Stampato su carta riciclata: per realizzare questa rivista non è stato abbattuto alcun albero - Stampa: Tipolitografia Miulli, San Ferdinando di Puglia Numero unico Bollettino di informazione dell’Agenzia Provinciale per l’Energia e l’Ambiente della Capitanata Il ruolo delle Agenzie Locali: Uno strumento per lo sviluppo sostenibile www: L’APEAC “sulla rete” A scuola con… energia: Un progetto didattico sul risparmio energetico Per saperne di più: Il solare termico Il solare fotovoltaico Le biomasse Verso la Conferenza Provinciale sull’Energia: Il Piano Energetico Regionale 1 3 La scommessa dell’energia per un futuro di sostenibilità 4 Un’agenzia per lo sviluppo sostenibile nella Provincia di Foggia 5 Energia dal sole • Il Fotovoltaico • Il solare termico 7 A scuola con… energia 8 Energia da biomasse 11 Powys Energy Agency’s activities 12 Sette giorni al verde: un patto per il futuro 13 Pianificazione energetica regionale: aspetti regionali e sviluppo nella Regione Puglia 16 L’Apeac sulla rete Renael - La rete nazionale delle agenzie energetiche locali ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ Sommario Agenzia Provinciale per l’Energia e l’Ambiente della Capitanata Località Torre Bianca - C.P. 67 - 71024 Candela FG (Italy) Presidente: 335.7880988 – Email: [email protected] Direttore: 335. 7880987 – Email: [email protected] http://www.apeac.it E.mail: [email protected] Enti ed Associazioni consorziati • Provincia di Foggia • Comunità Montana SubAppennino Meridionale • Comune di Ischitella • Comune di Manfredonia • Comune di Margherita di Savoia • Comune di Panni • Comune di San Marco in Lamis • Comune di Sant’Agata di Puglia • Associazione degli Industriali di Foggia • Consorzio A.S.I. • UNI.Versus – CSEI • I.C.O.-ILLIT s.r.l. Block notes “Energy and Environment 2002”: la partecipazione dell’APEAC L’APEAC è stata presente al Convegno dell’International Symposium “Energy and Environment 2002” organizzato dalla fondazione Megalia a Capri nei giorni 6-8 giugno 2002, nel corso del quale è stato realizzato anche un contributo ai lavori tramite poster sull’attività dell’Agenzia ed intervento in aula congressuale. (nella foto il Presidente Carlo Casamassima, il Direttore Umberto Affinita e il prof. Vicente N.G. Mazzarella dell’Institute for Tecnological Research di Sao Paolo del Brasile) Settimana al Verde 2 ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ L’APEAC è presente alla “Settimana al Verde” organizzata dall’Assessora- to all’Ambiente della Provincia di Foggia dal 30 settembre al 5 ottobre 2002 con un proprio stand. In quella sede è possibile reperire materiale informativo sulle attività dell’Agenzia e sulle energie rinnovabili. Corso su solare termico e fotovoltaico L’APEAC sta organizzando per il 4, 5 6 e 7 dicembre p.v., in collaborazione con ISES Italia, un corso rivolto a tecnici, sul solare termico e fotovoltaico. Ulteriori informazioni possono essere ricavate dal sito web www.apeac.it email: [email protected] e tramite contatto diretto con i numeri di servizio dell’Agenzia. Il corso prevede, al termine, il rilascio di un attestato di partecipazione riconosciuto dalla ISES e dall’APEAC. La scommessa dell’energia per un futuro di sostenibilità Le emergenze ambientali sono oramai ben delineate. È del tutto evidente che non si potrà più sottovalutare, per il futuro, l’impatto che avranno crescita demografica, aumento della temperatura terrestre, abbassamento delle falde idriche sotterranee, riduzione dell’area coltivata, diminuzione degli stock ittici, deforestazione e progressiva estinzione di molte specie biologiche. In questo contesto è divenuto centrale il dibattito sull’energia e sulle sue fonti di produzione. Viviamo in un mondo che “consuma” sempre di più e che brucia enormi quantità di combustibili fossili (più della metà come carbone) per produrre energia, con pesanti prezzi pagati in termini di emissioni di inquinanti in atmosfera. Ogni anno negli USA viene rilasciata nell’aria –per produrre energia elettrica- una grande mole di ossidi di azoto, di biossido di zolfo, di biossido di carbonio e di mercurio: globalmente, il settore “energetico” costituisce la più consistente fonte singola di emissioni di carbonio, con più di un terzo del totale. Sino ad ora è prevalsa la logica del “grande è bello”: i macroimpianti per la produzione di energia caratterizzati da una forte centralizzazione del sistema hanno predominato, poiché si riteneva che gli impianti piccoli e decentrati fossero tecnicamente difficili da gestire ed economicamente svantaggiosi. Ora la situazione sta cambiando e sono disponibili impianti di piccole dimensioni, a costi competitivi e con una notevole riduzione delle emissioni. I vantaggi del decentramento produttivo con una rete di piccoli dispositivi sono numerosi ed evidenti: minore stress per la rete distributiva, minori rischi di black-out per realtà di particolare importanza (ospedali o centri informatici), maggiore versatilità e modularità, maggiore velocità di messa in opera, maggiore stabilità dei prezzi, maggiore elasticità del sistema, minor impatto ambientale per l’eliminazione della rete di distribuzione, maggiore controllo locale e - ovviamente- minori emissioni ambientali di particolato, di ossidi di azoto, di zolfo e di biossido di carbonio. Andare verso il “piccolo è bello” - insomma - si può: le nuove tecnologie aiutano a trovare soluzioni efficienti, efficaci, economicamente vantaggiose, sempre più vicine all’utente finale che diviene così proprietario e controllore di una risorsa fondamentale come l’energia. L’uso di pannelli solari per singole abitazioni, di celle solari per gli edifici o di turbine eoliche poste in rete potranno in futuro sempre più “liberare” l’utente. Bisognerà, però, impegnarsi per una eliminazione sostanziale degli ostacoli ancora esistenti, ristabilendo regole di mercato più razionali e meno rigide con l’abbassamento del costo iniziale per la realizzazione dell’impianto, prevedendo nuove regole per il possesso, l’eliminazione di oneri e tasse irragionevoli o una maggiore facilità di interconnessione. I programmi di incentivazione del tipo “Tetti fotovoltaici” sono, da questo punto di vista, strumenti preziosi per consentire una penetrazione reale e massiccia delle tecnologie ecocompatibili, a basso impatto e a costi competitivi. Andare “verso Johannesburg” significherà anche questo: modificare il proprio modello di sfruttamento dell’energia tenendo conto della necessità di riconvertire le grosse scelte maturate alcuni decenni fa, a favore di una strategia realistica ed oramai non più procrastinabile. Dobbiamo, però, tutti insieme prepararci a “gestire” un futuro migliore: attivare le Agende 21 locali, per esempio, potrà servire, nel nostro territorio a monitorare esattamente le necessità energetiche e a stabilire con precisione le linee guida per un più corretto uso dell’energia. Le scelte nazionali e regionali - sulle quali molto, comunque, ci sarebbe da dire, se si considerasse, ad esempio, la grande esiguità delle risorse messe a disposizione della riconversione energetica - non avrebbero alcun senso se non trovassero un terreno fertile nelle comunità locali in cui cittadini, tecnici, amministratori e funzionari della Pubblica amministrazione non si sentissero partecipi di un reale e qualificato processo di cambiamento. Il ruolo di un’Agenzia locale per la promozione di energie rinnovabili deve essere interpretato all’interno di questo progetto: avvicinare la gente comune alle tematiche della sostenibilità ambientale attraverso atti concreti e praticabili, per far sì che la sfida di Kyoto e le premesse per Johannesburg attraversino - migliorandole - le nostre vite e le nostre scelte. Le emergenze ambientali sono oramai ben delineate. In questo contesto è divenuto centrale il dibattito sull’energia e sulle sue fonti di produzione Ogni anno negli USA viene rilasciata nell’aria - per produrre energia elettrica - una grande mole di ossido di azoto, di biossido di zolfo, di biossido di carbonio e di mercurio: globalmente, il settore “energetico” costituisce la più consistente fonte singola di emissioni di carbonio… The environment emergencies are already well underlined. In this context, the discussion on the energy and on its output sources has become increasingly important. In order to produce elettric energy, a huge mass of nitrogen oxides, sulphur dioxide, carbon and mercury dioxide is released in the air in the USA every year. Globally, the energetic sector is the largest only source of carbon emission, more than a third of the total. Dr. Carlo Casamassima – Presidente APEAC 3 Una Agenzia per lo sviluppo sostenibile nella Provincia di Foggia I nostri obiettivi L’APEAC attua interventi di politica e gestione dell’energia e dell’ambiente in particolare collegati all’utilizzo di fonti rinnovabili ed alla diffusione delle tecnologie per l’uso razionale dell’energia ed il conseguente risparmio economico. I principali settori di intervento in cui APEAC è presente sono: riduzione dei consumi energetici negli edifici; sviluppo della produzione combinata di energia e calore; divulgazione dell’uso razionale dell’energia presso i consumatori, le famiglie, i negozi, le piccole e medie imprese, gli amministratori condominiali ed i gestori di risorse; dimostrazione dei benefici economici della “Gestione dell’Energia”; implementazione e promozione di progetti per lo sviluppo dell’energia rinnovabile (piccoli impianti idroelettrici, energia solare) e progettazione per l’uso dei rifiuti in campo energetico. Fra i compiti dell’APEAC figurano la promozione dell’uso razionale ed efficiente dell’energia; la valorizzazione delle fonti rinnovabili; l’avvio di interventi di diagnosi degli edifici; la consulenza per Agenda 21 Locale; la informatizzazione dei dati territoriali; la promozione della pianificazione energetica regionale e provinciale; l’assistenza ai bandi comunitari con relative opportunità di finanziamento; lo studio di strategie per migliorare la qualità dell’ambiente e ridurre l’impatto dell’inquinamento; la previsione di modelli finalizzati alla ottimizzazione del sistema dello smaltimento dei rifiuti. 4 With the programme SAVE, the European Commission promoted the establishment of regional and local Agencies for the energy management in order to encourage the rational use of energy and make the most of local energetic resources and renewable sources. This kind of action has been singled out as a means to sustainable developement. In few years, more than 200 agencies have risen all around the European Union Countries. APEAC, the Capitanata Energy and Environment Provincial Agency, means to have, in Foggia Province, a qualified role in the selection and support of the energetic saver in-formative flood, starting from the awareness of the huge quantity of “alternative” resources (wind, sun, etc….) which are present in our region. Con il programma SAVE, la Commissione Europea ha promosso la creazione di Agenzie regionali e locali per la gestione dell’energia finalizzate ad incentivare l’uso razionale dell’energia e a valorizzare le risorse energetiche locali e le fonti rinnovabili, individuando in questo tipo di azione uno strumento fondamentale per lo sviluppo sostenibile. In pochi anni sono sorte oltre 200 agenzie nei vari Paesi dell’Unione Europea. Nel dicembre del 98 le agenzie sorte sulla base dei finanziamenti europei hanno sottoscritto a Cork, in Irlanda, una Carta delle Agenzie Europee Regionali e Locali per la gestione dell’energia. Le agenzie locali italiane che hanno condiviso e condividono la Carta di Cork hanno formalmente costituito nell’ottobre del 99 a Roma la Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali (RENAEL). Le Agenzie territoriali sono concepite come punti di snodo reale-virtuale del processo di sensibilizzazione dei cittadini e delle piccole e medie imprese sui benefici derivanti dall’uso razionale dell’energia: reale con attività di sportello presso la sede dell’agenzia e presso gli Enti coinvolti, virtuale con l’utilizzo di tecnologie di comunicazione informatica e di attività di Call Centre. L’attività di information brokerage permetterà all’utente di ottenere, in tempo reale, una serie di informazioni preziose in ordine alle modalità ed alle opportunità più valide ed attuali per programmare, attivare e consolidare interventi mirati al risparmio energetico con particolare riguardo alle fonti rinnovabili, come il solare termico, il solare fotovoltaico, l’eolico, le biomasse o la minidraulica. Sono previste attività formative rivolte a tecnici del territorio, ad amministratori, al mondo della scuola ed a semplici cittadini o curiosi, desiderosi di sperimentare ed applicare le nuove tecnologie a basso impatto ambientale. Ciascuna agenzia locale organizza e gestisce in modo autonomo le attività e i servizi offerti nella propria area di riferimento. L’APEAC, Agenzia Provinciale per l’Energia e l’Ambiente della Capitanata, intende svolgere, in Provincia di Foggia, un ruolo qualificante di smistamento e supporto di flussi in-formativi nel settore del risparmio energetico, partendo dalla consapevolezza della grande ricchezza di risorse “alternative” (vento, sole, …) che caratterizzano il nostro territorio. L’attività dell’Agenzia si svolge in collaborazione con una serie di Enti pubblici e privati, consorziati con la finalità di costituire i riferimenti territoriali indispensabili per un’azione efficace: tali sono, oltre naturalmente alla Provincia di Foggia, la Comunità Montana SubAppennino Meridionale, il comune di Manferedonia, il Comune di San Marco in Lamis, il Comune di Ischitella, il Comune di Margherita di Savoia, il Comune di Sant’Agata di Puglia, il Comune di Panni, il Consorzio per lo sviluppo industriale – A.S.I. di Foggia, il Consorzio Universitario UNI.VERSUS –CSEI di Bari, l’Associazione degli Industriali di Foggia, la I.C.O.ILLIT s.r.l. di Biccari. Mentre la sede di Candela si caratterizzerà come un centro propulsore e di coordinamento di tutta l’attività a ricaduta provinciale, le competenze specifiche dell’Agenzia saranno volte ad un’azione di “front-office” (da svolgersi anche presso gli Enti locali che ne facciano richiesta) finalizzate a superare le difficoltà che attualmente si frappongono ad un migliore sviluppo delle soluzioni più ecocompatibili. Un Centro di Educazione Ambientale dedicato, corsi per tecnici sulle energie rinnovabili, un sito web di facile consultazione, una rivista di aggiornamento ed approfondimenti, un progetto formativo in collaborazione con le scuole, una presenza assidua nei Comuni della Capitanata saranno gli elementi che contraddistingueranno l’azione dell’APEAC nei prossimi mesi, con la speranza di dare un contributo determinante alla creazione di un mondo più sostenibile. Le sfide di Johannesburg richiedono risposte complesse e convinte: è tempo di indurre cambiamenti reali e sostanziali nel nostro modo di vivere e “consumare” la natura. Abbiamo la volontà di contribuire, insieme ad altri “attori locali”, come la Provincia di Foggia, a gettare le basi per costruire una parte di questo mondo migliore, nel tentativo di tradurre in concretezza i principi e le idee della sostenibilità. La conversione della radiazione solare in una corrente di elettroni avviene nella cosiddetta cella fotovoltaica, dispositivo costituito da una sottile fetta, detta wafer, di materiale semiconduttore, molto spesso di silicio. La tecnologia fotovoltaica ha una sensibilità sensazionale: non utilizza alcun combustibile, può alimentare strumenti piccolissimi come l’orologio da polso, la calcolatrice, i sistemi di illuminazione stradale e frigoriferi, o grandissimi come le centrali che possono rifornire di elettricità la rete elettrica. In più sfrutta il Sole, la fonte di energia più diffusa, gratuita e disponibile: basti pensare che le radiazioni solari sarebbero sufficienti a soddisfare 15 mila volte l’attuale consumo energetico mondiale. Ce ne sarebbe abbastanza per fare del fotovoltaico l’energia pulita del futuro. Un “pizzico” di storia. Le prime forme di sfruttamento efficace dell’energia solare attuate risalgono al lontano Oriente, dove la conversione dell’energia solare consentì la diffusione della coltura intensiva di cereali su grande scala e la formazione dei primi agglomerati urbani. Nella Grecia antica si affermarono i primi esempi di architettura solare: case con porticati esposti a sud per mantenere il fresco in estate e far penetrare il sole in inverno; pavimenti di pietra nera e murature spesse per trattenere il calore solare e rilasciarlo gradualmente nella notte. I Romani introdussero l’uso del vetro per trattenere il calore e sperimentarono un’ampia gamma di differenti realizzazioni adattabili a vari climi del loro vasto impero. Ancora nel Medioevo e fino alla rivoluzione industriale l’energia del sole, utilizzata essenzialmente per conversione vegetale, assunse il ruolo di fonte indiretta di energia, in ausilio all’energia animale e alle tre grandi fonti di energia del tempo: l’acqua, il vento e il legname. Nell’epoca della rivoluzione industriale cessò il primato delle energie biologiche e s’instaurò quello delle energie fossili in grado di soddisfare la crescente domanda di energia imposta dai nuovi modelli produttivi. Scoperto nell’800 L’effetto fotovoltaico, per cui alcuni materiali semiconduttori esposti ad una radiazione luminosa producono elettricità, fu scoperto nel 1839 da Antoine-César Bequerel. Fu però solo negli anni Cinquanta Il piccolo satellite Vanguard, lanciato nel 1958 dalla base di Cape Canaveral, per esempio, fu il primo oggetto di una qualche complessità a funzionare grazie alla conversione diretta dell’energia proveniente dal sole in energia elettrica. Nel 1977 il fisico inglese sir Nevill Mott inventò un tipo di silicio più economico, anche se con rendimenti più bassi, rispetto a quello usato fino ad allora ottenendo, per i suoi studi, il premio Nobel. Negli anni Novanta la tecnologia ha fatto ancora notevoli progressi, sia per quanto riguarda l’uso del silicio sia per la sperimentazione di nuovi semiconduttori come l’arseniuro di gallio. Le celle più usate restano quelle di silicio policristallino, ma negli Stati Uniti si stanno sviluppando delle celle realizzate in sottilissimi film di silicone capaci di condurre elettricità e plastiche particolari che potrebbero cambiare la prospettiva della tecnologia fotovoltaica rendendola a buon mercato. Ma restano da superare ancora alcuni problemi. Per attivare l’effetto fotovoltaico c’è bisogno del sole, che ad un certo punto del giorno tramonta, in alcuni giorni è coperto dalle nuvole e in certe stagioni è meno intenso. In alcune stagioni si rischia di andare incontro a deficit consistenti rispetto al fabbisogno. Si può ricorrere allora a batterie, che accumulano l’ energia del sole finché c’è, e poi sono in grado di restituirla quando serve, ma questo aumenta i costi di tutto il sistema. La tecnologia consente oggi di ricavare una quantità di energia elettrica pari al 20% dell’energia potenzialmente disponibile. Anche questo rappresenta un limite: se la potenza che si vuole ottenere è notevole sono necessari grandi spazi per installare tutti i panelli che servono. Una lunga strada La ricerca sta tentando di ottenere miglioramenti dell’efficienza di conversione, di ridurre i costi del materiale di partenza e di ridurre il costo di fabbricazione. In vent’anni tutto questa ha portato ad un abbattimento di dieci volte del costo dell’energia da fotovoltaico. Ma questa cifra resta comunque nove volte più alta rispetto a quella dell’energia ottenuta con le fonti tradizionali. The photovoltaic technology has got a great sensitivity. It doesn’t use any fuel but it can supply both very small tools as wristwatches, calculators, road floodlight systems, fridges, and very big ones as power stations which can provide with electricity the electric network. Energia dal sole Il fotovoltaico del secolo scorso che furono perfezionati i primi dispositivi funzionanti. 5 Energia dal sole Il solare termico 6 Ing. Umberto Affinita Direttore Apeac L’energia solare è sempre servita ad alimentare la vita sul nostro pianeta e solo recentemente si sono fatti sforzi per alimentare, con questa energia, dei dispositivi costruiti dall’uomo. I sistemi solari termici sfruttano in modo abbastanza semplice l’energia derivata dal sole, sfruttando i raggi solari per produrre acqua calda a temperature che possono raggiungere 70-80°C. Esistono diverse tecnologie per utilizzare l’energia solare al fine di produrre calore: a bassa, media ed alta temperatura. Alte temperature(oltre 500C°) si ottengono concentrando con eliostati i raggi solari su caldaia. Gli eliostati sono specchi che, a mezzo di un sofisticato sistema, inseguono automaticamente il sole nel suo moto apparente intorno alla terra. Questo sistema complesso, viene oggi impiegato esclusivamente nelle centrale eliotermoelettriche. Medie temperature (100 - 300C°) si possono ottenere facendo ricorso ad un sistema più semplice che utilizza specchi di cilindrico parabolico che ruotano intorno ad un solo asse. Tali temperature permettono il funzionamento di motori solari con un soddisfacente rendimento; vengono impiegati per azionare compressori, pompe per il sollevamento dell’acqua e simili. Solar energy has always fed life on our planet but only recently an effort has been made to supply tools built by man with solar energy. Il calore a bassa temperatura (inferiore a 100C°), comprendono sistemi che sfruttano pannelli solari per riscaldare un liquido o l’aria, con lo scopo di utilizzare il calore del sole per produrre acqua calda o per riscaldare gli edifici. Questa acqua calda accumulata in appositi serbatoi, potrà essere impiegata per tutti gli usi sanitari di una casa domestica, per le esigenze alberghiere, per riscaldare piscine, per i campeggi e per usi industriali. Oltre alla radiazione diretta, i collettori piani convertono in calore anche la radiazione diffusa. Quest’ultima non è trascurabile raggiungendo anche il 20% di quella diretta in giornate serene (quindi con un massimo teorico di 200W/mq, ed arrivando a valori anche superiori in una giornata di cielo coperto. Un impianto solare (produzione di acqua calda sanitaria) è normalmente composto da: - un circuito primario, costituito da una tubazione d’acqua che assorbe calore nel collettore solare. - un circuito secondario, che riceve tale calore, tramite uno scambiatore posto nel sistema di accumulo(boiler) Il collettore solare è normalmente fornito di una copertura trasparente che lascia filtrare la luce solare, intrappolando la radiazione infrarossa rimessa dal pannello. Esempio di una soluzione standard • Superficie del collettore per persona da 1,0 a 1,5 m2 • Volume boiler per persona da 75 a 100 l • Copertura solare acqua calda sanitaria: 50 - 70 % Collettore Serbatoio Acqua calda Acqua fredda Esempio di una soluzione per piscine - Tubi collettori con portata: 80-100 l/m2/h - Resistenza alla temperatura: da -45°C a +130°C - Assorbitore: da 2 a 16 m di lunghezza d’assorbimento (misurata nella direzione dei tubi alettati) • Valori indicativi per il dimensionamento della superficie dell’assorbitore/collettore: Piscina all’aperto senza copertura: 1,0 x superficie dell’acqua m2 Piscina coperta con copertura: 0,5-0,75 x superficie dell’acqua m2 Piscina interna senza copertura: 0,5 x superficie dell’acqua m2 Piscina interna con copertura: 0,3 x superficie dell’acqua m2 Un impianto solare termico consente di prolungare la stagione balneare senza nuocere all’ambiente. È utilizzabile con tutte le sostanze chimiche per piscine disponibili sul mercato. Il solare termico Ai Sindaci dei Comuni compresi nella Provincia di Foggia Ai Presidenti delle Comunità Montane comprese nella Provincia di Foggia Loro Sedi Oggetto: Programma “Solare Termico” nella Provincia di Foggia La Renael – Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali – ha stipulato una Convenzione con il Ministero dell’Ambiente che prevede il lancio di iniziative volte a diffondere la tecnologia del Solare Termico su tutto il territorio nazionale. L’A.P.E.A.C. – Agenzia per l’Energia e l’Ambiente della Capitanata - aderente alla Rete Nazionale, è stata incaricata, nell’ambito della convenzione, di esercitare un’attività di promozione e informazione verso gli Enti Pubblici locali al fine di rendere noto il programma “Solare Termico” del Ministero dell’Ambiente avente come obiettivo la realizzazione di impianti solari termici per la produzione di calore a bassa temperatura negli edifici delle Amministrazioni Pubbliche e degli Enti Pubblici. A tale scopo il Ministero dell’Ambiente, insieme al lancio di una serie di iniziative di comunicazione sul solare termico, ha varato un bando (Bando solare per Enti Pubblici e Aziende gas da DD 2000 n. 100 e DD 2001 n. 545 ) a favore degli Enti Pubblici, nel quale si prevede l’erogazione di un contributo in conto capitale, per un massimo del 30 %, per la realizzazione di impianti solari termici su edifici in capo alle Amministrazioni Pubbliche e Enti Pubblici sia nel caso di proprietà che di possesso o gestione. L’impegno del Ministero dell’Ambiente è consistente (pari a 6 milioni di euro). L’Agenzia per l’Energia e l’Ambiente della Capitanata comunica di essere a disposizione di tutte le Amministrazioni Pubbliche e Enti Pubblici della provincia per dare tutte le informazioni sulla riapertura del bando Ministeriale “Solare Termico” e per la redazione delle domande di finanziamento. A scuola con… energia L’attività formativa affidata all’Agenzia troverà la sua attuazione in un progetto che sarà proposto al mondo della scuola e che si intitolerà “A scuola con…energia”. Il progetto si propone di incentivare negli alunni la consapevolezza della necessità di ridurre i consumi di energia da combustibile fossile e di promuovere la cultura del risparmio energetico come strategia di difesa dell’ambiente e della salute. Esso mira, inoltre, a creare i presupposti culturali relativamente alla possibilità di produrre energia attraverso sistemi alternativi e più ecocompatibili: energia solare, energia eolica, energia da biomasse, … Obiettivi di tale progetto saranno quelli di accrescere la consapevolezza sulle metodologie del risparmio energetico; di promuovere lo studio delle diverse fonti di energia, del loro utilizzo e delle conseguenze sull’ambiente; rafforzare la conoscenza delle fonti di energia rinnovabili e del loro utilizzo concreto, con particolare riferimento all’energia solare; avvicinare il mondo della scuola alle problematiche energetiche ed ambientali attraverso una partecipazione concreta e finalizzata. L’iter progettuale si realizzerà attraverso attività informative che prevedano il supporto di uno o più esperti per un ap- profondimento informativo e culturale sulle tematiche del risparmio energetico e della produzione di energia da fonti rinnovabili; attività operative attraverso campagne di coinvolgimento delle famiglie che prevedano l’individuazione di comportamenti virtuosi e la gratificazione degli stessi attraverso adeguati meccanismi premiali; attività di monitoraggio e verifica con inchieste, sondaggi, rilevamento e confronto di dati; visite guidate presso la sede di Candela e la sede ENEA di Manfredonia (con visione delle mostre, proiezioni di video a tema,…). Per l’attività in-formativa ci si avvarrà di strumenti operativi quali supporti informatici (floppy disk, cd rom interattivi, …); materiale cartaceo divulgativo (volantini, opuscoli, riviste specializzate,…); manifesti e poster; gadgets. L’attività prenderà inizio con un momento di coinvolgimento del corpo docente attraverso seminari e workshop che consentano di avvicinare alle tematiche del risparmio energetico coloro i quali riterranno di inserire, all’interno della propria programmazione annuale, tali tematiche. L’Agenzia provvederà ad informare le scuole della provincia per una ricognizione iniziale che consenta di selezionare le realtà scolastiche interessate al percorso proposto. Il progetto si propone di incentivare negli alunni la consapevolezza della necessità di ridurre i consumi di energia da combustibile fossile e di promuovere la cultura del risparmio energetico come strategia di difesa dell’ambiente e della salute. The Agency training activity is carried out with a project suggested to the school world and called “At school with….energy”. The project aims to increase, in the students, the awareness of fuel poverty and the need to reduce the use of energy produced by fossil fuel and promote the energy saver culture as strategy for environment and health defence. The activity starts with the teachers involvement in talks and workshops which want to help them familiarize with energy saver subjects. Those interested in energy saver can introduce this subject in their yearly syllabus. 7 Energia da biomasse Ing. Sergio Ciampolillo SITUAZIONE ATTUALE. La biomassa, come è noto, costituisce una delle principali fonti di energia disponibili sul nostro pianeta. Da stime effettuate risulta, infatti, che essa rappresenta il 15% dell’offerta energetica mondiale totale, con 1.230 Mtep/anno, i Paesi che maggiormente la utilizzano sono quelli in via di sviluppo, ove copre circa il 38% delle risorse energetiche utilizzate con 1.074 Mtep/anno. In particolare, in alcuni di questi Stati, essa fornisce la quasi totalità dell’energia utilizzata: in Nepal il 98%, in Etiopia il 95%, in Somalia l’84%. Nei Paesi Industrializzati, invece, le biomasse contribuiscono appena per il 3% agli usi energetici primari, con 156 Mtep/anno. Gli USA ricavano il 3,2% della propria energia dalle biomasse; l’Europa, complessivamente, il 3,5%, con punte del 18% in Finlandia e del 17% in Svezia. L’Italia, con il 2% del proprio fabbisogno coperto dalle biomasse, è al di sotto della media europea, quindi si trova in una condizione di scarso sviluppo, nonostante l’elevato potenziale di cui dispone. Al contrario sono all’avanguardia nello sfruttamento delle biomasse a fini energetici, sono i Paesi del Centro-Nord, che hanno investito molto, anche con politiche economiche di incentivazione e defiscalizzazione, sulle biomasse. Fig 1 – percentuali, sul totale, di energia prodotta con le diverse fonti rinnovabili. LA BIOMASSA Con il termine biomassa si intendono tutte le sostanze di matrice organica non fossile, quindi una grande quantità di materiali di natura estremamente eterogenea, ossia i sottoprodotti agricoli e forestali, i residui agro-industriali, i residui della depurazione delle acque, particolari colture arboricole e di canna da zucchero. Esse possono essere considerate risor- 8 se rinnovabili purché, nel caso delle colture, vengano impiegate ad un ritmo inferiore alla capacità di rinnovamento biologico, consentendone una naturale ricrescita. Tali colture, da sottoporre poi a processi di conversione energetica, possono rappresentare, inoltre, una valida alternativa alla agricoltura tradizionale, il tutto in accordo con gli indirizzi del “set-aside scheme” della Politica Agricola Comunitaria, mirata alla riduzione delle eccedenze alimentari attraverso la produzione di prodotti “no-food” per l’industria. Quelle provenienti dagli scarti industriali o dagli scarti della depurazione delle acque, invece, possono essere inquadrate in una politica di risparmio energetico e di riduzione dei rifiuti. La biomassa è la forma più complessa di accumulo di energia solare, la quale consente alle piante, mediante il processo della fotosintesi, di convertire la CO2 presente nell’aria in nuova materia cellulare. Pertanto, al momento dell’utilizzo della biomassa a fini energetici, la quantità di anidride carbonica rilasciata è quasi pari a quella assorbita dalla biomassa durante la crescita. Non vi è, quindi, alcun contributo all’aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera. Mais Plastiche (sacchi per la spesa), materiali per imballaggio Colza e girasole Carburanti e combustibili (biodiesel) Cereali, patate, barbabietol e Carburanti e combustibili (bioetanolo) Canapa e lino Fibre tessili e cellulosa TECNOLOGIE DI CONVERSIONE Nel momento in cui la biomassa viene raccolta non possiede alcun valore energetico, per essere utilizzabile ai fini energetici deve essere sottoposta ad un processo di trasformazione mediante tecnologie di conversione termochimica o di conversione biochimica. I prodotti finali di tali trasformazioni possono essere: - Vettori energetici direttamente utilizzati: calore per il riscaldamento domestico o per usi industriali. - Vapore di processo o gas per la produzione di energia elettrica. - Vettori energetici destinati al commercio, ad esempio biocombustibili. Una volta determinate le caratteristiche della biomassa, quali la sostanza secca (s.s.), il contenuto percentuale di Tipologie di biomasse Potere calorifico (kcal/kg sost.secca ramaglie cedue di valore 4.100 ramaglie cedui dolci 4.000 altri cedui: tutta la produzione 4.000 scarti da fustaie resinose 4.200 scarti da fustaie latifoglie 4.100 residui tagli fustaie varie 4.100 ripulitura cesse linee elettriche 4.200 cure forestali castagneti 4.000 materiale risulta vigneti 4.300 materiale risulta oliveti 4.200 materiale risulta frutteti 4.300 materiale risulta vivai 4.300 recupero paglia 3.950 biorifiuti-potature 3.950 biorifiuti-erba fresca 575 biorifiuti foglie secche 4.337 scarti lavorazione legno 4.100 DATI DI CONFRONTO Paglia e residui lavorazioni agricole Energia elettrica e termica Ibisco Carta velina e carta carbone rifiuti solidi urbani 2.500 Carbone 7.400 petrolio greggio Tab.1 – Principali usi non alimentari delle biomasse ( fonte:Confagricoltura) gas naturale 10.000 8.250 Tab.2 – potere calorifico dei diversi tipi di biomassa confrontati con quello delle fonti tradizionali. umidità (U), il rapporto Carbonio/Azoto (C/N) ed il potere calorifico inferiore (PC), si stabilisce a quale processo di conversione sottoporre la biomassa per avere la massima resa energetica. I processi termochimici si basano sull’azione del calore per produrre le reazioni chimiche atte a trasformare la materia organica in energia; quelli biochimici, invece, si basano sull’azione di decomposizione della biomassa ad opera di enzimi, funghi ed altri microrganismi. In particolare soffermiamo l’attenzione su quei processi che o hanno ormai raggiunto una tecnologia matura tale da rendere quasi competitiva la produzione di energia da biomassa o per i quali si può prevedere un sicuro sviluppo. Processi termochimici Processi biochimici Combustione Fermentazione Gassificazione Esterificazione Pirolisi Digestione anaerobica Tab.3 – Alcuni processi di trasformazione delle biomasse GASSIFICAZIONE La gassificazione è un processo di conversione termochimica irreversibile, in cui una matrice carboniosa è ossidata parzialmente ad alta temperatura (T=1000°C ). Il prodotto finale è un gas di sintesi, detto syngas o gas di gasogeno, di basso potere calorifico, compreso tra i 4.000 kJ/Nm3, nel caso più diffuso dei gassificatori ad aria ed i 14.000 kJ/Nm3, nel caso dei gassificatori ad ossigeno. La forma più semplice ed utilizzata di gassificazione è quella che utilizza aria; il processo avviene attraverso fasi successive: - essiccamento, in questa fase si elimina l’acqua contenuta nelle biomasse; - pirolisi, si scalda un combustibile solido a 300-500 °C in assenza di aria; - conversione a gas. Il settore della produzione di energia elettrica è quello maggiormente predisposto a beneficiare del contributo derivante dal gas biologico. Una delle tecnologie mature per la produzione di energia elettrica da biomasse mediante un processo di gassificazione è l’IGCC (integrated gasification conbined cycle), ove a valle della gassificazione è inserito un ciclo di potenza, cioè i gas depurati vengono inviati alle turbine, per la generazione di energia elettrica. Il ciclo combinato è realizzato recuperando i gas esausti in uscita dalla turbina a gas (a temperatura di circa 500°C) e generando vapore inviato ad una turbina a vapore, per produrre altra energia elettrica. Un’altra possibile applicazione del gas è quella di essere bruciato, dopo essere stato purificato, in un motore Diesel per produrre energia. I motori sono utilizzati fino a taglie di massimo 10 MWe le turbine sopra i 20 MWe. I problemi connessi a questa tecnologia, ancora in fase di sperimentazione, si incontrano a valle del processo di gassificazione e sono legati principalmente al basso potere calorifico ed alle impurità presenti nel gas. FERMENTAZIONE La fermentazione è un processo biochimico in cui lo zucchero è trasformato in etanolo e biossido di carbonio grazie all’azione di lieviti ed altri enzimi. Se la biomassa contiene zucchero naturale, la fermentazione procede direttamente, ma se contiene amido o cellulosa il processo è più complesso e lento poiché vi è la necessità di convertire tali sostanze in zucchero tramite una fase di idrolisi. Il principale prodotto di questo processo di conversione è il bioetanolo, ma esistono anche sottoprodotti come l’anidride carbonica e anche un composto solido, slops, povero di zucchero ed amido, ma ricco di fibre e proteine, che potrebbe essere utilizzato come integratore alimentare per il bestiame. L’etanolo può essere utilizzato in forma pura o trasformato in ETBE (etil-terz-butiletere), che mostra il miglior compromesso fra prezzo, disponibilità e prestazioni. Tale prodotto può essere utilizzato per sostituire il carbu- rante tradizionale per autotrazione. È stato provato che l’ETBE ha sull’effetto serra un impatto del 10% inferiore rispetto a quello delle benzine. I maggiori problemi di questa tecnologia sono legati alla efficienza di conversione dei materiali ligno-cellulosici in etanolo, questo perché la fermentazione è facilitata se si utilizzano cereali e piante contenenti zucchero, però tali biomasse hanno prezzi alti poiché è elevata la loro richiesta per consumo alimentare, mentre i materiali a pasta cellulosica, come ad esempio carta, trucioli o residui legnosi, disponibili a prezzi molto bassi, presentano una elevata difficoltà di conversione a zuccheri fermentescibili. In quest’ottica è da inserire l’opera di studio e ricerca effettuata dall’ENEA per ottenere un processo capace di facilitare lo sfruttamento a fini energetici delle biomasse, in particolare con la Steam Explosion (SE) si riesce a separare in tre differenti correnti il substrato vegetale, rendendo possibile l’utilizzazione totale delle biomasse. Infatti utilizzando vapor d’acqua saturo ad alta pressione e temperatura e sottoponendo la biomassa ad una stress meccanico si separa il substrato in ingresso in lignina (che può essere impiegata per produrre asfalto, fibre di carbonio), emicellulosa ( produzione di dolcificanti, prodotti energetici) e cellulosa (carta, fibre tessili, prodotti energetici). ESTERIFICAZIONE Il processo biochimico dell’esterificazione consiste nell’estrarre oli vegetali da piante oleaginose (girasole, colza, soia) e nel farli reagire con alcol metilico per ottenere un prodotto indicato con il nome commerciale di biodiesel. Esso presenta caratteristiche di funzionamento molto simili a quelle del gasolio tradizionale, ha però, rispetto Fig. 2 – Processo di Steam Explosion (fonte:ENEA) 9 a quest’ultimo, un potere calorifico inferiore del 10-15%. Per tali motivi il biodiesel è utilizzabile in normali motori Diesel, producendo un gas di scarico più pulito di quello prodotto dalla combustione del gasolio ( 39% in meno di particolato, 20% in meno di CO, eliminazione quasi completa di SOx). Particolarmente interessante è poi la possibilità di inserire le coltivazioni destinate al biodiesel all’interno del ciclo agricolo alimentare. È stato stimato che se si dedicasse a tale scopo il 10% del territorio italiano si avrebbe una riduzione delle emissioni di CO2 di 54Mt/anno, pari ad oltre il 50% degli obiettivi complessivi del nostro paese. Con questo tipo di produzione si eviterebbe la coltivazione intensiva con eccessivo utilizzo di diserbanti e fitofarmaci, e l’utilizzo di sementi modificate geneticamente, in modo da ridurre il carico di inquinanti sul terreno. Per la produzione del biodiesel si possono utilizzare come materia prima gli oli usati di frittura, con un risparmio, economico ed ambientale, legato alla diminuzione di rifiuti da smaltire. DIGESTIONE ANAEROBICA Essa è un processo di conversione biochimica che avviene in assenza di ossigeno, consistente nella decomposizione, ad opera di microrganismi, di materiale organico contenuto nei vegetali o nei sottoprodotti di origine animale, che genera un gas costituito per il 50-70% da metano e per la restante parte da anidride carbonica. Questo biogas prodotto in processi controllati in opportuni reattori, o dalla messa a dimora dei rifiuti in discarica, viene raccolto, essiccato, compresso ed immagazzinato e può essere utilizzato per generare sia energia elettrica che termica. Gli impianti a digestione anaerobica possono essere alimentati mediante residui ad alto contenuto di umidità, quali le deiezioni animali, i reflui civili, i rifiuti alimentari e la frazione organica dei rifiuti solidi urbani, sono quindi impianti che offrono vantaggi anche in termini di gestione e smaltimento dei rifiuti. È preferibile realizzare la digestione anaerobica in reattori chiusi, ove il processo è maggiormente controllabile ed il biogas prodotto è totalmente utilizzabile. ESEMPI DI REALIZZAZIONI Esistono alcuni impianti, realizzati in Europa grazie a politiche di incentiva- 10 zione e valorizzazione delle energie locali e rinnovabili della Commissione Europea, oggetto di studio, che utilizzano le biomasse per la produzione di energia: - produzione di elettricità con noccioli di olive L’impianto è stato realizzato in Andalusia (Spagna) e riguarda una centrale elettrica che utilizza i noccioli di olive ed i residui vegetali liquidi della produzione dell’olio per generare energia. La centrale ha una capacità teorica di 11.5 MW e funziona dal 1995. il sistema è progettato per funzionare almeno 8000 ore all’anno, la produzione di energia è di 92 GWh/anno. L’investimento iniziale, in parte sovvenzionato con fondi europei, ha generato un contributo positivo sullo sviluppo durevole della regione, infatti si è calcolato che 1 euro di investimento genera 10 euro di ricchezza regionale, questo grazie anche ai posti di lavoro generati. L’impatto del progetto sull’ambiente è nettamente positivo, infatti vi è un elevato abbattimento dell’emissioni, 1 euro investito ha evitato l’emissione in atmosfera di 82 kg di CO2. - Produzione di carburante a partire dal riciclaggio dei fanghi di depurazione. Nel 1990, l’agglomerato Urbano di Lille (Francia), nell’ambito della propria politica di controllo dell’energia, ha messo in atto un nuovo progetto di valorizzazione dei fanghi provenienti da stazioni di depurazione. Il programma prevedeva la costruzione di un’unità di lavaggio dei gas ottenuti dalla fermentazione dei fanghi ed il loro utilizzo come carburante su autobus modificati a questo scopo. Lo stabilimento di trattamento delle acque tratta i fanghi provenienti dal trattamento dell’acqua mediante metanizzazione. Il biogas prodotto è valorizzato per lo più in cogenerazione, cioè viene trasformato in elettricità per i fabbisogni della stazione di depurazione ed in calore per il riscaldamento dei digestori. L’eccedente viene trasformato in carburante tramite l’unità di trattamento del gas, essa è completata da uno stoccaggio di gas ad alta pressione e da un distributore, ove gli autobus funzionanti con il gas si approvvigionano direttamente. La trasformazione degli autobus ha richiesto una modifica della carburazione e l’istallazione di serbatoi sul tetto del veicolo. Le successive misurazioni al banco di prova evidenziano prestazioni paragonabili a quelle degli autobus Diesel tradizionali. L’investimento iniziale genera un valore aggiunto regionale oltre ad evitare l’importazione e l’utilizzo del gasolio, 1 euro investito genera 0.5 euro di ricchezza regionale, dal punto di vista ambientale si riscontra una riduzione delle emissioni, in particolare 1 euro investito evita l’emissione di 0.6 kg di CO2. Fig. 4 – impianto di produzione di gas mediante riciclaggio dei fanghi di depurazione. Fig.3 – centrale per la produzione di energia elettrica da residui agricoli. POWYS ENERGY AGENCY’S ACTIVITIES Established in June 2000, PEA is now in its 3rd year of operations. It is a registered Charity and a Limited Company supported financially by SAVE II, Powys County Council (PCC), the Welsh Development Agency (WDA), the Forestry Commission (FC) and the Countryside Commission for Wales (CCW). PEA’s Work Programme is presently being achieved via a five pronged approach: 1. Central Operations: administrative, marketing, executive and managerial activities; 2. Networks: active participation in international, national, regional and local networks relevant to the development of sustainable energy in Mid Wales; 3. Community Development: working directly with communities, community groups and representative organisations in the public and voluntary sectors to develop sustainable approaches to energy use in Mid Wales; 4. EC Programme Projects: Altener Project work in the fields of RES for Heat in Rural Areas and promoting small scale wood energy; 5. Reactive and proactive advice and strategic development: this area of work encompasses everything from answering daily telephone and email enquiries from the public and organisations to completing energy audits and assisting with the development of energy strategies. Our most exciting projects are two which have been supported by the EC’s Altener Programme and a third which is partly financed through the EC’s Structural Funds under Objective 2: TAPARES project (Altener 01/ 028) PROWE – Promotion of Wood Energy COREnergy – Community Renewable Energy Developments The PEA Agency is involved in a wide range of smaller projects and initiatives helping to minimise CO2 emissions from the Powys region in Mid Wales. We also engage in a number of relevant reports, seminars and public presentations, study tours and events. The Agency also collaborates with its partner in Foggia (Foggia Energy and Environment Agency) and visited its counterparts in December 2001 to establish personal contact and explore the energy issues of the region. During that visit, the Welsh Agency pin-pointed solar water heating development as an area with significant potential for a joint venture between the Powys and Foggia Agencies. L’Agenzia per l’Energia di Powys si è costituita a giugno del 2000, è consorziata con l’Agenzia Provinciale per l’Energia e l’Ambiente della Capitanata ed entrambe sono, parzialmente, finanziate dal progetto europeo SAVE II. Lavora fondamentalmente in cinque direzioni: come centrale operativa per l’energia sostenibile; partecipando attivamente alla rete, da quella internazionale a quella locale, che opera nel settore dell’energia sostenibile per potenziarla nel centro del Galles; lavorando con le comunità, le organizzazioni ecc. per avvicinarli all’uso di energia sostenibile nel centro del Galles; partecipando a progetti europei come l’ALTENER; aiutando, quanti lo desiderano, a sviluppare strategie per l’energia. Al momento l’Agenzia di Powys sta lavorando ad alcuni progetti di rilevante interesse TAPARES, PROWE, COREnergy, di cui vi parleremo nei prossimi numeri del nostro giornale. Scopo principale dell’Agenzia gallese è ridurre le emissioni di CO2 nella Contea di Powys, nel centro del Galles. 11 Una importante iniziativa della Provincia di Foggia - Assessorato all’Ambiente Sette Giorni al verde Un patto per il futuro Potrebbe prestarsi a molteplici interpretazioni il titolo della manifestazione “Sette giorni al verde”, organizzata dalla Provincia di Foggia, in programma dal 30 settembre al 5 ottobre a Palazzo Dogana. Un modo per chiederci se siamo rimasti al verde di risorse, o se possiamo ancora vivere nel verde di un mondo ricco di biodiversità. In realtà il risultato che vorremmo rag- giungere, dedicando un’intera settimana ai temi ambientali, è di suscitare dibattiti, riflessioni, impegno su temi che interessano tutti noi, custodi di un habitat da rispettare, promuovere, tutelare. Sette giorni di massima attenzione per le nostre grandi risorse naturali, il vero patrimonio per le generazioni future, in linea con lo sviluppo sostenibile, al centro del Vertice Mondiale di Johannesburg. Sette giorni per interrogarci sullo sfruttamento eccessivo ed irrazionale delle risorse che si assottigliano sempre più. Questa è la prima edizione di un appuntamento che si rinnoverà ogni anno per offrire un’occasione di confronto fra le diverse politiche ambientali ed i programmi di azione locale nel settore ambientale. Parlare di formazione e comunicazione, di ambiente e legalità, di identità del territorio, di stili di vita corretti e di città vivibili significa impostare sul nostro territorio un forte progetto di “Glocalizzazione”, neologismo che ben sintetizza i bisogni del nostro tempo: pensare in modo globale per cogliere esigenze e sfumature di un mondo in rapido cambiamento; agire in ambito locale, per dare risposte concrete di sviluppo ai singoli territori senza violarne l’identità. Sette giorni non bastano per dirsi tutto. Dobbiamo intensificare i rapporti di scambio per condividere progetti, attività, proposte. Questo è il nostro impegno. Alla prossima edizione. L’Assessore all’Ambiente e al Territorio della Provincia di Foggia Dr. Ciro Mundi Il Presidente della Provincia di Foggia Prof. Dr. Antonio Pellegrino Le attuali società mostrano segni evidenti di sofferenza, sociale ed ambientale, perché non rispondono più alle logiche dell’uomo e ai suoi bisogni individuali e collettivi. Il disordine è causato dal profitto, alla base di ogni decisione pubblica calata dall’alto. Questi modelli hanno conquistato ed attratto le volontà delle popolazioni, tanto da essere accettati come gli unici possibili. In realtà, i processi imposti dalle società industriali stanno portando all’autodistruzione del Pianeta. L’import e l’export regolano guadagni veloci e facili, che ammettono lo sfruttamento dei Paesi più arretrati. Edward Goldsmith Il prof. E. Goldsmith, insignito nel 1991 del Premio Nobel Alternativo per i suoi contributi nell‘ecologia, riceve il Premio “Daunia crocevia di civiltà”, dal Presidente della Provincia di Foggia Prof. Antonio Pellegrino. 12 12 Pianificazione energetica regionale: aspetti generali e sviluppi nella Regione Puglia Prof. Ing. Michele Trovato - Ordinario di Sistemi Elettrici per l’Energia presso il Politecnico di Bari Gli indirizzi strategici di politica energetica elaborati a livello nazionale trovano una efficace applicazione se includono opportune forme di decentramento delle azioni di pianificazione energetica a livello regionale. D’altra parte, le differenze tra le Regioni (per dimensione, posizione geografica, clima, popolazione, amministrazione, storia, tradizioni, cultura e comportamenti) non possono che condurre ad approcci diversi sia per quanto riguarda la definizione delle misure da intraprendere sia per le modalità di attuazione delle stesse. Seguendo questo criterio, negli ultimi dieci anni, diversi interventi legislativi hanno contribuito a dare rilievo e spazio alle Regioni, relativamente alle competenze in materia di risparmio energetico e gestione dell’energia. Dopo l’avvio, nel 1989, di varie azioni comunitarie a sostegno della programmazione energetica regionale, le Leggi n. 9 e 10 del 1991 hanno ampliato le competenze delle Regioni e degli Enti Locali, in campo energetico, facendoli divenire il riferimento principale delle attività per l’attuazione dell’intero ciclo del processo decisionale-realizzativo in materia di interventi per l’uso razionale dell’energia. In particolare, alle Regioni si attribuiva il compito, attraverso opportuni piani regionali, di individuare i bacini che in relazione alle caratteristiche, alle dimensioni, alle esigenze di utenza, alle disponibilità di fonti rinnovabili di energia, al risparmio energetico realizzabile e alla preesistenza di altri vettori energetici, potessero costituire le aree più idonee ai fini della fattibilità di interventi di uso razionale dell’energia e di utilizzo di fonti rinnovabili di energia (L.10/91, art.5 Piani regionali, comma 1). Ai Comuni con più di 50.000 abitanti (L.10/91, art.5 comma 5)si affidava l’incarico di prevedere, nella redazione del piano regolatore generale uno specifico piano a livello comunale relativo all’uso delle fonti rinnovabili di energia (art.5 comma 5). Un ulteriore passo in avanti è stato compiuto con il Decreto legislativo 31 marzo 1998 n. 112 ‘Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della Legge 15 marzo 1997 n. 59’ (Suppl. ordinario n. 77/L alla G.U. n. 92, del 21 aprile 1998) Gli artt. 30 e 31 del citato Dlgs. riguardano, rispettivamente, il conferimento alle Regioni ed agli Enti Locali di funzioni in materia di ricerca, produzione, trasporto e distribuzione di energia. Sono delegate alle Regioni le funzioni amministrative in tema di energia, ivi comprese quelle relative alle fonti rinnovabili, all’elettricità, all’energia nucleare, al petrolio ed al gas, che non siano riservate allo Stato ai sensi dell’art. 29 o che non siano attribuite agli Enti Locali ai sensi dell’art. 31. Inoltre, per fare fronte alle esigenze di spesa relative alle attività citate e per le finalità della Legge 10/91, le Regioni devono destinare, con le loro leggi di bilancio, almeno una quota pari all’1% delle disponibilità conseguite annualmente ai sensi dell’art. 3, comma 12, della Legge 28 dicembre 1995 n. 549. Infine, le Regioni devono svolgere le funzioni di coordinamento dei compiti attribuiti agli Enti Locali per l’attuazione del Decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993 n. 412 (controllo degli impianti termici), nonché compiti di assistenza agli stessi per le attività d’informazione al pubblico e di formazione degli operatori pubblici e privati nel campo della progettazione, installazione, esercizio e controllo degli impianti termici. Sono attribuite agli Enti Locali, in conformità a quanto disposto dalle norme sul principio di adeguatezza, le funzioni amministrative in materia di controllo sul risparmio energetico e l’uso razionale dell’energia e le altre funzioni che siano previste dalla legislazione regionale. In particolare, sono attribuite alle Province, nell’ambito delle linee di indirizzo e di coordinamento previste dai piani energetici regionali, le seguenti funzioni: la redazione e l’adozione dei programmi di intervento per la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico, l’autorizzazione alla installazione ed all’esercizio degli im- pianti di produzione di energia; il controllo sul rendimento energetico degli impianti termici (per i Comuni con popolazione inferiore a 40.000 abitanti). Sebbene la pianificazione energetica, a livello regionale e comunale, sia nata formalmente in Italia con la legge n. 10/91 e, successivamente, si sia intensificata con il Dlgs. 112/98, quello che, all’inizio, costituiva, per queste Amministrazioni, più un obbligo di legge da osservare (per la verità senza chiare indicazioni sulle procedure da seguire) si è trasformato in un potente mezzo per dotarsi di un quadro di riferimento programmatico organico sul territorio, in grado di delineare le azioni da intraprendere ed i loro effetti sul tessuto economico e sociale. La presa di coscienza dell’importanza di una pianificazione energetica è stata indubbiamente accelerata, nell’ultimo decennio, da diversi fattori la cui interazione con le problematiche specifiche del settore dell’energia è diventata oggi imprescindibile. Tra questi fattori: la compatibilità ambientale e la ricerca dell’efficienza economica attraverso la promozione dei mercati energetici (elettricità e gas). Il primo aspetto è certamente oggi l’elemento di maggiore interesse per la collettività e su di esso viene spesso posta maggiore enfasi sia nella definizione delle politiche comunitarie e sopranazionali sia nella scelta degli indirizzi da perseguire a livello regionale e locale. Il fattore ambientale ha determinato, in sostanza, un mutamento radicale degli scenari energetici dal 1991 ad oggi: garantire per il territorio un adeguato e duraturo approvvigionamento delle fonti di energia assume sempre più anche una valenza am- 13 bientale. Di conseguenza, nei piani energetici elaborati negli ultimi anni, al bilancio energetico si associa il bilancio ambientale e, in fase di previsione, gli obiettivi della produzione di energia e di razionalizzazione dei consumi energetici sono finalizzati alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti, come previsto dal Protocollo di Kyoto. In molti casi, i vincoli ambientali sono utilizzati, insieme ai classici criteri puramente economici, come strumento di selezione degli interventi nel settore energetico. Ulteriore stimolo, per le Regioni, a dotarsi di una pianificazione energetica, sono stati i provvedimenti emanati negli ultimi anni, a livello comunitario e, successivamente, dei singoli stati membri dell’UE, sulla liberalizzazione, o per meglio dire, sulla creazione dei mercati dell’elettricità e del gas. Nel settore elettrico, ad esempio, il Decreto Legislativo del 16 marzo1999 n.79, in attuazione della Direttiva europea 92/ 96CE, ha totalmente modificato l’assetto, gli scopi e le modalità di gestione di quella che, da 37 anni a questa parte, era un’unica azienda, verticalmente integrata, che soprintendeva alle attività di produzione, trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica. L’impianto generale della riforma del settore elettrico è stato informato a principi di garanzia per tutti gli utenti e di attenzione alle necessità locali, riservando, in particolare, alle Regioni, le necessarie modulazioni e adattamenti alle realtà locali dei principi generali sanciti. In questo clima di grandi trasformazioni, quasi tutte le Regioni italiane hanno provveduto alla redazione del loro piano energetico. I primi esempi sono venuti dalle Regioni Toscana, Emilia Romagna e Lazio. Nello stesso tempo, numerose grandi città ed anche centri minori si sono dotati del piano energetico comunale. È però doveroso esprimere, a questo proposito, alcune considerazioni di fondo. Non sempre l’idea portante di una pianificazione energetica intesa come un momento di sintesi, di verifica e di coordinamento di una serie di azioni per un uso razionale dell’energia con impatto ambientale minimo e con ricorso, ove possibile, allo sfruttamento delle fonti rinnovabili, è stata di guida per i pianificatori e per i Governi regionali chiamati ad approvare le proposte elaborate. Certamente questo è dovuto anche all’assenza di disposizioni legislative chiare e, almeno in questo caso, omogenee sugli obiettivi e sui i criteri con i quali devono essere formulati i piani, sulle procedure da seguire, sulle tematiche da affrontare e sugli strumenti da usare per la pratica realizzazione delle proposte. Altro aspetto non positivo è l’assenza, spesso totale, di coordinamento tra le azioni a livello regionale e le iniziative intra- 14 prese dai singoli Comuni. È difficile, in quest’ambito, individuare responsabilità precise. È però un dato di fatto che, in alcuni casi, l’iter per l’approvazione del piano regionale si rivela inspiegabilmente lungo, a tal punto da dover giustificare, nel frattempo, ulteriori aggiornamenti, mentre, dall’altro lato, sono i Comuni ad essere chiamati ad esprimersi su iniziative concrete nel loro territorio. Non è ancora ben chiaro che l’approvazione di un piano energetico, o di uno studio per l’elaborazione di un piano energetico, non costituisce il punto d’arrivo di una politica energetica o energetico-ambientale ma è, al contrario, soltanto la base di partenza per l’effettiva messa in pratica delle proposte contenute nel piano (o nello studio) e quindi per la diretta emanazione a livello locale delle relative istruzioni per l’uso. Inoltre, poiché queste ultime necessitano di una fase di approfondimento da parte degli Enti Locali, è importante favorire la creazione di strutture territoriali con funzioni di coordinamento delle attività dei Comuni e delle Province. In tal senso, le Agenzie Energetiche locali possono costituire un efficace supporto nella messa in pratica delle strategie elaborate a livello regionale. Peraltro, il loro ruolo di tecnostrutture per la pianificazione energetica del territorio è stato sancito dalla stessa Commissione Europea nell’ambito del programma SAVE. Alcuni degli aspetti evidenziati in precedenza si ritrovano nell’iter, non certamente concluso, della pianificazione energetica in Puglia. Con provvedimento della G.R. n. 6044 del 28.12.95, esecutivo dall’11.3.96, la Regione Puglia, ha affidato al Politecnico di Bari lo Studio per la elaborazione del Piano Energetico Regionale, finanziato nell’ambito delle attività previste dal Programma Operativo Plurifondo 1994-99 (Sottoprogramma 2 Infrastrutture di supporto alle attività economiche; Misura 7.2 Energia; Sottomisura 7.2.1 Studio per la elaborazione del Piano Energetico Regionale). Il programma operativo dello studio, ap- provato dalla Regione e sviluppato dal Politecnico di Bari, in collaborazione con l’ENEA, si riassume nei seguenti punti: 1. Bilancio energetico regionale al 1994 e sua evoluzione al 2005 sulla base di scenari 2. Bacini energetici territoriali e obiettivi regionali di risparmio energetico e di nuova produzione di energia da fonti rinnovabili 3. Obiettivi regionali di risparmio energetico e di nuova produzione di energia da fonti rinnovabili o assimilate 3.1 Valutazione delle potenzialità energetiche annue delle risorse energetiche locali (Biomasse, rifiuti solidi urbani ecc.) 3.2 Valutazione delle potenzialità energetiche annue da fonti rinnovabili (Eolico, solare) 3.3 Analisi dello stato di applicazione della legge n. 10 del 9.1.91 e del DPR n. 412 del 26.8.9. 3.4 Valutazione delle possibilità di razionalizzazione energetica nell’ambito degli edifici pubblici. Ipotesi di intervento. 3.5 Situazione attuale e programmi di sviluppo esistenti della produzione di energia elettrica in Puglia sia da fonte rinnovabile che da fonte fossile. 4. Obiettivi di riduzione delle emissioni in atmosfera di CO2 ed altri gas ad effetto serra: 4.1 Stato dell’arte. 4.2 Individuazione delle aree e delle fonti regionali con indicazioni cartografiche. 4.3 Inquinamento atmosferico. Definizione delle strategie di riduzione delle emissioni e delle ipotesi di interventi di promozione e legislativi di tipo regionale 5. Interventi e relative localizzazioni per la valorizzazione del potenziale regionale di risparmio energetico e nuova produzione di energia da fonte rinnovabile Sono stati proposti interventi progettuali, finalizzati allo sfruttamento delle risorse energetiche del territorio, identificando la localizzazione e la tipologia specifica dei progetti, in particolare nei seguenti settori 5.1 Energia idroelettrica 5.2 Energia geotermica 5.3 Energia da residui agricoli 5.4 Energia da residui zootecnici 5.5 Energia dai rifiuti solidi urbani 5.6 Energia dal biogas 5.7 Teleriscaldamento e cogenerazione 5.8 Energia dagli scarti delle lavorazioni industriali 6. Programmi di sensibilizzazione energetica e risorse finanziarie da destinare alla realizzazione degli interventi 7. Relazione finale per la Pianificazione energetica regionale. Si sintetizza, in maniera omogenea, tutto il lavoro svolto negli studi di settore. 8. Scenari energetici,proposte di intervento e strumenti attuativi. Si riassumono i dati del sistema energetico regionale, con la previsione della domanda al 2005; si definiscono gli interventi di razionalizzazione dei consumi energetici, di produzione di energia da fonti non rinnovabili, di produzione di energia da fonti rinnovabili e da risorse energetiche locali, per un investimento totale di circa 1.100.000.000 _; si evidenziano i benefici ambientali, in termini di riduzione delle emissioni di CO2, prodotti dalla realizzazione degli interventi, nell’ipotesi di bassa o alta crescita dei consumi energetici; si fornisce infine un Piano d’azione regionale per l’acquisizione di un primo parco-progetti in materia di uso razionale dell’energia, risparmio energetico, valorizzazione delle fonti di energia rinnovabili e delle risorse energetiche locali, limitazione delle emissioni di gas serra. Lo Studio, presentato alla Regione Puglia nel marzo del 2000, consegnato, nella sua versione finale, nel mese di luglio dello stesso anno, discusso nei suoi aspetti più tecnici con i responsabili della Regione nel novembre del 2001, risulta non aver ricevuto, ancora oggi, l’approvazione ufficiale definitiva, pur essendo la relativa delibera all’OdG della Giunta Regionale da gennaio del 2002. Peraltro, l’approvazione di uno Studio, per quanto approfondito sia, non equivale certo alla definizione di un Piano, ma costituisce soltanto lo strumento, seppure necessario, per la successiva elaborazione di una organica politica energetica. Risulta che la Regione si stia preoccupando, in questi giorni, di avviare la procedura per un necessario aggiornamento dei dati energetici, fermi, nello Studio, al 1998-99, nell’intenzione dichiarata di provvedere alla redazione di un Piano Regionale entro febbraio del 2003. È appena il caso di evidenziare che, forse, del tempo è stato perduto; sicuramente per motivazioni plausibili ma in periodo nel quale notevoli avvenimenti hanno interessato il panorama energetico nazionale e, nello specifico, quello della regione Puglia. Basti pensare alle iniziative che, nel frattempo, sono sorte, in tutto il territorio regionale, per la costruzione di nuovi impianti di produzione di energia elettrica e, tra queste, a quelle riguardanti le centrali con rilevante potenza installata (400-800 MW). Un quadro riassuntivo è delineato nella Tabella 1 per l’Italia meridionale peninsulare. In questa Tabella sono sintetizzate, per tipologia d’impianti, numero e potenzialità, le richieste di connessione alla rete di trasmissione pervenute al Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale (GRTN) al 31 dicembre 2001. La massima parte degli impianti termoelettrici è costituita da cicli combinati gasvapore, che costituiscono, oggi, la soluzioni tecnologica con maggiore rendimento energetico e a ridotto impatto ambientale, rispetto agli impianti termoelettrici convenzionali. Per quanto riguarda gli impianti a fonti rinnovabili, su un totale di richieste per 6.666 MW, 6.568 MW sono da fonte eolica (In Puglia vi sono state richieste di connessione di impianti eolici per 1.706 MW, suddivisi tra le province di Bari, 11 impianti per 731 MW, e Foggia, 18 impianti per 975 MW). Sebbene molti dei progetti avviati siano destinati, per svariate ragioni, a non avere sviluppi concreti, è da notare come la Puglia, che già oggi detiene una posizione largamente preminente nel settore della produzione di energia elettrica, rispetto alle altre regioni, si confermi leader anche per i nuovi progetti. Le indicazioni fornite non sono certamente esaustive di tutte le problematiche che una corretta pianificazione energetica coinvolge, ma servono ad evidenziare la necessità, divenuta impellente, che, a tutti i livelli, si intraprendano finalmente azioni concrete. A questo proposito, pur considerando il ritardo del Governo regionale nell’emanazione di un atto ufficiale di politica energetica ma riconoscendo comunque a questo la disponibilità di uno Studio, ampio ed approfondito, è opportuno che gli Enti Locali, Province e Comuni, per le rispettive competenze, si adoperino nella predisposizione di idonei programmi d’intervento. Su questa strada, sono da citare le recenti iniziative intraprese dal Comune di Bari, che in collaborazione con l’ENEA ha deliberato la predisposizione del Piano Energetico Comunale, e della Provincia di Bari, che ha recentemente bandito una gara per la redazione del Piano Provinciale dell’Energia, ponendo, tra l’altro, la condizione che questo si adegui allo Studio per l’Elaborazione del Piano Energetico Regionale o all’eventuale Piano Regionale, ove adottato. È auspicabile che iniziative del genere si estendano rapidamente alle altre province della regione e, almeno, ai relativi capoluoghi. Resta soltanto da auspicare che sia tra gli Enti Locali sia tra questi ed il Governo regionale si sviluppino le sinergie indispensabili per il coordinamento delle attività in un settore in cui le scelte adottate possono incidere notevolmente sul territorio, sulle condizioni socio-economiche delle popolazioni e, non ultimo, sulla salute dei cittadini. Tab. 1 - Richieste di connessione alla rete di trasmissione pervenute al GRTN al 31/12/2001 (*) Regione Campania Puglia Basilicata Calabria Totale SUD Impianti termoelettrici Impianti a fonti rinnovabili Totale N.ro MW N.ro MW N.ro MW 13 16 9 10 48 6.930 8.750 4.228 7.000 26.908 34 33 45 63 175 1.258 1.766 1.414 2.228 6.666 47 49 54 73 223 8.188 10.516 5.642 9.228 33.574 % 24,4 31,3 16,8 27,5 100,0 (*) GRTN – Programma di sviluppo triennale della rete di trasmissione nazionale (aprile 2002) 15 RENAEL La rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali RENAEL’s task is to reinforce and make the most of Agencies and Local Authorities’ role in order to encourage experience exchange and best practices diffusion thanks to the involvement of all the players, administrators and not, who work at European, National and Local level. RENAEL promotes, in agreement to each Local Agency, studies, projects and actions aimed at the energy saver, at the rational use of energy and at the use of renewable energy sources. Each Local Agency, then, organizes its activities and services, offered by the network, in the area where it operates. La Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali (RENAEL) è strumento e veicolo di sinergie e sussidiarietà per le Agenzie Energetiche Locali, per i Poteri locali e per l’insieme del sistema energetico del nostro Paese. Ha il compito di rafforzare e valorizzare il ruolo delle Agenzie e delle Autorità Locali al fine di favorire lo scambio di esperienze e la diffusione di buone pratiche attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori, istituzionali e non, che operano a livello comunitario, nazionale e locale. Renael promuove, d’intesa con le singole Agenzie Locali, studi, progetti ed azioni volti al risparmio energetico, all’uso razionale dell’energia e all’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili. Ciascuna Agenzia Locale, poi, organizza in modo autonomo le attività ed i servizi offerti dalla rete nell’area di riferimento. La Renael rappresenta le Agenzie associate presso le istituzioni nazionali ed europee e con queste ultime collabora per armonizzare il complesso management dell’energia. La sede legale si trova a Roma (Via Parigi, 11), mentre quella operativa è ubicata a S. Sisto in provincia di Perugia (via Pievaiola). ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ For people fond of web, APEAC has designed its own website completely filled with the Agency activities and the issues connected to the energy saver and the new technology used to save the environment. APEAC’s web site is available at the address www.apeac.it, it is a versatile and useful tool to show the Agency’s role to people who can know it only or preferably through internet. Presidente Dr. Carlo Casamassima Cell. 335.7880989 Email: [email protected] L’APEAC sulla “rete” Direttore Per gli amanti del web, l’APEAC ha provveduto a creare un sito internet interamente dedicato alle attività dell’Agenzia e alle problematiche connesse al risparmio energetico ed alle tecnologie innovative al servizio della sostenibilità ambientale. Il sito, consultabile all’indirizzo www.apeac.it, ha la funzione di rendere visibile ed utile il ruolo dell’Agenzia anche per coloro i quali possono rapportarsi ad esso solo o preferibilmente tramite internet. La struttura, semplice ed immediata, infatti, consente un rapido accesso alle tematiche trattate all’interno delle varie sezioni: dalla home page, annunciata da una suggestiva animazione volta a ribadire il concetto di sostenibilità ambientale, è possibile accedere ai vari argomenti contenuti nel sito. Energie da fonti rinnovabili, problematica rifiuti, energie tradizionali, buone pratiche, risparmio energetico, sono solo alcuni di questi, senza trascurare i riferimenti prodotti dalla Rete Nazionale delle Agenzie Locali (RENAEL), dal Ministero dell’Ambiente e da tutte le realtà, anche internazionali, accessibili via internet come, ad esempio,nel caso dei partner europei del progetto APEAC, vale a dire l’Agenzia gallese della contea di Powys. Sarà possibile accedere, infine, a tutta la documentazione relativa all’Agenzia, oltre che essere costantemente aggiornati dando un’occhiata alla sezione news che apparirà già nella home page. I tecnici del territorio avranno a disposizione un modulo da compilarsi per entrare nella banca dati dell’Agenzia ed essere costantemente informati sulle iniziative in corso. Buona navigazione a tutti gli “ecointernauti”… Ing. Umberto Affinita Cell. 335.7880987 Email: [email protected] Collaboratori Ing. Sergio Ciampolillo Ing. Fabio Presti Resp amministrativo: Dr. Mario Mancaniello Consiglio di Amministrazione Dr. Nicola Biscotti (vicepresidente) Consiglieri: Dr. Vito Nicola Cristiano Dr. Michele Galante Ing. Donato Lorenzo Tilli Prof. Donato Troiano Prof. Michele Trovato 16