (lifese ed esprime amici le sue difiìl1cllze; ma da questo a leggerezzeL accuse come quelle che la S. creduto bene di htllciarmi contro, diffondendole per la posta ed il lllezzo di fidi amiti su larga scala, v' è una iJell~~ dif- fenmz,t, e nOIl cTe(lo ehe io debba spingere il riguardo elw mi piace llsare verso le persone al punto di non d,trilli:]1\: per inteso, cllè eiù tornerebbe a da,nno della santa e,tIlSkL per la qlU11e cumbatto. E nel caso attuale è tanto cIle lo scherzo mi vien fatto in un giornale amico e tabile come lo Spettatore e da persona che gode mel'itameut" fama di onesto e intelligente costruttore e che, pe!' ginnf,il" mi fa gm;r,ia di Wì/1,ic/lCvoZ,mente ùtl1Utuu. Permetta perciò che alle ,1,ccuse della S. V. stimatissillm jo fttecia hreve rispostft e resteremo sempre più MitÌci. Ce,, seranno andte così le istanze di chi mi prega a nOli ti1,/'(: jJolemiche con Lei, come g'li eceitamenti di chi mi sehel'llisl't, raltsa; 2.° d'allucinamento del prossimo - perchè Ella spera che i com'fnittehti non si lascie?ytnno allucinare da codesti credttti tecnici ed ol'acoli " 3. o di malinteso spirito religioso e anche un poehillo e di furto perchè Ella osserva con patente ehe nel santo scopo di eccita?'e il fr.?1'vol'e qioso, eee., io detto c.on altri teorù i1lcompi'ensibili ecc., e intanto le tolgo il presente e le illvolo persi/w i pensieri e le opinioni (1) V. Spettatore di ~1ilan" '\f. 7!J4. colhlga SiI!. G . .\[ellwsti, ~uo LrJtt('),<l lkl Cav. cunfnso non Prima accusa: SUIIII v Non lo nego. L'ignoranza è relatim, nè ho lIJ,ti per i miei pochi studi eli potermi dire Tutti d'i gnoranza ne abbiamo ht nostra parte, e finchè non ce ne e non ne usiamo a danno altrui, si nnò tolle rare. Non (\ vero ') " I 18 . Seconda accusa: 3fa io gli inscienti (l da'lì/IO dell' (lrt(; enOmc italiano, de in fatto di 1n'ltsica ti tuttora. CM/W se1njJJ'e ftt ,il più glorioso del 1Jwndo. passa la burla. Bisognerebbe provarlo. lo non le Solo domando a I..Iei ehe cosa c'entra invocare le in f",tto di musiea, mentre non è per ora con Tlei quistione di musica. ma di eostruzioIle più o meno con \'eniente di strumellti e s,leeialmente di miglioramenti in e"s,), ehe altre llftzioni hanno da. molti anni unanimernente e che noi, ili gmn parte per la poca coltllra dei no stri orgallari, non ancora (;onoseiamo Oh StiéUIlO a ehe sftremo aceusilti di miscolloscere le (llo?'ie daliane in. di 1il/llsicr~, se preferiremo llll Pleyel, un Erard a un , di Mola; e che diremo pÌ,tUoforte d' Aymunino, di ,lllol'", di ehi. non /In niallot'orte straniero, ma due 11e tenesse i 11 ca.s;t comn un Jjer JJI'r; Tel'l':<t aeemm: il /;i/rì, doti i'Ìii {{ , . io detto i/OII possono della musica, la (llmle non da certi !li strumenti; ma, dleo io, che sui q llnIi la 1J1,1tsica cl' non si può eseguire '! Clw utile le rce:l. ulla scala di sole 12 Ilote di lleclaii che, ftttti pochi gradi Ili, obbliga a un capitomLolo elH~ rovina la fr;tse. storpia r imitazione, ecc. '? Che utile porta all' ~trte una sola tastiera la quale non è 1;e7'O che possa far di aue, come dicono certi e rinetono certe i, se non davanti pos Che utile l'C(:,t all' arte che più estesi sesso di per poco r ap se nell' acco1JòJW//JUl1JbMlto di canto (\ un parellza di gli accordi. a obbliga il timbri - 19 limiti, se non ripiegare la melodia, a non passare a mancar la terra sotto i nel canto, o estranee Ilote prodursi nell' accompagnamento? Se noI sa Ella, signor cavaliere, lo so ben io ehe è questo un ripiego tutt' altro che artistieo, ma puramente economico, che serve benissimo per allttcinare /Ili in scienti, ma con danno dell' Il!'te e del nome italiano. allori mietuti dal nostro compianto 1\11.0 Gambini a e gli effetti sorprendenti ottenuti a Milano dal chia rissimo M. o PetraIi, che Ella adduce a prova della perf'e zione dAi snoi organi, non li nego, nè mi meravigliano. .Ma il trionfo hro è dovuto alla limitata pAclaliera, agli strumenti monchi, all' avere un' unica tastiera, o Diuttosto ]' ottennero maggior loro essi lllf'rito Con tale si dovrebbero far d'ora innanzi i vio visto il modo meraviglioso COIl cui E se il maestro Pe Ilon lllira solo all' effetto passeggiero, ma, da ~Lrtisti'l. eonSllmato come è, pregia assai pHl la bontà. intrin seca della musicale composizione, avrà nn giorno (e l'avrà a S11a disposizione Ull organo seul':a i pregi che secondo IJei, gli organi italiani iL I Illlllto ehe stranieri non osano toccal'li, far molto di più e con molto maggiore Slla soddisfazione, che non istretto sul letto eli Procuste dei pedali e dei registri accorciati, Creda non parlo seilz{t cognizione di cansa. accus,t: Le iìostre teoi'ie damw all' arte M:r;rl1/(wia clw ori!lrli 'l'o(lJe fil trallumto per })eJlu}'ia di l' 1~ltilnO traco!1u, Volg'e ,tI tramonto 'I Ma allora ho proprio ragione io! E dovrebbero saper gmdo gli org-anari se eel'CO di far d'organo a, ])l'efercuza di qua vivere ]' amore per la lunque se mi oppongo all' invasione della mllsica tea trale nelle chiese. doye solo le voei e 1'organo dovrebbero reg'nal'e sovrani; se eccito le fabbrieierie a restaurare gli organi e fabbricarne, occorrendo, dei nuovi, ",."tont! I - :20 :21 (e pagando ben inteso) un lavoro 11ÌÌl e pÌil in relazione coi progressi in altri paesi, e specialmente se eccito tutti, ol'gana,l'l, orga nisti e committenti, a non risparmiare tempD, fatica e da naro per non rimanere ÌrHlietro noi soli Italiani, e mante ehe i nostri padri otteunern nel mondo di nmsie" specialmente ecclesiastica e di fab lJe pa1' questo dare all'arte l'ultimo t?'(u;ollo:l Capisco che un organaro llOll è tenuto ad iu struil'si nella storia e nella archeologia musicale, ma nella storia dell' arte sua. poftarlmceo! il dovrebbe. Ammetto a sua discolpa che 1l0ll possa, ma allora perclIè prendersela co~ì agra e per le stampe eoutro chi con~acra il suo tempo e onakhe altra eosa egualmente preziosa a legger ciò elle dovrebllP aver costa,nLemento alla mano, come che trattano della materia in _ lingua. per esser(~ al corrente dei progressi del arte ? Ella forse 1'ignonL ma mentre in Italia non si st~Ll1l pa, ehe qllakhe ampollosa eollandttzione o si fa quakhe libretto rigurg-iLmte di iucenso e d' trovittlllo ::;erie pubblicazioni in altri paesi clIe fanno fare al-· l'ane pas:;i \ht gig1mte. :\ tacer d'altri piacemi notare 11 periodico T/u: j"'l/glisl? Jfecltanic, che dedica parer. chie delle sne 96 colonne settimanalmente alla flLbbl'ieazione e 1'altro in tedesco IJie ()1~r;elb(t1t che esce in Berlino tre volte <:tl mese, esclusiT(l1JU?lIte dedicato alla cOstruziOlW degli Ol'g·[llli. dove seri vono i niiI eminenti costruttori di tutta la Ger nostri tanti Ma SOlIO opere st l'((I! Ù' l'e codeste, ed io mi dò 111 zappa sui piedi, perchè sono a·Plllluto accusato di far all' amore cogli stranieri. Pe?' amo}'e (quinta di tutto che sa d' 01 prezzo anzi altamente le buone qualità, che }lUI' falso progresso va distruggendo, ed è questo che lo poi amo la mia patria quanto altri mai e potrei dire ùi qualche altro, ùacchè non vorrei che uno straniero che la visiti non trovasse un orgaIìo per farsi sentire, a meno che non fosse esercitato sugli strumenti che usava il nonno elcI bisnoIlllo di 'suo nonno, E poi: IleI' chi conosce la storia, è cosa ovvia, chè se fil un Italiano (prete Giorgio di Ve nezia, o, secondo alcuni, di Benevento) che costrusse, come pare, il primo organo, probabilmente idraulico, in occidente lo collocò nel suo palazzo è fuor di controversia che il primo organo spedito a Roma insieme mI un abile orga nista. 1'anno 880 da Giovanni Vescovo di JTrisinga per or dine di Giovanni VIII. l~ quindi dalla dove l'arte organica fin d'allom era molto in fiore, che avemlllO lloi Italiani il primo organo costrutto sull' attuale principio. Oltrecchò l'organo stnunell tato, come si vuole in oggi, è doppiamente figlio della Gel' i Tedeschi a.vevano per lo meno da mezzo a lingua e le eaune di stretta misura da noi non si usavano ancora, cioè nel cui pubblicò C. Antegnati il suo libro L'arte E questo, con buona pace di IJei, signor cavaliere, per sa perlo bisogna alle volte impolverarsi le mani coi libri an ma chi lo fa evita bene spesso di dire delle grosse come sarebbe, per esempio, che l' organo-01'che stra possa chiamarsi italiano. Ma che libri. che libri ') Noi Italiani, Ella mi diee, non abbisogni:wlO di studi. N ai siamo inspi?Ylti dal nostro bel nè abbiamo ad imitare dllgli stranieri. Sono essi che dovrebbero, Ella dice, imitare i nostri or!!'ani. Se noI fanuo, gli è perchè non sanno, Questo ba un pochino l'aria di una bestemmIa, valiere, Ella fa responsale il Cielo delle meceaniclle rumo rose, dei pedali allo stato rudimentale, delle tastiere e dei dimezzati, della falange sempre crescente di canne r tremante e di (wtieo, tj'O?'O la pei:!e::ione JÌegh oJ'[!a)li st1'(tnie?'i e ,r;li or,r;{tni (l'Italia. cavaliere, non le passo la alcuna cosa e molto llleno gli ol'!.!'alli italiani. (lei I 22 a lingua i·tìtttanti il 101'0 tiJ)O, ma che non sono mai accor date, che usurpano, quel che è il posto di quelle ad anima, le qmdi in sostanza sono la base dell' organo, e di simili difetti che si rimproverano e con ra gione all' attuale fll,bbrieaziolle italiana. li cielo d'Italia è di benefici influssi; ma tan che il nostro e coi tiratutti e molto dallo studio. come vuole J'~lla che nulla si mentre ce ne ha dato e ee ne dà continuamente .! lo lodo, veda, sforzi ehe Ella, fiL per fltr pro gredire l'arte sua, solo vorrei elle il progre::>so fosse sulla bnona che più che ad ottenere il planso as(\oltanti inscienti (e tra questi figurano talvolta anche dot tissi111i teologi), Ella mirètsse a quello dei grandi ingegni di ogni naziolle versati nella materia e elle sanno distinguere tra musiett di chiesa e musica di pia.zza. Ma non mi sfugge (e sono proprio i maledetti libri stra nieri e polverosi che me lo dicono) ehe, per esempio, le wsse, poco propriamente da V. S. ehiamate armoniche, per ottenere lo ,~fttrnato passaggio dal pianu al forte, siano u no sullo stesso somiere, suno il sJlJell (gonfiamento) inglese illventato da Abramo Jordan nel 1712 e (trlottato piÌl te,l'di in E'l'ancia col nome di bo/te d' eXjJ)'eSSiOil; che le voci nmane (t lingua, il famoso C01'O di... si trovava già il, metù, del secolo XVII organi di Germania e che r 01' ganaro Hatz di Miìhlhausen introdusse la DO;!] 1l iTqijlCa, che di 4 vento è il t'i'emolo si usava, noI cre su] violino e colla voce del organo del trovava inclu::>o in - 2:~ 1608 a CambrÌrlge e in altri del 1665 e 1693 d'altre p,trti d'Inghilterra, dove pare che si COlloscesse per tradizioue, l' che sgarlHto da prima venne perfezionato in Francia; clw i mantici a pompe, a manubrio, a lanterna sono cose vecehil-' e molto vecchie in Inghilterra, in Francia, in Germania, in Belgio ed ora già si iltllllo colà a cam)Jarul e si sostitui scono loro altri congegni, ecc. ecc. è già che le faceia il torto di supporre che Ella sia;,;j rlisitalùtuizzato aI Dunto da Schlimbacll, i , ecc., eOll1e ho il rossol't' io, ma Ilei solo d1t ]?actcur d' in 3 vol. con Atlante, nel 18,19 e elle si trova, stanno descritte tutte ta.nte altre, e di coi loro bravi in modo cosÌ seducente, che se Ella hl1 resistito dire che ha smmlito l' almeno, addosso contro ehi vorrebbe illtrodurli 11 _ altre storie che faeilmellte gli iuscienti e costa;l, poco, ma non bastano a soddisfare le della mnsie;L seria e religiosa 'I Ella può dirmi: a' miei tempi si suonava.no sul]' orgèLllo le riduzioni d' o)Je1'e o cose simili, e i miei organi sono inspira,ti da quelle ed a quelle mirabilmente convengouo. -- È vero, rispondo, e ricordo con compiaceuza d' ~LVer uditi) la S. V. nella nostra basilica di S. Siro, quando vi collocavH, l' organo del coro, che colla musica dava.nti, eseguiVit, pl'e ~ente il nmestro Gambini, la cavatina B1'jwni, B1'lIani in 'Dolami, riducendo per organo la riduzione del nULestro Luigi 'rruzzi) e qmmto bene! Ricordo pure il duetto Vedi, () N01'?IUl, a' t1wi llinoccM, dove ella. cambi,wa registro per mezzo dei pedalini di sua in venzione) ad battuta, dicendo per es. Vedi, o JVo)'mct col corno , a' tzwi (JinoccM coll' ottavi no , tjuesti rxr.ri I - - 2·1 -- 25 tanto trasformato ehe gli strumenti di 30 anni fa SOllO pres :'ioeM oggetti da museo Ora anche l' organo deve dire, ma senza entrar nella sfera dell' orchestra, della del pianoforte. Esso deve rimanere organo, cioè lo strumento sacerdotale che volle la Chiesa cattolie,t, e nella sua sfera progredir sempre, costruendosi in modo che anche in Italia, un organista d'altra nazione pOSSét fa,l' gustare le sue com posizioni, e lIoi possiamo eseguire le opere dei sommi orga nisti d' orrni paese. uniformità di fabbricazione, almeno per la che riguarda, il sonatore, è un bisogno del nostro tempo e V. carissima dovrà segui llessuno può contrastarlo. La tare, voleils, noteils, un impulso ehe avrebbe potuto aver la gloria d'aver dato pel primo e che è forse appunto per non aver ciò fatto elle ora inut,ilmellte combatte. lo non entro nel personale di uno o di altro fab d'organi, non parlo di intonazioni, d' di equilibrio di voci, di bellezza di timbri, eec. molto me ilO di golidità di layoro, di bontà di materiali, ecc., cee. Questi meriti devono essere comuni a tutte le opere dei fabbrieanti di primo ordine, e scrivendo a Lei non devo fare il panealtri, ma posso dire con che quanti vipochi miglioramenti all' ordinaria disposizione per mio suggerimento si sono introdotti con entnsiaSIllo .dal ca v. Bianchi nell' organo suo al Carmine in Geuova e gli alt l'i maggiori che adottò, non solo per compiacenza ma eziandil) per conyim~iolle, la ditta Locatelli di Bergamo nel progetto di auello per la cltiesa di N. S. della Consolazione me ne fecero ampii e cordiali rallegramenti. Po nomi chiarissimi e che Ella stnna certamente; anche trascrivere una lettera... ma mi basta per ora un nome solo clIc le farà esclamare: tu q1toque! Il M.o Vin cenzo Sassaroli, il campione dell' italianislIlo in musica, che Ella sa quanto le sia benevolo, ehe contro di me oppugnatore opuscoli pepati, ma dell' Orflano-orcltestl'a scrisse articoli che ora godo annoverare tra' miei amici, fa plauso alle mo che io propongo. ~~ anzi da lui che annresi un flauto traversiere. tnoi colla tromba, e via. ; e i preti dI'costanti se ne andavano in S01111 chero dinanzi a titnta rieehezza dì strumelltazioue e tanta devozionc di mnsica nella casa di Dio l a vedere se ne em clintento il povero Bellini. Allora i tempi portavano così. Passi , ma al presente, e molto meno in futuro, di roba sull' organo non ne deve piil comparire. Ella deve faI' organi. , ., perdoni tanto la mia stol'(litaggine. Dimenti cUova l'ultima aecusa che è questa appunto di ToleTe COli 'iIl'. ZIa, 'inali r1tl1'e la 8. V. a e ('lll 'Il2W'l'i 1110aetli d' m:fja?tfI) COli pedaliera , lun,fja., ecc.. pe?' esempio come quello 1/tanrlato Go al ? ' I ! i l e l 786, coll' a,r/.fjlllJ/la in facciatrr di calme ]fiOllstl'tlS d7:ametl'o di 43 cei/t.!! Ma Lei è d'uno spiritI) straordillario! lo l'ammiro davveru e le cedo la palma, (:olltentandomi di dire colla coda fra le g-arnbe, che SOIlO ben lungi dal voler fare da maestro ad al cuno, e tmlto meno a Lei, ehe assai piil d'altri Ila le/to f: 1)(?(t!tto e agli altri ; ma iillGhè non sono a tacere deI tutto che cosa posso dire '? Se dico: fitte come il Gav. Liugiardi non fa più sono additato sui g'iornali eOllle un n:tI'ogrado che voglio l' antieo. Se dico: titte come esso J/(;71 (lflCOi'a. sono un 1tvyenirista, un fi) l'estierante. Non resta che dire: fate ('O'flIC hti, o tc):,;to.... fate fare da liti. N è io ho diHicoltù a dirlo; lo dis"i anzi non ha , interpellato sul restauro dell' organo di Porto ::vraurizio. e lo ripeterò ancora quando si persuada anche la S. V. Stimo ehe, si voglia o non si voglia. r arte orgallaria deve anche lla l'indirizzo ehe la musiea sta prendendo fortunatamente dappertutto; ed è: TfWna?'c all' ai/tico per 2Jl'oflTeàire nell/U01Jo. Mentre le antiehe composizioni tornano in onore, l'orchestra, che è la lllusiea del teatro, s' è arriecbita di molti nuovi mezzi e va arricchendosi ogni giorno piÌl; la banda militare, che è la musica della piazza, non le resta indietro se forse non la .supera; il pianoforte, che rappresenta la musica da sala. è k. I .) ~(j bel modo di giudicare di un organo. Prendete la in mano, ei mi diee, e quell' organo che maggiormente si lJresta alla precisa esecuzione di quella, ditelo migliore, e vuoI dire: fate l' organo per la nlUsic(~ e non la musica per r organo. 'l'm lui e me vi essere forse ancora qualche diver genza di circa i caratteri intrinseci della vera, musiea di , ma qltesto nOlI riguarda elle molto da lontano la fabbrieazione dell' organo. Sulle due tastiere. sui da potersi premere eo11a e col calcagno d'ambo i piedi, sulla abolizione della eosi detta dinùiolle, su ciò insomma che impedì ai Milanesi, di udire il 8aint-Saens, siamo perfettamente <i' accordo. Questi tre migliorameuti, la mancanz,t dei quali è sentita da (.)glli ~tl di sopra del comuue, come si rileva chtl i/Il,todo del l\T. o Maglioni, da quello del 1\I.o Petrali e del sig. G. B. Castelli, ecc., ecc., rcndono e fedele la riproduzione sull' organo di una partizione eosì di voci sole, come di orchestra, e non tol gO\lO Uli ette al earn,ttere che distingue gli organi d'una nazione da quelli dell' <1ltra, come quelli cl' uno e di altro fabbrieante dello stesso paese, nè l'eeano fastidio a ehi non vnole profittare degli immensi che presentano. Essi sono addottati iII GUQ"i da tutte le naziuni eivilizzate e restar noi solo indietro, sarebbe a nostro da1l110 e A Roma, Catania., Genova SOllO io, almeno in parte. Gilio i privati si provvedo ilO di a1'1no nium e cli pianoforti con pedaliere per lo studio dell' organo da molti anni ha anche in Italia, e l' abb. ']'ollladini fatto applicare la pedaliera moderna all' organo eli e come belle se ne giova! I negozi di pianoforti si alTicchi seOllO delle pedaliere Pleyél a suoni indipendenti da unirsi al pianoforte. 11 maestro Petrali, il primo <1' Italia, loda approva e ammira la pedali era inglese a con chiglia che Ella mette in burla, e mi autorizza a. carlo. Lorenzo Paoli, buon fabbrieante d' accetta l' abolizione della divisione e unita alle due tastiere la re ~I Non passemllllO molti anni, signor u(t earissimo, elle anche r Italia avrà all' altezza e organisti che li sapranno sonare e si riderà dei ehe Ella or difende come si ride delle tastiere iII sesta, dei fucili a pietra, del]' acciarino coll' esca, delle earrozze appese, delle penne d' oea, dell' illuminazione ad olio per le strade. lo sono tanto persuaso di quanto dicu elle sto un bell' articolo per anllunziare al mondo musicale la completa conversione. '" di chi ?... del cav. Iju!Gl LINGIAHDI, il quale se ha creduto per poco di suo interesse il dipingenni come un grande ignorante, un nemico della patria, non tarderà a trov,ìre di maggiore e un pochino anche secondo un altro linguaggio perehè ha troppo stima dell' ingegno, del buon senso, della rettitudine della S. V. canSSllmt, pel' diversamente pensare il suo franeo ma leale e ti agosto 1.87~J. dev."'" se?'1JZ:tore P. C. RE\IO:'\lll"l. alla stampa la prese1l te, lessi eon piacere sulla Gazzetta JJfusicate di N. 32 che anche l' professore cl' organo al COllserva torio, il 1\[.0 Poli bio Fumagalli porta opinione, come d'al tronde non potea dubìtarne, che sarebbe e desideTabile ehe si costruissero tutti gli organi secondo ma non già seeondo il nostro, oJ:f/ani este?'2:, perehè co] sistema da noi usato il sonatore non può avere l' i?nJJ~ei~SO '/)(tnta,f/,f/io di ese.f/uil'e i cajJOZa1Jori dei più J'ep'lltati classici. Contuttociò non ammette che sia ) sb{(f/liato, difettoso un sistema ehe porta seeo quel piceolo inconveniente! Tutto il cont1'u?'io, egli dice; il che significa essere il nostro sistema vero) cor7'etto) perfetto, I - 28 <tHZl una specialiteì del JlOstro paese, Sarà! Gli organi nostri llerò possono, sec.;ondo lui, e con vantaggio essere 1'ibattez~ Mti con altro nome che non con quello di o1'gano, Osserva zione giustissima, Ma tiri Lei le conseguenze e le tirino pure i committenti, i quali credono in buona fede che avranno nella loro chiesa uno strumento al quale conveng'a almeno il nome di o1'gai/o, p, c, III. R. LA QUISTIONE DELL' ORGANO ITALIANO E IL CAV, LING [AH DI IDal Cittadino di Genova N. 279, 80, 8[, 82, Ottobre (879). Un organo non si può costrurre in Italia che non trovi :-;ubito il suo collaudatore e il suo panegirista, A udir 101'11 ogni RipiellO è dolce, robusto, ben nudrito, ogni st1'lVrnciltl) imitato al naturale, ogni meccanismo è perfetto, la Sll<! pruntezza fulminea, ogni fabbricante dotò 1'arte di nuove invenzioni ecc, ecc, Insomma in fatto d'organi si corre (l" noi a Viene vele, nè si potrebbe far meglio, Ma la f~tccenda invece va tutto al contrario, e, poco più, poco llleno, gli org'ani di italiana fattura sono plasmati su lluelli c.;he si usavano in altri paesi al principio del secolo, per dir poc.;o , e in certe loro parti, su quelli di due sc c.;uli fa, Queste verit~L iu mi adopero a tutt' uomo da un pezzo a farle capire a llliei connazionali perchè vorrei che non rima nessimo vergognosamente indietro noi Italiani agli stranieri; e mentre trovo che organari distinti, maestri compositori, org'allisti, dilettanti, prendono interesse alla quistione e me CII si adoperano per il mag'gior decoro della casa di Dio, peI' l'incremento dell' arte musicale, pel lustro della patria, un I -::n :30 org-anaro di bella fama, il cav. Lingiardi, di Pavia preve dendo a torto la rovina della propria fabbrica se noi fos simo ascoltati, s' è fitto in capo di porre un argine alla luce che si va facendo, e dopo avere, con una sua lettera pubblicata sullo Spettatore di :Milano, N. 7n4, cercato di screditare le nuove teorie e chi le sostiene. scende nuova mente in JJÙtzza a1'm.ato di pa1t1'a stesso un SIlO lunghissimo come t.ale N. R:-ì4 e che al principio pare una contro i nou continua, vuota il sacco dei suoi nemici. Alla prima sua lettera diretta a un suo allievo, il Mellt,tsti, ho risposto io sullo Spettato?'e N. 848, 4H, ;)0 difendendomi come meglio ho saputo dalle accuse ll1ossemi, (, all' ibrido suo articolo piìl retente contro il !lottissimo mio Don Guerrino Amelli, saprà certamente egli stesso come ha saputo fa,re alla lettem sueeitata, pel' mezzo del Periodico J/fltsic{[, Sacra di l\Iilano. utile alla nostra eallsa eS1)01'1'e nella 101'0 del cav. Lillgiardi per farne rilevare tutto il valore non siano Vframente giova ricordare che il tllllore per In sealldi1lo degli illscienti che sono la parte prediletta de' e corrono tanto rischio (li venir atlnàì!ali suoi dalle nostre forma J' incnho e la I)(! saruola del cav. Com in eia, egli eOIl protestare che delle gentili i /wtle ft S1tO 1'i.lJurt!·r!o dall' Abate Amelli 1'ellde lJIVissimc [/1'azie. 'litri si SCi/te cost1'etto dall' (l'11W1'e "dell' m'te et CMI/, !) 11liste1'iostt qlllll(11 Clll non r Ila eser può conoscerla e Che ne facciano un mistero org"anari è vero pur troppo: Illa è aIlpunto questo che non si in og·gì. In tutto il resto d'Europa e in America, l'arte del costrurre gli organi si conosce da chi vuole, comE' tutte le arti, e anche da noi conviene farla popolare affinchè il vero merito si possa distinguere dalla ciarlataneria e si faccia il progresso; e chi l' ha studiata con qualche 'larghezza di vedute può parlame benissimo e meglio di chi l'esercita empiricamente senza vedere più in là del suo interesse pe cuniario e della sua officina. Il periodico di :NIilano intitolato lY/usica Sac1'fl" non può senza far torto al suo titolo occuparsi di organi meglio: cOn,j:iossiachè l'organo non ha che fa/l'e mnsz:ca saC'i'a e la m?tsica SaC1Y{, coll' organo. Rispondo. L'organo non ha nulla che fare colla, musica saera, e la musica sacra coll' organo'? Finora s'era creduto lJropl'io il contrario. La musica sacra si eseguiva sull' or g:ano, e l'organo era destinato in chiesa alla musica sacra e in teatro a rappresentarla. La cattolica liturgia, ha pre scrizioni in proposito fino i protestanti e gli ehrei usano organi) nei loro tempi i e nelle loro sinagoghe come stru mento de"tillato al culto. riteneva perciò e da tutti i1l genuameute finora che lllUS1ea sacra ed organo avessero relazione thL di loro. Il cav. Li ngiardi in vece ha sGoperto che esso;wn ?l1/,lla che laTe 11I.llsica SClC1'a. u? la musica sacra con quello, bencltè soglia intitolare Lutti i suoi articoli L' 0110A:\'0 E LA Mw,rCA '"'ACRA. ::VIa ecco la ragione: Può un organista suonar sull' orgallo l(;Z(( o certi ehe si a Afila?lo e allo1' l'organo qll allt nqtte sistmna esso sia dùeil t et jJ)"O dunque ]' organo non è strumento sacro perchè per dell' oi:lJallista pul) rH/jedta?' il cav. Lingiardi i vasi sacri del rl'empio di cui Scrittura non sono llè fnron mai t; aSI; sacTi profanò BaldasscLl'e alla sua cena; e r Il) j,; f,n'se il eOlllpito organo del mOlJrlo, costrutto dal eelcbre Cavaillé-Col! Ilcl ]802 ed l! mirabile SQvratutto per la delicatezza dei ~uoi registri. I :32 ~38 Lingiardi tanto decantati non sono nè furono mai organi Intoni, perchè li può suonare un organista cattivo! V à hene '? Il cav, Lingiardi suppone che i suoi. avvergari dicano che seJ"VOJIO come di eSC(l i mig Zio l'i st1'?l?lWiI ti dc' e fa loro Ulla risposta che ad aspimzù))/i p1'~fa!le e lascive vale due Perù e mezzo. Bisogni), riportarla come sta, esista un organista di gusto tanto cle : la ttUt ispirazione val c per la piazza, non per la chiesa. ùPP1ll'e recati lì Pa,rigi a ~llonar l' or gano di S, SnlpizÌo (1) e vedrai che il stloleinato ti passerà. Invece di pregare la Divinità colle tue celestiali (U'manie, eSS,l parlerà a te dall' alto (leI Slli) trono mostrandoti ht sna potenza con un organo ) elw occupa lo spazio di l:l metri di larghezza, di altezza, e () metri di profondità con due (equivalenti ai nostri cannoni elel metri cubi di bello estetico eontiene esso org[LUO ! I.... ». ila risposto trionfalmente, come si vede, sopra riportate. Si può essere pill e,t}:;mnti e degli organi a doppio manuale di cui va tanto altero il sig. Lingiardi dinanzi al SaÌnt-Saens, è verissima pur troppo, e lungi dall' andarne superbi bisognerebbe rimediarvi. nOli foss' altro perchè 'ormai è reso necessario il secondo mannaIe per eseguire la musica dei grandi autori che scrissero e scrivono pur tuttavia per due e piil tastiere; nè v'lut modo a supplirvi con una sola ; però solamente chi è affatto di g-inno di musica può dire che con una sola tastiera si possa, t~seguire tutta la musica, come soltanto chi parla abJ'ettio diciamo a Genova) può affermare che solo al Carmine si trovi la pedalie?'(t inglese a tasti l1lngki e (rae //Wl!tl11!J piace dire al cav. Lingiardi). Già in Genova ne ab biamo tre e tosto qltattl'O. A Roma, a Catania, a: Cividale si trovano egualmente, e in Alessandria sta per ess(~re col locata e ciÒ senza parlare degli armonium nelle case pri Vette. E poi non è forse un' idea peregrina l' invocare r e sistenza auasi generale di un difetto (chè ih/elto, rìlanCallZa, sono zuppa e pan molle) per provare clw quello . e nel nostro caso tanto più che difetto è :-;iuonimo di SCOl1eio, ni imperfezione, di inconvenjentt~ e grave '! o tuoni possono servire (11: baSSI: P1'emesso elle 12 ìt tutta non so il J)erckè (dice 1..in dodù:i })(11' giardi) deobono essc?'e Slcmuw l' O1'gano. Rispondo. Ne 1lltra cre}Jida1n, Sltt01'! Se il cav. Lillgiardi noI sa, n che servano i pednli estesi, lo sanno tutti gli 01'- gallari e gli organisti che eapisC'ono qualche cosa. Lo SR. tutta l' Europa e l'America che gli hanno generalmente adottati. Lo so fin io che sono un grande ignorante, benchè ;) o seco nel(t tastiel'(l. 01'IIa11wnto L(l ?lut1tCaitZ(t wm d~fetto 1ln il 'Iico ece. di CHi si Sa111t-Sai;:ìis clte Ùt ICtclùt 11·(&1& IW il rislste non ,:l1te{ler?'i11W e 1'ag{/?lardevole sotto saliti (;1'(::\1,) che Si:Ll'i1nno anche di quindi al Cielo senza aver lìlai udito un orgall o se né iHlÒ proprio titl'e ,è meno. Quanto alb rarità, in per sonar l' organo, a stretto rigore, non sono neanche i piedi, caro sig. cavaliere, e vorrei proporre che!' organista li lasciasse in sacristia come in'lltile Ì1?lpaccio; e siecome sette sole note costituiscono tutta la musica, mi pare che :-:e mettessimo soli sette tàsti, la cosa andrebbe anche meglio, e difatti conosco un recentissimo organo Lingiardi dove il llaiit,t, io credo ltalùt s{ttiti (d cielo di lJaclt o l' udit CI 1U! (t ~!letto dillil rappO?'to. Indispell I :34 P'rinr.,<ipale ha i quattro primi tasti corti ehe son lì a far l' uffizio delle CO?njJa1'se teatrali che non parlano e Vero è però che in altri organi si trova la Gran Cassa per simulare le cannonate in tempo di messa, e i Campanelli, la IIanda albanese con rispettivo C(tJ)pel cltinese compensano èLd usura la mancanza, la pri1'{tzùme (noli difetto ve' !), di quelle note inutili all' estetico. Il fa1'o che '!'iscltiara tutto l'edijlzio ar'ln01lico pcr nor'mtt e li !l1cùla s'letta 1)ia dei e gittsti ef(sempre l' in mezzo) è..... indovinate. Forse gli lasciatici dai nostri classici cOlllpositori '! Tutt' altro. elle 1'isc1cùJ,1Yt ecc., è la tastiera divisa in due metà. eÌoè la ricchezza di dlle ottave per la mano sinistm e tre pcr la destra a venti eiascuna metà un suono diverso; e perché"! Perchè s1r!l!lerisce: acco1njJ(l!lnate culle pl'i1'lw rhte otta"/Je e ca?ltate colle {cltre t"e. (E se io volessi accom pagnare con tre e cantare con due!) Invece, vedete che mi seria. ehe oscu1'itd aver due tastiere complete di timbro di vel't-:o che sug;geriscollo : accompagnate liberamente con cinque intere atta,ve e con libertà anche maggiore cantate con altre come dapertutto si usa ~ F~ un inutile il1ìJlaccio. In veee due ott{lVe ai bassi e tre all'acuto che non solo geriscono ma eostringono, che bella cosa! lt la felieità che ehi non ha che pane ed acqua per riscltia?'are tutto del suo pranzo. Almeno ci non si cltoix e il ?neJl1t è bello e sug trova nell' emb(lT?'aS !lt!1,it0, Tutta la musica, dice il cav. Lingiardi, consta di melodia e di (l l'Jl/.on Ùl. L' amandolino canta, (egli dice) la cltital'ra , ceco tutto l' ideale di ogni musica, e anehe della sacra. Si può immaginare cosa piil grandiosa più nobile. più degna del tempio di T'liut'i'lt?ìttrento e Fa .8 sempre la stessa storia. 'rutto il nutrirsi const<t di mangiare e bere. Pane per cibo, acqua per bevanda, ecco l'ideale cl' ogni pranzo, quindi anche del più lauto. TI resto è iJmtile i?npaccio. Anche i piatti. L' organo italiano mercè la spartizione della sua unica tastiera fa l' eJletto (secondo - l • ~ I f' l' I ~, Lingiardi) di due e di quando si rompono sogliamo 'y'" ... 0 or,r;ani. Anche dei llÌatti, in casa che se nè è fatto mlfl.Uro! Mi sento tentato eli invitare il sig, cavaliere e far carità meco tutti i giorni. Potrei farmi onore senza spender molti quattrini. L'idea non è da disprezzarsi. Che ejfetti, 'che g'ltsto estetico, che brindisi alla salnte delle tastiere e di chi le sostiene! Per provare colla teoria dei contrari che il tipo dell' (sempre l'ejfetto) musicale è un duetto di 1rtandoZino e cM tal'},(l, elice Lingianli: si Z' ejfetto cl' uno stntlnento che Gai/t(C accompaglmto da altro di eguale natura (che per lui il Ilutndolino e la chittìrm sono strumenti di natura di versa); q1testo ben si potl·ebbe c1ciamare eJfetto pesti/el'o ! Rispondo. Vedete un po' che cosa vuoI dire parlare di quello è sempre creduto che il tipo di cui Hon ci intendiamo ! della perfezione sia il quitrtetto di strumenti ad arco o quello di quattro belle voci umane (non però degli organi ben intonate. Il Pianoforte stesso è tanto lo stesso timbro le voci del grave nossignori, bisogna che venga un orga naro ad insegnareÌ elle il quartetto fiorentino dei fratelli Becker, le IJecme un Pianotòrte di Érard, di di Blùthner non possono produrre che eJfeUi , ca~ perchè, egli dice, se canto e accompagnamento non sono di timbri diversi, s1tccede nell' esecuzione E chi SUOllC. anche l'organo col solo Principale, o col solo Ripieno in cui canto e accompagnamento sono di timbro eguale (è chiara la conseguenza), non può produrre che la e la cacofonia. E non ha mica torto l' amico; ricordo infatti io stesso qualche organo moderno il cui Rir;ieno era veramente Cctcofonico e pestifero! L'organo estero (cioè di tutto il mondo) cercò di imitare l' l'JIetto dell' O?'(jano italiano (evviva l'eJletto) e a forza di aggiungere e (tg//ùtngere appa1'ati diventò sorprende per la gran 1fwle, ma quanto a raggiungere l' eJfetto dell' organo italiano, CUCil! I .- 36 Rispondo. Dev' esser proprio come]' art,icolo del cav. Lin che a forza di ag'ginngere e aggiungere ..... parole e eacoragionarnenti diventò di 9 colollne d'appendice di 53 ri ghe l'una. Cavamé-Coll che si affatica invano di imitare l' effetto dell' organo Linl!iardi!! }<~ roba da far ridere i polli. Bisogna proprio non aver mai spinto lo più in là del naso, o credersi che i lettori imparino a INIIlP1'P per as serirne di cosÌ marchiane. E poi che gli stranieri non conoscono quellil sublimità dei registri spezzati, cioè divisi in ùue manuhli da, tirarsi tutti e due quando si vuole avere un reg'istro intero, e che essi perciò sono costretti tt eantare e accompagnare sempre stesso strumento o ?'egistj'o come se, colpiti dal granchio alle , non potessero portare una mano sulla tastiera vi n(1) è graziosa" Non li conoscono '? 1\la sì che li cono scono, e li mettono nè più né lllellO di noi; ma piccoli, quando vogliono far ecollollli,t di tastiere e conten OSSièt ùeli' ap}wrel/za saerificando la tarsi dell' proprio come ... noi. Basta, senza uscir di casa, yedere il ilfan uel dn Factezw rl' O?'(j1UJS, Paris, Hm'et, 1849, a 11ag. 315 voI. I, che dice: ~( On construit quelqnefois des orgues OÙ il n'y a pas de )\ positif (cioè l'alti'(t tastiera). PonI' cette raisoll OH pour » quelqnes antres, on demande que plusieurs jeux soient » brises: c'est-à-dire qn'en tirant un à droite, 011 }) Ouvl'e seulcment le dessns dn jell brisé indépendamment » de la ùasse, et qu'en tirant un antre du còté ganche, on » ouvre la basse ùn méme jell indépendamment dll dessus, » e11 sorte qui" ponr o11vrir le jeu entier, il faut tirer deux » tìrants. Ces jeux brises sout commodes pOU!' » en qnelque f(l,çon (eioe 'ffwglio) au ùMaut (}' un po » sitif » al d~fetto, alla mancan:ut d' secoi/do ma nuale). Che se noi avessimo poi tuiti ì registri spezzatl. meno male. Basterebbe tirar due manubri, come suggerisce il sig. cavaliere-, e tutto sarebbe accomodato. Ma invece pel' chi noI l 37 sapesse, tranne il Ripieno, le Trombe, i P?'incipah e Flauto in atta/va, per completar tutti gli altri registri non si sa che cosa· tirare. Chi c'inspirò di mette?'e un argine insuperabile (gran bella inspirazione!) fra i bassi e i sopTani estata la grande del sor/tiere a 1)ento e a molle mentre gli esteri hanno ancora il somiere a tiro che non han voluto o sap1bto cambiare. Hispondo. Ma se il somiere a vento e molle è più an tico (l) di quello a tiro '1 Un organaro scrittore di articoli tecnico-critici dovrebbe saperlo. G. Serassi co' suoi borsel è vero, lo ha alquanto migliorato il somiere a vento, come dice nella sua Lettera al 1\1. Bigatti 1815, lO ot tobre; ma fin dal 1615, in cui Michele Praetorius scriveva la sua 01'(janograpltùf., lo chiama vecchia invenzione di circa tre secoli e mezzo, che rimonterebbe perciò al 1250 o 1:300, e Serassi stesso lo dice tramandatoci dagli antichi. Aba Genova documenti che a 17 maggio 1552 si pat tuiva dai Padri del Comune con G. B. Facheto da Brescia. la costruzione di un organo per il nostro Duomo, dove si volevà la segreta a Veìtto e non a tiro perché si temeva che il nuovo ritrovato soffrisse da' venti e dall' umidità. 1!; dico 1tZWVO 1'itrovato perché quantunque sembri, da quanto scrive Werkmeister, che Rodolfo (non Martino come dice per errore) Agricola nel 1442 abbia provvisto di somiere a tiro l'organo di S. 1\Iartino di Groninga, pure studi recenti fis sano con maggiore probabilità l' invenzione delle liste 8cor .revoli e perforate dal 1500 al 1530. E poi oltre al bancone a tiro portato al massimo grado di perfezione, quanti altri sistemi non si usano nella sola Germania! Ogni giorno ne nasce uno nuovo, 8cMeijlade {somiere a tiro) e jfegeltade (somiere a valvole coniche) sono due parole in Germania che accennano a due partiti opposti (1) Il llÌg, Wangcmann neUa sua Storia dell' oTgalw e' dell' arte ur ganica in corso di stampa fase. 3 e 4, lo prova. ad evidenza con docu menti e disegni. 38 e bastantemente accaniti; Hahnell,lade poi (somiere a gal letti e noi diremmo a 1wttole o a c(mi da fucile), . è parola nata or son due mesi e accenna ad un nuovo sistema che pare portar debha una generale riforma nella costruzione degli organi ed ecclissare tutti i sistemi passati. Non capisco come per acquistar fama alla propria officina dehba. Ull organaro infischiarsi così della Storia come quando fece dire ad un suo panegirista, che S. Gregorio avea inven tato il canto fermo, detto perciò gteg01'iano, e che S. Am brogio provvisto di maggior tatto pratico lo aveva perfezio nato e modernizzato, mentre S. Ambrogio col suo tatto pra tico se ne era andato in paradiso da circa due secoli S. Gregorio veniva alla luce! Dir poi che gli esteri hanno flpparati di 1'egist1'azione senza ti1'at1ttti, immuòili corne coloilne di bronzo, cosiccltè pe?' 'l'mttarne l'effetto bisogna sospende?'e l'esecuzione ed im alquanti minuti per S1?wntare i 1'egistri e 11wntarnc altri, è un vero abusarsi della credulità dei lettori. 1vla si può credere che all' estero esca fuori, a metà della sonata, il tira-mantici o il chierico ad annunziare ai fedeli alc1tni minuti di riposo perchè l'organista sta camhiando i registri? Via, caro cavaliere, ditele da credere. Gli stranieri d'ogni paese hanno da molti anni in qua mille 1'e.lJistri e pedali di combinazione, come li dicono, per cui fanno entrare, con pe dalini agilisimi, tutto quello che vogliono, dalle voci delica tissime come l'arpa eolica a tutta la massa dell' organo, l' accoppiamento di cinque tastiere se occorre, e senza aumentare menomamente la resistenza dei tasti. Dei congegni come il nostro tirat~ttti pei registri montati né hanno un' infinità, fin troppi, e tutti obhedienti come un tasto del manuale, nè richiedono come i nostri che l' orga nista alzi il ginocchio all' altezza del petto e giù con tutta la sua forza, per cui i )larecc!zi mintcti gli son necessari per riposarsi dalla fatica. Gli Inglesi poi hanno per le di verse combinazioni fin dei bottoncini che si toccano col pol delle due mani, poco più bassi dei tasti, e tutte queste belle cose non si trovano mica negli organi di 200 ~, 39 (alleri (I), ma in quelli di poche migliaia di lire come si ri leva dalle descrizioni di recenti strumenti francesi e inglesi e di Germania dove specialmente (bisogna pur dirlo), gli or gani si costruiscono con molta coscienza, COll molo sapere, e a minor prezzo che non da noi. Un' altra graziosa. Si stampa a l'mano il Repertorio di Musica per Organo che contiene esclusivamente pezzi scritti da grandi organisti antichi e llloderni e si trova dal chiarissimo M,o Petrali che non sono adatti a nostri or gani benchè sia musica d' Oì'!1a?bO eccellente quella che si trova nella RaceolZa. Così almeno ci racconta l'egr. cavaChe conclusione ne tira Lingiardi '7 Forse di modificare alquanto gli organi nostri perchè servano almeno a sonar la musica d'organo '? Neanche per sogno. Vi pare? Mutar la musica di tutti i tempi e di tutte le nazioni per adat tarla agli amandoloni e chitarroni che i nostri tori ci vendono per O1'!1ani, ecco la sua conclusione. Si pulì immaginare una cacologica più piacevole? Eppure il cav. Lingiardi la sostiene come fosse oro purissimo di coppella. Meno male però che non vuole arrogarsi la dote dell' in fabilità e desidera (mentre non intende più ritorna?'e s~tl l'argomento) che da una .çavia discussione si possa 1'iusci,'c (1) Per far credere. che per aver organi coi miglioramenti che si dc siderano, sarebbero necessarie somme spettacolose, porta il cavalier Lin giardi l' esempio degli organi di Arlem e della chiesa nuova di Am sterdam che costarono 200 mila talleri il primo, e oltre i 100 mila il secondo e conchiude: qual è la chiesa in Italia che possa spendere lUi milione di lire in un organo '! Se invece di copiare materialmente dalla pagina 15 delle Lettere di tt Serassi stampate fin dal 1816, avesse consultato qualche opera più recente avrebbe veduto che l'organo d'Arlero data del 1738 e costù secondo Hopkins 12,000 lire sterline pari a 300 mila lire italiane, e la chiesa d'Amsterdam dett~ nuova era nuova più di due secoli fa, perchè il suo organo fu rifabbricato da J. Duysehor van Goor di Dordrecht nel 1673. Oltreccbè UllO strumento come quelli, benehè famosissimi a tempi non sarebbe per eerto l'organo che vorremmo prendere per tipo al giorno d'oggi. ì r ~ t f r - 40 'ld un ?'isultato soddisfacente (lZ desiato intellto cile è di addÌ'lHitire ad 16?ut 1'agionevole convenzim1e. lVla lo dirò io che cosa bisognerebbe fare per addiveni1'e ad 'lVfI ris1l1tato soddisfacente, Bisognerebbe anzitutto che organari italiani si contentassero di fabbricare coscien ziosamente i loro strumenti e non entrassero a dettar teorie credendosi di sostenere con ciò la loro riputazione davanti agli inscienti, mentre è questo invece il mezzo sicuro per perderla davanti ai non inscieuti. Bisognerebbe poi che in vece di riposare sugli allori passati, stuo,iassero più che non fanno, perchè l'arte organaria è un' arte complessa e vuoI il progresso di tutte le scienze ed arti. L' organaro deve intendersi di meccanic~t, di fisica, di musica, di matematica, di disegno, di storia, deve conoscere le lingue straniere per tenersi al corrente dei progressi dell' arte sua in tutto il mondo, dev' essere istruito delle leggi eccle siastiche che riguardano la musica sacra, sì, la musica saC1'a, E se tutto questo non può consegnire, non isdegni di udire il parere di chi qualche cosa ha studiato e porta all' arte disinteressato amore, ancorchè non abbia mai esercitato la lU'ofessione, invece di prenderlo a eombattere con argomenti. Così facendo potrà sperare di rendersi utile alla religione e all' arte musicale e favorire la restaurazione della musica sacra cile è nel desiderio di tutti. I suoi strumenti cambieranno allora fisionomia come per incanto; uguaglieranno, supereranno quelli degli stranieri, perchè, a dirla col Porta, le idee e il buon gusto no }Jrivativa di paes, ma de co' clte glt' a/~ jle11~1}ba de studiri. Invece di piacere soltanto alla folla dei profani, che questa pare la mira del cav. Lingiardi, si presteranno doeilmente alla esecuzione della musica seria e propria della Chiesa e gli organisti d'ogni paese potranno mettervi su le mani si curi di trovare un fedele interprete delle loro inspirazioni. 'l'ali organi parleranno al CU01'e, all' intelletto, all' orecchio; a tutto quello che si vuole e non costeranno milioni. E se non saranno capaci degli eJ!etti plateali che formano la de 41 del yolgo, il gusto estetico dello stesso verrà da essi educato, migliorato, e non produrranno meno per ciò per r organaro l' ~ffetto degli effetti che è quello di a vere molte commissioni che io auguro di cuore a tutti i fabbri eanti a cominciare dal cavo Lingiardi pel primo il al contrario della gallina di Seneca che cantava bene, ma raspava male, se canta male, come abbiamo veduto, seppe raspare bene fin qui in modo di acquistarsi meritata fama, di valentissimo costruttore, ed ha poi un figlio, il Ernesto Lingiardi, simpaticissimo g'iovane di non comune ingegno, di grande abilità e di molta modestia che a gloria del nostro paese, la, rinomea paterna, se non si con tenterà soltanto di far bene e sempre bene, ma vorrà far meglio, e sempre meglio per l'avvenire. l p, mio scritto lo scherzo con e con quel buon umore naturale in chi S{). ma protesto che non intesi per dò di detrarre menomamente alla stima che il ch, cav. Lingiardi si merita. Non credo aver detto parola che possa interpretarsi sulla sua onestà sua perizia come organaro; se l' ho detta la ri" ..n+L e biasimerò sempn~ il viso del!' arme che in buona fede, fa aìle Conosco per fettamente onorifiche che ottenne per le sue opere, ma ciò non riguarda che la pastosità del la perfetta imitazione degli strumenti da concerto, la bellezza dei timbri, la· precisione della mec l'equilibrio generale, la maestà dell' insieme, la mo flicità dei prezzi ecc. tutto però giudicato in modo relativo. e sovratutto poi l'effetto sul pubblico. Queste cose io non le nego, e spesso ebbi a riconoscerle. Ma gli è appunto per ciò elle più dolorosa riesce la opposizione del cav. Lingiardi a innovazioni che farebbero degli. organi da lui costrutti, ilTeprensibili, opposizione che non farebbe certo compiacersi di esaminare pacatamente di che si tratta in fin dei conti, E lo farà, io spero. che f I 42 Che se invece eredesse bene di venir fuori con un altro articolo sul fare di quello or ora esaminato, lo pregherei da buon amico a far almeno attenzione che di fiauco agli ultimi periodi dello stesso non venga sullo 8pettatO?'e inserito di bel nuovo, come accadde sgraziatamente l'altra volta, l'an nunzio del sig, G, Finzi, Milano, via S, Margherita, N, 15, il quale provvede. a chi ne avesse per avventura di bisogno, il Nuovo Reggi-fiaschi in metallo inossidabile. NOTA Pùu:e alt' (wtOI'f, di questi artieoli fa1' conoscere a citi l'e{!regio suo a'/i1Je?'sa'l'io htngi dall' aversi a 11bate del modo 1Ut po' vivace con cui e.r;li prese a cmnbatterlo, lo ollO?'!ì diu?la s~ta cortesisSÙlUt lettera iJlcclricando di lo stesso di lui figlio, e i11 essa esp1'esse sellti menti elle altamellte lo 01l01'allo) per c~ti giova cTedel'e che se n!)1!- ti in lui ai/CM' llaLo il della necessità delle P1'oposte r~ft!'l'?ue iwlla costruzione degli m'gani, la, discnssio?/e in }il'oposito })Ì'ellrlerfÌ, cl' 01'a in poi nn caTat· tcj'(' illteranMl/tr: pacifico (id (unichevole, I