I QUADERNI DE LA VOCE (INDIPENDENTE) DELL’ANAC 11 Sponsored by FILIPPI LIDO SRL Via Matteotti, 113 – 57022 Donoratico (LI) 0565 777311 0565 777483 www.filippiboats.it [email protected] MARTINOLI Via Ceriana, 12A 21051 Arcisate (Varese) 0332/47 11 10 0332/18 54 118 www.martinoli.it [email protected] SALANI Via Ponchielli 7 – 50050 Capraia e Limite (Fi) 0571 57062 0571 979225 www.salaniboats.com [email protected] NUOVA DI-BI SNC Via Diaz, 6/8 21023 Besozzo (Varese) Tel: +39 0332 771749 - Fax: +39 0332 970804 In copertina: il francobollo del canottaggio emesso da San Marino nel 1964 parte di una serie dedicata allo sport in occasione delle Olimpiadi di Tokyo 2 EDITORIALE DEL PRESIDENTE NON PERDIAMO PIU’ I TRENI IMPORTANTI, …PLEASE! ’ partito l’ingranaggio federale per il prossimo quadriennio. Deciso l’organigramma, tutte le squadre viaggiano a pieno ritmo verso gli appuntamenti più importanti in maglia azzurra. Questo fa contenti tutti noi appassionati di questo sport, che seguiamo con trepidazione le gesta dei nostri atleti. Quello che io però vorrei dire è che nel canottaggio, anche se una buona fetta è dedicata anche economicamente alle squadre nazionali, questo non deve essere il tutto. Mi spiego. La Federazione Italiana Canottaggio è quell’organismo che raggruppa tutte le società dalla più grande alla più piccola. Tutte quelle che poi a fine quadriennio vanno a votare. La Federazione Italiana Canottaggio raggruppa tutti gli allenatori e tutti gli atleti senza distinzione di età sesso o credo religioso. Buona parte di quelli che a fine quadriennio andranno a votare. Per questo motivo, e qui vorrei essere chiaro, nelle squadre nazionali saranno impegnate 40/50 società con i loro atleti. Delle altre, 150 più o meno, che cosa ne facciamo? Le congeliamo fino alle prossime elezioni, o cerchiamo un loro coinvolgimento? Perché ogni club remiero ha una sua storia, una sua identità culturale e sociale, ma quello che accomuna tutte le società è che rappresentano sul territorio nazionale, la possibilità di diffondere lo sport del remo. Se lasciamo in balia a sé stesse queste vegeteranno fino a rimanere cattedrali (più o meno piccole) nel deserto. E allora cerchiamo di monitorare queste che potrebbero rappresentare un autentico volano per la diffusione del nostro sport, provando a proporre un canottaggio diverso, meno costoso, più facile da gestire: il Canottaggio nelle Scuole. Una specie di universo parallelo fatto di barche, e remi, di studenti che dalle palestre scolastiche E approdano ai carrelli delle nostre yole, delle nostre gig, diventando canottieri. Di gare solo per loro, nelle quali gli insegnanti di concerto con i tecnici (soprattutto quelli più giovani), apprendono e si evolvono, remano e si divertono coinvolti in un nuovo modo di vivere il nostro sport. Il fatto di aver perso il treno delle fasi finali dei GSS è una cosa grave per chi ha creduto da ottobre nel Progetto Remare a Scuola: Istituti, insegnanti, studenti, e non da ultime le società, che a pochi giorni dalla data prevista, dopo aver conquistato sul campo delle fasi regionali il diritto a partecipare, si son visti negare la disputa della fase più importante. Vai a raccontare a loro il prossimo settembre, che nel 2014 sarà diverso. Convincili di inserire ancora una volta il Progetto nel POF. Lo si farà. Certo. Ma cerchiamo di non perdere più i treni importanti, please…. Potrebbero non passare più dalla nostra stazione. E prima di concludere una cosa piccola piccola voglio aggiungere. L’ANAC è una associazione indipendente, che non deve mai, e dico mai, aver paura di esprimere le proprie opinioni, anche se queste talvolta danno fastidio a qualcuno. Perché io, da Presidente, dei fastidi altrui non mi volto nemmeno indietro. Maurizio Ustolin Presidente dell’ANAC 3 DI VARESE IN VARESE, TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO i ritroviamo ancora qui, lago di Varese, uno dei principali scenari del nostro canottaggio. Ci ritroviamo qui giusto una settimana dopo la fine dei Campionati Europei Senior & Pesi Leggeri, che hanno decretato il vero battesimo del fuoco dell’Italia del dottor La Mura appartenente al nuovo corso federale. E ironia della sorte ci ritroviamo proprio laddove il vecchio corso federale chiuse, senza sapere di essere all’ultimo atto ovviamente, la propria esperienza, sempre con la massima rassegna continentale. Impossibile paragonare i risultati delle due manifestazioni. L’Europeo varesino del 2012 giunse al termine di una stagione dispendiosa come solo quella dell’anno olimpico sa essere, con le forze ormai allo stremo e la partecipazione generale che fu quel che fu. L’edizione di quest’anno, ovvero l’anno post-olimpico, porta con sé tutte le difficoltà tipiche di questo tipo di annata – è una voce comune quella che gira nel nostro ambiente che l’anno postolimpico tra ritiri eccellenti, pause di riflessione, ricambi generazionali e sperimentazioni in seno alle varie nazionali, non è mai al livello di competitività dei successivi tre capitoli del quadriennio – e nel caso della nostra Nazionale bisogna aggiungere il cambio di guida tecnica, con tutto ciò che ne consegue. Dunque inutile riempirsi la bocca dei vari “eh ma l’anno scorso”, “eh ma quest’anno”, “si stava meglio quando si stava peggio” eccetera eccetera. Ciò che conta in questo momento è la gioia di chi ha vinto a Siviglia - e i due ori sono pesantissimi, così come altre meda- C glie – la delusione di chi è arrivato dietro e la consapevolezza che sta crescendo un’Italia giovane, rinnovata, che ha bisogno di tempo. Certo, tutti vogliamo che questo tempo passi in fretta, perché l’oro olimpico, a Rio, ci mancherà da 16 anni, ma ora è il momento di lavorare. Con serenità, perché i conti si fanno sempre alla fine, e mai all’inizio. E poi perché questi Europei sono già acqua passata. Siamo qui per i Campionati Italiani Ragazzi & Under 23, e la scena deve essere loro e soltanto loro. Sappiamo che questi ragazzi non ci deluderanno e che ci aspetta un weekend di grandissimo canottaggio. E chi lo sa, magari inconsapevolmente vedremo all’opera qualcuno o qualcuna che in Brasile ci farà sognare. Chi vuole la verità, deve guardare. E allora godiamoci lo spettacolo. Buon divertimento, e in bocca al lupo a tutti. Niccolò Bagnoli Lucerna Rotsee 2010. Un incontro d’eccezione: Stefano Martinoli, grande campione del passato ed oggi titolare assieme al figlio della maggior ditta di produzione accessori per barche da canottaggio, incontra il mitico Vyacheslav Ivanov, 3 volte campione olimpico in singolo. 4 ... DI NOI ALLENATORI ... “Personalmente non conoscevo gli allenatori al seguito della nazionale juniores, ho potuto apprezzare le loro competenze poliedriche: tecnica, coaching, team building, preparazione maniacale delle imbarcazioni (lucidate e incerate al punto di farle sembrare appena uscite dal cantiere Filippi), psicologi, autisti, pianificatori,…” gara per il giorno successivo e via dicendo... La storia la conosciamo molto bene. Tutto ciò a lungo andare non può che andare a discapito delle performance degli atleti ma, ancor peggio, della salute dell’allenatore stesso che, nella maggior parte dei casi, nella vita non svolge solamente la professione di allenatore. La mia non vuol essere una polemica nei confronti di qualcuno ma soltanto un oggetto di confronto su un tema che nel bene o nel male riguarda tutti noi. Credo fermamente che nel confronto e nel dialogo possano nascere le migliori idee e, se ce ne fosse bisogno anche di modifiche ad un sistema di lavoro fatto ormai di consuetudini. Il confronto deve essere onesto dal punto di vista intellettuale e motivato nelle sue risposte. Non mi piace quando viene detto “si è sempre fatto così” o “non è che le cose possono cambiare da un giorno all’altro”. Lo so bene ma non mi sembrano motivazioni tanto plausibili. Sono inoltre consapevole del fatto che stiamo vivendo un periodo di crisi economica che non da’ tregua e respiro alle società italiane ma da qualche parte dovremo pur ricominciare a crescere. Siamo un associazione ed è nostro dovere cercare di darci delle risposte che possano servire all’intero movimento. Siamo italiani e abbiamo nel DNA la capacità di trovare le migliori soluzioni proprio nei momenti di massima difficoltà. Concludo facendo i complimenti a tutti coloro che hanno preso parte alla spedizione azzurra di Minsk e che hanno tenuto in alto i nostri colori. Infine mi rivolgo e faccio il mio più grosso “in bocca al lupo” agli Azzurri impegnati a Siviglia. Siamo tutti con voi! Un caloroso saluto. Andrea Messina Queste sono le parole del consigliere federale Mario Italiano dopo aver visto all’opera i tecnici azzurri durante i Campionati Europei juniores svolti di recente a Minsk. Parole che fanno riflettere su quanto non sia facile la vita degli allenatori di canottaggio. Molte volte, infatti, ci si trova a dover ricoprire ruoli che si discostano notevolmente dal semplice controllo delle imbarcazioni o dallo stilare un programma di allenamento. Le parole del mio concittadino hanno fatto crescere un dubbio che avevo già da tempo, ovvero, può un solo uomo (o donna) svolgere più mansioni e riuscire a farlo nel migliore dei modi? Non ci hanno sempre detto che è meglio fare una cosa e farla bene piuttosto che farne molte e farle male? In Italia, in altri sport, esistono più figure all’interno di un singolo staff tecnico e che hanno come obiettivo comune il raggiungimento della massima performance. Lasciamo stare le altre nazioni. Sappiamo bene quanto lo sport sia importante al di là della nostra penisola e siamo tutti a conoscenza di quante figure professionali esistano all’interno dello sport system. Girando sui campi di gara italiani non è raro vedere allenatori già stanchi ancor prima di cominciare. Basti pensare che magari uno di questi si è dovuto svegliare prima dell’alba, raggiungere il proprio circolo, guidare e trainare per molte ore il carrello e, una volta giunto a destinazione, controllare tutte le imbarcazioni, fare l’accreditamento, organizzare gli spostamenti albergo-campo 5 UN GIANNI DA OSCAR NON È DA TUTTI VINCERE UN “OSCAR”, MA SE SON DUE …. Gianni Postiglione, il grande tecnico italiano che tutti ammirano: due volte ai vertici del Fisa Award “World Rowing Coach of the Year”, migliore tecnico nel 2006 e nel 2011. ianni Postiglione è il classico canottiere di lungo corso, che una volta sedutosi al carrello della barca non ne lascia più i remi. C’è chi continua con tanta passione a gareggiare tra i “master” e chi, come lui, continua scoprendo e facendo crescere nuovi talenti. E poi, lasciandosi alle spalle un ambiente un po’ stretto per il suo desiderio di agire, va a remare su altre acque, in altre nazioni, raccogliendo ovunque importanti risultati ed apprezzamenti, tanto da essere insignito per ben due volte nell’arco di pochi anni del Fisa Award “World Rowing Coach of the Year”, quale migliore tecnico, nel 2006 e nel 2011. Una brillante carriera, che prosegue con successo, sia come tecnico di una squadra (lo è della nazionale greca, dal 2005) che nel solco delle iniziative promozionali della FISA, la Federazione internazionale, che ha trovato in lui la persona ideale per promuovere nel mondo il buon canottaggio, sul piano tecnico, ma anche quale ascoltato ed apprezzato consulente per chi debba risolvere problemi operativi a volte non facili. G Primo titolo ai remi Dopo aver mosso le prime bracciate nella piscina della Canottieri Napoli, entrò da ragazzino nell’atmosfera di una delle più gloriose società di canottaggio di Napoli, il R.Y.C.C. Savoia, sodalizio aperto alle varie discipline in cui l’acqua è l’elemento principe. Il suo fisico aveva attratto l’attenzione di uno dei grandi tecnici del remo napoletano, Marcello James, gran scopritore di talenti, che ben presto lo portò al primo titolo italiano in doppio canoe nel 1967. Aveva tutto di buono quale rematore, con un piccolo neo: non aveva il peso dei “campioni da 90 Kg.”, insomma era quello che oggi è un classico peso leggero, ma all’epoca non esisteva la categoria. E quindi doveva gareggiare nelle competizioni normali, ottenendo comunque ottimi risultati, spesso contro avversari di maggiore stazza. Forse questa apparente condizione di inferiorità, che gli ha consentito di analizzare bene il campo agonistico in cui operava, è stata la chiave di volta che gli ha dato modo, quando entrò nel mondo dei tecnici, di valutare ed apprezzare più approfonditamente certe situazioni. 6 Prime esperienze da tecnico Al rientro dal servizio militare a Sabaudia, con i canottieri della Marina Militare, nel 1973 entrò nel novero dei tecnici remieri, in quell’altra importante fucina di campioni del remo partenopei, il Circolo Nautico Posillipo, ottenendo ottimi risultati nel giro di pochi anni. Si trovò a sostituire l’uscente allenatore Mario Pugliese, da solo e senza alcun aiuto (il Circolo Posillipo era ancora in amministrazione controllata per un grave problema economico a metà anni ’60) né interno né esterno. La FIC all’epoca non aveva sistemi di formazione tecnica molto avanzati come nei periodi successivi: “giravano solo dei vecchi opuscoli che nessuno aggiornava – ricorda Postiglione – e chiesi sostegno agli allenatori italiani più famosi, e nel 1974 mi iscrissi all’ANACC, per carpire qualche buon suggerimento dai bravi allenatori del Nord Italia”. Arturo Cascone gli mandò 4 pagine di un libro tedesco per la preparazione fisica del canottiere e dal Centro remiero della Marina Militare l’Ammiraglio Marcello Pesce gli fornì una traduzione di “Rudern”: “di cui ho seguito ed apprezzato gli indirizzi – sottolinea Gianni Postiglione – che mi consentirono in seguito di mettere a profitto le mie idee nel campo della tecnica remiera, che si svilupparono dapprima con la decisione di trasferirmi a Milano, a fine 1980 al Cus Milano, e successivamente a Piediluco, dove con Thor Nilsen iniziai il mio percorso di approfondimento”. successi, riteneva che trovare un allenatore nella Marina Militare di Sabaudia gli portasse fortuna e visto che ero l’unico napoletano, con le buone referenze di Mario Bovo e Vittorio Catavero, che si stava congedando, mi portò al Posillipo per vincere la Lysistrata”. Cosa che avvenne nel 1974. Da Sabaudia a Mandello, a risciacquare i remi nel Lario. Il canottaggio alla Marina Militare era stato impostato da Mario Bovo, un marinaio dalle origini patavine e che nel rapporto con i suoi uomini, i suoi atleti, riusciva a far maturare la personalità dei suoi ragazzi. Qualcosa di quel clima è rimasto nella costruzione della sua personalità e oggi dei suoi campioni? “A quel tempo era in atto una fase di transizione del canottaggio italiano, in Marina tutti i migliori volevano lasciare l’alto livello senza perdere i privilegi acquisiti, i discorsi degli anziani in uscita mi hanno insegnato molto sull’influenza negativa che questi possono avere nel gruppo, quasi a cercare il tanto peggio tanto meglio. Mario Bovo artefice della cooperazione tra la MM e la Moto Guzzi fu incaricato di risollevare le sorti della MM, dando nuovi stimoli ai giovani come me, portandoci dal grande Alippi sul lago di Como. Questi con rapido colpo d’occhio centrava gli errori ed in poche parole indicava il movimento piú importante da cambiare, era un allenatore con un occhio tecnico eccezionale”. Circostanze tutte ricordate in seguito nei loro aspetti positivi. Per quale ragione, al rientro dal servizio in Marina, è diventato allenatore? “Vittorio Marcatelli, un dirigente del CN Posillipo che anni prima in Marina aveva scoperto Arturo Cascone iniziando un lungo periodo di grandi Dal Posillipo all’Idroscalo di Milano Nel 1980, su segnalazione di Angelo Porcaro, fu assunto come capo allenatore al Cus Milano (che 7 non disponeva ancora dell’attuale importante sede nautica, ma aveva trovato ricovero per le proprie barche in un capannone della zona nautica dell’Idroscalo). Forse la condizione operativa non era paragonabile a quella che aveva lasciato al Posillipo, ma la situazione in parte avventurosa può avere contribuito a rafforzare il suo carattere nel percorso di tecnico? “Più che rafforzamento del carattere fu un grande avvilimento passare da una squadra di 20 vogatori che vinceva in campo nazionale in tutte le categorie l’otto ragazzi con due innesti vinse anche il titolo italiano juniores a Milano nel 1980; dovevamo arrivare sempre nelle primissime posizioni per recuperare buona parte delle spese, altrimenti erano tutte a nostro carico, secondo le regole di rimborso della FIC, e il Posillipo era sempre in crisi]. Solo dopo mi resi conto che cambiare era la scelta giusta, perché al Posillipo non potevo avere gli sbocchi che sognavo”. motivata a realizzare un proprio percorso tecnico e ci sostenevamo a vicenda quando eravamo in difficoltà. In tutto il gruppo di allora era viva l’ambizione a migliorare e partecipare alla costruzione dell’idea di Paolo d’Aloja di avere un Centro Nazionale che tutto il mondo ammirasse. Il gruppo dei tecnici a Piediluco aveva un impegno totale con la Nazionale, noi due oltre ad allenare il College remiero (altra idea di Nilsen) avevamo anche l’incarico di seguire come genitori putativi i vogatori selezionati. Compito conclusosi nel 1991 quando il neo Direttore Tecnico Theo Koerner mi affidò i Senior di Punta oltre ai Pesi Leggeri. Vorrei ricordare, simpaticamente, che il primo anno del College a Piediluco l’attuale Direttore Esecutivo della FISA Matt Smith era mio «assistente», egli seguiva con me gli equipaggi sul lago e quanto i ragazzi erano a scuola lui computerizzava il lavoro del Centro Nazionale, si era nel 1982 e ci chiamavano la NASA del canottaggio. A tutt’oggi Matt si vanta dei suoi trascorsi a Piediluco”. Dalla “Scala” del remo al “Cuore verde d’Italia” Dopo un anno di attività a Milano, dove sviluppò anche l’incarico di tecnico regionale per il Comitato III Zona (come allora era denominato il Comitato regionale) fu chiamato a Piediluco in funzione delle nuove iniziative proposte dal norvegese Nilsen, coordinando il nuovo college remiero, in questo caso con la collaborazione di Teresa Di Sauro, sua moglie, pure lei allenatrice. Sia a Milano che a Piediluco ha operato in tandem con Teresa, sua moglie. Entrambi insegnanti di educazione fisica, eravate alternativi tra voi o c’era una compensazione temporale nei tempi, ma ognuno seguiva un proprio percorso? Ed è stato apprezzabile il suo appoggio “familiare” per poter sviluppare il successivo ed importante percorso internazionale? “Ci siamo conosciuti per il canottaggio e la passione per questo sport ci ha tenuto assieme, entusiasmandoci per tutte le nuove conoscenze che ci insegnavano quotidianamente; in quegli anni di grande fervore mi resi conto che il mio processo di apprendimento di prova ed errore, che applicavo al Posillipo, si era velocizzato incredibilmente con la guida concreta di Thor S. Nilsen ed abbiamo incominciato a vedere il canottaggio con una filosofia più coinvolgente. Teresa era Impegno globale A Piediluco, quando Thor Nilsen aveva sviluppato l’organizzazione del Centro federale secondo una filosofia che rifletteva la sua grande esperienza internazionale, come valutava il suo inse- 8 rimento in attività di gruppo, o la responsabilizzazione individuale per settore? “Thor Nilsen voleva che tutti fossero coinvolti nelle attività del Centro, lavoravamo nella raccolta dati dei test, partecipavamo alla realizzazione di ogni raduno per tutte le categorie, collaborando con il responsabile del settore, guidavamo i carrelli o trasportavamo gli atleti in albergo, facevamo riunioni tecniche con i paesi che chiedevano assistenza alla FIC; era una buona organizzazione che per quei tempi era funzionale. Quando il presidente d’Aloja convinse Thor Nilsen a provare me e Teresa nel nascente Centro, egli ci prese in prova per un anno, dandoci solo la responsabilità del College, in seguito io fui inserito come collaboratore di De Santis e Porcaro nei Pesi Leggeri; Teresa come assistente degli Juniores. Non penso che Nilsen all’inizio ci considerasse molto, le cose cambiarono però nello stesso anno, il 1982, quando gli equipaggi allenati da noi, quasi tutti i ragazzi del College furono medagliati nel mondiale Junior a Piediluco. Ed ancor più, il quattro senza Pesi Leggeri (Aiese, Romano, Martinelli, Boschin) – gli scarti dell’otto PL – vinsero a sorpresa, la prima volta per l’Italia, il titolo mondiale a Lucerna”. nottaggio italiano, era un continuo abbracciarsi tra allenatori per ogni medaglia d’oro che arrivava. Era finita la stagione della frustrazione: nella nazionale c’erano medagliati provenienti da tutta l’Italia!!!” Pesi leggeri, le grandi gioie Le sue maggiori soddisfazioni nell’ambito dell’attività della nazionale italiana sono state conseguite nel settore pesi leggeri. Un settore che stava crescendo in Italia ma stava avendo un importante sviluppo anche in campo internazionale. Al di là degli usuali schemi, cosa ha aggiunto di personale nel rapporto con gli atleti? “Ho iniziato con i Pesi leggeri nel 1982 con il Quattro senza PL e sono diventato coordinatore del settore PL dal 1983 fino al 2000 incluso, ininterrottamente, con una media di quasi 3 medaglie d’oro all’anno, fino al 1992. Poi dal 1993 con l’introduzione di alcune barche Pesi Leggeri nelle Olimpiadi e le conseguenti qualificazioni, la media si abbassó, ma la squadra italiana, con Giuseppe La Mura Direttore Tecnico, tenne bene il passo conquistando medaglie anche nelle nuove barche olimpiche. Nel 1993 ho avuto un miglioramento di grado, assumendo il ruolo di Coadiutore Tecnico del Direttore Tecnico oltre al coordinamento del settore Pesi Leggeri, incarico assolto fino al 2001. Fino al 1996 ho seguito anche le donne Peso Leggero ed il risultato migliore mai realizzato dalle ragazze italiane (Lisa Bertini e Martina Orzan) fu il 4° posto alle Olimpiadi di Atlanta 1996: persero la medaglia per 14 centesimi di secondo negli ultimi 100 metri dietro alle più esperte australiane”. Lucerna, il grande tempio remiero! “Lucerna 1982 è stata una pietra miliare per il ca- E dall’Australia arrivò la soddisfazione olimpica. “Il culmine del mio compito con i Pesi Leggeri fu raggiunto alle Olimpiadi di Sydney 2000 con l’argento di Pettinari e Luini nel 2xPL. Nel 2001 ebbi il compito di avviare un nuovo gruppo senior di punta nel quadriennio di Atene, purtroppo l’esperienza è abortita dopo un argento nel 4+M ed un argento nel 2+M”. Questi traguardi erano il massimo conseguibile? “Negli anni ‘80 penso di aver sviluppato una personalità autotelica, compatibilmente con il tem- 9 po da dedicare ai doveri di una vita di relazione, ma sufficiente da farmi immergere totalmente nel canottaggio ed avere un contatto empatico con i vogatori. Negli anni novanta ho perso questa qualitá per un eccesso di schematizzazione del lavoro e di razionalità anche nei rapporti, per fortuna l’ho ritrovata in Grecia e mi sento realizzato. L’aspetto che ritengo importante sta nello stimolare anche nei vogatori la gioia che si prova per la totale dedizione a quello che ci piace fare, senza sentire il peso della rinuncia a qualcos’altro; per sentirsi bene non c’è la necessità di guardare ad un alto obiettivo futuro, avere un premio o subire minacce, ma compiacersi per come si agisce, essere totalmente presi nel presente e nel compito che stiamo assolvendo. I vogatori hanno tutti una motivazione intrinseca a migliorare e vogliono controllare il loro destino, qualche volta hanno bisogno di un aiuto esterno per raggiungere i loro obiettivi. Il mio compito è di auto determinarli con facilitazioni indirette, che li facciano sentire artefici del proprio successo”. Quali principi deve seguire un bravo tecnico per essere sempre al top? Nello sviluppo operativo un bravo tecnico, che sia di club o della nazionale, è importante si mantenga costantemente aggiornato sulla evoluzione del suo campo specifico. Nel suo caso – anche con la valorizzazione ottenuta dagli incarichi tecnici della Federazione internazionale – traspare una forte capacità di percezione dei problemi dei diversi paesi cui ha dato aiuto e consulenza. Tra paese e paese possono sussistere opportunità di sviluppo diverse e quindi i suoi principi si basano su conoscenza, valutazione e flessibilità di applicazione? “Nella FISA il Presidente Denis Oswald – che quest’anno lascerà la Presidenza dopo 24 anni – ed il Direttore Esecutivo Matt Smith hanno realizzato un ottimo lavoro attivando vari gruppi di lavoro per avere un continuo adeguamento del canottaggio mondiale. Io faccio parte di uno di essi, la Commissione Competitiva, e sono molto orgoglioso di aver dato il mio contributo in tutte le iniziative per lo sviluppo del canottaggio, perchè mi sono reso conto che la sopravvivenza del nostro sport alle Olimpiadi dipende dalla sua globalizzazione e dalla possibilità di avere molte nazioni con possibilità di medaglia. Sono orgoglioso di aver dato un contributo importante all’adozione dei Quarti di Finale in gare con più di 24 equipaggi partecipanti, abolendo le 3 semifinali, ingiuste per equipaggi che dalla Semifinale potevano andare in Finale C”. Il campione nasce tale, o cresce nel tempo. Ovvero si può autonomamente sviluppare una qualità intrinseca, o è indispensabile uno specchio critico di riferimento? “I bravi vogatori hanno un dono che devono imparare a coltivare in autonomia aprendosi sempre ad apprendere. Quando tengo conferenze in altri paesi, molti allenatori si presentano ricordandomi i loro atleti che hanno ottenuto medaglie Olimpiche o mondiali, spesso per un solo atleta si fregiano del risultato due, tre o anche piú allenatori (quello che gli ha insegnato a remare, il capo allenatore del club, il responsabile del settore nazionale, il Direttore Tecnico), ma l’atleta è sempre uno; ciò mi porta a riflettere su chi ha veramente il merito, concludendo che deve essere l’atleta a fregiarsi dell’allenatore, se vuole”. Un grande campione potrebbe uscire dagli schemi usuali della preparazione di un team articolato? “In questi anni ho richieste di vogatori di svariati paesi che mi chiedono di allenarli e li aiuto per quanto posso, perché io sono convinto che la competizione è tra atleti, non allenatori o paesi”. Molto dipende dalle singole tradizioni nazionali “Ogni paese ha comunque un’organizzazione, sbagliata o corretta essa è basata sulle loro tradi- 10 la Grecia, che l’ha portato con una base societaria di 1 ottavo di società rispetto – tanto per un raffronto sulle linee generali – all’Italia, con una forza di circa 300 atleti maschi e 150 femmine sul piano complessivo, che sotto la sua guida ha saputo esprimere ottimi valori sul piano mondiale? “In Grecia, prima di me sono passati molti allenatori stranieri, alcuni molto bravi, ma non sono mai riusciti ad entrare in sintonia con i greci, siano essi atleti, allenatori o dirigenti della federazione. Io sono entrato immediatamente in un flusso psicologico positivo con loro, che fino ad ora si mantiere molto attivo e che mi ha portato a rinnovare il contratto con loro piuttosto che cambiare con altre nazioni molto più famose. Non so, forse é il mio destino lavorare in realtá economiche difficili e portarle a buoni livelli. Il canottaggio Greco è soddisfatto di quello che si sta facendo e si sforza a non soccombere alla crisi che attanaglia il paese; si lotta, felici di dare tutto al compito che abbiamo”. zioni, innanzitutto sul sistema scolastico. Non ho mai cercato di fare le «rivoluzioni», che spesso nascondono solo la voglia di controllo secondo i propri principi, senza considerare il nuovo contesto. Mi sono sempre visto semmai come un buon sarto italiano che fa un vestito su misura dopo aver capito i gusti di chi lo ha chiamato, dopo aver educato il cliente ad apprezzare la bellezza di un vestito ben fatto lo guida nell’alta moda. Non c’é bisogno di fare sempre un doppiopetto visto che anni fa era di moda. Prima prendo le misure degli atleti, valuto lo spessore tecnico degli allenatori e le loro conoscenze tecniche, considero la comunicazione tra loro e se l’organizzazione é adeguata all’obiettivo programmato. Successivamente suggerisco gli aggiustamenti e le eventuali modifiche da apportare nei vari campi. So che alcune mie proposte sono difficili da attuare, ma cerco sempre di portare a loro conoscenza tutte le possibilità in cui possono agire, poi sta alla loro determinazione cambiare. È importante applicare e revisionare le conoscenze e i metodi di valutazione che si hanno a disposizione, senza dimenticare che tutto deve essere comprensibile per gli atleti, i quali non sempre hanno le basi intellettuali per comprendere cosa stanno facendo, per cui bisogna sempre essere semplici e solo chi conosce bene una materia riesce a semplificare”. Con Gianni Postiglione la Grecia ha vinto: < Mondiali Senior n. 2 bronzi nel 2-M e due ar- genti nel 4-M; < nei pesi leggeri 10 medaglie di cui 3 d’oro ai mondiali ed un argento alle Olimpiadi di Beijing 2008. < Le donne per la prima volta hanno conquistato due ori ed due bronzi ai mondiali in barca olimpica e la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra. < Negli Under 23 n.21 medaglie di cui 11 d’oro. < Negli Juniores 15 medaglie di cui n. 2 d’oro ai Mondiali; n.1 medaglia di bronzo e n.1 d’argento ai Giochi Olimpici della Gioventú di Singapore 2010. E la lunga chiacchierata con Gianni Postiglione, globetrotter del buon canottaggio, si conclude con questa appropriata dichiarazione autoreferenziale: “In fondo questo é il canottaggio, vedere che ci allontaniamo da dove siamo partiti”. Le basi di un successo, la Grecia un esempio. Possono essere queste, quindi, le basi del successo, in grande evidenza negli ultimi anni con Ferruccio Calegari 11 ANGELO SAVARINO: UN ITALIANO IN U.K. oveva uscire con il nuovo numero della rivista dell’ANAC questo pezzo da me richiesto all’amico Angelo Savarino, Purtroppo la chiusura anticipata della rivista, causa le festività pasquali, mi ha impedito di inserire l’interessante “pezzo” di Angelo ne I Quaderni n° 10. Per questo motivo, e per dare la più ampia diffusione alle notizie che arrivano da Oltre Manica, lo pubblico su www.anacc.org , mentre sarà mio impegno trovargli un posto su I Quaderni n° 11. Un grazie ad Angelo Savarino al quale auguriamo una stagione remiera densa di successi per lui e la sua New Castle University. D fisioterapisti, imbarcazioni, borse di studio ad atleti, allenatori, raduni (solo per la squadra olimpica), trasferte internazionali etc... Gli atleti di livello hanno proventi a disposizione che giungono da British Rowing in forma di salari mensili di diversa entità, tutti comunque inclusi nel budget. Per quanto riguarda il numero di allenatori finanziati dalla Federazione inglese, avere comunque così tanto supporto finanziario ha permesso al team GB di costruire sul territorio presso circoli locali, un network di Community Coaches, pagati da Comuni locali e British Rowing, che vanno nelle scuole con l’indoor rowing e insegnano a remare nei club. Pochissima attenzione è riservata alla performance, anzi nessuna, con l’obiettivo di aumentare il numero di partecipanti il più possibile. Per identificare e sviluppare il talento vi sono poi 10 World Start Coaches, impiegati a tempo pieno da British Rowing, che si appoggiano presso Clubs o Università ma si concentrano su un numero ridottissimo di atleti, di solito un numero tra 2 e 5, con attrezzature, imbarcazioni e supporto finanziato da British Rowing. Questi atleti sono individuati con programmi ad hoc sul territorio nazionale, per tutti gli sport, che vengono usualmente svolti almeno una volta l’anno, attraverso test antropometrici, di forza sul Dyno e resistenza con pull bikes. I talenti sono poi invitati a considerare anche a trasferirsi presso i più vicini centri World Class Start. Vi sono stati episodi di persone che hanno cambiato città e lavoro per questo. Dai centri Start sono usciti 6 atleti che hanno Il sistema britannico si è sviluppato durante questi ultimi anni, ma non è cambiato molto da quando Tanner, Grobler e Thompson sono diventuti rispettivamente Team Manager, Chief Coach (per la punta maschile) e Chief Coach (pesi leggeri e donne). Parlando con Tanner, (che allenò negli anni ’80 alle Olimpiadi credo il 4 con che conquistò la medaglia di bronzo), sulle sue esperienze di 30 anni di Giochi Olimpici, mi disse che la differenza, oltre ai notevoli 27 MILIONI DI STERLINE (solo per l’attività internazionale), tra sponsorship (da Siemens, Sport England a National Lottery per il quadrienno passato, è stata a livello organizzativo,di scegliere e mantenere gli allenatori migliori. Quindi,dopo aver puntato su Grobler e avendo visto i risultati venire anno dopo anno, I soldi a disposizione sono si tanti tanti, ma si deve anche considere che tutti i servizi sono forniti previo pagamento, medici, 12 conquistato 5 ori (due senza femminile, doppo pesante e leggero femminile, 4 senza maschile) e un bronzo alle recenti Olimpiadi (otto maschile) Agli atleti in nazionale senior è richiesto di vivere vicino Londra, altrimenti non verrebbero tenuti in considerazione. In effetti sono quasi tutti membri di 3 club: Leander, Mosley, London Rowing Club. British Rowing è una struttura grande, dispendiosa e molto autocratica, nella figura di David Tanner, che è di fatto l’unico responsabile per assumere o licenziare allenatori, e a decidere l’ammontare dei premi/borse di studio ad atleti. Gode di una stima enorme da parte degli atleti, che lo hanno considerato il fattore principale dei risultati degli ultimi Giochi Olimpici, con gli allenatori è talvolta considerato difficile, dipendendo però dall’interlocutore. La struttura remiera sul territorio è divisa tra rowing clubs, aperti a tutti, come in Italia, scuole e Università. Francamente devo dire che la struttura tecnica del British Rowing è chiusa come un’ostrica per quanto riguarda metodologie di allenamento. Il messaggio percepito è di trovare gli atleti, avviarli al canottaggio, e poi di passarli a loro. In cambio c’e molta libertà a livello Junior e Under 23, dove i raduni sono a spese personali (a parte gli ultimi 10 giorni per gli U23) e dove è prevista anche una contribuzione individuale al costo della trasferta mondiale (circa 1300 euro per gli junior, e 500 per gli U23). Le Università, soprattutto, sono un grande bacino di reclutamento per gli atleti Senior, dove tra il 40 e il 50% dei medagliati alle Olimpiadi ha iniziato a remare all’Università. La struttura delle competizioni non prevede molto interscambio tra le tre entità, che hanno il loro circuito. Le poche occasioni a livello nazionale sono le Head of the River a Londra (Femmine e Maschi), Metropolitan e Marlow regatta a giugno in Dorney. L’evento principali, per tutti, inclusi gli atleti della squadra senior, è la Henley Royal Regatta, dove si gareggi a livelli diversi: Junior (clubs e scuole) in 4x e 8, e senior in 4- (club, intermediate ed elite), 4+ (Università e Clubs), 4x (Intermediate ed elite), otto (università, intermediate ed elite). Le regole stabiliscono che quando un atleta ha vinto a livello club o universitario, deve gareggiare nella categoria intermediate. Le gare elite sono riservate agli equipaggi della squadra olimpica senior. La mia esperienza personale è fino ad adesso molto positiva, avendo trovato una struttura desiderosa di crescere e aperta a nuove idee, che mi ha permesso apportare la mia conoscenza del canottaggio e di svilupparla, anche laureandomi nel 2011 in Sports Development and Management presso la Leeds Metropolitan University. Essendo cresciuto come allenatore negli anni ’90/inizi 2000, il mio modello tecnico e fisiologico è quello sviluppato dal Dott. La Mura, che ritengo ancora il migliore per la sua ampiezza e complessività. È grazie a quel modello che posso dire con orgoglio che il mio club, la Newcastle University Boat Club sia attualmente la prima università per il Canottaggio a livello Femminile e Maschile, e che ha vinto Henley per la prima volta in 100 anni dalla sua fondazione. Cordiali saluti, Angelo 13 SIVIGLIA, CAMPIONATI EUROPEI ASSOLUTI E PL 1-2 GIUGNO 2013 Foto di Mimmo Perna 14 15 16 17 Prosegue anche in questo numero la preziosa collaborazione con Elena Casiraghi, atleta Pl di buon livello, oggi ricercatrice all’Enervit a fianco con uno dei nomi più importanti della ricerca nello sport. Enrico Arcelli. Ringraziando Elena per il suo importante contributo, invitiamo tutti gli appassionati di sport di consultare il suo blog all’indirizzo: http://sporteat.wordpress.com/category/alimentazione/ , DALLA FIBRA DI CARBONIO ... ALLA FIBRA ALIMENTARE a riscoperta delle fibre vegetali nell’alimentazione moderna sono un punto fermo della prevenzione di molte patologie (l’arteriosclerosi, l’obesità, la stipsi, la diverticolite, il colon irritabile, l’ulcera gastrica e persino le vene varicose) che originano dalle “migliorate “ condizioni di vita e dall’alimentazione quotidiana. L A cura di Elena Casiraghi, Ph.D. Specialista in Alimentazione e Integrazione dello Sport elena.casiraghi@ gmail.com sere considerata amica, altresì detta probiotica. Se tali batteri hanno un ambiente sicuro e ricco di sostanze nutritive e povero in batteri cattivi, essi ci proteggono. Come fanno? Questo numero di batteri: - ci aiuta a digerire i carboidrati che non sono assorbiti facilmente e che, se non venissero metabolizzati, provocherebbero diarrea; - produce alcune vitamine utili a potenziare il sistema immunitario; Ma non solo. Il nostro corpo è formato da due cervelli. Il primo si trova dentro al cranio, il secondo nell’intestino. I due cervelli sono costantemente in comunicazione. Se non assumiamo abbastanza cibo oppure se la motilità del nostro intestino non è efficace allora anche il nostro cervello ne subirà le conseguenze smettendo di funzionare al massimo delle sue capacità. Tuttavia il sistema di comunicazione può essere disturbato da centomila miliardi di batteri che vivono nell’intestino. Questa quasi infinita popolazione di batteri può es- È bene pertanto, ai fini anche dell’ottimizzazione della prestazione sportiva, mantenere massima l’efficienza dei due cervelli. Il nostro organismo, infatti, necessita un apporto equilibrato di sali minerali, di vitamine, di proteine e di enzimi in quanto tutte queste sostanze svolgono un ruolo fondamentale nei processi metabolici. La forma naturale più semplice per assumere tutte queste sostanze con i giusti rapporti sono sicuramente le fibre integrali; in essi infatti la natura ha 18 inserito un’elevata quantità di sali: calcio, fosforo, potassio, magnesio, sodio, cloro e zolfo ed anche le vitamine del gruppo B oltre all’acido folico, la biotina, l’acido pantotenico, la biotina, la niacina e la colina. la concentrazione di zuccheri nel sangue). La problematica del controllo dell’insulina è molto importante in chi ha intenzione di dimagrire perché questo particolare ormone è in grado di trasportare dentro gli adipociti (cioè dentro le cellule adibite a contenere il grasso) i nutrienti presenti nel sangue aumentandone il volume; l’aumento del volume degli adipociti viene comunemente detto ingrassare. Un altro importante effetto delle fibre integrali è, come già detto, aumentare la velocità di transito intestinale, in questo modo l’organismo assorbe meno nutrienti dai cibi perché restano meno tempo all’interno dell’intestino. Oltre agli effetti dimagranti le fibre integrali hanno, come già detto, la capacità di ridurre i tassi di colesterolo e di trigliceridi nel sangue. Ma quali tipi di fibre dietetiche sono consigliabili? Molte ricerche internazionali hanno dimostrato come solo le fibre di frumento integrale siano in grado di creare tutti questi effetti sull’organismo perché la loro preparazione è molto semplice e non richiede l’aggiunta di additivi chimici; esse vengono infatti prodotte tramite la cottura del chicco di frumento ad alta pressione, che viene poi così trasformato in fiocchi. Alcuni pensano che dire fibre di frumento integrale e dire crusca significhi la stessa cosa, ma ciò non è per niente vero. Infatti, è stato dimostrato che l’assunzione regolare di crusca secca ha l’effetto di bloccare l’intestino perché essa richiede un grossissima quantità di liquidi. Il sistema più comodo, per esempio, per assumere le fibre integrali del frumento è sicuramente rappresentato dalle formelle di Weetabix, infatti una formella fornisce 12 grammi di carboidrati, 2 grammi di proteine, 0.5 grammi di grassi, i sali minerali e le vitamine tra cui l’acido folico fondamentale per lo sviluppo del feto, inoltre, una porzione di Weetabix fornisce 12.9 % di fibre integrali delle quali ben il 2.5% sono grezze. Negli atleti vi sono molto spesso alcune carenze o eccessi che alterano il transito intestinale dei cibi creando spesso le problematiche legate a questo fenomeno: stipsi, colon irritabile, diverticolite. In natura vi sono presenti alcuni alimenti che naturalmente aiutano a regolare la motilità intestinale prevenendo l’insorgere di qeste patologie: le fibre di grano integrale. Una ricerca Svedese ha studiato questo problema; i ricercatori hanno dimostrato che l’assunzione quotidiana di grammi di fibra dietetiche hanno ridotto il problema della stipsi già dopo 15 giorni, riducendo, in oltre, in modo significativo i valori dei trigliceridi e del colesterolo. AVVISO Stiamo organizzando per le prossime principali manifestazioni del calendario 2013 un punto di ritrovo ANAC, un ANAC CORNER, un gazebo dove gli associati potranno trovarsi, per discutere, proporre e pagare la quota sociale. Un’iniziativa per avvicinarsi alla base, per fare dell’ANAC, l’Associazione di tutti gli Allenatori Italiani di canottaggio. Sarà un gazebo concepito assieme alla DI BI, partner dell’ANAC, che ospiterà gli associati in occasione dei Meeting Nazionali e delle gare di Campionato Italiano. Sul gazebo appariranno i loghi degli attuali partners dell’Associazione, che oltre a DI BI sono Filippi, Salani e Martinoli. L’assunzione quotidiana delle fibre di frumento integrale aiuta ha perdere peso. Diversi studi dimostrano come l’assunzione di fibre integrali diminuisca la risposta dell’insulina; infatti, in maniera del tutto naturale, le fibre sono in grado di modulare l’assorbimento dei macronutrienti (carboidrati, grassi e proteine) riducendo la glicemia (vale a dire Sulla pagina Facebook di ANAC ROWING, potete rispondere a: Come vorresti il tuo ANAC CORNER? 19 UNO SPORT... DI EQUILIBRIO MICHAELA FANTONI Psicologa, psicoterapeuta, specializzata in psicologia dello sport Lo sport è sicuramente una delle più grandi metafore della vita: ci insegna a lavorare per un obiettivo assaporando il piacere della sfida, ma soprattutto ci insegna a gestire le vittorie e ad accettare le sconfitte, imparando a costruire un nuovo successo partendo proprio da un insuccesso … citando Michael Jordan “Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto”. uando ho iniziato a lavorare con la Federazione Italiana di Canottaggio sono rimasta subito affascinata da questa disciplina, così a stretto contatto con gli elementi naturali: l’acqua, l’aria, la flora e la fauna, il silenzio, un tutt’uno armonico in cui, quando la barca scivola veloce e fluida, sembra pennellata in un capolavoro impressionista, nel quale la sua scia si confonde con quella del piccolo germano reale appena planato. In una società tecnologica come quella attuale nella quale “naturale” è che i giovani padroneggino computer, videogiochi, internet, dove ormai tutto è on-line e addirittura si può leggere un libro sul computer, avvicinarli ad una disciplina che possa far loro scoprire le meraviglie della natura e le sue mille sfaccettature è sicuramente un valore aggiunto e non facilmente reperibile. Il canottaggio è una disciplina altamente formativa per la conquista di un corretto equilibrio psicologico, e, visto che i bambini di oggi sono gli adulti di domani, credo valga davvero la pena che un genitore, nella scelta di uno sport da proporre ai propri figli lo prenda in seria considerazione. Sono infatti davvero molteplici i benefici sociali e psicologici della sua pratica. Remare insieme costringe alla ricerca di sintonia, attivando sinergie positive e propositive, incrementa le relazioni sociali, con evidenti vantaggi per la costruzione di un maggior senso di integrazione e di adattamento, proiettando verso una miglior accettazione Q di se stessi e degli altri. Inoltre accresce l’autonomia e la competenza personale, favorisce l’autodeterminazione e lo sviluppo individuale. Gli si deve poi riconoscere un fondamentale ruolo educativo: attraverso la pratica di questo sport i bambini apprendono e interiorizzano valori e insegnamenti che li accompagneranno per tutta la vita. Lo sport promuove l’amicizia e la correttezza, il gioco di squadra e la disciplina, la solidarietà, la lealtà e il rispetto per l’altro, favorisce nel bambino lo sviluppo della stima e della fiducia in sé stesso e negli altri, l’ autodisciplina e la capacità di autocontrollo, accresce il rispetto e la modestia, predispone la comunicazione, la capacità di affrontare i problemi e la collaborazione. Tutti principi, questi, da considerarsi irrinunciabili per un corretto e sano sviluppo psicofisico della persona. Una delle metafore che più mi ha colpito nella riflessioni sui pregi di questo sport è quella 20 dell’equilibrio. Il canottaggio è uno sport di equilibrio! Uno dei primi rudimenti che deve imparare il giovane che si avvicina a questa disciplina è proprio la capacità di regolare e mantenere il corpo e la barca in posizione stabile. Solo dopo aver acquisito una corretta impostazione a “terra” può passare al passaggio successivo dell’impostazione in barca. Una volta compreso individualmente questo delicato meccanismo il giovane atleta deve traslare questo apprendimento in una barca più lunga, con altri compagni… il concetto è identico ma bisogna arrivare ad un nuovo equilibrio, quello di squadra, imparare da soli per usare insieme! La vita è proprio un po’ come questo sport: un delicato gioco di equilibri cui concorrono necessariamente non solo la coordinazione, ma anche la collaborazione, l’orientamento, il tempismo, l’intensità e la velocità. Il canottaggio è un meraviglioso sport di squadra. Affinché la barca scivoli fluida e veloce verso l’obiettivo è necessario che ogni singolo componente dia il meglio di sé, mantenga il proprio fondamentale ruolo in un sottile meccanismo di assoluta sinergia, sincronismo e coordinazione. Cosa per nulla facile se si pensa alla disposizione degli uomini in barca: il canottiere rivolge lo sguardo solo alla schiena e alle spalle del suo compagno, non c’è mai un “occhi negli occhi”. Va da sé che viene a mancare tutta la comunicazione non verbale, normalmente fondamentale per leggere gli stati d’animo dei proprio compagni. È impressionante osservare come i giovani atleti imparino, condividendo non solo gli allenamenti, ma anche tutte le loro emozioni a costruire canali alternativi per favorire una efficace comunicazione, non guardandosi negli occhi è necessaria assoluta fiducia nel compagno. Iniziare i bambini a questa disciplina fa bene alla crescita armonica del corpo e allo sviluppo della mente e della personalità. Il canottaggio è un’occasione di crescita, una scuola di vita che insegna valori e capacità importanti, di cui far tesoro anche da adulti: la capacità di vivere bene in gruppo, di confrontarsi con le proprie abilità, di capire il rapporto causa-effetto nelle azioni e di prendere decisioni, seguendo le regole, ma pensando liberamente. È per tutti questi motivi che mi sento di consigliare questo sport, nel quale, diversamente da altri, l’obiettivo è un traguardo a cui si devono dare le spalle, per andare “avanti” occorre andare “all’indietro”, metaforicamente forse un modo per ricordarci che per avanzare nella vita, per arrivare al traguardo, bisogna guardare alla partenza, al punto da cui si è cominciato …portandosi dietro e utilizzando con saggezza e intelligenza il bagaglio delle esperienze costruite palata dopo palata, delle competenze acquisite prestazione dopo prestazione, il proprio passato. Michaela Fantoni 21 NEWS PER LA SALUTE Ministro Balduzzi firma decreto su certificati sportivi e defibrillatori Il Ministro della Salute, Renato Balduzzi, di concerto con il Ministro per lo Sport, Piero Gnudi, ha firmato il decreto ministeriale “Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri salvavita”. L’adozione del decreto era prevista dall’articolo 7 comma 11 del decreto Salute e sviluppo del 2012. Il testo raccoglie le indicazioni del gruppo di lavoro istituito dal Ministro Balduzzi nel febbraio scorso e del corrispondente gruppo di lavoro del Consiglio superiore di sanità. ipertensione arteriosa, elevata pressione arteriosa differenziale nell’anziano, l’essere fumatori, ipercolesteloremia, ipertrigliceridemia, glicemia alterata a digiuno o ridotta tolleranza ai carboidrati o diabete di tipo II compensato, obesità addominale, familiarità per patologie cardiovascolari, altri fattori di rischio a giudizio del medico) dovranno essere visitati necessariamente da un medico di medicina generale, un pediatra di libera scelta o un medico dello sport, che dovranno effettuale un elettrocardiogramma a riposo e eventualmente altri esami necessario secondo il giudizio clinico. Il certificato dovrà essere rinnovato ogni anno; CERTIFICATI PER L’ATTIVITÀ SPORTIVA AMATORIALE I soggetti non tesserati alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate, agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni, che praticano attività amatoriale (ovvero non regolamentata da organismi sportivi e non occasionale) devono sottoporsi a controlli medici periodici secondo indicazioni precise: - I soggetti con patologie croniche conclamate diagnosticate dovranno ricorrere a un medico di medicina generale, un pediatra di libera scelta, un medico dello sport o allo specialista di branca, che effettuerà esami e consulenze specifiche e rilascerà a proprio giudizio un certificato annuale o a valenza anche inferiore all’anno. - gli uomini fino a 55 anni e le donne fino ai 65, senza evidenti patologie e fattori di rischio, potranno essere visitati da un qualunque medico abilitato alla professione e il certificato avrà valenza biennale; - I soggetti che riportano almeno due delle seguenti condizioni (età superiore ai 55 anni per gli uomini e ai 65 per le donne, Il certificato andrà esibito all’atto di iscrizione o di avvio delle attività all’incaricato 22 Regole più stringenti sono previste per chi partecipa ad attività ad elevato impegno cardiovascolare come manifestazioni podistiche oltre i 20 km o le gran fondo di ciclismo, nuoto o sci: in questo caso verranno effettuati accertamenti supplementari. OBBLIGO DI PRESENZA DEI DEFIBRILLATORI della struttura o del luogo dove si svolge l’attività. Le società sportive dilettantistiche e quelle sportive professionistiche dovranno dotarsi di defibrillatori semiautomatici. Sono escluse le società dilettantistiche che svolgono attività a ridotto impegno cardiocircolatorio. Le società dilettantistiche hanno 30 mesi di tempo per adeguarsi, quelle professionistiche 6. Gli oneri sono a carico delle società, ma queste possono associarsi se operano nello stesso impianto sportivo, oppure possono accordarsi con i gestori degli impianti perché siano questi a farsene carico. Non sono tenuti all’obbligo della certificazione le persone che svolgono attività amatoriale occasionale o saltuario, chi la svolge in forma autonoma e al di fuori di contesti organizzati, i praticanti di alcune attività con ridotto impegno cardiovascolare, come le bocce (escluse le bocce in volo), biliardo, golf, pesca sportiva di superficie, caccia sportiva, sport di tiro, ginnastica per anziani, “gruppi cammino”, e chi pratica attività ricreative come ballo o giochi da tavolo. A tutte queste persone è comunque raccomandato un controllo medico prima dell’avvio dell’attività. Il decreto ministeriale contiene linee guida dettagliate sulla dotazione e l’utilizzo dei defibrillatori. Dovrà essere presente personale formato e pronto a intervenire e il defibrillatore deve essere facilmente accessibile, adeguatamente segnalato e sempre perfettamente funzionante. I corsi di formazione sono effettuati dai Centri di formazione accreditati dalle singole Regioni. CERTIFICATI PER L’ATTIVITÀ SPORTIVA NON AGONISTICA Gli alunni che svolgono attività fisico-sportive organizzate dalle scuole nell’ambito delle attività parascolastiche, i partecipanti ai giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale e le persone che svolgono attività organizzate dal Coni o da società affiliate alle Federazioni o agli Enti di promozione sportiva che non siano considerati atleti agonisti devono sottoporsi a un controllo medico annuale effettuato da un medico di medicina generale, un pediatra di libera scelta o un medico dello sport. La visita dovrà prevedere la misurazione della pressione arteriosa e un elettrocardiogramma a riposo. CAMPAGNA EDUCATIVA PER LO SPORT IN SICUREZZA Il decreto prevede anche una attenzione educativa sul tema: i Ministeri della Salute e dello Sport e il Coni promuoveranno annualmente una campagna di comunicazione sullo sport in sicurezza, alla quale potranno collaborare anche le società scientifiche di settore. Tratto da http://www.salute.gov.it/ 23 CANOTTAGGIOMANIA di Marco Callai Principalmente, il nome del nuovo blog (www. canottaggiomania.com) si lega a voi allenatori della Federazione Italiana Canottaggio. Per chi, più di voi, questo sport è una mania? Per l'ottanta per cento, è un'attività non remunerata, a volte neppure percepite rimborsi e quindi andare dietro a canottieri, barche e remi diventa un hobby costoso. Sacrificate tempo che magari potreste riservare alle vostre famiglie naturali per dedicarlo ai vostri famigliari acquisiti: gli atleti. Prima e dopo il lavoro, senza dimenticare le ore trascorse a preparare il carrello ed alla guida del pulmino per raggiungere i campi di regata. A volte, non vi chiedete "Ma chi me lo fa fare?". Penso di no, c'è una fiamma dentro ognuno di voi che si accende ogni qualvolta entrate a contatto con la vostra Società. Al cuor non si comanda. Anche per me, nell'ambiente remiero da quando nel settembre 1998 il mio amico Carlo mi aprì le porte della Canottieri Sampierdarenesi, il canottaggio è mania. È l'unica razionale spiegazione che posso dare alla volontà di creare un nuovo luogo remiero online dopo sei anni di CanottaggioVero e quattro di Canottaggio.org. Ruoli profondamente diversi, quello di giornalista indipendente e responsabile dell'informazione federale, vissuti con la stessa maniacale cura e trepidazione. A febbraio, chiusa la mia parentesi con la FIC, avrei voluto prendermi almeno un paio di anni di pausa anche perché il lavoro, un giornalista sportivo vive senza guardare mai l'orologio, ed impegni di varia natura, nel frattempo sono diventato membro di giunta del Coni Liguria e ho fondato il Panathlon Junior Genova arruolando già oltre trenta sportivi di discipline diverse della mia città, assorbono quotidianamente parecchie energie e tornare a scriver di notte, come ai tempi di CV simile al piccolo scrivano fiorentino di De Amici, non è più così facile. La spinta, davvero incessante, di tanti amici, soprattutto atleti, ha avuto l'effetto di portare, nella notte tra il 27 ed il 28 maggio, all'apertura di CanottaggioMania. Al momento in cui scrivo per voi, cari amici dell'ANAC, non so ancora nel dettaglio su quali contenuti concentrerò maggiormente l'attenzione. Sicuramente l'attività delle squadre azzurre avrà uno spazio molto importante. Sarò tifoso ma non dimenticherò mai di usare la testa nelle mie analisi, anche alla luce dell'esperienza sul campo di quest'ultimo quadriennio in cui bene ho compreso il valore di Coppa del Mondo, Europei, Mondiali e Olimpiadi e della "giungla", intricata, in cui i nostri eroi si trovano a operare per dar lustro ed onore alla nostra Federazione. Atleti e tecnici finiranno ancora sotto la lente di ingrandimento, attraverso i racconti dei principali appuntamenti della stagione, editoriali e ovviamente le tanto amate pagelle. Vorrei dedicare uno spazio fisso al "personaggio della settimana", con chiacchierate a 360 gradi, e poi soffermarmi anche su cosa succede nelle altre nazioni remiere proponendovi qualche parallelo con l'Italia. Seguirò anche l'attività societaria commentando gli appuntamenti del calendario nazionale. CanottaggioMania non sarà un quotidiano online e, finalmente, non sarà ossessionato dalla necessità di essere aggiornato in tempo reale. Non penso telefonerò a La Mura cinque minuti dopo l'ultima finale di Rio de Janeiro come feci con Coppola a Pechino per CanottaggioVero, ma intende diventare qualcosa di più di un osservatorio con spunti sempre nuovi e, magari, inediti. Confido anche nella possibilità di creare, attorno agli articoli, anche confronti tra i punti di vista dei lettori (se volete anche scrivere via mail: [email protected]). È ciò che serve per maturare ed ampliare i propri orizzonti, a cominciare dal mio... 24 CLAUDIO ROMAGNOLI CAVALIERE DELLA REPUBBLICA Ieri mattina, 25 aprile, nella Prefettura di Cremona, il Prefetto Tancredi Bruno di Claraford ha consegnato a Claudio Romagnoli, Capo Settore del canottaggio femminile, l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Un riconoscimento che premia chi si distingue per impegno e dedizione nei diversi campi delle attività professionali. Claudio Romagnoli, ex appartenente ai Vigili del Fuoco, è una figura molto nota in città per le sue doti umane e per le operazioni che ha portato a compimento nelle zone alluvionate, oltre a essere stato tecnico del settore junior della Federazione Italiana Canottaggio, incarico col quale ha ottenuto molti risultati divenendo, nel 2002, miglior tecnico dell’anno. Il riconoscimento è stato consegnato a Romagnoli alla presenza del Sindaco di Cremona, Oreste Perri (è stato Commissario tecnico della Federazione Italiana Canoa Kayak ed allenatore dei pluricampioni olimpici Antonio Rossi e Beniamino Bonomi), che si è soffermato in particolare sulle eccellenze espresse dal territorio. Al neo Cavaliere della Repubblica Italiana le felicitazioni del Presidente Giuseppe Abbagnale, del Consiglio Federale, e del canottaggio italiano Tratto da www.canottaggio.org NEWS: DECRETO LEGISLATIVO MINISTERO DELL'INTERNO DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA bilità è riservata ai titolari di patente B, anche conseguita in precedenza, alle seguenti condizioni: Prot. n. 300/A/744/13/101/3/3/9 Roma, 25 gennaio 2013 • il superamento di una specifica prova pratica di guida, a seguito del quale avverrà l'iscrizione sulla patente di guida del codice armonizzato "96"; • la guida un veicolo complesso di massa massima autorizzata non superiore a 4.250 kg. OGGETTO: Decreto legislativo 18 aprile 2011 n. 59 e successive modificazioni ed integrazioni, recante modifiche al titolo IV del Codice della Strada, in materia di patenti di guida, in vigore dal 19 gennaio 2013. Qualora il complesso, invece, superi la di massa massima autorizzata di 4.250 kg, occorre aver conseguito la patente BE (se il rimorchio ha massa fino a 3, 5 t) o la patente C1E (se il rimorchio ha massa superiore a 3, 5 t). La conduzione di complessi veicolari sopraindicati senza aver sostenuto il relativo esame pratico di guida (codice 96), ovvero senza essere titolari di patente BE, C1E, CE, D1E o DE comporta l'applicazione delle sanzioni per guida senza patente corrispondente di cui all'art.116, commi 15 e 17, C.d.S. Prime disposizioni operative. Traino di rimorchi massa complessiva superiore a 750 Kg con la patente B Una novità dell'art.116 C.d.S. riguarda il traino di rimorchi di massa superiore a 750 kg da parte di un conducente titolare di patente di categoria B, quando il complesso formato da una motrice con massa massima autorizzata non superiore a 3.500 kg ed il predetto rimorchio, superi la massa massima autorizzata di 3.500 Kg. Dal 19.1.2013 tale possi- 25 FANTACANOTTAGGIO IL CANOTTAGGIO A SCUOLA È nato il Progetto Canottaggio a Scuola 2013/2016, un’iniziativa partorita con un’idea diversa del Remare a Scuola, ed una concezione nuova di quello che deve essere lo sport del canottaggio negli Istituti di istruzione secondaria di I e II grado. Per mettere subito in chiaro le Linee Guidadel Progetto, questo riguarda solo gli studenti non tesserati per alcuna società di canottaggio, frequentanti le scuole medie inferiori e superiori. L’Istituto scolastico (come per il Remare a Scuola), si appoggerà ad una società remiera, e maggiore sarà però il coinvolgimento degli insegnanti che dovranno lavorare in sinergia con i tecnici abilitati. La novità sarà data dal circuito di gare previste per queste categorie, che saranno inserite, su GIG, o YOLE, nelle gare regionali, e gli equipaggi in gara rappresenteranno (come per i GSS) il proprio Istituto (accanto al quale apparirà la società partner). La Federcanottaggio, prevederà una speciale forma di tesseramento, per gli Istituti, gli studenti, gli insegnanti, e classifiche di merito distinte da quelle già in essere (Montù e d’Aloja). Il volume dell’attività, rilevato da queste classifiche, sarà premiato dalla FIC con materiale nautico (remoerg, barche, remi), con la formula del comodato d’uso, rimanendo sempre quindi proprietaria la Federazione. L’attività del Progetto Canottaggio a Scuola andrà da settembre a giugno, data entro la quale, gli studenti potranno decidere se proseguire poi con le società remiere partner, oppure, dall’anno scolastico successivo, continuare con l’Istituto di appartenenza. Canottaggio a Scuola potrebbe andare a ria- prire l’attività remiera in piccole realtà che per diverse ragioni si sono discostate dal canottaggio tradizionale. Potrebbero essere impiegatequelle centinaia di allenatori usciti dai corsi di I livello di cui si è persa traccia perché magari non hanno trovato posto nelle società. Si potrebbe quindi dar vita, gettata la maschera dei numeri del Remare a scuola, ad un’altra faccia del canottaggio vogato, che già da quest’anno in alcune regioni, ha portato ad un incremento del numero dei partecipanti effettivi esordienti, che ora vanno a far parte attiva del movimento remiero italiano. Maurizio Ustolin AAA. BARCHE MASTER CERCASI... Si fanno sempre più numerose le richieste da parte di vogatori stranieri della possibilità di poter affittare direttamente in Italia imbarcazioni in occasione sia dei Master Game di Torino (7/10 agosto 2013) , che per la World Rowing Master Regatta di Varese (5/8 set_ tembre 2013). Per ora le richieste pervenuteci direttamente al sito dell’ANAC sono di un atleta dalla Finlandia, ed uno dall’Australia ed uno dal Sud. Jaana Pietiläinen: Jaana.Pietilainen@eteva.fi Alan Bennett: [email protected] Riceviamo la seguente segnalazione da Marco Galeone, che andiamo volentieri a pubblicare: Bob Tucker è un master sudafricano, ex Presidente della Federazione che parteciperà ai mondiali a Varese. È alla ricerca di un 2x per 85Kg media. Cerca un 2x da avere in esclusiva. I contatti di Bob sono Mr Bob Tucker Postal Address Postnet Suite 100, PO Box 92418, Norwood 2117 [email protected] Per cortesia, chi fosse in grado di soddisfare le loro esigenze, li contatti direttamente. 26 NON PIÙ LIMITI AGLI STRANIERI IN ITALIA Le domande che ora a caldo mi pongo sono: a) Perché questa modifica è avvenuta senza che nessuno ne fosse a conoscenza? b) Per quale motivo è stata fatta e su richiesta di chi? c) Abbiamo bisogno ai Campionati Italiani di importare atleti stranieri? Per me va anche bene, basta che la legge rimanga tale, in modo che da domani chiunque possa andare ad accasare per la propria società atleti delle nazioni limitrofe., o semplicemente atleti conosciuti alle gare internazionali… che problema c’è? Rowinghood La regola nello Statuto federale che prevedeva che l’atleta straniero, tesserato per una società italiana potesse partecipare ai Campionati italiani dopo tre anni di permanenza in Italia, è venuta a cadere, ma non lo sapeva nessuno prima di domenica scorsa, quando una società, (nel suo pieno diritto), ha schierato un atleta straniero a fianco di un italiano al Campionato Pesi Leggeri (Aniene). La regola era stata inserita quando, parecchi anni fa (potevano essere gli anni ’80?), ad un Campionato Italiano assoluto, una società piemontese schierò nel 4 con un equipaggio con 3 atleti jugoslavi ed 1 italiano di alto livello a pieno merito vincendo il titolo. AAA ALLENATORE A GRENOBLE CERCASI... Job offer Grenoble Rowing Club, the first French club, recruits a coach in charge of the youth department from August/September 2013. Proposition d’emploi L’aviron Grenoblois, premier club français, recrute à compter d’août septembre 2013 un entraineur chargé du secteur jeune. Cette mission implique une action d’entrainement sur les catégories jeunes en relation avec l’ensemble des encadrants bénévoles et salariés. Cela nécessite de pouvoir développer une école d’aviron et un groupe de compétition. Il aura également pour mission d’entretenir et développer les partenariats avec les collèges et lycées afin d’offrir des possibilités de recrutement et d’entrainement optimum, de nouveaux partenariats devront également être créés. Cette action implique que le lien athlèteclub-famille-établissement scolaire soit bien pris en compte systématiquement. Il sera chargé également de la mise en place et l’organisation de séances et stages découverte en Enfin, il devra organiser la saison du point de vue logistique et matériel, inégrant les déplacements de régates et les stages, en particulier ceux des vacances de la Toussaint et Pâques. L’Aviron Grenoblois est un club avec une forte culture de la compétitionqui fonctionne sur deux sites de pratique avec une équipe d’encadrement bénévole et salarié d’expérience. Contact : Alain Waché- [email protected] His mission would consist in training youth categories in partnership with all supervisors: volunteers and employees. This requires the ability to develop a rowing school as well as a competition team. The person in charge will also have to maintain and develop partnerships with primary and secondary schools in order to provide new recruitment opportunities and optimum training. The new coach should also seek to create new partnerships. This educational action implies that the athlete-club-family-school link is taken into account systematically. The person recruited will also be responsible for the setting and organization of training sessions and “discovery” training courses. Finally, he should organize the season logistically and handle equipment matters, which includes managing the regattas’trips and trainings, especially those taking place during Thanksgiving and Easter holidays. The Grenoble Rowing is a club with a strong competitive spirit. It operates on two spots under the supervision of various seasoned volunteers and employees. For more information, please contact: Alain Waché[email protected] 27 PUBBLICITA’ D’EPOCA… Tratto dalla rivista inglese The Illustrated London News, (March 31, 1900) 28