HIRAM_2_2015:HIRAM HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 1 Rivista del Grande Oriente d’Italia n. 2/2015 EDITORIALE Il Coraggio delle idee. La Costanza delle azioni The Courage of Ideas. The Perseverance of Actions Le carte della Massoneria presso la Segreteria Particolare del Duce “La causa e gl’effetti”. Un anonimo libello anti-massonico di fine Settecento. Edizione annotata e commentata Giuseppe Mussi: il Nathan milanese Lettera a Goodall • SEGNALAZIONI EDITORIALI 3 8 Stefano Bisi 12 Simone Biondini 35 Piergabriele Mancuso 57 Marco Cuzzi 71 Luigi Polo Friz 106 HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 Direttore Responsabile: Stefano Bisi Direttore: Antonio Panaino 11:53 Pagina 2 HIRAM 2/2015 Comitato Scientifico Presidente: Enzio Volli (Univ. Trieste) Francesco Angioni (Saggista); Corrado Balacco Gabrieli (Univ. Roma “La Sapienza”); Pietro Battaglini (Univ. Napoli); Pietro F. Bayeli (Univ. Siena); Eugenio Boccardo (Univ. Pop. Torino); Giovanni Carli Ballola (Univ. 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La Costanza delle azioni* EDITORIALE di Stefano Bisi Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (Palazzo Giustiniani) U Carissimi Fratelli, gentili Signore e Signori ospiti, n grazie a tutti voi per aver scelto stasera di essere qui con noi nel grande Tempio della Fratellanza per partecipare alla parte pubblica dei Lavori della Gran Loggia 2015 di Rimini che si sono aperti questa mattina. Il Coraggio delle idee e la Costanza delle azioni è il filo conduttore di questa Assemblea che ogni anno riunisce parecchie migliaia dei 23mila massoni italiani del Grande Oriente d’Italia e che vede da sempre la partecipazione di numerose delegazioni estere alle quali va il mio affettuoso saluto. Un coraggio e una costanza che tutti noi dobbiamo avere e che sicuramente hanno già mostrato di possedere questi meravigliosi ragazzi del coro “Le Verdi Note” di Fabriano che si è appena esibito. Nel Tempio, fra gli antichi simboli del Sole e della Luna, e i segni zodiacali, sono riecheggiate le loro bellissime voci che hanno suscitato in me e credo in tutti voi una grande pace interiore, una grande armonia, un grande senso di benessere, trasmettendo un messaggio di speranza per il futuro dell’Italia e del mondo tormentato da molti mali. Bravi e coraggiosi questi ragazzi, ben diretti da un’ottima insegnante. Mentre li ascoltavo con animo sollevato, però pensavo anche al futuro di queste giovanissime generazioni e meditavo sul nostro compito, sulla nostra missione di Liberi Muratori e di uomini, sull’immensa responsabilità che tutti abbiamo di costruire per loro un Paese migliore, soprattutto un futuro migliore. Questi ragazzi sono sicuramente rappresentativi dei gio- 2/2015 HIRAM * Allocuzione presentata al Palacongressi di Rimini in occasione della Gran Loggia 2015, 1012 Aprile. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 4 •4• EDITORIALE vani italiani e sembravano i nuovi “Il Volo”, il trio che ha vinto a Sanremo. Tra loro ci sono i futuri dirigenti, i futuri amministratori del nostro Paese: sono loro il volto più bello della nostra amata Nazione, i fiori di un giardino dalle grandi potenzialità che vanno curati ed amati con amore, fiducia e costanza. Si deve puntare sulla loro crescita e sull’enorme tesoro della nostra cultura per realizzare una nuova Italia al passo con le immense sfide della globalizzazione che vive una evoluzione continua. 2/2015 HIRAM Noi sappiamo quanto il nostro Paese abbia bisogno di cultura. Il 2015 è non solo l’anno dell’Expo ma è soprattutto l’anno di Dante Alighieri. In tutta Italia partendo da Firenze, la città che gli diede i natali, viene celebrato il 750° anniversario dalla nascita del Sommo Poeta. Per ora è una celebrazione un po’ sottotono, almeno per il momento. Quale miglior occasione e spot universale per rilanciare la cultura italiana nel mondo? La sua Divina Commedia è il poema universale per eccellenza. Non c’è un popolo che non abbia virtualmente ripercorso l’ascesa dei tre regni con le sublimi terzine dantesche. Non c’è studente che non ricordi il lunghissimo fiume di anime percosse o infilzate dai forconi delle schiere di diavoli. E non credo che ci sia persona al mondo che non abbia riflettuto e non si sia emozionata di fronte alla straordinaria profondità del sapere contenuto in ogni cantica. Dalle regioni più profonde e tormentate dell’Inferno, risalendo alla Bellezza e alla Spiritualità del Paradiso, sino al Primo Mobile, alla folgorante Luce del Principio Divino. La Divina Commedia è maestra di vita, è una fedele compagna per l’uomo di ogni tempo. Quel viaggio mistico-iniziatico rappresenta il cammino che deve contraddistinguere quello di noi Liberi Muratori. C’è la discesa interiore e il calarsi negli abissi della realtà, in tutte le sue estensioni, dalle più voluminose a quelle sottili e c’è la risalita verso la Luce spirituale. Noi iniziati al pari dell’Alighieri che si mette in marcia, non senza timore, nella “selva oscura”, siamo chiamati a risvegliarci dal torpore per abbracciare un cammino avventuroso. Un incedere lento ma deciso, fatto di virtù, conoscenza, verità e amore che ci deve portare con coraggio alla nostra realizzazione, alla scoperta dei nostri talenti, tirando fuori le nostre monete d’oro che possono aiutare noi e l’Umanità. Ecco, perché, dall’attualità dell’esperienza di Dante dobbiamo fare tesoro nel nostro viaggio in un mondo che è reso opaco dai prismi che fanno filtrare immagini falsate e distorte della realtà. Quella triste realtà che oggi ci circonda a tutti i livelli e che la Massoneria si prefigge dalla notte dei tempi di modificare per il bene comune nel segno della Libertà, Uguaglianza e Fratellanza. Questi principi genetici costituiscono il nostro Dna. Sono la Tradizione, sono il presente e il futuro di ogni Libero Muratore. Da essi noi traiamo la forza per fare delle buone azioni. Invito voi tutti a fermarvi davanti al bancone della Solidarietà e ad ascoltare il filmato. Guardate e ascoltate. E guardate gli occhi di quel bambino che improvvisamente scopre di poter sentire: è l’impegno di un nostro Fratello di Cosenza, Mimmo HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 5 •5• Oggi, per esempio, mi sono particolarmente emozionato quando ho potuto abbracciare Bruno, figlio del Fratello Giovanni Becciolini che il Grande Oriente ha deciso di onorare con la nomina a Gran Maestro onorario alla memoria per un eroico gesto da lui compiuto. Credo che l’abbraccio a Bruno, a questo ‘lupetto’, sia stato l’abbraccio di un Fratello a un Fratello e non credo sia stato l’abbraccio di un Gran Maestro a un ‘profano’. È stato l’abbraccio di un Fratello a un Fratello come fossimo stati nel momento più bello dell’iniziazione liberomuratoria, quando il Maestro Venerabile dice al neofita: Tu sei mio Fratello. Becciolini, eroe della libertà, è simbolo di uomo generoso e altruista come dobbiamo essere noi. La generosità, l’altruismo, il cuore sono gli elementi che ci indica la strada della Libera Muratoria. Perché questa è la Libera Muratoria, che è quella capace di emozionare, di suscitare sentimenti: noi dobbiamo essere maestri costruttori di armonia. Non si può essere costruttori di pettegolezzi ma costruttori di solidarietà, costruttori di affetti, di sere- nità. Noi dobbiamo essere custodi della tolleranza e del dialogo, implacabili censori della menzogna e della maldicenza. Laboratorio di idee per uomini coraggiosi e rivoluzionari, fucina per uomini liberi e coscienti delle proprie potenzialità, la Libera Muratoria è palestra dello spirito e per lo spirito. La storia, ineguagliabile memoria dell’Uomo, può solo testimoniare nei vari secoli cosa ha fatto e cosa è stata capace di fare. Si è sempre battuta contro tiranni e dittatori. Oggi pomeriggio abbiamo presentato il libro “Salvador Allende Massone”. Molti ricordano Allende come il presidente del Cile ucciso nel palazzo della Moneda, noi lo ricordiamo anche come il Fratello Salvador Allende che ha imperniato la sua vita sui valori della Libera Muratoria e questo libro lo dimostra da un punto di vista anche scientifico. Guardate la copertina: Allende abbraccia in un catena d’unione i Fratelli. È un momento da osservare, una cartolina da ammirare. La Libera Muratoria ha pagine di storia gloriosa ovunque, negli Stati Uniti, Belgio, Francia e Germania. Ovunque, in ogni luogo ci sono stati uomini che hanno lavorato nelle loro officine portando all’esterno il meglio che la libertà e la democrazia potessero offrire per creare le condizioni di una società migliore. Ma non si può vivere di solo passato, non si può stare in attesa degli eventi perché occorre capire cosa accadrà tra qualche mese, un anno o più. Ricordiamoci sempre che noi massoni dobbiamo elevarci ma al tempo stesso elevare l’Uomo e l’Umanità intera. E per farlo dobbiamo essere parte attiva del cambiamento dando il nostro apporto alla luce del 2/2015 HIRAM Musacchio, che ha vissuto sulla propria pelle questo dramma, un dramma dal quale ha tratto la spinta per aiutare gli altri, i bambini in particolare. Fermatevi davanti a quel filmato, guardatelo con attenzione. Fratelli, guardatelo, e poi date anche una mano e guardate anche cosa fanno gli altri Fratelli impegnati nella Solidarietà. Ci devono dare forza per aiutare tutti a scendere in campo in prima linea, come tanti Fratelli che ci hanno preceduto in ogni angolo del mondo. Il Coraggio delle idee. La Costanza delle azioni, S. Bisi HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 6 •6• EDITORIALE sole e senza paura. Non abbiamo niente da temere. Semmai sono gli altri che devono temere la forza trascinatrice del nostro pensiero, che è un pensiero di pace, un pensiero di dialogo. Dino Fioravanti mi ha fatto conoscere una canzone, che è quella di Vasco Rossi, “Cambiamenti”. Vasco Rossi dice che cambiare auto è facile, cambiare vestito è facile, ma è più difficile cambiare noi stessi. Se ci riusciamo facciamo la rivoluzione, la rivoluzione del cuore. Cambiamenti: questo cambiare è quello che noi chiediamo quando da ‘profani’ bussiamo alla porta del Tempio e dall’altra parte ci sono uomini che ci accoglieranno come Fratelli, non ci chiederanno a chi apparteniamo, di quale religione siamo ma ci chiederanno soltanto di essere buoni. Buoni, una parola semplice. Buoni e basta. 2/2015 HIRAM Il coraggio non è solo fatto di gesti estremi, come quello di Giovanni Becciolini, ma anche di gesti piccoli, atti giornalieri e non per questo meno importanti. I Fratelli della Locride,, che hanno accompagnato fino a Rimini Aurelio Palmieri, sono un esempio.. Calabria generosa, perché la Calabria non è la ‘ndrangheta e la Libera Muratoria del Grande Oriente d’Italia non è la ‘ndrangheta. E lo dico perché anche oggi un giornalista, un collega, devo dire molto gentile, mi ha chiesto di parlare di questo. Io ho detto che la Calabria nelle logge del Grande Oriente d’Italia è una Calabria viva, passionale, in grado di dare un impulso allo sviluppo di questa regione come ci ha riconosciuto, partecipando a un nostro convegno, il governatore Mario Oliverio. Coraggio. Noi dobbiamo essere come una goccia d’acqua che batte con insistenza sulla pietra e la scava, la leviga, la rende più pura. Ecco, noi Liberi Muratori dobbiamo essere tante gocce che tutte insieme formano un ruscello, poi un impetuoso e lunghissimo fiume che confluisce nell’oceano della saggezza. In questo mare noi dobbiamo navigare con la bussola e il compasso, da bravi marinai dello spirito desiderosi di scoprire nuove terre non dell’occulto ma della Verità e della Conoscenza. Fatti non foste per vivere come bruti, ma per seguire virtute e canoscenza – scrisse Dante. Ecco, noi dobbiamo andare avanti. ‘Indietro non si torna’ è una figura statica e dobbiamo guardare avanti, consapevoli che si può essere protagonisti e operatori del cambiamento. Noi, il cambiamento, sappiamo bene cos’è e come si realizza. Cerchiamo di praticarlo continuamente nell’aurea riservatezza delle nostre sacre Logge dove non ci sono trame e non si fanno patti politici del Nazareno o di altri luoghi ameni di Roma o di altre città italiane. Cari Fratelli, fuori dal Tempio c’è un mondo in difficoltà che attende il nostro impegno, e la nostra fraterna insostituibile, temprata, solidarietà. Non è più il tempo di aspettare. Ognuno nel modo in cui ritiene opportuno deve essere protagonista nella comunità in cui vive. Mettiamoci in gioco. Perché è vero che dobbiamo avere il coraggio delle idee ma l’onorevole Renato Soru HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 7 •7• Mi accingo a concludere la mia allocuzione – ad un anno dall’insediamento di questa Giunta, qui a Rimini – con un elemento che per noi Liberi Muratori è tutto: la Luce. Quella Luce che chiediamo di ricevere al momento del nostro ingresso in una Loggia, muovendo i primi incerti passi da Apprendista e che sarà una costante sine die del percorso massonico. Ebbene, il 2015 è anche l’Anno internazionale della Luce, come proclamato dalle Nazioni Unite. La Luce è un patrimonio comune: lo studio, l’utilizzo, la produzione di questa risorsa, ha valicato i confini geografici e culturali, ha realizzato infiniti ponti generazionali. Ha portato scienza e innovazione e come la Luce, attraverso la fotosintesi, porta la vita sulla Terra. Einstein, il padre della teoria della Relatività, l’ha studiata a fondo come una costante delle leggi di natura. E il premio Nobel 2006 per la Fisica, l’americano John Mather ha magistralmente aggiunto: “La Luce è fondamentale alla vita sul nostro pianeta attraverso la fotosintesi, ci permette di vedere indietro nel tempo fino alle origini del Cosmo nel Big Bang. Ci aiuta a co- municare con gli altri senzienti qui sulla terra, e forse un giorno può permetterci di dialogare con quelli che potremmo trovare nello spazio”. Pensando poi a quanto accaduto al Cern di Ginevra, con la scoperta della ormai famosa “Particella di Dio” e a quanto potrà ancora accadere nel progredire della scienza, c’è spazio per sognare. Ma aggiungo che, per quanto le attuali iperscientifiche tecnologie possano farci conquistare nuovi strumenti e oggetti per migliorare la nostra materiale quotidianità, e per quanto gli scienziati potranno nel prossimo futuro regalarci altre mirabolanti scoperte grazie ai viaggi spaziali, la Luce per noi Liberi Muratori resterà sempre quella che brilla da secoli all’interno del Tempio. Quella che deve brillare all’interno del nostro corpo e che deve fare brillare sempre e comunque, con coraggio e costanza, le nostre idee e le nostre azioni. Anche il padre della relatività, uno scienziato insigne e immenso, diceva che c’è una forza motrice più forte del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: è la volontà. Cari Fratelli mi rivolgo a voi, di fronte a tanti amici, affinché si cerchi tutti insieme di essere uomini di volontà, di coraggio e di passione. Come quel guerriero di Pierangelo Bertoli, quel guerriero senza patria e senza spada con un piede nel passato e con lo sguardo diritto, fiero e aperto verso il futuro. 2/2015 HIRAM ha detto, partecipando allo straordinario dibattito pubblico di questa mattina, che il coraggio delle idee deve trasformarsi nel coraggio di cambiare idee, perché ci sono tante imprese che sono nate con un obiettivo ma che in corso d’opera sono diventate grandi perché hanno cambiato modo di agire. Il Coraggio delle idee. La Costanza delle azioni, S. Bisi HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 EDITORIAL 11:53 Pagina 8 The Courage of Ideas. The Perseverance of Actions* by Stefano Bisi Grand Master of the Grande Oriente d’Italia (Palazzo Giustiniani) L Dear Brethren, Ladies and Gentlemen et me thank you all for being here, tonight, with us, in the grand Temple of Brotherhood, to attend the public part of our Annual Communication 2015, which started this morning in Rimini. “The Courage of Ideas. The Perseverance of Actions” is the fil rouge, the central theme of this Assembly, which gathers every year many thousands of the 23 thousands Italian Brethren members of the Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, and since ever the participation of a great number of foreign delegates, to whom I express my hearty regards. Courage and Perseverance that we all must have, and that the wonderful children of the choir “Le Verdi Note”, coming from Fabriano, already showed to have, with their performance, before this immense and qualified audience. 2/2015 HIRAM * 10-12. In the Temple, between the antique symbols of Sun and Moon, and the signs of the zodiac, their beautiful voices which evoked in me – and I am sure in you all – a great peace, a great harmony, a great sense of wellness, transmitting a message of hope for the future of Italy and the world, anguished by so many sufferings. Talented and courageous, these children, well led by an excellent teacher. Listening to them, with my relieved soul, I was thinking also about the future of these young generations, about our charge, our mission as freemasons and men, and about the immense responsibility that we all have to pass to them a better Country, the responsibility of building a better future for them. Among these children, and many children of Italy, the future ruling classes are, the new “Il Volo” are. Inaugural speech delivered at the Palacongressi in Rimini for the Grand Lodge 2015, April HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 9 •9• We all know how this Country needs a true relaunching project, and a new Culture of education, development and innovation, that can give a new nourishment to the “Italian System”, which has now been gasping for too long time. 2015 is not only the year of EXPO, but above all the year of Dante Alighieri. Everywhere in Italy, starting from Florence, the town where he was born, the 750th anniversary of this great Poet will be celebrated. A celebration that, at this moment, seems to be a bit low-tone. What a better occasion and universal spot, to re-launch Italian culture in the world? His “Divine Comedy” is the world poem par excellence. There is no people which has not travelled through the ascent of the three kingdoms, virtually and in an imaginary way, with the sublime Dante’s tercets. Does not exist a student, who does not remember the very long river of souls, beaten or pierced by the pitchforks of the groups of devils. And, I do not think that there is a person in the world, who has never reflected and has never been moved by the extraordinary intensity of the knowledge of every canto. From the deepest and rough regions of Inferno, raising to the Beauty and Spirituality of Paradise, till the “First Mobile”, to the stunning Light of the “Divine Principle”. The “Divine Comedy” is a life mentor, is a faithful companion for man of all times. This mystic-initiatic travel represents the path that must mark the one of us, Freemasons. In the Comedy we find the inner descent, and the descent into the abysses of reality, in all its extensions, from the biggest to the subtlest, and we find the resurgence to the spiritual Light. Like Alighieri, who starts his path, not without any fear, into the “obscure forest”, we, the initiated, are called to wake-up from numbing, to head towards an adventurous way. A slow but firm walk, made by virtue, knowledge, truth and love, which must lead us courageously to our awareness, to the discovery of our talents, taking-out our gold pieces, that can help us and the Humanity. For this, we can make treasure of the modernity of Dante’s experience, for our travel, in a world that is made opaque by the prisms, that filter false and distorted imagines of reality. The grim reality around us, at all levels, that Freemasonry aims to change since the dawn of time, for the common good through the principles of Freedom, Equality and Brotherhood. These genetic principles constitute our helix DNA. They are our 2/2015 HIRAM Boys and girls who are waving the flag of singing Italy, with their light heartedness and their extraordinary talent, but among them we find also future politicians, future managers, businessmen, teachers, workers. They are the beautiful and clean face of our Nation, the flowers of a garden with great potential, that must be attended and loved, with love, confidence and perseverance. We must rely on their growth, and on the enormous treasure of our Culture, to make a new Italy, in step with the immense challenges of the globalization, in continuing evolution. The Courage of Ideas. The Perseverance of Actions, S. Bisi HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 10 • 10 • EDITORIAL Tradition, the present and the future of every Mason. From them, we draw the capability to make good actions and proceed with courage on the way and the ideas of many Brethren who came before us, in every part of the world. Today, for example, I was particularly moved, when I had the opportunity to embrace Pietro, son of Brother Giovanni Becciolini: Grande Oriente has decided to honour him with the dignity of Grand Master in memoriam, for an heroic action. and non-illuminated men; it has written many great pages and changed the scenarios of human existence, with the wealth of its men, and the force of ideas. In Italy, like in France, in Germany, or in Spain, in the United States of America, Freemasonry became a true mother for innumerable generations. Everywhere, there have been extraordinary people, who in their Lodges have worked together, exporting the best that Freedom and Democracy could offer, to create the conditions for a better society. Laboratory of ideas for courageous and revolutionary men, hotbed for men who are free and aware of their own potentiality. Gymnasium of the spirit and for the spirit. History, incomparable memory of Man, can only testify what Free Masonry has done and has been able to do, during the centuries. Freemasonry always beat against the despots, the dictators, kings And now, like in the past, courage must not be missing. Courage is made of great actions, extreme actions, but also of innumerable little, but not less important, daily actions. Like a water drop, that hitting insistently the stone digs it, refines it, makes it more pure. So, we Free Masons must be like many drops, that all together make a creek, then an impetuous long river, flowing into the ocean of wisdom. In this sea, we must sail with a compass and drawing tool, like good sailors of spirit, wishing to 2/2015 HIRAM He is an heroic figure of anti-fascist mason, who paid with his life the courage of Freedom. This man, this altruist Brother, paid with his life his immeasurable generosity. Such extreme actions must make us reflect on the importance of the choice that we have made to become and to be masons, how crucial this status is, in every period and moment of our temporal living, for the man who embraces with his heart, his mind, and the right spirit, the great Way of Freemasonry. This is our Freemasonry, which must always see us as Masters builders of Harmony, paladins of Tolerance and dialogue, implacable censors of falsehood and insinuations. But we cannot live only in the past. We cannot live of a reflected light. We cannot stay, waiting for the events, trying to understanding what is going to happen, in a few months, a year, or more. Let us remember that we Masons must improve ourselves, but at the same time, improve Man and Society. And to do this, we must be an active part of change, openly giving our contribution, without fear. We have nothing to be afraid of; others should rather be afraid of the pulling force of our thought. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 11 • 11 • “You were not to live as brute, but to follow virtue and knowledge”, Dante wrote. We must go on, conscious of being important protagonists and makers of change for profane world. We know well what change is, and how to make it. We always make it, in silence, and in the golden discretion of our sacred Lodges, where there are no plots nor politic pacts. Dear Brethren, outside the Temple, there is a world in crisis, waiting for our engagement, our help, and our unique fraternal hardened solidarity. We cannot be waiting anymore, we must factually act, starting from the territories where we live and work. We must be active citizens. We kept our integrity of thought and action, we passed over difficult moments, for our Craft, being in the running. We fully paid the P2 affair, by cleaning up inside ourselves. But we cannot bear this question forever, like a tombstone. We are for transparency and we will never give up this criteria. We have recently put it into practice without reserve, when we cancelled two Lodges in Calabria. I am going to finish my address, with an element that for us Free Masons it all: Light. The Light that we ask to receive at the moment of our entrance into the Craft, moving the first unsteady steps as Entered Apprentice, and that will be a permanent endless feature of our masonic work. Well, 2015 is the international year of Light, as proclaimed by the United Nations. Light is a common patrimony: the study, the utilization, the production of this resource has crossed the geographic and cultural borders, has built limitless generation bridges. It has product Science and Innovation, like Light, by the photosynthesis, brings life to the Earth. Einstein, the father of the theory of Relativity, deeply studied it as a constant of natural laws. And the Nobel Prize 2006 for Physics, the American John Mather, skillfully added, “Light is essential to life on our planet by the photosynthesis, it allows us to see back in time till the origins of Cosmo in the Big Bang. It helps us communicate with the other sentient beings, here on the Earth, and maybe a day can allow us to dialogue with the ones who could be found in space”. Thinking about what happened at Cern, in Geneva, with the discovery of the famous “God’s particle”, and about what will happen with the progress of Science, there is room for dreaming. But let me add that Light, for us Freemasons will always be the one shining from centuries in our Temple, also if present hyper-scientific technologies can help us to have new tools and objects, to improve our material everyday routine, and also considering the astonishing discoveries, thanks to space travels. The Light that must shine in our bodies, and must make our ideas and our actions shine, always and in any case, with courage and perseverance. 2/2015 HIRAM find new lands, not belonging to the occult, but to Truth and Knowledge. The Courage of Ideas. The Perseverance of Actions, S. Bisi HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 12 Le carte della Massoneria presso la Segreteria Particolare del Duce di Simone Biondini Università degli Studi di Milano 2/2015 HIRAM The present article, written under the encouraging and seminal support offered by Dr. Bernardino Fioravanti, Grand Librarian of the Grande Oriente d’Italia, offers some of the most important results contained into a Master thesis dedicated to Mussolini’s Special Secretariat (Segretariato Speciale), and in particular to the unpublished correspondence concerning Paolucci dè Calboli and Raoul Vittorio Palermi, still preserved in the new location of such an important public Archive. This research has been developed into the framework of a wider investigation concerning the mutual relations between Freemasonry and Fascism, a subject in which the historical roles played by Paolucci dè Calboli and Palermi appear extremely relevant. The first part of the study is dedicated to the general presentation of this particular Archive: its origin, the inner organization and its way of working, the present condition throughout the fall of the Fascist Regime, the period of the Repubblica di Salò, and the following sequestration by the Allies Troops. The second part describes the extant documents belonging to and/or concerning Paolucci dè Calboli, who firstly was Deputy General Secretary of the League of Nations and later General Secretary of the same institution. He was also appointed as member of the Council of the “Institute Luce”, where he assumed the role of president. The third and last part of the article deals with Raul Vittorio Palermi and the Masonic “schism” of which he was one of the main protagonists. Palermi was actually expelled by the Grand Orient (1908) and enormously contributed to the foundation of the Gran Loggia d’Italia, that was later denominated “Piazza del Gesù”. He then became also Gran Master of this Craft. The intricate relations of the emerging Fascist movement and the Italian Masons, in particular those belonging to the leading Italian Masonic Crafts, is a most important subject of research. For this reason, the historical documents contained into this special Archive deeply concur to a better comprehension of the role played by the Gran Master Palermi in his relations with Mussolini and Fascism, and in direct antagonism with the other main branch of the Italian Freemasonry, that of the Grande Oriente d’Italia, at that time lead by the Grand Master Domizio Torrigiani. Some documents preserved into the Special Archive can shed some light on the difficult relations between these two Crafts as well as on the strong rivalries between both of them and the Fascist Regime. HIRAM_2_2015:HIRAM M 15-07-2015 11:53 Pagina 13 • 13 • Le carte della Massoneria presso la Segreteria Particolare del Duce, S. Biondini ussolini aveva fondato i Fasci di Combattimento a Milano nel 1919, all’indomani della prima guerra mondiale, in un periodo in cui l’Italia affrontava una crisi politica e sociale. Le prime elezioni politiche del dopoguerra si tennero proprio in quell’anno con l’introduzione del sistema proporzionale voluto dal governo Nitti, mentre il suffragio universale maschile era già stato introdotto nel 1913. Le due riforme, anziché apportare stabilità, resero turbolento e ingovernabile l’intero sistema politico poiché favorirono i nuovi partiti di massa fondamentalmente già annessi allo stato liberale: il Partito Socialista e quello Popolare di Don Luigi Sturzo. Mussolini approfittò di questa crisi istituzionale per imporre le sue idee e quelle del proprio partito: nel 1921 i Fasci si trasformarono in partito di massa, il Partito Nazionale Fascista. Il partito conseguì un discreto successo nelle elezioni dello stesso anno entrando nei blocchi nazionali. Nel 1922, sotto il governo giolittiano, le violenze fasciste si estesero anche nei confronti delle prefetture; il 28 ottobre del medesimo anno i fascisti marciarono su Roma. La città era ben difesa da uomini dell’esercito che avrebbero facilmente disperso le bande fasciste, meno numerose e malamente armate. Invece quando il presi- dente del Consiglio propose a Re Vittorio Emanuele III di proclamare lo stato d’assedio, egli si rifiutò di farlo. Il 30 ottobre 1922 Mussolini venne invitato dal Re a costituitire un nuovo governo, e cosi iniziò il ventennio fascista. Il primo governo Mussolini, formatosi il 31 ottobre 1922, nacque nel rispetto formale della legalità ed ottenne la fiducia del parlamento. La Segreteria Particolare del Duce non fu istituita nel 1922, come ipotizzano alcuni studiosi, ma fu un’evoluzione della Segreteria Particolare del Presidente del Consiglio dei Ministri. La denominazione di Capo del Governo Primo Ministro Segretario di Stato fu sostituita a quella di Presidente del Consiglio dei Ministri durante il 19251. Mussolini fu Presidente del Consiglio dal 1922, assunse il titolo di Capo del Governo nel 19262 e di conseguenza anche la segreteria fu denominata Segreteria Particolare del Capo del Governo. Nel 19303 cambiò nuovamente nome, fu rinominata Segreteria Particolare del Duce, dato che Mussolini aveva assunto il titolo di Duce del Fascismo. La Segreteria Particolare del Duce mantenne le sue funzioni principali d’ufficio sia pubblico-amministrativo, sia “privato”, al servizio della persona del Capo del Governo e successivamente del Duce. 2/2015 HIRAM 1 Con la legge del 24 dicembre 1925 n.2263, Mussolini assunse la carica di Presidente del Consiglio. 2 Con il Regio Decreto Legislativo del 3 gennaio 1926 n.60, Mussolini assunse la carica di Capo del Governo. 3 Con la legge del 14 dicembre 1929 n.2099, Mussolini assunse il titolo di Duce. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 14 • 14 • Gli uffici della Segreteria avevano sede al Viminale, all’interno della sede della Presidenza del Consiglio. Si trattava di un ufficio all’interno del gabinetto della Presidenza del Consiglio; in essa confluivano le informazioni della polizia, degli uffici politici, della milizia e quelle di un proprio servizio informativo costituito negli ultimi anni del regime. La Segreteria custodiva i verbali del Gran Consiglio del Fascismo e del Direttorio del Partito Nazionale Fascista. Aveva rapporti con tutti gli organi dello Stato e con funzionari e personalità politiche. La Segreteria riceveva corrispondenza, telegrammi riservati, ordinari e personali inviati al Duce, nonché la corrispondenza e telegrammi riservati, ordinari e personali inviati impersonalmente alle cariche ricoperte da Mussolini quali: Presidente del Consiglio, Ministro dell’Interno, Ministro degli Affari Esteri, Ministro della Guerra, Ministro della Marina, Ministro dell’Aeronautica, Ministro delle Corporazioni e Comandante Generale della Milizia4. I compiti principali della Segreteria Particolare del Duce erano: segreteria privata, lista rappresentanza e viaggi, petizioni, sussidi, normale amministrazione, corrispondenza, copia e spedizione, corriere, economato e inventario, archivio riservato e archivio se- greto, udienze di servizio, pagamento fatture e spese segreteria, amministrazione del personale dei tre uffici della Segreteria (ordinario, riservato, segreto), gestione dei fondi e cassa, reparto approvvigionamenti mense funzionari e ufficiali, reparto polizia (informazioni), disposizione del servizio di sicurezza, auto drappello e mezzi motorizzati5. Inoltre svolgeva anche altre funzioni quali: l’apertura del corriere e lo smistamento della corrispondenza ai singoli dicasteri ed uffici competenti, la trattazione della corrispondenza personale o riservata del Duce, il ricevimento di tutte le persone che chiedevano di conferire con il Duce, l’amministrazione dei fondi personali del Duce diretti alla beneficenza, la conservazione degli autografi del Duce e di tutto il carteggio riservato di carattere politico, finanziario, militare, riguardante il governo della nazione. La Segreteria Particolare del Duce mantenne la sua natura di ufficio “anfibio” con funzioni sia pubbliche sia private: una caratteristica che aveva già prima dell’avvento del Fascismo. La Segreteria Particolare del Duce, cosa di non poca rilevanza, era divisa in due uffici: l’Ufficio Ordinario con sede al Viminale e l’Ufficio Riservato con sede a Palazzo Venezia dal 1941. Prima del 1941 entrambi gli uffici avevano sede al Viminale6. 2/2015 HIRAM 4 Ministero per i Beni Culturali e ambientali: Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, Guida generale degli archivi di stato, direttori: Piero D’Angiolini, Claudio Pavone, capiredattori: Paola Carucci, Roma, Le Monier, 1981, p. 230. 5 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Repubblica Sociale Italiana, Carteggio Riservato, Busta 51 fascicolo 2 sottofascicolo 4/B. 6 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Ordinario, Busta 3459, fascicolo 9/1. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 15 • 15 • Le carte della Massoneria presso la Segreteria Particolare del Duce, S. Biondini Ciò che interessa particolarmente in questa sede è l’Ufficio Riservato; questo si trovava al Viminale, ma nel 1941 fu trasferito a Palazzo Venezia7. Era diviso in tre sezioni senza nome ma numerate da numeri romani: I sezione Ufficio Riservato, II sezione Ufficio Servizi Vari, III sezione Ufficio Informativo8. L’Ufficio Riservato trattava pratiche riservate, pratiche riguardanti il Duce e i suoi famigliari, pratiche riservate e segrete riguardanti la guerra, pratiche riguardanti questioni militari. Inoltre si occupava di: rapporti giornalieri al Duce (circa 200-300 carte al giorno, erano selezionate per sottoporle all’attenzione del Duce), raccolta e restituzione dei rapporti ai vari Ministeri che li inviavano giornalmente per sottoporli all’attenzione del Duce, rapporti di collegamento con gli Uffici del Comando Supremo, dei Ministeri e delle Forze Armate, del Direttorio del Partito Nazionale Fascista, coi Gabinetti dei ministeri e con tutti gli altri enti per la trattazione degli affari più importanti che richiedevano una rapida esecuzione, udienze al Duce (convocazioni telegrafiche e telefoniche con le persone che dovessero essere convocate dal Duce), esecuzione inerenti ai viaggi del Duce (ferroviario, telefonico, telescri- vente). Durante la permanenza di Mussolini fuori Roma, quest’Ufficio s’interessava dei collegamenti e della compilazione del corriere del Duce e della conseguente esecuzione degli ordini che da fuori erano disposti. Smistamento della documentazione pervenuta tramite corriere. Trattava gli affari che più particolarmente interessavano il Duce, si occupava anche dell’immediata esecuzione degli ordini emanati dal Duce9. Dai documenti emerge che l’Ufficio Riservato si occupava anche dell’approvvigionamento e dei prezzi degli alimenti10. Purtroppo non è possibile definire nello specifico di quali pratiche si occupassero le due sezioni la I) Ufficio Riservato e la II) Servizi Vari, però è possibile sapere quali compiti aveva la III) sezione Ufficio Informativo. Tali compiti erano: 1° raccogliere notizie che sia per delicatezza sia per urgenza non potevano essere acquisite da altri organi di polizia su coloro che fossero legati da parentela alla famiglia del Duce o da altre persone; 2° definire le attività svolte da tutti coloro che risultassero legati da vincoli alla famiglia del Duce e da coloro che con tali persone fossero in rapporti per affari o altro; 3° mantenere il collegamento con gli organi centrali e periferici per ese- 2/2015 HIRAM 7 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Ordinario, Ibidem, fascicolo 9/1. 8 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato, Busta 342 fascicolo 342/2. 9 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato, Repubblica Sociale Italiana, Busta 51 fascicolo 1 sottofascicolo 4. 10 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato, Busta 343 fascicoli 2/12/82/12/9-2/12/10. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 16 • 16 • guire l’attività dei medesimi e segnalare i provvedimenti, a carattere preventivo, che potessero impedire azioni non corrette. Inoltre si occupava delle domande di soccorsi urgenti per Roma11. L’Ufficio della III) sezione, Ufficio Informativo in collaborazione con il Ministero della Cultura Popolare intercettava le trasmissioni radiotelegrafiche e controllava i notiziari radiofonici, su argomenti riguardanti la guerra in corso12. Per quanto riguarda l’Archivio della Segreteria Particolare del Duce, esso subì un grande scarto nel 1929. Era diviso in tre sezioni: Archivio Ordinario, Archivio Riservato e Archivio Sussidi. Quest’ultimo confluì nell’ordinario nel 1934; nel medesimo anno fu istituito l’Archivio Segreto accanto al Riservato. L’Archivio aveva due schedari uno per l’ordinario (persone, materia, raccomandati) e uno per il riservato (persone e materia)13. Presso la Segreteria era presente l’esigenza di unificare l’Archivio dividendolo in sezioni per consentire al suo direttore la decisione di qualificare i documenti come riservati o ordinari, rinviando gli stessi fascicoli (ordinari o riservati) intestati alla medesima persona o materia, nonché l’eventuale passaggio di documenti dei fascicoli ordinari ai riservati14. Nel 1941 era in due sedi diverse, una al Viminale dove era presente l’Archivio Ordinario, in cui erano contenuti i documenti riguardanti l’assistenza ai congiunti dei militari e reduci, l’assistenza ad altre categorie di persone, lavori e beneficienza, affari diversi meritevoli di speciale attenzione; l’altra a Palazzo Venezia dove si trovavano l’Archivio Riservato e l’Archivio Segreto. Cosa molto importante che la sezione dell’Archivio Segreto era una sezione distaccata dall’Archivio Riservato anche se si trovava nella medesima sede15. Per la sezione del carteggio riservato l’ordinamento è rimasto sostanzialmente invariato, come si può notare dal confonto “dell’inventario numero 49/1” di Costanzo Carulli, redatto nel 1968 e presente in Aula Studio presso l’Archivio Centrale dello Stato. Il testo “Storia di un archivio” redatto da Emilio Re nel 1946, in cui è descritta la documentazione presubilmente contenuta all’interno dell’Archivio Ordinario, è riservato. Dal confronto degli inventari si notano molti punti in comune riguardo alla tipologia documentaria descritta. La tipologia di documentazione custodita al suo interno era in parte di carattere militare (requisizioni di immobili da parte dei co- 2/2015 HIRAM 11 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato, Busta 51 fascicolo1, sotto fascicolo 4. 12 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato, Busta 343 fascicoli 2/12/112/12/12. 13 Archivio Centrale dello Stato, Guida generale ai fondi, Roma, A.C.S, 2013, p. 237. 14 Ministero per i beni culturali e ambientali: Ufficio centrale per i beni archivistici, Guida generale degli archivi di stato, p. 231. 15 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Ordinario, Busta 3450 fascicolo 6/2/4. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 17 • 17 • Le carte della Massoneria presso la Segreteria Particolare del Duce, S. Biondini mandi militari tedeschi, questioni riguardanti la guerra, informazioni divulgate dai cinegiornali e radiogiornali concernenti la guerra, lettere autografe del Duce riguardanti la guerra inviate ai vari comandi) e in parte di carattere personale del Duce e documentazione riguardante parenti amici del Duce (carteggio relativo agli atti personali del Duce, conservazione autografi del Duce, Viaggi del Duce, pratiche sui familiari e parenti del Duce, pratiche riguardanti i raccomandati dal Duce, Casa Reale, carteggio politico-finanziario, Gran Consiglio del Fascismo, Direttorio del Partito Nazionale Fascista, Ministeri, banche, Carteggio Dannunziano, Commissione Suprema di Difesa, Reali Carabinieri). L’Archivio Riservato oltre a conservare i documenti riservati, svolgeva tre attività: 1) Copia degli autografi del Duce; 2) Copia e spedizione del Carteggio Riservato; 3) Apertura della corrispondenza, i cui compiti erano: apertura, lettura, smistamento e controllo di tutta la corrispondenza in arrivo compresa quella diretta a villa Torlonia16. Miletti Modesto17, ex ufficiale dell’esercito, era addetto all’archiviazione delle pratiche presso l’Archivio Riservato durante l’anno 1943. Durante il periodo della Repubblica Sociale Italiana la Segreteria Particolare del Duce, riorganizzatasi a partire dall’ottobre 1943 a Gargnago sul Garda, riprendendo a grandi linee la struttura del ventennio, vi si trasferì con i propri impiegati e le loro famiglie. L’Archivio fu trasportato nel Nord Italia solo in parte; infatti, furono trasferite solo le pratiche ritenute rilevanti da Mussolini e quelle incompiute per essere concluse; è per questo motivo che oggi all’interno del carteggio della Repubblica Sociale Italiana è possibile trovare documentazione precedente al periodo 1943-1944. Prima del trasferimento nel Nord Italia l’Archivio della Segreteria Particolare del Duce possedeva 150.000 fascicoli (nel 1941-1942 furono eliminati 488.000 fascicoli) contenenti nomi, informazioni ed elenchi. In esso erano contenute tutte le attività del Duce, contabilità personale, corrispondenza18. L’Archivio Segreto fu trasferito per ordine del Generale Castellano il 27 luglio 1943 e trasportato a Palazzo Vidoni nell’ufficio del Colonnello Lanza, Segretario Particolare del Governo Badoglio. Ma non fu rinvenuto nel blitz compiuto dai nazifascisti a Palazzo Vidoni; fu invece ritrovato misteriosamente nel febbraio del 1944 alla Stazione Centrale di Milano. Secondo Contini qualcuno voleva trasportarlo in Svizzera clandestinamente; successivamente fu ricongiunto a Gargnago sul Garda.19 2/2015 HIRAM 16 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato, Repubblica Sociale Italiana, Busta 51 fascicolo 1, sottofascicolo 4. 17 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato, Busta 345 fascicolo 2/15. 18 Gaetano Contini, Le valige di Mussolini, Milano, Rizzoli, 1996, pp. 18-19. 19 Emilio Re, Storia di un archivio. Le carte di Mussolini, Milano, Il Milione, 1946, p. 19. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 18 • 18 • L’Archivio, Riservato e Ordinario, fu trasferito solamente dopo che il ministro della Real Casa ebbe ritirato i fascicoli personali e il carteggio relativo ai componenti della famiglia reale e ai Principi di Casa Savoia20. Parte dell’Archivio Ordinario fu abbandonato al Viminale e successivamente ritrovato dalle truppe occupanti. Nel 1943 vennero inviate a Gargnano le carte della Segreteria di Badoglio, cadute in mano fascista perché Badoglio non ara riuscito a trasportarle. Oggi fanno parte, all’interno dell’Archivio Centrale dello Stato, della serie archivistica “Carteggio Badoglio”. L’Archivio durante il trasferimento nel Nord Italia fu raccolto in dieci casse che comprendevano fascicoli personali degli ufficiali superiori, le carte delle operazioni militari della guerra in Etiopia e della guerra in corso (riferite al 1940), documenti riguardanti i maggiori capi di stato e il “Carteggio Hitler”21. Furono trasportate in due diversi momenti: la prima nell’ottobre 1943 e la seconda nel dicembre sempre del 194322. Il 29 aprile 1944 ci fu la resa di Caserta e così ebbe fine la Repubblica Sociale Italiana. Caduto il Fascismo, il 22 maggio 1945 cominciò l’ispezione dei depositi degli archivi della Repubblica Sociale Italiana da parte del Commissario degli Archivi Emilio Re, nominato dal governo Bonomi. Furono individuati la maggior parte dei depositi esistenti, verificato il loro stato e stabilite le operazioni necessarie per il rientro in Roma della documentazione in essi contenuta. Le carte dell’Archivio Ordinario e una minima parte di quello riservato e segreto, della Segreteria Particolare del Duce furono trattenute dagli Alleati, mentre la documentazione venne presa in carico da uno speciale ufficio di ricerche del Dipartimento di Stato americano e del Foreign Office britannico, costituita nel luglio-agosto 1945. I documenti furono trasportati al Quartier Generale alleato a Caserta per essere microfilmati e duplicati23. Furono restituite allo Stato Italiano nel 194724. Inoltre fu nominato Leopoldo Sandri, archivista di stato, per far da tramite tra i diversi ministeri e gli Alleati per l’uso amministrativo di quei documenti25. Il Carteggio Segreto fu distrutto in gran parte, mentre quello Riservato si salvò in parte; il Carteggio Ordinario, invece, si salvò interamente. 2/2015 HIRAM 20 Ministero per i beni culturali e ambientali: Ufficio centrale per i beni archivistici, Guida generale degli archivi di stato, p. 231. 21 Gaetano Contini, Le valige di Mussolini, p. 21. 22 Ibidem, p. 24. 23 Ministero per i beni culturali e ambientali: Ufficio centrale per i beni archivistici, Guida generale degli archivi di stato, p. 231. 24 Archivio Centrale dello Stato, Verbali del Consiglio dei Ministri, vol.1°, (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, fonti XXXVIII), a cura di Francesca Romana Scardaccione, Roma, Mibac, 2002, pp. XXIX-XXX. 25 Ibidem, p. XII. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 19 • 19 • Le carte della Massoneria presso la Segreteria Particolare del Duce, S. Biondini Oggi è possibile trovare, all’interno del Carteggio Riservato della Segreteria Particolare del Duce, documentazione riguardante due membri della Massoneria: Giacomo Paolucci dè Calboli e Raoul Vittorio Palermi. Il primo possiede un fascicolo all’interno del Carteggio Riservato risalente al periodo 1927-1943, mentre il secondo possiede un fascicolo all’interno del Carteggio Riservato della Repubblica Sociale Italiana, ma con documentazione risalente al periodo 1922-1924. Probabilmente erano presenti altri fascicoli concernenti persone aderenti alla Massoneria, ma per via delle varie dispersioni documentarie purtroppo non è stato possibile reperirne altri. Perché sono presenti carte riguardanti membri della Massoneria all’interno dell’Archivio Riservato della Segreteria Particolare del Duce? Nel febbraio del 1923, Mussolini dette il via a una campagna antimassonica, impartendo agli iscritti del Partito Fascista la direttiva di sciogliere ogni vincolo con le logge. Nel 1925 presentò una legge contro le associazioni segrete, la cosiddetta “Legge contro la Massoneria”, che in realtà non cita mai esplicitamente tale istituzione, ma parla solo di “associazioni segrete ed operanti anche solo in parte in modo clandestino od occulto e i cui soci sono comunque vincolati da segreto”26. Di conseguenza Mussolini teneva sotto controllo i membri della Massoneria e ne registrava ogni loro movimento; è per questo motivo che oggi è possibile trovare documentazione riguardante la Massoneria all’interno dell’Archivio della Segreteria Particolare del Duce. Chi era Giacomo Paolucci dè Calboli? Giacomo Paolucci dè Calboli (12 ottobre 1887–22 febbraio 1961) è stato un diplomatico italiano. Il cambio di cognome fu causato dal matrimonio con Camilla Paolucci dè Calboli, l’ultima erede dell’antica e nobile famiglia Calboli. Così, per non lasciarne estinguere il cognome, Giacomo lo assunse come proprio. Nel 1915, egli iniziò la sua carriera diplomatica, svolgendo servizio presso la Reale Legazione di Berna, per poi andare a Parigi presso la Delegazione Italiana per il Congresso della Pace; da lì fu inviato presso la Reale Ambasciata di Tolcio come Consigliere di Delegazione. Richiamato in Italia prestò servizio presso il Gabinetto dell’Eccellenza. Il 19 novembre 1922, fu nominato capo del Gabinetto del Duce, Ministro degli Affari Esteri fino al 28 marzo 1927. Nel 1927, divenne Vicesegretario Generale della Società delle Nazioni, occupandosi anche, in tale carica, di cinematografia educativa. In questo periodo fu anche Segretario Generale della Lega delle Nazioni. Nel 1925 fu indetta un’assemblea alla quale la Società delle Nazioni insieme al- 2/2015 HIRAM 26 Segnalo il testo di Antonio Gramsci, Contro la legge sulle associazioni segrete, Roma, Manifestolibri, 1997. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 20 • 20 • l’Organizzazione Internazionale del Lavoro avrebbe dovuto fornire i supporti organizzativi e tecnici. Lo scopo era quello di valutare la nuova realtà e concordare le politiche dei singoli paesi rispetto alle trasformazioni avvenute riguardo la libertà di commercio, il protezionismo, la produzione industriale e quella agricola. L’assemblea si tenne nel 1927 e l’Italia fu rappresentata da Scialoja27. L’assemblea non raggiunse alcun risultato concreto, ma fu istituito un nuovo Comitato: il Comitato Consultivo Economico, che rafforzò il ruolo del Segretario Generale della Società delle Nazioni. In questa sede Paolucci dè Calboli si limitò a segnalare il grave pericolo che costituiva un organismo di controllo sull’economia mondiale, incaricato non soltanto dello studio di problemi teorici, ma anche di attività concrete come il riassetto e la stabilizzazione della situazione economica attuale, cioè il consolidamento del predominio anglo-franco-tedesco anche in campo economico e non soltanto in quello politico. Inoltre sarebbe stato sostituito il sistema dei trattati di commercio bilaterali con quello dei trattati di commercio plurilaterali per gruppi di prodotti, diminuendo in tal modo la sovranità dell’Italia28. Nel medesimo anno (1927) Paolucci era al corrente del fatto che da Ginevra circolavano voci su un possibile rientro della Spagna nella Società delle Nazioni. Il delegato 2/2015 HIRAM 27 28 29 30 spagnolo Salvador de Madarjaga e Paolucci fecero da tramite tra Mussolini e Miguel Primo de Rivera. Mussolini doveva convincere Primo a far rientrare la Spagna nella Società delle Nazioni. Nel 1928 si parlò di questa eventualità sia per la Spagna che per il Brasile; Paolucci sostenne che l’Italia doveva farsi promotrice di questo ritorno in modo da avere l’appoggio della Spagna nel Consiglio. Ciò non accadde e Paolucci osservò che dopo la riunione del 1928 la delegazione spagnola aveva subito l’ostilità di Francia e Inghilterra29. Sempre nel 1927 fu presentata alla Società delle Nazioni la questione Ungaro-Rumena, la cosidetta questione degli “Optanti ungheresi”, cioè persone residenti in Transilvania che avevano deciso, secondo il trattato di Trianon, di conservare la cittadinanza magiara. Calboli espose la linea italiana che era a favore dell’Ungheria30. Nel 1928 le guardie austriache, al confine ungherese, trovarono un carico di mitragliatrici provenienti da Verona e dirette in Ungheria. La questione fu presentata alla Società delle Nazioni; Paolucci dichiarò che si trattava di un banale caso di contrabbando, che doveva essere punito e represso, ma la questione non doveva essere considerata di rilevanza politica grave a tal punto da sostenere l’interesse del Consiglio. Cercò anche di minimizzare l’accaduto, per evitare una perdita di prestigio Erica Costa Bona, L’italia e la società delle nazioni, Padova, Cedam, 2004, pp. 54-55. Ibidem, pp. 56-57. Ibidem, pp. 61-62. Ibidem, pp. 62-64. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 21 • 21 • Le carte della Massoneria presso la Segreteria Particolare del Duce, S. Biondini 31 32 33 34 35 Ibidem, pp. 68-70. Ibidem, pp. 72-73. Ibidem, p. 75. Ibidem, p. 191. Ibidem, pp. 226-227. Nel 1927 la Germania chiese un Seggio nella Commissione Permanente dei Mandati; l’Italia, rispetto alle altre potenze europee, era stata interpellata solo in seconda battuta. Paolucci riteneva conveniente che la domanda tedesca fosse accolta, ma era opportuno allo stesso tempo dar più importanza alla decisione del Regio Governo, che non era nemmeno stato consultato34. Difatti l’Italia ebbe sempre un ruolo di secondo piano in queste questioni. Riguardo al disarmo Paolucci sosteneva la tesi che si trattasse di una conseguenza della sicurezza, contraria all’equilibrio che il Patto stabiliva. La sicurezza non è un mezzo ma un fine e a questo fine ci si arriva con il disarmo. Questa tesi era sostenuta da Italia, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti e contestata dalla Francia e dalle altre potenze europee come il Belgio, che sostenevano di dover avere la garanzia e la sicurezza prima di poter decidere la riduzione degli armamenti. Paolucci sosteneva che se si voleva parlare di disarmo, bisognava rovesciare la tesi della Francia (arbitrario-sicurezza-disarmo) e asseriva che stabilire la riduzione degli armamenti fosse la premessa e non il presupposto per la sicurezza35. Difatti Paolucci consigliò a Mussolini di far uscire l’Italia dalla Commissione per il disarmo della Società delle Nazioni, visto che si affermava sempre più la tesi francese. 2/2015 HIRAM della Società delle Nazioni, ma anche per evitare inutili sospetti e agitazioni. Sia Scialoja sia Paolucci fecero in modo di gettare acqua sul fuoco e la questione si risolse con la nomina di un comitato: il Comitato dei Tre definì il caso come un tentativo di trasporto di materiale da guerra31. L’anno successivo venne firmato il Concordato tra l’Italia e lo Stato Vaticano; Paolucci espresse il desiderio di registrare l’accordo presso la Società delle Nazioni, ma Mussolini disse a Paolucci che il Governo italiano non voleva tale riconoscimento esterno, dato che la questione non riguardava la Società delle Nazioni32. Paolucci in quanto Segretario Generale della Società delle Nazioni riuscì ad aumentare la presenza di funzionari italiani nel Segretariato33. I mandati internazionali furono un istituto creato nell’ambito della Società delle Nazioni per regolare la sorte dei territori ceduti dalla Germania e dall’Impero Ottomano alla fine della Prima guerra mondiale, sottoponendoli a una forma di governo internazionalmente controllata secondo l’art. 22 del patto. I mandati internazionali furono assegnati, con appositi atti di mandato accettati dalle potenze mandatarie, dal Consiglio della Società delle Nazioni, su progetto delle principali potenze alleate e associate. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 22 • 22 • Mussolini volle far valere la politica estera dell’Italia fascista, giacché si trattava di una scelta di coerenza politica36. Il 5 ottobre 1933 la Germania uscì dalla Conferenza per il disarmo; ciò decretò il fallimento della conferenza e la vittoria della politica estera italiana. Le proposte per riformare la Società delle Nazioni non mancarono. Nel 1929-1930 fu proposto di modificare il Segretariato eliminando i vicesegretari generali, considerando i dipendenti del Segretariato dipendenti della Società delle Nazioni e non di altri governi, dando un ruolo principale di intermediario tra i vari stati membri al Segretario Generale. Paolucci dichiarò al riguardo che la riforma del Segretariato doveva essere pratica e non teorica e che bisognava impedire o limitare l’entrata al Segretariato di rappresentanti di altri stati membri. L’Italia avrebbe potuto mantenere la carica di Vicesegretario Generale a condizione di eliminare le altre figure di Sottosegretari. Ciò sarebbe stato però un errore dato che il Sottosegretario non avrebbe potuto far altro che accettare tutte le proposte del Segretario Generale, fatto che avrebbe permesso alle grandi potenze di aver maggior peso37. Nel 1929 le potenze minori cercarono di restringere le competenze del Consiglio e di allargare quelle dell’Assemblea. Paolucci 2/2015 HIRAM 36 37 38 39 40 Ibidem, pp. 239-240. Ibidem, pp. 276-277. Ibidem, p. 278. Ibidem, pp. 274-275. Ibidem, p. 296. sostenne che era meglio mantenere il ruolo del Consiglio invariato e di far dell’Assemblea l’organo prevalente della Società delle Nazioni non solo di diritto, ma anche di fatto38. Nel 1930 fu proposto di modificare il Comitato Economico da organismo tecnico a organismo politico, esercitando influenza politica all’interno degli stati membri. Paolucci ritenne che ciò avrebbe compromesso gli interessi economici italiani, infatti cercò d’impedire tale proposta39. Paesi come l’Italia e la Francia ritenevano più opportuno rinviare la questione delle riforme dopo la conclusione della Conferenza sul Disarmo e così fu. La questione delle riforme rimase in sospeso e non ne fu attuata alcuna. L’Italia uscì dalla Società delle Nazioni nel 1937. L’Italia fin dall’inizio ebbe una posizione rilevante all’interno della Lega insieme a Francia e Inghilterra, ma non riuscì a mantenerla. Paolucci sostenne, nel 1927, che il Governo dovesse manifestare un interesse continuo nelle questioni riguardanti la Società delle Nazioni, dato che la stampa nazionale e il disinteressamento dell’opinione pubblica avevano impedito che l’Italia consolidasse la sua posizione e si creassero delle larghe intese40, anche se, purtroppo ciò non avvenne mai. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 23 • 23 • Le carte della Massoneria presso la Segreteria Particolare del Duce, S. Biondini Nel 1928 Paolucci fu membro della commissione interna dell’Istituto Luce. A seguito di questa nomina, Mussolini gli affidò, nel 1933, la Presidenza dell’Istituto. Egli fu a favore di un incremento del cinema educativo e scientifico, e per questo motivo nacque l’Istituto Luce41. Paolucci per diversi anni mantenne la direzione generale di quest’Istituto in modo da avere un controllo più stretto sulla sua gestione. Il suo obiettivo primario fu evitare che altri organismi cercassero di prosperare su quei settori del cinema sui quali per legge l’Istituto Luce aveva l’esclusiva. Il caso più clamoroso è quello del CIFIT (Consorzio Italiano Films Istruzione Tecnica). Lo scopo del CIFIT era quello di creare una raccolta di film dedicati ad ogni ramo dell’istruzione tecnica specializzata. Altro scopo era quello di diffondere tale raccolta in numero adeguato di copie42. Appare evidente che il CIFIT avesse le stesse finalità dell’Istituto Luce. Appena nominato presidente, Paolucci dè Calboli inviò una lettera alla Presidenza del Consiglio, accusando il CIFIT di contravvenire alla legge, che affidava all’Istituto Luce ogni iniziativa in questo campo. Il RegioDecreto del 24 gennaio 1929 n.122 stabiliva che solo l’Istituto Luce avesse lo scopo di svolgere attività educative in ogni campo, inoltre che potesse godere dei finanziamenti di diversi ministeri come quello dell’Agricoltura, delle Corporazioni, dell’Educazione Nazionale e anche da associazioni private come Confindustria, Istituto Veneto per le Piccole Industrie e per il Lavoro, Ente per l’Organizzazione Scientifica del Lavoro. Il 9 giugno 1934 il Ministero dell’Educazione Nazionale sopresse il CIFIT43. Nel 1932 a Venezia si svolse la prima Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica; all’epoca il Presidente dell’Ist. Luce era il barone Sardi e l’Istituto ebbe solo un ruolo di organizzazione tecnica. Nel 1934 ci fu la seconda edizione; grazie a Paolucci de Calboli il coinvolgimento dell’Istituto fu più diretto, Calboli faceva parte del comitato esecutivo presieduto da Luciano de Feo. L’Istituto Luce ottenne così la medaglia d’oro per il miglior documentario d’attualità. Nel 1935, Paolucci fece parte della giuria della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia; anche nell’edizione del 1936 e 1938 fece parte della giuria internazionale. Nel 1937, Mussolini e Paolucci inaugurarono insieme Cinecittà. Nel 1930 egli fu nominato Sottosegretario Generale della Società delle Nazioni. Nel 1939 fu promosso come Ambasciatore e gli vennero affidati importanti incarichi. Nel gennaio del 1940 venne accordato quale Regio Ambasciatore presso il Governo Belga. 2/2015 HIRAM 41 Ernesto G. Laura, Le stagioni dell’aquila: Storia dell’Istituto Luce, Roma, Ente dello Spettacolo, 2000, p. 92. 42 Ibidem, p. 94. 43 Ibidem, p. 97. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 24 • 24 • Dopo una missione diplomatica in Giappone, Paolucci divenne ambasciatore prima a Bruxelles, poi, il 27 febbraio 1943, fu nominato ambasciatore di Sua Maestà Re e Imperatore a Madrid, in sostituzione dell’ambasciatore Lequo come richiesto dallo stesso Calboli. Paolucci non accettò di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, rimanendo fedele alla monarchia, tanto che fu lui a notificare all’ambasciatore tedesco la dichiarazione di guerra alla Germania da parte del governo Badoglio, ma il documento fu restituito al mittente. Successivamente Badoglio dovette pagare il commissario inglese Frank Mason MacFarlane per informare le nostre delegazioni all’estero della dichiarazione di guerra. Sono i ras che, in nome dei meriti squadristici, vorrebbero occupare in esclusiva i posti chiave, allontanando dalle stanze dei bottoni i “tecnici”, ovvero quei gran commissari dello Stato, diplomatici - prefetti, direttori di ministero, vertici del Tesoro e della Banca d’Italia - che il Duce, dopo la marcia su Roma, aveva preferito lasciare, tranne pochissime eccezioni, negli snodi cruciali delle istituzioni. Ma proprio perché il Duce era inesperto non solo sul fronte della diplomazia, ma più in generale delle relazioni internazionali, Paolucci deteneva un ruolo rilevante nel campo diplomatico. L’attitudine di Mussolini, fu infatti di reagire a ogni sussulto nelle relazioni con gli altri Stati con perentori telegrammi, forieri di infiniti incidenti diplomatici. Il ruolo di Paolucci a Palazzo Chigi - allora sede degli Esteri e sino al 1929 principale luogo di la- voro mussoliniano - fu di stoppare queste intemperanze: prima di dar corso ai telegrammi, li sottopone al potente Segretario Generale del Ministero. Apparentemente si verificò il prevalere di “tecnici competenti” su persone ferocemente inaffidabili, che grazie alla violenza squadristisca avevano afferrato le redini dello Stato. In realtà alla lunga ci fu ben poco spazio disponibile per qualsiasi “tecnico” nel confronto che prima o poi si opponessero al leader, al politico “carismatico”. Non fa eccezione Paolucci. La sua parabola lo vede infatti presto assecondare Mussolini, durante le drammatiche giornate dell’affare Matteotti, sino a diventare poi un caloroso supporter del capo del Fascismo. I documenti massonici di Paolucci presenti presso l’Archivio Centrale dello Stato sono stati fotografati in parte nel 1939, ma risalgono al 1912; purtroppo non è dato sapere chi e perché ha fotografato tali documenti, mentre dalle fonti originali anch’esse risalenti al 1912 si intuisce che Paolucci fu promosso nel medesimo anno al grado di Compagno d’Arte. I documenti presenti all’Archivio Centrale dello Stato di Paolucci riguardano la R. L. “Avvenire Calatino” all’Oriente di Caltagirone di cui Paolucci fu membro. Il 25 ottobre 1912 fu presentata una proposta a promuovere al 3°grado Paolucci; questa richiesta fu accolta il 29 dello stesso mese. Paolucci fu promosso al 3°grado: è presente anche una ricevuta del pagamento di Lire 20 per la tassa del 3° grado, datata 29 ottobre 191244. 2/2015 HIRAM 44 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato, Busta 104 fascicolo Paolucci dè Calboli Barone Marchese Giacomo. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 25 • 25 • Le carte della Massoneria presso la Segreteria Particolare del Duce, S. Biondini La rinuncia a stipendi emolumenti, ed idennità è una misura di carattere igenico che gli è stata imposta per rimediare con un prolungato digiuno alla grantuesca indigestione di stipendi, indennità, emolumenti, spese di rappresentanza, entrate di ogni genere, che il marchese aveva fatta, nel decennio 1922-1932. La nota non è datata nè firmata e conclude dichiarando: Ma malgrado tutto chi crede a simili rinunzie? Il marchese ha risorse inesauribili circa l’arte d’amministrare quattrini presentandosi come salvatore d’Italia! Evidentemente è una nota d’attacco alla persona e alla situazione economica di Paolucci, per motivi di scarsa credibilità, dato che Paolucci aveva dichiarato che avrebbe rinunciato a stipendi, emonumenti ed idennità. Sono presenti anche registri di sedute della R.L. “Avvenire Calatino” all’Oriente di Caltagirone. Di questi registri esistono foto stampate dagli originali, ma sono presenti anche copie trascritte dagli originali. Nei registri delle sedute del: 20 luglio 1912, 17 agosto 1912, 21 settembre 1912, 19 ottobre 1912 sono presenti solo le firme delle persone intervenute nelle suddette riunioni, mentre per la riunione del 31 luglio 1909 viene presentata la domanda d’ammissione all’interno della suddetta loggia del professore Giacomo Barone Russo. Nelle riunioni del 21 agosto e 2 settembre 1909 si svolgono le votazioni per l’ammissione dello stesso professore Giacomo Barone Russo; le votazioni avranno esito positivo e il professore verrà ammesso all’interno della loggia e il suo rito d’iniziazione si svolgerà durante la tornata del 27 settembre 1909. È documentata un’altra tornata, quella del 23 agosto 1913; in questa occasione vengono lette le tavole della R. L. “Vita nova” all’Oriente di Latina e della R.L. “Gentil” all’Oriente di Fabriano. Inoltre vengono conferiti al fratello Benedetto Fragapane recentemente nominato cavaliere della Corona d’Italia le insegne dell’“Avvenire Calatino” e della Loggia “Pensiero laico”. Per quanto riguarda Raoul Vittorio Palermi bisogna fare invece un passo indietro. La trasformazione dello Stato liberale in un regime autoritario avvenne in modo graduale; il Fascismo riuscì ad alterare l’ordinamento costituzionale dello Stato italiano e a dar vita ad un sistema illiberale. La vera svolta totalitaria del regime avvenne tra il 1925-1926, quando furono emanate le leggi fascistissime. Esse incidevano sia sul potere esecutivo sia su quello legislativo, delineando una forma di governo fondata sulla supremazia del capo del Partito Fascista, Benito Mussolini, denominato Capo del Governo e quindi superiore a tutti i ministri. La sua nomina spettava esclusivamente al Re, attraverso l’abolizione dell’istituto della fiducia parlamentare; inoltre 2/2015 HIRAM Sempre al riguardo della nomina di Paolucci si trova presente una nota in cui si dichiara che i giornali hanno dimenticato di pubblicare un articolo il cui titolo originale è: HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 26 • 26 • al Governo venne concesso il potere di emanare norme giuridiche, svuotando così di poteri reali il Parlamento. La Massoneria di Piazza del Gesù (Gran Loggia Nazionale d’Italia, di rito scozzese, separatasi dal Grande Oriente nel 1908), guidata in quegli anni dal Gran Maestro Raoul Vittorio Palermi, appoggiò l’ascesa del Fascismo. Ma anche l’allora Gran Maestro del G.O.I., Domizio Torrigiani augurò il successo al Governo di Mussolini dopo la Marcia su Roma. In seguito, Palermi continuò ad appoggiare il Fascismo, arrivando a conferire a Mussolini la sciarpa e il brevetto di 33esimo grado45. Palermi figurò anche tra gli informatori dell’O.V.R.A., la polizia politica fascista. Torrigiani invece se ne discostò, pur continuando a mantenere presenze massoniche del G.O.I. nei ranghi finanziari dello Stato46 (emblematico il caso del massone Beneduce a capo dell’IRI). La Gran Loggia di Piazza del Gesù tentò di ammorbidire gli effetti della deliberazione del Gran Consiglio fascista con una dichiarazione rilasciata alla stampa, per affermare che i massoni aderenti “obbediscono devotamente alla gerarchia fascista, superiore a tutte le contingenze e quindi possono continuare a servire la Patria e l’organizzazione fascista, fedeli e disciplinati al supremo Duce Benito Mussolini e al suo Governo” e rendendo obbligatoria una dichiarazione di fedeltà al Fascismo da parte dei propri affiliati. Il 21 aprile 1901 il Grande Oriente aveva inaugurato la sua nuova sede di Palazzo Giustiniani, mentre stava iniziando un fermento scissionistico che portò, da prima nel 1908 alla fuoriuscita del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato e poi, nel 21 marzo 1910, alla fondazione di una Gran Loggia, che ebbe come Gran Maestro Saverio Fera, sotto la denominazione di Serenissima Gran Loggia d’Italia, che dall’indirizzo della sua sede divenne nota anche come Gran Loggia di Piazza del Gesù. Motivo principale della scissione fu la mozione Bissolati, o meglio le indicazioni di voto date dall’allora Gran Maestro e non accettate da parte dei parlamentari massoni. Riguardo la scissione del 1908, Raoul Palermi rilasciò un’intervista47 in cui era smentita una dichiarazione del giorno prima proveniente da una loggia di Ancona, denominata “Nuova Italia” e sino ad allora all’Obbedienza di Piazza del Gesù48. Nell’intervista, Palermi dichiarava che la scissione del 1908 avrebbe avuto profonda origine politica. Fu la lotta tra i sovversivi capitanati dal repubblicano Ferrari, che volevano fare della Massoneria uno 2/2015 HIRAM 45 Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, Bologna, Rizzoli, 2007, p. 328. 46 Ibidem, p. 327. 47 “Giornale d’Italia” il 18 ottobre 1922. 48 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato, Repubblica Sociale Italiana, Busta 86, fascicolo 364/R Palermi Raoul. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 27 • 27 • Le carte della Massoneria presso la Segreteria Particolare del Duce, S. Biondini strumento politico e i seguaci della Massoneria classica, estranea alle questioni politiche, capitanati da Saverio Fera. La vicenda si sarebbe conclusa con il riconoscimento, da parte della federazione mondiale, del Supremo Consiglio del Fera49. L’Obbedienza di Palazzo Giustiniani avrebbe invece conservato il suo orientamento politico con il famoso statuto che stabiliva “dovere della Massoneria seguire il programma democratico nell’ordine politico e sociale”. Palermi smentisce di aver avuto contatti con Palazzo Giustiniani, mentre si sarebbe limitato solamente a sottoscrivere una lettera, insieme al Gran Maestro, nella quale si impegnava a sostenere, davanti alle sue assemblee, alcuni punti per un eventuale accordo tra le due organizzazioni massoniche, che garantissero la regolarità del Rito Scozzese qualora si fosse associato a Palazzo Giustiniani. L’intervista proseguiva con una seconda parte in cui Palermi smentiva le accuse avanzate dalla loggia di Ancona. La loggia di Ancona, infatti accusava Palermi di aver presentato alla commissione di Losanna nuove ed impossibili proposte50. Secondo Palermi queste accuse sarebbero state infondate, dato che nessuno dei membri della loggia di Ancona era iscritto al Supremo Consiglio e di conseguenza avrebbe potuto solamente partecipare ai lavori ma senza diritto di voto. Inoltre la loggia di Ancona fu demolita insieme ad altre poche logge, come ad esempio quelle dell’Aquila, di Livorno, Napoli, Messina. Esse furono demolite per ragioni morali esterne a questioni massoniche. Secondo Palermi sarebbero stati questi i motivi all’origine del piccolo movimento di dissenso nei confronti della sua persona. Un’ultima accusa avanzata dalla loggia di Ancona nei confronti di Palermi fu quella secondo la quale il Gran Maestro sarebbe stato intenzionato a porre l’azione massonica alle dipendenze di una determinata confessione religiosa. Ma anche in questo caso Palermi si difende dichiarando: “Siamo areligiosi e apolitici dentro l’ordine”51, il quale fa riferimento alla libertà religiosa. L’intervista si concludeva con l’accusa, da parte di Palermi nei confronti della loggia di Ancona, riguardo le lettere minatorie da lui ricevute. 2/2015 HIRAM 49 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato, Repubblica Sociale Italiana, Busta 86, fascicolo 364/R Palermi Raoul. 50 Nel numero del 17 ottobre del “Giornale d’Italia” si ha notizia che Palermi fu aggredito con un pugno da un membro di Palazzo Giustiniani; in quest’occasione i membri del Supremo Consiglio espressero la loro vicinanza e il loro dispiacere per l’accaduto. L’aggressione viene poi ripresa nel numero del 24 ottobre 1922 del “Giornale d’Italia” in cui si dichiara che l’aggressore sarebbe stato degradato dal 33°grado; purtroppo non si conosce né l’dentità dell’aggressore, né il movente dell’aggressione. Il medesimo articolo riporta anche una seduta del processo penale tra Palermi e il suo aggressore. 51 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato, Repubblica Sociale Italiana, Busta 86, fascicolo 364/R Palermi Raoul. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 28 • 28 • Sulla questione della loggia di Ancona il “Giornale d’Italia” pubblicava una lettera di un massone di Piazza del Gesù, risalente al 25 ottobre 192252. La lettera è anonima. L’autore non sa spiegarsi il motivo per cui la Loggia “Nuova Italia” di Ancona si sia distaccata da Piazza del Gesù. La divisione tra le due massonerie, sostiene l’autore, sarebbe dovuta al fatto che Palazzo Giustinani sarebbe stato poco nazionalista; difatti Piazza del Gesù è nata con l’auspicio del comm. Palermi, ma è stata fondata anche da: avv. Serafino Mazzolini, avv. Scoponi, avv. Aldo Paolini, i quali si erano distaccati da Palazzo Giustiniani. Ora però, spiega l’autore, la loggia “Nuova Italia” è contro Palermi e contro la divisione delle due massonerie e a favore della politica del Gran Maestro Torrigiani, il quale non segue una politica nazionalistica e vorrebbe sottomettere la Gran Loggia di Piazza del Gesù. Inoltre l’autore critica i membri della loggia “Nuova Italia”, nazionalisti e filofascisti che premono per la pace con Palazzo Giustiniani e anziché sostenere Palermi lo criticano. Secondo l’autore, queste persone nazionaliste e filofasciste dovrebbero, per la loro adesione ai partiti nazionalisti e al partito fascista sostenere Palermi anziché criticarlo. Per l’autore è strano che alcuni membri di Palazzo Giustinani siano filo-nazionalisti; chiede che 2/2015 HIRAM 52 53 54 55 Ibidem. Ibidem. Ibidem. Ibidem. queste persone si rivelino. Chiede inoltre che i giovani membri della loggia “Nuova Italia”, nazionalisti e liberali, con quale criterio lavorino per Palazzo Giustiniani. L’autore si domanda come si troverebbero i membri di Ancona tendenti alla destra, qualora ci fosse l’unità massonica, ma non riesce a darsi alcuna risposta. La lettera si conclude con una domanda: “qual è la vera fisionomia di queste persone”? anche in questo caso non fornisce alcuna risposta. L’articolo si chiude con una precisazione. Le logge di Palermi non sarebbero 800 ma 338. Quelle logge aderenti a Piazza del Gesù sono secondo l’elenco ufficiale del 1 gennaio 192253 555, tra le quali però sono comprese ben 217 logge con nome e titolo sconosciuti; quindi si sospetta che si tratti di un bluff. Potrebbe infatti trattarsi di gruppi isolati di fratelli passivi o essere formazioni costituite solo da una persona. Di conseguenza le logge effettive si riducono a 33854. Il 29 gennaio 1923 il “Giornale d’Italia” pubblica una intervista rilasciata dal Gran Maestro Torrigiani, in risposta alle accuse nei sui confronti. L’intervista, divisa nelle seguenti parti, tratta di sei temi rilvanti: divergenza di principi, i principi del Palermi, perché non avvenne la fusione, Palermi e Caillaux, la Massoneria e le rinunzie, qual è la vera Massoneria?55 HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 29 • 29 • Le carte della Massoneria presso la Segreteria Particolare del Duce, S. Biondini La fusione non avvenne secondo Torrigiani perché Palazzo Giustiniani pretendeva che i membri di Piazza del Gesù accettassero i principi democratici e ateistici, mentre i membri di Piazza del Gesù pretendevano che i membri di Palazzo Giustiniani accettassero i principi di Piazza del Gesù e le loro regole. Nessuno dei due volle accettare né i princípi né le regole dell’altro e di conseguenza non se ne fece nulla. Nell’intervista è descritto brevemente il processo contro Cavallini e Caillaux; Palermi era teste contro di loro, accusando Caillaux per il suo operato in Roma durante la guerra. Palermi rilasciò una deposizione al tribunale militare di Roma che successivamente fu pubblicata il 24 ottrobre 1922 dal “Giornale d’Italia”. Descrivo brevemente il processo Cavallini e Caillaux in cui era coinvolto anche Palermi, ma come semplice teste. Nell’ottobre 1916, si sparse la voce a Parigi che all’ex chedivé in Svizzera faceva capo una vasta rete spionistica e di trame politico-diplomatiche al servizio della Germania, di cui si sarebbe reso complice anche Caillaux, reclutato o comunque adescato dal Cavallini quando l’ex presidente del Consiglio era venuto in Italia nel dicembre 1915. Il soggiorno di Caillaux a Roma e qualche riunione privata di semplice cortesia, per doveri d’ospitalità, avevano dato adito fin da allora a vivaci polemiche su vari fogli e negli ambienti interventisti, ispirate dall’ambasciatore francese, sugli scopi del viaggio, per cui correvano voci messe in giro ad arte di accordi segreti con Giolitti e iI Vaticano a danno dell’Intesa. Cavallini dichiarò in se2/2015 HIRAM Nella prima parte Torrigiani espone la differenza di principi ideologici tra la Massoneria di Piazza del Gesù e quella di Palazzo Giustiniani. L’unificazione tra le due massonerie, di cui si parlava già nel 1922, non è avvenuta - spiega Torrigiani non per motivi personali, ma per diversità ideologica. Difatti Piazza del Gesù non avrebbe aderito all’unificazione, perché l’altra Obbedienza non avrebbe accettato di abolire il primo articolo del suo statuto il quale dichiarava che tale comunione seguiva l’indirizzo democratico nell’ordine politico e sociale e che non intendeva riconoscere Dio nella formula di Grande Architetto dell’Universo. Palazzo Giustiniani era d’indirizzo democratico, indirizzo che avrebbe dovuto seguire anche l’On. Mussolini, garantendo libertà e democrazia. La libertà si confondeva con il concetto di licenza e il nazionalismo era fin troppo presente all’interno degli ambienti fascisti; difatti molti membri di Palazzo Giustiniani aderenti al Fascismo si allontanarono per aderire a Piazza del Gesù. Torrigiani prosegue spiegando come mai non sarebbe avvenuta la fusione, sostenendo che essa non poteva avvenire solo se Palermi l’avesse voluto, senza tener conto dell’antagonismo tra i due programmi delle due diverse istituzioni. Ma se Palermi avesse appoggiato la tesi giustinanea avrebbero votato contro di lui. La diversità di princípi tra Palazzo Giustiniani e Piazza del Gesù, sosteneva Torrigiani, era tale da mettere i giustinianei fuori da ogni legge, mentre Piazza del Gesù era nella legge e con la legge. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 30 • 30 • guito che lo stesso Salandra aveva espresso il desiderio di incontrare l’uomo politico francese, fatto che poi non sarebbe avvenuto per evitare ulteriori occasioni di pettegolezzo. In realtà queste e altre circostanze vennero portate alla ribalta nel dicembre 1917, quando Clemenceau ritenne opportuno agire in maniera esemplare per fugare ogni sospetto di rilassamento negli ambienti politici francesi, che potesse deprimere il morale del paese e delle truppe al fronte. Caillaux, accusato più volte dalla stampa nazionalista e inviso alla maggioranza dell’opinione pubblica per non aver celato le sue inclinazioni a una soluzione negoziata del conflitto, venne arrestato il 14 gennaio 1918 e tradotto alle carceri della Santé, sotto l’imputazione di segrete intese con agenti nemici, fra cui Bolo Pascià, fucilato per tradimento a Vincennes e Cavallini, sottoposto nel frattempo a processo in Italia. Cavallini fu arrestato il 20 novembre 1917. Persino i circoli più responsabili, e fra questi la direzione del Corriere della Sera, erano indotti a credere all’esistenza di una torbida manovra internazionale per una pace di compromesso e all’esistenza di una altrettanto oscura rete tedesca di sabotaggio operante in Italia in combutta con gruppi di traditori e di speculatori senza scrupoli. Dietro i sondaggi di Cavallini per 2/2015 HIRAM 56 accreditare le proposte dell’ex chedivé di conciliazione con l’Inghilterra, nei suoi tentativi di acquistare alcuni giornali, e nei suoi successivi incontri con Caillaux, si volle vedere la prova di una vasta congiura filotedesca facente capo a Bolo Pascià, anche se l’ex deputato protestava di esser del tutto estraneo agli intrighi di costui, da lui denunciati già prima della guerra, e di aver agito per il resto in buona fede, ritenendo che il riavvicinamento di ‘Abbas all’Inghilterra potesse tornare utile alla causa dell’Intesa. Sottoposto ad analogo procedimento in Francia, senza che potesse difendersi dalle accuse, Cavallini venne rinviato a giudizio dal Tribunale Militare di Roma. Il processo a suo carico, iniziato nel dicembre 1918, si trascinò per dieci mesi prima che un decreto dell’ottobre 1919 rimandasse Cavallini e altri imputati davanti ai giudici ordinari; ma sarebbero occorsi altri nove mesi. Nel frattempo, l’Alta Corte di giustizia di Parigi fu chiamata a giudicare Caillaux, che fu assolto dalle accuse principali di cospirazione e intelligenza col nemico. Dopo più di due anni e mezzo di duro carcere preventivo, Cavallini poté così riacquistare la libertà56. Per quanto riguarda le rinunzie economiche Torrigiani cita sia Sonnino sia Salandra, che si videro attaccare l’auto ministeriale, sia il precedente Gran Mae- http://www.treccani.it/enciclopedia/filippo-cavallini_(Dizionario-Biografico). HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 31 • 31 • Le carte della Massoneria presso la Segreteria Particolare del Duce, S. Biondini stro di Palazzo Giustiniani, Costanzi, che invitava i sui fratelli a rinunzie economiche. Torrigiani ricorda le benemerenze massoniche dell’antica Massoneria italiana precedente al 1908. Quella era la vera Massoneria secondo Torrigiani e non quella che si sarebbe poi infiltrata, provocando il distacco del vecchio e legittimo Supremo Consiglio. I dissidenti avrebbero infatti formato un nuovo Supremo Consiglio presso Palazzo Giustiniani nel 1908, ma tale operazione, secondo Torrigiani, non poteva essere riconosciuta dal Supremo Consiglio di Washington nel 1912 e di Losanna nel 1922. Sull’argomento “qual è la vera Massoneria?” Torrigiani si limita a dichiarare che Piazza del Gesù è riconosciuta da molte logge internazionali soprattutto negli U.S.A.; le principali logge che riconoscono l’ordine di Piazza del Gesù sarebbero state “Washington” e “New York”, mentre l’ordine di Palazzo Giustiniani, per quanto riguarda le logge americane, era riconosciuto solamente dalla Gran Loggia di New York. Non accenna alle Gran Logge europee forse perché in quel momento Palazzo Giustiniani era riconosciuto da più logge europee che statunitensi. Negli anni Venti i contatti tra Mussolini e Palermi si fecero più intensi; difatti Pa- lermi si adoperò per finanziare la marcia su Roma e andò ad incontrare Mussolini. Ecco cosa dice Michele Terzaghi: “Il Palermi si era adoperato efficacemente per il finanziamento della marcia su Roma ed aveva offerto il credito delle sue relazioni internazionali. Andò alla stazione Termini di Roma a ricevere Mussolini, lo assicurò che ufficiali del comando della Regia Guardia, alcuni comandanti di reparto della guarnigione di Roma, ed il generale Cittadini, primo aiutante di campo del re, lo aiuteranno nella marcia su Roma, essendo tutti membri della Massoneria del Palermi57. Inoltre valendosi della circostanza che la Massoneria di Piazza del Gesù aveva il carisma del riconoscimento internazionale, e soddisfacendo nel medesimo tempo alla sua ostinatezza di mettersi sempre in contrasto con Palazzo Giustiniani, si offrì di tranquillizzare le potenze anglosassoni (Inghilterra e America particolarmente) circa la portata di quella che Mussolini imprudentemente chiamava rivoluzione”. Successivamente Palermi consegnò a Mussolini il brevetto del 33° grado ad honorem58, gli esibì la dichiarazione di princípi contenuta nel manuale degli apprendisti, e su questa Mussolini appose di suo pugno: «Visto e approvato. B. Mussolini»59. 2/2015 HIRAM 57 Michele Terzaghi, Fascismo e Massoneria, Forni, Milano, 1950, p. 59. 58 Giovanni Maria Tonlorenzi, Raoul Vittorio Palermi: tra massoneria e fascismo, Edizioni Giuseppe Laterza, Roma, 2003, p. 43. 59 Michele Terzaghi, Fascismo e Massoneria, pp. 59-60. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 32 • 32 • Fu pubblicato un articolo60 in cui si afferma che la Massoneria di Piazza del Gesù giurava obbedienza al Partito Nazionale Fascista. Mentre all’interno della Massoneria di Palazzo Giustiniani i fratelli fascisti furono invitati a scegliere tra Massoneria e Fascismo, dato che essa presegue programmi e adotta metodi che sono in contrasto con quelli che ispirano tutta l’attività del Partito Nazionale Fascista. La Massoneria di Piazza del Gesù espresse la sua adesione al Governo Mussolini approvandone tutti gli atti e riconoscendo l’alta gerarchia del Fascismo come legittima espressione della volontà della nazione61. Nella seduta del 2 marzo 1923, dopo il giuramento di obbedienza della Massoneria di Piazza del Gesù nei confronti del Partito Nazionale Fascista, il Gran Consiglio della Massoneria di Palermi si pronunciò contro di lui. Ma la mozione di sfiducia contro Palermi ebbe il seguente esito: soli due voti contro Palermi, quindici favorevoli e due astenuti62. Il nuovo atteggiamento del Gran Consiglio nei confronti di Palermi va ricercato non per la strategia assunta da Palermi nei confronti del nuovo Governo nazionale, ma nella mancata fusione tra le due massonerie italiane, che sarebbe fallita per colpa dello stesso Palermi secondo alcune logge della Toscana, del Veneto e della Sicilia63. Solo alcuni membri erano contro l’operato di Palermi in campo politico essendo tendenzialmente di sinistra64. Dopo questo evento due logge si distaccarono dall’Obbedienza di Piazza del Gesù: la loggia denominata “Giuseppe Mazzini” e quella denominata “Alto Adige”; tre dissidenti furono espulsi65. Successivamente Palermi fu accusato di tradimento massonico dal Comitato Provvisorio per la riorganizzazione della Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana della Massoneria di Piazza del Gesù66. Questo perché non solo il Comitato aveva dei dubbi sulla legalità della seduta del 14 febbraio 1923, ma anche perché Palermi si rifiutò di convocare l’adunanza obbligatoria prescritta dallo statuto della Gran Loggia per il 29 dicembre di ogni anno e continuava a rifiutarsi di accogliere le richieste da parte delle logge di tutti gli orientamenti, per la situazione critica che stava vi- 2/2015 HIRAM 60 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato, Repubblica Sociale Italiana, Busta 86, fascicolo 364/R Palermi Raoul. Il “Giornale d’Italia” il 15 febbraio 1923 n.39. 61 Ibidem. 62 A.C.S, Segreteria Particolare del Duce, Carteggio Riservato, Repubblica Sociale Italiana, Busta 86, fascicolo 364/R Palermi Raoul. 63 Ibidem. 64 Ibidem. 65 Ibidem. 66 Ibidem. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 33 • 33 • Le carte della Massoneria presso la Segreteria Particolare del Duce, S. Biondini vendo la Massoneria in quel periodo. Inoltre alcuni alti dignitari del Supremo Consiglio si ritirarono o furono cacciati dal Palermi. L’accusa di tradimento massonico fu formulata ufficialmente da una loggia massonica di Roma e accolta dal Comitato Provvisorio per la riorganizzazione della Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana della Massoneria di Piazza del Gesù. Il Comitato fissò per i giorni 24-25 marzo, a Palazzo Rospigliosi, un’adunata generale dei Venerabili delle logge di Roma per trattare i seguenti argomenti: chiarire la situazione, precisare il programma per l’avvenire, riorganizzare sulle basi della regolarità simbolica l’ordine massonico, delibrerare sulla proposta di decadenza, avanzata dai Venerabili di Roma, del Gran Maestro Raoul Vittorio Palermi67. In questa adunanza però il Supremo Consiglio approvò all’unanimità l’appoggio sia al Governo sia al Gran Maestro Raoul Vittorio Palermi, condannando i ribelli. Tutto questo per tutelare gli interessi dello Stato nel mantenere l’ordine contro i sovversivi antinazionalisti; di conseguenza tutte le espulsioni fatte in passato dal Palermi furono ritenute regolari, inoltre i dissidenti e i ribelli furono espulsi dall’Ordine e dal Rito. Questo perché secondo il Supremo Consiglio l’opera di ricostruzione nazionale intrapresa dal Governo doveva essere svolta da qualsiasi cittadino italiano68. Prima di concludere questo lavoro, si precisa che i documenti presenti nell’Archivio Centrale dello Stato sono dodici articoli tratti dal quotidiano “Il giornale d’Italia” delle seguenti edizioni: 16 ottobre 1922 n.244 Le polemiche della massoneria italiana. 24 ottobre 1922 n.249 La polemica dei massoni: replica per il Gran Maestro Palermi. 25 ottobre 1922 n. 250 La politica massonica: uno di piazza Gesù parla della “demagogia” di Palazzo Giustiniani. 12 gennaio 1923 n.10 La risposta del rito scozzese all’intervista del Gran Maestro Torrigiani. 15 febbraio 1923 n.39 De- Ibidem. Ibidem. 2/2015 HIRAM 67 68 La Massoneria di Raul Palermi costituì all’epoca un fenomeno a parte, visto che cercò sempre il compromesso con il Fascismo. Anzi il Palermi, attorniato da un gran numero di esponenti fascisti iscritti alla sua Obbedienza, si prese la briga di “elevare” il Duce a Gran Maestro Onorario, e quando a novembre del 1925 venne decretato lo scioglimento delle sette massoniche, egli si adeguò sciogliendo tutte le “officine” di Piazza del Gesù e ricostituendole con “fratelli” disponibili verso il regime fascista. Il 2 dicembre poi, il Palermi convocò il Supremo Consiglio e decise di cessare ogni attività massonica, proclamando la fedeltà dei “fratelli” verso il Duce. Malgrado tutto ciò, tempo dopo, la sede di Piazza del Gesù venne saccheggiata dai fascisti, sembra, per ordine del nazionalista Federzoni. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 34 • 34 • liberazioni del rito scozzese: obbedienza alla gerarchia fascista. 4 marzo 1923 n.54 Tumultuosa assemblea massonica a piazza del Gesù: il Gran Consiglio contro il Gran Maestro Palermi. 6 marzo 1923 n.55 La tempesta e lo scisma massonico a piazza del Gesù: aspra polemica fra i Venerabili e il Gran Maestro Palermi. 7 marzo 1923 n.56 Le polemiche massoniche: Palermi re- 2/2015 HIRAM 69 Ibidem. plica ai suoi accusatori. 21 marzo 1923 n.68 La lotta nella massoneria: il Gran Maestro Palermi accusato di tradimento massonico. 22 marzo 1923 n.69 La lotta della massoneria di piazza del Gesù. 23 marzo 1923 n.70 L’assemblea massonica del rito scozzese conferma la fiducia a Raoul Palermi. 28 marzo 1923 n.74 I dissidi massonici69. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 35 “La causa e gl’effetti” Un anonimo libello anti-massonico di fine Settecento. Edizione annotata e commentata di Piergabriele Mancuso Boston University Abroad Programs a storia della Massoneria non può prescindere dall’analisi e dall’attenta valutazione delle manifestazioni anti-massoniche, un fenomeno tutto sommato variegato ed eterogeneo, composto di una pletora di soggetti – dai singoli pensatori a gruppi di pressione e istituzioni di interesse pubblico come la Chiesa Cattolica e, in tempi più recenti, anche alcune chiese riformate – la cui vis e i cui stereotipi polemici hanno giocato un ruolo decisivo non solo, come ovvio, nella creazione di una negativa e pregiudiziale visione delle forme di sociabilità massonica da parte del mondo profano, ma anche nell’individuare le coordinate dell’identità massonica da parte di quanti in essa si son riconosciuti e si riconoscono. Dalla fine del Settecento e in concomitanza poco più tardi con il periodo della restaurazione ottocentesca, la Massoneria è stata oggetto di una ricchissima messe di denuncie, in particolar 2/2015 HIRAM L Written between the 18th and the 19th century presumably by a member of the Catholic church and published then soon after in a very limited number of copies, La causa e gli effetti is a short pamphlet denouncing the (presumed) roles and plans of the Freemasons responsible, according to the author, of having campaigned and finally introduced into the social fabric a number of “vicious” innovations such as freedom of speech, religious pluralism and cultural relativism. The author seems to know very well the Papal anti-Masonic bullae whose language, style and, most important, argumentation he borrows and adapts for the redaction of this work. While dealing with a number of anti-Masonic events that took place throughout the peninsula, particular attention is paid to the anti-Masonic inquisitorial operations conducted in Venice in 1785, when a lodge made up mainly by noble Venetian Patricians and a bunch of foreign residents was discovered and its furnishings destroyed in a public ceremony in Saint Mark square. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 36 • 36 • modo quelle di natura socio-politica secondo cui le logge erano i veri centri di elaborazione e poi attuazione di progetti rivoluzionari ed eversivi, in primis i fatti francesi del 17891. Che la Massoneria, insomma, abbia funto suo malgrado da capro espiatorio e che sin da pochi decenni dopo la sua fondazione ufficiale (il 24 giugno 1717, secodo la vulgata anglosassone) essa sia divenuta oggetto di sperticate critiche da parte delle gerarchie ecclesiastiche, è cosa a dir poco ben nota. Meno considerato anche da parte latomistica e in parte ancora da valutare nella sua interezza è il contributo che la critica anti-massonica può aver avuto nel processo di definizione identitaria da parte degli stessi ambienti latomistici, alcuni dei quali – si pensi al caso italiano – radicati in una realtà socio-culturale – e non di meno spirituale – profondamente condizionata dal magistero e dal pensiero sociale della Chiesa di Roma. Lo scopo di questo contributo è quello di offrire una versione completa de La causa e gl’effetti, uno scritto di polemica anti-massonica redatto da mano anonima (probabilmente un ecclesiastico) con ogni probabilità a cavallo tra ‘700 e ‘800 (certamente dopo il 1790, terminus post quem nel testo esplicitamente indicato). Pur rimanendo nel solco del classico anti-massonismo di stampo ecclesiastico (in buona parte facendo proprie le posizioni del notorio abbé Barruell) che nella Massoneria individuava una fonte di relativismo e dunque una delle più pericolose forme di corruzione morale potenzialmente capaci di portare l’adepto ad un ateismo de facto, l’autore del libello compie un ulteriore passo nella direzione della denuncia anti-massonica, una sorta di “crasi ideologica”, attribuendo alla Massoneria non solo un generico programma di rivoluzione politica atta a decostruire la triade gerarchica Dio-re-popolo, ma anche un piano di redistribuzione ed esproprio delle proprietà di sapore schiettamente socialista. È proprio in considerazione di tale urlo di dolore nei confronti di un fantomatico “spettro social-massonico” portatore di sovversione e ateismo, dei numerosi e ricorrenti riferimenti all’attività anti-massonica della Curia romana, degli apprezzamenti per l’Inquisizione e l’ordine dei Gesuiti prime vittime della scure massonica ([...] Riconosciuto avendo l’Instituto Massonico essere di assoluto impedimento alla verificazione delle sue mire la Inquisizione, e la Religione dei Gesuiti travagliò incessantemente a distruggere [...] p. 16), così come delle reiterate accuse contro l’Encyclopedie francese e di tutto il pensiero 2/2015 HIRAM 1 Per una visione di sintesi sull’argomento, peraltro molto vasto, rimando a E.R. Callaey, Il mito della rivoluzione massonica – Massoni e rivoluzione francese – Le origini della massoneria moderna, Tropea Editore, Milano, 2010 (edizione italiana dell’originale spagnolo El mito de la revolución masónica a cura di Nadia Ambrosioni); vedi anche L. Sacchi, Miti della massoneria, Edizioni L’Età dell’Acquario, Torino, 2010, in particolare le pp. 65-74. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 37 • 37 • “La causa e gl’effetti”. Un anonimo libello anti-massonico di fine Settecento, P. Mancuso coll’Enciclopedia, immaginata a pretesto di dare un’idea generale delle cognizioni alle quali pervennero gl’Uomini [...] p. 10), la lotta al cattolicesimo “politico” a favore di un ritorno di questi alla sua primitiva matrice spirituale-egualitaria ([...] si trassero colla Santa Sede [...] e ad un’occulta Guerra al Sacerdozio, strascinandole in simili determinazioni col falso calcolo d’interesse di stato, dando ad intendere che conveniva tener basso il Clero, e ridurre i Ministri dell’Altare in minor numero, ed alla semplicità dei primi secoli della Chiesa un’occulta Guerra [...] p. 14), la revisione del sistema carcerario e detentivo che preveda l’abolizione della pena di morte così come delineato in Dei delitti e delle pene (secondo l’autore opera di massoni: […] Si tolsero anche questo obbietto col fare sortire il libro dei Delitti, e delle Pene, che porta il nome di Beccheria, abbenché Egli non sia stato che il compilatore di pensieri e idee raccolte in una privata Società di Franchi Muratori […] Colla scorta di questo libro si ha saputo condurre e Sovrani, e Governi in quell’infausta clemenza, per cui restò annientata la penna[!] di morte […] p. 18). L’autore si mostra estremamente accorto a non far trapelare alcun elemento da cui si possa attingere alcun suggerimento circa la sua identità. L’unico “passo incauto”, se tale si può definirlo, è il lungo spazio che dedica ai fatti massonici di Venezia del 1785, anno in cui gli organi di polizia della Repubblica Serenissima “decisero di scoprire” (conoscendone da tempo l’esistenza, la consistenza e il peso socio-politico) una loggia massonica della quale facevano parte numerosi patrizi veneti. L’azione di polizia ebbe un riscontro pubblico e d’immagine straordinario 2/2015 HIRAM filosofico illuminista in generale che con la stampa e soprattutto la sistematizzazione del sapere ha permesso l’accesso a questi da parte delle masse, che si può ipotizzare che l’autore sia stato un ecclesiastico, un conservatore molto vicino alle posizioni anti-moderniste della Curia capitolina e certamente a conoscenza delle bolle papali anti-massoniche, di cui mutua linguaggio ed espressioni. Vista da un’altra prospettiva, tuttavia, la totale assenza di indicazioni circa la genesi del testo potrebbe suggerire una seconda ipotesi – invero piuttosto ardita – secondo la quale il testo fu paradossalmente prodotto proprio in ambito latomistico quale parodia, quasi testo di apologia della società libero-muratoria a cui si attribuiscono sì alcuni caratteri deteriori – come ad esempio di esser una aggregazione fondata sul “delitto” e il segreto – ma alla quale vengono altresì riconosciute la paternità diretta di alcune fondamentali azioni socio-politiche e culturali, quali l’Illuminismo e tutte le sue manifestazioni filosofico-letterarie (l’Encyclopedie, già ricordata, ma anche gli scritti di Voltaire, Rousseau, etc.), l’aver proposto un modello di sociabilità super-confessionale fondata sulla convivenza e la tolleranza tra cittadini di fedi diverse ([...] Nella Massoneria trovansi uniti Cattolici, Scismatici, Protestanti, Ebrei, Turchi, Idolatri, e d’ogn’altra Setta diffusa e ristretta, nessun obbietto facendo ad essa la diversità delle Religioni [...] p. 3), la campagna a favore di un impiego educativo della tecnica della stampa ([...] Considerata la Stampa la via più sicura per arrivare al punto propostosi, si cominciò a seminare l’infezione HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 38 • 38 • dato che buona parte delle suppellettili della loggia vennero bruciate nella pubblica piazza (nella corte del Palazzo Ducale, a San Marco), anche se le conseguenze per i massoni furono minime, quasi nulle come lamentato dallo stesso autore, ad eccezione di tre “non residenti” – Michele Sessa, napoletano, Carlo Konic [Karl König], augustano, e Mr. Jovre, francese – ai quali venne riservato il non invidiabile privilegio di espiare le colpe di tutti i fratelli con l’esilio. La caduta della Repubblica del leone, aggiunge l’autore, fu dovuta anche all’azione di un modernismo politico, di cui la setta prepotente faceva parte e il cui fine ultimo era la decostruzione dell’assetto politico europeo, offuscare la morale, la religione dei popoli, financo “il buon costume”, a favore di nuovi assetti geopolitici e culturali. Sia stato o no un veneziano, abbia vissuto o meno nella città lagunare, elemento oggettivo è la conoscenza puntuale da parte dell’autore dei fatti veneziani del 1785 che egli considera di gran lunga più importanti di tutto ciò che similmente – e in realtà con riper- cussioni ben più gravi – era successo nel resto del continente. È evidente, da ultimo, come tutto il complesso di tali ipotesi poggi su basi tutt’altro che solide, basandosi su una differente valutazione di fatti oggi in gran parte condivisi e considerati positivi, ma che agli occhi di un conservatore e reazionario potevano effettivamente suscitare scandalo e critica. In attesa di riscontri, ciò rimane un’interessante ipotesi di lavoro che forse solo studi ulteriori e più approfonditi sapranno verificare2. Edizione del testo Come sopra accennato, il testo de La causa e gl’effetti è stato trasmesso da una singola edizione, un volumetto di circa 16x10 cm nel quale non è riportata alcuna informazione circa la paternità, il luogo né l’anno di pubblicazione. Secondo il catalogo generale delle biblioteche nazionali italiane3, del volumetto si conservano sei 2/2015 HIRAM 2 Sul ruolo della pubblicistica anti-massonica nella definizione identitaria da parte della stessa Massoneria esistono diversi studi. Mi limito qui a riportare quanto afferma a proposito degli scritti dell’abate Barruel – noto polemista anti-massonico alla cui opera si rifece anche l’autore del presente anonimo libello – Luigi Pruneti nel suo La sinagoga di Satana - Storia dell’antimassoneria – 17252002, Bari, Edizioni Giuseppe Laterza, 2002, pp. 42-43: […] L’opera di Barruel infleunzò storici, scrittori, pubblicisiti ed anche autori come de Castro, Bacci o Pontevia ne furono condizionati, accreditando alla libera muratoria imprese che non le appartenevano. Essi, partendo dall’assunto del Gesuita, le attribuirono il merito di gran parte del rinnovamento sociale e politico dell’Ottocento e di fine Settecento, suffragando il mito della massoneria quale madre della rivoluzione [...]. 3 Il database del Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale (OPAC SBN) è consultabile on-line all’indirizzo: http://www.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/free.jsp [9 gennaio 2012]. La copia con- HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 39 • 39 • “La causa e gl’effetti”. Un anonimo libello anti-massonico di fine Settecento, P. Mancuso copie, una presso la Biblioteca d’arte e storia veneziana del civico Museo Correr, una presso l’Archivio generale della Regione Veneto e un’altra presso la Biblioteca Marciana sempre a Venezia, una quarta presso la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna, una presso la Biblioteca nazionale centrale di Firenze ed infine un’ultima sesta copia presso la Biblioteca di storia moderna contemporanea a Roma, secondo il cui catalogo il volume potrebbe essere stato stampato a Roma nel 1801, come indicato da annotazione vergata a mano e presente nella copia colà conservata; in mancanza di dati di riscontro entrambe le coordinate sono da considerarsi puramente ipotetiche. Il testo qui proposto è stato riportato secondo la copia conservata presso il Museo Correr di Venezia. Trattandosi di uno scritto a stampa di cui esiste – per quanto ci è dato sapere – una sola edizione, nel presente contributo si è cercato di riprodurre il testo nella maniera diplo- maticamente più accurata, senza note critiche, ovviamente, ma con note di commento o di integrazione per una più immediata comprensione. Lo scritto, redatto in un’epoca in cui l’italiano risentiva molto delle varianti locali e in cui non esistevano norme grammaticoortografiche comunemente condivise, presenta in tal senso numerose divergenze rispetto all’ortografia corrente. Per non appensantire la lettura del testo, di conseguenza, segnalazioni in corpo di testo e tra parentesi quadre – [!] – sono state aggiunte solo laddove ritenuto strettamente necessario. Sempre tra parentesi quadre si è data indicazione della paginazione originale. Nei limiti del possibile, inoltre, si è cercato di riprodurre la disposizione del testo così come la separazione tra le diverse sezioni di esso. Ampi stralci del testo furono pubblicati, peraltro senza introduzione né alcuna nota esplicativa, nella rivista Il corpo, I, 3, dicembre 1994, pp. 1-9. 2/2015 HIRAM servata presso la Biblioteca Marciana di Venezia non appare nel catalogo nazionale. Per maggiori informazioni si veda l’indirizzo http://polovea.sebina.it/SebinaOpac/Opac. È assai probabile che esistano altre copie non incluse nel catalogo elettronico nazionale e che una ricerca in loco dei cataloghi cartacei della maggiori biblioteche italiane possa far emergere altri testimoni. Per il presente studio si è proceduto solo allo spoglio delle informazioni ricevute per via telematica. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 40 • 40 • Testo e note La causa e gl’effetti4 [p. 3] L’Instituto Massonico causa dei luttuosi avvenimenti seguiti in varie parti del Mondo, è l’Argomento di questo qualunque siasi Opuscoletto. La derivazione di questa infausta setta è tanto incerta, quanto è il tempo in cui ebbe principio. Nella Massoneria trovansi uniti Cattolici, Scismatici, Protestanti, Ebrei, Turchi, Idolatri5, e d’ogn’altra Setta diffusa o ristretta, nessun obbietto facendo ad essa la diversità delle Religioni, poiché nessuno può giungere[!] alla cognizione del fine propostosi dalla medesima; se con lunga serie di azioni non ha comprovato di non avere veruna Religione, e di seguire la massime tutte dell’Ateismo. La primaria vista dell’Instituto Masson- 2/2015 HIRAM 4 Nella copia conservata presso il Museo Correr di Venezia qui di seguito al titolo è riportata l’annotazione del Sig. March. d’Achedad[?] Armeno. 1798. che secondo il catalogatore starebbe ad indicare il proprietario del libretto, non l’autore del testo. Oltre a rimanere a noi ignota l’identità del marchese, un ulteriore problema è posto dall’indicazione dell’anno 1798. Come discusso nella nota che segue subito sotto, il libello fa uso di fonti a stampa (il report dell’ambasciatore inglese in Cina Lord Macarteney) pubblicate in inglese nel 1797 e poi tradotto in italiano nel 1799. Se la data del 1798 fosse quella dell’acquisto del volumetto da parte del marchese, allora dobbiamo presumere che il testo fu pubblicato immediatamente dopo la pubblicazione del testo dell’ambasciatore e soprattutto che l’anonimo autore conoscesse l’inglese, cosa non comunissima al tempo. 5 Non vi è dubbio come per grandissima parte della Massoneria contemporanea la tolleranza religiosa e dunque l’accettazione di candidati di fedi diverse sia un valore e una prassi irrinunciabili. Ciò valse solo in parte in passato e soprattutto per la prima metà dell’Ottocento in cui l’ammissione di non-crisitiani – in particolar modo degli degli ebrei, ad esempio – fu molto discussa e in spesso respinta. Sul tema del rapporto tra Massoneria ed Ebraismo vedi J. Katz, Jews and Freemasons in Europe, 1723-1939, Cambridge, Harvard University Press, 1970 (edizione inglese dell’originale ebraico a cura di Leonard Oschry); A. Binni, “Massoneria ed ebraismo”, in La massoneria liberale, a cura di Luigi Danesin, Roma, Atanòr, 2006, pp. 145-164. La situazione cambiò radicalmente nella metà del 1800 quando la Massoneria italiana, vivificata dell’afflato degli ideali risorgimentali, vide al proprio interno un numero crescente di fratelli ebrei. Esiste a tal proposito una ricca bibliografia; mi limito qui a segnalare l’ottimo lavoro di L.E. Funaro, “Massoneria e minoranze religiose nel secolo XIX”, in La massoneria a Livorno – Dal settecento alla Repubblica, Bologna, il Mulino, 2006, pp. 343416. Sulla relazione tra Massoneria e religioni e per accenni all’Islam (buona parte delle cui confessioni vieta senza remore l’appartenenza dei fedeli all’istituzione), vedi J.A.F. Benimeli, “Massoneria e religioni”, in La massoneria liberale, cit., pp. 145-164 e J.M. Landau, “Muslim Opposition to Freemasonry”, in Die Welt des Islams, n.s. vol. 36, n. 2 (1996), pp. 186-203. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 41 • 41 • “La causa e gl’effetti”. Un anonimo libello anti-massonico di fine Settecento, P. Mancuso ico, fu quella di estendersi in ogni parte del Globo; la Storia della China di Milord Macarteney6, fa conoscere spinte le filosofiche Mas-[p.4]sime della Setta, fiino a quel remotissimo Impero. Lo scopo Massonico, evidentemente risulta dai fatti suoi propri esser l’usurpazione delle Proprietà Pubbliche e Private del Mondo intero; scopo fin ora verificato soltanto in parte, con un tessuto di fine premeditazioni, di perfidie, e d’infamie, tutte di nuovo conio; restando a temersi ulteriori effettuazioni, se gl’Uffici incaricati di sopraveglianza continueranno in quella condotta indolente, o dolosa tenuta in passato. Senz’allungarmi colle molteplici divisioni, derivazioni, e denominazioni dei Franchi Muratori, considerando la loro Confraternita mirare ad un generale assassinio, col distruggere Religione, Trono, Leggi, e buon costume, divido li suoi Individui in due sole Classi; una composta in quelli pervenuti alla veritiera cognizione del suo progetto, impiegati instancabilmente a verificarlo, e questi li chiamerò gl’Attivi scientemente; l’altra composta di quelli che non giunsero mai [p. 5] a traspirare il grande Arcano del Secreto, ma che per altro senza conoscerlo, adottando le Filosofiche Massime insinuate dai loro Superiori, cooperano all’oggetto stesso, non sospettando le conseguenze delle direzioni tenute dalli medesimi, e questi li chiamerò gl’Ingannati Attivi ignorantemente7. 2/2015 HIRAM 6 Si tratta di Lord Macarteney (1737-1806), diplomatico che per volontà del re inglese Giorgio III nel 1792 si recò in Cina insieme ad una folta delegazione per rafforzare i rapporti commerciali tra il suo paese e l’impero asiatico. Per maggiori informazioni si veda J.L. Cranmer-Byng, “Lord Macartney’s Embassy to Peking in 1793,” in Journal of Oriental Studies, vol. 4, nn. 1-2 (1957–58), pp. 117–187. A seguito di tale missione venne redatta una relazione edita e pubblicata a Londra nel 1797 a cura di George Staunton con il titolo di An historical account of the embassy to the Emperor of China, undertaken by order of the King of Great Britain; including the manners and customs of the inhabitants; and preceded by an account of the causes of the embassy and voyage to China. Abridged principally from the papers of Earl Macartney, as compiled by Sir George Staunton […]. Pochi anni più tardi, tra il 1799 e il 1800, l’opera venne tradotta in italiano e stampata a cura di Giovacchino Pagani con il titolo di Viaggio nell’interno della Cina, e nella Tartaria fatto negli anni 1792, 1793, e 1794. Da Lord Macartney [...] Compilato da sir Giorgio Staunton [...] Prima traduzione italiana con figure e carte. Ciò costituisce un importante termine di riferimento cronologico – post quem – per la datazione del testo qui in esame. 7 La divisione degli aderenti alla Massoneria in due classi, quella degli ignari innocenti e quella di quanti sono invece ben al corrente della natura criminogena delle logge, offre una giustificazione a quanti, una volta abbandonata la loggia, si erano detti pentiti e disposti a offrire la propria esperienza a favore della lotta contro la Massoneria. Un esempio fra i tanti fu quello del Barruel stesso (su cui vedi sotto n. 12) che nelle sue Mémoirs raccontò di essere stato iniziato non conoscendo in realtà la vera natura dell’istituzione massonica. Vedi Sacchi, Miti HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 42 • 42 • In conseguenza della diversità di queste due Classi, erano di due differenti sorti le Sessioni Massoniche, quando si univano in Loggia. Trattavansi in quelle, ove li soli Attivi scientemente trovavansi, della verità della cosa propostasi dall’Instituto; ed in quelle nelle quali pervenivano gl’Attivi ignorantemente, si faceva comparire la Setta per una Società dedicata al bene dell’Umanità, ed appoggiata a principj di sana morale; sapendo quei Capi sagaci, con una dissimulazione senza simile, apparire quali non erano, e quali Protei prendendo tutte le forme, si mostravano or feroci, or mansueti, or Atei, or Religiosi, ed or il Turbante, ed or la Croce sostenendo destramente pro-[p. 6]curavano d’incantare gli Aluni, e trascinarli nei principj erronei e rei dello stato di natura, che con poetiche illusioni lo facevano credere l’età dell’oro. Tutti quelli ch’entravano nella Setta erano obbligati di prestare un solenne giuramento, (giuramento grandemente funesto) che li legava con molta tenacità al protervo Instituto. Non deve sorprendere se degl’Atei cercassero premunirsi con dei giuramenti, conoscendo la forza di questi vincoli in ogni Uomo, che Ateo non fosse. Il Secreto che veniva allora affidato all’Aluno, non era quello veritiero che si custodiva con grandi avvertenze, ma un’invenzione stabilita dagl’attivi scientemente per sorprendere la credulità di quelli che ingannare volevano, per acquistare il tempo opportuno da sperimentarli, e per rintracciare poi nel numero di Essi, chi avesse pienamente dimostrato un carattere analogo alle viste della Setta, nel di cui vero secreto li disponevano. Le Massime insinuate, ed incul-[p.7]cate agli iscritti nella Setta furono Libertà, Eguaglianza, Fratellanza, perciò erano nelle Loggie tutti eguali, chiamandosi fra loro col seducente titolo di fratello, di modo che il Franco Muratore Macellajo, chiamava col semplice titolo di Fratello S. A. R. il Duca d’Orleans, e così fra gl’individui dei differenti Ceti, che nella Loggia si trovavano. Il terrore essendo uno dei principj statuiti dalla Setta, per rendere Schiavi fedeli, ed obbedienti quelli che in Essa venivano ascritti, si faceva vedere agl’Aluni tutti la Lista di quei stati fatti assassinare dall’Ordine Massonico, per avere volontariamente, o imprudentemente mancato alle giurate promesse. 2/2015 HIRAM della massoneria, cit., pp. 105-111. Già dal 1780, sicuramente in Italia e certamente anche in altri paesi europei, membri delle gerarchie ecclesiastiche avevano aderito alla Massoneria, non di rado ponendosi in posizioni di forte ambiguità. Per quanto concerne, ad esempio, la situazione delle logge venete, si veda F. Gaeta, “Le logge massoniche venete dall’ideologia deista alla tolleranza pratica e teoretica (1738-1785)”, in Quaderni veneti, 6, (1987), pp. 130-147, il quale sottolinea come l’adesione di ecclestiastici e cattolici alle logge massoniche venete modificò la natura tollerante e pluralistica di queste ultime di fatto impedendo l’accettazione di non-cattolici. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 43 • 43 • “La causa e gl’effetti”. Un anonimo libello anti-massonico di fine Settecento, P. Mancuso ammarli, e ridurli Essi stessi gl’istromenti della loro propria rovina. Conobbero che per muover li Popoli si doveva staccarli dalla fedeltà, dal rispetto, e dall’affetto al loro Principe. Conobbero non possibile questo distacco finchè nella sua forza naturale esisteva la Religione. Conobbero essere la Religione il maggior sostegno del Trono, essendo l’indissolubile legame che tenne sempre sinceramente attaccato il Suddito al Sovrano, perciò rivolsero li loro studi alla grand’Opera di distruggere la Religione, per giungere a rovesciare li Troni, e li Governi, annientare le costituzioni, le leggi, li metodi Governativi, e tutti quei principij di consuetudine, e di subordinazione corsi dalla creazione del [p. 10] Mondo fin dall’Epoca fatale di quel Diabolico attentato, coll’esplosione del quale si pose in Sede Governativa pienamente smascherato l’Ordine Massonico, verificando con sangue e straggi la contemplata derubazione delle altrui legittime Autorità, e delle pubbliche, e private sostanze. Considerata la Stampa la via più sicura per arrivare al punto propostosi, si cominciò a seminare l’infezione coll’Enciclopedia, immaginata a pretesto di dare un’idea generale delle cognizioni alle quali pervennero gl’Uomini. Per riconoscere il veleno di quest’Opera, e le sue filosofiche distruttrici tendenze, sarà bastante indicare che trattandosi sanamente un articolo, colle chiamate ad incontro di altri, si veniva a ritrattarlo ed annientarlo, per esempio un Articolo religiosamente trattato finiva col vedi Articolo Pregiudizio, vedi Articolo superstizione, vedi Articolo Fanatismo. In seguito alcuni Compilatori della rea Turba, 2/2015 HIRAM Pervenuti li Franchi Muratori nel principiare del Secolo XVIII e forse anche prima ad un numero grandioso, poterono a poco a poco introdursi nei Gabinetti, nei Consigli, nei Dicasteri, negl’Ufficj Civili, e Criminali, nel Militare, nelle Università, nelle Accademie, nelle Pubbliche Scuole, ed in conseguen-[p.8]za nelle private Adunanze, necessari essendo questi Individui in tutti gl’indicati Uffici, e nelle Società, per facilitare il corso delle novità, che introdurre si volevano, e per sostenere li sistemi filosofici che premeditavasi di promulgare. Venne ingiunto agl’Alunni ascritti nella Setta, di prestarsi colla maggiore diligenza a far entrare nella medesima la Gioventù di ogni ceto di persone, vagheggiare specialmente dovendosi li Principi, e la primaria Nobiltà, convenendo addormentaregli, e l’altra sulla sponda del precipizio, onde vi cadessero da se stessi. Il Delitto essendo il perno sopra il quale s’aggira il lavoro Massonico, li Capi Attivi scientemente scielgono[!] fra gli ascritti nella loro Società, quelli ch’abbondanti incontrastabili prove diedero di mai interrotta irreligione, giudiziosamente calcolando essere l’irreligione il più breve, e sicuro sentiero che conduce al Delitto, ed i medesimi ammessi al veritiero secreto, divenivano Attori del contemplato [p. 9] Assassinio entrando nella Classe degl’Attivi scientemente. Tutti gl’altri servivano ad essi di Zimbello per trarre nella rete dissolutiva Regni, Governi, Leggi, e buon costume. Per verificare il progetto di sì empio Istituto, conveniva trarre li Popoli dalla loro tranquillità, illuderli, ingannarli, infi- HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 44 • 44 • profussero un’infinità di [p. 11] Sistemi Filosofici, che colpirono per la loro novità. Nello stuolo di quest’empi Scrittori si distinsero Voltaire, Mirabeau, Elvetico8, Condorcet, Raynal, e tant’altri, dei quali fatalmente le Università abbondare fecero l’Europa. Nello stesso tempo pubblicaronsi anche una quantià di Romanzi, di Poesie, Novellette ec. per porre in ridicolo la Scrittura Sacra, l’Evangelio, li Santi, le discipline della Chiesa, gl’Ecclesiastici, e per riscaldare con laide rappresentanze (quanto facete altrettanto velenose) gl’appettiti della dissolutezza, importante Argomento essendo per essi d’introdurre, e sostenere il mal costume rapido conduttore nel Delitto. Il Marchese d’Argenson col suo Sistema Politico9, il Marchese di Montesquieu collo Spirito delle Leggi, Gioan Giacomo col Contratto Sociale, Mirabeau col Sistema della Natura prepararono le mine desolanti l’Umanità colla distruzione delle Sovranità. Alcune di queste sciagurate Ope-[p. 12]re sovvertive li principj di Religione, e dell’Armonia Sociale, vennero dai Satelliti della Setta diffuse in ogni parte, ed affinchè giungessero con facilità nelle mani di tutti, si vendevano in qualche luoco anche a minor prezzo del costo, ed alcune si donavano, come pure e gl’estratti, ed i piccioli opuscoli si perdevan per le strade maliziosamente onde ritrovati fossero, e letti. Le Opere poi degl’Uomini di Sane Massime, che sortivano in confutazione delle altre, oltr’essere perseguitate dai medesimi col ridicolo, e col porre in dubbio la Verità sopra la quale erano appoggiate, col denaro della Cassa d’ogni Loggia si proccurava comprarne un gran numero, che venivano abbracciate, col fino oggetto, che non si diffondessero, e che l’universale istruito non ne restasse. Le filosofiche perniciose produzioni dovevano necessariamente incontrare il più fortunato incontro, essendo favorite dai Confratelli della Setta nelle Corti, negl’Ufficij, e nelle Università, l’autorità dei quali decideva di un’Opera. [p. 13] Dei saggi avveduti Ecclesiastici conoscendo le perfidie che si nascondevano in quelle stampe, ne fecero ai respettivi loro Governi, replicate rimostranze, pronosticando le gravissime conseguenze che derivate sarebbero lasciandole in corso, ma inutili riuscirono le loro pene a salvezza del Governo, della Religione, e dell’Umanità. Quei Ministri, e quest’Ufficj, 2/2015 HIRAM 8 Vale a dire Claude-Adrien Hélvetius (1715-1771), pensatore e filosofo francese. Vedi D. Wootton, “Helvétius: From Radical Enlightenment to Revolution”, Political Theory, vol. 28, n. 3 (2000), pp. 307-336. 9 Il riferimento è molto probabilmente alle Considérations sur le gouvernement ancien et présent de la France scritte nel 1764 da René-Louis de Voyer de Paulmy, marchese d’Argenson (1694–1757), molto apprezzate da Jean-Jacques Rousseau nel suo Contratto sociale. Vedi F. Venturi, Settecento riformatore – I Da Muratori a Beccaria, Einaudi, Torino, 1998, pp. 5 e 453-455. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 45 • 45 • “La causa e gl’effetti”. Un anonimo libello anti-massonico di fine Settecento, P. Mancuso 15] credenza si valsero del mezzo di fare comparire la Corte di Roma, e gl’Ecclesiastici nel modo appunto che vengono dai scellerati dipinti, cioè furbi, impostori, fanatici detestabili, o menti pregiudicate; (le invettive, e gl’odj di costoro formano il maggior elogio degli altri.) E con quella parte che ferma riconoscevano nelle massime della Santa Religione, apparire facevano le direzioni del Governo tendenti a sottrarsi dall’obbedienza della Chiesa, ed a cadere in uno Scisma per sole viste d’un sordido mal inteso interesse. Di modo che una parte della Popolazione staccata dalla Religione, e da tutte le pratiche di Cristiana pietà, e l’altra fatta entrare nella credenza che il suo Principe per le regolazioni antedette fosse ingiusto, irreligioso, e si veniva a preparare l’animo di tutta la massa del popolo ad adottare quei principj di riscaldo in aggravio della Sovranità, dai quali nascere dovevano le Rivoluzioni, colla forza di maligne insinuazioni, tanto riguardo ai disordini presenti, quanto illudendo [p. 16] ed infiammando colle immagini di grandiosi beni futuri se cambiamento di Governo seguisse. Riconosciuto avendo l’Instituto Massonico essere di assoluto impedimento alla verificazione delle sue mire la Inquisizione, e la Religione dei Gesuiti travagliò incessantemente a distruggere l’una e l’altra, ciò che facile era ad esso, col mezzo de’ suoi individui nei Pubblici Uffici. Riuscì ad illanguidire nel principio la prima a forza d’inganni, e di calunnie; facendo apparire degl’infantati disordini che ne succedevano, ed in seguito pervenne ad estinguerla interamente. Si rovesciò sopra li Gesuiti la 2/2015 HIRAM presso i quali s’addrizzarono li benemeriti sopradetti Ecclesiastici, ben lungi di fare risultare le loro rappresentanze utili al vero interesse del Principe, le fecero considerare nocive all’Erario, arenandosi, se si seguissero tali suggerimenti, il Commercio della stampa, di modo che occultando gl’effetti ch’apportare dovevano, non si lasciò conoscere che da una fonte pregna di materie conbustibili sortire doveva un fuoco, ch’avrebbe distrutto la Religione, l’Erario, e lo Stato. Nel fratempo che li sistemi filosofici, e tutte le altre stampe ad essi conducenti per indirette vie, andavano disponendo le Popolazioni a [p. 14] desiderj di novità, colle insinuazioni degl’Individui Massonici nei Gabinetti, nei Consigli ec. si trassero colla Santa Sede, in regolazioni Ecclesiastiche, e ad un’occulta Guerra al Sacerdozio, strascinandole in simili determinazioni col falso calcolo d’interesse di stato, dando ad intendere che conveniva tener basso il Clero, e ridurre i Ministri dell’Altare in minor numero, ed alla semplicità dei primi secoli della Chiesa. Nel punto stesso ch’emergevano le vertenze fatte maliziosamente insorgere, colla maschera di suddito zelo sortire si fecero degl’Annonimi scritti in giustificazione di quanto si aveva voluto, ed era stato fatto, in conseguenza riuscivano in sommo aggravio della Chiesa e dei ministri dell’Altare. Ritrassero gl’empi sommo avanzamento nelle Diaboliche loro viste dagl’avvenimenti seguiti per opera loro in tali propositi, facendoli giocare all’effetto medesimo con mezzi un’all’altro[!] opposti. Colla parte di Popolazione di vacillante [p. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 46 • 46 • massima della Setta, e li stessi Massonici premeditati delitti, ma la fermezza, e l’avvedutezza del Pontefice Rezzonico10, riconosciuta la falsità delle imputazioni fatte alla Compagnia di Gesù, e quanto detta Società era utile alla Chiesa, ed al trono la sostenne sua vita durante, rendendo vane le infinite insidie tese contro di Essa. Continuati però gl’artificj, le seduzioni, non che fatto giuoca-[p. 17]re efficacemente l’articolo dell’interesse, sorpresa la debolezza del Pontefice Ganganelli11, si ottenne la loro sopressione, per cui mancata l’educazione dei popoli, tale quale tacevasi da quei buoni Religiosi con tanto avvantaggio dello Stato, il torrente Massonico non avendo più argine inondò il Mondo intero. Sopra quest’argomento che non è di mia appartenenza, oltre molti scrittori di sane massime, ne parlarono recentemente il mai abbastanza lodato Abbé Baruel12, e l’Abbé Proyart nella sua opera intitolata Louis XVI detroné avant d’être Roi13. Avanzati li Massonici nel suo Infernale lavoro coll’avere introdotti li suoi seguaci nei Pubblici Uffici, colla forza della stampa, 2/2015 HIRAM 10 Carlo della Torre di Rezzonico (1693-1769), ossia Papa Clemente XIII (1758-1769), coinvolto nella disputa circa la possibile abolizione dell’ordine dei Gesuiti come promosso dagli ambienti dell’Illuminismo francese. Su questo si veda F. Venturi, “Church and Reform in Enlightenment Italy: The Sixties of the Eighteenth Century”, in The Journal of Modern History, vol. 48, n. 2 (1976), pp. 215-232. 11 Gian Vincenzo Antonio Lorenzo Ganganelli (1705 –1774), ossia Papa Clemente XIV (17691774). Si veda H.M. Scott, “Religion and Realpolitik: The Due De Choiseul, the Bourbon Family Compact, and the Attack on the Society of Jesus, 1758-1775”, in The International History Review, vol. 25, n. 1 (2003), pp. 37-62. 12 Sacerdote gesuita, pubblicista e intellettuale francese, Augustin Barruel (1741-1820) è più comunemente noto per la sua denuncia nei confronti della setta degli Illuminati e del movimento giacobino contro cui ebbe modo di scagliarsi in svariati scritti polemici. L’opera a cui l’anonimo autore fa riferimento sono – considerando il “recentemente” di cui sopra – le celeberrime Mémoires pour servir à l’histoire du Jacobinisme date alle stampe nel 1797. L’opera conobbe grande diffusione e successo tanto da esser tradotta oltre che in tedesco, portoghese, spagnolo e russo anche in italiano nel 1802. È a Barruel che si deve la formulazione della famigerata idea del complotto massonico rivoluzionario-giacobino. Su questo si veda Pruneti, La sinagoga di Satana, cit., pp. 38-44 e A. Hofman, “Opinion, Illusion, and the Illusion of Opinion: Barruel’s Theory of Conspiracy”, in Eighteenth-Century Studies, vol. 27, n. 1 (1993), pp. 27-60. 13 Liévin-Bonaventure Proyart (1743-1808), abate francese, scrittore e pensatore conservatore, anti-rivoluzionario e anti-massone, autore di una nutrita lista di opere polemiche contro i movimenti giacobino, rivoluzionario e la massoneria, tra cui si annovera la sopraccitata Louis XVI détrôné avant d’être roi, ou Tableau des causes nécessitantes de la Révolution française et de l’ébranlement de tous les trônes ; faisant partie intégrante d’une Vie de Louis XVI qui suivra, pubblicata nel 1800. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 47 • 47 • “La causa e gl’effetti”. Un anonimo libello anti-massonico di fine Settecento, P. Mancuso coll’avere infettate le Università, coll’avere strascinati li Governi in determinazioni nuove, nella delicata materia di Religione, e coll’avere estinto Inquisizione e Gesuiti, intraprendere dovevano l’ultima importantissima operazione, cioè la vocale e parziale seduzione dei sudditi per trarli a ribellione. Ma le Leg-[p. 18]gi Criminali esistenti in vigore non lasciavano adito libero di agire ai feroci Assassini dell’umanità. Quantunque nei Pubblici uffici vi fossero dei loro individui, non erano forse tutti di soli Franchi Muratori composti, o non si aveva ancora il coraggio di opporsi manifestamente a quanto prescrivevano le leggi volute in attività dalla Potestà Sovrana. Si tolsero anche questo obbietto col fare sortire il libro Dei Delitti e delle Pene, che porta il nome di Beccheria, abbenché Egli non sia stato che il compilatore di pensieri e idee raccolte in una privata Società di Franchi Muratori, nella quale più d’ogni altro figurava certo V...14 Colla scorta di questo libro si ha saputo condurre e Sovrani, e Governi in quell’infausta clemenza, per cui restò annientata la penna[!] di morte, ed ogni severità di cas- tigo, col filosofico principio che la pena non estirpa il delitto, tacere si fece il senso comune, che insegna apportare la Pena minorazione di Delitti, come l’impunità un sommo riguardevole aumento. [p. 19] Il nuovo Sistema Criminale che il Massonismo trasfuse nei Pubblici Uffici, incoraggì[!] gl’Agenti della Setta ad intraprendere arditamente, impudentemente la seduzione dei popoli, alienandoli dall’affetto al loro Principe, coll’esagerare li gravi disordini del Governo, riscaldandoli colle illusorie imagini dei Beni che ritrarrebbero governandosi da se stessi, ed affascinando le menti degl’ambiziosi, e degl’avvidi con idee chimeriche; e qual Oragano che velocemente tutto spianta, e rovescia si venne ad annientare quanto in tanti secoli la ragione, la Giustizia, e la Religione avevano stabilito per la felicità delle Popolazioni. Tutto a nuovi sistemi riducendo, cambiare si fecero le antiche massime, non che i costumi, colla malefica prevvidenza di fare educare la Gioventù nei principj della funesta moderna filosofia. Quindi non si riguardò più l’utile inseparabile dall’onesto per renderlo certo ed assi- 2/2015 HIRAM 14 Potrebbe riferirsi a Pietro Verri (1728-1797), autore peraltro delle Osservazioni sulla tortura che influenzarono il pensiero del Beccaria, al quale venne attribuito la prima edizione anonima di Dei delitti e delle pene. Non si può escludere, anche se la prima ipotesi pare più probabile, che l’autore faccia riferimento, invece, a Voltaire, autore di un’opera di commento agli scritti del Beccaria, intitolati Commentaire sur le traité des délits et des peines, 1766. Su Beccaria e l’argomento della riforma del sistema delle pene nel ‘700 esiste una ricchissima bibliografia. Mi limito qui ad indicare il contributo di Elio Monachesi, “Pioneers in Criminology. IX. Cesare Beccaria (1738-1794)”, in The Journal of Criminal Law, Criminology, and Police Science, vol. 46, n. 4 (1955), pp. 439-449. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 48 • 48 • 2/2015 HIRAM curato, e per non cadere nel caso di perdere col mal acqui- stato, an-[p. 20]che il proprio; non più si considerò la Prudenza inseparabile dalla Giustizia, per conservarsi la stima, e la fiducia universale; non più pervenire alla gloria coll’essere effettivamente tali quali si desidera d’essere creduti, non più necessaria la Religione per guida delle proprie azioni, onde esempio ne ritraggano gl’altri, ma essere utile quel che solo apporta avvantaggio, senza aversi riguardi ai mezzi che s’impiegano per ottenerlo, né alle conseguenze che derivare devon valendosi degl’inganni, e delle frodi per verificarlo. Riguardarei prudente quello che nasconde le sue intenzioni, onde condurle al divisato effetto senza ostacoli, procurando occultare li mezzi ributanti impiegati a riu- scita dell’intraprese mire. Pervenire alla gloria con azioni strepitose, qualunque sia il sentiero che seguire di debba per giungervi. E la guida delle azioni degl’uomini si asserì non derivare da superstiziosi principj di Religione, ma dalle Massime Filosofiche seguendo li diritti di natura. Così si andò a formare il cuore e la mente [p. 21] di quella Gioventù che coll’andare degl’anni pervenuta negli uffici Governativi adottare fece una nuova Politica, da cui in parte derivarono alle Sovranità, in presente non esistenti, gl’infortunj sofferti. La classe degl’Ingannatori Attivi ignorantemente è non v’ha dubbio, molto più numerosa dell’altra, perciò un maggior numero di questi trovansi nei Pubblici Uffici, però sempre diretti, e condotti dagl’Attivi scientemente. Quantunque questi Ingannati non sieno mai pervenuti alla cognizione delle mire inique della Setta, ed intimamente per proprio sentimento inca- paci sieno d’azioni contrarie al dovere, e all’onore; null’ostante la forza dei prestati giuramenti, la lista degl’assassinati per Ordine Massonico e la destrezza degl’Attivi scientemente nel farli agire separatamente in materie diverse; senza potere traspirare, o sospettare le tendenze delle direzioni che gli si fecero seguire, li resero Agenti assai perniciosi alla Religione ed alla Sovranità. Benchè tutti li Franchi Muratori non sieno dello stesso reo calibro tutti però devono pre-[p. 22]starsi al preteso bene dell’umanità, coi principj della Libertà e dell’Eguaglianza, che i fatti seguiti riconoscere li fecero conduttori ai Latrocini, ed agl’eccessi sperimentati. In conseguenza ambe le Classi concordi furono, a procurare un libero corso ai libri nocivi, a diffonderli, e sostenerli, patrocinando li stampatori confratelli che li producono, e che li spacciano, ad insinuare massime nuove ai loro respettivi Governi, a procurare d’introdurre nei Pubblici Uffici gl’Individui della Setta, lasciando languire gl’onesti, e perseguitando quelli che inimici di Essa si dimostrarono, ad incoraggiare il delitto, non castigando per umanità il delinquente, a condurre gl’affari interni ad irritamento delle Popolazioni, e gl’esterni in modo di porre respettivamente in diffidenza un Gabinetto dell’altro, onde concordia non regnasse, e distratti venissero li Sovrani dalle importantissime riflessioni delle circostanze presenti, per impedire le conseguenze lontane, che metafisica moderna Politica fece sos-[p. 23]pettare ch’arrivare potessero ma sostanzialmente per impedire la cognizione del sommo pericolo, nel quale li Principj si trovavano, e per allontanarli da quelle risoluzioni a salvezza HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 49 • 49 • “La causa e gl’effetti”. Un anonimo libello anti-massonico di fine Settecento, P. Mancuso della propria vita, e della propri Autorità, che necessariamente li avrebbero portati a determinazioni analoghe ai tempi ed alle combinazioni nelle quali erano. A comprovazione ch’erano infettati di Massonismo li Pubblici Ufficj, debbo fare riconoscere che informati erano li Sovrani delle intenzioni della Setta a loro discapito, e che dietro le cognizioni delle ree mire delle medesima, varj Governi, (sen.za[!] ottenerne verun imaginabile effetto) ordinarono con robuste Decretazioni, ed Inquisizioni di estirparla interamente. Per fatto Pubblico la Setta incominciò ad essere sospetta nel 1735. Nel 1745 fu Pubblicato in Amsterdam, o altrove sotto quella data un libro col titolo. L’Ordre des Francs-Maçons trahis & le Secret des Mopses revelé. Nel 1747. dallo stesso Autore15 pu-[p. 24]re colla data di Amsterdam fu pubblicato un secondo libro col titolo: Les Franc Maçons Ecrasés Suite du livre intitulé l’Ordre des Francs-Maçons trahis, traduit du latin16. Affine che la malizia Massonica non tenti di far passare questi due libri stampati recentemente con un’antidata, mi credo in dovere di avvertire, ch’ambi due si trovano epilogati nel Dizionario Pivati nel Tomo VI dalla pagina 885. alla pagina 92917. 2/2015 HIRAM 15 Si tratterebbe dell’abbé Larudan – nome fittizio (in realtà mero anagramma), sotto il quale si celava l’identità di Henri-Charles Arnauld de Pomponne (1669-1756), terzogenito del ministro per gli affari esteri della corte di Parigi, tale Simone Arnauld de Pomponne, ed egli stesso, tra gli altri incarichi ricoperti in vita, ambasciatore di Francia a Venezia. Su Larudan/de Pomponne si veda Dictionnaire universel de la franc-maçonnerie, sous la direction de D. Ligou, Presses Universitaires de France, Parigi, 1974 (riedita nel 2006), p. 959. È molto più probabile che in realtà l’opera sia stata scritta da Giovanni Gualtiero Bottarelli, monaco benedettino; si veda a tal proposito Carlo Francovich, Storia della massoneria in Italia dalle origini alla rivoluzione francese, Firenze, La Nuova Italia, 1974, p. 62, Pruneti, La sinagoga di Satana, cit., p. 36 e A.A. Mola, Storia della massoneria italiana – Dalle origini ai nostri giorni, Milano, Bompiani, 1992-2008, p. 49. È in quest’opera che si attesta uno dei primi riferimenti ad Oliver Cromwell quale vero fondatore e ideatore della Massoneria quale strumento di dominio e conquista politica repubblicani. Per maggiori informazioni si veda Margaret C. Jacob, Massoneria illuminata – Politica e cultura nell’Europa del Settecento, Torino, Einaudi, 1995, 37-41 [traduzione dell’originale inglese, Living the Enlightenment – Freemasonry and Politics in EighteenthCentury Europe, Oxford, Oxford University Press, 1991, a cura di Piero Arlorio] e su Larudan/de Pomponne, Dictionnaire universel de la franc-maçonnerie, sous la direction de D. Ligou, Presses Universitaires de France, Parigi, 1974 (riedita nel 2006), p. 959. 16 Entrambi i testi possono esser consultati on-line presso il sito di Google books [http://books.google.com/]. 17 Si tratta del Dizionario scientifico e curioso sacro-profano edito in dieci volumi da Gianfrancesco Pivati tra il 1746 e il 1751. Su Pivati e l’enciclopedismo italiano si veda S. Garofalo, L’enciclopedismo italiano – Gianfrancesco Pivati, Ravenna, Longo, 1980. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 50 • 50 • Giudico opportuno di qui riportare alcuni Paragrafi che si trovano nel secondo dei due accennati libri. [p. 25] ORIGINALE Nella Prefazione a carte VIII18 Violà Messieurs les Franc Maçons ce que vous pouvez dire de plus propre a[à] donner le change au Public. Mais par un sort fatal vous avez a faire a un homme qui connoit a fond vos souplesses & vos ruses, qui perce a travers la merveilleuse dissimulation de votre conduite, qui comprend dans toute leur etendu les sens cachés sous vos subtiles & nombreuses allegories... TRADUZIONE Ecco Signori Franchi Muratori ciò che potrete dire al Pubblico. Ma per un destino a voi fatale, avete da fare con un uomo che conosce a fondo le vostre attività, e le vostre furberie, che penetra a traverso della vostra portentosa dissimulazione, e delle vostra condotta, che comprende in tutta la sia estensione li sen-[p. 26]si nascosti sotto le vostre firme e moltiplici allegorie. A carte IX Fasse le Ciel, qu’apres avoir été ainsi forcés, comme Protee, vous l’imitè, non en vous precipitant dans la Mer, mais en abolissant votre Ordre, en renonçant a vos chimeriques & gigantesques projets, & que a l’avenir il ne soit plus parlé de votre Societé ni en bien, ni en mal. Après ce voeu que je fais du fond de man[!] coeur pour l’avvantage de genre humain, je vais...... Faccia il Cielo, che dopo essere stati forzati in tal modo, come Proteo, voi lo imitaste, non già col precipitarvi nel mare, ma abolendo il vostro Ordine, e rinunciando alli vostri chimerici, e giganteschi progetti, e che all’avvenire non sia più parlato della vostra Società, nè in bene, nè in male. Dopo questo voto ch’io fo col più profondo del mio cuore per l’avvantaggio del genere umano, io vado...... [p. 27] A carte 5. En un mot, il falloit un Cromvvel[!] pour y reussir, un genie aussi vaste que le sien, pauvoit seul embrasser un projet de cette importance, & perpetuer les moyens de le soutenir jusque a l’execution surprenante qui etonant l’univers par la plus terrible des metamorphoses, eut 2/2015 HIRAM 18 Nei brani in francese che seguono si registrano numerosissime discrepanze di carattere ortografico, in particolare l’omissione di accenti e cediglie. Come per il resto del testo italiano, anche qui per facilitare la lettura si è deciso non segnalarle se non nei casi più eclatanti o di possibile duplice significato. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 51 • 51 • “La causa e gl’effetti”. Un anonimo libello anti-massonico di fine Settecento, P. Mancuso In una parola non vi[!] voleva che un Cromvello per riuscirvi, e solamente un genio sì vasto quant’era quello, poteva abbracciare un progetto di quest’importanza; perpetuando li mezzi di sostenerlo fin alla sua sorprendente esecuzione, che doveva sbalordire l’Universo, colla più terribile delle Metamorfosi, on-[p. 28]de quell’ombra ambiziosa[!] restasse finalmente soddisfatta nella tomba, se il colpo improvviso ch’oggi le porta impedimento, non facesse forse aprire gl’occhi, e vedere il turbine ch’ogni giorno grandisse[!], e svegliare non facesse delle Potenze addormentate sull’orlo del precipizio. Del resto non si s’imagini[!] che la singolarità del carattere di questo inimico dei Re, mi faccia… A carte 9.10 Ici le lecteur attend sans doute avec impacience l’explication de cetto Doctrine, il me demande deja quelle Science assez subtile, & assez profonde, quel art ch’armante & inconsevable a pu rassembler dans una mêmê Secte les partisans d’une infinité d’autres, & devenir le lien miraculeux & universel qui le reunies toutes sans prejudice d’aucune, en voici les points principaux l’Egalité, & la Liberté..... Qui il lettore, non vi ha dubbio, con impazienza attende la spiegazione di questa Dottrina; Egli già mi [p. 29] ricerca qual Scienza così sotile, e così profonda, qual arte lusinghiera, ed inconcepibile ha potuto unire insieme nella stessa Setta li partigiani d’una infinità d’altre, e riunirsi tutti senza verun rispettivo pregiudizio, con quel legame miracoloso e generale. Eccone li punti principali l’Eguaglianza, e la Libertà…… A carte 16. La Politique a trouvé a propor d’introduire d’abord cette liberté, & cette Egalité parmi les freres, de l’y fomenter, de l’y perpetuer sans’interruption[!] jusqu’a ce que la Societé suffissament affermie puisse enfin rassembler sous ses drapeaux l’Universe entier..... La Politica trovò a proposito d’introdurre questa Libertà, e questa Eguaglianza fra li Confratelli, di fomentarla, di perpetrarla senza interruzione, fin’a che la Società abbastanza assodata, potesse finalmente riunire sotto le sue insegnie l’universo intero. [p. 30] A carte 93. Plaise au Ciel que ce livre ne soit pas pour le Princes, & pour le Monde un aussi bon Prophet que l’a été pour l’Angleterre le livre..... Piaccia al Cielo che questo libro non sia per li Principi, e per il Mondo, un sì buon profeta, come lo fu per l’Inghilterra il libro.... 2/2015 HIRAM enfin satisfait dans le tombeau cette Ombre ambitieuse, sans le coup imprevu qui la traversant aujour d’hui, fera peut etre ouvrir les jeux sur l’orage qui se grossit chaque jour, & reveillera des Puissanses endormie au bord du precepices. Au reste qu’on ne se imagine pas que la singularité du caractere de cet Ennemi de Rois me fasse..... HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 52 • 52 • Dagli’accennati Paragrafi chiaramente si riconosce che nell’Epoca in cui scrisse l’Autore, era la Setta scoperta, e decisamente manifeste le sue tendenze a danno della Sovranità, e del genere umano. Passeremo ora a riscontrare i tempi nei quali alcuni Governi emanarono le loro Sovrane Risoluzioni contra la Massonica Setta, ordinando le opportune Inquisizioni per giungere ad estirparla Nel 1735. In Olanda. Nel 1737. In Gand. Nel 1737. In Manheim. Nel 1738. In Roma dal Sommo [p. 31] Pontefice Clemente XII. colla Bolla in data 26. Aprile 1738. che incomincia in Eminenti. Nel 1743. In Vienna. Nel 1748. In Costantinopoli. Nel 1751. In Roma nuovamente dal Pontefice Benedetto XIV. colla Bolla 18. Maggio 1751. che incomincia Providas Romanorum Pontificum. Nel 1751. In Spagna Nel 1751. In Napoli Nel 1748. e 1785. in Monaco. quel Pio, ed umano Sovrano avendo ritrovate nella sorpresa loggia delle carte interessanti le Sovranità tutte, si diede il pensiero d’informare le Corti Europee di quanto era pervenuto a sua cognizione, in riguardo dell’Instituto Massonico. Nel 1785. In Venezia venne scoperta la Loggia dei Franchi Muratori, ove si trovò la Lista degl’Individui che la componevano. Il Tribunale degl’Inquisitori di Stato al quale 2/2015 HIRAM 19 Così nel testo. apparteneva la materia, condotto (come tutte le altre Sovranità) dalle stesse insinuazioni, dalle stesse illusioni, dalle stesse massi-[p. 32]me, e dalle solite false risultanze, non solo non diede verun esempio imponente, ma si limitò al solo esilio del Napoletano Michele Sessa, dell’Augustano Carlo Konic, e del Maestro di lingua francese nel Collegi Militare di Verona Mr. Jovre, lasciando in Venezia impuni, ed esercenti li loro riguardevolissimi ufficj, quelli che risultarono dalla Lista antedetta Franchi Muratori in gradi superiori. E per verità dopo seguita la Rivoluzione in Francia, dopo che i Giornali di Parigi manifestarono che il Secreto della Setta era svelato, e che conoscevasi dove mirava la Libertà e l’Eguaglianza, ogn’uno potrebbe presumere con ragione derivata la disgrazia Veneta dall’avere lasciati nel Senato questi individui, che pel piccolo loro numero era ben facile d’escomiarli; ma quand’anche per dovere d’ufficio allora, o in seguito si avesse avuta questa prudente e necessaria avvertenza si sarebbe forse sottratta la Repubblica dall’avvenimento sopraggiuntole? Chi impar-[p. 33]zialmente vorrà riflettere alle circostanze, ed ai fattii succeduti, con molta facilità resterà convinto, che se il Senato fosse stato tutto composto di Demosteni, e di Soloni, non poteva mai far sfuggire alla Veneta Sovranità quanto una Setta prepotente disorganizzando la Politica Europea, annientando la Religione, il buon costume, e l’ONORE19, HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 53 • 53 • “La causa e gl’effetti”. Un anonimo libello anti-massonico di fine Settecento, P. Mancuso fece arrivare alla Francia, al Belgio, all’Ollanda, a molte sovranità della Germania, alla Lombardia Austriaca, al Modenese, allo stato della Chiesa, alla Svizzera, a Malta, a Genova, al Re di Sardegna, al Re di Napoli, al Gran Duca di Toscana, ed all’Egitto20. Nel 1789. In Napoli nuovamente. Nel 1790. Rinnovaronsi in Roma le inquisizioni per lumi ritratti dal processo Cagliostro21 Nel 1790. In Nizza. Nel 1790. In Augusta. 2/2015 HIRAM 20 Non è chiaro perché l’autore si soffermi così lungamente su Venezia e offra, al contrario, solo indicazioni sommarie circa altri luoghi italiani ed europei in cui la Massoneria venne perseguitata. Come già anticipato nella parte introduttiva di cui sopra, si potrebbe pensare che l’anonimo abbia conosciuto più da vicino quanto avveniva nella città del Serenissimo governo, magari perché in essa residente, financo solo temporaneamente, o perché in contatto con individui colà residenti. Per quanto non fattore dirimente la questione, è da considerare che delle sei copie oggi esistenti ben tre si trovano proprio nella capitale dell’ex Repubblica dei Dogi. Per maggiori informazioni si veda Francovich, Storia della massoneria, cit., pp. 71-77 e 138. Sulla Massoneria a Venezia esiste una bibliografia generosa, anche se molti dei contributi, in special modo quelli più recenti, si limitano a riportare e riformulare quanto già ben individuato in passato. In tal senso gli studi di maggior rilievo sono quelli di R. Gallo, “La Libera Muratoria a Venezia nel ‘700” in Archivio Veneto, LX-XI, (1957); F. Trentafonte, “Giurisdizionalismo, Illuminismo e Massoneria nel tramonto della Repubblica Veneta”, in Deputazione di Storia Patria per le Venezie, 1984 e R. Targhetta, La massoneria veneta dalle origini alla chiusura delle logge (1729-1785), Udine, Del Bianco, 1988, dai quali hanno in vario modo attinto E. Guidorizzi, “Massoneria, Carboneria, Risorgimento fra Daniele Manin e Niccolò Tommaseo”, in Quaderni Veneti, nn. 31-32 (2000), pp. 29-33; P. Del Negro, “Carlo Goldoni and Venetian Freemasonry”, in Italica, vol. 80, n. 2 (2003), pp. 166-174, poi comparso in lingua italiana sotto il titolo di “Carlo Goldoni massone?”, in Chioggia: rivista di studi e ricerche, n. 30 (2007), pp. 7-16; A. M. Cadel, Venezia e la massoneria nel ‘700, Venezia, Centro internazionale della grafica, 1995; L. Urban, La massoneria da Goldoni a Casanova, Venezia, Centro internazionale della grafica, 2003; N. Agostinetti, Massoneria e società segrete nel Veneto del sette-ottocento, Padova, Edizioni del Lombardo Veneto, 2004 e a cura di L. Danesin, Massoneria e illuminismo a Venezia – Carlo Goldoni e le Donne curiose, Atanòr, Roma, 2008. Di particolare interesse sono gli ottimi studi di F. Barbierato, “La bottega del cappellaio: libri proibiti, libertinismo e suggestioni massoniche nel ‘700 veneto”, in Studi veneziani, n.s. XLIV, 2002, pp. 327-366 e A. Bernardello, “Massoni, democratici, giacobini? La confederazione feudale di Hannover (1772-1800)” in Studi veneziani, n.s. LIV, 2007, pp. 169-215 nei quali vengono messi in evidenza importanti legami tra il partito riformatore veneziano – in buona parte poi filo-francese – la Massoneria e i filoni del pensiero religioso giansenista e indipendente. 21 Ossia Giuseppe Giovanni Battista Vincenzo Pietro Antonio Matteo Balsamo, detto Cagliostro, senza dubbio una delle figure più affascinanti e al contempo controverse sia in ambito latomistico che profano. La vicenda giudiziaria nei confronti di Cagliostro accusato di una pletora di crimini tra cui si include la magia e soprattutto l’eresia, si concluse con la sua carcerazione nel 1791. Morì nel 1795 a causa delle estreme condizioni sofferte durante la detenzione presso le carceri HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 54 • 54 • Malgrado le cognizioni dei Governi che li portarono alle indicate determinazioni, e malgrado le instituite Inquisizioni per estirpare la Setta, avendo la medesima conti[p. 34]nuato il suo lavoro con tanta efficacia che giunse a verificare in parte il fine propostosi, ogni uomo di mezzano intendimento comprenderà facilmente ch’una Congiura scoperta contra il Trono, e la Chiesa, non poteva mai più essere nociva, né pervenire a verificare il suo progetto senza la collusione degl’Ufficj incaricati di vegliare per discioglierla, che la lasciarono tranquillamente agire, e conviene dirlo, senza che fossero gl’Ufficj stessi d’intelligenza per fare sbalzare dal Trono il proprio Sovrano. Potrebbe taluno desumere che le cognizioni pervenute ai Governi delle intenzioni della Setta, derivassero dalla vigilanza appunto di chi pressiedeva nei Pubblici Uffici, perciò non posso fare a meno d’indicare che il merito delle fatte scoperte fu tutto della Corte di Roma, col mezzo dei suoi Nunzj Apostolici, o con quello di altre figure Ecclesiastiche, e specialmente dei Gesuiti finchè esisterono. Le Rivoluzioni accadute furono tutte dal Massonismo condotte col-[p. 35]li stessi mezzi, cioè coi pestiferi principi della Libertà e dell’Eguaglianza. Niuna differenza apportando la varietà del Clima, del suolo, dei costumi, delle costituzioni, e delle leggi. Con eguali forme si trassero sempre alle stessa dissoluzione li Governi Monarchici, e Ministri, e le Repubbliche, infiammando col medesimo fanatismo Cattolici, Protestanti, e Musulmani. Alcuni di quei Principi strascinati dai loro Maestri nella Setta, ed inebriati dai moderni Filosofici Sistemi, ch’erano chiamati dai confratelli Commediante, Avvocato, Macellajo, Fabro, Birajo ec. coll’amoroso titolo di fratello, vennero dai medesimi fraternamente e filosoficamente assassinati, o almeno deposti, ed obbligati ad abbandonare le Scettro, ed andare raminghi senza sussistenza. Parimenti moltissimi Individui della Setta furono massacrati, o temendosi il loro ravvedimento, o volendosi in tal modo minorare il numero dei pretendenti alla ripartizione dei furti commessi, che sostanzialmente resta-[p. 36]rono nelle mani delli Capi Direttori l’azienda Politica, e Militare della Setta, finchè non riusciva ad’altri di fare trucidare, o sbalzare dal loro posto quelli che in Autorità si trovavano per rimpiazzarli. Giunta la Massoneria a stabilirsi in Sede Imperante assumendo un Dispotico Governo, che denominò Democratico, spiegando in Esso le Massime, gl’amblemi, e le allegorie della Setta, spinse la Armate Massoniche nei luoghi rivoluzionari per scac- 2/2015 HIRAM papaline di San Leo, oggi in provincia di Rimini. A lui si deve la creazione della Massoneria di Rito Egizio. Sulla figura di Cagliostro rinvio al recente volume di P. Faulks e R.L.D. Cooper, Cagliostro – Il mago massone – Vita e morte del conte di Cagliostro e il suo Rito Egizio, Roma, Edizioni Mediterranee, 2011 (edizioni italiana dell’originale inglese The Masonic Magician, Londra, Watkins Publishing, 2008). HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 55 • 55 • “La causa e gl’effetti”. Un anonimo libello anti-massonico di fine Settecento, P. Mancuso nata non repressa licenza può fare arrivare ove non esista in fatto Governo. Il malvagio protetto, prescelto, e sostenuto; l’onesto negletto, burlato, e disprezzato; languide Autorità senza norme, senza mezzi, e senza facoltà; l’onore e la capacità non considerate, fecero incontrare per ogni dove uno si rivolse miseria, disordini, e desolazioni. La figliale obbedienza distrutta, la domestica subordinazione estinta, figli sviati, mogli sedotte, donne rapite, ordini non eseguiti, metodi nuovi, delitti impuniti, e continuate violenze sono le conseguenze dei nuovi Sistemi. Per apparenti principj d’Eguaglianza, ma sostanzialmente a maggiore depressione del buon costume, maliziosamente introdurre si fece maligna moda di Vestiario, che l’incauta Gioventù Nobile, e Civile adottò spensieratamente non conoscendo che strascinarla si volle in bassi sentimenti per facilitare gl’insulti, e per farle perdere con esteriori insegne Giacobine la stima de’ [p. 39] suoi compatrioti onesti, e quella degl’esteri. Ed in fatto è ben ributtante di vedere un Cavagliero presentarsi al pubblico vestito da Marinaro, da Perucchiero, e come la vil Plebe, contrafacendo la naturale sua fisionomia coi capelli, e colla barba per renderla simile a quella degl’assassini, che con tale aspetto pretesero d’impor terrore alle persone. Ugualmente le donne per mania della moda dallo stesso principio partita non hanno riguardo di farsi vedere nelle pubbliche strade, al passeggio, e per fino nelle Chiese in quel modo indecente che in altri tempi nemmeno le meretrici ardivano mostrarsi. 2/2015 HIRAM ciarne li legittimi Sovrani, e per premiare le Popolazioni, che li facilitarono l’ingresso, collo spoglio generale delle loro sostanze. Sicchè la Democrazia non fu, e non è che la Sede imperante dell’Instituto Massonico. Se la Democrazia fu un Governo ladro, rubate avendo le Proprietà del legittimo Sovrano, e le sostanze delle tradite popolazioni, ne deriva che lo scopo massonico mirando alla Democrazia, mirava all’usurpo delle altrui Autorità, ed alla derubazione delle sostanze pubbliche, e private dell’Universo intero. [p. 37] A riscontro dell’infezione delle Università, sarà bastante rammemorare la condotta delle Università di Lovanio, d’Ingolstad, ec. li Weishaupt, li Tamburini, ec. non che gl’Eroi della Democrazia in ogni e qualunque parte Democratizzata, essendo a pubblica cognizione che il maggior numero degl’accaniti, furenti Democrati[!] furono sempre gli Avvocati, li Medici, li Professori, in sostanza li Legali, che il latte filosofico ricevuto avevano nelle Università, idolatrando e seguendo quei principj, che soli rendevano possibile ad essi il passaggio dallo stato mercenario, a quello imperante vagheggiato per ambizione, e interesse. Non intendo con ciò stabilire la massima, che chi fu educato in un Università, debba necessariamente essere malvaggo[!], ma ricordo questi fatti soltanto per comprovare che le Università erano infette. Rovesciati li Governi, fattasi perdere la Religione, esaltati li cervelli con erronei prinicpj, presero profonde radici la temerità, gl’arbitrj, il monopolio, il libertinaggio, la [p. 38] violenza, e tutto ciò che sfre- HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 56 • 56 • 2/2015 HIRAM Cambiaronsi li Vocaboli di tutte le azioni infami, e per esempio il delitto di Stato, e l’alto tradimento presero il nominativo Opinioni Politiche, ec. Si ritrovò il Nominativo Allarmista per quegl’Uomini onesti, che Spirito di Religione e di Sudditanza, li portavano a declamare contra gl’innovatori, ed i fanatici, ec. Per conservare l’orgasmo delle [p. 40] popolazioni si cercò di finire di distruggere l’Altare col levare la sussistenza ai di lui Ministri, coll’annientare il castigo, onde gl’inganni, la frode, la mala fede, l’inobbedienza, e la violenza abbiano libero corso, col non reprimersi le gravi trasgressioni dei Venditori, la di cui avidità angaria riflessibilmente il popolo, col non purgare le Città da un considerabile stuolo di vagabondi a carico della popolazione, per sostenere sempre vivo il sentimento della scontentezza, ed aumentare l’impotenza delle Pie Instituzioni a suffragare li Poveri, col non vegliare alla sicurezza delle persone, col non aversi considerazione per quei miseri che senza loro colpa cederono in decisa e grave indigenza, non dirò di più, bastandomi di avere chiamato il lettore a vedere di volo gl’effetti derivati dai filosofici Massonici Sistemi, che certamente ripullulare continuamente si vedranno finchè rivivere non si faccia ciò che la rea Setta fece cadere in obblio, vale a dire Inquisizione, e Forca. FINE HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 57 Giuseppe Mussi: il Nathan milanese di Marco Cuzzi Università degli Studi di Milano P The city Council of the member of the Radical (left-liberal) Party Giuseppe Mussi (major from 1899 to 1903) was the first democratic Council in Milan after a long clerical-moderate period and after the riots and the repressions of 1898. Mussi, freemason in his whole life, was a prominent member of Grande Oriente d’Italia, and became famous as the first one and the only freemason major in history of Milan. But, he was also the first major who had be able to make Milan more modern, right and European through a lot of social, administrative and cultural reforms. That’s why he can be considered a forerunner of Ernest Nathan, Grand Master of Grande Oriente d’Italia and major of Rome in 1907. Mussi and Nathan were both defeated by theirs main enemies: far left-socialists, moderates and clericals. They both adhere to largescale renewal projects as described under the “Pact of Rome” of 1890 among bourgeois reformist forces, inspired by Italian Freemasonry. So Mussi’s experience is linked to Nathan’s and later will unawares inspired the great season of reformist-socialist Emilio Caldara, major of Milan during and after the WWI. arlare di un “magistero Nathan” per Milano potrebbe in apparenza apparire un errore. Se con questa definizione si volesse intendere la riproposizione su scala nazionale della formazione di una giunta basata essenzialmente sull’alleanza tra i partiti della cosiddetta Estrema sinistra, ovvero socialisti, radicali e repubblicani, e sulla nascita di una maggioranza, più o meno solida, alla guida dei municipi, allora il caso milanese anticipa, e di diversi anni, l’esperienza di Nathan. Il blocco popolare della capitale fronteggiò un’alleanza clerico-moderata alle elezioni del 30 giugno 1907, ottenendo un risultato di assoluta parità. E solo il 25 novembre seguente, dopo una nuova tornata elettorale straordinaria, Ernesto Nathan veniva eletto sindaco di Roma.1 A Milano, l’Alleanza dei partiti popolari, nata dalla sofferta 2/2015 HIRAM 1 Maria I. Macioti, Ernesto Nathan. Un sindaco che non ha fatto scuola, Editrice Ianua, Roma, 1983, pp. 57-58. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 58 • 58 • convergenza tra le tre principali forze dell’Estrema, aveva vinto, e con una maggioranza più ampia, già il 10 dicembre 1899.2 In qualche modo Milano, e non sarebbe stata l’ultima volta, sembrava dunque porsi a capofila del grande movimento democratico-municipale che avrebbe investito l’Italia di Giolitti quasi fino alla vigilia della Grande Guerra. Da questo punto di vista, la città lombarda, alla svolta del secolo, viveva una nuova stagione assai più partecipativa nei confronti della cosa pubblica: quella mancanza di visione politica nazionale, evidenziata da Giulio Sapelli,3 che sembrava porre – e in seguito porrà – la classe dirigente lombarda ai margini dei “grandi disegni”, avrebbe subito una breve stagione partecipativa proprio negli ultimi decenni del XIX secolo. Una partecipazione economica, certo, ma anche politica e persino morale, almeno concentrata, come ricorda Giorgio Fiocca, sulla dimensione cittadina.4 Alla fede nelle capacità della scienza e della tecnologia facevano tuttavia da contrappunto le più sotterranee inquietudini di un uomo ormai laico, ma non per questo compiuto negli orizzonti puramente materiali. Il culto della nazione e quelli della modernità e del progresso si offrivano da questo punto di vista come paradigmi spirituali in grado di inserire la vita e le opere in un quadro nuovo di significati, che avevano declinazione peculiare e minore nei rinnovati miti ambrosiani del ‘fare’ e della ‘capitale morale’.5 Queste pulsioni, che Davide Bardelli definisce progressive,6 davano alle classi dirigenti il desiderio di porsi alla testa della crescita non solo industriale, ma anche politica, della città. Esaurito il compito di Torino, era ora Milano che poteva porsi alla guida di un nuovo processo di modernizzazione e secolarizzazione del Paese. All’austera capitale sabauda, così legata alle dialettiche tutte aristocratiche anche quando si trattava di imprenditoria, e così orientata alla sua antica funzione di capitale subalpina, e quindi particolare, Milano rispondeva con un dinamismo tutto europeo, ispirato soprattutto dall’esperienza francese, dove i rapporti tra le diverse classi dirigenti, ma anche tra i settori più 2/2015 HIRAM 2 Maurizio Punzo, Socialisti e radicali a Milano. Cinque anni di amministrazione democratica (18991904), Sansoni, Firenze, 1979, p. 68. 3 Giulio Sapelli, Storia di Milano vol. XVIII, Il Novecento, Istituto dell’Enciclopedia italiana, Roma, 1996. 4 Giorgio Fiocca, Il terzo partito: un aspetto della ‘milanesità’ in età giolittiana, in: “Passato e Presente”, n. 36, settembre-ottobre 1995, p. 39 e segg. 5 Daniele Bardelli, La ‘capitale morale’. Vitalità sociale e orizzonte municipale a Milano tra Otto e Novecento, in: Il cuore di Milano. Identità e storia di una ‘capitale morale’, a cura di Danilo Zardin, Rizzoli, Milano, 2012, p. 197. 6 Ibidem. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 59 • 59 • ampi della società, apparivano più informali, rapidi, arricchiti di senso pratico lontani da egemonie confessionali. Era una classe dirigente economica che solo in parte si basava sulla grande industria, contro una notevole diffusione della piccola imprenditoria, famigliare e artigianale. Criticata da un Crispi, che non comprendeva la freddezza con la quale la città lombarda accoglieva le sue squille coloniali, Milano rispondeva con un sempre maggior spirito associazionistico, con nuove e più laiche forme comunitarie: […] dispiegata nelle associazioni filantropiche, culturali e scientifiche, ma anche nelle società per azioni, nei gruppi sportivi, in quelli dediti alle attività ricreative e del tempo libero, [l’attività collettiva – NdA] agiva come antidoto al dilagare dell’individualismo (giudicato lo stato selvaggio dell’umanità) stemperandolo nell’affratellamento generato dalla tensione verso obiettivi comuni.7 Le relazioni collettive, dunque, avrebbero garantito un maggior benessere sociale. Al vecchio mondo familistico così legato alle classi aristocratico-rurali – retaggio dell’antica dominazione asburgica – la nuova Milano contrapponeva organizzazioni prodotte da desideri sociali trasversali. Desideri che si riversavano nelle istanze municipali: il desiderio delle classi lavoratrici, in primis delle Camere del La- Giuseppe Mussi: il Nathan milanese, M. Cuzzi voro, di migliorare le condizioni di vita, e quello di questa nuova borghesia dinamica, impaziente di ricevere dall’amministrazione servizi e infrastrutture efficienti. Il combinato disposto di queste istanze, avrebbe comportato la nascita a cavallo tra i due secoli di decine di associazioni di categoria imprenditoriale e di scuole tecniche (in primo luogo, il futuro Politecnico e l’Università Bocconi) e di iniziative associazioniste, filantropiche e d’impegno sociale: Società Umanitaria, cliniche del lavoro, quelle oftalmiche e quelle ostetriche, Istituto per i rachitici, Cucine economiche, Pane Quotidiano, istituti e biblioteche per l’istruzione popolare, Crediti agricoli e cooperativi, ricoveri notturni, asili pubblici, la Società per la cremazione. Il tutto, con l’impegno dei circoli mazziniani e della stessa Camera del Lavoro, che non a caso avrebbe partecipato – e sarà una partecipazione ben accettata – alla grande esposizione universale del 1906, l’apoteosi della nuova Milano.8 Tale processo registrò anche il vasto impegno delle logge massoniche milanesi, come la “Regionale Insubria” di Gaetano Pini (fondatore dell’Istituto per i rachitici), la “Cisalpina” di Carlo Teodoro Moneta (figlio del futuro premio Nobel per la pace), “La Ragione” di Paolo Porro. Un impegno, quello massonico (dove radicali, repubblicani e anche socialisti erano numerosi) 2/2015 HIRAM 7 Daniele Bardelli, cit., p. 199. 8 Lodovico Festa e Carlo Tognoli, Milano e il suo destino. Dalla città romana all’Expo 2015, Boroli Editore, Milano, 2010, p. 92. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 60 • 60 • concretizzato nel “Soccorso Fraterno”, associazione filantropica fondata dai massoni milanesi nel 1888 e diffusa in numerosi quartieri popolari allo scopo di trovare lavoro ai disoccupati nonché sussidi e ricoveri ai non abili, di proteggere i fanciulli dai maltrattamenti in famiglia e dallo sfruttamento sul posto di lavoro, di aiutare gli infortunati, di sorvegliare sulle condizioni d’igiene negli insediamenti più miseri.9 Si trattava dunque, per dirla con Lodovico Festa, di un welfare alla milanese,10 che pur vedendo impegnato anche il mondo cattolico (l’Opera Bonomelli, i gruppi di don Albertario) e i settori liberal-moderati (in primis il quotidiano conservatore La Perseveranza)11, vedeva spiccare per impegno una borghesia laica e progressista, gravitante intorno al quotidiano radicale Il Secolo del massone Carlo Romussi. Sussistevano infatti differenze di fondo tra la carità del blocco clerical-moderato – all’interno del quale, crescente appariva la componente cattolica nonostante il Non Expedit ancora in vigore – e la filantropia dell’alleanza in via di formazione di stampo democratico-progressista, alla quale per altro guardava con sempre maggiore interesse il riformismo socialista di Turati. Se il primo limitava il suo impegno a una risoluzione del problema specifico, evitando 2/2015 HIRAM 9 p. 127. 10 11 12 – salvo alcune eccezioni – l’eccessiva maturazione delle classi popolari, il secondo, animato da quello spirito associazionistico e progressivo che lo stava sempre più caratterizzando, leggeva l’intervento filantropico come il primo passo verso un coinvolgimento delle vaste masse popolari nella vita civile, allo scopo di trasformare semplici abitanti in cittadini consapevoli. L’interesse era molteplice: i riformisti interpretavano l’impegno come l’inizio di un percorso d’emancipazione sociale; i repubblicani come un rafforzamento di quella piccola borghesia artigianale sempre più sua classe di riferimento; i radicali come uno strumento di progresso economico ma anche un deterrente riformatore alle pulsioni rivoluzionarie e sovversive. La crisi di fine secolo e i moti del maggio 1898, quelli che Giosuè Carducci avrebbe definito, “le Cinque giornate di Milano alla rovescia”,12 rappresentarono la cesura e il punto di svolta della politica municipale milanese. Quelle giornate furono tante cose: il culmine delle grandi tensioni sociali dell’Italia postunitaria; l’ultimo drammatico tentativo del confronto politico tra le anime democratiche e conservatrici del Risorgimento; la diretta conseguenza dello scontro parlamentare ed extraparlamentare tra l’Estrema e i governi d’ispirazione Ambrogio Viviani, Storia della Massoneria lombarda dalle origini al 1962, Bastogi, Milano, 1992, Lodovico Festa e Carlo Tognoli, cit., p. 92. Daniele Bardelli, cit., p. 201. Paolo Valera, I cannoni di Bava Beccaris, Giordano Editore, Milano, 1966, p. XI. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 61 • 61 • post-cavouriana o crispina. Furono l’ultimo tentativo dei gruppi dominanti di reprimere le istanze democratiche e progressiste di una nuova borghesia imprenditoriale e sostenitrice di un’emancipazione politica e sociale delle masse come passaggio obbligato verso la modernizzazione del Paese.13 L’evento fu tragico, e avrebbe aperto un vasto dibattito all’interno delle forze politiche milanesi. Rischiando un certo schematismo, e al netto dell’evidente contrapposizione tra la massa dei manifestanti e il potere centrale rappresentato dalle truppe di Bava Beccaris e di Del Majno, le giornate alla rovescia furono anche, e alla luce del nostro contributo soprattutto, uno scontro tra due borghesie, la progressiva e la conservatrice. Per i radicali quei fatti non ebbero alcuna natura insurrezionale, e furono utilizzati strumentalmente dai moderati per chiedere una svolta autoritaria nella gestione della città. Era l’opinione anche di Giolitti, che stigmatizzò l’errore del sindaco Vigoni, dell’autorità militare e del potere politico centrale, i quali avevano confuso un malcontento sociale con un’insurrezione popolare.14 I liberal-moderati, quelli cioè più prossimi al sindaco e al presidente del Consiglio Di Rudinì, viceversa respingevano le accuse di aver voluto lo Giuseppe Mussi: il Nathan milanese, M. Cuzzi stato d’assedio ma lo considerarono ex post necessario. E anzi, ritenendo possibile una recrudescenza rivoluzionaria, ne chiedevano di fatto l’estensione temporale. Non tutti però erano concordi con tali posizioni: non lo era Eugenio Torelli Vollier, che infatti si era dimesso dalla direzione del “Corriere” (che così si era ricollocato accanto ai conservatori “Perseveranza” e “Sera”), e non lo era il deputato liberale Giuseppe Colombo. I cattolico-moderati condividevano le idee dei conservatori con la sola opposizione di don Albertario. Anche la Massoneria milanese si interrogò sui fatti del maggio ’98, e si consumò persino una dolorosa espulsione del gruppo democratico di Malachia de Cristoforis, in collisione con una Giunta centrale che sembrava essere caduta nell’equivoco moderato. Dal dibattito scaturito dal maggio 1898 si accese dunque la scintilla di una convergenza tra radicali, repubblicani e socialisti. La battaglia che avvicinò le diverse anime fu anzitutto la lotta per l’amnistia nei confronti dei detenuti politici: il repubblicano Chiesa, il radicale Romussi, i socialisti Lazzari, Valera e Kuliscioff. I leader del Psi Turati, Morgari e Rodani e il repubblicano De Andreis avevano ricevuto addirittura sedici anni di reclusione.15 Anche le logge milanesi “La Prandina”, di rito scozzese, e “La 2/2015 HIRAM 13 Mi permetto di citare: Marco Cuzzi, L’esercito e l’ordine pubblico. Il caso di Milano (1898), in: Le Forze Armate e la Nazione italiana (1861-1914), a cura della Commissione italiana di storia militare, Edizioni del Poligrafico dello Stato, Roma, 2003, p. 141. 14 Ugoberto Alfassio Grimaldi e Gherardo Bozzetti, Bissolati, Rizzoli, Milano, 1983, p. 62. 15 Rochat e Massorbio sostengono che tale cifra era inferiore al vero, e che si rasentava l’ergastolo (Giorgio Rochat e Giulio Massorbio, Breve storia dell’esercito italiano dal 1861 al 1943, Einaudi, Torino, 1978, p. 140). HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 62 • 62 • Ragione”, di rito simbolico, si schierarono per l’amnistia, suscitando ostilità da parte del Grande Oriente, attestato su posizioni governative.16 Si ottenne, il 29 dicembre 1898 un indulto generale governativo, che tuttavia non attenuò le attività del soggetto politico unitario scaturito dalla lotta stessa. Infatti, l’alleanza in nuce si batté per il ritorno della Società Umanitaria alla Fondazione Loria (Bava Beccaris l’aveva affidata a congregazioni religiose), e per la riapertura della Camera del lavoro. Se a ciò si aggiunge la difesa degli interessi dei periferici Corpi santi dell’hinterland rispetto ai progetti di un loro accorpamento nella città, condotta dalle forze dell’Estrema sinistra, possiamo affermare che alla vigilia delle elezioni amministrative del 1899, i partiti popolari milanesi avevano un sostanziale accordo non solo amministrativo, ma anche politico.17 Se la comunanza, almeno sul piano del programma di minima, tra socialisti e repubblicani era possibile, la vera novità stava nella presenza all’interno della compagine dei radicali. Questi ultimi, ampiamente animati dalle logge massoniche, si trovavano in una situazione affatto diversa da quella di altre città: a Milano mancava ad esempio quel trait-d’union della sinistra costituzionale di Giuseppe Zanardelli, che a Brescia aveva permesso al Partito radicale di allearsi con i moderati.18 A Milano, l’agognato terzo partito radical-liberale (ossia espressione di entrambe le anime borghesia, quella conservatrice e quella progressiva), proprio per l’assenza di un interlocutore comune era ormai impossibile; una lontananza dettata anche dall’alleanza tra liberal-moderati e clericali, che governava la città dal 1861 e che escludeva ogni rapporto con il laicismo radicale. Di nuovo, il ’98 aveva creato una frattura che fu, in ultima analisi, il volano dell’alleanza popolare tripartita del radicalismo con socialisti e repubblicani. Si sarebbe dovuta attendere la crisi economico-sociale del 1907 per assistere alla nascita di una terza forza “economica” lontana da qualsiasi pulsione dell’estrema, ma anche dalla politica nazionale, tutta concentrata su un municipalismo sempre più antipolitico.19 Alla base della convergenza del 1899 non vi fu soltanto una richiesta di ripristinare le libertà democratiche. L’alleanza tra le diverse anime dell’Estrema comportò un alzo del tiro, a favore di una nuova stagione di riforme. Sostenitore principale di tale politica fu il nuovo organo radicale, “Il Tempo” di Raffaele Gianderini, con l’esplicito sottotitolo di “giornale della democrazia italiana”. Il periodico sarebbe presto 2/2015 HIRAM 16 Ambrogio Viviani, cit., p. 148. 17 Maurizio Punzo, cit., p. 25. 18 Cfr: Roberto Chiarini, Zanardelli, grande bresciano, grande italiano. La biografia, Massaretti Rodella Editore, Brescia, 2004. 19 Cfr.: Giorgio Fiocca, cit. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 63 • 63 • È la democrazia tutta, nelle sue varie e autonome gradazioni, che comprende appunto e democratici e radicali e repubblicani e socialisti, è questo grande fascio delle forze popolari, questa formidabile collettività di chi vive fuori della setta moderata, che si prepara […] a far valere le sue aspirazioni, a ripetere il suo diritto.20 Il programma amministrativo venne definito nelle sedi socialiste, repubblicane e radicali. Il 28 maggio il giornale socialista “La Lotta” lo riassumeva come segue: L’Unione dei partiti popolari costituiva […] un ‘sacrosanto dovere’ per poter compiere insieme un ‘atto di pacificazione sociale, di riparazione, di giustizia’, ‘per ristabilire nel Comune il senso della moderazione civile, della tolleranza del pensiero, della solidarietà normale fra i cittadini’, dando vita ‘per un momento lasciando a parte le linee più proprie dei rispettivi ideali’, all’amministrazione che, per primo e principale ufficio, restituisca Milano alla sua vita serena, 20 21 22 23 Maurizio Punzo, cit., p. 43. “La Lotta”, 27-28 maggio 1899. Maurizio Punzo, cit., p. 57. Ivi, p. 71. normale, nella quale si ripigli dopo la tempesta la pacifica elaborazione dei particolari programmi delle diverse scuole politiche e sociali.21 Sia i socialisti sia i repubblicani decisero di lasciare ai radicali la guida della coalizione, rinviando l’eventuale ascesa a Palazzo Marino in anni a venire:22 fu questa una scelta astuta, che dimostrava quanta strada avevano fatto le forze “antisistema” nel capoluogo lombardo, consce che in quella fase storica la borghesia progressiva avrebbe potuto non solo ripristinare la legalità, ma rilanciare la città verso la sua modernizzazione. Una scelta che ben presto il Psi avrebbe preso al suo congresso nazionale di Roma, su proposta di Ivanoe Bonomi, estendendo così la sua disponibilità ad altre città. La posizione del Partito socialista fu così accolta da Guglielmo Ferrero, corsivista del radicale “Il Secolo”: Esso rappresenta ormai non più un’idea estrema, ma un’idea media, con la energia però con cui i partiti estremi affermano i loro programmi. Tra i socialisti e i fautori del colpo di stato e della monarchia quasi assoluta, esso diventa il partito della libertà, politica e economica.23 Il 10 dicembre 1899 l’Unione dei partiti popolari, con un programma incentrato sull’autonomia amministrativa e la riforma tributaria, vinceva le elezioni amministra- 2/2015 HIRAM divenuto la tribuna dell’alleanza popolare milanese, avvicinandosi sempre più ai riformisti. Il risultato sarebbe stata l’elezione del detenuto Turati alla Camera, il 26 marzo 1899, insieme al suo compagno Ciccotti e al radicale e massone Malachia De Cristoforis. Era giunto il momento di concretizzare gli sforzi: il 15 maggio 1899, in vista della tornata elettorale amministrativa, venne ufficialmente istituita l’“Unione dei partiti popolari”. Scrive Punzo: Giuseppe Mussi: il Nathan milanese, M. Cuzzi HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 64 • 64 • tive. Fu una vittoria netta: su 51 mila iscritti e 31 mila votanti, i partiti popolari ebbero 18 mila voti (circa 10 mila socialisti, 5 mila radicali e 3 mila repubblicani); 7 mila voti per i moderati e 5 mila per i cattolici. La nuova maggioranza elesse sindaco della città l’onorevole Giuseppe Mussi, radicale, già leader dei Corpi santi, un borghese sempre nemico dei moderati e dei clericali, che aveva perso il figlio Muzio nei moti di Pavia, alla vigilia di quelli di Milano.24 Mussi, nato a Milano il 2 gennaio 1836, laureato in giurisprudenza, era stato per vent’anni, salvo una breve pausa, sindaco di Corbetta. Cofondatore del Partito radicale con Felice Cavallotti, progressista intransigente e anticlericale, fu tenacemente anti triplicista e filo francese, sino al punto di accompagnare in rappresentanza del senato Vittorio Emanuele III nella sua visita ufficiale a Parigi dell’ottobre del 1903, evento di portata storica che avrebbe anticipato il viaggio in Italia del presidente Loubet l’anno seguente, emblema del riavvicinamento tra le due nazioni.25 Da sempre libero pensatore, Mussi si avvicinò alla Massoneria nel 1867 collaborando con il Gran Maestro Frapolli alla nascita della loggia “Universo”, la prima officina massonica destinata a concentrare tra le colonne gli esponenti politici della Roma liberata;26 tuttavia, la sua effettiva iniziazione avvenne solo nel 1871, presso la loggia milanese “Cisalpina-Cattaneo”. Mussi si sarebbe in seguito trasferito prima nella loggia “Libero Pensiero” di Abbiategrasso e quindi nella milanese “La Ragione”, per tornare infine alla “CisalpinaCattaneo”. In breve tempo la sue capacità sia profane che iniziatiche lo fecero emergere come uno dei principali esponenti milanesi della Massoneria: nel 1874 divenne Gran Maestro aggiunto, sotto il supremo maglietto di Mazzoni e con la gran maestranza onoraria a vita data a Giuseppe Garibaldi.27 Nel 1879 aveva partecipato alla fondazione della Gran Loggia del Rito simbolico, diventandone il primo Oratore e quindi, nel 1881, presidente effettivo, carica che mantenne fino al 1886.28 Mussi, ricorda Marco Novarino: 2/2015 HIRAM 24 Lodovico Festa e Carlo Tognoli, cit., p. 93. 25 Romain H. Rainero, La visita del presidente francese Loubet a Roma, in: Aspetti e problemi delle relazioni tra l’Italia e la Francia a cura di Romain H. Rainero, Ed. Unicopli Cuesp, Milano, 2005, p. 99. In tale occasione Mussi ebbe a dire: “Si tentò di dividere ciò che la natura volle congiunto da salde simpatie, ma il tentativo parve un delitto, quasi un fratricidio” (Il banchetto della fratellanza, in: “Il Secolo”, 15-16 ottobre 1903). 26 Aldo Alessandro Mola, Storia della Massoneria italiana. Dalle origini ai giorni nostri, Bompiani, Milano, 1992, p. 120. 27 Ivi, p. 182. 28 Marco Novarino, Progresso e Tradizione Libero Muratoria. Storia del Rito Simbolico Italiano 81859.1925), Angelo Pontecorboli Editore, Firenze, 2009, p. 72. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 65 • 65 • […] fu l’“ispiratore” della linea ‘politica’ della Massoneria ambrosiana nella stagione durante la quale essa assunse le posizioni più avanzate sul terreno delle misure sociali e del movimento per la pace, come emerse nel congresso massonico organizzato proprio in Milano nel settembre 1894, nel quale furono propugnate l’abolizione del diritto di eredità, la lotta contro il latifondo, la progressività dell’imposizione fiscale con la detassazione dei generi di prima necessità e altre provvidenze a favore dei ceti popolari. Tanto nel Rito quanto nell’Ordine Mussi rappresentava dunque l’anima più politicizzata, radicale e avanzata, trovandosi talvolta in disaccordo con il suo vicepresidente, Gaetano Pini, più moderato.29 Ostile al Lemmi e alla sua politica filo crispina, era uscito dall’Ordine con la piccola scissione simbolica del 1885, per rien- Giuseppe Mussi: il Nathan milanese, M. Cuzzi trarvi dieci anni dopo, schierandosi al fianco di Nathan. Pur condividendo molte posizioni degli ultra democratici di Malachia De Cristoforis, soprattutto nella polemica con Crispi, accusato di essere colonialista, filoclericale e autoritario, non li aveva tuttavia seguiti nelle secessione del 1895. Ma la sua attitudine alla mediazione e i suoi rapporti personali con il De Cristoforis avrebbero contribuito al ricongiungimento delle due anime, dieci anni dopo.30 Nel 1897, Mussi divenne Gran Maestro aggiunto onorario ad vitam del Grande Oriente, con Nathan Gran Maestro effettivo.31 In quella veste si oppose alla svolta autoritaria di fine secolo, seguitando a rappresentare l’anima più progressista e legalitaria dell’Ordine.32 Con un curriculum siffatto del candi- 2/2015 HIRAM 29 Ivi, p. 84. 30 Ivi, p. 156. 31 Fulvio Conti, Storia della massoneria italiana. Dal risorgimento al fascismo, Il Mulino, Bologna, 2003, p. 93. 32 Ferdinando Cordova, Massoneria e politica in Italia 1892-1908, Carte Scoperte, Milano, 2011, p. 60 e p. 67. Il milanese Giuseppe Mussi fu deputato di Abbiategrasso e poi di Milano (del centrale collegio Milano I) dal 1866, e in gioventù aveva sostenuto il federalismo di Carlo Cattaneo e Giuseppe Ferrari, collaborando con Felice Cavallotti. Fu uno dei fondatori del Partito radicale sotto il governo Depretis. Dal 1881 e fino al 1900 fu vicepresidente della Commissione centrale di beneficienza, l’ente amministratore delle casse di risparmio delle provincie lombarde, da sempre feudo moderato. Da quella posizione si batté per ottenere finanziamenti alle associazioni laiche benefiche milanesi e della regione. Nel 1894 fondò a Milano la “Lega per la difesa della libertà” in polemica con Crispi. Antitriplicista, anticolonialista e pacifista, collaborò con Ernesto Teodoro Moneta, futuro premio Nobel per la pace. In parlamento caldeggiò il decentramento amministrativo, il superamento dell’ortodossia liberista, il moderato intervento dello Stato in soccorso alle classi più deboli, la lotta al clericalismo. Dal 1897 fino al 1900 fu vicepresidente della Camera: da quell’ufficio fu tenace oppositore di Di Rudinì e delle scelte liberticide di fine secolo. Nel 1901 Vittorio Emanuele III lo nominava senatore. Giuseppe Mussi morì a Baveno, il 18 agosto 1904 (Elisabetta Colombo, Giuseppe Mussi, in: Dizionario biografico degli italiani Treccani in: http://www.treccani.it/biografie/ ultimo accesso febbraio 2015). HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 66 • 66 • dato sindaco, la loggia “La Ragione”, sotto il maglietto di Federico Rebessi, che aveva sostenuto attivamente la campagna dei partiti popolari, non poteva quindi che dichiararsi soddisfatta. E la soddisfazione venne ribadita in occasione delle elezioni politiche del 1900, che avrebbero visto un’ulteriore affermazione dei candidati dell’Estrema.33 Il ruolo della Massoneria milanese, così come anni dopo nella Roma di Nathan, risulta dunque tutt’altro che marginale, nella fase costruente dell’alleanza. Un dato significativo, fu che Mussi, il 26 ottobre 1903, quando era ancora sindaco di Milano, risulta nel piedilista della loggia milanese “Cisalpina-Cattaneo”:34 non avendo mai chiesto l’“assonnamento”, Giuseppe Mussi fu dunque l’unico primo cittadino massone della storia del capoluogo lombardo. Nasceva così a Milano l’esperienza dei blocchi popolari, chiamati in seguito “bloccardi” e “social-democratici”, in senso spregiativo, dai loro vari avversari. Alla luce di ciò, si potrebbe quindi affermare che la giunta milanese di Mussi, eletta nel 1900 e rimasta in carica – tra alterne vicende – fino al 1904, fosse non erede ma antesignana dell’amministrazione Nathan? Così è, se si dovesse affidare il ragiona- mento alla sola cronologia. E comunque, notevoli sono le differenze tra le due amministrazioni, a cominciare dalle diverse condizioni politiche nazionali (la giunta Mussi sale al potere con Pelloux; quella di Nathan sotto Giolitti). Ma anche le classi sociali di riferimento delle due amministrazioni erano differenti: i lavoratori milanesi erano bene definiti nell’ambiente operaio; a Roma, città del terziario, gli stessi erano per lo più artigiani, piccoli imprenditori, impiegati.35 E infine, diversi erano i rapporti di forza e la natura stessa dei partiti coalizzati, con una giunta Nathan assai più equilibrata rispetto alla Mussi, che invece risultava controllata dall’esterno dalla cospicua pattuglia consigliare socialista. Nonostante la presenza socialista, Mussi avrebbe inaugurato una stagione di moderate ma significative riforme improntate sulla cautela, come ricorda Punzo36. Il nuovo sindaco spiegò la moderazione riferendosi alle difficoltà finanziarie imposte dalla crisi che stava colpendo le municipalità: Noi siamo in un periodo di esperimento: per una parte l’incremento di alcuni servizi pubblici, la floridezza cittadina che riverbera utilmente i 2/2015 HIRAM 33 Ambrogio Viviani, cit., p. 153. 34 Vittorio Gnocchini, L’Italia dei liberi muratori. Piccole biografie di massoni famosi, Mimesis, 2005, p. 194. 35 Maria I. Macioti, cit., p. 56. 36 Maurizio Punzo, cit., p. 82. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 67 • 67 • suoi raggi sul gettito delle imposte locali, promettono risorse considerevoli […] dall’altra parte però l’incremento della vita cittadina, causa di futura prosperità, impone sacrifici.37 Eppure, le riforme, ancorché moderate, appaiono incisive. Furono approvate la municipalizzazione del servizio telefonico, che venne modernizzato insieme a quello postale, fu istituito un nuovo sistema d’approvvigionamento idrico e fognario, corretto il sistema tributario secondo il principio della “giustizia retributiva”, migliorate le condizioni igieniche dei quartieri più poveri, accresciuta l’assistenza sanitaria per i lavoratori, istituita la refezione scolastica e rafforzata la pubblica istruzione comunale. Ampio spazio venne dato all’Umanitaria, nel suo compito di istruzione professionale, e alla benefica Pane Quotidiano, e fu definitivamente inaugurato il progetto dell’Università commerciale di Ferdinando Bocconi. Vennero sistemati e razionalizzati gli scali ferroviari, in visione del previsto completamento del traforo del Sempione. Il sussidio comunale alla camera del Lavoro fu ripristinato, dopo il blocco dei finanziamenti imposto da Vigoni all’indomani del maggio ’98. Dunque una modernizzazione simile a quella delle grandi città europee ma, come ricorda Oscar Gaspari, nella città guidata dall’Alleanza popolare: Diversa era invece la scelta sul tipo di interventi ritenuti prioritari che […] era quello assistenziale-sanitario, dell’edilizia economica, della scuola; soprattutto infine […] la municipalizzazione dei servizi pubblici.38 La giunta Mussi terminò proprio su questo tema, nel dicembre 1903, quando il sindaco si dimise perché contrario a una municipalizzazione dell’energia elettrica che lui condivideva in linea di principio ma la riteneva prematura per questioni di bilancio.39 La giunta radical-socialista individuò in Giambattista Barinetti il successore a Mussi: il suo mandato si sarebbe però concluso con la sconfitta elettorale del 1904, che pose fine all’esperienza bloccarda nel capoluogo lombardo. Torniamo alla domanda di partenza. L’esperienza di Milano, che sarebbe sfociata in quell’Italia dei municipi che avrebbe dato origine all’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), della quale Mussi fu il primo presidente, fu dunque antesignana? L’affermazione non sarebbe corretta, anche perché l’esperienza milanese era stata anticipata a Parma, dove una giunta dei partiti popolari aveva da tempo innestato un radicale processo di riforme. Ma le giunte di Milano e di Parma sembravano appartenere a un più ampio disegno, una base lontana, che risale all’epoca del Patto di Roma del 13 maggio 1890, e che Oscar Gaspari, L’Italia dei municipi: il movimento comunale in età liberale, Donzelli, Roma, 1998, Ivi, p. 47. Maurizio Punzo, cit., p. 290. 2/2015 HIRAM 37 p. 46. 38 39 Giuseppe Mussi: il Nathan milanese, M. Cuzzi HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 68 • 68 • ribalta l’asserzione di partenza. Il patto tra le forze democratiche e riformiste voluto da Giovanni Bovio e da Arcangelo Ghisleri, che avrebbe dovuto rappresentare la piattaforma programmatica di una coalizione elettorale per la XVII legislatura, aveva tra i suoi scopi la saldatura degli interessi e delle opinioni della borghesia progressiva con quelli dei ceti popolari,40 in un vasto progetto di riforme che anzitutto avrebbero trovato una loro declinazione immediata proprio nel municipalismo. All’interno del documento finale del congresso, uno specifico paragrafo era dedicato infatti alle “Libertà amministrative – Decentramento”, nel quale […] “il più largo sviluppo delle autonomie locali, delle libertà amministrative” era descritto come “compimento armonico e necessario” della vita dello Stato; si chiedevano quindi la riforma della legge comunale e provinciale per aumentare l’autonomia dei comuni e provincie e l’eleggibilità di tutti i sindaci. E significativo appariva il riferimento ai provvedimenti finanziari e alle spese statali a carico dei comuni, battaglia pri- maria della futura giunta radical-socialista milanese.41 Fu dunque il Patto di Roma a innestare quel processo che avrebbe dato origine alla stagione municipale d’inizio secolo. Milano, la Milano dell’alleanza popolare di Mussi, traeva indiscutibilmente ispirazione da quel Patto, non a caso sostenuto dal milanese Felice Cavallotti. E che aveva tra i firmatari i due futuri Gran Maestri Ernesto Nathan ed Ettore Ferrari.42 Traspare ben netto il ruolo della Massoneria alla base del processo di democratizzazione e di modernizzazione dei comuni italiani che avrebbe investito il Paese, come ricorda il Mola,43 un ruolo attivo a Roma nel 1890, a Milano nel 1899, di nuovo a Roma alle elezioni del 1907, come segnala Cordova.44 Una Massoneria presente e attiva nel radicalismo democratico e nel mazzinianesimo più transigente e disponibile all’impegno amministrativo, entrambi aperti al più riformista dei socialismi nazionali. Fintantoché il riformismo avrebbe prevalso nel Psi, e la disponibilità a collaborare con le forze liberaldemocratiche sarebbe stata ribadita dai repubblicani, l’esperienza dei blocchi avrebbe proseguito. 2/2015 HIRAM 40 Emma Mana, La democrazia radicale italiana e le forme della politica, in: La democrazia radicale nell’Ottocento europeo: forme della politica, modelli culturali, riforme sociali, a cura di Maurizio Ridolfi, Feltrinelli, Milano, 2005, p. 213. 41 Oscar Gaspari, cit., p. 76. 42 Ibidem. 43 Aldo Alessandro Mola, cit., p. 221. 44 Ferdinando Cordova, cit., p. 252. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 69 • 69 • Sarà infatti l’affermazione di una maggioranza massimalista nella federazione socialista di Milano che da un lato isolerà i consiglieri comunali riformisti e dall’altro raffredderà le aperture deli partiti borghesi progressisti, sino a portare alla crisi della maggioranza e alle elezioni amministrative del novembre 1904, che videro la restaurazione clerico-moderata.45 Una vicenda che avrebbe trovato la sua declinazione romana con l’allontanamento dei socialisti “ufficiali” (ormai separatisi dagli ultrariformisti di Bissolati) dalla giunta Nathan, con la conseguenza, nel 1913, della fine anche di quell’esperienza. Al termine dell’amministrazione di Mussi, come di quella di Nathan, il blocco clerico-moderato – sempre più compenetrato dal sorgente nazionalismo – avrebbe riconquistato entrambi i capoluoghi: la recrudescenza clerico-moderata, alimentata anche dal Patto Gentiloni, avrebbe spinto il radicalismo a cercare alleanze locali con i socialisti. Non a caso, proprio in occasione del congresso ragionale lombardo della “Società democratica” (ovvero, del Partito radicale) tenutosi a Milano il 9 luglio 1913, il segretario regionale Guido Galli avrebbe fatto appello ai “partiti del popolo” affinché formassero un blocco contro Giuseppe Mussi: il Nathan milanese, M. Cuzzi […] il pericolo imminente di un sopravvento nella vita politica della Nazione, delle Vandee italiche e soprattutto lombarde. E infatti, il congresso si appellava ai socialisti per vincere le imminenti elezioni amministrative, almeno nei comuni in bilico tra i due blocchi.46 I socialisti preferirono muoversi da soli, analogamente a quanto avevano già deciso di fare i repubblicani, dal 1912 attestati su una linea intransigente.47 Il tempo dei blocchi era finito, e l’imminente conflitto avrebbe fatto emergere altre città, un altro Paese, un altro Mondo. In ultima analisi, possiamo affermare che di certo l’esperienza radical-socialista milanese del 1899-1904 fu antesignana dal punto di vista cronologico a quella di Nathan e del Blocco romano. Ma è altrettanto plausibile pensare che, anche se scaturita dalle drammatiche “giornate alla rovescia” del 1898, la giunta Mussi fu anche l’applicazione dei principi enunciati, guarda caso, anche dal Nathan nel 1890, con il Patto di Roma. Un filo rosso (o rosso-verde) che parte da Nathan, passa per Mussi e il municipalismo padano d’inizio secolo, per ritornare a Nathan e alla sua esperienza del 1907-1913. Un filo che a Milano porterà nel 2/2015 HIRAM 45 Maurizio Punzo, cit., pp. 269 e segg. 46 Archivio di Stato di Milano, Gabinetto di Prefettura, serie I, Busta 1013, La Questura di Milano al Prefetto, espresso n. 5981, 8 luglio 1913. 47 Archivio di Stato di Milano, Gabinetto di Prefettura, serie I, Busta 1016, La Questura di Milano al Prefetto, espresso n. 2236, 10 aprile 1913. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 70 • 70 • giugno 1914 alla prima giunta socialista guidata da Emilio Caldara, il riformista che aveva sostenuto la giunta Mussi. Caldara, lontano politicamente da Nathan (si pensi solo alle diverse posizioni che entrambi avrebbero preso dinanzi all’imminente conflitto mondiale, e si può immaginare dove avrebbe potuto collocarsi il defunto Mussi) avrebbe ripreso, e amplificato, la politica riformatrice del suo predecessore radicale. Quasi a diventare, forse inconsapevole, e forse suo malgrado, allievo dei “notabili massonici” Giuseppe Mussi ed Ernesto Nathan.48 2/2015 HIRAM 48 Cfr. Maurizio Punzo, Un Barbarossa a Palazzo Marino. Emilio Caldara e la giunta socialista (19141920), L’Ornitorinco, Milano, 2014. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 71 Lettera a Goodall di Luigi Polo Friz L Lodovico Frapolli, directly or indirectly, was the leading exponent of the Masonry along the first decade of the Italian Unity. Between 1864 and 1870 Albert Gallatin Goodall, taking advantage of the business travels as one of the two vice - Presidents of the American Bank Note Company, visited South America, Egypt and Europe and contacted the local Masonic Corps, having special powers from the Supreme Council of the Northern Jurisdiction of United States to establish the possibility of relationships. The publication of the Lettera a Goodall is justified first of all from the problem of the recognition of the Grande Oriente d’Italia. But it is important also because it includes a wide summary of the history of Italian Masonry from 1859 until 1871. Considering the important role played by the Author in this period, this document is unique for the reconstruction of the different steps of his life. The names mentioned in this Letter, famous scientists, members of the Parliament, prominent Hungarian immigrants and protagonists of the Italian Risorgimento demonstrate how rapidly this first Italian Masonry acquired a remarkable authority. a Lettera a Goodall è uno fra i testi fondamentali della Massoneria italiana del decennio post-unitario1. Quando Ulisse Bacci, autorevole interprete della Comunione tra fine secolo e primo Novecento, ne pubblicò uno stralcio dichiarò 2/2015 HIRAM 1 L. Frapolli, Lettera a Goodall, Firenze, 7 luglio 1871. Ce ne siamo occupati in L. Polo Friz, Albert G.. Goodall: Un enviado especial del Supremo Consejo de Boston al mundo masonico sudamericano y europeo en la segunda mitad del siglo XIX, Atti del V Simposio Internazionale della Storia della Massoneria spagnola, Caceres, 16-20 giugno 1991, a cura di J. A. Ferrer Benimeli, in Masoneria espagñola y America, Centro de Estudios Historicos de la Masoneria Española, Zaragoza, 1993 , p. 763. La copia che è in nostro possesso ha una dedica manoscritta: “All’amico e più che fratello Avv.to Giovanni Coscia, Ricordo, Personale”. Coscia era il cognato di Frapolli. Altri documenti e scritti sono in contraddizione con la Lettera a Goodall, ad esempio per le date e per altri dettagli, ma la sostanza non cambia. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 72 • 72 • trattarsi “di un documento che teneva fra i più preziosi della sua vita massonica”2. Albert Gallatin Goodall, uno dei due vicepresidenti della prestigiosa American Bank Note Company, girava il mondo per i suoi affari. Ne approfittò quando, fra il 1864 e il 1870, dotato di “poteri speciali dal Supremo Consiglio della Giurisdizione massonica del Nord degli Stati Uniti”, visitò il Sud America, l’Egitto e l’Europa per verificare se le Comunioni massoniche di quei Paesi avevano i requisiti per stabilire relazioni reciproche di Fratellanza3. La Lettera a Goodall riguarda la parte italiana del suo peregrinare. Il contenuto di questo opuscolo di 38 pagine è dedicato in parte alla storia della Massoneria italiana di quel periodo, in parte alle trattative che Goodall ebbe per stabilire quale Supremo Consiglio dovesse essere riconosciuto fra quello creato nel 1862 a Torino e trasferitosi a Firenze e poi a Roma, al seguito della capitale ed un altro sorto nel 1866 per iniziativa della Loggia torinese “Pietro Micca”. Noi ne traduciamo dal francese la parte più significativa. Trascriviamo inoltre i documenti e la corrispondenza utilizzata da Frapolli per compilare la Lettera, fonte quindi di prima mano, considerata la parte che vi ha recitato l’autore. Il 14 dicembre 1862 – racconta Frapolli – i fratelli Augusto Arpad Principe De Crouy Chanel 33∴ decano, Ferdinando Ghersi di Torino, antico 33∴ della Massoneria spagnola, come risultava da una vecchia patente che ho visto, Angelo Maurizio Pyret 33∴ e Francesco De Luca 33∴, iniziato dai vecchi Massoni sopravissuti alle persecuzioni di Napoli, si sono riuniti ed hanno conferito al fratello 32∴ Pio Aducci, membro della Loggia “Dante Alighieri” di Torino, il grado 33∴, seguendo tutte le formalità volute dalle Leggi Organiche. Il 16 dicembre dello stesso anno 1862 i quattro fratelli De Crouy, Ghersi, De Luca ed Aducci 33∴, con quattro altri fratelli 32∴, Tosetto, Mauro, Feliciangeli e Ruggero, hanno costituito a Torino, il Conclave del grado 30∴, il Sublime Tribunale del grado 31∴, e il Gran Concistoro dei PP∴ del Segreto Reale. È nel corso di questo autunno dell’anno 1862 che io sono stato ammesso a far parte della Loggia “Dante Alighieri”, all’Oriente di Torino. Questa Loggia aveva adottato il Rito Scozzese, ma dal 7 ottobre 1862 si era sottomessa per la parte amministrativa all’obbedienza del Grande Oriente Italiano. […] A partire da questo momento io posso parlare del movimento della Massoneria in Italia per esperienza diretta, perché ne sono stato l’anima, e la mia azione vi si ritrova dappertutto. […] 2/2015 HIRAM 2 U. Bacci, Il libro del massone italiano, Roma, 1911; ristampa anastatica Bologna, Forni, 1978, II, p. 298. 3 Per quanto riguarda l’Italia ne abbiamo scritto estesamente in L. Polo Friz La Massoneria Italiana nel decennio post unitario, Lodovico Frapolli, Milano, Franco Angeli, 1998, in particolare alle pp. 234-252, che questa nota integra con la documentazione inedita esistente nelle Carte Frapolli. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 73 • 73 • Il mese di febbraio 1863 ero stato nominato membro onorario del Grande Oriente Italiano, ma il mese di maggio diedi le dimissioni e, poco dopo, venne convenuto con molti amici – il Principe De Crouy Chanel, 33∴ molto anziano, il colonnello Ferdinando Ghersi 33∴, il generale Georges Klapka 33∴; i deputati al Parlamento Francesco De Luca 33∴, Giorgio Tamajo 33∴, Filippo Santocanale 33∴, Francesco Giunti 33∴, Mauro Macchi 33∴, Filippo De Boni poi 33∴, Mattia Montecchi poi 33∴, Depretis Agostino allora 18∴, Francesco Curzio 33∴, Camerata Scovazzo 33∴, Antonio Mordini 33∴, Cesare Correa 3∴, il conte Teodoro Csácky e Giorgio Komaromy 33∴; il professor Ariodante Fabretti oggi 33∴, Pio Aducci 33∴, Orazio Antinori 32∴, Felice Scifoni allora 3∴, l’avvocato Giacomo Donna allora 3∴, il maggiore Leonardo Andervolti 32∴, Pietro Tommaso Garda poi 33∴, etc.4, tutti fratelli residenti a Torino, ma che appartenevano alle differenti province ed erano in rapporto con un gran numero di Massoni di tutte le parti d’Italia – di prendere l’iniziativa per la trasformazione della Massoneria del Grande Oriente Italiano, che esisteva sotto la direzione dei ff∴ Cordova, Govean, Buscalioni, Levi, Piazza, Peroglio, etc., in una grande Comunione massonica d’Italia, con libertà dei Riti, egualmente re- Lettera a Goodall, L.P. Friz golari e più conformi alle nostre aspirazioni. Il Gruppo del Grande Oriente Italiano, che aveva un buon inizio di organizzazione e che includeva uomini molto stimabili, mancante di indipendenza e che conservava troppo le tendenze dell’antica Società Nazionale del S.r La Farina, associazione patriottica, ma che obbediva ad un partito politico e che era stata creata da Cavour per preparare i movimenti del 1859 e del 1860, in favore dell’emancipazione tramite la casa di Savoia. Frapolli continua: Nell’agosto 1863 un’altra Assemblea generale, dove erano rappresentate 43 Logge, si tenne a Firenze. In questa occasione vennero accettate le proposte fatte dalla Madre Loggia Capitolare “Dante Alighieri”, cioè da noi. Nel maggio 1864 i rappresentanti di tutte le Logge italiane in numero di 72, riuniti in una nuova Assemblea costituente, hanno accettato le dimissioni dei membri del Grande Oriente Italiano, il quale aveva rimesso i suoi poteri all’Assemblea. Questa, dopo aver proclamato la libertà dei Riti ed avere accettato le basi della nuova Costituzione, confidò lo sviluppo dell’Ordine e il potere esecutivo al Grande Oriente della Mas- 2/2015 HIRAM 4 La gran parte degli uomini di questo elenco ha dato contribuiti rilevanti al Risorgimento Italiano. Sono presenti inoltre quattro Ungheresi, Csácky, De Crouy Chanel, Klapka e Komáromy che con Frapolli, con l’amico Ministro degli Esteri, Emilio Visconti Venosta e con il segretario generale agli Esteri, Marcello Cerruti, hanno tenute vive le aspirazioni di indipendenza dell’emigrazione magiara in Italia fino al 1867, anno dell’Ausgleich concordato con gli Austriaci da Ferenc Deák, amico di Komáromy. Per maggiori dettagli su questo tema rimandiamo a L. Polo Friz, Lodovico Frapolli, Biografia e Carteggio, Roma, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, 2014. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 74 • 74 • soneria in Italia, da lei eletto in questa occasione, alla testa del quale era stato posto il generale Garibaldi. Io ero allora fra i membri eletti del Grande Oriente e successivamente vi fui nominato Gran Maestro Aggiunto. Il Bollettino del Grande Oriente Italiano cessò di apparire. Noi iniziammo la pubblicazione del Bollettino del Grande Oriente della Massoneria in Italia; fino ad oggi ne sono apparsi due volumi, che racchiudono la cronaca esatta di tutto quello che è stato fatto ufficialmente dalla Massoneria italiana da allora fino al 1869. Durante il lavoro di organizzazione del 1863 e fino all’Assemblea del 1864, la costituzione dei Corpi dogmatici superiori del Rito Scozzese A. ed A. a Torino andò completandosi parallelamente a quella del Grande Oriente per cura dello stesso Gruppo di correligionari, cioè noi. Una corrispondenza voluminosa che io possiedo, intrattenuta con i ff∴ Andrea Ribaudo e il Principe di S.t Elia 33∴, Capi di Gruppi importanti in Sicilia, con i ff∴ Francesco De Luca e Giovanni Nicotera 33∴ per Napoli; con i ff∴ Giuseppe Mazzoni 33∴, Neri Fortini 3∴ (di Rito simbolico - Ven∴ della Loggia “Concordia” di Firenze), Giuseppe Dolfi, Vincenzo De Zugni, Lunel ed Emilio Cipriani, oggi 33∴, in Toscana; con i vecchi dignitari Provenzal, Weiss, Pirazzoli, Ascoli, Diamanti, etc., di Livorno e d’Egitto – stabilì i diritti dei fratelli dei diversi Gruppi ad essere riconosciuti come possessori del grado 33∴, o come candidati a questi gradi, dal Supremo Consiglio detto all’Oriente d’Italia, che noi avevamo fondato con il con- corso dei ff∴ De Crouy, Ghersi, De Luca, Aducci, Macchi, Klapka, Mordini, De Boni, Montecchi etc., a Torino. Tutta questa corrispondenza è stata tenuta da me con l’assenso e sotto il controllo del Gruppo di correligionari che ho menzionato. Il ff∴ Ghersi era con noi, firmava con noi; durante le nostre riunioni qualche volta, in assenza del Principe De Crouy, ci presiedeva perché egli era anziano e noi lo amavamo tutti, ma egli non faceva niente, perché l’età avanzata, la cattiva salute e l’indebolimento delle sue facoltà intellettuali lo rendevano già allora impotente e del tutto improprio a giudicare di qualsiasi cosa5. Nella primavera del 1864 avevo pubblicato, in italiano e in francese, un opuscolo intitolato Una Voce, Une Voix, nel quale esponevo un sistema filosofico fondato sulle scienze positive […] e proponevo alcune basi per un’Organizzazione massonica in Italia, utilizzando come partenza il Rito Scozzese A. e A. come base di transazione tra le differenti tendenze e di riunione dei diversi Gruppi più o meno massonici che, ancora allora, si dividevano la Penisola. Le basi di questo progetto di organizzazione erano state determinate nelle lunghe serate d’inverno, a seguito di discussioni amichevoli tenute con i ff∴ Macchi, De Boni, Montecchi, Principe De Crouy, Mordini, Pio Aducci e, soprattutto, per la parte organica, con il f∴ Francesco De Luca. Noi adottammo per divisa il tradizionale: A∴ L∴ G∴ D∴ G∴ A∴ D∴ l’U∴ e vi aggiungemmo la formula del progresso basata su dati positivi che si riassumono in 2/2015 HIRAM 5 Questo insistere sulla fragilità del Ghersi non è casuale. Tende a dimostrare che fu facile ai secessionisti della Pietro Micca circuirlo e farne uso a piacimento. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 75 • 75 • queste parole, che si vedono sui nostri diplomi: scienza, libertà, lavoro, fraternità. solidarietà. – È il nostro Credo e Guai a chi lo tocchi! – Ho elaborato faticosamente e fatto contemporaneamente stampare, a Torino, un Regolamento per le Logge e dei Rituali per le differenti Camere, perché noi mancavamo di tutto. […] Dopo una breve digressione organizzativa, Frapolli entra in merito a quella che è la materia del contendere con l’americano Goodall, il Supremo Consiglio: Fu allora che, per un voto unanime di tutti gli interessati, si convenne che i fratelli 33∴ delle diverse parti d’Italia che esistevano prima dell’Assemblea, sarebbero stati riconosciuti dal Supremo Consiglio unico d’Italia che noi avevamo istituito a Torino, Capo dogmatico inappellabile di tutte le Logge Scozzesi della Penisola, ma non avendo nessuna ingerenza nell’amministrazione, che rimaneva riservata al Grande Oriente appena eletto. E, conformemente a quanto accaduto per il Grande Oriente, per il quale l’Assemblea aveva deciso la divisione in quattro Centri, si confermò egualmente la ripartizione del Gran Concistoro in quattro Centri, ripartizione che era stata già tentata dalla primavera del 1863, e che non doveva cessare che il giorno in cui il Supremo Consiglio potesse risiedere, con il Grande Oriente, a Roma, la terra promessa dove le generazioni italiane andranno a cercare la loro antica gloria e la loro tomba, per il bene della Patria e dell’umanità. Lettera a Goodall, L.P. Friz Ho sotto gli occhi l’originale della costituzione complementare della Sezione concistoriale di 15 membri della Valle del Po. È datata 20 marzo 1863. Segue il Processo verbale della costituzione del Concistoro del 16 dicembre 1862, e vi si vedono le firme del f∴ Principe De Crouy Chanel, 33∴, decano e Gran Commendatore, del f∴ Ferdinando Ghersi, 33∴, 1° Luogotenente, del f∴ L. Frapolli, 33∴, 2° Luogotenente, del f∴ M. Macchi 33∴, Gran Cancelliere, dei ff∴ Klapka e Aducci e dei ff∴ 32∴ Calvino, Stiesen, Curzio, Cornaro, Andervolti e Civinini, tutti membri della Sezione – e le firme dei ff∴ De Luca 33∴, e Mariano Ruggero, 32∴, Mordini e Tamajo 33∴, come Rappresentanti della Valle del Po, del Sebeto e del Simmeto. In occasione dell’Assemblea del 1864, fu proposto […] che da quel momento nessun nuovo membro di grado 33∴ sarebbe stato ammesso fra noi, e nessun nuovo fratello sarebbe stato elevato a questo grado senza l’assenso di tutti i fratelli di questo grado riconosciuti dalla Comunione. […] Di ritorno a Torino [...] nell’estate 1864 i fratelli del grado 33∴ che si erano incontrati all’Assemblea di Firenze, promossero diverse riunioni del Supremo Consiglio. […] Frapolli accenna alle decisioni prese in queste sedute. Il 3 agosto venne promosso al 31∴ il fratello Delle Piane, mentre il 19 toccò a Buelli, R. Federici, Ferraguti, Lavazza, Narratone, Vavrek per 30 grado e a Capello, Colletti, Donna, F. Federici, Minoli6, Scifoni. Nel 1865, perdurando da tempo 2/2015 HIRAM 6 Su Minoli vd. L. Polo Friz, Giuseppe Ottavio Minoli, Patriota, imprenditore, massone, Novara, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano - Comitato di Novara, 2001. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 76 • 76 • l’assenza di De Crouy Chanel, la Presidenza del Supremo Consiglio, con il consenso del fratello Ghersi, fu affidata a Francesco De Luca, che nel frattempo era diventato Gran Maestro. Nel 1865 l’Assemblea si tenne a Genova. Furono approvati gli Statuti generali dell’Ordine e Rituali del Rito A. ed A. per i primi tre gradi, per Capitolo, Conclave e per il Concistoro. Con il fratello Ghersi non c’era niente da discutere perché il povero vegliardo, “con l’aiuto di un bicchiere di vino, era arrivato a quell’età in cui si abbracciano tutti e si piange sempre […] novantenne, viveva con una giovane donna che aveva dei figli, e perdeva sempre più con le forze fisiche il sentimento di se stesso; è per questo che il Supremo Consiglio decise di ritirare amichevolmente la sua Patente” per evitare che cadesse in cattive mani. Dopo il trasferimento della capitale a Firenze la maggioranza dei fratelli si spostò anch’essa, mentre Ghersi rimase a Torino assieme ai soli 33∴ Garda e Fabretti. Negli anni dal 1866 al 1867 si tennero numerose riunioni con i molti fratelli 33∴ che si trovavano a Firenze. Nell’Assemblea del 1867 fu nominato Gran Maestro Filippo Cordova che morì poco dopo e gli succedette Frapolli, come I° Gran Maestro aggiunto. La sua carrellata storica raggiunge il massimo compiacimento quando afferma: 2/2015 HIRAM Arrivata l’Assemblea generale del 29 maggio 1869, a Firenze, ho avuto la felicità di vedere i miei sforzi ed i lavori del Supremo Consiglio e del Grande Oriente riconosciuti dalla unanimità meno quattro voti dei 115 Rappresentanti che vi parteciparono. Io fui eletto Gran Maestro. Ricordò che nel 1867, al momento dell’entrata in funzione come Gran Maestro supplente, il Grande Oriente era riconosciuto da quattro Potenze massoniche straniere; quando, il 7 settembre 1870, diedi le dimissioni, erano diventate più di quaranta. Non c’è nulla, in tutto questo, caro fratello, un solo atto, una sola parola, di un Supremo Consiglio apocrifo di Torino. Cos’è dunque questa mistificazione di cui si osa presentarsi a Voi? Avrei voluto conservare il silenzio su tutto ciò, ma la vostra ultima lettera, le Tavole che sono state inserite nel Proceedings of the Supreme Council, Gran East of Boston, alle pagine 127 e 217 del 1868 e del 1870, Tavole che portavano le firme dei Signori Ferdinando Ghersi, Alessandro De Milbitz, N.C. Cornaro, Dienheim Chotomski, G.E. Garelli, Zaccaria Maurizio, Timoteo Riboli e Tommaso Zoar Zahorowski gli intrighi e gli inganni che continuano con il Supremo Consiglio di Charleston. […] Mi costringono ad una replica. Il vecchio, anziano colonnello e Massone f∴ 33∴ Ghersi […] era ancora di questo mondo; ma ormai non lasciava più la sua casa. […] Nel 1867 era diventato assolutamente decrepito. […] Gli inconvenienti di questo stato di cose erano diventati tali che, in una seduta del Supremo Consiglio, tenuta a Firenze, fu fatta la proposta di pubblicare la sua interdizione, motivata dal fatto che avevamo appreso che egli offriva il grado 33∴ al primo venuto […]. La proposta non fu adottata per effetto del rispetto filiale che avevamo per la sua lunga ed onorata carriera e per la considerazione, in via di diritto, che non poteva avere alcun senso, perché nel luglio 1864 aveva firmato il Pro- HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 77 • 77 • […] Essa si componeva dei ff∴ Ghersi e Cornaro. Gli altri membri erano emigrati ungheresi e polacchi, due agenti di polizia e quattro o cinque boni viri, […] che più tardi, appena si resero conto di che si trattava, fecero ammenda onorevole. L’esistenza di questa Loggia […] per lungo tempo è stata mantenuta segreta. In un primo momento è stata alle dipendenze di questi signori di Palermo. […] Ghersi assunse atteggiamenti che fecero ribellare i membri del Capitolo della “Dante Alighieri”: […] “Voi sapete anche che il f∴ Ghersi ha conferito, di sua propria autorità, senza il concorso dei Corpi massonici di questo Oriente, il grado 18∴ a più persone che non sono mai appartenute né alla Loggia “Dante Alighieri”, né alle sue filiali. […] In qualità di Presidente del Capitolo lo ha convocato, facendovi intervenire i membri della Loggia “Pietro Micca” (Loggia clandestina e palermitana) da lui creati 18∴ Noi abbiamo protestato vigorosamente contro la violazione del Supremo Capitolo, e soprattutto per la presenza di due sconosciuti, il cui nome non era stato nemmeno pronunciato dal fratello Segretario […]. Al ché il fr∴ Ghersi rispondeva con un discorso lungo e incoerente, dicendo che aveva riunito tutte le Logge, che era sua facoltà di elevare candidati a tutti i gradi, che lo si doveva riconoscere come arbitro supremo di tutti i Corpi massonici della Valle del Po, che nessuno aveva il diritto di opporsi alla sua volontà, che aveva deciso che tutti i 18∴ da lui nominati potevano e dovevano votare. Protestammo, ma il f∴ Ghersi mantenne la sua decisione. […] Il f∴ A. Fabretti 32∴ ebbe nove voti su 15, cinque voti andarono a uno degli intrusi […] e uno al f∴ Zaccaria, un fratello della Loggia “Pietro Micca”. Allora il f∴ Ghersi annullò le elezioni perché il f∴ Fabretti, non era che 32∴ e che per presiedere il Sovrano Capi2/2015 HIRAM cesso verbale in cui noi tutti ci impegnavamo a non elevare al 33∴ grado senza il consenso scritto di tutti i firmatari. […] […] Erano trascorsi molti anni dal tempo il cui il f∴ Cornaro era stato mio segretario. […] Non gli avevo fatto che del bene. Da molti mesi non aveva più sentito parlare di lui. Mi indirizzò una lettera insensata in Francia, dove avevo preso servizio durante la guerra. Mi sapeva lontano, sprovvisto di tutti i miei documenti, impegnato in una serie di affari, circondato dalle più grandi difficoltà […]. Ha creduto il momento favorevole. Dopo molti giri la lettera mi è pervenuta a Bordeaux il 25 gennaio 1871. Diedi una scorsa al testo e, visto di ciò che si trattava, ho messo la lettera tra le carte da esaminare più tardi ed ho continuato ad adempiere alla mia missione. Non era la prima volta che il sig. Cornaro tentava. Il 2 o il 4 agosto 1869 aveva scritto al compianto fr∴ Pio Aducci 33∴ una lettera di minacce che non mi fece conoscere e che ho ritrovato fra le sue carte due mesi dopo il mio rientro in Italia. […] Era piena di ingiurie le più grossolane e il sig. Cornaro reclamava denaro al f∴ Aducci e a me e finiva con queste parole: “Vi avverto di rispondermi e rapidamente, perché io sappia che mi pagate, in caso contrario noi diremo uscieri avanti, a passo di marcia, marcia. Attendo la vostra risposta fino a sabato 7 corrente, il seguito io agirò” […]. […] Al seguito della sottrazione di 1575 franchi alla Loggia “Dante Alighieri”, il suo Venerabile, il buon Fabretti, allora 32∴, professore di Archeologia all’Università di Torino, permise al Sig. Cornaro di ritirarsi con una dimissione, che risale al 6 luglio 1865 […]. Questi si guardò intorno e il 14 aprile 1866 riuscì a riunire 17 persone, lui compreso e costituì una Loggia che si chiamò “Pietro Micca” (Documento n° 3). Lettera a Goodall, L.P. Friz HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 78 • 78 • 2/2015 HIRAM tolo occorreva un 33∴. Noi protestammo contro l’enunciazione di quest’altro ‘principio’ dichiarando che noi consideravamo l’elezione come pienamente valida. Al che il f∴ rispose con argomenti tanto assurdi e incoerenti che, avuta compassione della sua vecchiaia e avendo compreso che l’età avanzata aveva affievolito le sue facoltà mentali, gli dichiarammo che, pur ritenendo l’elezione come perfettamente valida, se il f∴ Ghersi lo riteneva, si potevano consultare il Grande Oriente e il Supremo Consiglio. ‘Sono io il Grande Oriente – rispose il f∴ Ghersi – la Loggia “Dante Alighieri” può consultarlo, non io e con queste parole ha sospeso i lavori e le elezioni sono rimaste incompiute. […] Il fratello Ghersi ha già nominato diversi 30∴, 31∴ e 32∴ fra i membri della Loggia “Pietro Micca”, per ricostituire, alla sua maniera, i Corpi massonici superiori della Valle del Po e di portarli all’obbedienza del Grande Oriente di Palermo”. […] Il Grande Oriente, sempre presieduto a quest’epoca dal f∴ De Luca, si limitò a dichiarare che le lezioni fatte dal capitolo, nella persona del f∴ 32∴ A. Fabretti erano valide. […] In seguito quest’ultimo fu elevato al 33∴ […]. Verso la fine del 1868, la Loggia “Pietro Micca”, […] si accorse delle menzogne e, dopo aver allontanato i bricconi che vi si trovavano, chiese di essere ammessa alla Comunità nazionale: oggi è una delle nostre migliori Logge. Prevedendo tutto questo, i signori Cornaro e consorti agli inizi del 1868 avevano costituito a fianco della “Pietro Micca”, e questa volta completamente fra loro, una cosiddetta Loggia “Cristoforo Colombo”. Così quando restarono soli non si scoraggiarono, con un malinteso che io non mi spiego ancora e con delle lettere di raccomandazioni, approfittarono, secondo quanto mi è stato detto, la buona fede di un vecchio venerabile [...], il generale Avezzana […]. È con profondo dolore che, dopo la morte del fratello Ghersi, vidi trascinati alla testa di questa banda il mio vecchio Camerata dell’Ecole des Mines di Parigi Jzensmid de Milbitz, vegliardo onorevole che nel 1849 avevo inviato a Roma, in compagnia del generale Rybinski, con il grado di colonnello, per difendere la Repubblica contro l’aggressione dei clericali del Principe Presidente. Milbitz si era ben condotto e dopo la difesa di Porta Portese era stato nominato generale dal Triumvirato; è molto anziano, vive ritirato a Torino. Si è abusato di lui. […] Quando, all’inizio del 1869, ho saputo delle mene dei falsi fratelli di Torino, decisi di procedere per la sicurezza dell’Ordine […]. Il crimine contro l’onore e il tradimento contro l’Ordine era flagrante: si prese una deliberazione. Il f∴ Ghersi era morto. Si considerò il vecchio colonnello Dienheim Chotomski e Garda come se avessero agito senza che si rendessero conto di quello che facevano. Quanto al generale de Milbitz non si poterono prendere decisioni, perché non si è potuto stabilire se fosse massone. Non si sapeva ancora che i Sign. Riboli e Garelli fossero in così buona compagnia. […] Quanto ai signori Nicola Combi Cornaro 32∴, Michel Zahorowski 31∴ e Maurizio Zaccaria, autori principali dell’operazione, è stata decretata l’espulsione dall’Ordine, rettificata poi dal Grande Oriente e pubblicata alla pagina 623 del II Vol. del Bollettino Ufficiale della Massoneria italiana il 14 giugno 1869. […] Quanto al Supremo Consiglio di Boston, egli è padrone di ritirare il suo riconoscimento alla Massoneria italiana, presso la quale qualche anno fa egli aveva già inviato, come Rappresentante, il compianto f∴ Lawrence, ma non può farlo senza rinunciare alla sua dignità e senza mancare a HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 79 • 79 • Frapolli concluse con alcune frasi che avrebbero meritato più attenzione: Nella nostra vita abbiamo tutti commesso degli errori, caro Fratello, io riconosco da parte mia i falsi passi a cui sono stato condotto accordando la mia fiducia a dei miserabili e riconoscendone troppo frettolosamente, nell’esercizio delle mie funzioni, dei Corpi che mi erano stati raccomandati da uomini stimabili o da Grandi Potenze; ma io considero come il più stretto dei doveri di avere la lealtà di riconoscere i miei torti. Mi permetterete di contare su una eguale lealtà nei riguardi della Massoneria italiana da parte dei nostri fratelli d’America, che d’altronde, fino ad ora, non hanno avuto la disgrazia di trovarsi definitivamente impegnati. Il Supremo Consiglio di Boston trovò la Lettera a Goodall “di carattere troppo privato, non la ricevette come relazione ufficiale” e riconobbe il Supremo Consiglio di Torino. Questi visse anni di stenti. Il suo Segretario Generale, La Salle, scrisse sconsolato: “Da Napoli e Palermo silenzio di tomba”. Delle sei officine all’obbedienza, la “Trionfo Ligure” “era l’unica che versava 300 lire annue. La ‘Leone di Caprera’ non dava segno di vita, la ‘Losanna’ non aveva mai pagato le tasse e da anni non si sentiva”. “Sono nove anni che vivo di speranze”. Fra l’83 e l’87 gli incassi ammontarono a 2270 lire. Occorsero molti anni perché gli Americani si rendessero conto dell’errore commesso. Il 1883 venne a mancare il loro riconoscimento, motivato, nei Proceedings, ancora esagerando, “dal non aver organizzato alcuna Loggia”. Nel 1887 Riboli fece atto di sottomissione al Grande Oriente d’Italia, il quale dovette anticipargli il denaro per pagare i debiti contratti dal suo Supremo Consiglio. 1 A. G. D. G. A. D. U. MASSONERIA UNIVERSALE FAMIGLIA ITALIANA Scienza, Libertà, Lavoro, Fratellanza, Solidarietà DEUS MEUMQUE JUS Copia: Calligrafia di Frapolli Torino 15 luglio 1864 Supremo Consiglio dei SS∴ J∴ G∴ G∴ F∴ di Gr. 33mo∴ del R∴ Scozz∴ A∴ ed A∴ Tenuta del giorno 15, V° mese, A∴ V∴ L∴ 000864, all’Oriente di Torino Presenti i ff∴ Augusto Arpad Di Crouy Chanel, Giorgio Tamajo, Santocanale, Francesco De Luca, Ferdinando Ghersi, Pio Aducci, Lodovico Frapolli, Giorgio Klapka, Antonio Mordini, Mauro Macchi, Francesco Curzio. Si leggono le Balaustre del Supr∴ Consiglio tenute in Livorno, del 31 maggio e 1° luglio corrente anno. È confermata la decisione presa durante la Costituente di Firenze dello scorso maggio circa l’unanimità dei voti scritti dei ff∴ 33∴, riconosciuti, in Italia, indispensabile 2/2015 HIRAM tutte le leggi dell’onore, lasciare utilizzare il suo nome eminente e venerato, e farsi coinvolgere da un gruppo di truffatori. Lettera a Goodall, L.P. Friz HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 80 • 80 • per l’assunzione o riconoscimento di un f∴ di questo grado. Viene inoltre deciso: 1.° Nella Comunione italiana del Rito Scozz∴ A∴ e A∴ il Gr∴ Conc∴ solo è diviso per Sezioni di 15 membri ciascuna, residenti nei 4 Centri di Torino, Firenze, Napoli e Palermo. Il Supr∴ Cons∴ dei ff∴ 33∴ di R∴ Scozz∴ A∴ ed A∴ in Italia è indivisibile, comunque i suoi membri si trovino dispersi nelle varie parti del Paese. I 33∴ membri del Supr∴ Cons∴ sono massonicamente solidari. 2.° Le tenute hanno luogo sotto la volta celeste, là ove tre ff∴ di questo grado si trovano riuniti. [Il] processo verbale di ogni tenuta verrà comunicato in originale ad un f∴ residente in ciascuna delle quattro città ove sono le Sez∴ del Gr∴ Conc∴ e questi lo farà conoscere agli altri ff∴ 33∴ che si trovino nella loro rispettiva circoscrizione. 3.° Per tutte le questioni che interessano l’intero Corpo o la Mass∴ in generale le decisioni prese non possono aver effetto che quando la maggioranza assoluta di tutti i membri riconosciuti le abbia per iscritto approvate. 4.° Le elevazioni ai Gr∴ 30mo∴, 31mo∴ e 32mo∴ sono riservate al Supr∴ Cons∴ dei 33∴ Dovranno portare l’approvazione in iscritto di almeno sette ff∴ 33∴. 5.° Saranno riconosciuti siccome appartenenti alla Mass∴ di R∴ Scozz∴ A∴ ed A∴ in Italia, col Gr∴ 33°∴, tutti quei ff∴ che potranno giustificare di aver conseguito regolarmente il loro Gr∴ nei Centri mass∴ di R∴ Scozz∴ A∴ ed A∴ riconosciuti dai sottoscritti, in Torino, Firenze, Napoli e Palermo prima della Costituente fiorentina del 21 maggio scorso. 6.° Gli altri ff∴, i quali dopo quest’epoca, potessero essere stati compresi nella lista dei 33∴ dai diversi Centri da noi riconosciuti dovranno, per ottenere la regolarizzazione, sottoporsi a scrutinio e riportare il nulla osta di tutti i ff∴ 33∴. 7.° Tutti gli altri Mass∴ italiani od esteri che si trovassero regolarmente possessori. 2 I ff∴ Fondatori della R. Loggia Pietro Micca all’O. di Torino* 22 aprile 1866 1. Ferdinando Ghersi 33° 2. Nicola Combi Cornaro 33° 3. Alberto Nyary 33° 4. Alessandro Massimino 31° 5. Ferdinando Dienheim Chotomski 31° 6. Tommaso Zoard Zahorowski 30° 7. Giusro Garelli 18° 8. Lorenzo Corsetti 18° 2/2015 HIRAM * Questo è il primo documento che ci è pervenuto riguardante gli scissionisti. In una Circolare intestata Sup∴ Cons∴ del marzo - aprile 1868, che trascriviamo (Documento n° 3), la Loggia comunicò che il 28 novembre 1867 aveva deciso di elevarsi a Gran Loggia. Il formato del documento originale è di 28.5 x 45 cm. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 81 • 81 • 3 SUP∴ CONS∴ A∴ U∴ T∴ O∴ A∴ G∴ GR∴ L∴ PIETRO MICCA ORDO AB CHAO R∴ S∴ A∴ ED A∴ VALLE DEL PO OR∴ DI TORINO O∴ di Torino XXIII g∴° 1∴° m∴ Nissan A∴ 00868 V∴ L∴ Il Sup∴ Cons∴ degli Ill∴ FF∴ Gr∴ I∴ Gen∴ di Gr∴ 33∴ Valle del Po Or∴ di Torino a tutti i LL∴ M M∴ sparsi sulla superficie della terra Affine di combattere le perniciose conseguenze dell’errore in cui sono caduti alcuni dei nostri carissimi ff∴ in Italia, i quali o per raggiri o per preoccupazioni prof∴ sono stati indotti a comportarsi in guisa da far sospettare, che gli arch∴ lavori servissero a fini politici, governativi o non governativi, questo Sup∴ Cons∴ha cercato di rannodare a sé l’opera intelligente e perseverante delle LL∴ MM∴ lavoranti in questa grande Valle del Po, dove le popolazioni, avvezze da più lungo tempo ad ordini liberi ed a governo italiano, of- frono le maggiori guarentigie di temperanza, di spontanea disciplina e di conveniente attitudine per gli scopi sublimi del nostro Ord∴, che, tendendo al progresso generale dell’umanità, sono altamente al di sopra di ogni contesa politica e dissidenza religiosa. In questo intendimento avendo veduto molte Officine in questa Valle e nelle confluenti coordinarsi armonicamente colla R∴ L∴ PIETRO MICCA all’Or∴ di Torino, e porsi sotto i di lei auspici, aderendo anche alle istanze da ogni parte fattegli, credette opportuno di innalzare la detta Officina con Decreto 28 novembre 1867 (E.V.) alla dignità di G∴ L∴, e di costituirsi nel seno di essa per la migliore direzione degli arch∴ lavori, che con impareggiabile zelo ed attività si vanno continuando in questa provincia italiana, nella fiducia che coll’attrazione del buon esempio e della fedele osservanza delle regole del nostro Ord∴ si rafforzi ogni giorno maggiormente il lavoro de’ MM∴ e si aumenti l’edificazione dei veri Templi dedicati alla virtù. Ora con dolorosa sorpresa essendo venuto a sapere che una circolare firmata da un F∴ colla qualifica di Gr∴ M∴ agg∴ del G∴ Or∴ d’Italia sedente in Firenze sia stata diramata ai vari Corpi dei LL∴ MM∴ di tutto il Globo, colla quale allegandosi deliberazioni di un’assemblea tenutasi a Napoli nello scorso giugno (E. V.) si vorrebbe far credere che i LL∴ MM∴ d’Italia obbediscano ad un solo Centro che si dice costituito a Firenze e la cui composizione è una anomalia evidente in confronto degli statuti del nostro R∴ S∴ A∴ ed A∴, il Supremo Consiglio nel deplorare profon2/2015 HIRAM 9. Angelo Bosio 18° 10. Sineo 18° 11. Antonio Schneyder, 9° 12. Maurinio Zaccaria 3° 13. Trucchi 3° 14. Steffenone 3° 15. Mecca 3° 16. Berti 3° 17. Demarchi 3° Lettera a Goodall, L.P. Friz HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 82 • 82 • 2/2015 HIRAM damente una siffatta pubblicazione, la quale per l’illegalità delle pretensioni non può a meno di affliggere l’animo di tutti i buoni nostri FF∴, si trova costretto a sorgere in difesa dei suoi diritti e di quelli di tutti i LL∴ MM∴ italiani, i quali sanno che l’intenzione immutabile e costantemente manifestata da tutte le assemblee regolari e da tutti i Corpi del nostro Ord∴ è stata sempre di attendere per la creazione dell’Unico Gran Centro dei LL∴ MM∴ in Italia il giorno in cui sarà compiuta nell’eterna metropoli l’unità italiana, affine appunto di evitare le questioni di preferenza ed i partiti politici o religiosi che potessero far deviare i nostri lavori dalla linea invariabile loro prefissa dalla sapienza dei secoli. Eppertanto nel notificare a tutti i LL∴ MM∴ sparsi sulla superficie della terra la costituzione della Gr∴ L∴ Pietro Micca, Or∴ di Torino, Valle del Po, nel cui tempio prende sede esso Sup∴ Cons∴; Decreta: 1. Di offrire, a nome anche della detta G∴ L∴ Pietro Micca, la mano d’alleanza a tutti i Gr∴ Centri dei LL∴ M∴ dell’Italia e dell’Estero; 2. Di rinnovare pubblicamente la dichiarazione già emessa dal Sup∴ Cons∴ che non si riconosce in alcuna maniera per valido e legittimo l’operato dell’assemblea di Napoli presso la L∴ Egeria dello scorso giugno (E. V.). 3. Di invitare le RR∴ LL∴ Filiali a mantenersi strettamente congiunte colla detta G∴ L∴ ed a perdurare nella loro ossequenza ai principi del nostro Ord∴ e dal nostro R∴ S∴ A∴ ed A∴ eliminando dai loro arch∴ lav∴ ogni questione di politica o di religione. 4. Di dichiarare che esso S∴ Cons∴ non riconosce e non riconoscerà mai altra Supremazia nel nostro ordine salvo quella che sarà stabilità da un’Assemblea Generale regolarmente convocata nelle condizioni e nel tempo prescritti dalle costanti e ripetute deliberazioni dei LL∴ M∴ italiani. Il Decano dei LL∴ M∴ ital∴ F∴ Ghersi Ferdinando, Gr∴ Comm∴ Presid∴ del Sup∴ Cons∴ è incaricato dell’esecuzione del presente Decreto. S∴ D∴ S∴ G∴ C∴ Il Decano del S∴ C∴ Ghersi Ferdinando 33∴° 4 Rapporto del f∴ Goodall Italia - Torino 28 maggio 1869 Rappresentante generale dell’Estero (Pagina 216 del Bollettino - Proceedings del Supr. Consiglio di Boston - New York ) Nell’aprile 1869 io ho indirizzata una comunicazione officiale, dietro le vostre istruzioni, alle parti in Torino ed ho loro domandato informazioni dettagliate relative alla loro domanda di riconoscimento di un Supremo Consiglio che dicevano essersi stabilito regolarmente in quella città e due mesi dopo ho ricevuto la seguente risposta ufficiale. Supremo Consiglio e Gran Loggia Pietro Micca dell’Antico ed Accettato Rito Scozzese della Valle de Po, Or. di Torino. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 83 • 83 • dal Supr. Cons. di Francia Antico ed Accettato del Rito nel 1862 e che nello stesso tempo egli fu confermato dal f∴ Federico Piret 33∴, attuale Membro des Supr. Cons. di Parigi, dal F. Maurin Gabriel 33∴, Membro de Supr. Cons. e G. O. del Belgio e vistato dalla L. Reale di Mons. Con queste autorità il f∴ Ghersi, siccome il più antico 33mo d’Italia, formò la Piramide dei Corpi massonici del Rito Scozzese Antico ed Accettato in Torino nel mese di giugno 1862. Terza domanda: in quale precisa data e maniera sia stato stabilito il Supremo Consiglio di Torino? Per rispondervi il Supremo Consiglio trova indispensabile di osservarvi, con tutta la delicatezza e la dignità che lo permette lo scritto che nel 1866, quando la Capitale provvisoria d’Italia fu trasto Gran Corpo e stabilirono un Centro in Firenze, in violazione di tutte le Leggi e Statuti organici e proclamarono il Corpo di Firenze la sola massonica autorità per l’Italia. Posteriormente questo Centro, sotto l’influenza di elementi e sentimenti eterogenei alla fede ed alle aspirazioni della Massoneria, continuò a diramare Circolari con le quali venivano attaccate le basi fondamentali della nostra Costituzione e si allontanavano dalle gloriose tradizioni dell’Ordine e cambiarono i Rituali e diffusero generalmente nuovi Statuti della Massoneria presso tutte le Logge d’Italia. L’imposizione assoluta ed obbligatoria con la quale furono spediti li Statuti alle Logge provocò grande discordia fra quelle e molto malcontento di non poter continuare nei loro doveri ed obblighi. In quest’epoca erano presenti a Torino i 2/2015 HIRAM Al Supremo Consiglio dei Sovrani Grandi Ispettori Generali della Giurisdizione massonica del Nord degli Stati Uniti d’America. In conseguenza della comunicazione ricevuta dall’Ill. G. Albert Goodall 33, Rappresentante Generale per l’Estero di cotesto Supr. Consiglio in data di New York 22 aprile 1869 E. V., indirizzata al nostro f∴ Domenico Minelli, Rappresentante del Supr. Cons. di Torino che fu comunicata a questo Supremo Consiglio, i sottoscritti fratelli 33 riuniti in seduta straordinaria il 27° g∴ del mese ebraico Iyar [aprile - maggio] dell’anno E. V. 1869, si affrettano a spedire questa risposta alle questioni categoriche comunicate dal F. Goodall. In risposta alla prima questione, dove e quando il f. Ghersi abbia ricevuto il 33mo grado, il Supr. Cons. crede necessario di comunicare che il nostro fr. Ghersi, il 9 passato marzo passò all’eterna quiete, che tutte le sue carte e documenti, dai quali si sarebbero potute ottenere tutte le informazioni desiderate, furono, per cause locali, ritenuti dalla di lui famiglia. Però dal suo Diploma risulta che egli ha ricevuto il 33 grado in Spagna nel 1823. Noi sappiamo poi indirettamente che dopo i politici eventi del 1821, quando esso ritornò dopo lungo esilio, il Clero essendo onnipossente, il f∴ Ghersi, per non essere inquietato ed imprigionato, fu obbligato a distruggere vari documenti, il contenuto dei quali noi non abbiamo potuto conoscere. Alla seconda questione: da chi ha egli ottenuto l’autorità di costituire un Supremo Consiglio e la data della Patente? Noi replichiamo che esso fu riconosciuto Lettera a Goodall, L.P. Friz HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 84 • 84 • 2/2015 HIRAM f∴ Ferdinando Ghersi 33, Alessandro De Milbitz 33, Pietro Garda 33, Ferdinando Dienhein Chotomski 33, Fernandino Nyáry 33, Alberto Nyáry De Nyaregy 33, Giusto Garelli 33, Nicolò Combi Cornaro 33, Maurizio Zaccaria 33. Questi Fratelli riorganizzarono il Supremo Consiglio nel proposito di difendere l’ordine massonico dalle innovazioni volgari, da qualunque sorgente fossero emanate. Sotto la Giurisdizione di questo Supremo Consiglio la Gran Loggia Pietro Micca col Sovr. Capitolo Rosa - Croce e la Loggia Cristoforo Colombo, la Loggia Vittorio Alfieri in Asti e la Figli di Gagliardo in Alessandria vi vennero a lavorare. Quarta questione. I nomi dei Supremi Consigli dell’Estero che hanno riconosciuto il Supremo Consiglio. Era stata convocata un’Assemblea massonica da tenersi in Milano nel maggio ma fu rinviata al 10 di giugno. Questo Supremo Consiglio essendo incerto su quali dei Centri massonici siano legali, si è semplicemente indirizzato al Supr. Cons. della Giurisdizione del Nord degli Stati Uniti d’America eccezionalmente, sapendolo custode geloso degli antichi Statuti dell’Ordine e si è astenuto assolutamente dal contrarre relazioni con altri Gran Corpi Massonici stranieri. Quinta quistione. Che si comunichi il nome delle Logge che lavorano sotto questa Giurisdizione e il numero dei loro membri. Noi non possiamo far questo pel presente con esattezza, prima di conoscervi il risultato dell’Assemblea che deve tenersi a Milano e di sapere se vorranno rimanere fedeli al Rito Antico ed Accettato. Noi siamo decisi, qualsiasi il numero di quelli che rimangono fedeli di continuare l’opera nostra, cioè di mantenere intatti i dogmi del Rito Scozzese Antico ed Accettato, nonostante tutti gli ostacoli ed impacci che possono essere posti sulla nostra via da qualunque parte provengano. Questo Supremo Consiglio, progredendo rettamente con le sue convinzioni e straniero ad ogni ambizione profana, cosa incompatibile assolutamente con la dignità di un Massone e custode incorruttibile della Massoneria, ha offerto la sua mano al Supremo Consiglio della Giurisdizione del Nord degli Stati Uniti di America, domandandogli aiuto efficace per raggiungere la metà difficile dei santi principi dell’Umanità. Questo Supremo Consiglio composto dei Fratelli sottoscritti domanda al Supr. Cons. della Giurisdizione del Nord degli S. U. A. di accordargli il suo potente aiuto di un riconoscimento per la ragione che ricevendo forza dalla vostra autorità noi avremo il potere di sviluppare questa opera sopra più vasto campo. Questo Supr. Cons. non dubita che il Supr. Cons. della Giuris. del Nord degli S. U. A. vorrà prendere in seria considerazione i motivi della presente domanda e desidera sapere le cause e li impedimenti pei quali non ha potuto essere soddisfatta la quinta domanda; ma voi potete essere sicuri dei nostri sentimenti e del coraggio nostro nel professarvi scrupolosamente le virtù che […] alto ufficio della Massoneria. Per quanto riguarda alla certezza delle nostre intenzioni di conformarci prontamente ai vostri desideri, noi vi preghiamo di mandare un Rituale organico, Statuti e Regolamenti dell’Ordine della vostra Giuri- HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 85 • 85 • 5 Frapolli a James Gibson Firenze 7 luglio 1869 Au Seren∴ G∴ M∴ de Maçons A∴ A∴ de l’État de New York Le Très Ill∴ et Très cher Frère Le Fr∴ James Gibson New York (E. U. d’A.) Monsieur, Très Ill∴ et Très Cher f∴ Il y à près de deux ans que nous avons chargé un de nos frères, qui venait aborder de l’autre coté de l’Océan de vous porter nos salutations fraternelles et de vous remettre la première partie du II me volume de notre Bulletin officielle. Malheureusement depuis ce temps nous n’avons plus eu de nouvelles ni du voyage ni de votre part. Nous ne savons pas encore s’il s’est acquitté de sa commission et nous en devons en douter. Aujourd’hui nous profitons du départ d’un autre de nos frères, du docteur Adolphe Andres, médecin distingué qui se rend a San Francisco, et lui remettons pour vous les deux livraisons de notre Bulletin qui suivent les autres et qui forment la fin et le complément du II me volume. Nous espérons que vous voudrez bien agréer cet envoi avec bienveillance et que vous voudrez bien nous envoyer vos publications en échange. Vous recevrez également sous peu de jours en français et en italienne, le compterendu sommaire de notre Assemblée générale des Loges qui vient d’avoir lieu à Florence et qui vient de faire nous nouvelles élections. S’il vous plaisait d’établir avec nous des liens plus étroits ou moyen de Garants d’amitié, nous nous mettons entièrement à votre disposition. Croyez, en attendant, à notre dévouement bien fraternel. (signé) Frapolli N. B. Questa lettera è accompagnata da poche righe al f∴ James Austin, G∴ Segretario della Gr∴ L∴- Non hanno interesse U. Bacci 6 Frapolli a Josiah H. Drummond Firenze 1° novembre 1869 Au Très Ill. et Très Cher Frère Le F.. Josiah H. Drummond 33. Souvr∴ Gr∴ Com∴ du Supr∴ Cons∴ à l’Orient de Boston à Portland (Maine) De retour dans cette Capitale après les 2/2015 HIRAM sdizione, di modo che noi ci conformeremo strettamente a questi, come vien praticato presso il vostro Gran Corpo. Dato all’Oriente di Torino nella Valle del Po, in Italia, il 20 giorno dell’ebraico mese Sivan [maggio - giugno] dell’anno della V. L. Firmati Luogotenente Gran Commend. De Milbitz 33 Per il Sovr. Gran Commendatore Dienheim Chotomski 33 Timoteo Riboli 33 Zaccaria Maurizio 33 Tommaso Zoard Zahorowski 33 Lettera a Goodall, L.P. Friz HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 86 • 86 • 2/2015 HIRAM vacances d’été je lis votre faveur du 23 septembre dernier. Vous me demandez, pour votre usage particulier, quelques documents. Je m’empresse de vous faire adresser, par ce courrier, le II me vol.° du Bulletin de notre Grand Orient et ce qui nous reste du 1.r vol., qui est épuisé; je vous fais adresser, en même temps, le Compte - rendu (Traduction française) de notre dernière Assemblée générale des Loges et le n.° du mois de Mars dernier du Bulletin du Grand Orient de France, qui renferme une correspondance sur la Maçonnerie en Italie. Cette correspondance est d’une exactitude scrupuleuse. J’ajoute à ces documents ma dernière Circulaire au sujet du Concile oecuménique et la copie d’une planche que j’ai dû écrire en réponse à une communication de l’Ill. f∴ James Gibson G∴ M∴ de la Grande Loge de New York. J’ai confiance que l’examen de ces documents ainsi que la lecture des Calendriers maç∴ de Londres, de Paris et de Leipzig vous édifiera complètement au sujet des choses maçonniques de l’Italie. En vous remerciant personnellement de la bienveillance fraternelle et personnelle que vous me témoignez je dois montrer nôtre surprise d’avoir dû lire dans une recueil aussi sérieux que les Proceedings of the Supreme Council, Grand East Boston un amas d’erreurs aussi colossales qu’il en est dit au sujet des choses maçonniques de l’Italie et de vous exprimer tout la peine que les amis de la grande Repuplique américaine éprouvent en voyant figurer dans le dit recueil, d’ailleurs très digne, le texte d’une circulaire d’un soi-disant Suprême Conseil de Turin qui n’existe pas et qu’il n’a jamais existé que dans la pensée de quelques escrocs er de quelques personnes trompées et abusées. Le frère Albert Goodall, le voyage du quel vous nous annoncé, sera reçu par nous avec toute la politesse fraternelle qui est due à qui vient de votre part, d’autant plus que nous espérons qu’il voudra bien nous exprimer ses regrets d’avoir prêté foi à des renseignements inexactes, et de s’être servi, dans la rédaction de sa correspondance, de termes, à notre égard, que nous aimons oublier. Je termine en vous témoignant toute la douleur que la Maç∴ italienne a éprouvé en apprenant le décès de l’Ill∴ fr∴ T. Bigelow Lawrence, qui était apprécié parmi nous et vous prie de me croire parmi vos Frères correspondants le plus dévoué. (signé) L. Frapolli 7 GRANDE ORIENTE A. G. D. G. A. D. U. DELLA MASSONERIA UNIVERSALE FAMIGLIA ITALIANA MASSONERIA IN ITALIA Scienza, Libertà, Lavoro, Fratellanza, Solidarietà Or. di Firenze 11 gennaio 1870 Verbale del ricevimento ufficiale, fatto nella sede del G∴ O∴ della Mass. in Italia, al f∴ Albert G. Goodall, Grande Rappresentante del Sup∴ Cons∴ di Boston e della Gr∴ L∴ di New York. HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 87 • 87 • scrisse e stampò colla sua relazione in New York rispetto alle cose mass∴ in Italia. Dice di Torino e Palermo cose le quali una per una furono vittoriosamente combattute dal f∴ Tamajo, al che egli termina col dire di essere persuaso di non essere stato ben informato. Soggiunse che tali erano le sue informazioni pei documenti trasmessigli. Del resto però ora vedendo più chiaramente le cose, da vero mass∴ si farà un pregio a fare nobile ammenda col ritrattarsi qualora il G∴ O∴ fosse disposto a rispondere dettagliatamente a delle domande scritte che egli sarebbe ufficialmente per presentargli. E quanto poi a volere informarsi dello stato della Massoneria in Italia dall’origine della Costituzione, gli fu risposto niente di meglio che l’assentire a cotesto desiderio; e per dargli una prova della fiducia che noi nutriamo verso il Centro che egli rappresenta, avremmo dato, come fu fatto, tutti quelli schiarimenti e dimostrazioni che altronde e con altri non avremo fatto. E innanzitutto furono a lui posti sott’occhio e da lui scrupolosamente esaminati uno per uno, tutti i titoli relativi ai riconoscimenti per parte delle Potenze mass∴ dei due Emisferi e più specialmente delle Potenze mass. dell’America del Nord e quelli di una L. […]. Gli furono offerti tutti i numeri del Bollettino, Statuti, Regol. e Catechismi. Dopo ciò si fa osservare al f∴ Goodall la posizione dei 37 Garanti di Amicizia, nominati da noi per 37 Potenze Estere, e le 24 nomine ricevute a scambio di Garanti di Amicizia. Il fr∴ Goodall fa alcune osservazioni ed altre, dice, ne farà. Intanto osserva tutte le altre posizioni delle Potenze 2/2015 HIRAM Alle ore 10 antimeridiane il f∴ Giorgio Tamajo 33 mo, Presidente del Gr∴ Concistoro, introdusse nel salone del G∴ O∴ il f∴ Albert G. Goodall, che venne ricevuto dal G∴ M∴ Aggiunto f∴ Curzio Francesco 33 mo e dal Gran Segretario f∴ Pio Aducci 33 mo. Il f∴ Goodall presenta tre sue credenziali che si osservarono regolarmente redatte e legalizzate dal Sup∴ Cons∴ di Boston. Riconosciuto perciò il f∴ Goodall qual Rappresentante il Sup∴ Cons∴ di Boston e della G∴ L∴ di New York con illimitati poteri sotto ogni riguardo di trattare con nostro G∴ O∴ di cose mass∴ e specialmente per il scambievole riconoscimento e scambio di Garanti di Amicizia, gli venne dal f∴ G∴ M∴ Aggiunto data la parola. Il f∴ Goodall, non parlando che il solo linguaggio inglese, per mezzo del fr∴ Giorgio Tamajo dichiara quale è il suo mandato ed assicura che unico suo scopo è di stabilire le fraterne comunicazioni fra i due GG∴ OO∴ Fa vedere una lettera scrittagli dal Supr∴ Cons∴ di Boston, colla data del 26 settembre colla quale l’avvisa avere dal nostro G∴ M∴ Frapolli ricevuto libri, documenti e Tavole interessanti e lo prega presentarsi da noi per osservare e convincersi meglio dello stato della Mass. in Italia e sui collegamenti di questo nostro G∴O∴ Si verifica allora che lo stesso Supr∴ Cons∴ il 23 stesso mese scrisse al nostro G∴ M∴ cose simili. Si lesse la lettera. Il f∴ Goodall parla su quanto esso Lettera a Goodall, L.P. Friz HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 88 • 88 • mass∴ le quali hanno con noi relazioni; se ne congratula e dice che veramente siamo forti colle nostre corrispondenze. Si sospende la riunione e si combina di farne un’altra e terminarla domani martedì alle 8 di sera. Il fr∴ Goodall dimostra il desiderio che avrebbe di assistere ad una seduta di qualche nostra Loggia. Il fr∴ Gr∴ Segr∴ come Venerabile della Rispettabile Loggia Fratellanza Universale si fa un dovere d’invitarlo alla seduta che tale Loggia terrà la stessa sera. Il fr∴ Goodall accetta. Poscia li presenti colle più fraternevoli espressioni, si salutano e partono. 8 GRANDE ORIENTE A. G. D. G. A. D. U. DELLA MASSONERIA UNIVERSALE FAMIGLIA ITALIANA MASSONERIA IN ITALIA Scienza, Libertà, Lavoro, Fratellanza, Solidarietà Goodall Gallatin Albert a Frapolli Firenze 18 gennaio 1870 Traduzione letterale 2/2015 HIRAM Venerabile f∴ L. Frapolli Avendo manifestato verbalmente ai ff∴ del G∴ O∴ d’Italia l’oggetto della mia missione massonica ed avendo ricevuto dai medesimi una pronta e cordiale risposta relativa all’organizzazione e regolarità del G∴ O∴ d’Italia ed anche avendomi essi espresso il desiderio di rispondere officialmente in iscritto, io rispettosamente chiedo una replica alle seguenti domande, con l’intento di presentarla alla G∴ L∴ dello Stato di New York perché l’esamini e decida relativamente all’importante questione di essere riconosciuti e di scambiare relazioni di amistà . 1.° Quando e sotto quale autorità massonica voi e quelli che vi associarono nell’organizzazione del G∴ O∴ in Italia foste iniziati all’Ordine? 2.° Quando e sotto quale autorità mass∴ il G∴ O∴ d’Italia si è stabilito a Firenze? 3.° Sono state pubblicate proteste da qualche altro Corpo mass∴ in Italia contro l’organizzazione del G∴ O∴ a Firenze? Se ciò fosse compiacetevi di farci conoscere quali furono le vostre risposte. 4. Esistevano quindi Corpi massonici in Italia prima dell’organizzazione del G∴ O∴ in Italia in questa città? Se ancora esistono, e se sono con voi in amichevole relazione. 5.° Quante Logge simboliche attive lavorano attualmente sotto la vostra autorità. 6.° In che rito mass∴ lavorano le Logge della vostra obbedienza? 7.° Compiacetemi di indicarci i nomi dei grande Corpi massonici che vi hanno riconosciuto e che sono in fraterna relazione con voi. 8.° Avete voi costituito Logge entro la Giurisdizione di una Potenza massonica estera? Se ciò fosse indicateci i luoghi e diteci le ragioni per le quali avete agitò così e se il G∴ O∴ d’Italia intenda per principio di continuare ad averle sotto la sua autorità in opposizione alle proteste dei grandi HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 89 • 89 • 9 GRANDE ORIENTE A. G. D. G. A. D. U. DELLA MASSONERIA UNIVERSALE FAMIGLIA ITALIANA MASSONERIA IN ITALIA Scienza, Libertà, Lavoro, Fratellanza, Solidarietà Goodall Gallatin Albert a Francesco De Luca 33∴ Firenze 18 gennaio 1870 Sovr∴ Gr∴ Commendatore del Sup∴ Cons∴ del 33 °∴ grado in Italia Illu.mo Signore e Fratello La mia missione massonica ed il suo scopo essendovi stato verbalmente espresso a voce, ho l’onore di sottomettere alla vostra considerazione le seguenti questioni e domande e rispettosamente richiedere una risposta ufficiale all’intento di presentare al Sup∴ Cons∴ della Giurisdizione mass∴ degli Stati Uniti del Nord nella sua riunione annuale che avrà luogo entro il giugno venturo, accio possa risolvere la questione del riconoscimento e [dello stabilimento] di relazioni di amicizia. 1° Mi prendo la libertà di richiamare la vostra attenzione sui miei rapporti al summenzionato Sup∴ Cons∴ riguardanti la storia e le condizioni della Mass∴ in Italia pubblicati nei resoconti annuali del 1868 (vedi pag. 67-126). 2° Di porvi sott’occhio una protesta di persone le quali dicono essere Supr∴ Cons∴ di 33∴ a G∴ O∴ in Torino (vedi pag. 127). 2/2015 HIRAM Corpi massonici sotto la cui Giurisdizione territoriale quelle Logge sarebbero stabilite. 9.° Essendo io informato che il G∴ O∴ d’Italia ha riconosciuto un sedicente Corpo mass∴ che si intitola Supr∴ Cons∴ della Louisiana sedente in Nuova Orleans ed avente Logge simboliche sotto la sua Giurisdizione, e il detto sedicente Supr∴ Cons∴ essendo stato dichiarato irregolare, spurio clandestino dai G∴ O∴ degli Stati Uniti, avendo invaso e violato la Giurisdizione massonica della regolare e riconosciuta G∴ L∴ della Louisiana, vi compiacerete di dire esplicitamente se il G∴ O∴ d’Italia intende di continuare in questo riconoscimento, in opposizione alle Potenze massoniche degli Stati Uniti. 10.° Accogliete, G∴ O∴ d’Italia, ad ufficialmente proclamare il sancito principio massonico di non fondare o riconoscere per l’avvenire nessuna Loggia o Società massonica entro la Giurisdizione di qualunque Gr∴ Corpo mas∴ esistente? Riportandomi per altri particolari alla corrispondenza indirizzatavi dal Ven∴ Gr∴ M∴ James Gibson e sinceramente sperando che le relazioni dirette di amicizia possano sollecitamente stabilirsi tra le legittime Potenze massoniche d’Italia e la G∴ L∴ di New York ho l’onore di dirmi Fraternamentev.° (firmato) Albert G. Goodall Rappresentante Generale all’Estero Lettera a Goodall, L.P. Friz HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 90 • 90 • 2/2015 HIRAM 3° Di farvi esaminare lagnanze ufficiali e proteste fatte al nostro Sup∴ Cons∴ della Repubblica Argentina all’Oriente di Buenos Ayres e del Supr∴ Cons∴ dell’Uruguay Oriente di Montevideo per una invasione nella loro Giurisdizione massonica da varie Logge stabilite sotto la vostra dipendenza (vedi pag. 86-123). 4° Quando e da quale autorità massonica riceveste il grado 33∴ unitamente a coloro che vi operarono nel formare il Supr∴ Cons∴ dei 33∴ 5° Quando e da quale mass.. autorità il Supr∴ Cons∴ del grado 33∴ del Rito Scoz∴ A∴ ed A∴ fu stabilito a Firenze? 6° Indicateci di grazia il nome dei Sup∴ Cons∴ Scoz∴ A∴ ed A∴ siete in relazione di amistà. 7° Diteci il numero di Capitoli Rosa Croce ed altri Corpi del Rito Scozz∴ A∴ ed A∴ che attualmente lavorano sotto la vostra obbedienza. 8° Per favore affermate se il Supr∴ Cons∴ dei 33∴ in Italia acconsentì al sancito principio mass∴ di non fondare o riconoscere nessuna L∴ o Società mass∴ entro la Giurisdizione massonica di un altro costituito e regolare Gr∴ Corpo mass∴ 9° Di grazia dichiarate se il Supr∴ Cons∴ dei 33∴ in Italia ha riconosciuto il sedicente Supr∴ Cons∴ per il sovrano e indipendente Stato della Louisiana, a Nuova Orleans e, se è così, se voi credere di ritirare immediatamente un tale riconoscimento, avendo il suddetto Corpo mass∴ violato la Giurisdizione di una Gr∴ L∴ da lungo tempo ivi costituita ed essendo stato dichiarato irregolare e spurio dai Supr∴ Cons∴ dagli Stati Uniti del Nord e del Sud. 10° Avete riconosciuto o tenete corrispondenza mass∴ con una Società sedicente Supr∴ Cons∴ del Missouri stabilita nella città di New York e, se ciò fosse, vorreste annullare un tale riconoscimento perché questa Società non è riconosciuta da nessun Corpo mass∴ degli Stati Uniti. Ora, sinceramente sperando che le vostre relazioni di amistà quanto prima possano essere scambiate tra il legittimo Supr∴ Cons∴ d’Italia e quello di cui ho l’onore di essere il Rappresentante, mi dichiaro con grande riconoscimento. V.° fraternamente Alberto G. Goodall Rappresentante all’Estero 10 GRANDE ORIENTE A. G. D. G. A. D. U. DELLA MASSONERIA UNIVERSALE FAMIGLIA ITALIANA MASSONERIA IN ITALIA Scienza, Libertà, Lavoro, Fratellanza, Solidarietà Giorgio Tamajo a Albert Gallatin Goodall Firenze 1° aprile 1870 Ven∴ f∴ Goodall E come risposta alle cose riferite al Sup∴ Cons∴ della Giurisdizione massonica degli Stati Uniti del Nord, e come schiarimento nella storia della Mass. in Italia, e per allentare gli equivoci incorsi nelle HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 91 • 91 • Francese ebbe attribuita la Giurisdizione suprema e piena, come l’avevano esercitata il Grande Oriente d’Italia e quello di Francia, ma pel Rito Scozzese Antico ed Accettato ebbe solo il potere amministrativo, lasciando ai rispettivi Corpi massonici di quel Rito le attribuzioni loro inerenti, a base delle sue antiche istituzioni. E conseguentemente ogni Rito, mercé i suoi alti Corpi dirigenti, poteva modificarsi, ma non poteva e non può essere modificato da Assemblee Massoniche legislative o costituenti, rappresentanti il complesso dei Riti oggi praticati in Italia. 5°. - Come conseguenza dell’organismo su espresso, il Gran Corpo Amministrativo il G∴ O∴ fu diviso in quattro Sezioni, una sedente in Torino le altre in Firenze, in Napoli, in Palermo e fu stabilito che la Sezione di Torino coll’intervento di due membri delle Sezioni di Firenze, di Napoli e di Palermo assumesse il titolo e le funzioni di Gran Consiglio e rappresentante il G∴ O∴ in determinate attribuzioni; e ciò per la difficoltà di riunire il G∴ O∴ nel suo completo, attesa la distanza tra Napoli, Firenze e Palermo ove avevano residenza gli altri membri i quali costruivano le tre altre Sezioni di cui sopra è parola. Dunque, si badi bene, non si confonda il Gran Cons∴, potere emanato dal G∴ O∴ (che esercitò funzioni in Torino ed in Firenze fino all’epoca dell’Assemblea di Napoli) col Sup∴ Cons∴ del 33°∴ grado, che rappresenta il Supremo potere dogmatico e liturgico e non mica l’amministrativo del Rito Scozz∴ Antico ed Accettato. Non si confonda il Sup∴ Cons∴ del 33°∴ in Italia con il G∴ O∴ della Mass∴, il 2/2015 HIRAM relazioni suddette, giova premettere le seguenti cose: 1°.- In Italia per le condizioni politiche prima del 1860 non vi era attività mass∴ meno che in pochissime Officine poste in Genova e in Livorno, le quali dipendevano dal G∴ O∴ Ma in Italia dappertutto vi erano massoni, sia per iniziazione all’Estero, specialmente nel personale navigante, sia per le sopravvivenze ai Grandi Corpi mass. ed altre Officine simboliche del Rito Scozzese, che ebbero vita dal 1820. 2°.- In Italia nel corso dell’anno 1861 fu creata la Mass. simbolica, ed ebbe il suo G∴ O∴ residente a Torino, ove allora era la sede del Governo Italiano. E fu inoltre ravvivata nel Mezzodì la Mass. Scozzese del Rito Antico ed Accettato, con gli otto altri gradi aggiunti, a base dell’organico emanato da Federico II. 3°. - Conseguentemente in Italia erano, nel 1861, attivati tre Riti, uno simbolico di tre gradi, detto Italiano, il secondo Francese, in sette gradi, e terzo lo Scozzese Antico ed accettato, in 33∴ gradi. 4°. - Nel 1864 si diede un passo avanti, per intelligenze prese fra i Mass. dei diversi Riti e per creare una vera Mass∴ nazionale si tenne a Firenze una Assemblea Costituente fondamentale, nella quale si proclamò la liberta dei Riti (emblema e vessillo della libertà di coscienza) e si stabilirono le basi della Mass∴ Nazionale Italiana, creando un G∴ O∴ come Corpo Amministrativo dirigente e come potere esecutivo dell’Ordine. Ed atteso la libertà dei Riti, ciascun Rito fu dichiarato indipendente per le rispettive attribuzioni liturgiche dogmatiche. E però il G∴ O∴ per il Rito Italiano e Lettera a Goodall, L.P. Friz HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 92 • 92 • 2/2015 HIRAM quale, in quanto al Rito Scozz∴ esercita il solo potere amministrativo, ed in quanto agli altri Riti, esercita il potere plenario, come di sopra è detto. 6°. - Per bene intendere quel che poi si riferisce al Rito Scozzese, il Sup∴ Cons∴ del 33∴ g∴° divise il G∴ Concistoro de PP∴ del R∴ Segreto in quattro Sezioni, cioè in Torino, Napoli, Firenze e Palermo con l’esercizio delle attribuzioni del proprio grado: ammise i Trib.i del 31∴, ed i Conclavi in varie parti d’Italia ove il numero dei graduati era sufficiente per costituirli. Creò Logge provinciali con varie filiazioni; elevò l’Egeria di Napoli a Gran Loggia, e questo decreto fu […] coll’intervento e riconoscimento dei Commissari delegati delle varie Sezioni. 7°. - In Napoli nel 1867 si tenne un’Assemblea nella quale fu stabilità la soppressione delle Sezioni del G∴ O∴ e fu ristretto il n.° dei membri di questo. Furono invece create delle Delegazioni personali, rinnovabili secondo le circostanze dal G∴ O∴ Conseguente alla soppressione delle 4 Sezioni del G∴ O∴ ha cessato di aver vita il Gr∴ Consiglio di cui è parola nel n.° 5: 8°. - Dunque con la libertà dei Riti oggi in Italia vi sono Officine italiane e francesi sommesse al Potere assoluto dal G∴ O∴, tanto per l’Amm.ne quanto per le contenzioni, ritualità e dogmatismo: e vi sono Officine di Rito Scozzese soggette al G∴ O∴ per l’Amm.ne, ma dipendenti dalla gerarchia di vari Corpi mass., ai quali presiede il Sup. Consiglio del 33°∴ g° che nulla ha di comune col G∴ O∴. Chiarita così la parte storica e determinate le attribuzioni di ciascun ente masso- nico si viene a rispondere a vari quesiti fatti. Al 1°. - Risponde la suddetta narrazione storica. Al 2°. - La su espressa narrazione esclude la confusione tra Sup∴ Cons∴ del 33°∴ e G∴ O∴ preteso a Torino. D’altronde questo preteso Potere mette capo ad un risentimento per la trasferita sede del G∴ O∴ da Torino a Firenze (la qual cosa era una necessità atteso il carattere di Nazionale assunto dalla Mass∴) ed una ribellione, perché quelle persone che si erano costituite a Torino avevano riconosciuto il G∴ O∴ d’Italia sedente pria in Torino e poi a Firenze, ed al quale erano legate per ubbedienza e fedeltà: ad un abuso per aver circuito un nonagenario vecchio, il Ghersi, ed agito in suo nome! Al 3°. - Risponde il G∴ O∴ Al 4°. - Il Sup∴ Cons∴ del 33°∴ g.°∴ fu formato secondo le precise istruzioni del Decreto organico di Federico II, col quale furono aggiunti ai 25 gradi del Rito Scozzese gli 8 maggiori; e per le prime iniziazioni da fratelli rivestiti di quel grado Ferdinando Ghersi di Torino Angelo M. Pyret del Belgio Francesco De Luca di Napoli Questi tre 33∴, il 14° giorno della 10ma Luna, A∴ V∴ L∴ 5862 conferirono il g°∴ 33°∴ al F∴ Aducci, già 32°∴, con tutte le formalità richieste dall’organico di Federico II. Nel 16°∴ giorno di dicembre, stesso anno, li quattro 33°∴ suddetti, con altri quattro 32°∴ costituirono in Torino il G∴ Concistoro dei PPi ∴ del Real Segreto, ai quali, essendo un solo il superstite, di pieno HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 93 • 93 • 11 GRANDE ORIENTE A. G. D. G. A. D. U. DELLA MASSONERIA UNIVERSALE FAMIGLIA ITALIANA MASSONERIA IN ITALIA Scienza, Libertà, Lavoro, Fratellanza, Solidarietà Giuseppe Mazzoni a Albert Gallatin Goodall Firenze 1° aprile 1870 Rispettabile f∴ Goodall Avendo il f. G. Albert Goodall, Rappresentante generale all’Estero della G. Loggia di New York e del Supr∴ Cons∴ di Boston, esternato il desiderio di ottenere ufficiale risposta in iscritto alle domande da lui formulate relativamente all’organizzazione e regolarità del G∴ O∴ medesimo, ed avendo egli il tutto diretto a noi, G∴ M∴, effettivo dell’Ordine in Italia, ci siamo creduti in dovere di assecondare i desideri del Ven∴ f∴ sunnominato nella fiducia che la nostra fraterna franchezza e condiscendenza ci daranno maggior diritto all’amichevole riconoscimento della G∴ L∴ di New York e del Supr∴ Cons∴ dei 33∴ della Giurisdizione mass. degli Stati Uniti del Nord. Quello che noi ora riportiamo in iscritto è quanto già detto e partecipato nelle tre riunioni fatte da alcuni membri del nostro G∴ O∴ col R. f∴ G. Albert Goodall, come da verbale redatto. 1.° - Nel dicembre 1861 le Logge sparse in Italia si riunirono in n.° di 22 in Torino e stabilirono la prima Costituente mass∴ italiana, dalla quale tutte le loro forze furono riunite in un fascio solo. Da questa Costituente nacque il G∴ O∴ Italiano, sedente in Torino, con G∴ M∴ il defunto f∴ Cordova, già Ministro del Regno d’Italia. Si moltiplicarono dopo tal fatto le Logge. Sul finire del 1862 si riunirono i Rappresentanti di tutte le Officine in Assemblea generale. Da questa venne nominata una Commissione con l’incarico di andare a visitare tutte le Logge d’Italia. In seguito a 2/2015 HIRAM diritto, secondo le statuizioni anzi dette, oggi sarebbe Sov∴ G∴ Com∴ N.B. In Italia eranvi e sonvi ancora Massoni di gradi supremi dipendenti dal Sup. Cons. di Napoli, che cessò le sue funzioni nel 1820. Or molte iniziazioni avvennero, in forme private e segrete, fino al 1859. Al 5°. - Il Sup∴ Cons∴ dei 33∴ si riferisce all’Italia e però è uno. Al 6°. - La Rappresentanza internazionale appartiene al G∴ O∴, quindi il riconoscimento non si riferisce all’uno o all’altro Rito ma sebbene alla rappresentanza nazionale. Al 7°. - Risponde la Segreteria. All’8°.- Il quesito riguarda il G∴ O∴ Al 9°. - Risponde il G∴ O∴ Al 10°.- Alcuni Fratelli Mass∴ hanno avuto rapporti col Sup∴ Cons∴ del Rito di Menfi, ma in quanto a questo Rito fu ammesso dal G∴ O∴ di Francia, sotto la cui ubbidienza viveva. Pel di più risponde il G∴ O∴ (firmato) Giorgio Tamajo 33∴ (Scritta da De Luca) Lettera a Goodall, L.P. Friz HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 94 • 94 • 2/2015 HIRAM ciò si tenne nel 1863 un’altra Assemblea nella quale furono accettate le proposte fatte M∴ L∴ Cap∴ Dante Alighieri all’Or∴ di Torino. Nel 1864 tutti i Rappresentanti delle Logge riuniti in Assemblea in Firenze accettarono le dimissioni del G∴ O∴ Italiano il quale, avendo avuto il suo Potere, questo venne assunto dal nuovo G∴ O∴ della Mass. in Italia, avente per base fondamentale la libertà dei Riti. Fu allora che il primo G∴ O∴ Italiano cessò la pubblicazione del suo Bollettino mensile ed in sua vece cominciò il Bollettino Ufficiale del G∴ O∴ della Mass∴ in Italia, ove si trova scrupolosamente descritto e registrato quanto si fece (Vedi Bollettino, Anno I°, fasc. I° e II°, dei mesi di ottobre e novembre 1864). Questo è quanto si deve da noi ripetere rapporto al 1° quesito fatto dal f∴ Goodall. 2.° - Il G∴ O∴ della Mass. in Italia, per il suo carattere nazionale, non poteva fare a meno di seguire la capitale del Regno. Ecco il perché, nel 1865, il G∴ M∴ De Luca, con sua Circolare del 27 settembre dell’anno stesso, preveniva tutte le Officine che mandava ad effetto la deliberazione già presa nella Cost∴ mass∴ fiorentina, di trasferire cioè provvisoriamente in Firenze la sede del G∴ O∴. 3.° - In Italia, come dal suesposto, essendo un solo il G∴ O∴ legalmente costituito e riconosciuto dalle Potenze mass∴ estere, ne viene per conseguenza che, se vi fossero altri Centri spurii che protestassero, il nostro G∴ O∴ non poteva ricevere proteste, e se a qualcheduno dei suoi membri fossero quelle arrivate, non ne facevano conto. 4.° - Si risponde a questo come sopra ai quesiti 1.° e 3°. 5.° - Attualmente l’unica regolare Mass∴ Comunione italiana, il cui G∴ O∴ ha sede provvisoriamente in Firenze, tiene Logge simboliche n.° 134, Capitoli 19, Conclavi 7 ed il Concistoro. 6.° - Ammessa la libertà dei Riti (Emblema della libertà di coscienza) il nostro G∴ O∴ ha Logge al Rito Simbolico, cosiddetto Italiano, ed al Rito Francese, ma la massima parte sono del Rito Scozz∴ A∴ ed A∴. 7.° - Nel Bullettino Officiale vi soni i nomi delle Potenze mass∴ che ci hanno riconosciuti e dei rispettivi Garanti d’Amicizia. 8.° - Abbiamo Logge nelle Colonie Italiane dell’Uruguay, della Repubblica Argentina, del Peru, di Tunisi o di Tripoli, dell’Egitto, della Turchia e dell’Asia Minore. Ed era nostro dovere lo stabilirle perché ne derivasse più che mai forza alla nostra nazionalità italiana. Si noti però che queste LL∴ vennero da noi stabilite prima di avere legalmente ed officialmente riconosciuto le Potenze Mass. delle rispettive Regioni. 9.° - Non esistendo più di fatto il Sup∴ Cons∴ della Louisiana, perché già scioltosi, il nostro G∴ O∴ cessò qualunque corrispondenza con quello, fermo restando il nostro Garante di Amicizia scambiato la G∴ L∴ di Nuova Orleans. 10° - Il G∴ O∴ della Mass∴ in Italia si associa al principio mass∴ di non fondare o riconoscere per l’avvenire, nessuna L∴ entro la Giurisdizione di altri Gr∴ Corpi mass∴ esistenti e regolarmente costituiti; però resta fermo nel ritenere che quelle Officine che attualmente possiede nelle Colo- HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 95 • 95 • 12 Frapolli a Albert Gallatin Goodall Firenze 8 giugno 1870 Très Ill∴ et Très cher f∴ Albert Gallatin Goodall 33∴ à l’Or∴ de New York De retour à Florence, j’ai dû constater, à mon grand regret, votre éloignement définitif et votre retour en Amerique sans qu’il me fut donc de vous serrer la main, après les explications si loyales qu’ont été échangées entre vous et nos ff∴ du Supr∴ Cons∴ et du G∴ O∴ d’Italie. Veuillez agréer ces lignes comme l’expression sincère de mes sentiments de haute estime et complètement dévoués. J’ai lu les réponses qui vous ont été adressées par nos ff∴ Mazzoni et Tamajo au nom du G∴ O∴ et du Supr∴ Cons∴ du R∴ Ecossais et je les trouve exactes en tous points. Je ferais observer seulement que le titre de Grand Loge qui a été octroyé à la Loge Egeria de Naples n’est que purement honoraire et ne lui donne aucun droit de Juridiction car pour la partie administrative celle-ci est au G∴ O∴ et pour la partie dogmatique du Rite est au Supr∴ Cons∴ et au Gr∴ Consistoire, uniques en Italie. Je dois également insister au sujet de l’indignité des groupes de soi - disant Maçons irréguliers qui se sont formés ou qui se forment dans notre Pays de liberté politique absolue en cette matière; ces groupes paraissent et disparaissent comme les nuages dans une atmosphère agitée et il ne sont pour la plupart que l’œuvre d’hommes indignes qui ont subi le refus d’initiation ou l’expulsion, ou bien de l’initiation d’escrocs qui, comme à Naples et à Turin, ont essayé vainement de faire des dupes autour d’eux. Ce mal pourtant, qui était très dangereux de l’Ordre en Italie, tend de plus en plus à disparaître et le diplôme unique que nous allons rendre obligatoire va le faire cesser complètement. J’ai appris par nos Frères avec satisfaction que vous avez compris notre position particulière avec nos Loges des Colonies, instituées avant que nous eussions des traités d’alliance avec les Puissances maçonniques indigènes; position que j’ai eu la faveur d’expliquer aux très Ill∴ fr∴ J. Gibson et J∴ H∴ Drummond dans mes planchers du 2 7bre et 1.r 9bre 1869, et j’ai vu également avec une véritable plaisir les questions du Rite de Memphis et du Supr∴ Cons∴ de la Nouvelle Orléans ne s’élevait plus comme un obstacle entre nos rapports fraternelles. En effet nous n’avions reconnu le Souvr∴ Sanctuaire de Memphis a New York que parce que il faisait part d’un Rite reconnu et à l’obédience du G∴ O∴ de France; aujourd’hui le Rite de Memphis a disparu du Calendrier du G∴ O∴ de France; nous n’avons donc qu’a constater qu’il a cessé. Quant au Supr∴ Cons∴ de la Nouvelle Orléans nous avons pris l’engagement de nous concerter avec le G∴ O∴ de France qui a institué une Commission ad hoc. Mais ce Supr∴ Conseil étant aujourd’hui en pleine désorganisation, la Commission ne peut que constater sa dis2/2015 HIRAM nie, promettendo non farne più. (firmato) Mazzoni 1° G. M. Agg. (scritta da Aducci) Lettera a Goodall, L.P. Friz HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 96 • 96 • parition et la cessation de tout motif de plainte entre les Puiss∴ maçonniques des deux Continents. Dans l’attente de vos bonnes nouvelles, je vous prie, Ill. et Très cher Frère, de vouloir bien exprimer non sentiments les plus fraternels au Très Ven∴ ff∴ Drummond et Gibson et d’agréer l’expression de nos sentiments les plus dévoués et fraternelles. Votre f∴ très aff.né L. Frapolli 33∴ G∴ M∴ 13 Estratto dalli Atti del Supremo Consiglio di Boston pubblicati in New York pag. 225 1870 2/2015 HIRAM Il trasferimento del G∴ O∴ da Torino a Firenze sembra essere stato fatto di sua propria autorità e, presentemente, tutte le Logge simboliche sono sotto la sua obbedienza. Ei sembra che sia molto ben organizzato, e conduce i suoi affari con molto sistema e regolarità. La parte di Firenze non sembra provare con evidenza soddisfacente che il Sup∴ Cons∴ sia stato trasferito da Torino per propria autorità. E quanto alla presentazione di alcuni Diplomi in bianco che essi han ricevuto da Parigi con l’abituale apparato ed emblema filosofici che consumano (?) con le idee particolari francesi che con le massoniche, questa non è una prova che il Supr∴ Cons∴ del Rito Antico ed Accettato esista in Firenze. La principale obiezione da farsi al G∴ O∴ di Firenze ha due fondamenti: il primo che vi è un cambiamento radicale nell’opera anticamente riconosciuta dei Rituali e Decreti, i quali seguono le idee speciali de’ novatori moderni, che sotto la veste della Massoneria agiscono sotto l’influenza esclusiva di motivi politici. Qui però io osserverò, fra parentesi, che quando io spingo fedelmente il mio sguardo sull’Italia, paragonandone le tendenze con quelle delle così dette Società massoniche nelle parti dell’Europa continentale che son governate dalle razze galliche e latine, quelle tendenze sono diminuite negli ultimi anni ed i principi dell’antica Massoneria furono meglio sostenuti. La 2.a obiezione da farsi riguardo al Grande Oriente è che non può essere unione della Famiglia massonica fuorché in Roma, quando questa città sarà diventata la Capitale d’Italia. Questo avvenimento è importante; è molto sperabile che si effettui, ed in pochi mesi noi speriamo di scambiare fraterni sensi con la Famiglia massonica italiana unita, che lavorerà in armonia con le classiche ruine di Roma imperiale, d’accordo coi nostri antichi principi e sotto la bandiera della Massoneria universale. E per reciprocità degli anatemi urlati contro di noi per molti secoli dalla Santa Sede che si costituisce da se stessa infallibile ed alle persecuzioni, ed alle speculazioni barbare dei suoi ciechi aderenti la Massoneria vi proclamerà e vi praticherà quei principi che danno Luce, Scienza, Eguaglianza e Tolleranza. Nell’ultimo rapporto che ho pubblicato ho dato una storia sinottica della Massoneria in Italia del così detto Supremo Consi- HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 97 • 97 • 14 Goodall Gallatin Albert a Frapolli New York 15 maggio 1871 142 Broadway Au très Vénérable Frère Lodovico Frapolli Gran Maestro Chèr Monsieur et Frère Peu après mon retour à New York au mois de Septembre dernier j’ai eu le plaisir de recevoir votre estimée lettre du 8 Juin 1870 ainsi que celles des frères Tamajo et Mazzoni, les quelles ont toutes été remises à la Loge de New York et insérées dans mon rapport au Suprême Conseil dont je vous ai expédié, le 29 mars à Florence les exemplaires imprimés. Vous y trouverez également les annexés des personnes s’intitulant Suprême Conseil 33°∴ de Turin. Le grand Maître actuel de la Gr∴ Loge du Grand Orient à New York, fortement opposé à tous les Corps maçonniques en France, en Italie, en Espagne et en Portugal, attendu que de tous temps ces Corps se sont rendus plus o moins les avocats des principes politiques, et par là ont sérieusement nué la cause de la vrai maçonnerie dans les autres partes du Monde et on perdu le droit d’être reconnus pour Corps maçonniques. L’action du Grand Orient de France pendant ces derniers années inculquant des principes anti-maçonniques et en agissant après ceux-ci, a eu pour résultat que toutes le Grandes Loges des États Unis d’Amérique se sont abstenues de communiquer fraternellement avec le Grand Orient de France et que personne se réclament de la France n’y a été reçu comme maçon. Ceci est réellement fort malheureux et, tout en sympathisant sincèrement avec plusieurs bons et fidèles membres de l’Ordre demeurant en France, nous ne saurions faire une distinction à leur égard et en leur faveur, tant qu’ils subiront du Corps gouvernant, aussi faut il craindre que les derniers démonstra2/2015 HIRAM glio Antico ed Accettato in Palermo, fondato da un’autorità massonica immaginaria data ad un certo Giuseppe Tortorici, uomo di marina, da James Foulhouze, alla Nuova Orleans, il 28 marzo 1861. Mentre ero in Palermo, nel mese ultimo di marzo, ho avuto lunghi colloqui con persone che si dicono membri ufficiali di questo Corpo. Essi ammettono che il riassunto da me pubblicato sull’origine del loro Consiglio è preciso, ed esprimono gran rincrescimento per non poter essere riconosciuti in conseguenza dall’essere emanati da sorgente spuria ed essi sono molto desiderosi di ottenere la legittimazione. Ma dopo 9 anni di esistenza illegale essi non poterono ottenere alcun riconoscimento straniero; del resto il loro motto di durare finché Roma non sia capitale degli Italiani ci da speranza che non avran troppo ad aspettare. Una copia autentica della patente data al Tortorici si trova qui allegata. Alleg. B. Il corpo di Palermo dice di avere 67 Logge e molti Corpi superiori in lavoro attivo ed asserisce che presso di loro è strettamente proibita ogni discussione politica e religiosa. Lettera a Goodall, L.P. Friz HIRAM_2_2015:HIRAM 16-07-2015 8:50 Pagina 98 • 98 • 2/2015 HIRAM tions politiques qui ont eu lieu dernièrement à Paris parmi ceux qui appartiennent à la Franc Maçonnerie ne servent à empêcher le renouvellement des relations amicales de la part de la fraternité maçonnique dans ce Pays. J’ai personnellement recommandé de faire la reconnaissance officielle du Grand Orient d’Italie pour les trois degrés symboliques seulement, comme Corps gouvernant de toute Italie. Quelle sera la décision prise à cet égard par le Grand Maître John H. Anthon dans la Grande Loge qui se doit réunir ici le 6 du mois prochaine je l’ignore, mais j’aurai soin de vous en faire partie le moment venu. En ce qui regarde les demandes à l’effet d’obtenir une Suprême Conseil Ancien Accepté 33 pour l’Italie rien n’a encore été décidé; les documents publiés que vous ai envoyés feront comprendre la question à nos membres; il est donc probable qu’elle sera officiellement résolue lors de l’Assemblée annuelle de notre Corps qui sera tenue à Boston le 14 Nov. prochaine et après les faits qui nous ont été fournis jusqu’à présent le Corps de Turin paraît avoir la raison de son coté. Toute communication de votre part sera dûment remise à l’autorité officielle et vous faisant mes plus sincères remerciements pour la réception fraternelle qui m’a été faite à Florence, je suis à vous cordialement A. G. Goodall 15 Frapolli a Albert Gallatin Goodall Firenze 7 settembre 1871 À l’Ill. et Très Cher f∴ J’ai reçu bien tardivement, à cause de mon absence, votre fraternelle lettre en date de New York 15 May 1871. Aussitôt après, étant a Turin, j’ai appris avec une véritable joie, votre passage a Florence; j’espérais parvenir cette fois à vous serrer la main et pouvoir vous soumettre plusieurs documents originaux concernant l’histoire de notre maçonnerie, que seul je possédais. J’ai immediatement télégraphié et fait demander ou je pouvais vous rencontrer en Italie. Vous étiez déjà parti de Florence et il m’a été impossible, par la suite de vous retrouver, jusqu’à ce jour, nulle part. Je me décidé à vous écrire, à la seule adresse qui me soit connue pour vous, celle de New York. On vous a certainement communiqué, à Florence, ma démission de la Grande Maîtrise et de l’élection de mon successeur, dans la personne de notre bon et Ill. f∴ Joseph Mazzoni, G∴ M∴ Adjoint jusqu’alors et ancien membre du Gouvernement de la Toscane. J’ai donc passé au nouveau Gran Maître votre lettre du 15 Mai. Le Grand Orient y répond pour ce qui lui concerne. Quant à moi, qui aujourd’hui je n’ai plus la responsabilité de l’Ordre, je pourrais me borner vis à vis de vous, cher Frère, à l’ex- HIRAM_2_2015:HIRAM 16-07-2015 8:50 Pagina 99 • 99 • D’après ces deux périodes j’ai le regret de voir que mes amis se sont bien mal fait comprendre par vous lors de votre passage à Florence en 1869 et que moi je ne me suis exprimé bien dans ma lettre de Juin 1870. Notre nouveau Gran Maître et notre Grand Oriente sauront ce qu’ils ont faire. Quant à mois, je crois remplir un devoir strict d’honnête homme et de Maçon en vous avertissant des conséquences très graves qui aurait la prise d’une résolution de votre part sans avoir suffisamment étudié la question. On ne vous a pas expliqué ce que c’etait chez nous, que le Supr. Conseil et le Grand Orient de la maçonnerie en Italie; on ne vous a pas dit qu’il n’y a jamais eu de Supr∴ Cons. à l’Orient de Turin; que notre Supr∴ Cons∴ italien du Rite ancien et accepté, quoique étant indépendant de l’administration du G∴ O∴ parce que les Constituions de […] admettent la liberté des rites, ne font pas moins partie intégrante de notre organisation maçonnique nationale italienne, par la raison que la presque unanimité de nos Loges professent le Rite Ecossais ancien et accepté tel qu’il été admis dans nos Constitutions. Tout cela étant, vous comprenez que le G∴ O∴ maçonnique de l’Italie, qui existe de par la volonté de toutes les Loges maçonniques italiennes, ne peut en aucune manière accepter une reconnaissance à moitié, une reconnaissance incomplète, qui lui dénierait une partie de soi même. Le Grand Oriente sera bientôt complètement établi à Rome, ainsi il va tenir prochainement la grande Assemblée à la quelle sont déjà d’accord de concourir de toutes parts les Loges italiennes. Il y aura à l’Assemblée représenté, à coté du G∴ O∴ le Supr∴ Cons∴ di Rite a. et a., dit à l’Or∴ d’Italie, le seul qui ait existé pendant ces dix années dans notre péninsule, à qui la 2/2015 HIRAM pression de mes sentiments particuliers d’estime et de haute considération. Mais il m’est impossible, dans l’intérêt de l’Institution maçonnique et dans celui de bons rapports qui doivent exister entre les différentes familles nationales de cette association universelle, ainsi que pour l’honneur même des Corps élevés qui ont à délibérer, il m’est impossible de ne pas relever les phrases de votre lettre du 15 mai dans les quelles vous dites: J’ai personnellement recommandé de faire la reconnaissance officielle du Grand Orient d’Italie pour les trois degrés seulement, comme corps gouvernant de toute l’Italie. Quelle sera la décision prise à cet égard par le Grand Maître John Arthun dans la Gran Loge qui doit réunir ici le 6 du mois prochain, je l’ignore, mai j’aurais soin de vous en faire part le moment venu. En ce qui regard les demandes à l’effet d’obtenir un Suprême Conseil 33 du Rite ancien ed accepté en Italie, rien n’a encore été décidé, les documents publics sur ce qui s’est passé et que je vous ai envoyés feront comprendre la question à nos membres; il est donc probable qu’elle sera officiellement résolue lors de l’Assemblée annuelle de notre corps, tenue a Boston le 14 novembre prochain; et d’après les faits qui nous ont été soumis, jusqu’à présent, le Corps de Turin paraît avoir la raison de son coté. Lettera a Goodall, L.P. Friz HIRAM_2_2015:HIRAM 16-07-2015 8:50 Pagina 100 • 100 • 2/2015 HIRAM maçonnerie italienne reconnaît unanime et du quel Grand Orient est solidaire. Mais vous me dites: «Nous ne comprenons pas bien la translation de ce Suprême Conseil qui était à Turin, nous ne comprenons pas bien son origine ni quels sont les rapports entre le Supr∴ Conseil que vous appelez d’Italie et celui de Turin». J’ai lu votre Bulletin de 1870; c’est à peu près le seul en résumé des paroles de votre rapport. Je comprends que vous n’y ayez vu que du trouble; on ne vous a expliqué les choses, on ne pouvait le faire, car en mon absence on n’avait pas les documents à vous montrer. L’origine du Supr∴ Conseil du R∴ A∴ A∴ à l’Orient d’Italie remonte, comme on vous l’a dit dans la lettre signée Tamajo du 1.r Avril 1870, à l’année 1862, où s’est établi la réunion à Turin de trois anciens maçons de grade 33, les ff∴ Ghersi, Pyret et De Luca, au quels se sont unis bientôt le f∴ 33 Prince De Crouy et plusieurs autres frères anciens ou nouveaux. Ici commence la série des faits aux quelles j’ai participé plus directement et des quels j’ai été l’âme, pour ainsi dire, depuis neuf ans: je vais vous exposer cette séries de faits; tout que je vous dise est appuyé sur documents que je tiens chez moi à votre disposition. Je vous écris le tout avec les initiales des noms; pour des raisons faciles à comprendre je vou donne à part l’explication des noms. Les noms tout au long le jour où je verrai qu’il n’y pas d’autre moyen. Ce récit n’est pas pour être publié quant à présent et je la confie à votre discrétion, mais je la publierai et avec […] pour sauver l’Ordre en Italie et pour démasquer des misérables. Ce jour la j’appellerai les membres du soi - disant Supr∴ Cons∴ de Turin devant le tribunaux profanes de notre Pays, sous l’imputation d’abus de confiance, de vol domestique et de complicité de vol et d’escroquerie. Croyez, Ill. et très cher Frère, à ma grande considération et au désir très vif que j’ai pour vous de vous voir sortir honorablement de cette mauvaise affaire. Votre frère tres dévouée Général L. Frapolli 33∴ Membre du Parlement Italienne 16 Frapolli a Albert G. Goodall Firenze 18 ottobre 1871 GRANDE ORIENTE DELLA MASSONERIA IN ITALIA A. G. D. G. A. D. U. Massoneria Universale Famiglia Italia Scienza, Libertà, Lavoro, Fratellanza, Solidarietà Ill. et Très Cher Frère Après vous avoir en vain en toute l’Italie à la suite de votre lettre du 15 Mai, pour vous montrer les documents concernant à notre Communion maçonnique, qui sont en mon pouvoir et que personne [...], je me suis décidé à vous écrire longuement là dessus. Mon travail est achevé; je le fais copier et vous le recevrez en peu de jours. C’est une mémoire à fond et avec documents, qui vous mettra parfaitement à jour de toutes choses et vous éclairera spéciale- HIRAM_2_2015:HIRAM 16-07-2015 8:50 Pagina 101 • 101 • Albert G. Goodall a Frapolli 142 Broadway New York 1° febbraio 1872 Général Lodovico Frapolli Député au Parlement Rome Italie Cher Monsieur et Frère Votre Memorandum sans date ainsi qu’un manuscrit de soixante dix pages contenant une relation au sujet des affaires maçonniques en Italie ont été dûment reçus. Ce dernier a été présenté au Comité des affaires étrangers lors de l’Assemblée annuelle de notre Conseil Suprême le 14 Septembre. Mais après examen la relation fut jugée être d’une nature tellement privée et personnelle qu’il était impossible de la publier, ce qui fut cause qu’elle ne fut point admise en qualité de relation officielle portant témoignage sur le sujet dont il s’agissait, chose que je regrette sincèrement, mon plus grand désir étant de faire décider de cette question par notre Conseil Suprême. Dans son rapport le Comité a déclaré que les conditions de la Maçonnerie en Italie et les informations reçus à ce sujet n’étaient pas satisfaisantes et que l’on ne reconnaîtrait aucun des soi - disant Grands Corps demandant à être reconnus. Ainsi fut dit et adopté. Or, cette question demande tant à être expliquée en détail que je renonce à la discuter par lettre, mais si jamais j’ai le plaisir de vous rencontrer personnellement je vous ferai part de mon expérience et de mes opinions là dessus. Selon moi la grande erreur du gouvernement de la Franc Maçonnerie en Italie depuis quelques années a été de manquer de connaissances exactes à l’égard des Lois et des Usages reconnus dans ce Pays ci, en Angleterre, en Irlande, en Écosse, en Allemagne comme propres au gouvernement de la Maçonnerie légitime. L’Italie malheureusement a prises ses ides et ses exemples à l’école du Grand Orient de France, école qui a plus fait pour corrompre et dénaturer la cause de la Franc Maçonnerie qu’aucun autre association qui existe; il en est arrivé que tous les Grand Corps des États Unis, ainsi que ceux de plusieurs autres Pays ont du cesser tout rapport avec elle, rapports qu’il ne leur sera pas facile de renouveler. Si vous désirez avoir en Italie un Grand Corps maçonnique légitime, qui puisse se faire reconnaître dans ce Pays ci, il sera nécessaire de faire quelques changement à votre système actuel. 1.° Il vous faut abolir le nom de Grand Orient, le quel est un nom mal adopté, et nommer la location et non pas le Corps et adopter en place La Grand Loge de l’Italie. 2.° Il vous faut abolir tous les degrés supérieurs et travailler seulement avec les trois degrés symboliques, d’Apprenti inscrit, de compagnon et de Maître maçon. 3.° Il vous faut revenir à l’ancienne 2/2015 HIRAM ment sur la question du prétendu Suprême Conseil de Turin. Veuillez agréer, cher Frère, l’expression de mes meilleurs sentiments Général L. Frapolli Député au Parlement Italienne à Rome Au f∴ Albert G. Goodall 33mo à New York (E. U. d’A) 16 Lettera a Goodall, L.P. Friz HIRAM_2_2015:HIRAM 16-07-2015 8:50 Pagina 102 • 102 • 2/2015 HIRAM Constitution la quelle n’accorde que ces trois degrés, puis déclarer que vous reconnaissez et maintiendrez la doctrine exclusive de la juridiction maçonnique dans tout territoire où se trouve un pouvoir maçonnique reconnu. Ceci est important. Des qu’un Grande Loge se voit en état d’opérer en Rome et qu’elle est dûment reconnue par les Grandes Loges étrangères, un Suprême Conseil 33° peut être organisé pour ce qui regard les degrés élevés seulement, les quels ne sont en réalité d’aucune valeur ni avantage pratique dans la Maçonnerie Universelle. Pendant mon voyage en Espagne il y a 18 mois j’ai trouvé en Madrid deux partis qui se battaient comme des enfants pour le pouvoir dans les degrés élevés, à fin de rétablir un Conseil Suprême. Il m’était impossible de les reconnaître, n’ayant ni l’un ni l’autre une autorité régulière, je leur ai donc conseille d’organiser une Grand Loge D’Espagne seulement avec les trois degrés symboliques. C’est ce qu’ils ont fait, et j’ap- prend qu’ils sont maintenant dans des conditions très prospères. Vous voudrez bien, je l’espère, me pardonner la liberté que je prends en vous suggérant ces changements; je le fais pour le bien de l’Ordre en général et par anticipation du plaisir que j’aurais à vous rencontrer dans le courant de cette année. Je demeure très fraternellement votre A. G. Goodall Nota: Sui testi siamo intervenuti correggendo gli accenti, la punteggiatura, la grafia e aggiornando gli arcaismi. Le iniziali di parole uguali, maiuscole o minuscole, sono state standardizzate. Tra parentesi quadra integriamo evidenti lacune, oppure indichiamo degli omissis di brani poco significativi o parole e periodi incomprensibili per la presenza di macchie d’inchiostro, erosioni o altro. Abbiamo trasformato in corsivo parole o brani sottolineati. HIRAM_2_2015:HIRAM 16-07-2015 8:50 Pagina 103 • 103 • Lettera a Goodall, L.P. Friz 2/2015 HIRAM Inedita. Sul retro, calligrafia di Frapolli: Dott.r Pio Aducci romano, morto il febbr. 71 in Firenze HIRAM_2_2015:HIRAM 2/2015 HIRAM • 104 • 16-07-2015 8:50 Pagina 104 16-07-2015 8:50 Pagina 105 • 105 • Lettera a Goodall, L.P. Friz Documento n° 3 2/2015 HIRAM HIRAM_2_2015:HIRAM HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 106 Segnalazioni editoriali JUAN GONZALO ROCHA Allende Massone. Il punto di vista di un profano. Prefazione di Stefano Bisi Mimesis, Il flauto magico, Milano-Udine, 2015, pp. 272, € 22,00 All’età di 27 anni, Salvador Allende Gossens diviene massone, fedele a una tradizione familiare che risale al nonno paterno, quella figura indelebile nella memoria del nipote, il dottor Ramón Allende Padín, che pagava le medicine dei suoi pazienti indigenti ed era stato eletto Gran Maestro della Gran Loggia del Cile. Nei discorsi rivolti ai Fratelli, Allende riconosce in sé tutta l’influenza dei valori di questa Istituzione, “né una setta né un partito”, che educa a un ricco umanesimo, alla tolleranza, al perseguimento dei principi di Libertà, Uguaglianza, Fratellanza. È un socialista che combatte contro le tentazioni discriminatorie ai danni dei massoni nel suo partito, e che altrettanto farebbe all’interno della sua Obbedienza massonica, se essa, errando, dichiarasse delle pregiudiziali politiche. Eppure ciò è un aspetto finora rimasto nell’ombra. Per la prima volta, con tanta ricchezza di documenti, la ricerca di Juan Gonzalo Rocha - obiettivo giornalista cileno che non appartiene ad alcuna istituzione massonica - dimostra “la presenza della Massoneria attraversa l’intera esistenza di Salvador Allende, dall’infanzia all’ultimo istante di vita”. Del resto, la storia della Massoneria nell’America Latina è sempre stata intrecciata con le lotte di liberazione nazionale e con il progresso civile dei popoli di questo continente. La correttezza democratica del “compagnio Presidente”, la sua onestà politica e intellettuale portata al sacrificio della propria vita, fanno parte di questa storia, sono uno dei suoi più grandi capitoli. Sono il testamento di Allende, massone. 2/2015 HIRAM HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 107 SEGNALAZIONI EDITORIALI • 107 • “Siamo gli stessi, ma siamo diversi, ed essendo diversi siamo gli stessi per quanto concerne il mantenimento dei principi dell’Ordine che abbiamo fatto nostri; da qui l’importanza che ha il pensiero filosofico della Massoneria, che fa in modo che l’uomo, in funzione a realtà distinte e di fronte agli eventi sociali, applichi nel campo profano con validità sempre permanente i concetti e i principi che in maniera differente e in altri tempi, lealmente e come massoni, hanno applicato i Fratelli” Salvador Allende “L’11 settembre 1973 Salvador Allende, Maestro massone, esce dalla storia per entrare nella leggenda imperitura di coloro che hanno consacrato e, all’occorrenza, sacrificato la loro vita al bene e al progresso dell’umanità”. Stefano Bisi MARWĀN Il risveglio di Ermete. Marcellino Berthelot e le origini dell’Alchimia. Il più illustre scienziato, accademico e libero muratore della Francia dell’Ottocento di fronte al mistero dell’arte sacra. Prefazione di Gratianus Mimesis, Il flauto magico, Milano-Udine, 2015, pp. 205, € 18,00 Icona del positivismo francese, illustre scienziato e accademico, uomo politico e ricercatore dai molti interessi, teso a perseguire l’ideale di un’esistenza tutta all’insegna del bene e del progresso della patria e dell’umanità, Berthelot ha contribuito a diffondere una rinnovata conoscenza dell’operatività ermetica in un’epoca in cui la sapienza tecnologica si stava rapidamente sovrapponendo al senso del sacro. “Marcelin Berthelot ha inaugurato nel secolo scorso lo studio attento ed esauriente sull’alchimia dal periodo alessandrino a quello medievale. A lui ed alla sua scuola dobbiamo il recupero di rari manoscritti siriaci e greci, nelle uniche edizioni ancora oggi disponibili”. (P. Lucarelli, Scritti alchemici e massonici) 2/2015 HIRAM HIRAM_2_2015:HIRAM • 108 • 15-07-2015 11:53 Pagina 108 SEGNALAZIONI EDITORIALI A CURA DI LUCIANO PAOLO GAJÀ, CARMELO MUSCATO, MORENO NERI Il Bussante. Che cos’è (e non è) la Massoneria. Prefazione di Stefano Bisi. Editoriale Jouvence, Milano, 2015, pp. 121, € 8,00 Il presente opuscolo rappresenta per il Grande Oriente d’Italia una grande occasione di contatto fra l’Istituzione e i potenziali aspiranti Fratelli. Offre in maniera chiara e con un linguaggio diretto, con un rigoroso e stimolante ordine metodologico, a chi ha intenzione di “bussare” al GOI, una visione d’insieme del sistema Massoneria, partendo dal punto di vista storico sino ad arrivare ai giorni nostri. Tante e articolate domande e risposte consentono a chi si avvicina con lo spirito giusto di farsi un quadro preciso ed esauriente di noi. E poi, se lo vorrà, potrà effettuare il grande passo. Quello di chiedere l’ammissione in una della mille Logge del GOI e di incamminarsi con umiltà sulla Via della conoscenza che può portare alla Verità. Stefano Bisi Trono e altare. Esercito e popoli. Atti del Convegno del 21 maggio 2011, Istituto della SS. Annunziata, Villa del Poggio Imperiale, Firenze. A cura di Aldo Alessandro Mola e Massimo Nardini. Istituto di Studi Lino Salvini, Firenze, 2012, pp. 286, Edizione fuori commercio Non soltanto nella storiografia il Risorgimento italiano è ancora materia viva. Finita l’epopea romantica ottocentesca degli eroi e dei medaglioni aurei, il fascismo surrogò a sé i personaggi più prestigiosi, anche se con tale ideologia non avevano nulla da spartire. Nel secondo dopoguerra la maggior parte degli storici misero in disparte i Savoia, quali fabbricatori del Risorgimento, colpevoli ai loro occhi di aver supportato il fascismo e le sue leggi orribili. Anche all’esercito toccò una sorta di damnatio memoriae, poiché era la rappresentazione più visibile dell’Italia e all’epoca si era stanchi di sentir parlare di Patria, parola troppo malamente abusata durante il fascismo, inoltre, alcuni storici preferivano identificarsi piuttosto con certo mondo “internazionale” che era l’antitesi di tutte le patrie. Per quanto concerne “l’Altare”, gli storici dell’Ottocento avevano volutamente dimenticato il contributo di tanta parte del clero al risorgimento italiano; in fondo i “curiali” venivano identificati da un set2/2015 HIRAM HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 109 SEGNALAZIONI EDITORIALI • 109 • tore laicista del tempo come i nemici subdoli e silenziosi del Regno, accaparratori di coscienze. Gli storici del Novecento non approfondirono la tematica, preferendo basarsi sui precedenti un po’ per ignavia, un po’ per non perdere l’infinitesima identità laica della Nazione. “Il popolo” piacque di più agli storici “giacobini” che comunque ondeggiarono tra questi ed i ricchi borghesi approfittatori, senza decidersi troppo nel dichiarare chi avesse contribuito di più al Risorgimento. L’occasione del 150° dell’Unità d’Italia, molto poco proclamato dai politici di turno, cui spettava per l’occasione animare le coscienze degli italiani, ha visto in tutta la Penisola pochi convegni di rilievo e ancor meno pubblicazioni originali. Abbiamo quindi la falsa modestia di avere dato un piccolo contributo inedito al panorama celebrativo ormai decorso. MARIANO L. BIANCA Le colonne del Tempio. Principi e Dottrina della Massoneria. Atanòr, Roma, 2014, pp. 312, € 19,00 La Massoneria è un’istituzione esoterico-iniziatica che opera per il bene individuale e per il bene comune. Le sue radici, i suoi principi, la sua dottrina e le sue pratiche rituali fanno parte di una tradizione esoterica che risale ai Misteri della Grecia antica. In questo saggio sono esaminate la natura e le origini della Massoneria moderna. Il primo capitolo è dedicato all’esame della dimensione esoterica e delle sue concezioni sul sacro, il divino, il cosmo e l’uomo. Nel secondo capitolo sarà presa in esame la nozione centrale della dimensione esoterica: l’iniziazione e la condizione di iniziato. Il terzo capitolo rivolge la sua attenzione alla natura della Massoneria; sarà analizzata la sua origine in età moderna e i suoi stretti legami con la dimensione esoterica e con alcune istituzioni o concezioni esoteriche del passato quali gli antichi misteri e l’ermetismo; nel seguito, sarà presentata in modo sistematico la Dottrina massonica nelle sue diverse articolazioni. Il quarto capitolo si occuperà di alcuni significati dei simboli del Tempio Massonico e dei riti che si svolgono al suo interno. Il quinto capitolo esamina i principi dell’etica massonica e la dottrina sociale della Massoneria che si basa su di essi: il lavoro che la Massoneria e i massoni compiono per il bene e il progresso dell’umanità. La lettura del saggio permette di conoscere gli aspetti fondamentali della Massoneria e le sue concezioni sul sacro e sul divino, sul mondo, sull’uomo e sulla società. 2/2015 HIRAM HIRAM_2_2015:HIRAM • 110 • 15-07-2015 11:53 Pagina 110 SEGNALAZIONI EDITORIALI ANDREA PIRAS Manicheismo Editrice La Scuola, 2015, pp. 172, € 13,50 La religione manichea, dal nome del suo fondatore Mani, vissuto nel III secolo d.C., è estinta da secoli. Ma una certa sua fama è rimasta, nell’etichetta di “manicheo” che viene applicata, semplicisticamente, a qualsiasi intransigente voglia dividere senza sfumature il bianco dal nero, la luce dal buio. Ciò corrisponde, in parte, alla verità di un messaggio nato per distinguere e separare la Luce dalla Tenebra, l’anima divina prigioniera nella materia: nel mondo come dentro il cuore dell’uomo, esortato a svegliarsi, illuminato da una gnosi di consapevolezza e di azione, che nei comandamenti di rinuncia e di ascesi realizza una separazione della sua parte più luminosa da quella più istintuale, liberandosi e salvandosi. Ispirato dal suo angelo Gemello, Mani proclamò con fervore missionario la sua parola di vita, tradotta in più lingue, dal Mediterraneo alla Cina, e illustrata con miniature policrome di una raffinata arte pittorica e libraria che lo rese noto anche ai suoi detrattori. ALESSANDRO DEL GENIO Dizionario di filosofia buddista. La via dell’illuminazione. BdS, Edizioni Leucotea, Sanremo (IM), 2013, pp. 141, € 13,50 Il “Dizionario di filosofia buddista” favorisce il contatto con una delle massime religioni indoeuropee orientali. Il testo introduce alle specifiche Sacre Scritture ed alla dottrina prevalente del sistema della Via Superiore (Mahāyāna: “grande veicolo”). Con le molte riflessioni suddivise in vocaboli, vengono indicati gli insegnamenti, i personaggi famosi e la pratica della meditazione. Non mancano i riferimenti al buddismo classico delle grandi scuole della Via Inferiore (il “piccolo veicolo”: Hīnayāna) e le analogie con la psicologia, la spiritualità cristiana e induista. 2/2015 HIRAM HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:53 Pagina 111 SEGNALAZIONI EDITORIALI L’IPOTENUSA Rivista di Studi Tradizionali fondata nel 1959 da Augusto Comba e Riccardo Sacco n. 39, Quinta Serie, Quarto trimestre 2014 • 111 • M. Raffo, Editoriale Notizie dal Collegio P. Accusani, Gli Ispettori Circoscrizionali e il controllo sulla regolarità dei Lavori delle Logge della Circoscrizione Studi massonici e storici U. Poli, La Gnosi E. Cardellino, La RL “P2”, Storia e Regolarità della RL Propaganda Massonica S. Pons, Dal Fanatismo alla Tolleranza M. Dapiran, Massoneria e Tradizione Iniziatica nel R.S.A.A. G. Maccari, I Quadrati Magici D. Casale, Il Gabinetto di Riflessione G.E.P., Il Grembiule Approfondimenti G. Burrini, L’Albero Cosmico: un simbolo atlantideo? M. Marianetti, L’Iniziazione Solare e la Polarità Lunare. Le donne e la Massoneria (Prima parte) J. Dutourd, Molière o l’eroismo del Buon Senso G. Peruzzi, Democrazia superiore Segnalazioni editoriali M. Raffo, La Massoneria di Alessandria dalle origini agli albori dell’unità italiana, di Alberto Valdata L’angolo della poesia Voltaire, Preghiera a Dio 2/2015 HIRAM HIRAM_2_2015:HIRAM 15-07-2015 11:54 Pagina 112 Fornitore del Grande Oriente d’Italia Via dei Tessitori 21 59100 Prato [PO] tel. 0574 815468 fax 0574 661631 P.I. 01598450979