Stampato su carta riciclata: per realizzare questa rivista non è stato abbattuto alcun albero - Stampa: Tipolitografia Miulli, San Ferdinando di Puglia
Numero
unico
Bollettino di informazione dell’Agenzia Provinciale
per l’Energia e l’Ambiente della Capitanata
Il ruolo delle Agenzie Locali:
Uno strumento per lo sviluppo sostenibile
www:
L’APEAC “sulla rete”
A scuola con… energia:
Un progetto didattico sul risparmio energetico
Per saperne di più:
Il solare termico
Il solare fotovoltaico
Le biomasse
Verso la Conferenza Provinciale
sull’Energia:
Il Piano Energetico Regionale
1
3 La scommessa dell’energia
per un futuro di
sostenibilità
4 Un’agenzia per lo sviluppo
sostenibile nella Provincia
di Foggia
5 Energia dal sole
• Il Fotovoltaico
• Il solare termico
7 A scuola con… energia
8 Energia da biomasse
11 Powys Energy Agency’s
activities
12 Sette giorni al verde:
un patto per il futuro
13 Pianificazione energetica
regionale:
aspetti regionali e sviluppo
nella Regione Puglia
16 L’Apeac sulla rete
Renael - La rete nazionale
delle agenzie energetiche
locali
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
Sommario
Agenzia Provinciale per l’Energia e l’Ambiente della Capitanata
Località Torre Bianca - C.P. 67 - 71024 Candela FG (Italy)
Presidente: 335.7880988 – Email: [email protected]
Direttore: 335. 7880987 – Email: [email protected]
http://www.apeac.it
E.mail: [email protected]
Enti ed Associazioni consorziati
• Provincia di Foggia
• Comunità Montana SubAppennino Meridionale
• Comune di Ischitella
• Comune di Manfredonia
• Comune di Margherita di Savoia
• Comune di Panni
• Comune di San Marco in Lamis
• Comune di Sant’Agata di Puglia
• Associazione degli Industriali di Foggia
• Consorzio A.S.I.
• UNI.Versus – CSEI
• I.C.O.-ILLIT s.r.l.
Block notes
“Energy and Environment 2002”: la partecipazione dell’APEAC
L’APEAC è stata presente al Convegno dell’International Symposium
“Energy and Environment 2002”
organizzato dalla fondazione Megalia a Capri nei giorni 6-8 giugno
2002, nel corso del quale è stato realizzato anche un contributo ai lavori
tramite poster sull’attività dell’Agenzia ed intervento in aula congressuale. (nella foto il Presidente Carlo Casamassima, il Direttore Umberto Affinita e il prof. Vicente N.G. Mazzarella dell’Institute for Tecnological Research di Sao Paolo del Brasile)
Settimana al Verde
2
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
L’APEAC è presente alla “Settimana
al Verde” organizzata dall’Assessora-
to all’Ambiente della Provincia di
Foggia dal 30 settembre al 5 ottobre 2002 con un proprio stand. In
quella sede è possibile reperire materiale informativo sulle attività dell’Agenzia e sulle energie rinnovabili.
Corso su solare
termico e fotovoltaico
L’APEAC sta organizzando per il 4, 5
6 e 7 dicembre p.v., in collaborazione con ISES Italia, un corso rivolto a
tecnici, sul solare termico e fotovoltaico. Ulteriori informazioni possono
essere ricavate dal sito web
www.apeac.it email: [email protected]
e tramite contatto diretto con i numeri di servizio dell’Agenzia. Il corso
prevede, al termine, il rilascio di un
attestato di partecipazione riconosciuto dalla ISES e dall’APEAC.
La scommessa dell’energia per
un futuro di sostenibilità
Le emergenze ambientali sono oramai ben delineate. È del tutto evidente che non
si potrà più sottovalutare, per il futuro, l’impatto che avranno crescita demografica,
aumento della temperatura terrestre, abbassamento delle falde idriche sotterranee,
riduzione dell’area coltivata, diminuzione degli stock ittici, deforestazione e progressiva estinzione di molte specie biologiche.
In questo contesto è divenuto centrale il dibattito sull’energia e sulle sue fonti di
produzione.
Viviamo in un mondo che “consuma” sempre di più e che brucia enormi quantità
di combustibili fossili (più della metà come carbone) per produrre energia, con pesanti prezzi pagati in termini di emissioni di inquinanti in atmosfera.
Ogni anno negli USA viene rilasciata nell’aria –per produrre energia elettrica- una
grande mole di ossidi di azoto, di biossido di zolfo, di biossido di carbonio e di mercurio: globalmente, il settore “energetico” costituisce la più consistente fonte singola di
emissioni di carbonio, con più di un terzo del totale.
Sino ad ora è prevalsa la logica del “grande è bello”: i macroimpianti per la produzione di energia caratterizzati da una forte centralizzazione del sistema hanno predominato, poiché si riteneva che gli impianti piccoli e decentrati fossero tecnicamente
difficili da gestire ed economicamente svantaggiosi.
Ora la situazione sta cambiando e sono disponibili impianti di piccole dimensioni,
a costi competitivi e con una notevole riduzione delle emissioni.
I vantaggi del decentramento produttivo con una rete di piccoli dispositivi sono
numerosi ed evidenti: minore stress per la rete distributiva, minori rischi di black-out
per realtà di particolare importanza (ospedali o centri informatici), maggiore versatilità e modularità, maggiore velocità di messa in opera, maggiore stabilità dei prezzi,
maggiore elasticità del sistema, minor impatto ambientale per l’eliminazione della
rete di distribuzione, maggiore controllo locale e - ovviamente- minori emissioni ambientali di particolato, di ossidi di azoto, di zolfo e di biossido di carbonio.
Andare verso il “piccolo è bello” - insomma - si può: le nuove tecnologie aiutano
a trovare soluzioni efficienti, efficaci, economicamente vantaggiose, sempre più vicine all’utente finale che diviene così proprietario e controllore di una risorsa fondamentale come l’energia.
L’uso di pannelli solari per singole abitazioni, di celle solari per gli edifici o di
turbine eoliche poste in rete potranno in futuro sempre più “liberare” l’utente.
Bisognerà, però, impegnarsi per una eliminazione sostanziale degli ostacoli ancora esistenti, ristabilendo regole di mercato più razionali e meno rigide con l’abbassamento del costo iniziale per la realizzazione dell’impianto, prevedendo nuove regole
per il possesso, l’eliminazione di oneri e tasse irragionevoli o una maggiore facilità di
interconnessione.
I programmi di incentivazione del tipo “Tetti fotovoltaici” sono, da questo punto
di vista, strumenti preziosi per consentire una penetrazione reale e massiccia delle
tecnologie ecocompatibili, a basso impatto e a costi competitivi.
Andare “verso Johannesburg” significherà anche questo: modificare il proprio modello di sfruttamento dell’energia tenendo conto della necessità di riconvertire le grosse
scelte maturate alcuni decenni fa, a favore di una strategia realistica ed oramai non
più procrastinabile.
Dobbiamo, però, tutti insieme prepararci a “gestire” un futuro migliore: attivare
le Agende 21 locali, per esempio, potrà servire, nel nostro territorio a monitorare
esattamente le necessità energetiche e a stabilire con precisione le linee guida per un
più corretto uso dell’energia.
Le scelte nazionali e regionali - sulle quali molto, comunque, ci sarebbe da dire, se
si considerasse, ad esempio, la grande esiguità delle risorse messe a disposizione della
riconversione energetica - non avrebbero alcun senso se non trovassero un terreno
fertile nelle comunità locali in cui cittadini, tecnici, amministratori e funzionari della
Pubblica amministrazione non si sentissero partecipi di un reale e qualificato processo
di cambiamento.
Il ruolo di un’Agenzia locale per la promozione di energie rinnovabili deve essere
interpretato all’interno di questo progetto: avvicinare la gente comune alle tematiche
della sostenibilità ambientale attraverso atti concreti e praticabili, per far sì che la sfida
di Kyoto e le premesse per Johannesburg attraversino - migliorandole - le nostre vite e
le nostre scelte.
Le emergenze ambientali sono
oramai ben delineate. In questo
contesto è divenuto centrale il
dibattito sull’energia e sulle sue
fonti di produzione
Ogni anno negli USA viene
rilasciata nell’aria - per produrre
energia elettrica - una grande
mole di ossido di azoto, di
biossido di zolfo, di biossido di
carbonio e di mercurio:
globalmente, il settore
“energetico” costituisce la più
consistente fonte singola di
emissioni di carbonio…
The environment emergencies are
already well underlined. In this
context, the discussion on the
energy and on its output sources
has become increasingly important.
In order to produce elettric energy,
a huge mass of nitrogen oxides,
sulphur dioxide, carbon and
mercury dioxide is released in the
air in the USA every year. Globally,
the energetic sector is the largest
only source of carbon emission,
more than a third of the total.
Dr. Carlo Casamassima – Presidente APEAC
3
Una Agenzia per lo sviluppo sostenibile
nella Provincia di Foggia
I nostri obiettivi
L’APEAC attua interventi di politica
e gestione dell’energia e dell’ambiente in particolare collegati all’utilizzo di fonti rinnovabili ed alla diffusione delle tecnologie per l’uso razionale dell’energia ed il conseguente risparmio economico.
I principali settori di intervento
in cui APEAC è presente sono: riduzione dei consumi energetici
negli edifici; sviluppo della produzione combinata di energia e
calore; divulgazione dell’uso razionale dell’energia presso i consumatori, le famiglie, i negozi, le
piccole e medie imprese, gli amministratori condominiali ed i
gestori di risorse; dimostrazione
dei benefici economici della “Gestione dell’Energia”; implementazione e promozione di progetti
per lo sviluppo dell’energia rinnovabile (piccoli impianti idroelettrici, energia solare) e progettazione per l’uso dei rifiuti in campo energetico.
Fra i compiti dell’APEAC figurano la promozione dell’uso razionale ed efficiente dell’energia; la
valorizzazione delle fonti rinnovabili; l’avvio di interventi di diagnosi degli edifici; la consulenza per
Agenda 21 Locale; la informatizzazione dei dati territoriali; la promozione della pianificazione energetica regionale e provinciale;
l’assistenza ai bandi comunitari
con relative opportunità di finanziamento; lo studio di strategie
per migliorare la qualità dell’ambiente e ridurre l’impatto dell’inquinamento; la previsione di modelli finalizzati alla ottimizzazione
del sistema dello smaltimento dei
rifiuti.
4
With the programme SAVE, the
European Commission promoted the
establishment of regional and local
Agencies for the energy management in
order to encourage the rational use of
energy and make the most of local
energetic resources and renewable
sources. This kind of action has been
singled out as a means to sustainable
developement. In few years, more than
200 agencies have risen all around the
European Union Countries.
APEAC, the Capitanata Energy and
Environment Provincial Agency, means
to have, in Foggia Province, a qualified
role in the selection and support of the
energetic saver in-formative flood,
starting from the awareness of the
huge quantity of “alternative”
resources (wind, sun, etc….) which are
present in our region.
Con il programma SAVE, la Commissione Europea ha promosso la creazione di Agenzie
regionali e locali per la gestione dell’energia
finalizzate ad incentivare l’uso razionale dell’energia e a valorizzare le risorse energetiche
locali e le fonti rinnovabili, individuando in questo tipo di azione uno strumento fondamentale per lo sviluppo sostenibile.
In pochi anni sono sorte oltre 200 agenzie nei
vari Paesi dell’Unione Europea.
Nel dicembre del 98 le agenzie sorte sulla base
dei finanziamenti europei hanno sottoscritto
a Cork, in Irlanda, una Carta delle Agenzie
Europee Regionali e Locali per la gestione dell’energia.
Le agenzie locali italiane che hanno condiviso
e condividono la Carta di Cork hanno formalmente costituito nell’ottobre del 99 a Roma la
Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali (RENAEL).
Le Agenzie territoriali sono concepite come
punti di snodo reale-virtuale del processo di
sensibilizzazione dei cittadini e delle piccole e
medie imprese sui benefici derivanti dall’uso
razionale dell’energia: reale con attività di
sportello presso la sede dell’agenzia e presso
gli Enti coinvolti, virtuale con l’utilizzo di tecnologie di comunicazione informatica e di attività di Call Centre.
L’attività di information brokerage permetterà all’utente di ottenere, in tempo reale, una
serie di informazioni preziose in ordine alle
modalità ed alle opportunità più valide ed attuali per programmare, attivare e consolidare
interventi mirati al risparmio energetico con
particolare riguardo alle fonti rinnovabili, come
il solare termico, il solare fotovoltaico, l’eolico,
le biomasse o la minidraulica.
Sono previste attività formative rivolte a tecnici del territorio, ad amministratori, al mondo della scuola ed a semplici cittadini o curiosi, desiderosi di sperimentare ed applicare le
nuove tecnologie a basso impatto ambientale.
Ciascuna agenzia locale organizza e gestisce
in modo autonomo le attività e i servizi offerti
nella propria area di riferimento.
L’APEAC, Agenzia Provinciale per l’Energia e
l’Ambiente della Capitanata, intende svolgere, in Provincia di Foggia, un ruolo qualificante di smistamento e supporto di flussi in-formativi nel settore del risparmio energetico,
partendo dalla consapevolezza della grande
ricchezza di risorse “alternative” (vento, sole,
…) che caratterizzano il nostro territorio.
L’attività dell’Agenzia si svolge in collaborazione con una serie di Enti pubblici e privati,
consorziati con la finalità di costituire i riferimenti territoriali indispensabili per un’azione
efficace: tali sono, oltre naturalmente alla Provincia di Foggia, la Comunità Montana
SubAppennino Meridionale, il comune di
Manferedonia, il Comune di San Marco in
Lamis, il Comune di Ischitella, il Comune di
Margherita di Savoia, il Comune di Sant’Agata
di Puglia, il Comune di Panni, il Consorzio per
lo sviluppo industriale – A.S.I. di Foggia, il Consorzio Universitario UNI.VERSUS –CSEI di Bari,
l’Associazione degli Industriali di Foggia, la
I.C.O.ILLIT s.r.l. di Biccari.
Mentre la sede di Candela si caratterizzerà
come un centro propulsore e di coordinamento di tutta l’attività a ricaduta provinciale, le
competenze specifiche dell’Agenzia saranno
volte ad un’azione di “front-office” (da svolgersi anche presso gli Enti locali che ne facciano richiesta) finalizzate a superare le difficoltà che attualmente si frappongono ad un migliore sviluppo delle soluzioni più
ecocompatibili.
Un Centro di Educazione Ambientale dedicato, corsi per tecnici sulle energie rinnovabili,
un sito web di facile consultazione, una rivista
di aggiornamento ed approfondimenti, un progetto formativo in collaborazione con le scuole, una presenza assidua nei Comuni della
Capitanata saranno gli elementi che
contraddistingueranno l’azione dell’APEAC nei
prossimi mesi, con la speranza di dare un contributo determinante alla creazione di un mondo più sostenibile.
Le sfide di Johannesburg richiedono risposte
complesse e convinte: è tempo di indurre cambiamenti reali e sostanziali nel nostro modo di
vivere e “consumare” la natura.
Abbiamo la volontà di contribuire, insieme ad
altri “attori locali”, come la Provincia di Foggia, a gettare le basi per costruire una parte di
questo mondo migliore, nel tentativo di tradurre in concretezza i principi e le idee della
sostenibilità.
La conversione della radiazione
solare in una corrente di elettroni avviene nella cosiddetta cella fotovoltaica, dispositivo costituito da una sottile
fetta, detta wafer, di materiale semiconduttore, molto spesso di silicio.
La tecnologia fotovoltaica ha una
sensibilità sensazionale: non utilizza alcun combustibile, può alimentare strumenti piccolissimi come l’orologio da
polso, la calcolatrice, i sistemi di illuminazione stradale e frigoriferi, o grandissimi come le centrali che possono rifornire di elettricità la rete elettrica.
In più sfrutta il Sole, la fonte di energia più diffusa, gratuita e disponibile:
basti pensare che le radiazioni solari
sarebbero sufficienti a soddisfare 15
mila volte l’attuale consumo energetico mondiale. Ce ne sarebbe abbastanza per fare del fotovoltaico l’energia pulita del futuro.
Un “pizzico” di storia. Le prime forme di sfruttamento efficace dell’energia solare attuate risalgono al lontano
Oriente, dove la conversione dell’energia solare consentì la diffusione della
coltura intensiva di cereali su grande
scala e la formazione dei primi agglomerati urbani. Nella Grecia antica si affermarono i primi esempi di architettura solare: case con porticati esposti a
sud per mantenere il fresco in estate e
far penetrare il sole in inverno; pavimenti di pietra nera e murature spesse
per trattenere il calore solare e rilasciarlo
gradualmente nella notte. I Romani introdussero l’uso del vetro per trattenere il calore e sperimentarono un’ampia
gamma di differenti realizzazioni adattabili a vari climi del loro vasto impero.
Ancora nel Medioevo e fino alla rivoluzione industriale l’energia del sole, utilizzata essenzialmente per conversione
vegetale, assunse il ruolo di fonte indiretta di energia, in ausilio all’energia
animale e alle tre grandi fonti di energia del tempo: l’acqua, il vento e il legname. Nell’epoca della rivoluzione
industriale cessò il primato delle energie biologiche e s’instaurò quello delle
energie fossili in grado di soddisfare la
crescente domanda di energia imposta dai nuovi modelli produttivi.
Scoperto nell’800 L’effetto fotovoltaico, per cui alcuni materiali semiconduttori esposti ad una radiazione luminosa producono elettricità, fu scoperto nel 1839 da Antoine-César Bequerel. Fu però solo negli anni Cinquanta
Il piccolo satellite Vanguard, lanciato nel 1958 dalla base di Cape Canaveral, per esempio, fu il primo oggetto
di una qualche complessità a funzionare grazie alla conversione diretta dell’energia proveniente dal sole in energia elettrica. Nel 1977 il fisico inglese
sir Nevill Mott inventò un tipo di silicio
più economico, anche se con rendimenti più bassi, rispetto a quello usato
fino ad allora ottenendo, per i suoi studi, il premio Nobel. Negli anni Novanta la tecnologia ha fatto ancora notevoli progressi, sia per quanto riguarda
l’uso del silicio sia per la sperimentazione di nuovi semiconduttori come
l’arseniuro di gallio. Le celle più usate
restano quelle di silicio policristallino,
ma negli Stati Uniti si stanno sviluppando delle celle realizzate in sottilissimi
film di silicone capaci di condurre elettricità e plastiche particolari che potrebbero cambiare la prospettiva della tecnologia fotovoltaica rendendola a buon
mercato. Ma restano da superare ancora alcuni problemi.
Per attivare l’effetto fotovoltaico c’è
bisogno del sole, che ad un certo punto del giorno tramonta, in alcuni giorni è coperto dalle nuvole e in certe stagioni è meno intenso. In alcune stagioni si rischia di andare incontro a deficit
consistenti rispetto al fabbisogno. Si
può ricorrere allora a batterie, che accumulano l’ energia del sole finché c’è,
e poi sono in grado di restituirla quando serve, ma questo aumenta i costi di
tutto il sistema.
La tecnologia consente oggi di ricavare una quantità di energia elettrica pari
al 20% dell’energia potenzialmente disponibile. Anche questo rappresenta un
limite: se la potenza che si vuole ottenere è notevole sono necessari grandi
spazi per installare tutti i panelli che servono.
Una lunga strada
La ricerca sta tentando di ottenere miglioramenti dell’efficienza di conversione, di ridurre i costi del materiale di partenza e di ridurre il costo di fabbricazione. In vent’anni tutto questa ha portato
ad un abbattimento di dieci volte del
costo dell’energia da fotovoltaico.
Ma questa cifra resta comunque nove
volte più alta rispetto a quella dell’energia ottenuta con le fonti tradizionali.
The
photovoltaic
technology has
got a great
sensitivity. It
doesn’t use any
fuel but it can
supply both
very small tools
as
wristwatches,
calculators,
road floodlight
systems,
fridges, and
very big ones
as power
stations which
can provide
with electricity
the electric
network.
Energia dal sole Il fotovoltaico
del secolo scorso che furono perfezionati i primi dispositivi funzionanti.
5
Energia dal sole Il solare termico
6
Ing. Umberto
Affinita
Direttore Apeac
L’energia solare è sempre servita ad alimentare la vita sul nostro pianeta e solo
recentemente si sono fatti sforzi per alimentare, con questa energia, dei dispositivi costruiti dall’uomo.
I sistemi solari termici sfruttano in modo
abbastanza semplice l’energia derivata
dal sole, sfruttando i raggi solari per
produrre acqua calda a temperature
che possono raggiungere 70-80°C.
Esistono diverse tecnologie per utilizzare
l’energia solare al fine di produrre calore:
a bassa, media ed alta temperatura.
Alte temperature(oltre 500C°) si ottengono concentrando con eliostati i
raggi solari su caldaia.
Gli eliostati sono specchi che, a mezzo
di un sofisticato sistema, inseguono
automaticamente il sole nel suo moto
apparente intorno alla terra. Questo sistema complesso, viene oggi impiegato esclusivamente nelle centrale eliotermoelettriche.
Medie temperature (100 - 300C°) si
possono ottenere facendo ricorso ad un
sistema più semplice che utilizza specchi di cilindrico parabolico che ruotano intorno ad un solo asse.
Tali temperature permettono il funzionamento di motori solari con un soddisfacente rendimento; vengono impiegati per azionare compressori, pompe
per il sollevamento dell’acqua e simili.
Solar energy has
always fed life on
our planet but
only recently an
effort has been
made to supply
tools built by man
with solar energy.
Il calore a bassa temperatura (inferiore a 100C°), comprendono sistemi che
sfruttano pannelli solari per riscaldare
un liquido o l’aria, con lo scopo di utilizzare il calore del sole per produrre
acqua calda o per riscaldare gli edifici.
Questa acqua calda accumulata in appositi serbatoi, potrà essere impiegata
per tutti gli usi sanitari di una casa domestica, per le esigenze alberghiere,
per riscaldare piscine, per i campeggi
e per usi industriali.
Oltre alla radiazione diretta, i collettori piani convertono in calore anche
la radiazione diffusa.
Quest’ultima non è trascurabile raggiungendo anche il 20% di quella diretta in giornate serene (quindi con un
massimo teorico di 200W/mq, ed arrivando a valori anche superiori in una
giornata di cielo coperto.
Un impianto solare (produzione di acqua calda sanitaria) è normalmente
composto da:
- un circuito primario, costituito da una
tubazione d’acqua che assorbe calore
nel collettore solare.
- un circuito secondario, che riceve tale
calore, tramite uno scambiatore posto
nel sistema di accumulo(boiler)
Il collettore solare è normalmente fornito di una copertura trasparente che
lascia filtrare la luce solare, intrappolando la radiazione infrarossa rimessa
dal pannello.
Esempio di una soluzione standard
• Superficie del collettore per persona
da 1,0 a 1,5 m2
• Volume boiler per persona da 75 a
100 l
• Copertura solare acqua calda sanitaria: 50 - 70 %
Collettore
Serbatoio
Acqua calda
Acqua fredda
Esempio di una soluzione per piscine
- Tubi collettori con portata:
80-100 l/m2/h
- Resistenza alla temperatura:
da -45°C a +130°C
- Assorbitore: da 2 a 16 m di lunghezza
d’assorbimento (misurata nella direzione dei tubi alettati)
• Valori indicativi per il dimensionamento della superficie dell’assorbitore/collettore:
Piscina all’aperto senza copertura:
1,0 x superficie dell’acqua m2
Piscina coperta con copertura:
0,5-0,75 x superficie dell’acqua m2
Piscina interna senza copertura:
0,5 x superficie dell’acqua m2
Piscina interna con copertura:
0,3 x superficie dell’acqua m2
Un impianto solare termico consente
di prolungare la stagione balneare senza nuocere all’ambiente. È utilizzabile
con tutte le sostanze chimiche per piscine disponibili sul mercato.
Il solare termico
Ai Sindaci dei Comuni compresi nella Provincia di Foggia
Ai Presidenti delle Comunità Montane comprese nella Provincia di Foggia
Loro Sedi
Oggetto: Programma “Solare Termico” nella Provincia di Foggia
La Renael – Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali – ha stipulato una Convenzione con il Ministero dell’Ambiente che prevede il lancio di iniziative volte a diffondere la tecnologia del Solare Termico su
tutto il territorio nazionale.
L’A.P.E.A.C. – Agenzia per l’Energia e l’Ambiente della Capitanata - aderente alla Rete Nazionale, è stata
incaricata, nell’ambito della convenzione, di esercitare un’attività di promozione e informazione verso gli
Enti Pubblici locali al fine di rendere noto il programma “Solare Termico” del Ministero dell’Ambiente
avente come obiettivo la realizzazione di impianti solari termici per la produzione di calore a bassa temperatura negli edifici delle Amministrazioni Pubbliche e degli Enti Pubblici.
A tale scopo il Ministero dell’Ambiente, insieme al lancio di una serie di iniziative di comunicazione sul
solare termico, ha varato un bando (Bando solare per Enti Pubblici e Aziende gas da DD 2000 n. 100 e DD
2001 n. 545 ) a favore degli Enti Pubblici, nel quale si prevede l’erogazione di un contributo in conto
capitale, per un massimo del 30 %, per la realizzazione di impianti solari termici su edifici in capo alle
Amministrazioni Pubbliche e Enti Pubblici sia nel caso di proprietà che di possesso o gestione.
L’impegno del Ministero dell’Ambiente è consistente (pari a 6 milioni di euro).
L’Agenzia per l’Energia e l’Ambiente della Capitanata comunica di essere a disposizione di tutte le Amministrazioni Pubbliche e Enti Pubblici della provincia per dare tutte le informazioni sulla riapertura del bando
Ministeriale “Solare Termico” e per la redazione delle domande di finanziamento.
A scuola con… energia
L’attività formativa affidata all’Agenzia
troverà la sua attuazione in un progetto che sarà proposto al mondo della
scuola e che si intitolerà “A scuola
con…energia”.
Il progetto si propone di incentivare
negli alunni la consapevolezza della
necessità di ridurre i consumi di energia da combustibile fossile e di promuovere la cultura del risparmio energetico
come strategia di difesa dell’ambiente
e della salute.
Esso mira, inoltre, a creare i presupposti culturali relativamente alla possibilità di produrre energia attraverso sistemi alternativi e più ecocompatibili:
energia solare, energia eolica, energia
da biomasse, …
Obiettivi di tale progetto saranno quelli
di accrescere la consapevolezza sulle
metodologie del risparmio energetico;
di promuovere lo studio delle diverse
fonti di energia, del loro utilizzo e delle
conseguenze sull’ambiente; rafforzare
la conoscenza delle fonti di energia
rinnovabili e del loro utilizzo concreto,
con particolare riferimento all’energia
solare; avvicinare il mondo della scuola alle problematiche energetiche ed
ambientali attraverso una partecipazione concreta e finalizzata.
L’iter progettuale si realizzerà attraverso
attività informative che prevedano il
supporto di uno o più esperti per un ap-
profondimento informativo e culturale
sulle tematiche del risparmio energetico
e della produzione di energia da fonti
rinnovabili; attività operative attraverso campagne di coinvolgimento delle
famiglie che prevedano l’individuazione
di comportamenti virtuosi e la gratificazione degli stessi attraverso adeguati
meccanismi premiali; attività di
monitoraggio e verifica con inchieste,
sondaggi, rilevamento e confronto di
dati; visite guidate presso la sede di
Candela e la sede ENEA di Manfredonia
(con visione delle mostre, proiezioni di
video a tema,…).
Per l’attività in-formativa ci si avvarrà di
strumenti operativi quali supporti informatici (floppy disk, cd rom interattivi,
…); materiale cartaceo divulgativo
(volantini, opuscoli, riviste specializzate,…); manifesti e poster; gadgets.
L’attività prenderà inizio con un momento di coinvolgimento del corpo
docente attraverso seminari e workshop
che consentano di avvicinare alle
tematiche del risparmio energetico coloro i quali riterranno di inserire, all’interno della propria programmazione
annuale, tali tematiche.
L’Agenzia provvederà ad informare le
scuole della provincia per una ricognizione iniziale che consenta di selezionare le realtà scolastiche interessate al
percorso proposto.
Il progetto si propone di incentivare negli
alunni la consapevolezza della necessità di
ridurre i consumi di energia da combustibile fossile e di promuovere la cultura del
risparmio energetico come strategia di
difesa dell’ambiente e della salute.
The Agency training activity is carried out
with a project suggested to the school world
and called “At school with….energy”. The
project aims to increase, in the students, the
awareness of fuel poverty and the need to
reduce the use of energy produced by fossil
fuel and promote the energy saver culture as
strategy for environment and health defence.
The activity starts with the teachers
involvement in talks and workshops which
want to help them familiarize with energy
saver subjects. Those interested in energy
saver can introduce this subject in their
yearly syllabus.
7
Energia da biomasse
Ing. Sergio Ciampolillo
SITUAZIONE ATTUALE.
La biomassa, come è noto, costituisce una delle principali fonti di energia
disponibili sul nostro pianeta. Da stime
effettuate risulta, infatti, che essa rappresenta il 15% dell’offerta energetica
mondiale totale, con 1.230 Mtep/anno,
i Paesi che maggiormente la utilizzano
sono quelli in via di sviluppo, ove copre
circa il 38% delle risorse energetiche
utilizzate con 1.074 Mtep/anno. In particolare, in alcuni di questi Stati, essa
fornisce la quasi totalità dell’energia utilizzata: in Nepal il 98%, in Etiopia il 95%,
in Somalia l’84%. Nei Paesi Industrializzati, invece, le biomasse contribuiscono
appena per il 3% agli usi energetici primari, con 156 Mtep/anno. Gli USA ricavano il 3,2% della propria energia dalle
biomasse; l’Europa, complessivamente,
il 3,5%, con punte del 18% in Finlandia
e del 17% in Svezia. L’Italia, con il 2%
del proprio fabbisogno coperto dalle
biomasse, è al di sotto della media europea, quindi si trova in una condizione
di scarso sviluppo, nonostante l’elevato
potenziale di cui dispone. Al contrario
sono all’avanguardia nello sfruttamento delle biomasse a fini energetici, sono
i Paesi del Centro-Nord, che hanno investito molto, anche con politiche economiche di incentivazione e defiscalizzazione, sulle biomasse.
Fig 1 – percentuali, sul totale, di energia
prodotta con le diverse fonti rinnovabili.
LA BIOMASSA
Con il termine biomassa si intendono tutte le sostanze di matrice organica non fossile, quindi una grande
quantità di materiali di natura estremamente eterogenea, ossia i sottoprodotti
agricoli e forestali, i residui agro-industriali, i residui della depurazione delle
acque, particolari colture arboricole e
di canna da zucchero.
Esse possono essere considerate risor-
8
se rinnovabili purché, nel caso delle
colture, vengano impiegate ad un ritmo inferiore alla capacità di rinnovamento biologico, consentendone una
naturale ricrescita. Tali colture, da sottoporre poi a processi di conversione
energetica, possono rappresentare,
inoltre, una valida alternativa alla agricoltura tradizionale, il tutto in accordo
con gli indirizzi del “set-aside scheme”
della Politica Agricola Comunitaria,
mirata alla riduzione delle eccedenze
alimentari attraverso la produzione di
prodotti “no-food” per l’industria.
Quelle provenienti dagli scarti industriali o dagli scarti della depurazione delle
acque, invece, possono essere inquadrate in una politica di risparmio energetico e di riduzione dei rifiuti.
La biomassa è la forma più complessa di accumulo di energia solare, la
quale consente alle piante, mediante il
processo della fotosintesi, di convertire la CO2 presente nell’aria in nuova
materia cellulare. Pertanto, al momento dell’utilizzo della biomassa a fini
energetici, la quantità di anidride carbonica rilasciata è quasi pari a quella
assorbita dalla biomassa durante la crescita. Non vi è, quindi, alcun contributo all’aumento della concentrazione di
CO2 in atmosfera.
Mais
Plastiche (sacchi per
la spesa), materiali
per imballaggio
Colza e
girasole
Carburanti e
combustibili
(biodiesel)
Cereali,
patate,
barbabietol
e
Carburanti e
combustibili
(bioetanolo)
Canapa e
lino
Fibre tessili e
cellulosa
TECNOLOGIE DI CONVERSIONE
Nel momento in cui la biomassa viene raccolta non possiede alcun valore
energetico, per essere utilizzabile ai fini
energetici deve essere sottoposta ad un
processo di trasformazione mediante
tecnologie di conversione termochimica o di conversione biochimica. I prodotti finali di tali trasformazioni possono essere:
- Vettori energetici direttamente utilizzati: calore per il riscaldamento domestico o per usi industriali.
- Vapore di processo o gas per la produzione di energia elettrica.
- Vettori energetici destinati al commercio, ad esempio biocombustibili.
Una volta determinate le caratteristiche della biomassa, quali la sostanza
secca (s.s.), il contenuto percentuale di
Tipologie di biomasse
Potere
calorifico
(kcal/kg
sost.secca
ramaglie cedue di valore
4.100
ramaglie cedui dolci
4.000
altri cedui: tutta la
produzione
4.000
scarti da fustaie resinose
4.200
scarti da fustaie latifoglie
4.100
residui tagli fustaie varie
4.100
ripulitura cesse linee
elettriche
4.200
cure forestali castagneti
4.000
materiale risulta vigneti
4.300
materiale risulta oliveti
4.200
materiale risulta frutteti
4.300
materiale risulta vivai
4.300
recupero paglia
3.950
biorifiuti-potature
3.950
biorifiuti-erba fresca
575
biorifiuti foglie secche
4.337
scarti lavorazione legno
4.100
DATI DI CONFRONTO
Paglia e
residui
lavorazioni
agricole
Energia elettrica e
termica
Ibisco
Carta velina e carta
carbone
rifiuti solidi urbani
2.500
Carbone
7.400
petrolio greggio
Tab.1 – Principali usi non alimentari
delle biomasse ( fonte:Confagricoltura)
gas naturale
10.000
8.250
Tab.2 – potere calorifico dei diversi tipi
di biomassa confrontati con quello delle
fonti tradizionali.
umidità (U), il rapporto Carbonio/Azoto (C/N) ed il potere calorifico inferiore (PC), si stabilisce a quale processo di
conversione sottoporre la biomassa per
avere la massima resa energetica.
I processi termochimici si basano sull’azione del calore per produrre le reazioni chimiche atte a trasformare la
materia organica in energia; quelli biochimici, invece, si basano sull’azione di
decomposizione della biomassa ad opera di enzimi, funghi ed altri microrganismi.
In particolare soffermiamo l’attenzione su quei processi che o hanno ormai
raggiunto una tecnologia matura tale da
rendere quasi competitiva la produzione di energia da biomassa o per i quali
si può prevedere un sicuro sviluppo.
Processi
termochimici
Processi
biochimici
Combustione
Fermentazione
Gassificazione
Esterificazione
Pirolisi
Digestione
anaerobica
Tab.3 – Alcuni processi di
trasformazione delle biomasse
GASSIFICAZIONE
La gassificazione è un processo di
conversione termochimica irreversibile,
in cui una matrice carboniosa è ossidata parzialmente ad alta temperatura
(T=1000°C ). Il prodotto finale è un gas
di sintesi, detto syngas o gas di gasogeno, di basso potere calorifico, compreso tra i 4.000 kJ/Nm3, nel caso più
diffuso dei gassificatori ad aria ed i
14.000 kJ/Nm3, nel caso dei gassificatori ad ossigeno.
La forma più semplice ed utilizzata
di gassificazione è quella che utilizza
aria; il processo avviene attraverso fasi
successive:
- essiccamento, in questa fase si elimina l’acqua contenuta nelle biomasse;
- pirolisi, si scalda un combustibile
solido a 300-500 °C in assenza di aria;
- conversione a gas.
Il settore della produzione di energia
elettrica è quello maggiormente predisposto a beneficiare del contributo derivante dal gas biologico. Una delle tecnologie mature per la produzione di
energia elettrica da biomasse mediante un processo di gassificazione è l’IGCC
(integrated gasification conbined
cycle), ove a valle della gassificazione è
inserito un ciclo di potenza, cioè i gas
depurati vengono inviati alle turbine,
per la generazione di energia elettrica.
Il ciclo combinato è realizzato recuperando i gas esausti in uscita dalla turbina a gas (a temperatura di circa 500°C)
e generando vapore inviato ad una turbina a vapore, per produrre altra energia elettrica. Un’altra possibile applicazione del gas è quella di essere bruciato, dopo essere stato purificato, in un
motore Diesel per produrre energia.
I motori sono utilizzati fino a taglie
di massimo 10 MWe le turbine sopra i
20 MWe.
I problemi connessi a questa tecnologia, ancora in fase di sperimentazione, si incontrano a valle del processo
di gassificazione e sono legati principalmente al basso potere calorifico ed
alle impurità presenti nel gas.
FERMENTAZIONE
La fermentazione è un processo biochimico in cui lo zucchero è trasformato in etanolo e biossido di carbonio
grazie all’azione di lieviti ed altri enzimi. Se la biomassa contiene zucchero
naturale, la fermentazione procede direttamente, ma se contiene amido o
cellulosa il processo è più complesso e
lento poiché vi è la necessità di convertire tali sostanze in zucchero tramite
una fase di idrolisi.
Il principale prodotto di questo processo di conversione è il bioetanolo, ma
esistono anche sottoprodotti come
l’anidride carbonica e anche un composto solido, slops, povero di zucchero ed amido, ma ricco di fibre e proteine, che potrebbe essere utilizzato
come integratore alimentare per il bestiame. L’etanolo può essere utilizzato
in forma pura o trasformato in ETBE
(etil-terz-butiletere), che mostra il miglior compromesso fra prezzo, disponibilità e prestazioni. Tale prodotto può
essere utilizzato per sostituire il carbu-
rante tradizionale per autotrazione. È
stato provato che l’ETBE ha sull’effetto
serra un impatto del 10% inferiore rispetto a quello delle benzine.
I maggiori problemi di questa tecnologia sono legati alla efficienza di conversione dei materiali ligno-cellulosici
in etanolo, questo perché la fermentazione è facilitata se si utilizzano cereali
e piante contenenti zucchero, però tali
biomasse hanno prezzi alti poiché è elevata la loro richiesta per consumo alimentare, mentre i materiali a pasta cellulosica, come ad esempio carta, trucioli o residui legnosi, disponibili a prezzi molto bassi, presentano una elevata
difficoltà di conversione a zuccheri fermentescibili. In quest’ottica è da inserire l’opera di studio e ricerca effettuata dall’ENEA per ottenere un processo
capace di facilitare lo sfruttamento a fini
energetici delle biomasse, in particolare con la Steam Explosion (SE) si riesce
a separare in tre differenti correnti il
substrato vegetale, rendendo possibile
l’utilizzazione totale delle biomasse.
Infatti utilizzando vapor d’acqua saturo ad alta pressione e temperatura e
sottoponendo la biomassa ad una stress
meccanico si separa il substrato in ingresso in lignina (che può essere impiegata per produrre asfalto, fibre di
carbonio), emicellulosa ( produzione di
dolcificanti, prodotti energetici) e cellulosa (carta, fibre tessili, prodotti energetici).
ESTERIFICAZIONE
Il processo biochimico dell’esterificazione consiste nell’estrarre oli vegetali
da piante oleaginose (girasole, colza,
soia) e nel farli reagire con alcol metilico per ottenere un prodotto indicato
con il nome commerciale di biodiesel.
Esso presenta caratteristiche di funzionamento molto simili a quelle del
gasolio tradizionale, ha però, rispetto
Fig. 2 – Processo di Steam Explosion (fonte:ENEA)
9
a quest’ultimo, un potere calorifico inferiore del 10-15%. Per tali motivi il
biodiesel è utilizzabile in normali motori Diesel, producendo un gas di scarico più pulito di quello prodotto dalla
combustione del gasolio ( 39% in meno
di particolato, 20% in meno di CO, eliminazione quasi completa di SOx).
Particolarmente interessante è poi la
possibilità di inserire le coltivazioni destinate al biodiesel all’interno del ciclo
agricolo alimentare.
È stato stimato che se si dedicasse a
tale scopo il 10% del territorio italiano
si avrebbe una riduzione delle emissioni di CO2 di 54Mt/anno, pari ad oltre il
50% degli obiettivi complessivi del nostro paese.
Con questo tipo di produzione si eviterebbe la coltivazione intensiva con
eccessivo utilizzo di diserbanti e fitofarmaci, e l’utilizzo di sementi modificate geneticamente, in modo da ridurre il carico di inquinanti sul terreno.
Per la produzione del biodiesel si possono utilizzare come materia prima gli
oli usati di frittura, con un risparmio,
economico ed ambientale, legato alla
diminuzione di rifiuti da smaltire.
DIGESTIONE ANAEROBICA
Essa è un processo di conversione
biochimica che avviene in assenza di
ossigeno, consistente nella decomposizione, ad opera di microrganismi, di
materiale organico contenuto nei vegetali o nei sottoprodotti di origine
animale, che genera un gas costituito
per il 50-70% da metano e per la restante parte da anidride carbonica.
Questo biogas prodotto in processi
controllati in opportuni reattori, o dalla
messa a dimora dei rifiuti in discarica,
viene raccolto, essiccato, compresso
ed immagazzinato e può essere utilizzato per generare sia energia elettrica
che termica. Gli impianti a digestione
anaerobica possono essere alimentati
mediante residui ad alto contenuto di
umidità, quali le deiezioni animali, i
reflui civili, i rifiuti alimentari e la frazione organica dei rifiuti solidi urbani,
sono quindi impianti che offrono vantaggi anche in termini di gestione e
smaltimento dei rifiuti. È preferibile
realizzare la digestione anaerobica in
reattori chiusi, ove il processo è maggiormente controllabile ed il biogas
prodotto è totalmente utilizzabile.
ESEMPI DI REALIZZAZIONI
Esistono alcuni impianti, realizzati in
Europa grazie a politiche di incentiva-
10
zione e valorizzazione delle energie locali e rinnovabili della Commissione Europea, oggetto di studio, che utilizzano le biomasse per la produzione di
energia:
- produzione di elettricità con noccioli di olive
L’impianto è stato realizzato in Andalusia (Spagna) e riguarda una centrale
elettrica che utilizza i noccioli di olive ed
i residui vegetali liquidi della produzione dell’olio per generare energia. La centrale ha una capacità teorica di 11.5 MW
e funziona dal 1995. il sistema è progettato per funzionare almeno 8000 ore
all’anno, la produzione di energia è di
92 GWh/anno. L’investimento iniziale,
in parte sovvenzionato con fondi europei, ha generato un contributo positivo
sullo sviluppo durevole della regione,
infatti si è calcolato che 1 euro di investimento genera 10 euro di ricchezza
regionale, questo grazie anche ai posti
di lavoro generati.
L’impatto del progetto sull’ambiente è nettamente positivo, infatti vi è un
elevato abbattimento dell’emissioni, 1
euro investito ha evitato l’emissione in
atmosfera di 82 kg di CO2.
- Produzione di carburante a partire
dal riciclaggio dei fanghi di depurazione.
Nel 1990, l’agglomerato Urbano di
Lille (Francia), nell’ambito della propria
politica di controllo dell’energia, ha
messo in atto un nuovo progetto di
valorizzazione dei fanghi provenienti da
stazioni di depurazione. Il programma
prevedeva la costruzione di un’unità di
lavaggio dei gas ottenuti dalla fermentazione dei fanghi ed il loro utilizzo
come carburante su autobus modificati a questo scopo. Lo stabilimento di
trattamento delle acque tratta i fanghi
provenienti dal trattamento dell’acqua
mediante metanizzazione. Il biogas
prodotto è valorizzato per lo più in cogenerazione, cioè viene trasformato in
elettricità per i fabbisogni della stazione di depurazione ed in calore per il
riscaldamento dei digestori. L’eccedente viene trasformato in carburante tramite l’unità di trattamento del gas, essa
è completata da uno stoccaggio di gas
ad alta pressione e da un distributore,
ove gli autobus funzionanti con il gas
si approvvigionano direttamente. La
trasformazione degli autobus ha richiesto una modifica della carburazione e
l’istallazione di serbatoi sul tetto del
veicolo. Le successive misurazioni al
banco di prova evidenziano prestazioni paragonabili a quelle degli autobus
Diesel tradizionali.
L’investimento iniziale genera un valore aggiunto regionale oltre ad evitare
l’importazione e l’utilizzo del gasolio, 1
euro investito genera 0.5 euro di ricchezza regionale, dal punto di vista ambientale si riscontra una riduzione delle emissioni, in particolare 1 euro investito evita l’emissione di 0.6 kg di CO2.
Fig. 4 – impianto di produzione di gas mediante
riciclaggio dei fanghi di depurazione.
Fig.3 – centrale per la produzione di energia
elettrica da residui agricoli.
POWYS ENERGY
AGENCY’S ACTIVITIES
Established in June 2000, PEA is now
in its 3rd year of operations. It is a
registered Charity and a Limited
Company supported financially by
SAVE II, Powys County Council
(PCC), the Welsh Development
Agency (WDA), the Forestry
Commission (FC) and the
Countryside Commission for Wales
(CCW).
PEA’s Work Programme is presently
being achieved via a five pronged
approach:
1. Central Operations:
administrative,
marketing,
executive and managerial activities;
2. Networks: active participation in
international, national, regional and
local networks relevant to the
development of sustainable energy
in Mid Wales;
3. Community Development:
working directly with communities,
community
groups
and
representative organisations in the
public and voluntary sectors to
develop sustainable approaches to
energy use in Mid Wales;
4. EC Programme Projects: Altener
Project work in the fields of RES for
Heat in Rural Areas and promoting
small scale wood energy;
5. Reactive and proactive advice
and strategic development: this
area of work encompasses
everything from answering daily
telephone and email enquiries from
the public and organisations to
completing energy audits and
assisting with the development of
energy strategies.
Our most exciting projects are
two which have been supported by
the EC’s Altener Programme and a
third which is partly financed
through the EC’s Structural Funds
under Objective 2:
TAPARES project (Altener 01/
028)
PROWE – Promotion of Wood
Energy
COREnergy – Community
Renewable Energy
Developments
The PEA Agency is involved in a
wide range of smaller projects and
initiatives helping to minimise CO2
emissions from the Powys region in
Mid Wales. We also engage in a
number of relevant reports,
seminars and public presentations,
study tours and events.
The Agency also collaborates with
its partner in Foggia (Foggia Energy
and Environment Agency) and
visited its counterparts in December
2001 to establish personal contact
and explore the energy issues of the
region. During that visit, the Welsh
Agency pin-pointed solar water
heating development as an area
with significant potential for a joint
venture between the Powys and
Foggia Agencies.
L’Agenzia per l’Energia di
Powys si è costituita a giugno
del 2000, è consorziata con
l’Agenzia Provinciale per
l’Energia e l’Ambiente della
Capitanata ed entrambe
sono, parzialmente, finanziate dal progetto europeo
SAVE II.
Lavora fondamentalmente in
cinque direzioni: come centrale operativa per l’energia
sostenibile; partecipando attivamente alla rete, da quella
internazionale a quella locale,
che opera nel settore dell’energia sostenibile per potenziarla nel centro del Galles; lavorando con le comunità, le organizzazioni ecc. per
avvicinarli all’uso di energia
sostenibile nel centro del
Galles; partecipando a progetti europei come
l’ALTENER; aiutando, quanti
lo desiderano, a sviluppare
strategie per l’energia.
Al momento l’Agenzia di
Powys sta lavorando ad alcuni progetti di rilevante interesse TAPARES, PROWE,
COREnergy, di cui vi parleremo nei prossimi numeri del
nostro giornale.
Scopo principale dell’Agenzia
gallese è ridurre le emissioni
di CO2 nella Contea di
Powys, nel centro del Galles.
11
Una importante iniziativa della Provincia di Foggia - Assessorato all’Ambiente
Sette Giorni al verde Un patto per il futuro
Potrebbe prestarsi a molteplici interpretazioni il titolo della manifestazione
“Sette giorni al verde”, organizzata dalla Provincia di Foggia, in programma
dal 30 settembre al 5 ottobre a Palazzo
Dogana. Un modo per chiederci se siamo rimasti al verde di risorse, o se possiamo ancora vivere nel verde di un
mondo ricco di biodiversità.
In realtà il risultato che vorremmo rag-
giungere, dedicando un’intera settimana ai temi ambientali, è di suscitare dibattiti, riflessioni, impegno su temi che
interessano tutti noi, custodi di un
habitat da rispettare, promuovere, tutelare.
Sette giorni di massima attenzione per
le nostre grandi risorse naturali, il vero
patrimonio per le generazioni future,
in linea con lo sviluppo sostenibile, al
centro del Vertice Mondiale di
Johannesburg.
Sette giorni per interrogarci sullo sfruttamento eccessivo ed irrazionale delle
risorse che si assottigliano sempre più.
Questa è la prima edizione di un appuntamento che si rinnoverà ogni anno
per offrire un’occasione di confronto fra
le diverse politiche ambientali ed i programmi di azione locale nel settore ambientale.
Parlare di formazione e comunicazione, di ambiente e legalità, di identità
del territorio, di stili di vita corretti e di
città vivibili significa impostare sul nostro territorio un forte progetto di
“Glocalizzazione”, neologismo che
ben sintetizza i bisogni del nostro tempo: pensare in modo globale per cogliere esigenze e sfumature di un mondo in rapido cambiamento; agire in
ambito locale, per dare risposte concrete di sviluppo ai singoli territori senza violarne l’identità.
Sette giorni non bastano per dirsi tutto. Dobbiamo intensificare i rapporti di
scambio per condividere progetti, attività, proposte. Questo è il nostro impegno.
Alla prossima edizione.
L’Assessore all’Ambiente e al Territorio
della Provincia di Foggia
Dr. Ciro Mundi
Il Presidente della Provincia di Foggia
Prof. Dr. Antonio Pellegrino
Le attuali società mostrano
segni evidenti di sofferenza,
sociale ed ambientale, perché
non rispondono più alle logiche dell’uomo e ai suoi bisogni individuali e collettivi.
Il disordine è causato dal profitto, alla base di ogni decisione pubblica calata dall’alto. Questi modelli hanno conquistato ed attratto le volontà delle popolazioni, tanto da
essere accettati come gli unici
possibili. In realtà, i processi
imposti dalle società industriali stanno portando
all’autodistruzione del Pianeta. L’import e l’export regolano guadagni veloci e facili,
che ammettono lo sfruttamento dei Paesi più arretrati.
Edward Goldsmith
Il prof. E. Goldsmith, insignito nel 1991 del Premio Nobel Alternativo per i suoi contributi
nell‘ecologia, riceve il Premio “Daunia crocevia di civiltà”, dal Presidente della Provincia di
Foggia Prof. Antonio Pellegrino.
12
12
Pianificazione energetica
regionale:
aspetti generali e sviluppi
nella Regione Puglia
Prof. Ing. Michele Trovato - Ordinario di Sistemi Elettrici per l’Energia presso il Politecnico di Bari
Gli indirizzi
strategici di politica energetica
elaborati a livello
nazionale trovano
una efficace applicazione se includono opportune
forme di decentramento delle azioni
di pianificazione
energetica a livello regionale. D’altra parte, le differenze tra
le Regioni (per dimensione, posizione geografica, clima, popolazione, amministrazione, storia, tradizioni, cultura e comportamenti) non possono che condurre ad approcci diversi sia per quanto riguarda la
definizione delle misure da intraprendere
sia per le modalità di attuazione delle stesse.
Seguendo questo criterio, negli ultimi
dieci anni, diversi interventi legislativi hanno contribuito a dare rilievo e spazio alle
Regioni, relativamente alle competenze in
materia di risparmio energetico e gestione dell’energia.
Dopo l’avvio, nel 1989, di varie azioni
comunitarie a sostegno della programmazione energetica regionale, le Leggi n. 9 e
10 del 1991 hanno ampliato le competenze delle Regioni e degli Enti Locali, in campo energetico, facendoli divenire il riferimento principale delle attività per l’attuazione dell’intero ciclo del processo decisionale-realizzativo in materia di interventi per l’uso razionale dell’energia.
In particolare, alle Regioni si attribuiva il
compito, attraverso opportuni piani regionali, di individuare i bacini che in relazione alle caratteristiche, alle dimensioni, alle
esigenze di utenza, alle disponibilità di fonti
rinnovabili di energia, al risparmio energetico realizzabile e alla preesistenza di altri vettori energetici, potessero costituire
le aree più idonee ai fini della fattibilità di
interventi di uso razionale dell’energia e
di utilizzo di fonti rinnovabili di energia
(L.10/91, art.5 Piani regionali, comma 1).
Ai Comuni con più di 50.000 abitanti
(L.10/91, art.5 comma 5)si affidava l’incarico di prevedere, nella redazione del piano regolatore generale uno specifico piano a livello comunale relativo all’uso delle
fonti rinnovabili di energia (art.5 comma
5).
Un ulteriore passo in avanti è stato compiuto con il Decreto legislativo 31 marzo
1998 n. 112 ‘Conferimento di funzioni e
compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo
I della Legge 15 marzo 1997 n. 59’ (Suppl.
ordinario n. 77/L alla G.U. n. 92, del 21
aprile 1998)
Gli artt. 30 e 31 del citato Dlgs. riguardano, rispettivamente, il conferimento alle
Regioni ed agli Enti Locali di funzioni in materia di ricerca, produzione, trasporto e distribuzione di energia.
Sono delegate alle Regioni le funzioni
amministrative in tema di energia, ivi comprese quelle relative alle fonti rinnovabili,
all’elettricità, all’energia nucleare, al petrolio ed al gas, che non siano riservate allo
Stato ai sensi dell’art. 29 o che non siano
attribuite agli Enti Locali ai sensi dell’art.
31. Inoltre, per fare fronte alle esigenze di
spesa relative alle attività citate e per le finalità della Legge 10/91, le Regioni devono destinare, con le loro leggi di bilancio,
almeno una quota pari all’1% delle disponibilità conseguite annualmente ai sensi
dell’art. 3, comma 12, della Legge 28 dicembre 1995 n. 549.
Infine, le Regioni devono svolgere le funzioni di coordinamento dei compiti attribuiti
agli Enti Locali per l’attuazione del Decreto
del Presidente della Repubblica 26 agosto
1993 n. 412 (controllo degli impianti termici), nonché compiti di assistenza agli
stessi per le attività d’informazione al pubblico e di formazione degli operatori pubblici e privati nel campo della progettazione, installazione, esercizio e controllo degli impianti termici.
Sono attribuite agli Enti Locali, in conformità a quanto disposto dalle norme sul
principio di adeguatezza, le funzioni amministrative in materia di controllo sul risparmio energetico e l’uso razionale dell’energia e le altre funzioni che siano previste dalla legislazione regionale. In particolare, sono attribuite alle Province, nell’ambito delle linee di indirizzo e di coordinamento previste dai piani energetici
regionali, le seguenti funzioni: la redazione e l’adozione dei programmi di intervento per la promozione delle fonti rinnovabili e
del risparmio energetico, l’autorizzazione
alla installazione ed all’esercizio degli im-
pianti di produzione di energia; il controllo
sul rendimento energetico degli impianti termici (per i Comuni con popolazione inferiore a 40.000 abitanti).
Sebbene la pianificazione energetica, a
livello regionale e comunale, sia nata formalmente in Italia con la legge n. 10/91
e, successivamente, si sia intensificata con
il Dlgs. 112/98, quello che, all’inizio, costituiva, per queste Amministrazioni, più
un obbligo di legge da osservare (per la
verità senza chiare indicazioni sulle procedure da seguire) si è trasformato in un
potente mezzo per dotarsi di un quadro
di riferimento programmatico organico sul
territorio, in grado di delineare le azioni
da intraprendere ed i loro effetti sul tessuto economico e sociale.
La presa di coscienza dell’importanza di
una pianificazione energetica è stata indubbiamente accelerata, nell’ultimo decennio, da diversi fattori la cui interazione
con le problematiche specifiche del settore dell’energia è diventata oggi imprescindibile. Tra questi fattori: la compatibilità
ambientale e la ricerca dell’efficienza economica attraverso la promozione dei mercati energetici (elettricità e gas).
Il primo aspetto è certamente oggi l’elemento di maggiore interesse per la collettività e su di esso viene spesso posta maggiore enfasi sia nella definizione delle politiche comunitarie e sopranazionali sia nella
scelta degli indirizzi da perseguire a livello
regionale e locale.
Il fattore ambientale ha determinato, in
sostanza, un mutamento radicale degli scenari energetici dal 1991 ad oggi: garantire per il territorio un adeguato e duraturo
approvvigionamento delle fonti di energia
assume sempre più anche una valenza am-
13
bientale.
Di conseguenza, nei piani energetici elaborati negli ultimi anni, al bilancio energetico si associa il bilancio ambientale e,
in fase di previsione, gli obiettivi della produzione di energia e di razionalizzazione
dei consumi energetici sono finalizzati alla
riduzione delle emissioni di gas climalteranti, come previsto dal Protocollo di Kyoto. In molti casi, i vincoli ambientali sono
utilizzati, insieme ai classici criteri puramente economici, come strumento di selezione degli interventi nel settore energetico.
Ulteriore stimolo, per le Regioni, a dotarsi di una pianificazione energetica, sono
stati i provvedimenti emanati negli ultimi
anni, a livello comunitario e, successivamente, dei singoli stati membri dell’UE,
sulla liberalizzazione, o per meglio dire,
sulla creazione dei mercati dell’elettricità
e del gas.
Nel settore elettrico, ad esempio, il Decreto Legislativo del 16 marzo1999 n.79,
in attuazione della Direttiva europea 92/
96CE, ha totalmente modificato l’assetto,
gli scopi e le modalità di gestione di quella che, da 37 anni a questa parte, era
un’unica azienda, verticalmente integrata,
che soprintendeva alle attività di produzione, trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica. L’impianto generale
della riforma del settore elettrico è stato
informato a principi di garanzia per tutti
gli utenti e di attenzione alle necessità locali, riservando, in particolare, alle Regioni, le necessarie modulazioni e adattamenti
alle realtà locali dei principi generali sanciti.
In questo clima di grandi trasformazioni, quasi tutte le Regioni italiane hanno
provveduto alla redazione del loro piano
energetico. I primi esempi sono venuti
dalle Regioni Toscana, Emilia Romagna e
Lazio. Nello stesso tempo, numerose grandi città ed anche centri minori si sono dotati del piano energetico comunale.
È però doveroso esprimere, a questo proposito, alcune considerazioni di fondo. Non
sempre l’idea portante di una pianificazione energetica intesa come un momento di
sintesi, di verifica e di coordinamento di una
serie di azioni per un uso razionale dell’energia con impatto ambientale minimo e con
ricorso, ove possibile, allo sfruttamento delle
fonti rinnovabili, è stata di guida per i pianificatori e per i Governi regionali chiamati
ad approvare le proposte elaborate.
Certamente questo è dovuto anche all’assenza di disposizioni legislative chiare e,
almeno in questo caso, omogenee sugli
obiettivi e sui i criteri con i quali devono
essere formulati i piani, sulle procedure da
seguire, sulle tematiche da affrontare e sugli strumenti da usare per la pratica realizzazione delle proposte.
Altro aspetto non positivo è l’assenza,
spesso totale, di coordinamento tra le azioni a livello regionale e le iniziative intra-
14
prese dai singoli Comuni. È difficile, in
quest’ambito, individuare responsabilità
precise. È però un dato di fatto che, in alcuni casi, l’iter per l’approvazione del piano regionale si rivela inspiegabilmente lungo, a tal punto da dover giustificare, nel
frattempo, ulteriori aggiornamenti, mentre, dall’altro lato, sono i Comuni ad essere chiamati ad esprimersi su iniziative concrete nel loro territorio.
Non è ancora ben chiaro che l’approvazione di un piano energetico, o di uno studio per l’elaborazione di un piano energetico, non costituisce il punto d’arrivo di una
politica energetica o energetico-ambientale ma è, al contrario, soltanto la base di partenza per l’effettiva messa in pratica delle
proposte contenute nel piano (o nello studio) e quindi per la diretta emanazione a
livello locale delle relative istruzioni per l’uso.
Inoltre, poiché queste ultime necessitano di una fase di approfondimento da parte degli Enti Locali, è importante favorire
la creazione di strutture territoriali con funzioni di coordinamento delle attività dei
Comuni e delle Province. In tal senso, le
Agenzie Energetiche locali possono costituire un efficace supporto nella messa in
pratica delle strategie elaborate a livello regionale. Peraltro, il loro ruolo di tecnostrutture per la pianificazione energetica del
territorio è stato sancito dalla stessa Commissione Europea nell’ambito del programma SAVE.
Alcuni degli aspetti evidenziati in precedenza si ritrovano nell’iter, non certamente concluso, della pianificazione energetica in Puglia.
Con provvedimento della G.R. n. 6044
del 28.12.95, esecutivo dall’11.3.96, la Regione Puglia, ha affidato al Politecnico di
Bari lo Studio per la elaborazione del Piano Energetico Regionale, finanziato nell’ambito delle attività previste dal Programma Operativo Plurifondo 1994-99 (Sottoprogramma 2 Infrastrutture di supporto alle
attività economiche; Misura 7.2 Energia;
Sottomisura 7.2.1 Studio per la elaborazione del Piano Energetico Regionale).
Il programma operativo dello studio, ap-
provato dalla Regione e sviluppato dal Politecnico di Bari, in collaborazione con l’ENEA,
si riassume nei seguenti punti:
1. Bilancio energetico regionale al 1994
e sua evoluzione al 2005 sulla base di
scenari
2. Bacini energetici territoriali e obiettivi
regionali di risparmio energetico e di
nuova produzione di energia da fonti
rinnovabili
3. Obiettivi regionali di risparmio energetico e di nuova produzione di energia da fonti rinnovabili o assimilate
3.1 Valutazione delle potenzialità energetiche annue delle risorse energetiche locali (Biomasse, rifiuti solidi
urbani ecc.)
3.2 Valutazione delle potenzialità energetiche annue da fonti rinnovabili
(Eolico, solare)
3.3 Analisi dello stato di applicazione della legge n. 10 del 9.1.91 e del DPR
n. 412 del 26.8.9.
3.4 Valutazione delle possibilità di razionalizzazione energetica nell’ambito degli edifici pubblici. Ipotesi di
intervento.
3.5 Situazione attuale e programmi di
sviluppo esistenti della produzione di
energia elettrica in Puglia sia da fonte rinnovabile che da fonte fossile.
4. Obiettivi di riduzione delle emissioni in
atmosfera di CO2 ed altri gas ad effetto serra:
4.1 Stato dell’arte.
4.2 Individuazione delle aree e delle fonti
regionali con indicazioni cartografiche.
4.3 Inquinamento atmosferico. Definizione delle strategie di riduzione delle emissioni e delle ipotesi di interventi di promozione e legislativi di
tipo regionale
5. Interventi e relative localizzazioni per
la valorizzazione del potenziale regionale di risparmio energetico e nuova
produzione di energia da fonte rinnovabile
Sono stati proposti interventi progettuali, finalizzati allo sfruttamento delle risorse
energetiche del territorio, identificando la
localizzazione e la tipologia specifica dei
progetti, in particolare nei seguenti settori
5.1 Energia idroelettrica
5.2 Energia geotermica
5.3 Energia da residui agricoli
5.4 Energia da residui zootecnici
5.5 Energia dai rifiuti solidi urbani
5.6 Energia dal biogas
5.7 Teleriscaldamento e cogenerazione
5.8 Energia dagli scarti delle lavorazioni
industriali
6. Programmi di sensibilizzazione energetica e risorse finanziarie da destinare
alla realizzazione degli interventi
7. Relazione finale per la Pianificazione
energetica regionale.
Si sintetizza, in maniera omogenea,
tutto il lavoro svolto negli studi di settore.
8. Scenari energetici,proposte di intervento e strumenti attuativi.
Si riassumono i dati del sistema energetico regionale, con la previsione della domanda al 2005; si definiscono gli interventi
di razionalizzazione dei consumi energetici, di produzione di energia da fonti non
rinnovabili, di produzione di energia da
fonti rinnovabili e da risorse energetiche
locali, per un investimento totale di circa
1.100.000.000 _; si evidenziano i benefici
ambientali, in termini di riduzione delle
emissioni di CO2, prodotti dalla realizzazione degli interventi, nell’ipotesi di bassa
o alta crescita dei consumi energetici; si
fornisce infine un Piano d’azione regionale per l’acquisizione di un primo parco-progetti in materia di uso razionale dell’energia, risparmio energetico, valorizzazione
delle fonti di energia rinnovabili e delle risorse energetiche locali, limitazione delle
emissioni di gas serra.
Lo Studio, presentato alla Regione Puglia
nel marzo del 2000, consegnato, nella sua
versione finale, nel mese di luglio dello stesso anno, discusso nei suoi aspetti più tecnici con i responsabili della Regione nel novembre del 2001, risulta non aver ricevuto,
ancora oggi, l’approvazione ufficiale definitiva, pur essendo la relativa delibera all’OdG della Giunta Regionale da gennaio
del 2002.
Peraltro, l’approvazione di uno Studio,
per quanto approfondito sia, non equivale certo alla definizione di un Piano, ma
costituisce soltanto lo strumento, seppure
necessario, per la successiva elaborazione
di una organica politica energetica.
Risulta che la Regione si stia preoccupando, in questi giorni, di avviare la procedura
per un necessario aggiornamento dei dati
energetici, fermi, nello Studio, al 1998-99,
nell’intenzione dichiarata di provvedere alla
redazione di un Piano Regionale entro febbraio del 2003.
È appena il caso di evidenziare che, forse, del tempo è stato perduto; sicuramente per motivazioni plausibili ma in periodo
nel quale notevoli avvenimenti hanno interessato il panorama energetico nazionale e, nello specifico, quello della regione
Puglia. Basti pensare alle iniziative che, nel
frattempo, sono sorte, in tutto il territorio
regionale, per la costruzione di nuovi impianti di produzione di energia elettrica e,
tra queste, a quelle riguardanti le centrali
con rilevante potenza installata (400-800
MW). Un quadro riassuntivo è delineato
nella Tabella 1 per l’Italia meridionale peninsulare. In questa Tabella sono sintetizzate, per tipologia d’impianti, numero e
potenzialità, le richieste di connessione alla
rete di trasmissione pervenute al Gestore
della Rete di Trasmissione Nazionale
(GRTN) al 31 dicembre 2001.
La massima parte degli impianti termoelettrici è costituita da cicli combinati gasvapore, che costituiscono, oggi, la soluzioni tecnologica con maggiore rendimento energetico e a ridotto impatto ambientale, rispetto agli impianti termoelettrici
convenzionali. Per quanto riguarda gli
impianti a fonti rinnovabili, su un totale di
richieste per 6.666 MW, 6.568 MW sono
da fonte eolica (In Puglia vi sono state richieste di connessione di impianti eolici per
1.706 MW, suddivisi tra le province di Bari,
11 impianti per 731 MW, e Foggia, 18
impianti per 975 MW).
Sebbene molti dei progetti avviati siano
destinati, per svariate ragioni, a non avere
sviluppi concreti, è da notare come la Puglia, che già oggi detiene una posizione largamente preminente nel settore della produzione di energia elettrica, rispetto alle
altre regioni, si confermi leader anche per i
nuovi progetti.
Le indicazioni fornite non sono certamente esaustive di tutte le problematiche
che una corretta pianificazione energetica
coinvolge, ma servono ad evidenziare la
necessità, divenuta impellente, che, a tutti i livelli, si intraprendano finalmente azioni
concrete.
A questo proposito, pur considerando il
ritardo del Governo regionale nell’emanazione di un atto ufficiale di politica energetica ma riconoscendo comunque a questo la disponibilità di uno Studio, ampio
ed approfondito, è opportuno che gli Enti
Locali, Province e Comuni, per le rispettive competenze, si adoperino nella predisposizione di idonei programmi d’intervento.
Su questa strada, sono da citare le recenti iniziative intraprese dal Comune di
Bari, che in collaborazione con l’ENEA ha
deliberato la predisposizione del Piano
Energetico Comunale, e della Provincia di
Bari, che ha recentemente bandito una
gara per la redazione del Piano Provinciale
dell’Energia, ponendo, tra l’altro, la condizione che questo si adegui allo Studio per
l’Elaborazione del Piano Energetico Regionale
o all’eventuale Piano Regionale, ove adottato. È auspicabile che iniziative del genere
si estendano rapidamente alle altre province della regione e, almeno, ai relativi
capoluoghi.
Resta soltanto da auspicare che sia tra gli
Enti Locali sia tra questi ed il Governo regionale si sviluppino le sinergie indispensabili per il coordinamento delle attività in un
settore in cui le scelte adottate possono incidere notevolmente sul territorio, sulle condizioni socio-economiche delle popolazioni e, non ultimo, sulla salute dei cittadini.
Tab. 1 - Richieste di connessione alla rete di trasmissione pervenute al GRTN al 31/12/2001 (*)
Regione
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Totale SUD
Impianti termoelettrici
Impianti a fonti rinnovabili
Totale
N.ro
MW
N.ro
MW
N.ro
MW
13
16
9
10
48
6.930
8.750
4.228
7.000
26.908
34
33
45
63
175
1.258
1.766
1.414
2.228
6.666
47
49
54
73
223
8.188
10.516
5.642
9.228
33.574
%
24,4
31,3
16,8
27,5
100,0
(*) GRTN – Programma di sviluppo triennale della rete di trasmissione nazionale (aprile 2002)
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RENAEL La rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali
RENAEL’s task is to reinforce and make the
most of Agencies and Local Authorities’ role
in order to encourage experience exchange
and best practices diffusion thanks to the
involvement of all the players,
administrators and not, who work at
European, National and Local level. RENAEL
promotes, in agreement to each Local
Agency, studies, projects and actions aimed
at the energy saver, at the rational use of
energy and at the use of renewable energy
sources. Each Local Agency, then, organizes
its activities and services, offered by the
network, in the area where it operates.
La Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali (RENAEL) è strumento e
veicolo di sinergie e sussidiarietà per le Agenzie Energetiche Locali, per i Poteri
locali e per l’insieme del sistema energetico del nostro Paese.
Ha il compito di rafforzare e valorizzare il ruolo delle Agenzie e delle Autorità
Locali al fine di favorire lo scambio di esperienze e la diffusione di buone pratiche
attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori, istituzionali e non, che operano a
livello comunitario, nazionale e locale.
Renael promuove, d’intesa con le singole Agenzie Locali, studi, progetti ed azioni
volti al risparmio energetico, all’uso razionale dell’energia e all’utilizzo delle fonti
energetiche rinnovabili. Ciascuna Agenzia Locale, poi, organizza in modo autonomo le attività ed i servizi offerti dalla rete nell’area di riferimento.
La Renael rappresenta le Agenzie associate presso le istituzioni nazionali ed europee e con queste ultime collabora per armonizzare il complesso management
dell’energia.
La sede legale si trova a Roma (Via Parigi, 11), mentre quella operativa è ubicata
a S. Sisto in provincia di Perugia (via Pievaiola).
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For people fond of web,
APEAC has designed its
own website completely
filled with the Agency
activities and the issues
connected to the energy
saver and the new
technology used to save
the environment. APEAC’s
web site is available at the
address www.apeac.it, it is
a versatile and useful tool
to show the Agency’s role
to people who can know it
only or preferably through
internet.
Presidente
Dr. Carlo Casamassima
Cell. 335.7880989
Email: [email protected]
L’APEAC sulla “rete”
Direttore
Per gli amanti del web, l’APEAC ha provveduto a creare un sito internet interamente dedicato alle attività dell’Agenzia e alle problematiche connesse al risparmio
energetico ed alle tecnologie innovative al servizio della sostenibilità ambientale.
Il sito, consultabile all’indirizzo www.apeac.it, ha la funzione di rendere visibile
ed utile il ruolo dell’Agenzia anche per coloro i quali possono rapportarsi ad esso
solo o preferibilmente tramite internet.
La struttura, semplice ed immediata, infatti, consente un rapido accesso alle tematiche trattate all’interno delle varie sezioni: dalla home page, annunciata da una
suggestiva animazione volta a ribadire il concetto di sostenibilità ambientale, è
possibile accedere ai vari argomenti contenuti nel sito. Energie da fonti rinnovabili,
problematica rifiuti, energie tradizionali, buone pratiche, risparmio energetico, sono
solo alcuni di questi, senza trascurare i riferimenti prodotti dalla Rete Nazionale
delle Agenzie Locali (RENAEL), dal Ministero dell’Ambiente e da tutte le realtà,
anche internazionali, accessibili via internet come, ad esempio,nel caso dei partner
europei del progetto APEAC, vale a dire l’Agenzia gallese della contea di Powys.
Sarà possibile accedere, infine, a tutta la documentazione relativa all’Agenzia,
oltre che essere costantemente aggiornati dando un’occhiata alla sezione news
che apparirà già nella home page.
I tecnici del territorio avranno a disposizione un modulo da compilarsi per entrare
nella banca dati dell’Agenzia ed essere costantemente informati sulle iniziative in
corso.
Buona navigazione a tutti gli “ecointernauti”…
Ing. Umberto Affinita
Cell. 335.7880987
Email: [email protected]
Collaboratori
Ing. Sergio Ciampolillo
Ing. Fabio Presti
Resp amministrativo:
Dr. Mario Mancaniello
Consiglio di Amministrazione
Dr. Nicola Biscotti (vicepresidente)
Consiglieri:
Dr. Vito Nicola Cristiano
Dr. Michele Galante
Ing. Donato Lorenzo Tilli
Prof. Donato Troiano
Prof. Michele Trovato
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Il solare termico