Ordained and Absolute Power in Scotus’ Ordinatio I,44 • Henri Veldhuis • Enrico Zoffoli Note preliminari: nozioni di potentia absoluta e potentia ordinata • Si tratta di nozioni largamente dibattute nel tardo medioevo, in quanto toccano temi cruciali. • In particolare, la domanda se Dio abbia una potenza assoluta non è che un modo per domandarsi se Egli possa agire diversamente da come ordinariamente fa. • Utrum Deus possit aliter facere res quam ab ipso ordinatum est eas fieri. (Ordinatio, I,44). • Si tratta quindi di un problema teologico, che si dimostrerà essere però speculare al problema filosofico della contingenza sincronica. La genesi del concetto di potentia absoluta • Inizialmente, nella teologia e filosofia medievali, si parlava di potentia absoluta per indicare un “ipotetico insieme di possibilità, che non sono realizzate e che mai lo saranno”. • In termini scotiani, inizialmente la potenza assoluta riguardava solo il possibilis. • Di fatto quindi si ammetteva la potenza assoluta per salvaguardare l’onnipotenza divina, ma si riteneva che un realizzarsi fattuale di alterazioni all’ordine del cosmo fosse segno di Unreliability e Arbitrariness. Il problema • Tuttavia nel tardo medioevo il concetto di potenza assoluta venne operazionalizzato (Oberman): in altri termini i teologi la interpretarono sempre più come “capacità che realmente è (o può essere) posta in atto da Dio”. • In sostanza essa diveniva lo strumento che Dio utilizzava per mostrare la propria onnipotenza violando le leggi che esso stesso aveva posto in atto. • I miracoli erano quindi, in quest’ottica, la massima manifestazione della potenza assoluta divina. La tesi del saggio • Obiettivo di questo saggio di Veldhuis è smentire la tesi che Scoto abbia avuto un ruolo decisivo nel processo operazionalizzazione del concetto di potenza assoluta (van den Brink, che parla di “totale capovolgimento” in Scoto del significato originario di potentia absoluta). • Il saggio si divide sostanzialmente in tre parti: • Nella prima l’autore lega il tema della potenza assoluta a quello della contingenza sincronica. • Nella seconda parte applica il discorso al problema dei giudizi di Dio sull’operato umano. • Nella terza parte difende Scoto dalle accuse di volontarismo e nominalismo. I luoghi testuali della discussione • Il tema in questione è trattato da Scoto in Ordinatio I,44, in cui riprende le tesi della Lectura I,39 aggiungendo però la distinzione tra potentia absoluta ed ordinata. • I due luoghi testuali sono tra loro paralleli, perché in ambedue i casi il perno logico della discussione è il concetto di contingenza sinronica. Potenza umana e potenza divina • Potentia ordinata: “poter agire in conformità con una legge giusta”. • Potentia absoluta: “poter agire contro o al di là di una legge giusta”. • Poiché tali concetti sono applicabili ad ogni agente libero per intellectum et voluntatem, allora anche l’uomo dispone della potenza di agire rispettando la legge giusta e di agire violandola. Scoto le definisce rispettivamente facere de iure e facere de facto, ribaltandone il significato originario (spiegare). • La differenza importante, tuttavia, è che Dio, anche quando va contro una legge, lo fa ordinatamente. Potenza assoluta e contingenza • La puntualizzazione sul fatto che Dio agisca contro le leggi sempre in modo ordinato è fondamentale. • Sembra un gioco di parole, o quasi una contraddizione in termini, ma in realtà è la chiave di lettura di tutto il problema. • Infatti è vero che il mondo è contingente e che Dio è libero rispetto ad esso; ma è anche vero che “Dio agisce per definizione ordinatamente”. • Egli può cioè scegliere di rendere attuale uno stato di cose piuttosto che un altro, agendo in modo assoluto contro l’ordine precedente. Ma così facendo ha creato un nuovo ordine. • Perciò, nella misura in cui la potenza assoluta viene posta in essere, si converte necessariamente in potenza ordinata. Relazione tra potenza e contingenza • Si vede quindi che Scoto non operazionalizza in senso “volontaristico” la potenza assoluta, ma anzi ne rafforza il significato originario. • Dio, nel scegliere il mondo contingente, deve avere uno spettro completo di possibilità reali e sincroniche (pena il cadere nel determinismo), quindi deve avere la potenza di imporre un ordine. Ma al tempo stesso questa potenza non è indice di arbitrarietà: si tratta piuttosto dello stesso concetto di contingenza sincronica visto dalla prospettiva della voluntas divina. Puntualizzazione • In realtà in un certo senso Scoto operazionalizza la potenza assoluta. Infatti, mentre inizialmente per potentia absoluta si indicava il dominio del possibile (in senso scotiano), ora Scoto usa il termine per indicare un effettivo operari divino. • Tuttavia, come si è visto, non si tratta di conferire a Dio una potenza disordinata incoerente e immotivata, ma di ribadire in senso teologico il concetto filosofico di contingenza sincronica. Applicazione della potenza assoluta • Nella seconda parte del saggio Veldhuis mostra, attraverso un’applicazione etica, la coerenza del concetto di potentia absoluta come secondo lui la intende Scoto, cioè come facoltà divina, e quindi non pura possibilità logica, eppure non operazionalizzata. • In particolare, Veldhuis dimostra che la potenza assoluta non è contrapposta in modo operazionalizzato a quella ordinata, perché in ogni giudizio divino le due potenze si integrano. Due tipi di giudizio divino • Innanzitutto Scoto distingue tra due tipi di giudizi divini relativi all’agire umano. • Dio può giudicare secondo leggi generali (uno modo, ordine universali) con leggi del tipo “tutti i peccatori impenitenti devono essere dannati”. In questo caso Dio giudica sulla base della potentia ordinata. • Dio però può anche giudicare in modo particolare (secundo modo, ordine particulari) con giudizi del tipo “questo assassino deve morire”. Significato delle leggi generali • Poiché però le leggi divine (i giudizi ordine universali) non possono essere leggi deterministiche, deve esistere per Dio la possibilità reale e sincronica di agire diversamente. • Nel caso di un peccatore impenitente Dio può attualizzare le possibilità contrarie alla legge generale in due modi: • Può concedere la grazia al peccatore e farlo convertire. (caso 1) • Oppure può modificare le leggi e far sì che esse permettano la salvezza di un peccatore impenitente. (caso 2) Convergenza di potenza assoluta ed ordinata • In ambedue i casi la potenza assoluta non si impone mai su quella ordinata. • Nel caso 1 Dio agisce ordine particulari per far rientrare il peccatore tra i soggetti che la legge (ordinata) prevede si salvino, cioè mantenendo intatta la legge per adeguare ad essa il caso singolo. • Nel caso 2 Dio agisce mediante potenza assoluta poiché crea un nuovo ordine, ma, come già si era detto, il fatto che Dio agisca sempre ordinatamente significa che egli ha stabilito nuove leggi, tramutando la potenza assoluta in ordinata. Problema • Scoto tuttavia distingue tra il caso del peccatore ancora in vita e il caso di Giuda, già morto e condannato. • Ebbene, secondo Scoto nel caso di Giuda Dio potrebbe intervenire solo secondo il caso 2, mediante potenza assoluta, poiché ormai non è più possibile che venga convertito da Dio. • Secondo Veldhuis questa distinzione è superflua e problematica, poiché Scoto sembra dare un peso eccessivo ed ingiustificato al tempo, cioè al fatto che Giuda sia già morto. Critica di Veldhuis • Scoto, dice in sostanza Veldhuis, confonde tra la possibilità reale e la contingenza fattuale. • Il fatto che Dio non abbia fattualmente salvato Giuda non significa che la possibilità della sua salvezza non fosse reale e sincronica alla sua dannazione. • Scoto sembra quindi non prendere qui sul serio la sua stessa nozione di contingenza sincronica, che ha la propria ragione d’essere nell’idea che il possibilis (cioè ciò che mai si è verificato né si verificherà) sia nondimeno reale. • Perciò anche nel caso di Giuda c’è la possibilità della salvezza mediante potenza ordinata (caso 1). Difesa dall’accusa di volontarismo • La terza ed ultima parte del saggio è volta a difendere Scoto dall’accusa di volontarismo divino, posizione che avrebbe gravi conseguenze sul piano etico. • Se infatti Dio può modificare le leggi morali, allora la fede sconfina in un fideismo dai tratti più o meno irrazionali. • Si cadrebbe inoltre in un “nominalismo scettico”, in cui le enunciazioni delle leggi morali non avrebbero cioè un referente ontologico. Primo argomento a favore di Scoto • Il primo argomento ribadisce ciò che già Veldhuis ha sostenuto: negare la potenza assoluta divina significa negare la contingenza sincronica. • D’altronde va ricordato che Dio non è superiore alle leggi logiche, sicché egli non può far valere contemporaneamente due possibilità. • Inoltre Veldhuis ribadisce che Dio, agendo in modo assoluto, agisce anche sempre in modo ordinato, cioè creando un nuovo ordine. • Riguardo a questo punto l’autore aggiunge però una puntualizzazione importante: non solo la nuova legge è posta ordinatamente, ma nemmeno si deve ritenere che si tratti di un ordine incoerente con quello precedente. Secondo argomento a favore di Scoto • Dio può agire liberamente ma riguardo al contingente; egli non può alterare il necessario, ossia la sua stessa essenza. • Ma poiché egli è per essenza sommamente buono, ne consegue che la sua potenza assoluta non può porre in essere leggi che vadano contro la sua “bontà, saggezza e giustizia”. • Ora si capisce bene l’ultima puntualizzazione dell’argomento precedente: le nuove leggi che Dio può sancire non possono essere incoerenti con quelle precedenti perché devono essere in ogni caso buone. • Inoltre gli stessi miracoli possono essere sottratti ad un’interpretazione operazionalizzata (spiegare). Ulteriore puntualizzazione • Bettoni insiste molto nella difesa di Scoto dall’accusa di volontarismo. • Egli parte dapprima da una discussione sul rapporto intelletto/volontà nell’uomo. • Poi estende la discussione a Dio e nega il volontarismo etico, giungendo, seppur per vie diverse, alle stesse conclusioni di Veldhuis: • Anche in Dio operari sequitur esse; ma poiché l’essere di Dio è buono in sommo grado, allora i suoi atti di volontà saranno necessariamente buoni. Esempio relativo all’etica scotiana • Veldhuis trova una dimostrazione di ciò nel fatto che esistono leggi immodificabili in quanto “connesse con l’essenza divina”: si tratta dei primi tre comandamenti. • Per esempio, Dio potrebbe modificare il comandamento di santificare le feste, ma mai quello che impone di amarLo. • (Bettoni nota la stessa cosa, sostenendo che la differenza tra i primi tre comandamenti e gli altri è che i primi riguardano Dio direttamente, mentre gli altri lo riguardano solo di riflesso, trattando in sostanza dei rapporti virtuosi tra gli uomini). Conclusioni • “In Scoto la distinzione tra potentia absoluta e potentia ordinata è un’elaborazione ed un’applicazione della teoria della contingenza sincronica”. • Non si tratta perciò di una operazionalizzazione tout court del concetto di potentia absoluta. • Scoto non spiana quindi la via a nominalismo scettico e volontarismo. • In particolare il volontarismo è escluso in ambito etico, in cui Dio è vincolato alla propria essenza necessariamente buona.