Fondamenti di assistenza infermieristica - Concetti e abilità cliniche di base Barbara K. Timby © 2011, The McGraw-Hill Companies srl Esercizi di Fine Unità 3 Per i Capitoli 8, 9 e 10 SEZIONE 1: VERIFICA QUELLO CHE HAI APPRESO Attività A: 1. Il caregiver. 2. L’autonomia. 3. Sulle cure erogate. Attività B: 1. Vero. 2. Falso – Prima di strutturare un progetto educativo è essenziale determinare il livello di alfabetizzazione della persona assistita. Il livello di alfabetizzazione può essere difficile da definire. Le persone analfabete o analfabete funzionali sviluppano solitamente elaborati meccanismi per mascherare o compensare i loro deficit di apprendimento. 3. Falso – Le modalità e i limiti di accesso alla cartella clinica sono regolamentate da una serie di disposizioni derivanti dalla legge 241/90 e dal D.Lgs. 196/2003. Attività C: 1. Comunicazione. 2. Stile di apprendimento. 3. La cartella per eccezioni. Attività D: 1. 1. C. 2. A. 3. B. 2. 1. C. 2. A. 3. B. Attività E: 1. Fase Caratteristiche Introduttiva: è la fase con la quale inizia il rapporto tra la persona assistita e l’infermiere; è un momento di conoscenza reciproca. In questa fase, ogni persona ha di solito idee preconcette sull’altra che possono essere confermate o respinte. Il paziente avvia il rapporto individuando uno o più problemi di salute per i quali l’infermiere può essergli d’aiuto; Operativa: questa fase, comporta la pianificazione dell’assistenza e la redazione del piano di cura nel quale vengono coinvolti attivamente la persona assistita e tutti i componenti Fondamenti di assistenza infermieristica - Concetti e abilità cliniche di base Barbara K. Timby © 2011, The McGraw-Hill Companies srl dell’equipe assistenziale. Tutti gli interventi e le azioni pianificati ed eseguiti devono portare a raggiungere l’obiettivo assistenziale identificato insieme al paziente; Di chiusura: il rapporto infermiere-persona assistita prevede una conclusione. Questa fase si verifica quando l’infermiere e il paziente prendono atto, reciprocamente, che i problemi di salute alla base della loro relazione professionale sono migliorati. 2. Metodi Caratteristiche/Differenze SOAP: rappresenta lo stile di documentazione forse più adatto per la cartella orientata ai problemi del paziente; deriva da quattro elementi essenziali della documentazione: S, dati soggettivi; O, dati oggettivi; A, analisi dei dati; P, piano di cure. Questo modello aiuta a promuovere la collaborazione interprofessionale,perché tutti i sanitari coinvolti nelle cure documentano le informazioni di loro competenza nella stessa cartella; FOCUS: questo metodo è una variazione di quello SOAP. Il focus indica un comportamento attuale o modificato, un evento significativo nel processo di cura o una diagnosi infermieristica definita in base alla classificazione della NANDA. Per inserire i dati il metodo focus utilizza il modello DAR: D, dato; A, azione, R, risposta, che riflette le diverse tappe del processo infermieristico; PIE: è simile al formato SOAP e consiste nel registrare i dati sul decorso clinico sotto le etichette problemi (P), interventi (I), e valutazione dei risultati (E). Questo metodo richiede agli infermieri la capacità di inserire contenuti specifici nelle note di aggiornamento; gli infermieri documentano la valutazione iniziale del paziente in un modulo a parte e attribuiscono ai problemi dei pazienti un numero corrispondente. Attività F: 1. a) L’infermiere illustra alla paziente e discute con lei i contenuti di libri e opuscoli informativi; b) Lo stile di apprendimento preferito dalla paziente sembrerebbe essere quello che afferisce al dominio cognitivo e quindi ad uno stile di elaborazione delle informazioni che si esprime attraverso l’ascolto o la lettura di dati o di descrizioni; 2. a) I componenti dell’equipe assistenziale conducono l’esame obiettivo al letto del paziente durante il giro visita; b) I risultati sembrano essere sinteticamente i seguenti: la presa in carico della persona assistita all’inizio del turno e la sua partecipazione attiva al processo comunicativorelazionale; Attività G: 3 2 4 1 Fondamenti di assistenza infermieristica - Concetti e abilità cliniche di base Barbara K. Timby © 2011, The McGraw-Hill Companies srl Attività H: 1. I possibili ostacoli alla relazione infermiere- persona assistita sono rappresentati da comportamenti che possono interferire con un efficace relazione terapeutica come ad esempio, l’aspetto trasandato, l’impossibilità di essere identificati tramite il nome o un cartellino, il non utilizzo del none del paziente o l’utilizzo del suo nome senza autorizzazione, la non dimostrazione di interesse per la storia personale del paziente, l’utilizzo di un linguaggio asettico o di cattivo gusto ecc.; 2. Per valutare correttamente i bisogni terapeutici della persona assistita e attuare un intervento efficace, l’infermiere deve considerare e identificare per ogni persona assistita lo stile di apprendimento preferito, l’età e il livello di sviluppo, la capacità di apprendere, la motivazione, la disponibilità all’apprendimento, i bisogni di apprendimento; 3. Le cartelle, oltre a documentare e garantire la continuità del trattamento del paziente, sono strumenti di comunicazione efficiente e rapida fra operatori sanitari che partecipano alla cura del paziente e strumenti per garantire la sicurezza di quest’ultimo e la continuità delle cure. Le cartelle possono essere utilizzate anche per valutare la qualità dell’assistenza erogata, per dimostrare l’adesione agli standard nazionali di accreditamento delle strutture, per facilitare l’educazione terapeutica e la ricerca. SEZIONE II: APPLICA LE TUE CONOSCENZE Attività I: 1. Nella comunicazione, ascoltare è importante quanto parlare; prestare attenzione a ciò che i pazienti dicono fornisce uno stimolo per un’interazione significativa. Anche il silenzio svolge un ruolo importante nella comunicazione; uno dei suoi utilizzi è quello di stimolare il paziente alla discussione verbale; 2. E’ importante che l’infermiere conosca le caratteristiche di apprendimento del bambino, degli adulti e delle persone anziane perché l’apprendimento avviene in modo diverso secondo l’età e il livello di sviluppo della persona; 3. E’ importante che l’infermiere documenti e condivida le informazioni riguardanti le persone assistite perché la condivisione contribuisce a evitare la frammentazione dei trattamenti e aiuta a ridurre la possibilità di errori o omissioni. Attività L: 1. a) Le responsabilità dell’infermiere nella relazione con la persona assistita sono le seguenti: possedere conoscenze aggiornate; essere al corrente dei cambiamenti specifici legati alle diverse età della persona; agire in modo sicuro nell’ambito delle proprie competenze; impegnarsi nella cura della persona assistita; essere disponibile e cortese; facilitare la partecipazione dell’utente e della sua famiglia nel processo decisionale; mantenere l’obiettività; tutelare i diritti della persona assistita; fornire Fondamenti di assistenza infermieristica - Concetti e abilità cliniche di base Barbara K. Timby © 2011, The McGraw-Hill Companies srl spiegazioni in un linguaggio facilmente comprensibile; promuovere l’indipendenza della persona assistita; b) Le responsabilità della persona assistita nella relazione con l’infermiere sono invece le seguenti: collaborare all’identificazione del problema attuale; contribuire in maniera attiva alla definizione dei risultati attesi; fornire in maniera precisa i dati soggettivi e quelli relativi alla propria storia clinica. 2. a) Gli approcci utili all’educazione terapeutica di persone analfabete o funzionalmente analfabete sono i seguenti: privilegiare istruzioni verbali o visuali; ripetere le indicazioni più volte nella stessa sequenza, in modo che la persona assistita possa memorizzare le informazioni; fornire immagini, diagrammi o supporti audiovisivi che la persona possa rivedere anche successivamente; b) Gli approcci utili a migliorare i risultati attesi nella persona con ridotte capacità di concentrazione sono i seguenti: osservare il paziente e implementare gli interventi educativi solo quando è abbastanza vigile e a suo agio; utilizzare sessioni didattiche brevi; chiamare spesso per nome il paziente durante le sessioni educative, per riattivare la sua attenzione; mostrare e comunicare entusiasmo; utilizzare materiali colorati, gesti e strumenti vari per stimolare il paziente; coinvolgere attivamente il paziente; variare il tono e il volume di voce per stimolare il paziente anche dal punto di vista uditivo. 3. a) I piani di assistenza sono elenchi scritti dei problemi delle persone assistite, con la definizione degli obiettivi e degli interventi necessari alla loro risoluzione. I piani di assistenza promuovono la prevenzione, il miglioramento o la risoluzione dei problemi di salute; b) Le check list sono forme di documentazione scritta nelle quali l’infermiere indica con un segno di spunta o con le sue iniziali le diverse fasi dei trattamenti di routine. Rappresentano un’alternative al metodo narrativo e vengono utilizzate soprattutto per evitare di documentare ogni volta le cure che si ripetono regolarmente come ad esempio l’igiene del cavo orale. Attività M: Non vengono formulate risposte definitive per le domande espresse in questa attività; gli studenti possono scegliere di discutere i propri pensieri e le proprie opinioni con i colleghi e/o con il docente e, successivamente, articolare con loro le risposte. SEZIONE III: PREPARATI A SOSTENERE L’ESAME Attività N: 1. B; 2. B; 3. Assemblare (AP); Supportare (AA); Selezionare (AC); Identificare (AC); Aggiungere (AP); Rifiutare (AA); 4. A;