ANNO XV - NUMERO 2
Distribuzione Gratuita
MAGGIO 2005
DiPoVimercatese
Photo Max Spinolo
LUCE
REGALE
“Desidero vivamente esortare, con rinnovata speranza, a promuovere uno
sport che tuteli i deboli e non escluda nessuno, che liberi i giovani dalle insidie
dell’apatia e dell’indifferenza, e susciti in loro un sano agonismo; uno sport che
sia fattore di emancipazione dei Paesi più poveri e aiuti a cancellare
l’intolleranza e a costruire un mondo più fraterno e solidale; uno sport che
contribuisca a far amare la vita, educhi al sacrificio, al rispetto e alla
responsabilità, portando alla piena valorizzazione di ogni persona umana”.
Papa Giovanni Paolo II
Giubileo degli sportivi, 29 ottobre 2000
WE ARE THE CHAMPIONS!
Siamo partiti per vincere il campionato e l’abbiamo stravinto!
La difesa è stato il punto di forza di una squadra con pochi difetti
ma è stata per tutti una stagione monumentale
24 aprile 2005: dopo una stagione esaltante e grazie
all’ennesima vittoria (6-0 sul derelitto Vimo), la Dipo
ottiene finalmente la matematica promozione in Prima
Categoria e la torcida biancoverde, accorsa in massa al
Comunale, può iniziare a festeggiare un trionfo
straordinario, di quelli degni di essere raccontati ai
nipoti, per mezzo del quale sono stati
polverizzati diversi record.
22 vittorie, 6 pareggi, 2 sconfitte.
Questo lo strabiliante bottino
attraverso il quale la prima squadra di
Amati ha stravinto, o meglio
dominato, il proprio campionato,
conseguendo con netto anticipo la
tanto desiderata promozione da primi
della classe, dopo alcuni anni di
purgatorio.
E pensare che le cose non erano
iniziate nel migliore dei modi, anzi...
Nel
debutto
settembrino
a
Bernareggio, i ragazzi cadono
sciaguratamente (1-0) e i fantasmi
di una stagione
Bernareggio, secondo in graduatoria, che si attesta a 11 dai galacticos nostrani. Si tratta indubbiamente di un
successo non fortunoso, ma ottenuto attraverso un valido
progetto tecnico con mister Sandro Amati nel ruolo di un
avveduto nocchiere saldamente al comando della
propria spedizione.
Analizzando complessivamente il girone, si può notare
come il campionato abbia avuto sin dall’inizio una sua
precisa fisionomia: il Bernareggio, unico ad aver battuto
i nostri ragazzi e sempre spietato negli scontri diretti, e
i cugini del Mezzago, insieme a Colnaghese, Nino
Ronco e la discostante Stella Rossa, sono sempre state
prossime a respirare aria di altissima classifica, ma
lontane dal coltivare il sogno di raggiungere la vetta,
scalata e governata imperiosamente dai nostri eroi.
Il successo della squadra, imbattuta tra le mura
amiche, è stato senza dubbio costruito a partire dal
reparto difensivo. Vince Lombardi saggiamente
affermava: “Gli attacchi fanno vendere i biglietti, ma le
difese fanno vincere le partite”... Niente di più vero.
Difatti, a differenza dello scorso campionato nel corso
del quale i leoni vimercatesi avevano subito ben 50 gol
frutto di numerose disattenzioni, quest’anno la
saracinesca della porta biancoverde si è alzata
solamente in 16 occasioni (miglior difesa del torneo),
grazie sia al lavoro del mister, sia all’innesto del
nuovamente
altalenante, senza il salto di qualità
sperato, aleggiano minacciosamente sui biancoverdi. A
seguito di questo scivolone però, scocca una scintilla ed
ecco una svolta sia nei risultati che nella mentalità dei
ragazzi, sempre più vincente, domenica dopo domenica.
Le dirette avversarie vengono prima raggiunte, poi
superate ed infine ‘seminate’ dai nostri ragazzi, con il
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carismatico ed imperioso Erba, a cui si
aggiungono la classe di capitan Gaviraghi e
la costanza dei sempre attenti Beretta e
Bandini.
Il
centrocampo
ha
rappresentato
indubbiamente il fiore all’occhiello della
compagine che ha conquistato il titolo, con
diversi giocatori ‘di categoria superiore’,
come direbbero gli addetti ai lavori.
Fondamentale l’apporto dato da Gigi ‘magic
box’ Andreoni, goleador non per caso della
squadra, capace spesso di togliere le
castagne dal fuoco e deliziare i palati fini
dei tifosi biancoverdi,
per mezzo di punizioni
telecomandate
stile
Playstation.
Preziosissimo anche Leo
Colombo,
folletto
instancabile con il vizietto
del gol, insieme ai vari
Sironi,
Cappelletti,
Misani, Patrick Magni,
anch’essi, al pari degli
altri, uomini chiave per il
raggiungimento
dell’obiettivo, cioè quello
di conquistare un tesoro
chiamato
Prima
Categoria. In attacco,
infine, dopo la partenza
del bomber per eccellenza Manuel Viola, che nelle ultime
due stagioni aveva trascinato la squadra a suon di gol
facendo reparto da solo, la coppia composta da Levati e
Colombarolli, con l’essenziale contributo degli altri
compagni di reparto (tra gli altri spando un po’
d’inchiostro per la giovane promessa Quartieri), ha
saputo raccogliere la pesante eredità, contribuendo alla
causa biancoverde con un buon numero di gol (24
e-mail: [email protected]
segnature degli attaccanti
su 57 gol complessivi).
In ultima analisi, un
doveroso elogio a mister
Amati e il suo staff, a cui
vanno attribuiti grandi
meriti
di
questa
promozione, dal momento
che hanno saputo trovare
l’assetto e apportare le
giuste modifiche al motore
della squadra al fine di
farla volare verso questo
trionfo.
Agli avversari, quindi,
dinanzi
a
questo
strapotere, non è rimasto che togliere il cappello e
rivolgere il proprio ‘chapeau’ napoleonico, mentre noi,
tifosi biancoverdi, festeggiamo questo agognato
successo sportivo, augurandoci che sia solamente un
punto di partenza e non un punto di arrivo.
marco cantù
3
www.farina.fiat.com
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TUTTE LE PAGELLE DI...
COLOMBAROLLI: 9 - Ha confermato il suo innato
talento calcistico facendo letteralmente impazzire tutte le
difese avversarie. Decisivi i suoi gol.
MARCO LEVATI: 9,5 - Quest’anno è balzato
all’attenzione generale rendendosi protagonista di
alcune reti determinanti e proponendosi come atleta
tecnicamente fortissimo.
REDAELLI: 8 - Ha confermato quest’anno la sua
bravura con un rendimento costante e molto alto.
FORMIS: 7 - Ha accettato correttamente il suo ruolo
dimostrando comunque di sapersi far valere quando
chiamato in causa.
BERETTA: 9 - Marcatore inflessibile, capace di
adeguarsi grazie all’agilità che lo contraddistingue a
qualsiasi tipo di avversario, fa dell’anticipo la sua arma
vincente.
ERBA: 9,5 - Splendida annata per l’infallibile
“controllore” dei biancoverdi, vero e proprio baluardo
della difesa.
BANDINI: 7,5 - Marcatore centrale di grande
bravura, ha disputato tutta la stagione con massimo
impegno e serietà.
MISANI: 8 - Sulla sua fascia di competenza, oltre ad
avere agito con raziocinio in fase di copertura, ha
saputo proiettarsi in avanti creando spesso spazi per gli
avanti.
ANDREONI: 9,5 - Il direttore d’orchestra della
squadra, con la sua esperienza ha illuminato tutti i
compagni di reparto suggerendo meravigliosi assist.
In fase offensiva ha siglato gol importanti e di pregevole
fattura. Sempre micidiale nelle punizioni.
GAVIRAGHI: 9 - Grande intelligenza calcistica e
ottima reattività nei sedici metri difensivi, ha gestito la
difesa con grande mestiere.
E’ stato sicuramente uno degli artefici principali
dell’eccellente resa del reparto.
COLOMBO: 9,5 - Giocatore dai piedi buoni, ha
qualità e deve solo convincersene. A centrocampo ha
fatto sentire la sua presenza, giocando molto per i
compagni e sacrificandosi spesso in copertura.
E’ considerato il migliore rappresentante della
maturazione della Dipo.
PATRICK MAGNI: 8,5 - Corridore delle fasce laterali,
ha cominciato alla grande calando leggermente nel
finale, ma il suo contributo è stato indispensabile.
CAPPELLETTI: 8,5 - Faticatore del centrocampo, ha
fornito un apporto notevolissimo in fase d’interdizione,
garantendo le coperture e non disdegnando gli
inserimenti offensivi.
SIRONI: 8 - Forte di un senso tattico e di una tecnica
individuale invidiabili, la sua esperienza ha giovato alla
squadra.
MARCO MAGNI: 7,5 - Giocatore di sicuro
affidamento, eclettico al punto giusto da giocare
indistintamente in marcatura o come fluidificante.
ALBERTO LEVATI: 7,5 - Un giovane che ha saputo
trovare i giusti automatismi con i compagni. Non sempre
continuo, ha pagato dazio alla giovane età.
Davide Bosis, Roberto Colnago, Giorgio
Quartieri, Marco Mattavelli: 7 - Per un motivo o
per l’altro hanno avuto pochi spazi per mettersi in mostra
ma la forza di una squadra è anche quella di chi sta
dietro le quinte a tifare per i compagni in campo!
AMATI: 9,5 - Non è un mister che fa versare fiumi di
inchiostro, ad una parola in più ne preferisce sempre una
in meno. In tempi non sospetti ci aveva rimandato a fine
stagione, perché i conti si fanno solo alla fine, e i conti
questa volta tornano. Al pugno di ferro preferisce il
dialogo, ti fa ‘innamorare’ del duro lavoro settimanale,
spiega, ripete, insegna calcio; dedizione, serietà,
pazienza infinita le sue doti migliori. Per l’annata doc
che ha disputato sia con la Prima squadra che con gli
Esordienti 92 meriterebbe forse un 10... ma non sia mai
che poi si monti la testa!
maverick
6
...UNA STAGIONE NOBILIARE
Siamo nel cuore della
città. Palazzo Trotti ci
ha omaggiato di una
domenica davvero
speciale e tra gli
affreschi, gli specchi, e
la storia, delle sale
Cleopatra e
Semiramide, gli scatti
del nostro fotoreporter
ci hanno fatto vivere
una giornata da... re
Passatoia
d’eccezione per il
gentleman della
squadra, Leo
Colombo. Sul
porpora che bel
palleggiare!
Trovato il
lustrascarpe per
il destro magico
di Andreoni.
Il capitano si
inchina...
Nella foto a centro pagina Amati, Brancatisano e Caprioli giurano fedeltà alla maglia.
Qui sopra i nostri CAMPIONI in meritata parata, conquistati scettro e trono della categoria
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SFOGLIAMO L’ALBUM DEI RICORDI
Dante Sala fu tra i fondatori nel 1945 della Polisportiva Dipo,
ai tempi in cui l’oratorio aveva sede in via Pinamonte
e gli allenamenti si facevano al buio per risparmiare la luce
Nell’anno in cui la nostra Polisportiva compie 60 anni, la
nostalgia dei vecchi tempi ci fa riscoprire ricordi,
spaccati, aneddoti, che solo chi c’era può raccontare... E
così, siamo andati a scovare qualcuno che ai tempi c’era
davvero, raccogliendo questi pochi ritagli di vita vissuta.
Grazie all’amicizia di Fausto Scaccabarozzi, da molti
anni collaboratore sia della Dipo che della U.S.
Vimercatese, abbiamo scambiato quattro chiacchere con
Dante Sala, che nel 1945 fu tra gli artefici della
fondazione della Polisportiva Dipo. Sono solo
interlocutore, o meglio ascoltatore curioso dei primi
passaggi, delle prime battute, Scaccabarozzi e Sala
ricordano fatti, luoghi, nomi, soprannomi, a me
sconosciuti (io non c’ero...) della Vimercate di allora, poi
Sala si lascia andare ad un passionale monologo che
spero di riportare il più fedelmente possibile!
***
“Ai tempi -racconta il signor Sala- Vimercate era già una
piccola cittadina di circa 10.000 abitanti, frazioni
comprese, e bene o male tutti si conoscevano.
Appena terminata la guerra, la cittadina, così come tutta
la nazione, viveva nella miseria e allora ci si divertiva
con poco, ma la vita dei ragazzi e i divertimenti non
erano altro che l’oratorio. Ho vissuto anch’io la mia
giovinezza in oratorio, allora ubicato in via Pinamonte;
coaudiatore era don Attilio Bassi e fu proprio lui a
sostenere la fondazione di una Polisportiva. Fu così che
nel 1945 il sottoscritto ed altri amici crearono la
Polisportiva, stabilendone la sede proprio dentro
l’oratorio.
Di lì a poco, oltre alla sezione calcio nacquero le sezioni
ciclistica (fondata dal signor Martinelli) e atletica.
Eleggemmo presidente il mio caro amico ragioniere
Giorgio Galbusera, poi il geometra Marco Brioschi,
Lorenzo Pellegatta, il ragioniere Ezio Riva e via via...
Creammo uno statuto societario e ogni mese si tenevano
riunioni con tanto di verbale dei punti discussi”.
***
“I primi calci furono presso il campetto dell’oratorio in
terra battuta e sassi, e bisognava stare attenti perché in
mezzo al campo c’era un enorme albero. Le porte erano
in legno e le reti, ahimè, non ce le si poteva permettere.
Gli spogliatoi non esistevano, si giocava con il pallone di
cuoio stringato e le scarpette da calcio allora erano
sandali, zoccoli, anche a piedi scalzi, solo pochi
privilegiati calzavano le prime scarpette in cuoio.
Partecipavamo a quelli che oggi si definiscono
campionati CSI, a sette giocatori; uno degli
appuntamenti più attesi era il torneo serale, la cornice di
pubblico era così numerosa che sembrava di essere a
San Siro e l’eco dei boati al GOOL risuonava sino
all’altezza dell’attuale ristorante La Baia”.
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“Nel 1949 -continua Sala- presi l’incarico di Presidente
perché Galbusera, per motivi di lavoro non poteva
sostenerla, e la mantenni per tre anni. Nel 1952 la
prima iscrizione al campionato federale con la squadra
Juniores a 11 giocatori. Gli allenamenti si tenevano
una volta alla settimana
all’oratorio, e si facevano al
buio per risparmiare sui costi
della luce; la partita si giocava
la domenica alle 11 al
comunale,
allenatore
era
Angelo Nava, non c’erano
riserve e la partita durava,
come oggi, due tempi da 45
minuti. Nel 1952 cedetti la
carica di Presidente al rientrante
Galbusera e rimasi come
collaboratore nonostante mi
fossi trasferito a Monza; passai
poi alla U.S.Vimercatese grazie
alla regia del grande tessitore quale era Ermanno Cantù.
Poi anch’io abbandonai per motivi di lavoro”.
***
Grazie al signor Sala per il tempo dedicatoci, i valori
sportivi di oggi restano quelli di allora, la Polisportiva è
nel frattempo cresciuta, oserei dire... invecchiata,
persone e volti si sono succeduti nel tempo, le sezioni e
le squadre sono aumentate, ma il traguardo del 60° ci
accomuna e coinvolge tutti quanti.
La nostra Festa dello Sport avrà quest’anno un fascino
particolare, che fiato per spegnere tutte queste
candeline!, ma sono convinto assertore che i compleanni
migliori saranno quelli che ancora devono arrivare...
fabio bonfanti
Nelle due foto d’archivio
fac-simile delle prime scarpette
e dei primi palloni cui tiravano
calci i ragazzi di allora.
Nella foto sotto il primo assistente
Don Attilio Bassi con una delle
prime formazioni calcistiche.
Col cappotto si nota
il presidente degli anni ‘50
Giorgio Galbussera.
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GIOVANISSIMI ‘90: QUANTE NOVITA’!
Quando mi è stato chiesto di parlare dei Giovanissimi e del loro anno calcistico non ho avuto esitazioni nel pensare
che le due parole più presenti nella mente di noi genitori quest’anno sono state “BRAVI” e “GRAZIE”.
L’inizio della stagione è stato caratterizzato da molte novità: il nuovo allenatore Gregorio, un nuovo gruppo (qualche
problema di amalgama era inevitabile), nuovi obiettivi dopo la partenza di ben sei elementi verso altre squadre (non
senza qualche strascico emotivo in tutti, partiti e rimasti...), nuovi metodi di allenamento, schema di gioco da
reinventare, nuovo campo di gioco (bellissimo l’impianto delle piscine), rapporti gerarchici da riconsiderare e da
metabolizzare. Per i nostri ragazzi del 90 c’era anche una nuova scuola, la media superiore, impegno più pressante
ed obblighi più onerosi, non sempre sincronizzati o sincronizzabili con gli allenamenti, qualcosa sicuramente non è
andata sempre per il verso giusto, qualcosa poteva essere meglio risolta, e qualche comportamento scorretto è stato
giustamente sanzionato.
Il campionato, dominato da una super Casati Arcore, si è sviluppato per noi con buoni risultati, i punti sono arrivati
qualche volta anche con buone prestazioni, alcuni si sono reinventati un ruolo, tutti sono scesi in campo ed hanno
dato il massimo; il girone di ritorno ci ha visti saldamente quarti, con ancora speranze fondate per il terzo posto.
Quindi mai come ora BRAVI. La seconda parola è GRAZIE. Io sono un papà che vi segue da sempre con passione
ed esprimo quindi il pensiero di noi genitori, che dalla tribuna siamo i vostri più grandi tifosi. Grazie perché il
trovarci insieme sulla tribuna ha fatto nascere rapporti di amicizia, solidarietà, tanto da rendere l’appuntamento
della partita un piacevole ed atteso intermezzo domenicale. Ci siamo divertiti insieme, abbiamo gioito e sofferto, e
soprattutto siamo stati vicini a voi, nostri figli, ricordando talvolta quando eravamo noi a correre dietro ad un
pallone... Con il vostro calcio, con la squadra Dipo che rappresentate, oltre a divertirvi, a fare sport, a cercare di
capire i valori che esso rappresenta, ci avete aiutato ad essere ancora di più vostri genitori, vicini, partecipi. Il nostro
grazie è quello di chi ha avuto il piacere di
vedervi diventare grandi anche su un campo
di calcio, tra vittorie e sconfitte, in quei
momenti noi c’eravamo, testimoni, forse
confidenti, qualche volta parafulmine e
qualche volta consiglieri.
Ancora un GRAZIE immenso
dal “FAN CLUB DELLA TRIBUNA”
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IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO
Dopo una carriera ventennale è passato dall’altra parte della barricata,
Giuseppe Stevanella fa il suo primo bilancio da allenatore Juniores
Dopo circa 20 anni di attività come calciatore, dal 2004 ho deciso, non nascondo con un
po’ di rammarico misto a nostalgia, di dedicarmi completamente ad allenare una
squadra di ragazzi. Ho colto così con grande entusiasmo l’occasione di allenare la
categoria Juniores 85-86-87.
La mia “filosofia”, da ex calciatore, è stata prima di tutto creare un vero team, motivato,
collaborativo e solidale. Per raggiungere questo obbiettivo è stato per me essenziale il
continuo dialogo con i miei ragazzi, al fine di portare alla luce eventuali piccoli
problemi di squadra, ma che se non affrontati prontamente, possono degenerare e
compromettere il risultato finale del lavoro di gruppo.
Posso dirmi soddisfatto del traguardo raggiunto,
ma in modo particolare dell’assiduo
impegno dimostrato durante l’intera
stagione calcistica da ciascuno dei miei
ragazzi.
Ognuno di loro meriterebbe di essere
elogiato pubblicamente per gli sforzi
dimostrati sia durante gli allenamenti che
le partite ufficiali, ma preferisco
semplicemente ringraziarli collettivamente
e lasciare gli elogi individuali ad un
momento riservato e più intimo con loro.
Ciò che mi auguro maggiormente è di aver trasmesso loro amore per il calcio, considerato uno sport di gruppo e
non individuale, nel quale si risulta vincenti solo qualora la squadra è veramente unita e combattiva nel raggiungere
il grande traguardo della VITTORIA.
Rinnovo un grazie di cuore a tutti i miei ragazzi , ed un pensiero particolare a Sergio Brambilla, il mio secondo , e
a Umberto Ghislanzoni, per avermi supportato durante questi mesi di intenso lavoro. Grazie a tutti.
stevanella
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PER OGNI GIORNO, OGNI ISTANTE...
GRAZIE MILLE!!
Ale Amati, ancora lui, alla guida di un’altra invincibile armata...
Gli Esordienti ‘92 ci hanno regalato una stagione da favola.
“My gift is my song and this one’s for you”: il mio regalo
è la mia canzone e questa è per te.
Siamo ormai alla fine di questa stagione sportiva, quindi
la logica e la consuetudine ci invita a tirare
le somme, a ringraziare chi ha permesso
tutto ciò, a regalare concretamente
qualcosa; e certo una canzone non sarà
un dono tanto atteso ma può servire per
esprimere questo grazie. Ripensando
alle
partite
disputate
bisogna
doverosamente e prima di tutto
ringraziare
i
ragazzi.
L’impegno non è certo
mancato in questi nove mesi, compresi i
periodi di neve e grandine. Se possiamo
permetterci una breve disserzione tecnica
partiamo dalla difesa, la quale schierata a volte a 3, a
volte a 4, a volte a 5, a volte a -2, ha dato risposte
confortanti. Difensori “leggeri” come CRUZ e RAVA,
“medi” come PIZZO, NICOLO’, BEPPE e “tosti” come
LELE e VINCI, hanno coperto i due “portieroni” ALDO e
ANDREA come meglio non si poteva fare. Certo qualche
distrazione se la sono concessa, ma solo in occasione di
compleanni e feste di fidanzamento...
Il centrocampo ha risentito evidentemente dallo
schieramento difensivo infatti LUCA, SIMO, MATTIA,
RICHI, ANDREA, HERMES si sono alternati a coprire o a
costruire l’azione seguendo gli schemi di Mister AMATI
giocando a 3, a 4, a rombo, a spigola, a sogliola, in
quel mare di centrocampo dove si decidono le sorti di
una partita. Sorti che sono state molto spesso decise ogni
qualvolta le punte biancoVerdi davano continuità ai
centrocampisti, LUCA, DAVIDE, NICOLAS, ANDREA, i
nostri bomber, veloci sulle fasce e precisi negli inserimenti
hanno messo nella rete avversaria palloni importanti.
Gol di pregevole fattura eseguiti con varietà di colpi che
hanno divertito i numerosi tifosi al seguito.
Grazie al regolamento che prevede i
tre tempi tutti hanno
avuto la gioia di poter
giocare e di sentirsi
partecipi di una
squadra, di una
bellissima squadra come
sostiene Mister Amati.
L’arrivo di Simone Brivio,
nuovo collaboratore del
mister, ha dato un tocco
speciale
al
gruppo,
portando aria fresca e
giovanile e abbassando
notevolmente
l’età
anagrafica della panchina,
sulla quale i dirigenti
accompagnatori Pirola e
Ravanelli stavano ormai
invecchiando aspettando
la pensione. Pensione che
invece è stata consegnata “per meriti
sportivi” all’inossidabile e statico collaboratore
dell’arbitro (segnalinee) sig. Galbussera.
Avrete certamente capito che abbiamo voluto presentare
la stagione agonistica degli Esordienti ‘92 appena
vissuta in modo un po’ scanzonato, scherzando con tutti
i protagonisti della squadra non tralasciando niente e
nessuno. Per importanza non abbiamo fatto nessuna
classifica né tantomeno per bravura; l’unica classifica
che ci sentiamo di elencare è quella dell’impegno e della
solidità del gruppo, per cui alla fine diciamo bravo a
ciascun attore per il ruolo interpretato.
Ed il regalo lo confezioniamo con le parole di Max
Pezzali 883:
per ogni giorno, ogni istante...
GRAZIE MILLE!!
Tebaldo l’Araldo
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Infrasettimanale
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FIGLIO MIO, NON DIVENTARE GRANDE
Accompagnatore, babbo, tifoso, il ‘pargolo’ che gioca nei Pulcini...
l’occhio vigile di un genitore che ammonisce contro i vizi del calcio.
Cari ragazzi, non perdete la spontaneità e il sorriso di oggi...
Giusto un anno fa, nel mio precedente articolo,
raccontavo dei sentimenti che suscitano in cuor mio i
nostri ragazzi della Scuola Calcio. Facevo un confronto
con le passioni da tifoso del grande calcio e quelle del
genitore che guarda rapito ed estasiato, a volte con
occhio critico, le prestazioni del proprio
figlio. Mi sono reso conto negli ultimi tempi
di come io stia guardando sempre più con
apprensione
la
Scuola
Calcio!
Ultimamente si sono viste scene sui campi
che sono un’offesa all’intelligenza
umana! Sputi, testate, calcioni, risse,
parolacce e bestemmie urlate ai quattro
venti contro tutto e tutti.
Assurdo!!! Tutto nasce da un gioco,
ripeto un gioco, che con l’andare del
tempo si è sporcato di ignobili interessi
economici. Sponsorizzazioni più o meno
aggressive, televisioni, radio, giornali, dove lo
spettatore da casa può interagire con la scelta della
formazione. Tutto è solo un enorme affare.
Ecco perché io guardo sempre meno le vicissitudini
sportive di quella che, un tempo, era tutto per me: la
MIA SQUADRA!!! Guai a chi me la toccava.
Adesso non ho occhi e pensieri che per la compagine
di mio figlio. Eccomi, accompagnatore, a trepidare
per quei ragazzi biancoverdi che buttano il cuore in
campo. Non mi importa se si vince o se si perde, a
fine partita ci sono sempre sorrisi per tutti, compagni
ed avversari.
Il momento dell’agonismo
estremo
è
ancora
lontano.
In cuor mio spero che
tutti
gli
allenatorieducatori dei nostri figli
riescano a trasmettere
loro il vero spirito del
gioco. Spirito di gruppo,
lealtà, educazione in
campo e fuori.
Mi rendo conto di
quanto tutto questo sia
difficile da realizzare.
I media ci bombardano con immagini di calciatori
straviziati, straricchi, circondati da donne bellissime,
fomentando così il mito di uomini semidei. Ma la realtà
è ben diversa.
Sono tantissimi i giocatori che appese le scarpe al
fatidico chiodo hanno avuto una vita difficile.
Un esempio su tutti, vediamo come è
ridotto un campione del calibro di
Maratona, chi non è rimasto incantato
dal suo trattare la palla con i piedi?
Soldi, fama, gloria, tutto facile, ma alla
fine un oblio atroce fatto di vizi e droga.
Ecco, ribadisco l’importanza di allenatori
che facciano correre i bimbi su binari
corretti, l’importanza di società e
gruppi dirigenziali che vigilino,
pronti ad intervenire ed eventualmente correggere.
E attenzione, si sta parlando di persone più o meno
giovani che prestano la loro opera per passione, senza
un tornaconto che non sia la soddisfazione di aver
operato bene.
Andiamo avanti, quindi, a tutta forza con questo spirito.
Insegnare sì a giocare al calcio ma, soprattutto,
insegnare ad essere uomini giusti e leali, in campo e
fuori, con gli altri e con se stessi.
Concludo ringraziando la Dipo e spronando tecnici e
dirigenti a dare sempre il massimo anche se, il più delle
volte, senza nemmeno ricevere un grazie in cambio.
Piero Swich
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